smart cube - Sviluppo Basilicata
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SMART INCUBATOR Rapporto finale 1 11 PREMESSA Capitolo 1 - ANALISI COMPARATA DELLE STRATEGIE INNOVATIVE ....... ………………. 5 1.1 Il ruolo degli incubatori dalla Old alla “Smart Economy” 5 1.2 Gli Smart Incubator nelle “economie emergenti” 8 1.2.1 Il CIETEC Centro de Incubação de Empresas Tecnológicas 9 1.2.2 Il sistema di incubazione dell‟Hong Kong Science Park Corporation e il ruolo dell‟incubatore INNOCENTRE 18 1.3 Cluster innovativi e smart incubator europei 26 1.3.1 BIC (Business Innovation Centre) Montpellier Agglomération 26 1.3.2 AALTO Start-Up Center 35 1.3.3 LAHTI Science and Business Park 41 1.3.4 I3P 47 1.3.5 ALMACUBE 53 1.3.6 BIC LA FUCINA 57 1.3.7 H-FARM 65 1.4 Smart e green incubator U.S.A. 70 1.4.1 Un incubatore virtuale nella Silicon Valley: CONNECT 71 1.4.2 Murata Business Center 78 1.5 Gli esiti dell‟attività di benchmark 83 Capitolo 2 - ANALISI VANTAGGI LOCALIZZATIVI……………………………………………..…. 89 2.1 Vantaggi Reali 90 2.1.1 Il Fondo di Venture Capital 90 2.2 I Vantaggi Potenziali: la Val d‟Agri “terra di risorse”? 91 2.2.1 Royalties dirette 92 2.2.2 Royalties indirette: Il PO Val d‟Agri 2007-2013 93 2.2.3 PO FESR BASILICATA 2007-2013 96 2.2.4 PO FSE BASILICATA 2007-2013 104 2.2.5 Il PAR FAS BASILICATA 2007-2013 107 2.2.6 Obiettivo Basilicata 2012 “Patto di sistema per il lavoro e la crescita" 109 2.2.7 Il Memorandum sulle royalties petrolifere 111 2.2.8 Indicazioni operative 112 Capitolo 3 - INDAGINE SULLE IMPRESE DA “ATTRARRE” ALL’INTERNO DELL’’INCUBATORE….114 2.3 Aspetti metodologici e operativi 114 2.4 Sondaggio quali - quantitativo e interviste 116 Capitolo 4 - VAL D’AGRI SMART CUBE: LO SPARTIACQUE DELLA QUALITA’ ……….....132 APPENDICE 2 PREMESSA Il protrarsi della crisi economica e finanziaria ha reso evidente e, al tempo stesso, irreversibile la graduale transizione verso una “nuova economia”, caratterizzata da una crescente globalizzazione, “smaterializzazione” e terziarizzazione dei sistemi produttivi, in gran parte indotta dall‟innovazione tecnologica. La “nuova economia”, utilizza e mette a sistema, su scala sempre più diffusa e con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, gli strumenti informatici e telematici, facendo leva su un riuso intensivo della conoscenza posseduta. Gli scenari futuri lasciano facilmente prevedere che le nuove dinamiche economiche saranno determinate da una maggiore integrazione tra assett tangibili (edifici, macchinari, ecc.) e fattori immateriali (conoscenza, talenti, innovazione, ecc.), grazie alla quale le attività tradizionali potranno beneficiare di un nuovo slancio. In questo contesto, la conoscenza e l‟innovazione, assumono un ruolo centrale nel determinare le traiettorie evolutive della smart-economy e della green-economy e la loro interconnessione virtuosa con parti significative della old economy. Nella “nuova economia”, peraltro, si assiste ad una integrazione sempre più repentina tra i settori tradizionali ed il terziario avanzato intelligente (KIBS). Queste interconnessioni, stanno favorendo la nascita di nuove aggregazioni produttive, di cluster territoriali molto dinamici che ridisegnano la geografia competitiva globale. Questa progressiva transizione, di conseguenza, determinerà una modifica sia delle strutture che delle localizzazioni dei vantaggi competitivi dei vari settori economici. L‟urgenza di velocizzare e sostenere questa complessa transizione è stata recepita anche dalle istituzioni europee che, nel documento EUROPA 2020, hanno individuato tre priorità strategiche per uscire dalla crisi e preparare l‟economia dell‟Unione Europea ad affrontare le sfide del prossimo decennio: crescita “smart”, per sviluppare conoscenza e sull'innovazione; un'economia crescita sostenibile per un'economia utilizzare con efficienza le risorse; costruita competitiva che sulla sappia crescita inclusiva per promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. 3 Appare evidente che, mai come in questa fase storica, è necessario individuare risposte coordinate e flessibili, in coerenza con la specificità dei contesti sia territoriali che settoriali, in grado di sostenere in modo esaustivo le imprese nei nuovi processi e nelle nuove sfide poste dalla “Smart” Economy. In questa prospettiva gli incubatori di nuova generazione stanno assumendo un ruolo chiave nel favorire il passaggio dalla old alla “Smart” Economy. Alla luce di queste considerazioni, si è ritenuto utile la predisposizione di uno studio di fattibilità volto a verificare la possibilità di riorientare la strategia e il ruolo dell‟incubatore della Val d‟Agri. 4 Capitolo 1 - ANALISI COMPARATA DELLE STRATEGIE INNOVATIVE 1.1 Il ruolo degli incubatori dalla Old alla “Smart Economy” L‟avvento della globalizzazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie hanno progressivamente favorito e indotto un graduale passaggio dalla “old economy” alla nuova economia basata sull‟innovazione, sull‟informazione, sulla conoscenza, sul primato dei beni intangibili rispetto ai beni materiali. Nella nuova economia, sempre più green e smart, un sistema di servizi knowledge intensive, si compenetra nel tessuto produttivo tradizionale modificandone, di fatto, le coordinate principali e le regole competitive. In questa difficile fase di transizione, pertanto, risulta indispensabile innescare meccanismi virtuosi di selezione delle idee imprenditoriali innovative e individuare meccanismi e strumenti di supporto alla creazione di nuove imprese Knowledge-based. Negli ultimi anni gli incubatori di impresa, in stretta connessione con il sistema delle R&ST, hanno svolto un ruolo di facilitatori e di catalizzatori di processi di sviluppo economico-territoriale di carattere complesso. Con la progressiva transizione dalla “old” alla smart economy, peraltro, gli incubatori hanno progressivamente assunto ruoli e funzioni diverse rispetto al passato. E‟ noto, infatti, che nella fase iniziale di sviluppo, la mission principale degli incubatori consisteva nell‟investire e nel supportare qualsiasi iniziativa imprenditoriale indipendentemente dal settore di appartenenza e dalla relativa tipologia, con il fine ultimo di rappresentare una risposta 1 adeguata alla crisi di un determinato tessuto produttivo . Il fine ultimo che gli incubatori perseguivano era quello di soddisfare i requisiti di potenzialità di crescita dell‟iniziativa imprenditoriale. Più in dettaglio, il 2 modello originario di incubazione si caratterizzava sostanzialmente per un‟offerta di spazi comuni e per l‟erogazione di un pacchetto di servizi, soprattutto di carattere logistico, di tipo indifferenziato e standardizzato, erogato ad un prezzo inferiore rispetto a quelli normali di mercato ed in cui, il target principale era rappresentato in gran parte piccole imprese operanti in settori high labour-based che: si rivolgevano a mercati relativamente maturi; erano caratterizzate da un tasso di investimento o re-investimento in innovazione tecnologica non troppo elevato; 1 Cfr. MISE “L‟incubazione d‟imprese ad alta tecnologia: una ricognizione dell‟esperienza italiana”, Marzo 2010. 2 La letteratura fa risalire le origini dell‟incubazione al 1959, anno in cui fu creata a Batavia (USA), una prima struttura all‟interno di uno stabilimento manifatturiero abbandonato . 5 non necessitavano di ingenti quantità di capitali in fase di avviamento in quanto attribuivano maggiore rilevanza strategica soprattutto alla disponibilità di servizi logistici. I servizi offerti andavano dalla semplice segreteria, all‟uso di telefoni, fax, alla consulenza fiscale e amministrativa. Gli incubatori di prima generazione, erano gestiti da operatori pubblici e/o istituzionali e presentavano una connotazione geografica di carattere regionale e/o locale, per cui l‟approccio era essenzialmente di tipo locale. Di conseguenza, la selezione delle business idea avveniva solitamente tramite bandi che per lo più erano indirizzati ad iniziative imprenditoriali provenienti dal territorio circostante. Gli incubatori “old” ancora esistenti, presentano una relativa stabilità, ma per ovvie ragioni sono esposti al rischio di trasformarsi in semplici luoghi di sosta temporanea, e, di conseguenza, di estinguersi nel medio periodo. Negli ultimi anni, infatti, sono emersi nuovi modelli di incubazione più adeguati alle trasformazioni in atto che hanno indotto in molti casi un riorientamento delle strutture esistenti e/o la creazione di nuovi incubatori. Per soddisfare “nuovi” bisogni espressi da importanti mutamenti economici e sociali segnati dall‟avvento di Internet e per rispondere alle esigenze degli operatori in specifici settori e nicchie di mercato come quello high tech, sono nati così molti incubatori, “virtuali”, che come nel caso di E-cradle (Regno Unito), e Equityengine.com, CONNECT (Stati Uniti), hanno iniziato ad offrire nuovi servizi, caratterizzati da un alto valore aggiunto con l‟obiettivo di creare valore per le nuove imprese, trascurando i “vecchi” servizi offerti in passato (accesso a spazi fisici, servizi logistici, supporto alla nuova iniziativa imprenditoriale). Questo modello operativo di incubazione oltre ad offrire una gamma di servizi (consulenza, confronto con investitori istituzionali, assistenza nello sviluppo dei canali di vendita ecc.) più ampia che in passato riesce nel contempo ad abbattere sensibilmente i costi di gestione, in quanto non necessariamente si identifica con una struttura fisica. Il target degli incubatori virtuali è costituito soprattutto da start up operanti nel settore ICT, poiché per questa particolare tipologia d‟impresa non è considerato di grande interesse lo spazio fisico ed i relativi servizi. Infatti le start-up ICT considerano la consulenza strategica e l'assistenza nello sviluppo del business servizi di gran lunga più importanti rispetto alle facilitazioni di tipo logistico. Questa opzione risulta facilmente comprensibile se si considera che molte imprese “smart” (Knowledge based),non necessitano di ampi spazi per lo sviluppo della loro business idea, a differenza delle imprese manifatturiere tradizionali per le quali, il costo di localizzazione incideva maggiormente nelle fasi di start-up. 6 Tuttavia è opportuno evidenziare che, anche per gli incubatori di nuova generazione, è importante la disponibilità di spazi fisici anche se, come sarà meglio precisato, la tendenza più recente è quella di offrire alla proprie startup spazi sempre più innovativi e di qualità (edifici passivi e/o smart ). Basti pensare, ad esempio, agli imprese “ospiti” la possibilità personalizzato, la disponibilità soprattutto a favorire il lavoro forme di co-working e/o di dell‟incubatore . “hub incubator”, che solitamente offrono alle di gestire gli spazi in modo flessibile e di servizi ad alto valore aggiunto volti collaborativo, il sostegno per lo sviluppo di partnership sia all‟interno che all‟esterno La funzione di networking, risulta prioritaria nel modello operativo d‟incubazione dei Networked Incubator, nati sul finire degli anni ‟90 per rispondere alle esigenze espresse da molti imprenditori, di poter rivolgersi a partner (finanziari, tecnologici, commerciali, ecc.) importanti ed affermati su scale territoriali ampie. Grazie a questi incubatori le start-up possono creare partnership strategiche cruciali ed inserirsi strategicamente e funzionalmente in un sistema che permette loro di ottenere risorse e partner molto più rapidamente. In definitiva, appare chiaro che nel passaggio dalla old alla smart economy le funzioni e i servizi degli incubatori stanno assumendo differenti forme in perfetto raccordo con le altrettanto significative trasformazioni economicoterritoriali in atto. In considerazione di questo variegato sistema di offerta, si è ritenuto opportuno non limitare l‟analisi esclusivamente agli incubatori presenti in Italia, ma estenderla alle esperienze più significative e performanti nate a livello internazionale, con una particolare attenzione agli incubatori insediati nelle “economie emergenti” (BRICS) e all‟interno degli eco-cluster. L‟attività di benchmarking è stata orientata all‟individuazione del profilo di offerta degli incubatori. In particolare sono state analizzate tutte quelle tipologie di funzioni (promozione e supporto all‟attività di R&ST, due diligence tecnologica, Early stage financing e Seed capital, etc) e servizi che hanno consentito agli incubatori selezionati di svilupparsi in maniera sostenibile e, di conseguenza, di raggiungere elevati gradi di attrattività e competitività nel contesto globale. 7 1.2 Gli Smart Incubator nelle “economie emergenti” Abbiamo ritenuto opportuno iniziare l‟attività di benchmarking con una disamina puntuale di alcune esperienze realizzate nei “paesi emergenti” che, come è noto, nel corso degli ultimi anni stanno trascinando l‟economia globale con tassi di crescita molto sostenuti. In particolare abbiamo tentato di capire se, e in che misura, le performance degli incubatori selezionati, potesse essere ricondotta anche alla qualità delle policies adottate e alla lungimiranza delle strategie di sviluppo economicoterritoriale. In effetti, a partire dagli anni ‟90 il governo Brasiliano ha attivato politiche di sostegno all‟innovazione finalizzate allo sviluppo di settori produttivi di punta e, negli ultimi anni, ha puntato molto sugli incubatori d‟impresa come fattore di traino per una crescita sostenibile. Allo stesso modo, il governo cinese ha supportato, attraverso policies mirate ed ingenti e crescenti risorse finanziarie, la crescita di settori tecnology-based e di cluster innovativi3. In linea con una tendenza diffusa in molti stati asiatici, il governo cinese ha compreso l‟importanza dei territori come risorsa per stimolare i fenomeni di innovazione e di crescita e ha iniziato a introdurre politiche di supporto allo sviluppo di zone territoriali determinate, di milieux locali dinamici e proattivi, dotati di un‟elevata competitività sul piano globale-locale.. Nell‟ambito della strategia a supporto dell‟innovazione è stato conferito un ruolo centrale ai Parchi scientifici e tecnologici ed agli incubatori con il preciso intento di fornire un supporto integrato e mirato agli spin-off ed alle start-up high tecnology-based 3 Cfr. OCSE “Main Science and Technology Indicators”, 2008. 8 1.2.1 Il CIETEC Centro de Incubação de Empresas Tecnológicas Il Centro per l'Innovazione e imprenditorialità (CIETEC), è stato selezionato come buona pratica nell‟ambito del presente lavoro sia per la sua significativa capacità di adattamento alle dinamiche mondiali del mercato, sia per gli importanti risultati conseguiti nel corso degli anni dalle start–up che hanno usufruito del suo innovativo modello di incubazione. 4 La scelta di questo incubatore pubblico di tipo no profit e tecnology based, inoltre, è stata legittimata anche dal particolare modello di governance: il CIETEC è un esempio lampante di come un “connubio intelligente” fra diversi attori pubblici caratterizzati da competenze complementari e accomunati da un obiettivo strategico condiviso, possa rendere più fluido ed efficace il processo di trasferimento tecnologico e, in parallelo, sostenere concretamente sia la nascita che lo sviluppo di nuove imprese knowledge-intensive. In effetti, il Centro già nella fase di costituzione è stato concepito come uno strumento di integrazione e di “ibridazione” tra vari mondi, con l‟obiettivo dichiarato di stimolare l‟imprenditoria innovativa, aumentare il tasso di sopravvivenza e la competitività delle imprese knowledge-intensive e, di conseguenza, garantire sia la crescita dell'economia brasiliana che il riposizionamento competitivo del Paese come centro di creazione ed esportazione di tecnologie innovative negli ambiti più diversi del sapere. Questa ambiziosa prospettiva non poteva essere realizzata in assenza di un coinvolgimento forte e convinto di attori istituzionali importanti. Il CIETEC, infatti, è stato promosso e formalmente istituito nel 1998 grazie ad un apposito Protocollo di Cooperazione sottoscritto : dalla Segreteria della Scienza, della Tecnologia e dello Sviluppo Economico dello Stato di San Paolo (SCTDE-SP), 5, dall‟ Istituto di Ricerche Energetiche e Nucleari –IPEN dall‟Università di San Paolo (USP), dall‟Istituto per la Ricerca Tecnologica (IPT), dal Servizio di Supporto alle Micro e Piccole Imprese dello stato di San Paolo (SEBRAE-SP)6 . 4 Essendo un incubatore non profit, la totalità delle risorse rivenienti dagli investimenti effettuati vengono rinvestite nelle attività di incubazione marcatamente ed unicamente innovative, seppur operanti in settori merceologici differenti. 5 Braccio operativo della Commissione Nazionale di Energia Nucleare (CNEN). Il SEBRAE è un ente privato, senza fini lucrativi che, pur operando in sintonia con il settore 6 pubblico, non è vincolata alla struttura pubblica federale. Dal punto di vista organizzativo il SEBRAE si articola in una unità centrale che determina le direttrici generali del funzionamento del sistema e una rete di unità locali localizzate in tutti gli stati federali. del Brasile. Il SEBRAE offre un sostegno mirato alle imprese sia in maniera diretta sia agendo sulla istituzione, la valorizzazione e il potenziamento dei c.d aranjos productivos locais (distretti produttivi locali ) Per ulteriori approfondimenti:http://www.sebrae.com.br/. 9 Grazie a questo solido partenariato il CIETEC ha potuto elaborare un modello innovativo che punta ad offrire un adeguato sostegno alle imprese knowledgebased, non solo nella fase di ideazione e start-up, ma anche nella fase di post-incubazione e consolidamento. In linea con l‟orientamento adottato dalla gran parte degli smart incubatori, anche l‟intervento del CIETEC si articola in tre momenti principali: 1. Hotel de projetos (Pre-incubazione) Questa prima fase (6 mesi - 1 anno al massimo) è caratterizzata da un insieme di attività con le quali l‟incubatore punta a stimolare la nascita di idee innovative ed accompagnare quelle più promettenti verso la successiva fase di incubazione Durante questa fase gli aspiranti imprenditori ricevono un supporto mirato nell‟elaborazione del business plan e possono usufruire di interventi formativi e di workshop tematici per innalzare le proprie competenze. Alla fine del percorso di pre-incubazione, un team di esperti provenienti dalle organizzazioni partner (IPEN, USP, SEBRAE-SP, etc) valuta tecnicamente ed economicamente i progetti e seleziona quelli da ammettere alla fase di incubazione. 2. Incubazione. Le imprese selezionate possono usufruire dei vantaggi offerti dal CIETEC per un periodo minimo di un anno, prorogabile fino a un massimo di 36 mesi. In questa delicata ed importantissima fase l‟incubatore offre alle aziende “ospiti” una variegata gamma di servizi e di opportunità a condizioni vantaggiose. 3. Post-Incubazione: Le legame all‟incubatore in loro di continuare ad soprattutto quelli relativi imprese laureate possono mantenere il loro qualità di “associati”. Questo status permette usufruire dei servizi offerti dall‟incubatore, ai laboratori. Il processo di incubazione offerto è estremamente vantaggioso sia dal punto di vista infrastrutturale, sia per la specificità dei servizi, sia per la rete di relazioni e di supporto attivata dall‟incubatore. Cietec, infatti, dopo diverse fasi di espansione, realizzate in gran parte con il concorso di risorse finanziarie nazionali, dispone di un‟area di 6.000 mq all‟interno della Città Universitaria di San Paolo ed è in grado di garantire alle start-up “incubate” spazi attrezzati di qualità e servizi di base condivisi (e.g. reception, segreteria, fax, telefono, internet, servizi di sicurezza, pulizia delle aree comuni, servizi igienici, sala da pranzo, aule e sala riunioni, ecc.) a costi 7 estremamente ridotti . 7 CIETEC ha quintuplicato la propria disponibilità di spazi fisici, grazie soprattutto alle risorse finanziarie elargite dalla FINEP (Agenzia di Finanziamento per Studi e Progetti nel campo della Ricerca Scientifica e Tecnologica) e, in particolare, con le risorse messe a disposizione dal Programma nazionale di sostegno ai processi di incubazione (PNI). 10 Figura 1: la mappa del CIETEC 11 La possibilità di garantire condizioni particolarmente vantaggiose alle proprie start-up deriva anche dal fatto che gli incubatori brasiliani, in genere, ricevono il sostegno di un ampio spettro di agenzie federali, come FINEP, entità pubblico-private come SEBRAE, associazioni nazionali di incubatori, come ANPROTEC e quello delle istituzioni locali. Peraltro, alle risorse pubbliche si aggiungono anche quelle di grandi aziende private (eg Petrobras, Biobras teca) che sostengono gli incubatori legati ai cluster tecnologici. La qualità dell‟offerta ha favorito l‟attrazione di un numero sempre più cospicuo di imprese knowledge-based ed operanti in settori sempre più diversificati , anche se tra loro funzionali, come le costruzioni civili, le energie alternative, l‟ambiente, l‟informatica, le telecomunicazioni, l‟e-learning, le biotecnologie, la biomedicina, la scienza dei materiali, ecc. CIETEC, infatti, può garantire alle start-up portafoglio di servizi che nel tempo si è notevolmente evoluto, sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello qualitativo (e.g. studi di fattibilità tecnica, assistenza amministrativa, elaborazione business plan, consulenza contabile, relazioni con i media, promozione e marketing, supporto nella registrazione di proprietà industriali ed intellettuali, assistenza nella compilazione del registro della proprietà industriale/ intellettuale e nell‟acquisizione delle licenze di prodotto, ecc.) Grazie alla partnership con il sistema della ricerca, il CIETEC riesce a svolgere in maniera efficiente l‟importante funzione di “interfaccia cognitiva”, favorendo il continuo e efficace scambio di conoscenza tra le start-up “ospiti” ed i centri di ricerca scientifica e tecnologica, soprattutto quelli gestiti dai partner (USP, IPT e IPEN). Le imprese hanno il vantaggio di poter sviluppare il proprio business in un habitat di innovazione e di ricerca unico, godono di un accesso privilegiato,a costo zero, alla rete composta da oltre 400 laboratori di eccellenza e possono usufruire del supporto di tecnici e ricercatori qualificati. Peraltro, in considerazione dell‟importanza del capitale umano nelle imprese science- based, l‟incubatore è in grado di sostenere le start-up sia nella identificazione di ricercatori e tecnologi che possono collaborare al potenziamento tecnologico dei prodotti/servizi, sia nella ricerca di finanziamenti per poter garantire loro un‟adeguata remunerazione. In prima battuta l‟incubatore offre assistenza e servizi di consulenza affinché i progetti delle imprese incubate possano essere protetti da apposite leggi sulla proprietà intellettuale. A tal proposito CIETEC ha un accordo con due studi legali di fama internazionale che assistono le aziende ospiti qualora ci sia la necessità di elaborare una richiesta di brevetto. Per far fronte alla mancanza di abilità manageriali che spesso connotano proprio le start-up costituite da ricercatori, il Centro offre corsi di formazione sul management aziendale e assistenza tecnica in partenariato con il SebraeSP e con altre organizzazioni specializzate. Di particolare rilievo è anche la funzione di “business connector” che il CIETEC garantisce sia alle imprese incubate che, più in generale, al milieu locale. 12 Uno dei principali punti di forza del modello brasiliano di supporto alle imprese innovative è l‟attività di networking e lo sviluppo di “parcerias” (partnership) tra incubatori, ma anche con le autorità statali, provinciali e locali, università, associazioni di categoria e l'industria. In quest‟ottica, il CIETEC ha sviluppato nel corso degli anni importanti liaison strategiche non solo con il Sistema della Ricerca, ma anche con: associazioni di imprese locali ed estere, investitori esterni e agenzie di finanziamento. Indagini recenti hanno evidenziato che le start-up insediate all'interno del CIETEC sono state in grado di sviluppare una forte capacità di networking sia all'interno che all‟esterno dell'incubatore con l‟obiettivo di favorire lo scambio di buone prassi, ottenere conoscenze sulle nuove tendenze del mercato, favorire partnership finalizzate allo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi, etc. Le imprese hanno confermato che l‟incubatore ha svolto un ruolo molto importante nello sviluppo di queste connessioni attraverso varie attività (conferenze tematiche, attività sociali, organizzazione di eventi di mercato, incontri e viaggi, etc). In realtà, il CIETEC per rafforzare la propria capacità di networking ha assunto il coordinamento della rete degli incubatori tecnologici brasiliani (RAITEC) e proprio all‟interno di questo importante network è stato ideato un interessante strumento di comunicazione e di business matching: il “Café Tecnologico”. Il Cafè, infatti, è un‟occasione di incontro e confronto informale tra diversi “attori”(gestori di incubatori, rappresentanti delle agenzie di sviluppo, rappresentanti di associazioni di categoria, investitori, partner, giornalisti, uomini d'affari, autorità, etc) nel corso della quale le società incubate hanno l‟opportunità di presentare i loro progetti, prodotti e servizi. Consapevole dell'importanza delle relazioni internazionali per lo sviluppo competitivo delle imprese, il CIETEC ha istituito una specifica divisione (Coordenação de Negócios e Relações Institucionais) che ha il compito di incoraggiare i contatti internazionali: trasferimenti di tecnologia; presentazione di progetti di innovazione tecnologica brasiliani all'estero e attrazione di capitali stranieri; supporto alla creazione di joint-ventures produttive e commerciali; accordi produttivi senza scambio di capitali sostegno all'esportazione dei prodotti delle imprese incubate e/o “associate” . Nella sua duplice veste di Business connector ed attrattore, nel 2007 il CIETEC ha ricevuto 46 missioni estere, provenienti da 15 paesi diversi, alle quali sono state presentati i prodotti e le tecnologie delle imprese incubate o associate. Occorre infine evidenziare la valenza strategica dell‟incubatore nella difficile attività di fund raising a supporto delle start-up. E‟ noto, infatti, che soprattutto le piccole imprese innovative, per finanziare i propri progetti, hanno necessità di capitali e risorse complementari di vitale importanza per il loro sviluppo. 13 In considerazione di ciò, il CIETEC ha sviluppato due linee di intervento: una specifica attività di assistenza alle imprese nell‟acquisizione di risorse finanziarie aggiuntive e complementari; una importantissima funzione di “intermediario” tra le imprese incubate e le società di venture capital, anche grazie ad importanti programmi di sostegno attivati dalla FINEP come, ad esempio, il 8 programma INOVAR . Recenti studi hanno evidenziato che le aziende incubate all‟interno del CIETEC non solo hanno mostrato di essere ben informate in materia di finanziamenti disponibili, ma, grazie al supporto dell‟incubatore, sono state in grado di ottenere importanti risorse messe a disposizione da Enti ed agenzie finanziarie nazionali, federali e locali per lo sviluppo di imprese Knowledge based. Dal 1998 al 2008,infatti, le aziende sostenute dal CIETEC hanno ricevuto: 8 8,8 milioni di R$ dal Consiglio nazionale dello sviluppo tecnologico (CNPq) sotto forma di borse di studio nell‟ambito del programma Rhae innovazione; 19,5 milioni di R$ dal Fondazione per la ricerca dello Stato di San Paulo FAPESP) per lo sviluppo di prodotti/processi innovativi da parte Il Progetto INOVAR guidato dal FINEP è finalizzato alla creazione di un consorzio di imprese VC locali e straniere per la creazione di una struttura istituzionale per promuovere la capacità e la cultura del rischio per le imprese innovative site negli incubatori 14 delle imprese incubate , tramite il Programma per la ricerca innovativa nella microimpresa e nella piccola impresa (PIPE ); 27,8 milioni di R$ dal FINEP (FINanciadora de Estudos e Projeto) 9; Grazie al raccordo con la FINEP, l‟incubatore ha acquisito altri importanti vantaggi per le proprie start-up. Nel 2009, infatti, Cietec è stato selezionato insieme ad altri 17 incubatori per la promozione la gestione del PROGRAMMA PRIME (Primeira Empresa Inovadora) un nuovo strumento di sostegno alle imprese Knowledge Based finanziato dalla FINEP con un ammontare complessivo di risorse pari a 1,3 miliardi di R$. (vedi BOX) 9 La FINEP è l‟Agenzia nazionale istituita per promuovere lo sviluppo economico e sociale del Brasile attraverso il sostegno pubblico alla scienza, alla tecnologia ed all‟ innovazione nelle imprese, nelle università, negli istituti tecnologici e in altre istituzioni pubbliche o private. 15 Il programma PRIME (Primeira Empresa Inovadora), lanciato nel 2009 dal Ministero della Scienza e della Tecnologia e dalla FINEP rappresenta il traguardo più recente nel cammino verso un maggiore sostegno alle PMI innovative in Brasile L'iniziativa pilota, punta a raggiungere in una prima fase circa 5.000 nuove società connotate da un significativo potenziale di crescita e con una chiaro e marcato orientamento verso nuovi prodotti, servizi e processi ad alto valore aggiunto. Target dell‟iniziativa, infatti, sono le start-up innovative con un massimo di 24 mesi di vita che, ovviamente, sono considerate una delle leve principali per mantenere i livelli di crescita sostenuta che il Brasile ha fatto registrare nel corso degli ultimi anni. L‟iniziativa è nata con il preciso intento di creare condizioni favorevoli per supportare le nuove imprese Knowledge based nella difficile fase di start-up, attraverso la concessione di incentivi e supporti mirati per lo sviluppo di prodotti e processi innovativi e la definizione di una strategia vincente di ingresso e consolidamento sui mercati globali In effetti, PRIME punta principalmente su due fattori chiave: innalzare il livello delle competenze del personale presente all‟interno delle PMI interno. L‟iniziativa consente la remunerazione anche dei “soci-Lavoratori” , di tecnici di elevata professionalità ed anche l‟assunzione di Business Manager per un periodo iniziale (12 mesi) facilitare l‟acquisizione di Servizi di consulenza specializzata ( Ricerche di mercato; Piani di Marketing; Sistemi di gestione; Progettazione, studio e Per lo sviluppo della fase di start-up ogni impresa selezionata può beneficiare di una prima tranche di risorse pari a R $ 120.000 . La prima fase di sostegno dovrebbe essere completata in un anno. Le aziende che superano la prima fase, avendo raggiunto gli obiettivi fissati nel business plan, potranno godere di un finanziamento a Tasso Zero di ulteriori R $ 120.000,00. In considerazione della complessità dell‟iniziativa e per rispondere in maniera efficace alle numerose richieste di sostegno provenienti dall‟intero territorio nazionale, si è ritenuto opportuno adottare un modello organizzativo decentrato, basato su una forte cooperazione istituzionale tra FINEP e partner regionali. 16 Il modello di incubazione del CIETEC è stato valutato come buona pratica a livello mondiale nell‟ambito del workshop “Portugal Empreendedor Benchmarking Nacional e Internacional. Uno dei principali indicatori di successo del CIETEC è sicuramente rappresentato dal numero delle imprese incubate e dalla tipologia, dal tasso di permanenza sul mercato e dal loro fatturato prodotto. Dalla relazione finale del 2010 risultano incubate 135 imprese con 941 addetti totali. Il fatturato totale delle imprese incubate nel corso degli anni ammonta a 266.595 milioni di dollari. Il vero fattore di successo dell‟incubatore è rappresentato dal tasso di permanenza delle imprese sui mercati globali nelle fasi di post - incubazione che ammonta al 94,8%10. 1998-2010 94,8% Tasso di permanenza sul mercato delle imprese incubate In sintesi si può affermare che il CIETEC, essendo stato concepito come uno strumento di integrazione e di “ibridazione” tra vari mondi, proprio grazie al solido partenariato che lo sostiene, ha saputo interpretare e prevedere i cambiamenti strutturali indotti dai mutamenti economici ed ha saputo imporsi come un importante driver di competitività e di sviluppo economico per il territorio di riferimento. 10 Cfr. CIETEC: Rapporto annuale 2010 . 17 1.2.2 Il sistema di incubazione dell‟Hong Kong Science Corporation e il ruolo dell‟incubatore INNOCENTRE Park Tra le tante esperienze di incubatori decollati con successo negli ultimi anni nei paesi “emergenti”, abbiamo ritenuto opportuno dedicare un approfondimento mirato al Sistema di Incubazione offerto dalla Hong Kong Science Park Corporation (HKSTPC) e, in particolare, all‟intelligente modello di supporto offerto dall‟ INNOCENTRE, un HUB INCUBATOR che ha come ha come target esclusivo le imprese o gli aspiranti imprenditori nel settore del design. La scelta dell‟Innocentre è stata legittimata dalla particolare, se non addirittura straordinaria combinazione di elementi positivi, direttamente e/o indirettamente connessi con questo smart incubator, ma soprattutto perché le sue significative performances sono il portato di politiche lungimiranti e sono sostenute da un ecosistema fortemente integrato, capace di facilitare il cambiamento e l‟evoluzione del tessuto imprenditoriale locale in chiave “glocale”. Per poter comprendere la particolarità di questa esperienza, dunque, è indispensabile una premessa su Hong Kong, un‟area che mantiene una sua specificità all‟interno del variegato mondo cinese e che da sempre, rappresenta un esemplare trait d‟union tra Oriente ed Occidente. Dal punto di vista economico, infatti, è noto che Hong Kong è stata e continua ad essere una città profondamente legata al commercio internazionale. A partire dalla sua nascita, fino a quando nel 1860 venne ceduta alla Gran Bretagna, per arrivare al 1997, anno in cui si trasforma in una Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare Cinese (HKSAR), Hong Kong ha rappresentato e rappresenta la porta commerciale tra occidente e oriente. In perfetta linea con il principio ”un paese, due sistemi” negoziato tra la Cina ed il Regno Unito, Hong Kong controlla autonomamente tutti gli aspetti del proprio governo, ad eccezione della politica estera e di tutte le questioni 11 attinenti alla difesa . Per questo motivo e grazie anche and una politica finanziaria e fiscale di particolare vantaggio, Hong Kong è diventata un hub economico ed istituzionale con i suoi 107 consolati di paesi stranieri che oltre ad un ruolo di rappresentanza, svolgono il ruolo di promotori economici, non solo nei confronti della Cina, ma anche verso tutti gli altri Paesi presenti sul territorio. Infatti, secondo il rapporto Doing Business 2010 della Banca Mondiale, Hong Kong rimane il terzo Paese al mondo più idoneo allo svolgimento di 11 Per quel concerne il sistema giuridico di Hong Kong si rileva che quest‟ultimo rispecchia in larga misura il modello britannico 18 attività imprenditoriali, dopo Singapore e Nuova Zelanda (Hong Kong risulta al primo posto nella graduatoria per la rapidità nel rilascio di permessi per costruzioni, al secondo posto per il commercio transfrontaliero e al terzo per il rispetto dei contratti, la protezione degli investitori e il pagamento delle tasse). Inoltre, in base al rapporto dell'Heritage Foundation pubblicato a gennaio 2011, l'economia di Hong Kong nel periodo luglio 2009 - giugno 2010 è risultata, per il diciassettesimo anno consecutivo, la più libera al mondo. Tale posizione si è rafforzata negli ultimi anni grazie sia alla progressiva apertura del mercato cinese che all‟aumento dell'interesse mondiale per la Cina. L‟appeal di Hong Kong come un luogo per fare affari è evidente se si osservano i dati relativi agli Investimenti Diretti Esteri (IDE). Secondo l'ultimo Rapporto dell‟United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD), Hong Kong è passata dal nono al terzo posto tra le aree destinatarie di Investimenti Diretti Esteri su scala mondiale e, per il dodicesimo anno consecutivo, occupa addirittura il secondo in Asia 12 . Nel 2009 gli IDE in entrata avevano toccato i 52,4 miliardi di $ USA mentre 13 nel 2010 hanno raggiunto i 62,6 miliardi di dollari USA . Un dato particolarmente eloquente riguarda i settori privilegiati dagli IDE; infatti,secondo gli ultimi dati, HK attrae investimenti soprattutto nelle tecnologie innovative, nell'ITC, nelle industrie creative, oltre che nelle telecomunicazioni ed in alcune aree dei servizi finanziari. Queste importanti performance sono in gran parte legittimate da politiche lungimiranti e da significativi investimenti in R&ST. Secondo uno studio condotto dalla Business School for the World INSEAD che prende in considerazione 132 "economie -Paese ” del mondo, analizzandole secondo parametri come il numero dei brevetti depositati, quello delle pubblicazioni scientifiche, la quota di PIL destinata a ricerca e sviluppo e quanto queste attività incidono sulla crescita economica, la competitività ed il welfare del Paese in osservazione, l'economia di Hong Kong è risultata, nel 2010, la più innovativa dell'Asia. Grazie a queste scelte lungimiranti, Hong Kong è oggi un territorio in perpetuo mutamento, un vero e proprio “cantiere” sottoposto a continui processi progettuali e, grazie alla particolare posizione internazionale, un luogo di incontro tra cultura locale e cultura globale. Le policies sviluppate dalla Special Administrative Region di Honk Hong (SAR), inoltre, sono fondate su una vision prospettica che tende ad anticipare piuttosto che ad inseguire i percorsi di crescita. 