Leggi il giornalino

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Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
EDITORIALE
ELOGIO DEL DISCERNIMENTO
N
on so se vi capita mai di soffermarvi ad ascoltare la gente che parla. A me piace molto, non
per fare incetta di pettegolezzi - cosa che non è certamente raccomandabile - ma, semplicemente, per
capire cosa frulla nella testa delle persone. Provate a
fare questo esercizio al bar, dalla parrucchiera, su un
treno, e scoprirete strani mondi. Sì, perché, in un
numero elevatissimo di casi, si scopre quanto sia
vero il vecchio proverbio che dice: “prendere lucciole per lanterne”, “espressione idiomatica della lingua
italiana che si utilizza per indicare un vistoso errore
o la confusione di una cosa con un’altra”, così lo spiega Wikipedia. Ascoltando la gente, ho la netta
impressione che il pensiero, la logica, la razionalità,
stiano sempre più ritraendosi dai ragionamenti diffusi, per lasciare campo a impressioni, umori, slogans, frasi fatte, luoghi comuni, in una insalata
mista di banalità e di superficialità che non fa certo
onore all’intelligenza. Il processo, per la verità, era
già iniziato tempo fa, se Søren Kierkegaard
(Copenaghen, 5-5-1813 - 11-11-1855), nel suo
Diario, descriveva la condizione dell’uomo moderno con questo
paragone: “La nave è in
mano al cuoco di bordo e
ciò che trasmette il megafono del comandante non è
più la rotta, ma ciò che
mangeremo
domani”.
Davvero se la mente ed il
cuore di ciascuno non
sono abitati da qualcosa di
grande e di nobile, la vita
si riduce ad un chiacchiericcio sterile e privo di
discernimento. Basta già la
televisione a trasformare il
nostro mondo in discarica,
non mettiamoci del
nostro! Non so chi l’ha
detto, ma so che ha perfettamente ragione, chi ha
affermato che “Le grandi
menti discutono delle idee,
le persone medie discutono
dei fatti, le piccole menti
(s)parlano delle persone”. E visto che ci incamminiamo e ci prepariamo al Natale, devastato da messaggi pubblicitari che dissacrano quanto per noi credenti vi è di più sacro, ovvero l’incarnazione del
Figlio di Dio, mi piace ricordare un monito che ho
letto, alcuni anni fa, su uno dei banchi del
Christkindlmarkt (mercatino di Natale) di
Bressanone: “Stai attento ai tuoi pensieri, perché
diventano parole. Stai attento alle tue parole, perché
diventano fatti. Stai attento ai tuoi fatti, perché diventano abitudini. Stai attento alle tue abitudini, perché
diventeranno il tuo carattere. Stai attento al tuo carattere, perché diventerà il tuo destino”. Mi sembra, questo, un bellissimo elogio di un’arte dimenticata e
sicuramente da riscoprire: il DISCERNIMENTO,
ovvero la facoltà della mente di giudicare, valutare,
distinguere rettamente, separando ciò che è buono
da ciò che è cattivo, ciò che è vero da ciò che è falso,
ciò che è apparenza da ciò che è sostanza.
Il discernimento è certamente una dote umana, ma
è, soprattutto, una virtù cristiana, perché esso permette innanzitutto di cogliere dentro di
noi se, in una certa idea, o ispirazione, o comportamento, vi è
la presenza di Dio oppure
no. Avere questa sensibilità
è molto importante per la
vita del cristiano, perché
spesso si tende a percepire
come segno della volontà
di Dio ciò che invece non
lo è. Il discernimento ci fa
percepire una parola o un
fatto come azione di Dio in
noi e per noi, e ci aiuta ad
assecondarla. Questo dono
permette anche di riconoscere l’azione vera della
Grazia di Dio, distinguendo gli impulsi che provengono dagli inganni del
demonio, il quale, talvolta,
può presentarsi sotto le
apparenze del bene. Lo
ricorda saggiamente l’apostolo, quando scrive: “Ca-
ANNO QUATTRO - Nº 3 - DICEMBRE 2013 - OFFERTA LIBERA
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rissimi, non credete ad ogni spirito, ma discernete gli spiriti che sono da
Dio, poiché molti falsi profeti sono passati al mondo” (cfr. 1 Gv 4, 1). In
questo caso Giovanni tratta del discernimento degli spiriti, che lo
Spirito ci dona per farci affrontare vittoriosamente la lotta tra la “carne
e lo Spirito” (a questo proposito, per approfondire, si vedano i nn.
2846-2849 del Catechismo della Chiesa Cattolica). Senza il discernimento non si può vivere nella conoscenza e nella pratica della volontà
di Dio. È perciò una necessità che si impone ai cristiani maturi. Il
discernimento non è solo una capacità naturale, ma un dono dello
Spirito che educa il cuore, infondendo quella particolare sensibilità,
che la carne non possiede, di captare la presenza di Dio e l’azione della
Grazia.
Credo sia quanto mai necessario ed urgente attrezzarci di questo
discernimento spirituale su qualsiasi aspetto della vita: dalla politica
all’economia, dalla educazione alla salute, dalla gestione del tempo
libero ai diritti-doveri che ci competono. Ma questo discernimento
è quanto mai necessario anche all’interno della Chiesa, perché di cristiani che ragionano per impressioni, umori, slogans, frasi fatte, luoghi comuni, in una insalata mista di banalità e di superficialità, che
non fa certo onore all’intelligenza, ce ne sono troppi. Il discernimento spirituale riguarda qualsiasi aspetto della vita cristiana: dalla
celebrazione dei Sacramenti alla figura del Papa; dalle aspettative
sugli Oratori alle attività delle Parrocchie; dalla morale evangelica
alla presenza dei credenti nella società; dalla missione dei preti al
problema delle vocazioni; dalla gestione dei beni economici alle
priorità educative. La Chiesa deve essere una scuola di discernimento, e lo può diventare se guarda a dei modelli credibili: l’Evangelo, i
santi.
Nei Vangeli dell’infanzia si legge che, nel momento della nascita di
Cristo, Maria si è trovata avviluppata da eventi tanto semplici e
tanto grandiosi da rischiare la confusione, e si è districata, in questa
sorta di labirinto, meditando nel suo cuore, per poter capire, per
poter discernere, per poter trattenere, ciò che era vero, buono, giusto, e santo. San Lorenzo Giustiniani, nei suoi sermoni, così commenta questo atteggiamento della Vergine: “Maria meditava nel suo
cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l’udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di
quanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità andava sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri
Quattro Parole
celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello
Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava
nella sua profonda umiltà. L’opera del dono divino ha questo di caratteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria. ...
Ricordati che Dio ricerca piuttosto l’intenzione, con la quale compiamo
le nostre azioni, che l’opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che
ci rivolgiamo con l’anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo
assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in
modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l’offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l’opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si
immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro”.
Nel tempo caotico in cui siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi, una delle più efficaci testimonianze che possiamo
rendere alla società è quella di gente che sa vedere - giudicare - agire,
con una sapienza che non è nostra, ma è frutto di una frequentazione di Dio e della sua Parola. Il Natale che celebriamo ci assicura che
anche quest’anno, ancora e sempre, il Verbo si fa carne e pone la sua
tenda in mezzo a noi. Dio ci frequenta e ci invita a frequentarlo, ci
educa a vedere con i suoi occhi, a giudicare con la sua mente, ad agire
con il suo cuore. Non è necessario diventare dei Salomone, basta
essere, anzi, basta vivere da figli di Dio, ed il discernimento del vivere sarà per noi pane quotidiano. Invito tutti e ciascuno, a fare propria, in questi giorni, quella splendida preghiera che la Liturgia ci
pone sulle labbra il primo giorno della Novena del Natale, con la
prima delle antifone “O”: “O Sapienza, che esci dalla bocca
dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza”. È questo il contenuto del mio augurio natalizio per tutti e per ciascuno. Invoco questa sapienza su di me, perché ne ho davvero bisogno, su Don Davide,
su Don Ennio e Don Pietro, sulle Suore e sulle catechiste, sui membri dei Consigli e su tutti coloro che lavorano per il bene della
Comunità Pastorale, sui bambini, sui ragazzi e sui giovani, sugli adulti e sugli anziani, sulle famiglie e sugli ammalati, su chi cerca lavoro,
casa, un cuore accogliente, su chi ha smarrito la fede, la speranza e la
carità, sui vicini e sui lontani, su tutti gli uomini e le donne di buona
volontà. Questo sia il nostro buon Natale.
Don Samuele
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
Su queste pagine, tempo fa, si ragionava sul fatto che l’oratorio dovrebbe essere 1) un luogo stabile; 2) di relazioni
cristiane; 3) focalizzato sui giovani. Avendo già parlato del
primo punto, ci concentriamo ora sul secondo.
Possiamo dire che i nostri oratori (parliamo di Sabbioneta
e Breda Cisoni, che oltre alle attività strettamente catechistiche contano anche su di un notevole andirivieni di ragazzi) siano
luoghi di relazioni cristiane?
Credo si possa senz’altro dire che, per lo meno, lo sforzo c’è. Aggiungerei anche che tutti noi siamo moralmente obbligati a fare del nostro
meglio perché ciò avvenga. Ogni aspetto della vita di un oratorio deve
essere decisamente immerso in un’atmosfera cristiana.
Chi si preoccupa solo del gioco, o della progettazione di occasioni per
ritrovarsi, non sta andando al cuore, all’essenza di un oratorio.
Chiedere una maggiore offerta di momenti di aggregazione senza, per
lo meno, avere un minimo di vita di fede, con tutto ciò che essa comporta anche in termini di appuntamenti formativi, vuol dire non essere coerenti. L’oratorio è sì per tutti, ma deve anche migliorare la fede
di tutti, e non semplicemente livellarsi al piano terra per trovare uno
standard basso che non comporti uno sforzo cristiano per nessuno.
L’oratorio infatti nasce come luogo dedicato al compito di mettere
in condizione di vivere la fede in un ambiente favorevole ed accogliente e non potrà mai staccarsi da questa sua anima.
