Voglio trovare un senso a questa vita. di Chiara Pangallo
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Voglio trovare un senso a questa vita. di Chiara Pangallo
“Voglio trovare un senso a questa vita” “Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso” avrebbe risposto Fëdor Dostoevskij se gli fosse stata rivolta la fatidica domanda “Qual è il senso della vita?”. È inevitabile che almeno una volta nella vita ogni uomo si sia posto questa domanda, ma probabilmente non ha trovato una risposta esaustiva per tutte le circostanze e le situazioni. L’immaginario collettivo popone soluzioni che rispondono ad una casistica piuttosto ovvia, banale e ripetitiva quali il raggiungimento di un obiettivo, di un desiderio o di un sogno; oppure la realizzazione personale o ancora il perseguimento del proprio benessere. Chiedersi quale sia il senso della vita è un po’ come chiedersi se ci sia un senso nel volo: succede, ci si libra nell’aria leggeri e si punta verso nuovi traguardi e nuovi orizzonti senza sapere né il perché, né per volontà di chi. Di fatto chiedersi quale valore abbia la vita è inutile, come chiedersi il senso della morte. D’altronde sia la vita che la morte sono state sempre un tabù; misteriose e in un certo senso connesse fra loro. Persino Leopardi si pose il problema esistenziale e nell’idillio “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” si interrogò sull’origine della vita e sull’esistenza degli uomini e giunse alla conclusione che la vita è sofferenza, la stessa nascita è una fatica e il percorso umano è una corsa inesorabile verso la morte. Il concetto del rapporto vita-morte è stato affrontato in un percorso pluridisciplinare dal titolo “Educare alla morte per educare alla vita”, in cui i partecipanti hanno preso consapevolezza della morte e hanno compreso come vivere al meglio la loro vita per non essere impreparati di fronte alla morte. Bisogna imparare a vivere al meglio la vita e a cogliere tutto ciò che la vita propone quotidianamente; molte volte un cambiamento, nato da circostanze o necessità diverse, seppur traumatico, può aiutare a crescere; è importante imparare a convivere con gli altri e ad affrontare insieme i momenti belli e quelli un po’ meno belli. Ma se è impossibile trovare un “senso” alla vita, è importante capire come dare un senso alla propria esistenza. Non c’è una legge universale, una ricetta, una chiave di lettura, ma dipende dalla personalità di ognuno e dagli obiettivi che si considerano prioritari. Innanzitutto bisognerebbe godere delle piccole gioie quotidiane e magari accettare il consiglio di Orazio “Carpe diem”; inoltre ci si dovrebbe accontentare di poco e tendere all’aurea mediocritas; si dovrebbe poi adempiere ai propri doveri per dare un contributo utile alla vita sociale; ma soprattutto bisognerebbe amare, nel senso più vero e profondo del termine, donarsi cioè agli altri gratuitamente e gioiosamente, essendo capaci di cogliere le sfumature che si nascondono dietro piccoli gesti quali un sorriso o una mano tesa in segno di aiuto. L’amore non deve essere soltanto rivolto verso gli altri, ma prima di tutto verso se stessi perché la vita è sacra e dovrebbe essere rispettata da tutti, nessuno escluso. Se ciò fosse chiaro e condiviso, probabilmente non esisterebbero violenze, suicidi ed omicidi, ma non si dovrebbe nemmeno combattere con coloro che violano la libertà altrui o procurano violenze psicologiche perché non riescono a cogliere l’importanza della vita, che va vissuta intensamente, consapevolmente e interamente da ciascuno senza costrizioni né imposizioni di alcun genere. La perpetua ricerca del senso della vita può esasperare l’animo, ma una vita priva di significato rappresenta un’assenza di desiderio e di inquietudine; dunque per vivere pienamente bisogna affrontare la vita con gioia e forse la serenità dell’esistenza è l’unico vero senso da attribuirle. Un elemento che accomuna le persone sul senso della vita è la condizione economica: la loro vita ha un senso positivo se godono della stabilità economica; ha invece un’accezione negativa se devono fare sacrifici anche solo per sopravvivere. A tal proposito cito Charles Bukowski nell’affermazione “Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare ad indovinare”. Beh effettivamente chi non ha nulla da perdere si mette in gioco più spesso e riesce davvero ad essere felice con poco e a meravigliarsi di quello che quotidianamente la vita può offrire senza desiderare altro. Vorrei concludere con la citazione tratta da “Il senso della vita” di Monty Python “Ecco il senso della vita: beh, non è niente di speciale … siate gentili con il prossimo, non mangiate i grassi, leggete un buon libro, fate passeggiate e cercate di vivere in pace e armonia con gente di ogni fede o nazione”. Per dare senso alla nostra vita dobbiamo perseguire la felicità senza pretendere di ottenere tutto e subito, ma allo stesso tempo è necessario lottare con tutte le nostre forze affinché possiamo realizzare gli obiettivi prefissati; ciò non significa però che una volta soddisfatti i nostri desideri dobbiamo mollare tutto, anzi è giusto proporsi nuovi traguardi da raggiungere. Destinazione editoriale: Corriere della Sera