Intervista all`On. Dario Rossin

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Intervista all`On. Dario Rossin
:sommario
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Eur Torrino News Pubblicazione mensile
ANNO V n°6 giugno 2007
Editrice: Service & Business 2001
Direttore Editoriale: Sergio Di Mambro
Direttore responsabile: Riccardo Alfonso
Redazione: Via degli Eroi di Rodi, 214
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Grafica: Fabiana Falconi
Fabio Zaccaria
Stampa: Ripoli snc
Hanno collaborato:
Stefano Ursi, Valeria De Rentiis, Francesca
Colaiocco, Marta Cecchini, Rossana
Bartolozzi, Fabio Zaccaria, Barbara Frascà,
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Finito di stampare nel mese di:
giugno 2007
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Domenica andiamo a...
Red Hot Chili Peppers: i peperoncini del rock tornano in Italia
Intervista al Vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio
Il nuovo Campus Bio-Medico a Trigoria
Mostre: Aromi e tradizioni dell’isola di Cipro
Tra medicina ufficiale e radionica
Acqua, farina e... la dieta dell’estate
Il futuro dell’Eur tra acciaio e progetti
Vivere il teatro: programmazione giugno
Cinema: I Fantastici 4 e Silver Surfer
Festival di Cannes 2007, l’annata dell’Est
Planet Cinema
Il Salvagente: giornalino a cura della scuola media Matteo Ricci
In attesa del boom Europarco, quartiere e Municipio rispondono
Booklet: tre album per approfondire...
Prostituzione: che fare? (seconda parte)
Istituzioni e agricoltori all’assemblea della Cia
Ipost. intervista al Commissario Straordinario Giovanni Ialongo
Intervista all’Onorevole Dario Rossin
Fonte Meravigliosa e Prato Smeraldo: due quartieri dimenticati
Riletture: Ugo Cornia, le pratiche del disgusto
La Regione informa
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:sommario
:editoriale
Editoriale:
Pontificano veleno e disprezzo
] a cura di Sergio Di Mambro [
Sempre più spesso i media si occupano di
scuola, bacchettoni nazionali pontificano sui
giovani ed emettono sentenze tali da far
accapponare la pelle.
La scuola sembra, secondo loro, uno zoo di
belve feroci, animali in branco senza dignità,
meta, ideali.
In realtà la situazione è ben diversa e il degrado sociale è figlio proprio di questi bacchettoni, di un sistema di comunicazione votato al degrado sociale e alla creazione di modelli fatiscenti e accomodanti per le agenzie
pubblicitarie. Oggi i giovani sono aggrediti in
ogni luogo e in ogni dove: in casa con la televisione e i miti comportamentali che cercano
di imporre, all’esterno da una società violenta e distruttiva che cerca di annientarli. Loro,
spesso soli e indifesi, manifestano il disagio
nei modi più plateali e spesso violenti. Mi
viene da ridere quando penso ai “Kit milanesi” o ad altre forme di coercizione, perché di
violenza si tratta.
La vogliamo dire tutta? I genitori attuali sono
figli di un periodo particolare della nostra
storia, gli anni ‘70, ‘80, ‘90. In quegli anni una
serie di manipolazioni mentali messe in cam-
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po dalla politica e dai media, ha fatto strage
di giovani, con droga, alcool, ecc. Oggi quei
genitori sono i papà, le mamme, che spesso
non riescono a nascondere ai loro figli il proprio consumo quotidiano, o le bottiglie giornaliere. Sono spesso i figli a dire ai genitori
di smettere, di smettere per loro. Le promesse si perdono nelle successive sniffate, spinelli o bottiglie. Purtroppo oggi i giovani sono macelleria sociale e spesso i loro occhi sono spenti e persi nel vuoto, in una solitudine
infinita. Il loro grido di dolore, aiuto, a volte
diventa violenza. Mi dispiace dirlo, ma i veri
malati sono gli adulti: professori, genitori, sociologi, conduttori televisivi. Del sistema politico non parlo, mi vergogno a pensare cosa,
non chi, governa il nostro paese e pretende di
creare le linee guida per una società futura
migliore. Forse dovremmo lasciare ai giovani
la libertà di programmare il futuro, e metterci noi in panchina, visti i disastri che abbiamo fatto e continuiamo a fare. Ringrazio la
scuola Matteo Ricci e ringrazio tutti quei giovani che in silenzio e creando tra di loro una
fitta rete di soccorso morale programmano forse una società migliore. Mi vergogno a pensa-
re che in Italia bambine e bambini vengono
violentati e spesso sono in strada a prostituirsi. Mi vergogno quando le inchieste di pedofilia finiscono sempre allo stesso modo: con
l’assoluzione dei manovali, visto che i mandanti non vengono mai toccati, o sfiorati. Mi
vergogno a pensare come nelle più alte sfere
si nascondono i macellai dell’infanzia. Vorrei
aggiungere che per fortuna non tutti i genitori guardano inerti alla distruzione dell’innocenza e spesso sono in prima linea per difendere
i propri figli, spero che aumentino.
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Domenica andiamo a...
] a cura di Aldo Sabatini [
Per raggiungere la meta che questa volta suggerisco non dovremo percorrere molta strada, non
usciremo addirittura dai confini del nostro Municipio:
propongo una visita a Trigoria.
No, non c’entra nulla il calcio, l’A.S. Roma col suo
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splendido centro sportivo! E neppure una visita
alla vecchia Chiesa Parrocchiale di Castel Romano
o ai tanti riaffioramenti di antiche civiltà, anche
antecedenti quella Romana, che quasi quotidianamente spuntano, non appena un piccone o una
draga vadano un po’ più in profondità nel terreno, e che pure meriterebbero un’escursione!
Invito chi mi legge a partecipare, dal 28 giugno
al primo luglio p. v. alla 11a edizione della Festa
di Trigoria, con la quale si ricorda la Consacrazione
della nuova Chiesa Parrocchiale, e che dà lo spunto a quattro giorni di festeggiamenti per tutti, un
po’ come erano le vecchie sagre paesane di cui
stiamo perdendo memoria: ogni giorno, dalle ore
16 e fino alla mezzanotte, è tutto un susseguirsi
di tornei, animazione per bambini, musica dal vivo con cantanti del nostro Municipio, a cui viene
data la possibilità di farsi conoscere e sentire,
aste di beneficenza, cantanti e complessi musicali professionisti che propongono ogni tipo di
musica, dal coro polifonico a brani ballabili, sia
singoli che di gruppo; e poi ancora un gruppo di
sbandieratori, due bande musicali, per concludere la domenica sera con l’estrazione dei numeri
vincenti la lotteria (primo premio una fiammante automobile!) e gli ormai famosi fuochi artificiali,
ogni anno più belli, che chiudono i quattro giorni di festa.
Menziono per ultimi coloro che in realtà costituiscono la primaria attrazione, intorno alla quale
ruota tutto il buon esito della manifestazione: i
cuochi, che per quattro giorni saranno costantemente e indefessamente attaccati ai loro forni,
friggitrici, bracieri e fornelli.
Il gusto è un senso strettamente personale, non
può essere descritto: bisogna verificarlo di persona! Un motivo in più, e validissimo, credetemi,
per partecipare alla Festa di Trigoria, dal 28 giugno al primo di luglio!
Emanus è il Centro ricostruzione unghie
creato su misura delle proprie clienti. In un’atmosfera calda, allegra e amicale, le sorelle Stefania, Emanuela ed Eleonora realizzano veri e
propri gioielli sulle dita delle clienti.
Emanuela, titolare insieme alle sorelle del Centro
Ricostruzione unghie, ce ne parla:
Come nasce quest’idea?
Quest’idea nasce dalla volontà di sviluppare e realizzare qualcosa di nuovo e di originale insieme alle mie
sorelle; qualcosa dedicato alla bellezza delle donne.
La cura del corpo che le donne hanno mi ha dato lo
spunto per creare un’attività del genere: si dice che
le mani delle donne siano importanti e noi abbiamo
colto l’occasione. Anche perché si dice che il mondo
è nelle mani delle donne!
Cosa offrite?
In questo Centro prima di tutto offriamo la professionalità, con personale qualificato. Questo
è un punto d’incontro: la cliente si rilassa, s’instaura un clima amichevole, il caffè al momento giusto, l’aperitivo, fanno sì che si crei un‘atmosfera gradevole. Cerchiamo d’instaurare un
rapporto confidenziale con la cliente cosicché
per due ore non pensi al lavoro, ai problemi. Si
ride, si scherza, magari guardando un dvd,
ascoltando buona musica. È quello di cui hanno
bisogno spesso le donne. Si parla dei propri
sogni, delle proprie aspettative. Questa è la
caratteristica fondamentale del Centro.
Per quanto riguarda l’estetica ci sono vari trattamenti dedicati alla cura dei piedi e delle mani. Non trattiamo soltanto la ricostruzione in
gel ma anche manicure e pedicure estetico.
Organizzate anche dei corsi?
Sì, organizziamo anche corsi professionali. Abbiamo voluto ampliare questo discorso perché
è un campo in cui ci sono opportunità per tutti, soprattutto per le giovani studentesse che
vogliono entrare nel mondo del lavoro e guadagnare qualcosina. I corsi sono ripartiti in 4
mezze giornate, in genere la domenica o a seconda della necessità della cliente, e vengono
tenuti presso il Centro. Vanno sempre molto
bene anche perché offriamo un tirocinio succesivo. La persona che partecipa al corso viene seguita e ogni mese viene effettuato un
controllo per testare il livello d’apprendimento. Questo è un lavoro in cui solo con l’esperienza si riesce a diventare bravi: occorre manualità.
Presso il vostro Centro, è possibile acquistare prodotti?
Sì, facciamo anche vendita, che spazia dalle
creme ai lucidalabbra ma soprattutto prodotti
per la ricostruzione delle unghie: gel, glitter, lime e tutto quello che occorre per una riuscita
ottimale della manicure. Vendiamo prodotti tedeschi delle migliori marche.
Anchegli uomini si prendono cura del proprio corpo?
Certo, sono sempre molto presenti anche se non
fanno ovviamente la ricostruzione delle unghie. Hanno la possibilità di potersi prendere
cua di sé.
] a cura di Francesca Colaiocco [
Dopo l’uscita dell’album “Stadium Arcadium”, dal
quale è stato estratto anche l’ultimo singolo “Desecration smile”, i Red Hot Chili Peppers annunciano l’unica data italiana del loro tour: il 28 giugno allo “Stadio Friuli” di Udine. Il concerto, inserito nel calendario della manifestazione “Udineestate 2007”, fa parte dell’acclamata tournèe che
da qualche mese sta conquistando il pubblico di
tutto il mondo. In occasione della tappa nostrana, Anthony Kiedis (voce), John Frusciante (chitarra), Michael Balzary detto Flea (basso) e Chad
Smith (batteria) porteranno sul palco i grandi
successi del repertorio classico e i brani dell’ultimo lavoro, accompagnati da una scenografia del
tutto originale. Un anno fortunato per i “peperoncini”, che nell’ultima edizione dei Grammy
Awards hanno conquistato ben quattro premi: miglior canzone e miglior performance di gruppo per
il brano “Dani California”, miglior album e miglior
“limited edition package” per il doppio cd “Stadium Arcadium”.
La storia della band californiana, dall’inconfondibile miscela funk, rap e rock, è a dir poco travagliata. La prima formazione ufficiale nasce nel
1983: Anthony, Flea, Hillel Slovak (chitarra) e
Jack Irons (batteria) sono compagni di scuola alla
Fairfax High School di Los Angeles. Il gruppo, che
inizialmente si chiama “Tony Flow and the
Miraculously Majestic Masters of Mayhem”, comincia a suonare nei locali della zona in cerca di un
contratto, pur essendo tormentato dal problema
della droga. Hillel e Jack lasciano la band per
dedicarsi a un altro progetto, e al loro posto subentrano il chitarrista Jack Sherman e il batterista
Cliff Martinez. I quattro chiedono ad Andy Gill dei
“Gang of Four” di produrre il loro primo album:
“The Red Hot Chili Peppers” viene pubblicato nel
1984 ma non riscuote particolare successo, così
come il tour. Dopo alcuni mesi Hillel torna con i
suoi compagni e nel 1985 esce “Freaky Styley”,
lavoro dalle sonorità funk e punk prodotto da
George Clinton. Ancora una volta le vendite non
sono delle migliori, ma il gruppo comincia a farsi
conoscere negli ambienti underground grazie ad
esibizioni dal vivo di grande impatto fisico, come
quelle in cui appaiono quasi completamente nudi.
Nel frattempo Jack Irons è di nuovo nel gruppo e
nel 1987 arriva anche il terzo album, “The Uplift
Mofo Party Plan”. Un anno dopo esce “The Abbey
Road E.P.”, con la cover di Jimi Hendrix “Fire” che
era stata esclusa dal lavoro precedente. Nel frattempo Hillel Slovak continua a combattere con la
dipendenza dall’eroina, che lo porterà ad una
morte per overdose nel giugno 1988, sconvolgendo letteralmente i suoi compagni. In seguito a
questo episodio il batterista Jack Irons, vecchio
amico di Slovak, decide di abbandonare il gruppo.
Sembra la fine dei Red Hot Chili Peppers, ma dopo
una lunga ricerca entrano nella band il diciottenne chitarrista John Frusciante e il batterista Chad
Smith: d’ora in poi sarà questa la formazione più
o meno definitiva dei “peperoncini”, che nel 1989
pubblicano “Mother’s Milk”, primo grande successo e disco d’oro grazie anche alla rotazione dei
video di “Higher Ground”, cover di Stevie Wonder,
e “Knock Me Down”, dedicata all’amico scomparso. Nel ‘91, dopo la firma del contratto con la
Warner e l’avvio della collaborazione con il celebre produttore Rick Rubin, arriva la consacrazione
definitiva con l’uscita di “Blood Sugar Sex Magik”.
Il disco è supportato da straordinari singoli come
“Under The Bridge”, che ricorda i problemi di
Anthony con la droga, “Breaking The Girl” e “Give
It Away”, miglior video nel ‘92 agli Mtv Europe
Music Awards. L’album rimane in vetta alle classifiche di tutto il mondo per un anno intero ed è
quattro volte disco di platino.
I Red Hot Chili Peppers diventano un fenomeno
musicale e la loro tournèe registra il tutto esaurito, sia in America che in Europa. Ma le vicissitu-
dini non sono finite: nel ‘93 John Frusciante
lascia i compagni, a causa dello stress e della
dipendenza da eroina. A sostituirlo è Dave
Navarro, ex chitarrista dei Jane’s Addiction. Nel
‘95 esce un altro album, “One Hot Minute”, che
contiene i successi “My Friends”, “Aeroplane”,
“Warped” e “Pea”: i Red Hot Chili Peppers partono per un grandioso tour mondiale di 64 date in
21 Paesi. Appena tre anni dopo, Dave Navarro
lascia definitivamente la band, a causa delle
incomprensioni con i compagni e dei problemi
con la droga. Nel 1999 avviene il grande ritorno
di John Frusciante dopo 6 anni di assenza, durante i quali collabora con diverse band e realizza
due album da solista: “Niandra Lades and Usually
Just a T-shirt” (1994) e “Smiles From The Streets
You Hold” (1997). Qualche mese dopo esce
“Californication”, disco melodico e ritmato (sicuramente lontano dallo stile degli esordi) che
riscuote una calorosa accoglienza. L’album è 33
volte disco di platino e il singolo “Scar Tissue”,
una delle canzoni più belle in assoluto, conquista
il Grammy Award nello stesso anno. Nel luglio del
2002 esce “By The Way”, preceduto dall’omonimo
singolo: l’ottavo lavoro della band (e il quarto con
John alla chitarra) riscuote un successo talmente
grande che raggiunge la prima posizione in 16
paesi del mondo, facendo rientrare in classifica il
disco precedente e registrando 11 milioni di copie
vendute dopo un solo anno. Nel 2003 i “peperoncini” festeggiano 20 anni di carriera con la pubblicazione del “Greatest Hits” e di alcuni dvd tra
cui il “Live In Hyde Park”, primo album live ufficiale del gruppo. La primavera del 2006 è segnata dall’uscita dell’album inedito “Stadium
Arcadium”, anticipato dal singolo “Dani California”, che dopo appena 24 ore è disco d’oro in
Italia: un’ulteriore conferma del grande talento
dei Red Hot Chili Peppers, band di straordinario
successo che ha conquistato il mondo con oltre
60 milioni di copie vendute.
eur:torrino:news 13
] a cura di Sergio Di Mambro [
Intervista a Gino Falleri
vicepresidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio,
Nella situazione particolare in cui ci troviamo,
dove poche mani controllano l'informazione, in
che modo l'Ordine potrà nel futuro, ma anche
nell'immediato presente, creare una tutela per
la libertà di stampa?
È necessario ricordare che i giornalisti sono autonomi nella gestione dell'informazione, visto che
sono i responsabili della corretta informazione e
questa loro responsabilità non è subordinata a nessuna Istituzione, né all'editore, tanto meno al
governo e agli enti pubblici. I giornalisti hanno
un rapporto diretto con la collettività, informano
nell'interesse della collettività, prendendo spunto
da quello che diceva alla fine dell'800-inizi ‘900,
il famoso Joseph Pulitzer: “I giornalisti sono una
sorta di guardiani delle libertà istituzionali dei singoli cittadini, svolgono una funzione di alto interesse
sociale, tant'è vero che in Italia l'informazione è
un servizio di preminente valore pubblico”.
Abbiamo visto negli ultimi mesi un concentrarsi
di attenzione da parte delle Istituzioni verso
una nuova legge, il modo in cui interpretare la
stampa, Lei come vicepresidente dell'Ordine,
cosa ne pensa?
È vero che molte volte le istituzioni parlamentari
di fronte a determinati fatti cercano di trovare delle nuove soluzioni legislative tese a imbrigliare
l'informazione, ovvero evitando che certe cose siano portate a conoscenza della collettività. Per
esempio non so se la collettività si ricorda cosa
scrisse un paio di anni fa Cesare Salvi e Massimo
Villone, sul costo della politica, oppure quello che
hanno scritto ultimamente Rizzo e Stella del Corriere
della Sera, parlando della “Casta”, di quello che fanno i nostri politici. Tra le pagine di entrambi i libri,
notiamo che le retribuzioni dei nostri rappresentanti escono un po’ fuori dalla norma, a paragone
di altri paesi vicino a noi. Basta ricordarsi anche
quando il Garante della Privacy intervenne immediatamente, in seguito ad alcune dichiarazioni fatte
da alcuni giornali nei riguardi di un personaggio
pubblico: certe cose non si potevano fare, con il
rischio della galera per i giornalisti. Questa situa-
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zione esiste da diverso tempo, non è stato
risolto neanche il problema delle cosiddette querele o diffamazioni. I giornalisti a
volte sono costretti a pagare per svolgere
un'attività di alto interesse collettivo.
