INcontro - Liceo Da Vinci
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INcontro - Liceo Da Vinci
Periodico del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci Anno Scolastico 2007-2008 Numero 3 Aprile-Maggio I Nc o n t r o 02 INDICE Ciao a tutti! Ecco l’ultimo numero de “INcontro” di quest’anno. “Finalmente!” direte voi… Infatti ci scusiamo per il notevole ritardo ma, come al solito, la fine è sempre più dura dell’inizio. Questa fine anno è stata più impegnativa del previsto, soprattutto a causa degli imminenti Esami di Stato che riguarderanno me, il Vice e numerosi altri membri della Redazione. Ma come vedete, non vi abbiamo abbandonati: con questo concludiamo le pubblicazioni per quest’anno scolastico, salutando chi non potrà più avere il piacere di scrivere il queste pagine perché proiettato in altri studi e salutando chi potrebbe subentrare a noi tutti ragazzi di quinta che lasceremo il liceo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questi numeri, specialmente la Preside e la signora Fiorenza. Un in bocca al lupo a quelli che faranno gli esami e… take it easy! 03 Il Papa e l’Italia 04 1942-’45: per non dimenticare 06 Cosa fanno sta sera in TV? 08 Ultima fermata: si scende 10 Quando il passato incombe sul presente 12 Non smettere di cercare, giovane Werther... 13 Il reality show della cronaca nera Mondo giovani 14 Il nostro futuro? L’angolo della zanzara 16 Esiste... Music box 17 Just for fun Sotto la copertina 18 L’ultimo libro del favoloso Harry Potter La direttrice Il Papa e l’Italia A gennaio il Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma ha invitato il Papa ad inaugurare l’anno accademico. La questione ha suscitato malcontento e polemiche sia tra gli studenti che sia tra i professori dell’università. I media hanno favorito la diffusione della notizia e l’Italia si è trovata divisa in due: chi era d’accordo che il Papa inaugurasse il nuovo anno e chi, invece, non vedeva di buon occhio la richiesta di inaugurazione ad un simpatizzante di Feyerabend, che sosteneva: «La Chiesa dell’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione», e quindi apertamente contro i principi della stessa Università! I giorni a seguire sono stati pieni di manifestazioni contrastanti: chi pro, chi contro, tanto che lo stesso Papa ha declinato l’invito. L’evento ha suscitato molto scalpore, anche per l’intervento successivo in Piazza San Pietro del Pontefice, che ha parlato in pubblico esprimendo il proprio rammarico. per riflettere to Giusto momento per riflettere Giusto momen L’accaduto è un ennesimo episodio di rifiuto di dialogo, dettato dal pregiudizio e da posizioni così radicate da respingere persino l’incontro. Si è persa un’occasione di confronto, e fra Scienza e Fede , a mio parere, a uscirne sconfitta è la Scienza, la cultura laica, proprio quella cultura che avrebbe potuto dimostrare, in questo incontro, la sua disponibilità al dialogo nel rispetto delle diverse posizioni. Sembra, invece che a prevalere sia stato il timore quasi la paura del confronto, cambiando la strada della “censura” e del pregiudizio. Questo atteggiamento nono aiuta di certo a “crescere” e inasprisce le opposte posizioni. Ci si chiede: chi ha ragione, la Fede o la Scienza? Difficile dare una risposta, ma è sicuro che se ci chiudiamo al dialogo non avremo un futuro migliore. Enrico Biscaro 2M Humour 20 23 24 26 27 29 Cruci-Romanzo Annunci Oroscopo Vignette Sudoku Soluzione cruciverba le a i r Ringraziamenti o 26 Commiato 27 Hurry up, it’s time INcontro 03 E d i t 04 er riflettere p to 1939, la Germania invade la Polonia… Inizia l’incubo della Seconda Guerra Mondiale. Inizia il periodo che verrà ricordato per gli anni a venire come l’epoca più oscura e terribile della nostra storia. Un’epoca segnata dalla sofferenza di un popolo, dalle morti d’innumerevoli innocenti e dalla crudeltà di un regime totalitario. Quante volte, sentendo nominare la parola “nazista” la associamo immediatamente alle espressioni “stermino ebraico”, “Auschwitz” o “campi di concentramento”? Non a caso, infatti, questi termini viaggiano appaiati sui binari di quell’epoca storica che si lascerà per sempre al suo seguito una lunga scia di dolore, ingiustizia e lacrime; ma non è l’illustrazione di una lezione di storia, l’obiettivo di questo articolo. Non è di date o politica che voglio discutere in queste poche righe che mi sono state concesse. L’analisi dei dati storici appartenuti a quel periodo la voglio lasciare sui banchi di scuola, chiusa tra le pagine di libri che non spiegheranno mai l’atrocità dei momenti che troppe persone hanno vissuto, me che pochi hanno avuto la possibilità di raccontare. Molti registi hanno fatto di quel periodo uno tra i più gettonati argomenti su cui creare capolavori cinematografici che sono entrati a far parte della storia del cinema, e io non possiedo di certo la presunzione di credere di poter esprimere meglio di coloro che hanno sperimentato sulla loro pelle le orribili leggi razziali o la persecuzione scatenata - 1945: per sul popolo ebreo. Voglio soltanto provare a far riflettere quei ragazzi che, visto l’argomento trattato in questo articolo, l’avranno certamente evitato di leggere. A chiunque stesse leggendo ora queste righe vorrei proporre un eclatante esempio di come una ragazzina della nostra età ha affrontato il periodo nazista: “Il diario di Anne Frank”. Quanti di voi, alla vista di questo titolo, non sbufferebbero o sospirerebbero liquidando questo articolo aspettandosi il solito riassunto romanzato di quel libro che vi hanno costretto a leggere? Tranquilli, non è su questo che mi voglio soffermare, poiché gli argomenti trattati in quel libro non narrano di episodi accaduti in un campo di concentramento o degli orrori successi durante la deportazione. Il diario della giovane Anne, infatti, termina quando la ragazzina, appena quindicenne, viene catturata dalle truppe naziste nell’appartamento segreto di Amsterdam. Possiamo tuttavia, attraverso le testimonianze riportate da coloro che sono sopravvissuti al genocidio, tentare un confronto tra la vita che un ragazzo della nostra età conduceva in un campo di sterminio e quella che conduciamo noi tutti i giorni. Pensiamoci. La mattina ci alziamo dal nostro comodo letto dopo aver dormito tutta la notte