Presentazione di PowerPoint - SSLI: Società Scientifica Logopedisti

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Presentazione di PowerPoint - SSLI: Società Scientifica Logopedisti
Aspetti percettivi
e attenzionali nella
dislessia evolutiva:
dalla teoria alla
pratica riabilitativa
Dr. Simone Gori PhD
Introduzione alla mia parte del
corso

Se ho capito bene, e non garantisco perche’ stiamo
parlando di me che capisco qualcosa il che e’ tutto
dire, oggi abbiamo una ballata di ore da fare insieme
e finiremo alle 17:45 (con la temutissima verifica
ECM).
 Lo so… suona lunga e dura… mi scuso fin da ora
essendo consapevole che l’attenzione sostenuta
oltre i 45 minuti e’ in seria difficolta’ ma vi prometto
che faro’ del mio meglio per farvi anche divertire un
po’ 
 Avendo seguito il corso di ieri di Andrea (che io
ovviamente non ho ancora visto nel momento in cui
sto scrivendo questo, ma conosco i miei polli) saprete
che il programma non verra’ mai seguito e quindi vi
chiedo di interrompermi quando volete fare una
pausa senza farvi troppi problemi OK?
Il corso

Copriro’ una serie di argomenti che vedete nel
programma e che non vi sto a ripetere (e soprattuto non
credete affato a quell’ordine che c’e’ scritto li’ perche’
nonriusiciro’ mai a seguirlo), argomenti sui quali io ho
pubblicato articoli internazionali o ho fatto ricerche ancora
non pubblicate o sto facendo ricerca in questo momento
 Il motivo perche’ per me e’ importante coprire temi dove
io ho dato o sto dando il mio contributo all’interno della
comunita’ scientifica non e’ solo legato al fatto che
ovviamente io sono qua a pavoneggiarmi  ma anche
perche’ credo fermamente che siano gli argomenti che
conosco meglio e che quindi siano anche quelli per cui io
posso fornirvi non solo le informazioni che avrei potuto
leggere in un libro ma quelle legate alla diretta esperienza
dell’essere sul “campo di battaglia” 
 Questo sopra e’ secondo me uno dei motivi per il quale
dovrebbe essere sempre importante che il vostro relatore
sia davvero sempre uno scienziato e non solo un erudito.
Il sistema visivo magnocellulare
nei normolettori e nei bambini
con dislessia
Prerequisiti per seguirmi
Prerequisiti per seguirmi
La via magnocellulare-dorsale
(M-D)



La via M-D origina nelle cellule gangliari della retina,
passa attraverso gli strati M del nucleo genicolato
laterale (LGN), ed infine raggiunge le cortecce
occipitali e parietali.
La via M-D è considerata cieca ai colori, e risponde
ottimamente alle differenze di contrasto, alle basse
frequenze spaziali, alle alte frequenze temporali ed al
movimento
La via M-D sembra essere danneggiata in individui
con dislessia mentre l’altra via parallela maggiore
del sistema visivo i.e. la via parvocellulare-ventrale
(P-V), è normalmente intatta. La via P-V è
caratterizzata da una risoluzione temporale poù
bassa e da una superiore sensibilità alle alte
frequenza spaziali, è anche sensibile alle differenze
di colore.
La retina
Cellule Gangliari della Retina
Cellule Gangliari M
Cellule Gangliari M

Le cellule gangliari M proiettano negli strati
magnocellulari dell’LGN.
 Queste cellule sono caratterizzate da lunghe
diramazioni dendritiche e da corpi cellulari belli
grossi.
 Circa il 10% di tutte le cellule gangliari sono cellule
M.
 Le cellule M ricevano imput da un numero
relativamente grande di coni e bastoncelli (più
bastoncelli).
 Le cellule M sono rapida conduzione rispondano a
livelli bassi di contrasto ma non sono sensibili a
cambiamenti di colore.
 Queste cellule hanno un campo recettivo
decisamente più grande delle altre che comunque
rimane classicamente organizzato in centro periferia
Nucleo Genicolato Laterale
(LGN)
http://www.youtube.com/watch?v=jIevCFZixIg&list=PLDD967502D7B8F51C
Nucleo Genicolato Laterale
(LGN)





