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Direttore Responsabile:
Paola Cerella
Progetto Grafico :
Enrico Gualterio
Carlo Menna
Giornalino stampato presso:
Istituto Statale d’Istruzione Superiore
‘‘Enrico Mattei’’
Via S. Rocco - 66054 Vasto (Ch)
Tel. 0873/69218 - 0873/367770 Fax 0873/361455
www.itivasto.it
Testi e foto da pubblicare vanno inviati a:
[email protected]
La forza dell'abitudine
Show in Parlamento:
ma da chi siamo governati?
iò che ci permette di accorgerci di qualcosa,
qualsiasi cosa, è l'imprevisto, un evento inaspettato
in una routine consolidata; per destarsi, la nostra
attenzione ha bisogno di un segnale, di qualcosa che ci
colga di sorpresa.
E' come quando, nel sonno, restiamo impassibili ai tanti
rumori che il cervello etichetta come "normali", salvo
poi sobbalzare al suono della sveglia. A quel punto sta a
noi scegliere se ignorarla o meno: una scelta che però
non si pone neanche, nel caso in cui il suono si confonda,
perdendosi, nel cumulo dei rumori poco importanti,
"normali".
Il problema è qui, è nel momento esatto in cui
diventiamo passivi, in cui cediamo all'abitudine e
diventiamo indifferenti, lontani dai problemi. E, quando
ci svegliamo, ci troviamo assuefatti, indotti a sopportare,
condividere ed invidiare, scopriamo che il limite si è
spinto troppo oltre e, quando ce ne accorgiamo, molto
probabilmente è troppo tardi.
Questa è la condizione in cui siamo disposti a cedere ad
ogni tentazione, a credere ad ogni bugia. Ci sentiamo
vittime di un sistema "che fa tutto schifo", che non
conosciamo e di fronte al quale siamo inermi; ciò ci
spinge a cercare la realizzazione in altri lidi, ci divide. E'
l'abitudine che ci fa considerare la nostra condizione
negativa come un qualcosa da cui muovere, e non un
qualcosa a cui opporci. Perché in fondo è tutto
"normale".
Quello che dobbiamo capire è che invece niente è
normale, perché l'abitudine è tale solo per chi non ha la
voglia di aprire gli occhi; ma noi tutti possiamo e
dobbiamo volerli aprire, ognuno di noi per sé e insieme
agli altri, perché non è matematica e qui la nostra unione
è più forte della somma dei singoli. Non capirlo rende
vano anche il solo parlare di Unità d'Italia, in questi
giorni in cui ne festeggiamo l'anniversario.
Dobbiamo avere brama di informazione, desiderio di
rivalsa, di prenderci ciò che meritiamo, impegnarci per
meritare di più: non è utopia, se scegliessimo, per noi e
per gli altri, di voler andare oltre, di recepire il suono
della sveglia ed alzarci.
Andrea Vitangeli, 5aA Lst
roppo spesso, ormai, in tv siamo costretti a
vedere dal Parlamento scene che sono degne de
“I nuovi mostri” di Striscia la notizia. Capita, infatti,
che, nel bel mezzo di sedute parlamentari, si
verifichino sceneggiate indegne di persone che
devono rappresentare uno Stato. L'ultima si è
verificata qualche giorno fa alla Camera dei
Deputati: si stavano svolgendo le operazioni di voto
sulla prescrizione breve e il Consiglio dei Ministri era
assente, in quanto riunito a discutere
dell'immigrazione. Ad un certo punto, dato che la
maggioranza era in difficoltà, sono entrati in aula i
ministri, mentre erano ancora in corso le operazioni
di voto. Il presidente Gianfranco Fini ha atteso,
ricordando che chi era in aula poteva votare e, quindi,
ha chiuso la votazione. Sono riusciti a votare solo
quattro ministri e il risultato raggiunto è stato di
parità. La maggioranza, quindi, per regolamento era
sconfitta. A quel punto, però, si è scatenato il
finimondo: un deputato del Pdl ha lanciato in aria un
giornale, che ha colpito in testa Fini mentre usciva
dall'aula, e il ministro Angelino Alfano, addirittura,
ha tirato la sua tessera elettronica tra i banchi
dell'opposizione, dove Antonio Di Pietro è stato lesto
a recuperarla e mostrarla. Insomma, è stata una scena
vergognosa che non si verifica nemmeno nel
peggiore dei reality. Ma questo è stato solo l'ultimo di
tanti episodi che si sono verificati: per esempio, il
giorno prima, il ministro della Difesa, Ignazio La
Russa, aveva apostrofato con un “vaffa..” proprio
Fini. Tutti questi episodi portano a chiedere: ma da
chi siamo governati? Da persone serie, che tengono
davvero al Paese, o da gente che è lì solo per i propri
interessi e che pensa solo a giocare al computer o a
leggere il giornale? Visto lo stato delle cose, verrebbe
da propendere per la seconda risposta, ma chissà,
forse la situazione può cambiare, forse bisogna solo
avere pazienza e aspettare. Sì, ma quanto, visto che il
Paese cade sempre più in basso?