12 UNCTAD World Investment Report 2010. 13 Fonte: Census Hong Dati. 19 In effetti, la SAR, nel corso degli ultimi anni, ha posto in essere politiche a sostegno delle imprese creative ed, in particolare, a supporto del DESIGN, in linea con una analoga tendenza rilevata in altri Paesi connotati da elevati livelli di innovazione e di creatività come la Finlandia. Un‟opzione giustificata dal fatto che il DESIGN, da sempre settore trasversale, complementare e strategico per la competitività di tutte le altre filiere produttive, assume un ruolo ancora più rilevante nella “nuova economia, caratterizzata da una crescente smaterializzazione, terziarizzazione e dal parallelo sviluppo di modelli di aggregazione strategica e “reticolare” tra imprese. In considerazione di ciò, la strategia della SAR intende: favorire ed incentivare l‟uso del design da parte delle imprese, in particolare nelle PMI per elevarne i tassi di competitività e di crescita; creare e formare nuove figure professionali per incrementare il tasso di occupazione anche attraverso proficue collaborazioni con le università ed i centri di ricerca; innalzare ulteriormente il grado di attrattività per gli investitori internazionali. Questi ambiziosi obiettivi non sono lasciati al caso ma sono supportati da risorse e strumenti adeguati. Peraltro, nella sua complessa strategia di sviluppo del Design su scala globale, la SAR, è coadiuvata da un sistema integrato di strutture e di Enti come: l‟Hong Kong Design Centre (HKDC), un‟ istituzione no-profit che ha il compito di promuovere e valorizzare le eccellenze nel campo del Design e, al tempo stesso, di migliorare l‟immagine internazionale di Hong Kong nel campo del design; la commissione per l’Innovazione e la Tecnologia; l‟Hong Kong Science Park Corporation (HKSPC), fulcro dell‟intero sistema; l‟Agenzia Create Hong Kong (Create HK), che ha il delicato compito di gestire ed amministrare le iniziative a supporto delle industrie creative promosse e finanziate dalla Amministrazione Regionale di Hong Kong e, in particolare, la Design-Smart Initiativ 20 L‟Hong Kong Science Park Corporation svolge un ruolo di promozione e di coordinamento di un Sistema Integrato e complesso dedicato allo sviluppo tecnologico delle imprese L‟HKSTPC, infatti, è responsabile della gestione dell‟Hong Kong Science Park che è la sede privilegiata di oltre 300 aziende Knowledge based (start-up, PMI, multinazionali) locali ed internazionali anche grazie ad una straordinaria offerta di centri di ricerca e laboratori. La Corporation gestisce, inoltre, tre aree industriali molto ben attrezzate e servite che offrono suoli in locazione a prezzi molto competitivi. L‟HKSTPC è anche il promotore e il coordinatore di un articolato sistema di incubazione che viene attuato da tre incubatori che hanno come target rispettivamente: le imprese operanti lungo la filiera del design (InnoCentre), le imprese Technology-based e quelle Biotechnology-based. Per agevolare le migliori start-up, inoltre, sono stati sviluppati tre programmi mirati di incubazione (IncuDesig, Incu-Tech e Incu-Bio) che si distinguono per il loro carattere fortemente premiale All‟interno di questo sistema complesso, ma non caotico, di strumenti e di strutture, trova la sua legittimazione e la sua giusta collocazione, l‟azione innovativa dell‟INNOCENTRE. In realtà è proprio grazie alla DesignSmart Initiative14 che l‟incubatore può disporre di un significativo supporto garantito da uno specifico programma di incubazione dedicato alle imprese innovative nel settore del design (INCUDESIGN PROGRAMM).Il programma d‟incubazione, pianificato e gestito in collaborazione con l‟HKSTP, è volto a supportare tutte le start-up designed-based, (e.g. la progettazione, arti visive, media, branding, packaging, moda, ecc.) attraverso un sistema di incentivazione basato sulla premialità. L‟accesso delle aspiranti start-up al programma di incubazione è subordinato al possesso obbligatorio di predeterminati requisiti (e.g. essere una società registrata nel settore della progettazione da non più di tre anni; non richiedere più di 74,32 metri quadrati lordi di spazio adibito ad uso ufficio nell‟arco dei due anni; impiegare almeno due collaboratori a tempo pieno; il maggior azionista o il socio che detiene la maggioranza delle quote deve essere un designer operante in una delle discipline di progettazione riconosciute, per le candidate straniere, la società deve essere una PMI e deve avere nel proprio organigramma almeno un designer) che di fatto innalzano il potenziale grado d‟innovatività e quello di competitività. Difatti, le aspiranti start-up sono valutate anche sulla base dei seguenti criteri qualitativi di ammissione: qualità, competenza e motivazione dei proponenti; vitalità commerciale e la propensione al rischio nella fase di start-up; potenziale innovativo del design, ecc.; qualità e competenza del team. A tutte le start up vengono offerti gratuitamente alcuni servizi in condivisione (reception, sale riunioni, connessione internet, l‟utilizzo di un centro ricreativo e sportivo, ecc.) in aggiunta ad altri servizi di base (e.g. spazi fisici adibiti ad ufficio e relative pertinenze, un canone di affitto molto agevolante, ecc. La domanda di partecipazione al programma viene verificata da un membro del gruppo di valutazione. Le eventuali osservazioni e raccomandazioni vengono trasmesse al Panel di Progettazione per l‟eventuale ammissione ed approvazione. Le start-up che non raggiungono i traguardi programmati non hanno diritto al pacchetto di aiuti customerizzato e devono uscire dal Centro per le Piccole Imprese (SEC). 14 A partire da giugno 2011 l‟iniziativa è stata rimodulata ed è diventata CreateSmart Initiative. 22 22 22 Se ammessi, gli aspiranti imprenditori firmano un contratto di licenza con l‟HKSTPC, che contiene gli obblighi ai quali le incubate devono attenersi. Il contratto di licenza è soggetto a modifiche discrezionali da parte dell‟HKSTPC che possono essere effettuate unilateralmente e senza preavviso. A tal proposito l‟HKSTPC effettua periodicamente, ed in coerenza con le linee guida del DIP, visite di “due diligence” volte a verificare l‟ottemperanza degli obblighi sottoscritti e il perseguimento degli obiettivi intermedi prefissati dalle incubate in sede di redazione del business plan. Dopo la “due diligence”, viene redatta una relazione di valutazione che dovrà essere successivamente depositata presso l‟HKSTPC. Il raggiungimento di questi traguardi intermedi per lo sviluppo delle incubate si riferisce in particolare a specifici parametri oggettivi tra cui lo stato di sviluppo del prodotto, il tasso di utilizzo dei servizi di supporti erogati dall‟HKSTPC, la proiezione delle vendite sul mercato ed il numero dei dipendenti. Più in dettaglio il programma di incubazione si articola in tre macro-fasi temporali, connotate da specifiche previsioni : dal 1° al 4° mese le start up sono esenti dal pagare il canone di affitto fino ad una superficie lorda di 74,32 m2 (800 ft2), in questa fase però non vengono offerti né i servizi di supporto e sviluppo del business tantomeno il pacchetto di servizi di assistenza tecnica e gestione, formazione, assistenza marketing, etc; dal 5° al 12° mese. Alla fine del 4° mese viene effettuata la verifica intermedia in merito al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Se gli obiettivi risultano raggiunti, il canone di pagamento relativo all‟affitto dei locali, la tassa per la licenza e quella per il management, continuano ad essere pari a zero. Inoltre, le start-up possono beneficiare anche dei servizi di supporto e sviluppo del business e del pacchetto di servizi finanziari. In caso contrario, le incubate non solo usciranno dal SEC, ma non potranno neanche usufruire di tutti quei servizi messi a disposizione delle start-up che hanno perseguito gli obiettivi concordati; dal 13° al 24° mese. Alla fine del 12° mese viene effettuata l‟ultima verifica intermedia in merito al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Le start up che hanno raggiunto i propri obiettivi hanno il diritto di pagare un canone di locazione molto agevolato pari a HK $ 9,15, e continuano ad usufruire dei servizi di supporto e sviluppo del business e del pacchetto dei servizi finanziari. Viceversa, se le incubate non hanno perseguito gli obiettivi programmati si troveranno nello stesso status previsto nel precedente periodo d‟incubazione. In aggiunta, alle start-up viene erogato un supporto finanziario totale fino ad un massimo di HK $ 500.000 per un periodo di due anni di durata previsto dal programma di incubazione. 23 L'aiuto è destinato prioritariamente a far ammortizzare alle start-up una parte del costi vivi da queste sostenute per l‟accesso ai servizi di sviluppo del business e di supporto ed accompagnamento forniti dall‟HKSTPC, nonché una parte delle loro spese operative. Più in particolare il pacchetto di finanziamento offerto è composto dai seguenti fondi, che pro quota concorrono a formarne l‟ammontare complessivo: Fondo di assistenza tecnica, che permette alle start up un significativo ammortamento del relativo servizio erogato a titolo oneroso dall‟università di Hong Kong e da altri esperti appartenenti al HKSTPC. Le start up, infatti, possono chiedere un rimborso fino al 75% delle spese sostenute per servizi di consulenza. Fondo di assistenza e di formazione, finalizzato a coprire fino ad un massimo del 50% delle spese sostenute dalle imprese incubate per i corsi di formazione organizzati dall‟ HKSTPC. Fondo per la Promozione e lo sviluppo. Le incubate possono chiedere un rimborso fino al 75% delle spese sostenute per la promozione e questioni connesse. Fondo di rimborso di una parte delle spese generali, che permette alle start up di ottenere il risarcimento di una parte significativa delle spese operative sostenute (massimo il 50%), eccetto gli stipendi e le spese di rappresentanza. L‟accesso al pacchetto di aiuti è subordinata al raggiungimento degli obiettivi programmati nel piano di attività dell‟impresa e concordato con HKSTPC. Inoltre, vengono offerti alle start-up anche servizi di assistenza gestionale e di marketing, sovvenzioni, opportunità di networking, con imprese innovative provenienti da tutto il mondo, formazione e training, assistenza legale e soprattutto servizi di business matching. Molto importanti sono i servizi di Fund raising e di business matching che accompagnano le start up lungo l‟intero processo d‟incubazione e che si sostanziano essenzialmente in azioni di: assistenza alle start up per facilitarne l‟accesso al Programma di Assistenza all‟Imprenditoria ed alla Ricerca Entrepreneur (SERAP), supporto consulenziale alle start up per il reperimento di altre fonti di finanziamento, compreso il venture capital, i business angels e gli investitori corporate; supporto ed assistenza al processo di negoziazione con i potenziali investitori; 24 organizzazione di eventi volti a favorire il matching tra le start up ed i potenziali investitori, partner tecnologici e distributori di prodotti. Parallelamente, InnoCentre offre anche un programma di mentorship e tutoraggio della durata di un anno, in base al quale l‟HKSTPC si propone di espletare servizi di assistenza tecnica e di gestione a supporto delle start up. Le imprese che decidono di aderire al programma di mentorship sottoscrivono un accordo trilaterale con rispettivi mentor e con l‟ HKSTPC. Periodicamente, ed in ogni caso almeno tre volte in un anno, le start up incontrano i mentor che a loro volta sono tenuti ad informare l‟ HKSTPC sullo stato dell‟arte del programma. Inizialmente, le aspiranti imprese dovevano corrispondere un compenso di $ 3.000 ai mentor. Questa tipologia di costo poteva essere ricompresa nelle spese tecniche e di gestione, e, come tale, se ne poteva chiedere un rimborso fino al 75% dell‟importo pagato. Successivamente, l‟HKSTPC si è fatto carico dell‟intero importo. Il programma di mentorship da allora è diventato un servizio gratuito per tutte le start up. Da non sottovalutare sono, infine, i servizi complementari alle attività connesse con il processo di incubazione. InnoCentre organizza, ad esempio, una vasta gamma di programmi ed eventi volti a promuovere ed a valorizzare il design come strumento di sviluppo economico di Hong Kong Tra questi, meritano di essere evidenziati: il Design for Asia Award (DFA) che premia quelle aziende i cui prodotti hanno rappresentato, in quell‟anno, un successo nei mercati asiatici; il World‟s Outstanding Chinese Designer (WOCD) che premia i designer cinesi il cui lavoro ha un vision internazionale; l‟Hong Kong Young Design Talent Awards (HKYDTA) che, dal 2005, individua e promuove il lancio di giovani designer e dei neo-laureati accompagnandoli allo start-up professionale. In definitiva, l‟InnoCentre rappresenta per le start-up designed based, un vero e proprio punto di riferimento, grazie soprattutto ad una sinergica e proficua collaborazione con altre strutture e, in particolare, con l‟HKDC e l‟HKSPC. Questo innovativo incubatore design-based è diventato un centro di risorse per la comunità del design, un ambiente dinamico dove le persone possono scambiare e sviluppare idee, assorbire conoscenza e know-how e, soprattutto, un hub all‟interno del quale le “contaminazioni” e le “ibridazioni” tra imprese, professionisti,start-up, multinazionali rappresentano, ormai, una incoraggiante realtà. 25 1.3 Cluster innovativi e smart incubator europei 1.3.1 BIC (Business Innovation Centre) Montpellier Agglomération Le straordinarie performance conseguite dal Business Innovation Center di Montpellier Agglomeration sono una conferma delle ipotesi sulle quali è stato fondato il presente lavoro. Come sarà meglio esplicitato, la grande affermazione e gli importanti risultati del BIC sono, in gran parte, il portato di scelte strategiche e lungimiranti, accompagnate da un sistema di governance capace di integrare e valorizzare gli atout presenti a livello locale. In effetti il BIC Montpellier Agglomération nasce nel 1987 nell‟ambito di una strategia di riposizionamento competitivo promossa dal Distretto urbano di Montpellier15 e seguendo la traiettoria di sviluppo della Montpellier Méditerranée Technopole, una “città-territorio”, organizzata in funzione della ricerca, della tecnologia e dell‟innovazione. A partire dagli anni ottanta l‟ Agglomeration ha investito sul sistema locale di Ricerca e sviluppo tecnologico, individuando gli assi portanti di intervento (scienze della vita,information technology, agronomia, biotecnologi, etc) e favorendo il conseguente sviluppo di poli di eccellenza (Agropolis, Euromédecine, Millenaire Park, Antenna e Héliopolis), localizzati in maniera diffusa sull‟intero territorio comunitario. Grazie a questa vision strategica lungimirante l‟area vasta presenta oggi un potenziale di ricerca e di innovazione elevatissimo e, al tempo stesso, una altrettanto significativa interconnessione tra imprese e sistema di R&ST che si è tradotta formalmente nella istituzione di 5 “poli di competitività” focalizzati in gran parte sulle “vocazioni tradizionali” della Technopole e con un‟attenzione crescente alla green economy: 1. 2. 3. 4. 5. EuroBioMed. Q@LIMEDiterranée. Derbi. Trimatec. Gestion des risques et vulnérabilité des territoires 15 Il Distretto urbano di Montpellier, creato nel 1965 e composto da 15 Comuni ha rappresentato il pronao dell‟attuale Communauté d‟Agglomération de Montpellier. La C.A. è un ente pubblico per la cooperazione intercomunale (établissement public de coopération intercommunale –EPCI), istituito nel 2001 che interessa 31 comuni ed ha una popolazione di oltre 400.000 abitanti. La Communauté d'Agglomération de Montpellier esercita una serie di funzioni e servizi stabiliti dalle leggi nazionali o delegati dalle amministrazioni partner. 26 POLI DI COMPETITIVITA’ I POLI di competitività sono considerati acceleratori di crescita intelligente, poiché riescono a far lavorare in sintonia imprese e laboratori di ricerca su progetti innovativi I POLI sviluppano tre tipi di progetti collaborativi: * progetti di R&ST; * piattaforme di innovazione; * progetti complementari (TIC, formazione, sviluppo a livello internazionale, promozione del territorio, etc) Per favorire lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi i poli hanno anche avviato forme di partenariato su specifiche tematiche. Il POLO DERBY, ad esempio, partecipa al Reseau Bâtiment Durable che raggruppa tutti i poli connessi con lo sviluppo dello smart and green building 27 27 La Technopole, luogo ideale di polarizzazione e concentrazione di funzioni, attività e servizi strategici, si caratterizza, come altri contesti territoriali innovativi, per la moltitudine degli scambi tra il sistema della ricerca pubblica e le imprese, per la capacità di programmazione, per l‟intensità degli investimenti in alta formazione e nella R&ST, per una significativa cooperazione tra i vari livelli istituzionali e tra i vari attori pubblici e privati nell‟ambito di una strategia di sviluppo condivisa, per la presenza di un sistema mirato di supporto alla creazione di imprese innovative, per lo sviluppo di finanziamenti pubblici mirati e strumenti di “ingegneria finanziaria”. In questo “milieu innovateur” particolarmente dinamico e proattivo si colloca e, al tempo stesso si comprende, la nascita, lo sviluppo e l‟evoluzione di un sistema di incubazione vincente finalizzato alla creazione di nuove imprese innovative. Il BIC Montpellier Agglomeration si inserisce all‟interno di una strategia e di un sistema pensato e strutturato non solo per consentire alle start-up di testare e lanciare nuovi prodotti, ma anche per favorire il consolidamento e l‟innalzamento quanti-qualitativo del tessuto produttivo locale ed incentivare processi di internazionalizzazione passiva ed attiva.Per rispondere ai bisogni delle imprese non solo nella fase di start-up, ma anche in quella di sviluppo e consolidamento, Montpellier Agglomération ha strutturato in primo luogo un‟offerta diversificata di spazi e strutture qualificate (18 parchi tecnologici, scientifici, industriali, artigianali o ludo-commerciali, tre hotel d‟entreprise, 3 atelier relais, 2 Villaggi di Aziende Artigianali e di Servizi –VEAS-) che coprono l‟intero territorio. 28 28 Questo particolare sistema di offerta localizzativa è completato dalle strutture gestite e coordinate dal BIC: Cap Alpha, Cap Omega e MIBI (Montpellier International Business Incubator). In linea con la strategia di sviluppo delineata dalla Communauté d‟agglomèration, i pépinières d‟entreprises, sono stati concepiti per offrire spazi e servizi mirati a nuove imprese innovative e con forte potenziale di crescita nei “settori chiave” della Technopole. In realtà, il primo pépinière CAP ALPHA, localizzato nel comune di Clapiers, a nord di Montpellier, è stato concepito inizialmente come uno strumento di sostegno alla creazione di imprese innovative nei settori della scienza della vita (biotecnologie, biofarmacia, etc) e delll‟ambiente. Perfettamente integrato con le vocazioni espresse dal territorio, CAP ALPHA offre alle nuove imprese un ambiente dinamico e strutture di qualità (5 atelier, 2 laboratori hi-tech, sale conferenze, etc). Grazie alla sua particolare collocazione, in prossimità dell‟EUROMEDICINE BIOPOLE , il pépinière può garantire alle proprie start-up una stretta liaison con i principali centri di ricerca e con importanti imprese di rango internazionale (Maxmat,Sanofi Aventis,Bausch & Lomb, etc) presenti all‟interno dell‟area. Il pèpiniere svolge la sua attività su diversi versanti ritenuti strategici: contratti di partenariato per la creazione e lo sviluppo di imprese innovative in riferimento ad una rete europea, protezione industriale, ricerca di investitori e partner, reti strategiche con laboratori universitari, etc. Per poter attrarre al suo interno anche imprese “green”,CAP ALPHA di recente si è trasformato in “pépinière verde”, grazie ad una adeguata riqualificazione della propria struttura. In considerazione della notevole performance di CAP Alpha, nel 2004, l‟Agglomération decise di arricchire l‟offerta di spazi del BIC con la creazione di un nuovo pépinière, Cap Omega, dedicato alle imprese ICT . La nascita di CAP OMEGA è stata legittimata dall‟enorme rilievo che le TIC hanno raggiunto nel processo di crescita dell‟economia tecnopolitana. Anche in questo caso il pépinière può garantire alle proprie start-up, oltre ai servizi ed alle facilities tradizionali, anche la possibilità di interagire con il sistema di R&ST, la disponibilità di datacenters di ultima generazione e soprattutto una forte liaison con imprese già consolidate, a partire dalle “grandi imprese faro” della portata di IBM, Dell, PC Soft Windev, Genesys Conferencing. 29 Il sostegno a forme sempre più significative di partenariato tra grandi imprese e PMI innovative, peraltro, rientra tra gli obiettivi strategici della Technopole. In questa prospettiva, nel 2006 Montpellier Agglomération ha sottoscritto un accordo di partenariato con Oséo (struttura pubblica di sostegno alle PMI) e con il Comitato Richelieu16 nell‟ambito del “Pacte PME“, un‟iniziativa nata per incentivare e consolidare gli scambi tra piccole e grandi imprese e favorire la crescita di imprese di livello internazionale. In tal senso è importante sottolineare che, negli ultimi anni, Montpellier Agglomération ha sviluppato una strategia di internazionalizzazione e di scambio con le principali reti di innovazione e di incubazione che hanno già contribuito ad elevare ulteriormente l‟appeal del BIC su scala globale. Accordi strategici sono stati sottoscritti con gli incubatori di Seattle (Tacoma) e New York (Troy) negli Stati Uniti, con la rete degli incubatori a Shanghai e con due importanti incubatori di Milano (Padano e BIC La Fucina) al fine di favorire scambi tra imprese e/o promuovere la creazione di imprese innovative francesi all‟estero e, viceversa, la localizzazione delle imprese straniere all‟interno del territorio metropolitano. In linea con questo significativo processo di “apertura al globale”, il BIC di Montpellier Agglomération ha arricchito la propria offerta con una nuova struttura caratterizzata da una forte vocazione internazionale: il Montpellier International Business Incubator (MIBI). Realizzato all‟interno dell‟Eureka Business Park, in prossimità del Cap Omega con il concorso finanziario dell‟Agglomération, della regione LanguedocRoussillon e di risorse comunitarie (FESR), il MIBI occupa una superficie di 3500 mq e può consentire la localizzazione di un articolato target di imprese: società estere; società francesi orientate all'esportazione e con almeno il 25% del fatturato derivante dall‟export; start-up innovative estere alle quali sarà riservato uno spazio (pépinière) di 500 mq. 16 Il Comitato Richelieu è struttura di sostegno delle PMI francesi knowledge based) 30 In sostanza, il "Montpellier International Business Incubator" si configura come un "hub", un luogo ideale di incontro e di cooperazione per imprese caratterizzate da una forte propensione all‟internazionalizzazione ed all‟innovazione. Grazie alla strategia di internazionalizzazione sviluppata nel corso degli ultimi anni, il MIBI ospita già 15 aziende francesi e internazionali. Queste ultime provengono per lo più da Paesi come Stati Uniti, Spagna, Portogallo, Sud Africa, ecc.17 . Il MIBI garantisce alle imprese un sostegno individuale e customerizzato e offre alle aziende “ospiti”, attraverso una rete di oltre 40 fornitori, una gamma innovativa di servizi internazionali di “Soft Landing”(e.g. logistica, sala attrezzata per videoconferenze, traduzioni ed interpretariato, rassegna stampa internazionale, newsletter, sensibilizzazione culturale, networking, supporto alla ricerca di partnership tecniche e commerciali, organizzazione di eventi, ecc.). Oltre a questo sostegno personalizzato, le start-up estere, possono usufruire di un accesso privilegiato ad un pool di esperti con competenze multidisciplinari e complementari, che erogano, a tariffe negoziate, servizi di natura strategica come ricerche di mercato, posizionamento strategico, supporto alla contabilità, marketing e comunicazione, assistenza per la 18 protezione industriale, aiuto nel reclutamento del personale , ecc. Appare evidente che con la creazione del MIBI, l‟Agglomération di Montpellier si è dotata di uno strumento capace di: supportare i processi di internazionalizzazione del tessuto produttivo locale; favorire l‟attrazione di imprese estere knowledge based all‟interno del proprio territorio. In questa prospettiva sono stati sottoscritti accordi specifici con il Centro per la commercializzazione della tecnologia innovativa (CCIT) e con il Business Development Centre (EDC) nel New Jersey. Inoltre, al fine di creare una piattaforma per le imprese finalizzata alla cooperazione tecnologica è stato sottoscritto un accordo con la Obninsk, l‟agenzia di sviluppo della Regione di Kaluga (Russia). 17 AVINEON (Stati Uniti), AWEX Walon (Belgio) , DP Technology (Stati Uniti) , JinkoSolar SAS (Cina), PROPHIX (Canada), Sketchpixel (Portogallo) , Sistema di controlli Francia (India) , Tecnalia (Spagna), TechInsights e UBM-IXENTO (UK), Aquafadas , Maeglin Software, SA ,Satin Technologies (Francia). 18 La ricca presenza in loco di risorse umane qualificate rientra nell'ambito della politica di attrazione di investimenti esterni 31 In definitiva il MIBI rappresenta un modello di innovazione da molti punti di vista: dalla sua strategia d‟azione al suo rapporto con il milieu locale, dai servizi offerti, alla peculiarità della sua struttura ecosostenibile. Merita di essere evidenziato che il MIBI è il primo edificio ad energia positiva in tutta l‟Agglomération di Montpellier, in quanto produce più energia di quanta ne consuma. La sua pianta triangolare permette di avere un lato a sud di grandi dimensioni e solo due facciate (Nord-Ovest e Nord Est), di dimensioni ovviamente minori per isolare e proteggere l‟edificio. L'orientamento delle facciata rappresenta uno degli elementi principali messi in campo al fine di minimizzarne le perdite energetiche. Grazie all‟isolamento termico e all'installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie di 700mq l‟edificio riesce non solo a generare più energia di quella consumata, ma anche di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 19. In definitiva, appare chiaro che il modello di incubazione sviluppato dal BIC Montpellier Agglomération, sempre più dinamico e flessibile, contribuisce a stimolare l‟economia locale e ad attrarre imprese e investimenti esteri. 19 La produzione totale annua di energia ammonta a 76.630 kWh, mentre sono 27 le tonnellate di CO2/ anno risparmiate. 32 L‟esperienza vincente del BIC Agglomération Montpellier si fonda più di altre sulla strategia delle “3 I“: Innovazione, Internazionalizzazione, Integrazione. Un réseau international GRANDS INCUBATEURS COMPTES INTERNATIONAUX une méthode pour réussir QUALITE FORMATION europe CŒUR DE METIER / LOGICIELS ET SITES WEB COACHING ENTREPRISES INNOVANTES ET CLUSTERS HEBERGEMENT PEPINIERE BUSINESS ANGELS CONTRIBUTION A LA CHAINE DE L’INNOVATION REGIONALE INVESTISSEURS ENQUÊTES Partenaires économiques institutionnels BASES DE DONNEES GRDS COMPTES POLES DE COMPETITIVITE Evaluation et transparence un réseau de croissance E‟ agevole evidenziare che l‟innovazione è presente anche nella progettazione e nella erogazione dei servizi più tradizionali come, ad esempio, il servizio di stesura del business plan. Questo servizio viene erogato sia in versione stand alone, sia on line. Le startup possono usufruire di un‟assistenza via web che, tra le altre cose, prevede la disponibilità di tre pacchetti software dedicati: il classico, il primo strumento interattivo sviluppato dal BIC, è ideale per la redazione e la preparazione della strategia aziendale, per la previsione ed il monitoraggio dei principali indicatori di redditività dei primi tre anni di attività; il “dual finance edition” ha come target principale gli imprenditori interessati a formare delle joint-venture a livello internazionale ed in particolare in nord America; questo strumento offre un approccio più analitico sviluppando una previsione finanziaria di cinque anni. l‟ “International edition”, appositamente sviluppato per i clienti anglofoni, è volto ad individuare i punti di forza e quelli di debolezza di un progetto, permettendo così di minimizzare il rischio relativo agli investimenti da effettuare. 33 L‟utilizzo delle tecnologie infotelematiche è opportuno per abbattere le barriere fisiche e per rafforzare la funzione di business connector a livello internazionale. Grazie ad una serie di siti sito web dedicati, il BIC di fatto facilita l‟insediamento anche delle start-up straniere, offrendo una gamma di 20 servizi innovativi utili nella fase di pre-incubazione. In parallelo l‟utilizzo dei new media incentiva e facilita l‟importante attività di networking condotta dal BIC Montpellier Agglomération. Le reti “lunghe“ e “corte” attivate nel corso degli anni hanno contribuito ad accrescere ed a migliorare la qualità dei servizi offerti sia sul versante dell‟innovazione tecnologica che nella indispensabile attività di fund raising. Il BIC aiuta i futuri imprenditori ad accedere ai diversi canali di finanziamento e, in parallelo, li aiuta nella ricerca di partner finanziari favorendo l'incontro tra la domanda di capitale, tipica delle start-up, e i Business Angel, che investono il proprio patrimonio e le competenze manageriali nelle neo imprese. Attraverso questo processo evolutivo e rafforzativo il BIC ha conseguito importanti risultati e importanti riconoscimenti anche a livello internazionale. In oltre venti anni il BIC Montpellier Agglomération ha supportato quasi 500 imprese innovative che hanno generato oltre 4000 posti di lavoro ed hanno contribuito ad innalzare qualitativamente il tessuto produttivo dell‟intera area metropolitana. In considerazione dei risultati ottenuti, dei servizi offerti, dei casi di successo registrati e anche in base alla solidità finanziaria del programma di incubazione, inoltre, nel 2007, il BIC è stato eletto migliore 21 incubatore nel mondo dalla National Business Incubation Association (NBIA) . Inoltre, sempre la NBIA ha premiato per ben due volte negli ultimi 4 anni il BIC con il prestigioso label “SOFT LANDING”, un premio che viene attribuito agli incubatori più performanti che hanno deciso di sostenere nuove start-up internazionali. Al termine di questa breve disamina della interessante e complessa esperienza realizzata dal BIC Montpellier Agglomération è importante evidenziare e ribadire che le ragioni di questo innegabile successo sono in gran parte il portato di scelte strategiche di lungo termine e di un modello di governance altrettanto particolare ed innovativo. 20 www.europeanmarketaccess.com 21 NBIA, fondata nel 1985, è la più importante organizzazione no-profit mondiale di incubatori di imprese. L'associazione cerca di promuovere la crescita di nuovi business; inoltre educare la comunità degli investitori circa i benefici degli incubatori. NBIA offre informazione e formazione su come formare e gestire incubatori, svolge attività di ricerca statistica, fornisce altri servizi come newsletter, rapporti, monografie, e analisi del settore. La NBIA ospita anche un convegno annuale, e assegna numerosi premi di settore. http://www.nbia.org/ 34 IL BIC è stato istituito per contribuire a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita dell‟area metropolitana e, di conseguenza, ha adattato e modulato la propria offerta di servizi in funzione delle scelte strategiche assunte dalla Communauté d‟Agglomération Questa costante liaison tra il BIC e l‟Agglomération, d‟altra parte, deriva anche dal fatto che a livello organizzativo, programmatico e finanziario, il BIC è incardinato all‟interno della Direzione dello Sviluppo Economico e del Lavoro 22 della Communauté d‟Agglomération Montpellier Agglomération . L‟esperienza del BIC Montpellier Agglomération è anche il frutto di una importante attività di cooperazione intercomunale, iniziata oltre venti anni fa e che oggi consente all‟area metropolitana di occupare una posizione di rilievo nella smart economy. 1.3.2 AALTO Start-Up Center Abbiamo ritenuto opportuno un approfondimento relativo all‟Aalto Start-Up Center for Enterprenership (ACE) soprattutto per l‟ecosistema innovativo nel quale opera ed è inserito. L‟incubatore, infatti, presenta, trend di crescita molto elevati e rappresenta il braccio operativo di un particolare ecosistema integrato e sinergico che fa capo alla Aalto University, nata il primo gennaio 2010 dall‟unione di tre università finlandesi: 22 La Direzione dello Sviluppo Economico e del Lavoro, enfaticamente denominata Montpellier Méditerranée Technopole, è stata istituita nel 1985 per sostenere i processi di creazione e di crescita di aziende innovative con ambizioni internazionali. 35 The Helsinki School of Economics; Helsinki University of Technology; The University of Art and Design Helsinki. L‟unione di questi tre atenei operanti in tre ambiti diversi (tecnologia, economia e arte) ha di fatto permesso di combinare diverse discipline secondo uno spirito ed un approccio multidisciplinare, assolutamente innovativo, proattivo e moderno. In realtà, proprio grazie a questa integrazione la AAlto University si propone di diventare leader mondiale per la ricerca e l‟educazione, attraverso la creazione ed il continuo miglioramento di un ambiente capace di innescare e di catalizzare processi di sviluppo socioeconomico sia di breve che di lungo periodo. Peraltro, al fine di perseguire obiettivi sostenibili e duraturi di crescita economico-territoriale, la Aalto University promuove e sostiene un “ecosistema cognitivo”, una Community basata sulla cooperazione multidisciplinare tra ricercatori, studenti, attori dell‟imprenditoria e sistema della ricerca eccellente. Un esempio eloquente di questo approccio integrato è rappresentato dalle Aalto Factories, ambienti dinamici e collaborativi per l'apprendimento multidisciplinare, l'insegnamento, la ricerca e soprattutto luoghi di incontro e di co-working tra gruppi di ricerca universitari e imprese o enti pubblici. In questo contesto dinamico e proattivo si inserisce e trova una opportuna collocazione l‟Aalto Start-Up Center for Entreprenership (ACE), che ha come mission strategica la creazione di business e start-up di successo Il modello di incubazione ideato e sviluppato dall‟ACE presenta spunti di significativo interesse soprattutto per quanto riguarda la fase di PREINCUBAZIONE che viene gestita in partenariato con altre strutture e, in particolare, con: la Aalto Entrepreneurship Society, una società creata dagli stessi studenti della AAlto University; l‟Aalto Venture Garage, spazio di co-working e seed accelerator di circa 700 metri quadrati , dove studenti e ricercatori si incontrano e lavorano con imprenditori esperti, mentors e coach al fine di far nascere, dalle loro interazioni, nuove imprese. L‟Aalto Venture Garage offre diversi programmi per le start up: Lo Startup Sauna che, attraverso un’attenta azione di scouting, punta ad individuare le start up più promettenti situate in differenti città della macroregione Europea del Baltico. Il programma è a sua volta suddiviso in tre parti: Startup Sauna Warmups, che consiste in una sessione di un giorno dove i coach invitano i migliori team ad aderire allo start up sauna; 36 Startup Sauna, un programma intensivo di training della durata di sei settimane volto a selezionare 15 team di lavoro disposti a vivere e a lavorare a tempo pieno presso l‟ Aalto Venture Garage. Il programma si conclude con un Demo Day dove vengono diffusi i risultati raggiunti. Startup Sauna Silicon Valley. Durante il programma, alcuni tra i team più promettenti di lavoro vengono accompagnati nella Silicon Valley per incontrare gli investitori, i concorrenti ed i media. Summer of Startups: un programma intensivo della durata di 10 settimane, gestito in partenariato con la Aalto Entrepreneurship Society, e rivolto a studenti e ricercatori provenienti in primis dalla Finlandia e dalle altre nazioni del Nord Europa, ma anche al resto del mondo. Internship: consente agli studenti di lavorare in una start-up e, quindi, di toccare con mano rischi ed opportunità. Startup Life in Silicon Valley: è un programma di intership di tre mesi offerto agli studenti della Aalto University e rientra nell‟ambito di un più ampio accordo di partenariato tra l‟ACE e lo Stanford Technology Ventures Programme. Figura 2: sintesi della fase di pre incubazione In questa fase l‟ ACE offre anche servizi di alta formazione relativi ai fondamenti del management di un'impresa. I programmi di formazione offerti sono molto vari e sono tenuti nella Aalto School of Economics. 