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Christopher W. Corti CoreGold Technology Consultancy, Londra, UK Christopher W. Corti è attualmente in pensione, ma collabora ancora con il World Gold Council come consulente. È anche consulente della Goldsmiths Company di Londra (l’antica associazione che gestisce l’Ufficio del Saggio di Londra). La società di consulenza di C.W. Corti si chiama ‘CoreGold Technology Consultancy’. Per conto del World Gold Council ha organizzato in tutto il mondo seminari sulla metallurgia delle leghe preziose e sulle tecnologie orafe. L’attenzione è rivolta in particolare all’oro microlegato, esaminando le basi teoriche dell’indurimento e discutendo alcuni possibili elementi indurenti, che potrebbero formare la base per ori a 24K microlegati. Sono discusse le informazioni pubblicate sulla composizione e le caratteristiche degli ori microlegati a 24K. In base agli ultimi sviluppi, è anche discussa l’utilità di adattare il metodo di microalligazione all’oro a 22K e ad altre leghe d’oro, come pure al platino ed all’argento. Sono presi in esame i vantaggi e gli svantaggi presentati da questi materiali per il loro uso in gioielleria. Microalligazione di oro ad alta caratura, platino e argento Introduzione Come molti altri metalli puri, l’oro, il platino e l’argento puri sono relativamente teneri ed hanno basso limite elastico. Ciò causa parecchi inconvenienti nella fabbricazione di gioielleria in oro a 24 K o in platino o argento puri, limitando la possibilità di progettazione e rendendo i gioielli di questo tipo soggetti a graffiatura ed usura. Tradizionalmente questo problema è stato superato formando leghe, per aumentare durezza e resistenza meccanica ed ha portato nella gioielleria moderna all’uso delle leghe d’oro per gioielleria, dell’argento sterling, del platino 950 e di leghe di platino e argento a titolo più basso. Tuttavia, specialmente per l’oro, la lega a 24 K, con purezza superiore a 99,0%, è quella preferita in Estremo Oriente (1, 2), dove è nota come “Chuk Kam”, che vuol dire oro puro e nel mercato più grande, l’India, domina l’oro a 22 K. Questi due mercati corrispondono a circa il 40% della produzione mondiale di gioielleria e la durezza relativamente bassa degli ori a 22 e 24 K è considerata un punto debole, per cui per lungo tempo è stato desiderato lo sviluppo di ori a 22/24 K a resistenza migliorata. Alla fine degli anni 80, l’oro “990”, una lega con 99% oro e 1% titanio, che può essere marchiata come 24 K, ha superato molti dei punti deboli dell’oro a 24 K, grazie alla sua buona durezza e resistenza, ma per parecchie ragioni (1, 2) non ha incontrato molto successo commerciale. Tuttavia negli ultimi anni sono state messe a punto parecchie leghe di oro a 24 K con maggiore durezza (o con “resistenza migliorata”) con titolo di 99,5% o anche più alto, in cui il miglioramento della durezza e della resistenza è stato ottenuto con la microalligazione, cioè con l’aggiunta di piccole quantità (tipicamente < 0,3% in peso) di determinati metalli. Talune di esse sono in commercio e stanno ottenendo una sia pur limitata penetrazione nel mercato. Molto recentemente sono stati messi a punto e commercializzati anche argento e platino microlegati, con resistenza e durezza migliorate (3). Fino a tempi relativamente recenti quel poco che era stato pubblicato su questi metalli preziosi microlegati si trovava principalmente in brevetti e non si aveva una chiara comprensione delle loro basi metallurgiche. Una rassegna dei lavori sull’oro microlegato è stata presentata dall’autore (1) al Simposio di Santa Fe del 1999, con un tentativo di spiegazione delle basi teoriche della microalligazione dell’oro. Dopo di allora sono state pubblicate alcune informazioni aggiuntive ed è nato l’interesse per argento e platino microlegati. Perciò ora può essere un momento adatto per descrivere i progressi compiuti anche nella comprensione e per allargare l’orizzonte alle nuove leghe di platino e di argento. Giugno 2005 141 Questa memoria si concentra in primo luogo sull’oro microlegato, che serve come modello per discutere la microalligazione, e tratta i seguenti aspetti: • Ori microlegati messi a punto finora e loro caratteristiche in confronto con quelle degli ori convenzionali per gioielleria. • Metallurgia e basi