Il catechismo, per bambini, adolescenti e giovani è l’anima nobile di
questo ambiente educativo. L’Azione Cattolica Ragazzi viene subito
dopo, al secondo posto. Tutto il resto, anche le attività di carattere
più ludico o ricreativo, non può comunque staccarsi dall’obiettivo
della crescita cristiana. A volte, per questioni pastorali, è opportuno
che nell’oratorio si inseriscano momenti che hanno poco a che fare
con la missione educativa principale e si è spinti a farlo per supplire
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a funzioni che altri enti
non hanno la forza di svolgere. Ma tali iniziative non devono mai
far smarrire lo scopo primario: l’educazione alla vita nel Vangelo.
L’oratorio ha un suo DNA specifico, che ha strettamente a che fare
con la fede, e che ogni richiesta rivolta a questa agenzia educativa va
calibrata tenendone conto.
Qualcuno potrebbe dire: sì, ma noi, in questo periodo di generale
individualismo e disaffezione alla vita comunitaria, gli oratori dobbiamo cercare di popolarli in ogni modo. Popolarli, sì. Ma non ad
ogni costo. Una damigiana si può riempire di tanti liquidi, volendo,
anche di acqua sporca, anziché aspettare pazientemente il tempo
della vendemmia. Con l’unico risultato, però, che ci si ritrova poi
comunque senza vino e con, in più, un recipiente da ripulire.
Noi, invece, vogliamo ambienti cristianamente curati, educativamente qualificati, moralmente buoni. Per questo, il primo frequentatore e l’ospite più desiderato di questi ambienti deve sempre essere Gesù Cristo, con lo stile che Lui ci insegna. Siamo ancora in
grado di offrirgli cittadinanza tra queste quattro mura? Ci sembra
un modello ispiratore o uno scomodo vincolo? È un pensiero ricorrente o, magari, una noia da scacciare?
L’anima cristiana dell’oratorio è direttamente proporzionale alle fede
di chi lo frequenta. Impegniamoci tutti perché gli unici a garantirvi
un presidio di fede non siano soltanto il prete e le catechiste.
Don Davide
COMPITI? INSIEME È PIÙ BELLO...
Nei nostri due oratori, di Sabbioneta e Breda Cisoni, per i ragazzi delle scuole medie e superiori è possibile, una volta a settimana, svolgere i compiti con la supervisione di don Davide, l’aiuto reciproco (e qualche supporto esperto, se i numeri lo renderanno necessario):
A Breda Cisoni per le medie e le superiori: venerdì dalle 16 alle 17,30
A Sabbioneta per le medie: lunedì dalle 16 alle 17,30; per le superiori: mercoledì dalle 16 alle 17,30.
IL NOSTRO SITO PARROCCHIALE, UNA FINESTRA SULLA REALTÀ SABBIONETANA
E LE SUE QUATTRO PARROCCHIE...
Su www.quattroparole.com trovate tutte le notizie sulla vita delle nostre quattro comunità parrocchiali, aggiornatissime ogni settimana.
Un appuntamento imperdibile per chi ha dimestichezza con Internet.
GITA A ROMA
Gli oratori di Sabbioneta e Breda Cisoni, dal 2 al 5 gennaio, organizzano una gita a Roma per i ragazzi delle medie e delle superiori ed
eventuali genitori. La quota è di euro 300, per iscriversi si può contattare don Davide, a cui si possono domandare anche i moduli.
Programma di massima:
1° giorno: Partenza h 7, sosta ad Orvieto (Pozzo di S. Patrizio, Duomo) pranzo al sacco. arrivo nel tardo pomeriggio a Roma, sistemazione e cena. Visita al presepe di piazza San Pietro
2° giorno - Roma, centro storico: piazza del Popolo, parco di Villa Borghese, Trinità dei Monti, scalinata di piazza di Spagna, via
Condotti, via del Babuino, via del Corso, Fontana di Trevi, Palazzo Chigi e Montecitorio, visita al Pantheon, Palazzo Madama e piazza
Navona. Rientro e cena. Giro per le vie di Trastevere.
3° giorno - Roma antica: Circo Massimo, Bocca della Verità, Arco di Costantino, il Colosseo, i Fori Romani, S. Pietro in Vincoli (Mosè
di Michelangelo), piazza del Campidoglio, Fori Imperiali e Altare della Patria. S. Maria Maggiore. Rientro e cena. Giro per il Gianicolo.
4° giorno - Domenica: in S. Pietro la messa con il Papa. Visita della Basilica. Pranzo al sacco. Sosta a S. Paolo fuori le mura. Partenza
nel primo pomeriggio e rientro in serata.
FESTE DI COMPLEANNO
Gli Oratori sono disponibili e ben felici di ospitare feste di compleanno per i ragazzi di qualsiasi età, meglio se raggruppate, per incrementare il senso comunitario. Basta parlarne con Don Davide.
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Quattro Parole
FAMIGLIA: UNA PRIORITÀ
Non è facile dire di SÌ alla famiglia. Non è facile dire di SÌ al proprio marito o alla propria moglie o ai propri figli. Certo il giorno del
matrimonio è stato un giorno di festa, dove si è coronato un sogno,
dove col sorriso o con l’emozione il SÌ era carico di energia e volontà. Ma dire di Si tutti i giorni è ben altra cosa! E non è facile! Al contrario dire di NO è più semplice, perché col No ci si difende, si tutelano il nostro essere, le nostre teorie, il nostro carattere. Quando si
dice di SÌ invece, magari non sempre consapevolmente, si sa che si
sta giocando una parte di sé, che in qualche modo deve avvenire in
noi un cambiamento, non fine a sé stesso, ma per l’Altro. Per la realizzazione dell’Altro. Molti ragionano dicendo “È giusto dare se si
riceve qualcosa indietro”. Ma se la “porta” è chiusa nel dare, difficilmente si riuscirà a vedere tutto ciò che si riceve. Il dare, dicendo
amorevolmente SÌ, inizia in perdita! Inizia con sacrifici per tenere a
bada un po’ di orgoglio e di amor proprio.
Si perché i cambiamenti arrivano, anche se non li vuoi, e la prima a
cambiare è la coppia che è chiamata a dire SÌ al passaggio dall’amore/innamoramento che coinvolge le emozioni, propone tenerezza ed
attrazione, ad un amore/maturità che promuove la scoperta di un
senso interiore, l’accoglienza reale dell’altro così come è, nella volontà di un progetto comune in divenire.
Passaggi naturali, che se accolti con un SÌ, diventano scoperta che la
vita non è monotona ma desiderosa di manifestarsi nella pienezza
dell’umanità, creata per arrivare ad essere bella, buona e beata.
Da qui l’importanza di alimentare, come fosse un figlio, la propria
coppia e la propria famiglia, di arricchirla e anche di scoprirla giorno dopo giorno, nelle piccole cose, nei semplici gesti, ricercando
non il mero piacere dell’altro ma ciò che fa bene alla coppia, alla sua
unità, pur nella differenza di due individualità e soprattutto di due
generi. Che peccato soffocare la coppia con le bollette da pagare o la
televisione sempre accesa o con dialoghi da alfabeto morse!
Non dimentichiamo poi che la famiglia è tale non solo dentro le
quattro mura casalinghe ma è parte di una Parrocchia che alle famiglie ci tiene. Ecco le prossime occasioni d’incontro dove la famiglia
è al centro:
• DOMENICA 29 DICEMBRE, Festa della Sacra Famiglia con
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO a Sabbioneta.
• SABATO 11 GENNAIO 2014, alle ore 20 in Oratorio a Sabbioneta INCONTRO GIOVANI COPPIE di sposi. Un momento di
riflessione e convivialità.
• DOMENICA 2 FEBBRAIO, alle 15.30 a Breda Cisoni INCONTRO PER GENITORI sul tema “educazione all’affettività dai 7 ai
14 anni”.
Concludendo: “Non ci sono parole per esprimere l’abisso che corre fra
l’esser soli e l’avere un alleato. Si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due non è due volte uno: due è duemila volte
uno.” (G. K. Chesterton).
Lorenzo e Anna Margini sposi
FAMIGLIE GIOVANI, FATEVI AVANTI
Continuano gli incontri delle giovani famiglie di tutta la Comunità
pastorale a mesi alterni. Sabato 11 gennaio, alle ore 20,00, in oratorio a Sabbioneta sono invitate le famiglie giovani (coppie sposate da
meno di dieci anni, con o senza bambini) per un incontro su come
vivere la fede in famiglia, seguito da una cena.
È garantito il servizio di babysitter per i figli. Tutte le coppie giovani, di tutte le parrocchie della nostra Comunità Pastorale, sono vivamente invitate a partecipare. Ogni coppia partecipante è pregata di
avvisare, almeno entro sabato 4 gennaio, Lorenzo Margini a [email protected].
VISITA E BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
L’anno della fede appena concluso ha
avuto come momento rilevante e
qualificante la visita e la benedizione
a tutte le famiglie della Co-munità
pastorale. I sacerdoti hanno suonato
1.700 campanelli, ed anche se non è
stato possibile incontrare proprio
tutte le famiglie, per motivi di lavoro,
sostanzialmente, almeno il desiderio
e lo sforzo di un incontro, di un dialogo, di una preghiera e della
benedizione si è esteso a tutti. L’impegno è stato notevole, ma anche
la soddisfazione, pertanto si vorrebbe che la visita e la benedizione
delle famiglie diventasse una realtà permanente, che si estende a
tutto l’anno, così da poter passare, almeno una volta l’anno, in tutte
le case. Dove i sacerdoti non hanno trovato nessuno hanno lasciato
nella cassetta della posta l’immagine della benedizione. Chi proprio
desiderasse incontrare in casa i sacerdoti prenda contatto con loro.
FAMIGLIE IN VIAGGIO...
La nostra Comunità Pastorale «Maria Madre della Chiesa» organizza per tutti, ma soprattutto per famiglie e giovani adulti, un
“Viaggio in Normandia e Bretagna”.