Simona D'Ercole, 4aA LST
C
segue da pag. 1
Anno III, Numero 2, Maggio 2011
Redazione
T
Caro estorsore,
questa volta nella busta non ho messo le solite
banconote, ma questa lettera che in banca non varrà di
certo nulla, ma per me è più preziosa dell'oro.
Ho perso il conto delle volte che sei entrato nel mio
negozio, col tuo fare
spavaldo e risoluto. I
primi tempi mi
spaventavo e tremavo tutta, da capo a
piedi. Invece ora mi
sono abituata alla tua
presenza e mettere la
quota nella busta è
diventata routine, una
semplice voce in più
in bilancio. In
televisione sento
spesso parlare dei
tuoi superiori, che
vivono nei bunker o
nelle immense ville
abusive dai rubinetti
d'oro. Sono
disgustata dal
racconto dei loro
crimini, coi cadaveri
ridotti a semplici numeri dal giornalista di turno. Mi
sento lontana da quel mondo, come se non mi sfiorasse,
felice della mia estraneità. Proprio ieri stavo contando i
pagg. 2-3
Speciale
Fuga dalla prigione
più sicura del mondo.
Quando la scienza
cambia la storia
pagg. 5-6
Speciale
Perché siete tutti
quanti italiani...
soldi da darti e per sbaglio mi
sono tagliata con un foglio. Il
sangue
ha bagnato una delle banconote e
io sono rimasta a
fissarla a lungo. Era sangue mio,
rosso acceso e lo vedevo contrastare col colore sbiadito
dei cento euro.
Un'immagine
terribile, ma era solo
la facciata di ciò che
fino a quel momento
era rimasto
invisibile, nascosto
nella filigrana. Tutte
le banconote che ti ho
dato finora erano
apparentemente
pulite, eppure nel
momento stesso in
cui entravano nella
tua tasca si bagnavano di sangue. Non
certo tuo, né mio. Era
il sangue innocente
di tutte quelle
persone che si sono
ribellate e hanno
voluto credere nella
giustizia. Per la prima volta in vita mia mi sono sentita
spaventosamente vicina a quei boss che vedevo soltanto
in televisione, ho visto finalmente il contatto che mi lega
a loro. Sei proprio tu quel maledetto contatto, che fa di
me una vittima complice. Mentre ti scrivo penso alla mia
auto che, probabilmente, diventerà presto un cumulo di
cenere, o al mio bel negozio in piazza, che potrebbe fare
la stessa fine. La cosa buffa è che devo ancora finire di
pagarli, eppure posso accettare di privarmene. Invece
non posso fare a meno della mia coscienza, perché è con
essa che mi addormento la sera e al mattino è al mio
fianco davanti allo specchio. Ho paura che diventi ogni
giorno più debole e che, alla fine, andrà ad ingrossare le
continua a pag. 2
già affollate fila dell'omertà.