Abbiamo parlato dell'informazione globale, quella nazionale, ma c'è anche
un'informazione locale, collegata ai quartieri, alle città e alle realtà più vicine a
noi. Ci sono tanti pubblicisti, tanti piccoli editori, cosa può fare l'Ordine per
creare posti di lavoro per tanti pubblicisti che purtroppo non hanno la possibilità
di avere un affiancamento?
L'Ordine ha poca competenza a riguardo,
perchè tutto quello che riguarda la parte
economica, normativa, di tutela del lavoro,
di posti di lavoro, è di competenza del sindacato, della Federazione Nazionale della
Stampa, attraverso le associazioni locali. La foto di Giuseppe Mete
Federazione ha fatto molto fino ad ora, ma
il mondo dell'informazione è un mondo a se stan- inserire in questo scenario anche le free press, nei
te, un mondo particolare dove non sempre i tariffari paesi che la consentono, con un dato di circa 30.000
deliberati dal Consiglio Nazionale dell'Ordine, o copie al giorno.
quanto viene stabilito dal contratto nazionale di
lavoro dei giornalisti viene applicato. Manca di cer- Agli aspiranti giornalisti e pubblicisti, tra i quato un'attenzione da parte del Parlamento nei confronti li molti giovani che frequentano ancora le scuole
delle trasformazioni in atto che ci sono nel mon- medie, cosa consiglia?
do dell'informazione. Il pluralismo si allarga sempre È difficile dare dei consigli perché c'è troppa diffedi più con la nascita e la crescita dei giornali di renza generazionale, però posso dire che questa è
quartiere, una nuova voce, nello stesso tempo lo una grandissima professione che, se svolta bene,
Stato, però, dovrebbe guardare con maggiore at- ha un grande significato e può veramente modifitenzione le piccole realtà editoriali, proprio in care molte cose. I giornalisti sono, praticamente,
difesa delle istituzioni democratiche. Anche per- i testimoni del tempo, non asettici, ma attivi, che
ché tutto il mondo del giornalismo si sta modificando, stimolano le istituzioni pubbliche a modificare tannon esiste più solo il giornale locale cartaceo, ma te situazioni. Alcuni fatti, senza la testimonianza
anche le street tv, i blog, fonti altre di informa- dei giornalisti, non sarebbero mai venuti alla luce.
zione, che focalizzano le opinioni su certi argomenti. E molti giovani, emulando la passione che vedono
Il giornale tradizionale si sta modificando, forse in alcuni giornalisti, sentono lo stimolo per intrascomparirà per lasciare spazio alla rete, al web, an- prendere questa professione. Quello del giornalista
che per una questione di costi, che crescono non è un gran mestiere, se viene fatto correttamente,
solo per la materia prima, ma anche per il lavoro rispettando le norme e rispettando i valori che la
individuale che dà prestigio al giornale. Bisogna società esprime quotidianamente".
] a cura di Fabrizio Piciarelli [
Il PRABB al servizio del malato
Dopo quasi 13 anni d’intensa attività, il Campus
Bio-Medico, che si trova nel XII municipio, nella
zona di Trigoria, potrà contare sul nuovo
Policlinico e sul PRABB (Polo di Ricerca Avanzata
di Biomedicina e Bioingegneria) che sorgeranno
accanto al Centro dell’Anziano, in funzione già
dal 2001, grazie alla donazione di Alberto Sordi
di 8 ettari di terreno. Il nuovo Campus universitario è stato realizzato con 250 milioni di euro tra
fondi privati e pubblici, nazionali ed europei. Due
facoltà, medicina e ingegneria biomedica, per
400 posti letto, 18 sale operatorie e 600.000 prestazioni l’anno. Una struttura, quella del PRABB,
5 volte superiore alla precedente con 70 ricercatori e più di 100 pubblicazioni impattate, ovvero
fornite di un riconoscimento ogni anno. Ciò che
contraddistingue questa struttura, progettata
dall’Architetto Aurelio Gorgerino, è la sdrammatizzazione per la malattia, l’attenzione per il
paziente. Un’opera imponente che occuperà
20.000 mq e 70 ettari, in cui lavoreranno fianco
a fianco ricercatori, medici e studenti per offrire
un servizio di sempre maggiore qualità ai pazienti. Una forte attenzione agli aspetti umanistici
all’interno delle discipline del Campus permetterà
una preparazione molto più sensibile all’essere
umano e un approccio diverso nei confronti del
malato. Il Prof. Paolo Maria Rossini, Direttore
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scientifico del settore ricerca del Campus BioMedico, ha illustrato alle tante personalità presenti, tra cui il Presidente della Regione Lazio,
Piero Marrazzo, il Sindaco di Roma, Walter
Veltroni, e l’Assessore alle Piccole e Medie
Imprese della Regione, Francesco De Angelis, le
strategie di sviluppo del futuro Polo: “Questo è
un centro integrato di ricerca dell’Università
Campo Bio-Medico di Roma. Come struttura ed
edificio è nato con i fondi europei che transitano
nella Regione Lazio. Ci prefiggiamo un obiettivo
ambizioso che è quello di creare un contenitore
in cui tante competenze, facoltà di bio-ingegneria, facoltà di medicina, fisici, biologi, farmacologi, possano mettere insieme le attività di ricerca per la diagnosi, la prevenzione e la cura delle
malattie che affliggono l’essere umano − afferma
Rossini. Usciamo dalla logica dei singoli laboratori che lavorano per un unico scopo. S'integrano
in un gruppo di ricerca per entrare in una logica
di core facilities, quindi di alte tecnologie che si
uniscono al servizio di tanti gruppi di ricerca. In
un singolo laboratorio lavoreranno fianco a fianco ingegneri, informatici, medici, statistici, informatici, biologi per ottenere un risultato unico: la
ricerca di un nuovo brevetto, una nuova scoperta, un nuovo modo per alleviare le sofferenze
della persona malata".
L'Assessorato alle PMI ha avuto un ruolo fondamentale, come ci dice l'assessore De Angelis:
"Siamo soddisfatti per questa bellissima struttura. Ci sono molti giovani e ricercatori, il che consente di guardare con fiducia al futuro del Paese.
L’Assessorato è intervenuto con un contributo
importante di circa 4 milioni di euro per realizzare una struttura preziosa, focalizzando l'attenzione soprattutto sul tema della ricerca, dell’innovazione e delle Piccole e Medie Imprese. È decisiva
l’innovazione, è decisiva la ricerca, come il
Campus, dove anche il distretto industriale chimico-farmaceutico ha prospettive di crescita,
sfruttando magari quell’area industriale interessante a ridosso del Campus, che può prevedere
forti investimenti per la crescita sia del distretto
che delle Piccole e Medie Imprese impegnate in
questo settore. L’uomo è al centro, e il diritto alla
salute per tutti i cittadini è al primo posto.
Questo è un momento importante di crescita per
la Regione Lazio, di collaborazione, nei prossimi
anni, su alcuni progetti di innovazione e ricerca
assieme alle attività del Campus, di rapporto con
le Piccole e Medie Imprese, usando anche le risorse comunitarie”.
Era presente alla giornata anche Joaquin NavarroValls, Presidente del Comitato di Consiglio e
Indirizzo dell’Università - che richiamando la
Mission con cui il Campus Bio-Medico di Roma è
nato nel 1991, “la Scienza per l’uomo”, ha riproposto la questione antropologica nella ricerca
scientifica: “Ogni progetto di ricerca che voglia
mantenere un rapporto con la realtà ed essere al
servizio dell’uomo − ha dichiarato Navarro-Valls −
pone una questione a monte alla quale ogni ricercatore deve rispondere: Chi è questo essere
umano?”. Delineando poi le strategie di sviluppo
del Polo, ha esposto anche le linee di ricerca sulle
quali, ricercatori e laboratori, indirizzeranno il
proprio lavoro, ovvero: Patologie dell’età senile,
Neuroscienze, Oncologia, Disfunzioni del metabolismo, Tecnologie e ICT applicate alla biomedicina. L’Ateneo, collabora inoltre con numerose
Università e Centri di Ricerca in Italia e all’estero
(USA, Giappone, UK, Francia, Spagna, Germania,
ecc.) su alcuni progetti, creando una sinergia e
un filo conduttore di ricerca tra le diverse strutture.
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Aromi e tradizioni
dell’isola di
Cipro
] a cura di Francesca Colaiocco [
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Sono oltre 100 i reperti archeologici in esposizione nelle Sale di Palazzo Caffarelli, presso i
Musei Capitolini di Roma, fino al 2 settembre
prossimo. “I profumi di Afrodite e il segreto
dell’olio. Scoperte archeologiche a Cipro” è una
mostra sulla più antica fabbrica di profumi del
Mediterraneo ad oggi conosciuta, sepolta da un
terremoto nel II millennio a.C. nell’isola di Cipro
e riportata alla luce dalla Missione Archeologica
Italiana del CNR a partire dal 1998.
La maggior parte dei ritrovamenti provengono dal
sito di Pyrgos, nella zona sud-occidentale dell’isola di Cipro, e dall’adiacente Museo di Limassol:
le ricerche, guidate dall’archeologa Maria Rosaria
Belgiorno, hanno portato alla luce i resti di un
grande impianto industriale per la produzione
dell’olio d’oliva. L’importanza della scoperta consiste nel rinvenimento di un’area archeologica
intatta, probabilmente abbandonata nel 1850
a.C. in seguito a un terremoto e allo scoppio di
un violento incendio. In particolare, sono stati
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recuperati un frantoio e un magazzino, che testimoniano l’impiego dell’olio non solo a scopo alimentare ma anche nei settori della tessitura,
della profumeria e della metallurgia. Un antichissimo edificio di almeno 4000 metri quadri, le cui
strutture e suppellettili perfettamente conservate hanno permesso di ricostruire le originali tecniche di lavorazione dei profumi: si ritiene che al
momento del terremoto era in corso la produzione di ben 14 essenze, tra le quali rosmarino, bergamotto, lavanda e alloro. Tra i numerosi reperti
1- Anfora con anse raffiguranti due statuette a figura umana - Scavo di Pyrgos: inizio II millennio a.C.
2- Statuetta femminile in calcare con fiore - Tempio
di Afrodite ad Amatunte: Periodo Cipriota Arcaico II
3- Unguentarium attico a forma di mandorla Necropoli di Amatunte, tomba 286/7: IV secolo a.C.
4- Imbuto - Scavo di Pyrgos: inizio II millennio a.C.
(Museo del Distretto di Limassol)
5- Apparato distillatorio - Scavo di Pyrgos: inizio II
millennio a.C.
in mostra, un’anfora con due statuette antropomorfe al posto dei manici, una brocca decorata
con serpenti a rilievo, un supporto a ferro di
cavallo e numerosi incensieri, imbuti, bracieri,
mortai, miscelatori e oggetti in vetro. Particolare
anche l’attrezzatura per la distillazione, costituita da quattro grandi vasi in terracotta che anticipano di oltre 2600 anni l’invenzione considerata
degli arabi. Nello spazio dell’esposizione è poi
possibile ammirare una ricca vegetazione che,
insieme ai quattro aromi riprodotti sulla base
delle testimonianze letterarie, ha la funzione di
rievocare l’ambiente originale. Una serie di portaprofumi testimonia inoltre la continuità della
produzione fino al periodo bizantino: un’attività
che nel corso del tempo ha finito per consolidarsi come vero e proprio simbolo dell’isola consacrata ad Afrodite. A conclusione dell’esposizione,
una serie di oggetti moderni utilizzati ancora
oggi per la realizzazione di essenze destinate
all’uso domestico o liturgico.
Viaggio nel mondo della sofferenza:
tra medicina ufficiale e radionica
Un paziente ci parla della sua odissea:
“Con la Medicina Ufficiale non avevo speranze, con la Radionica sto bene”
] a cura di Sergio Di Mambro e Luciana Buono [
Continua il viaggio nel mondo della Radionica
ascoltando i pazienti, e in questa intervista il
sig. Luciano Polverari ci parla della sua esperienza.
Sig. Luciano, cosa le è successo?
Nell’estate del 2001, a seguito di leggeri disturbi
e tramite analisi, ho scoperto di avere un cancro,
e nel giro di una settimana mi sono dovuto operare d’urgenza per un adenocarcinoma al colon.
Mi sono operato ad Ancona. L’operazione, a detta
dei professori, era andata benissimo, in quanto
tutti i linfonodi rimasti erano sani, e quindi,
sarei dovuto tornare a una vita normale.
Comunque mi è stato consigliato di fare un ciclo
di chemioterapia, per sei mesi ho accettato. Alle
prime analisi, però, mi è stata riscontrata una
macchiolina nel fegato, e hanno deciso di intervenire con un ago aspirato e, dall’esame istologico, è emerso che si trattava di cellule ripetitive (cellule tumorali). A questo punto mi hanno
prescritto di fare altri cicli di chemioterapia con
sostanze diverse dalle precedenti. Dopo il primo
ciclo sembrava che i marcatori tumorali fossero
tornati nella normalità. A fronte di dolori alle
spalle, e per maggiore sicurezza, mi è stata fatta
fare una scintigrafia ossea, e nella spalla sinistra
è stato trovato qualcosa di anomalo, non sapendo cosa fosse hanno scritto “tumore?”. Ho fatto
una nuova TAC e mi è stato diagnosticato il
tumore. Mi hanno quindi inserito in una lista
per fare radioterapia
alla spalla. Prendo contatti con l’apposita
struttura per iniziare la
radioterapia ed ero deciso a farla. Di fronte alla richiesta di inserirmi
un chiodo nella spalla
per rinforzare l’osso sottoposto a tale cura, ho
cominciato a fare resistenza. A questo punto
sono andato privatamente a fare altre visite, rivolgendomi ad uno
dei migliori specialisti
del settore, il quale mi
ha detto che non avevo
un tumore alla spalla, e
tale diagnosi è stata
confermata dal prelievo, oltre che dal relativo esame istologico.
Durante il prelievo
osseo ho conosciuto un
medico, originale nel
suo approccio, che ha
voluto vederci chiaro
anche sulle diagnosi
precedenti perché, ha
22 eur:torrino:news
affermato: ”come hanno sbagliato diagnosi per
la spalla, potrebbe essere successo anche per il
colon e il fegato”. A questo punto faccio un ulteriore TAC e un ulteriore esame istologico al fegato. Dalla TAC vengono riscontrati angiomi e non
più cellule ripetitive, mentre dall’esame istologico cellule ripetitive. A questo punto ho cambiato struttura ospedaliera. Ho ripreso a fare chemioterapia al fegato con modalità operative differenti e senza grandi risultati. Faccio un secondo ciclo di chemioterapia che interrompo perché
non dà nessun risultato.
Dopo tali vicissitudini, cosa ha deciso di fare?
Avrei continuato con la medicina ufficiale perché
non avevo alternative. Ero disperato e cercavo
una via d’uscita. Casualmente, parlando con un
mio parente, mi è stato consigliato di seguire un
approccio alternativo alla medicina ufficiale, e
quindi, mi sono rivolto alla Radionica. Ero molto
scettico, ma non avevo nulla da perdere, e ho
accettato. Sono venuto a Roma, dove ho incontrato il Prof. Genovesi e la sua équipe. Mi è stato
consigliato un approccio fitoterapico, e una
dieta molto rigorosa. Dopo poco tempo ho
riscontrato dei benefici dal punto di vista fisico
e psicologico. Nel tempo il mio giudizio verso la
Radionica è completamente cambiato. Infatti,
ho accettato non solo di seguire la loro cura, ma
anche i loro metodi diagnostici. Vorrei aggiunge-
re che tramite la Radionica non mi è stato diagnosticato il cancro, e inoltre non avevo il cancro al colon o cellule ripetitive al fegato. Quando
ho iniziato la Radionica ho interrotto la chemioterapia in quanto non ha dato nessun tipo di
risultato, anche se ho continuato a fare le analisi.
Vediamo di capire meglio. Con la Radionica
raggiunge un livello psicofisico assolutamente positivo, mentre le analisi cliniche che tipo
di riscontro dànno?
Le analisi della medicina ufficiale dànno un peggioramento in quanto i marcatori tumorali sono
aumentati, mentre il mio stato fisico da me percepito è assolutamente positivo e confermato
dalla Radionica. Vorrei aggiungere, a sostegno
del mio stato di salute, che alcuni medici e oncologi mi hanno detto che le analisi hanno un
valore importante ma non assoluto, fa la differenza lo stato di salute percepito e vissuto.
Nel prossimo numero andremo a intervistare il
Prof. Genovesi per farci spiegare come mai i marker tumorali risultano alti mentre il paziente ha
una percezione del suo stato di salute ottimale.
Nella foto:
Il direttore Sergio Di Mambro
e il sig. Luciano Polverari
foto di Giuseppe Mete
Acqua, farina e...
Insalata di pasta con pollo e sedano al pesto
] a cura di Valeria De Rentiis [
sotto l'acqua corrente per un paio di minuti per
raffreddare la pasta e lasciatela scolare bene.
Mentre la pasta cuoce, pestate insieme i pinoli, il basilico e l'aglio, e unite il pecorino e l'olio. Se necessario aggiungete un cucchiaio dell'acqua di cottura della pasta per diluire il
tutto. Quando la pasta è fredda conditela con
il pesto ottenuto.
ingredienti:
• 100 gr di pasta corta (gnocchetti
sardi, ditali, pennette, conchigliette)
• 150 gr di petto di pollo arrosto
• 1 cuore di sedano
• 10 belle foglie di basilico
• 10 gr di pinoli
• 1 piccolo spicchio d'aglio
• 1 cucch. di parmigiano o pecorino
• 1 cucchiaio d'olio d'oliva
• sale
L’
estate è alle porte. Avete poco appetito e magari preferite mangiare sempre
le solite cose.
Per non buttarvi sulla solita Caprese,
domani a pranzo provate questo primo, ottimo
per le giornate calde in cui si ha poca voglia di
mettersi ai fornelli. In più le calorie sono contenute (solo 350!)
Tagliate il pollo a fettine sottili e distribuitelo
sulla pasta. Lavate e scolate il sedano e tagliatelo a fettine sottili senza togliere le foglioline. Salate e rimestate delicatamente. Se non
avete il tempo di preparare il pesto fresco,
potete sempre utilizzare le confezioni che trovate nei supermercati.
PREPARAZIONE:
Lessate la pasta in
abbondante acqua salata e scolatela al dente. Passate lo scolapasta
La dieta dell’estate
N
el mese di giugno molti di voi avranno la possibilità di concedersi qualche
giorno di vacanza. Perché non approfittarne per rimettersi un po’ in forma?
Questo mese vi proponiamo una dieta, da
seguire per una settimana e che ha lo scopo di
depurare l’organismo e mantenervi leggeri.
Provate e fateci sapere se avete ottenuto i
risultati sperati!
Primo giorno
- Colazione: un vasetto di yogurt intero, 2 cucchiai di corn flakes, ciliege.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: carote e finocchi conditi con 3 cucchiaini di olio e succo di limone, insalata di
pomodori e lattuga, 1 cucchiaino di olio, pane
di segale.
Ore 17: succo di ciliegia.
- Cena: zuppa di asparagi, insalata belga, 2
cucchiaini di olio, pane di segale.
