La Lepre lunare

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La Lepre lunare
La Lepre lunare
(da “Meditazione Pratica” di Pino Ferroni)
La notte del 2 febbraio 2011 la Tigre lascia il posto al quarto
animale dello zodiaco cinese: la Lepre.
Nell’esoterismo cinese la ‘Lepre nella Luna’ rappresenta lo
Yang racchiuso tra due linee Yin e forma il trigramma dell’equilibrio, dello Yang Ming meditativo nel Cielo di Fu Xi(1).
Ma lo Yang della Lepre (linea continua) è lo Yang del proposito, lo Yang insito nello Yi, non lo Yang luminoso e forte del Drago, proprio dell’istanza del volere, dello Zhi(2). Per contro le due
linee Yin (spezzate) simboleggiano l’energia della luna e la luce riflessa che emana non proviene da una sua propria luminosità, ma
dalla sua capacità naturale di riflettere.
L’anno della Lepre è l’anno della serenità, l’anno in cui bisogna trovare, nel vorticoso ritmo della vita quotidiana, un tempo
per coltivare la nostra luce interiore, il nostro Shen, che trasparirà
all’esteno nella luminosità degli occhi (le due linne spezzate) e nella pacatezza inteliggente e intuitiva dello sguardo.
Ecco perché il trigramma dello Yang Ming lunare, della luce
morbida dell’ovest, dell’autunno e della sera rappresenta egregiamente il momento del meritato riposo, della stasi dalle attività, del
rallentamento dei pensieri tramite la meditazione, la riflessione.
Esso simboleggia anche l’equinozio d’autunno, il graduale
prendere il sopravvento delle ore di buio sulle ore di luce, perciò il
momento più importante per far sì che il buio esterno non trionfi
anche al nostro interno.
Nel Cielo di Fu Xi c’è un altro Yang Ming, è lo Yang dinamico dell’equinozio di primavera, dove la notte, progressivamente,
lascia sempre più spazio alla luce solare. In energetica questa luce
rappresenta il Fuoco e il Drago, la volontà della Mente-Rene ad
agire sempre e comunque e, nel perverso, sino alla caparbietà.(3)
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Nell’esoterismo cinese invece lo Yang Ming di primavera è
rappresentato dal Corvo nel Sole, sole che rappresenta la massima
espressione del Drago(4).
Ho visto spesso tradotto nei libri che i cinesi mettevano il corvo nel sole perché avevano visto le macchie solari. Non discuto su
questo perché, in astronomia, erano molto avanzati (N.d.E.: vedi
gnomone e meridiane in “I Tredici Demoni” dello stesso A.).
Ma, per tradurre certi testi non basta saper decifrare la scrittura ideogrammatica del popolo cinese, bisogna conoscere anche i
testi del taoismo classico e del taoismo mistico. Altrimenti si affermano cose che, pur vere nella sostanza, non contengono quelle
sfumature, quel respiro che permettono la reale comprensione del
messaggio trasmessoci. E, anche in un trattato medico di agopuntura, non si può esulare dal significato poetico e simbolico che
ogni trigramma e ogni punto di agopuntura contiene.
Il Corvo nel Sole rappresenta lo Yin che controlla lo Yang attraverso l’azione conforme dettata dalla consapevolezza della realtà della situazione, non le istanze volitive e possessive della mente.
Come scrive Zhuang-zi nel libro che porta il suo nome, “il corvo
è nero di per se stesso”.(5) Questo sta ad indicare che lo Yin del
Corvo non contiene elementi di particolare volizione, ma è lo Yin
forte e determinato della Tigre, Yin opposto e in opposizione allo
Yang del Drago.(6)
La lepre è veloce per sua natura, perciò rappresenta l’azione,
ma è anche, nello zodiaco cinese, l’animale della creatività, e la
creatività nasce dalla capacità di associare e di riflettere, e non dall’agire cieco e aggressivo.
Il corvo è nero perché la natura lo ha fatto nero, non ha dovuto compiere nessuna azione per diventare nero, perciò, nel trigramma dello Yang Ming dinamico rappresenta l’elemento di
realtà che veicola la splendente energia dello Yang verso il realizzare ciò che è insito nel panorama della Natura e non nella mente
dell’Uomo.
Trigramma Yang Ming dinamico (Yang Ming solare)
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Perché tutto questo parlare di ‘Lepre nella Luna’ e di ‘Corvo
nel Sole’ in un libro di meditazione che di esoterico non ha nulla?