teoriche dell’indurimento - ed elementi di lega che potrebbero formare la base per ori a 24 K microlegati. • Informazioni pubblicate sulla composizione e sugli aspetti pratici della fabbricazione di gioielleria con gli attuali ori a 24 K microlegati. Saranno anche discussi i recenti sviluppi per adattare il metodo della microalligazione all’oro a 22 K ad altre leghe d’oro ad alta caratura, oltre che al platino ed all’argento. Saranno esaminati i vantaggi e gli svantaggi di questi materiali per il loro impiego nel campo della gioielleria. Ori a 24 K con resistenza migliorata Negli ultimi anni sono stati messi a punto ori a 24 K con resistenza migliorata (4-13). Alcuni di essi sono in commercio ed è già in vendita gioielleria prodotta con queste leghe, particolarmente in Giappone (Figura 1). Tutti questi ori hanno praticamente lo stesso punto di fusione, lo stesso colore e la stessa densità dell’oro puro. Nella tabella 1 è riportato il loro elenco, con le relative caratteristiche meccaniche. Figura 1 – Gioielleria in High Strength Pure Gold (8) 142 Jewelry Technology Forum Durezza Durezza allo dopo Materiale Produttore Titolo stato incrudiricotto, mento, HV HV High Mitsubishi, Strength 99,9% Giappone Pure Gold Carico Allungadi mento rottura % MPa Note 55 123 500 2 Colabile 35 - 40 90 - 100 - - Colabile Hard 24 Mintek, 99,5% Carat Sud Africa 32 100 Invecchiato: 131 - 142 - - Invecchiabil e Three O Co, 99,7% Giappone 63 106 Invecchiato: 145-176 - - Colabile, induribile, catenabile - ca.130 - - 99,7% 60 (come colato) 95 - - TH Gold PureGold Tokuriki Honten, 99,9% Giappone Uno-A-Erre Uno-A-Erre, 99,5+% 24ct Gold Italia DiAurum 24 Titan, U.K Oro puro - 99,9% 30 50 190-380 Ricotto:40 Incrud.: 1 22K giallo (5,5 Ag 2,8 Cu) - 91,7% 52 100-138 220-440 Ricotto:27 Incrud.: 3 18K giallo (12,5 Ag 12,5 Cu) - 75,0% 150 Colabile Colabile Ricotto:40 190 - 225 Incrud.: 3 Colabile, Invecchiato: 520-900 Invecch.: invecchiabile 230 15 Tabella 1 - Ori a 24 K con resistenza migliorata Dalla tabella 1 è chiaro che, mentre la durezza allo stato ricotto è apprezzabilmente più alta di quella dell’oro puro commerciale, la lavorazione a freddo provoca un significativo aumento della durezza ed alcuni di questi materiali possono essere ulteriormente induriti con trattamenti termici di invecchiamento a temperatura relativamente bassa. Forse non è strano che i Giugno 2005 143 valori più alti di durezza siano ottenuti con le leghe di minor purezza, con titolo 99,5-99,7%. La maggior parte di esse può essere colata, ma i migliori valori di durezza sono ottenuti con la lavorazione plastica, spesso accoppiata con un trattamento termico di invecchiamento. Da un punto di vista pratico, per quanto si legge nelle informazioni pubblicate, questi materiali non possono essere rifusi e riciclati in modo semplice senza avere un calo della resistenza (8), poiché con la rifusione gli elementi di lega indurenti perdono la loro efficacia. Come vedremo più avanti, ciò è dovuto all’ossidazione di questi elementi durante la rifusione. La resistenza migliorata di queste leghe ha favorevole effetto sulla fabbricazione di gioielleria, poiché si possono eseguire lavorazioni che con il normale oro a 24 K sono difficili (8, 14, 15). Per esempio, diventa possibile produrre particolari tipi di minuteria ed alcuni difficili tipi di catena. Se li si confronta con le leghe standard di oro giallo (tabella1), si vede che gli ori a 24 K microlegati hanno durezza vicina a quella dell’oro a 22 K sia allo stato ricotto che in quello incrudito, ma sono ancora alquanto inferiori all’oro a 18 K. È sorprendente che nell’oro si possano ottenere questi miglioramenti di resistenza e di durezza con aggiunte di elementi di lega di solo 0,5% in peso o più basse. Aggiunte così piccole possono essere indicate come microalligazione. Perciò è istruttivo cercar di capire, basandosi sui meccanismi noti di indurimento delle leghe d’oro, come nell’oro microlegato siano possibili questi miglioramenti di caratteristiche. Come risulterà chiaro, queste considerazioni sono valide anche per l’argento ed il platino. Meccanismi fondamentali di indurimento dell’oro Vi sono vari meccanismi attraverso i quali si possono indurire i metalli puri ed in pratica se ne può utilizzare più di uno: • • • • • Controllo delle dimensioni del grano (effetto Hall-Petch) Indurimento per soluzione solida Lavorazione a freddo (Incrudimento) Microstrutture bifasiche (include disordine ordine) Indurimento da fase dispersa (invecchiamento o indurimento per precipitazione). Per avere una spiegazione semplice di questi meccanismi consiglierei di leggere gli articoli originali su questo argomento (1, 2, 15). Nelle leghe d’oro per gioielleria si possono usare tutti questi meccanismi. Come vedremo, nel caso della microalligazione l’indurimento è ottenuto principalmente con una fase dispersa. Nella letteratura scientifica è stato descritto l’ottenimento di un buon indurimento dell’oro con dispersioni di ossidi (16, 17). Poniatowski e Clasing (16) hanno riferito che una dispersione di 0,42% in peso 144 Jewelry Technology Forum (1,85% in volume) di particelle di TiO2 con diametro di 0,5 µm nell’oro ha permesso di ottenere una durezza allo stato ricotto di HB 55, in confronto ad HB 20 dell’oro puro. La durezza è aumentata fino a HB 80 dopo lavorazione a freddo con riduzione dell’80%. Il carico di rottura a trazione era circa 190 N/mm2 in confronto ai 75 N/mm2 dell’oro puro. Hill (17) ha studiato miscele di polvere d’oro con vari ossidi, per produrre dispersioni contenenti fino a 1% in volume di ossidi (0,18 - 0,38% in peso). Le durezze allo stato ricotto andavano da 51 a 65 HV ed aumentavano fino a 67 - 82 HV dopo lavorazione a freddo con riduzione dell’82%. Il carico di rottura a trazione andava da 153 a 207 N/mm2, in confronto a 112 N/mm2 dell’oro puro. Questi studi dimostrano che l’indurimento da fase dispersa permette di ottenere un notevole indurimento dell’oro anche con basse concentrazioni. Oro microlegato Composizione: effetto della densità Per introdurre questa sezione si deve parlare della differenza tra peso atomico e volume atomico. I metalli con peso atomico più alto sono in generale più pesanti e più densi. L’oro è un metallo pesante, con densità 19,32, mentre l’argento ha densità di 10,5 ed il rame di 8,93. Così, quando si descrive la composizione delle leghe, dobbiamo distinguere le composizioni date come percentuale in peso (peso relativo dei metalli presenti) da quelle date come percentuale in atomi (quanti atomi di ogni metallo sono presenti nella lega). Questa differenza è chiara nel caso delle leghe oro-rame. Una lega con il 50% di atomi di oro ed il 50% di atomi di rame ha una composizione in peso di circa 75% di oro e 25% di rame, che è causata dal differente peso degli atomi di oro e di rame. Basi teoriche della microalligazione Per mettere a punto ori a 24 K con resistenza migliorata, si cerca di ottenere un forte rafforzamento del reticolo cristallino dell’oro effettuando aggiunte di 0,5% in peso o meno di elementi di lega, o anche in alcuni casi di solo 0,1% in peso. Aggiunte così piccole si avvicinano ai valori usati di solito per controllare le dimensioni del grano, come accade per il cobalto o l’iridio nelle leghe d’oro. Dal momento che nell’oro vi sono pochi errori di impilaggio (gli errori di impilaggio sono un tipo di difetto del reticolo cristallino), il controllo del grano da solo o combinato con l’incrudimento non può provocare un indurimento significativo dell’oro puro, per cui piccole aggiunte non possono agire solo attraverso il controllo delle dimensioni del grano. Con aggiunte di un peso così piccolo di elementi di lega, si può ottenere un indurimento significativo per soluzione solida solo se l’elemento di lega ha bassa densità e peso atomico piccolo in confronto a quello dell’oro. Se esaminiamo il Sistema Periodico degli elementi, vediamo che i metalli leggeri che potrebbero essere usati per la microalligazione sono in ordine di densità: litio, potassio, sodio, calcio, magnesio e berillo (tabella 2). Giugno 2005 145 Tabella 2 - Metalli leggeri utilizzabili per formare leghe con l’oro Metallo Litio Potassio Sodio Calcio Magnesio Berillio Numero atomico 3 19 11 20 12 4 Peso atomico 6,9 39,1 23,0 40,1 24,3 9,0 Densità, g/cm3 0,53 0,86 0,97 1,53 1,74 1,85 Prendendo in considerazione un’aggiunta massima dello 0,5% in peso ed il metallo più leggero di tab. 2, il litio, una lega di oro con lo 0,5% in peso di litio conterrà 12,55% di litio in atomi, concentrazione che si trova nel campo di solubilità allo stato solido. Ciò corrisponde a circa 1 atomo di litio