Quando leggerai queste righe i carabinieri
saranno già pronti con le manette da metterti
ai polsi. Sono sicura che neppure in quel
momento abbandonerai la tua spavalderia e
che molte persone grideranno la tua
innocenza mentre sarai tenuto da due agenti
col passamontagna. Da quel momento la
mia vita sarà in pericolo e certo non sono
tranquilla, anzi. Molti mi daranno della
fessa illusa, altri addirittura della traditrice.
A pensarci, la paura mi sale lungo la colonna
vertebrale, come un brivido freddo e ho
tanta voglia di stracciare questo foglio.
Mi ripeto che forse sono soltanto una goccia
nell'oceano, ma qualcuno ha detto che senza
di essa l'oceano sarebbe più piccolo. Aveva
proprio ragione e io non voglio che la mia
piccola e insignificante goccia si sporchi
con la polvere da sparo e il sangue.
Quando tu passerai la tua prima nottata in
prigione, io andrò ad aprire il mio negozio e
mi guarderò alla vetrina. Sul mio volto ci
sarà il sorriso e sai perché? Perché, per la
prima volta, con me entrerà la mia
coscienza, l'ho tenuta fuori per troppo
tempo.
Arianna Tascone
5aB Lst
Per regolamento
del Premio
Libero Grassi,
la riproduzione
di questo testo
è vietata
sia in forma
cartacea che
digitale.
M
ercoledì 30 marzo, presso la
pinacoteca di Palazzo d'Avalos a
Vasto, si è svolta la manifestazione
della nostra scuola per il Festival della
Scienza, con la collaborazione della
professoressa Paola Cerella, organizzatrice
dell'evento, e dello storico Marco
Patricelli. Una grandiosa serata dedicata ai
ragazzi del “Mattei” per la presentazione di
vari e curiosi progetti, tra cui uno sulle armi
segrete dei nazisti durante la seconda
guerra mondiale, proposto da Ismaele
Bevilacqua, Gianluca Bosco e Benedetta
Di Legge della 3aA Lst e da Aldo Giardini
della 3aB Lst. Il termine Ufo è legato alle
affermazioni su ipotetici apparecchi ad alta
tecnologia o astronavi, che sarebbero stati
prodotti dalla Germania nazista durante la
seconda guerra mondiale e che studiosi
nazisti avrebbero continuato a progettare
nel dopoguerra. Le prime testimonianze sui
dischi volanti nazisti comparvero in vari
articoli dell'ingegnere italiano Giuseppe
Belluzzo e dell'americano Roy Fedden. I
velivoli descritti erano stati progettati a
partire dal 1942 sia in Italia che in
Germania e i mezzi più vicini alla
fantomatica tecnologia aliena erano quelli
progettati dai nazisti durante la fine della
grande guerra. Verso la fine del conflitto
mondiale, la popolazione tedesca,
spaventata dai numerosi sbarchi dei
nemici, venne tranquillizzata dal ministro
della propaganda, Joseph Goebbels, che la
indusse a credere in una vittoria finale
grazie all'aiuto di sofisticate armi segrete in
cui credettero anche gli americani. Nella
propaganda nazista, la lettera V della sigla
V2 coincideva con l'iniziale di
“vergeltung”, rappresaglia. I V2 erano
leggendari missili tedeschi, progettati da
Wernher Von Braun, molto efficienti, in
grado di eludere i radar nemici e colpire il
bersaglio in 5 minuti dal lancio.