Questo il programma:
1 giorno - sabato 16 agosto
Sabbioneta, Vezelay (basilica di Santa Maria Maddalena)
2 giorno - domenica 17 agosto
Vezelay, Cattedrale di Bourges, Chambord, il maggiore dei castelli
della Loira, Cattedrale di Le Mans, Mont Saint Michel.
3 giorno - lunedì 18 agosto
Intera giornata è dedicata a Mont St. Michel ed eventualmente a St. Malo.
4 giorno - martedì 19 agosto
Lisieux, patria di S. Teresa, Abbazia di Jumièges, Rouen, dove fu arsa
Giovanna D’Arco.
5 giorno - mercoledì 20 agosto
Mont St Michel - Caen - Falesie di Etretat - Bayeux
6 giorno - giovedì 21 agosto
Costa di granito Rosa - Ploumanach’ - Perros - Guirec - Tregastel Calvario di Guimiliau - Locronan.
7 giorno - venerdì 22 agosto
Dol-de-Bretagne - Dinan - Quimper - Concarneau - sito megalitico
di Carnac - Vannes.
8 giorno - sabato 23 agosto
Chartres con la stupefacente cattedrale - Orleans - Abbazia di SaintBenoît-sur-Loire Fleury - Cluny.
9 giorno - domenica 24 agosto
Abbazia di Cluny - Visita alla comunità di Taizé e partecipazione
all’Eucarestia - Sabbioneta.
Nel corso del viaggio si trascorreranno 1 notte a Vezelay, 6 notti nei
pressi di Mont St. Michel, 1 notte a Cluny.
• Quota di partecipazione pro capite: 1120,00 con numero minimo
20 partecipanti paganti 970,00 con numero minimo 30 partecipanti paganti 900,00 con n° minimo 40 partecipanti paganti.
• Il prezzo è comprensivo di servizio pullman gran turismo, trattamento di mezza pensione in hotel, sistemazione in hotel 3 e 4 stelle, assicurazione personale medico - bagaglio - iva e tasse, organizzazione tecnica agenzia Vous Allez Viaggi snc - Ghedi -.
• Iscrizioni al più presto, versando una caparra di 300, per poter
stabilire la fattibilità del viaggio.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
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UNA FAMIGLIA INUSUALE:
S. GIANNA BERETTA MOLLA
E LA SUA RELIQUIA A VIGORETO
Gianna Beretta Molla nacque a
Magenta (Milano), da genitori
profondamente cristiani, il 4
ottobre 1922, e l’11 ottobre ricevette il S. Battesimo. Decima di
tredici figli, di cui tre si consacrarono a Dio: Enrico - padre
Alberto, medico missionario cappuccino in Brasile; Giuseppe,
sacerdote ingegnere nella diocesi
di Bergamo; Virginia, medico e
religiosa canossiana missionaria in
India. La famiglia Beretta abitò
prima a Milano, quindi a
Bergamo. Il papà Alberto fece
enormi sacrifici perché tutti i figli
potessero studiare sino alla laurea,
riducendo tutte le spese inutili.
Nel giorno della Prima Comunione,
Uomo dalla fede profonda e gioioChiesa di S. Grata, Bergamo Alta
sa, fu di grande esempio: ogni
4 aprile 1928
giorno si alzava alle 5 per recarsi
alla S. Messa. Anche la mamma, Maria De Micheli, aveva una fede
profonda, spirito di carità, carattere umile e forte. Si recava anch’ella ogni giorno alla S. Messa, insieme ai suoi figlioli. Mamma Maria
si occupò di ciascun figlio come se ne avesse uno solo; li correggeva
aiutandoli a capire gli sbagli.
LA GIOVINEZZA
Gianna crebbe con grande fede, grazie all’educazione cristiana, e
considerò la vita come un dono meraviglioso di DioProvvidenza, fondando ogni gesto nella preghiera. Dal giorno della
Prima Comunione, a soli cinque anni e mezzo, andò con la mamma
tutte le mattine alla Messa: la S. Comunione divenne “il suo cibo
indispensabile di ogni giorno”. Crebbe serena, prodigandosi per i fratelli e le sorelle, senza mai stare in ozio: amava tutte le cose belle, la
musica, la pittura, le gite in montagna. Nel gennaio 1937 la famiglia si trasferì a Genova Quinto al Mare, qui Gianna si iscrisse alla
5ª ginnasio presso l’Istituto delle Suore Dorotee. In questi anni
Gianna maturò profondamente la sua vita spirituale. Durante un corso di S.
Esercizi Spirituali, Gianna, a quindici anni e
mezzo, fece l’esperienza
fondamentale e decisiva
della sua vita. Di questi
Esercizi è rimasto un quaderno, di trenta pagine, di
Ricordi e Preghiere, tra i
cui propositi si legge:
“Voglio temere il peccato
mortale come se fosse un
serpente; e ripeto di nuovo:
mille volte morire piuttosto
che offendere il Signore”. E
tra le sue preghiere: “O
Gesù ti prometto di sottoGianna sulle nevi del Sestriere, aprile 1955
mettermi a tutto ciò
che permetterai mi
accada, fammi solo
conoscere la tua Volontà...”. Contribuì
in modo determinante a far maturare
il cammino spirituale di Gianna l’azione
pastorale del suo
Parroco, il noto liturgista Mons. Mario Righetti, suo direttore spirituale,
che l’ebbe attiva collaboratrice nell’Azione Cattolica, e le inculcò l’amore alla liturgia,
per lei una fonte di vita spirituale.
Nell’ottobre 1941, ritornò a Bergamo, dove, nell’anno della maturità classica, perse entrambi i genitori, a poco più di quattro mesi di
distanza l’una dall’altro, la mamma, il 29 aprile 1942, a 55 anni, e
il papà, il 10 settembre, a 60 anni.
LA MATURITÀ
Dopo la morte dei genitori, Gianna ritornò a Magenta e si iscrisse
e alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, a Milano e a Pavia, dove si
laureò il 30 novembre 1949. Sempre dolce, volitiva e riservata,
andò affinando la sua spiritualità: quotidianamente ella partecipava
alla S. Messa e alla S. Comunione, faceva la Visita al SS. Sacramento
e la meditazione, recitava il S. Rosario, si impegnava tra le giovani
nell’Azione Cattolica e nelle Conferenze delle Dame di San
Vincenzo.
Una sua compagna di liceo testimonia: “Gianna donava il suo sorriso aperto, pieno di dolcezza e di calma, riflesso della gioia serena e profonda dell’anima in pace”. Dopo la laurea in Medicina, nel 1950,
Gianna aprì un ambulatorio medico a Mesero. Si specializzò in
Pediatria a Milano, e predilesse, tra i suoi assistiti, poveri, mamme,
bambini e vecchi. Medico stimato, praticava il lavoro come una
missione, accrebbe il suo impegno nell’Azione Cattolica, e continuò
a sfogare con la musica, la pittura, lo sci e l’alpinismo, la sua
grande gioia di vivere. Si interrogava, pregando, sulla sua vocazione, che considerava un dono
di Dio, perché: “Dal seguire bene
la nostra vocazione dipende la
nostra felicità terrena ed eterna.”
Le lettere del fratello padre
Alberto maturarono in lei la
decisione di raggiungerlo per
aiutarlo.
Ma la sua costituzione fisica non
era robusta, e il suo direttore spirituale riuscì a convincerla che
non era quella la sua strada. L’8
dicembre 1954 Gianna incontrò
l’uomo della sua vita, l’ingegner Il giorno delle nozze nella casa dei nonni
Pietro Molla, dirigente della paterni, Magenta, 24 settembre 1955
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Quattro Parole
decisioni, si sentì in obbligo di doverle rispettare, anche se le conseguenze erano dolorose per lui e per i loro figli. La scelta di Gianna
fu dettata dalla sua coscienza di madre e di medico, dalla sua fede,
dalla sua convinzione del diritto sacro alla vita, dall’eroismo dell’amore materno e dalla fiducia nella Provvidenza.
In viaggio di nozze nel parco della Villa di Tivoli (Castelli Romani), settembre 1955
S.A.F.F.A., fabbrica di fiammiferi di Magenta, appartenente egli
pure all’Azione Cattolica, impegnato nella sua parrocchia.
IL FIDANZAMENTO E IL MATRIMONIO
Il fidanzamento ufficiale si tenne l’11 aprile 1955, con la S. Messa
celebrata da Don Giuseppe, fratello di Gianna. Gianna e Pietro vissero il loro amore alla luce della fede. “Carissimo Pietro...”, gli scrisse Gianna nella sua prima lettera, il 21 febbraio 1955, “ora ci sei tu,
a cui già voglio bene ed intendo donarmi per formare una famiglia
veramente cristiana”. “Ti amo tanto tanto, Pietro, - gli scrisse il 10
giugno 1955 - e mi sei sempre presente, cominciando dal mattino
quando, durante la S. Messa, all’Offertorio, offro, con il mio, il tuo
lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze, e poi durante tutta la giornata
fino alla sera”. Si preparò spiritualmente a ricevere il “Sacramento
dell’Amore” con un triduo, S. Messa e S. Comunione, che propose anche al futuro marito: Pietro ringraziò Gianna del santo pensiero del Triduo, e lo accolse con entusiasmo. Gianna e Pietro si unirono in matrimonio il 24 settembre 1955, nella Basilica di San
Martino a Magenta. Si stabilirono a Ponte Nuovo, dove Gianna
svolse con dedizione il compito di responsabile del Consultorio
delle mamme e dell’Asilo nido, e prestò assistenza medica volontaria
nelle Scuole Materna ed Elementare. Fu moglie felice, e il Signore
presto esaudì il suo desiderio di diventare mamma di tanti bambini:
nel 1956 nacque Pierluigi, nel 1957 Mariolina e nel 1959 Laura.
Gianna seppe armonizzare i suoi doveri di madre, di moglie, di
medico, la sua grande gioia di vivere e la sua fede.