Semplicemente per far comprendere al lettore che il primo significato che appare dalle storie di meditazione non sempre è
quello. I due trigrammi sopraccitati, come avete visto, ci hanno
portato a parlare di luna e di sole, di Drago e di Tigre, di luce e di
buio, di Yi e di Zhi, di proposito e volere, di naturale e di costruito, di azione mentale e di azione secondo natura, ecc., ecc..(7)
Avremmo potuto anche parlare di verde-azzurro e di bianco,
di Acqua e di Fuoco (gli stessi trigrammi letti secondo il Cielo di
Wen Wang), del meridiano prenatale T’ai Mai, della linea del tempo, dello scorrere della vita, di giovinezza e di maturità, di irruenza e di azione meditata, ecc., ecc. (8)
...Sapere e, nello stesso tempo, essere consapevoli che non si
è depositari della verità assoluta: il punto di svolta!...
Nell’Yijing(9) il punto di svolta è rappresentato dall’esagramma 24, il Ritorno.
Lao Tzu lo sintetizza nel “passare e ripassare dove si è già
stati” e la differenza tra il saggio e l’uomo comune è proprio nel
non pensare: «Qui ci sono già stato, questo l’ho già visto».
Quand’è che nella vita si fa una svolta?
La vita è tutta una serie quotidiana di svolte lungo il sentiero
in parte tracciato da noi, in parte dalla società nella quale viviamo
e in parte dal Destino, inteso in senso taoista e non in senso fatalista. Finché non si arriva, improvvisamente e inavvertitamente, ad
un momento della nostra vita che in quell’istante non percepisci
come tale, ma che diventerà il perno intorno al quale veramente la
tua vita potrà operare una svolta. In quel momento comprendi
che sei, e sei sempre stato, solo tu l’artefice della tua vita e che
tutte le svolte, in parte inconsapevoli o dettate da accadimenti
esterni, tendevano verso quel punto di consapevolezza che rappresenta il punto di svolta da oggetto in soggetto.
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Timoniere nel mare della vita e non fuscello in balia delle
onde e del vento. Allora tutto comincia ad accadere e non a succedere, la vita diventa una continua serie di istanti in divenire lungo un sentiero non più sconosciuto e nemmeno precostituito, ma
costruito e vissuto giorno dopo giorno. Con gioia e con la serena
accettazione di ciò che la giornata ci manda, perché si può modificare solo ciò che si è accettato.
...L’aver deciso veramente di cambiare richiede il fare, l’entrare nell’esperienza diretta; il voler cambiare si accontenta (e richiede) solo parole. Ma è il fare, lo sperimentare, il cercare di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti che ti dona la consapevolezza di dove sei in questo momento della vita e degli ostacoli ancora da affrontare e da superare.
Molto spesso però, per soffocare l’ansia che quotidianamente
ci assilla, per esorcizzare il senso di solitudine che ci scava dentro
come tronchi vuoti, abbiamo strutturato la nostra giornata, intesa
sia di giorno che di notte, in modo che non ci lasci nemmeno un
minuto di tempo per incontrarci. Ecco allora che è venuto il momento per fare delle riflessioni, per riconsiderare diversamente
certe nostre programmazioni, per fare un’ecologia che non comprenda solo la raccolta differenziata, l’uso di carburanti meno inquinanti, porte finestre impianti elettrici e di riscaldamento a basso
impatto ambientale e di consumi, pannelli solari, il riciclaggio delle
cose che più non ci servono (mercatini dell’usato, donazioni o
altro), ecc., ma un’ecologia della persona, una nostra personale
ecologia. Questo concetto si sta già estendendo in tante parti del
mondo, anche se sono in pochi, nel mondo occidentale, che lo applicano.
Ma che cos’è veramente questa ecologia della persona? In
che cosa consiste?
Semplici cose del quotidiano: chiudere il rubinetto dell’acqua
quando ci si lava i denti e riaprirlo a getto medio solo quando ci si
risciacqua. Lo stesso vale per la doccia... Ecologia della persona è
mettere una bottiglia da un litro e mezzo nella vaschetta del wc
per limitare la portata dello sciacquone, non usare detersivi sempre più aggressivi e distruttori dell’ambiente, non perseguire
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l’igiene nevrotica che altro non fa che distruggere il mantello idrolipidico della pelle, nostro grande protettore, obbligandoci a lavarci
ancora di più, non vivere nella nevrosi della puzza perché, per risolvere quel problema, oltre che ai deodoranti esiste un’altra possibilità: abbassare il livello di adrenalina nel sangue strutturando
una vita più endorfinica con conseguente limitazione delle tossine
nel sangue e nel sudore.