Nonostante i grandi progetti, alla fine della
guerra, le armi V non erano ancora pronte
per l'uso. Ulteriori armi V non erano altro
che fantasie per soddisfare il Fuhrer e, a tal
fine, il “disco volante del Terzo Reich”,
noto come V7, svolse un ruolo
fondamentale. Il ministro Hermann
Goring, per rafforzare la supremazia aerea
tedesca, convocò numerosi studiosi per
concepire nuove tecnologie. Da qui nacque
la leggenda del disco volante nazista. Dopo
la fine del conflitto, il mito dei dischi
volanti ebbe un suo sviluppo autonomo,
assumendo conformazioni sempre più
varie. Le personalità più importanti del
regime nazista con Hitler,
dopo la
sconfitta, secondo voci dell'epoca, si
rifugiarono in Antartide con i loro velivoli
anormali, nascosti in basi sotterranee, in
attesa di ritornare in Germania. Il culmine
di questa storia fantasiosa venne raggiunto
con il racconto secondo cui Hitler si era
trasferito sulla luna meditando la sua
vendetta. La mania dei dischi volanti, dopo
la seconda guerra mondiale, venne
alimentata sempre più. L'ingegnere
Belluzzo aveva sempre sostenuto che i
velivoli di forma discoidali sono instabili,
con un effetto assai evidente con
l'aumentare delle dimensioni. In Canada
cercarono di copiare il prototipo di disco
volante dei nazisti, ma l'operato si dimostrò
un fallimento. Nel frattempo, gli inglesi
misero all'opera vari scienziati per
costruire armi segrete, tra cui ricordiamo il
famoso Habbakuk. Doveva essere una
grandissima portaerei, fatta di ghiaccio e
cellulosa, impiegata come base d'appoggio
per gli aerei nella caccia degli U-boot
tedeschi. Il progetto venne abbandonato
nel 1944, dopo la costruzione di un
prototipo. Durante il conflitto mondiale,
numerosi sedicenti inventori rivendicano
anche la paternità di una ipotetica arma
basata sul trasferimento di più flussi di
energia, presubilmente magnetica.
L'italiano Guglielmo Marconi, invece, si
vide attribuita l'invenzione del “Raggio
della morte”. Si vocifera avesse progettato
una misteriosa arma, negli anni Trenta,
grazie a un finanziamento ad opera di
Benito Mussolini. L'unica testimonianza al
riguardo si trova in un libro scritto da
Rachele Mussolini, consorte del Duce, che
affermava di avere assistito ad una
dimostrazione durante la quale venivano
improvvisamente bloccati i motori delle
automobili da una forza misteriosa. Le
notizie su un'arma di questo tipo non
furono mai confermate né smentite dal
governo italiano, ma si ritiene che tali voci
fossero misteriosamente divulgate
dall'Ovra a scopo di propaganda. Dal
dopoguerra ad oggi non si è più affrontato
questo argomento. Per tale motivo resta a
noi giudicare se questi fatti siano o meno
legati veramente alla storia del Novecento.
Gianluca Bosco, 3aA Lst
Driiin... Driiin... Squilla il telefono!
quilla il telefono è il titolo del progetto realizzato dai ragazzi della 4aA Lst in
occasione del Festival della Scienza. Tale progetto ha aperto la serata che il
“Mattei” ha organizzato a Palazzo d'Avalos. Quale tema migliore di questo per iniziare
a “comunicare” con il pubblico presente? Il lavoro presentato ruota attorno
all'evoluzione del telefono, partendo dalle prime forme di
comunicazione. Ideatore del telefono è stato l'italiano Antonio
Meucci, anche se la sua 'riabilitazione' è avvenuta solo l'11 giugno
2002 con la risoluzione 269 del Congresso degli Stati Uniti, dal
momento che prima si pensava fosse Alexander Graham Bell
l'ideatore del telefono per averne acquistato il brevetto. La prima
introduzione pratica del telefono in Italia
ebbe luogo a Milano il 30 dicembre 1877,
quando fu attivata la linea tra due apparecchi costruiti dai fratelli
Gerosa che metteva in contatto una caserma dei pompieri con la
stazione di Porta Venezia della tranvia interurbana per Monza. La
cornetta nacque quando un centralinista svedese ebbe l'idea di
2
S
Quando la storia appassiona i ragazzi: 150 nuovi orizzonti
L'arma segreta dei nazisti tra verità e menzogna
legare il microfono e il ricevitore ad un bastoncino, in
modo da poter avere una mano libera. Il progetto
presentato dagli alunni della 4aA Lst ha visto un
susseguirsi di diapositive con uno sfondo musicale,
accompagnate da due voci narranti, che hanno
illustrato il funzionamento del telefono, la nascita dei
cellulari e di internet con i suoi servizi.
