UNDER MILANO N°3.qxp
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UNDER MILANO N°3.qxp
magazine g ratuito d i s ocietà e c ultura d ei g iovani a m ilano anno I - n umero t re - 1 5 o ttobre/14 n ovembre 2 007 www.undermilano.it - i [email protected] Pericolo mutuo 2 4 5 6 I giovani di Milano davanti alla crisi dei mutui: dubbi, speranze, soluzioni pp. 8-9 E ancora, in questo numero: il V-Day di Beppe Grillo e i giovani ambrosiani (p.2); il caso dei lavavetri, dai divieti di Firenze alla reazione di Milano (p. 4); gli eventi legati al bookcrossing (p. 5); i City Angels e la loro opera per la città (p, 6); Scuola e università in fermento: gli studenti in piazza (p. 7); Radames Dicembrino e il triobfo di Milanodabere (p. 7); Mattia Bosco, lo scultore delle vene del mondo (p. 10); tra gli spazi creativi alternativi: il Nana’s Trifth Store (p. 10); Mara Mascaro e la sua ricerca artistica sul comunicare nel cyberspazio (p. 11); Indie-Rock: un sito web su e per la musica (p. 12); Fabrizio Buratto racconta se stesso e la sua generazione precaria (p. 13); Fabio Martina, il regista che esplora la gioventù milanese (p. 14); i progetti giovani del Piccolo Teatro (p. 14); Silvia Gaudino e i successi del rugby al femminile (p. 15); in più, l’agenda concerti della Milano in musica (p. 12), il Raccontamilano del mese (p. 13) e le segnalazioni di eventi di Milano “under” 10 euro (p.16). 7 7 10 10 11 12 13 14 14 15 festeggia halloween con “under mil ano” tut te le info a pa g i n a 1 5 ! 2 U N D E R M I L A N O s o c i e t à À IT L A TU T A a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 V-Day. Beppe Grillo è sceso in piazza e l’Italia si è svegliata Il comico ligure bacchetta i politici italiani e trascina il Paese in una mini-rivoluzione 8 Si vuole ristabilire appieno la Democrazia abbattendo quelli che sono i privilegi della Partitocrazia settembre 2007. Una data storica per una larga fetta di italiani. Il Vaffanculo Day, promosso da Beppe Grillo attraverso il suo frequentatissimo blog, si è realizzato con successo in tutte le maggiori piazze delle città italiane. Lui parlava a Bologna ma decine di maxi schermi riproponevano la sua immagine e, soprattutto, le sue parole, in tutto il Paese. In decine e decine di migliaia sono scesi in piazza per dire no agli ecces- In breve i punti cardine della proposta E cco i tre punti della proposta di legge popolare promossa da Beppe Grillo nella giornata V-Day. NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento. Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale. DUE LEGISLATURE Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente. ELEZIONE DIRETTA No ai parlamentari scelti dai segretari di partito. I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta. L’obiettivo dell’8 settembre è stato la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per un parlamento pulito; tale proposta di legge è stata presentata alla Cassazione nel luglio del 2007. Beppe Grillo, a sostegno del suo progetto, ha cercato di coinvolgere in dialogo su web tutti i parlamentari mediante una mail personale inviata dal comico genovese e dal suo staff a ogni singolo deputato e senatore, in cui veniva chiesto di esprimere un’opinione su ognuno dei tre punti della proposta di legge popolare. Le risposte dettagliate sono state raccolte e pubblicate sul blog di Beppe Grillo, da cui è emerso che su un totale di 945 parlamentari contattati, il 21% (205) aveva risposto alla mail fornendo dei voti; le valutazioni positive erano state rispettivamente 122 per la preferenza diretta, 109 per la non eleggibilità dei candidati condannati in via definitiva e 82 per la limitazione a due legislature. si e alla prosopopea del mondo politico della Seconda Repubblica, in un momento della storia d’Italia in cui lo scontento dell’opinione pubblica è particolarmente alto, complice la crisi economica che non accenna a finire e una grande quantità di problemi che rimangono irrisolti nonostante le molte, troppe, promesse risolutive fatte. Le richieste avanzate da Beppe Grillo e dal suo ormai oceanico popolo di sostenitori sostanza, si vuole ristabilire appieno la Democrazia abbattendo quelli che sono i privilegi connessi alla Partitocrazia. E riportando la politica alla sua funzione primaria: quella di tutelare lo Stato e i cittadini. Dalle parole di Grillo è scaturita una proposta di legge che è stata immediatamente sostenuta dalle firme di migliaia di italiani, pronti a sottoscrivere la richiesta presso i banchetti organizzati in occasione in tutto il Paese. A Milano, in largo Cairoli, sono state mille le firme raccolte. Una mini-rivoluzione insomma, benché l’eco datale dai media è stata limitata e sottotono. Moltissimi i pro, infatti, ma anche uno strascico di posizioni contro. In parecchi hanno visto l’idea di Grillo come una strumentalizzazione e si è paventata di più parti l’idea che il comico possa avere in mente di darsi alla politica attiva facendo scaturire dai consensi del V-day un vero e proprio partito. Intanto, in moltissimi sono in attesa di un V-Day 2. Andrea Coppini sono poche ma chiare e assolutamente determinanti (in breve sono spiegate nel box sotto questo articolo, sulla sinistra). In @ www.beppegrillo.it www.v-day.it Ecco cosa ne pensano i giovani milanesi... L’ anti-politica italiana ha trovato il suo guru nel comico ligure. Armato di una tagliente vena ironica, il nuovo fustigatore del malcostume italiano se l’è presa con i politici, sia di destra che di sinistra. L’invettiva di Grillo ha avuto una profonda risonanza nell’opinione pubblica. Quotidiani e televisioni gli hanno dedicato pagine e servizi, e l’otto settembre le principali piazze italiane sono state prese d’assalto da migliaia di cittadini stufi dei privilegi della classe politica. Il Vaffa day è diventato un capitolo della storia contemporanea del nostro Paese, da anni infatti l’anti-politica non godeva di così tanti consensi. Intorno all’evento si è creato un acceso dibattito, e qui a Milano moltissimi giovani hanno preso posizioni in merito: da una parte ci sono i sostenitori di Grillo, quelli per cui “Grillo non è uno che si lamenta e basta, la sua è una critica propositiva”, come dice Lilith, di Ronco Briantino in provincia di Milano, sul forum di Studentistatale.it, e la stessa aggiunge: “mi viene quasi da sperare che l’italiano stia uscendo dall’ottica del ‘tanto non cambierà mai niente’. L’iniziativa di Grillo è demagogica, ma questa rabbia popolare mi sembra un segnale positivo, un sano anticorpo, anche se grezzo”. Le fa eco Marzio, studente universitario, che ammette: “sono favorevole a tutti i punti proposti da Grillo al 150 per cento, e anche qualcosina in più. L’ineleggibilità dopo due mandati è una grande espressione di civiltà ed è un freno alle spinte e alle ‘porcate’ per farsi rieleggere. I condannati in parlamento, a meno che non abbiano scontato la pena e siano stati riabilitati, non c’hanno da stare”. Ma c’ é anche chi esprime qualche dubbio, come Francesca, all’ultimo anno di liceo classico, che sottolinea: “Beppe Grillo ha detto cose giuste e condivisibili, ma forse sono un po’ irrealizzabili. È vero che in Italia la classe politica è una vera e propria casta che gode di numerosi privilegi, ed è giustissimo che un comico come Grillo attacchi duramente politici e politicanti, ma le idee del- l’organizzatore del V-day mi sembrano un po’ utopiche”. E Marco, ventenne milanese, rincara la dose: “Beppe Grillo è un populista che fomenta l’anti-politica e fa il gioco di Berlusconi. La politica si cambia con l’impegno in prima persona. Parlare di purezza morale dall’esterno è troppo facile. Perché Grillo non fa il suo partito mettendosi in gioco? Solo così potremmo vedere quanto vale e che programma ha per risollevare l’Italia”. O odio o amore, ma mai indifferenza. Sembra essere questo il motto di Grillo, che per l’ennesima volta si è trovato al centro del dibattito pubblico. E chissà se il suo impegno servirà a migliorare il nostro Paese. E la nostra Milano… Federica Mantovani [email protected] ANDREA COPPINI [email protected] vicedirettore editoriale CLAUDIA MUZZI [email protected] direttore responsabile LINDA BASEGGIO Registrazione al Tribunale di Milano n° 393 del 18/06/2007 progetto grafico Illustrazioni stampa ufficio stampa settore eventi pubblicità editore “L’iniziativa di Grillo è damagogica, ma questa rabbia popolare è un segnale positivo, anche se grezzo” magazine gratuito di società e cultura dei giovani a milano www.undermilano.it [email protected] redazione direttore editoriale ANDREA COPPINI - LUCIA SCACCABAROZZI PABLO CULEBRAS IGEP - CREMONA [email protected] ALESSANDRA SIMONE [email protected] Associazione culturale Under U N D E R M I L A N O s o c i e t à a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 A N E T TA I L E R IL DI N ERE CO RC CA 3 Storia di Michele: Bollate andata e... ritorno Carcere: non un Un detenuto del carcere alle porte di Milano si racconta S ono nato 43 anni fa a Bollate e lì il mio destino mi ha riportato. È all’età di 14 anni che la mia vita ha preso una svolta negativa. Ero un piccolo ladruncolo e con i miei amici ho provato a usare sostanze stupefacenti. Abbiamo iniziato con l’hashish, poi siamo passati ad altri tipi di droghe fin quando siamo finiti ad usare l’eroina. A quel punto sono diventato un vero tossicodipendente. I soldi non mi bastavano mai e sono andato a rubare per mantenere il vizio e anche il bisogno. Appena ho compiuto 18 anni sono stato arrestato a Grosseto per furto d’auto. Arrivato in carcere mi sono fatto tre giorni di isolamento stando male come un cane, ma appena uscito ho ricominciato a drogarmi e ci sono stati altri arresti. Sono finito a San Vittore. Lì, a differenza di Grosseto, ero insieme ad altri ragazzi col mio stesso problema. Il carcere era una scuola per imparare a delinquere e capire come aggirare la giustizia senza essere preso. All’interno girava tanta droga che permetteva di risolvere i problemi facendosi un altro buco. Mi ricordo come fosse stato ieri che nel 1984, quando mi hanno detto che ero sieropositivo, il mondo mi è crollato addosso e, anche se i miei famigliari e gli esperti del Sert (Servizio Tossicodipendenze n.d.r.), hanno fatto di tutto per aiutarmi non ho voluto sentire ragioni, così sono andato avanti come prima fino all’ennesimo arresto. Nel 1987 sono stato condannato a 2 anni e 8 mesi per rapina, mi è stato spiccato un cumulo di pene e la mia condanna è passata a 12 anni. Ho girato 15 carceri italiani e nel 1995 sono uscito dal carcere di Busto Arsizio in affidamento sociale. Il mio passato sembrava svanito, lavoravo regolarmente e avevo una ragazza. Ero diventato un bravo ragazzo! In seguito ho ricominciato a frequentare le discoteche e a prendere ecstasi e LSD. Avevo scoperto che anche sottoposto ad esami quelle droghe non risultavano e mi sono infognato un’altra volta. Ho cominciato ad usare la cocaina, droga che a me non era mai interessata, e per la prima volta ho fatto un danno gravissimo. Sono stato arrestato per rapina ed omicidio e condannato a 30 anni di carcere. Mi hanno rimandato per due anni a San Vittore dove ho preso coscienza di tutte le cavolate che avevo fatto. Successivamente sono stato trasferito al carcere di Opera. Lì sei un numero e considerato meno di niente, così ho deciso di iniziare a studiare fino a “Mancano 16 anni alla fine della pena. Ho capito una cosa: la vita è troppo bella per buttarla via come ho fatto io” quando non sono stato trasferito al carcere di Bollate. Finalmente a casa! A Bollate ho visto qualcosa di nuovo, lì non ero solo un numero, ero considerato una persona. Ho continuato a studiare e ora sono al quarto anno delle superiori, poi farò gli esami di Maturità. La voglia di riscattarmi è tanta e spero di riuscirci. Spero che quando avrò finito di scontare la mia pena riuscirò a realizzare il mio sogno: trovare una compagna e avere anche io una famiglia come tutti gli altri. Se avrò questa fortuna vorrei poter vedere crescere i miei figli cercando di far capire loro tutte le cose giuste e quelle da non fare. Anche se mi diranno: “papà sei pesante!” non importa, l’importante per me è riuscirci. Ora capisco mio padre quando mi faceva la testa come un pallone; aveva ragione, ma io non lo capivo o non mi interessava capire. Passare la mia vecchiaia sapendo di aver fatto qualcosa di buono per me sarà una soddisfazione grandissima e penserò che l’inferno passato è stato solo una brutta parentesi della mia vita precedente. Sono trascorsi 9 anni dal mio arresto, ne mancano 16 alla fine della pena. Di sicuro ho capito una cosa: la vita è troppo bella per buttarla via come ho fatto io fino a ora. Testimonianza raccolta da Arianna Pellegrino mondo a parte A cura di Arianna Pellegrino “Under Milano” da questo mese darà ai suoi lettori l’opportunità di conoscere la storia di un detenuto e soprattutto di rivolgergli delle domande. Usiamo questa opportunità per capire, imparare, conoscere e confrontarci con una parte della nostra città ai più sconosciuta. Non facciamoci prendere da falsi moralismi o improvvisi attacchi di buonismo ma non cerchiamo neanche di sostituirci ai giudici o magistrati infliggendo condanne o accuse a persone di cui sappiamo poco o niente. Affinché l’interazione possa essere quasi immediata vi chiediamo di entrare nel nostro sito www. undermilano.it e iscrivervi al forum, intervenendo nell’apposita sezione “Filo diretto con il carcere”. Ai curiosi, agli scettici e agli indifferenti diamo il benvenuto! Per capire insieme che il carcere è parte del mondo e non un mondo a parte. 