in un ambiente asciutto e caldo, ci dirigiamo in bagno per prepararci per la giornata appena iniziata e facciamo colazione. Un ragazzo deportato si alzava all’alba dopo aver trascorso la notte in un giaciglio rimediato in un angolo di una delle camerate in cui venivano stipate una cinquantina di persone. Lo spazio vitale era di appena un metro quadro per persona. Quando erano in pochi e l’ambiente “ampio”. Successivamente il ragazzo si recava ai posti di lavoro dove cominciava la sua lunga agonia. Noi trascorriamo intere giornate a scuola, chini sui libri di testo, pensando già al momento in cui torneremo a casa e troveremo il pranzo pronto preparato dai nostri genitori. non dimenticare Ragazzi come la giovane Anne passavano le loro giornate a scucire le scarpe di coloro che erano già morti perché venissero usate in altro modo o bruciate insieme agli altri oggetti personali di persone che non conoscevano. Oppure portavano il cibo nelle mense dei soldati, come piccoli camerieri affamati che quelle vivande non dovevano toccarle. I più grandi, invece, pontevano già cominciare a compiere lavori di fatica insieme agli adulti: trasportare massi estremamente pesanti, scavare fosse destinate ai compagni più deboli già destinati a soccombere, quando non erano per loro, o lavorare nei forni crematori. Della famiglia non sapevano più nulla. Solo i più piccoli potevano vivere con le madri -se non venivano divisi durante la deportazione- rischiando di non vederle più tornare dal lavoro. Se poi un ragazzino era considerato troppo debole di costituzione o presentava qualche difetto fisico, il suo destino era già segnato e le famigerate camere a gas sarebbero divenute le loro piccole tombe. Era pertanto indispensabile, per mantenersi in vita, cercare di avere un fisico il meno possibile provato da quelle macchine di distruzione. Questo mi fa pensare a tutte quelle ragazze che, per mantenere la linea, rifiutano qualsiasi pietanza… Noi cerchiamo sempre di sfuggire ai nostri genitori, spesso lamentandoci dei loro comportamenti eccessivamente protettivi… Sono certa che quei ragazzi avrebbero dato qualsiasi cosa per avere accanto i loro genitori e si sarebbero privati di tutto pur di avere la certezza che i propri cari stessero bene; anche questo mi fa riflettere sui discorsi che sento per i corridoi della mia scuola sulle bocche di ragazze che vorrebbero più libertà, ma che nulla sanno di come ci sentirebbe se si perdessero per davvero i parenti… E che dire di coloro che sfoggiano svastiche e stelle di David come fossero trofei? Mi fa rabbrividire vedere dei ragazzi portare in bella mostra sullo zaino o scrivere sui muri per riflettere to 1942 Giusto momen quelli che sono stati i simboli per eccellenza delle pagine più orribili della nostra storia. Mi piacerebbe chieder loro cosa desiderano dimostrare attraverso quegli atteggiamenti, perché io, forse a causa della mia età, non credo serva assumere quel tipo di posizioni per dimostrare il proprio valore… Per tornare a noi, comunque, abbiamo appena tracciato quello che potrebbe essere un rudimentale tentativo di confronto tra la vita e i comportamenti dei ragazzi della nostra età nei campi di concentramento e noi. Mi sono voluta volontariamente astenere dai dettagli più raccapriccianti di cui erano protagonisti quella gente –esperimenti chimici sulla loro persona, abusi di ogni sorta e svariati tipi di tortura- ma spero di essere ugualmente riuscita a farvi riflettere sul perché sia necessario continuare a ricordare. Soltanto ricordando gli errori –e gli orrori- del passato sarà possibile non commetterne più nel futuro. E forse, spero, non sbufferete più quando vi chiederanno di leggere libri come “Il diario di Anne Frank” poiché quelli non sono il frutto degli sforzi di un autore che ha scritto ciò che gli suggeriva l’immaginazione, ma i dolorosi ricordi di persone che sono state costrette a vivere quei momenti che noi giudichiamo una perdita di tempo conoscere. Il che mi sembra strano, dato che la nuova generazione preferisce l’horror come genere letterario… Maria Lavinia Piovesan 1° D 05 Giusto momen 06 t er riflettere p o Ormai ci facciamo sempre meno questa domanda. Quando un film o un telefilm ci interessa, lo sappiamo già dalla settimana prima, grazie alle tonnellate di pubblicità che ci sorbiamo tra un frammento e l’altro di trasmissione. Ma molte volte anche i programmi più pubblicizzati ottengono uno share (percentuale di telespettatori) inferiore alle aspettative. E cosa succede allora? Si mette in moto quello splendido meccanismo della televisione, che tende ad assimilare ogni programma al modello dei Reality Show, e ad avvicinarvi ogni possibile situazione. Calza a pennello l’esempio di qualche mese fa, sul palco di Miss Italia 2007. Prevedendo che gli italiani a seguire la gara sarebbero stati relativamente pochi, Mike Bongiorno e Loretta Goggi hanno litigato, partendo da un pretesto che fa davvero pensare ad una messinscena. La cantante non era stata chiamata in scena da Mike all’inizio del programma, e questo le ha dato modo di dimostrare la propria maturità davanti all’Italia, uscendo dallo studio (per ritornare quasi immediatamente, forse per salvare il proprio stipendio). Ricorda un po’ le litigate del Grande Fratello, che finiscono con la stessa facilità con cui sono iniziate; oppure gli spettacolini dell’Isola dei Famosi, veri e propri teatri di marionette che si insultano e si tappano la bocca. L’ultima meraviglia della televisione risale a poche settimane fa: il festival di Sanremo. Pippo Baudo che rilascia interviste ogni dieci secondi, lanciando ogni tanto una frecciatina pungente e velata. Insomma, la televisione sta cercando di rinnovarsi, ma sta ponendo come obiettivo del rinnovamento un punto sbagliato. I reality show saranno forse seguiti da molte persone, ma non sono affatto programmi da consigliare. Questo alle emittenti non interessa, tanto c’è chi paga la pubblicità fior di milioni! Ma come mai teniamo i vecchi programmi come Sanremo e Miss Italia e, anzi, li spezzettiamo in più serate ancora, e cerchiamo di costruirci dietro queste polemiche fastidiose? Perché la televisione italiana invecchia. Non abbiamo più presentatori giovani in Rai e Mediaset. Teniamo la Dalla Chiesa, Baudo stesso, Mara Venier, Magalli