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Direttore Responsabile: Paola Cerella Progetto Grafico : Enrico Gualterio Carlo Menna Giornalino stampato presso: Istituto Statale d’Istruzione Superiore ‘‘Enrico Mattei’’ Via S. Rocco - 66054 Vasto (Ch) Tel. 0873/69218 - 0873/367770 Fax 0873/361455 www.itivasto.it Testi e foto da pubblicare vanno inviati a: [email protected] La forza dell'abitudine Show in Parlamento: ma da chi siamo governati? iò che ci permette di accorgerci di qualcosa, qualsiasi cosa, è l'imprevisto, un evento inaspettato in una routine consolidata; per destarsi, la nostra attenzione ha bisogno di un segnale, di qualcosa che ci colga di sorpresa. E' come quando, nel sonno, restiamo impassibili ai tanti rumori che il cervello etichetta come "normali", salvo poi sobbalzare al suono della sveglia. A quel punto sta a noi scegliere se ignorarla o meno: una scelta che però non si pone neanche, nel caso in cui il suono si confonda, perdendosi, nel cumulo dei rumori poco importanti, "normali". Il problema è qui, è nel momento esatto in cui diventiamo passivi, in cui cediamo all'abitudine e diventiamo indifferenti, lontani dai problemi. E, quando ci svegliamo, ci troviamo assuefatti, indotti a sopportare, condividere ed invidiare, scopriamo che il limite si è spinto troppo oltre e, quando ce ne accorgiamo, molto probabilmente è troppo tardi. Questa è la condizione in cui siamo disposti a cedere ad ogni tentazione, a credere ad ogni bugia. Ci sentiamo vittime di un sistema "che fa tutto schifo", che non conosciamo e di fronte al quale siamo inermi; ciò ci spinge a cercare la realizzazione in altri lidi, ci divide. E' l'abitudine che ci fa considerare la nostra condizione negativa come un qualcosa da cui muovere, e non un qualcosa a cui opporci. Perché in fondo è tutto "normale". Quello che dobbiamo capire è che invece niente è normale, perché l'abitudine è tale solo per chi non ha la voglia di aprire gli occhi; ma noi tutti possiamo e dobbiamo volerli aprire, ognuno di noi per sé e insieme agli altri, perché non è matematica e qui la nostra unione è più forte della somma dei singoli. Non capirlo rende vano anche il solo parlare di Unità d'Italia, in questi giorni in cui ne festeggiamo l'anniversario. Dobbiamo avere brama di informazione, desiderio di rivalsa, di prenderci ciò che meritiamo, impegnarci per meritare di più: non è utopia, se scegliessimo, per noi e per gli altri, di voler andare oltre, di recepire il suono della sveglia ed alzarci. Andrea Vitangeli, 5aA Lst roppo spesso, ormai, in tv siamo costretti a vedere dal Parlamento scene che sono degne de “I nuovi mostri” di Striscia la notizia. Capita, infatti, che, nel bel mezzo di sedute parlamentari, si verifichino sceneggiate indegne di persone che devono rappresentare uno Stato. L'ultima si è verificata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati: si stavano svolgendo le operazioni di voto sulla prescrizione breve e il Consiglio dei Ministri era assente, in quanto riunito a discutere dell'immigrazione. Ad un certo punto, dato che la maggioranza era in difficoltà, sono entrati in aula i ministri, mentre erano ancora in corso le operazioni di voto. Il presidente Gianfranco Fini ha atteso, ricordando che chi era in aula poteva votare e, quindi, ha chiuso la votazione. Sono riusciti a votare solo quattro ministri e il risultato raggiunto è stato di parità. La maggioranza, quindi, per regolamento era sconfitta. A quel punto, però, si è scatenato il finimondo: un deputato del Pdl ha lanciato in aria un giornale, che ha colpito in testa Fini mentre usciva dall'aula, e il ministro Angelino Alfano, addirittura, ha tirato la sua tessera elettronica tra i banchi dell'opposizione, dove Antonio Di Pietro è stato lesto a recuperarla e mostrarla. Insomma, è stata una scena vergognosa che non si verifica nemmeno nel peggiore dei reality. Ma questo è stato solo l'ultimo di tanti episodi che si sono verificati: per esempio, il giorno prima, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva apostrofato