4 U N D E R M I L A N O s o c i e t à NO A I L M I U LT A M IC N ET a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 Caso lavavetri. Da Firenze a Milano. Tra pro e contro Dopo Firenze, la nostra città contro i lavavetri. È giusto? E chi sono davvero questi ragazzi? U na grande città come Milano, quotidianamente alle prese con i problemi dati dall’arrivo di un numero sempre crescente di extracomunitari senza lavoro, non poteva rimanere indifferente all’ordinanza del sindaco di Firenze Dominici contro i lavavetri. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti ha così reagito alla proposta fiorentina in una lettera pubblicata sul quotidiano “La Stampa”: “Spero che le polemiche di questi giorni e l’atto estremo a cui il Sindaco di Firenze è stato costretto contribuiscano ad aprire gli occhi al Governo e a produrre leggi adeguate”; la Moratti ha in particolar modo richiamato l’attenzione dei cittadini e dei politici sulla mancanza di strumenti normativi certi ed efficaci. “Il caso di Firenze è, da questo punto di vista, emblematico - afferma ancora il sindaco di Milano -, il Comune di quella città interviene sul problema dei lavavetri mentre a livello nazionale non ci si è posti il tema di come regolare l’afflusso dei romeni, oggi cittadini europei, ricorrendo - come hanno fatto tanti altri Paesi - a una moratoria del loro ingresso. Tra i sostenitori più accaniti della decisione del sindaco Dominici anche Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano, che ha affermato: “È utile mettere in moto i vigili per togliere dalla strada persone schiave: anziani spesso mutilati, donne, bambini”. E se dal punto di vista del principio dell’ordinanza l´adesione è totale, dubbi possono esserci sulla sua applicabilità. “Chi è ai semafori ...E tutto iniziò dall’ordinanza del sindaco di Firenze è spesso senza documenti e senza residenza. A chi notifichiamo i provvedimenti?”. A questo proposito ormai da fine luglio Palazzo Marino porta avanti l´identificazione di tutti i mendicanti, facendo leva sulla direttiva dell’Unione europea per il soggiorno dei cittadini europei negli Stati membri, in vigore dallo scorso 11 luglio. Tutti coloro che dopo tre mesi di soggiorno in Italia non potranno dimostrare di avere mezzi economici sufficienti a mantenersi, dovranno essere allontanati ed espulsi. “In poco più di un mese ne abbiamo censiti 300, quasi tutti romeni - ha spiegato De Corato - Entro tre mesi devono presentarsi all’Anagrafe e fornire generalità, residenza, situazione lavorativa e dati sull’assistenza sanitaria. Da ottobre inizieremo le verifiche. Se non si presenteranno, se danno dati falsi, se non dimostrano di avere un reddito, il prefetto può procedere all’espulsione”. Claudia Muzzi La storia ormai è nota. Tutto ha avuto inizio con l’ordinanza firmata dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici contro i lavavetri appostati ai semafori con la spugna in mano; tutti coloro che fossero stati colti sul fatto dai vigili si sarebbero dovuti presentare davanti a un giudice che avrebbe potuto infliggere loro una condanna a una pena che può arrivare fino a tre mesi di carcere o una multa da 206 euro. Tra le motivazioni riportate nell’ordinanza fiorentina a difesa della stessa si legge: “Intralcio alla circolazione, nocumento (danno n.d.r.) all’igiene delle strade ma soprattutto episodi di molestie e il pericolo di conflitto sociale”. La decisione di Domenici ha, ovviamente, scatenato un clamore e un dibattito di incalcolabili proporzioni; i sindaci delle città italiane si sono schierati chi a favore, chi contro quest’ordinanza da alcuni ritenuta “eccessiva e fuori luogo”. A difesa della decisione di Domenici è corso l’assessore diessino Cioni affermando che “si è arrivati a questa decisione poichè negli ultimi tempi c’è stata un’impennata di segnalazioni e reclami da parte dei cittadini, perché i lavavetri sono diventati aggressivi, non chiedono permesso: ti mettono direttamente la spugna sul parabrezza e a volte nascono discussioni e alterchi, che nel caso di donne sole in auto possono diventare pericolosi”. Non tutti però si sono mostrati entusiasti dell’ordinanza fiorentina. Il presidente nazionale dell’Arci Paolo Beni ha parlato di “misura eccessiva” e ha aggiunto: “Non è così che si argina il degrado, non dimentichiamo che si tratta di persone costrette ad arrangiarsi per vivere”. Rifondazione comunista ha bocciato di netto l’ordinanza: “Un atto non degno di Firenze e della sua tradizione d’accoglienza”, ha affermato il segretario toscano Niccolò Pecorini. Perplessa anche la Curia: “Non conosco nel dettaglio, ma in generale posso dire che, in tema di immigrazione, bisognerebbe evitare di prendere provvedimenti sull’onda dell’emotività ma farli rientrare in progetti complessivi”, parole di don Giovanni Momigli, responsabile pastorale sociale della diocesi. La Confesercenti, invece, ha accolto con soddisfazione questa mozione: “Finalmente si interviene, è un segnale importante di lotta al degrado”. A distanza di un mese e mezzo dalla decisione del sindaco di Firenze ancora non si placano le polemiche e una domanda sorge spontanea tra i cittadini italiani: chi avrà avuto ragione, Domenici con l’ordinanza restrittiva o il partito di chi invoca tolleranza verso i meno fortunati? La risposta ancora non ci è dato di conoscerla. C.M. Damir, dalla guerra ai semafori di Milano Valentin: lava i vetri per i suoi bambini D amir, 29 anni, è un ragazzo bosniaco nella nostra città da ormai sette anni. Da quando è in Italia fa il lavavetri. Dopo Firenze anche Milano ha dichiarato guerra ai lavavetri. Ti è mai capitato mentre lavoravi di aver problemi con le forze dell’ordine? Problemi con la polizia li abbiamo sempre avuti ma da un po’ di tempo la tolleranza è pari a zero. Ci sono due tipi di lavavetri, quello che lo fa in modo gentile e chi lo fa di forza. Io sono tra quelli che chiedono se può lavare il vetro e ricevere qualcosa con cui pagarmi il pranzo o una tazza di caffè caldo e che se riceve una risposta negativa saluta e passa avanti; poi ci sono gli altri. Gli altri sono la nostra rovina, sono quasi sempre zingari, non hanno morale o un codice di comportamento, arrivano, iniziano a lavarti il vetro e se tu ti arrabbi ti insultano prima di andarsene. Se non ci fossero loro che si comportano in questo modo non ci sarebbero problemi. Invece, da quando la loro presenza si è moltiplicata così come le lamentele degli automobilisti, ci sono molti più controlli. La polizia interviene più spesso, ci fa allontanare dal semaforo e delle volte ci porta via per accertamenti. Prima si riusciva a lavorare meglio, adesso tutti fanno quello che vogliono e bisogna sempre stare attenti che non arrivi la polizia che ti porta via e ti dice che devi pagare la multa. Problemi io direttamente no, sono furbo, ho imparato a capire quando è meglio sparire ma tanti altri che conosco si. Se ti prendono è finita, e se riesci a scappare dalla polizia, chi ti controlla si vendica su di te. Perché hai scelto di fare il lavavetri e non un altro lavoro? Non è stata una scelta, mi ci hanno costretto. Sono arrivato in Italia sette anni fa, dalla Bosnia. C’era la guerra e io sono scappato, volevo costruirmi un futuro, riuscire a guadagnare un po’ di soldi da portare alla mia famiglia che era rimasta là. Le persone che mi hanno portato in Italia sono quelle che mi hanno messo al semaforo. Mi hanno detto che prima di poter fare ciò che volevo dovevo ripagare il debito che avevo con loro, altrimenti mi avrebbero riportato in Bosnia oppure qualcosa di peggio. Non ho avuto scelta, ho iniziato a fare il lavavetri per cercare di liberarmi di loro, però non ci si riesce mai. Quindi tutti i soldi che guadagni devi darli a loro? Sì, tutto quanto riesco a guadagnare devo darlo a loro. Ogni tanto, se vedo che la giornata è andata bene, cerco di fare il furbo e tenermi qualcosa ma bisogna stare molto attenti, loro ti controllano. Una volta mi hanno beccato che nascondevo dei soldi e mi hanno picchiato. Per mesi sono stato perquisito la sera. Perché non vai alla polizia e denunci i tuoi aguzzini? Ho paura che facciano qualcosa alla mia famiglia. E poi io non ho documenti, la polizia mi rispedirebbe a casa e non posso permettermelo. Ho bisogno di lavorare. Prima o poi riuscirò a pagare il debito e a essere libero, nel frattempo continuo a dormire dove trovo e a lavare vetri. C.M. “Tutto quello che guadagno devo darlo a loro. È il mio debito con chi mi ha portato qui in Italia” M ilano, viale Fulvio Testi; a meno di dieci chilometri dal centro di Milano si snoda una delle strade più trafficate dell’area a Nord della città, prezioso vaso intercomunicante tra quella e le industrializzate aree di Bresso e Sesto S Giovanni. Un incrocio a pochi metri da un supermercato Esselunga è scenario di un forte contrasto tra la routine del cittadino medio italiano, che si reca in auto al lavoro o a fare shopping settimanale, e quella non meno intensa dell’immigrato, costretto da una situazione di imminente necessità - la fame e la famiglia - e di un tardivo riconoscimento - lo status di residente - in territorio estero. E lì, dove la strada prende il nome di “Viale Monza”, si staglia in altezza una zona residenziale di palazzi fatiscenti, in prossimità di Sesto S Giovanni; un alveare nel quale comunità tra le più svariate trascinano una difficile coesistenza. Qui lavora Valentin Petrescu, un ragazzo rumeno, lavavetri. Valentin, da quanto tempo risiedi in Italia? Il 29 di questo mese fanno sette anni. E da quanto tempo svolgi l’attività di lavavetri? Poco più di un anno, non ricordo bene. Hai cambiato molti lavori prima di passare a questo? Ho fatto l’aiuto-benzinaio, il muratore - mi pagavano quasi dieci euro all’ora! - poi il magazziniere a Segrate. Un incidente quasi mortale mi ha fatto perdere quel lavoro e sono rimasto a casa diversi mesi prima di ricominciare con il lavaggio dei vetri. Hai una famiglia? Una moglie e due figli: ho un figlio di nove anni e una figlia, di sei, quasi sette. Un figlio di pochissimi anni già a carico e una bambina in arrivo, al tuo arrivo in territorio straniero? Sì, mia mamma si era ammalata prima della mia partenza; già avevo in mente di allontanarmi per trovare condizioni di vita migliori. Poi le hanno trovato un tumore al seno e siamo arrivati qui un po’ prima, perché in Romania non potevo pagarle le cure. Ora sta meglio, ma dobbiamo continuare a pagare i medicinali, quando ricomincia a stare male. Quanto guadagnavi prima di diventare lavavetri? Portavo a casa 500-600 euro al mese… Il mio capo si era comportato da vero uomo, perché aveva capito che non ero in questo paese per rubare: a me interessava mandare dei soldi a casa, da mia mamma. Che cosa pensi del provvedimento locale del sindaco di Firenze verso i lavavetri? Quella è un’aggressione ingiusta: se tu hai una persona che pulisce un vetro invece di sporcare, chiede i soldi invece di rubarteli, che motivo c’è di rubarli a lui? Faccio questo mestiere da un anno e ti assicuro che non insistiamo neppure tanto nel finire il nostro lavoro! Allora, dov’è il problema? Quanto riesci a portare a casa dopo una giornata da lavavetri? Qualche volta cinque, qualche altra anche setteotto euro. I turisti sono i più gentili. Pensi che troverai un lavoro migliore? Spero di sì, ma se ci fanno pagare multe e ci portano via i nostri strumenti di lavoro, non ci resta che rubare! Stefano Chierici “Pulisco invece di sporcare, chiedo i soldi e non li rubo. Che male c’è?” U N D E R M I L A N O s o c i e t à a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 DA O M & DI O M Bookcrossing: libera un libro, libera la fantasia Il successo dell’iniziativa continua e si afferma nella nostra città V i è mai capitato di salire in metropolitana, sedervi, guardarvi attorno e scoprire che nel posto vicino a voi è stato abbandonato un libro? E poi, sfogliandolo di leggere sulla copertina: “questo libro non è abbandonato, è un libro in cerca di lettori”? Il Bookcrossing è un’iniziativa gratuita e volontaria che ha ben presto preso piede in tutto il mondo. Ideata nel 2001 dall’americano Ron Allen Hombake e da sua moglie, si basa sulla filosofia di lasciare “liberi i libri” attraverso la registrazione degli stessi al sito www.bookcrossing.com. La registrazione del libro al sito permette di seguirne le tappe poiché ad esso viene associato un codice univoco BCID che ne permette il ritrovamento. Infatti chi trova il libro può lasciare sul sito un commento così da far sapere che il volume è in viaggio pronto per una nuova avventurosa ed emozionante tappa. In questo modo il volume inizia il suo viaggio per il mondo alla scoperta di nuovi lettori. In Italia, Milano è una fra le comunità di bookcorsari più grandi, nonostante le difficoltà iniziali di diffusione dovute alla lingua e legate all’utilizzo di alcuni vocaboli americani. È per questo motivo che dal 2005 esiste il mirror italiano del sito americano (www.bookcrossing-italia.com) con più di mille utenti al giorno. In città si sono susseguiti molti eventi legati al bookcrossing negli ultimi mesi: a febbraio del 2007, in occasione della festa di San Valentino, sono stati scambiati e liberati parecchi libri lungo Corso Garibaldi, e nei negozi. Per la festa della donna i bookcrosser di Milano si sono organizzati per una liberazione con libri ed etichette dedicate. Il 30 giugno 2007 è stata inaugurata una zona sei un giovane artista di strad a? vuoi partecipare ai nostri eventi ottenendo ampia visibilità sul nostro mag azine? 