e infiniti altri. Certo, qualche vecchio presentatore sta bene, ma a volte affiancare sera in TV? nuovi volti farebbe bene; e non solo femmine dal fisico appariscente destinate a fare una o due comparse in programmi poco visti. Cercare di cambiare la televisione è una speranza lontana, ma certamente possiamo dare una mano guardando programmi costruttivi, o quantomeno cercando di allontanare dai nostri schermi reality show e programmi che ne prendono spunto. E speriamo che le emittenti cerchino per riflettere to Cosa fanno sta Giusto momen una boccata di aria nuova, con qualche presentatore brillante e giovane che sostituisca i vecchi baluardi; i quali, col passare degli anni, non riescono più a dare quel tocco nuovo che è indispensabile per suscitare l’attenzione. Enrico Cimitan 3° N 07 n Giusto momo e Giusto momen 08 er riflettere p to Correndo verso *** mi sono trovato inconsciamente a maledire ogni singola fermata che il treno faceva. Che irritazione… non appena si raggiungeva la massima velocità era anche già ora di rallentare per la prossima stazione. Che lentezza. Lentezza? Eppure si viaggiava come minimo a 130 all’ora, case strade campagne sfilavano veloci dal finestrino. Eppure era tutto cosi stressante… Ma pensando al di là della mia impazienza, mi ho provato a domandarmi, a pensare perché fossi così insofferente verso quell’ora e mezza impiegata a coprire 100 chilometri. Tanto, di meglio da fare non c’era. Quindi… qual è il problema? Questo treno è lento. È lento per davvero o a me sembra lento? Non ci avevo pensato. È tutto superveloce nel nostro mondo… informazioni, canzoni, film: tutto è immediatamente disponibile e fruibile a patto di avere una connessione abbastanza veloce per il computer o un telefonino sufficiente- mente costoso. Velocità. Ecco quindi l’ossessione subdola e inconfessabile, esser rapidi. Tutto deve essere accelerato e praticamente istantaneo, altrimenti si è fuori. Efficienza uguale velocità. Un’equazione valida dappertutto, oggi. Sarebbero quindi spiegati la gara a offrire connessioni da diversi mega, i grandi progetti di costruzione di arterie ferroviarie per treni a velocità prossima ai 300 chilometri orari e tutti gli sforzi per costruire macchine che raggiungano velocità sempre più elevate (per poi farci cosa non si sa, visto che qui in certe ore non ci si muove nel traffico da girone dantesco). Ecco forse spiegata l’insofferenza per tutto ciò che è lento (e quindi, di riflesso, antiquato). La velocità da assuefazione, la rapidità abitua troppo bene al punto che saltano i nervi a stare in coda o a fermarsi in tutte le città che un dannato treno tocca. Però, ammettendo che non vedo l’ora di arrivare, confesso che non mi sto godendo il viaggio. Come ci si può divertire quando ci sia annoia? Il bello di un viaggio è la meta, ma anche, appunto, il viaggio. Il desiderio di arrivare avere ancora tanta strada da fare, la voglia di accelerare per arrivare e accorgersi che correndo si vede un pezzetto di mondo, il quale sembra sempre lo stesso eppure si presenta sempre diverso: in una casa, tra le macchine che formicolano per le strade, negli alberi che sfuggono alla vista, tra nuvole sparse e nelle montagne che chiudono l’orizzonte. Pensare oltre se stessi e guardare lo spettacolo del mondo che si propone durante un viaggio fa dimenticare gli interminabili minuti di cui esso si compone. È il bello del viaggio, è lo scopo del viaggio: vedere il mondo. Se poi proprio vogliamo portare anche più in là il pensiero, possiamo anche accorgerci che, senza ricorrere ad un luogo comune, anche la vita è un viaggio. Non è la meta che conta, è la strada che lo rende unico. per riflettere to ULTIMA FERMA TA: SI SCENDE Ma la velocità è inebriante, da assuefazione, uccide la poesia del viaggio, soffoca i pensieri che solo la solitudine, il paesaggio e la sensazione di essere proiettato in avanti – dove non si sa – suggeriscono e rendono particolare un viaggio. Il treno rallenta ancora una volta. Un’altra fermata? Sì, l’ultima. Si scende, il viaggio è finito. Stefano Maronese 5° F 09 Giusto momen 10 er riflettere p to “Lettera a mio figlio mai nato”. Sono queste parole a riecheggiarmi in testa da settimane. Il cuore mi si stringe un po’, mentre scorro quelle frasi così cariche di dolore e angoscia, che non vogliono suscitare pena, bensì una profonda empatia. Ho sempre detestato le manifestazioni di dolore eclatanti, il mettere sotto gli occhi di tutti la propria sofferenza, esasperando con esibizionismo ogni zampillo di un cuore che sanguina; in questo caso, però, è profondamente diverso. Così, dopo quarant’anni, si torna a riflettere sull’aborto. Per quanto mi riguarda è la prima volta che riordino i pensieri in modo sistematico in merito a tale tema e devo ammettere che non è affatto semplice cercare di guardare oltre i luoghi comuni e giungere alle radici del problema. Ciò che più mi stupisce è come sia possibile trattare in modo così aggressivo e violento qualcosa talmente delicato che, a mio parere, andrebbe solo sussurrato. Urla, insulti, villanie… ecco il triste spettacolo che ci viene offerto dal teatro della strumentalizzazione. Per affermare la propria idea su quella altrui tutto sembra lecito, non si deve guardare in faccia nessuno e non rispettare il dolore altrui è solo la prima di una lunga lista di mancanze. È così che un atto di profondo disagio e sofferenza diventa strumento per portare acqua al proprio mulino, subdolo e ignobile mezzo per attirarsi le più svariate simpatie politiche o per meglio affermare un’istituzione che percepisce il proprio potere scemare velocemente. Le parole si fanno complesse, pesanti e opprimenti, si intraprendono lunghe e inconcludenti discussioni cercando di stabilire quando cominci la vita; compaiono magicamente i paladini della giustizia del sesso debole, mancanti unicamente del pennacchio al vento e del destriero bianco. I luoghi comuni si riversano con violenza fuori dalle bocche ipocrite di moralisti che credono di portare Dio e la propria assoluta verità nella tasca. Ebbene, miei cari signori dalle tasche tristemente vuote, voi che vi fate portatori del volere di Dio, imponendovi sulla maternità, voi che additate le donne che scelgono di abortire come assassine, voi che recitate frasi bibliche senza