Secondo giorno
- Colazione: thè, 1 cucchiaino di miele, pane
26 eur:torrino:news
chiaini di parmigiano, melanzane ai ferri con
2 cucchiaini di olio, pane integrale.
Ore 17: centrifugato o succo di carota.
- Cena: carpaccio di manzo con funghi freschi,
scaglie di parmigiano, rucola e succo di limone, insalata di lattuga, 2 cucchiaini di olio,
pane integrale.
integrale con 2 cucchiaini di miele.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: fusilli al pomodoro e basilico, 2 cuc-
Terzo giorno
- Colazione: un vasetto di yogurt intero, 2 cucchiai di corn flakes, ciliege.
Acqua, farina e...
integrale con 2 cucchiaini di miele.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: pasta con piselli freschi, 1 cucchiaino d'olio, insalata di radicchio, 2 cucchiaini di
olio, pane integrale.
Ore 17: succo di carota.
- Cena: 2 uova sode, zucchine lesse, pomodori, 2 cucchiaini di olio, pane integrale.
Sesto giorno
- Colazione: un bicchiere di succo di pompelmo, un vasetto di yogurt alla frutta.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: 2 pomodori ripieni di riso, cruditè al
pinzimonio, pane integrale.
Ore 17: succo d'ananas.
- Cena: 6 fette di prosciutto crudo, 3 fettine
d'ananas, radicchio, 1 cucchiaino d'olio, pane
integrale.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: pasta integrale al pomodoro, zucchine
lesse, 2 cucchiaini di olio, pane di segale.
Ore 17: succo di ciliegia.
- Cena: carne ai ferri, insalata belga, 2 cucchiaini di olio, pane di segale.
Quarto giorno
- Colazione: un bicchiere di succo di pompelmo, un vasetto di yogurt alla frutta.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: insalata mista con gamberi, indivia,
mozzarella, tonno al naturale, carote, succo di
limone, 2 cucchiaini di olio, pane integrale.
Ore 17: succo d'ananas.
- Cena: pollo arrosto al rosmarino, peperoni
arrostiti, 2 cucchiaini di olio, pane integrale.
Quinto giorno
- Colazione: thè, 1 cucchiaino di miele, pane
Settimo giorno
- Colazione: thè, 1 cucchiaino di miele, pane
integrale con 2 cucchiaini di miele.
Ore 11: ciliege.
- Pranzo: riso con piselli freschi, 1 cucchiaino
d'olio e 1 di parmigiano, insalata di pomodori, 2 cucchiaini di olio, pane integrale.
Ore 17: succo di carota.
- Cena: hamburger ai ferri, radicchio rosso, 1
cucchiaino d'olio, pane integrale.
eur:torrino:news 27
Eur
Il futuro dell’
tra Acciaio e progetti
] a cura di Daniele Caratelli [
L’Eur, sigla di “Esposizione Universale di Roma”,
è uno dei quartieri della Capitale che si stanno
sviluppando sempre più velocemente. Dalla sua
ultimazione, nel 1960, questa zona non ha mai
arrestato la sua espansione e oggi è sicuramente una delle più rilevanti della Capitale. Proprio
per questo motivo si susseguono lavori e progetti che in pochi anni dovrebbero rendere il
quartiere ancora più all’avanguardia. Tra questi
spiccano sicuramente i programmi per la realizzazione di un vasto centro commerciale e di un
grattacielo nella zona del Torraccio, tra la via
Pontina e il Torrino. In realtà le torri saranno
due, verranno innalzate all’interno di un esteso
centro direzionale, avranno un’ampiezza di 90
metri cubi con un’altezza pari a 120 metri (30
piani) e saranno costituite prevalentemente da
vetro, acciaio e travertino. La prima sarà destinata a uffici, l’altra ad abitazioni. All’interno ci
saranno anche bar, ristoranti, sale espositive e
ai piedi una piazza come quella della Minerva
alla città universitaria. Franco Purini, il progettista, le immagina “semplici ed enigmatiche”.
I lavori inizieranno entro la fine dell’anno e
prevedono una struttura composta da due torri
parallele, ispirate all’architettura romana. Su
una parte piana, ampia 400 metri per 80 saranno invece posizionate sculture e opere d’arte
sul modello della “Défense” di Parigi. Sulla
piazza che sovrasterà i parcheggi nascerà un
centro commerciale composto da bar, negozi e
ristoranti. Questi, però, non sono gli unici progetti in programma per il quartiere: il “Palazzo
della civiltà italiana” o “Colosseo quadrato” ha
già subìto diversi cambiamenti, al suo interno
sta per nascere un ristorante e sarà cambiato il
sistema di illuminazione che riguarderà anche
l’esterno.
Per la “Piscina delle rose”, in viale America, di
fronte al laghetto artificiale, si prevede un rinnovamento architettonico e funzionale con la
realizzazione di una copertura trasparente, e il
rifacimento delle zone di servizio. L’opera più
28 eur:torrino:news
320.000 metri cubi ospiterà anche un albergo
con 600 stanze, e un parcheggio di 2600 posti.
Per quanto riguarda il Velodromo di via del ciclismo, il 16 Aprile, in Campidoglio, si è svolta la
conferenza del sindaco Walter Veltroni sul “programma di recupero e trasformazione” dell’area
della struttura sportiva ormai in stato di totale
abbandono. Verrà realizzato un innovativo centro benessere con piscine e palestre, oltre ad
asili, spazi per gli uffici del municipio, piste
ciclabili e parcheggi.
Molte le opere previste, ma fino ad ora, nella
zona, i lavori per la mobilità sono stati scarsi.
La preoccupazione nasce soprattutto nel vedere
il numero di persone che queste strutture ospiteranno, e accorgersi che già oggi, nelle ore di
punta, la mobilità è prossima al collasso. Da
giorni sulla via Pontina si lavora per uno svincolo che la collegherà direttamente alle torri e
al centro commerciale previsti al Torraccio, e a
breve si dovrebbe iniziare a lavorare per una
rotatoria tra via dell’Oceano Pacifico e via della
Grande Muraglia, ma sarà difficile che questo
basterà per i futuri flussi di automobili. Se poi
si parla di parcheggi è vera emergenza. Il presidente del municipio ha varato l’ipotesi di una
via Colombo senza incroci a raso dall’altezza di
viale Marconi ma il progetto è ancora in alto
mare. Per i progetti nel XII Municipio, Pasquale
Calzetta di Forza Italia afferma: “I progetti pos-
attesa per il momento resta però il nuovo
“Palazzo dei Congressi” che, con il progetto da
poco approvato, ha preso anche il nome di
“Nuvola” di Fuksas. Sorgerà tra viale Europa,
viale Asia e via Cristoforo Colombo, su un’area
di 27.000 metri quadrati di proprietà dell’Eur
S.P.A. Avrà uno straordinario valore artistico.
Gli elementi architettonici saranno rappresentati da una “nuvola” in gore-tex che “galleggerà” in una “teca” di acciaio e vetro alta 32
metri, larga 75 e lunga 198. La struttura sarà
molto flessibile e in grado di ospitare eventi di
vario genere con una capienza che raggiungerà
i 9500 posti. La cubatura complessiva di
sono trasformarsi in importanti strutture per i
cittadini non solo dell’Eur, a patto che venga
posta priorità alla mobilità del quartiere che,
con le nuove opere previste in zona, rischia di
collassare”. Francesco De Noia (Lista civica per
Veltroni) riguardo al velodromo dichiara: “Dopo
tanti anni di discussioni tra Coni, Eur Spa e
Comune, si è finalmente raggiunto un accordo
di programma che trasformerà completamente
quell’area dell’Eur. Importante anche la rotatoria che agevolerà la circolazione stradale tra il
Torrino e il quartiere storico dell’Eur.
VIVERE IL TEATRO
programmazione giugno
] di Valeria De Rentiis [
•Teatro Manzoni
“Cose di casa” è lo spettacolo che chiude la stagione di successi del teatro diretto da Pietro
Longhi. Con lo spettacolo, che
inizialmente doveva essere “Io,
Mammeta e tu” con Max Tortora e
Paola Tiziana Cruciali, per imprevisti di lavoro cambia e diventa
la storia che ci raccontano la
stessa Cruciali e Rodolfo Laganà.
Gino Pascucci, portiere negli anni
’70 dovrà fare i conti con il figlio
Marco (Laganà), fannullone,
perennemente disoccupato e la
figlia Franca (Cruciani), romantica zitella con la voglia di emanciparsi.
Rivivremo i favolosi anni ’70, epoca che vide
l’avvento del citofono, attraverso le piccole
grandi tragedie di questa famiglia. Con Pasquale
Anselma Antonella Laganà, Renato Merlino.
Scene e Scenografia sono di Cementano. I
costumi di Lucia Mariani. Regia Rodolfo Laganà.
In scena dal 15 maggio al 10 giugno.
”Tempi supplementari”, una commedia scritta
e diretta da Marco Falaguasta con il patrocinio
del Assessorato alle Politiche Culturali del
Comune di Roma, la compagnia Bona la Prima
si è ripresentata al pubblico del Testaccio con
una storia comica, romantica, delicata, ma allo
stesso tempo originale e dissacrante. Un vecchio artista scopre il piacere di poter ancora
imparare dai giovani oltre che trasmettere loro
la sua immensa esperienza di vita. “Tempi Supplementari” è una storia che avevo già scritto
dieci anni fa con l’innocenza e l’ingenuità del
giovane autore che vuole raccontare una storia
di nonni e di nipoti”- afferma Falaguasta- “Volevo una storia che fosse tenera ma allo stesso
tempo divertente e comica per certi versi. Cosi
come siamo comici noi quando ci troviamo in
situazioni non proprio consuete e quotidiane.”
Elvio è un vecchio musicista, un artista a tutto
tondo, che arrivato alle soglie della vecchiaia
non sa più suonare la sua musica. Quasi per
caso dopo tanti anni incontra i suoi nipoti,
Giulio e Stefano, che lasciati bambini, li ritrova
uomini con tutte le conseguenze annesse e
connesse. Il clichè del giovane che impara dall’anziano viene superato: entrambi imparano
dalle rispettive esperienze. Insieme a Marco Falaguasta sul palco Piero Scornavacchi, Danilo
De Santis, Lucio Castagneri, Silvia Pasero e Silvia Catalano.
Teatro Testaccio
Via Romolo Gessi 8 - tel. 06.5755482
Orari: Dal martedì al sabato ore 21,15-domenica
e festivi ore 18,15-lunedi riposo
Biglietti: martedì-giovedi €10,00 venerdidomenica e festivi €13,00
na a Broadway nel 2005. Lo spettacolo è da sempre legato all’affascinante stile di Bob Fosse, che
lo ha coreografato in teatro e diretto nell’omonima versione cinematografica del 1968 con
Shirley MacLaine. Al fianco di Lorella Cuccarini nel ruolo di Oscar,
Cesare Bocci, conosciuto dal pubblico come protagonista di importanti serial tv. Nel grande cast
spicca anche la partecipazione di
Gianni Nazzaro nel ruolo di Vidal.
Il musical, ricco di atmosfere coinvolgenti, luci e colorui, dominato dal ritmo elettrizzante della
New York degli ’60 è una divertente storia sulla
ricerca dell’amore con la “A” maiuscola in cui i
sogni, tra mille avventure, diventano realtà. Una
dolce e romantica entreneuse che sogna ogni
volta di aver trovato l’uomo giusto colleziona
una delusione dopo l’altra finchè, forse, incon-
trerà il vero amore.
Teatro Manzoni
Via Monte Tebio 14/c (Piazza Mazzini)
Biglietto intero € 23
Per informazioni e prenotazioni
tel. 06.32.23.634
Orario Botteghino: dal Lunedì al Sabato 10-20
Domenica 11-13/15-20
•Teatro Testaccio
•Teatro Il Sistina
È tornata in teatro Lorella Cuccarini con un personaggio dal travolgente ottimismo e dalla dolce ingenuità. Per la prima volta a Roma arriva
“Sweet Charity” il musical romantico, emozionante e sexy scritto da Neil Simon che, dopo la
vittoria di cinque Tony Awards, è tornato in sce-
30 eur:torrino:news
Da un‘idea di Maurizio Costanzo ed Enrico
Vaime, torna sul palco de Il Sistina, Christian De
Sica con Parlami di me, musical divertente e
che mette in risalto la poliedrica artisticità di
Christian, ottimo attore e cantante.
“È come se noi entrassimo all’improvviso nella
vita di un primo attore. E da quel momento lo
seguiamo, avendo addirittura la possibilità di
leggere i suoi pensieri, di capire la sua psicologia,
le ansie, le speranze, gli orgogli e i capricci -dice
Costanzo- molta musica italiana e straniera,
musica che serve di commento a quanto detto o
di prologo a quanto dire. Un balletto di otto ragazze e quattro fra attori e attrici che saranno
via via le persone che appartengono alla storia di
questo primo attore o di tutti i primi attori”.
Due ore di divertimento che hanno tenuto gli
spettatori incollati alle poltrone in una suggestiva atmosfera. Per la regia di Giancarlo Sepe.
IL PROGRAMMA ENDOCELL®
PER LA CELLULITE E IL BODY CONTOURING
Ne parliamo con il dottor Antonio Stamegna direttore scientifico del Centro di endocrinologia
estetica di Roma in occasione dell’apertura del
nuovo centro AB Shape - EUR.
Il programma Endocell è un metodo studiato dal
nostro centro di endocrinologia, che rende possibile la perdita di quella quota di grasso superficiale
che nasconde le forme di una donna, senza ricorrere alla chirurgia.
Come funziona il programma Endocell?
Il primo passo è sottoporsi a una visita di endocrinologia estetica che serve a eliminare le cause
del problema estetico e a rendere il grasso superficiale più sensibile all’azione dei propri ormoni,
in modo che si perda grasso dove si vuole.
Nella seconda fase si interviene in modo mirato
e personalizzato con apparecchi in dotazione al
centro ed esclusivi.
Ci fa qualche esempio di macchinari in dotazione al vostro centro?
A seconda dei casi possiamo usare una macchina
a ultrasuoni a intensità variabile per rompere il
grasso, abbinata a un apparecchio per il linfodrenaggio sonoro in grado di allontanare definitivamente
il grasso liberato. In altri casi viene utilizzata una
tecnica di mesoterapia profonda e senza aghi per
mandare all’interno diverse sostanze in grado di
tonificare i tessuti rilassati.
In quanto tempo si ottengono i risultati?
Questo dipende dal tipo di programma e dal tempo che la paziente ci mette a disposizione.
Mediamente in tre o quattro settimane siamo in
grado di far ottenere un risultato che può essere definitivo o comunque una trasformazione
molto evidente, in considerazione della condizione di partenza.
I METODI A CONFRONTO
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Dr. Antonio Stamegna
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Endocrinologia e malattie metaboliche
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4
I Fantastici
e Silver Surfer
] di Valeria De Rentiis [
Q
ualcuno si domanderà per quale motivo in
questi ultimi anni c'è stato un proliferare
di film presi dal mondo dei fumetti. È
nota a tutti la relazione stretta tra cinema e le
strisce ma forse in quest'ultimo periodo non si
fa più molto uso delle idee. A partire da Spider
Man, Super Man, King Kong fino ad arrivare a I
Fantastici 4, i nostalgici dei fumetti si sono
trovati a dover fare i conti con prodotti che non
sempre sono riusciti a soddisfare i veri intenditori. Tecnologia, effetti speciali e mistione di
diversi episodi hanno lasciato l’amaro in bocca
ai lettori più affezionati. I Fantastici 4, dopo il
colpo grosso ai botteghini nel 2005 con 330
milioni di dollari incassati, tornano con il nuovo
episodio e nuovi personaggi. Ai già noti Mister
Fantastic (Ioan Gruffudd), Donna Invisibile
(Jessica Alba), Torcia Umana (Chris Evans) e la
famigerata Cosa (Michael Chiklis) si aggiunge
Silver Surfer, ovviamente nemico dei Quattro.
Grazie alla tecnologia e agli effetti speciali della
WETA, la stessa de Il Signore degli Anelli e King
Kong, il personaggio di Silver è stato interamente creato al computer con la tecnologia CGI
e l’aiuto dell’attore Doug Jones per i movimenti
umani. Ma in quest’episodio non c’è solo la lotta
con l’araldo intergalattico Surfer: i Quattro dovranno vedersela anche con il Dottor Destino
(Julian Mc Mahon) lasciato nel primo episodio.
Come non parlare del “matrimonio del secolo”,
quello tra Sue Storm- Donna Invisibile (Alba) e
Reed Richards -Mr. Fantastic (Gruffudd), disturbato dai fastidiosi nemici della Terra? Ispirato al
celeberrimo matrimonio tra Carlo d’Inghilterra e
Lady Diana, apparso per la prima volta sul numero 3 della Fantastic Four King Size Annual del
1965, e altrettanto sofferto, sarà interrotto dall’arrivo di Silver Surfer, giunto sulla Terra per
conquistarla. “Volevo che questo film fosse uno
di quei rari sequel migliori dell’originale, con più
emozioni, dramma, umorismo e azione”, sostiene Don Payne, sceneggiatore premiato quattro
34 eur:torrino:news
volte con l’Emmy “Desideravo anche esplorare
approfonditamente a che punto si trovano i personaggi nelle loro vite. Sono sicuramente in migliori condizioni economiche, ma devono anche
convivere con il lato negativo della celebrità. Sue
e Reed stanno facendo progressi e cercano di sposarsi. Ben e Alicia Masters (Kerry Washington nei
panni della scultrice non vedente) si godono il
fatto di essere una coppia felice, mentre Johnny
ha i suoi problemi personali. Così, stanno accadendo delle cose importanti a questi personaggi
e nei loro rapporti. Ma io sono emozionato soprattutto per lo spessore che viene aggiunto alla
storia grazie a Silver Surfer”.
E proprio dal quartier generale, il Baxter Building a New York, i nostri Quattro fanno i conti
con inseguimenti, lotte, fino al quasi scontato
lieto fine. Tim Story, regista di entrambi gli episodi, ha cercato di prendere il più possibile dal
fumetto originale, ispirandosi alle edizioni dei
Fantastici Quattro 48-50 e 57-60 che inglobano
sia l’episodio di Silver Surfer che quello del Dottor Destino. Creato da Stan Lee e Jack Kirby
all’inizio dell’esplosione della controcultura negli anni sessanta, Silver Surfer è diventato rapidamente un elemento fondamentale della Marvel
Comics, apparendo spesso sulle pagine dei Fantastici Quattro e arrivando anche ad avere una
sua serie regolare.
