Discorso Torregiani per l

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Discorso Torregiani per l
Per la Conferenza Stampa
Il Comitato per la Giustizia è fondato sulla partecipazione e la democrazia interna, sul pluralismo delle
idee e non delle correnti, su dei valori chiari, quelli che potranno permettere di effettuare un “viaggio”
verso un nuovo modello sociale e politico che si colloca al termine della lunga transizione italiana: un
nuovo mondo fatto di uno Stato ed una società più dinamici, aperti, liberi, europei.
Da questi principi e voglie, si è deciso di scendere in campo, di candidarci in una città, a me vicina e
cara e che conosco bene, per iniziare un percorso volto a creare e lasciare il segno concreto e
tangibile di certi valori e non solo.
Quindi partirò dal concetto di Giustizia, come per dire equità o dire giusto nel pensare e nel fare che è
costruttivo. Il concetto di giustizia ti mette difronte al bene o al male. Giusto è ciò che crea del bene a
se stessi ed agli altri e quindi rappresenta benessere nel sociale.
Ogni essere umano che conosco ha dovuto lottare tra scelte nel bene o nel male così come ogni
azione porta ad un risultato positivo o negativo che sia. Ogni persona ha diritto al proprio bene al
proprio lavoro alla propria famiglia!
Appunto la Famiglia, il bene sociale più importante che abbiamo e che và protetta e dove punterà il
valore della giustizia. Azioni giuste verso la famiglia,vuol dire proteggere i valori e le vite di noi
Italiani! Ogni singola persona merita giustizia ed un giusto percorso di vita e quindi merita un
percorso sociale in mezzo ad altre persone altri gruppi: amici sport cultura ecc.
Noi vorremo sempre portare la giustizia al massimo valore per creare nuove regole di vita dove il
rispetto reciproco torni ad essere un bene reale. Il rispetto: della vita, di noi stessi e degli altri è un
fattore di miglior vita e benessere che poi diventa un normale senso della giustizia,dove ogni pensiero
ed azione rimane positivo e che si riflette anche sull’ambiente. L'ambiente, la natura, è un qualcosa di
vivo che soffre per tutti i danni creati da noi uomini e che pertanto necessita di attenzione e cure.
Come si vede, il fattore giustizia è il fondamento di ogni cultura costruttiva: è la base su cui poggia il
benessere di ognuno di noi. Un benessere Italiano, un benessere mondiale! La giusta giustizia crea
nel mondo un nuovo ordine, dove poi tutto funziona mettendo ordine nel caos sociale. Per questo
bisogna agire con sapienza, giustizia, etica e morale.
Una legge deve avere dei fondamenti per essere valida: deve funzionare in senso civico,
giuridico ed etico. Se manca il senso etico-morale, non e’ una buona legge, non viene
capita e non viene applicata.
Pertanto, questo è il momento di fare scelte coraggiose, che in qualche caso può anche voler dire
impopolari. Bisogna cioè avere il coraggio di respingere le tentazioni demagogiche, anche se portano
voti. Coraggio che – ad esempio -, nella lotta al traffico e all’inquinamento, potrebbe indurre a Milano
alla chiusura del centro storico alle auto (con la scontata rivolta dei commercianti) o all’istituzione del
ticket d'ingresso in città (con la altrettanto scontata rivolta dei comuni dell’hinterland).
Forse bisogna andare un pò al di là della meritevole concretezza e del doveroso pragmatismo: Milano,
infatti, ha anche - ma forse soprattutto - bisogno di un disegno strategico, che non può essere ridotto
all’Expo, peraltro continuamente soggetto a tagli e limature.
Globalizzazione, potenze economiche emergenti, grandi migrazioni, riassetto del Nord-Africa
musulmano: insomma, il mondo sta cambiando molto e velocemente. Quale vogliamo che sia il futuro
di Milano in questo nuovo scenario? Nel quale, ad esempio, le dimensioni amministrative della città
appaiono ridicole e non corrispondenti alla realtà strutturale, economica e sociale della metropoli.
E allora perché non impegnarsi a ottenere entro il prossimo mandato la nascita della città
metropolitana, in Costituzione da un decennio e indispensabile per una gestione più razionale di
problemi come inquinamento, collegamenti, verde e insediamenti industriali?
Non ci sono soldi, è vero, ma forse è anche arrivato il momento di fare un piano di grandi opere,
soprattutto infrastrutture, che guardino a un futuro che vada oltre il 2015 - che poi è solo fra quattro
anni.
E quindi: tunnel di attraversamento delle parti più congestionate della città, una sesta linea della
metropolitana - in un primo tempo progettata per l’Expo e poi abbandonata - e magari anche di una
linea 7. E ancora: portiamo il federalismo fino in fondo facendo finalmente dei nove consigli di zona
qualcosa di utile e non semplici fonti di spesa e piccoli vivai per ambizioni politiche: quindi diamo loro
più autonomia gestionale sul territorio, ad esempio nella piccola manutenzione, nell’arredo urbano,
nella cura del verde, con la possibilità di reperire i fondi necessari, ad esempio trattenendo una quota
delle multe per divieto di sosta. Insomma, vorremmo vedere un programma che non si limiti a tenere
conto della città così com’è, magari per migliorarla, ma che ambisca anche a cambiarla.
Questi sono i punti su cui vogliamo coinvolgere tutti affinché si attuino e diano una nuova veste a
questa città, un futuro su cui attrarre cervelli per idearli, capitali per realizzarli e segni tangibili di una
città che è all’avanguardia nel nostro paese ed un esempio nel mondo.