5 Il bookcrossing in Spagna In Spagna le città in cui è più diffuso il bookcrossing sono Madrid, Barcellona e Las Palmas. È proprio quest’ultima città ad avere il maggior numero di luoghi di ritrovo per i bookcorsari: ben 72, contro i 52 di Madrid e i soli 43 di Barcellona (www.rinaldiweb.it/eurobc/esp/index.htm) Il bookcrossing in Germania Nel mondo di lingua tedesca l’attività del bookcrossing è molto diffusa, come testimoniano i numerosi incontri che si svolgono mensilmente. Solo nel mese di ottobre ne sono previsti 26 distribuiti in numerose città (www.honchun.com/bce/meet/meetup?land=de). Il bookcrossing in Gran Bretagna In terra anglosassone la città con più luoghi di ritrovo è Norwich con ben 4 Official Crossing Zone. Londra ha soltanto un luogo di ritrovo. In Scozia l’unico baluardo del bookcrossing è Edimburgo (www.rinaldiweb.it/eurobc/uk/index.htm). Il bookcrossing in Francia Ebbene sì. In Francia è proprio Parigi la città con più luoghi di ritrovo per i bookcorsari (www.rinaldiweb.it/eurobc/fr/index.htm). di scambio all’interno del locale Cafè Fermento, durante la quale sono stati scambiati parecchi libri e si sono incontrate molte persone che praticano il Bookcrossing. Rendere la libertà ad un libro è facile, basta andare sul sito, registrarlo e poi lasciarlo dove si vuole: all’aperto o in altri posti quali stazioni, locali ecc. Chi trova il volume non è obbligato a leggerlo, ma l’importante è che gli faccia continuare il viaggio lasciandolo alla ricerca di futuri lettori. Il bookcrossing non è solo uno scambio impersonale, infatti esistono incontri tra bookcorsari che avvengono in diversi locali per scambiarsi titoli e socializzare. Per ogni città vengono elencati i luoghi in cui se la risposta è sì, contattaci al più presto scrivendo a [email protected] o chiamando il numero di tel. 334-2616940. ti aspettiamo! Piazza Cadorna, 9 - Milano - tel. 02-72.000.258 - www.istitutovelazquez.org CORSO DI LIVELLO BASE (A1-A2) 51 ore di lezione collettive in orario serale (4 mesi di corso) Materiale Didattico e Certificazione Finale INCLUSI. PREZZO AL PUBBLICO: 440 euro + 90 quota associativa. SCONTO RISERVATO AI LETTORI DI “UNDER MILANO” di 90 euro (non pagate la quota associativa!) w w w . u n d e r m i l a n o . i t i l t u o s i t o w e b ! sono ospitati questi incontri e sul sito viene messo l’annuncio. In genere si tratta di pubblici esercizi che mettono a disposizione uno spazio, come una mensola o un intero scaffale, dove i corsari (e le persone interessate) possono depositare e prelevare i loro libri. A Milano questo fenomeno è molto apprezzato in particolar modo dai giovani; i ragazzi trovano interessante e originale l’idea della condivisione di un libro che viaggi per l’Italia attraversando città e peripezie di ogni tipo. Altra peculiarità che viene molto apprezzata è la possibilità di incontrarsi e discutere con dei coetanei in merito ai libri letti, condividendone le emozioni e i pareri in merito, il tutto all’insegna della passione per la lettura. Non c’è un tipo di libro più adatto ad essere liberato, si possono liberare volumi che ci piacciono particolarmente e vorremmo che molti li leggessero e se ne innamorassero a loro volta, possono essere i libri che abbiamo in soffitta da anni e non sappiamo come disfarcene o ancora libri che non abbiamo mai letto e mai leggeremo. Quindi perché aspettare ancora? Lucia Scaccabarozzi @ www.bookcrossing.com www.bookcrossing-italia.com la redazione di “under milano” ringrazia tutte le aziende e le attività commerciali che continuano a sostenerci, permettendo al nostro magazine di crescere e migliorarsi anche tu puoi sostenerci, promuovendo la tua attività a partire da soli 25 euro. siamo distribuiti in tutta milano e hinterland scrivi a [email protected] Entra a far parte di una squadra vincente! diventa socio under e partecipa a tutte le nostre iniziative. scrivi a info@ undermilano.it 6 U N D E R M I L A N O s o c i e t à TO IA R A NT O L VO a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 City Angels: anche Milano ha i suoi efficienti angeli Panoramica su uno dei maggiori gruppi di volontariato, formato da giovani, della città basta aver compiuto 18 anni, seguire un breve corso di formazione sia teorico che pratico, e avere una gran voglia di aiutare il prossimo. L’età media dei volontari è tra i venti e i quarant’anni, il 60 per cento sono uomini e il 40 per cento donne. Nell’associazione non ci sono solo angeli italiani, ma anche marocchini, rumeni, albanesi, peruviani, avoriani, nigeriani, filippini, russi, ucraini, moldavi, macedoni, polacchi, egiziani e tunisini. Se sei un angelo cittadino non importa da dove vieni, di che religione sei o quanti anni hai, l’importante è che tu abbia voglia di aiutare il prossimo. A Milano i City Angels sono presenti nelle strade delle zone considerate a rischio, come i quartieri periferici e la stazione Centrale. Essere un angelo significa anche combattere la micro-criminalità, e per questo i volontari sono addestrati alle arti marziali. Solo in città i volontari hanno infatti sventato 143 furti, 60 borseggi e 38 scippi, e hanno sedato 260 risse. Le maglie rosse e il cappellino blu sono infatti un ottimo deterrente contro il micro-crimine. Proprio per questo nei mesi estivi gli angeli si sono impegnati in un nuovo servizio: accompagnare e aiutare i turisti che arrivavano in Stazione Centrale durante la notte. “La Centrale è il biglietto da visita di Milano, noi vogliamo che il primo impatto con la città sia positivo. Per questo diamo il benvenuto ai turisti” ha spiegato Furlan. Ma l’estate è finita, i turisti se ne sono andati e gli angeli sono tornati sulle strade, ad occuparsi dei più deboli. Durante la notte girano per le vie di Milano con un pullmino: distribuiscono coperte e cibo a chi non ha una casa, si fermano a confortare i clochard e gli extracomunitari appena arrivati in Italia, senza casa e senza lavoro. Solidarietà e sicurezza è il motto dei City Angels. Per diventare un angelo cittadino ci si può rivolgere all’Associazione. Ogni settembre e ogni marzo viene organizzato un corso di formazione, dura tre mesi e prevede vere e proprie uscite sul campo. Finite le lezioni si è un angelo a tutti gli effetti e non rimane che cominciare a “lavorare”: si può scegliere se prestare servizio in stazione Centrale o sull’unità mobile. L’importante è darsi da fare per dare una mano a chi ha bisogno. I City Angels vanno però aiutati ad aiutare: servono coperte, cibo, vestiti, fondi... Insomma un piccolo aiuto da parte di tutti L’età media dei volontari è tra i venti e i quarant’anni, il 60 per cento sono uomini e il 40 per cento donne S ono angeli, ma al posto delle ali hanno un basco blu e una maglietta rossa, e il loro logo è un’aquila che protegge la città. Sono i City Angels, gli angeli della città che ogni giorno si prendono cura delle persone più deboli. Distribuiscono cibo e vestiti ai senzatetto, aiutano gli extracomunitari in difficoltà, accompagnano gli anziani soli a ritirare la pensione, aiutano i disabili ad affrontare i piccoli problemi quotidiani, salvano i tossicodipendenti e sostengono gli alcolisti. È questa la missione dei City Angels. L’associazione è nata il 4 febbraio 1995 a Milano per volontà di Mario Furlan, leader degli angeli cittadini sempre presente sulla strada, e oggi, dopo dodici anni di attività, conta sedi anche a Roma, a Torino, a Varese e a Tirana (in Albania), dove i volontari sono prevalentemente impegnati nell’assistenza ai bambini di strada. Chiunque può diventare un angelo cittadino: A Milano i volontari hanno sventato 143 furti, 60 borseggi e 38 scippi, e hanno sedato 260 risse permetterebbe agli angeli cittadini di aiutare ancora meglio e ancora di più i bisognosi. Federica Mantovani @ www.cityangels.it www.undermilano.it vieni con noi “under” milano visita il nostro sito interagisci con noi creando insieme il TUO “under milano” nel nostro sito web troverai chi siamo: informazioni sul nostro staff, la rassegna stampa (i media che parlano di noi), la sezione recruitment (vuoi lavorare con noi? Qui tutte le posizioni aperte), la sezione advertising (pubblicizza la tua attività sul nostro magazine e sul nostro sito a costi assolutamente convenienti), la sezione where (qui potrai trovare l’elenco i nostri punti di distribuzione), la sezione associazione (tutte le info sul nostro editore, l’Associazione culturale Under). pdf: scarica qui in formato pdf i numeri già pubblicati del nostro magazine. blog: leggi i nostri articoli e prova a dire la tua commentandoli. forum: interagisci con altri giovani che come te vivono appieno Milano, esponi le tue idee, metti in luce problemi e soluzioni: Se sei un creativo o un artista datti visibilità. Pubblica i tuoi annunci. Il nostro magazine nasce dall’interazione veicolata anche attraverso il forum: tu stesso puoi divenire protagonista di un nostro articolo o di una nostra intervista. eventi: tutte le info sugli eventi che “Under Milano” organizza: artistici, performativi, estemporanei e non. underrats: le vignette e le illustrazioni con le nostre mascotte, le nostre animazioni flash promozionali. U N D E R M I L A N O s o c i e t à a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 LA TÀ O U RSI C S VE I UN S Tra università e scuole, a Milano si annuncia un autunno di fuoco Nuovi comitati, proteste a 360 gradi, manifestazioni annunciate e in atto in tutta la città i preannuncia un autunno di fuoco per Milano: gli studenti universitari e quelli delle scuole superiori stanno già organizzandosi per preparare manifestazioni di protesta, occupazioni e azioni che permettano loro di gridare al mondo i problemi che quotidianamente si trovano a dover affrontare. I più combattivi in questo senso sono gli studenti della facoltà di Scienze politiche dell’Università Statale di Milano. Questi ragazzi, riunitisi in un comitato che ha un suo spazio d’espressione sul web e sul forum degli studenti della Statale, protestano contro la norma che impedisce ai laureati di Scienze Politiche di poter accedere alla I più combattivi sono gli studenti di Scienze politiche dell’Università Statale di Milano, che si sono riuniti in comitato professione dell’insegnamento. Le attività proposte per manifestare contro questa decisione ritenuta ingiusta e denigratoria verso la facoltà di Scienze Politiche sono una raccolta firme online presso l’indirizzo Internet www.petitiononline.com/ re150607 e l’espressione di ogni idea o problematica sul sito del comitato comitatoscienzepolitiche.spaces.live.com. I primi due obiettivi del comitato sono quello di crescere come numero di aderenti e di essere presenti su tutto il territorio nazionale, questo per poter assumere una presa di posizione più solida che faccia sentire in modo chiaro e perentorio la loro richiesta. Sempre dall’Università Statale di Milano si sollevano anche voci di protesta contro l’ennesimo aumento delle tasse di frequenza annuale al quale non corrisponde un aumento e un miglioramento dei servizi proposti dall’università. I rappresentanti degli studenti della lista di Sinistra Universitaria, assieme a tutte le altre rappresentanze studentesche universitarie, protestano inoltre contro la mancanza di investimenti nel Diritto allo Studio o nel campo dell’edilizia per alloggi per gli studenti e contro la mancanza d’apertura pomeridiana delle segreterie e biblioteche universitarie oltre le ore 17. Cambiando università non cambia la situazione. Gli studenti del Politecnico di Milano si lamentano per la mancanza di spazi d’incontro e per la penuria d’informazioni a disposizione degli studenti. Lamentele grosse arrivano sull’efficacia e velocità della comunicazione tra gli studenti e l’ateneo, in questo caso sotto accusa sono le comunicazioni con segreteria e docenti; altro punto di dibattito è l’effettiva utilità della nuova aula informatizzata e soprattutto la mancanza di un centro di stampa conveniente e competitivo interno alla facoltà di Architettura. La maggior parte delle rimo- Per quanto riguarda le scuole superiori la storia non cambia. Gli impegni presi non sono stati mantenuti I I AN TOR V I O GI ND E PR IM 7 stranze studentesche, infatti, si concentra sulla mancanza di plotter che permettano stampe a prezzo politico e di buona qualità al posto di quelle costose offerte dalle tipografie esterne. Ultimo punto di dibattito, la mancanza di laboratori adeguati sempre per quanto riguarda la facoltà di Architettura dove si lamentano gravi carenze di strutture e materiali. Passando alle scuole superiori, la storia non cambia. La manifestazione studentesca del 12 ottobre, la prima di questo nuovo anno scolastico, è stata un successo: ci si è lamentati con il Governo perché gli impegni presi con gli studenti non sono stati mantenuti e perché gli investimenti per la conoscenza sono ancora insufficienti. Si è chiesta al Ministro Fioroni una legge nazionale sul diritto allo studio che dia uguale possibilità di accesso alla cultura a tutti, che comprenda una carta degli studenti che permetta l’accesso agevolato ai prodotti culturali di tutti i tipi, un sistema di comodato d’uso dei libri di testo e maggiori fondi per le borse di studio. Altri punti di discussione sono stati la richiesta di una riforma degli organi collegiali scolastici che preveda maggior presenza e importanza degli studenti, in modo tale che essi possano esprimere le reali necessità e problematiche avvertite da chi passa le giornate sui banchi di scuola. E poi c’è la protesta contro i redivivi esami di riparazione, Anche gli studenti delle superiori, come i loro colleghi universitari, chiedono maggiori investimenti nella prossima Legge Finanziaria per la conoscenza e i saperi. Claudia Muzzi @ www.petitiononline.com/re150607 www.comitatoscienzepolitiche. spaces.live.com Radames Dicembrino e la sua scommessa vinta: Milanodabere Dalla Puglia a Milano, poi il trionfo con il notissimo web magazine dedicato al tempo libero M etropoli dinamica e ricca di stimoli, la Milanodabere del web è nata nel 2004. Sono