Silver Surfer, che in realtà si chiama Norrin
Radd, è considerato uno degli esseri spaziali più
nobili e tormentati dell’universo Marvel. La sua
tavola può assorbire ed elaborare l’energia cosmica presente nell’universo. “Penso che il fascino di Silver Surfer risieda nel fatto che è un
personaggio complesso e tragico”, sostiene Don
Payne. “Ha un distacco dal mondo materiale quasi Zen, ma comunque è in grado di provare compassione. È un eroe, avendo praticamente sacrificato la sua vita decidendo di servire Galactus, in
modo da salvare il suo pianeta e la donna che
ama. Tuttavia, così facendo, lui provoca anche la
distruzione di altri mondi e specie viventi. Quindi, è decisamente un essere molto ambiguo, che
guarda al mondo e all’umanità attraverso il punto di vista di un emarginato, elemento che le persone trovano affascinante”.
E dell’affascinante Sue Storm cosa ne sarà? Riuscirà a coronare il suo sogno d’amore con l’impegnatissimo Mr. Fantastic? Jessica Alba, onnipresente nelle recenti pellicole americane ci dice: “Nel primo film, cercavo di comprendere
quello che succedeva e rimanere più fedele
possibile al fumetto”; ora conosco già il personaggio e ho molta più libertà”.
Festival di Cannes 2007
L’annata dell’Est
] di Valeria De Rentiis [
Nella foto: Jake Gyllenhaal, interprete di “Zodiac”.
a 60esima edizione del Festival più chic
dell’anno, celebrata dal 16 al 27 maggio, ha
come di consueto presentato un gran parterre di proiezioni. In gara diverse pellicole, tra
le quali ha riscosso il favore della giuria, aggiudicandosi la palma d’oro, il film “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni” del rumeno Cristian Mungiu.
Storia forte, il cui titolo non è altro che il periodo di vita del feto che una delle due protagoniste porta in grembo. La giuria, composta da
Maggie Cheung (Attrice – Hong Kong); Toni
Collette (Attrice – Australia); Maria De Medeiros
(Attrice, regista – Portogallo); Sarah Polley (Attrice, regista – Canada); Marco Bellocchio (regista – Italia); Orhan Pamuk (sceneggiatore –
Turchia); Michel Piccoli (Attore, regista – Francia); Abderrahmane Sissako (regista – Mauritania) e presieduta da Stephen Frears, regista
inglese, non ha avuto compito facile. Tra i film
presentati in concorso la qualità era davvero
alta: “Death Proof” di Quentin Tarantino, girato
e creato a quattro mani insieme a Robert Rodriguez, che ha invece curato “Grindhouse”, entrambi di 90’ con atmosfera horror-splatter; “Zo-
L
diac” di David Fincher, storia
vera del serial killer che
sconvolse l’America e che si
prese gioco della Polizia.
(Fincher lo ricorderete per
“Seven” e “Fight Club”). I
fratelli Cohen presentano
“No Country for Old Men” e
Kusturica “Promise me this”.
Il film, che ha aperto invece
il Festival il 16 maggio è
stato “MY Blueberry Nights”
di Wong Kar Wai, che tutti
pensavano si aggiudicasse la
palma d’oro e con l’esordio
della cantante Norah Jones
come attrice, protagonista
vincitore della Palma d’oro Cristian Mungiu, insieme a Jane Fonda, premiata
insieme a Jude Law. L’Italia Il
con la Palma d’oro alla carriera.
non ha portato a casa nessun risultato, se non gli applausi e il riconosci- cui la Jolie interpreta la vedova di un giornalimento internazionale per “Mio fratello è figlio sta del Wall Street Journal. Lo scandalo non
unico” di Daniele Lucchetti, con Elio Germano e poteva mancare e nemmeno l’anticonformismo
Riccardo Scamarcio. Consolazione per Valeria per eccellenza incarnato da Asia Argento, protaBruni Tedeschi, sorella della modella Carla, che gonista di “Go Go Tales” di Abel Ferrara, filmsi è aggiudicata il premio documentario sulla vita delle ballerine di Lap
speciale della regia con Dance, in cui non manca un bacio trash tra Asia
ed un rottweiler. Vittoria tutta all’Est Europa per
“Actress”.
Madrina della kermesse, l’at- quest’annata con “California Dreamin’” del pretrice tedesca Diane Kruger, maturamente scomparso in un incidente d’auto,
la splendida Elena del kolos- con la pellicola in post produzione, Cristian
sal “Troy” che ha ricevuto Nemescu, a cui è stata interamente dedicata la
molti complimenti e tantis- vittoria. Palma d’oro alla carriera è stata data a
simi scatti. Tra le fanciulle Jane Fonda, affascinante al pari delle attrici
che hanno catturato l’atten- ventenni presenti. Un cenno va fatto ad
zione di fotografi e parteci- “Ocean’s Thirteen” di Steven Soderbergh, se non
panti, la sempre presente, e per il fatto d’aver mandato in tilt i fotografi graimpegnatissima, Angelina Jo- zie alla presenza nella pellicola del già acclamalie insieme al marito, Brad to Pitt, insieme a George Clooney, che ha “regaPitt, per presentare “A mighty lato” per soli 350 mila dollari un bacio all’asta
heart” di Michael Winter- alla moglie di un miliardario.
bottom, fuori concorso e in
Angelina Jolie e Brad Pitt
eur:torrino:news 35
] a cura di Barbara Frascà [
PLANET CINEMA
The Darwin Awards -
suicidi accidentali per menti poco evolute
regia di • Finn Taylor
Cast: Joseph Fiennes, Winona Ryder, David Arquette, Chris Penn, Max Perlich, Brad Hunt, Tim Blake Nelson, Julianna Margulies, Juliette Lewis
Distribuzione: Moviemax
Nel film “The Darwin Awards – Suicidi
accidentali per menti poco evolute”, nelle
sale dal 1° giugno, il regista Finn Taylor si
cimenta in una commedia dark dove la realtà
supera la finzione. Il cast è decisamente spettacolare: Joseph Fiennes, Winona Ryder, David
Arquette, Chris Penn, Max Perlich, Brad Hunt,
Grindhouse -
Tim Blake Nelson, Julianna Margulies, Juliette
Lewis e Alessandro Nivola. I Darwin Awards,
che prendono il loro nome dal teorico dell’evoluzionismo Charles Darwin, sono dei premi
dedicati a quegli individui meno evoluti che si
uccidevano accidentalmente nei modi più
incredibilmente stupidi e che eliminandosi
contribuivano all’evoluzione della specie.
Nella sceneggiatura di Taylor le storie dei
Darwin Awards sono collegate alle vicende di
due personaggi opposti. Burrows (Joseph
Fiennes) è un poliziotto che soffre di ematofobia (sviene alla sola vista del sangue) e che per
questo ha da poco perso il lavoro. Per continuare a pagarsi l’affitto, decide di unire il suo
talento per la creazione di profili psicologici,
all’ossessione per i Darwin Awards. A Burrows
a prova di morte
viene affiancata Siri Taylor (Winona Ryder),
un’investigatrice che lavora per un’agenzia di
assicurazioni. I due protagonisti iniziano le
loro ricerche per indagare su alcune di queste
incredibili leggende urbane, accompagnati da
uno studente di regia al quale Burrows permette di riprendere le loro indagini durante il
servizio per un documentario sulla polizia. Il
cameraman fornisce un punto di vista critico e
rappresenta la metafora della realtà odierna,
così invasa dai media. L’idea di un occhio invisibile e presente appare, però, in maniera più
raffinata nel film “The Blair Witch Project” di
Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez. Joseph
Fiennes è un attore molto brillante nelle commedie ed è stato possibile apprezzarlo maggiormente in “Shakespeare in love” e in
“Elizabeth” diretto da Shekhar Kapur.
Winona Ryder è una delle attrici più dotate di
Hollywood che conferma nuovamente la sua
bravura sul grande schermo. Tra i tanti film, la
ricordiamo in “Piccole Donne” di Gillian
Armstrong, in “Celebrity” di Woody Allen e in
“Ragazze Interrotte” diretto da James
Mangold. La band dei Metallica ha accettato di
apparire nella pellicola, dandole una maggiore
carica d’energia.
Giudizio complessivo: buono.
regia di • Quentin Tarantino
Cast: Kurt Russell, Rosario Dawson, Rose McGowan, Quentin Tarantino, Vanessa Ferlito, Sydney Tamiia Poitier, Zoe Bell, Jordan Ladd, Omar Doom
Distribuzione: Medusa
Grindhouse – A prova di Morte è il nuovo
film diretto da Quentin Tarantino, che dopo il
flop americano, cerca rivincite in Europa. In
Italia nelle sale da venerdì 1° giugno. Gli
incassi statunitensi parlano chiaro: l'accoppiata Tarantino/Rodriguez ha fallito ed è stata
costretta a una repentina separazione. Ne è
nato così questo Grindhouse – A prova di morte
(versione allungata del Death Proof che originariamente conviveva con il rodrigueziano
Planet Terror).
Grindhouse è il termine che indica quelle sale
cinematografiche americane che negli anni '60
e '70 proiettavano in sequenza i cosiddetti
exploitation film, che a causa di scene di eccessiva violenza, non trovavano distribuzione
nei cinema. Grindhouse è un film horror/splatter diviso in due episodi di 60 minuti l’uno. Il
36 eur:torrino:news
secondo sarà diretto da Robert Rodriguez.
Austin, Texas. Mike (Kurt Russell), stuntman in
pensione segnato da una profonda cicatrice sul
volto. È un killer psicopatico e misogino che
compie i suoi crimini utilizzando come arma
mortale l’auto truccata. Una sera prende di
mira Jungle Julia, una DJ sexy in compagnia
delle sue amiche Shanna e Arlene. Quando le
ragazze, ormai a notte inoltrata, escono dal
locale ubriache, Mike le segue e si va a schiantare contro la loro auto. Julia perde una gamba
e muore dissanguata, Arlene viene uccisa dal
forte impatto col parafango e Shanna finisce
stritolata tra le ruote. L’incidente è raccontato al ralenti, con tre diverse soggettive: i tre
sguardi delle ragazze che vedono la morte
abbattersi su di loro. Un anno dopo la tragedia, Mike è di nuovo per strada, con altre tre
ragazze nel mirino, ma questa volta si trova
di fronte un trio agguerrito che si vendicherà
eliminandolo definitivamente.
Il Tarantino cinefilo appassionato dei B-movie
ci regala un film in cui si utilizzano i-pod e
cellulari, ma i colori, le rigature, gli stessi salti
di fotogramma sembrano quelli di una pellicola del 1977 non troppo ben conservata. La
colonna sonora è accuratamente selezionata
come in tutti i film di Tarantino.
Il godimento è elevato.
Il Salvagente
Giornalino a cura della scuola media
Matteo Ricci - Roma
Coltiviamo i nostri sogni!
] di Clino Papa [
L’istruzione è un bene importante, se non essenziale,
per una felicità futura, ma
non sempre la scuola ti dà
le basi per costruirti l’avvenire che più desideri. La
matematica, l’inglese e l’italiano, appresi ad un certo
livello, ti garantiscono un
futuro, che il più delle
volte, ti porta ad essere un
uomo assetato di potere
incapace di accontentarsi
di quel che ha. Se aspiri a
questo non avrai problemi,
ma sono in molti che sognano di diventare calciatori, tennisti… e sono
ostacolati dai genitori.
Perché la scuola non dà
spazio anche a queste “materie”?
Ognuno, nella propria infanzia, è convinto di
eguagliare i propri miti, ma alle generazioni di
oggi viene negata la possibilità di chiudersi in
un mondo fatto di desideri e speranze per
essere trasformati in piccoli robot subito lanciati verso una prosperosa carriera.
Lavorare senza voglia e non essere orgogliosi
di quel che si fa porta ad una soffocante insoddisfazione che ti trascini fino alla tomba.
Questo è dovuto al desiderio di realizzare quello che i tuoi tutori hanno deciso per te alla tua
nascita. Così facendo sacrifichi il tuo sogno
per realizzare il loro, ma chi ti sta vicino
dovrebbe incoraggiarti e ammirarti nella lotta
che costruirà il tuo futuro.
È giunta l’ora di opporsi e di capire che nessuno ha il diritto o il dovere di intromettersi e
influenzarci nelle scelte che determineranno il
nostro essere.
eur:torrino:news 39
Topi ed elefanti con lo stesso cognome
] di Michele Gentile [
Secondo un’attuale ricerca è emerso che i topi
e gli elefanti fanno parte della stessa famiglia;
sentito questo si può dire che gli scienziati
italiani hanno rivoluzionato le famiglie animali da cinque grammi a cinque tonnellate.
A questo con un’intervista ha risposto Carlo
Alberto Redi, direttore scientifico dell’istituto Ircss San Matteo di Pavia e uno degli autori della ricerca:
“I nostri dati d’analisi del DNA si sposano con
la storia della deriva dei continenti.
Ora dobbiamo capire come mai gli Afrotheria
abbiano dei genomi tanto grandi, e perché,
all’interno di una stessa famiglia, specie così
diverse abbiano dimensioni del DNA simili”.
L’ipotesi è che: “Le dimensioni del DNA decrescono passando dall’emisfero sud a quello
nord. Potrebbe essere una questione di metabolismo. I pipistrelli, ad esempio, hanno un
DNA piccolo, gli scambi della cellula con l’esterno sono molto rapidi. Il metabolismo è
elevato. All’estremo opposto ci sono gli elefanti che hanno un DNA doppio rispetto al
previsto”. Questo ci ha fatto conoscere che i
due estremi, (cioè il topo, l’animale più piccolo, e l’elefante, l’animale più grande), sono
parenti.
Possiamo anche notare che ci sono delle
somiglianze, cioè che il topo ha il naso allungato e l’elefante ha la proboscide o che il
topo ha il codino e l’elefante ha la coda più
piccola rispetto alla morfologia del corpo.
Quindi da oggi topo e elefante verranno posizionati nello stesso albero genealogico.
Idee per un telegiornale migliore
] di Diego Mezzasalma, Carola Ricci, Damiano Scalabrin [
Da sempre il telegiornale è stato un mezzo per
informare su quello che accade nel mondo. I
fatti da comunicare sarebbero veramente tanti.
Ultimamente, però, la cronaca nera e gli episodi più violenti hanno preso il sopravvento:
omicidi, rapimenti, incidenti, guerre, occupano gran parte del notiziario, assieme a molta
politica e attualità. La maggior parte delle
volte il TG della sera include notizie adatte per
lo più agli adulti, sia per il contenuto, sia per
il modo in cui vengono riferite. Invece, tutta
la famiglia, assiste al notiziario perché è il
momento in cui si riunisce per il pasto serale;
compresi quindi i bambini che potrebbero
rimanere traumatizzati da scene troppo cruente o confusi da affermazioni troppo difficili da
capire. Poche cose che catturano l’attenzione
dei ragazzi trovano abitualmente spazio nei
TG. Anche i ragazzi dovrebbero essere informati perché è importante che si formino un’opinione su quanto accade intorno a loro, ma con
accortezza e moderazione. Proviamo a proporre qualcosa in proposito.
1) tra gli argomenti di cui abitualmente si
parla molti temi interessanti, e non solo per i
bambini, sono troppo trascurati, spesso solo
accennati e non più ripresi. Facciamo qualche
esempio:
-I problemi dell’ambiente e dell’inquinamento:
qualche tempo fa ci hanno avvisati dell’arrivo
dell’aviaria, parlavano di una epidemia gravissima, poi non abbiamo saputo più nulla. C’è
ancora pericolo? Perché non ci tengono informati?
-La scuola. Negli ultimi tempi si sta parlando
sempre di più di violenza e di bullismo, tanto
da far sembrare la scuola un luogo dove si fa
tutto tranne che studiare. Possibile che non ci
sia null’altro da riferire?
-Spazi e iniziative culturali. È raro che al TG si
parli di studi e di ricerche, di teatro e di musica, di arte e di libri: davvero solo quello che
scrive Bruno Vespa merita di essere segnalato?
-Degli spazi e delle iniziative dei ragazzi, infine, non si dice proprio nulla e anche questo ci
fa capire che il TG non è proprio pensato per
loro.
2) tenendo conto che, soprattutto la sera, le
famiglie assistono al TG, si potrebbero trasmettere gran parte delle immagini più cruente nel corso dell’edizione della mezzanotte.
3) per evitare che i bambini rimangano scioccati e anche per permettere loro di capire a
fondo ciò che vedono e sentono, la scuola e la
famiglia dovrebbero dedicare più tempo alla
riflessione sulle notizie.
4) càpita oggi che le notizie più interessanti
vengano trasmesse non al TG, ma in altri programmi non strettamente giornalistici: anche
al TG dovrebbe trovare maggiore spazio il giornalismo d’inchiesta.
Se dal TG si deve ricavare un panorama degli
avvenimenti quotidiani, ora come ora ne viene
fuori un quadro ben poco confortante, che
qualche notizia finale dedicata al gossip non
basta a rendere migliore. Forse se si tenesse
conto del pubblico dei minori ne guadagnerebbero tutti.
sono riuscita a capire e ad osservare varie cose.
Sembra un po’ banale che una bambina di soli
dodici anni cerchi di dire cosa fare ad un sindaco. Comunque tentare non nuoce.
Credo di parlare a nome di tutti i miei compagni. Sono riuscita a vedere il Re di Roma: “Il
Tevere” e sono rimasta un po’ delusa nell’osservare un fiume un tempo bellissimo rovinato
dall’uomo.
Sui suoi margini c’è uno strano cibo che da
qualche anno il Tevere mangia, all’oscuro di
quel veleno, che ogni giorno porta lungo il suo
cammino. L’uomo dice di amare la natura, ma
poi la violenta con un semplice gesto. Mi è dispiaciuto vedere il vero fondatore di Roma,
vivere in mezzo a piatti di plastica, bottiglie,
bicchieri, buste e, come vuole la moda, chiavi
di lucchetti (meritandosi ben altro).
«Caro sindaco», potrebbe fare qualcosa per
ridare al Tevere un aspetto più bello senza
tanta immondizia e realizzare così il sogno di
ognuno di noi:
rivedere rinascere il Tevere, Finalmente biondo.
Lettera aperta
] di Carola Ricci [
Caro sindaco,
dopo una semplice gita scolastica sul Tevere,
40 eur:torrino:news
Diamanti: sono per tutti un bene?
] di Clino Papa [
I diamanti sono da sempre simbolo di ricchezza, potere e felicità. Non mancano mai ai matrimoni, costringendo giovani innamorati a
bruciare tre stipendi in segno del loro affetto.
I diamanti posseggono lucentezze e colori unici, ma valgono la fatica o addirittura la morte
di tanti africani?
Molti non sanno, o fingono di non sapere, che
il viaggio dei diamanti è ricco di sangue e sofferenza. L’Africa possiede di tutto: petrolio,
minerali, legno… allora perché si ostina a coltivare con mezzi tradizionali e in campi poco
fertili?
In Africa le varie etnie sono in costante guerra, indebitandosi nell’acquistare materiale bellico che viene commerciato con grandi quanti-
tà di diamanti.
I ribelli, in continua lotta con il governo
(Etiopia), attaccano villaggi schiavizzando uomini per impiegarli nella ricerca di pietre preziose e obbligando i bambini a impugnare
un’arma. Questi ultimi, sotto l’effetto della droga, ucciderebbero i propri cari senza il minimo
rimorso.