IL MISTERO DEL DOLORE
E LA FIDUCIA NELLA PROVVIDENZA
Nel settembre 1961, al secondo mese di una nuova gravidanza, a
Gianna fu scoperto un voluminoso fibroma, tumore benigno,
all’utero. Prima dell’intervento, ben sapendo il rischio che avrebbe
comportato il continuare la gravidanza, supplicò il chirurgo di salvare la vita che portava in grembo e si affidò alla preghiera e alla
Provvidenza. La vita fu salva. “Mi disse esplicitamente” - ricorda il
marito Pietro - “con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguardo profondo che non dimenticherò mai: Se dovete decidere fra me e il
bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui”.
Pietro, che conosceva benissimo la generosità di Gianna, il suo spirito di sacrificio, la ponderatezza e la forza delle sue scelte e delle sue
IL SACRIFICIO E IL DONO DELLA VITA
Nel pomeriggio del 20 aprile 1962, Venerdì Santo, Gianna fu nuovamente ricoverata nell’Ospedale S. Gerardo di Monza, dove le fu provocato il parto, ritenuta la via meno rischiosa, senza esito favorevole.
Il mattino del 21 aprile, Sabato Santo, diede alla luce Gianna
Emanuela, per via cesarea, e per Gianna iniziò il calvario della sua
passione. Dopo qualche ora le sue condizioni si aggravarono: febbre,
sempre più elevata, e sofferenze addominali atroci per il subentrare di
una peritonite settica. “Gianna”, ricorda la sorella Madre Virginia,
“solo raramente svelava le sue sofferenze. Ha rifiutato ogni calmante per
essere sempre consapevole di quanto avveniva e presente a se stessa. Non
solo, ma per essere lucida nel
suo rapporto con il suo Gesù,
che costantemente invocava”. “Sapessi quale conforto ho ricevuto baciando il
tuo Crocifisso!”, le disse
Gianna. Nonostante tutte
le cure praticate, le sue
condizioni peggiorarono di
giorno in giorno. All’alba
del 28 aprile, Sabato in
Albis, venne riportata,
nella sua casa di Ponte
Nuovo, dove morì alle ore
8 del mattino. Aveva solo
39 anni. I suoi funerali,
celebrati nella Chiesetta di
Ponte Nuovo, furono una grande, unanime, manifestazione di profonda commozione, di fede e di preghiera. Fu sepolta nel Cimitero
di Mesero, paese natale del marito Pietro, dove Gianna riposa tuttora nella Cappella della Famiglia Molla, mentre rapidamente si diffuse la fama di santità per la sua vita e per il gesto di amore grande,
incommensurabile, che l’aveva coronata.
Dal sito www.giannaberettamolla.org
LA RELIQUIA DI S. GIANNA A VIGORETO
Dopo avere ascoltato la toccante testimonianza di Gianna Emanuela
Molla su sua madre, nel corso del Quaresimale 2013, abbiamo chiesto alla Curia di Milano una reliquia di questa straordinaria donna
e santa del nostro tempo e la Curia Ambrosiana, con atto di squisita gentilezza, ci ha inviato questa reliquia accompagnata dall’autentica, firmata dal Cardinale Dionigi Tettamanzi.
La reliquia verrà esposta stabilmente nel santuario di Vigoreto, affinché sia sempre di più un riferimento naturale e significativo per tutte
le famiglie. Nella domenica della Sacra Famiglia, il 29 dicembre,
porteremo solennemente la reliquia in santuario, accompagnandola
con una fiaccolata, che partirà alle ore 15.00 dalla chiesa dell’Assunta per Vigoreto.
Là giunti collocheremo la reliquia e faremo una preghiera speciale
per tutte le nostre famiglie. Questo cammino si svolgerà sulla nuova
pista ciclo-pedonale, che verrà inaugurata e benedetta in questa circostanza singolare. Si tratta di un servizio benemerito che l’Amministrazione comunale presenta ufficialmente alla nostra comunità, poiché consente a tutti di raggiungere in sicurezza la casa di riposo, la
palestra, ed il santuario di Vigoreto. L’invito a partecipare è esteso a
tutti, soprattutto alle famiglie, genitori e figli insieme.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
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CARITAS, FIORE ALL’OCCHIELLO
DELLA COMUNITÀ PASTORALE
Il difficile momento economico ed il conseguente aumento di famiglie in difficoltà, ha spinto la nostra Comunità Pastorale ad aprire
uno sportello Caritas a Sabbioneta, rendendo così più attiva la già
presente sezione Caritas. L’apertura effettiva è avvenuta a Sabbioneta
nel dicembre 2011, dopo un anno di riunioni, organizzazioni pratiche e dubbi, per esempio quello comune era: come mi pongo nei
confronti di chi si affaccerà al bancone? Sarò all’altezza? Dubbi risolti subito alla prima apertura.
Il numero dei volontari è stato da subito notevole, una ventina circa,
fino a superare i trenta in pochi mesi. Questo dà l’idea di quanto
siano sensibili le persone nei confronti
delle difficoltà altrui. Dall’estate 2012
la sede ha trovato la sua collocazione
definitiva nella ex casa parrocchiale di
Ponteterra. Ad oggi la Caritas, aiuta
una cinquantina di famiglie, espressamente residenti nel nostro comune,
dando loro un aiuto alimentare e la
possibilità di scegliere qualche capo di
abbigliamento, gentilmente offerto dai
nostri compaesani più fortunati.
Certo nessuno pretende di risolvere in
toto i problemi di una famiglia, ma
siamo convinti che anche una busta di alimenti, soprattutto se
accompagnata da un sorriso, una parola di conforto, un consiglio
pratico, possano aiutare a superare un momento difficile. Vi chiederete come è possibile sostenere economicamente questa attività. La
risposta è che tutto questo è possibile grazie all’aiuto di tutti coloro
che durante le nostre raccolte alimentari, vedendo i nostri volontari
all’ingresso di un supermercato, acquistano anche un solo prodotto
e lo depongono sul nostro banchetto. Spesso durante gli orari di
apertura Caritas, vi sono persone che arrivano in sede portando
qualche prodotto o offerta in denaro per sostenere la nostra attività.
A tal proposito non possiamo non citare l’associazione Sapori Arte
Cultura ed il “Gruppo Aiuto ai missionari di Villa Pasquali”, che,
appena possono, organizzano attività per raccogliere fondi da devolvere alla Caritas.
La nostra struttura è anche accreditata presso il Banco Alimentare di
Parma, che tutti i mesi ci dà un sostanzioso aiuto con prodotti alimentari, ma, purtroppo, ci è già stato comunicato che dalla prossima primavera gli aiuti diminuiranno drasticamente e come si suol
dire... dovremo fare con i nostri ferri, confidando nella Provvidenza.
Come quella volta, quando lo scorso inverno un benefattore ci ha
fatto avere un mezzo migliaio di giacche a vento, che rivendute, ci
hanno permesso di ricavare una notevole cifra, con la quale abbiamo
potuto acquistare i prodotti che ci servivano, durante tutta la stagione. A
proposito, per chi ne volesse, ne abbiamo ancora qualche centinaio ... fatevi
avanti. Ora abbiamo pensato che è
giunto il momento di crescere ulteriormente, ed aumentare la nostra offerta.
Caritas non è, e non può essere, solo
distribuzione di pacchi alimentari ed
abbigliamento, e così abbiamo pensato
di andare incontro ad una richiesta
sempre più pressante, che ci viene dalle
donne straniere che frequentano la
nostra sede, e che molto spesso sono costrette a farsi accompagnare
dai loro figlioletti per “usarli” come traduttori. In un futuro, speriamo il più vicino possibile, verrà istituito un corso di base di alfabetizzazione, per dare appunto uno strumento di emancipazione a queste donne che, normalmente, per cultura e tradizione, hanno qualche problema di integrazione in più rispetto ai loro mariti.
In chiusura mi piacerebbe riuscire a trasmettere la gratificazione che
si prova dopo ogni turno di servizio Caritas, non data dall’aver
distribuito dei generi alimentari, ma dal rapporto quasi intimo che
con il tempo si viene a creare con persone che qualche tempo fa non
si conoscevano neanche.
Cesare Mortini
~ IL CENTENARIO DI DON GIACINTO BIANCHI ~
Per Villa Pasquali il prossimo sarà un anno singolare, poiché l’11 febbraio 2014 ricorre il primo centenario della morte del nostro concittadino, il Venerabile Don Giacinto Bianchi. In quella data
sarebbe veramente problematico ipotizzare una qualche iniziativa, sia perché la stagione è inclemente, sia perché la chiesa del Bibiena non ha impianto di riscaldamento. Pertanto in questo giorno
non si è programmata alcuna iniziativa specifica. Verranno, invece, sottolineate, in accordo con la
Congregazione delle Suore Figlie di Maria missionarie, due Solennità nel corso dell’anno centenario: la Pentecoste ed il Corpus Domini.
Nella Pentecoste celebreremo il Sacramento della Confermazione nella chiesa di Villa Pasquali per
tutti i cresimandi della Comunità Pastorale, con una sottolineatura vocazionale speciale, poiché la
comunità di Villa Pasquali ha dato alla Chiesa cremonese numerosi sacerdoti, tra cui un possibile
beato. Questa sottolineatura vuole esprimere anche la preoccupazione e la preghiera per il nostro
Seminario Diocesano, che soffre una esiguità numerica mai registrata. Per la Solennità del Corpus
Domini celebreremo le S. Quarantore a Villa Pasquali, con l’adorazione Eucaristica per alcuni giorni, pregando e meditando su Eucaristia, Sacerdozio, Missione (questi cardini della vita cristiana si
segnalano nella vita e nella figura del Venerabile Don Giacinto Bianchi), concludendo queste giornate Eucaristiche con la processione del Corpus Domini, unica per l’intera Comunità Pastorale. Per
sottolineare e per solennizzare queste celebrazioni avremo con noi Sua Eminenza il Cardinale
Giovanni Battista Re, Prefetto Emerito della Congregazione dei Vescovi”. Altre iniziative potrebbero essere in seguito concordate con la congregazione delle Suore Figlie di Maria missionarie.