37 Il supporto allo sviluppo di questi programmi è fornito dall‟ ELY-keskus, che attraverso una funzionale cooperazione con il Centro per lo Sviluppo Economico, dei Trasporti e l'Ambiente offre questi servizi gratuitamente o ad un prezzo modico ed altamente concorrenziale Risulta evidente che l‟obiettivo principale di questa fase è quello di studiare il potenziale economico di idee e di invenzioni e di stimolare, in primo luogo, ricercatori e studenti a sviluppare nuove start-up. Per questo motivo, tutte le idee presentate sono valutate attraverso tre parametri principali: il potenziale imprenditoriale (potenziale di un‟ idea o di invenzione a divenire impresa); la fattibilità (con riferimento soprattutto ai mercati di sbocco e al time to market); le potenzialità della proprietà intellettuale. Tra la fine della fase di pre - incubazione e la fase di incubazione vera e propria, che inizia solo quando si costituisce una società, l‟ACE lavora a stretto contatto con altri due importanti incubatori: l‟Aalto Startup Center di Helsinki e lo Spinno di Espoo Innopoli, allo scopo di fornire servizi di coaching e mentoring di eccellenza. Durante la fase d‟incubazione vengono garantiti servizi di fondamentale importanza come: il development program, che offre un supporto di tipo consulenziale alla definizione sia del modello di business che della struttura societaria; Il sales program, grazie al quale le imprese possono beneficiare di un supporto mirato per l‟elaborazione di un vero e proprio piano di vendita e di una parallela attività di networking (eg organizzazione di eventi finalizzati al matching tra le imprese e potenziali partner). Il Growth program, finalizzato ad erogare servizi specializzati di mentoring, atti a garantire la continuità della crescita, la creazione e la definizione di un vantaggio competitivo duraturo nel tempo. 38 Figura 3: servizi e programmi strategici Per garantire un effettivo sviluppo delle business idea, soprattutto quelle con un più alto potenziale di successo, l‟incubatore assicura anche agevolazioni finanziarie che possono essere utilizzate non solo per l‟acquisizione di servizi ma anche per pagare gli stipendi del gruppo di lavoro. In considerazione dell‟importanza che hanno le attività di networking per lo sviluppo delle imprese, l‟ACE ha avviato anche importanti collaborazioni con partner strategici esterni alla AAlto Community. Un esempio concreto è rappresentato dalla collaborazione dell‟ACE con lo Stanford Technology Ventures Program (STVP), il centro per l‟imprese della Stanford University's School of Engineering, situato nel cuore della 23 Silicon Valley . L‟ACE ha lanciato, in partnership con la Stanford Technology Ventures Program, (STVP), un programma della durata di tre anni che mira a trasferire know-how dal Centro alla Aalto University e viceversa, al fine di creare conoscenza basata sull'interazione proficua delle due università. 23 http://stvp.stanford.edu/ 39 Il programma è finalizzato, attraverso idonee azioni formative, a fornire le basi imprenditoriali propedeutiche alla creazione di imprese high technology e knowledge – based che, a loro volta, siano in grado di fornire nuove prospettive per gli studenti, ricercatori ed imprenditori su scala più diffusa ed ampia. Lo Stanford Technology Ventures Program, in sintesi, fornisce agli studenti universitari ed ai laureati le capacità imprenditoriali per commercializzare tutto il know-how esistente e potenziale, con particolare riferimento ad ambiti quali l'ambiente, la salute e le TIC. Il partenariato di “programma”, in pratica, si configura come un flusso bidirezionale di idee, di contenuti, studenti, ricercatori, professori ecc., allo scopo di apportare impatti benefici sull‟economia finlandese, soprattutto in termini di internazionalizzazione, perseguendo obiettivi di crescita ben determinati e predeterminati. In conclusione, grazie alla contaminazione costante tra “mondi“ differenti, (imprese, R&ST, Pubblica Amministrazione, etc), alle frequenti esperienze di co-working, alle attività di trasferimento di know-how tra imprese e tra il sistema della R&ST e le start-up tecnologiche, l‟ACE rappresenta ormai la prova concreta e lampante che un modello di supporto alla nascita di nuove imprese knowledge-based, funziona soprattutto se riesce ad accomunare un insieme di attori che, di fatto, si comportano come un attore collettivo intorno ad un progetto/processo condiviso di crescita sostenibile. 40 1.3.3 LAHTI Science and Business Park La esaltante esperienza del Lathi Science e Business Park (LSBP) è un‟ulteriore conferma del fatto che gli incubatori e i sistemi di incubazione sono sempre più strumenti a sostegno di progetti/processi complessi di sviluppo economico-terrioriale. L‟attività di enterprise creation sviluppata nel corso degli ultimi 10 anni dal LSB, infatti, si inquadra in una strategia di sviluppo elaborata per fronteggiare una grave crisi economica che aveva interessato l‟area alla fine degli anni ‟90, al punto da raggiungere un tasso di disoccupazione del 12%. Grazie ad un utilizzo intelligente di cofinanziamenti comunitari (FESR, FSE) è stata elaborata e avviata una rinconversione del sistema produttivo locale in chiave green che, nel giro di pochi anni ha portato alla creazione del Lahti Cleantech cluster, una aggregazione virtuosa di centri di competenza, imprese, università, centri di formazione e ricerca, investitori istituzionali, istituita con l‟obiettivo di stimolare la creazione di nuove attività imprenditoriali nel campo dell‟energia e delle tecnologie pulite. In pochi anni l‟aggregazione ha assunto la leadership del Finnish Cleantech cluster, la rete finlandese dei cluster specializzati in tecnologie pulite (Lahti, Kuopio, Oulu e Uusimaa), che oggi rappresenta il 60% del business ambientale del Paese e l'80% della ricerca del settore. Figura 4 FINNISH CLEANTECH CLUSTER Il Lathi Science e Business Park Ltd (LSBP) svolge il difficile ruolo di “aggregatore” di questo complesso sistema integrato dedicato alle tecnologie pulite. 41 In considerazione del fatto che gli investimenti in tecnologia pulita spesso comportano lunghi tempi di ammortamento e costi iniziali elevati soprattutto per le PMI e per le start-up, il Lahti Science and Business Park ha istituito una specifica Business Unit ed ha sviluppato un programma integrato e complesso di incubazione per le imprese del settore. E‟ importante evidenziare che il successo di questo modello di incubazione deriva anche dall‟enorme rilievo che il LSBP attribuisce alle fasi di scouting e di pre-incubazione. In realtà, anche grazie al supporto del programma TULI, un‟iniziativa finanziata da Tekes 24(l‟Agenzia finlandese per i finanziamenti nel campo della Tecnologia e dell'Innovazione) per aiutare i ricercatori e il sistema di R&ST a valutare il potenziale di mercato delle ricerche, delle invenzioni, delle idee, il LSBP ha elaborato un modello di preselezione delle business idea per poter garantire i servizi di incubazione solo alle start-up più promettenti. 24 Tekes, l'agenzia finlandese che finanzia la tecnologia e l'innovazione, svolge un ruolo fondamentale per il finanziamento pubblico della R & S nelle tecnologie ambientali, compresi i programmi sull'acqua, celle a combustibile e l'eco-costruzione. Tekes ha un budget annuo di € 500 milioni per finanziare i progetti presentati ed ammessi. Tekes finanzia circa 3.000 imprese ogni anno, e le assiste attraverso propri panel di esperti in tutte le fasi di sviluppo. 42 In sostanza, la fase di incubazione viene anticipata dall‟attività di scouting, durante la quale lo staff dell‟incubatore, effettua una minuziosa ricerca di idee imprenditoriali fortemente innovative e ne valuta soprattutto il potenziale di internazionalizzazione. Le migliori idee hanno accesso alla fase di "pre-incubazione, che può durare da 6 a 8 mesi ". Durante questo periodo, l'Incubatore eroga in particolare servizi volti ad affinare la business idea, fornendo sia complesse ricerche di mercato che appositi studi di fattibilità. A margine di questa fase viene elaborato un business plan che di solito si connota per una diffusa presenza di elementi potenzialmente di successo che possono rappresentare un punto di partenza perfetto per l‟accesso alla successiva fase, quella di incubazione o meglio di “start - up”. La fase d‟incubazione ha una durata variabile da 12 a 18 mesi. Figura 5: Dalla business idea all’impresa Per consentire ai neo-imprenditori di concentrarsi sulla crescita dell‟azienda, nel periodo di incubazione il LSBP prevede l‟erogazione di specifiche forme di sostegno economico e, in particolare, : 43 fino al 50% dei costi generali ammissibili (comprese spese per consulenze e formazione); fino al fino al 15% delle spese per attrezzature; fino al 50% del costo dello stipendio di 1-3 soci-lavoratori. A partire dalla fase di incubazione le start-up possono presentare domanda per l‟accesso al sostegno finanziario offerto dal Centro di occupazione e sviluppo economico. Per poter accedere ai canali di credito e/o di finanziamento le imprese devono essere ufficialmente registrate e insediate nei locali gestiti dall‟ incubatore. In questa fase, alle imprese incubate viene offerto un accesso agevolato al microcredito attraverso una società creata ad hoc, la Finnvera, ovvero l‟agenzia ufficiale dello stato della Finlandia specializzata nella fornitura di servizi finanziari volti a favorire l‟export e l‟internazionalizzazione delle imprese finlandesi. Finnvera offre una grande varietà di servizi a sostegno del business fermo restando quelle che sono le necessità di ciascuna azienda. L'agenzia offre ai propri clienti, prestiti, anche per favorire gli investimenti in capitale di rischio, nonché garanzie di credito all'esportazione. Una start-up può ricevere un finanziamento che varia da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 35.000 euro. Questo tipo di prestito può essere assegnato a tutte le forme di società e può essere combinato con il fondo per lo start-up concesso dal Ministero del Lavoro. La durata del prestito è di cinque anni e il tasso di interesse di riferimento utilizzato è l'Euribor a 6 mesi. L'aiuto finanziario che è in grado di fornire supporto a ogni azienda ammessa viene erogato per un periodo massimo di un anno, mentre gli altri servizi sono erogati regolarmente per tutta la durata del programma. Completata con successo questa seconda fase, l'azienda entra nella fase di "uscita" che può durare da 6 a 12 mesi Per fare in modo che, al termine della fase di incubazione, le imprese siano finanziariamente indipendenti, il Lathi SBP fornisce un qualificato supporto per l'accesso a finanziamenti pubblici nazionali e comunitari e, grazie ad un proficuo partenariato con un esteso network di investitori istituzionali ( e.g. Cleantech Scandinavia) riesce a garantire alle proprie start-up anche l‟accesso privilegiato a capitali privati. 44 45 45 45 Inoltre, per accompagnare le imprese in forma singola o associata nei processi di internazionalizzazione , il Lahti SBP, in partenariato con altre strutture del Finnish Cleantech Cluster, ha sviluppato programmi rivolti a Paesi “target”, selezionati sia tra i “paesi emergenti”, (CINA, Russia, India) che in Europa e negli Stati Uniti. Risulta altrettanto rilevante evidenziare che, anche grazie ad un‟intensa attività di networking con strutture omologhe, il LSB riesce a garantire un adeguato supporto alle proprie start-up su mercati extra-regionali e globali. In definitiva, è facile sostenere che il sistema di incubazione integrato ed intelligente sviluppato dal Lathi Science e Business Park, attraverso un sapiente connubio tra strategie di sviluppo economico-territoriale e “attori” locali e globali, descrive ed esplicita la traiettoria degli incubatori nella smart e green economy. 46 46 1.3.4 I3P L‟incubatore I3P del Politecnico di Torino, il principale incubatore universitario italiano, uno dei maggiori a livello europeo, è stato individuato e selezionato come buona pratica non solo perché si pone come promotore di importanti iniziative per il trasferimento tecnologico ma soprattutto perché le sue principali attività rientrano nelle strategie globali fortemente incentivate dalla Regione Piemonte, volte a sostenere la ricerca, l‟innovazione tecnologica e la nuova imprenditoria. Infatti la Regione, a conferma di un concetto che vede la competitività di un‟economia dipendere da un insieme di fattori tra loro collegati, tra i quali hanno un‟importanza cruciale sia lo sviluppo di conoscenza che quello di reti d‟innovazione, sia su scala locale che globale, è stata la prima regione italiana 25 a istituire i “Poli di Innovazione” (FIG. 7), mutuandoli in gran parte dall‟esperienza francese. I poli, raggruppamenti di imprese indipendenti (piccole, medie e grandi) ed organismi di ricerca incentrati su ambiti settoriali specifici e coordinati da un ente gestore, perseguono i seguenti obiettivi: interpretare le esigenze tecnologiche delle imprese; rendere disponibili infrastrutture e servizi ,ad alto valore aggiunto, a sostegno della competitività delle imprese. indirizzare le azioni dell‟innovazione; regionali a sostegno della ricerca e Per questi particolari strumenti a sostegno delle politiche d‟impresa, il P.O. F.E.S.R. Piemonte 2007-2013 prevede all‟interno dell‟Asse I il sostegno ai Poli di Innovazione con una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro. Con tali risorse verranno finanziate: le attività dei soggetti gestori (6 milioni di euro) e le domande dei soggetti aggregati, per lo sviluppo di progetti, l‟accesso a servizi ad alto valore aggiunto per la ricerca e l‟innovazione (54 milioni di euro). La prima azione della Giunta regionale, in collaborazione con Finpiemonte S.p.A, società in house della Regione Piemonte che opera da oltre trent‟anni a sostegno dello sviluppo e della competitività del territorio piemontese, è stata quella di individuare dei domini tecnologici in considerazione delle singole vocazioni di ciascun territorio, declinandoli nei settori strategici dell‟economia piemontese, quali ad esempio l‟ICT, l‟agroalimentare, le energie rinnovabili , i biocombustibili, l‟architettura sostenibile, le biotecnologie, i nuovi materiali, ecc. Successivamente l‟esecutivo regionale ha identificato i soggetti gestori dei Poli, attraverso un bando finalizzato alla costituzione, l‟ampliamento ed il funzionamento dei Poli di innovazione. 25 Delibera di Giunta regionale del 5 maggio 2008, n. 25-8735 47 Figura 6: Poli di innovazione e relativi soggetti gestori In presenza di queste particolari ed efficaci policies gli attori, sia privati sia pubblici dimostrano maggiore attitudine a investire in innovazione, e soprattutto a farlo con intelligenza. L‟incubatore I3P nasce nel 1999 come società consortile per azioni, senza fini di lucro, i cui soci sono: la Provincia di Torino, il Politecnico di Torino, la Città di Torino, la Camera di Commercio di Torino, FinPiemonte e la Fondazione TorinoWireless26. I3P, accanto a Torino Wireless, azionista di maggioranza, è nella compagine societaria di Piemontech, un fondo di seed capital, risorse sia pubbliche che private dedicate al Distretto tecnologico piemontese, che inizialmente ha effettuato investimenti in start-up operanti nel settore dell‟ICT, per poi allargare il suo campo d‟azione, a partire dal 2008, a tutte le start-up innovative aventi sede in Piemonte, indipendentemente dal settore. 26 TorinoWireless, partecipata di FinPiemonte è l‟ente che promuove, in sinergia con gli altri attori operanti sul territorio, la crescita del Distretto ICT Piemontese. 48 Figura 7: i servizi offerti dalla Fondazione Torino Wireless Dal 2007 l‟incubatore ha una nuova sede nel cuore della Cittadella 27 Politecnica , luogo di incontro tra giovani, ricerca e impresa ed oggi è capace di ospitare fino a 127 neo-imprese a carattere tecnologico-innovativo. La sede dispone di quasi 3.000 mq di spazi: uffici per le imprese e spazi ad hoc creati per favorire il networking, sale riunioni, spazio break, l‟Agorà, cuore pulsante dell‟Incubatore e di tutta la Cittadella Politecnica, ed infine un forum virtuale a disposizione dell‟intera comunità. I3p si rivolge a studenti, ricercatori, docenti del Politecnico e degli Enti pubblici di ricerca, alle aziende interessate a creare spin-off per la valorizzazione di progetti di ricerca nonché a chiunque sia interessato alla creazione di un‟impresa ad elevato contenuto di conoscenza. L‟incubatore si propone come partner del team imprenditoriale con l‟obiettivo di massimizzare la crescita dell‟impresa attraverso servizi erogati direttamente e tramite partner convenzionati. In particolare, offre agli imprenditori un percorso completo, di seguito meglio esplicitato, che partendo dalla definizione del modello di business e del piano industriale si prefigge di accompagnare l‟impresa nei suoi primi tre anni di vita. 27 L‟incubatore è ospitato negli immobili delle ex-Officine OGR, recuperati e restaurati grazie al finanziamento della Fondazione CRT; così uno dei simboli della Torino industriale del „900 diventa l‟emblema di una crescita imprenditoriale che punta su ricerca, innovazione e tecnologia. 49 Figura 8: servizi offerti da I3P Il Percorso di accompagnamento inizia con la fase di PreIncubazione, "dall'IDEA all'IMPRESA" , nel corso della quale gli aspiranti imprenditori sono supportati da un tutor e, nel complesso, possono usufruire di tutti gli strumenti necessari per: valutare le opportunità di business di un‟idea; progettare un modello di business sostenibile; progettare la proprietà intellettuale dell‟idea; sviluppare un business plan robusto; ottenere un finanziamento seed; arricchire il team imprenditoriale (team building). Il Percorso denominato "Dal BUSINESS PLAN alla START UP INNOVATIVA" - L'Incubazione, è un periodo triennale durante il quale le neo-imprese, ospitate all'interno dell'incubatore, si avvalgono di servizi logistici e servizi a valore aggiunto per lo sviluppo dell‟attività imprenditoriale. Il percorso di incubazione ha per l‟impresa un costo moderato, con prezzi inizialmente bassi e crescenti nel tempo; inoltre a scelta dell‟imprenditore, è possibile adottare una forma più stretta di partnership con I3P, con la quale il pagamento per i servizi a valore aggiunto viene sostituito da una commissione sul fatturato dell‟impresa al 4° e 5° anno. 50 E‟ possibile scegliere anche un percorso di “incubazione virtuale”, usufruendo invece dei soli servizi a valore aggiunto. Rilevante è la presentazione delle neo imprese alle associazioni di categoria e la loro visibilità nel corso di eventi e manifestazioni locali e nazionali nonché la possibilità di ripartire i costi di partecipazione a fiere di settore con altre imprese I3P. Alle neo imprese viene offerto anche un servizio di accompagnamento che prevede: un supporto nell‟aggiornamento continuo del business plan, un‟analisi strategico-gestionale per le imprese con almeno un anno di attività e consulenze in materia fiscale, legislativa, di sicurezza, di amministrazione del personale e proprietà intellettuale offerte da professionisti convenzionati, esperti del Politecnico e dell‟Unione Industriale di Torino. Considerando che I3P è anche sede del Polo Italiano del Venture Capital, la nuova struttura che riunisce a Torino i migliori fondi di early-stage, le neo imprese vengono supportate anche nella definizione delle strategie di finanziamento. Inoltre l‟incubatore I3P svolge anche un ruolo di vero e proprio business connector in quanto oltre a garantire alle imprese contatti con i dipartimenti del Politecnico per l‟utilizzo dei laboratori, sinergie con le altre imprese ospitate, una rete di contatti e convenzioni con enti, associazioni ed imprese presenti sul territorio, offre loro un affiancamento nella realizzazione di un piano di impresa di internazionalizzazione nonché la possibilità di essere ospitate presso incubatori europei. Figura 9: il network delle competenze 1 Piuttosto rilevante e poco diffusa è una tipologia di servizio che I3P garantisce ai potenziali investitori mettendo a loro disposizione un ampio ventaglio di business innovativi ad alto potenziale di crescita in cui investire. Agli investitori infatti vengono erogati servizi dedicati, come l‟orientamento, che mirano a selezionare le imprese che meglio rispecchiano le loro esigenze, 51 ed i servizi di avvicinamento alle imprese che mirano a facilitare lo scambio di informazioni utili, garantendo la dovuta riservatezza. I3P si propone anche ai Manager che desiderano collaborare con giovani startup ad alto contenuto di Know How, attraverso varie forme di collaborazione, per dar loro l‟opportunità di mettere a frutto l‟esperienza professionale maturata in altre realtà. Ad oggi I3P ha avviato quasi 130 start up in diversi settori: dall‟Information Technology all‟elettronica, dall‟energia alla meccanica, dall‟aerospazio all‟ambiente. In media, ogni anno l‟incubatore accoglie oltre 200 idee imprenditoriali, valuta più di 60 business plan e avvia circa 15 nuove start-up; ad oggi ha creato circa 600 nuovi posti di lavoro. Il dinamismo di I3P si esprime anche attraverso iniziative collaterali che, tuttavia, contribuiscono ad accrescere l‟appeal dell‟incubatore In effetti, grazie ad un utilizzo “intelligente” e mirato dei Fondi Strutturali, I3p in collaborazione con altri incubatori, organizza “Start Cup Piemonte Valle d'Aosta”, un concorso di progetti imprenditoriali finalizzato a sostenere la nascita di imprese knowledge based, nonché a sensibilizzare i giovani (e non) alle tematiche relative all‟imprenditorialità. Per i vincitori, il concorso prevede premi in denaro, formazione ed assistenza. Tra gli eventi organizzati periodicamente dall‟incubatore, merita di essere evidenziato ai fini della presente ricerca, lo “ [Smart building] Camp: ICT, Energie rinnovabili, Edilizia sostenibile: verso l’edificio intelligente”. Organizzato da I3P, dal Polo di Innovazione ICT, da POLIGHT (Cluster di ricerca e sviluppo della Regione Piemonte dedicato alle tecnologie dell‟edilizia sostenibile e dell‟idrogeno) e POLIBRE (Polo Energie Rinnovabili e Biocombustibili), [Smart building] Camp è un “evento aperto” i cui contenuti sono stati proposti e presentati dai partecipanti (aziende, centri di 28 ricerca e Poli di Innovazione piemontesi). I3P, ponendo l‟accento sul milieu non solo garantisce alle neo imprese un‟elevata efficienza ma contribuisce a dare un forte impulso alla crescita di un vero e proprio ecosistema regionale di supporto alle start up ad alta tecnologia. Inoltre è diventata non solo una realtà affermata a livello italiano ma anche internazionale Difatti,già nel 2004, I3P ha vinto un prestigioso premio offerto da "Best science based incubator award", ambito che vede ogni anno la partecipazione di ben 50 candidati da tutto il mondo. I criteri di assegnazione del riconoscimento si basano principalmente sulle performance conseguite dalle aziende incubate e sulle pratiche messe in atto dagli incubatori stessi. A decretare la vittoria dell'incubatore italiano, determinanti si sono dimostrati l'orientamento fortemente tecnologico di I3P e la spiccata componente innovativa delle imprese ospitate, oltre alla possibilità di creare posti di lavoro. 28 http://smartbuilding.torinowireless.it/ 52 1.3.5 ALMACUBE Oltre all‟incubatore I3P, tra quelli accademici più attivi in Italia, è stato individuato AlmaCube, ad elevato contenuto di conoscenza, lanciato nel 2001 dall‟Università di Bologna, grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e della Fondazione Alma Mater 29, come ente non profit. I fondatori non solo hanno fornito le risorse di base per l'avvio ma continuano ad elargirle per lo svolgimento delle attività. L‟incubatore ha sede nella città di Bologna, in un‟area di proprietà comunale di circa 700 mq, all‟interno della nuova e moderna sede della facoltà di Agraria e si rivolge a spin-off universitari, di ricerca o altre imprese a forte connotazione tecnologica, selezionate a seguito della presentazione di una domanda. AlmaCube nasce per dare continuità allo sviluppo d‟idee imprenditoriali ambito accademico, fornendo gli strumenti affinché le business idea trasformino in imprese. La sua mission istituzionale non vincola AlmaCube uno specifico settore di riferimento e questo permette di favorire sia potenzialità scientifiche e tecnologiche dell'Ateneo che quelle esogene. in si ad le L'incubatore accoglie le nuove iniziative d'impresa solo per le fasi di messa a punto e di primo sviluppo dell'idea imprenditoriale in quanto le ridotte dimensioni non consentono lo sviluppo delle successive fasi. In particolare, il modello “leggero” di AlmaCube prevede: l‟offerta di strutture logistiche attrezzate, come ad esempio uffici cablati e collegati al GARR (Gruppo per l‟armonizzazione delle Reti della ricerca) cioè alla rete dell‟università e della ricerca scientifica; l‟accesso ai laboratori e alle biblioteche universitarie; l‟offerta di servizi di ricerca e contatti per l'attivazione di rapporti con imprese, associazioni di categoria ed istituzioni presenti sul territorio; la garanzia di un importante networking fatto di istituzioni e imprese locali, istituti di credito, associazioni di categoria e grandi multinazionali. il supporto nella stesura del business plan; la disponibilità di servizi professionali (contabilità, servizi legali e fiscali); Una delle caratteristica particolari dell‟incubatore è quotidianamente le aziende incubate lungo due direttrici: quella di seguire il reperimento di finanziamenti; l‟accompagnamento sul mercato. 29 La Fondazione Alma Mater, istituita nel 1996, ha come mission l'integrazione fra sistemi (Università, istituzioni, imprenditoria privata) al fine di mettere a disposizione delle realtà socio-economiche nazionali ed internazionali l‟enorme patrimonio del sapere universitario. 53 AlmaCube, infatti pur non elargendo direttamente risorse finanziarie aiuta le neo imprese ad attingere a varie forme di finanziamento sia pubbliche che private. AlmaCube, ad esempio, è strettamente collegato al premio per l'innovazione denominato “Start Cup”, lanciato nel 2000 dall‟Università di Bologna e la Fondazione Carisbo con il supporto di Assindustria Bologna. L‟iniziativa nasce grazie ad alcuni ricercatori e docenti della facoltà di Economia dell‟Università di Bologna con l‟obiettivo di stimolare giovani laureati, laureandi, ricercatori e personale universitario a formulare progetti imprenditoriali e favorire il 30 trasferimento tecnologico dai laboratori accademici al mercato . Ai vincitori della gara, ormai appuntamento annuale, vengono offerti: finanziamenti, accesso agevolato al credito ed esclusivi servizi bancari, supporto legale, fiscale e amministrativo, tutoraggio da parte dei business angels; frequenza gratuita ad un corso di 60 ore sul tema “come preparare un business plan”. Il premio StartCup dal 2010 è diventato StartCup - Spinner 2013 poiché viene realizzato con il supporto di Spinner 2013, una Sovvenzione Globale inserita nel PO FSE 2007-2013 dell'Emilia-Romagna31 e gestita da un consorzio in cui 32 figurano, in qualità di soci, ASTER Scienza Tecnologia Impresa , Invitalia ed anche la Fondazione Alma Mater, che assicura il collegamento con Almacube. Figura 10 : le attività di supporto al percorso di costruzione di nuove imprese 30 Già alla prima edizione parteciparono 286 progetti d‟impresa che coinvolsero oltre 800 persone, provenienti da tutte le diciannove facoltà dell‟Ateneo di Bologna. 31 Obiettivo 2, Asse IV Capitale Umano "Competitività e Occupazione", promosso dall‟Assessorato Scuola, Formazione professionale, Università e ricerca, Lavoro della Regione Emilia-Romagna. 32 ASTER, consorzio tra la Regione Emilia-Romagna, le Università, gli Enti di ricerca nazionali operanti sul territorio (CNR ed ENEA), l'Unione regionale delle Camere di Commercio e le associazioni imprenditoriali regionali, nato non solo con lo scopo di promuovere e coordinare azioni per lo sviluppo del sistema produttivo regionale ma per avviare azioni per il trasferimento di conoscenze e competenze tecnologiche. 54 Grazie alle risorse messe a disposizione dalla sovvenzione globale, ai primi tre classificati viene riconosciuto un contributo a fondo perduto (8.000 Euro) e la possibilità di partecipare al Working Capital - Premio Nazionale per l‟Innovazione Le Sovvenzione Globale Spinner 2013, inoltre, prevede agevolazioni finanziarie rilevanti per le attività dell‟incubatore. In effetti, per favorire lo start-up e lo sviluppo di imprese knowledge-based Spinner 2013, offre un sistema integrato di agevolazioni, opportunità e servizi finalizzato, tra le altre cose, al sostegno di: Idee imprenditoriali innovative e/o ad alto contenuto di conoscenza, Progetti di ricerca industriale, sviluppo pre-competitivo, trasferimento tecnologico, in collaborazione tra università, centri di ricerca, imprese ed enti. Progetti di innovazione organizzativa e manageriale a favore di micro, piccole, medie imprese e cooperative sociali. AlmaCube è anche sede della joint venture italo-olandese Zernike-Meta Ventures, del gruppo “Meta Group” che gestisce il fondo di venture capital INGENIUM Emilia-Romagna II, uno strumento del PO FESR 2007-2013, destinato a sostenere l'avvio, lo sviluppo e l‟espansione di imprese innovative nell‟intero territorio regionale. Il Fondo che interviene per compiere operazioni di seed, start up ed expansion capital in piccole e medie imprese innovative, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali che operano nei settori ad alta tecnologia, favorisce la nascita di nuove aziende e l‟accelerazione di quelle esistenti che intendono puntare sulla ricerca e sullo sviluppo33. AlmaCube si occupa anche di recruiting, attraverso l‟attivazione di convenzioni speciali con AlmaLaurea, la bancadati delle Università italiane e l‟ufficio placement della Facoltà di Economia di Bologna e consente alle imprese di crescere formandosi attraverso la partecipazione ai workshop ed ai seminari organizzati da Start Cup e da AlmaWeb. L‟incubatore inoltre promuove e valorizza le imprese attraverso la partecipazione a manifestazioni fieristiche nonché attraverso una costante attività di sensibilizzazione nel mondo dei mass media. Almacube rappresenta una buona pratica soprattutto per il suo forte legame con il milieu e per la sua particolare funzione di sapersi connettere al meglio alle politiche di sviluppo della Regione Emilia-Romagna dedicate alla creazione d‟impresa innovativa. 33 Il Fondo ha una dotazione complessiva di 14 milioni di Euro, di cui 7 conferiti dalla Regione Emilia-Romagna a Valere sul PO FESR 2007-2013 55 Basti pensare, ad esempio, all‟interessante collaborazione avviata dall‟incubatore con l‟assessorato alle attività produttive della Provincia di Bologna, finalizzata alla realizzazione di “Progettando”, concorso per il finanziamento di idee imprenditoriali innovative. A conferma della validità delle iniziative finora condotte, l‟assessorato regionale alle attività produttive ha previsto di sostenere finanziariamente, attraverso la misura 2.2, azione B del PO FESR 2007-2013, la nascita dell‟incubatore AlmaCube 2. In effetti, in considerazione del positivo impatto generato da AlmaCube sull‟economia locale, la Regione Emilia Romagna, garantisce, in aggiunta alle risorse elargite dalle due fondazioni, un sostegno annuale per la gestione dell‟incubatore. Dal 2000, l‟incubatore con la sua azione, oltre a supportare più di 50 attività imprenditoriali, coinvolgere circa 200 persone tra giovani imprenditori, dipendenti, collaboratori esterni e stagisti, fatturare 10 milioni di euro, ha favorito la creazione e lo sviluppo di reti territoriali corte e lunghe. L‟ incubatore AlmaCube è: socio Fondatore di PniCube (dal 2007 detiene anche la presidenza), associazione che oggi riunisce 34 membri tra Università e incubatori accademici italiani, finalizzata alla promozione di iniziative volte alla creazione di imprese; membro delle Business Plan Competition italiane; membro del Gate2Growth, il network europeo di incubatori patrocinato dalla Commissione Europea; partner di Innovami, il centro per l‟innovazione imolese, finanziato dalle misure 3.2 del Pritt (Programma Regionale per la ricerca industriale, l‟innovazione e il trasferimento tecnologico). Le risorse interne “leggere” di Almacube e le competenze esterne di qualità, disponibili ad interagire, volta per volta e su specifici progetti, rappresentano, la modalità che minimizza i rischi per l‟incubatore, non solo salvaguardando la sua capacità di generare valore alle imprese incubate ma ampliando anche la gamma di competenze che è in grado di assicurare loro. In definitiva, attraverso il suo modello “leggero” Almacube presenta il vantaggio della flessibilità e consente di accedere in qualunque momento a beni e servizi tecnologicamente in evoluzione. 56 1.3.6 BIC LA FUCINA Il BIC La Fucina è parte integrale e sostanziale di un sistema complesso coordinato da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo34, grazie al quale in questi anni sono stati sviluppati strutture e servizi avanzati, sempre più innovativi e customerizzati, al fine di sostenere la nascita di nuove imprese e la crescita delle piccole e medie imprese preesistenti. Il Sistema di Incubazione di Milano Metropoli, avviato nel 2000, rappresenta il mezzo attraverso il quale l'Agenzia garantisce un supporto concreto a professionisti, aspiranti imprenditori e imprese nella fase di start up in cerca di localizzazione. Questo modello oltre agli importanti vantaggi economici, offre servizi personalizzati e soprattutto una rete di relazioni e di opportunità per lo sviluppo di un nuovo business: un vero propulsore di imprenditorialità a forte valore aggiunto. In sette anni il Sistema di Incubazione ha sostenuto la nascita di 81 imprese operanti in settori tecnologicamente avanzati ed innovativi che hanno favorito la nascita di circa 400 nuovi addetti. Il Sistema di Incubazione si pone in maniera proattiva e lungimirante per il business development di imprenditori, PMI ed enti operanti nel Terzo Settore, che di fatto trovano un validissimo e concreto supporto sia nella fase di preincubazione, sia in quella d‟incubazione vera e propria, attraverso: il supporto alla realizzazione del business plan di progetti innovativi; la consulenza volta a favorire l'accesso a fonti di finanziamento; l‟innesco di processi di internazionalizzazione e di innovazione sia organizzativa che tecnologica; l'attuazione di interventi per migliorare le proprie prestazioni ambientali e l'efficienza energetica. Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo svolge la sua attività nell'intera area metropolitana milanese in collaborazione con la Provincia di Milano, la Camera di Commercio e tutte le altre istituzioni pubbliche che operano nell'area. Lavora inoltre in partnership con Enti Locali, associazioni di Comuni, agenzie territoriali, università e centri di ricerca, parti sociali, aziende, istituti di credito, fondazioni ed enti non profit. 34 Milano Metropoli è una struttura creata dalla Provincia di Milano e dalla Camera di Commercio insieme ad alcuni Comuni, enti pubblici ed imprese private, per valorizzare e promuovere lo sviluppo sostenibile dell'area metropolitana milanese. 57 L‟agenzia di sviluppo Milano Metropoli opera in sinergia con tre incubatori di impresa: BIC La Fucina,che fornisce assistenza per la creazione e lo sviluppo d'impresa, l'internazionalizzazione, l'innovazione, il trasferimento tecnologico e la finanza innovativa; Incubatore - Hotel d'Impresa LIB che fornisce spazi, servizi e concrete possibilità di networking a nuove imprese innovative; Quarto Laboratorio, un vero e proprio centro di animazione territoriale che eroga servizi e informazioni utili alla creazione d'impresa, anche sociale. Il BIC La Fucina, uno strumento catalizzatore di risorse e forze locali che si condensano in unico organismo capace di rappresentare a livello di azionariato gli enti e le società interessate allo sviluppo di un‟area o di una regione, è stato creato nel 1996 con il sostegno di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e 35 grazie anche alla preziosa voluntas del Comune di Sesto S. Giovanni . Il BIC, nato in risposta ai nuovi fabbisogni espressi dal tessuto imprenditoriale locale, a seguito dei repentini mutamenti economici e finanziari che si sono caratterizzati negli ultimi anni, si propone come punto di incontro tra il settore profit e non profit e a supporto delle imprese, nella definizione di una strategia volta a favorirne il business development e contestualmente a migliorare il rapporto tra una società e i suoi dipendenti, la comunità locale e l‟ambiente circostante. In realtà, l‟incubatore oltre ad assicurare servizi di qualità rivolti sia al mondo imprenditoriale che alla Pubblica Amministrazione, negli anni è stato in grado di creare una rete di contatti sul territorio, di innescare rapporti di collaborazione a livello nazionale e internazionale con enti pubblici e privati, con il mondo imprenditoriale, dell‟università e della ricerca e, quindi, si è progressivamente connotato come un‟ interfaccia cognitiva ed un business connector su scala transnazionale. Il BIC La Fucina ha come target di riferimento sia aziende già consolidate, sia artigiani e piccole medie imprese, sia nuove imprese in fase di start-up, caratterizzate da un forte contenuto innovativo ed orientate a sviluppare il proprio business, con particolare riferimento ai settori multimediale, biotecnologico, nanotecnologico, agro-alimentare, dei nuovi materiali e del design. 35 Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo è il socio di maggioranza del BIC La Fucina. 58 Per favorire lo sviluppo d‟impresa, inoltre, il BIC offre un supporto mirato in materia di progetti di finanza agevolata alle Pubbliche Amministrazioni attraverso : la progettazione di bandi e regolamenti con modulistica annessa; la valutazione delle domande e l‟elaborazione della graduatoria; la rendicontazione della chiusura dei progetti per l‟erogazione dei finanziamenti. Figura 11: le aree tematiche dei servizi offerti Tutti i servizi sono sviluppati ed erogati grazie ad una funzionale e proficua collaborazione tra il BIC La Fucina, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo ed il Centro per lo sviluppo e l'innovazione imprenditoriale. Agli aspiranti imprenditori ed alle neo imprese viene offerto un percorso e per un sostegno sia nella fase di avvio d‟incubazione che in quella relativa al business development. 