E' stato molto interessante creare il progetto, anche se è
stato difficile districarsi con gli impegni scolastici.
Siamo rimasti soddisfatti e rimborsarti dalla
partecipazione di tante persone alla manifestazione a
Palazzo d'Avalos. Ringraziamo i professori che ci
hanno seguito fin dal primo giorno e che hanno creduto
in noi.
Morena Bruno, Vanessa D'ercole,
Teresa Ulisse, 4aA Lst
I
l tema del Festival della Scienza,
“150 nuovi orizzonti”, colpisce
ancora e immancabilmente fa centro. Il
30 marzo, presso la pinacoteca di
Palazzo d'Avalos, si è tenuta una serata
all'insegna della storia, ideata e
organizzata dall'IIS “Mattei” di Vasto.
L'incontro si è aperto con una
presentazione del programma da parte
della professoressa Paola Cerella,
insegnante di storia e filosofia e
coordinatrice dell'evento.
Il primo progetto è stato esposto da due
ragazze che hanno ripercorso tutta la
storia del telefono partendo dalla
primitiva invenzione di Meucci,
passando per Alexander Graham Bell,
fino ad arrivare al primo telefono
cellulare. Tra un progetto e l'altro, i
presenti hanno potuto ascoltare le voci
di tre ragazze che hanno riportato in
scena il celebre Trio Lescano
(rinominato LIIScano per l’occasione,
ndr), con molta bravura e
coinvolgimento.
La seconda presentazione è stata quella
della ricerca sulle armi segrete
possedute da Mussolini e Hitler e, in
particolare, sui cosiddetti “Ufo
nazisti”, ossia le sbalorditive
innovazioni aeree sviluppate dalla
Germania nazista. Tre ragazzi del Liceo
Scientifico Tecnologico hanno
illustrato le varie tecnologie create in
quegli anni, sviluppate in un lasso di
tempo tanto breve da aver destato il
sospetto di molti: avranno copiato
queste idee dagli alieni? Ad alimentare
questa ipotesi è anche l'effettiva
costruzione di dischi volanti nel
periodo nazista. Pare, purtroppo, che la
verità non potrà venire a galla fino in
fondo, soprattutto dopo che tali
informazioni sono cadute in mano ad
Usa e Urss.
Il progetto ha suscitato grande interesse
nel pubblico e ha fatto strada all'ospite
d'onore della serata, lo storico e
giornalista abruzzese Marco Patricelli.
Grazie alla sua passione e al suo lavoro,
Patricelli ha contribuito a riscrivere la
storia, facendo luce sull'episodio della
liberazione di Mussolini da Campo
Imperatore e, in particolare, sul gerarca
nazista al comando delle operazioni. Il
suo lavoro è diventato un libro e poi un
film. Nel suo racconto di questo e di
altri episodi del periodo della seconda
guerra mondiale, si è avvertito grande
pathos. La storia, che troppo spesso è
resa noiosa e sterile, ha emozionato e
fatto riflettere. Incontri come questo
sono fondamentali per far avvicinare i
giovani alla cultura, per far toccare loro
con mano la storia, non solo sui banchi
di scuola, ma anche grazie a una serata
in compagnia di amici.
Marianna Spadaccini
(pubblicato su www.vastoweb.it)
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a
sc o
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l
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ma
il Trio LIIScano
IIS
Matteo Di Giacomo (5aA Lst) con questa vignetta è risultato il vincitore
del concorso Buon compleanno Italia! indetto dalla nostra scuola
Fuga dalla prigione
più sicura del mondo
D
i occasioni per celebrare il
centocinquantenario dell'Unità d'Italia
il Festival ne ha offerte tante; uno dei modi
più originali è stato quello proposto dagli
studenti della scuola “E. Mattei”, che
mercoledì 30 marzo, presso la pinacoteca di
Palazzo d'Avalos, hanno tenuto interessanti
dibattiti e presentazioni, volgendo lo
sguardo verso gli anni '30-'40 di un'Italia in
continua evoluzione.