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Quattro Parole
VILLA PASQUALI,
La pala ritrovata
una cattedrale nel deserto?
di PONTETERRA
Il paese, la parrocchia di Villa Pasquali, la sua comunità, la sua chiesa,
unica chiesa di valore monumentale interamente progettata e costruita
dal Bibiena (gli altri suoi interventi su chiese sono stati di ristrutturazione), stanno vivendo in questi anni un momento di decadenza apparentemente inarrestabile: le attività artigianali, commerciali, le stesse
attività agricole, i servizi pubblici registrano una forte e preoccupante
ridimensionamento.
Gli abitanti sembrano subire questa situazione, al punto che stentano a
partecipare alle numerose iniziative promosse dalla Parrocchia, dalle
associazioni presenti e alla vita stessa di paese la cui piazza deserta accoglie spesso il turista occasionale.
Reagire a quel senso di solitudine che sembra prevalere è il solo antidoto. Una rinnovata e fattiva volontà di partecipazione alla vita della
nostra comunità è il primo passo.
Le attività formative proposte dai sacerdoti nel salone sovrastante il circolo ACLI sono un’occasione per ritrovare il gusto di incontrarsi come
comunità e riscoprire i valori spirituali fondanti il vivere la nostra
comunità. Il restauro della chiesa deve essere letto parimenti come stimolo per una rinascita. Grazie alla sollecitudine dell’Ufficio Beni culturali della Curia e all’impegno della parrocchia sono state restaurate la
navata centrale, parte della facciata, il tetto della torre incompleta di
sinistra e sono state applicate reti di protezione dai piccioni.
Dopo la chiusura del bar a giugno e il precedente commissariamento
del circolo ACLI nel 2012 dovuto ad una insostenibile esposizione
debitoria verso i fornitori, l’impegno significativo del presidente provinciale delle ACLI, dei sacerdoti, e di alcuni parrocchiani ha consentito la rinascita del direttivo del circolo che si è dato come primo obiettivo la riapertura del bar ACLI. Anche la riapertura del bar del circolo
ACLI è stata perseguita con il preciso obiettivo di riattivare una comunità che dall’esterno appare spenta.
È evidente però che sforzi di singoli se non accompagnati da una fattiva volontà di partecipazione dell’intera comunità sono destinati ad
esaurirsi con una conseguente brusca e forse definitiva interruzione del
cammino che si sta tentando di riprendere.
Rispetto al circolo ACLI, ogni famiglia dovrebbe iscrivere almeno un
membro per sottolineare come sia la comunità tutta a desiderare che un
punto di ritrovo e accoglienza sia necessario per ravvivare la comunità
stessa. Una frequentazione assidua dello stesso da parte di tutti sia guardata come momento per ritrovare la propria comunità. In parrocchia
non abbiamo un oratorio abbiamo il circolo ACLI che potrà essere frequentato dai soci e dai loro familiari. Certo nessuno vorrà chiuderà la
porta al turista di passaggio tuttavia a chi vive in parrocchia, come al
frequentatore abituale, l’adesione al circolo non dovrebbe essere neppure chiesta ma ottenuta spontaneamente.
La bestemmia, che riempie la bocca dei più anziani oramai, sia evitata
vuoi perché offende quel Dio che loro
probabilmente presto incontreranno.
Cosa gli diranno: “ho bestemmiato al
bar parrocchiale per una vita perché
perdevo a briscola?”
La vita pastorale sia momento per
riscoprire l’incontro comunitario con
quel Dio di cui ci si ricorda probabilmente più spesso solo nel momento
del bisogno. Alcune persone frequentano la messa domenicale, altre si dedicano a ristrutturare ed adornare le maestà o le immagini mariana con fiori,
ceri votivi. Altre dovrebbero chiedersi
se una preghiera... recitata possibilmente assieme agli altri in comunità,
costi così tanto. Penso di no.
Giuseppe Beccari
Nella solennità patronale di S. Girolamo è stata presentata alla comunità di
Ponteterra la pala da poco restaurata, che raffigura san Gerolamo e Cristo
Redentore in adorazione della Trinità. L’opera fu realizzata probabilmente
per volontà della locale Confraternita del Santissimo Sacramento, la quale
rivestiva nella chiesa di Ponteterra compiti fabriceriali, come accadeva spesso dalla seconda metà del Cinquecento nelle chiese delle piccole comunità.
Il dipinto non è datato e firmato, tuttavia dalla maniera è possibile attribuirlo a un artista di cultura cremonese della fine del XVI secolo per il
carattere chiaveghinesco (lo stile ricorda infatti le opere di Andrea Mainardi
detto Chiaveghino) e collocarlo ai primi anni del Seicento. Il maggiore artista in quel periodo attivo nel territorio sabbionetano fu Giovanni Bresciani,
pittore di corte del duca Vespasiano Gonzaga tanto da essere ricordato dal
Signore di Sabbioneta nel suo testamento con un lascito di 50 scudi.
Bresciani fu un abile ritrattista (forse è da ricondurre a lui il ritratto della
duchessa Margherita Gonzaga, terza moglie di Vespasiano, che si conserva
nel Museo di Palazzo Ducale a Mantova) e soprattutto l’esecutore di pale
per gli altari di confraternite e cappelle private nelle chiese della città ducale e del territorio (magnifiche sono la “Santa Lucia” dell’omonima cappella
della chiesa di Santa Maria Assunta (1599), rielaborazione di un’incisione
di Cornelis Cort raffigurante santa Caterina, oppure “L’ultima comunione
di san Francesco” (1604), già pala dell’altare maggiore della chiesa cappuccina della Beata Vergine delle Grazie di Vigoreto, che ripropone un modello di Camillo Procaccini). Sposato in terze nozze con Giulia figlia di
Bassano Tusardi, facoltoso costruttore della città ducale, Giovanni Bresciani
riuscì attraverso la pittura a conquistate una rispettabile posizione sociale in
Sabbioneta e ad accumulare una discreta fortuna che gli permisero di vivere nell’agio. Quando nel 1606 don Cristoforo Cortellazzi ottenne l’investitura di parroco di Ponteterra, fatto che emancipava la chiesa di San
Girolamo dalla giurisdizione della parrocchia di Santa Maria Assunta in
Sabbioneta, lo stesso prete e la locale Confraternita del Santissimo
Sacramento decisero, con tutta probabilità, di commissionare a Bresciani la
realizzazione di una nuova pala per l’altare maggiore. L’opera commemorerebbe dunque un evento significativo per la storia della comunità parrocchiale di Ponteterra. Essendo morto Bresciani nel 1607, credo sia corretto
datare l’opera all’anno precedente, ascrivendola alla sua ultima produzione.
Il quadro raffigura in basso a destra san Girolamo vestito di un drappo
rosso accompagnato dai suoi consueti attributi: il volume della Vulgata (la
traduzione in latino della Bibbia) su cui poggia una pietra usata per percuotersi in segno di penitenza, il cappello cardinalizio per sottolineare la
sua dignità di dottore della Chiesa e il leone che fu un fedele compagno
durante la sua permanenza nel deserto (si narra che il santo soccorse la
bestia sfilandole una spina da una zampa). A sinistra invece si trova il
Redentore inginocchiato e abbigliato con una veste violetta e con un
manto blu foderato in ocra (la cromia del quadro rimanda ai contrasti tra
tonalità fredde e calde tipiche della pittura di Giovan Battista Trotti detto
Malosso, allora uno dei massimi esponenti della pittura cremonese). È anomalo trovare Cristo in adorazione della Trinità, essendo di fatto raffigurato
in una delle tre Persone divine sul nimbo nella parte superiore della tela. La
rarità iconografica può essere giustificata dalla volontà dei confratelli della
Compagnia del Santissimo, che vollero incarnare l’Eucaristia nella figura di
Cristo collocandola allo stesso livello del santo titolare della chiesa ponterrese. San Girolamo e Cristo dunque rivestono pari dignità per i committenti aldilà della gerarchia imposta dalla tradizione dato che loro espresso
desiderio è di esprimere nel quadro l’emancipazione della comunità parrocchiale di Ponteterra da Sabbioneta sotto la guida del nuovo prete e l’importanza della confraternita legata alla cura dell’Eucarestia e al decoro dell’edificio religioso, attuando in tal modo i decreti del concilio tridentino.
La correttezza anatomica dei volti e delle mani e la leziosità dei due coretti di angeli posti simmetricamente sulle nubi concorrono a rafforzare l’attribuzione della pala a Bresciani. Gli infelici angioletti che reggono i
nimbi e l’ostensorio ambrosiano sono invece palesi ridipinture ascrivibili
a un restauro settecentesco, elementi che storicizzano la tela e che non
sono stati dunque rimossi durante il recente restauro. Giovanni Sartori
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
IO INSEGNANTE
ho imparato dai giovani di Breda...
Eccoci qui...anche quest’anno, come ormai da tradizione, è partita
la proposta di un incontro settimanale dedicato agli adolescenti di
Breda Cisoni. Ogni domenica sera il gruppo (i ragazzi che partecipano sono sempre più di venti..) si ritrova verso le 19.30 per condividere la cena insieme, ma già dal tardo pomeriggio cominciano ad
arrivare in oratorio i primi aspiranti cuochi che sono “di turno” in
cucina a preparare per tutti. Mangiare insieme è una piacevole abitudine, che unisce alla dimensione del servizio la bellezza del dialogo tra amici, sempre più indispensabile per la riuscita del successivo
momento di riflessione. Arriviamo così all’incontro vero e proprio,
uno spazio utile per confrontarsi sui temi più diversi, presentati di
volta in volta da don Davide, coadiuvato da me e dal magnifico
Daniele, due baldi giovani che cercano di fare da ponte tra due età
e due mondi un po’ diversi.