59 Il carattere innovativo dell‟erogazione dei servizi risiede nella metodologia che prevede un intervento per aree di competenza ben definite e come di seguito dettagliate. Creazione d'impresa In questa specifica area di competenza, attraverso un incontro conoscitivo con lo staff del BIC La Fucina, si permette agli aspiranti imprenditori di definire una concreta e fattibile idea d‟impresa e di essere seguiti nella fase di autovalutazione delle attitudini imprenditoriali. Infine vengono offerte tutte le informazioni utili inerenti la scelta della forma giuridica più idonea per la futura impresa e sulle procedure burocratiche richieste. Inoltre il BIC aiuta gli imprenditori nella stesura del Business Plan, anche attraverso momenti di formazione individuali e online, il risultato di una attività di ricerca e pianificazione che serve a fornire una valida guida per l‟imprenditore. E‟ anche il mezzo più efficace per presentare l‟impresa ad eventuali finanziatori. Rilevante è anche l‟attività di diffusione della cultura della protezione della proprietà intellettuale. A tal proposito, La Fucina segue le imprese nel percorso di brevettazione di prodotti e processi produttivi aziendali, attraverso il coinvolgimento di professionisti esterni. In particolare assiste gli imprenditori e di fornire tutte le informazioni necessarie in merito a: valutazione della brevettabilità; preparazione delle domande di brevettazione; deposito della domanda di brevetto. Finanza Il centro servizi del BIC La Fucina accompagna le imprese nel percorso di attivazione degli strumenti di finanza agevolata disponibili a livello regionale, nazionale e comunitario e si occupa anche di analizzare le esigenze specifiche dell‟imprenditore in relazione all‟idea progettuale, ipotizzandone le spese e la fattibilità del progetto, nonché individuando le risorse disponibili (e.g. accesso al credito e a capitali di rischio tra cui fondi di Venture Capital, investimenti di Business Angels, ecc.). A tal proposito è importante ricordare che sin dal 1999 BIC La Fucina collabora con Provincia di Milano, Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano per realizzare iniziative di finanza agevolata rivolte alle imprese del territorio. Dal 1999 ad oggi il BIC ha valutato oltre 2.800 richieste di finanziamento per progetti di e-business e 600 domande sullo sviluppo d‟impresa. Attraverso questo servizio, erogato on line, in maniera innovativa, BIConline, raccoglie centinaia di società lombarde che, attraverso il web, si scambiano informazioni, creano nuove opportunità di collaborazione. 60 Questa rete aiuta le imprese a fare sistema, a divenire sempre più competitive sul mercato globale come un vero e proprio distretto produttivo virtuale. Innovazione e trasferimento tecnologico Questo ambito di attività si sostanzia nell‟erogazione di particolari servizi volti alla realizzazione di audit e check up tecnologici, analisi e pianificazione di iniziative per lo sviluppo aziendale, assistenza e orientamento alla brevettazione, progetti per stimolare partnership e collaborazioni tra imprenditori, università e centri di ricerca. Il centro servizi segue gli artigiani, le piccole e medie imprese nei processi di innovazione e trasferimento tecnologico, due aspetti fondamentali per mantenersi competitivi sul mercato. La Fucina accompagna le imprese in questo percorso attraverso audit e checkup tecnologici, analisi e pianificazione di iniziative per lo sviluppo aziendale, assistenza e orientamento alla brevettazione, progetti per stimolare partnership e collaborazioni tra imprenditori, università e centri di ricerca. Attraverso l‟analisi tecnologica l‟azienda individua in collaborazione con il centro servizi le sue esigenze di innovazione e valuta: l‟area su cui effettuare gli interventi; il posizionamento tecnologico dei prodotti esistenti o di nuovi prodotti; le soluzioni tecnologiche più idonee per innovare i prodotti e i processi produttivi; le possibilità di successo; eventuali partner con competenze tecnologiche da trasferire all‟azienda; i tempi e i costi dell'iniziativa. Dal check-up tecnologico La Fucina realizza due report: uno tecnico e uno finanziario, da condividere con l‟imprenditore, al fine di valutare i rischi e le opportunità di nuovi investimenti tecnologici. In questa direzione il centro servizi promuove partnership e collaborazioni per la ricerca e lo sviluppo tecnologico a livello locale, nazionale e internazionale. Merita di essere ricordato a questo proposito, l'accordo tra BIC La Fucina e Manageritalia Milano, l‟associazione che rappresenta a livello lombardo i dirigenti e quadri del terziario e dei servizi avanzati (KIBS), attraverso il quale è stata suggellata una forte collaborazione tra le parti per promuovere la cultura dell‟innovazione tra le piccole e medie imprese lombarde, favorire la nascita e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali innovative, sostenere le imprese più competitive nei settori strategici. Il primo importante risultato di questo accordo è l'avvio del servizio Temporary Manager attivato unicamente per e nelle imprese tecnologiche. Con questa iniziativa si offre concretamente la possibilità di inserimento in azienda di manager altamente qualificati e con notevole esperienza per fornire consulenza manageriale “a tempo” alle iniziative imprenditoriali innovative e 61 altamente competitive. L'intervento di manager esperti, in particolare nelle fasi iniziali dell'attività e di crescita permette di superare i problemi organizzativi e gestionali che molte aziende si trovano ad affrontare senza avere gli strumenti idonei. Il progetto è rivolto principalmente alle imprese dei settori più innovativi (Information & Communication Technologies multimediale, bio e nanotecnologie, food, nuovi materiali, moda, design ecc). La fase di ricerca e selezione del profilo più idoneo, effettuata da BIC La Fucina e Manageritalia Milano, è gratuita mentre i compensi dei Manager sono a carico dell'impresa. Tuttavia, è prevista una convenzione per offrire condizioni particolarmente vantaggiose alle imprese. Risulta opportuno ricordare, infine, che BIC La Fucina fornisce anche un utilissimo accompagnamento agli imprenditori e ai centri di ricerca per la stesura della rendicontazione necessaria all'ottenimento delle agevolazioni 36 fiscali per le attività di ricerca e sviluppo delle imprese. Internazionalizzazione Attraverso ricerche di mercato, studi di fattibilità, missioni di internazionalizzazione, percorsi ad hoc per la selezione di partner stranieri e l'avvio di progetti di collaborazione, il BIC la Fucina effettua una valutazione dei punti di forza e di debolezza delle imprese che desiderano operare sui mercati esteri. Su richiesta, il centro servizi mette a disposizione manager con competenze specifiche per supportare le società nelle iniziative di internazionalizzazione. Gli obiettivi del BIC La Fucina in tema di internazionalizzazione risiedono soprattutto nella promozione delle eccellenze del milieu di riferimento e, in particolare, del sistema imprenditoriale lombardo a livello internazionale, stimolando rapporti di collaborazione, scambi produttivi e tecnologici tra aziende italiane e straniere che operano in comparti innovativi come quello multimediale, biotecnologico, dei nuovi materiali, della moda e del design. In particolare l‟incubatore aiuta ad innalzare il livello competitivo delle startup per sui mercati internazionali attraverso progetti e missioni verso regioni di eccellenza tecnologica in Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Asia (Cina e India). 36 Queste possono avere la forma di credito d‟imposta, in una misura che varia dal 10% al 40% delle spese sostenute in attività di ricerca e sviluppo, o di deduzione dei costi del personale impiegato in questo tipo di attività. In entrambi i casi il contributo è a fondo perduto, con il vantaggio di pagare subito meno tasse senza dover attendere una restituzione da parte dello stato. 62 L‟area di San Francisco e in particolare la Silicon Valley, sono considerate zone di eccellenza nel campo delle tecnologie e della ricerca. Sono quindi un punto di attrazione per le imprese che vogliono avviare nuove collaborazioni con le realtà più innovative. Grazie a progetti come “Digital Gate to California” e “Digital Hub in the Great West”, La Fucina ha supportato un centinaio di imprese lombarde nella penetrazione del mercato californiano, attraverso attività di tutoraggio, orientamento, formazione e assistenza. I contatti e le collaborazioni avviate con le più interessanti realtà imprenditoriali e di servizio di San Francisco, hanno permesso alle più innovative aziende lombarde di: valutare le loro opportunità sul mercato californiano; ricercare partner mirati per attività commerciali o di ricerca; organizzare incontri ad hoc (road show) con aziende californiane. In considerazione del fatto che la Cina rappresenta oggi per le imprese italiane uno dei più grandi e vitali mercati mondiali, BIC La Fucina, con il supporto di Provincia di Milano, ha avviato un percorso per avvicinare le imprese creative milanesi del design al mercato cinese. L‟obiettivo è individuare nuove opportunità per trasferire la capacità progettuale milanese alle aziende asiatiche ed instaurare collaborazioni tra designer, progettisti italiani e aziende cinesi. In sostanza, le imprese creative del territorio milanese, hanno la possibilità di diventare in Cina il simbolo del made in Italy coniugando l‟innovazione al gusto e alla tradizione. Infine, BIC La Fucina guarda all‟India come a uno dei principali mercati mondiali per i settori hi-tech e multimediale, un‟opportunità interessante per le imprese lombarde dell‟audiovisivo alla ricerca di collaborazioni con società indiane che si occupano di scenografia, montaggio, regìa ecc. A tal proposito rilevante è il supporto della Provincia di Milano che ha avviato una mappatura delle più significative realtà milanesi della filiera dell‟audiovisivo (cinema, televisione e pubblicità), al fine di valorizzare questo settore in forte espansione, anche in vista della sua introduzione nel mercato indiano. Responsabilità Sociale d'Impresa (RSI) In tema di RS La Fucina supporta le imprese al fine di: favorire la cooperazione tra imprese del settore profit e le realtà del terzo settore quali imprese sociali e solidali, associazioni e onlus; avviare progetti che favoriscano la crescita degli lavoratori e delle loro potenzialità; promuovere le pari opportunità; 63 favorire azioni per conciliare i tempi di lavoro e gli impegni di cura familiare; diffondere la cultura della certificazione ambientale. In particolare il BIC ha avviato attività di sensibilizzazione sulle tematiche della Responsabilità sociale rivolte alle piccole medie imprese, attraverso l'organizzazione di eventi (Salone della Responsabilità Sociale) e la diffusione di buone pratiche. In quest‟area di competenza il BIC La Fucina supporta le società che operano nell‟ambito dei servizi alla persona, con un focus particolare su quelli ad alto contenuto innovativo tecnologico. Numerose sono le iniziative avviate e in fase di progettazione in questo ambito di attività. In effetti, il BIC La Fucina è promotore dal 2005 del progetto “Dal dire al fare”, nell‟ambito del Salone milanese della Responsabilità Sociale d'Impresa, e propone un modello di sviluppo territoriale sostenibile e un sistema produttivo innovativo che è al contempo equo e attento alle esigenze di tutte le parti coinvolte. In questa prospettiva, La Fucina ha avviato una collaborazione con la Fondazione per la Diffusione della Responsabilità Sociale d’Impresa (Fondazione I-Csr ) nella promozione del progetto di ricerca “People First! Le dimensioni del bilanciamento tra vita personale e professionale. Le nuove prassi italiane”. Il progetto è promosso in condivisione con il Ministero del Lavoro e l‟Ufficio della Consigliera Nazionale di Parità, e mira ad analizzare le iniziative di conciliazione vita-lavoro implementate dalle organizzazioni italiane (pubbliche e private), in un‟ottica di Responsabilità Sociale d‟Impresa. Il centro servizi - BIC La Fucina, nell‟ambito della partecipazione al seminario “Il quadro dei nuovi strumenti finanziari per l‟innovazione d‟impresa previsti dall‟Unione Europea per il periodo 2007-2013”, presentato da Philippe Vanrie, direttore di European BIC Network (EBN), è stato segnalato come esempio di successo tra i Business Innovation Centre italiani. Un ulteriore riconoscimento al BIC milanese arriva proprio dall‟European BIC Network, la rete dei BIC creata nel 1984 dall‟Unione Europea che raccoglie oltre 200 iscritti provenienti da 21 diverse nazioni. Il BIC La Fucina è diventato membro effettivo a pieno titolo di EBN e ha ottenuto il marchio “European Community Business and Innovation Centre”, che attesta la qualità dei suoi servizi in base agli standard europei EBN. Valutato in base a criteri quali mission, struttura aziendale e organizzativa, tipologia e qualità dei servizi per l‟impresa e la pubblica amministrazione, risultati ottenuti, BIC La Fucina ha dimostrato di essere un centro servizi innovativo, dinamico e sensibile alle esigenze del suo territorio. Ne sono prova i 140 aspiranti imprenditori che nel 2006 si sono avvalsi dei suoi servizi di orientamento alla creazione d‟impresa, le oltre 200 tra piccole e medie imprese, start up e spin off supportate nell‟identificazione dei migliori canali di finanziamento sia pubblico che privato, e ancora le 15 idee che, grazie al supporto del BIC milanese, si sono trasformate in altrettante imprese. 64 1.3.7 H-FARM Il modello di business di H-Farm è inconsueto nel panorama italiano. E‟ un‟impresa che opera come un incubatore ovvero crea e coltiva altre imprese offrendo loro un luogo favorevole alla crescita. La struttura principale sorge nella campagna di Ca‟Tron, una frazione di Roncade (Treviso) ed è composta da una serie di cascine ristrutturate in stile hi-tech che ospitano uffici con infrastrutture tecnologiche all‟avanguardia. L‟attività fu avviata nel 2005 da un‟idea di Riccardo Donadon, imprenditore trevigiano proveniente dall‟esperienza di E-tree, che decise di investire un capitale di 10 milioni di euro nella nuova avventura. Il sistema di incubazione adottato incarna alla perfezione la nuova tipologia di incubatori privati che si dedicano principalmente ad attività tecnologiche o web-based. In particolare il massiccio utilizzo del web è finalizzato a raccogliere idee imprenditoriali provenienti da tutto il mondo e renderle capaci di competere nei mercati glocali. H-Farm si basa essenzialmente sul modello del venture capital californiano ed ha l‟obiettivo di innescare un meccanismo per cui i capitali realizzati con investimenti produttivi performanti tornano nell‟economia reale per finanziare nuove start-up innovative, perpetuando così il meccanismo della crescita basata sull‟innovazione. In sostanza, H-farm è un‟“impresa – incubatore” che punta a ridefinire e ridisegnare rispettivamente i ruoli e le funzioni sia dell‟incubatore che delle società di Venture Capital ibridandoli e favorendo così la nascita di una nuova generazione di incubatori, anche grazie ad una proiezione internazionale raggiunta dopo aver aperto sedi negli Stati Uniti, in India e in Inghilterra 37 37 Fonte: http://www.h-farm.it. 65 L‟obiettivo principale che H-Farm si è proposto di conseguire è quello di riuscire ad eleggere Ca' Tron, come sede ideale di un nucleo di imprese che abbiano al centro del proprio progetto lo sviluppo di soluzioni avanzate e all'avanguardia ed in cui il fattore creativo e la passione per il "fare le cose bene" rappresenti il minimo comune denominatore. In sostanza, questo venture incubator intende diventare un vero e proprio “catalizzatore di nuova imprenditorialità”, attraverso una ricognizione intelligente di idee innovative da trasformare in nuove aziende di tipo verticale, le H-Companies, tutte accomunate dall‟obiettivo di semplificare e creare un valore significativo nel campo della tecnologia e dei “new media” con maggiore interesse a quelle appartenenti agli ambiti Green Tech (tecnologie per l'ecosostenibilità), Health Care (la tecnologia al servizio della cura e del benessere del corpo), City/Local News (tecnologie per la diffusione di informazioni globali a carattere locale) e Social Gaming. Partendo dall‟osservazione delle elevate potenzialità offerte dalle moderne ICT e dalla rete internet in particolare, H-Farm si ritaglia in questo settore un ruolo di “semplificatore della complessità” intrinseca alla continua evoluzione della tecnologia, con l‟obiettivo di renderla accessibile, in maniera semplice ed immediata ad un target di utenti sempre più esteso, anche se inesperto o con scarse conoscenze informatiche “riportando al centro del sistema l‟uomo, con i suoi ritmi e i suoi limiti e la sua creatività”, considerato la principale fonte di valore per l‟azienda. Questo approccio è già insito nella scelta del nome.“H” sta per “Human” e sottintende l‟idea che la tecnologia debba essere compatibile con l‟uomo e resa di più facile fruizione. Così come era nel mondo agricolo l‟uomo deve essere al centro anche nello sviluppo di una nuova tecnologia. “FARM” perché collega l‟idea della fattoria della tradizione contadina con le più avanzate tecnologie del web e dei nuovi media proiettando il contesto locale nel mondo delle tecnologie e della conoscenza, ma anche per evidenziare che l‟incubatore è stato pensato come una fabbrica di idee e di innovazione. L‟approccio strategico basato su una prospettiva relazionale, orientata alla condivisione non solo del semplice spazio fisico e lavorativo, ma anche di uno o più frame cognitivi, permette di fatto un migliore e più rapido adattamento per le moderne start-up creative, snelle e basate sul talento, a contesti economici che richiedono una crescente flessibilità. Un rapido adattamento favorito soprattutto dalla creazione di un ambiente ed un clima organizzativo che non sia solo efficiente ed efficace, ma anche culturalmente e socialmente stimolante. Non è casuale che l‟incubatore rivolga gran parte della propria attenzione alla vivibilità dell‟ “ambiente”di lavoro ed alla gestione degli spazi di tipo openspace, elementi che molto più di altri sono in grado di favorire la socializzazione tra le start-up che partecipano al processo d‟incubazione e di agevolare la “contaminazione cognitiva”, attraverso lo scambio delle competenze e dei metodi di lavoro diversi. 66 Il sistema di supporto messo a punto da H-Farm si articola in un insieme di fasi strutturate ed organizzate in modo da poter posizionare adeguatamente sul mercato le H-Companies di entro due anni dall‟avvio del periodo di incubazione. La fase di incubazione vera e propria è anticipata da una fase di scouting e pre-selezione molto complessa. Le aspiranti start up possono candidare il proprio progetto inviando al team di H-Farm una descrizione di massima della business idea. In questa prima fase il Comitato di valutazione prende in esame tre elementi principali: la qualità e la competenza del team; l‟analisi di mercato (introduttiva) e le opportunità di investimento; la solidità del modello di business; la business idea I migliori progetti vengono invitati allo Storming Pizza38, un evento periodico organizzato dal Team interno di H-FARM per consentire ad un gruppo preselezionato di potenziali start-up una presentazione adeguata delle proprie idee imprenditoriali. Il tono dell'evento è molto informale: si parte con una rapida (6 minuti) presentazione dell‟idea, seguita da una sessione di 15 serratissimi minuti, durante i quali gli aspiranti imprenditori dovranno rispondere alle domande degli investitori. Se, dopo la presentazione, il feedback sul progetto è positivo, viene fissato un incontro di approfondimento; tipicamente, i temi trattati sono: analisi di mercato roadmap di sviluppo funding e budget per lo startup definizione dell'operazione di investimento. L‟incontro di approfondimento è l‟ultimo step per i team di neo-imprenditori. Se l‟esito dell‟incontro risulta positivo e almeno uno dei Partner di H-FARM è disposto a "sponsorizzare" il progetto, l'investimento viene presentato al Comitato Investimenti per la valutazione finale e per l‟accesso al Seed 38 Storming Pizza, il format ideato da H-Farm per individuare le start up più promettenti, in realtà, è nato come serata di confronto interna su idee di business interessanti. In considerazione della validità della formula, le serate sono state aperte a chiunque volesse unirsi alla discussione e, in seguito, questo format è diventato parte integrante del processo di selezione degli investimenti (www.stormingpizza.it) 67 39 Program. Durante la prima fase di incubazione le start-up sono controllate da H-FARM per almeno il 70%, ed il restante 30% è suddiviso tra altri partner industriali, investitori privati ed eventualmente istituzionali ed infine dai manager che costituiscono, di fatto “l‟ossatura operativa” dell‟azienda. L‟investimento medio per ogni società è di 250mila euro, ma in alcuni casi è stato raggiunta quota 2,5 milioni. H-farm solitamente chiede una quota (variabile) della start up stessa per sostenere gli investimenti iniziali, mentre è previsto un tariffario per altri servizi di carattere secondario. Nella seconda fase di incubazione H-Farm aiuta le imprese presenti nell‟incubatore a valutare attentamente il time to market, cioè il momento giusto per introdursi nel mercato per supportarle nell‟elaborazione di una strategia di way-out vincente. L‟obiettivo è quello di posizionare nel mercato la start up nei primi due anni di incubazione. H-Farm successivamente rallenta la sua attività di intervento commerciale e di sostegno e nell‟arco dell‟ultimo anno effettua delle prove per valutare non solo la maturità dell‟azienda ma incentrando il proprio supporto prevalentemente sulla ricerca di un partner industriale e sulla strategia di way out. Nel complesso il venture incubator investe in modo mirato sulle imprese selezionate fornendo: un adeguato supporto finanziario; una vasta gamma di servizi (real estate, branding, marketing, coaching e di mentoring, assistenza e consulenza legale, amministrativa, etc); spazi e strutture dove le neo imprese si insediano e fanno rete e dove possono usufruire di alcuni servizi comuni. Appare evidente che la rotta da seguire per le start - up viene decisa e condivisa ex ante ed è espressione diretta di un impegno forte assunto dal management. Attraverso questo percorso, le.”H-companies” sono messe in grado di ambire a rivestire il ruolo di imprese - leader nel proprio segmento di business non solo per capacità tecnologica,ma anche per grado di innovazione o semplicemente per presidio geografico di una determinata area. 39 Il Seed Program è stato presentato da H-Farm a pochi giorni di distanza dal lancio in Italia dell‟iPhone con il preciso intento di mettere, a disposizione delle start up , un finanziamento pari a 250.000 dollari per lo sviluppo e la messa a punto di idee innovative per lo sviluppo di un nuovo servizio o programma applicato all‟iPhone. In seguito è diventato un vero e proprio programma di finanziamento a sostegno delle migliori idee innovative. 68 Facendo leva su questo innovativo approccio strategico H-FARM è riuscita a far “decollare” le proprie start-up secondo un modello innovativo e, considerati i risultati, anche vincente. Attualmente il portafoglio complessivo di H-Farm comprende 30 start-up e di queste,4 sono diventate del tutto autonome. Tra le principali realtà che hanno spiccato il volo da Ca‟Tron vanno ricordate H-art, H-care, H-umus, H-play, Shado.tv e Zooppa. Quest‟ultima è una società di outsourcing nell‟ambito del digital advertising ed in breve tempo si è ritagliata il ruolo di leader mondiale nel suo campo, diventando il fiore all‟occhiello di H-Farm. Il valore complessivo della produzione delle società del gruppo H-FARM nel 2006 ha raggiunto gli 8,5 milioni di euro, con una crescita complessiva dei ricavi che si attesta attorno al 320%. H-Farm è una interessante sintesi di localismo e globalità. Dalla campagna veneta H-Farm ha esteso la propria presenza in aree di mercato (Usa, India e Regno Unito) molto vaste relativamente all‟ampiezza del loro bacino d‟utenza, per rispondere alle richieste specifiche del mercato e per favorire processi di internazionalizzazione. Peraltro, il fatto che l‟incubatore è nato all‟interno di una realtà economica come quella del nordest Italia, dove sono presenti una miriade di piccole e medie imprese strettamente interconnesse tra loro, ed ha gradualmente avviato altri centri in contesti imprenditoriali molto vivaci e dinamici, ha caratterizzato e sta caratterizzando sempre più il modo in cui la struttura stessa funziona: ogni sede di H-farm cerca di integrarsi il più possibile con le piccole aziende locali, creando di fatto un network di risorse e servizi a disposizione delle start-up al fine di consentire a quest‟ultime di essere sin da subito competitive sui relativi mercati di sbocco. E‟ necessario evidenziare, inoltre, che la valorizzazione del capitale umano rappresenta uno dei punti di forza dell‟incubatore. Proprio grazie alla condivisione di conoscenze di un gruppo socialmente unito e capace di cooperare sintonizzandosi su di un obiettivo finale condiviso, i tempi di realizzazione di un nuovo prodotto/servizio in H-FARM si sono di molto ristretti. L‟identità del gruppo viene sostenuta anche dalla partecipazione collettiva ad azioni e relazioni sociali (imagination) sotto forme diverse quali le conversazioni, le riunioni, gli incontri, ecc.Questi fattori e questi processi ingenerano in ciascun “attore” un forte senso di appartenenza ad una serie di intenti ed ad un network di progetti, che di fatto ne accresce il potenziale innovativo e di conseguenza quello reddituale. In H-Farm, peraltro, è presente un sistema di stock-options che ridistribuisce, in caso di successo, i profitti ai propri dipendenti e/o manager, stimolandoli così ad ottimizzare le proprie performance lavorative e le proprie relazioni identitarie con l‟organizzazione. L‟ esperienza di H-FARM dimostra che è ormai indispensabile rileggere in modo nuovo le relazioni tra attori-agenti e organizzazione, tra strategia e mercati, tra consumo e produzione, tra crescita e globalizzazione, introducendo nuovi e più inclusivi strumenti di governance e superando i limiti del controllo a tutti costi con modelli partecipativi attivi, dinamici e coevolutivi. 69 1.4 Smart e green incubator U.S.A. Nelle attività di benchmarking su scala globale non poteva mancare un approfondimento sulle esperienze maturate negli Stati Uniti, il Paese che ha visto nascere il primo incubatore e che ancora evidenzia ritmi sorprendenti di sviluppo di nuove iniziative di incubazione. Dall‟analisi è emersa una sorprendente proliferazione di “green incubator”, in parte legittimata anche dal fatto che l‟Amministrazione Obama attraverso l’Economic Recovery Plan ha puntato in maniera significativa sulla “green economy” in risposta alla grave crisi economico-finanziaria mondiale In realtà, molti incubatori statunitensi oltre a favorire lo sviluppo di idee imprenditoriali in grado di coniugare sviluppo e innovazione, contribuiscono alla creazione ed al sostegno di un economia sempre più sostenibile. I Green incubator, oltre ad ispirare le imprese, attraverso programmi, strumenti, centri di formazione e ricerca, a sviluppare, gestire e promuovere programmi correlati alle specificità territoriali, garantiscono una assistenza “esclusiva” alle imprese sostenibili, alle imprese non profit e alle organizzazioni che sviluppano tecnologie verdi o praticano forme sostenibili di business ed utilizzano o producono prodotti verdi, tecnologie pulite. Tra gli obiettivi degli “incubatori verdi”, in sostanza, rientra anche una importante azione di sensibilizzazione nei confronti delle comunità locali e, una parallela attività di stimolo ad una gestione sostenibile diretta ai leader del business, delle istituzioni pubbliche, del mondo della scuola, etc. In genere, i green incubator sono localizzati in edifici "green (design sostenibile, materiali di costruzione riciclati, "laboratori a secco", nel senso che non vengono utilizzate sostanze chimiche aggressive o coinvolti macchinari pesanti,ecc) e le start up, selezionate attraverso un rigoroso processo di selezione competitiva, sono incentivate a lavorare insieme e a sostenere un nuovo modello economico basato sulle tecnologie pulite (trasmissione e distribuzione di energia, la pubblica illuminazione, mercati ambientali ed i servizi finanziari connessi, architettura sostenibile e il green design), sui green job e sulle energie rinnovabili. 70 1.4.1 Un incubatore virtuale nella Silicon Valley: CONNECT CONNECT è un‟organizzazione non profit che riunisce scienziati, imprenditori ed investitori al servizio della Contea di San Diego; è stata fondata nel 1985, come spun–out della University of California, San Diego (UCSD), in un momento storico molto particolare per gli USA, ossia la crisi degli anni 80, in cui i settori trainanti dell‟economia erano in declino e bisognava individuare un nuovo modello per la creazione e l‟attrazione d‟impresa al fine di contribuire allo sviluppo economico. La funzione di Connect è particolarmente strategica, in quanto, attraverso i programmi messi a punto offre una pluralità di servizi innovativi ad alto valore aggiunto che possono essere suddivisi in sei categorie: Business Creation - Accelerare il successo degli innovatori in tutte le fasi di crescita; Convergence Clusters - Accelerare l'innovazione con informazioni condivise e di collaborazione. Investment Capital – Connettere gli innovatori alle risorse finanziarie necessarie per il loro successo. Educational Curriculum - Accelerare la conoscenza degli innovatori; Public Policy - Rappresentare le imprese a livello sia federale che statale per fronteggiare eventuali ostacoli. Recognition & Competition - Promuovere innovatori e idee innovative di San Diego. 71 Per quanto riguarda il “Business Advisory Services”, Connect offre il programma Springboard (Trampolino), un programma di fama mondiale, finalizzato alla creazione di imprese tecnologiche ed all‟individuazione di strategie finanziarie, attraverso un processo di tutoraggio di gruppo. Le start-up ricevono servizi di mentoring da un team di circa 500 dirigenti di successo, sia Chief executive office (CFO) che Chief Marketing Officer (CMO) che offrono consulenze attraverso il “CONNECT‟s Entrepreneurs-in-Residence” (EIR) e il “Domain Expert Program”. Il programma offre alle imprese la possibilità di essere assistite in tutte le fasi di crescita: Innovation - lavorando con i ricercatori nella fase iniziale, per valutare il potenziale della “Business idea”. Technology Transfer - assistenza ai ricercatori e ipotesi di creazione d‟impresa attraverso l‟individuazione di strategie di finanziamento. Commercialization - coaching per sviluppare una business idea convincente da poter essere presentata agli investitori. Transition - mentoring per le imprese che stanno provando a lanciare un nuovo prodotto o ad entrare in un nuovo mercato. Global Bridge – collaborazione con aziende con sede in altre regioni che vorrebbero aprire uffici a San Diego e cercare di investire in un nuovo mercato. Appena accolta nel programma Springboard, la neo-impresa viene affiancata da due o tre volontari della EIR per un periodo che può oscillare da due settimane a sei mesi. Questi volontari offrono consulenza su una serie di argomenti (proprietà intellettuale, valutazione,finanziamenti, due diligence, ecc). Quando l‟azienda è “allenata”, ossia ha ricevuto una consulenza puntuale, viene sottoposta al vaglio di un gruppo di esperti del settore: fornitori di servizi, venture capitalist e business angels che dopo aver fornito un feedback sulla presentazione, decidono se fare o meno un investimento o se presentare l‟impresa agli altri membri delle reti in cui sono coinvolti. Dopo questo passaggio l‟impresa può definirsi “laureata” dal programma. Fin dalla sua ideazione, il programma ha assistito oltre 1.000 aziende in partenza, di cui oltre 400 si sono laureate, e ha raccolto più di 1 miliardo di $ di finanziamenti. CONNECT lavora per aiutare le imprese dell‟intera contea ad ottenere l'accesso al capitale di rischio attraverso l‟individuazione di percorsi diversi: Venture Roundtable - CONNECT ospita ogni anno quattro tavole rotonde di Venture capital in particolari discipline (scienze della Vita, tecnologie pulite,ecc). In pratica gli esperti del settore giudicano le candidature e scelgono cinque venture capitalist disposti a investire nelle imprese innovative di San Diego. 72 Deal Network - un database riservato a singoli investitori che non fanno parte di un gruppo di business angels, ma sono comunque interessati ad investire in early stage. Questi oltre a ricevere offerte d‟investimento periodiche partecipano ai “Deal network”, brevi presentazioni e networking tra imprese e potenziali investitori. Solitamente le imprese partecipanti sono le “laureate“ del programma Springboard, mentre gli investitori provengono dai “Venture Roundtable”. CONNECT/Calit2 Grants Portal - CONNECT collabora con il “California Institute for Telecommunications and Information Technology” (Calit2) per garantire agli imprenditori, attraverso un portale dedicato, l‟accesso ad informazioni riguardanti tutte le sovvenzioni federali. Il portale consente alle imprese di creare un profilo individuale e ricevere in tempo reale le opportunità in base alle proprie potenzialità. Tech Coast Angels - CONNECT collabora da tempo con la San Diego Tech Coast Angels (TCA), una delle più importanti reti di business angels degli Stati Uniti, nonché una delle principali fonti di finanziamento per le start-up. Solo nel 2010, TCA ha finanziato 31 aziende, investito 6,3 milioni di dollari, esaminato oltre 500 nuove imprese. CONNECT, inoltre, fornisce alle imprese una serie di programmi e servizi educativi, nonché continui aggiornamenti sulle politiche e sugli eventi pubblici. Meritano di essere menzionati: Entrepreneurs for Young Innovators - programma finalizzato ad una interazione continua tra imprenditori tecnologici e studenti di scuole medie e superiori con l'obiettivo di incoraggiare questi ultimi ad intraprendere la strada della creazione d‟impresa. CEO Strategy Forum - l'intento del forum è quello di supportare le sfide avviate dagli “chief executive officer” (CEO) delle imprese, nonché le strategie commerciali e le tecniche di gestione al fine di superare gli ostacoli e accelerare la crescita. I membri solitamente sono gli amministratori delegati di imprese che hanno già ricevuto finanziamenti per lo start-up, ed hanno già acquisito clienti quindi sono in fase di crescita. Connect-Assist – supporta gli istituti di ricerca nell‟attrazione e fidelizzazione di talenti. FrameWorks Workshops – predispone workshop sui principi fondamentali di business per neo imprenditori e start up e per professionisti come ingegneri e scienziati che vogliono migliorare le proprie capacità imprenditoriali. 