applicarle alla vita reale, vi siete mai fermati anche solo per un momento ad ascoltare? Vi rendereste conto che “omicidio” e “assassine” sono dei termini un po’ forti da pronunciare, se smetteste di urlare solo per un attimo potreste sentire quanto inadatte e terribili siano le vostre accuse e che nessuno abortisce per il macabro gusto incombe sul presente di privare della vita la creatura che gli cresce in grembo. Così, dopo molte riflessioni, sono giunta alla mia triste verità. L’aborto è prima di tutto un dramma personale, un dolore che si insinua nel profondo dell’anima e che lì resta per sempre; è un male che non abbandona più, costante, insanabile. Soprattutto è un dramma che non può essere ignorato; non può scomparire con una legge che lo proibisca, poiché troppo radicato nel tessuto sociale. Nessuno è a favore dell’aborto, semplicemente si deve avere l’intelligenza di riconoscere l’esistenza del problema e restare conformi ai propri principi morali senza limitare la libertà altrui. Proibire l’aborto non solo lede i diritti di un essere umano formato e pensante, ma rappresenta anche una chiara mani- per riflettere to Quando il passato Giusto momen festazione di indifferenza di fronte a un problema reale, un ritorno ad un passato retrogrado. È necessario aprire gli occhi e avere il coraggio di guardare la società senza limitarsi a disprezzarne i vizi, a giudicare; ci si impegni per cambiarla, se davvero si crede che la vita sia sacra. Venga lasciato il giudizio a chi di dovere, sarà sicuramente più misericordioso. Mi sento infine di invitare tutti a riflettere con coscienza in merito a tale tema, per scongiurare un triste ritorno al passato. Stefania De Marchi 5° E 11 Giusto momen 12 er riflettere p to A volte basta una frase a ispirarmi, nella testa scatta un meccanismo le cui logiche non sono in grado di controllare e i piccoli ingranaggi del mio cervello iniziano a muoversi, un po’ arrugginiti.. Il ritmo aumenta, le parole vengono scandite ora veloci,ora lente….Non capisco. Le sento muoversi vorticosamente come lunghe frecce che descrivono archi sinuosi sopra un orizzonte indefinito. E allora via alle parole, via allo scorrere rapido e insensato delle frasi.. Forse è vero… le parole indefinite e vaghe infondono un senso di appagamento, l’animo è appagato dal senso di incertezza, si culla in un oceano di solerte abbandono… Pronto a scattare per fronteggiare ogni tipo di conseguenza. È un piacere spasmodico, che trova spazio nella contraddizione, e completa la ricerca affannosa della felicità… L’uomo non fa che cercare la felicità, correndo, arrancando affannosamente, e a volte si sente fluttuare nell’aria, abbandonato, sorretto dal debole vento dell’incertezza, che non è dolore, non è gioia… Come una bolla di sapone che, leggera, ineffabile, diviene preda della violenza dei venti… Dimmi, cos’è per te la felicità… È la ricerca di un fiore azzurro, è un sorriso, un bacio, un grido…è quello che provi mentre cerchi, e non quello che trovi alla fine della tua corsa. Dimmi, cos’è per te il dolore… È la muta speranza di non trovare mai quel fiore, per non perderlo,per mantenere l’illusione di qualcosa di eterno, che la tempesta e il vento non possano distruggere, è la tragica consapevolezza di aver perso ciò che faceva respirare il tuo cuore, è la noia, o la tediante indolenza. È indifferenza. Dimmi ora,dopo l’ennesimo rigetto del mio cuore nuovo, dove trovare la speranza… Se in scrigni d’orati tempestati di pietre, o in grandi castelli dalle stanze di freddo cristallo. Sono stanca di fiabe di principi dalle spade scintillanti e principesse dalle lunghe chiome… Raccontami la libertà e il vento, le cime innevate delle montagne e gli ultimi turbini di foglie bagnate di sangue autunnale. E cercando altri fiori e orizzonti nuovi ogni giorno, mostrami l’altra faccia della luna. Dimmi dove fa male. Ecco… dimmi, ora, dove esercitare la pressione…Dove il tuo ego diviene fragile, indeciso, dove la pienezza delle parole riesce a smuovere l’alto, invalicabile muro della tua indifferenza. Stefania De Marchi 5° E Il reality show della cronaca nera Nell’odierna società molti di noi si trovano a vivere passivamente i cosiddetti fatti di cronaca nera. Questi non ci turbano poiché ci appaiono distanti, noi siamo semplici spettatori, non coinvolti emotivamente se non da una morbosa curiosità che porta al desiderio perverso di conoscere i dettagli dell’ultima strage in famiglia, della morte di un bambino innocente, del caso di mala sanità italiana… e potrei continuare la lista. Cogne, Garlasco, Erba, Meredith sono solo gli ultimi quattro casi che continuamente si trovano sbattuti sulle prime pagine dei giornali e che si sono resi tristemente famosi per l’esibizione esuberante e continua da part dei media. È oramai una consuetudine la presenza di fatti di cronaca nera, sempre più sconvolgenti, nel nostro paese. I mezzi d’informazione ne enfatizzano l’esistenza grazie ad interi mesi di tamtam assillante in cui puntate e speciali, con tanto di psicologi e criminologi, presentano tranquillamente tutti gli aspetti e i particolari più raccapriccianti degli ultimi crimini, tanto da portarli all’esasperazione e molto spesso alla banalità. Non ci si deve perciò stupire se l’essere umano sta sviluppando una preoccupante insensibilità per i misfatti più crudeli ed i delitti più efferati. L’unico risultato di tutto ciò è quello di scatenare nella gente “malata” lo spirito di emulazione; credo non sia un per riflettere to Non smettere di cercare, giovane Werther... Giusto momen caso che negli ultimi anni i fatti di cronaca nera siano aumentati sensibilmente. In queste tristi vicende nulla di privato esiste, è il reality show dell’orrore, “la gente deve e vuole sapere”, dicono i giornalisti senza scrupolo, nascondendo abilmente quello che per loro è solamente una occasione in più per sfondare o per guadagnare. C’è un limite a tutto ed il livello di speculazione è molto alto, in queste situazioni si pensa relativamente poco all’ambito umano e molto a ciò che si può ricavare, in termini di denaro e pubblicità, dal dolore delle persone. Abbiamo molto da imparare, innanzitutto il saper mantenere un’etica sociale e non assecondare questo processo che sta diventando un vero e proprio teatrino dell’orrore. La