con un “vaffa..” proprio Fini. Tutti questi episodi portano a chiedere: ma da chi siamo governati? Da persone serie, che tengono davvero al Paese, o da gente che è lì solo per i propri interessi e che pensa solo a giocare al computer o a leggere il giornale? Visto lo stato delle cose, verrebbe da propendere per la seconda risposta, ma chissà, forse la situazione può cambiare, forse bisogna solo avere pazienza e aspettare. Sì, ma quanto, visto che il Paese cade sempre più in basso? Simona D'Ercole, 4aA LST C segue da pag. 1 Anno III, Numero 2, Maggio 2011 Redazione T Caro estorsore, questa volta nella busta non ho messo le solite banconote, ma questa lettera che in banca non varrà di certo nulla, ma per me è più preziosa dell'oro. Ho perso il conto delle volte che sei entrato nel mio negozio, col tuo fare spavaldo e risoluto. I primi tempi mi spaventavo e tremavo tutta, da capo a piedi. Invece ora mi sono abituata alla tua presenza e mettere la quota nella busta è diventata routine, una semplice voce in più in bilancio. In televisione sento spesso parlare dei tuoi superiori, che vivono nei bunker o nelle immense ville abusive dai rubinetti d'oro. Sono disgustata dal racconto dei loro crimini, coi cadaveri ridotti a semplici numeri dal giornalista di turno. Mi sento lontana da quel mondo, come se non mi sfiorasse, felice della mia estraneità. Proprio ieri stavo contando i pagg. 2-3 Speciale Fuga dalla prigione più sicura del mondo. Quando la scienza cambia la storia pagg. 5-6 Speciale Perché siete tutti quanti italiani... soldi da darti e per sbaglio mi sono tagliata con un foglio. Il sangue ha bagnato una delle banconote e io sono rimasta a fissarla a lungo. Era sangue mio, rosso acceso e lo vedevo contrastare col colore sbiadito dei cento euro. Un'immagine terribile, ma era solo la facciata di ciò che fino a quel momento era rimasto invisibile, nascosto nella filigrana. Tutte le banconote che ti ho dato finora erano apparentemente pulite, eppure nel momento stesso in cui entravano nella tua tasca si bagnavano di sangue. Non certo tuo, né mio. Era il sangue innocente di tutte quelle persone che si sono ribellate e hanno voluto credere nella giustizia. Per la prima volta in vita mia mi sono sentita spaventosamente vicina a quei boss che vedevo soltanto in televisione, ho visto finalmente il contatto che mi lega a loro. Sei proprio tu quel maledetto contatto, che fa di me una vittima complice. Mentre ti scrivo penso alla mia auto che, probabilmente, diventerà presto un cumulo di cenere, o al mio bel negozio in piazza, che potrebbe fare la stessa fine. La cosa buffa è che devo ancora finire di pagarli, eppure posso accettare di privarmene. Invece non posso fare a meno della mia coscienza, perché è con essa che mi addormento la sera e al mattino è al mio fianco davanti allo specchio. Ho paura che diventi ogni giorno più debole e che, alla fine, andrà ad ingrossare le continua a pag. 2 già affollate fila dell'omertà. Quando leggerai queste righe i carabinieri saranno già pronti con le manette da metterti ai polsi. Sono sicura che neppure in quel momento abbandonerai la tua spavalderia e che molte persone grideranno la tua innocenza mentre sarai tenuto da due agenti col passamontagna. Da quel momento la mia vita sarà in pericolo e certo non sono tranquilla, anzi. Molti mi daranno della fessa illusa, altri addirittura della traditrice. A pensarci, la paura mi sale lungo la colonna vertebrale, come un brivido freddo e ho tanta voglia di stracciare questo foglio. Mi ripeto che forse sono soltanto una goccia nell'oceano, ma qualcuno ha detto che senza di essa l'oceano sarebbe più piccolo. Aveva proprio ragione e io non voglio che la mia piccola e insignificante goccia si sporchi con la polvere da sparo e il sangue. Quando tu passerai la tua prima nottata in prigione, io andrò ad aprire il mio negozio e mi guarderò alla vetrina. Sul mio volto ci sarà il sorriso e sai perché? Perché, per la prima volta, con me entrerà la mia coscienza, l'ho tenuta fuori per troppo tempo. Arianna Tascone 