Il momento è sempre coinvolgente e i ragazzi, più o meno silenziosamente, partecipano e si mettono volentieri in gioco anche sulle
tematiche un po’ più “scomode”. Si tratta di un viaggio fra le varie
problematiche che li riguardano in prima persona, dalle difficoltà
che si trovano a vivere ogni giorno alle relazioni nelle quali sono abituati a riconoscersi, passando ogni volta per la relazione più importante, quella con Dio. È sempre interessante cogliere tra gli interventi dei ragazzi il loro punto di vista, la loro opinione e il loro modo
di vivere, spesso così diverso ma complementare rispetto a noi e alla
nostra visione più adulta, vissuta e (forse) matura. L’opportunità più
bella, almeno per me, consiste nel rivedere in loro ciò che sono stato
solo pochi anni fa, nello scoprire come e quanto siamo sempre tutti
in cammino nelle nostre strade spesse volte molto diverse tra loro,
accomunate però dal desiderio di cercare la Verità.
La Verità interessa e coinvolge sempre con una forza impressionante, a patto che da entrambe le parti si possa incontrare un parere sincero. Agli incontri della domenica sera, secondo me, questo succede. I ragazzi hanno sempre la possibilità di dire la loro, di confrontarsi senza la paura di sentirsi giudicati o di essere visti come quelli
che “non sanno ancora niente”. Credo sia una tentazione molto facile, e che il confine sia molto sottile. Grazie a questi incontri sto certamente imparando l’arte dell’ascoltare, e quella ancora più difficile
del voler ascoltare, che siamo spesso bravi a mettere in secondo
piano e a far passare come “minore”. In conclusione credo di poter
dire che si tratta di un’opportunità bella e significativa, per i ragazzi, per me e, senza timore di smentita, anche per Daniele e don
Davide.
Giovanni Manfredi
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La mostra “Porta fidei”
rimandata di qualche mese
Nel calendario della Comunità era prevista per ottobre una mostra
di quadri custoditi nei depositi dell’Assunta e sconosciuti a molti.
Attraverso queste opere possiamo ancora oggi cogliere e gustare la
fede profonda dei nostri padri.
Purtroppo gli incagli burocratici posti dalla Soprintendenza hanno
impedito di rispettare la data di apertura che coincideva con la conclusione dell’Anno della Fede. La mostra, tuttavia non è sospesa, ma
solo rinviata alla prossima primavera, a cavallo tra il mese di marzo
e di aprile, in concomitanza con la Pasqua.
Un grande sforzo e tanto amore
a Mezzana S. Antonio
Nell’anno della Fede gli abitanti di Mezzana S. Antonio hanno voluto esprimere la loro fede insistendo tenacemente per il restauro della
piccola chiesa di S. Antonio che costituisce un importante fattore di
identità per la gente di questa frazione. Essendo già stati ottenuti i
debiti permessi dall’Ufficio Beni Culturali della Curia e della
Soprintendenza di Brescia, i lavori sono partiti quest’autunno ed
hanno consentito di rimuovere gli orpelli che, nel tempo, avevano
snaturato il piccolo edificio sacro, che ha ritrovato una vera eleganza, pur nella sua semplicità. L’inaugurazione della chiesa e la piena
restituzione al culto avverrà con la celebrazione dell’Eucarestia nella
festa di S. Antonio Abate il 17 gennaio prossimo. Un grazie sincero
a tutti quelli che hanno operato con amore in favore della chiesa; a
chi vi ha lavorato con competenza, passione, e gratuitamente; a tutti
quelli che hanno organizzato manifestazioni per raccogliere fondi; a
chi ha partecipato e sostenuto l’opera di sensibilizzazione; e all’Arch.
Guido Boroni Grazioli che ha coordinato dal punto di vista progettistico e tecnico l’intera operazione.
Un pizzico di sano umorismo ecclesiale
Pensieri dall’organo
Mi capita spesso, quando siedo all’organo “Lingiardi”, dare uno
sguardo all’assemblea che occupa i banchi della navata. Dall’alto è
possibile notare molte teste (compresa la mia) avvolte dalla canizie
(stile J. Ratzinger o G. Clooney, scegliete voi). I capelli bianchi sono
un indicatore del tempo che passa. “La vita fugge, et non s’arresta una
hora / et la morte vien dietro a gran giornate”, come scriveva il poeta
Francesco Petrarca (1304-1374) in un sonetto (Canzoniere CCLXXII). Quindi un segno di incipiente vecchiaia e come affermava il poeta tragico greco Euripide (485 a.C. - 406 a.C.) “O vecchiaia, ognuno vuole a te arrivare, ma quando ti ha provato, si pente”.
Enrico Rossi
È FINITO L’ANNO DELLA FEDE E POI?
È finito l’Anno della Fede e poi? E poi l’esperienza di grazia vissuta in quest’anno continua ma con più entusiasmo.
È stata un’iniziativa provvidenziale del papa emerito Benedetto XVI quella di indire un anno in cui ogni credente
potesse riscoprire la bellezza del cammino della propria fede, un anno in cui potessimo rinvigorire la nostra fede e
quindi la nostra fiducia in Cristo. Anche la nostra comunità pastorale si è messa in cammino, ha fatto propria questa richiesta di impegno con un’esperienza importante: la catechesi degli adulti coordinata da don Samuele con don
Davide. Occasione questa straordinaria per «riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata».
L’anno della fede si è avviato un anno fa, nel 50° del Concilio Vaticano II e nel 20° del Catechismo e noi comunità siamo riusciti a festeggiare questi anniversari con una catechesi settimanale (ogni martedì sera nelle nostre parrocchie;a rotazione
Breda Cisoni, Villa pasquali, Sabbioneta, Vigoreto e Ponteterra) che è iniziata proprio col riflettere sui documenti del Concilio. Atti straordinari che ci hanno dato la possibilità di riscoprire una Chiesa basata sull’amore e sul servizio, una Chiesa aperta, in dialogo, capace di
leggere i segni del tempo, insomma una Chiesa madre. E non a caso anche il tema che è stato scelto per questi due anni dalle nostre comunità è: “Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa come madre”.
Una buona madre credo sia quella in grado di dare consigli di vita e di speranza ai propri figli vivendoli, cioè testimoniandoli nel proprio
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Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
vissuto quotidiano; e chi è madre sa quanto sia a volte difficile! Anche la Chiesa agisce nello stesso modo: annuncia la Parola, aiuta i suoi
figli a sopportare il dolore dandoci la speranza di un Cristo morto crocifisso e risorto. Come può allora la nostra comunità essere corpo
di questa Chiesa-madre che ha Cristo come capo? Forse collaborando in uno spirito di unità, unità raggiungibile se non dimentichiamo
di mettere Cristo al centro dei nostri pensieri, delle nostre parole, del nostro impegno, col coraggio di superare le nostre individualità che
ci fanno unici davanti a Dio ma che a volte ci fanno parlare lingue diverse (una Babele). Dobbiamo imparare a parlare un’unica lingua
(Pentecoste) per essere UNA comunità.
Dove possiamo trovare nutrimento e forza per questo obiettivo? Partecipando all’eucarestia e pregando di più, forse! Lo dico soprattutto
a me stessa che spesso sono sopraffatta da mille impegni e che mi sembra di non trovare mai il tempo per fermarmi, per stare con Cristo.
Eppure Lui è sempre lì, a braccia aperte, pronto ad accogliere le gioie, le tristezze e le angosce di cui la nostra vita è intessuta.
E allora con maggiore entusiasmo dobbiamo continuare “il cammino che il Signore ci ha affidato”, impegnandoci anche personalmente
perché la nostra testimonianza può fare crescere la nostra fede ma anche quella degli altri, soprattutto dei nostri figli e di tutti i giovani.
I nostri figli sono i primi a chiederci coerenza tra ciò che diciamo loro di fare e ciò che noi viviamo; ad esempio, credo sia difficile convincere i figli, soprattutto grandi, ad andare a Messa quando noi non andiamo. A casa nostra succede che, quando arriva il martedì sera,
i figli ci ricordano il catechismo e ci dicono che dobbiamo andare, perché anche loro vanno settimanalmente a questi incontri per conoscere meglio Gesù. Concludo riportando le parole di Papa Francesco: “Andiamo tutti insieme su questa strada!” e perché no, proviamoci,
insieme possiamo anche riuscirci!
Margherita Rossi
Calendario
delle celebrazioni natalizie
NOVENA DEL S. NATALE. La preparazione spirituale al S. Natale
trova nei giorni che lo precedono il suo momento forte. Da martedì
17, ogni sera, alle 18.30, al Santuario di Vigoreto, preceduta da mezz’ora di adorazione Eucaristica, si celebra la Novena del Natale per
tutte le nostre comunità parrocchiali. Chi desidera un momento
significativo di preparazione a celebrare il Mistero dell’Incarnazione è
invitato a partecipare.
CELEBRAZIONI PENITENZIALI. In preparazione al S. Natale
sono in calendario per educare la coscienza, per domandare insieme
il perdono, e ricevere comunitariamente la Riconciliazione. Venerdì
20 dicembre a Breda Cisoni, sabato 21 a Ponteterra e Villa Pasquali,
lunedì 23 a Sabbioneta, sempre alle ore 21.00, la Celebrazione
Penitenziale con la presenza di più sacerdoti per le Confessioni. Nei
giorni della novena, prima o dopo la S. Messa nelle varie chiese, i
sacerdoti, compatibilmente con gli impegni parrocchiali, si rendono
disponibili per le Confessioni. La vigilia di Natale i sacerdoti sono a
disposizione per le Confessioni a Sabbioneta e a Breda Cisoni dalle
ore 9.00 alle ore 11.30 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
RAGAZZI E FAMIGLIE VERSO IL NATALE. Sabato 21 dicembre, alle ore 15.00, nella chiesa dell’Assunta, i ragazzi del catechismo,
con i loro genitori, sono invitati ad un momento di preghiera comune, che esprima il cammino educativo che si va facendo e che introduca, anche visivamente, al Mistero del S. Natale.
CONCERTI NATALIZI. Il Natale è tradizionalmente accompagnato dalla musica, ed anche quest’anno, in collaborazione con
l’Amministrazione Comunale, le Parrocchie mettono a disposizione
le nostre magnifiche chiese per alcuni Concerti Natalizi. Giovedì 26
dicembre, giorno di S. Stefano, nella chiesa dell’Assunta a
Sabbioneta, subito dopo la Messa vespertina, la Corale Parrocchiale
“Pane di vita”, diretta da Fabio Serini, presenterà un’antologia di canti
natalizi. Domenica 29 dicembre, alle ore 18.00, nella chiesa
dell’Assunta a Sabbioneta, Intrecci di corde: Arpa e quartetto d’archi.