dignità di ogni persona, viva o morta che sia, ha il diritto di essere rispettata e di non essere coinvolta all’interno di un macabro gioco a cui non ha chiesto di partecipare. Valentina Bovo 5° E 13 Giusto momen 14 o vani o i g un mondo dove il potere è irraggiungibile da noi, perché, ormai, con la globalizzazione, anche un cambiamento dovrebbe essere, di conseguenza, globale, quindi troppo grande. Siamo trascinati dalla corrente frenetica di una società autodistruttiva. Ma come sarà il futuro, quando saremo noi le persone in prima linea e dovremo riuscire a risolvere tutto il male che i no- stri padri ci hanno lasciato? Forse siamo ancora in grado di cambiare le cose, se abbiamo la forza di reagire a tutto questo, in primo luogo, capendo ciò che stiamo diventando e ciò che ci hanno fatto diventare. vani cambiamento anche a livello politico: siamo inermi, destinati a faticare anni prima di trovare un lavoro per il quale probabilmente guadagneremo poco e dovremo attendere anni di duro impegno prima di essere riconosciuti per ciò che valiamo, ma saremo sempre a livelli più bassi di altre persone il cui unico merito è stato aver avuto fortuna. Questo problema nasce da diversi fattori: il mondo globalizzato è troppo grande ed è governato dalla sola economia, che preclude qualsiasi valore morale. Secondo questo sistema è più comodo, per esempio, utilizzare manodopera di sfruttamento a minor prezzo dai paesi poveri, piuttosto che un esperto di un paese ricco che andrebbe però pagato di più. Viene ovviamente scelta la prima possibilità, a discapito di entrambe. E’ un sistema selettivo, la legge del più forte, in una società che ci educa a non pensare, tramite il mercato che sfrutta noi giovani per la propria crescita, in quanto siamo un buon partito per vendere e guadagnare. Mass media, prodotti, false morali, tutta una rete di guadagno, che non si interessano minimamente di ciò che sentiamo, che non si rendono conto che educano alla pigrizia, che sfocia inevitabilmente nel nichilismo; lo fanno a NOI, il futuro di un mondo ormai rovinato. In questo modo cresciamo con un modo di pensare, come già detto, basato sull’immediatezza, sulla convinzione che non potremo mai cambiare le cose in gio Cos’è questa sensazione che pervade noi giovani, questa sensazione di precarietà e di insicurezza quando guardiamo avanti verso il nostro futuro? Forse molti di noi non se ne rendono conto… Siamo spinti da questa società a pensare al presente, all’immediato, unica certezza che possediamo. Non siamo solo noi, però, a non renderci conto che c’è un problema di fondo, ma anche la generazione precedente, che non ci lascia spazi e non ci insegna realmente a vivere. In un mondo che sentiamo al termine, siamo lasciati a noi stessi, gettati, impreparati, in un ambiente troppo frenetico ed in costante mutamento. Per capire tutto questo basta guardare il mondo politico: al potere sono sempre i soliti anziani ormai da decenni. Quanti giovani vediamo? Pochissimi, e comunque non viene data loro la possibilità di sfruttare al massimo le loro potenzialità, sicuramente maggiori di quelle di un uomo che ha già fatto la sua esperienza di vita. Questo non fa altro che farci perdere le speranze in un qualsiasi o Il nostro futuro? Mond Enrico Baccichetto 3° N 15 Mond Mu s 16 anzara z a l el condanna è stata mite: se lo avessero condannato all’ergastolo, probabilmente avrebbe dato un mega party con centinaia di invitati) Esiste un paese in cui… … ad un comune viene interrotta la fornitura di corrente elettrica perché da mesi non paga le bollette. Esiste un paese in cui… … lo Stato ha un debito di 1620 miliardi di euro. Esiste un paese in cui… … una città, peggio, una regione, naviga a vista in un mare di spazzatura e dopo 15 anni e un mare altrettanto sterminato di soldi spesi, non riesce a vedere la terraferma. Esiste un paese così? Esiste. Stefano Maronese 5° F Ecco l’ultima opera dei Persiana Jones, storica band simbolo dello Ska made in Italy. Ritornano, dopo quattro anni dal loro ultimo album, con questo disco divertente e da ballare. La band torinese, che iniziava a perdere lo spirito nei suoi ultimi lavori, trova finalmente il modo per rinnovarsi nel modo giusto, introducendo nella loro musica prettamente Ska-Punk il lavoro del DJ Ciaffo, che si integra perfettamente nelle sonorità del gruppo, dando alle canzoni un tocco di innovazione ben riuscito. Il suono del disco è, in poche parole, fresco e rinnovato come le loro opere più vecchie. Certamente alcune canzoni tendono ad essere ripetitive, ma nel complesso le 14 tracce che compongono “Just for fun” si ascoltano con piacere. Sono presenti anche quattro ospiti in quest’album: Bunna, il vox degli Africa Unite, che canta splendidamente una cover di Hooked on a feeling, Tony Mancino, al quale viene affidata una strofa di Mai ed infine Paolo De Angelo e Peter Truffa, rispettivamente al sax e pianoforte, i quali provengono dai Blue Beaters. I testi non sono assolutamente banali e si trovano spesso in contraddizione con la musica allegra; sembrano narrare la storia del gruppo e la storia di un po’ tutti noi, iniziando con La tua vita cambia, ma il loro spirito rimane, con la settima traccia “Non è cambiato niente”, e termina, lasciandoci con l’amaro in bocca, con Tutto finisce, che lascia presupporre l’assenza di un futuro con questa band. In conclusione, un disco vicino all’eccellenza, le cui canzoni sicuramente sarebbero perfette per un concerto, ma anche per chi vuole semplicemente divertirsi per tre quarti d’ora lasciandosi andare. box Esiste un paese in cui… … un partito che conta solo tre senatori riesce a far cadere un governo nonostante avesse preso l’impegno di sostenerlo, all’inizio della legislatura. Esiste un paese in cui… … un partito si ritira da una coalizione di governo giustificandosi con “è finita un’esperienza” (Ma neanche quando si scarica una fidanzata si usano parole così…) Esiste un paese in cui… … senatori dello stesso colore si insultano, alzano le mani, si sputano addosso durante una seduta e poi, con gran faccia tosta, compaiono davanti alle telecamere affermando caparbi che non avrebbero mai e poi mai osato arrivare a tanto? Esiste un paese in cui… … un politico con cariche istituzionali condannato a cinque anni di reclusione, non è