ogni 7 atomi di oro. In confronto, una lega d’oro con 12,55% in atomi di rame ne contiene il 4,4% in peso, che porterebbe la durezza allo stato ricotto a circa 40 HV ed a circa 80 HV allo stato incrudito. Così una lega oro-litio potrebbe forse presentare un qualche miglioramento delle proprietà con il meccanismo della soluzione solida. Se consideriamo un altro metallo leggero, il calcio, una lega d’oro con 0,5% in peso di calcio ne conterebbe solo 2,41% in atomi, che è molto poco - solo un atomo di calcio ogni 40 di oro -. Perciò non ci si può attendere un apprezzabile rafforzamento per soluzione solida. Tuttavia, se si osserva il diagramma di stato oro-calcio (fig. 2), si vede che praticamente non vi è solubilità allo stato solido del calcio nell’oro e che vi è un eutettico bifasico tra l’oro ed il composto intermetallico Au5Ca, che ha un alto contenuto di oro. Se questa fase fosse finemente dispersa nella struttura, ci sarebbero le premesse per un sistema che potrebbe portare ad un miglioramento delle proprietà mediante indurimento per fase dispersa. Figura 2 – Diagramma di stato oro-calcio Caratteristiche simili a quelle del sistema oro-calcio sono presenti nel diagramma di stato oro-potassio e nei sistemi oro-berillio, oro-magnesio e oro-sodio, ma sono meno marcate (il contenuto di oro nelle fasi intermetalliche è più basso), per cui li si 146 Jewelry Technology Forum ritiene meno favorevoli per la microalligazione. Un altro modo di affrontare il problema fa ricorso ai metalli delle terre rare, come cerio, lantanio e disprosio, poiché anche questi tendono ad avere una limitata solubilità allo stato solido nell’oro ed a formare con l’oro eutettici e composti intermetallici. Nella tabella 3 sono riportate alcune caratteristiche dei loro diagrammi di stato con l’oro, che sono di interesse per questo problema. Per brevità sono stati omessi alcuni metalli di questo gruppo. Tabella 3 - Alcune caratteristiche dei diagrammi di stato oro-terre rare Terra rara Solubilità allo stato solido nell’oro Lantanio Cerio Praseodimio Neodimio Samario Gadolinio Disprosio Erbio Terbio Lutezio Molto bassa Molto bassa Molto bassa Molto bassa Molto bassa Bassa (0,7 at %*) 2,1 at%* 5,7 at %* 1,5 at %* 7,7 at %* Composto intermetallico Au6La Au6Ce Au6Pr Au6Nd Au6Sm Au6Gd Au6Dy Au4Eb Au6Tb Au4Lu Eutettico, at % (temp,°C) Note 91 (808) 90,5 (808) 88 (808) 90,5 (796) 88,5 (770) 90,5 (804) 90,5 (808) 88,6 (734) 90,3 (798) 84,8 (890) OK OK OK OK OK Invecchiabile? Invecchiabile? Invecchiabile? Invecchiabile? Invecchiabile? * Solubilità alla temperatura eutettica: diminuisce con il calo della temperatura Da questa tabella si può vedere che i metalli leggeri delle terre rare sono potenzialmente adatti. Nella fig. 3 è riportato il diagramma di stato oro-cerio: all’estremità ricca in oro è evidente la somiglianza con il diagramma di stato orocalcio. Inoltre alla temperatura di fusione dell’eutettico i metalli “pesanti” delle terre rare hanno solubilità allo stato solido nell’oro superiore allo 0,5%, che però diminuisce fortemente a temperature più basse. Perciò è possibile che siano utilizzabili per l’indurimento per invecchiamento, grazie alla precipitazione di fini particelle di composti intermetallici, ricuocendo a bassa temperatura materiale solubilizzato e temprato. Figura 3 - Diagramma di stato oro-cerio Giugno 2005 147 Nella fig. 4 è riportato il campo di solubilità allo stato solido nell’oro per le leghe oroerbio. Figura 4 – Limite della solubilità allo stato solido all’estremità ricca in oro del diagramma di stato oro-erbio Nel lavoro di messa a punto della lega oro 990-titanio, Gafner (18) descrive lo studio eseguito in Germania dalla Degussa su altri sistemi di leghe, che includono le terre rare pesanti. La base per la scelta era la possibilità di precipitazione di una seconda fase quando una lega contenente 1% dell’elemento aggiunto veniva raffreddata da 800°C a 400°C. Partendo da questo concetto, era stata preparata la tabella della probabile efficacia per l’indurimento (tabella 4). Tabella 4 Sistemi di lega possibili ed effetto di indurimento probabile [da Gafner, (18)] Solubilità a Solubilità a Frazione, Rapporto tra i Frazione, Frazione di Sistema 800°C 400°C % in peso* pesi atomici % in atomi* fase indurente Au - Ti 1,2 0,4 0,6 4,1 2,5 12,5 Au - Rh 0,6 0,2 0,4 1,9 0,8 0,8 Au - Ru 1,0 0 1,0 2,0 2,0 2,0 Au - Zr 2,0 0,3 0,7 2,2 1,5 7,5 Au - Tb 1,2 0,3 0,7 1,2 0,8 5,6 Au - Dy 1,9 0,3 0,7 1,2 0,8 5,6 Au - Ho 3,2 0,4 0,6 1,2 0,7 4,9 Au - Er 4,8 0,4 0,6 1,2 0,7 3,5 *Frazione dell’1% in peso dell’elemento di lega che precipita a 400°C. La frazione di fase indurente, riportata nell’ultima colonna (calcolata come frazione dell’1% di elemento di lega che precipita come percentuale in atomi moltiplicata per il numero di atomi dell’elemento di lega presente nel composto intermetallico precipitato), era stata presa come indice dell’efficacia per l’indurimento. Da questa tabella risulta evidente la ragione per cui è stata messa a punto la lega oro 990-titanio. Si devono notare anche i dati promettenti per le terre rare e lo zirconio. 148 Jewelry Technology Forum Tuttavia in questo lavoro era stata presa in esame l’aggiunta di 1% di elemento di lega. Se però consideriamo l’aggiunta di solo 0.5% di terre rare, dai dati di solubilità a 400°C riportati in tabella 4, si vede che non possiamo attenderci che precipiti molta fase indurente ricuocendo a 400°C materiale solubilizzato. Fortunatamente la Degussa aveva eseguito anche alcune prove (18) su leghe oro-terre rare con aggiunte di 1% o meno di elementi di lega. Dopo colaggio le leghe erano state solubilizzate a 800°C per 1 ora e le si era anche laminate a freddo con deformazione fino al 95% prima di invecchiarle a differenti temperature. I valori di durezza ottenuti con leghe d’oro contenenti 0,5% o meno di elementi di lega sono riportati in tabella 5. Tavola 5 Durezza delle leghe oro-terre rare [dalla citazione (19)] Composizione della lega, % in peso Au - 0,3 Gd Au - 0,5 Gd Au - 0,5 Tb Au - 0,5 Dy Au - 0,3 Y Au - 0,4 Y Au - 0,5 Y Durezza, colato, HV 44 34 44 70 35 32 61 Durezza, ricotto, HV 30 48 30 29 24 34 38 * Valori approssimati ricavati da grafici Durezza*, C.W. 95%** HV 130 115 110 120 110 120 145 Durezza*, invecchiato a 300°C, HV 63 85 67 75 45 174 **C.W. = incrudito Da questo lavoro si vede che la durezza del materiale solubilizzato è poco differente da quella dell’oro puro, anche se il materiale incrudito è molto più duro, con durezza analoga a quella degli ori a 24 K con resistenza migliorata (tabella 1). Con queste concentrazioni così basse i trattamenti di invecchiamento non sono molto efficaci, con l’eccezione della lega di oro con 0,5% di ittrio (anche se in senso stretto l’ittrio non è un metallo delle terre rare), confermando il parere espresso in precedenza in base ai dati di solubilità delle terre rare pesanti (tabella 4), che indicavano che con aggiunte così basse di elementi di lega vi era bassa possibilità di indurimento per precipitazione. Non è noto se le leghe d’oro con le terre rare leggere possiedono buone proprietà. È difficile commentare i risultati ottenuti con la leghe oro-ittrio, poiché il diagramma di stato oro-ittrio non è ancora stato pubblicato (20). Tuttavia lavori recenti di Ning (21) indicano che è simile a quelli delle terre rare pesanti, con una certa solubilità allo stato solido (circa 2%) dell’ittrio nell’oro. Riassumendo, il meccanismo dell’indurimento per microalligazione sembrerebbe basato su una qualche forma di indurimento per dispersione (precipitazione) di fasi intermetalliche con alto contenuto di oro, in sistemi che formano eutettici con alto contenuto di oro, nei quali l’elemento aggiunto per la microalligazione ha bassa solubilità allo stato solido nell’oro. Giugno 2005 149 Composizione degli ori microlegati Dopo aver discusso le basi teoriche possibili per la microalligazione dell’oro, è ora opportuno confrontarle con quanto è noto sugli ori microlegati che sono stati messi a punto (tabella 1). 