Davide Burani, arpa; Gian Andrea Guerra, Paolo Costanzo violini;
Valentina Soncini viola - Andrea Anzalone violoncello. La musica
innalza sempre l’animo a Dio ed esprime ai massimi livelli l’intelligenza che è stata donata all’uomo. Approfittiamo di queste occasioni
di arricchimento spirituale e culturale, e la nostra partecipazione sia
segno di gratitudine a chi ha scelto la chiesa dell’Assunta come spazio
privilegiato per queste elevazioni.
Orari delle
celebrazioni natalizie:
• Messe “In Vigilia”: martedì 24 dicembre, a Sabbioneta alle ore
17.30, a Villa Pasquali alle ore 16.30, a Breda Cisoni alle ore 18.00.
• Messe “In Nocte”: martedì 24 dicembre, a Ponteterra alle ore 22.00;
a Sabbioneta, a Villa Pasquali, a Breda Cisoni, alle ore 24.00. Le
celebrazioni della mezzanotte saranno precedute, alle 23.30, dalla
preghiera dell’Ufficio di Letture. Si invitano tutte le famiglie a
porre sul davanzale di una finestra di casa un cero acceso, segno del
desiderio di accogliere il Signore che viene. I ceri si possono acquistare in parrocchia nei giorni precedenti.
• Messe “In Aurora”: mercoledì 25 dicembre, a Vigoreto alle ore 8.00.
Viene sospesa le S. Messa delle ore 9.00 a Breda Cisoni.
• Messe “In Die”: mercoledì 25 dicembre, a Sabbioneta e a Ponteterra
alle ore 10.00; a Villa Pasquali e a Breda Cisoni alle ore 11.15; a
Sabbioneta alle ore 17.30.
• Il giorno di S. Stefano si tiene l’orario festivo. Viene sospesa la S.
Messa delle ore 9.00 a Breda Cisoni perché alle 15.15 si celebra
l’Eucaristia alla casa di riposo.
• Nella festa della Santa Famiglia di Nazareth, il 29 dicembre, a
Sabbioneta si celebra la giornata degli Anniversari di Matrimonio.
La celebrazione dell’Eucaristia sarà all’Assunta alle ore 10.00, quindi il pranzo in oratorio. Le coppie che aderiscono alla proposta
sono vivamente pregate di segnalare la loro partecipazione, sia alla
S. Messa e/o al pranzo, presso l’Ufficio Parrocchiale.
• Alle Messe prefestive di martedì 31 dicembre la Chiesa innalza la sua
lode a Dio, per i benefici concessi durante l’anno che tramonta, con il
canto del Te Deum. È questa anche l’occasione per ricordare nella preghiera chi ha vissuto celebrazioni sacramentali significative e per affidare a Dio tutti i defunti ritornati alla casa del Padre nel corso del 2013.
• Mercoledì 1 gennaio, ottava di Natale e solennità di Maria SS. Madre
di Dio. È festa di precetto. L’orario delle celebrazioni è quello festivo. Vengono sospese le S. Messe del mattino a Breda Cisoni per concentrare tutta l’attenzione sulle celebrazioni del pomeriggio legate
alla giornata mondiale della pace: alle ore 15.30 si celebrano i vespri
solenni e viene esposto il SS. Sacramento. Dalle ore 16.00 alle ore
17.00 l’adorazione è personale e l’intenzione è proprio la pace, dono
di Dio e impegno per gli uomini di buona volontà. Alle ore 17.00,
per tutte le Parrocchie, si celebra l’Eucaristia solenne per la pace.
• Lunedì 6 gennaio, Solennità dell’Epifania, orario festivo delle
Celebrazioni. La S. Messa vespertina di Domenica 5 è prefestiva
dell’Epifania.
Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
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ANAGRAFE PARROCCHIALE
Sono rinati in Cristo con il Battesimo
A SABBIONETA
Sula Enest Emanuele, Sula Bukurije Maria,
Zarotti Emma, Ghisini Edoardo, Marku Ariela,
Sassi Lucia nella Veglia Pasquale, il 30 marzo;
Solci Irene e Buttarelli Maristella il 17 novembre.
A BREDA CISONI
Paolucci Samuel e Cimardi Oscar Filippo l’1 settembre.
A PONTETERRA
Cortellazzi Ludovica, Sarzi Amadè Luca, Tufano Andrea, Franchi
Enea, Panizzi Emma Irene Ida, Zanin Edoardo, Zanoni Beatrice,
Verdi Samuel, il 26 maggio.
A VILLA PASQUALI
Caropreso Noemi, Rolli Giulia, il 20 gennaio
Si sono sposati nel Signore
con il Matrimonio cristiano
A SABBIONETA
Pezzali Lorenzo - Maffezzoli Alessandra l’8
giugno, Pezzali Omar - Lodi Rizzini Laura il
31 agosto, Dall’Acqua Matteo - Franchi
Alessandra il 21 settembre
A BREDA CISONI
Martelli Gianluca - Avanzi Elisa il 7 settembre
A Ponteterra e Villa Pasquali nessun Matrimonio
Si sono incontrati per la prima volta
con il Signore nell’Eucarestia
A SABBIONETA
Agosta Luca, Anversa Natan, Bacchi
Leonardo, Benazzi Enrica, Bonconti Stefania,
Caleffi Cristian, Gorini Jasmine, Corda
Daniel, Freddi Alice, Ghizzi Alice, Lanfredi
Sofia Lorenzo, Lanzi Antonio, Maglia Marica, Meglio Emilio,
Meneghetti Martina, Perini Francesca, Piccinini Francesco, Prati
Noemi, Rosa Giulia, Rubiloni Davide, Sartori Lorenzo, Serposi
Federico, Sula Enest, Tizzi Nicolò, Viscardi Luca
A BREDA CISONI
Cavalli Eros, Marchini Matteo, Pagani Gianluca, Pagani Nicolò,
Sarzi Madidini Alessandro, Tosi Samuel.
Sono stati confermati
nello Spirito il giorno di Pentecoste
Agosta Lorenzo, Benvenuti Alessandra,
Boroni Grazioli Laura, Boscaglia Silvia,
Buoli Lucrezia, Cavalca Cristian, Cavalli
Maichol, De Costanzo Carolina, Freddi
Michael, Gemma Alberto, Graglia Alessandro, Jaquinta Giada, Lanfredini Serena,
Marconi Alan, Marinoni Veronica, Pagani
Vincenzo, Paternieri Alessia, Piccinini Giovanni, Righini Marco,
Romani Diego, Rosa Andrea, Samela Riccardo, Sarzi Braga
Libero, Tizzi Daniele, Tizzi Francesco, Vaccari Lisa, Valenti Diego,
Vicenzi Andrea, Zardi Matteo, Zardi Michelle.
Sono tornati alla casa del Padre
A SABBIONETA
Goi Guerrino, Pagliari Enrico, Mantovani
Primina, Bonconti Adolfo, Fuochi Alessandrina, Sarzi Amadè Guelfo, Storini Bruno,
Cortellazzi Gino, Sanfelici Ida, Sarzi Amadè
Lavinia, Marazzi Maria, Rosa Antonio, Lodi
Rizzini Antenore, Gardini Floriano, Bo
Brunetta, Anselmi Lucia, Barigazzi Clementina, Bosi Eleonora, Bosi Barbarina, Franceschini Giuseppe.
A BREDA CISONI
Marchini Romano, Sarzi Amadè Rosolino, Favagrossa Giovanna,
Vaccari Eva, Aporti Rosolina, Gardinazzi Francesca, Quaranta
Anna, Fuochi Giuseppe, Gardini Abele, Vicenzi Vito, Giuffredi
Federica, Sarzi Bola Alberto, Giacometti Leonzio, Raboni Dionisia,
Zardi Pierino, Travagliati Angiolino, Tenca Angelo, Sarzi Bola
Sergio, Tassinari Carla.
A PONTETERRA
Valletti Paolo, Cortellazzi Abele, Ghizzardi Angelica, Poli Giuseppe,
Vismara Rosa, Menozzi Alessandro, Razzini Giacomo, Martelli
Antonietta, Galafassi Maria.
A VILLA PASQUALI
Pedrazzini Anita, Vicenzi Renato, Casara Silvana, Sarzi Amadè
Don Emilio, Mambrini Enrica, Cavalli Maria, Pedrazzini Luigi,
Guberti Gianfrancesco, Zaffanella Carmen (Suor Fabrizia), Lanini
Adele.
LA BUSTA NATALIZIA. La crisi economica non demorde e induce alla prudenza: non chiedere nulla, soprattutto a chi si trova in una situazione di massima precarietà. Tuttavia i costi di gestione delle chiese e degli oratori, nonché le continue opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, i cui costi si fanno sempre più proibitivi, mettono nella condizione di dovere comunque allungare la mano. Le nostre comunità
hanno l’onore, che è pure un onere gravoso, di possedere chiese meravigliose, e noi non possiamo disprezzare, con l’incuria, l’amore ed i sacrifici che i nostri antenati hanno profuso per rendere gloria a Dio e per dare alla loro esistenza un senso di dignità e di nobiltà. Pertanto, nel
giornale di Natale trovate la busta per l’offerta natalizia, con la quale potremo far fronte agli impegni più pressanti. Quali? C’è solo l’imbarazzo della scelta nell’individuare le urgenze. Grazie a chiunque manifesterà anche il più piccolo gesto di generosità. A tutti l’assicurazione che
“Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7), e che la parrocchia prega sempre per chi la sostiene con amore.