obbligato a lasciare la poltrona perché nessuna legge lo costringe a farlo. Esiste un paese in cui… … il sopra citato condannato, prima di rassegnare “sua sponte” le dimissioni festeggia con collaboratori ed amici con cannoli e champagne. (E per fortuna la Just for fun l ca esiste i Enrico Baccichetto 3° N 17 L‛angolo d 18 c rtina e p o Ministero della magia è ormai sotto il controllo del Signore Oscuro, come Hogwarts d’altronde, sia perché i tre non hanno idea del luogo in cui siano custoditi questi oggetti. I doni lasciati da Silente in eredità ai tre “eroi” sembrano apparentemente inutili, la morte sempre più vicina. L’amicizia, l’amore, la fiducia, il coraggio, tutti contenuti nel romanzo aiuteranno i protagonisti ad andare avanti, consapevoli del fatto che il destino del mondo magico dipende solo e soltanto dalla loro missione. Si scoprono nuovi dettagli sulla vita di molti personaggi, alcuni ancora vivi, altri morti già nei libri precedenti, che in alcuni casi fanno rimanere a dir poco stupiti; si ripercorre il passato in un’avventura piena zeppa di colpi di scena alimentati dalla suspence, in cui ogni momento sembra l’ultimo. Le molte domande con cui l’autrice ci aveva lasciato otterranno risposta, la quale spesso va “oltre l’apparenza”, usando le parole scritte nella parte interna della copertina. Si sa che prima o poi Harry dovrà scontrarsi direttamente con Voldemort e che sicuramente uno dei due morirà affinché l’altro possa sopravvivere… ma non desidero di certo svelarvi il finale!!! C’è poi quella scritta: “Diciannove anni dopo” che apre l’epilogo della serie e fa capire in sette pagine cosa ne è stato di chi è sopravvissuto alla battaglia finale, o almeno dei personaggi più importanti… La fine mi ha purtroppo lasciata un po’ perplessa, spero che per chi prenderà in considerazione il mio consiglio o che lo hanno già letto non sia così, ma come grande fan della serie mi è sembrata leggermente ovvia. Non posso dire di certo che il libro non mi sia piaciuto: infatti l’abilità di J. K. Rowling di lasciare il lettore col fiato sospeso, la rivelazione di un personaggio che coglie alla sprovvista, il fatto che è un libro da leggere tutto d’un fiato, tutto ciò rende questo ultimo capitolo speciale e inimitabile, da leggere, rileggere e leggere ancora. Come sempre mi auguro che consideriate il mio consiglio e vi auguro buona lettura!! pertina Finalmente nella notte tra il quattro e il cinque gennaio di quest’anno è arrivato nelle librerie italiane il settimo e ultimo libro di Harry Potter. La saga del famoso maghetto oltre ad aver reso la sua autrice la donna più ricca del Regno unito (perfino più della stessa regina!!) e detenere i record di volumi venduti, è una delle serie di libri fantasy più belli che ci sia. Alcuni non amano i libri di J. K. Rowling, ritenendoli insignificanti; io non sono fra questi e desidero consigliarvene la lettura. Propongo inoltre a coloro a cui non piace di provare ad iniziare dal quarto volume: è da qui infatti, che viene fuori la storia vera e propria, anche se ovviamente andando in ordine è un’altra cosa. In “Harry Potter e i doni della morte” Harry, affiancato da Ron ed Hermione, è impegnato nella ricerca e distruzione degli Horcrux, i “contenitori” dei pezzi dell’anima di Voldemort; questo compito risulta molto difficile, sia perchè il co L’ULTIMO LIBRO DEL Sotto l a FAVOLOSO HARRY POTTER Giorgia Bincoletto 2° N 19 Sott o l a 20 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 ur o m Dopo l’esperienza (forse un po’ troppo ardua, eh?) del precedente azzardato cruciverba.. Ecco qualcosa di più appetibile: chi non ha mai sentito parlare dei protagonisti di questi romanzi, il “cult” della letteratura con cui ci tormentano – nel bene e nel male - fin da bambini? …La risposta sarà un dibattutissimo progetto realizzato quest’anno dagli studenti del liceo! 1. Bel lord inglese con diecimila sterline l’anno e padrone di mezzo Derbyshire (anche se la metà povera!), pieno di pregiudizi, onesto, orgoglioso, altezzoso e introverso. Cosa aspettate a richiederlo come marito? (1895) 2. Scapestrato e irrequieto “giovane”, pronto a lasciare il prestigioso istituto che frequenta per un’insolita avventura nella Grande Mela, per la durata di una settimana! (1951) 3. Commerciante agile e raziocinante, capace di mettere a frutto tutte le sue conoscenze per una vita da vacanza ai tropici con l’eccezione di… essere quasi del tutto solo su di un’ isola deserta! (1719) 4. Un incredibile sogno in cui un “bizzarro cavaliere” errante, guidato dal suo agile scudiero, attraversa la penisola iberica alla ricerca delle più stravaganti avventure... rimediandoci sempre sonore sconfitte. (1605) 5. I viaggi per mare vanno sempre di moda, ma questi sono dei più strani che mai! Tra cavalli parlanti, gnomi e giganti… riuscirà a tornare in patria il nostro eroe? (1726) 6. Un tenero ragazzino, sbatacchiato tra orfanotrofi camini e bare in una Londra criminale, si ritrova a far pare della malavita: tante disavventure, ma infine una vera famiglia. (1838) 7. Quando la pura forza di volontà e l’ostinazione si mettono d’impegno… Ecco ricreare una splendida armatura, con tanto d’un cavaliere tutto onore e lealtà annesso. (1959) 8. Un consiglio a tutti i fumatori: mai rivolgersi allo psicanalista quando si vuole smettere, altrimenti ne possono uscire di tutti i colori dalla propria coscienza… Come in questo caso! (1923) 9. Una fiaba di burla ed inganno, forse simile alla nostra realtà: in esso si muove questo legnoso protagonista, tutto preso da monete d’oro e fatine, e grilli e balocchi! (1881) 10. Per chi ama questo migliore dei mondo possibili, meglio non s’arrischi in questo romanzo. Alla ricerca dell’amata Cunegonda tra tragedie e lutti inenarrabili, sempre “puro” e mosso da insanabile ottimismo. (1759) 11. Una vendetta tramata nell’ombra di anni e anni, un “conte” misterioso che grazie ad un fortuito tesoro non ha abbandonato ogni speranza, dopo tanta prigionia in un’isola da cui prenderà il famoso e temibile nome. (1844) 12. Lo sdoppiamento e il dilemma tra bene e male affascinano a tal punto un esperto dottore, da provarlo sulla propria pelle: e rivelare questa celata parte crudele, pronta a farsi valere! (1886) 13. Ed è così che, morto per tutti tranne che per se