Tante storie a ricostruire il nostro passato:
dalle primordiali forme di comunicazione ai
più moderni cellulari (passando per il
telegrafo ottico e la rivoluzionaria
invenzione di Meucci); ma anche la musica a
raccontare la storia di quegli anni con il Trio
Lescano (impersonato da tre bellissime
studentesse). E ancora, gli affascinanti rebus
e curiosità che velano la storia moderna: gli
ufo nazisti, quegli apparecchi tecnologici
elaborati sotto il regime fascista come
potentissime macchine da guerra e l'enigma
sorto intorno alla liberazione di Benito
Mussolini (da qui il titolo dell'evento).
A risolvere quest'ultimo intreccio storico è
stato uno dei più stimati storici in Italia e
all'estero: Marco Patricelli che, con attrattiva
e informalità, ha destato interesse nella
platea per gran parte della serata.
Mariangela Potente
(pubblicato su www.vastoscienza.it) 3
L'energia nucleare in italia
I
l tragico terremoto
accaduto in
Giappone, oltre a
produrre migliaia di
morti, ha causato
danni anche alla
centrale nucleare di
Fukushima Daiichi,
rischiando di provocare una drammatica
esplosione. Questo
episodio ha rimesso
in discussione l'uso dell'energia nucleare nel nostro Paese.
L'energia nucleare comprende quei fenomeni in cui si ha la
produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei
atomici. Essa, insieme alle fonti rinnovabili e a quelle fossili,
è una fonte di energia primaria, ovvero è presente in natura e
non deriva dalla trasformazione di altra forma di energia. Le
reazioni che coinvolgono l'energia nucleare sono
principalmente quelle di fissione e di fusione nucleare. Ma
quella usata dall'uomo per ricavare energia è la fissione:
questa reazione avviene in una apposita struttura denominata
centrale nucleare. Quindi le centrali trasformano l'energia
primaria in energia termica, disponibile come tale o
convertita in energia elettrica o meccanica. Fu utilizzata per
la prima volta a scopo bellico da Enrico Fermi nel 1942.
Attualmente vi sono nel mondo circa 500 centrali nucleari
attive a scopo pacifico per produrre energia elettrica.
Le recenti decisioni di costruire centrali nucleari in Italia
sono dettate da scelte economiche e da esigenze di risparmio,
con la successiva diminuzione del 20% di emissioni di gas
serra. La costruzione di centrali creerebbe sviluppo e
l'obiettivo del governo è quello di investire in grandi opere
per far crescere il Pil (prodotto interno lordo) senza
considerare i costi, non solo economici, che ricadranno sulle
generazioni future. Infatti, questo causerebbe un aumento
delle spese che graveranno sui cittadini di oggi e di domani.
La decisione di costruire centrali va contro una scelta
democratica del popolo italiano che 25 anni fa, tramite
referendum, si espresse bocciando l'introduzione delle
centrali nucleari in Italia. Il popolo italiano sarà richiamato
al referendum il 12 e il 13 giugno 2011 per rivedere o
confermare il giudizio su questa nuova fonte di energia tanto
discussa. Contro questa decisione ci sono molti pareri
negativi e molti dissensi. Le persone contrarie affermano che
il nucleare richiede apparecchiature tecnologiche che
possono andare incontro a danneggiamenti, provocando
danni devastanti per la popolazione e per l'ambiente. Inoltre,
le scorie di produzione di questi impianti non sono smaltibili
e dovranno essere solo depositate in luoghi adatti. Le
persone a favore sostengono che quella nucleare è una forma
innovativa e redditizia di energia. Basta prendere come
esempio la Francia, che è lo Stato con il maggior numero di
centrali in Europa, e vedere l'enorme guadagno che
percepisce ogni anno dal nucleare con una minore
produzione di inquinamento.