BREDA CISONI, UNITI NELLA GENEROSITÀ PER LA NOSTRA CHIESA. La chiesa di Breda Cisoni ha subito ultimamente alcuni
interventi per renderla più sicura, anche in considerazione degli ultimi tentativi di furto. Per sovvenire a queste necessità, pur consapevoli della
congiuntura economica non facile, in concomitanza con la distribuzione delle buste di Natale facciamo affidamento sulla generosità dei parrocchiani, che ringraziamo in anticipo.
GRAZIE ALLA PROVINCIA DI MANTOVA. Sulla Gazzetta di Mantova del 23 novembre abbiamo letto quasi increduli una buona notizia per la chiesa di Villa Pasquali: 50.000 stanziati dalla Provincia per il capolavoro del Bibiena. A distanza di qualche giorno è giunta la
comunicazione ufficiale. Si tratta di una cifra raccolta all’indomani del terremoto del 2012, sostenuta in gran parte dalla Fondazione Cariplo
e dalle Provincie di Udine e di Sondrio. Vogliamo ringraziare pubblicamente da queste pagine il Presidente della Provincia di Mantova, che,
unitamente alla commissione preposta, ha deciso di incoraggiare, con tale elargizione, gli sforzi che stiamo facendo per restituire alla chiesa di
Villa il suo splendore originario, e Mons. Achille Bonazzi, direttore dell’Ufficio Beni Culturali, ed al suo staff, per avere sostenuto a spada tratta una causa tanto nobile. Chissà che ora qualche “santo” provveda anche alla chiesa del Carmine di Sabbioneta, ancora inagibile, a causa del
terremoto, e della mancanza di fondi!!!
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Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra
Non fiori ma opere di bene... Talvolta, si
E
I
R
legge sugli annunci funebri questa dicitura,
VA che, saggiamente,
ricorda come, davanti alla morte, non è
l’apparenza che conta, ma la sostanza. Proprio in nome della “sostanza” è opportuno ricordare alcune cose importanti.
1 - Facciamo in modo che il tempo della malattia dei nostri cari sia
rischiarato e rasserenato dal conforto della fede. I sacerdoti, le suore, e
chi si dedica alla cura dei malati, non possono immaginare se una persona si trova in una situazione difficile. Avvisare è un gesto di carità. Ai
nostri anziani e ammalati risulta di grande conforto il Sacramento
dell’Unzione degli infermi, che deve essere dato solo quando la persona
è lucida e cosciente, poiché è un aiuto a vivere l’ora difficile del dolore.
2 - Quando una persona muore, non solo gli addetti delle pompe
funebri, ma anche i familiari è bene che prendano contatto con i
sacerdoti, perché la morte non è una questione burocratica, ma
un’esperienza profondamente umana e religiosa.
3 - Entra sempre più nelle abitudini in Italia l’uso di stravaganze,
anche nella celebrazione dei funerali, con richieste talvolta lontane
dal buon senso. È bene, dunque, ricordare, che la celebrazione delle
Esequie coincide con la celebrazione dell’Eucarestia, che è il
Sacramento Pasquale della morte e risurrezione del Signore, alla quale
si associano e partecipano i credenti in Lui. La Liturgia cristiana ha la
capacità di dire già tutto il necessario, senza aggiunta di eccentricità,
e non è il luogo per discorsi o gesti che esulano dal suo scopo.
Discorsi di circostanza, lettere al defunto, gesti particolari, e qualsiasi altra cosa si possono eventualmente fare al cimitero, non in chiesa,
prima della sepoltura.
4 - Talvolta viene dai familiari la richiesta di portare la salma in chiesa tempo prima del funerale. Qualche volta, dato il caso particolare, si
è cercato di acconsentire. L’elasticità è d’obbligo, tuttavia questa abitudine non può diventare la norma. Innanzitutto perché la chiesa non è
una camera ardente: il luogo più naturale per custodire il defunto è la
casa, là dove ha abitato e dove sono custoditi i suoi affetti e la sua esperienza; in secondo luogo perché trovandoci in una comunità pastorale di 4 parrocchie più il santuario di Vigoreto, se diventasse prassi,
avremmo in continuazione le chiese occupate (non dimentichiamo
che da gennaio a oggi siamo già a 60 funerali, e non sono stati rari i
casi di due funerali in un giorno). Al massimo, dunque, e per vera
necessità, si può giungere una mezz’ora o un’ora prima del funerale.
Normalmente la salma, quando proviene dall’ospedale o da una casa
di riposo, giunge in chiesa e si celebra immediatamente il funerale.
5 - Con l’anno nuovo chi desidera la presenza dell’organista al
funerale è pregato di richiederla esplicitamente. Quando il decesso avviene in Domenica si sappia che l’annuncio funebre con le campane viene dato il lunedì mattina, poiché la Domenica, giorno di
festa per la Resurrezione del Signore, non si suona a morto.
6 - Si vede, soprattutto in televisione, che nei funerali più solenni la
bara viene posta su un tappeto ma appoggiata direttamente al pavimento. Si tratta di un gesto molto nobile, che ricorda la nostra condizione: proveniamo dalla terra e alla terra ritorniamo. È una collocazione sicuramente più elegante e più rispettosa che porre la bara su
dei carrelli, che possono essere utili agli spostamenti, ma i nostri
defunti non sono merce. In accordo con le famiglie e con gli addetti,
si cercherà di adottare questo sistema.
7 - Le opere di carità sono certamente una forma meravigliosa di
ricordare, di suffragare, i defunti, ed insieme, la celebrazione
dell’Eucarestia. Il modo più cristiano per vivere la morte di un familiare è quello di confessarsi e di ricevere la comunione: è questo il
legame più vero e più forte con i nostri defunti. Chi desiderasse la
celebrazione delle Messe Gregoriane sappia di dover provvedere con
congruo anticipo. Si sappia che durante le celebrazioni non si fanno
i cognomi dei defunti, ma solo i nomi, perché Dio ci conosce per
nome, non per cognome. Chi vuole ricordare tutti i defunti di una
famiglia segnala uno o più nomi con l’aggiunta “e familiari”. Per evi-
tare disguidi già verificatisi ed avere un quadro globale delle celebrazioni di suffragio per i defunti, dal 1 gennaio 2014, tutte le
richieste di celebrazione di SS. Messe per i defunti, in qualsiasi
chiesa e in qualsiasi giorno avvengano, vanno inoltrate all’ufficio
parrocchiale, dove vi è l’agenda che raccoglie tutti gli impegni e
le celebrazioni della comunità pastorale. Si può passare personalmente in via dell’Assunta 5 a Sabbioneta, o, se è più comodo, si
può telefonare al n. 0375 - 52604. La segretaria Manuela è presente tutte le mattine, da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle ore
12.00. Un grazie sincero e colmo di preghiera a chi, in occasione di
un lutto, ha chiesto o chiederà a familiari ed amici “non fiori, ma
opere di bene”, ed ha invitato a devolvere quanto raccolto con libere
offerte alle nostre parrocchie. Le comunità cristiane pregano sempre
per i loro benefattori.
In conclusione, a conforto di chi sta vivendo un periodo di lutto,
ricordiamo lo splendido dialogo tra S. Agostino e sua madre, S.
Monica, raccontato nel libro delle “Confessioni”: “vedendoci sconvolti
per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo
alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria
e non in terra straniera. Al sentirlo fece un cenno di disapprovazione per
ciò che aveva detto. Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?».
E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi
piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che
dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all'altare del Signore»”.
I vostri sacerdoti
Numeri di telefono dei sacerdoti, delle suore, dell’ufficio parrocchiale. Don Samuele: cell. 320-4615084, casa 0375-52189,
[email protected]; Don Davide: cell. 333- 9234456, casa
0375-52110, [email protected]; Don Ennio: 0375-52035;
Don Pierino: 0375-52062; Suore di Vigoreto: 0375-528147;
Suore di Villa Pasquali: 0375-52393; Ufficio Parrocchiale: 037552604, [email protected].
Auguri a tutti. Un caloroso augurio di un Buon Natale cristiano a
tutti, soprattutto a chi ha maggiore bisogno della vicinanza
dell’Emmanuele Dio con noi. Quindi il nostro augurio si estende al
Vescovo, Mons. Dante Lafranconi; ai sacerdoti e alle suore che si dedicano alle nostre comunità; al Sindaco e all’Amministrazione comunale; all’Arma dei Carabinieri e ai Vigili urbani; ai sacerdoti ed alle
suore nativi delle nostre comunità; ai sacerdoti ed alle religiose che
hanno dedicato tempo e cuore nel servizio alle nostre comunità; ai
membri del Consiglio Pastorale, degli Affari Economici, ed alle catechiste; a tutti i vari organismi di partecipazione; agli educatori ed ai
ragazzi che frequentano gli Oratori, e a quelli che potrebbero arricchire l’ambiente con la loro presenza; a chi si prende cura delle chiese,
assicurando pulizia e decoro; alla corale “Pane di vita” di Sabbioneta
ed al coro di Breda Cisoni e Vigoreto; agli organisti, ai musicisti e ai
direttori di coro; ai ministranti, ai sacristi, ai lettori, agli animatori
liturgici; a tutti coloro che con amore e gratuità prestano servizio alle
Parrocchie ed agli Oratori; ai membri dell’Azione Cattolica; ai membri del Centro Culturale “A passo d’uomo” e a tutti i volontari che rendono fruibili i nostri tesori d’arte; ai soci dei circoli ACLI di Creda
Cisoni e di Villa Pasquali; ai gruppi dell’Apostolato della Preghiera; ai
volontari della Caritas; all’Associazione Pro Loco, a tutti i gruppi e le
associazioni che, con sigle diverse, operano sul nostro territorio, per
rendere sempre più accoglienti e vivibili le nostre comunità e per offrire aiuto ai missionari; a chi dedica, in qualsiasi modo, un po’ di tempo
e di amore a qualcuno; agli anziani e ai malati che non possono essere partecipi della vita delle comunità; agli ospiti e a tutto il personale
della casa di riposo “Serini”; al gruppo UNITALSI, a tutte le famiglie; a chi si sente solo, a chi ha bisogno di una parola di affetto o di
un cuore che batte; ...a tutti, ma veramente a tutti, l’augurio che
Cristo sia luce, conforto e pace.