5aB Lst Per regolamento del Premio Libero Grassi, la riproduzione di questo testo è vietata sia in forma cartacea che digitale. M ercoledì 30 marzo, presso la pinacoteca di Palazzo d'Avalos a Vasto, si è svolta la manifestazione della nostra scuola per il Festival della Scienza, con la collaborazione della professoressa Paola Cerella, organizzatrice dell'evento, e dello storico Marco Patricelli. Una grandiosa serata dedicata ai ragazzi del “Mattei” per la presentazione di vari e curiosi progetti, tra cui uno sulle armi segrete dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, proposto da Ismaele Bevilacqua, Gianluca Bosco e Benedetta Di Legge della 3aA Lst e da Aldo Giardini della 3aB Lst. Il termine Ufo è legato alle affermazioni su ipotetici apparecchi ad alta tecnologia o astronavi, che sarebbero stati prodotti dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale e che studiosi nazisti avrebbero continuato a progettare nel dopoguerra. Le prime testimonianze sui dischi volanti nazisti comparvero in vari articoli dell'ingegnere italiano Giuseppe Belluzzo e dell'americano Roy Fedden. I velivoli descritti erano stati progettati a partire dal 1942 sia in Italia che in Germania e i mezzi più vicini alla fantomatica tecnologia aliena erano quelli progettati dai nazisti durante la fine della grande guerra. Verso la fine del conflitto mondiale, la popolazione tedesca, spaventata dai numerosi sbarchi dei nemici, venne tranquillizzata dal ministro della propaganda, Joseph Goebbels, che la indusse a credere in una vittoria finale grazie all'aiuto di sofisticate armi segrete in cui credettero anche gli americani. Nella propaganda nazista, la lettera V della sigla V2 coincideva con l'iniziale di “vergeltung”, rappresaglia. I V2 erano leggendari missili tedeschi, progettati da Wernher Von Braun, molto efficienti, in grado di eludere i radar nemici e colpire il bersaglio in 5 minuti dal lancio. Nonostante i grandi progetti, alla fine della guerra, le armi V non erano ancora pronte per l'uso. Ulteriori armi V non erano altro che fantasie per soddisfare il Fuhrer e, a tal fine, il “disco volante del Terzo Reich”, noto come V7, svolse un ruolo fondamentale. Il ministro Hermann Goring, per rafforzare la supremazia aerea tedesca, convocò numerosi studiosi per concepire nuove tecnologie. Da qui nacque la leggenda del disco volante nazista. Dopo la fine del conflitto, il mito dei dischi volanti ebbe un suo sviluppo autonomo, assumendo conformazioni sempre più varie. Le personalità più importanti del regime nazista con Hitler, dopo la sconfitta, secondo voci dell'epoca, si rifugiarono in Antartide con i loro velivoli anormali, nascosti in basi sotterranee, in attesa di ritornare in Germania. Il culmine di questa storia fantasiosa venne raggiunto con il racconto secondo cui Hitler si era trasferito sulla luna meditando la sua vendetta. La mania dei dischi volanti, dopo la seconda guerra mondiale, venne alimentata sempre più. L'ingegnere Belluzzo aveva sempre sostenuto che i velivoli di forma discoidali sono instabili, con un effetto assai evidente con l'aumentare delle dimensioni. In Canada cercarono di copiare il prototipo di disco volante dei nazisti, ma l'operato si dimostrò un fallimento. Nel frattempo, gli inglesi misero all'opera vari scienziati per costruire armi segrete, tra cui ricordiamo il famoso Habbakuk. Doveva essere una grandissima portaerei, fatta di ghiaccio e cellulosa, impiegata come base d'appoggio per gli aerei nella caccia degli U-boot tedeschi. Il progetto venne abbandonato nel 1944, dopo la costruzione di un prototipo. Durante il conflitto mondiale, numerosi sedicenti inventori rivendicano anche la paternità di una ipotetica arma basata sul trasferimento di più flussi di energia, presubilmente magnetica. L'italiano Guglielmo Marconi, invece, si vide attribuita l'invenzione del “Raggio della morte”. Si vocifera avesse progettato una misteriosa arma, negli anni Trenta, grazie a un finanziamento ad opera di Benito Mussolini. L'unica testimonianza al riguardo si trova