La consapevolezza che ogni giorno possa essere l’ultimo, il timore di vedersi portar via un
parente… la preoccupazione di persone come
tante, che hanno avuto la sola sfortuna di nascere nel posto sbagliato. Nonostante tutto gli
africani credono ancora in un futuro migliore,
in un paese libero dove si combatte solo per
mantenere la pace.
Wrestling, una vera epidemia
] di Damiano Scalabrin [
Uomini forti o valorosi si affrontano su un
campo quadrato di battaglia. Mosse e contromosse vengono sferrate dai lottatori in campo.
Milioni di telespettatori guardano ammirati.
Questo è il Wrestling. Le origini di questa
forma di combattimento risalgono alle fiere
itineranti durante le quali due guerrieri si
affrontano per vincere. Gli atleti, come i nostri
tempi, avevano le proprie mosse e stili di lotta
differenti. Solo con il tempo si passò al pugilato. Attualmente, invece di esserci sviluppati,
abbiamo reso questa lotta un programma dove
alcuni uomini vengono pagati profumatamente per presentarsi la sera sul ring, pronti a
combattere. Ma questa forma di combattimento è realtà o farsa? Al giorno d’oggi il wrestling è simulato, nel senso che l’esito del match
e predeterminato e l’effetto delle mosse è
volutamente esagerato da chi le subisce.
Tuttavia, benché i match non siano competitivi, le mosse utilizzate sono dolorose e rischiose se non eseguite in modo corretto. I colpi
sono dati in modo da procurare il minor danno
reale possibile. In alcune occasioni viene
sfruttato l’effetto scenico, che spesso è reale,
e viene ottenuto da piccole ferite sulla fronte.
Alcuni wrestrler adottano una tecnica particolarmente aggressiva per dare al pubblico più
suspance. Così moltissimi lottatori diventano
famosi, soprattutto tra ragazzi che imitano le
loro mosse con i loro compagni, anche se
scherzando. Però non si rendono conto di
quanto possa essere pericoloso. Ormai sanno
anche che è tutta una falsità, ma rimangono
incantati davanti a quei due lottatori. Allora,
forse, si dovrebbero sensibilizzare i ragazzi,
per limitare l’uso di sostanze dopanti si
potrebbero prendere alcuni provvedimenti.
Così, mentre alcuni uomini si arricchiscono per
esibirsi sul ring, lentamente, senza rendersene
conto, i ragazzi favoriscono il crescere di una
forma di spettacolo che in sé ha poco senso, e
rendono propri comportamenti non corretti.
Cinema ieri, cinema oggi
] di Michela Perrone [
Il cinema è stato inventato grazie ai fratelli
Louis e Auguste Lumière. Nel 1895 mostrarono
per la prima volta, il 28 dicembre, la loro
invenzione: un apparecchio in grado di proiettare una sequenza d’immagini distinte su uno
schermo bianco. Si chiamava cinematographe,
inizialmente creato per far sognare la gente.
Nel 1889 Thomas Edison realizzò una cinepre-
sa ed era una macchina da visione: la prima
scattava una serie di fotografie in rapida successione, su una pellicola di 35mm. Il cinematografo si diffuse velocemente prima in Europa,
successivamente in tutto il mondo, nell’intenzione d’istruire la gente. La possibilità di sincronizzare dei suoni alle immagini fin dal 1920
era allo studio. Finalmente nel 1927 si ebbe il
primo film sonoro: Il cantante di jazz. Dal 1917
s’impone il concetto di film come racconto o
romanzo visivo. Iniziano ad emergere come
nella narrativa, anche nel cinema alcuni generi: commedia, l’avventura, il giallo etc. Tutto
questo venne introdotto senza troppi bruschi
salti fra le scene. Il cinema americano capisce
subito l’importanza della dinamicità e della
rapidità, negli anni ’30 i film americani iniziano ad avere 600-700 inquadrature. A quel
tempo i film erano spesso l’unico passatempo,
e ciò che si vedeva poteva essere emozionan-
te come un racconto d’amore, intrigante come
un romanzo, e divertente come una commedia.
La gente quando andava a vedere i film comici, come quelli di Totò o Stanlio e Ollio, si
divertiva molto. Anche oggi quando si guarda
un film comico si diverte ma ai giorni d’oggi i
film sono ricchi di parolacce e scene violente.
Si usa sempre più spesso un linguaggio impetuoso, che a noi ragazzi spesso diverte ma alle
persone può dar fastidio. I film violenti a volte
possono ferire la sensibilità di molti di noi e
spesso un ragazzo registra nella mente contenuti negativi che potrebbero successivamente
mettere in pratica. Perché tutta questa violenza? Per innescare altra violenza? Spesso i genitori si chiedono il motivo del violento linguaggio dei loro figli, ma a volte bisogna chiedersi il perché e la risposta è proprio all’interno di quel grande schermo che ci affascina
tanto ma che poi rovina la nostra mente.
eur:torrino:news 41
I Muse:
la band dell’indie rock britannico che ha conquistato Madonna
] di Michela Perrone [
M. Bellamy :”…fare musica è qualcosa che
avrei fatto comunque perché c’è una sensazione unica legata al fatto di creare della musica.
Non è solo una questione di gioia personale
legata al fatto che mentre si suona si prova
qualcosa come se si rilasciasse dell’endorfina
nel sistema…”
Per i Muse l’importante è fare musica e, soprattutto, farlo a modo loro.
Il gruppo nasce nel Devon (Inghilterra) con il
nome di Gothic Plaghe, formato già dai tredicenni Matthew Bellamy (chitarrista, pianista,
cantante) e Dominic Howard (batterista), compagni di scuola a Teignmouth, a 250 miglia dal
centro di Londra, e tutt’ora componenti dei
Muse. Ma la band non ebbe molto successo, e
questo spinse i tre a cambiare il loro nome
prima in Fixed Penalty e poi in Racket Baby
Dolls. Intanto nella scena inglese si affacciava
il britpop, con l’avvento degli Oasis e dei Blur
ma i ragazzi giudicavano questo tipo di musica
poco appassionante, perciò la loro attenzione
si volse verso la scena americana, con i
Nirvana, gli Smashing Pumpkins, ma soprattutto i Radiohead, che furono la loro Musa ispiratrice. Forse, senza rendersene conto, i Muse si
apprestavano a rappresentare il lato oscuro
della gioventù britannica. Con il loro nome
cambiato in Muse le cose iniziarono a farsi
molto più serie: iniziarono a suonare in ogni
tipo di locale e un certo numero di etichette
americane iniziarono a mostrare interesse nei
loro confronti. Il successo dei loro due primi
EP’s “ Muse” e “Muscle Museum” incoraggiò la
band a registrare il loro primo album, Showbiz,
un ottimo disco d’esordio per quasi tutta la
stampa internazionale. Sulla band si concentrano le attenzioni di diverse etichette internazionali, tra cui la Maverick di Madonna che li
ingaggia negli Stati Uniti. La passione dei Muse
e la loro energia spinse John Leckie (produttore dei Radiohead) a prenderli “sotto la sua protezione”. Dopo un lungo tour tra il 1999 e il
2000 i Muse registrarono il loro secondo album:
Origin of Symmetry. Nel 2001 vengono pubblicati Hullabaloo Dvd e Hullabaloo Soundtrack,
registrazione del doppio live a “Le Zenith” di
Parigi. Nessun fan dei Muse (e non) poteva
chiedere di meglio, perché i Muse live raggiungono il loro top. Nel settembre 2003 è la volta
del terzo LP: Absolution, con il quale si prefiggono un obiettivo: scoprire se stessi. Molto
successo riscosse il singolo “Time is running
out”, il cui video riporta ad alcune scene di un
famoso film di Kubrick. Alla pubblicazione del
disco segue il più lungo e importante tour
mondiale della band fino a quel momento, che
si protrae fino alla primavera del 2005. La
gestazione del nuovo album è intanto già iniziata, e nell’agosto del 2005 i Muse tornano in
studio di registrazione nel sud della Francia per
lavorare a quello che sarà Black Holes and
Revelations completato tra New York e l’Italia
(dove Matthew ha trovato l’amore). Il disco
vede la luce solo alla fine di giugno 2006 e il
singolo che lo anticipa di circa un mese
Supermassive Black Hole spiazza fan e critica
con un sound electrofunk che fa pensare ad un
netto cambio di direzione del gruppo. A smentirlo ci pensa puntualmente il disco, che rivela
un’evoluzione stilistica ma immersa a pieno nel
Dna rock del gruppo. La loro fama è in forte
crescita, e il loro successo sembra non essere
destinato a fermarsi.
La danza moderna
] di Viola Giorgini e Sherazade Capparoni [
Con il termine Danza Moderna si definiscono
gli sviluppi della danza nel XX secolo. Inizia a
manifestarsi in Europa con la diffusione nelle
arti della corrente del Naturalismo e in seguito fiorisce e si sviluppa con continuità negli
Stati Uniti. Essa nasce come ribellione nei
confronti della danza accademica, ritenuta
rigida e schematica. Al contrario della danza
accademica, che fino all’inizio del Novecento
si presentava con balletti composti da enormi
corpi di ballo, grande varietà di numeri di
42 eur:torrino:news
danza e spettacolari effetti scenici, la danza moderna fece la sua prima apparizione mediante una serie
di assolo. La scelta di questa forma marcava il distacco con la danza accademica il cui sfarzo era
ormai ritenuto privo di
significato. La definizione
di moderna data alla corrente (chiamata anche
nuova danza) si deve al
fatto che presentava
caratteristiche in netto
contrasto con il balletto.
La danza moderna rifiuta
l’utilizzo innaturale del corpo, le cinque posizioni dei piedi e delle braccia e l’uso delle scarpette da punta. Si valorizzano invece la mimica e il linguaggio coreografico, che esprimono
la massima naturalità. Sparisce lo sfarzo dei
costumi e le scenografie sono ridotte ad uno
sfondo monocolore. La figura del ballerino e
quella del coreografo sono spesso fuse in una
sola entità. In alcune produzioni, il coreografo-ballerino è anche scenografo, costumista e
direttore delle luci. La danza moderna non usa
il linguaggio codificato come nel caso del balletto classico, ma al contrario crea un linguaggio personale di cui i coreografi stessi si fanno
interpreti. Essa fa leva più sull’istinto che sull’intelletto e la personalità del ballerino vi
svolge un ruolo predominante. Un altro elemento che distingue la danza moderna da
quella accademica è la produzione, da parte di
un gran numero di coreografi, di scritti teorici. La danza moderna prende spunto dallo studio storico-antropologico delle danze etniche
di paesi non occidentali, per mezzo delle quali
è possibile accrescere di elementi diversi la
danza in ogni sua forma.
Come cambia l’EUR
In attesa del boom Europarco:
il quartiere e il Municipio rispondono
] a cura di Marta Cecchini [
ulle pagine del nostro giornale ne abbiamo
già discusso e, a due anni di distanza, torniamo a parlare dell’Europarco, il cosiddetto
grattacielo di Roma. Sorgerà nel Municipio XII,
nella zona di Castellaccio, e occuperà un’area di
60 ettari, con 90 mila metri cubi per le abitazioni e 800 mila metri cubi tra uffici, sale espositive,
S
servizi e abitazioni. Per chi avrà la fortuna, o
sfortuna, di andarci ad abitare, godrà di una piazza all’interno di 32 mila metri quadrati, più grande
di Piazza Navona, per intenderci, in cui ci saranno sculture, opere d’arte da ammirare seduti
in uno dei tanti ristoranti e bar previsti. Su disegno dell’architetto Franco Purini, il progetto
s’ispira al quartiere parigino de la Défense e sarà riconoscibile per i due grattacieli che sovrasteranno
l’intera struttura, con 30 piani e 120 metri d’altezza (il palazzo dell’Eni in confronto diventerà
un palazzetto!).
Abbiamo chiesto ai rappresentanti del Municipio
XII cosa ne pensano.
Il consigliere del Municipio XII, Marco Cacciotti (AN)
Qual è la Sua posizione riguardo la costruzione dell’Europarco?
È sempre stata contraria a questo intervento urbanistico perché secondo me e lo schieramento
a cui appartengo, non ha nulla a che fare con il
contesto urbanistico dell’Eur. In più si creerà un
grosso problema per la viabilità a causa della
centralità della struttura. Doveva essere costruito
uno svincolo tra via dell’Oceano Pacifico, Via
dell’Oceano Atlantico e via Cristoforo Colombo.
Ma credo che verrà costruito prima il centro commerciale e poi lo svincolo creando così non pochi
problemi alla cittadinanza. L’unico collegamento potrebbe essere il sottopasso lungo via Colombo,
ma anche lì parliamo solo di un progetto. Inoltre
un anno fa è stata approvata la variante su uno
46 eur:torrino:news
dei due grattacieli previsti che sarà destinato ad
uso abitativo. Credo che il fatto di dover utilizzare le scuole del Torrino, le più vicine, creerà
disagi. Ricordo che anche la nuova sede del Ministero
della Salute sorgerà in quella zona.
Qual è la posizione del Municipio XII?
Il Municipio, da quando è stato presentato il progetto sul Piano Regolatore, è sempre stato favorevole.
Ma vorrei ricordare che stiamo parlando di 90.000
m³ tra servizi terziari, attività commerciali e abitazioni. Oltretutto, l’impatto ambientale sarà
costituito anche dal fatto che la costruzione è interamente realizzata in cemento armato: in netto
conflitto con l’architettura dell’Eur.
Lei è contrario alla modernizzazione delle aree
urbane?
Assolutamente no. Credo però che l’Eur sia un
quartiere copiato anche all’estero e come tale
andrebbe tutelato e valorizzato.
Il nuovo centro congressi, le torri progettate
dall’architetto Renzo Piano sono delle costruzioni molto belle prese singolarmente, ma che
non c’entrano nulla con l’architettura dell’Eur.
Crede che le attività commerciali della zona
verranno danneggiate?
Penso di sì, soprattutto le piccole attività e le
imprese artigiane.
Inizialmente quell’area era destinata al verde, ai
servizi pubblici e sociali. Successivamente, a causa della vendita del terreno a un noto costruttore,
le cose sono cambiate. Io credo che non ci fosse
la necessità di costruire un nuovo centro commerciale e una struttura del genere in un punto
nevralgico come quello.
Il consigliere del Municipio XII, Andrea Gargano (Ulivo)
Consigliere Gargano, qual è la sua posizione
e quella del suo schieramento riguardo alla
realizzazione dell’Europarco?
A livello architettonico, possiamo dire che non
è certo il massimo che si poteva realizzare, però quello che ci interessa in particolare e ci
preoccupa molto è il discorso sulla viabilità. Noi
del Municipio siamo molto preoccupati perché
sono stati stanziati solo 11 milioni per realizzare lo svincolo degli Oceani, un unico finanziamento
che non basterà a risolvere il problema. Infatti
lo ritroveremo al semaforo successivo, quello di
viale dell’Umanesimo che farà da cancello per il
traffico. Stiamo tentando di chiedere un maggiore stanziamento per creare una serie di
sottopassi, per arrivare fino a viale dell’Agricoltura:
uno per il tratto viale dell’Umanesimo-Via Cristoforo
Colombo, l’altro, che forse verrà presto realizzato, per il tratto della Colombo e di viale Europa.
Chiediamo, inoltre, la regolamentazione del traffico in direzione Spinaceto, come prima proposta
abbiamo pensato di trasformarla a senso unico,
rialzando la Pontina, di modo che, realizzato il
senso unico sul lato opposto, si possa evitare
che si formi l’imbuto di macchine. Ma per realizzare questo progetto, chiediamo l’intervento
del Sindaco attraverso la concessione di fondi
speciali.
Il problema della viabilità è prioritario rispetto
a tutto, daremo quindi battaglia all’apertura della struttura, ostacolando il rilascio delle autorizzazioni
del Centro perché noi, come schieramento, non
possiamo permettere che venga bloccato quel
quadrante se prima non vengono risolti all’origine i problemi del traffico nel quartiere.
Nino Giambuzzi, Presidente Comitato Eur Castellaccio
Cosa pensate dell’Europarco che è in fase di costruzione?
Non siamo né favorevoli né contrari. Il Comitato
non rappresenta sempre il volere dei cittadini. A
una domanda del genere dovremmo rispondere
previa interlocuzione con loro. Per quello che ci
riguarda, speriamo solo di non venire soffocati dal
problema della viabilità, ma d’altra parte pensiamo che potrebbe trattarsi di un cosiddetto «mostro
buono», che porterà nuovi posti lavoro, valorizzando la zona. Speriamo vengano messi in opera
interventi per la mobilità.
Qual è il rapporto con il Municipio?
Siamo stati coinvolti e devo dire che il Municipio
è stato tempestivo nell’avvisare i cittadini. Noi
possiamo prendere atto delle decisioni in merito,
ma rimaniamo obiettivi e attenti nel sentenziare.
Non siamo mai stati influenzabili da nessuna corrente politica e devo dire che siamo atipici come
comitato. Il comitato di quartiere si occupa delle
priorità, e ora come ora sta camminando bene.
Ad esempio? Su quali altre problematiche?
Parliamo della consegna delle strade dal consorzio al Comune. Qualche settimana fa c’è stato un
incontro con tutti gli organi del dipartimento per
il passaggio che purtroppo non c’è stato, a causa dei lavori che il consorzio stesso deve ultimare.
Attendiamo con ansia che vengano terminati in
maniera tale che il Comune possa appropriarsi delle strade.
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Lo screening ecografico e biochimico
nel primo trimestre di gravidanza
] a cura di Domizia Bianco [
(specialista in ostetricia e ginecologia)
Oggi, il rischio di avere un bambino affetto dalla Sindrome di Down, non è più un dato che si
determina sull’età materna, ma sulla base di
alcuni fattori ecografici e biochimici.
La Dott.ssa Domizia Bianco, specializzata in
ostetricia e ginecologia, con esperienza di lavoro presso il King’s College Hospital di Londra
dove ha ottenuto certificazioni in medicina fetale e tecniche invasive sul feto.
Dr. Bianco ci può spiegare in modo semplice in cosa consiste?
Si tratta di sottoporsi a un’ecografia ostetrica,
presso un centro o un medico accreditato (dalla Fetal Medicine Foundation), tra la 11esima
e la 14esima settimana di gravidanza. È molto
importante, che si rientri in questi termini poiché trattandosi di uno screening, i valori di
riferimento hanno validità se eseguiti correttamente.
Si tratta quindi di una semplice ecografia?
A livello pratico si tratta di una ecografia transaddominale da eseguire a vescica vuota. Le
informazioni che si
possono raccogliere
da quest’esame eseguito correttamente
sono molte: per prima cosa si stabilisce
esattamente l’epoca
gestazionale, non è
infatti detto che in
tutte le gravidanze
l’epoca di amenorrea
(dell’ultima mestruazione), corrisponda
con l’epoca gestazionale effettiva (in
alcune donne l’ovulazione non avviene
in 14esima giornata, ma in 7a o in 21esima,
per questo troveremo un feto più grande o
più piccolo).
Alcune patologie fetali, si possono diagnosticare a quest’epoca.