Va però preso in considerazione un eventuale pericolo di
esplosione, come è già successo a Chernobyl e come rischia
di succedere a Fukushima Daiichi ma, con tutte le dovute
precauzioni e la tecnologia all'avanguardia, il nucleare è una
forma di energia quasi totalmente sicura.
Ernesto Di Marco, 4aB Lst
INGANNI A SCUOLA
Invenzione o realtà? Facite vos!
N
egli ultimi due mesi l'alunno Andrea Rossi si assenta spesso
dalle lezioni. Il professor Bianchi lo nota e prende l'iniziativa
di convocare in modo informale i genitori.
Prof. - Rossi, stai facendo troppe assenze! (il tono è autoritario).
Alunno - Ma, professore?!…
Prof. - Per caso, stai marinando la scuola?
Alunno - No… non lo farei mai!!
Prof. - E allora quella firma? Di chi è? Chi ti sta firmando le
giustificazioni in questi ultimi tempi?
Alunno - Ma prof… è la firma di mio padre!!
Prof. - Senti, Rossi, smettiamola di prenderci in giro! Io ricevo
domani alla quarta ora; fa' venire tuo padre da me per un
colloquio chiarificatore.
Il giorno dopo si presenta il genitore dell'alunno…
Genitore – Buongiorno, professore, c'è qualche problema? Cosa è successo? (e rivolto al figlio) Mascalzone, cos'hai
combinato? A casa poi faremo i conti…
Prof. - Da un po' di tempo a questa parte, suo figlio sta facendo troppe assenze. In due settimane si è assentato ben otto
giorni. Lei ne è al corrente? Chi gli firma il libretto delle giustificazioni?
Genitore - Ah! Professore, è tutto qui il problema? E lei mi ha scomodato solo per dirmi questo? Ma si rende conto?
Pensavo fosse successo chissà quale guaio! Mi sono preoccupato! Si rende conto che ho dovuto interrompere il
mio lavoro? Certo che ne sono al corrente! Mio figlio non mi ha mai detto bugie; quella firma è mia, lo
confermo! Vede, mia moglie da un po' di tempo è malata e a volte il ragazzo rimane a casa per assistere sua
madre. E' contento della giustificazione? E ora, chi mi risarcisce del tempo perso?
Prof. - Signor Rossi, via… non si alteri. L'ho fatto solo per il bene del ragazzo!
Genitore - Lei pensi al suo bene, che al bene di mio figlio (ci) penso io!!!
prof. Dario Marrollo
4
Amore, odio e altre sciocchezze
econdo voi, al di là della veridicità degli auspici celesti,
tutti quegli stregoni-astrologi che ogni mattina inquinano
il servizio d'informazione radiotelevisivo avranno
quantomeno un metodo gnoseologico? Oppure inventano alla
radice la loro previsione?
L'oroscopo risale al periodo babilonese, quando si era soliti
assegnare un segno zodiacale ai bambini nati, corrispondente
alla posizione occupata dal sole in quel momento dell'anno.
Facendo un piccolo calcolo (la civiltà babilonese è collocabile
all'inizio del II millennio a.C.), sono trascorsi circa 4 millenni
da allora, e questo periodo è stato sufficiente all'attrazione
gravitazionale della Luna a far oscillare la Terra intorno al suo
asse (moti millenari), creando uno sbalzo di circa un mese
nell'allineamento delle stelle. A tutto questo è da aggiungere
un ulteriore cambiamento, dovuto agli stravolgimenti che
stanno animando questa nuova era geologica in cui viviamo
(chiamasi tettonica delle placche!).
“Bene, questa scoperta sconvolgerà l'animo di tutte quelle
persone che, banalmente, aspettano che qualcuno gli illustri
penosamente il decorso della loro giornata. Sarà divertente.
Vediamo come il consumismo cavalcherà quest'onda!”, mi
sono detto. E invece la mattina, aspettando pazientemente le
notizie del giornale, vedo che… perbacco! Non è cambiato
nulla! Dall'Ariete ai Pesci, come al solito.