Ecologia della persona è smettere di arrabbiarsi per ogni contrattempo, per ogni aspettativa delusa in modo che, oltre a migliorare la qualità della propria vita, si evita di inquinare l’atmosfera e
questo, quello della rabbia, della lamentela, della frustrazione è forse il più grande inquinamento che oggi colpisce il nostro pianeta.
Per non parlare di odio e di guerre.
Ci sono persone che impiegano ore della loro giornata in
un’infinità di cure estetiche o di interventi chirurgici di rimodellamento per esorcizzare il futuro ed intanto non vivono il presente
della loro giovinezza e della loro massima vitalità e bellezza.
...Ma per fare qualcos’altro bisogna aver raggiunto un’apertura mentale capace di accogliere il mondo degli altri e gli accadimenti accidentali e, oltre a questo, aver coltivato una cosa essenziale: la molteplicità degli interessi.
Note a ‘La Lepre lunare’
1) In energetica cinese lo Yang rappresenta la continua spinta dell’uomo a fare
e, se non è tenuto sotto controllo, a strafare. Lo Yin, sempre in energetica cinese, rappresenta la stasi, la presa di consapevolezza dei risultati raggiunti con
l’azione Yang. Ma, quando lo Yin circoscrive lo Yang, è sinonimo sì di riflessione, di stasi, ma la linea Yang rappresenta l’attività della mente che associa e
continua a dedurre. Non inazione perciò, ma la necessaria pausa per progredire nella creatività e nell’operare conforme alle situazioni. Inoltre si dice che
una situazione energetica è Yang Ming quando le due energie Yang-Yin sono
in un accettabile equilibrio anche se una leggera differenza è sempre necessaria, vitale direi. Il nome Yang Ming deriva dalla trigrammatura di Fu Xi. Fu Xi,
nell’iconografia cinese, è il mitico re dell’Alta Antichità il quale, compresi i
dettami del Cielo e della Terra, li ha codificati secondo due linee: una continua
--------, il Cielo, lo Yang; una spezzata -- -- la Terra, lo Yin. Triplicando le linee secondo la Rosa dei Venti (cardinali e sotto cardinali) compose gli otto
trigrammi o Pa Kua del cosiddetto Cielo di Fu Xi, o Cielo Anteriore o Primo
Cielo o Prima del Cielo. Nel Cielo di Fu Xi i trigrammi indicano il sorgere e il
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finire delle stagioni, la lunghezza dei giorni di luce o di buio e rappresentano,
fuori di ogni dubbio, uno strumento importante per il nomade che vive di allevamento e transumanza. Inoltre i trigrammi, rappresentando i movimenti della
Natura, quando furono raddoppiati (esagrammi) costituirono l’Yijing (vedi
nota 9) della Medicina Tradizionale Cinese, eminentemente preventiva più che
curativa (N.d.E.: per approfondire l’argomento vedi “I Tredici Demoni” dello stesso A.)
2) Lo Yi, una delle cinque istanze psico-energetiche della parcellizzazione dello Shen (l’energia del Tao che si materializza nell’essere umano al momento
del concepimento e lo spinge continuamente verso traguardi di elevazione spirituale in grado di migliorare la qualità della vita), rappresenta l’energia del
Centro, il punto di intersezione di tutte le altre quattro istanze psico-energetiche e rappresenta il “proposito”, la riflessione, l’attività associativa, la capacità dell’uomo di perseguire obiettivi senza attingere al volere. Esotericamente,
rappresenta anche il raggiungimento della saggezza, la dimensione meditativa
del Maestro. Nell’Yijing, sei Draghi rappresentano il Creativo, il Tao con il
nome, l’energia luminosa che alberga nella mente dell’uomo e che lo conduce
verso il giusto fare. Lo Zhi, altra parcellizzazione dello Shen, rappresenta il volere, la determinazione, la spinta dell’uomo a non mollare mai, anche in condizioni estreme. Zhi perciò è anche la determinazione a vivere e a salvaguardare la vita e, in senso lato, si può paragonare al nostro sistema nervoso neurovegetativo.