E si può determinare il rischio della sindrome
di Down e altre aneuploidie fetali.
Come si calcola questo rischio?
Ogni donna ha un rischio di partorire un bambino affetto dalla Sindrome di Down, questo
rischio aumenta all’aumentare dell’età materna.
Prima ci si basava solo sull’età materna per selezionare le pazienti a rischio (> 35 anni). Oggi
misurando lo spessore della translucenza nucale (una raccolata di fluido dietro al collo
fetale, che si considera fisiologico se misura da
0.7 a 2.5 mm), evidenziando la presenza dell’osso nasale (in bambini affetti dalla sindrome
di Down l’osso nasale è più piccolo e spesso
non ancora visibile a quest’epoca), studiando
il flusso sanguigno attraverso il cuore del bambino (se è presente un reflusso della valvola
tricuspide il rischio aumenta), e analizzando i
valori della frazione libera della beta-h-c-g, e
della PAPP-A, è possibile ricalcolare il rischio
basato sulla sola età materna.
Bisogna sottoporsi anche a un prelievo di
sangue?
Sì, il test è combinato da fattori ecografici e
biochimici, infatti dal prelievo, che si esegue
nella stessa sede, (non bisogna stare a digiuno), ci dà ulteriori informazioni, portando la
sensibilità dello screening al 90%.
Una donna di 37 anni può quindi avere lo
stesso rischio di una di 20?
Esattamente, una donna di 37 anni, solo per
la sua età ha un rischio di partenza di 1:200,
dopo l’esame se non ci sono markers di aneuploidie il rischio si riduce sensibilmente fino a
diventare anche 1 su 10.000.
Si tratta quindi di un sostitutivo della villocentesi o dell’amniocentesi?
No, questi sono degli esami citogenetici che
forniscono una risposta certa sul cariotipo fetale.
Lo screening è un mezzo che ci deve aiutare a
decidere se sottoporci a un test invasivo che
ha un rischio d’aborto dello 0,5%.
Studio Medico Polispecialistico
Fisio Europa
Viale dell’Umanesimo, 308 - 00144 Roma
Tel. 06.5910802 - fax 06.5910806
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Booklet
tre album per approfondire...
] di Fabio Zaccaria [
Bill Callahan - Woke on a Whaleheart
Dopo ben dodici album pubblicati celandosi dietro la sigla Smog, Bill Callahan cala la maschera
ed esce con questo, diciamolo pure da subito, ottimo Woke on a whaleheart. Titolo scelto, come
dichiarato dall’autore, per evocare la sensazione
che si prova all’atto del compimento di una grande impresa. Tutto lascia pensare che, pur nella
continuità col suo passato musicale, qualcosa sia
definitivamente giunto a maturazione nella sua
arte. Riduttivo confinarlo nel gruppo della cosiddetta scena “lo-fi” americana, dalla quale muove
comunque i primi passi. Callahan è riuscito a capitalizzare le esperienze accumulate nel tempo,
piegandole alla precisa volontà di imprimere una
direzione “country” alle composizioni di questo
lavoro. Non fa mistero di ammirare Willie Nelson
e, almeno in due-tre occasioni ce lo ricorda apertamente, purtroppo proprio nei momenti non più
esaltanti dell’album. La sua voce nasale e baritonale danza con classe sconfinata tra i puntelli
sonori la cui pregevolezza scaturisce dai rapporti tra le linee strumentali. I testi possono, ad un
primo ascolto, suonare come scontate dichiarazioni d’amore, semplici descrizioni di rapporti più
o meno travagliati tra un lui e una lei, ma prestando maggiore attenzione si scorgeranno, tra
le pieghe dei versi, segni indelebili di una capacità poetica fuori dal comune, in grado di produrre
metafore e associazioni degne di pochi autori
odierni. Riesce quasi a sfiorare il “classico” in
Sycamore, dopo l’apertura magistrale di From the
rivers to the oceans. Ed è proprio il river, il ‘fiume’, a proporsi insistentemente come immagine
guida tra i solchi del disco. L’affetto che lega l’autore a un immaginario tipicamente da America
sudista trapela da ogni partitura, eppure Woke on
a whaleheart riesce ad essere, grazie alle trame
essenziali di musica e liriche, qualcosa di più d’un
semplice disco di cantautorato pseudo-country:
è un’opera che va assaporata lentamente, ascoltandola più e più volte con l’orecchio sempre teso
alla ricerca di sfumature che, anche su un piano
puramente letterale, riservano sorprese degne di
nota.
di un ego alla continua ricerca di se stesso, men
che mai sazio delle pur altissime vette musicali sin
qui raggiunte, seppure dopo esordi discografici in
cui l’industria musicale non ha perso occasione di
sfoggiare il suo lato peggiore. Un disco complesso
e articolato, in cui l’artista non si è minimamente
risparmiata, dando vita a ben 23 brani, alcuni dei
quali magari prescindibili, ma di sicuro tutti vissuti con l’intesità alla quale ci ha ormai abituato la
Amos. Trame sonore complesse ed energiche, a tratti forse eccessivamente scontate, ammiccanti, su
cui impera l’eccezionale vocalità di Tori, una delle
poche, per doti e attitudine compositiva, candidate a raccogliere l’eredità dell’immensa Kate Bush.
Determinata come sempre a scavare nel profondo
del suo essere donna, dietro la schizofrenia programmatica dello scindersi in cinque personaggi
differenti c’è la precisa volontà di ripudio di una
visione ottusamente monoteista, propria di
quell’America imperialista in cui fatica sempre più
a riconoscersi, e che non teme di schiaffeggiare in
modo irriverente sin dalle prime battute con Yo
George, una volontariamente poco velata critica a
George W. Bush. Cinque personalità che in realtà,
come ha dichiarato la poliedrica artista, si impossessano letteralmente di lei, costringendola ad un
continuo mutamento di prospettiva e, di riflesso,
del proprio punto d’osservazione sul mondo. Certo
è che, pur avendoci ormai abituati a una certa complessità, a tratti si poteva temere che stavolta il
passo fosse troppo lungo, il salto troppo ardito.
Eppure tra le pieghe della sua straordinaria varietà sonora l’album riesce a convincere, regalandoci
una Amos in splendida forma che si dimostra ancora una volta all’altezza, dopo gli esiti non esaltanti
del precedente The Bekeeper. Tutta la sua tipica fisicità creativa e compositiva, sorretta da una rabbia
che stenta ad affievolirsi, aleggia in ogni brano,
ed è un indubbio valore aggiunto per un lavoro che
brillerebbe comunque di luce propria.
tore e da un po’ di amici? Se la madrina in questione
risponde al nome di Neneh Cherry, può valere comunque la pena prendersi del tempo per un’ascolto
più approfondito. Neneh Cherry, Karmil, Burt Ford e
Lola Moon, nonostante nomi del genere, rappresentano un’ensemble di tutto rispetto, in grado di
tracciare percorsi sonori avvolgenti e ipnotici, forti di un sapiente mix tra dub, elettronica, soul e
trip-hop, velati d’inquieto dalla voce senza età della giovanissima Moon. Laylow è un disco passato
decisamente in sordina tra gli scaffali dei negozi,
ma che racchiude al suo interno autentiche gemme
dove la ricerca sonora e armonica riesce sempre a
regalare spunti degni di ripetuti ascolti, esempio
concreto di un’elettronica dal volto umano, calda e
suadente. Per cercare di mettere a fuoco tramite una
definizione il sound del guppo, qualcuno ha coniato l’espressione “broken soul”, e per quanto si consideri
deprecabile la vera e propria mania di catalogazione propria del giornalismo musicale, possiamo dire
che in questo caso si tratta di una scelta che ha la
sua ragion d’essere: è la rottura di uno schema, quello della musica soul, sul quale si innestano le moderne
tecnologie affiancate dai più tradizionali strumenti, a partire dalla voce. Il risultato è un sound
moderno, duttile, efficace, adatto a esprimere le inquietudini profonde dei nostri tempi (a proposito,
anche in questo caso c’è una dedica non proprio lusinghiera per Mr Bush, poco apprezzato ultimamente).
Dal loro sito leggiamo: “...sono tempi complicati, e
i Cirkus sono gente complicata...”. Spesso i brani virano bruscamente in crescendo inaspettati, con ampi
spazi lasciati a sobrie chitarre acustiche e senza mai
abusare della tecnica dello scratch, gioia e tormento dei fanatici del trip-hop. Singolare come pure
tramite un uso intensivo dei loop, la dinamica dei
brani non ne risenta affatto, rafforzata spesso dalle splendide voci del quintetto (ben tre), tutte
connotate in modo assolutamente personale e, pregio non da poco, originale.
Tori Amos - American Doll Posse
Artemide, Persefone, Afrodite, Atena, Demetra, cinque dèe pagane cui fanno riferimento le cinque
personalità archetipiche in cui Tori Amos si è voluta scindere in questo nuovo disco. Volti differenti
Cirkus - Laylow
Cosa accade quando una della madrine del sound di
Bristol (Portishead, Massive Attack, Tricky...) decide di dar vita a un disco volutamente lo-fi, affiancata
dal suo partner Cameron McVey in veste di produt-
50 eur:torrino:news
PROSTITUZIONE:
parte seconda •
?
che fare
Intervista al Presidente dell’associazione Erythros:
Dott. Daniel Zagghay
] a cura di Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli [
Presidente Zagghay, di cosa si occupa la Sua
Associazione?
Erythros è un’associazione di promozione sociale, multietnica, formata prevalentemente da
immigrati.
Quali sono gli obiettivi e le finalità?
Innanzitutto la difesa dei diritti dei soggetti
più deboli. Siamo orientati nella lotta contro la
tratta degli esseri umani.
Parliamo del fenomeno della prostituzione:
perché non viene estirpato?
In prevalenza parliamo di vittime della tratta,
ci sono donne costrette a prostituirsi.
E la costrizione da cosa dipende?
Ci sono vari modi per cadere nella coercizione:
le donne africane, nigeriane ad esempio, vengono in Italia perché stipulano, ignare, un accordo con quello che poi diventerà il loro aguzzino, per lavorare. Solo successivamente si rendono conto d’essere state ingannate e vengono
avviate alla prostituzione. Questo inganno
viene escogitato perché stiamo parlando di un
tessuto sociale molto debole in cui le persone
non sono in grado di difendersi, non avendo la
percezione del denaro. A queste donne viene
detto che in Italia ci sarà la possibilità di guadagnare con contratti da 50-100 mila euro. Una
volta entrate nel racket della prostituzione è
difficilissimo uscirne. Ragazze minorenni provengono quasi esclusivamente dall’Est europeo
mentre le donne africane sono già maggiorenni.
Le donne africane vengono ricattate in ugual
modo rispetto alle donne dell’Est?
Le ragazze trovano già nel loro paese d’origine
una situazione di degrado. Quando vengono in
Italia sanno in che contesto si trovano. Fanno
un accordo con lo sfruttatore che promette di
cedere il 50% dei guadagni, ma solo il 20 % al
massimo entrerà nelle loro tasche. In questo
modo non avranno soldi a sufficienza per sopravvivere da sole e saranno costrette a restare
nel giro. Il protettore fa di tutto per tenere le
ragazze in strada perché ovviamente costituiscono fonte di guadagno.
I veri protettori non vengono mai arrestati, solo i pesci più piccoli finiscono in galera poiché
hanno la funzione di “guardiani”.
Un’organizzazione criminale straniera può
occupare le strade italiane senza alcun problema?
Questo tipo di organizzazioni ha, a livello ipotetico, agganci con il mondo della malavita organizzata, o comunque con la criminalità locale.
Cosa fate per aiutare le ragazze che sono per
strada?
Le ragazze che escono dal giro vengono spesso
aiutate dai clienti. Solitamente i nostri volontari si fingono clienti per avvicinare le ragazze
e toglierle dalla strada e dal giro.
Per farle uscire dal giro, l’Associazione deve
pagare soldi?
Noi siamo un’associazione contro la tratta, e
non scendiamo a patti con queste persone,
anche perché la possibilità di avere altre ragazze da sfruttare porta gli aguzzini a rinunciare a
qualsiasi tipo di minaccia. Oltretutto attirerebbero l’attenzione su di loro, e non sarebbe utile
ai loro scopi. La nostra associazione opera dal
1995 e ha portato fuori molte ragazze pur non
operando nei loro paesi d’origine.
Cosa pensa della prostituzione volontaria?
Credo che chiunque sia libero di fare ciò che
pensa, chi vuole farlo in maniera volontaria
può. Noi principalmente ci occupiamo della
tratta dunque dello sfruttamento.
Intervista al Dott. Francesco De Cicco, Primo Dirigente
del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato
Quale lavoro svolge il Suo ufficio per contrastare la prostituzione?
Questo è il Servizio Centrale Operativo della
Polizia di Stato, inserito nell’ambito della
Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento
della Pubblica Sicurezza. Qui coordiniamo tutte
le attività investigative che le 103 squadre
mobili, situate sull’intero territorio nazionale,
svolgono quotidianamente. È un’azione di raccordo informativo-investigativa che riguarda le
fenomenologie criminali più gravi, più efferate,
come i reati contro la persona, il patrimonio,
52 eur:torrino:news
l’immigrazione clandestina e il traffico di droga.
Ha parlato di lavoro di coordinamento anche
per la prostituzione. Quali sono i paesi da
cui provengono principalmente queste ragazze?
Prevalentemente oggi abbiamo uno scenario
abbastanza complesso per quanto riguarda la
presenza di cittadini stranieri sul nostro territorio. Da alcuni anni provengono dai paesi dell’area balcanica, dall’Africa, in particolare dalla
Nigeria, dall’Asia, in particolare dalla Cina. Na-
turalmente parliamo di organizzazioni criminali
complesse dedite a diversi reati particolarmente gravi, uno dei quali è lo sfruttamento della
prostituzione.
Un fenomeno dilagante è quello della prostituzione minorile. Ci troviamo a Roma, dove
la realtà è sconcertante. Che cosa può fare la
Polizia?
Quello che possiamo fare noi è mettere in azione un’attività investigativa su coloro che sfruttano le ragazze minorenni, sulle organizzazioni.
Naturalmente quest’azione di contrasto non
deve limitarsi al nostro paese ma deve estendersi anche agli altri paesi, da cui ha origine il
traffico. È per questo che tramite l’Interpol e
tramite accordi bilaterali siglati con altri paesi,
ad esempio la Romania, cerchiamo con uno
scambio d’investigatori d’individuare il luogo da
cui partono le ragazze e le minorenni e dove gli
sfruttatori cominciano la loro attività illecita in
cooperazione con altri soggetti dediti nel nostro
paese. Quindi deve essere un’azione coordinata.
Qual è la soglia tra pedofilia e prostituzione
minorile?
Evidentemente il legislatore ha fissato una soglia
d’età al di sotto della quale si parla di pedofilia,
altrimenti diciamo che si tratta di prostituzione
minorile. In ogni caso si parla di reati molto
gravi, puniti severamente. Chi va con una minore tra i 14 e i 18 anni in cambio di soldi commette il gravissimo reato della prostituzione
minorile. Al di sotto di quest’età parliamo di
pedofilia.
Che cosa si può fare per recuperare le ragazze
che vogliono uscire dal giro?
Il legislatore già da un po’ di anni, dal 1998, ha
istituito il Testo Unico sull’immigrazione: la Legge Turco-Napoletano, che ha introdotto un articolo decisamente importante per chi è vittima
dello sfruttamento ma anche per gli investigatori e per la magistratura. Parliamo dell’articolo 18.
Per le immigrate clandestine è prevista la possibilità del rilascio di un permesso di soggiorno
per motivi di protezione sociale, soprattutto per
le ragazze che decidono di dissociarsi, voltare
pagina chiedendo aiuto. Attraverso le forze del-
54 eur:torrino:news
l’ordine, la magistratura e le associazioni di
volontariato, le ONG, è possibile fare un discorso di recupero per le donne che decidono di uscire dal giro.
zie anche a ramificazioni su tutto il territorio
nazionale. Oggi, attraverso internet, vengono
commessi reati anche gravi, tra cui lo sfruttamento della prostituzione e della pedofilia.
Cosa intendono fare le istituzioni per risolvere il problema della prostituzione?
La cooperazione internazionale è una delle forme
di contrasto più significative e remunerative
anche a livello di risultati. Sono stati siglati
degli accordi con alcuni paesi, ad esempio la
Romania, proprio nel dicembre scorso. Il
Ministero dell’Interno ha firmato un accordo
bilaterale di cooperazione con il suo omologo
rumeno che prevede uno scambio di investigatori e strutture investigative parallele. Questo è un
metodo di controllo congiunto alle frontiere, ed
è lo strumento migliore per contrastare queste
organizzazioni che oggi sono molto complesse e
sono disseminate a macchia d’olio su tutto il
territorio mondiale.
Ci parla delle ultime operazioni della Polizia
di Stato?
A gennaio si è svolta l’operazione cosiddetta
“Spartacus” contro lo sfruttamento della prostituzione, che ha visto coinvolte diverse città italiane, coordinata dal Servizio Centrale Operativo
e che ha permesso l’arresto di oltre 800 trafficanti prevalentemente dall’Est europeo. Si trattava di organizzazioni nell’area balcanica che
sfruttavano donne, sempre provenienti da quell’area, in diverse regioni del centro nord e alcune del sud Italia. In quel contesto siamo riusciti ad individuare anche appartamenti in cui venivano sfruttate queste donne e siamo riusciti ad
arrestare i proprietari italiani, consapevoli di ciò
che veniva compiuto all’interno di essi.
Cosa pensa della punibilità dei clienti?
Non spetta a me dire se può servire o meno.
Quello che serve è combattere le organizzazioni
e coloro che sfruttano la prostituzione, sui trafficanti. Sulla punibilità lasciamo agli addetti ai
lavori il giudizio.
Servirebbe un maggior supporto tecnologico
alla Polizia per poter lavorare meglio?
Spesso ci confrontiamo con strutture di altri paesi
e devo dire che le nostre apparecchiature sono già
moderne e all’avanguardia. Non dimentichiamo
che il nostro paese ha a disposizione la polizia
postale e delle comunicazioni che vigila anche su
internet, e che svolge indagini tecnologiche gra-
Nuova spinta per l’Agricoltura
Istituzioni e agricoltori all’Assemblea della Cia
] di Fabrizio Piciarelli [
L’incontro, tenutosi sabato 12 maggio presso il Borgo di Castel di Guido, è stato un importante face to face tra istituzioni, lavoratori ed esperti del settore: una giornata dedicata a far convergere proposte, obiettivi e a trovare soluzioni per incrementare un settore così ampio e variegato, come quello
dell’agricoltura. Tra gli ospiti erano presenti anche il presidente della Cia, il presidente della Commissione Bilancio alla Regione e l’Assessore all’Agricoltura.
Intervista a Giuseppe Politi, presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori)
Sig. Politi, può parlarci di questa manifestazione di cui lei è senz’altro il protagonista indiscusso?
