Qurantadue? E che risposta è? Poniamoci le

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Qurantadue? E che risposta è? Poniamoci le
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DI DIRK GENTLY *
Qurantadue? E che risposta è?
Poniamoci le domande giuste
enne un giorno in cui la
Terra fu demolita per far
posto a una autostrada
iperspaziale che attraversava la Galassia. Si
salvarono solo due umani, aiutati da due
amici extraterrestri. I quattro finirono
su un pianeta sconosciuto dove scoprirono che la Terra era stata progettata e
costruita da dei topi per rispondere a
una domanda. Si, quei topi che passavano il loro tempo nei laboratori a condurre esperimenti complessi sull’uomo.
Il fatto che l’uomo abbia sempre frainteso il rapporto tra le due specie era
pienamente coerente con i piani degli
esseri più intelligenti della Terra. Si,
perché i topi in realtà sono l’estensione di esseri pan-dimensionali superintelligenti. Tutta la storia del formaggio e degli squittii è solo una facciata.
Scoprirono che ci fu un tempo in cui
i topi costruirono un immenso computer, il più grande mai concepito
nell’Universo. Doveva dare la risposta
alla Grande Domanda, la Domanda
sulla vita, l’Universo e tutto quanto.
Dopo 7 milioni e mezzo di anni di elaborazioni la risposta del computer fu:
«42». Quarantadue? E che risposta è?
È la domanda che è sbagliata, rispose il
supercomputer. I topi per arrivare alla
Risposta decisero allora di costruire
un computer ancora più intelligente, la
Terra, che però venne distrutta per far
spazio all’autostrada. È la trama della Guida galattica per autostoppisti, il
“romanzo” che rese famoso Douglas
Adams negli anni ‘80.
Le domande sbagliate sono quelle che
in genere fanno gli investitori meno
preparati. La maggior parte della nostra
attività mentale, e quindi delle nostre
decisioni, deriva da opinioni. Opinioni
che definiamo come più o meno affidabili in base al fatto che assegniamo
loro dei gradi di probabilità, dice
Bruno De Finetti, grande mate-
V
matico italiano del Novecento. Ma prima di assegnare probabilità dobbiamo
avere le idee chiare di quello di cui
stiamo parlando. Non abbiamo alternative: se non impariamo a ragionare in
termini corretti in termini di probabilità e prima ancora di contenuti le nostre
decisioni si riempiono di stupidaggini.
«Quanto rende?». È la domanda ricorrente, ma è naturalmente la domanda
sbagliata. Se mai la cosa che possiamo chiedere è: «Quanto ha reso?».
Ma è molto più importante chiedere
e chiedersi: «Cosa sto comprando?».
E invece no. I più vogliono scorciatoie, cercano le “dritte”. E non capiscono che prima di finire vittime del
mercato o delle cattive banche (che
male li hanno consigliati) sono vittime
della propria avidità e della propria
incapacità di porsi le domande giuste.
Cosa sapeva davvero di Argentina,
Russia, Parmalat o Cirio, per citare
i casi più frequentemente ricordati,
chi ha comprato le loro obbligazioni?
Cosa sapeva chi ha comprato le società hi-tech che sono sparite nel nulla, su cosa stava davvero comprando?
Tutti possono comprare e vendere, tutti
possono consigliare di comprare e ven-
dere, facendo previsioni difficilmente
distinguibili da degli oroscopi. Ma è evidente che non funziona così. È evidente
che quello che pensano molti “esperti”
deve essere guardato perlomeno con
occhio critico. Vengono prodotte stime
per i prossimi n anni quando non conosciamo nemmeno i numeri del prossimo
semestre. È grottesca tanto la rilevanza
degli errori delle previsioni quanto la
nostra incapacità di staccarci da questo
modo di pensare e prendere decisioni.
Dobbiamo confrontarci con la vera realtà delle cose e accettare che il futuro è
incerto. Sempre. I temi con i quali confrontarsi per il 2015 sono noti. Il mercato immobiliare, dopo un discesa dei
prezzi che dura da più di 5 anni è un’opportunità? Lo sono diventate le materie
prime, un’opportunità, unica asset class
sui mercati finanziari a trovarsi di nuovo
a valori prossimi ai minimi del 2009? Il
tema sarà di nuovo quello dello strapotere delle Banche Centrali e della loro
“repressione finanziaria” che terrà ancora i tassi di interessi a livelli ridicoli?
E saranno quindi di nuovo gli asset tradizionalmente considerati più rischiosi quelli su cui investirev? Non lo può
dire nessuno, ovviamente. Quello che
si può fare è affrontare le cose cercando di essere il meno possibile condizionati da emotività e avidità.
Chiedersi perché i prezzi degli
immobili dovrebbero salire. O
perché dovrebbe salire quello
delle materie prime. Chiedersi
qual è il senso di accettare un
rendimento reale negativo (tra
l’altro con mercati che scontano deflazione più che inflazione) su emissioni governative
con scadenza pluriennale.
Chiedersi se tutto questo
è ragione sufficiente per
comprare ancora equity.
* blog contributor at
MoneyFarm.com.
Invice Investment & Asset Management \ Febbraio 2015