Radames Dicembrino e Angela Tomaiulo i due giovani imprenditori ideatori del tanto cliccato www.milanodabere.it, portale che non offre suggerimenti ma vere e proprie informazioni su spettacoli, locali, concerti ecc. Scappati da Manfredonia, cittadina in provincia di Foggia per cercare lavoro, sono arrivati a Milano circa sette anni fa. Non avevano sogni o successo da inseguire, nella capitale dalla moda e delle mode loro cercavano semplicemente un lavoro. Lei voleva diventare insegnante e lui voleva lavorare nel web. Arrivati in città sono però incappati nel precariato lavorativo che già da allora tormentava molti giovani italiani. Radames aveva solo contratti mensili mentre Angela lavorava una tantum e anche qui ancora non si parlava di sogni. Poi un giorno qualcosa è cambiato. Ora sono due intraprendenti giovani con un sogno realizzato da custodire e tanta voglia di crescere professionalmente. Radames mi ha accolto nel suo ufficio e dando sempre un occhio a tutto quello che capitava ha iniziato a raccontare la loro storia così simile ad altre storie di giovani ma in un punto sicuramente diversa. Loro ce l’hanno fatta! Quando e come nasce Milanodabere? In una cucina di corso Lodi circa 5 anni fa in una chiacchierata tra me e Angela. Un giorno ho cercato su internet www.milanodabere.it perché volevo conoscere i locali di Milano per scegliere dove andare la sera ed ho scoperto che non esisteva nulla con questo nome. Ho capito subito la potenzialità del dominio e l’ho parcheggiato per sei mesi. Mi sono reso conto che non esisteva un sito contenitore che proponesse al suo interno sia le attività culturali di Milano che i classici locali frequentati dai giovani. C’erano solo siti piccoli legati a settori di nicchia come il teatro, la musica o i locali, mentre i siti istituzionali parlavano solo di grandi eventi. Attualmente in quanti lavorate in redazione? Attualmente in totale siamo 24, nove in redazione interna e quindici collaboratori esterni. Perchè Milanodabere ha avuto successo? Sono cinque i nostri punti di forza: il primo è che il nostro sito è al servizio dell’utente. Non pubblichiamo mai numeri a pagamento perché secondo me l’informazione deve essere gratuita. Il secondo è che non forziamo mai l’utente. Ad esempio non diciamo mai di un posto che “si mangia bene”, ma “puoi trovare un prodotto piuttosto che un altro”. In terzo luogo siamo sempre aggiornati. Abbiamo online circa 400 eventi al giorno che accadranno di lì a poco. Poi diamo la possibilità tramite la “Milanodabere Card” di avere sconti su teatri, locali e ristoranti. Infine, promuoviamo sempre inizia- tive che possano aiutare i nostri utenti al di fuori del web come ad esempio il Milanodabere SMS, che è un nuovo servizio tutto da scoprire sul nostro sito. Quanti contatti ricevete al giorno? Circa 15.000 e siamo partiti da non più di 20. Cosa deve avere un locale per attirare la tua attenzione? Deve avere un prodotto valido. Ad esempio gli aperitivi non li trattiamo, invece consideriamo molto i locali dove si fanno le degustazioni, oppure i concerti e gli spettacoli di ogni genere. A Milano dire che un locale è frequentato da vip e veline non ha senso. Qui gente dello spettacolo la incontri tutti i giorni per strada e alle volte per un locale è discriminante. Un consiglio per i giovani milanesi che hanno un sogno come il tuo da realizzare? La cosa principale è avere un’idea, svilupparla e adattarla all’utente a cui ci si vuole rivolgere. L’idea anche se è originale per avere un seguito deve essere fattibile perché in una città come Milano si può creare tutto molto velocemente ma altrettanto rapidamente può morire. L’importante è creare l’esigenza di un determinato prodotto, perché se la gente non lo desidera o non lo ricerca non sarà mai un “Siamo a servizio dell’utente, lo consigliamo senza forzarlo. Siamo sempre aggiornati e diamo la possibilità di avere sconti per locali ed eventi” prodotto valido e vendibile. Progetti per il futuro? Ampliare la gamma di servizi offerti su Milano. In un futuro prossimo apriremo una sezione cinema dove offriremo a giovani registi uno spazio dove poter inserire i loro corti. Sono tanti i siti che parlano di cinema, il nostro obiettivo è quello di creare una specie di tv legata al cinema, dove potrai vedere trailer, film e gallery. Anche sui locali e i ristoranti stiamo iniziando a promuovere i video. Arianna Pellegrino @ www.milanodabere.it 8 U N D E R M I L A N O d o s s i e r UI T MU Il pericolo mutuo anche a Milano I tassi alle stelle hanno colpito anche noi, da vicino A lcuni analisti finanziari ed economisti dicono che il peggio è passato; che, salvo qualche contraccolpo, la situazione andrà via via a normalizzarsi (anzi, si dice che l’Italia sia stata toccata solo marginalmente dal problema e stia resistendo bene). Tuttavia, chi vive dall’interno il problema si consola poco e soluzioni facili e a portata di mano non sono purtroppo date né dai governi né da altre istituzioni pubbliche. Ancor meno, dalle sempre più odiate banche. Stiamo parlando della crisi internazionale dei mutui, che ha messo in ginocchio molte famiglie e che anche qui da noi ha determinato problemi non secondari per moltissimi di quelli che mensilmente devono UI T MU F a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 pagare le rate per l’acquisto della propria casa. E Milano è forse una della città italiane in cui la crisi si è sentita di più; specialmente tra i giovani che, per ovviare a costi altissimi e spesso insostenibili, hanno spesso optato per l’ormai famigerato tasso variabile, proprio quello che - causa la crisi - è schizzato verso l’alto portando all’aumento vertiginoso delle rate in pagamento. E la conseguenza dell’improvviso caro-mutui ha in molti casi avuto dei risvolti drammatici: sono scattati i pignoramenti e il sogno di una casa, con tutte le relative implicazioni, è sfumato nel nulla. Per evitare il pignoramento della casa, le soluzioni sono i prestiti e la ri-negoziazione del mutuo. Ma non è così facile Quelli più “fortunati” su la sono cavata con la ri-negoziazione dei mutui stessi, cercando di allungarne la durata complessiva, quando possibile, per abbattere così il costo delle singole rate, oppure trasferendosi al tasso fisso. Ma anche in questo caso c’è l’inghippo. In parecchie occasioni, come ci è stato testimoniato, le banche hanno messo il bastone tra le ruote e comunque, causa le spese burocratiche necessarie per l’aggiustamento del proprio mutuo, il risparmio agognato si riduce praticamente a nulla. Solo ora che la situazione comincia a generalizzarsi, alcune banche, per la paura di perdere clienti, stanno cedendo ad agevolazioni. Tuttavia ancora a scala troppo limitata. La necessità di prestiti, quindi di un nuovo salasso rateizzato, con i relativi debiti, è per molti giovani l’unica strada. Oppure bisogna ritornare, quando è possibile, in casa dai genitori. Abbiamo voluto capire come vivono la situa- zione i giovani milanesi che stanno tentando di acquistare la propria casa, intervistandone alcuni. E abbiamo anche cercato di fornire qualche spiegazione, o consigli su possibili vie d’uscita per superare la crisi e poter vedere un futuro più roseo davanti a sé. Andrea Coppini La crisi dei mutui in Europa In un anno, da 711 a 879 euro a rata Francesco e un bilocale che sta costando molti sacrifici rancesco ha 32 anni, è di Milano, e sta comprando, con un mutuo, una casa insieme alla sua compagna nell’immediato Hinterland. Parlaci della tua esperienza con i mutui. La mia esperienza coi mutui è identica a quella di tanti altri ragazzi della mia età. Giovane, di belle speranze, con il desiderio di comprar casa e metter su famiglia, l’unico modo per realizzare tutto ciò era il mutuo a tasso variabile. Quando l’ho contratto era la soluzione preferita da chi doveva comprare casa, ho girato diverse banche prima di decidere a chi affidarmi, questo perché non si pensi che la mia sia stata una scelta avventata; tutti a dirmi che questo tipo di mutuo era l’ideale per me, che il mercato avrebbe agevolato chi lo avrebbe scelto e che in pochi anni sarei finito a pagare molti meno soldi al mese. Poi cos’è successo? Nel 2006 la rata iniziale del mio mutuo trentennale era di 711€, adesso il mio tasso è arrivato al 6.60 % e la rata è salita vertiginosamente a 879€ mensili. In casa lavoro solo io e il mio stipendio non è certo da nababbo, guadagno 1000€ al mese netti e gran parte finiscono nella rata del mutuo. Così mi vedo costretto a fare un secondo lavoro, riciclando le già poche ore di riposo che mi restano. Dormo poco, non mangio quasi nulla e lavoro sempre; in più aggiungete le preoccupazioni date dal terrore di non riuscire ad avere i soldi sufficienti per pagare ogni mese le rate, le bollette e per avere qualche spicciolo per fare la spesa e avrete il ritratto di un uomo disperato, quello che sono io oggi. Adesso ho deciso di rinegoziare il mutuo e di passare a un tasso fisso. È l’unica soluzione possibile a questo punto dato che si prevedono altri aumenti. Solo che tutto ciò mi comporterà altre spese aggiuntive, la parcella del notaio che deve venire a valutare casa mia un altro buon modo di spillare soldi a chi già in partenza non ne ha - e la paura costante di non farcela ad arrivare a fine mese. Poi dicono che i giovani non hanno più ideali, che non vogliono più costruirsi una famiglia o che rimangono in casa sino a quarant’anni coi genitori; per forza, appena si prova a comprare casa si viene sommersi dai debiti. Parliamoci chiaro, non ho comprato una casa faraonica, ma un semplice bilocale, che in caso di figli si rivelerà stretto e inadeguato, ma l’ho presa nelle immediate vicinanze di Milano, a Cinisello Balsamo. Perché è vero, più ci si allontana da Milano e meno costano le case, ma non posso dover fare ogni giorno 60 km per andare a lavorare per pagare meno la casa in cui passo cinque ore la notte. Hai mai pensato ad altre soluzioni? Ho anche pensato a chiedere un prestito per poter pagare le rate del “Poi dicono che i giovani non vogliono più costruirsi una famiglia. Appena si prova a comprare casa si viene sommersi dai debiti” mutuo ma poi, i soldi per pagare la finanziaria chi me li avrebbe dati? Avrei dovuto chiedere un altro aiuto finanziario e sarei finito in una spirale di debiti senza fine. A giorni saprò quale sarà la nuova rata del mutuo, speriamo di riuscire a pagarla ogni mese e di potermi sistemare. Claudia Muzzi A pochi giorni dalle forti parole del Segretario al Tesoro americano, Henry Paulson, secondo cui “la crisi è più grave di quanto sospettato”, e di altrettante preoccupate espressioni di Jaime Caruana del Fondo Monetario Internazionale, Erkki Liikanen, membro del Consiglio della Banca Centrale Europea, ha ribadito che l’attuale fase di turbolenza potrebbe essere una minaccia grave per tutti i mercati finanziari. Andiamo allora a vedere come questa crisi ha colpito i vari stati europei. Tra le prime vittime della crisi subprime Italia e Gran Bretagna; in quest’ultimo paese, file di risparmiatori si sono radunate davanti alle filiali della banca Northern Rock, la quinta per grandezza nel paese nel settore del credito immobiliare, e la Banca d’Inghilterra è dovuta intervenire con un prestito straordinario per salvare dalla bancarotta l’istituto, ciò ha scatenato ulteriori crisi di panico tra i correntisti che sono corsi a ritirare i loro risparmi. Non hanno subito contraccolpi economici, invece, Francia e Germania. In Francia il ministro per le finanze Christine Lagare ha ribadito la robustezza delle banche d’Oltralpe e la ridottissima esposizione ai mutui subprime - e pertanto ai rischi causati dalla loro crisi -. In Germania il Governo ha ostentato massima tranquillità d’innanzi alla situazione interna tedesca, tanto che non è stata ritenuta necessaria la convocazione di una riunione straordinaria dei paesi del G7 in merito alla crisi che ha agitato i mercati borsistici di tutto il mondo. U N D E R M I L A N O d o s s i e r a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 UI T MU Ho preferito vendere UI T MU Rossella e il suo sogno... sfumato R ossella ha 33 anni e abita in provincia di Milano. Schiacciata dal mutuo a tasso variabile, alla fine ha venduto casa. Parlaci della tua esperienza con i mutui. Ho deciso di comprare casa dopo anni in cui ho abitato in affitto. Mi sono detta: “Se proprio devi pagare una rata a fine mese e fare tanti sacrifici, falli almeno per una casa che sia tua!” Nell’estate del 2005 ho fatto il grande passo, completamente da sola, senza aiuti economici da parte di nessuno ma solo col mio stipendio; una casetta piccola il cui costo mensile era pari a quello della rata del mio vecchio affitto. Ho pensato di esser stata troppo intelligente. Ero però in dubbio sul tasso da scegliere, fisso o variabile? Ho sentito due commercialisti e tre banche diverse, tutti a dirmi che il tasso variabile era la soluzione ottimale poiché sarebbe sempre risultato meno costoso di quello fisso. Poi cos’è successo? Un anno e mezzo dopo la rata ha iniziato a impennarsi e sei mesi dopo ancora è arrivata a una crescita del 45%. Nonostante tutto la banca mi rassicurava, dicevano che era solo una fase momentanea e che presto il mutuo sarebbe tornato a prezzi convenienti. Solo che non è andata così. Hai mai pensato ad altre soluzioni? Presa dal panico ho cercato se ci fossero aiuti della regione o del comune per chi, come me, decideva di fare il grande passo, ma niente: solo finanziamenti per le giovani coppie sposate. Ho iniziato allora a ridurre al minimo tutte le spese. Ho iniziato a fare casa-lavoro, senza mai concedermi una distrazione, ma i soldi non sono bastati comunque. Adesso sono in trattativa per vendere la mia amata