3) Sia il Fuoco che il Drago sono immagini dello Yang, così come la Mente e
il Rene intese come istanze di generazione delle idee e di realizzazione delle
stesse. In energetica cinese il Cuore e la Mente hanno lo stesso ideogramma e
rappresentano quasi la stessa cosa in quanto il Cuore e la Mente si influenzano vicendevolmente. Esotericamente parlando, la Mente rappresenta il Palazzo,
il Cuore la sua casa. Quando il Cuore e la Mente sono in armonia, generano la
‘Terra dei Pensieri. Il Rene, per contro, oltre all’essere il depositario dell’energia ancestrale e il magazzino dell’energia che quotidianamente ricaviamo
dall’alimentazione e dalla respirazione, è anche la sede dello Zhi, del volere,
l’energia utile a realizzare i dettami della Mente.
4) Il Sole, massima espressione del Fuoco, rappresenta anche la massima
energia Yang del Drago.
5) Zhuang-zhi, Lao-zhi, Lieh-zhi sono tre grandi Maestri del taoismo (Zhi infatti significa “Maestro”).
6) Se il Drago è l’animale Yang per eccellenza, la Tigre rappresenta invece
l’espressione dello Yin. Voglio precisare una cosa importante: in energetica
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cinese nulla è assoluto, ma tutto è relativo e tutto va letto e interpretato sulla
base di quella specifica contrapposizione. In questo caso, infatti, il Drago rappresenta il maschile e la Tigre il femminile, nulla da fare perciò con i concetti
di Creativo-Drago e di Ricettivo-Giumenta (che pascola docile nei prati con il
suo puledro) dell’Yijing.
7) In energetica cinese il Drago (e il trigramma Yang Ming dinamico) rappresentano l’energia Yang in parte ancora in potenza della Primavera, del Legno e
dei suoi colori; il Bianco rappresenta la Tigre (e il trigramma Yang Ming statico), l’energia Yin sorgente dell’Autunno, dell’aria limpida generata dal vento
di tramontana e dai bagliori biancastri del Metallo.
8) Sempre in energetica cinese, l’Acqua e il Fuoco rappresentano gli elementi
primordiali della vita e rappresentano l’uno, il Fuoco, il culminare dell’estate,
l’Acqua (disgelo) il culminare dell’inverno. Questa classificazione è propria
del Cielo di Wen Wang. Wen Wang, Re Wen, è considerato l’iniziatore della
terza dinastia dell’Alta Antichità, quella degli Zhou. Wen Wang, re di un popolo ormai definitivamente sedentario, riprende i trigrammi di Fu Xi, che abbiamo visto seguono l’andamento naturale delle stagioni, e li predispone secondo un ordine familiare, creando così i trigrammi del Cielo di Wen Wang, o
del Cielo Posteriore o del Secondo Cielo o Cielo della Vita. Saranno questi
trigrammi, anch’essi raddoppiati, che formeranno l’Yijing che l’occidente
maggiormente conosce, oracolare secondo una lettura, di comportamento conforme secondo un’altra lettura (Confucio). Il trigramma Yangming, nel Cielo
di Fu Xi, rappresenta l’equinozio d’autunno, lo Yang Ming statico; nel Cielo
di Wen Wang il nord, l’Inverno. Il trigramma Yangming, in Fu Xi, rappresenta l’equinozio di primavera, lo Yang Ming dinamico, in Wen Wang il sud,
l’Estate. Al Cielo di Wen Wang saranno abbinati, successivamente, i Dieci
Tronchi Celesti e i Dodici Rami Terrestri, anche se facevano già parte della
medicina sciamanica e astrologica (N.d.E.: vedi “Energetica Cinese” dello
stesso A.), le Sei Energie Celesti e i Cinque Elementi-Movimenti; al Cielo di
Fu Xi il fluire della vita dall’est all’ovest, dall’irruenza della giovinezza alla
saggezza dell’età adulta, rappresentato dal meridiano prenatale T’ai Mai, o
Meridiano Cintura, che ha la funzione di portare in orizzontale le spinte dell’uomo verso l’alto e, anatomicamente, di raccogliere l’energia della spinta
prenatale verso la postura eretta di Chong-mai (primo meridiano prenatale) per
tradurla nella duplicazione della forma.
9) Yijing è uno dei sette testi classici del Tao e percorre, lungo i 64 esagrammi
che lo compongono, le Immagini che rappresentano e le Sentenze rappresentato dalle sei singole linee, tutte le possibili situazioni che può incontrare l’uomo lungo l’arco della vita e i possibili comportamenti idonei.
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