in un libro scritto da Rachele Mussolini, consorte del Duce, che affermava di avere assistito ad una dimostrazione durante la quale venivano improvvisamente bloccati i motori delle automobili da una forza misteriosa. Le notizie su un'arma di questo tipo non furono mai confermate né smentite dal governo italiano, ma si ritiene che tali voci fossero misteriosamente divulgate dall'Ovra a scopo di propaganda. Dal dopoguerra ad oggi non si è più affrontato questo argomento. Per tale motivo resta a noi giudicare se questi fatti siano o meno legati veramente alla storia del Novecento. Gianluca Bosco, 3aA Lst Driiin... Driiin... Squilla il telefono! quilla il telefono è il titolo del progetto realizzato dai ragazzi della 4aA Lst in occasione del Festival della Scienza. Tale progetto ha aperto la serata che il “Mattei” ha organizzato a Palazzo d'Avalos. Quale tema migliore di questo per iniziare a “comunicare” con il pubblico presente? Il lavoro presentato ruota attorno all'evoluzione del telefono, partendo dalle prime forme di comunicazione. Ideatore del telefono è stato l'italiano Antonio Meucci, anche se la sua 'riabilitazione' è avvenuta solo l'11 giugno 2002 con la risoluzione 269 del Congresso degli Stati Uniti, dal momento che prima si pensava fosse Alexander Graham Bell l'ideatore del telefono per averne acquistato il brevetto. La prima introduzione pratica del telefono in Italia ebbe luogo a Milano il 30 dicembre 1877, quando fu attivata la linea tra due apparecchi costruiti dai fratelli Gerosa che metteva in contatto una caserma dei pompieri con la stazione di Porta Venezia della tranvia interurbana per Monza. La cornetta nacque quando un centralinista svedese ebbe l'idea di 2 S Quando la storia appassiona i ragazzi: 150 nuovi orizzonti L'arma segreta dei nazisti tra verità e menzogna legare il microfono e il ricevitore ad un bastoncino, in modo da poter avere una mano libera. Il progetto presentato dagli alunni della 4aA Lst ha visto un susseguirsi di diapositive con uno sfondo musicale, accompagnate da due voci narranti, che hanno illustrato il funzionamento del telefono, la nascita dei cellulari e di internet con i suoi servizi. E' stato molto interessante creare il progetto, anche se è stato difficile districarsi con gli impegni scolastici. Siamo rimasti soddisfatti e rimborsarti dalla partecipazione di tante persone alla manifestazione a Palazzo d'Avalos. Ringraziamo i professori che ci hanno seguito fin dal primo giorno e che hanno creduto in noi. Morena Bruno, Vanessa D'ercole, Teresa Ulisse, 4aA Lst I l tema del Festival della Scienza, “150 nuovi orizzonti”, colpisce ancora e immancabilmente fa centro. Il 30 marzo, presso la pinacoteca di Palazzo d'Avalos, si è tenuta una serata all'insegna della storia, ideata e organizzata dall'IIS “Mattei” di Vasto. L'incontro si è aperto con una presentazione del programma da parte della professoressa Paola Cerella, insegnante di storia e filosofia e coordinatrice dell'evento. Il primo progetto è stato esposto da due ragazze che hanno ripercorso tutta la storia del telefono partendo dalla primitiva invenzione di Meucci, passando per Alexander Graham Bell, fino ad arrivare al primo telefono cellulare. Tra un progetto e l'altro, i presenti hanno potuto ascoltare le voci di tre ragazze che hanno riportato in scena il celebre Trio Lescano (rinominato LIIScano per l’occasione, ndr), con molta bravura e coinvolgimento. La seconda presentazione è stata quella della ricerca sulle armi segrete possedute da Mussolini e Hitler e, in particolare, sui cosiddetti “Ufo nazisti”, ossia le sbalorditive innovazioni aeree sviluppate dalla Germania nazista. Tre ragazzi del Liceo Scientifico Tecnologico hanno illustrato le varie tecnologie create in quegli anni, sviluppate in un lasso di tempo tanto breve da aver destato il sospetto di molti: avranno copiato queste idee dagli alieni? Ad alimentare questa ipotesi è anche l'effettiva costruzione di dischi volanti nel periodo nazista. Pare, purtroppo, che la verità non potrà venire a galla fino in