In verità, le costellazioni che nel corso di un anno solare si
alternano sono diventate 13. Ofiuco è una costellazione che si
estende a cavallo dell'equatore celeste. Il suo nome (dal latino
Ophiuchus, colui che porta il serpente, serpentario; ? öéï?÷ïò
in greco) è dovuto alla posizione longitudinale e mediana
rispetto alla costellazione del Serpente e fu per la prima volta
menzionato da Tolomeo. Per coloro che vogliano quantomeno
conoscere il giusto segno zodiacale, ecco come si sono traslate
le costellazioni dai tempi di Hammurabi a quelli di Paolo Fox
(poveri noi!):
Organo di informazione dell’ Enrico Mattei
S
Capricorno: 20 gennaio-16 febbraio
Acquario: 16 febbraio-11 marzo
Pesci: 11 marzo-18 aprile
Ariete: 18 aprile-13 maggio
Toro: 13 maggio-21 giugno
Gemelli: 21 giugno-20 luglio
Cancro: 20 luglio-10 agosto
Leone: 10 agosto-16 settembre
Vergine: 16 settembre-30 ottobre
Bilancia: 30 ottobre-23 novembre
Scorpione: 23 novembre-29 novembre
Ofiuco: 29 novembre-17 dicembre
Sagittario: 17 dicembre-20 gennaio
Per quanto mi riguarda, ahimè, cadendo il mio compleanno
proprio in Ofiuco, dovrò reggere il peso dell'assenza di un
oroscopo che mi guidi al mattino. Sconsolato, continuando ad
osservare il cielo notturno nel mio modo, disseto la mia nullità
con un sorso d'immenso e ricerco il mio posto tra le tante stelle
in cui si perde il mio sguardo. Auguro a tutti voi lettori tanto
amore, denaro e fortuna!
Stefano Scopa, 5aA Lst
Non ti perdere lo speciale!
Un giornale che non ti fa
allargare le braccia
Siamo tornati alla grande!
C
ari lettori di Buona la prima, credevate ci
fossimo dimenticati di voi? Certo che no!
Siamo di nuovo qui tra voi e con voi, pronti a
riprendere la nostra chiacchierata.
Per prima cosa vogliamo darvi una bella notizia: il
“Mattei” si è classificato al primo posto nel
concorso nazionale antimafia Premio Libero
Grassi, dedicato all'imprenditore vilmente
assassinato dalla mafia, il 29 agosto 1991, a
Palermo. Questa strepitosa affermazione è stata resa
possibile dalla 'nostra' Arianna Tascone, alunna
della 5aB Lst che, spinta a partecipare al concorso
dalla dinamica professoressa Rosa Lucia Tiberio, si
è aggiudicata il primo premio per la sezione
“Miglior lettera al caro estorsore”. Il suo lavoro, che
vi proponiamo in esclusiva in apertura del nostro
giornalino, ha ottenuto l'unanime plauso della giuria
del concorso, sbaragliando la concorrenza
proveniente dalle scuole di tutte le regioni d'Italia.
La cerimonia di premiazione avrà luogo, alla
presenza della famiglia Grassi e di tante autorità, il
prossimo 26 maggio a Palermo. Va detto che
Arianna è anche l'autrice dello speciale Perché siete
tutti quanti italiani, che vi proponiamo sempre in
questo numero di Buona la prima: leggere per
credere!
Non abbiamo poi dimenticato di raccontarvi la
bellissima esperienza vissuta lo scorso 30 marzo,
nell'ambito del Festival della Scienza, con la
manifestazione Fuga dalla prigione più sicura del
mondo. Quando la scienza cambia la storia,
organizzata dal “Mattei” a Palazzo d'Avalos. Ma
adesso… bando alle ciance! Prendete Buona la
prima, mettetevi comodi e leggetelo con calma fino
in fondo. Attendiamo un vostro giudizio e,
chiaramente, vostri articoli, foto, servizi, vignette,
reportage e chi più ne ha più ne metta per il prossimo
numero del nostro giornalino. A presto!
prof.ssa Paola Cerella