stesso, può vivere questa nuova vita: libero da ogni vincolo, tra roulette e filosofia, pur di sfuggire all’onerosa vita in famiglia di un’opprimente Sicilia natia: ma il sogno non può durare a lungo... (1904) 14. Parto della paura umana verso il desiderio di onnipotenza: un mo- ur 1 romanzo mo cruci Hu 21 Hu 22 Vendo cellulare quasi nuovo, ottimo stato, UMTS/GPRS/Tri-band, lettore mp3, riproduce video e foto, funzione radio FM, fotocamera 3 megapixel, MMS (inclusa scheda con 300 messaggi multimediali prepagati) e, attenzione, PUO’ ADDIRITTURA TELEFONARE, eccezionale, 200€ trattabili. ur Stella Serena Grosso, 5° I Hu mo stro indicibile creato da terribili esperimenti, ma capace anche, in punto di morte, di capire sofferenza e pietà. (1818) 15. Come vi sentireste se un bel giorno, preoccupati solamente del vostro abituale lavoro… Vi svegliaste con due belle antenne e tante zampette pelose, nel completo parapiglia generato nella vostra famiglia? (1915) 16. Egregio capostipite dell’arte deduttiva, tra sviolinate e sanguinolenti omicidi, mai una volta che aiutato del fido assistente non sappia risolvere un caso… Elementare! (1902 ca) 17. La bambina dai viaggi onirici più logico matematici che esistano: alla rincorsa d’un coniglio perditempo, tra pazze ore del tè e non compleanni da festeggiare, chi non vorrebbe farci un salto? (1865) 18. Una vita di dissolutezza tra lusso e lussuria per questa dama di provincia, annoiata da una vita troppo rigida negli schemi sociali francesi: romanticheria e contrasti per un tragico finale. (1856) 19. Si può trasformare un angelo nel peggiore dei demoni? E’ quello che il cinismo e troppa bellezza portano a questo giovane, aiutato da un quadro ammaliante a nascondere ogni genere di commessa atrocità. (1890) 20. Il romanzo più amato di tutti i tempi: generazioni e generazioni di studenti (altro che “venticinque lettori”!) a seguire col fiato sospeso l’intricata vicenda d’amore di questo lombardo protagonista, tra peste e religiosità, per un “romantico” e dolce finale. (1827) Scuoiatore cerca amici per la pelle. Cuoco stufato cerca relax. Cantina sociale liquida tutto. Ex fabbrica di parchimetri svende bagni a pagamento per cani. Vendo ciclomotore “Piaggio Vespa”, ottimo stato, esclusi parti meccaniche, manubrio, ruote e carrozzeria, vero affare. Vendesi palestra di boxe. Garantiti grossi incassi. Si necessita di n.30 cartoni per trasloco. Partecipate al meeting internazionale dell’albo dei dentisti. Estrazione (di premi, ovviamente) a fine serata. ur o m Appalto per distribuzione quotidiani nel penitenziario locale. Si assicura che andranno a ruba. Vendesi Nicola Favaretto di 2 °O, autore di questi annunci... 23 Hu 24 Ariete “In The End” – Linkin’ Park. È la fine, questa! Finalmente! E “it doesn’t even matter” chissenefrega, è andata come è andata! Ora solo relax allo stato puro! Toro “My Brain Is Hanging Upside Down” – The Ramones. È giunto il momento in cui potete appendere il cervello “al chiodo”. Spontaneamente o con l’ausilio di qualche divertimento estivo! Gemelli “The Passenger” – Iggy Pop. Ami i viaggi e non vedi l’ora di poter partire, saltare su un treno e guardare il mondo attraverso un finestrino, vedere le stelle spuntare nel cielo… e viaggiare viaggiare viaggiare… Cancro “It’s A Long Way To The Top” – AC/DC. È sempre faticoso raggiungere il top… ora potete rilassarvi e dedicarvi al dolce far niente e… al rock! ur o m Leone “Permanent Vacation” – Aerosmith. Ormai siete in vacanza… beati voi! (che chi ha gli esami *!#!.) Sarebbe al massimo però stare in una vacanza permanente, come Steve Tyler e soci… beati loro! Vergine “Why Don’t You Get A Job? – The Offspiring. Una frase molto usata dai genitori in periodo estivo. Non è una cattiva idea… piuttosto di combinare un emerito tubo tutto il giorno, no? (no) ur Ecco voi un oroscopo originale… una canzone per ogni segno! E se non vi passa proprio nulla in queste vacanze, perché non ve le andate ad ascoltare?? Buon divertimento! estate 2008 mo Oroscopo Hu Bilancia “Alive” – Pearl Jam. Siete ancora vivi dopo quest’anno estenuante? Bene! E se qualcosa non è andato per il verso giusto… ricordatevi che ci sono ben altre mazzate più dure! Scorpione “Cannabis” – Ska-P. Non lasciamoci trasportare dall’entusiasmo, in queste vacanze… Sagittario “Holiday” – Green Day. Anche ora che siete in vacanza, rimanete svegli su quello che succede nel mondo. Ci sono i ragazzi di Berkeley che ci ricordano che in giro c’è ancora la guerra. Capricorno “No One’s Listening” – The Goo Goo Dolls. Anche voi come tanti altri non hai ascoltato nemmeno la minima parola, in questi ultimi tempi. Peccato che questi “ultimi tempi” durino da settembre! Acquario “Welcome To The Jungle” – Guns n’ Roses. Axl Rose vi invita a tuffarvi in una giungla intricata di divertimenti. Se non avete gli esami… approfittatene! Pesci “Don’t Look Back In Anger” – Oasis. Eddai, non vi incazzate! Basta rimuginare sul passato… e maledire la prof. di latino! Ormai è andata così! “Step outside the summertime’s in bloom”, uscite e godetevi l’estate! Stefano Maronese 5° F 25 Hu 26 Hu ur mo Sudoku Vignette Difficile 6 7 2 5 3 4 4 Maria Lavinia Piovesan 1° D 2 8 3 4 6 3 9 4 5 5 5 7 3 6 9 7 1 ur o m 4 7 1 7 9 8 27 Hu 28 Soluzioni del cruciverba già pubblicato: Alternativo Ungaretti $ @ ç & ! £ ? & ! € ç ç @ € ! ? Ariosto Leopardi Carducci Pascoli Boccaccio Manzoni Foscolo Alighieri Verga Tasso Petrarca Divina d’Annunzio Reluma £ Soluzioni del cruciverba di questo numero: £ $ ur o m Machiavelli $ @ ç % ? ur Sudoku mo Soluzione cruciverba Hu ç € @ % Darcy Holden Robinson Crusoe Don Chisciotte Gulliver Oliver Twist Agilulfo Zeno Pinocchio Candido Montecristo Mr Hyde Adriano Meis Frankenstein Gregor Samsa Sherlock Holmes Alice Madame Bovary Dorian Gray Renzo Tramaglino La soluzione è: Costituzione Italiana 29 Hu 30 nti e m a zi per un momento ogni tanto ad ascoltare quello che accade attorno a noi, leggere, pensare. Pensare. Crediamo, e non a torto, che non ci sia cosa più importante di poter esercitare il libero pensiero, di potersi costruire un’idea personale sul mondo che non segua belando il gregge dell’opinione comune. Crediamo di aver cercato di spingervi a ragionare un po’, di avervi spiegato le nostre idee perché voi ne possiate avere delle