1. High Strength Pure Gold - Mitsubishi Materials Corporation La Mitsubishi detiene parecchi brevetti in questo campo. Nel loro brevetto principale (4), sono indicate leghe d’oro con titolo 99% o superiore contenenti 200-2000 ppm di uno o più dei seguenti elementi: calcio, berillio, germanio e boro. Da altre fonti (22) risulta chiaro che il calcio è il principale elemento indurente dello “High Strength Pure Gold”. I diagrammi di stato oro-berillio, orogermanio ed oro-boro presentano analogie con il diagramma oro-calcio, per cui si possono prevedere effetti analoghi sulla microstruttura. Nel brevetto sono anche incluse ulteriori aggiunte di 10-1000 ppm di uno o più di molti metalli, tra cui magnesio, alluminio e cobalto e/o di 10-1000 ppm di metalli delle terre rare e di ittrio. I valori della durezza di oltre 50 leghe citate in questo brevetto si trovano in generale nel campo di 100-140 HV, in accordo con quanto rivendicato per lo High Strength Pure Gold. In un ulteriore brevetto (5) è rivendicata una lega con 99% o più di oro contenente 500-2000 ppm di calcio e 1-50 ppm di carbonio. Non è chiaro il ruolo del carbonio, ma può indurire con atomi interstiziali o piuttosto segregare ai bordi di grano con parte del calcio. 2. PureGold - Three O Company Nel loro brevetto (10) è rivendicata una lega, induribile per invecchiamento fino a valori confrontabili con quelli di un oro a 18 K, con 99,7% di oro contenente 50 ppm o più di gadolinio con aggiunte facoltative di un terzo elemento - calcio, alluminio o silicio - fino ad un totale di 100-3000 ppm. Per una lega contenente gadolinio e calcio è indicata una durezza massima di 176 HV, ottenuta con una combinazione di lavorazione plastica e invecchiamento. La temperatura ottimale di invecchiamento è 250°C. 3. Oro a 24K duro - Mintek Quando era stata presentata la prima rassegna, non erano ancora state pubblicate informazioni su questa lega. Dopo di allora, un brevetto (23) ed un articolo (24) hanno fornito elementi per capire questa lega. Come spiegato dagli autori (24), questa lega è stata studiata per superare i problemi incontrati con gli altri ori microlegati, che usano calcio e/o terre rare, cioè la perdita di resistenza dopo rifusione, causata dalla perdita di elementi di lega, oltre ai costi ed alla difficoltà di produrli. L’oro duro a 24K può essere preparato e lavorato con apparecchiature normali e può essere rifuso senza una perdita significativa di resistenza. Questa lega può essere indurita per invecchiamento, ha titolo 995 e contiene 0,2% di cobalto e 0,3% di antimonio. Si basa sull’indurimento prodotto dalla precipitazione di un composto intermetallico oro-antimonio (AuSb2), mentre il cobalto ritarda la ricristallizzazione. 150 Jewelry Technology Forum All’estremità ricca in oro, il diagramma di stato oro-antimonio presenta un eutettico e mostra le caratteristiche descritte nella sezione precedente. Come mostrato in tabella 1, dopo incrudimento questa lega può raggiungere la durezza di 100 HV e giunge fino a 142 HV dopo incrudimento e invecchiamento. 4. Altre leghe d’oro In discussioni private sono stato messo al corrente dell’uso del calcio combinato con altri elementi di lega in alcuni degli altri ori elencati in tabella 3. In un brevetto di Tanaka KK, Giappone (6) è rivendicata una lega per colaggio a cera persa che contiene piccole quantità di afnio e di metalli delle terre rare. In alcuni lavori (8, 9) l’incrudimento della superficie durante la finitura gioca un ruolo importante nell’indurimento della superficie. 5. Altra letteratura Fili di oro drogato sono largamente usati nell’industria elettronica per collegamenti. In un recente articolo (25) Lichtenberger e colleghi hanno drogato oro di alta purezza (99,999%) con 3-30 ppm di alluminio, calcio, rame, argento e/o platino. Essi hanno dimostrato che la maggior parte delle aggiunte ha aumentato la resistenza del filo durante l’estrusione (il berillio ha mostrato l’effetto maggiore), ma solo il calcio ed il berillio hanno determinato un rafforzamento significativo dopo la ricottura. Questo fatto è stato spiegato in base alla differenza di dimensioni degli atomi nel reticolo dell’oro: gli atomi di calcio sono circa il 30% più grandi di quelli d’oro e quelli di berillio circa il 30% più piccoli. Gli atomi di calcio hanno tendenza a fissarsi sui bordi di grano, bloccandoli. Vari brevetti su fili d’oro rinforzati per collegamenti citano aggiunte di bismuto, terre rare, calcio con berillio, europio e niobio, germanio, bario, ittrio e terre rare oppure calcio e piombo. Sembra che per questa applicazione sia molto diffuso l’uso di calcio, berillio e/o terre rare. Un lavoro recente di Sarawati e collaboratori (26) su aggiunte di calcio e palladio in filo d’oro per collegamenti ha dimostrato che il calcio è più efficace del palladio per aumentare l’energia immagazzinata, la resistenza e la duttilità del materiale incrudito. Ciò