casetta. Mi costa 1600 euro al mese, più di quanto io possa permettermi per i miei 50 mq nemmeno troppo centrali. Ho pensato di tener duro, di chiedere aiuto a qualche finanziaria, ma fatti due conti, ho capito che sarei finita dalla padella alla brace, ovvero dagli strozzini legalizzati a quelli di professione; così ho desistito. Ho preferito vendere casa piuttosto che vedere il tribunale portarsela via e finire in mezzo a un mare immenso di guai. Adesso credo che tornerò in affitto. E poi c’è chi ha il coraggio di criticare i giovani che stanno coi genitori definendoli “bamboccioni”. Claudia Muzzi “La rata del mutuo ha cominciato a impennarsi e in sei mesi è cresciuta del 45%” 9 Voglio il tasso fisso! Giuseppe in cerca di una via d’uscita G iuseppe, 31 anni, milanese, sposato da poco, sta cercando di passare dal mutuo a tasso variabile a quello a tasso fisso. Parlaci della tua esperienza con i mutui. Due anni fa ho acceso un mutuo ventennale per l’acquisto della mia casa che desideravo da tanto tempo. E adesso sono sconcertato. In quanto non si capisce niente! Sarà che con i numeri e le cose complicate non ci sono mai andato d’accordo dall’asilo in su... Ma fra tassi variabili, fissi, euribor, strike, spread non ci capisco più niente! I fatti sono questi: il mutuo che ho fatto è a tasso variabile (anche se io lo volevo fisso ma mi sono lasciato convincere dalla rata più bassa), ma io credevo e non sapevo che i tassi fossero collegati alle decisioni della BCE (Banca Centrale Europea n.d.r.) che se il suo Governatore si sveglia male e lo alza sono 30 o 40 euro in più. Ma scherziamo? Mi avevano detto che i tassi variavano in conseguenza dell’andamento della borsa e non che era la BCE in pratica a “governarli”. Ma chi governa sto tasso variabile? Poi cos’è successo? È successo che evidentemente per molti giorni di seguito il governatore della BCE si è svegliato di cattivissimo umore e che i tassi variabili sono saliti alle stelle in poco tempo. Risultato: adesso non so come pagare la rata a fine mese. Hai mai pensato ad altre soluzioni? Sì, sto cercando di capire il meccanismo di funzionamento dei mutui a tasso fisso. Ovvero, poi è sicuro che la rata che pagherò rimane sempre identica? Perché so che vivrei con l’incubo di rivederla salire all’impazzata. Volevo anche chiedere informazioni per capire se posso cambiare la banca che mi concede il mutuo. Mi pare ci sia un Decreto Legge di Bersani in proposito ma nessuno mi sa dire niente con precisione. Anche se in realtà non so se fidarmi o meno delle risposte che riceverò. Finora, da ignorante quale sono, ho sempre ascoltato diligentemente i consigli degli esperti; ma i loro consigli mi hanno praticamente ridotto sul lastrico, quindi ho perso molta fiducia. Che fare? Rischiare affidandomi a loro o fare di testa mia con chissà quali conseguenze? C.M. “Se il Governatore della BCE si sveglia male magari sono 30 o 40 euro di mutuo in più” La parola all’esperta: consigli e possibili soluzioni per salvarsi dal pericolo mutuo T assi che si impennano, mutui che di giorno in giorno diventano sempre più inaccessibili per i giovani, sogni che sfumano. Di questi tempi è dura per i ragazzi misurarsi con le soluzioni offerte loro dalle banche per permettergli di comprare casa. Abbiamo così deciso di parlare con Margherita, un’esperta del settore per poter dare delle dritte a chi deve comprare casa accendendo un mutuo ma non sa cosa scegliere o a quali rischi va incontro. In quale modo un istituto di credito decide quale tipo di mutuo accordare a un giovane? Concedere mutui in un periodo di difficoltà economica non è cosa semplice, meno che mai a giovani. La valutazione della loro posizione professionale è assai difficile: di solito le persone sotto i 30 anni non guadagnano molto e quindi il rapporto rata-reddito, che non dovrebbe mai andare oltre il 35%, è difficilmente adeguato. È anche vero che spesso i richiedenti si trovano all’inizio di una carriera che li porterà entro breve ad un sensibile miglioramento della loro situazione economica... La valutazione è quindi complessa. In generale i mutui richiesti da giovani vengono concessi con una garanzia a latere di un familiare, oppure sono cointestati con un convivente/coniuge. Come si è arrivati, nel corso degli anni, alla crisi dei mutui di questi giorni? Negli ultimi dieci anni l’andamento dei tassi è stato mutevole: dapprima si è avuta una sensibile diminuzione dei tassi, che ha portato vantaggi consistenti a tutti coloro che avevano sottoscritto negli anni precedenti un mutuo a tasso variabile, mentre negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un fenomeno, peraltro da più parti annunciato, esattamente opposto. Questo ha fatto si che chi ha sottoscritto un mutuo di recente ha visto la rata aumentare anche di molto, mettendo talvolta a rischio la capacità del cliente di fronteggiare i propri impegni. Cosa può fare chi si rende conto di non riuscire a pagare la rata mensile del mutuo? In questo caso una delle poche cose che è possibile fare è chiedere alla propria banca la rinegoziazione della durata del mutuo, per suddividere il debito su un numero maggiore di anni, con il risultato di far tornare la rata a livelli sopportabili. Meglio un mutuo a tasso fisso o uno a tasso variabile? In questo momento è difficile esprimere un parere circa l’opportunità di preferire un tasso fisso ad un tasso variabile in quanto siamo in un range che potrebbe portare sia ad un ribasso dei tassi nel prossimo anno, sia ad un rialzo degli stessi. Per chi ha difficoltà a far quadrare il bilancio familiare il consiglio è, se non optano per il tasso fisso, di scegliere mutui a tasso variabile ma a rata costante, espediente che modifica la durata del mutuo accorciandola o allungandola a seconda che i tassi siano in crescita o in diminuzione, mantenendo fisso l’importo mensile. Un’altra soluzione sono i mutui flessibili: ad oggi sul mercato ce ne sono pochissimi, che posso- no avere una durata di 40 anni, oppure, per durate minori, prevedono un’opzione di sospensione del pagamento delle rate o una modifica dell’importo delle stesse in diminuzione o in aumento. Questi mutui sono la dimostrazione di come il sistema senta il bisogno di maggiore flessibilità nei pagamenti perchè la situazione economica e lavorativa si è molto modificata rispetto al passato, dando nuove opportunità di guadagno, da cui scaturisce la volontà di aumentare la rata per accorciare la durata del debito, ma anche l’esigenza di prevedere momenti di tensione a fronte dei quali poter alleggerire il peso della rata, o addirittura sospenderne il pagamento per un certo periodo. E, invece, per i lavoratori atipici qual è la situazione? I lavoratori atipici sono ormai una regola e non c’è un criterio di valutazione univoco: di solito si fa riferimento alla storicità della situazione professionale del richiedente e si considera importante la capacità passata di fronteggiare un impegno (per esempio un affitto) di importo analogo a quello della rata del mutuo in valutazione. Un giudizio sui mutui e sui cambiamenti che avremo in futuro e un consiglio per i lettori. Il problema dei mutui riguarda non solo i giovani, ma più in generale una società che ha redditi mediamente bassi, caratterizzati in molti casi da una forte precarietà: le banche si stanno adeguando, modificando i propri criteri di valutazione per essere più in linea con la nuova realtà in cui operano. Ai clienti in genere è bene raccomandare prudenza ed evitare di assumere impegni di lungo periodo per importi che erodono più di un terzo del loro reddito, perché la storia insegna che andare oltre questa soglia di indebitamento totale (quindi in tale importo devono essere compresi tutti i debiti che fanno capo alla persona/famiglia) ci si espone ad un grosso rischio di insolvenza perché una variazione, sensibile o modesta dei tassi, si può rivelare insopportabile. Altro consiglio è quello di rivolgersi subito al proprio Istituto quando si percepisce che la situazione sta diventando eccessivamente onerosa, al fine di rivalutare la propria posizione debitoria immediatamente, evitando che rate insolute portino ad una segnalazione del proprio nominativo quale cattivo pagatore, che preclude l’accesso al credito in futuro. C.M. 10 U N D E R M I L A N O c u l t u r a E T AR a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 Mattia Bosco, uno scultore alla conquista dello spazio pubblico L’ormai noto creatore delle vene del mondo ci apre le porte alla sua sfaccettata arte È balzato agli onori della cronaca, alcuni mesi fa, per una curiosa installazione nel centro di Milano, in Largo Cairoli: delle vene che uscivano dall’asfalto e si ramificavano tra i passanti. La sua arte è questa, ma anche molto altro. Si tratta di Mattia Bosco, 31 anni, giovane ma già apprezzato scultore che ha saputo trovare una via creativa originale e, nelle sue varie sfaccettature, raffinata e di forza espressiva. Come ti avvicini all’arte, e in particolare alla scultura? Qual è il tuo percorso? Io ho studiato Filosofia. Poi ho cominciato a riflettere sull’arte. Avevo in mente un progetto, un luogo dove far lavorare vari artisti. Un progetto non riuscito, purtroppo. Tutto nasce quattro anni fa, il 16 ottobre, giorno del mio compleanno, nello studio (il Laboratorio Argelati di via Argelati 47 n.d.r.) dove lavoro ancora adesso. Ho lavorato, da allora, sempre. Non ho quindi una formazione artistica tradizionale. I miei genitori sono pittori e quindi sono cresciuto respirando arte. La tua produzione artistica attraversa numerosi fasi - dalle scultiere alle vene. Quali sono stati gli input? Le scultiere sono state il primo ciclo di opere che ho realizzato. L’idea era quella di prendere degli oggetti d’uso e di mutarli in scultura intensificando la loro forma, la loro estetica. Creando oggetti non neutri. Contemporaneamente realizzavo degli altorilievi con definiti da forme geometriche, da far interagire con lo spazio domestico. Molti hanno letto nelle mie scultiere precisi richiami al futurismo e alle avanguardie russe. Ciò va benissimo; pago un tributo inconsapevole a un bagaglio iconografico che fa parte della mia scultura. Ma non è imitare o ripercorrere. Sono stati tutti input assolutamente personali. Il ciclo delle vene, ad esempio, deriva dall’idea prima che avevo avuto relativa alla scultura di una testa il cui volume era costituito da una serie di ramificazioni. Con lo stes- TE R A so principio ho poi sviluppato la scultura di un cavallo, che mi era stata richiesta su commissione, andando a costituire l’animale con dei radicamenti quasi vegetali che risalivano dal terreno. Un’entità quasi metamorfica quindi, una fusione tra il cavallo e una pianta. Una principio formale (quello delle ramificazioni di una pianta) che ha una valenza forte, universale: è quello delle radici, dei coralli, dei vasi sanguigni, vene e arterie. A un certo punto, mi è nata l’idea di far emergere dalle superfici delle cose, degli oggetti, le vene. Quelle che io concepisco come le vene del mondo, un unico cir- “L’arte è fatta per lo spazio pubblico. Io ho cominciato a prendermelo per un giorno” cuito linfatico che attraversa tutto, nel nostro pianeta. L’idea virtuale era questa. Per ragioni di realizzabilità, l’idea si è poi concretizzata in installazioni all’aperto sul terreno, come quella a Milano in Largo Cairoli o a Venezia, all’Arsenale, nel giorno d’inaugurazione della Biennale. È importante creare nello spazio pubblico? Il presupposto da cui parto è questo: l’arte è fatta per lo spazio pubblico, raggiungibile da chiunque. L’arte dei musei, dei collezionisti è una cosa relativamente molto recente. L’arte pubblica invece è antica, era un mezzo per celebrare il proprio potere ma al contempo era un qualcosa consegnato a tutti e reso eterno. L’opera nello spazio pubblico ha una dimensione che attraverso il tempo. Io ho deciso di prendermi lo spazio pubblico per un giorno solo ma ho ottenuto un effetto - pur nella brevità temporale - dirompente, molto più che se fosse stata ospitata al mio museo. Ho mostrato la mia arte alla città. È stato un processo lungo. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Questo è per me un periodo molto intenso. Ho appena vinto un concorso indetto dalla città di Domodossola. Il tema era il binomio pietra-mucca (due tra le principali fonti economiche di quel territorio). Sul mio bozzetto verrà ora creata una scultura in granito lunga 5 metri da collocarsi nel piazzale della stazione cittadina. Ancora una volta torna l’interazione con lo spazio pubblico. Alla fine del mese di ottobre, invece, farò un’installazione qui a Milano, all’interno della chiesa di Santo Stefano. Un muro in legno, con il coro- namento di una facciata a capanna e una grande apertura centrale a forma di croce, un negativo della Crocifissione. Sarà collocata nell’atrio della chiesa stessa e rappresenterà una nuova soglia. Chi entrerà nella chiesa dovrà interagire con l’opera passandoci attraverso, determinando un passaggio della croce da Cristo a ogni uomo. È la prima di una serie di tre installazioni relative alla Crocifissione che ho in mente, ma di sicuro quella più forte. Andrea Coppini L’arte fuori e il fuori dell’arte. Nuovi spazi della Milano creativa Oltre i musei e le gallerie, dentro spazi insoliti e bizzarri: il caso del Nana’s Trifth Store menti, ancora prima di diventare contenitori di opere artistiche. E così la creatività entra in scena, si rende protagonista e non è più condotta o mossa dalle sole logiche capitalistiche e consumistiche. Si libera dall’isolamento e dall’ingabbiamento degli spazi istituzionali e penetra nei luoghi della vita quotidiana, si confonde tra la gente comune, colora gli spazi metropolitani e prende per mano il pubblico, con il quale non c’è più separazione. Esce dai luoghi dell’arte ed entra nei luoghi della vita. Cammina per le strade, si arrampica sui muri della metropoli e cessa di essere proprietà esclusiva di pochi. Torna tra le braccia del pubblico, senza mediazioni, cornici o piedistalli. A Milano, signora della comunicazione globale e locus amoenus di artisti provenienti da stili e correnti differenti, gli spazi espositivi non convenzionali sono molteplici e differenti e, soprattutto, sono luoghi di incontro, perché, in qualche modo, appartengono a tutti e perchè favoriscono una circolazione capillare della cultura, dallo spettatore all’artista, in un rapporto osmotico capace di generare nuovi territori relazionali. Un esempio? Passeggiando per via Tortona, nel cuore della Milano fashion victim, al numero 12, dal febbraio 2005, c’è un piccolo spazio di 25 mq dove, tra vinili, vestiti ed ombrellini giapponesi, il passante può ammirare quadri e foto di artisti famosi ed emergenti. È il Nanà’s Trifth Store, il bazar di cianfrusaglie di Nanà, un negozio meeting point dove gli stessi abiti, accessori e t-shirt sono il frutto del lavoro di giovani creativi che producono per un pubblico di nicchia. “Volevo una finestra su Via Tortona”, dice Cristiana Paolucci, nome d’arte Nanà, ereditato dal suo passato da vj per MTV, “un posto dove incontrare gli amici e da cui guardare la colorata fauna che si aggira in questa meravigliosa zona di Milano in cui abito da oltre 10 anni. Nel dicembre del 2004 ho visto un ‘affittasi negozio’ proprio sul portone di casa mia e nel febbraio del 2005 ho aperto il Nanà’s Trifth Store. L’intento era quello di portare a Milano un po’ di quel mood che si respira in certi negozietti di Brooklyn, di Brick Lane”. Durante i numerosi party che Cristiana Paolucci organizza per gli aficionados, il mega frigo Smeg, realizzato per i mondiali di calcio e dipinto con i colori della bandiera italiana, dona birre, bibite e gelati per risve- Nel cuore di via Tortona, un bazar di cianfrusaglie, un meeting point dove tutto è frutto del lavoro di giovani creativi U no spazio oltre l’istituzionalizzazione, la massificazione e la mercificazione. Indipendente, meno astratto è più comune. È questo uno spazio espositivo non convenzionale: non un museo né una galleria, ma un luogo atipico ed inconsueto. Ex ruderi urbani recuperati, stazioni della metropolitana, locali pubblici, appartamenti, laboratori, atelier, show room di moda, centri commerciali,negozi, ristoranti ed hotel. Germano Celant, critico e curatore d’arte, afferma che “l’arte del XX secolo non è più pensabile in un luogo circoscritto, ma va progettata e concepita rispetto allo spazio totalizzante di un magma senza riferimento, la metropoli”. Accade così che vecchie fabbriche, edifici dismessi, stazioni abbandonate ed ex gasometri vengano sottratti dal degrado urbano, ristrutturati e recuperati, a volte dagli artisti stessi, trasformandosi in veri e propri monu- gliare i palati nell’ora dell’aperitivo milanese, mentre il Nanà’s Art Wall stupisce e meraviglia la vista dei passanti. Una parete del negozio è, infatti, dedicata all’arte, per offrire uno spazio anche ai giovani esordienti che qui trovano un attimo di libertà per esprimere il proprio estro creativo. Tra i nomi degli artisti che hanno esposto in questo insolito spazio dallo stile unico, spicca il nome di Andy, ex Bluvertigo, che con la fluorescenza dei suoi quadri ha gettato colori psichedelici sui mattoncini rossi a vista del negozietto di Via Tortona. Quando l’arte è fuori dalle gallerie, il fuori dell’arte è dentro i luoghi della vita. Nunzia Vallozzi @ www.nanastores.com U N D E R M I L A N O c u l t u r a a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 E T AR 11 Mara Mascaro, saper comunicare oltre il comunicabile Attraverso video-arte e interattività, ragionando sui rapporti umani nell’era di Internet U n’artista che affronta, in maniera innovativa e mai banale, un tema centrale della nostra contemporaneità: l’interazione umana attraverso Internet e le chat, in tutte le sue implicazioni e possibilità. Tale è Mara Mascaro, 26 anni, specializzanda a Brera, abitante nell’immediato Hinterland milanese. CHe ha voluto parlarci di sè. Parlaci un po’ della tua formazione, di come ti sei avvicinata all’arte. Sin da quando ero piccolissima mi è sempre piaciuto disegnare. Ho studiato al liceo scientifico capendo poi che era quello che non volevo fare. Dopo la Maturità, mi sono trasferita a Milano dalla mia città d’origine, Varazze, e mi sono iscritta all’Accademia di Brera. Nel 2005 mi sono diplomata in Pittura e mi sono iscritta alla specializzazione in Grafica d’arte. Ora mi sto laureando con una tesi sull’Invisibile nell’arte contemporanea. Tra i primi oggetti ispiratori della tua produzione artistica ci sono stati gli anime e i manga. È sempre stata una mia passione e dall’adolescenza ho sempre disegnato manga. Entrando in Accademia, al test d’ingresso, ho portato appunto i manga. Tuttavia, ho subito capito che questa non veniva considerata come forma d’arte. Ho potuto continuare a disegnarli solo nell’ambito della disciplina di Incisione, avendo un docente più aperto. Un’altra tappa fondamentale è la tua produzione video-artistica e interattiva. A livello accademico, ben presto ho capito che la pittura non era il mio sbocco, così mi sono concentrata su un’altra mia passione, la fotografia. Ho cominciato a rielaborare fotografie digitalmente. Da quello sono passata poi all’animazione perché preferivo qualcosa di dinamico alla staticità della fotografia. Per quanto riguarda i soggetti dei miei ultimi lavori, ho sempre cercato di farvi rientrare il mio interesse per Internet e le chat. Verso il mondo delle chat, in particolare, ci sono molti pregiudizi. Le si vede come qualcosa di freddo, non comunicativo. Attraverso il primo video, Chi No Tsuki, ho cercato di affrontare questo tema, cercando di fare capire come attraverso la chat una persona può approcciare un’altra persona, arrivando anche ad amicizie molto forti. Nella tua produzione, in effetti, è centrale la questione della comunicazione, dell’interazione, oltre possibili limiti apparenti, come nel tuo progetto di Virtualqueens. Vuoi parlarcene? La comunicazione è stata per me sempre fondamentale. Virtualqueens è una sorta di esperimento sociologico. In questo progetto ho cercato di rendere più interattivo il concetto di avatar. Il mio avatar (il mio alter ego virtuale) nasce come qual- “Cerco di far capire come sia possibile far nascere rapporti attraverso Internet, anche senza il contatto reale” cosa di statico per divenire pienamente interattivo. Su Internet loggo ciò che scrive la gente e cerco di indagare i desideri e le perversioni. E così permettendo al mio avatar di interagire con questi desideri. Su Virtualqueens, presento tre avatar di me stessa che reagiscono diversamente alla richieste dell’internauta. Ho sempre voluto indagare la gente, capire anche chi non conoscevo. Per anni ho fotografato con il cellulare gli sconosciuti che mi circondavano in treno. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Attualmente sono in un periodo di standby; la tesi di laurea specialistica mi assorbe molto. Sto tuttavia portando avanti anche nuovi progetti, come quello relativo all’associazione di alcuna lettere scritte a macchina e delle email, con un tentativo di mettere in contatto un tipo di comunicazione tradizionale con quella attuale, legata a Internet. Anche in questo caso voglio sostenere la sostanziale validità della comunicazione virtuale, anche tra persone che non si conoscono dal vivo. Ho preso degli estratti di Che tu sia per me il coltello di David Grossman (un romanzo epistolare che parla di un amore platonico n.d.r.) e li ho affiancati allo scambio di e-mail tra me una ragazza conosciuta in Rete. Come vedi la situazione artistica milanese e che consiglio puoi dare a un giovane artista qui a Milano? Per la mia esperienza, è Roma più che Milano che guarda all’arte contemporanea, alla sperimentazione dei giovani. Qui si è troppo legati a una continua celebrazione del Novecento. Un consiglio? Andate a Londra! La giovane Milano artistica è tutta legata a Brera, e qui la situazione è davvero retrograda. Andrea Coppini @ www.virtualqueens.net 12 U N D E R M I L A N O c u l t u r a CA I S MU a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 Indie-Rock: un sito web di musica si scopre Milano in Musica Cristiano Gruppi si racconta e ci parla del successo del suo progetto Agenda concerti eventi L a musica in rete. È stata questa la scommessa di Cristiano Gruppi, 31 anni, originario della provincia di Varese ma residente a Milano, che nel dicembre 2005, con l’aiuto del fratello ingegnere (che si occupò della parte di programmazione e grafica), mise online un sito che cercava di accomunare le sue due grandi passioni: scrittura e musica. Così nasceva Indie-Rock, un progetto web ormai affermato, che conta 145mila contatti mensili e che polarizza una larga fetta di giovani appassionati di musica Cristiano, da cosa è partita l’idea di un sito di informazione musicale? Navigando in Internet, non riuscivo a trovare un sito che trattasse in modo particolare la musica che ascoltavo; inoltre per seguire la professione di giornalista nessuno fondamentalmente era disposto a pagarti. Decisi dunque di aprire un sito, dove almeno lavoravo per me stesso. Fortunatamente il dominio www.indie-rock.it era rimasto libero, ed il costo per tale acquisizione rimaneva irrisorio. Che ruolo hai all’interno? Principalmente gestisco tutto il sito interessandomi anche della parte che riguarda le news giornaliere; al mio fianco ho vari collaboratori che scrivono le recensioni dei dischi e concerti, e le interviste, tutto in modo gratuito e senza dar loro scadenze. Quando qualcuno vuole scrivere mi posta l’articolo via mail, e lo pubblico in internet; se capita il mese in cui i collaboratori mandano poco materiale, devo fare il cosiddetto “tappabuchi”. Da quando è nato, cosa è diventato? All’inizio eravamo contenti di avere 88 visitatori al giorno. Ora siamo decisamente cresciuti, arrivando a 5 mila visite giornaliere; senza contare la pausa estiva, dove inevitabilmente il numero tende a calare. Credo che per qualcuno sia diventato un punto di riferimento: è un sito dalle informazioni facilmente accessibili e veloci. Quanta importanza credi che abbia il forum? Diciamo che ha fatto crescere le visite al sito di molto, ed aiuta a renderlo sempre attivo: le persone registrate al forum lasciano i loro messaggi interagendo e discutendo su notizie dell’ultimo minuto e/o concerti; come se il sito si aggiornasse automaticamente. Il forum è quindi utile ed interessante, ma l’aspetto a cui tengo in modo particolare è il valore giornalistico. Myspace.com/indie-rock.it e le serate a mettere i dischi all’Atomic Bar: hai deciso di aprir- ti a nuovi canali comunicativi? L’idea della pagina di MySpace è saltata fuori per necessità di dare una maggiore visibilità al sito, cercando di farlo conoscere a chi non ne aveva mai sentito parlare; un altro aspetto è legato al fatto che, evidenziando che Indie-Rock è partito e gestito da me, si potrebbero aprire altre porte in campo lavorativo. Riguardo al locale invece, sono partito da un contatto con una ragazza che scriveva spesso sul forum: insieme siamo riusciti ad organizzare queste serate all’Atomic Bar di Milano (ogni domenica dal 9 settembre), in cui faccio il dj. L’intento è quello di dare un’altra dimensione al sito, ottenendo un contatto diretto con me e con le persone che ne fanno parte. Parliamo di eventi: un concerto a cui hai assistito nell’ultimo anno e che ti ha colpito maggiormente? Che rapporti hai con la scena milanese? Quest’anno devo dire, ho assistito a molti festival e concerti, ma il più memorabile è stato quello degli I’m From Barcelona al Rainbow di Milano, il 12 maggio scorso: oltre alla buona musica, l’interazione ed il coinvolgimento con il pubblico, per mezzo di balli, palloncini e coriandoli, è stata sensazionale, facendo alzare il livello di gradimento. Parlando della scena indie di Milano, noto con piacere che sta crescendo, anche senza fare il “botto” diventando di massa; si è sostanzialmente legata al Plastic, all’Atomic e al Rocket. Un gruppo da segnalare: i Pink Rays. Prima di salutarci, una band da tenere d’occhio? Gli svedesi Shout Out Louds sono appena usciti con il secondo attesissimo album; se ne sentirà parlare per un bel po’. Matteo Todisco @ www.indie-rock.it A cura di Luca Cecchi ! SOULSAVERS feat. MARK LANEGAN - 16.10 Rainbow - Milano ! SOILWORK + CALIBAN + DARK TRANQUILLITY 16.10 - Alcatraz - Milano ! JOE LALLY - 18.10 - La Casa 139 - Milano ! AGAINST ME! - 19.10 - Garage -Sesto S.G. ! AFRICA UNITE - 19.10 - Live Club - Trezzo Sull’Adda ! PORN TO HULA + LONG DONG SILVER + LEECHES - 19.10 - Bloom - Mezzago ! FRENZY + THE QUAKES - 19.10 - Musicdrome Milano ! PSYCHIC TV - 21.10 - Musicdrome - Milano ! POLLY PAULUSMA - 23.10 - La Casa 139 - Milano ! GOREFEST - 24.10 - Rainbow - Milano ! MIXTAPES AND CELLMATES - 24.10 - Rocket Milano ! PAOLO BENVEGNU’ - 24.10 - La Casa 139 Milano ! DENTE + LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA 25.10 - La Casa 139 - Milano ! DEMONS - 26.10 - Bloom - Mezago ! GIULIANO PALMA & THE BLUEBEATERS - 27.10 Live Club - Trezzo sull’Adda ! KID COMBO vs SICK GIRLS - 27.10 - Bloom Mezzago ! EXTREMA - 27.10 - Alcatraz - Milano ! WOLF EYES - 28.10 - Circolo Magnolia - Segrate ! AKIMBO + BOKANOWSKY + BLEEDING EYES 31.10 - Dauntaun c/o Leoncavallo - Milano ! HOPESFALL - 01.11 - Live Club - Trezzo sull’Adda ! THE HORMONAUTS - 02.11 - Musicdrome Milano ! WU FEI + TASADAY - 03.11 - Bloom - Mezzago ! VANILLA SKY - 09.11 Jail - Legnano ! RAPPRESAGLIA + IMPOSSIBILI - 09.11 - C.S. Leoncavallo ! ENDSTAND - 09.11 - Garage - Sesto S.G. ! MASSACRE - 10.11 - Musicdrome - Milano ! MATTEO PENNESE + XABIER IRIONDO - 10.11 Soundmetak ! MAGIC CAKE - 10.11 - Jail - Legnano ! ALABAMA THUNDERPUSSY - 11.11 - Garage Milano ! HERMANO (ft. John Garcia from Kyuss) - 13.11 Musicdrome - Milano ! INTERPOL + BLONDE REDHEAD - 13.11 Alcatraz - Milano ! STEREO TOTAL - 15.11 - Musicdrome - Milano ! THE GO! TEAM - 15.11 - Magazzini Generali Milano ! CASINO ROYALE - 16.11 - Musicdrome - Milano ! ENVY - 17-11 - Garage - Sesto S.G. ! LIARS + DISCO DRIVE - 18.11 - Musicdrome Milano ! GOGOL BORDELLO - 20.11 - Alcatraz - Milano ! COLOSS - 23.11 - Dauntaun c/o Leoncavallo Milano Per segnalazioni, proposte, suggerimenti: [email protected] - [email protected] U N D E R M I L A N O c u l t u r a a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 A UR T RA E TT LE Fabrizio Buratto e il suo curriculum atipico Un romanzo che è la storia tragicomica di tutti i giovani precari S tampato per i tipi della Marsilio, Curriculum atipico di un trentenne tipico è l’opera prima, di successo, di Fabrizio Buratto, alessandrino, classe 1974, da quattro anni in pianta stabile a Milano. Laureatosi in storia con una tesi su Fantozzi, è stato poi giornalista, fotografo, stagista, assistente universitario, critico cinematografico, studente e tutor di corsi del Fondo Sociale Europeo, grafico, disoccupato… Immortalata in un’autobiografia insolita, che parte dalla struttura del curriculum vitae e che assume una propria forza letteraria segnata da un’ironia riflessiva, la sua è la storia di moltissimi giovani di oggi, che si barcamenano tra i gorghi del precariato e che sperano in un futuro con qualche certezza in più. Qual è la genesi del tuo romanzo? Da dove nasce l’idea? L’idea nasce con un’incazzatura solenne. Durante il secondo stage non retribuito seguito a un corso del Fondo Sociale Europeo ho cominciato a scrivere, di getto, questa sorta di curriculum, partendo proprio da nome e cognome, cominciando a indagarli e così cominciando anche un’indagine su me stesso (il perché del mio cognome, i motivi del luogo e della data della mia nascita…) ampliando anche dati che solitamente non rientrano nei curricula lavorativi, come un ricordo d’infanzia, una giornata particolare, un incontro che ti può cambiare la vita. Dati che tuttavia sono fondamentali nella vita di una persona. Chi è il “trentenne tipico”? Il nostro ministro Padoa-Schioppa ha detto che sono tutti “bamboccioni”; certo ci sono anche i “bamboccioni” ma forse la maggior parte non sono tali. In effetti, la situazione è abbastanza drammatica: la nostra generazione, con questi contratti co.co.co. e co.co.pro. deve seguire i progetti altrui - che non sono mai sicuri - e non può seguire i propri. E nel frattempo non si può asso- A NT O CC NO RA ILA M 13 lutamente programmare il futuro, compreso il farsi una famiglia. Anch’io sono andato a informarmi per accendere un mutuo ma siccome non offro garanzie non mi è stato concesso. Vedi una via d’uscita a questa situazione o con la flessibilità-precariato bisogna imparare a conviverci? E può essere una soluzione diventare “tuttologo” e inventarsi anche le possibilità che non ci sono? Purtroppo noi tutti siamo stati costretti ad adattarci e a imparare a fare molte cose: poi, alla fine, ci si sente chiedere se si hanno le idee chiare. A me è capitato di sentirmelo chiedere per due volte a dei colloqui di lavoro. La risposta è che uno è costretto alla fles- sibilità. Io avrei voluto fare il dottorato e dedicarmi all’insegnamento del cinema in università. Ma non è stato possibile. Sì, è vero, per un po’ sono stato assistente, ma ci sono arrivato per altre vie. Ci si deve convivere con questa situazione e le vie d’uscita sono solo soggettive. Manca chi ci rappresenti. E si sa che se davanti a un contratto flessibile tu cerchi di far valere i tuoi diritti (quelli minimi che esistevano per tutti fino a qualche anno fa: straordinari, ferie pagate, malattia) quasi sicuramente non ti rinnovano il contratto. Una minaccia silente continua. Il soggetto della tua tesi di laurea, successivamente anche pubblicata, è Fantozzi. Come sarebbe Fantozzi nel mondo del lavoro di oggi? Sono cambiate molte cose. Oggi, se si dovesse fare un remake di Fantozzi, il personaggio di Villaggio perderebbe anche la sua unica certezza “non fantozziana”, il posto di lavoro fisso, e sarebbe costretto a reinventarsi sempre professioni nuove accumulando disastri per la sua incapacità di svolgerli. Cosa è cambiato per te dopo la pubblicazione del tuo romanzo? Ti senti un trentenne tipico fortunato? E quali sono i tuoi prossimi progetti? Credo che uno la fortuna debba cercarsela e sbattersi per ottenere qualcosa. La pubblicazione del libro è stata ovviamente una grande soddisfazione personale. Non pensavo che sarebbe stato pubblicato, invece, tentando con più case editrici, ho potuto imbattermi in una persona che l’ha ritenuto degno. Poi il libro mi ha permesso di girare l’Italia e incontrare moltissime persone interessanti. Forse la cosa più bella è stata trovare un nuovo lavoro che mi piace e mi gratifica, che è quello che sto facen- “La nostra è una generazione che è costretta a seguire i progetti altrui - che non sono mai sicuri - e che non può seguire i propri” Raccontamilano del mese La “scende-procedure”: la mia Milano E così finalmente sei totalmente solo, con la valigia in mano, in una nazione che sarà la tua casa per i prossimi sette mesi. Provi una strana sensazione: ti senti completamente nervoso, ma allo stesso tempo sei eccitato e guardi al tuo soggiorno. Questo è, secondo me, quello che ognuno sperimenta quando va in Erasmus. In ogni caso, era esattamente come mi sono sentita quando ho preso l’aereo per l’Italia la scorsa estate. Sono andata prima a Siena per un corso di lingua e poi a Milano. Ho sempre avuto l’idea di andare all’estero per un periodo di tempo, ma non ne avevo mai avuto il coraggio. Un giorno camminavo per l’ufficio scambi internazionali dell’università e il responsabile degli scambi Erasmus mi lasciò così entusiasta che uscii dall’ufficio con una grande sensazione: stava accadendo! Quando mi trasferii a Milano, per prima cosa cercai una stanza e dopo due giorni la trovai: era nel centro città. Mi sembrava impossibile parlare italiano, ero emozionata. Tutto era stupendo L’unico difetto era il traffico, ma a quello mi abituai presto. E a Milano imparai molte abitudini tipicamente cittadine. Anche un semplice viaggio in autobus non sarebbe più stato lo stesso. I milanesi sono stressati già due fermate prima della loro. Se loro sono seduti su una sedia in questa scatola di sardine che si muove, si alzano e si contorcono per passare oltre le persone che scenderanno alla loro stessa fermata. Tutto questo chiedendo con una voce seccata: “scende?”. L’abbiamo chiamata “scende-procedure”. Tutti sembrano irritati, ma appena conosci questa procedura tu stesso la usi. Un’altra cosa che ho imparato è di non alzarmi per gli anziani e i disabili. Loro ti guarde- do con Beppe Severgnini a Sky, anche se il mio contratto è sempre a progetto e che scade il 25 aprile. E non sarà una “liberazione”! Sto scrivendo anche ora, certo, è un mio bisogno fisiologico, scrivo su post-it, fogli volanti… Sto cercando di mettere insieme una nuova storia, non più autobiografica, ma sempre attinente alla realtà che vedo. Che consiglio puoi dare a un trentenne tipico, con contratto atipico, in una realtà come quella di Milano? Milano dà molto ma è anche una città ambigua. Prima di tutto bisogna essere capaci di farsi bastare lo stipendio, con il costo degli affitti. Però hai qui anche la possibilità di incontrare, più che altrove, persone con i tuoi stessi interessi. Il consiglio è di, pur precari, cercar di realizzare i propri sogni, fare quello che si sente e in cui si riesce bene, e questo penso che sia un bene per se stessi e per la comunità. Andrea Coppini @ www.fabrizioburatto.it Racconta la tua Milano. Partecipa al nostro concorso H ai tra i 18 e i 35 anni? Vivi, lavori, studia a Milano? Ti piace scrivere? Raccontamilano nasce per te. Scrivi e inviaci un racconto breve, inedito. E parlaci di Milano. Scegli i personaggi, la storia, la successione di eventi che secondo te interpretano al meglio Milano, la tua Milano. Raccontaci una tua esperienza significativa in città. Crea un percorso fantastico che abbia come soggetto o come ambientazione la nostra città, oppure prendi spunto dalla realtà per un racconto con una specifica valenza sociale nel contesto urbano. ranno come se fossi matto. Dopo un po’ non mi alzavo più per nessuno restando seduta sulla sedia che avevo duramente ottenuto sorpassando signore e anziani alla fermata dell’autobus. Le persone anziane alla fermata dell’autobus sono una possibilità in meno per te di sederti. Devi essere più veloce di loro. Suona molto rude, ma è la norma. Mangiare o essere mangiati, questa è la legge. Inutile dire che ho subito perso questa abitudine una volta tornata in Olanda. Una cosa mi piaceva del modo di vivere italiano: tutti vanno piano e le persone hanno più tempo per loro stesse. Tempo per bere il caffè e fare gossip: accadeva ogni giorno! Mi sembrava incredibile. L’università a Milano è quello che io definirei un grande caos. Gli studenti stranieri devono seguire un corso di lingua in settembre e a ottobre iniziano i veri corsi. Ognuno deve scegliere fra un vasto numero di corsi. Di sicuro in Erasmus c’è molto più da fare rispetto all’andare normalmente in università. In più, essendo in una città come Milano, ci sono molte cose da andare a vedere. Dai monumenti ai negozi la lista è lunga. Questa è stata per me Milano. Questa è la Milano che porterò nel cuore. Irene Geurts, 25 anni, Amsterdam Ogni mese la Redazione di “Under Milano Magazine”, a suo insindacabile giudizio, pubblicherà il racconto ritenuto più significativo tra quelli inviatici nelle quattro settimane precedenti. Il vincitore riceverà anche l’abbonamento per un anno alla nostra rivista e la tessera associativa Under che permetterà la partecipazione gratuita a tutti gli eventi e le iniziative organizzate da Under per i giovani a Milano. Tutti i racconti giunti in Redazione (eccezion fatta per quelli contenenti turpiloquio, espressioni razziste, sessiste, anti-religiose, o di spiccata partigianeria politica) saranno comunque pubblicati integralmente sul sito web www.undermilano.it. Per partecipare, scrivi il racconto delle lunghezza massima di 4000 battute comprensive di spazi [con MS Word vai su ‘tabella’ e poi su ‘conteggio parole’. Il numero delle battute la leggerai accanto all’indicazione caratteri ‘(spazi inclusi)’] e invialo, in formato doc o rtf, all’indirizzo [email protected] 14 U N D E R M I L A N O c u l t u r a MA E N CI a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 Il successo del “nuovo cinema paradiso” di Fabio Martina Dalla periferia al centro, in viaggio con il regista che esplora la gioventù di Milano H a solo 36 anni ma può già vantare una lunga esperienza come aiuto-regista in Rai, anche se, appena lo incontriamo per questa intervista, ci tiene a precisare subito che la sua vera passione è il cinema. Al suo attivo, infatti, Fabio Martina, giovane regista milanese, ha già 6 corti e un lungometraggio, A due calci dal paradiso, che gli è valso il Premio Opera Prima al Festival Sport Movies & Tv 2006 e che è stato prodotto da Circonvalla Film, fondata da lui stesso con un gruppo di amici. Per rappresentare il film hai scelto una frase di Pascal: “Tra noi e l’inferno e tra noi e il cielo c’è solo la vita che è la cosa più fragile del mondo”. Come spieghi questa scelta? Mentre lavoravo al film, stavo leggendo i pensieri di Pascal e mi ha colpito in particolare questa sua frase che non solo richiama il titolo del film ma lo rappresenta anche molto: per il protagonista, in bilico tra l’essere un campione o uno scarto sociale, c’è la vita in mezzo. Come è nata l’idea di questo film? Lo spunto della storia è vero: avevo letto su un giornale di due ragazzi che stavano diventando calciatori di serie A ma sono stati sorpresi dalla Polizia mentre facevano delle scorribande, perdendo così la loro possibilità di diventare qualcuno. Quanto della sceneggiatura era stato deciso a priori e quanto invece è stata improvvisato? Ho optato per una soluzione di mezzo nel senso che la struttura narrativa era ben presente fin dall’inizio ma poi RO T A TE c’è stato un lavoro molto grosso con i ragazzi, che quindi improvvisavano all’interno di schemi non definitivi. Dare a questi ragazzi che sono attori non professionisti un certo grado di fiducia e di libertà è stata una scelta coraggiosa da parte tua. “Cerco di porre la lente su ciò che si ha sotto gli occhi ma non si riesce a vedere” È vero, ma è stata anche una soluzione obbligata in quanto il budget era molto basso: perciò la necessità si è trasformata in una scelta stilistica. Inoltre io vengo dal documentario, quindi per me è naturale lavorare con persone che non sono dei professionisti, anche se alcuni sono dei talenti naturali; e a me piace scoprirli. Sempre a Quarto Oggiaro hai girato anche Ascolta il tuo cuore. Quanto c’è di autobiografico in questa scelta? Io sono nato in una di quelle tipiche periferie pensate per accogliere gli immigrati del Sud. Soprattutto, però, ho vissuto il “quartiere”, così come viene descritto nel film, ovvero un’entità a sé che è altro dalla città: Quarto Oggiaro può essere definita un’isola, chiusa com’è tra la tangenziale e la ferrovia. Il tema principale del film è proprio il rapporto tra periferia e centro: i