fondo, soprattutto dopo che tali informazioni sono cadute in mano ad Usa e Urss. Il progetto ha suscitato grande interesse nel pubblico e ha fatto strada all'ospite d'onore della serata, lo storico e giornalista abruzzese Marco Patricelli. Grazie alla sua passione e al suo lavoro, Patricelli ha contribuito a riscrivere la storia, facendo luce sull'episodio della liberazione di Mussolini da Campo Imperatore e, in particolare, sul gerarca nazista al comando delle operazioni. Il suo lavoro è diventato un libro e poi un film. Nel suo racconto di questo e di altri episodi del periodo della seconda guerra mondiale, si è avvertito grande pathos. La storia, che troppo spesso è resa noiosa e sterile, ha emozionato e fatto riflettere. Incontri come questo sono fondamentali per far avvicinare i giovani alla cultura, per far toccare loro con mano la storia, non solo sui banchi di scuola, ma anche grazie a una serata in compagnia di amici. Marianna Spadaccini (pubblicato su www.vastoweb.it) o n a sc o i i l foto nifest ma il Trio LIIScano IIS Matteo Di Giacomo (5aA Lst) con questa vignetta è risultato il vincitore del concorso Buon compleanno Italia! indetto dalla nostra scuola Fuga dalla prigione più sicura del mondo D i occasioni per celebrare il centocinquantenario dell'Unità d'Italia il Festival ne ha offerte tante; uno dei modi più originali è stato quello proposto dagli studenti della scuola “E. Mattei”, che mercoledì 30 marzo, presso la pinacoteca di Palazzo d'Avalos, hanno tenuto interessanti dibattiti e presentazioni, volgendo lo sguardo verso gli anni '30-'40 di un'Italia in continua evoluzione. Tante storie a ricostruire il nostro passato: dalle primordiali forme di comunicazione ai più moderni cellulari (passando per il telegrafo ottico e la rivoluzionaria invenzione di Meucci); ma anche la musica a raccontare la storia di quegli anni con il Trio Lescano (impersonato da tre bellissime studentesse). E ancora, gli affascinanti rebus e curiosità che velano la storia moderna: gli ufo nazisti, quegli apparecchi tecnologici elaborati sotto il regime fascista come potentissime macchine da guerra e l'enigma sorto intorno alla liberazione di Benito Mussolini (da qui il titolo dell'evento). A risolvere quest'ultimo intreccio storico è stato uno dei più stimati storici in Italia e all'estero: Marco Patricelli che, con attrattiva e informalità, ha destato interesse nella platea per gran parte della serata. Mariangela Potente (pubblicato su www.vastoscienza.it) 3 L'energia nucleare in italia I l tragico terremoto accaduto in Giappone, oltre a produrre migliaia di morti, ha causato danni anche alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, rischiando di provocare una drammatica esplosione. Questo episodio ha rimesso in discussione l'uso dell'energia nucleare nel nostro Paese. L'energia nucleare comprende quei fenomeni in cui si ha la produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici. Essa, insieme alle fonti rinnovabili e a quelle fossili, è una fonte di energia primaria, ovvero è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di altra forma di energia. Le reazioni che coinvolgono l'energia nucleare sono principalmente quelle di fissione e di fusione nucleare. Ma quella usata dall'uomo per ricavare energia è la fissione: questa reazione avviene in una apposita struttura denominata centrale nucleare. Quindi le centrali trasformano l'energia primaria in energia termica, disponibile come tale o convertita in energia elettrica o meccanica. Fu utilizzata per la prima volta a scopo bellico da Enrico Fermi nel 1942. Attualmente vi sono nel mondo circa 500 centrali nucleari attive a scopo pacifico per produrre energia elettrica. Le recenti decisioni di costruire centrali nucleari in Italia sono dettate da scelte economiche e da esigenze di risparmio, con la successiva diminuzione del 20% di emissioni di gas serra. La costruzione di centrali creerebbe sviluppo e l'obiettivo del governo è quello di investire in grandi opere per far crescere il Pil (prodotto interno lordo) senza