73 Frontiers in Science and Technology - organizza cicli di conferenze finalizzate a rendere pubblici i risultati raggiunti dal sistema della ricerca della contea di San Diego. Le conferenze riuniscono imprenditori, scienziati, ingegneri e medici di numerosi istituti di ricerca di San Diego. Financial Forums/Timely Topics - didattica per capitali di investimento nonché alla normativa vigente. CONNECT/Xconomy Research & Innovation Summit – incontri tra venture capitalist e scienziati al fine di abbozzare una vision del futuro. CONNECT/Xconomy Research & Innovation - assume un ruolo attivo a favore dei suoi membri nelle politiche pubbliche. Infatti CONNECT individua questioni legislative ritenute fondamentali e si pone come sostenitore riunendo esperti sia a Washington che a San Diego al fine di formare gruppi e farsi portavoce di bisogni e preoccupazioni del comparto produttivo. l'accesso ai Nel 2010, il Consiglio di Amministrazione di CONNECT ha approvato l'istituzione di un think tank (CONNECT Innovation Institute ) per sviluppare e pubblicare libri bianchi sulla politica dell'innovazione e la competitività nell'economia globale. CONNECT, inoltre, pubblica un trimestrale sull‟innovazione dell‟intero stato della California al fine di fornire indicatori sull‟ impatto dell'innovazione sull'economia. Il rapporto trimestrale considera, ad esempio, il numero di start-up nelle regioni chiave della California, l‟ammontare dei salari nel settore tecnologico, nonché i numeri occupazionali, gli investimenti pubblici e privati l'attività brevettuale, ecc. CONNECT è fermamente convinta che le start-up e gli imprenditori giocano un ruolo fondamentale nella promozione dell'economia dell'innovazione, a tal proposito sostiene riconoscimenti e competizioni come: Entrepreneur Hall of Fame - per individuare leader della Contea di San Diego che si sono distinti nella creazione di imprese tecnology based e che hanno contribuito allo sviluppo economico locale e statale. Most Innovative New Product Awards – riconoscimento per imprese che operano nel settori: aerospazio,tecnologie di sicurezza, tecnologie pulite, comunicazione e IT, scienze della vita. Connect with CONNECT - eventi di networking promossi durante l'anno al fine di creare per gli nuove partnership e ampliare le loro reti. 74 CONNECT ha lanciato anche un “Nearsourcing Marketplace” per formare i neo imprenditori sui benefici del nearsourcing. Il programma include tre componenti: programmazione di workshop educativi e conferenze sui vantaggi del nearsourcing, possibilità di interazione con “Connectory” un data base di 5.000 società di outsourcing di San Diego ed organizzazione di tavole rotonde per assistere gli imprenditori nel sourcing e nella contrattazione. Il Continuo sviluppo di nuove strategie dell‟intero team di CONNECT, all‟interno del quale ci sono anche 1800 volontari, riesce a soddisfare le esigenze di un'economia in continua evoluzione. Il fattore di successo più importante sicuramente è la collaborazione. Infatti, tutti i membri, particolarmente convinti che l'innovazione è un processo sociale che si basa sull'interazione, sulla fiducia e sullo scambio di conoscenza tacita, svolgono un ruolo attivo all'interno dell'organizzazione e rendono possibile l‟offerta di una vasta gamma di servizi di alta qualità e, allo stesso tempo, permettono a CONNECT di svolgere anche il ruolo di catalizzatore dell‟innovazione e acceleratore della crescita economica. CONNECT, dunque, attraverso un modello di governance basato essenzialmente sulla suddivisione di compiti e ruoli specifici, sulla programmazione di strategie ed interventi di tipo integrato è riuscito a divenire un leader rispettato nella definizione delle policy pubbliche. Il Bilancio annuale di CONNECT è di circa 3 milioni $. Quasi la metà delle entrate dell'organizzazione è generata da quote associative pagate dal settore industriale, da fornitori di servizi professionali, istituti di ricerca e società di venture capital; ulteriori entrate provengono dalle sponsorizzazioni dei singoli programmi. Queste entrate consentono a CONNECT di offrire assistenza e programmi educativi sia gratuitamente che ad un costo molto basso sia per i ricercatori che per le imprese (nelle fasi iniziali e di crescita). CONNECT ha assistito oltre 3.000 aziende, ha attratto più di 10 miliardi di $ in capitale di investimento ed il suo modello è stato replicato in altre città e paesi, tra cui Scozia, Danimarca, Svezia Norvegia, Colombia, Arabia Saudita, Taiwan, New York, Bogotá,ecc. Recentemente ha ricevuto due importanti riconoscimenti: il premio per la capacità di costruire imprese tecnology based dal “National State Science and Technology Institute‟s Excellence in Tech-Based Economic Development” ed il Premio Innovazione da parte del “US Department of Commerce for creation of Regional Innovation cluster”. Risulta importante evidenziare, inoltre, che l‟interessante azione di CONNECT a sostegno di nuove e più innovative forme di imprenditorialità, si sostanzia ormai anche in un ruolo di promozione e coordinamento di numerose aggregazioni e “reti” di impresa sia nella Contesa di San Diego che in altri territori. 75 Figura 12 CLUSTER – San Diego CONNECT promuove e coordina, inoltre, il San Diego Innovation Hub (SD I-Hub) una straordinaria integrazione di cluster specializzati in settori di punta (e.g. mobile health, biofuels, solar energy/energy storage,etc), finalizzata a trasformare la ricerca in nuova impresa e, quindi, in nuovi posti di lavoro In effetti, San Diego Innovation Hub si inserisce nell‟ambito di un‟iniziativa strategica lanciata nel tentativo di sfruttare e valorizzare lo spirito innovativo della California. 76 In effetti, l‟iniziativa Innovation Hub (iHub) suddivide l‟intero territorio in zone particolarmente vocate per determinati settori e favorisce la creazione di piattaforme fisiche e virtuali tra parchi di ricerca, incubatori tecnologici, università, start-up, organizzazioni per lo sviluppo economico, gruppi aziendali e venture capitalist. Figura 14: la mappa degli I–Hub californiani La gestione della “rete di cluster innovativi” della Contea di S.Diego e di quella di Imperial, il San Diego I – Hub, è affidata a un consorzio costituito da 35 partner tra cui istituzioni accademiche, gruppi e consorzi di sviluppo economico e locale e coordinata da CONNECT. In definitiva Connect, pur non essendo un incubatore nel senso tradizionale del termine, rappresenta un ottimo esempio di smart incubator proprio perché, in maniera flessibile e proattiva, riesce ad essere un “integratore” di sistemi integrati e interconnessi di sviluppo e un “connettore intelligente” di funzioni e servizi indispensabili per una compiuta “smart (r ) evolution. 77 1.4.2 Murata Business Center 40 Nel marzo del 1997 la società Murata Electronics of North America ha donato una struttura di 34.000 mq alla Capital Region Economic Development Corporation (CREDC), braccio operativo della “Harrisburg 41 Regional Chamber” ,principale organizzazione per la promozione e l'attuazione di attività di sviluppo economico-territoriale nella regione centrale della Pennsylvania. L'edificio, situato nella contea di Cumberland, realizzato per promuovere un progetto di sviluppo economico, ospita il Murata Business Center (MBC) , un incubatore di imprese gestito dal CREDC e al servizio delle contee di Cumberland, Perry e Dauphin nella regione centrale della Pennsylvania. 40 Murata Electronics North America è una delle 54 società interamente controllate, in tutto il mondo, dall'organizzazione giapponese Murata Manufacturing Co. che produce materiali elettrici tecnologicamente avanzati, attraverso processi innovativi. Il gruppo Murata Manufacturing investe ogni anno il 7-8% del fatturato in R & S, al fine di mantenere costantemente alto l‟impegno per la qualità e l'innovazione. 41 L‟ ”Harrisburg Regional Chamber”, attraverso il CREDC funge da vero e proprio catalizzatore per promuovere la crescita e la qualità della vita nell‟intera regione,combinando una miscela fatta di servizi alle imprese e sviluppo economico al fine di migliorare la vitalità economica della regione e la qualità della vita. 78 La mission di questo incubatore pubblico si inserisce nella strategia che lo stato della Pennsylvania ha attuato al fine di favorire lo sviluppo della “new economy”. L‟amministrazione statale ha identificato quattro macrosettori di importanza strategica (Scienze della Vita, Alte Tecnologie, Manifatture e Materiali, Servizi Commerciali e Finanziari), sui quali è imperniato l‟attuale programma di sviluppo economico, ed fa sviluppato un‟ampia gamma di programmi d‟incentivazione e finanziamenti per attrarre ed assistere le imprese, e per promuovere la R & S nei settori d‟avanguardia. In questo contesto competitivo si inserisce l‟azione del Murata Business Center (MBC), finalizzata a promuovere lo sviluppo economico attraverso una vera e propria integrazione di talenti, tecnologie, know-how e capitali all‟interno di un milieu favorevole. L‟incubatore, in effetti, con l‟ambizione di essere non solo leader tra gli incubatori di imprese, ma un vero e proprio “energizzante” dell‟economia locale, cerca di sostenere in modo efficace sia le imprese innovative in fase di pre-venture che gli imprenditori, fornendo loro opportunità di successo attraverso lo sviluppo di partnership strategiche. Il MBC offre un servizio di pre-incubazione non solo attraverso una particolare e puntuale assistenza nella stesura del business plan, dei Piani finanziari e dei piani di marketing dei futuri imprenditori, ma soprattutto offrendo loro l‟opportunità di aderire ad una interessante iniziativa denominata “Tech Celerator”. Questa iniziativa, nata dalla collaborazione del CREDC con la Ben Franklin Technology Development Authority, aiuta gli imprenditori ad acquisire le competenze necessarie per far decollare le idee innovative e al contempo contribuisce a migliorare l‟economia e l‟attrattività dell‟intero territorio. Per candidarsi al programma della durata di 60 giorni, partecipare a costo zero e ricevere un premio iniziale di 1000 $, gli imprenditori devono presentare una idea imprenditoriale con una forte connotazione tecnologica. In questi due mesi, i neo imprenditori si trovano non solo ad operare quotidianamente, attraverso un approccio one-to-one, con mentor business, ma ad essere settimanalmente coinvolti in gruppi per dibattere su temi specifici (la stesura del business plan, marketing, finanza, ecc.). Oltre ad utilizzare alcuni servizi di base (sale conferenze, connessione ad Internet, servizio copia/fax, accesso alla biblioteca ecc.), come veri e propri “residenti” dell‟incubatore, i neo imprenditori vengono presentati agli ex inquilini dell‟incubatore per apprendere, attraverso opportune “Lessons Learned”, gli errori commessi e le best Practices di altre imprese. 79 Alle start-up che completano con successo il programma, viene offerta l‟opportunità di competere con le altre neo-imprese al fine di acquisire un “seed account” per meglio comprendere il pieno sviluppo del loro business plan e cogliere le opportunità offerte del mercato. Inoltre dopo la prima fase i neo imprenditori possono: concorrere per acquisire ulteriori 10.000 $ per continuare l‟avventura imprenditoriale; essere presentati a potenziali angel investors; usufruire degli uffici e dei servizi di MBC; aderire al Programma Ben Franklin Tecnology Partner. Nello specifico il Ben Franklin Tecnology Partner è uno dei maggiori programmi di sviluppo nazionale, gestiti dalla Ben Franklin Technology Development Authority (BFTDA), del “Department of Community and Economic Development” della Pennsylvania, attivo da oltre un quarto di secolo, che persegue i seguenti obiettivi: accelerare lo sviluppo tecnologico dello stato e creare posti di lavoro sostenibili; fornire alle imprese assistenza operativa, sostegno imprenditoriale, ricerca di prestiti, sovvenzioni e capitali di investimento per lo sviluppo di nuove tecnologie; fornire assistenza per le imprese avviate al fine di creare e mantenere posti di lavoro; In sintesi questo programma, strategicamente offerto sull‟intero territorio statale, si pone come un vero e proprio strumento per accelerare e promuovere la crescita economica. Per quanto concerne la fase di incubazione vera è propria il MBC è stato progettato per ospitare 28 aziende. Le imprese, pagando un canone mensile agevolato, ricevono un pacchetto completo di servizi che permette loro di diventare indipendenti in 3/5 anni. Il MBC, grazie alla collaborazione con agenzie e organizzazioni presenti in tutta la regione centrale della Pennsylvania e al sostegno finanziario che riceve dai vari governi provinciali e locali, tra cui il Comune di Carlisle e da molte aziende private, riesce a fornire numerosi servizi innovativi. 80 Inoltre, per avviare imprese non ancora pronte a sostenere spese di locazione, l‟incubatore offre un programma denominato “Associate client program”, un pacchetto di servizi e orientamenti che prevede, per un costo di 79 dollari al mese: l'utilizzo del sale conferenze Connettività Internet in camera sala della conferenza; 50 fax in arrivo ed invio a titolo gratuito e 100 copie. Inviti e sconti per workshop e seminari promossi da Murata; l'utilizzo del breakroom / cucina; connessione ad internet; business mailbox; l‟utilizzo del “Murata Resource Center” /biblioteche; servizi di supporto da parte del personale Murata. Il MBC può garantire alle sue imprese particolari benefici. In effetti, l‟intero territorio su cui opera rientra in una delle 29 “Keystone Innovation Zone” (KIZ), lanciate dal “Department of Community and Economic Development” Technology Investment Office e gestite sul territorio da enti preposti. Le Keystone Innovation Zone, aree geografiche delineate per favorire l'innovazione, creare nuove opportunità imprenditoriali, migliorare l‟economia e l‟attrattività e favorire la diffusione di R & S, si basano sulla collaborazione di enti pubblici (comunità locali, università, centri di ricerca, ecc) e privati (istituti di credito, imprese private, organizzazioni di sostegno alle imprese, reti di venture capital, business angel, fondazioni). Le KIZ forniscono alle imprese non solo una fitta rete di sostegno, ma anche considerevoli risorse economiche e soprattutto crediti d‟imposta particolarmente agevolati al fine di costruire un‟ economia Knowledge based. La “Keystone Innovation Zone” dello stato della Pennysilvania gestita, come il MBC, dal CREDC, offre alle imprese numerosi vantaggi tra i quali: prestiti a basso tasso di interesse grazie ad un fondo gestito dal CREDC denominato “Enterprise Zone Loan Fund” che prevede un importo massimo di 500.000 $ o se il progetto ha un costo inferiore un prestito pari al 30% del costo totale del progetto; tassi di interesse ridotti attraverso il Community and Economic Development; Pennsylvania Department of crediti d'imposta agevolati per le imprese, (fino ad un max del 20% recuperabile sotto forma di reddito netto aziendale); le imprese possono ricevere particolare attenzione in altri programmi nazionali; 81 diritto a ricevere assistenza tecnica da parte di aziende simili presenti sull‟intero territorio. La Keystone Innovation Zone ha ideato un centro chiamato Innovation Transfer Network, per aiutare ulteriormente le imprese a connettersi con college ed università dell‟intera regione al fine di arginare il brain drain. Il MBC svolge un ruolo strategico di sostegno all‟internazionalizzazione sia “passiva” che “attiva“ delle imprese. A tal proposito, nel 2009 l‟incubatore ha ricevuto dal NBIA l‟importante Label “soft landing”, grazie alla vasta gamma di servizi offerti per l‟attrazione tra i quali: traduzione, problem solving, accesso al capitale, ricerche di mercato, ricerca delle leggi in vigore sull‟importazione ed esportazione, acquisizione di visti per immigrati, ecc. Grazie all‟esperienza ed alla capacità nel sostegno alla crescita delle imprese, dalla pianificazione al finanziamento del business, quindi, il Business Murata Center rappresenta un‟importante risorsa per lo sviluppo dell‟intero territorio. 82 1.5 Gli esiti dell‟attività di benchmark L‟attività di benchmarking ha fatto emergere con estrema evidenza che spesso gli incubatori “intelligenti” sono i principali strumenti delle policies pubbliche a sostegno di questa complessa smart (r)evolution. I risultati dell‟analisi hanno reso evidente, infatti, che le importanti performance realizzate soprattutto dagli incubatori pubblici o misti (pubblicoprivati) rappresentano in gran parte il portato di scelte strategiche di mediolungo periodo, supportate da policies adeguate e da inediti, quanto indispensabili, “raccordi” tra vari livelli istituzionali e tra la sfera pubblica e quella privata. Il dato più importante è che dalla Silicon Valley,ai poli di innovazione e di competitività europei, fino alle esperienze positive condotte nei paesi emergenti (BRICs), la transizione verso un’economia “intelligente” non è affidata al caso ma, al contrario, è sostenuta da ingenti investimenti pubblici e privati, dallo sviluppo di reti glocali, dalla sperimentazione di nuovi modelli di collaborazione e di “ibridazione” tra imprese (joint venture, partenariati tecnologici, industriali, commerciali, finanziari, partecipazioni a network internazionali di ricerca e trasferimento tecnologico, reti di impresa, sistemi di near-sourcing, etc) e da nuovi strumenti finalizzati alla nascita di imprese knowledge based. In questo contesto “glocale” sottoposto a continue e frenetiche “mutazioni”, quindi, lo SMART INCUBATOR è uno dei “pilastri” sui quali si tenta di costruire il nuovo. Dall‟analisi comparata, peraltro, è emerso che, con il graduale passaggio dalla old alla nuova economia, gli incubatori diventano “conglomerati virtuali” ed interfacce cognitive capaci di promuovere contenuti e servizi a forte componente immateriale. In sostanza stiamo assistendo ad una smart (r)evolution anche dei servizi offerti e delle funzioni svolte dagli incubatori. Accanto ad un‟offerta di spazi fisici e di attrezzature sempre più sofisticata, gli SMART INCUBATOR si distinguono, infatti, per un elevato grado di know-how correlato alle attività ed ai servizi ad alto valore aggiunto offerti alle nuove start-up in maniera sempre più individuale e customerizzata. Abbiamo provato a riassumere in quadri sinottici le funzioni e l‟ampia gamma di servizi offerti dagli incubatori analizzati in modo da rendere evidente che non esiste un modus agendi unico e replicabile, ma che, in genere, le strategie ed i programmi di incubazione sono strutturati in funzione delle esigenze delle imprese e nel rispetto di normative esistenti e in sintonia con gli strumenti di programmazione. 83 INTERFACCIA COGNITIVA FUNZIONE SERVIZI INCUBATORI supporto volto all’identificazione di ricercatori e tecnologi che possono collaborare al potenziamento tecnologico dei prodotti/servizi erogazione di servizi di rete e di consulenza allo scopo di favorire il trasferimento tecnologico e di finanziarie meglio e di più l’innovazione delle PMI accesso ai servizi di biblioteca , strumenti di progettazione e laboratori multimediali e strutture di studio CIETEC InnoCentre BIC La Fucina InnoCentre Montpellier InnoCentre centro di scambio delle informazioni tra imprese, costituende e/o costituite finalizzate alla creazione di nuove opportunità di collaborazione BIC La Fucina Attivazione di collaborazioni attraverso la stipula di appositi protocolli di cooperazione con Università, Centri di ricerca e attori della grande impresa volti a favorire un connubio intelligente fra diversi attori pubblici (finanziare regionali, agenzie di sviluppo, ecc.) caratterizzati da competenze complementari, ma tra loro funzionali al perseguimento di un obiettivo comune, e soggetti privati CIETEC BIC Montpellier InnoCentre BIC La Fucina Almacube Murata H-Farm I3p condivisione di specifici Frame Cognitivi (e.g. modo di pensare le relazioni tra attori-agenti e organizzazione, modo di pensare il rapporto tra la strategia e i mercati target, tra consumo e produzione, tra crescita e globalizzazione, con nuovi e più inclusivi strumenti di governance, di tipo dinamico e co-evolutivo H-Farm 84 FUNZIONE SERVIZI Accordi di cooperazione su scala internazionale con altri incubatori INCUBATORI BIC Montpellier InnoCentre BIC La Fucina BIC Montpellier Servizi “soft landings” internazionali a supporto della realizzazione del piano industriale Supporto alla ricerca di partnership tecnica e commerciale Murata BIC La Fucina Bethesda Green Expands Business Incubator BIC Montpellier H-Farm InnoCentre Marketing Internazionale BIC Montpellier ATTRATTORE BIC La Fucina BIC Montpellier InnoCentre Networking “glocale”, orizzontale e verticale finalizzato alla creazione di “reti”, joint, new-co BIC La Fucina H-Farm CONNECT Almacube I3p Virtual Networking Sostegno finanziario attraverso l’erogazione di sovvenzioni vincolate al perseguimento degli obiettivi declinati nel business plan Erogazioni di finanziamenti diretti BIC Montpellier BIC La Fucina InnoCentre CIETEC InnoCentre Missioni di Internazionalizzazione BIC La Fucina CIETEC 85 FUNZIONE SERVIZI Supporto ed assistenza al processo di negoziazione con i potenziali investitori nazionali ed internazionali supporto alla ricerca di partnership tecnica e commerciale, ecc. INCUBATORI Innocentre BIC Montpellier BIC Montpellier Innocentre BIC La Fucina Networking “glocale”, orizzontale e verticale finalizzato alla creazione di “reti”, joint, new-co H-Farm CONNECT AlmaCube BUSINESS CONNECTOR I3P Servizi strategici personalizzati/customerizzati (e.g. scouting, ricerche di mercato, studi di fattibilità, ecc.,) per individuare validi partner e facilitare in tal modo le relazioni commerciali tra le start-up ed il resto del mondo Fund raising a livello nazionale ed internazionale: Business, Angels, Venture Capitalist, Investimenti di tipo Corporate, investimenti pubblici, sovvenzioni dirette, ecc Organizzazione di eventi, in particolare fiere del tipo "b2b", strategiche all’individuazione dei trend e degli andamenti dei settori a livello globale in cui operano le proprie start – up Innocentre H-Farm BIC Montpellier BIC Montpellier Innocentre CIETEC AlmaCube H-Farm Innocentre CIETEC I3P BIC Montpellier Hong Kong accordi di cooperazione su scala internazionale con altri incubatori BIC La Fucina 86 L‟attività di analisi ha messo in risalto che gli incubatori più performanti hanno basato la loro strategia di riposizionamento su tre fattori principali: Innovazione – Internazionalizzazione – Integrazione. E‟ stato più volte evidenziato, infatti, che le nuove dinamiche economiche saranno determinate da una maggiore integrazione tra asset tangibili (edifici, macchinari, ecc.) e fattori immateriali (conoscenza, talenti, innovazione, ecc.), grazie alla quale le attività tradizionali potranno beneficiare di un nuovo slancio. L‟accelerazione del cambiamento richiede strategie di competitività fondate su una innovazione globale e continua, indispensabili per garantire i processi di trasformazione dei modelli di business delle imprese. Non basta solo incentivare la nascita di nuove imprese innovative, “born global”, ma appare altrettanto necessario non “fare invecchiare" le imprese esistenti. Da queste considerazioni deriva un modo innovativo di interpretare il mercato e di scoprirne nuove nicchie, di capitalizzare le tradizioni artigiane incorporandole in nuove concezioni di prodotto. In questa prospettiva, gli SMART INCUBATOR sono spesso HUB “intelligenti”, all‟interno dei quali vengono incentivate e sostenute “contaminazioni virtuose” tra imprese e viene agevolato, nel complesso, un approccio integrato a mercati sempre più globali e complessi. L‟analisi comparata ha reso evidente, infatti, che gli SMART INCUBATOR, soprattutto quelli di natura pubblica, non si comportano come “monadi” ma, al contrario, per garantire funzioni e servizi innovativi, risultano perfettamente integrati all‟interno del “milieu” di riferimento e funzionali rispetto al processo di smaterializzazione e di terziarizzazione dell‟economia. Oggi gli incubatori strategicamente nascono e si sviluppano come nodi di una rete di relazioni dove le imprese knowledge-intensive investono moltissimo in rapporti di natura collaborativa e competitiva con il mercato locale e globale, il mondo della ricerca, i partner industriali e tecnologici. Nel difficile passaggio dalla old alla smart economy, quindi gli incubatori smart giocano un ruolo fondamentale o addirittura rappresentano gli “aggregatori” di di Sistemi complessi e integrati di sviluppo (Poli di competitività, ecocluster, POLI di Innovazione, RIC, etc). In questo modo gli incubatori garantiscono alle imprese il vantaggio importante di poter competere sui mercati globali con la forza del SISTEMA. Osservando le altre realtà internazionali si capisce che per promuovere lo sviluppo economico di un territorio è ormai indispensabile innescare consolidati meccanismi di trasferimento tecnologico, valide strutture d‟incubazione e un efficiente sistema di ricerca e sviluppo, in modo da 87 consentire il nascere di un ecosistema, un milieu innovativo, a supporto della nuova imprenditorialità. Risulta determinante, comunque, la validità e la flessibilità del modello di incubazione adottato, che deve essere in grado di mutare configurazione al variare della congiuntura. In definitiva, la nuova generazione di incubatori, grazie ad inedite quanto indispensabili partnership, riesce a svolgere funzioni strategiche e a garantire una articolata offerta di servizi per sostenere le imprese nei nuovi processi e nelle nuove sfide imposte dalla “smart economy“ (globalizzazione, terziarizzazione, smaterializzazione, etc). Partendo dalla lettura “ragionata” dei dati emersi su scala globale, dunque, si comprende facilmente il perché dello scarso “appeal” dell‟incubatore della Val d‟Agri e, in parallelo, si intuiscono le enormi difficoltà connesse con un suo concreto processo di riposizionamento strategico in assenza di interventi diretti all‟ ”ecosistema” locale. 88 2 Capitolo 2 - ANALISI VANTAGGI LOCALIZZATIVI In considerazione degli esiti dell‟attività di benchmarking, abbiamo ritenuto opportuno integrare l‟analisi tradizionale dei vantaggi localizzativi con una valutazione di massima del grado di interconnessione dell‟incubatore della Val d‟Agri con il Sistema regionale della R&ST e, più in generale, con l‟ “ecosistema locale”. L‟analisi è stata condotta sia attraverso attività desk che attraverso un confronto mirato con referenti istituzionali. Inoltre si è ritenuto opportuno fare riferimento a studi recenti per valutare lo status quali-quantitativo dell‟“ecosistema locale” dell‟innovazione. 42 Come sarà meglio precisato, l‟analisi ha reso evidente che la Val d‟Agri si connota come un‟area che, accanto alle tradizionali “criticità”, tipiche dei sistemi economico-territoriali in ritardo di sviluppo (carenza di infrastrutture, problemi di accessibilità e mobilità territoriale di merci e persone, elevata polverizzazione territoriale e frammentazione dimensionale del sistema imprenditoriale, inadeguato livello d‟offerta dei servizi pubblici e privati, etc.) presenta un insieme di vantaggi: Reali (persistenza di un clima sociale improntato alla coesione, considerevoli risorse energetiche ed idriche, bassi tassi di criminalità, notevole disponibilità di risorse finanziarie proprie, rivenienti dalle royalties del petrolio e del gas, ecc.). Potenziali che potrebbero derivare da una “rivisitazione mirata” di politiche pubbliche già attive o in fase di definizione a livello regionale (PO Val d‟Agri, PIEAR, Piano Regionale per la Ricerca e l‟Innovazione 2007-2013, Memorandum d‟intesa Stato - Regione Basilicata sulle royalties, PO FESR, ecc..) e da una maggiore integrazione strategica ed operativa tra “attori” locali e tra questi e reti globali d‟eccellenza. L‟analisi ha messo in evidenza, in maniera nitida ed inequivocabile, che il principale vantaggio localizzativo della Val d‟Agri risiede nella ingente disponibilità di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle dedicate alle aree sottoutilizzate (Fondi Strutturali, Fondo Coesione e Sviluppo, etc.) derivanti dalle royalties dirette e indirette (P.O. VAL d‟AGRI). Risorse aggiuntive potrebbero essere disponibili a breve termine grazie al Memorandum d‟intesa Stato - Regione Basilicata sulle royalties che, tra le altre cose, prevede la realizzazione in Val d‟Agri di un Distretto energetico per favorire l‟insediamento e il consolidamento nell‟area di filiere produttive tecnology-based appartenenti al settore dell‟energia e, con molta probabilità, 43 anche a quello dell‟edilizia ecosostenibile . 42 Sviluppo Basilicata,“Studio del Potenziale Innovativo della Basilicata”, 2010 43 Cfr. 1.2.7 89 Nella prospettiva del riposizionamento strategico dell‟incubatore abbiamo ritenuto utile e necessaria una disamina puntuale delle risorse disponibili, nel dichiarato intento di verificare se e in che misura potrebbe essere proposta una parziale rimodulazione delle risorse disponibili a supporto della riconversione in chiave Smart e Green dell‟incubatore della val d‟Agri. 2.1 Vantaggi Reali La Val d‟Agri oltre a custodire un notevole, diffuso e pregevole patrimonio naturalistico-ambientale e storico-archeologico cui si accompagna una dinamicità socio-culturale, particolarmente legata alle tradizioni, è un territorio che insieme al resto della Basilicata, si è sempre distinto per un basso tasso di criminalità, fattore questo che potrebbe facilitare l‟attrazione di nuovi investimenti non solo locali. Altro vantaggio reale, sicuramente più rilevante ai fini dello studio è rappresentato dalla recente istituzione del Fondo di Venture Capital (FVC), indispensabile strumento a supporto della creazione di imprese knowledge based e dalla opportuna decisione dell‟esecutivo regionale di affidare la gestione del Fondo a Sviluppo Basilicata. 2.1.1 Il Fondo di Venture Capital E‟ opportuno evidenziare che l‟istituzione del Fondo di Venture Capital rientra tra le iniziative portanti di “Obiettivo Basilicata 2012”, un Patto di Sistema sottoscritto dalla Regione Basilicata con Cgil, Cisl e Uil e Confindustria 44 Basilicata per il lavoro e la crescita” . Con una dotazione finanziaria di 8 ME, a valere sul PO FESR 2007-2013, il FVC intende sostenere la creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, anche sotto forma di spin-off provenienti da centri di ricerca o dal sistema universitario, nonché lo sviluppo di aziende già attive, interessate a sviluppare nuovi prodotti e nuove tecnologie. La finalità del Fondo di Venture Capital è quella di favorire la nascita e lo sviluppo delle PMI localizzate o che intendono localizzarsi in Basilicata attraverso l‟investimento diretto e il co-investimento, in partnership, con altri investitori (altri fondi, generalisti o specializzati, business angel, investitori privati, soci della stessa impresa), mediante operazioni finanziarie, dirette a finanziare le prime fasi di sviluppo dell‟iniziativa imprenditoriale (Early Stage) e programmi di sviluppo organizzativo, tecnologico, produttivo e commerciale (Expansion). Gli interventi saranno realizzati dal Fondo Regionale di Venture Capital in collaborazione con co-investitori privati e assumeranno la forma di: 44 partecipazione al Capitale di rischio; prestito partecipativo. Cfr. 2.2.6 90 La partecipazione di Sviluppo Basilicata e di coinvestitori esterni sarà temporanea (max 7 anni) e minoritaria ovvero nella misura massima del 49% del capitale sociale delle imprese beneficiarie. Inoltre i prestiti partecipativi avranno una durata massima di 7 anni, compresi 2 di preammortamento e la loro remunerazione (interessi) sarà collegata alla redditività dell‟impresa. Gli interventi del Fondo andranno a finanziare le imprese che si trovano in una delle seguenti fasi: SEED CAPITAL-Intervento attuato nella fase di sperimentazione di un prodotto/servizio, vale a dire su imprese in fase pre – prototipale quando ancora non si conosce la validità dell‟idea innovativa. START UP CAPITAL-Investimento finalizzato all'avvio di un'attività imprenditoriale quando esiste già almeno un prototipo, anche se non si conosce la validità commerciale del prodotto/servizio. EXPANSION CAPITAL - Investimento in capitale di rischio a, realizzato attraverso un aumento di capitale e finalizzato ad espandere un'attività già esistente. Il rapporto di partecipazione sarà regolato da appositi patti parasociali che saranno stipulati tra il Soggetto Gestore del Fondo, i soci della PMI e il coinvestitore che disciplineranno: i tempi e modalità di ingresso nella compagine sociale, gli obblighi a carico dei soci e della società, le modifiche statutarie, i vincoli alle modifiche della compagine sociale, il monitoraggio della partecipazione, la designazione di rappresentanti del Fondo/coinvestitore negli organi sociali e di controllo dell‟impresa partecipata, la definizione delle modalità di disinvestimento e la determinazione del prezzo di smobilizzo della partecipazione. Il prestito partecipativo sarà regolato da un apposito contratto di finanziamento; la remunerazione annua del prestito partecipativo, a carico dei beneficiari dell‟intervento, è costituita da una quota fissa e una variabile determinata in una % di un margine del conto economico aziendale. 2.2 I Vantaggi Potenziali: la Val d‟Agri “terra di risorse”? Vantaggi potenziali per l‟area della Val d‟Agri ed in particolare per riposizionare l‟incubatore potrebbero derivare da una “rivisitazione mirata” di politiche pubbliche già attive o in fase di definizione a livello regionale, come riscontrabile dalla disamina che segue, e da una maggiore integrazione strategica ed operativa tra “attori” locali e tra questi e reti globali d‟eccellenza. 91 È evidente che il principale vantaggio potenziale della Val d‟Agri è rappresentato dalla ingente quantità di risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle dedicate alle aree sottoutilizzate derivanti dalle royalties dirette ed indirette. 2.2.1 Royalties dirette L‟intero territorio della Val d'Agri è interessato da un‟ intensa attività estrattiva di risorse naturali che genera royalties, di cui beneficiano sia la Regione Basilicata, sia i singoli comuni nel cui territorio avviene l‟estrazione. In particolare, l‟attività estrattiva relativa al petrolio, è disciplinata dal decreto Legislativo n.652 del 1996, art. 19, che stabilisce il valore di un‟aliquota del prodotto di coltivazione che il titolare di ciascuna compagnia è tenuto a corrispondere annualmente allo Stato pari al 7%. Tale quota è così ripartita: 30% per lo Stato, 55% per le Regioni, 15% per i Comuni. In Val D‟agri i comuni interessati alle attività sono Viggiano, Grumento Nova, Montemurro, Calvello e Marsico Nuovo che in toto, nell‟anno in corso, hanno maturato, quasi 12 milioni di euro di royalties45. L‟incubatore d'impresa della Val d‟Agri è situato nella zona industriale denominata “Alta Val‟Agri” che insiste sul territorio del Comune di Viggiano e quello di Grumento che, nel 2011, hanno ottenuto royalties dirette rispettivamente pari a 8.248.275 euro e 1.308.080 euro. GETTITO ROYALTIES - REGIONE BASILICATA Anno importo (euro) 2009 2010 2011 234.914,64 96.746.260,94 96.981.175 totale 193.962.350,58 Gettito royalties Comuni Val d'Agri anno 2011* Comune Viggiano Grumento Nova Marsico Nuovo Calvello Montemurro Garaguso totale Importo (Euro) 8.248.275,43 1.308.080,03 980.550,43 654.040,01 327.020,01 79.790,01 11.597.755,92 *dati aggiornati al 31 ottobre 2011 45 Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico 92 2.2.2 Royalties indirette: Il PO Val d‟Agri 2007-2013 La Regione, in relazione allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, ha inteso indirizzare le risorse finanziarie devolute alla Val d‟Agri, attraverso l‟approvazione del “Programma Operativo Val d'Agri-Melandro-SauroCamastra 2007-2013” istituito con la sottoscrizione di un Accordo di Programma fra la Regione Basilicata, le amministrazioni comunali e le 46 Comunità Montane con delibera regionale n.838 del 2003 . Il Programma operativo, con una dotazione finanziaria pari a 350 milioni di euro, ha come obiettivo primario l‟avvio di un “percorso innovativo di sviluppo territoriale”. In particolare le strategie e le risorse finalizzate al sostegno delle 47 attività produttive interessano le seguenti Linee d’Intervento del Programma Operativo - D “Sostegno alle attività produttive” D.1 Sostegno all'impresa: Sostegno alle imprese esistenti ed alle nuove nei settori produttivi ad elevato potenziale di sviluppo endogeno (disponibilità di risorse, tradizione artigianale, vocazione turistica, agricola, agroalimentare, zootecnica, commerciale, terziario e terziario avanzato,ecc). Sostegno alle imprese esistenti ed alle nuove operanti nei settori dei servizi alla persona o in altri settori individuali attraverso procedure di concertazione. Regimi di aiuto, azioni formative ed altre forme di incentivazione in forma integrata, in coerenza con gli interventi 48 previsti nella linea d‟intervento B3 oltre alle premialità territoriali. D.2 impresa e Territorio: Animazione e promozione della cultura d'impresa, delle opportunità localizzative, di accordi commerciali, di joint ventures, di trasferimenti tecnologici e di accesso ad altri servizi reali alle imprese. Iniziative queste che potranno realizzarsi anche attraverso partnership con soggetti co-finanziatori delle iniziative stesse. Promozione di nuova imprenditorialità. 46 L‟accordo interessa 35 comuni della Val d‟Agri ricadenti nel Comprensorio individuato dalla Legge Regionale n. 40/1995 e successive modifiche ed integrazioni. 47 Con riferimento al settore manifatturiero, all‟agricoltura, al commercio, al turismo, ai servizi ed alla formazione. 48 Tematica B3/Aree industriali ed artigianali ed infrastrutture turistiche: completamenti, ampliamenti e miglioramento delle aree destinate alla localizzazione di attività produttive nonché potenziamento delle infrastrutture turistiche e loro messa in rete. Dotazione finanziaria pari a 10 ME. 93 D.3 Localizzazione d'impresa attraverso le seguenti azioni: Attrazione e localizzazione di singoli investimenti produttivi di dimensione unitaria significativa in settori produttivi compatibili con le risorse disponibili e la tutela ambientale. E‟ importante sottolineare che queste iniziative potranno attuarsi in coerenza con gli interventi previsti in B3 e con due possibili modalità di attivazione: avviso pubblico e procedure negoziali. La struttura iniziale del PO prevedeva per la tematica “D” risorse finanziarie pari a 134 ME complessivi (D1:30 ME; D2:1 ME;D3:103 ME). Analizzando il report di sintesi sullo stato di attuazione del Po Val d‟Agri, aggiornato al 31 dicembre 2010, nonché le strategie finalizzate al sostegno delle attività produttive, con particolare riferimento alle tipologie d‟incentivazione adottate e all‟ammontare delle agevolazioni erogate nel settore produttivo è emerso che: nella prima fase attuativa è stata attivata la Linea d‟Intervento D, ricorrendo principalmente alla previsione di regimi di aiuto in de minimis, attraverso la concessione di contributi alle imprese – con sede nei comuni interessati dalle estrazioni petrolifere – già utilmente collocate in pre-esistenti graduatorie regionali di bandi POR 2000/2006 (Asse Agricoltura e Asse Sviluppo Locale) ma non finanziate per mancanza di risorse. nella seconda fase sono stati sperimentati aiuti e strumenti d‟incentivazione mirati e innovativi, al fine di sostenere i processi produttivi delle imprese nel settore turistico, dei servizi e manifatturiero. In particolare, la Struttura di Progetto Val d‟Agri, in collaborazione con i Dipartimenti della Regione Basilicata alle attività produttive e alla formazione, utilizzando anche una parte delle risorse della Linea C "Scuola-Formazione-Saperi" (a valere sulla sezione Formazione la Tematica C.3.a)49 ha sviluppato specifici Pacchetti Integrati di Agevolazioni (PIA) composti da un progetto di investimento, un programma di formazione, certificazioni ambientali e di qualità. Da questa prima analisi emerge non solo la conferma dell‟ingente disponibilità di risorse dedicate allo sviluppo delle imprese esistenti e/o alla creazione di nuove realtà, ma anche l’esistenza di una serie di strumenti di intervento che, se correttamente finalizzati, potrebbero 49 C “Scuola formazione e saperi”, tematica C.3a. “Realizzazione di cantieri-scuola, botteghe –scuola, corsi IFTS, progetti work experience ed altre azioni pilota per il collegamento tra istruzione professionale e creazione d‟impresa in settori produttivi ad elevato potenziale di sviluppo endogeno (disponibilità di risorse, tradizione artigianale e agricola, terziario e terziario avanzato, ecc.)”