Questa manifestazione degli agricoltori, organizzata ogni anno per Statuto, è un importante
incontro con i soci, con tutti i dirigenti comunali e in questo caso anche con la politica, infatti
è presente anche l'Assessore all'Agricoltura. È
un’occasione per fare la messa punto, della Provincia
di Roma, ma anche a livello nazionale, dello stato dell’agricoltura e dei problemi di reddito degli
agricoltori. Durante la manifestazione si parlerà
soprattutto di prospettive e di tutti gli impegni
che l'organizzazione mette in campo per valorizzare questo settore: un modo per dare maggiore
tranquillità alle aziende agricole e per cercare di
puntare su un maggiore reddito agli agricoltori.
Intervista a Claudio Mancini, presidente della Commissione Bilancio alla Regione
Sig. Mancini, questa giornata è un occasione
d’incontro tra le Istituzioni e la manodopera?
Sono presenti oggi soprattutto aziende agricole
che svolgono nella provincia di Roma un'attività
imprenditoriale agricola importante spesso su aree
pubbliche e che hanno un forte rapporto con la
Regione e con l'ARSIAL (Agenzia Regionale per lo
Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio).
Un utile occasione di confronto e, per noi, anche
un modo per raccogliere alcune idee che verranno poi utilizzate nell'attività regionale.
Oltre ai finanziamenti regionali, cosa si può
fare in più per incrementare questo settore?
Oggi l'agricoltura è qualcosa di diverso rispetto
al passato: è integrata con il turismo, con l'agriturismo, è legata alla produzione biologica e
alla conservazione del paesaggio. È una grande
risorsa economica per il nostro territorio che non
riguarda più solo le generazioni anziane, ma anche molti giovani che si occupano di agricoltura
in chiave turistica, biologica, di ricerca, di qualità. Pensiamo ad un sostegno all'agricoltura non
più come assistenza alle aziende improduttive,
ma come sostegno ad un sistema economico che
si sta riformando e che, come avviene in altre regioni italiane, può essere il volano di una crescita
economica più ampia.
Intervista all’On. Daniela Valentini, Assessore all’Agricoltura
Assessore, sono tanti gli spunti e le questioni sollevate, una di queste è l'Arsial, che cosa
ci può dire?
L'ARSIAL sta andando molto bene, abbiamo fatto un lavoro di risanamento di bilancio notevole.
Abbiamo già pronta la riforma dell'ARSIAL che
presenteremo il prossimo mese in Giunta e possiamo dire che l'enoteca sta facendo un ottimo
lavoro di commercializzazione dei prodotti, facendo alzare moltissimo le quote dei nostri
prodotti sul mercato. C'è ancora molto da fare,
perchè l'ARSIAL deve riformarsi profondamente. La proposta è già pronta in attesa di essere
portata in Consiglio regionale. Abbiamo intrapreso un percorso molto difficile da due anni,
questo settore abbandonato deve essere rivitalizzato, rilanciato, sviluppato e riformato.
Siamo soddisfatti perchè alla fine siamo stati
puntuali a tutti gli impegni che ci eravamo prefissati.
Assessore, la città di Roma viene considerata
come il fulcro dell'agricoltura?
Noi puntiamo molto su Roma, visto che è il più
grande comune agricolo; ci puntiamo come valore aggiunto, come una risorsa, un valore aggiunto.
È un grande mercato per l’agricoltura e noi vogliamo trovare sempre più sbocchi di mercato, per
questo motivo l'ARSIAL ha fatto appunto un piano di commercializzazione su Roma: un accordo
con le mense scolastiche per dare i nostri prodotti
freschi, di qualità biologici. Certo anche Roma ha
un grande bisogno dell'agricoltura e non solo viceversa, questo perché è una metropoli e ha bisogno
di mangiare sicuro, garantito, trattabile e fresco.
Poi Roma è immersa nel verde dei suoi molteplici
parchi, con un’agricoltura viva che ha bisogno
sempre di più di diventare produttiva. Quindi Roma
e dintorni, con gli agriturismi che noi vogliamo
incrementare, può diventare anche un servizio sociale di qualità, non soltanto uno strumento della
nostra economia agricolo
laziale. Stiamo
lavorando ad
un programma
di sviluppo rurale su questa
città perchè ruralità non è solo
agricoltura o viceversa:
abbiamo a Roma
800 ettari di terreno che è rimasto agricoltura,
grazie a Veltroni, al Consiglio comunale e alla
Giunta, che dopo cento anni, finalmente, ha approvato un piano regolatore salvando molte aree
dalla speculazione. Quindi stiamo lavorando per
un progetto, dentro il programma di sviluppo rurale, per questi terreni tali di Roma, che resteranno
agricoli, ma inseriti nel sistema, in economia.
Ipost:
Intervista al Commissario Straordinario
Giovanni Ialongo
] a cura di Marta Cecchini [
Siamo nella sede dell’Ipost, all’Eur (XII
Municipio), in presenza del presidente
dell’Ipost, Giovanni Ialongo, anzi da quest’anno Commissario Straordinario, dico
bene?
“Sì, in effetti da Novembre, con decreto
del Ministro delle Comunicazioni, On. Paolo
Gentiloni, sono stato nominato Commissario
Straordinario. Nella continuità dopo 9 anni da presidente dell’Istituto Postelegrafonici”.
Negli anni precedenti abbiamo seguito un
po’ l’attività svolta dall’Ipost, possiamo
definire quest’Istituto l’eccellenza nel settore dell’erogazione previdenziale? Ci vuole
parlare di come siete riusciti a raggiungere questo livello?
“Sì, prima però, mi consenta di rivolgere
a lei e ai suoi collaboratori un apprezzamento particolare perché seguite, da molto
tempo, e con molta attenzione, l’erogazione dei nostri servizi e per l’impegno che
avete sempre profuso nell’informare, comunicando le attività e i servizi che eroghiamo
ai nostri utenti, non solo nell’ambito di
questa circoscrizione, ma di tutto il territorio nazionale.
I servizi che noi offriamo sono la previdenza, l’assistenza, la mutualità e il credito.
Dopo alcuni anni di rodaggio per una crescente puntualizzazione della macchina
organizzativa del nostro ente, siamo riusciti ad offrire i servizi in modo eccellente,
sia per quanto riguarda la previdenza, pagando la pensione in tempo reale senza
interruzione tra la busta paga di poste italiane al dipendente e il rateo di pensione
dell’ipost al neopensionato, sia per quanto riguarda l’assistenza che è stata rimodellata,
per dare la possibilità anche ai pensionati di usufruire dei vari benefici.
Ecco le nostre iniziative: abbiamo fatto
62 eur:torrino:news
una convenzione con l’Opera Romana
Pellegrinaggi, una convenzione che consente ai nostri pensionati un soggiorno
nei mesi di maggio, giugno e luglio, in
una bellissima località toscana, dove possono trascorrere 15 giorni non solo di
riposo, ma anche seguendo le attività culturali che questa iniziativa consente.
Per quanto concerne il credito, lo abbiamo aggiornato: siamo ora in condizione
di poter erogare il prestito a tutti i dipendenti che lo chiedono anche on line,
accelerando i tempi tra la richiesta e l’erogazione, circa 10 – 15 giorni.
Per quanto riguarda i pensionati, ci siamo fatti carico di stabilire una convenzione
con un primario Istituto bancario per consentire anche a loro di ottenere prestiti
tramite la cessione del quinto del rateo
pensionistico.
Tutti questi risultati sono stati raggiunti
grazie all’impegno costante delle organizzazioni sindacali e di tutti i lavoratori
dell’Ente che ho l’onore e l’onere di presiedere, con la carica di Commissario
Straordinario.
A che punto è la realizzazione del vostro sogno di avere una sede tutta vostra?
“In effetti noi qui siamo ospiti di Poste
Italiane, anche se graditi dalla società.
Speriamo di realizzare il sogno di riportare i nostri lavoratori presso la propria
casa come l’ho definita nel corso della
convention dei 50 anni dell’ente; la propria casa, perché una parte dei lavoratori
dell’ipost prestavano già la loro attività
nel complesso di nostra proprietà in via
Carlo Spinola.
Abbiamo fatto un accordo di programma
con il sindaco Veltroni: al comune noi abbiamo ceduto un immobile ad uso scolastico,
dove c’è la Scuola Alonzi, il Comune ha
concesso all’Ipost la possibilità di costruire su un terreno di nostra proprietà.
È partito da poco un concorso per il mi-
glior progetto edilizio. Ci auguriamo che
parteciperanno qualificati professionisti
che presenteranno idee e progetti per la
costruzione della nuova sede che sarà costruita in via Cristoforo Colombo, a ridosso
del complesso di Spinola.
Ora c’è un nuovo governo che ha portato innovazioni, cambiamenti e proposte,
una delle quali riguarda l’organizzazione del sistema pensionistico e anche
degli enti previdenziali: si parla di un
unico Ente previdenziale. Presidente
Ialongo, basandosi sulla sua esperienza e sul ricercare Know how al servizio
dei cittadini, cosa pensa di questa proposta?
“Inizierà nei prossimi giorni il confronto
tra il governo e le organizzazioni sindacali previsto dal memorandum sottoscritto
già alla fine dell’anno scorso tra le due
parti, per la ricerca di un nuovo modello
strutturale che dovrà gestire la previdenza del nostro paese.
Attraverso l’accorpamento di tutti gli enti in un unico organismo, il governo mira
ad ottenere notevoli risparmi di gestione.
A tal proposito nutro seri dubbi che si
possa raggiungere tale obiettivo.
Temo infatti che eventuali risparmi possano andare a scapito della funzionalità
e della qualità dei servizi, anche se condivido la politica del governo di riduzione
della spesa pubblica.
Partecipiamo a questo dibattito convinti
che l’esecutivo e le forze sociali sapranno ben rappresentare queste esigenze e
questi orientamenti. Per quanto riguarda
il nostro Ente, stiamo verificando una soluzione alternativa.
Attraverso un confronto con le organizzazioni sindacali, dei lavoratori delle Poste
e dei lavoratori dell’Ipost, che ho incontrato recentemente e in seguito ad una
verifica con l’On. Gentiloni e con i rap-
presentanti delle Poste Italiane, soprattutto nella persona dell’Amministratore
delegato Massimo Sarmi, stiamo valutando la possibilità di trasformare l’Ipost da
ente di diritto pubblico non economico
ad una fondazione di natura privatistica.
A tal proposito abbiamo riscontrato consensi e abbiamo affidato a dei giuristi lo
studio di fattibilità che permetterebbe di
salvaguardare l’integrità del nostro Ente.
Presidente, vuole lanciare un messaggio in occasione del prossimo Forum
della Pubblica amministrazione?
“Diamo appuntamento a tutti gli utenti e
ai cittadini di questo quartiere, confermando non solo la partecipazione attraverso
un nostro stand, nell’ambito del Forum
presso la nuova fiera di Roma, ma ricordando che, il giorno 22 maggio alle ore
11, alla presenza del Ministro delle
Comunicazioni, l’On. Paolo Gentiloni, presenteremo un nostro progetto innovativo,
sempre in direzione del miglioramento della qualità dei servizi: un pallino fisso che
ha contraddistinto la mia gestione, fin dal
1997: consentire ai nostri utenti di avere servizi efficienti ed efficaci”.
L’intervista è stata realizzata da Sergio Di
Mambro per la trasmissione televisiva
RomaLive.
In foto: il Commissario Straordinario dell'Ipost
Giovanni Ialongo
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Intervista all’On. Dario Rossin
Vicepresidente di AN e Vicepresidente della Commissione
Sicurezza in Campidoglio
] a cura di Stefano Ursi [
On. Rossin, partiamo dal comparto sicurezza;
quali sono le ultime novità?
Il problema della sicurezza è fondante per ogni
comunità sociale, ma per Roma lo è, a tutt’oggi, ancor di più. Noi lo intendiamo come primario rispetto alle altre problematiche cittadine,
per le quali comunque siamo in prima linea con
lo stesso impegno. Sicuramente va detto della
firma del Patto per la Sicurezza a Roma; sono
previsti 4 Villaggi della Solidarietà per la comunità Rom, nei quali andranno ad essere collocati circa mille soggetti per ciascuno. Nonostante
la mia totale criticità verso un’opera del genere,
in quanto ho già manifestato come simili ragionamenti portino non solo alla ghettizzazione ma
anche all’inasprimento ancor più forte fra cittadini romani e rom, sono soddisfatto per la presenza di presidi fissi delle forze dell’ordine a
disposizione dei Villaggi, aumentati di 150
unità e coadiuvati dalla Task Force del Ministero
dell’Interno. Certo, qualcosa di più si poteva
fare, infatti la mia richiesta verte sullo stazionamento dei presidi proprio all’interno dei Villaggi e che questi ultimi vengano realizzati dopo lo smantellamento degli esistenti. A Roma si
corre sempre il rischio di mettere la polvere sotto il tappeto anziché spazzarla. La storia degli
ultimi anni ce lo mostra chiaramente. Un ultimo
cenno su questa tematica è la paventata concessione di undici piazze in comodato d’uso a
stranieri, che il Patto inizialmente prevedeva. Pare che l’idea, grazie al mio impegno in
Aula, sia stata, almeno per il
momento accantonata, ma
occorre rimanere sempre vigili, perché ora tutte le forze
politiche convergono sulla
battaglia di AN per la sicurezza, ma all’estrema sinistra i
sentimenti non sono così consoni allo spirito di collaborazione, in quanto in quella
parte politica alberga da sempre l’antagonismo che fa della
difesa degli stranieri un suo
baluardo.
Solo una battuta sui Vigili
Urbani e la querelle che
impegna in questo periodo
il Comune.
Chiaramente Lei si riferisce
alla questione dell’armamento, da me proposta
in aula e discussa. Dopo la bocciatura da parte
della maggioranza di Centrosinistra la delusione
certo è stata forte. Ma al di là di questo vorrei
esprimere in questa sede tutta la mia vicinanza
al corpo dei Vigili, come Vicepresidente della
Commissione Sicurezza e dirigente di AN. I problemi che riguardano questa categoria sono di
ordine legislativo come di organico, quindi
occorrerebbe un dibattito lungo e soprattutto
orientato alla costruttività per poter pensare di
fare qualcosa.
Sulle grandi opere del Municipio XII la macchina si è messa in moto: Lei come si pone
rispetto a questi cambiamenti che interverranno sul quadrante?
Anche in Campidoglio prosegue la mia battaglia
sulle delibere che riguardano il quadrante e in
particolare: Bocciodromo, Velodromo, Nuovo
Centro Congressi e Castellaccio Business Park.
Per quando riguarda la viabilità relativa, ho firmato un emendamento approvato all’unanimità
che impegna i proventi degli oneri concessori
nella realizzazione dello Svincolo degli Oceani,
del Sottopasso di via Cristoforo Colombo e dell’intersezione in via dell’Umanesimo.
È una grande soddisfazione questa, che spero
possa portare ai cittadini del territorio un giovamento per le grandi difficoltà negli spostamenti cui dovranno andare incontro. Prosegue
poi l’impegno contro i centri commerciali che
nascono come funghi; in particolar modo sono
stato promotore e sono sempre in prima linea
nella battaglia per Casal Grottoni, con quei
200.000 metri cubi che in una zona già al collasso scoccano il colpo di grazia. Ma il voto
favorevole del Centrosinistra ha colpevolmente
ignorato questa situazione. D’altronde la Giunta
Veltroni è molto sensibile alla politica del mattone e finché sarà così le battaglie saranno
sempre all’ordine del giorno: non si vuole capire che prima ci vogliono le infrastrutture, le
strade, le scuole, gli impianti fognari e i servizi.
La mia famosa battuta sull’uscire non più a targhe alterne ma a giorni alterni, come vede, è
sempre attuale.
“
Rossin:
Vigili su sicurezza
e mobilità
”
Chiudiamo con un cenno sui cosiddetti chioschi e sul rinnovato vigore della proposta del
Tram Eur Tor de’ Cenci.
Vede, sui chioschi da costruire in zona Tre
Fontane e Laghetto dell’Eur, data per assodata
la mia contrarietà alla loro realizzazione in relazione a numero, destinazione d’uso, cubatura, e
quindi, impatto ambientale, non capisco come
facciano le forze di sinistra, che si dichiarano
verdi-ambientaliste, a sottostare ai diktat della
Giunta Veltroni, pur avendo sulle spalle la
responsabilità di essere amministratori del territorio. Per quanto riguarda il Filobus, come dichiaro dal 2003, la mia criticità, e quindi contrarietà, sono assolute, coadiuvate del resto dal
parere degli esperti.
La battaglia è ancora aperta e purtroppo imminente. Ma io fin da ora dichiaro la mia completa disponibilità a contrastare l’ennesimo scempio sul territorio, invitando i cittadini ad unirsi a me.
Fonte Meravigliosa e Prato Smeraldo:
due quartieri dimenticati
] a cura di Fabrizio Piciarelli [
Una festa organizzata per sensibilizzare le Istituzioni
sulle problematiche dei quartieri di Fonte Meravigliosa
e Prato Smeraldo nel Municipio XII si è svolta il
24 maggio alla presenza del Comitato per la Sicurezza
e la Legalità, presieduto dal Generale Antonio
Pappalardo. Due quartieri ubicati a 2 Km dalla
Stazione della metro della Laurentina in cui risiedono 15.000 abitanti e che da anni richiedono un
posto di polizia mobile permanente, una sede decentrata di Polizia Municipale e di rappresentanza
del Municipio all'interno del mercato, uno sportello postale. Il Comitato per la Sicurezza e la
Legalità si è fatto vivo portavoce del malcontento dei residenti, essendo strumento apartitico e
apolitico che ha come unico fine quello di sensibilizzare le istituzioni locali e periferiche sul
problema della sicurezza, quale diritto imprescindibile dei cittadini, e sui problemi che tormentano
le periferie romane. Proprio il Comitato ha raccolto circa 2.000 firme dei residenti di Fonte
Meravigliosa e di Prato Smeraldo, portando davanti alle autorità competenti le problematiche
evidenziate. L’opera intrapresa, come ricorda
Gianfranco Della Mura, continuerà la sua opera
quotidianamente nei due quartieri, con l'intento
di veder accolto dalle Istituzioni i desiderata annosi dei residenti. Come denunciano gli stessi
abitanti, Fonte Meravigliosa e Prato Smeraldo vivono una totale mancanza di sicurezza, che si
ripercuote in decine di scippi e rapine avvenuti
negli ultimi mesi. In più nel Municipio non godo-
68 eur:torrino:news
no di nessuna rappresentanza e, in un periodo in
cui non si fa altro che parlare di emergenza rifiuti, anche questi due quartieri non sono esenti dal
problema. Per correre ai ripari il Comitato concorderà con il Comitato di Quartiere, già attivo in
loco, azioni ulteriori per dare sicurezza e dignità
a 15.000 residenti. Con l'occasione della festa si
è anche cercato di rilanciare l'immagine del Mercato
Rionale di via di Vigna Murata, un centro commerciale tra i più attivi e forniti dell'intero Municipio
ma che pochi conoscono. Gianfranco Della Mura
ha ribadito il suo ringraziamento ai commercianti con l'augurio e la speranza che la festa del 24
Maggio sia stata solo la prima occasione di una
collaborazione attiva e fruttuosa tra il mondo imprenditoriale del quartiere, il Comitato e i cittadini.