considerare i costi, non solo economici, che ricadranno sulle generazioni future. Infatti, questo causerebbe un aumento delle spese che graveranno sui cittadini di oggi e di domani. La decisione di costruire centrali va contro una scelta democratica del popolo italiano che 25 anni fa, tramite referendum, si espresse bocciando l'introduzione delle centrali nucleari in Italia. Il popolo italiano sarà richiamato al referendum il 12 e il 13 giugno 2011 per rivedere o confermare il giudizio su questa nuova fonte di energia tanto discussa. Contro questa decisione ci sono molti pareri negativi e molti dissensi. Le persone contrarie affermano che il nucleare richiede apparecchiature tecnologiche che possono andare incontro a danneggiamenti, provocando danni devastanti per la popolazione e per l'ambiente. Inoltre, le scorie di produzione di questi impianti non sono smaltibili e dovranno essere solo depositate in luoghi adatti. Le persone a favore sostengono che quella nucleare è una forma innovativa e redditizia di energia. Basta prendere come esempio la Francia, che è lo Stato con il maggior numero di centrali in Europa, e vedere l'enorme guadagno che percepisce ogni anno dal nucleare con una minore produzione di inquinamento. Va però preso in considerazione un eventuale pericolo di esplosione, come è già successo a Chernobyl e come rischia di succedere a Fukushima Daiichi ma, con tutte le dovute precauzioni e la tecnologia all'avanguardia, il nucleare è una forma di energia quasi totalmente sicura. Ernesto Di Marco, 4aB Lst INGANNI A SCUOLA Invenzione o realtà? Facite vos! N egli ultimi due mesi l'alunno Andrea Rossi si assenta spesso dalle lezioni. Il professor Bianchi lo nota e prende l'iniziativa di convocare in modo informale i genitori. Prof. - Rossi, stai facendo troppe assenze! (il tono è autoritario). Alunno - Ma, professore?!… Prof. - Per caso, stai marinando la scuola? Alunno - No… non lo farei mai!! Prof. - E allora quella firma? Di chi è? Chi ti sta firmando le giustificazioni in questi ultimi tempi? Alunno - Ma prof… è la firma di mio padre!! Prof. - Senti, Rossi, smettiamola di prenderci in giro! Io ricevo domani alla quarta ora; fa' venire tuo padre da me per un colloquio chiarificatore. Il giorno dopo si presenta il genitore dell'alunno… Genitore – Buongiorno, professore, c'è qualche problema? Cosa è successo? (e rivolto al figlio) Mascalzone, cos'hai combinato? A casa poi faremo i conti… Prof. - Da un po' di tempo a questa parte, suo figlio sta facendo troppe assenze. In due settimane si è assentato ben otto giorni. Lei ne è al corrente? Chi gli firma il libretto delle giustificazioni? Genitore - Ah! Professore, è tutto qui il problema? E lei mi ha scomodato solo per dirmi questo? Ma si rende conto? Pensavo fosse successo chissà quale guaio! Mi sono preoccupato! Si rende conto che ho dovuto interrompere il mio lavoro? Certo che ne sono al corrente! Mio figlio non mi ha mai detto bugie; quella firma è mia, lo confermo! Vede, mia moglie da un po' di tempo è malata e a volte il ragazzo rimane a casa per assistere sua madre. E' contento della giustificazione? E ora, chi mi risarcisce del tempo perso? Prof. - Signor Rossi, via… non si alteri. L'ho fatto solo per il bene del ragazzo! Genitore - Lei pensi al suo bene, che al bene di mio figlio (ci) penso io!!! prof. Dario Marrollo 4 Amore, odio e altre sciocchezze econdo voi, al di là della veridicità degli auspici celesti, tutti quegli stregoni-astrologi che ogni mattina inquinano il servizio d'informazione radiotelevisivo avranno quantomeno un metodo gnoseologico? Oppure inventano alla radice la loro previsione? L'oroscopo risale al periodo babilonese, quando si era soliti assegnare un segno zodiacale ai bambini nati, corrispondente alla posizione occupata dal sole in quel momento dell'anno. Facendo un piccolo calcolo (la civiltà babilonese è collocabile all'inizio del II millennio a.C.), sono trascorsi circa 4 millenni da allora, e questo periodo è stato sufficiente all'attrazione gravitazionale della Luna a far oscillare