. 94 contribuire all’avvio di un programma di incubazione mirato a sostegno dell’incubatore della Val d’Agri. In realtà, le linee d‟intervento D1 e D2 potrebbero essere in parte riorientate per sostenere l‟attrazione di nuove imprese all‟interno dello smart cube e/o per favorire importanti joint-venture tra imprese innovative esterne all’area e imprese locali. Dal confronto tra le azioni programmate e quelle realizzate risulta non solo una oggettiva difficoltà nell’avanzamento della spesa, ma anche una altrettanto evidente difficoltà nella realizzazione di interventi finalizzati all’innovazione ed alla internazionalizzazione del tessuto produttivo locale, anche attraverso l’iniezione di investimenti esterni. Tabella 1: Quadro di sintesi degli interventi attivati nel PO Val d’Agri 2007-2013 - Tematica D al 31/12/2010 INTERVENTI D.1 Programmato Impegnato Speso al 31/12/2010 Azioni di sostegno alle imprese manifatturiere esistenti (PIAinvestimenti) 29.743.152 29.743.152 8.493.224 Miglioramento offerta ricettiva (PIAinvestimenti) 2.100.000 1.587.272 588.862 3.100.000 2.990.173 488.102 6.253.447 6.208.345 3.521.746 3.000.000 3.000.000 / 44.196.599 43.528.942 13.091.934 Formazione per giovani imprenditori agricoli 175.000 175.000 119.095 Valore natura: turismo ambientale a sostegno dell’economia locale 130.000 130.000 39.000 305.000 305.000 158.095 Bandi POR Agricoltura 38.756.746 30.685.685 20.533.864 Bandi POR Asse Sviluppo Locale 12.940.707 12.218.022 5.872.376 Riconversione imprese di autotrasportatori convenzionate con l'ENI 2.896.660 2.894.234 1.778.145 140.004 140.004 / Agevolazioni per lo sviluppo e l’innovazione delle PMI 12.000.000 12.000.000 Valorizzazione e promozione del “Canestrato di Moliterno” 2.850.000 2.850.000 Valorizzazione e promozione della “Mela dell’Alta Val d’Agri” 2.950.000 2.950.000 72.534.117 63.737.945 28.184.386 107.571.887 41.434.415 Nuove strutture per il tempo libero Interventi di rivitalizzazione centri storici Creazione d’impresa e delle PMI esistenti per la rivitalizzazione dei centri storici Subtotale D.2 Subtotale Imprese Ecocompatibili D.3 / / Subtotale Totale 117.035.716 / 95 2.2.3 PO FESR BASILICATA 2007-2013 Il Programma Operativo FESR Basilicata 2007/2013, per il settore produttivo, prevede di favorire l‟ispessimento del tessuto imprenditoriale regionale ed il suo radicamento sul territorio, in modo tale da facilitare la formazione ed il consolidamento delle filiere e dei sistemi produttivi locali anche mediante un più efficiente e trasparente funzionamento dei mercati (dei capitali, dei servizi, del lavoro). In particolare, nell‟asse II “Società della conoscenza” finalizzato alla promozione di una società fondata sull‟economia della conoscenza, sulla valorizzazione del capitale umano, sul ricorso alle nuove tecnologie, ecc. l‟obiettivo generale dovrebbe essere perseguito da un lato, mobilitando le “eccellenze” presenti in regione nel campo della ricerca, dello sviluppo tecnologico, delle innovazioni, ecc., dall‟altro, potenziando le tecniche e le tecnologie proprie della società dell‟informazione attraverso il rafforzamento delle reti ICT e la promozione della relativa domanda delle imprese. L‟Asse II con una dotazione finanziaria pari a 88 ME si articola in due obiettivi specifici a loro volta suddivisi in relativi obiettivi operativi. Al 31 dicembre 2010, le risorse impegnate per l‟asse II risultano quasi 61 ME mentre quelle spese solo 21,8 ME. L‟obiettivo specifico II.1 “Sostegno alla domanda di innovazione delle imprese finalizzata all‟innalzamento della competitività del sistema produttivo regionale attraverso il rafforzamento delle reti di cooperazione tra imprese ed organismi di ricerca” presenta, all‟interno dell‟obiettivo operativo II.1.1 50 due linee d‟intervento di particolare rilievo: la II.1.1.A e la II.1.1.B. Nello specifico, per quanto riguarda la linea d‟intervento II.1.1.A ”programmi di investimento concernenti iniziative e progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale promossi da imprese, anche in partnership con centri di ricerca, comprensivi anche di indagini propedeutiche e studi di fattibilità coerenti con gli indirizzi formulati nell‟aggiornata strategia regionale per la ricerca e l‟innovazione”, nonostante siano stati assegnati 2.777.500 euro, alla fine dell‟anno 2010 risultano spesi solo 2.500.000 per il Fondo di Garanzia 50 Obiettivo operativo II.1.1: incentivare gli investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale da parte di imprese in collaborazione con organismi di ricerca prevalentemente nell‟ambito di distretti tecnologici e cluster produttivi. 96 regionale a favore delle piccole e medie imprese della Basilicata. In parallelo, la linea d‟intervento II.1.1.B “potenziamento di infrastrutture di ricerca di centri pubblici e privati e delle imprese presenti sul territorio regionale” grazie alla quale potranno essere sostenuti interventi infrastrutturali, servizi e attrezzature, funzionali alle filiere produttive e tecnologiche e ai relativi progetti integrati di ricerca, presenta una dotazione finanziaria pari a 11.650.000 e nel corso del 2010 ha contribuito alla realizzazione della struttura fisica destinata ad ospitare il Campus industriale di manufacturing presso l’area industriale di Melfi. L‟operazione ha richiesto un impegno di spesa ed una successiva spesa pari a 5.650.000. L‟obiettivo tecnologico tecnologico dal sistema operativo II.1.2,“Rafforzamento delle attività di trasferimento (azioni di assistenza e accompagnamento all‟innovazione, auditing e organizzativo, acquisizione di servizi avanzati) delle innovazioni della ricerca a quello delle imprese”, presenta 3 linee d‟intervento. La II.1.2.A “acquisizione di servizi avanzati da parte di imprese singole ed associate quali auditing tecnologico ed organizzativo, attivazione di „mediatori tecnologici‟, azioni di accompagnamento all‟innovazione, progetti di cooperazione tra PMI ed istituti di RSI” con una dotazione pari a 6.487.500 euro, di cui già 2.900.000 impegnati e spesi nell’ambito del Fondo di Garanzia e 6.000.000 impegnati per il “Bando a sportello voucher per servizi innovativi” , di cui 2.200.000 già spesi. Mentre la II.1.2.B “sostegno a programmi di attività promossi, in cooperazione con imprese, da „centri di competenza‟ settoriali e territoriali operanti nel campo della diffusione delle innovazioni e del trasferimento tecnologico selezionati in base alla loro „eccellenza‟ riconosciuta con una dotazione pari a 5.472.500, ha finanziato con 2.500.000 il Fondo di Garanzia e assegnato risorse pari a 4.360.000 euro al Progetto-Accordo di collaborazione tra la Regione Basilicata e il Consorzio AREA di Trieste a supporto della cultura dell’innovazione e dei processi di trasferimento tecnologico per le imprese (al 31/12/2010 risultano spesi 2.300.000 euro). Alla II.1.2.C, “Creazione anche attraverso azioni di scambio e progetti di cooperazione a livello interregionale e transnazionale, di reti stabili in modo da raccordare settore pubblico, mondo della ricerca, sistema produttivo e delle imprese in materia di R&SI”, sono stati assegnati 1.472.000 euro di cui 500.000 inseriti nel Fondo di Garanzia e 970.000 stanziati per il bando ILO (industrial liaison office) finalizzato a creare reti, di cui già 500.000 risultano spesi. Nell‟obiettivo specifico II.2 “Diffusione delle nuove tecnologie e dei servizi avanzati connessi all‟impiego dell‟ICT, rafforzando i processi di modernizzazione della P.A. e di innovazione delle PMI”, finalizzato al miglioramento e potenziamento della dotazione di infrastrutture ed attrezzature relativa alle reti dell‟ICT in modo da garantire la copertura dell‟intero territorio regionale, la connettività delle reti regionali ai network nazionali ed internazionali, l‟accessibilità e la sicurezza delle reti, ecc, risultano 97 rilevanti la linea d‟intervento II.3.A e II.3.B entrambe rientranti nell‟obiettivo operativo II.3 “Sostegno all‟innovazione di prodotto e di processo nelle PMI e nelle microimprese mediante il ricorso alle nuove Tecnologie dell‟Informazione e Comunicazione”. La prima linea d‟intervento, “interventi di qualificazione e specializzazione delle imprese di produzione e di servizi operativi nel settore delle tecniche e delle tecnologie della Società dell‟Informazione”, con una dotazione complessiva di 2.653.333 euro, al 31 dicembre 2010, ha speso 1.950.000 euro: 1.200.000 per il fondo di garanzia e 750.000 per il bando a sportello per la creazione di rete delle software house e aumento della competitività delle imprese ICT della regione Basilicata. Tabella 2: cronoprogramma attività ASSE II- FESR 2007-2013 al 31/12/2010 Asse Prioritario/L.I./Progetto Asse II società della conoscenza L.I II.1.1.A - Programmi di investimento concernenti iniziative e progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale promossi da imprese lucane L.I. II.1.1.B - Potenziamento di infrastrutture di ricerca di centri pubblici e privati e delle imprese presenti sul territorio regionale ob.sp.II.1 Progetto Campus di ricerca e alta formazione area industriale melfi ; realizzazione laboratori specialistici L.I. II.1.2.A Acquisizione di servizi avanzati (azioni di assistenza ed accompagnamento all’innovazione, auditing tecnologico ed organizzativo, attivazione di ‘mediatori tecnologici’ nonché progetti di cooperazione tra PMI ed istituti di RSI) da parte di imprese, singole od associate AIUTI Bando a sportello per voucher per servizi avanzati L.I. II.1.2 B Programmi di attività di supporto al trasferimento tecnologico ed all’innovazione produttiva promossi, in cooperazione con imprese, da ‘centri di competenza’ settoriali e territoriali - AIUTI Progetto Accordo di collaborazione Regione Basilicata Consorzio Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica (AREA) di Trieste(a titolarità regionale) L.I. II.1.2 C Creazione, attraverso anche azioni di scambio e progetti di cooperazione a livello inter-regionale e transnazionale, di reti stabili in modo da raccordare settore pubblico, mondo della ricerca e sistema produttivo e delle imprese in materia di R&SI. BANDO PER ILO (Industrial Liaison Office) finalizzato a creare rete con BI - CONFINDUSTRIA, CCIA, etc. BANDO a sportello per la creazione di rete delle software house e aumento della competitività delle imprese ICT di Basilicata L.I. II.2.3 B Aiuti agli investimenti nel campo dell’ICT (ecommerce, applicazioni ICT nei processi produttivi, ecc.) da parte di PMI. BANDO a sportello per la creazione di rete delle software house e aumento della competitività delle imprese ICT di Basilicata Risorse assegnate Quota di risorse impegnate Quota di risorse pagate entro il 31.12.2010 88.000.000 60.849.491 21.804.185,27 2.777.500,00 2.500.000,00 2.500.000,00 11.650.000,00 5.650.000,00 7.786.070,00 6.000.000,00 5.650.000,00 7.786.070,00 6.487.500,00 2.900.000,00 5.100.000,00 6.000.000,00 2.200.000,00 5.472.500,00 6.860.000,00 4.800.000,00 4.360.000,00 4.360.000,00 2.300.000,00 1.472.500,00 500.000,00 1.000.000,00 972.000,00 500.000,00 2.180.000,00 750.000,00 5.306.666,67 2.180.000,00 2.400.000,00 3.150.000,00 750.000,00 98 Infine la seconda linea d‟intervento, la II.2.3.B, “sostegno agli investimenti nel campo dell‟ICT (e-commerce, applicazione dell‟ICT nei processi produttivi con particolare attenzione ai cluster di imprese) da parte di PMI in modo da accrescere la capacità competitiva del sistema produttivo”, con una dotazione complessiva di 5.306.657euro, ha speso 2.400.000 per il fondo di Garanzia e prevede anche essa di assegnare 2.180.000 euro al bando di cui sopra. L‟altro asse che interessa il comparto produttivo è l‟Asse III “Competitività produttiva”, che si pone l‟obiettivo generale di accrescere il tasso di competitività sui mercati nazionali ed internazionali del sistema produttivo della Basilicata, a livello sia settoriale che territoriale, attraverso interventi diretti a rafforzare la competitività e la concorrenzialità delle imprese e dei sistemi produttivi lucani, a partire dalle „eccellenze‟ presenti in Basilicata a livello settoriale e territoriale. L‟asse, è stato programmato non solo al fine di potenziare la dotazione regionale di infrastrutture e reti materiali ed immateriali a diretto supporto dell‟esercizio di attività produttive ma per: elevare gli standard di qualità dei servizi avanzati stimolando un approccio attivo delle imprese volto al rafforzamento della propria competitività sui mercati; rafforzare la presenza sui mercati nazionali ed internazionali delle imprese e dei sistemi produttivi regionali di eccellenza presenti nei singoli comparti e settori di attività attraverso azioni mirate di promozione economica; ispessire il tessuto produttivo regionale attraverso l’attrazione di investimento da fuori regione, la promozione dell’associazionismo imprenditoriale, la formazione di polarità produttive specializzate (distretti, cluster, filiere di imprese, ecc.), il sostegno all’imprenditoria giovanile femminile e professionalmente qualificata, ecc.; puntare sulle imprese innovative sostenendo l’ingegnerizzazione produttiva dei risultati delle attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale e promuovendo l’innovazione di processo ed organizzativa delle imprese; promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività economiche incentivando gli investimenti volti ad elevare le performance ambientali ed energetiche delle imprese singole e degli agglomerati produttivi; diffondere, attraverso il P.O. a valere sul Fondo FSE, la cultura di impresa all‟interno della società lucana, ed in particolare presso le nuove generazioni, qualificando l‟occupazione ed elevando la funzionalità dei mercati (dei capitali, del lavoro e dei servizi). Questo Asse, articolato su tre obiettivi specifici, ha una dotazione complessiva di risorse pari a 79.291.183 euro. 99 In particolare l‟obiettivo specifico III.1 “Completamento degli interventi di infrastrutturazione delle aree per insediamenti produttivi” mira a rendere funzionali e pienamente fruibili le aree già esistenti destinate ad insediamenti produttivi. Quest‟ultimo si articola in due obiettivi operativi finalizzati ad elevare la complessiva capacità di attrazione delle aree attrezzate lucane nei confronti di investitori privati del settore industriale: l‟Obiettivo Operativo III.1.1 “Realizzazione di opere d‟infrastrutturazione primaria e secondaria per la piena fruibilità di aree attrezzate per insediamenti produttivi già attivi” presenta una sola linea di intervento, la III.1.1.A “Completare le esistenti aree attrezzate per insediamenti produttivi (agglomerati industriali ed artigianali) attraverso la realizzazione di interventi” onde favorire lo sviluppo sostenibile delle attività industriali, con una dotazione pari a 21.890.000 di cui risultano già spesi 4.000.000 per gli interventi infrastrutturali ASI (DGR 2047/2009-50% PZ/50%MT), per interventi infrastrutturali del distretto sito in Val d'Agri ed, in parte, per l‟infrastrutturazione "Cittadella dell'innovazione" di Tito Scalo; l‟Obiettivo Operativo III.1.2”Realizzazione di impianti ed infrastrutture relativi a reti dell‟ICT per la piena fruibilità di aree attrezzate per insediamenti produttivi già esistenti” anch‟esso con una sola linea d‟intervento, la III.1.2.A. “Accrescere l‟accessibilità delle imprese insediate nelle aree produttive ai servizi on line attraverso la realizzazione di impianti ed infrastrutture relativi a reti dell‟ICT” con una dotazione pari a 11.940.000 di cui risultano spesi al 31/12/2010 solo un 1.000.000 (a fronte dei 3.000.000 assegnati) per l‟infrastrutturazione dell‟ASI (Agenzia Spaziale Italiana, tramite la Società dell'Informazione "Cittadella della scienza" di Matera. Altro obiettivo rilevante è il III.2 “Promozione di un sistema mirato di incentivazioni alle imprese ed alle attività economiche” attraverso tre obiettivi operativi. Questo Obiettivo Operativo, infatti, è stato programmato per favorire l’innalzamento qualitativo del tessuto produttivo locale. Per questo motivo, l‟obiettivo operativo III.2.1 “Aiuti agli investimenti produttivi innovativi” si articola nelle seguenti due linee di intervento: la III.2.1.A “sostegno a progetti di investimenti innovativi attraverso la concessione di aiuti ad imprese, singole ed aggregate, anche in partenariato con istituti e centri di ricerca specializzati, tali da realizzare interventi di ingegnerizzazione produttiva dei risultati delle attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in grado di realizzare integrazioni di filiera a sostegno della formazione di meta e proto distretti” con una dotazione di risorse pari a 11.940.000, di cui 100 2.400.000 sono stati attribuiti e spesi per la realizzazione del fondo di garanzia e 3.000.000 sono stati assegnati al Bando nuove imprese nei settori innovativi (di cui un milione risulta speso al 31/12/2010). Questa linea d‟intervento prevede la concessione di aiuti anche attraverso il ricorso a procedure negoziali (quali, ad esempio, i contratti di programma ed i contratti d’area, i contratti di investimento e di Localizzazione) e favorisce il partenariato tra PMI locali. la III.2.1.B “Concessione di aiuti mirati alla promozione delle innovazioni di processo ed organizzative nelle PMI per elevarne la competitività sui mercati”, con una dotazione finanziaria pari a 12.935.000 euro, di cui 4.600.000 euro sono già stati spesi (2.600.000 per il Fondo di garanzia, 2.000.000 euro per il finanziamento pro quota per il BANDO destinato a sostenere i settori prioritari della Strategia Regionale per l‟innovazione (Mobilità sostenibile/energie/biotecnologie)51. L‟obiettivo operativo III.2.2 “Aiuti agli investimenti produttivi ed all‟acquisizione di servizi avanzati volti al miglioramento delle performance ambientali ed energetiche”, al fine di mitigare l‟impatto ambientale delle attività industriali e ridurre i volumi di domanda energetica provenienti dalle imprese, l‟obiettivo operativo mira ad elevare le performance ambientali ed energetiche degli impianti produttivi ed a promuovere uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell‟ambiente circostante, si articola anch‟essa in due linee d‟intervento. In un‟ottica “green” le due linee d‟intervento in cui si articola l‟obiettivo (la III.2.2.A “concessione di aiuti per il miglioramento delle performance ambientali degli impianti produttivi e la III.2.2.B “concessione di aiuti per il miglioramento delle performance energetiche degli impianti produttivi) puntano ad una riqualificazione degli impianti produttivi attraverso l’adozione di GREEN-TECH. Risulta evidente il tentativo di favorire attraverso le diverse linee d’intervento un graduale “new green deal” del tessuto produttivo locale e, più in generale una crescita qualitativa e un ispessimento consistente delle imprese. In quest‟ottica l‟Asse prevede l‟Obiettivo Operativo III.2.3 “Investimenti produttivi volti a favorire l‟ispessimento del tessuto imprenditoriale regionale”, per attivare ed offrire agli operatori economici regionali strumenti idonei per allargare la base produttiva di partenza e favorire la loro transizione in classi dimensionali maggiori, le uniche in grado di assicurare prospettive di crescita 51 Per approfondimenti sulla Strategia Regionale per l‟innovazione cfr. Documento “Strategia regionale per la ricerca, l‟innovazione e la società dell‟informazione - Regione Basilicata 20072013”. 101 e sviluppo in un mercato ormai globale. E‟ importante evidenziare che questo Obiettivo, in considerazione della riscontrata carenza di spin off, è stato articolato in due distinte linee d‟intervento: la III.2.3.A, pensata per favorire la crescita dimensionale del tessuto imprenditoriale e la formazione di sistemi (cluster, filiere, polarità, reti, ecc.) produttivi locali. la III.2.3.B. dedicata proprio alla promozione di „spin off’ da parte di operatori qualificati provenienti dai centri di ricerca o dal mondo della produzione”. Dall‟analisi delle performance attuative di queste L.I., tuttavia, emerge una maggiore difficoltà a sostenere concretamente gli spin-off. In effetti: Mentre sulla III.2.3.A risultano spesi già 12.200.00 euro a fronte dei 7.296.666,67 euro inizialmente programmati (4.600.000 euro per il fondo di garanzia, i restanti per il bando per aiuti a PMI ); sulla III.2.3.B a fronte del 1.160.833,33 euro originariamente assegnati, risultano spesi solo 500.000 euro per la creazione del Fondo di garanzia e 660.000 euro impegnati, per il finanziamento pro-quota dell‟ Avviso Pubblico “Procedura valutativa a sportello per il sostegno di start-up ed allo spin-off di imprese in settori innovativi”. Nel complesso emerge una significativa difficoltà ad incentivare e sostenere processi di innovazione ulteriormente aggravata dalle emergenze prodotte dalla pesante crisi economica. In parallelo è agevole evidenziare una relativa “debolezza programmatica” per quanto riguarda la promozione dell‟internazionalizzazione del sistema produttivo lucano. L‟Asse III prevede l‟obiettivo specifico III.3 “Potenziamento delle capacità di internazionalizzazione delle imprese e dei sistemi produttivi locali ed attrazione degli investimenti dall‟Italia e dall‟estero” a sua volta declinato in due obiettivi operativi e relative linee d‟intervento. Nello specifico, l‟obiettivo operativo III.3.1 “Sviluppo delle capacità ed accrescimento del potenziale di internazionalizzazione delle PMI” ha una sola linea d‟intervento, la III.3.1.A che riguarda ”l‟accrescimento del potenziale di internazionalizzazione delle PMI attraverso interventi relativi ad azioni di supporto „collettivo‟ volte a potenziare la loro capacità operativa sui mercati internazionali” e presenta una dotazione finanziaria pari a 3.980.000 euro di cui risultano spesi solo 840.002 dallo SPRINT (Sportello regionale per l‟internazionalizzazione delle imprese-Servizio Europa). 102 In parallelo, per favorire l‟internazionalizzazione passiva del Sistema Basilicata è, quindi per innalzare la capacità di attrarre investimenti, è stato previsto un unico obiettivo operativo, il III.3.2 “Innalzamento dell‟attrattività della Basilicata rispetto agli investimenti produttivi esterni” ed una sola linea d‟intervento la III.3.2.A “Attrazione di investimenti produttivi esterni mediante l‟attivazione di interventi di scouting produttivo e commerciale” . A questo obiettivo strategico per la crescita del sistema locale sono state assegnate solo 3.980.000 euro di cui risultano spesi 500.000 euro per accordi con associazioni di categoria finalizzati all‟ apertura di sportelli di scouting. Anche in questo caso risulta opportuno evidenziare che esistono ancora risorse sufficienti per attivare attività di scouting mirato a sostegno dello smart incubator. Tabella 3: attività ASSE III - FESR 2007-2013 al 31/12/2010 Asse Prioritario/L.I./Progetto Risorse assegnate Quota di risorse impegnate Quota di risorse pagate entro il 31.12.2010 Asse III: competitività produttiva 79.291.183 13.188.495 13.090.002 11.940.000 2.400.000 3.400.000,00 Fondo di garanzia L.I. III.2.1.A Concessione di aiuti per la realizzazione di progetti di investimenti innovativi 13090002,07 BANDO NUOVE IMPRESE SETTORI INNOVATIVI 3.000.000,00 L.I. III.2.1.B Concessione di aiuti mirati alla promozione delle innovazioni di processo ed organizzative nelle PMI per elevarne la competitività sui mercati 12.935.000,00 2.788.494,80 3.440.002,00 L.I. III.3.1 A Accrescimento del potenziale di internazionalizzazione delle PMI attraverso interventi relativi ad azioni di supporto ‘collettivo’ volte a potenziare la loro capacità operativa sui mercati internazionali 3.980.000,00 188.494,80 840.002,00 188.494,80 188.494,80 840.002,00 SPRINT - Servizio Europa 1.000.000,00 L.I. III.3.2.A Attrazione di investimenti produttivi esterni mediante l’attivazione di interventi di scouting produttivo e commerciale 1.492.500,00 500.000,00 Accordi con associazioni di categoria per apertura di sportelli di scouting 1.492.500,00 500.000,00 In questa analisi non poteva essere tralasciato l‟Asse VII “Energia e Sviluppo sostenibile“ e, in particolare, la linea di intervento VII.1.3.A: “concessione di aiuti per investimenti produttivi nel comparto della produzione della componentistica energetica ed in particolare in quelli dedicati alla produzione di attrezzature ed impianti, materiali e tecnologie innovative nel campo del risparmio energetico e del ricorso alle fonti rinnovabili nonché nel comparto della produzione di biocarburanti a partire da colture agroenergetiche”. Quest‟ultima linea d‟intervento sembra pensata e articolata per le imprese “green“ e “smart”dell‟incubatore Val d‟Agri. 103 In questa prospettiva occorre evidenziare una relativa difficoltà di spesa. Al 31 dicembre 2010 risultano spesi solo 8.500.000 euro a fronte di una dotazione iniziale pari a 16.915.000 euro. Tabella 4: cronoprogramma attività Asse Prioritario/L.I./Progetto ASSE VII Energia e sviluppo sostenibile L.I. VII.1.3.A Aiuti per investimenti produttivi nel comparto della produzione della componentistica energetica ed in particolare in quelli dedicati alla produzione di attrezzature ed impianti, materiali e tecnologie innovative nel campo del risparmio energetico e del ricorso alle fonti rinnovabili nonché nel comparto della produzione di biocarburanti a partire da colture agro energetiche ASSE VII - FESR 2007-2013 al 31/12/2010 Risorse assegnate Quota di risorse impegnate Quota di risorse pagate entro il 31.12.2010 185.524.933 44.343.068 35.233.217 16.915.000,00 4.000.000,00 8.500.000,00 2.2.4 PO FSE BASILICATA 2007-2013 Il Programma Operativo (PO) FSE Basilicata 2007-2013 è volto a promuovere lo sviluppo, la piena occupazione e la qualità del lavoro, l‟adattabilità dei lavoratori e delle imprese pubbliche e private nonché l‟integrazione sociale e le pari opportunità e presenta una strategia articolata su 7 assi prioritari. Ai fini del nostro lavoro risultano rilevanti gli assi I, IV e V. L‟ASSE I – ADATTABILITÀ – “migliorare la flessibilità del mercato del lavoro sostenendo l‟adattabilità della forza lavoro alle mutate condizioni di contesto” presenta due obiettivi specifici : Il primo prevede l‟implementazione di un sistema di intervento flessibile, snello e veloce in grado di attivare un ampio numero di strumenti, non solo formativi, e sappia dare risposte opportune, mirate e di qualità alle sfide competitive e del lavoro; Il secondo è finalizzato ad un maggior sviluppo della competitività mediante la promozione di nuove forme di imprenditorialità ed attraverso il sostegno all‟internazionalizzazione e all‟innovazione tecnologica. L‟asse IV, “Capitale Umano”, che si prefigge il raggiungimento di cinque obiettivi, è stato analizzato soprattutto per l‟obiettivo: “l. Creare reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell'innovazione” 104 Questo obiettivo operativo prevede una collaborazione tra i diversi sistemi, i quali devono essere in grado di comprendere le reciproche esigenze di innovazione e saper offrire opportunità di conoscenza e condivisione di saperi. Una particolare apertura e un maggiore coinvolgimento sarà richiesto alle università e ai centri di ricerca pubblici, con il duplice scopo di sostenere le esigenze innovative locali e di aprire il sistema produttivo alle reti di conoscenza internazionali In questo quadro le reti per la ricerca e l‟innovazione saranno considerate prioritarie e le azioni finalizzate al loro sostegno dovranno consentire un rafforzamento delle capacità di tutti gli attori regionali. Infine l‟asse V – Transnazionalità ed interregionalità che promuove la realizzazione di progetti su basi interregionali e internazionali e individua un solo obiettivo specifico “m) promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare riferimento alle buone pratiche” e si sviluppa attraverso i seguenti obiettivi operativi e temi prioritari: politiche di long life learning e del lavoro; rafforzamento delle reti internazionali di Università e centri di R&S, attrazione di investimenti e talenti, marketing territoriale; crescita delle esperienze di internazionalizzazione (in entrata ed uscita) dei giovani lucani; creazione di reti internazionali di collaborazione tra distretti di PMI locali sui temi della formazione continua, le risorse umane e la gestione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali;ampliamento degli scambi e cooperazioni. Le risorse disponibili sul PO FSE sono estremamente rilevanti non solo per gli interventi diretti sulle imprese, ma anche e soprattutto, per la possibilità di sostenere “azioni immateriali” per favorire processi di trasformazione e di innovazione e, allo stesso tempo, per incentivare la nascita di imprese knowledge based Si pensi, ad esempio. alla positiva esperienza condotta in Emilia Romagna, attraverso la Sovvenzione Globale “Spinner” o alla possibilità di utilizzare le risorse dell‟asse V Transnazionalità ed Interregionalità per favorire lo scambio di buone pratiche Infine risulta opportuno evidenziare che quasi tutti gli assi del PO FSE prevedono la possibilità di sviluppare Azioni Innovative e che questa opportunità potrebbe essere utilizzata per favorire percorsi strategici di innovazione dell’incubatore (cfr CAP.IV) 105 Tabella 5: quadro sinottico ASSI e relativi obiettivi specifici FSE Basilicata 2007-2013 Asse prioritario obiettivo specifico risorse assegnate risorse impegnate risorse pagate al 30.04.11 Asse A - adattabilità b. Favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e Accrescere l'adattabilità qualità del lavoro dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, al fine di 53.190.323 migliorare l'anticipazione dei cambiamenti economici 12.810.840 6.859.342 26.882.887 16.225.313 3.305.618 953.289 c. Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e la gestione dei cambiamenti,promuovere competitività e imprenditorialità IV - Capitale Umano l.Creare reti tra università, centri Potenziare il capitale umano tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione 128.946.235 alla promozione della ricerca e dell'innovazione . V - Transnazionalità e interregionalità Promuovere partenariati patti e iniziative tramite la creazione di reti a livello transnazionale, nazionale, regionale e locale, al fine di promuovere riforme nei settori m.Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con 14.506.451 particolare attenzione alle buone pratiche dell'occupazione e dell'integrazione nel mercato del lavoro 106 2.2.5 Il PAR FAS BASILICATA 2007-2013 Il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS) rappresenta, o meglio, avrebbe dovuto rappresentare, lo strumento di unità programmatica e finanziaria di quell‟insieme di interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale rivolti al riequilibrio economico e sociale delle diverse aree del Paese. La dotazione finanziaria del fondo, programmata dal Cipe, nel rispetto del criterio di ripartizione tra Mezzogiorno e Centro-Nord, con il decreto legge 185/2008, è stata riprogrammata in considerazione della eccezionale crisi economica internazionale. In pratica, il Programma Attuativo Regionale (PAR) FAS per il periodo di programmazione 2007-2013 risulta ancora in attesa di una formale approvazione da parte del CIPE. Per questo motivo non abbiamo ritenuto opportuno inserire una disamina puntuale di questo importante documento programmatico, ma ci siamo limitati ad una valutazione complessiva della strategia proposta. In effetti, il PAR, in linea con i macro obiettivi contenuti all‟interno del Documento unico di programmazione regionale (DUPR) risulta coerente rispetto alla programmazione dei PO cofinanziati dai Fondi Strutturali e, in molti casi, introduce integrazioni importanti. Anche se in maniera ancora limitata, infatti, L‟Obiettivo specifico I.B. “Apertura internazionale” con un impegno finanziario di 1,605 ME punta a favorire la graduale “apertura al globale” del sistema Basilicata, incentivando accordi bilaterali con regioni europee con le quali si intende avviare delle attività di cooperazione in campi specifici tra cui la ricerca e l‟interscambio commerciale. Una particolare attenzione è dedicata sia ai processi di innovazione del sistema produttivo che alla necessaria liaison tra sistema delle imprese e sistema della R&ST Merita di essere evidenziato, inoltre, che il PAR contiene anche una specifica linea d‟azione , la III.a.3 , per sostenere la Promozione di filiere produttive nel campo della produzione di energia e nella componentistica energetica” 107 Tabella 6: quadro sinottico obiettivi strategici/specifici DUP e linee d’azione PAR FAS DUP -obiettivi strategici I-UN TERRITORIO APERTO E COLLEGATO ALLE RETINAZIONALI ED INTERNAZIOANLI DUP - Obiettivi specifici Accessibilità I.a.1 I.b Apertura internazionale I.b.1 migliorare la capacità delle istituzioni e dei sistemi territoriali di cooperare e competere sul piano internazionale II.b.1 Potenziamento della connettività delle reti ICT II.b diffusione e utilizzo delle nuove tcnologie ICT II.b.3 Sostegno all'innovazione nelle imprese mediante utilizzo dell'ICT II.c.1 Sviluppo dell'offerta di ricerca scientifica e tecnologica e del trasferimento tecnologico nel campo della mobilità sostenibile II.c.3 supporto agli investimenti in R&S ed innovazione delle imprese regionali III.a.3 Promozione di filiere produttive nel campo della produzione di energia e della componentistica IV.a.1 reindustrializzazione e consolidamento del tessuto produttivo industriale terziario IV.a.3 sostegno allo sviluppo competititivo del sistema produttivo regionale II.c IV-INNOVAZIONE E QUALITA' PER UNA NUOVA STRATEGIA PRODUTTIVA rafforzamento della connettività della viabilità interna di livello regionale e provinciale alle reti TEN ed attuazione del PRV:l’azione cardine 2 interessa il territorio della val d’agri e prevede il completamento ed adeguamento dell’itinerario che collega in maniera rapida l’intera area del lagonegrese all’area petrolifera dell’alta Val d’Agri e questa alla Basentana I.a II - VERSO UNA SOCIETA' DELLA CONOSCENZA III- LE RISORSE AMBIENTALI E LO SVILUPPO SOSTENIBILE PAR FAS -Linee d'azione III.a. IV.a Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione favorire la diffusione di tecniche finalizzate al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili competitività dei sistemi produttivi e occupazione 108 2.2.6 Obiettivo Basilicata 2012 crescita" “Patto di sistema per il lavoro e la L‟opportunità e l‟urgenza di una parziale riprogrammazione dell'utilizzo dei fondi strutturali per contrastare i fenomeni recessivi in atto attraverso il sostegno alle imprese e all‟occupazione è stata formalmente riconosciuta con la sottoscrizione da parte della Regione Basilicata, dei sindacati e di Confindustria Basilicata del “Patto di sistema per il lavoro e la crescita Obiettivo Basilicata 2012” Il Patto di sistema, con una dotazione complessiva di 150 milioni di euro, prevede interventi funzionali ad una ridefinizione degli obiettivi prioritari dello sviluppo regionale in tre macro ambiti: occupazione, semplificazione burocratica e competitività del settore produttivo (TAB 8). Tabella 7: Obiettivo Basilicata 2012: tavola riepilogativa degli interventi 109 Ad oggi sono stati approvati in Giunta, per un valore finanziario pari a circa 40 ME, i primi quattro provvedimenti del Patto di Sistema che riguardano il micro-credito, la sburocratizzazione, il venture capital 52 e la banda larga. In particolare, i provvedimenti riguardanti il micro-credito e il venture capital, che possono contare su una dotazione complessiva di 17 milioni di euro, potranno incidere sui principali fattori di debolezza del tessuto produttivo lucano. Il micro-credito in particolare è un prestito di piccola entità che la Regione, tramite Sviluppo Basilicata erogherà ad imprese, costituite o costituende. La modalità di erogazione sarà a sportello, previa pubblicazione su Bur di un apposito avviso pubblico. Beneficiari saranno microimprese, lavoratori autonomi liberi professionisti, operatori del privato sociale e organizzazioni no-profit, disoccupati, inoccupati e inattivi, lavoratori in mobilità, immigrati, donne e immigrati,individui in condizione di svantaggio e individui con disabilità. Le risorse disponibili ammontano a 9 Meuro per il triennio 2011-2013, tutti rivenienti dal Fondo Sociale Europeo, modulati tra le diverse linee di intervento. Vantaggi indiretti potrebbero derivare dall‟istituzione della task force sulla “sburocratizzazione” che ha l‟obiettivo di predisporre interventi di semplificazione amministrativa per favorire lo sviluppo, la competitività, la crescita economica e l‟innovazione del sistema produttivo lucano. Tra le altre attività previste dal Patto di Sistema, rilevante risulta l‟intervento denominato “Talenti per una nuova imprenditorialità”; con una dotazione finanziaria di 15 ME, l‟azione ha come obiettivi: la creazione di nuove imprese e nuovi posti di lavoro in settori technology based; la promozione di progetti di ricerca e di trasferimento tecnologico market driven; la creazione di una rete di collaborazione tra le imprese, l‟Università, i centri di ricerca in ambito regionale, nazionale ed internazionale. In questa prospettiva meriterà un‟attenta valutazione il disegno di legge, recentemente approvato dalla Giunta regionale per rafforzare la competitività dei territori e incentivare le aggregazioni di imprese, attraverso appositi progetti strategici. Il Ddl regionale disciplinerà anche l‟introduzione di un contratto di programma a regia regionale i cui beneficiari saranno le imprese di medio-grandi dimensioni operanti nel settore industriale o dei servizi, con una dotazione finanziaria pari a 20 ME. Una quota non inferiore al 60% sarà riservata ad imprese aventi sede legale sul territorio regionale, il restante 40% sarà destinato ad agevolare ed attrarre gli investimenti di imprese “non residenti” che intendano localizzare strutture produttive con almeno 50 addetti. 