”Solo con la collaborazione di tutti”- ha tenuto a
sottolineare - “otterremo ciò che i residenti e le
forze imprenditoriali da anni, e inutilmente, stanno chiedendo alle Istituzioni. Insieme si può
finalmente dare nuova linfa e nuova vitalità ai due
quartieri.”
Associazione Sportiva e Culturale
Fonte Laurentina
Intervista al Sig. Gianni Aguzzetti
sta, partiranno le attività del Campus
Estivo, dove ogni mattina, dai più piccoli ai più grandi, sarà possibile cimentarsi in una vera scuola calcio, attraverso corsi e mini-tornei.
Immerso nello splendido parco della Selcetta, il
Centro Sportivo Sport City è il luogo ideale per
tutte le attività e iniziative promosse dall’Associazione Sportiva Fonte Laurentina, coordinata e presieduta dal Presidente Gianni Aguzzetti.
Chiediamo al signor Aguzzetti: quali sono i
programmi estivi del centro?
Dall’11 giugno al 15 settembre, a grande richie-
72 eur:torrino:news
Parliamo del futuro, cosa state
organizzando per settembre?
Stiamo già prendendo le prescrizioni
o eventuali nominativi per la stagione
2007-2008 a partire dai nati nel 2001. La scuola calcio si svolgerà presso il circolo sportivo
Sport City, un parco immerso nel verde attrezzato con qualsiasi comfort: ristoranti, bar, palestre, piscine. Non soltanto i giovani, ma anche
i genitori possono usufruire del centro, e in
quanto genitori potranno usufruire di sconti e
agevolazioni presso il circolo.
Cosa fornisce l’associazione agli iscritti?
Un kit completo: borsa, due divise da allenamento, una tuta da allenamento, una tuta di
rappresentanza, un k-way, un cappello e un
giubbotto. Per sintetizzare, tutto ciò che serve
per vestire un vero atleta.
Oltre al calcio, quali altre attività si svolgono
presso il circolo?
Con la chiusura delle scuole le attività sono
ferme e riprenderanno a settembre, sono svariate e si svolgono presso la palestra della scuola
elementare Fonte Laurentina. Ci sono corsi di
Pilates, GAG, Total Body, MiniBasket, Volley e
tante altre attività. Vorrei aggiungere che sono
corsi formativi sotto tutti gli aspetti, fisico, psicologico, utili per socializzare. Lo sport aiuta i
ragazzi a crescere e li rende pronti al confronto
con le sfide della vita.
Riletture...
Ugo Cornia, Le pratiche del disgusto, Sellerio
] di Fabio Zaccaria [
Con il suo italiano volutamente zoppicante,
pericolosamente in bilico sul filo della grammatica, il modenese Ugo Cornia ci trascina nel
fiume delle sue elucubrazioni. Pensieri aggrovigliati, un flusso di coscienza misto a una nausea sartriana dei nostri giorni, passo dopo
passo enuclea il concetto di “Pratiche del disgusto”. L’analisi è semplice e diretta: si osserva
il mondo circostante e lo si vive con interesse,
74 eur:torrino:news
sovrapponendo pensieri, idee, dubbi. Senza
farci influenzare troppo dai suoi dati biografici
(insegna all’Università) possiamo dire che la
sua formazione intellettuale di filosofo affiora
tra le righe del testo, perché ciò che cattura e
rende interessato il lettore è il metodo con cui
l’autore/protagonista procede attraverso i percorsi mentali delineati, in un apparente andirivieni tra causa scatenate e tentativi di comprensione. È una scrittura, come già detto,
volutamente minimale, che riesce a rendere con
efficacia persuasiva il procedere non rettilineo
del pensiero umano, qui colto nell’atto della
formazione di idee ed opinioni. Cornia non aspira a comprendere ciò che è attorno a sé, ma
soprattutto ciò che è dentro di sé, sforzandosi
di capire le reazioni della sua mente di fronte
alla cattiveria, al conformismo, alla banalità e
alla desolazione del tempo in cui vive o, sarebbe meglio dire, vaga sperduto alla ricerca di un
senso delle cose che forse non c’è.
Ed ecco allora le sue domeniche usate come
“osservatorio sul mondo”, in cui si dedica alla
“contemplazione del mondo come malato terminale”, dove esistono cose in cui comunque ci si
ostina a credere, non solo per necessità, ma per
il puro bisogno di mantenere speranze che tengano vivi, e generino desideri. Come l’amicizia,
ad esempio, uno dei fuochi di tutta la narrazione che agita i pensieri del protagonista, com-
battuto tra l’eterea aspirazione verso un ideale
e l’evidenza della rozza materia di cui è fatto
l’uomo.
Le pratiche del disgusto riesce nel non facile
intento di non annoiare il lettore, considerando anche il fatto che si tratta di un libro di
certo non voluminoso in quanto a foliazione.
L’abilità dell’autore si apprezza soprattutto nella capacità di mantenere una certa leggerezza
nell’osservazione, procedendo nei suoi ragionamenti in modo solo apparentemente goffo,
ma in realtà calibrato e geometrico, avvicinando il lettore con piccoli passi a un nucleo che
via via si rivela. Cornia non parla, in fondo, del
disgusto da lui provato, ma di come certa gente ami comportarsi in modo da suscitare disgusto nelle altre persone, scrivendo pagine in cui
la lucidità del testo è pari solo alla lucidità con
cui a volte le persone fanno sfoggio dei loro lati peggiori. Si riscontra un’unica caduta di tono
nelle ultime battute del libro, dove Cornia si
“rimpossessa” della grammatica lanciandosi in
elucubrazioni - assolutamente legittime, sia
chiaro - di carattere universale: quasi un tentativo di concludere con una sorta di morale
che non riesce del tutto a cogliere nel segno.
Bastava tutto quello descritto in modo originale e profondo nelle circa cento pagine precedenti, di cui vi raccomandiamo caldamente la
“rilettura”.
eur:torrino:news 75
La Regione informa
] a cura di Marta Cecchini [
Marrazzo: in arrivo il distretto delle scienze della vita
Trecento ricercatori al nuovo Campus Biomedico di Trigoria
Al via il Polo di ricerca avanzata in biomedicina e bioingegneria
Saranno 300 i ricercatori che dall'autunno prossimo saranno ospitati dal nuovo Campus biomedico
di Trigoria, inaugurato nei giorni scorsi. Il costo
del Campus è di 30 milioni di euro, quattro dei
quali investiti dalla Regione Lazio. A presiedere
l'Advisory board sarà la prestigiosa figura di
Joaquin Navarro Valls.
Intanto dalla Regione arrivano buone notizie per
il settore della ricerca. Sta nascendo infatti il distretto delle “Scienze della vita”. Ad annunciare
l'apertura della nuova rete delle bioscienze, il
presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e
l'assessore regionale allo Sviluppo economico
Raffaele Ranucci.
Il Ministero della Ricerca, infatti, ha accettato
il progetto del Lazio, per il quale sono stati impegnati 10 milioni di euro. Il nuovo distretto
collegherà tutti gli attori che fanno ricerca sulle scienze della vita come le università, l'Idi, le
imprese farmaceutiche e il Cnr.
La creazione di un polo distrettuale della ricerca, facendo sistema tra tutti i centri, i parchi, i
laboratori e le università, è un obiettivo importante per la Regione, che – come ha spiegato
Marrazzo – «non solo vuole evitare la fuga di
cervelli, ma intende creare le condizioni per attirare investimenti e nuove intelligenze».
D’accordo anche l’Assessore alla piccola e media
impresa, commercio e artigianato della Pisana,
Francesco De Angelis, grazie al cui impegno la
Regione ha stanziato i quattro milioni di euro
per la nascita del polo di ricerca avanzata in biomedicina e bioingegneria.
«Un investimento, quello della Regione, ancor
più importante e valido – ha continuato De Angelis
– se pensiamo che intorno all'area del Campus
Biomedico si estende il distretto industriale del
chimico-farmaceutico, che comprende oltre settanta aziende, tra cui molte multinazionali».
Si cercherà dunque di far entrare in sinergia il
Campus di Trigoria con i laboratori e con le industrie farmaceutiche della zona, allo scopo di
migliorare le strategie di filiera e la competitività del sistema, agevolando la ricerca e la
sperimentazione preclinica e biotecnologica.
Francesco De Angelis e Piero Marrazzo
Regione Lazio e Comune di Roma mettono a punto il riordino del settore
Commercio ambulante, stop all’invasione dei camioncini
Blocco di un anno alle nuove licenze. Decise aree off-limits agli itineranti
Giro di vite sull’ambulantato itinerante. Lo hanno deciso Regione Lazio e Comune di Roma, per
arginare l’invasione dei camioncini e stabilire
regole e criteri per riportare ordine in città. In
un incontro tra i due assessori al commercio
della Pisana e del Campidoglio, rispettivamente Francesco De Angelis e Gaetano Rizzo, è stata
concordata una serie di provvedimenti e di interventi, tesi da una parte a stabilire regole
certe, e dall’altra a promuovere strumenti e incentivi per favorire lo sviluppo del piccolo
commercio.
L’obiettivo è dunque limitare il proliferare delle licenze di commercio itinerante, rilasciate
con troppa facilità dai comuni di tutta Italia e
che oggi prmettono, anche agli ambulanti di
altre regioni italiane, di recarsi nella Capitale
per smerciare i prodotti in vendita. Una vera e
propria invasione giornaliera di camioncini, che
si fermano un po’ dovunque, creando disagi alla città, al turismo e agli altri commercianti.
Non si tratterà però di una chiusura indiscriminata, ma più semplicemente di riordinare un
settore, quello del commercio su aree pubbliche, difficilmente governabile.
«La questione del commercio su aree pubbliche, hanno affermato in una nota congiunta De
76 eur:torrino:news
Angelis e Rizzo, è un tema che intendiamo affrontare insieme alle categorie per poter superare
storiche criticità».
D’intesa con Rizzo, dunque, De Angelis modificherà la Legge 33 del 1999 (la norma che regola
il commercio nel Lazio), inserendo alcune norme specifiche sul commercio in aree pubbliche.
In particolare sarà approvata una norma che limita al solo ambito territoriale del Lazio la
possibilità di esercitare il commercio itinerante; sarà inserito un articolo di legge per bloccare
temporaneamente per un anno, e comunque in
attesa di una più ampia riforma della Legge 33,
il rilascio di nuove licenze itineranti da parte
di tutti i comuni del Lazio; e infine sarà decisa una norma che faccia divieto di esercitare il
commercio itinerante in determinate aree del
centro e della periferia della Città. Il Comune
di Roma individuerà tali zone, caratterizzate dal
rischio di degrado o da particolare interesse
storico-architettonico, turistico ed archeologico.
«Successivamente, nell’ambito della rivisitazione globale della Legge 33 – hanno aggiunto
De Angelis e Rizzo – convocheremo un tavolo
di concertazione con le categorie del commercio su aree pubbliche, per rivedere la norma
riguardante i mercati saltuari e settimanali».
I due Assessori hanno anche affrontato altre
questioni di nevralgica importanza per lo sviluppo del commercio, come la programmazione,
gli orari di apertura del Centro Agroalimentare
di Roma, la lotta all’abusivismo, lo sviluppo dei
mercati rionali.
«Sugli orari del Car, hanno spiegato, verrà valutata una soluzione che armonizzi le esigenze
dei singoli mercati rionali con quelle della struttura distributiva. Saranno inoltre assunte, d’intesa
con le istituzioni preposte, tutte le iniziative
possibili per intensificare la lotta all’abusivismo e alla contraffazione».
Nei prossimi giorni, intanto, la Giunta regionale approverà il documento programmatico del
commercio, che fissa le linee-guida dello sviluppo del settore, teso a garantire innanzitutto
il giusto equilibrio tra le varie forme distributive. E per lo sviluppo dei mercati rionali, ha
annunciato De Angelis, «nell’ambito dell’assestamento di bilancio regionale, la Regione
promuoverà presto un apposito bando con cui
stanzieremo due milioni di euro. E un analogo
bando verrà promosso per le piccole attività che
operano nei centri commerciali naturali».
La Regione Lazio: in arrivo il documento programmatico
Commercio, al via confronto tra istituzioni e categorie
Confcommercio e Confesercenti: ecco le priorità dei piccoli negozi
Per una volta unite. Confcommercio e Confesercenti,
i due maggiori sindacati dei commercianti, tradizionalmente contrapposte, hanno avviato un
programma comune per rilanciare le piccole imprese del commercio e rivedere, d’intesa con la
Regione e gli enti locali, le normativa e in vigore
e le nuove leggi da pensare per un futuro razionalizzato e ragionato, e per affrontare i problemi
che frenano il commercio della città di Roma.
Cesare Pambianchi e Alberta Parissi, presidenti
rispettivamente di Confcommercio Roma e Confesercenti provinciale, hanno consegnato a Regione,
Provincia e Comune di Roma un documento sulle priorità e le linee guida da seguire nel settore
del commercio e dei suoi ordinamenti.
«Un settore strategico», come riconoscono tutti
gli assessori: quelli regionali all'Agricoltura e alla
Piccola e media impresa, rispettivamente Daniela
Valentini e Francesco De Angelis, quello capitolino al commercio Gaetano Rizzo e quello provinciale
allo sviluppo economico Bruno Manzi.
Dai dati del Censis emerge che il 45% dei consumatori romani che si muove fra la piccola, media
e grande distribuzione è attento nel momento dell'acquisto e guarda sempre il prezzo prima di
comprare. Per questo è in crescita il fenomeno dei
grandi centri commerciali, minaccia numero uno
per la piccola distribuzione, che però rappresenta
ancora una risorsa irrinunciabile per l'87% dei consumatori.
«Serve una pianificazione degli insediamenti commerciali – ha sottolineato Pambianchi. La nostra
preoccupazione è che la città non stia tenendo
conto dei cambiamenti del tessuto commerciale.
Con gli Articoli 11 nasceranno strutture che rischiano di intaccare l'equilibrio della rete commerciale
che oggi è composto al 60% da esercizi di vicinato».
La conferma viene dall’assessore capitolino al commercio. «È vero, ha detto Rizzo. Si comincia a
notare una certa difficoltà per i negozi di vicinato. Bisogna trovare nuove formule come quella dei
centri commerciali naturali. Abbiamo bisogno di
una vera integrazione fra piccola, media e grande
distribuzione e di un piano del commercio e per
la distribuzione».
Anche l’Assessore provinciale Manzi ha ricordato
«che deve esserci la necessità di ragionare insieme con tutte le istituzioni. Bisogna confrontarci
sulle questioni prioritarie, licenze e piani regolatori del commercio».
D'accordo con la politica di concertazione e di collegamento fra le istituzioni anche Valentini, che
conferma la necessità di promuovere «un pacchetto
d'iniziative per il piccolo commercio. Nei centri
commerciali – continua Valentini – i piccoli esercenti devono avere il diritto d'opzione sui locali e
degli affitti equi. Poi bisogna regolare il rilascio
delle licenze, fare un piano serio per il centro storico che parta dai vincoli per renderlo vivo e non
devastante».
È partita dunque la stagione del confronto e della concertazione tra commercianti e istituzioni.
«Dobbiamo aprire un tavolo di concertazione che
riunisca Regione, Provincia, Comune e le associazioni di categoria in cui si programmi l'evoluzione
urbanistica e lo sviluppo del commercio».
È questa la proposta dell'assessore alla Piccola e
Media Impresa della Regione Lazio, Francesco De
Angelis.
La Regione in proposito si accinge ad approvare
un documento di programmazione in materia di
commercio che, in attesa della modifica globale
alla legge del settore vigente, «ha come obiettivi
– afferma De Angelis – stabilire regole certe nel
periodo transitorio e pianificare lo sviluppo del
commercio per ottenere un equilibrio tra piccola,
media e grande distribuzione. Lo stesso spirito deve animare le modifiche alla ormai superata Legge
33 sul commercio».
Al via la “Carta dei giovani”
Dalla Regione sconti e promozioni
Sconti su musei e altre iniziative culturali organizzati dalla Regione Lazio, convenzioni con
alberghi e ostelli per favorire la permanenza nei
fine settimana, sconti sugli acquisti e uso gratuito dei mezzi pubblici regionali nell' area
extraurbana durante i weekend estivi per andare
in discoteca nel litorale romano.
Sono le facilitazioni previste dalla “Carta dei
Giovani” che la Regione Lazio rilascerà a tutti i
ragazzi dai 14 ai 25 anni residenti o domicilia-
ti nel territorio regionale.
«La Regione Lazio si rivolge ai giovani e li avvicina alle istituzioni – ha detto il Presidente della
Regione Piero Marrazzo – con una comunicazione
dinamica e fresca cerchiamo di parlare a chi vuole muoversi e avere gli strumenti per farlo. Per
sostenere la Carta abbiamo stanziato 600 mila euro. Una pubblica amministrazione – ha aggiunto
– non deve essere solo burocrazia. Noi vogliamo
avere una copertura totale della fascia giovanile
under 26, penso che nel 2009 ci riusciremo. Per
adesso raggiungiamo già il 50% dei giovani».
L'iniziativa fa parte del Piano Triennale Regionale
in favore dei giovani 2007-2009 e sarà riconosciuta e utilizzabile in 39 paesi europei. La prima
fase di sperimentazione avrà inizio a luglio e durerà fino al 31 dicembre 2008. Per avere la Carta
basterà andare negli uffici del comune di residenza con un documento di riconoscimento valido.
Sanità al risparmio, spesa farmaceutica scende del 22%
Con l'introduzione del prezzo di riferimento per
i farmaci gastroprotettori, la spesa farmaceutica del Lazio, ad aprile 2007, è diminuita di oltre
il 22% rispetto al mese di marzo 2007, con un
risparmio per le casse regionali di oltre 26 milioni di euro.
Lo rende noto la Federazione dei medici di famiglia della Fimmg.
La stima è stata desunta grazie ai dati del sistema di rilevamento della Federazione, che si
78 eur:torrino:news
avvale di oltre 400 medici rilevatori.
Il dato è “prudenziale” e considera anche la quota di risparmio ottenuta con la distribuzione
diretta e per conto.
L'introduzione del prezzo di riferimento per i soli gastroprotettori, misura entrata in vigore dallo
scorso aprile e decisa dalla Regione Lazio nel
quadro del piano di risanamento dei conti della sanità laziale, sta dunque producendo risultati
estremamente positivi.
«Il dato relativo al forte risparmio indotto dalla misura del prezzo di riferimento è confermato
anche dal confronto con i dati relativi all'aprile 2006 – si legge in una nota della Federazione
dei medici. In questo caso la diminuzione della spesa è del 17%. Nel primo quadrimestre del
2007 la riduzione della spesa farmaceutica nel
Lazio è stata di oltre 40 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2006».

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