la Terra intorno al suo asse (moti millenari), creando uno sbalzo di circa un mese nell'allineamento delle stelle. A tutto questo è da aggiungere un ulteriore cambiamento, dovuto agli stravolgimenti che stanno animando questa nuova era geologica in cui viviamo (chiamasi tettonica delle placche!). “Bene, questa scoperta sconvolgerà l'animo di tutte quelle persone che, banalmente, aspettano che qualcuno gli illustri penosamente il decorso della loro giornata. Sarà divertente. Vediamo come il consumismo cavalcherà quest'onda!”, mi sono detto. E invece la mattina, aspettando pazientemente le notizie del giornale, vedo che… perbacco! Non è cambiato nulla! Dall'Ariete ai Pesci, come al solito. In verità, le costellazioni che nel corso di un anno solare si alternano sono diventate 13. Ofiuco è una costellazione che si estende a cavallo dell'equatore celeste. Il suo nome (dal latino Ophiuchus, colui che porta il serpente, serpentario; ? öéï?÷ïò in greco) è dovuto alla posizione longitudinale e mediana rispetto alla costellazione del Serpente e fu per la prima volta menzionato da Tolomeo. Per coloro che vogliano quantomeno conoscere il giusto segno zodiacale, ecco come si sono traslate le costellazioni dai tempi di Hammurabi a quelli di Paolo Fox (poveri noi!): Organo di informazione dell’ Enrico Mattei S Capricorno: 20 gennaio-16 febbraio Acquario: 16 febbraio-11 marzo Pesci: 11 marzo-18 aprile Ariete: 18 aprile-13 maggio Toro: 13 maggio-21 giugno Gemelli: 21 giugno-20 luglio Cancro: 20 luglio-10 agosto Leone: 10 agosto-16 settembre Vergine: 16 settembre-30 ottobre Bilancia: 30 ottobre-23 novembre Scorpione: 23 novembre-29 novembre Ofiuco: 29 novembre-17 dicembre Sagittario: 17 dicembre-20 gennaio Per quanto mi riguarda, ahimè, cadendo il mio compleanno proprio in Ofiuco, dovrò reggere il peso dell'assenza di un oroscopo che mi guidi al mattino. Sconsolato, continuando ad osservare il cielo notturno nel mio modo, disseto la mia nullità con un sorso d'immenso e ricerco il mio posto tra le tante stelle in cui si perde il mio sguardo. Auguro a tutti voi lettori tanto amore, denaro e fortuna! Stefano Scopa, 5aA Lst Non ti perdere lo speciale! Un giornale che non ti fa allargare le braccia Siamo tornati alla grande! C ari lettori di Buona la prima, credevate ci fossimo dimenticati di voi? Certo che no! Siamo di nuovo qui tra voi e con voi, pronti a riprendere la nostra chiacchierata. Per prima cosa vogliamo darvi una bella notizia: il “Mattei” si è classificato al primo posto nel concorso nazionale antimafia Premio Libero Grassi, dedicato all'imprenditore vilmente assassinato dalla mafia, il 29 agosto 1991, a Palermo. Questa strepitosa affermazione è stata resa possibile dalla 'nostra' Arianna Tascone, alunna della 5aB Lst che, spinta a partecipare al concorso dalla dinamica professoressa Rosa Lucia Tiberio, si è aggiudicata il primo premio per la sezione “Miglior lettera al caro estorsore”. Il suo lavoro, che vi proponiamo in esclusiva in apertura del nostro giornalino, ha ottenuto l'unanime plauso della giuria del concorso, sbaragliando la concorrenza proveniente dalle scuole di tutte le regioni d'Italia. La cerimonia di premiazione avrà luogo, alla presenza della famiglia Grassi e di tante autorità, il prossimo 26 maggio a Palermo. Va detto che Arianna è anche l'autrice dello speciale Perché siete tutti quanti italiani, che vi proponiamo sempre in questo numero di Buona la prima: leggere per credere! Non abbiamo poi dimenticato di raccontarvi la bellissima esperienza vissuta lo scorso 30 marzo, nell'ambito del Festival della Scienza, con la manifestazione Fuga dalla prigione più sicura del mondo. Quando la scienza cambia la storia, organizzata dal “Mattei” a Palazzo d'Avalos. Ma adesso… bando alle ciance! Prendete Buona la prima, mettetevi comodi e leggetelo con calma fino in fondo. Attendiamo un vostro giudizio e, chiaramente, vostri articoli, foto, servizi, vignette, reportage e chi più ne ha più ne metta per il prossimo numero del nostro giornalino. A presto! prof.ssa Paola Cerella