52 Cfr. cap. 1– Fondo di venture capital 110 2.2.7 Il Memorandum sulle royalties petrolifere Ai programmi e alle risorse disponibili va ad aggiungersi il “Memorandum” stipulato dal Governo Nazionale e la Regione Basilicata, nel gennaio 2011. Infatti, in considerazione del fatto che l‟accesso alle risorse energetiche lucane ed il loro corretto, razionale e sostenibile utilizzo rappresentano un fattore della ricchezza e della competitività del territorio regionale, il governo e la Regione Basilicata hanno stipulato un accordo in coerenza con il Piano Nazionale per il Sud e con gli altri strumenti normativi della programmazione comunitaria, nazionale e regionale. Le Parti hanno definito un programma, dotato di finanza addizionale, che sarà implementato mediante specifiche linee d‟azione; tra queste le più rilevanti ai fini del presente studio risultano: la realizzazione, partendo proprio dal territorio della Val d‟Agri, di un Polo tecnologico dedicato ai temi dell‟energia (produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione, produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell‟efficienza energetica, etc) per favorire l‟insediamento e il consolidamento all‟interno dell‟area di filiere produttive tecnology-based (grandi imprese, PMI, start-up) anche grazie ad una diretta partecipazione di Enti di ricerca ; il sostegno alla costituzione di reti di impresa in campo energetico (produzione, efficienza, etc). Rispetto ad altri accordi, il Memorandum introduce un importante quid novi in materia di innovazione ed una maggiore “apertura” al globale. In realtà, l‟accordo prevede non solo la valorizzazione ed il coinvolgimento delle strutture di alta formazione e di R&ST già esistenti ma anche : la costituzione di un Centro Studi sull‟energia, come istituzione comunitaria a carattere sovranazionale; l‟istituzione di una Scuola Superiore di Formazione sull‟Energia per la formazione di quadri tecnici e giuridico-amministrativi, economicofinanziari e industriali nel campo delle installazioni e delle realizzazioni di impianti di energia e, più in generale, nei settori dell‟edilizia sostenibile, della rigenerazione urbana e rurale, dell‟analisi e monitoraggio del rischio sismico e idrogeologico, della protezione dell‟ambiente e della certificazione di qualità. 111 2.2.8 Indicazioni operative Dall‟analisi dei documenti esaminati si evince in primo luogo che sono disponibili ingenti risorse finanziarie e alcune promettenti e lungimiranti indicazioni di scenario per poter avviare un percorso innovativo sui temi dello Smart and Green Building partendo proprio dalla Val D‟Agri. Tuttavia, è incontrovertibile che l‟insieme dei vantaggi “reali” individuati (capitale umano particolarmente qualificato, bassi tassi di criminalità, considerevoli risorse energetiche ed idriche, persistenza di un clima sociale improntato alla coesione, notevole disponibilità di risorse finanziarie proprie, rivenienti dalle royalties del petrolio e del gas e di risorse finanziarie complementari, etc) non riesce ad incidere in maniera significativa sull‟attrattività dell‟incubatore. Nel complesso a livello locale non sono state individuate tutte quelle precondizioni che, in contesti extra-regionali, hanno inciso positivamente sulle performance degli Smart Incubator. Manca innanzitutto una seria e concreta politica a sostegno di processi di incubazione finalizzati allo sviluppo di imprenditorialità innovativa e, risultano ancora troppo deboli ed incerti gli strumenti a supporto di nuove imprese knowledge based Le esperienze “eccellenti” individuate sia a livello nazionale che internazionale hanno dimostrato, infatti, che i processi di creazione di imprese innovative non possono essere più realizzati solo con gli strumenti tradizionali, (bandi, sportelli e chiamate per idee) né tantomeno con il semplice supporto degli incentivi finanziari, ma richiedono forme complementari di sostegno per trasformare un‟idea innovativa in un business di successo. L‟accelerazione del cambiamento richiede, peraltro, strategie di competitività fondate su una innovazione globale e continua, indispensabili per garantire i processi di trasformazione dei modelli di business delle imprese. Rispetto ad scenario in repentino mutamento su scala globale, come abbiamo evidenziato in precedenza, gli strumenti di sostegno ai processi di innovazione e di “apertura al globale” del sistema produttivo a livello locale, messi a punto a livello locale, continuano ad essere ancora troppo deboli e/o inefficaci. Nel complesso, dunque, non mancano risorse finanziarie, mancano strumenti di sostegno prioritari, mentre risultano sovrabbondanti interventi “a pioggia”, di piccola entità e, in genere, non inseriti in una logica sistemica Manca un Sistema Integrato aperto e creativo, capace di ibridare e moltiplicare la conoscenza, di interconnettere Istituzioni-Imprese-Ricerca, di generare liaison virtuose tra imprese, di ridurre i conflitti e generare nuove convenienze localizzative 112 Questa criticità di sistema, letta in un‟ottica globale, rappresenta l‟ostacolo maggiore per l‟avvio di percorsi integrati di innovazione e di crescita economico-territoriale. In realtà, un‟economia globalizzata, caratterizzata da mercati aperti e mutevoli e che risente di una crisi economica e finanziaria, comporta un più elevato grado di rischio di marginalizzazione per tutti i territori affetti da “monadismo “, ossia dalla presenza di una molteplicità di attori (e.g. Centri di ricerca, decision makers, imprese ecc.) che non riescono a fare sistema, ad integrarsi reciprocamente e di conseguenza ad innescare, partendo da quelle che sono le proprie potenzialità e peculiarità, processi innovativi di sviluppo endogeno ed autosostenuto. Gli strumenti di programmazione e soprattutto i più recenti provvedimenti assunti dall‟esecutivo regionale, tuttavia, sembrano orientati a colmare questa lacuna e, più in generale, evidenziano una maggiore attenzione alle tematiche dell‟innovazione, dell‟internazionalizzazione e della creazione di imprese innovative. In parallelo, l‟attivazione di Tavoli di confronto per l‟individuazione e la realizzazione di percorsi condivisi di sviluppo territoriale, la ”riscoperta” di modelli negoziali, rappresentano una grande opportunità per l‟avvio di una attenta riflessione sulle possibili strategie a supporto della smart (r)evolution Nonostante le emergenze dettate dalla crisi, quindi, questa delicata fase di transizione potrebbe facilitare un ripensamento complessivo delle politiche a sostegno delle imprese innovative e una contestuale riflessione sul ruolo degli incubatori che, come abbiamo visto, continuano a rappresentare uno strumento principe per favorire processi “intelligenti” di enterprise creation In definitiva, se è vero che da un lato permangono numerose criticità è altrettanto vero che sono stati individuati vantaggi “potenziali” e, al tempo stesso, sono state “intercettate” indicazioni programmatiche e di scenario all‟interno delle quali potrebbe trovare una adeguata collocazione la trasformazione in chiave green e smart dell‟incubatore. 113 Capitolo 3 - INDAGINE SULLE IMPRESE DA “ATTRARRE” ALL’INTERNO DELL’’INCUBATORE “un mercato sociale degli investimenti sostenibili, rendendo più facile per le imprese social l’accesso ai finanziamenti e alla consulenza di cui hanno bisogno” (J.Cameron, Premier inglese) 2.3 Aspetti metodologici e operativi L‟indagine sulle imprese è stata anticipata da una attenta analisi delle tendenze del mercato delle costruzioni a livello nazionale ed internazionale, con particolare riferimento ai settori più trainanti della green economy e della bio-edilizia, connessi con la riqualificazione e l'efficientamento energetico, 53 l'energy tecnology, ecc. Sono state selezionate 40 imprese del settore edilizio orientate allo smartgreen building (produttori di beni e servizi, materiali, impianti e tecnologie) di dimensioni varie (multinazionali e nazionali) alle quali è stato somministrato un questionario chiuso, con il preciso intento di intercettare i fabbisogni reali delle imprese da attrarre all‟interno dell‟incubatore e, in parallelo, di valutare il loro interesse alla partecipazione ad una piattaforma integrata orientata al mercato meridionale e del mediterraneo, localizzata in Val D'Agri. Il sondaggio ha risentito di recenti tendenze che interessano il settore: innanzitutto della elevatissima crescita d‟uso dello strumento, con conseguente decadimento della soglia di attenzione da parte dell‟intervistato cui il questionario viene somministrato. quindi del timore, soprattutto in tempi di crisi, di “dire troppo”, inavvertitamente favorendo diretti competitor. A riprova di tale “diffidenza” ci sono stati 2 casi di aziende multinazionali che, contravvenendo ad un corretto e condiviso atteggiamento, diffuso tra gli operatori di settore, hanno dichiarato “la propria indisponibilità a rispondere per motivi inerenti la riservatezza aziendale” e in ciò aderendo a precisi e codificati comportamenti aziendali. In un mondo di impresa sempre più mediatizzato, analizzato e “pesato”, rispondere esplicitamente comporta dunque il timore di rivelare elementi di utilità per aziende concorrenti. 53 Appendice “Analisi e prospettive del settore delle costruzioni a livello nazionale ed internazionale” 114 E‟ un segnale importante perché, naturalmente, ci sono stati numerosi altri interlocutori (7 unità) che non hanno aderito per oggettivi limiti di tempo o, semplicemente, per timore di non essere in grado di dare risposte adeguate e all‟altezza del tema, certamente innovativo. Ma queste difficoltà a raggiungere il cliente sono considerate, tra gli operatori di settore, normali e superabili. Ciò premesso il campione dei partecipanti attivi (pari a 31 imprese) ha 54 risposto a due requisiti di fondo : La verificata affidabilità, misurata per: notorietà aziendale nel contatto telefonico o frontale nella compilazione del questionario. L‟ampiezza del campione: Sufficientemente ampio e articolato pesato in modi diversi, a secondo dei segmenti commercialiimprenditoriali di appartenenza. Definire pesi diversi – in gergo “raddrizzare il dato”- è stato necessario per garantire alle aziende con migliore consapevolezza la possibilità di influenzare maggiormente i temi rispetto alle aziende più piccole che, comunque, offrono altri importanti vantaggi conoscitivi (ad esempio in ordine alla trasferibilità, alla collaborazione con partner, ecc). Inoltre, è stato essenziale tener conto delle valutazioni emerse dall’analisi di mercato del settore delle costruzioni che ha affrontato punti di verifica nodali, quali ad esempio: i temi chiave il mercato dei prodotti gli elementi di ripartenza i nuovi mercati e i mercati tradizionali il sistema dell‟offerta i settori merceologici. 54 Il termine “campione” non deve far supporre ad una rilevazione statisticamente rappresentativa di uno o più “universi” di riferimento (d‟altra parte con soli 40 casi, di cui 31 rispondenti, non si sarebbero potuti raggiungere risultati anche minimamente rappresentativi di alcun universo ancorchè finito e limitato), ma piuttosto ad uno studio di casi relativi a particolari tipologie di imprese che secondo gli esperti che li hanno selezionati, possono essere interessanti della nuova ed emergente categoria di imprese orientate alle (appunto) nuove tendenze del mercato edilizio (inderito nella cosidetta green economy) così come descritto nell‟appendice del rapporto. Questa categorie di imprese, come si dirà in seguito, dovrebbero rappresentare la tipologia delle aziende che potranno (dovranno) insediarsi nel nuovo (appunto) smart incubator. 115 Tale verifica è stata utile per impostare il questionario e necessaria per comprendere i diversi settori e le tendenze di mercato, cosicché le domande e, quindi, le risposte sono state misurate, nella loro ragionevolezza, anche all‟interno delle tendenze internazionalmente e localmente in atto, sia per singolo settore che per strategia di breve-medio periodo. In sintesi non sono stati ravveduti significativi slittamenti di senso o contraddizioni tra i contenuti delle analisi di mercato e le risposte fornite nei questionari. E‟ questa una ulteriore conferma della fondatezza e della correttezza di metodo del lavoro svolto. Ai referenti delle imprese che hanno evidenziato maggior interesse all'iniziativa, sono stati riservati contatti “mirati” e, grazie a colloqui approfonditi e domande “a cascata”, è stato possibile cogliere anche il “sentiment” che orienta le scelte e, anche in un momento di enorme difficoltà economica, i necessari orientamenti del mercato relativamente a nuovi poli di conoscenza e crescita imprenditoriale. Sondaggio quali - quantitativo e interviste 2.4 La premessa logica alle 10 domande del sondaggio è stata strutturata sui seguenti concetti. Parliamo di Basilicata nel distretto dell‟energia della Valdagri che significa ENI, indotto e prossimità al polo automotive FIAT . Ipotizziamo un centro di eccellenza per circa aziende che guardano alle possibili sinergie nella green economy, applicata alla filiera ambiente, energie, bioedilizia e riqualificazione, dall‟abitazione ai centri storici. un approccio rivolto al meridione e, in prospettiva, quale piattaforma verso il Mediterraneo che può contare sulle qualità universitarie e la disponibilità della sfera pubblica a supportare le scelte, purché imprenditorialmente fondate e innovative. L‟intento è attrarre aziende su un progetto di qualità, convergendo su obiettivi comuni (nella produzione, nei mercati, nelle strategie di ricerca e marketing) e ottimizzando i consumi. Analizziamo ora le singole risposte al questionario, arricchite dalle considerazioni e valutazioni espresse da testimoni eccellenti e operatori di settore ascoltati negli approfondimenti tematici. 116 Prima domanda Si parla molto di green economy come di un modello ecosostenibile di sviluppo economico. Lei opera in tale direzione o ha intenzione di farlo? Opera nella Green Economy? 10% Non so cosa sia E' già terreno di lavoro E' mia intenzione operarvi 90% Eventualmente in quali settori: In quale settore? 62% 22% 16% 0% 117 Green economy è ormai una speranza sistemica alla quale, nel volgere di pochi mesi o al massimo di alcuni anni, tutti si sono orientati con attenzione. Attenzione condivisa, ma con modalità diverse perché - come emerge dalle interviste approfondite che hanno accompagnato il questionario - per alcuni soggetti è, almeno in parte, una modalità di marketing e comunicazione in cui “si lucida” il risvolto ecosostenibile e di efficientamento del prodotto/servizio, per continuare, con poche innovazioni, sulla scia degli anni precedenti e del mercato tradizionale. Ma, a ben vedere, anche se in parte si tratta di un effetto annuncio, ciò dimostra quanto sia divenuta pervasiva la modalità “ecosostenibile” e come questa, a maggior ragione, coinvolga comunque tutti gli operatori di settore. Secondo altri, invece l‟impatto è, e sarà ancor di più, elevato per cui nulla sarà più come prima. Analizzando il “Rapporto Green economy 2011”, di Fondazione Symbola (che si rivolge in chiave generale a tutti i settori d‟impresa e non strettamente a quelli qui di interesse) abbiamo delle interessanti chiavi di lettura: “Il segnale di una nuova luce verde all‟orizzonte - manifestatosi in quel 30% di aziende manifatturiere di medie e mediopiccole dimensioni che l‟anno passato investivano in prodotti e tecnologie green - trova nel 2011 la sua massima diffusione: circa il 60% delle stesse imprese punta oggi sul green per uscire con più forza dalla crisi, per rendere più efficienti i propri processi produttivi e intercettare così nuovi dì segmenti di domanda, alzando con innovazione e creatività l‟asticella della qualità.” In tale approccio è interessante soffermarsi sul pensiero di un promotore dell‟indagine, perché citato da alcuni degli interlocutori interpellati: Claudio Gagliardi, Segretario Generale Unioncamere. Egli - con molta franchezza e lucidità - sostiene che in Italia la Green economy non scaturisce né è significativamente favorita da strategie pubbliche e nuove politiche industriali ma “è il risultato di un processo bottom up, guidato da 6 milioni di imprese e fondato sullo sviluppo di settori alternativi e sulla rivitalizzazione di un‟offerta economica legata al territorio e ai saperi delle PMI”. A complemento di tale assunto, individua quindi 4 chiavi per decifrare la green economy: Qualità intrinseca Innovazione Sostenibilità Efficienza. Tali peculiarità definiscono un profilo competitivo delle aziende che vi investono con risultati - sempre secondo Gagliardi e la citata indagine - già oggi rilevanti: 29% del totale le assunzioni di figure high skill contro il 19% delle non green; 32% nel 2011 le imprese che assumono contro il 20% delle non green; 38% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi nel 2010 contro il 18% delle non green; 35% ha esportato nel 2010 contro il 19% delle non green. 118 Sono dunque aziende “più internazionali, più innovative, più attente al lavoro, più aperte al lavoro”, tanto da aver “programmato 344.000 assunzioni nel 2011, pari al 41% di tutte quelle dell’industria dei servizi. Dopo questa considerazione condivisa vediamo nel segmento di specifico interesse i giudizi del campione interpellato. Ebbene, il 90% già dichiara di operare in tal senso e il residuo 10% si accinge a farlo. Se tale tendenza sarà solo promozionale, il mercato farà giustizia, come dimostrato in questi anni di dura selezione imprenditoriale. Se invece, corrisponderà ad un rischio calcolato ed accettato, significa che il Paese si è messo ineludibilmente in movimento. In sintesi, aldilà del gradiente di innovazione apportato, ognuno dell’universo di indagine, opera nella direzione condivisa della green economy. E, possiamo aggiungere, in tutti i comparti. Infatti, tra coloro che hanno risposto, abbiamo la sostanziale unanimità sia dei produttori di materiali e impianti per la Bioedilizia e l’efficientamento energetico che di chi opera nel settore delle energie rinnovabili e della progettazione architettonica e impiantistica. Tale tendenza rispecchia pienamente quanto emerge dalle analisi di mercato, nazionale e internazionale dei diversi segmenti del ciclo edilizio, soprattutto per i materiali e le componenti riportata in allegato. Infatti, “gli anni della crisi, sono anche anni in cui si riconfigura con entità sorprendenti il mercato con un cambiamento della domanda. Il mercato ridisegna i comparti di attività, i prodotti e i comportamenti degli attori con spostamenti dalle dimensioni sorprendenti. E in questo cambiamento ci sono in gioco relazioni storiche importanti: quella tra le strutture, le opere murarie e l’impianto, quella tra architettura e ingegneria, quella tra la tradizione e l’innovazione, quella tra la metalmeccanica, l’elettrotecnica e l’edile. Ma anche quelle tra i servizi e le costruzioni, e quelle che guardano al partenariato pubblico e privato in forme evolute.” Infatti “alla luce dei dati 2010 potremmo dire che la crisi ha minato il settore delle costruzioni tradizionale: la crisi è delle nuove costruzioni residenziali e non residenziali; la crisi è dei laterizi che perdono un altro 16,9% del loro fatturato nel 2010, dopo il 18,8% del 2008 e il 21% del 2009.; la crisi è del cemento e del calcestruzzo che perdono un altro 15,3% del mercato. La flessione riguarda anche i prefabbricati, che registrano un calo del fatturato del 13,2%. Per i distributori di materiali edili, la flessione è più contenuta, solo 1,5%, ma paga una selezione che ha visto uscire dalle classifiche 2010 alcuni grandi nomi e il 10% dei distributori della lista dell‟anno precedente. L‟acciaio cresce del 22%, ma come vedremo non sono i dati sul tondino a crescere (perde il 16%). Le strutture e le opere murarie perdono nel 2010 il 15% del mercato del drammatico 2009. E’ la crisi dei cantieri di nuova costruzione.” 119 Come ribadiscono alcuni degli esperti interrogati – e detto anche nella citata indagine di Symbola - “la ricerca di maggior efficienza energetica del mondo delle costruzioni è stata accompagnata da significative evoluzioni anche nel settore impiantistico. Un altro elemento importante, in grado di indurre dei cambiamenti in un settore come quello edile che evolve lentamente, è la certificazione energetica degli edifici, la chiave che obbligherà il mercato a fare un salto di qualità, condizionando le politiche da adottare. Ne è un esempio la Provincia autonoma di Bolzano che è stata la prima, in Italia, a introdurre l‟obbligo della certificazione energetica CasaClima per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall‟Unione Europea in tema di abbattimento dei consumi di energia e di emissioni di anidride carbonica. La provincia di Trento ha dato il buon esempio, decidendo di adottare per la costruzione e la riqualificazione degli edifici pubblici, standard di sostenibilità superiori a quelli adottati in campo nazionale, ossia i LEED (Leadership in Energy and Environmental design), un sistema ormai diffuso in ben 41 paesi. Il vantaggio di questa certificazione sta nel fatto che misura l‟ecocompatibilità dell‟edificio su tutto il suo ciclo di vita sin dalla fase di progettazione e cantierizzazione e non solo sull‟impiego dei materiali e sull‟efficienza energetica. La differenza si vede anche a livello di mercato, visto che un edificio certificato LEED ha un valore commerciale superiore di almeno il 7,5%. Un ultimo elemento citato dai più è l‟impegno di molte amministrazioni locali che stanno promuovendo la diffusione di un‟edilizia più sostenibile. E‟ quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio Nazionale Regolamenti Edilizi (ONRE), curato da Legambiente e dal Cresme. Un campione di 1000 comuni, ha offerto un universo ampio e variegato di regolamenti edilizi che, con obblighi o incentivi, favoriscono costruzioni ambientalmente sostenibili. Dall‟analisi emerge che 705 comuni hanno introdotto innovazioni che riguardano l‟energia e la sostenibilità in edilizia per circa 19 milioni di cittadini (nel 2009 i comuni erano 557). Dei 705 comuni individuati, ben 506 comuni chiedono l‟isolamento termico, tetti verdi e serramenti ad alta efficienza; 531 favoriscono l‟uso di energie rinnovabili (solare termico e fotovoltaico). Elementi non soltanto tecnici se si considera che una casa certificata, vale circa il 20% in più di una tradizionale. 120 Seconda domanda Lei crede che il Mezzogiorno di Italia rappresenti una opportunità in tal senso o un problema? Il Mezzogiorno rappresenta una opportunità o un problema per la Green Economy? Un'opportunità 22% Un problema 12% 66% Una realtà analoga al Centro-Nord Il Mezzogiorno: opportunità o “palla al piede”? E‟ interessante cogliere le considerazioni del campione perché ne emerge un quadro meno negativo della vulgata dei media di questi ultimi mesi. Infatti due operatori su tre considerano il Sud come opportunità, proprio in virtù della sua ancora mancata crescita nei segmenti di qualità e di innovazione. E’ il classico esempio di una criticità percepita quale opportunità dal 66% del campione. Un terreno da esperire, dunque, ben sapendo delle difficoltà oggettive, dimostrate anche da quel 12% di intervistati che dichiarano che rappresenta “un problema per il minor livello di servizi e una domanda contenuta”, anche se a tale perplessità imprenditoriale fa invece fronte il 22% che trova sostanzialmente analoghi il Sud e il Centro-Nord. Dagli approfondimenti successivi emerge anche una ragionevole spiegazione di tali atteggiamenti. Infatti chi fa produzione seriale e distribuzione su domanda, senza specifici investimenti territoriali che non riguardino rappresentanza e trasporti dai luoghi di produzione, non trova differenza nello spedire le produzioni ovunque sia. Ma chi deve avere basi logistiche, progettazioni specifiche – ovvero un livello di servizi e investimenti maggiori e mirati – coglie le difficoltà e la latenza della domanda di un settore che opera quasi “su misura” con maggiori oneri e più lenta redditività. E‟ ad esempio il caso della progettazione bioclimatica applicata all‟edilizia che, pur riconosciuta come punto essenziale di un nuovo approccio, tipico della green economy, penetra con difficoltà nel meridione. 121 Terza domanda Venendo alla sua azienda, avete sedi nel Mezzogiorno che operano nella green economy? Ha sede nel Mezzogiorno? 16% 36% Si, vi operiamo regolarmente Si, vi operiamo senza bisogno di sedi in loco 16% 32% E' nostra intenzione aprirne Non è nostra intenzione aprirne Entrando nel merito, ecco apparire un giudizio chiaroscurale. Infatti a fronte di un 16% che dichiara la propria intenzione di aprire nuove sedi nel Mezzogiorno, la stessa percentuale riguarda chi non ha interesse aziendale a farlo. Vista la percentuale contenuta, però, tale diniego può dipendere da filiere esistenti o per le quali la domanda è maggiormente contenuta. Spicca invece il dato di chi già fa affari e dichiara di “operarvi regolarmente”: è sostanzialmente 1 su 3, con il 32% delle risposte mentre il 36% per cento dichiara di basarsi su “una logistica efficiente senza bisogno di sedi in loco”. In altre parole stiamo parlando di produzioni seriali che - su gomma molto più che su ferro e via web – possono raggiungere e soddisfare la domanda senza altri investimenti o radicamenti necessari. Così se l‟interesse della presente analisi riguardasse indistintamente prodotti industriali seriali, lo sforzo di creare “luoghi di conoscenza e intelligenza rivolti al mercato verde” al Sud potrebbe sembrare, almeno parzialmente, inutile. In realtà la domanda corretta non riguarda generici insediamenti industriali da favorire o realizzarsi al sud, ma luoghi di impianto e innesto virtuoso di collaborazioni, condivisioni nel settore evolutivo della trasformazione del territorio, ovvero della green economy. Tale settore non è solo industrializzabile, ma ha una variabile fondamentale in più: il territorio. 122 Territorio che richiede risposte specifiche ad esigenze specifiche, come possono essere le condizioni climatiche, il rischio idrogeologico, le peculiarità delle tipologie architettoniche o dei centri e borghi storici locali. Echi di tali considerazioni si trovano in quanti hanno risposto positivamente alla richiesta di definizione delle prospettive: per quasi la metà (44%) sono “timide ma esistenti” mentre per il 56% sono: “capaci di forte sviluppo”. Un numero di risposte favorevoli che è doppio rispetto a voci più perplesse: deluse per aver già tentato, occupate nel cercare sbocchi in altri mercati o che non ravvedono “stimoli mirati o opportunità specifiche per farlo”. Prospettive nel Mezzogiorno 0% scoraggianti 56% capaci di forte sviluppo 0% analoghe al centro nord 44% Timide ma esistenti 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Motivi per non operare nel Mezzogiorno Abbiamo già tentato con scarsi risultati 33% 45% 22% Siamo troppo impegnati in altri territori, nazionali e non Non vediamo stimoli mirati o opportunità specifiche 123 Quarta domanda Svolgete attività di innovazione o miglior finalizzazione relativamente ai mercati locali? Come? In che modo svolge attività di innovazione? In maniera centralizzata 28% Ricaviamo input dai territori e li comunichiamo al centro 72% Abbiamo laboratori di ricerca presenti nei diversi territori Ecco un quesito importante, concernente la disponibilità a collaborare intrecciando know how, presenza nei territori e strategie di crescita aziendale. Così la domanda n.4 ha voluto indagare la propensione a distribuire la propria attività informativa, di analisi, di progettazione e ingegnerizzazione, di prodotto e processo, sul territorio. Schematizzando infatti i due approcci estremi – il bottom up che elabora i segnali che arrivano dai territori, anche i più periferici, e il top down o monade autonoma in cui la funzione progettuale è del tutto staccata e si alimenta solo di studi e ricerca interna applicata – le percentuali rilevano con chiarezza la funzione osmotica dei territori dove, in quasi 3 casi su 4 (pari al 72%), “ricavano input e li comunicano al centro”. Non c‟è ancora una attività di innovazione “condotta” per le diverse realtà imprenditoriali e di mercato, ma certamente un atteggiamento “proattivo”, rivolto alle diverse specificità, ne emerge con chiarezza. Ma in che direzione? Dagli esperti ascoltati in merito riemerge ancora il riferimento, già citato, al rapporto ONRE, Regolamenti Edilizi Comunali. Quello del 2011, infatti, coni il suo meticoloso lavoro sul territorio, ha ampliato il numero dei parametri di sostenibilità che, implementano il dato asciutto del questionario, individuando altrettanti terreni di sperimentazione, condivisione e lavoro. 124 Essi sinteticamente sono: Isolamento termico I tetti giardino, per favorire isolamento termico I serramenti ad alta efficienza sono previsti in caso di sostituzione dei vecchi o in nuovi edifici L‟utilizzo delle fonti rinnovabili con pannelli solari termici Efficienza energetica con l‟allacciamento a una rete di teleriscaldamento, l‟uso di pompe di calore o il collegamento a impianti di cogenerazione per il riscaldamento e la climatizzazione estiva delle case. Materiali da costruzione locali e riciclabili con l‟origine dei materiali e l‟energia impiegata per la loro produzione Risparmio idrico e recupero acque meteoriche Isolamento acustico Permeabilità dei suoli per evitare effetto isola di calore. Quinta domanda Ritenete utile sviluppare filiere d’offerta creando sinergie con aziende complementari e non direttamente concorrenti? Ritiene utile sviluppare sinergie con aziende complementari e non direttamente concorrenti? Non di frequente ma potrebbe essere interessante 71% 26% Lo utiliziamo usualmente 3% Mette a rischio il nostro know how 0% 20% 40% 60% 80% 125 A questa domanda non ci sono state risposte di arroccamento e gelosie aziendali e già questa è una notizia. Ma anche la pratica opposta dell’utilizzazione usuale di sinergie nei diversi territori, nazionali e non, dove si opera – si attesta al 26%. Come dire che, al più, è un elemento interessante ma non frequente e vale il 71% delle risposte. Con una definizione sintetica possiamo parlare di “atteggiamento guardingo” ma non preconcetto. E tale giudizio si comprenderà meglio con le risposte della domanda successiva. Sesta domanda In Basilicata, nel distretto dell’energia della Valdagri - che significa ENI, indotto e prossimità al polo automotive FIAT – si è inaugurato un polo che ospiterà circa 15 aziende e che guarda alle possibili sinergie nella green economy applicata alla filiera energia, bioedilizia, riqualificazione centri storici nel meridione e, in prospettiva quale piattaforma rivolta al Mediterraneo. Se tale evento innovativo vi solleva qualche interesse, a quali condizioni condividereste tale sfida? Che caratteristiche deve avere lo Smartcube? 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 76% 20% 4% Costi contenuti Bassi costi e mercato "aperto" senza condizionamenti ambientali Approccio integrato La risposta significativa è quella che non raccoglie sostanzialmente preferenze (4%). Ovvero il contenimento dei costi di insediamento non è, da solo, l‟aspetto più rilevante di una intrapresa che, nascendo per fare affari, prevede nel suo business plan tutti i costi relativi a insediamento e logistica. Una attenzione, quella della prima risposta che, nella seconda, si trova ancor più esplicitata: ovvero il 20% degli intervistati richiede condizioni ragionevoli per i costi di insediamento ma la precondizione è che non vi siano condizionamenti ambientali. 126 Un argomento certamente non secondario, se consideriamo diffusione della corruzione e malaffare, soprattutto al Sud. “Recentemente, e di nuovo, Banca d'Italia ha rilanciato il suo allarme sul peso dell'economia illegale e sul rischio che la crisi la renda ancora più forte e pervasiva, registrando come già oggi l'anomalia italiana comporta che il riciclaggio vale il 10% del Pil contro il 5% nel resto del mondo sviluppato”. (V. Cogliati Dezza, Ecomafia 2011). Ma, a tal proposito, è importante anche ascoltare il procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso quando afferma che “da un'analisi globale delle indagini si possono dedurre elementi che lasciano intravedere “condotte spia” indicative di una presenza di strutture organizzate in mano alla criminalità, come può desumersi, per esempio, dal fatto che quasi tutte le società che si occupano di movimento terra hanno sede al Sud, e che sempre al Sud per celare lo smaltimento di rifiuti pericolosi si fa ricorso: a) alle cave abusive e abbandonate; b) ai cantieri per infrastrutture (utilizzati in corso d'opera per smaltire nel terreno sottostante rifiuti grazie alla “copertura” del cantiere medesimo e i relativi movimenti di merci e terra); c) alle aziende agricole ove viene utilizzato il cosiddetto “compost” (cioé il risultato della decomposizione e umidificazione di un misto di materie organiche da parte di macro e microorganismi decompositori). L'uso di tale sostanza, invero, agevola l'occultamento in seno alla stessa di altre sostanze nocive.” (Ecomafia 2011). E‟ dunque comprensibile la cautela degli imprenditori anche se le peculiarità sociali ed economiche della Basilicata la sottraggono ai maggiori rischi. L‟elemento di speranza e di proposta emerge dal 76% degli intervistati che ha scelto la seguente risposta: “se innovazione significa una piattaforma strategica (integrazione di prodotto, di servizio, di marketing e comunicazione) tra aziende leader di settore e il possibile lancio di un approccio integrato (o almeno complementare). E‟ una risposta confortante per almeno due motivi: A favore di ibridazioni aziendali con disponibilità a collaborare su mete di medio periodo e non solo su imminenti opportunità. Secondo un approccio integrato che rimanda alla parte dello studio in cui si analizzano le best practices. A tal proposito si dimostrano adeguate le premesse del presente studio, ovvero come, nel protrarsi della crisi economica e finanziaria è irreversibile la transizione verso una “nuova economia”, caratterizzata da una crescente globalizzazione, “smaterializzazione” e terziarizzazione dei sistemi produttivi, in gran parte indotta dall‟innovazione tecnologica. La “nuova economia”, utilizza e mette a sistema, su scala sempre più diffusa e con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, gli strumenti informatici e telematici, facendo leva su un riuso intensivo della conoscenza posseduta. Gli scenari futuri lasciano facilmente prevedere che le nuove dinamiche economiche saranno determinate da una maggiore integrazione tra assett tangibili (edifici, macchinari, ecc.) e fattori immateriali 127 (conoscenza, talenti, innovazione, ecc.), grazie alla tradizionali potranno beneficiare di un nuovo slancio. quale le attività Dunque, in questo contesto, la conoscenza e l’innovazione, assumono un ruolo centrale nel determinare le traiettorie evolutive della smarteconomy e della green-economy e la loro interconnessione virtuosa con parti significative della old economy. Nella “nuova economia”, si assiste ad una integrazione sempre più repentina tra i settori tradizionali ed il terziario avanzato intelligente (KIBS - Knowledge Intensive Business Services). Queste interconnessioni, stanno di fatto favorendo la nascita di nuove aggregazioni produttive di cluster territoriali molto dinamici che ridisegnano la geografia competitiva globale ed è quanto si vuole attrarre in Basilicata. Settima domanda Per quale tipo di attività distaccherebbe del personale in Val d’Agri? Motivi per trasferire il personale nel Val D'Agri Smartcube 52% 37% 11% Centro di progettazione e rapresentanza aziendale Sede di rappresentanza e Laboratorio con altre deposito materiali aziende private, dialogo con Università e aziende di servizio pubblico per un approccio integrato Questa domanda è sostanzialmente la controprova del quesito precedente. In altre parole chi rischierebbe di investire il proprio capitale e know how costituito dal personale aziendale e per quale motivo? Sostanzialmente la metà delle risposte (52%) ribadisce il concetto dichiarandosi “pronto a distaccare personale in un Laboratorio con le altre aziende private e dialogo aperto con Università locale e aziende di servizio pubblico per un approccio integrato.” L‟innovatività di tale approccio è altresì dimostrata dalle altre due risposte. Il 37% che è ancora legato alla funzione primaria della azienda di fornitura e servizio standardizzato e fa prevalere la “sede di rappresentanza e deposito materiali” e il residuo 11% comunque aperto ad un “centro di progettazione e rappresentanza aziendale”. 