è attribuito alla segregazione ai bordi di grano ed alla formazione di anelli di dislocazioni. Aspetti pratici per la produzione di gioielleria Gli aspetti pratici dell’uso degli ori a 24 K microlegati per la produzione di gioielleria sono stati discussi a fondo in altre pubblicazioni (per es. 8, 14, 15, 24). Riassumendo, si può dire che: • Possono essere colati a cera persa e lavorati con le tecniche convenzionali. • Possono essere usati per alcuni prodotti che sono difficili da ottenere con il normale oro a 24 K, come certi tipi di catena, molle, viti, fermagli ed altra minuteria. Giugno 2005 151 • Si può produrre catena leggera e resistente, con buona resistenza all’usura. • Di solito la fusione deve essere eseguita sotto atmosfera inerte, per evitare l’ossidazione degli elementi aggiunti. Perciò non possono essere facilmente usati nei piccoli laboratori con la fusione convenzionale all’aria. • Come per il normale oro a 24 K, la brasatura deve rispettare le leggi nazionali sulla marchiatura. In alcuni paesi è consentito l’uso di leghe per saldare a caratura più bassa (22 K), anche se possono esserci limiti al quantitativo di lega usato. Tuttavia la temperatura di brasatura può essere un fattore limitante, che può causare una perdita dell’incrudimento nelle vicinanze del giunto. La saldatura al laser può superare entrambi questi problemi. Esistono anche leghe per saldatura a 22 K con punto di fusione molto basso. Una pasta per saldatura ha punto di fusione di 361°C. • Dal momento che sono più duri, la lucidatura dovrebbe essere più facile che con l’oro a 24 K convenzionale. Bernadin (14) fa notare che per i getti occorrono procedure analoghe a quelle usate per il platino. • Come già detto, di solito il riciclaggio del rottame non è fattibile a causa della perdita di resistenza causata dalla rifusione. In questo caso la lega Mintek fa eccezione. Tuttavia la rifusione dovrebbe rendere l’oro contenuto completamente ricuperabile per altri usi. Applicazione agli ori ad alta caratura Il metodo della microalligazione descritto in questo articolo dovrebbe essere applicabile all’oro a 22 K e ad altre leghe d’oro ad alta caratura. Tuttavia nel caso dell’oro a 22 K sono stati descritti notevoli miglioramenti (24, 27) ottenuti con i metodi convenzionali. Van der Lingen e collaboratori al Mintek e Fischer Bühner al FEM hanno entrambi dimostrato che con l’aggiunta di circa 2,0-2,5% di cobalto si ottiene un notevole rafforzamento. Taylor (28) ha anche brevettato una lega contenente cobalto, che però contiene anche 1% di boro. Tuttavia, come si può vedere in (29), il metodo della microalligazione può essere usato nelle leghe a 22 K o anche con caratura più bassa, usando aggiunte di gadolinio e di calcio. Argento microlegato In linea di principio è evidente che il metodo di microalligazione usato per l’oro può essere applicato anche all’argento. Chi ha messo a punto PureGold (tabella 1) ha messo a punto anche PureSilver, una lega microlegata con 99,3% di argento, che è in commercio negli USA. Si afferma (3) che è facile da lavorare, poiché non richiede ricotture, è molto resistente alla macchiatura (tarnish), si cola bene ed è più dura dell’argento sterling. Il brevetto (29) copre materiali con oro, argento, palladio e platino microlegati. Nel caso dell’argento, è rivendicata una lega contenente almeno 80% di argento oltre alla terra rara gadolinio nel campo di 50-15.000 ppm e ad altre aggiunte facoltative di metalli alcalino-terrosi, silicio, alluminio e boro nel campo di 50-15.000 ppm in totale, con valori di durezza di 130 HV o più alti ed un modulo di Young non inferiore a 7.000 kg·mm-2. 152 Jewelry Technology Forum In un ulteriore esempio è rivendicata una lega con almeno 99,45% di argento con 50-5.000 ppm di Gd più ulteriori aggiunte facoltative degli stessi metalli nel campo di 50-5.000 ppm in totale. Si afferma di raggiungere una durezza di almeno 120 HV con un modulo di Young di 7.000 kg·mm-2. La durezza aumenta ad almeno 140 HV dopo deformazione a freddo del 50%. Si afferma che questi materiali possono essere trattati termicamente. Si afferma anche che il gadolinio è l’elemento indurente più efficace. Queste piccole aggiunte non influenzano il colore. Le ulteriori aggiunte facoltative sopra elencate hanno effetto sinergico, ma tra