vostre. Noi della redazione abbiamo, ognuno a modo suo, condiviso questa illusione. La nostra avventura, per noi che siamo in quinta, volge al termine. Lasciamo a voi di continuare a condividere questa illusione. Potete scegliere di avere un’idea vostra, di comunicarla, di partecipare - sì, anche ad un giornalino - o potete scegliere di subire le idee degli altri, di conformarvi al pensiero comune, di sparire nel grigiore della massa. “Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c’era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio.” Dal monologo di V in “V per Vendetta” Grazie quindi per la vostra attenzione, grazie a chi ha collaborato e a chi ha criticato, grazie per averci letti. Buona continuazione dell’avventura. Il direttore Il vice-direttore La redazione Tic tac tic tac… Il tempo in queste ultime settimane di scuola sembra cambiare di continuo il proprio scorrere, solo in apparenza costante e implacabile; diviene ora rapido, ora lento. Il calendario fino a poco fa segnava quel lontano 2002, quando piccoli e inesperti varcavamo le soglie umide e un po’ tetre di questo mostro di cemento che ormai non ci fa più tanta impressione. Percorrendo nel silenzio i corridoi di questo liceo, uno dopo l’altro, riaffiorano alla mente tutti i ricordi della mia permanenza qui, cerco di pensare a ciò che mi mancherà… Prima di tutto e soprattutto le persone con cui ho condiviso momenti bellissimi ma anche molto difficili; in secondo luogo il caffè di prima mattina al bar, i libri polverosi della biblioteca, lo sguardo sperduto di chi è alle prime armi, questi stessi corridoi che, i primi tempi, mi apparivano le braccia di un interminabile labirinto. È incredibile ma siamo giunti alla fine, qualcuno all’improvviso ha fatto scorrere uno dopo l’altro i fogli di quel calendario. Com’è beffardo il tempo. Quanto è stato atteso questo momento, quei giorni con quattro interrogazioni e un compito… quanto è stata sospirata l’indipendenza, al momento di giustificare un ritardo, quanto abbiamo agognato quel sano menefreghismo dei professori universitari, la fine dei colloqui coi genitori, quanto abbiamo accarezzato l’idea di una più libera gestione del tempo, il sabato libero… Eppure ammettiamolo, ora che tutte queste cose sembrano così vicine da poterle sfiorare, avvertiamo una punta di nostalgia e il futuro, questo salto nel vuoto senza paracadute e senza troppe certezze, fa un po’ paura. A coloro i quali come me affrontano, incrociando le dita, l’ultimo anno di questo liceo, che ha generato un misto di emozioni diverse che ora affollano confusamente la nostra mente, mi sento di dire che solo chi perde qualcosa ritrova qualcosa e che, prospero o arido che sia stato il nostro passato, ora tutti hanno la possibilità di ricominciare daccapo. Cerchiamo di vivere con tranquillità queste ultime settimane, ricordando sempre che le valutazioni ci qualificano per le nostre abilità e non per le persone che siamo. Probabilmente non ci sarebbe il tempo per ringraziare una per una le persone che hanno reso indimenticabili, sotto ogni punto di vista, questi cinque anni di liceo… Scelgo dunque di ringraziare tutti indistintamente, attraverso questo giornale, perché ognuno di voi ha contribuito in qualche modo a farmi diventare, in positivo o in negativo, la persona che sono. Auguro a tutti buona fortuna per il futuro, siano essi nel mezzo del loro percorso al liceo o stiano per arrivare al termine, con particolare riguardo per questi ultimi. Sono orgogliosa, nonostante qualche delusione, di aver rappresentato in minima parte questa scuola, e spero che in futuro vi siano altre persone che sognino, come me, un ambiente sereno e spazi per poter pensare e parlare liberamente. Un grazie particolare, permettetemelo, va agli altri tre rappresentanti d’istituto, Alessio, Vittore e Alberto, che nel corso di quest’anno hanno lavorato moltissimo, insieme a me, allo scopo di porre le basi per una scuola un po’ più vicina agli studenti. Grazie anche alla Preside, con cui abbiamo cercato di stabilire un dialogo onesto. Sta a voi che vi trovate “nel mezzo del cammin di questo liceo” impegnarvi per ottenere quello che desiderate e per rendere migliore la vostra scuola. Ancora buona fortuna a tutti e buone vacanze! enti Cari lettori e compagni di scuola, siamo al crepuscolo di quest’anno scolastico, molti di voi ci arrivano stanchi morti e stufi ed esauriti come non mai; molti di voi annusano già il profumo di tre mesi di nullafacenza totale, anarchia mentale e oblio di qualsiasi nozione… ma ricordatevi di chi, con l’ultimo giorno di scuola, vedrà tramontare un’epoca: la vita al Liceo. Per voi che pregustate il meritato riposo… Buon divertimento! Per chi invece il 18 scenderà in trincea per affrontare l’ultima decisiva battaglia contro la scuola dell’obbligo… Coraggio! Noi, capo, vicecapo e la redazione tutta, volevamo ringraziare voi lettori per averci sopportato, magari bistrattato o criticato, ma, in fondo, per averci dato la vostra attenzione. Se non avete condiviso le opinioni espresse o se avete trovato semplicemente ridicola qualche idea, poco male. Non ha grande importanza. Il solo fatto che i nostri articoli abbiano suscitato una reazione in voi ci basta. Se poi vi hanno anche fatto pensare, possiamo dire di esser riusciti nel nostro scopo. “Illusi”. Forse. Ma noi come redazione e come singoli siamo troppo convinti della validità di avere idee proprie, dell’importanza di avere uno spazio dove poterle esporre, dove poter dare forza ai pensieri. Ci sono due atteggiamenti che si possono avere di fronte al mondo: farsi scivolare addosso la pioggia di parole e immagini che grandinano su di noi in ogni momento, dagli onnipresenti media, o fermarci Hurry up, it’s time am zi Commiato Ringr a Stefania De Marchi 5° E 31 Rin g r a 32 DIRETTORE: Lucia Crotti 5° H VICE DIRETTORE: Stefano Maronese 5° F DISEGNATORI: Marta Calò 5° I Giorgio Schiavon 4° D Giovanna Saladino 2° B tro n o IMPAGINATORE: Luca Mattiuzzo 5° H REDAZIONE: Valentina Bovo 5° E COLLABORATORI ESTERNI: Stefania De Marchi 5° E Nicola Favaretto 2° O Enrico Zanetti 5° F Stella Grosso 5° I Francesca Marinelli 4° F Vanessa De Bortoli 4° I Enrico Cimitan 3° N Isabella Grotto 3° N Enrico Biscaro 2° M Giorgia Bincoletto 2° N Maria Lavinia Piovesan 1° D IN c