ragazzi guardano a quest’ultimo come alla possibilità di emanciparsi. Tutti i tuoi lavori trattano il problema dell’emarginazione intesa in senso sia geografico sia sociale. Come spieghi un’attenzione così spiccata verso classi sociali che di solito non sono protagoniste? Cerco di porre la lente su ciò che spesso si ha sotto gli occhi e che comunque non si riesce a vedere. Mi piace far vedere la vita che c’è nell’emarginazione, e ciò che ciascuno riesce a inventarsi per provare a uscirne: il personaggio di Sandro, ad esempio, è un potenziale delinquente che però trova nel calcio un mezzo di riscatto. Come e perché è nata l’idea di fondare Circonvalla Film? Circonvalla Film è un’associazione culturale Onlus che nasce dall’unione di 6 laureati in un mondo lavorativo che non considera la laurea come una condizione di vantaggio. Abbiamo cer- cato di mettere insieme predisposizioni e abilità diverse. L’ispiratore del gruppo sono io, ma ognuno ci mette del proprio. Quali sono i progetti per il futuro? Non lo so, ma di sicuro nel futuro c’è il cinema: per me è non solo una passione ma addirittura un’ossessione che mi accompagna da sempre. C’è chi ha un modo di vivere scandito dalle necessità e dai bisogni primari. Per me, invece, il cinema è spostare tutto verso una scelta fino a far diventare questa scelta una necessità. Enrica Re @ www.aduecalcidalparadiso.com Il Piccolo Teatro, in bilico tra passato e futuro, apre al nuovo Tutte le iniziative, per i giovani e dei giovani, in una vera e propria “stagione nella stagione” L argo ai giovani al Piccolo. A 60 anni dalla fondazione il teatro continua a distinguersi per la sua ricerca investendo sui nuovi talenti e i nuovi progetti. Nella continuità del pensiero di Grassi e Strehler, il teatro costruisce la sua programmazione attraverso il concetto di cultura come “qualità di vita” e di “speranza” da trasmettere alle generazioni future. Proprio nel rispetto di tale pensiero sono tante le attività che l’istituzione offre rivolgendosi ai giovani della città, questo anche nella consapevolezza che oggigiorno, il teatro, è sempre meno visto come alternativa per il tempo libero. “Perché questa sera non vai a teatro?” recita una frase che compare in diversi luoghi della nostra città. Già, perché non andare a Teatro? Il Piccolo, attraverso la sala di via Rivoli, meglio conosciuta come Teatro Studio o “del Progetto” anche quest’anno realizza una stagione nella stagione, una programmazione nuova, sperimentale, che dà spazio a nuove idee e nuove forme di rappresentazione. Prima di tutto i lavori di Luca Ronconi assieme alla Masterclass di Serena Sinigaglia e Paolo Rossi. Nel rispetto dei fondatori, Ronconi, ha sempre pensato al Teatro Studio come luogo ideale per la sperimentazione con i giovani attori, al teatro “come non lo avete mai visto”. Notizie riportate da un quotidiano trasformate in un testo teatrale, rappresentare cioè l’attualità attraverso la potenza comunicativa del palco e degli attori. Una più attenta lettura emotiva di momenti che riguardano la nostra contemporaneità. Ma anche testi goldoniani e di Raniero de’ Calzabili interpretati dai giovani allievi della scuola di teatro. Un’occasione per un approfondimento storico rappresentato in una più attuale chiave moderna. Paolo Rossi tornerà invece sul palco con il progetto I Giocatori, che coinvolge giovani attori provenienti da realtà emergenti come BabyGang di Milano e Luca Ronconi ha sempre pensato al Teatro Studio come luogo ideale per i giovani attori Pupkin Kabarett di Trieste (la Confraternita dei Precari). L’autore-attore si ripromette di affrontare i temi principali del testo dostoevskijano come anche di giocare con autori come Goldoni, Shakespeare, Brecht, Gogol e Molière. Tutto con la consueta vena grottesca e un’interpretazione fuori dagli schemi. In un’ottica di arricchimento e di confronto culturale quest’anno il teatro ospiterà i lavori di alcune scuole europee (e non solo). Dalle Scuole di Teatro di Strasburgo, Grecia e Toronto passando per il Charloteer Theatre di Scozia e per poi finire con l’americana UCLA sarà possibile assistere alle “dimostrazioni” delle tecniche di recitazione di questi giovani allievi-attori provenienti da contesti sperimentali diversi. Uno studio - ricerca che promuove l’interrelazione tra le diverse culture passando per il linguaggio universale del teatro. E per i più attenti al retroscena e all’anima dell’organizzazione quest’anno Teatro Studio organizza diversi incontri con grandi artisti italiani ed internazionali. Incontri rivolti a “raccontare” alle giovani generazioni il proprio modo di fare teatro, il proprio stile, la propria storia artistica. Studiare il passato aiuta a capire il presente. E studiare l’attualità aiuta a costruire buone basi per il futuro. Questo il Piccolo sembra averlo capito più di qualunque altra istituzione culturale milanese. Nato come “teatro d’arte per tutti” oggi continua il suo prezioso percorso di ricerca e sperimentazione a favore della collettività, dello studio, delle rappresentazioni. La proposta artistica sempre più ricca e diversificata si traduce anche come laboratorio creativo e collettivo, a disposizione del singolo cittadino. Uno spazio finalmente possibile, per tutti. Jean Marc Mangiameli Saranno ospitati anche i gruppi teatrali delle scuole, sia europee sia d’Oltreoceano @ www.piccoloteatro.org U N D E R M I L A N O s p o r t a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 BY G RU S 15 Silvia Gaudino e i successi nascosti del rugby al femminile La giovane giocatrice del Rugby Monza e della Nazionale ci parla del suo sport “cenerentola” i sono appena conclusi i mondiali di rugby in terra francese in cui l’Italia ha ben figurato. Molti sottovalutano il fascino e la popolarità di questo sport che è un misto di lealtà, fatica, amicizia e contrasti duri. Proprio per approfondire la conoscenza del rugby abbiamo deciso di parlare del suo lato meno sponsorizzato e celebrato dai media: quello femminile; la prescelta per farci da guida in questo viaggio alla scoperta di uno sport duro ma corretto, Silvia Gaudino, 26 anni, giocatrice dell’A.S.D. Rugby Monza e terza linea della Nazionale Italiana. Silvia, come ti sei è avvicinata a questo sport? Diciamo che il rugby è una malattia di famiglia: mio padre ha giocato per tanti anni ed ora allena (è l’allenatore della squadra di Silvia) e mio fratello ha iniziato da piccolo; io ci ho messo un po’ di tempo passando prima per la pallavolo, il pattinaggio e un po’ di atletica ma una volta iniziato - a 17 anni - non sono più riuscita a smettere. Qual è la situazione del rugby a Milano, ci sono gli impianti necessari, i finanziamenti per le società? A Milano di impianti ce ne sono ben pochi, basti pensare che le tre squadre - maschili che ci sono giocano tutte nello stesso campo: il Giuriati, stessa cosa a Monza; qui c’è solo la nostra società (A.S.D. Rugby Monza) ma con tutte le giovanili arriviamo ad avere otto squadre e il campo è sempre uno. Per quanto riguarda i finanziamenti, ogni tanto arriva qualcosa a livello regionale per l’organizzazione di tornei o partite oppure, per l’attività giovanile, arrivano dei fondi dalla federazione ma in linea di massima ogni squadra deve trovarsi uno o più sponsor per finanziare trasferte, materiale tecnico ecc. Come vede la diffusione del rugby tra i giovani? Tra i giovani il rugby sta diventando abbastanza popolare, mai come il calcio ma stiamo facendo molti passi avanti. La nostra società organizza regolarmente delle giornate di avvicinamento al rugby, degli open day col fine di far conoscere maggiormente questo sport. Il rugby adesso, grazie ai risultati della “Il rugby è una malattia di famiglia: mio padre ha giocato e ora allena e mio fratello ha iniziato da piccolo” nazionale maschile, ha ottenuto finalmente un po’ di popolarità. È così anche per la squadra femminile, c’è maggiore attenzione verso di voi? A livello femminile è molto dura mettere insieme una squadra in quanto molte sono un po’ spaventante dal contatto fisico ma in realtà è uno splendido sport che ti insegna valori che ti porti dietro: lealtà, sacrificio, rispetto. In questo inizio di stagione, anche grazie al mondiale maschile, sono arrivate delle nuove ragazze al campo e speriamo che questo succeda anche per i prossimi mesi perché c’è sempre bisogno di gente, il campionato è lungo e più siamo e più ci si diverte. Colgo l’occasione per dire che chiunque abbia voglia di vedere una partita di rugby femminile è il benvenuto al campo Chiolo di Monza, domenica 21 ottobre alle 15,30 per la nostra prima partita in casa del campionato: MonzaPiacenza. Come si vive da atleti di uno sport ingiustamente considerato minori in una città dove il calcio è tutto? È triste che il nostro sport sia così poco conosciuto ma, personalmente, vado avanti per la mia strada cercando di dare sempre il massimo e cercando di farlo conoscere a più gente possibile; non tutti sanno che dallo scorso anno anche l’Italia femminile partecipa al torneo delle 6 nazioni, la mia speranza è che venga trasmessa in televisione anche qualche nostra partita per dare un po’ di visibilità al nostro settore. Claudia Muzzi @ www.rugbymonza.com 16 U N D E R M I L A N O a. I - n. 3 - 15 ottobre/14 novembre 2007 Milano “under”... dieci euro a cura di linda tra locali, concerti, cinema, musei, eventi... tutta la milano per i giovani... accessibile con meno di 10 euro in tasca qualche suggerimento per questo mese Categoria: concerti Nome: Concerto benefico a favore di A.B.I.O. Che cos’è: l’Associazione Nazionale dei Bersaglieri con la Fanfara dei Bersaglieri Manara, il coro del C.A.I. A.N.A di Cinisello Balsamo e il Barlassina Bras Quintet di Barlassina offrono una serata in concerto a favore dell’associazione di volontari che assistono i bambini in ospedale Quando: 15 ottobre 2007, ore 20,30 Dove: Teatro Carcano Quanto: gratuito, gradite donazioni Info: [email protected] Categoria: cinema Nome: Etre et avoir, di Nicholas Philibert, 2002 Che cos’è: un documentario in lingua originale girato in una scuola di un paesino della Francia rurale: un anziano maestro che vuole tramandare non solo nozioni, dei bambini che incantano con la loro complicata semplicità Quando: 27 ottobre 2007, ore 15,30 Dove: Sala Cinema & Galleria, Centre Culturel Français de Milan, corso Magenta 63 Quanto: gratuito Info: www.culturemilan.com Categoria: esperienze Nome: Notte dei Senza Dimora Che cos’è: per l’ottavo anno di seguito, Terre di Mezzo, il famoso giornale di strada, organizza una serata di musica, animazione, cibo e video al termine della quale si dormirà all’addiaccio, con i senza dimora Quando: 17 ottobre 2007, ore 21 Dove: piazza Santo Stefano Quanto: gratuito Info: www.terre.it Categoria: cinema Nome: El balcón abierto, di Jaime Camino, 1984 Che cos’è: all’interno del ciclo di proiezioni La huella de una generación, questo video è un omaggio al grande poeta Federico García Lorca che prende spunto dalla sua vita e dalle sue opere Quando: 26 ottobre 2007, ore 16 Dove: Istituto Cervantes, via Dante 12 Quanto: gratuito Info: www.milan.cervantes.es Categoria: caccia al tesoro Nome: Caccia al teatro Che cos’è: sabato sera si va a teatro, e domenica… a caccia! si partecipa in squadre di cinque. I vincitori andranno un fine settimana a Praga. La serata di domenica si conclude al Barrio’s Café tra musica e danze Quando: sabato 27 e domenica 28 ottobre 2007 Dove: nei principali teatri milanesi e in tutta la città Quanto: 5 euro a persona Info: [email protected] Categoria: musei Nome: Cimitero Monumentale Che cos’è: che cos’hanno in comune Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo, Luca Beltrami, Carlo Forlanini e Salvatore Quasimodo? Sono tutti sepolti nel Famedio del Cimitero Monumentale, un vero museo a cielo aperto Quando: tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 8 alle ore 18 Dove: Piazzale Cimitero Monumentale Quanto: gratuito Info: www.monumentale.net Categoria: mostre Nome: L’arte del tatto Che cos’è: conoscere la scultura attraverso il tatto, con la riproduzione di venti capolavorio del Museo del Louvre Quando: dall’8 ottobre 2007 al 13 luglio 2008 Dove: Istituto dei Ciechi di Milano, via Vivaio 7 Quanto: 6 euro Info: www.istciechimilano.it Categoria: locali Nome: Abnormal Gallery Che cos’è: un ricco e variopinto aperitivo a buffet dal prezzo ridotto Quando: ogni giorno, fino alle 21 Dove: via Francesco Brioschi 68 Quanto: 4 euro Info: www.abnormalgallery.it Sei un giovane tra i 18 e i 35 anni? Abiti, studi o lavori a Milano o in provincia? Vivi quotidianamente i problemi attinenti al lavoro, alla casa, all’università, alla scuola? Sei un giovane attivo nel volontariato, nella politica? Vuoi visibilità per i giovani impegnati nel sociale a Milano? Vuoi parlarci della tua realtà associazionistica o della problematiche sociali e di integrazione dei giovani nel tuo quartiere? Sei un giovane artista attivo a Milano? Sei pittore, scultore, video artist, grafico, illustratore, fumettista, writer? Sei regista o attore? Sei scrittore, poeta, sceneggiatore? Sei cantante o musicista? UNDER MILANO può diventare la TUA VOCE scrivi a [email protected] o intervieni su www.undermilano.it/forum La R ita A xon A gency è u na d elle p iù f amose a genzie d i m oda e s pettacolo sulla p iazza d i M ilano e r iconosciuta s u t utto i l p anorama n azionale. Agenzia m oda, p ubblicità, s pettacolo, e venti, t elevisione e c inema. Per l a c ostante r ichiesta d i c asting, è s empre a lla r icerca d i v olti n uovi dai 1 8 a i 2 6 a nni e p artners p er e venti, c ongressi e m eeting. Rita A xon A gency - v ia L ecco 4 - 2 0124 M ilano tel. + 39 0 229528571 c ell.+39 3 939900731 www.ritaaxon.it