128 Ottava domanda La definizione: “Green economy-Filiera Sud” che vuole costituire tale polo di confronto e strategia condivisa tra privati e l’attenzione della sfera pubblica, le sembra: La definizione "Green Economy Filiera Sud" le sembra: Solo uno slogan 7% 45% 48% Un'opportunità di medio periodo da costruire adesso Un modo innovativo per dialogare con aziende competitive e complementari La ottava, e ultima domanda “chiusa” trova solo il 7% di scetticismo riguardo ad un progetto strategico e coeso per il Sud Italia. Il 45%, invece, lo considera “un modo innovativo per dialogare con aziende competitive e complementari nell‟offerta commerciale/professionale”. Ciò ad indicare la necessità di ricollegare i pezzi separati della ricerca e della attività promozionale ma, e soprattutto, riconsiderare obiettivi condivisi. E‟ infine il 48% degli intervistati che invece ritiene l’opportunità strategica, cioè di medio periodo ma “da costruire adesso”. 129 Nona domanda Infine, con solo 3 parole, quali sostegni (di mercato potenziale, finanziamenti agevolati, imprese insediate con filosofie aziendali condivise, di società di servizio avanzato localizzate nell’area, ecc.) spingerebbero imprese del centro-nord e straniere ad affrontare tale sfida? Ed ecco gli esiti dell‟ultimo quesito, a cui non tutti hanno risposto, accorpati per temi concettuali e ciascuno seguito dal numero di quante volte è stato espresso il termine. ESIGENZE DI SERVIZI E INFRASTRUTTURE N.16 ESIGENZE DI INTRINSECHE QUALITÀ AZIENDALI N.23 ATTESE DI SUSSIDI ECONOMICI N.15 ATTESE DI SUPPORTI ESOGENI N.9 Il primo gruppo “ESIGENZE DI SERVIZI E INFRASTRUTTURE“ raccoglie 16 item che spaziano dalle esigenze strutturali (infrastrutture, ecc.) fino a quelle amministrative e della pubblica sicurezza (P.A. efficiente, Distretto/rete, ecc.) INFRASTRUTTURE N. 4 LEGALITÀ N.2 DISTRETTO/RETE N.3 SOCIETÀ DI SERVIZIO AVANZATO LOCALI N.1 TRASPARENZA N.1 P.A EFFICIENTE N.1 SEMPLICITÀ INSEDIAMENTO N.3 SICUREZZA DI INTERVENTO N.1 Il secondo gruppo “ESIGENZE DI INTRINSECHE QUALITÀ AZIENDALI” pone l‟accento sulle capacità delle aziende di possedere “Intrinseche qualità” tali da favorire il matching tra di esse. Andiamo così da “(ricerca e) sviluppo” agli specifici know how aziendali, a un più generale spirito di innovazione, condivisione, cambiamento, ecc.). 130 Sviluppo N.5 Know how N.5 Internazionalità soggetti coinvolti N.3 Condivisione N.2 Innovazione N.2 Manodopera N.1 Ricerca e sviluppo N.1 Filosofie aziendali N.1 Qualità N.1 Cambiamento N.1 Interazione N.1 Il terzo gruppo “ATTESE DI SUSSIDI ECONOMICI” sembra rivolgersi con concretezza, anche se datata, principalmente alla risorsa economica, forse memore di quanto storicamente accaduto. Ecco che i finanziamenti e altri incentivi divengono l‟elemento distintivo. Finanziamenti/incentivi N.11 Credito N.4 Il quarto gruppo “ATTESE DI SUPPORTI ESOGENI” riguarda istanze meno facilmente riconducibili, esterne alle singole aziende e dunque meno strutturate. La richiesta di mercato sta comunque a indicare il bisogno/volontà di perseguire obiettivi concreti e anche non temporalmente distanti. Mercato N.5 Prospettive di crescita N.2 Opportunità N.2 Con il sondaggio presentato termina il Capitolo. Un capitolo denso di contenuti e indicazioni che confluiranno nell‟ultimo capitolo all‟interno del quale saranno esplicitate le linee strategiche per favorire la ridefinizione delle funzioni e dei servizi dell‟incubatore ed un suo conseguente riposizionamento all‟interno dello scenario competitivo glocale. 131 Capitolo 4 - VAL D’AGRI SMART CUBE: LO SPARTIACQUE DELLA QUALITA’ Eccoci al capitolo finale che deve tirare la sintesi degli argomenti e delle conoscenze strutturate nei capitoli precedenti Come passare dalle parole ai fatti”? Attraverso quali azioni sostanziare un approccio innovativo che abbiamo visto essere necessario per avere mercato, creare qualità e costruire uno sviluppo duraturo e sostenibile? Primo item: VAL D’AGRI SMART CUBE In un concetto, Val d’Agri Smart Cube, sarà il “Parco delle costruzioni innovative e dello sviluppo sostenibile del territorio” che si gioverà della sua prossimità con il costituendo Polo tecnologico dell’energia. In realtà, sia i risultati dell‟indagine sulle imprese che le indicazioni emerse dall‟analisi puntuale sulle trasformazioni in atto lungo la filiera delle costruzioni, hanno legittimato l‟ipotesi di rifunzionalizzare l’incubatore della Val d’Agri non solo come una “struttura intelligente” destinata alla creazione di nuove imprese, ma anche come “piattaforma integrata” (ideazione, progettazione, produzione, innovazione, formazione, networking, etc) per lo Smart-green building nell’area euromediterranea. Il “Val d’Agri Smart Cube”, quindi, come centro di eccellenza per aziende che guardano alle possibili sinergie nella smart and green economy, applicata alla filiera ambiente, energie, bioedilizia e riqualificazione, dall‟abitazione ai centri storici. Questa ambiziosa prospettiva risulta funzionale rispetto alle principali indicazioni programmatiche espresse dalla Regione Basilicata. Come è stato evidenziato in precedenza, i documenti di programmazione regionali prevedono la realizzazione in Basilicata, partendo proprio dal territorio della Val d’Agri, di un Polo tecnologico dedicato ai temi dell’energia (produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione, produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica, etc) per favorire l‟insediamento e il consolidamento all‟interno dell‟area di filiere produttive tecnology-based (grandi imprese, PMI, start-up) anche grazie ad una diretta partecipazione di Enti di ricerca . 132 L‟idea di orientare il “Val d’Agri Smart Cube” come centro di eccellenza per lo Smart Building risulta legittimata dal fatto che all‟interno dell‟istituendo Polo tecnologico della Val d’Agri è prevista : la costituzione di un Centro Studi sull’energia, come istituzione comunitaria a carattere sovranazionale; l‟istituzione di una Scuola Superiore di Formazione sull’Energia per la formazione di quadri tecnici e giuridico-amministrativi, economicofinanziari e industriali nel campo delle installazioni e delle realizzazioni di impianti di energia e, più in generale, nei settori dell‟edilizia sostenibile, della rigenerazione urbana e rurale, dell‟analisi e monitoraggio del rischio sismico e idrogeologico, della protezione dell‟ambiente e della certificazione di qualità. Appare evidente che all‟interno della programmazione del Polo tecnologico dell’energia, ancora molto generica e di massima, potrebbe essere inserita una specifica “declinazione” relativa allo smart and green building, in considerazione non solo del peso dell‟edilizia in materia di risparmio e di efficienza energetica, ma anche dell‟importanza che la filiera “allargata” delle costruzioni, ancora troppo tradizionale, riveste all‟interno dell‟economia regionale. Secondo item Gli obiettivi strategici del VAL dAgri SMART CUBE L‟attività di benchmarking ha fatto emergere con estrema evidenza che, oltre ad un‟offerta di spazi fisici, attrezzature di base, assistenza manageriale, legale, consulenziale, amministrativo-finanziaria, funzionale alla creazione dell‟impresa ed alla sua permanenza sui mercati, gli Smart Incubator si distinguono per un elevato grado di know-how correlato alle attività ed ai servizi ad alto valore aggiunto offerti alle nuove start-up in maniera sempre più individuale e customerizzata. Peraltro, l‟‟analisi comparata ha reso evidente che spesso gli incubatori “intelligenti” sono i principali strumenti delle policies pubbliche a sostegno di questa complessa smart (r)evolution E‟ all‟interno di queste coordinate “glocali” che va inserito il riposizionamento strategico dell‟incubatore della Val d‟Agri, abbandonando pericolose tentazioni localistiche. Obiettivo strategico del “Val d’Agri Smart Cube”, pertanto, sarà lo sviluppo di una “piattaforma integrata” di servizi (ideazione, progettazione, produzione, innovazione, internazionalizzazione, formazione, networking, etc) dedicata allo Smart-green building, attraverso la quale sarà possibile supportare lo start–up di nuove imprese high tecnology-based e, al tempo 133 stesso, sostenere la smart (r)evolution della filiera delle costruzioni partendo dal Mezzogiorno e con uno sguardo rivolto all‟area Euromediterranea Terzo item: Le Motivazioni L‟analisi generale dell‟intera filiera delle costruzioni a livello nazionale ed europeo (Cfr. Appendice) ha messo in luce alcuni nodi essenziali nella riorganizzazione e anche del nuovo, più esteso, perimetro di questa. Tuttavia, il Mezzogiorno d’Italia e, più in generale, l‟area mediterranea, non hanno attinto a tali criticità/opportunità che necessitano di un alto potenziale di ricerca high tecnology-based e non hanno avuto ancora le significative ricadute di sistema che il Val d’Agri Smart Cube vuole ottenere con un progetto durevole di innovazione tecnologica e d‟impresa. I risultati dell‟indagine, peraltro, hanno evidenziato che dalla riconfigurazione dell‟intera filiera delle costruzioni sono già emerse e potranno emergere in futuro, nuove opportunità di mercato e nuovi “attori” (Item 4-5) E’ il momento, dunque, di nuovo approccio di mercato, sia a livello locale che su scala più ampia. (Europa-Mediterraneo) L‟accelerazione del cambiamento richiede, peraltro, strategie di competitività fondate su un‟ innovazione globale e continua, indispensabili per garantire i processi di trasformazione dei modelli di business delle imprese. In sostanza, non basta solo incentivare la nascita di nuove imprese innovative, “born global”, ma appare altrettanto necessario non “fare invecchiare" le imprese esistenti. Da queste considerazioni deriva un modo innovativo di interpretare il mercato e di scoprire nuove “nicchie”di business, di capitalizzare le tradizioni artigiane incorporandole in nuove concezioni di prodotto. In questo mutato cotesto, gli SMART INCUBATOR, grazie al supporto di politiche dedicate e mirate, diventano spesso HUB “intelligenti”, all‟interno dei quali vengono incentivate e sostenute “contaminazioni virtuose” tra imprese e viene agevolato, nel complesso, un approccio integrato a mercati sempre più globali e complessi La ricerca, l‟innovazione tecnologica ed organizzativa, l‟internazionalizzazione e l‟integrazione tra settori e competenze, rappresentano, di certo, i “vettori” di questa smart (r)evolution connessa alla filiera delle costruzioni In questo scenario, trova la sua piena legittimazione l‟idea di “piattaforma integrata” di servizi (ideazione, progettazione, produzione, innovazione, formazione, networking, etc) per lo Smart-green building capace di creare 134 le precondizioni per la crescita e la riconfigurazione (organizzativa, tecnologica, etc) della filiera delle costruzioni e rivolta non solo al territorio lucano ma, in prospettiva, all‟area mediterranea. Questa opzione strategica ha trovato un‟ulteriore conferma anche nei risultati dell‟indagine condotta su un campione di 40 imprese del settore edilizio orientate allo smart-green building. Il dato più eloquente emerso dall‟indagine riguarda, infatti, la bassa propensione delle imprese a delocalizzare parte delle proprie attività in Val d‟Agri solo per abbattere costi fissi di produzione o per acquisire risorse aggiuntive. Per quanto riguarda l‟accesso ai finanziamenti, inoltre, non è ritenuta importante la quantità, ma la qualità degli incentivi e i tempi di erogazione. In sostanza, nonostante le incertezze dovute alla grave crisi economicofinanziaria, le imprese hanno mostrato di preferire alla “certezza” dei vantaggi tradizionali, le “rischiose” prospettive di un progetto/processo di più ampia portata. A parte le riserve riguardanti la concreta possibilità di realizzare un progetto complesso ed innovativo in un‟area interna del Mezzogiorno, infatti, la maggioranza delle imprese ha evidenziato: una significativa propensione a partecipare ad una piattaforma integrata orientata allo sviluppo dello smart building e rivolta principalmente al mercato meridionale e dell‟area euromediterranea; una sostanziale disponibilità a sviluppare forme di partenariato con altre aziende private, con il Sistema della Ricerca e dell‟Innovazione (Università locale, centri di competenza, centri di R&ST) con aziende di servizio pubblico e con altri attori locali 135 Quarto item La riconfigurazione della filiera delle costruzioni: le opportunità di mercato I bilanci degli attori della filiera hanno confermato come l’attività di riqualificazione sia oggi un mercato in crescita. E‟ una crescita ben più contenuta di quella che ha caratterizzato gli impianti delle energie rinnovabili, ma le dimensione della manutenzione ordinaria e straordinaria dal patrimonio esistente sono, veramente, “lo zoccolo duro del mercato”. Insieme all’Energy e Smart Technology la riqualificazione sarà la chiave del prossimo futuro, passando: “dall’espansione alla trasformazione urbana e dei territori”. E‟ una visione nuova del settore e si gioca, in parte, sul piano della riqualificazione del patrimonio e del territorio e in parte sul piano dell’energy technology. Basterà pensare alla riqualificazione strutturale dell’edilizia realizzata negli anni ‟50 e ‟70 (cemento armato in deterioramento), al rischio sismico, alla riqualificazione del “colabrodo” energetico rappresentato dalla nostra edilizia; alla crescita dell‟integrazione tra manutenzione e gestione attraverso il boom del project financing e del facility management; al tema, un po‟ tralasciato nella fase del boom, e centrale nello scenario futuro dei bilanci degli enti locali dei prossimi anni, della riqualificazione urbana, che investe aree urbane, centrali e periferiche e che saranno soggette allo strumento obbligato del “federalismo demaniale”. O, ancora, alla tema della riqualificazione del patrimonio industriale e commerciale dismesso a causa della crisi e alle bonifiche ambientali. E infine al tema della manutenzione del territorio, un tema antico, che ha visto nel nostro Paese progressivamente aumentare la disattenzione, i rischi, le tragedie e i danni Tuttavia, se è vero che la gestione e il recupero del costruito esistente in Italia rappresentano circa il 65% del mercato nei prossimi anni, è pur vero che, accanto a questa ampia prospettiva, permane il mercato, ancorché parzializzato, della nuova produzione edilizia, residenziale e non residenziale. Esso appare oggi, e nel prossimo periodo, l‟anello più debole della catena dell‟economia immobiliare. Ma anche per questo è quello che può permettersi il livello più elevato di innovazione. La crescita selettiva della qualità è, finalmente, ciò che stanno percependo numerosi operatori del settore. 136 La nuova domanda residenziale sta focalizzando prioritariamente la sua attenzione verso gli ambiti che schematizziamo di seguito Le propensioni del mercato Economicità del bene (alloggio low cost: il social housing Caratteristiche eco-tecnologiche avanzate nell’immobile Identità sociale e architettonica qualificata del quartiere e dell’intorno dell’edificio Presenza di qualità ambientali (verde, silenziosità, estetica) Minimi costi e disagi della mobilità Dotazione di adeguati servizi primari e secondari Prossimità ad altre attività di servizio e assistenza Dotazioni di infrastrutture per la mobilità Dotazioni tecnologiche in chiave di sostenibilità energetica Ma tutto questo non è ancora sufficiente: ogni luogo ed ogni soggetto posseggono caratteri particolari e le scelte localizzative e costruttive vanno rinnovate con una rapidità maggiore che nel passato: sulla base dei costi di produzione, dei nuovi bacini di utenti e di quell‟insieme di esternalità (fattori socio-ambientali, amministrativi e di servizi alla persona o alla produzione) che le diverse aree territoriali sono, o meno, in grado di offrire. Appare evidente, inoltre, che una riconfigurazione della filiera delle costruzioni in chiave “green” e “smart” potrebbe ampliare le prospettive di mercato e, di conseguenza, di nuova imprenditoria. Basti pensare alle enormi possibilità che potrebbero derivare dagli interventi pubblici e privati previsti a sostegno di sistema urbani e territoriali “intelligenti e sostenibili” (smart cities, smart village, smart land), interconnessi da un adeguato sistema di infrastrutture di rete. In realtà, gli edifici “smart” (case, residenze particolari, uffici pubblici, teatri, alberghi,etc.) sono strutture “intelligenti” e, allo stesso tempo, contenitori di oggetti “intelligenti” che, in prospettiva, potranno “dialogare” tra loro in modo da offrire ai residenti e/o ai clienti nuovi vantaggi e nuovi servizi (smart services) . In sostanza, è necessario puntare sull‟innovazione per sviluppare la “domanda latente” 137 138 Quinto item: La riconfigurazione della filiera delle costruzioni: i “nuovi attori” Per poter progettare, costruire, demolire, recuperare e gestire non solo edifici “intelligenti”, ma anche sistemi urbani e territoriali “intelligenti e sostenibili”, tuttavia, non basterà produrre nuovi materiali, sviluppare nuove tecnologie e nuovi temi di ricerca (domotica, biomimetica, etc), nuove soluzioni impiantistiche, nuovi processi di progettazione e costruzione (Hybrid design), ma saranno necessarie nuove competenze, emergeranno “nuovi attori” e si renderanno indispensabili nuovi modelli di aggregazione tra imprese e nuovi strumenti di partenariato pubblico-privato Dall‟analisi del mercato delle costruzioni (Cfr. Appendice) sono emersi nuovi operatori (Tab.1) che hanno rapidamente coperto quote di una nuova domanda, che va tenuta in considerazione nel tessere la nuova filiera degli “attori” del Val d’Agri Smart Cube . Tabella 8: I "NUOVI ATTORI" Produttori di materiali tradizionali da stimolare, nella volontà necessaria di innovare i settori che non tirano e hanno visto un calo percentuale significativo di produzione (cemento, macchine, ecc.) Produttori di materiali evoluti, che nei primi passi della green economy, soprattutto nel settore energetico, hanno elevate performance (vetro, acciaio, legno, ecc.) Project developer, che ha superato il tradizionale ruolo di professionista a favore di un nuovo profilo di “imprenditore di idee” Imprese e professionisti che si occupano direttamente e/o indirettamente di DESIGN e che, pertanto, operano trasversalmente, apportando valore ai prodotti delle imprese della intera filiera Brokers & società di consulenza, per una domanda sempre più sofisticata di servizi evoluti, sia per l‟accesso ai finanziamenti che per la redazione degli strumenti progettuali e previsionali, dal business plan alle valutazioni di vario impatto sul paesaggio e l‟ambiente Proprietari di terreni e di siti di installazione, non solo intesi per il titolo di proprietà ma quali stockholder dei progetti Real estate e proprietari e gestori di edifici industriali, nella filiera delle energie rinnovabili ma anche nel recupero edilizio, del riuso con diversa destinazione funzionale, della condivisione di filiera e della creazione di distretti tematici Investitori privati, fondi di investimenti, venture capital & private equity, banche corporate e società di leasing. E‟ questa l‟irruzione dei soggetti finanziari nel ciclo edilizio con possibilità di investimenti duraturi e redditivi e non necessariamente la “cattiva finanziarizzazione del settore” Studi legali e società di ingegneria, compagnie di assicurazione e di riassicurazione,ovvero il livello superiore dei servizi tradizionali che, nella lentezza del ciclo edilizio e nell‟atteggiamento restio a maturare scelte innovative, rappresenta un ulteriore elemento di innovazione di mercato Contractor EPC e contractor O&M , ovvero la frontiera avanzata di chi assume in sè tutte le fasi realizzative e, successivamente, anche gestionali a garanzia della piena funzionalità dell‟opera realizzata. 139 Lo sviluppo dello Smart Building, peraltro, contribuirà a moltiplicare le “ibridazioni” tra le imprese della filiera tradizionale delle costruzioni e le imprese ICT. In effetti, la Smart (r) evolution non potrà nascere solo per effetto della spinta propulsiva dei Big player, né tantomeno dalla moltiplicazione di piccole e medie imprese innovative ma, come è stato più volte evidenziato, richiederà contaminazioni virtuose tra aziende esistenti, mondo della R&ST, investitori istituzionali, portatori di idee innovative, istituzioni pubbliche, etc. Sesto item: Le attività principali da affrontare nello Smart Cube In quest‟ottica trova un‟ulteriore legittimazione l‟idea attribuire al Val d’Agri SMART CUBE non solo le funzioni strategiche degli SMART INCUBATOR (ATTRATTORE- INTERFACCIA COGNITIVA- BUSINESS CONNECTOR) ma anche funzioni complementari di sensibilizzazione, di stimolo, di promozione e di sostegno alla “rigenerazione” delle imprese della filiera allargata delle costruzioni in chiave smart & green Nelle Tabelle abbiamo provato a riassumere e schematizzare le Funzioni strategiche e i relativi servizi dello SMART CUBE FUNZIONE SERVIZI Accordi di cooperazione su scala internazionale con altri incubatori Servizi “soft landings” internazionali realizzazione del piano industriale a supporto della ATTRATTORE Supporto alla ricerca di partnership tecnica e commerciale Marketing Internazionale Networking “glocale”, orizzontale e verticale finalizzato alla creazione di “reti”, joint, new-co Virtual Networking Sostegno finanziario attraverso l’erogazione di sovvenzioni vincolate al perseguimento degli obiettivi declinati nel business plan Erogazioni di finanziamenti diretti Missioni di Internazionalizzazione 140 FUNZIONE SERVIZI Supporto volto all’identificazione di ricercatori e tecnologi che possono collaborare al potenziamento tecnologico dei prodotti/servizi Erogazione di servizi di rete e di consulenza allo scopo di favorire il trasferimento tecnologico e di finanziarie meglio e di più l’innovazione delle PMI INTERFACCIA COGNITIVA Disponibilità di Laboratori e di servizi di biblioteca interna e/o di strutture partner; strumenti di progettazione e laboratori multimediali e strutture di studio Smart Desk: Centro di scambio delle informazioni tra imprese, costituende e/o costituite finalizzate alla creazione di nuove opportunità di collaborazione Attivazione di collaborazioni attraverso la stipula di appositi protocolli di cooperazione con Università, Centri di ricerca e attori della grande impresa volti a favorire un connubio intelligente fra diversi attori pubblici (finanziare regionali, agenzie di sviluppo, ecc.) caratterizzati da competenze complementari, ma tra loro funzionali al perseguimento di un obiettivo comune, e soggetti privati Condivisione di specifici Frame Cognitivi (e.g. modo di pensare le relazioni tra attori-agenti e organizzazione, modo di pensare il rapporto tra la strategia e i mercati target, tra consumo e produzione, tra crescita e globalizzazione, con nuovi e più inclusivi strumenti di governance, di tipo dinamico e co-evolutivo 141 FUNZIONE SERVIZI Supporto ed assistenza al processo di negoziazione con i potenziali investitori nazionali ed internazionali; supporto alla ricerca di partnership tecnica e commerciale, ecc. BUSINESS CONNECTOR Networking “glocale”, orizzontale e verticale finalizzato alla creazione di “reti”, joint, new-co Servizi strategici personalizzati/customerizzati (e.g. scouting, ricerche di mercato, studi di fattibilità, ecc.,) per individuare validi partner e facilitare in tal modo le relazioni commerciali tra le start-up ed il resto del mondo Fund raising a livello nazionale ed internazionale: Business, Angels, Venture Capitalist, Investimenti di tipo Corporate, investimenti pubblici, sovvenzioni dirette, ecc Organizzazione di eventi, in particolare fiere del tipo "b2b", strategiche all‟individuazione dei trend e degli andamenti dei settori a livello globale in cui operano le proprie start – up Accordi di cooperazione su scala internazionale con altri incubatori 142 In parallelo, abbiamo provato a schematizzare obiettivi, tipologie di imprese e ambiti di riferimento potenziali sulla base dei quali sarà possibile delineare, nel medio termine, un ulteriore “pacchetto” di servizi Ambito di riferimento Obiettivo Riqualificazione strutturale edilizia, soprattutto degli anni ’50-’70 (cemento armato in deterioramento, obsolescenza diffusa, ecc.) Consolidamento strutturale e impiantistica Rischio sismico Messa in sicurezza Riqualificazione delle inefficienze energetiche in edilizia, soprattutto degli anni ’50-’70 Efficientamento energetico Integrazione manutenzione/gestione e facility management Corretta conservazione del bene Immobiliare Integrazione manutenzione/gestione con project financing Riqualificazione urbana e dei centri storici, nello scenario futuro del “federalismo demaniale” degli enti locali Riqualificazione del patrimonio industriale e commerciale dismesso a causa della crisi Bonifiche ambientali Manutenzione costante del territorio: dall’emergenza alla manutenzione ordinaria Efficiente gestione del bene con contenimento degli oneri Ampliamento della capacità tecnica, finanziaria ed economica delle imprese: Partnership pubblico-private Ampliamento della capacità finanziaria ed economica delle imprese: Partnership operative private Salvaguardia ambientale e recupero situazioni compromesse Gestione dell’equilibrio ambientale esistente e ripristino delle situazioni compromesse Tipologie d’impresa e professionali Impresa edile e figure professionali tradizionali Impresa edile e figure professionali tradizionali e innovative Tecnici formati ad hoc nella filiera energetica Crescita professionalità del facility management; Riconversione professionale tecnici Ampliamento competenze tradizionali delle professionali Integrazione professionale complessa con elementi gestionali di forte innovazione Integrazione professionale complessa con elementi gestionali di forte innovazione Specializzazione e capacità di condivisione imprenditoriale Parziale riconversione d’impresa e coinvolgimento nuovi soggetti del mondo agricolo 143 Settimo item: Il TARGET del Val d’Agri Smart Cube Il Val d’Agri Smart Cube, di conseguenza, avrà come target, non solo potenziali imprese innovative e nuove start–up knowledge based, ma tutte le imprese della filiera “allargata”delle costruzioni. Il target prioritario saranno le PMI, anche se non si esclude un coinvolgimento “indiretto”dei “BIG Player”. In linea di massima la tipologia di imprese-target può essere così riassunta: Nuova impresa locale (Know-how e capitali locali); Spin off aziendale (es. “gemmazione” da aziende leader locali ed extraregionali che intendono sperimentare un nuovo prodotto/servizio); Spin off accademico (Know-how e capitali locali e/o esterni all‟area); Nuova impresa frutto di “ibridazioni” tra aziende locali e aziende extra/regionali (Know-how e capitali locali e/o esterni all‟area); Nuova impresa “glocale” (Know-how e capitali extra/regionali). Ottavo item: La strategia operativa e il ruolo di Sviluppo Basilicata Smart-green building, energie rinnovabili ed efficienza energetica: il nuovo che premia. A tali esigenze lo Smart Cube vuole dare risposta, non (solo) di tipo fisico ma (innanzitutto) di strategie (per riempirlo di senso prima che di aziende). Appare evidente, tuttavia, che per poter trasformare l‟incubatore in un “modello intelligente” di creazione d‟impresa e di “fertilizzazione” del contesto territoriale non basta ridisegnare le funzioni ed i servizi in chiave innovativa, ma risulta indispensabile: inserire l‟incubatore in una strategia complessa di sviluppo economicoterritoriale; puntare su una complementare rivisitazione degli strumenti a sostegno dell‟enterprise creation, dell‟innovazione e dell‟internazionalizzazione; favorire lo sviluppo di politiche a supporto di processi di incubazione finalizzati allo sviluppo di imprenditorialità innovativa; garantire un intervento sull‟”ecosistema” locale dell‟innovazione. 144 I risultati dell‟analisi comparata hanno reso evidente, infatti, che le importanti performance realizzate soprattutto dagli incubatori pubblici o misti (pubblicoprivati) sono spesso il portato di scelte strategiche di medio-lungo periodo, supportate da policies adeguate e da inediti, quanto indispensabili, “raccordi” tra vari livelli istituzionali e tra la sfera pubblica e quella privata. E‟ proprio per questo motivo che abbiamo ritenuto opportuno inserire la rifunzionalizzazione dell‟incubatore della Val d‟Agri nell‟ambito di una ambiziosa strategia di sviluppo economico-territoriale di medio-lungo periodo - il POLO TECNOLOGICO dell’ ENERGIA- che ha già ottenuto un consenso istituzionale sia a livello regionale che nazionale. Questo “percorso”, così articolato e complesso, potrebbe essere esposto al rischio di “cedimenti” e di “impasse” in assenza di una specifica azione di accompagnamento e soprattutto in assenza di un ruolo proattivo di stimolo, di coordinamento e di regìa. Pur non essendo direttamente oggetto del presente studio, si è ritenuto utile, fornire in questa sede alcuni suggerimenti relativi a questa indispensabile attività di accompagnamento. In considerazione delle indicazioni emerse dalle attività di analisi e dall‟indagine sulle imprese e in una prospettiva di breve-medio periodo si ritiene opportuna la definizione di una strategia operativa, articolata in due macro-azioni parallele: un‟ Azione pilota che, con il supporto del Fondo per il Venture Capital, dovrebbe stimolare l‟insediamento di aziende leader in modo da rafforzare l‟appeal dell‟incubatore e, in parallelo, favorire possibili ibridazioni tra imprese locali ed imprese esterne all‟area Un‟“Iniziativa strategica” a cavallo tra la fase finale della programmazione 2007-2013 e il nuovo ciclo 2014-2020, grazie alla quale sarà possibile identificare, valutare e sperimentare soluzioni adeguate per risolvere le “criticità di sistema” rilevate dall‟analisi e, quindi, supportare in maniera mirata il riorientamento dell‟incubatore della Val d‟Agri La complessità di questo percorso e la necessità di avviarlo in rapida e incisiva richiederà un ruolo proattivo di promozione, di rappresentanza, di coordinamento e regìa da parte di Sviluppo Basilicata soprattutto in considerazione della sua mission strategica a sostegno dello sviluppo, della ricerca e della competitività del territorio della regione Basilicata 145 Nono item : L’Azione Pilota L‟ Azione Pilota dovrà avere una funzione di “traino” e di catalizzatore di questo ambizioso processo. Questa prima iniziativa, pertanto, sarà strutturata partendo dagli interessanti esiti dell‟indagine sulle imprese. Come è stato anticipato, le imprese hanno evidenziato non significativa propensione ad aderire ad un progetto/processo di portata, ma anche una sostanziale disponibilità a sviluppare partenariato con altre aziende private, con il Sistema della dell‟Innovazione (Università , centri di competenza, centri di R&ST) solo una più ampia forme di Ricerca e In considerazione di ciò. L‟azione pilota dovrebbe incentivare il coinvolgimento delle imprese leader e favorire una parallela integrazione con altri Big Player che hanno già avviato interessanti sperimentazioni nel campo dello Smart and Green Building. Obiettivo dichiarato di questa prima iniziativa è l‟attrazione di un gruppo di soggetti, vincenti e che fanno vincere i sistemi che rappresentano o introducono, che inventano uno spazio di mercato, formano e conquistano una nuova domanda, allineano l‟intero sistema dell‟azienda a favore del doppio obiettivo: sia la differenziazione che il contenimento dei costi. Essi costruiscono nuove forme di valore e le comunicano facilmente, creano quei fattori mai offerti dal settore, studiano coloro che attualmente non sono clienti per capirne i bisogni latenti Il coinvolgimento di imprese leader e di Big Player sarà finalizzato a : stimolare ed incentivare, eventualmente con il supporto del Fondo per il Venture Capital, la nascita di spin off aziendali e/o new-co che potranno nascere sia da “ibridazioni” con imprese locali, sia da partenariati mirati con il Sistema della R&ST ; delineare le coordinate ed avviare una prima sperimentazione dello “smart desk”, ovvero di quello che , a regime, dovrà essere il centro di stimolo e di regìa dello SMART CUBE. Lo “smart desk” dovrebbe essere, in sostanza, il “motore immobile” del Val d‟Agri Smart Cube e, come gli “aggregatori” dei cluster innovativi europei e/o come CONNECT nella Silicon Valley, dovrebbe svolgere funzioni di traino e azioni trasversali finalizzate sia ad innalzare l‟appeal dell‟incubatore che lo sviluppo economico-territoriale in chiave smart and green. L‟Azione Pilota, infine, avrà anche un valore emblematico perché dimostrerà che, all‟interno dello Smart Cube, appartenenza significa aver scelto di partecipare ad un progetto, ad un percorso di costruzione di una nuova offerta. Quindi il vantaggio per le imprese non dovrà sostanziarsi nell’insediamento a condizioni privilegiate ma nella creazione di nuovi terreni di lavoro 146 Decimo item: L’ INIZIATIVA STRATEGICA L‟ Iniziativa strategica potrebbe inserirsi a pieno titolo nella complessa fase di “rivisitazione” delle iniziative inserite nella programmazione 2007-2013 e, in parallelo, potrebbe consentire alla Regione Basilicata di delineare e testare ex ante misure e strumenti finalizzati allo sviluppo di nuove imprese innovative anche e soprattutto attraverso un percorso di riorientamento e di potenziamento della rete di incubatori. A differenza dell‟Azione Pilota, quindi, dovrebbe avere una portata generale e “sistemica” . L‟Iniziativa strategica potrebbe essere strutturata come un insieme integrato di interventi (regimi di aiuto, assistenza, formazione, comunicazione, studio) rivolti da un lato alla individuazione ed alla prima sperimentazione delle nuove funzioni e dei nuovi servizi dell‟incubatore, dall‟altro alla definizione del Sistema Integrato all‟interno del quale l‟incubatore dovrebbe trovare una opportuna collocazione. Come abbiamo più volte evidenziato, la “perimetrazione” dell‟ecosistema locale, la definizione delle coordinate all‟interno delle quali i vari attori/partner devono interagire e, quindi, la definizione del “modello di governance” del Sistema Integrato, rappresentano le pre-condizioni per evitare che l‟incubatore sia una “monade” isolata e priva del supporto di un importante network di “conoscenze”. Nel complesso, l‟insieme organico degli interventi dovrebbe “ruotare” intorno a tre macro-ambiti: Azioni innovative che avranno un impatto diretto sulle attività di preincubazione e di incubazione; Azioni trasversali; Regimi di aiuto; Le Azioni innovative dovrebbero essere rivolte in maniera diretta alla sperimentazione di buone pratiche connesse con tutte le fasi di intervento dell‟incubatore mentre le Azioni trasversali, dovrebbero essere strutturate per accrescere, anche se in maniera indiretta, l‟ “appeal” dell‟ incubatore e favorire la definizione e lo sviluppo della “piattaforma integrata” dedicata allo Smart and green building. Particolare rilievo dovrà essere dedicato ai “Progetti Faro”, ossia a progetti che dovrebbero fungere da stimolo e da catalizzatore. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di selezionare alcuni Centri Storici, magari partendo proprio 147 dai “borghi antichi” della Val d’Agri, per avviare sperimentazioni connesse con lo Smart and Green Building, in partenariato con Big Player e nella prospettiva delle Smart communities delineate sia dall‟Unione Europea che dal governo nazionale. Infine, last but not least, sarà indispensabile riservare un approfondimento mirato ai modelli di finanziamento finalizzati alla nascita di nuove imprese knowledge based (seed e start-up capital) sia di natura pubblica che privata . In considerazione della crescente globalizzazione, smaterializzazione e terziarizzazione dell‟economia, dovrebbero essere analizzate e valutate, in particolare, le forme più innovative di incentivazione finalizzate allo sviluppo di partenariati “verticali” ed “orizzontali”, di “ibridazioni”, tra imprese (PMI, Grandi imprese, etc) e tra queste e il mondo della R&ST. L‟azione di accompagnamento, peraltro, avrebbe il vantaggio di poter verificare sul campo la “sostenibilità” di interventi particolarmente innovativi supportati da un composito insieme di risorse finanziarie. In realtà, anche il quadro finanziario dell‟iniziativa dovrebbe integrare risorse finanziarie provenienti da fonti differenti (FESR, Fondo di Coesione e Sviluppo, FSE, PO Val d‟Agri, Royalties dirette, etc), mutuando anche sul versante finanziario, le buone pratiche rilevate in contesti innovativi e che, attraverso un utilizzo meno burocratico e “ingessato” delle risorse, hanno consentito a quelle realtà di pianificare e realizzare processi complessi e ambiziosi di sviluppo economico-territoriale. In definitiva, l‟insieme integrato degli interventi, dovrebbe essere strutturato e gestito in modo da accelerare il riposizionamento strategico dell‟incubatore, consentendo, in parallelo, un ripensamento complessivo delle politiche a sostegno delle imprese innovative e una attenta riflessione sul ruolo e sulla tipologia degli incubatori che, come è stato evidenziato, possono rappresentare uno strumento principe per favorire processi “intelligenti” di enterprise creation e, più in generale, di sostegno alla smart (r)evolution. 148 INIZIATIVA STRATEGICA 149 149 14