queste il calcio è quella preferibile. Platino microlegato Anche la microalligazione del platino dovrebbe essere possibile. Ovviamente il platino rinforzato con dispersione di ossidi (come il platino ZGS di Johnson Matthey) per usi industriali è stato in commercio per molti anni. In un brevetto giapponese (30), è rivendicato un platino duro di alta purezza, contenente 10-100 ppm di cerio, che ha buona durezza, lucentezza e resistenza alla macchiatura (tarnish) ed è adatto per la produzione di gioielleria, poiché ha purezza di almeno 99%. Per evitare una perdita di cerio per ossidazione è necessario fonderlo sotto vuoto o sotto gas inerte. Il diagramma di stato platino-cerio, mostrato nella fig. 5, ha caratteristiche simili a quelle del diagramma oro-cerio, descritto in precedenza per l’oro, cioè bassa solubilità allo stato solido del Ce nel Pt ed un eutettico tra il Pt ed un composto intermetallico molto ricco in platino. Con contenuti di cerio di 0,030,3% sono stati ottenuti valori di durezza di 61-102 HV, da confrontare con 40 HV del platino puro e 120-136 HV per le leghe di platino con titolo 950. Figura 5 – Diagramma di stato platino-cerio Giugno 2005 153 Si afferma che una lega commerciale di platino con titolo 999, il platino HPP, di Johnson Matthey, contenente circa 250 ppm di samario, abbia resistenza migliorata (31). È stato pubblicato un valore di durezza di 55 HV, in confronto a 50 HV del platino puro. Il lavoro di Ning, dell’Istituto Cinese per i Metalli Preziosi, sull’effetto di aggiunte di metalli delle terre rare ha dimostrato che aggiunte di metalli delle terre rare al platino possono migliorare la durezza [v. citazioni da 3 a 5 in (32)]. Nella citazione (32), Ning e Hu mostrano che un’aggiunta di 0,05% di cerio in una lega Pt-15%Pd-3,5% Rh aumenta il carico di rottura a trazione a temperatura ambiente da 280 MPa a 400 MPa, con aumenti analoghi del carico di rottura a trazione e della resistenza al creep (scorrimento a caldo) a 900°C. Questi aumenti sono attribuiti ad effetti di solubilità allo stato solido e di rafforzamento per fase dispersa. Il brevetto di Ogasa (29) sopra citato include anche leghe di materiali a base di platino. In esso si rivendicano leghe di platino con almeno 85,0% di Pt contenenti gadolinio e gli altri elementi facoltativi citati in precedenza per l’argento, preferibilmente il calcio, nel campo di 50-1500 ppm in totale. Si afferma che la durezza delle leghe colate è al minimo 120 HV ed il modulo di Young è non inferiore a 8.000 kg·mm-2. Con un incrudimento a freddo del 50% si ottengono durezze di almeno 150 HV. Una ulteriore rivendicazione è per leghe contenenti almeno 99,45% di platino con aggiunte di gadolinio e degli elementi facoltativi, con preferenza per il calcio, nel campo di 50-5.000 ppm in totale, con gli stessi valori di durezza e di modulo di Young riportati in precedenza. Riassumendo, è quindi evidente che è possibile preparare platino microlegato, anche se non è chiaro se queste leghe siano prodotte commercialmente per uso nella gioielleria. Similmente a quanto trovato per l’oro, le terre rare ed il calcio sono gli elementi di lega preferiti per questo scopo. Conclusioni È stata presentata una rassegna delle basi metallurgiche per il rafforzamento e l’indurimento dell’oro con titolo di almeno 995. Il calcio e le terre rare sono le aggiunte preferite per la microalligazione, ma sono state citate anche altre possibilità. Alcune leghe sono disponibili in commercio e con esse è stata prodotta della gioielleria. Sono stati descritti sommariamente i vantaggi e gli svantaggi di queste leghe nella produzione della gioielleria. È stato anche preso in esame l’indurimento mediante microalligazione di argento e platino e la loro metallurgia è simile a quella dell’oro. È noto che materiali a base di argento sono disponibili commercialmente negli USA. Ringraziamenti Ringrazio i molti colleghi dell’industria, che hanno fornito le informazioni che hanno reso 154 Jewelry Technology Forum possibile la stesura di questa rassegna. Ringrazio anche il World Gold Council per il sostegno e per il permesso di pubblicare questo lavoro. Bibliografia 1. C.W.Corti, “Metallurgy of microalloyed 24 ct golds”, Atti del Santa Fe Symposium, 1999, p. 379 - 402 2. 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