L’LGN e’ il centro primario per le informazioni visive ricevute
direttamente dalla retina. L’LGN si trova nel talamo una delle
strutture sottocorticali piu’ importanti del cervello.
L’LGN riceve informazioni direttamente dalla via ascendente
delle cellule gangliari attraverso il tratto ottico e dal sistema
reticolare.
Le cellule M e le cellule P si organizzano in modo
completamente segregato all’interno dell’LGN.
I neuroni dell’LGN mandano i loro assoni attraverso le radiazioni
ottiche, una via diretta alla corteccia visiva primaria (V1). Inoltre
l’LGN riceve connessioni in numero massiccio da V1
(feedback).
Nei mammiferi, uomo incluso le due vie principali che uniscono
l’occhio al cervello sono quelle proiettanti alla parte dorsale
dell’LGN e quelle al collicolo superiore.
Corteccia Visiva Primaria (V1)
Corteccia Visiva Primaria (V1)

L’LGN proietta direttamente alla corteccia visiva
primaria nota anche come corteccia striata o area V1.
 La corteccia cerebrale e’ una struttura a 6 strati.
Differenti cellule popolano differenti strati. L’LGN
proietta nello strato 4 della corteccia.
 Le cellule dello strato 4 proiettano ad altre aree della
corteccia oppure indietro verso il talamo.
 Anche all’interno di V1 le cellule M e le cellule P
rimangono abbastanza separate anche se on
completamente, le cellule M sono concentrate in aree
specifiche dello strato 4.
 I campi recettivi di V1 sono piccoli e quindi sono
all’origine del fenomeno noto come aperture
problem. (se solo sapeste a che ora della notte sto
scrivendo questa roba sareste tutte più empatiche
credetemi… )
E dopo V1???

Le cellule M e P mantengono una certa indipendenza
anche in V2
 E’ chiaro che le cellule M sono il principale input
perla via dorsale anche se non sono esclusivamente
le cellule M a finire in MT/V5.
 MT/V5 e’ l’area che e’ deputata alla percezione del
movimento ed e’ capace di risolvere l’aperture
problem grazie ai suoi campi recettivi di grandi
dimensioni
 Da MT/V5 si entra nella corteccia parietale, cruciale
per l’attenzione
 La via ventrale e dorsale sono tutt’altro che
segregate fisiologicamente ma a cosa servano tutte
quelle connessioni fra le due vie rimane un mistero
misterioso…
E dopo V1???
Ok adesso sappiamo tutti
cosa sia la via M-D ma a che
serve???

Come dicevamo all’inizio processa le basse
frequenze spaziali
 Le alte frequenze temporali
 Processa il movimento
 Ed è la sede dei processi attenzionali
(principalmente nell’emisfero destro)
 Per queste caratteristiche ha ottenuto
l’infelice nome della via del “dove”…
fuorviante??? Sì a bestia onestamente… ma
mica gliel’ho dato io no?
Se la via M-D e’ danneggiata?
Il caso dell’akinetopsia
 Accade
solo nella situazione rarissima
di una lesione bilaterale di V5/MT
 La percezione del movimento viene
persa
 Il mondo appare come un film in
stopmotion fatto male
 http://www.youtube.com/watch?v=B47J
s1MtT4w
Il deficit M-D nei dislessici:
mito o realta’???



Il deficit M-D nei dislessici e’ al centro di un grande
dibattito scientifico che ha animato e tutt’ora anima il
mondo della dislessia
E’ cosi’ dibattuto che divide anche il nostro lab
dall’interno! Io che sono un percettologo lo trovo un
dibattito sterile perche’ e’ OVVIO che tutto si deve
spiegare con un processo percettivo e quindi il deficit
M-D mi piace. Andrea che e’ un attentologo lo trova
un dibattito sterile perche’ la via M-D finisce nella
corteccia parietale e quindi in sostanza lui lo legge
come un deficit attentivo e quindi va tutto bene. Sua
Divina Grazia Sandro etichetta invece il deficit M-D
nella dislessia con un tecnicissimo “tutte cazzate”…
Chi ha ragione? Beh andiamo per ordine…
La teoria dell’M-D deficit nela
dislessia
Trichur Vidyasagar
John Stein
Deficit M-D in Dislessia

I primi dati in questa direzione risalgono al 1980
dove alcuni esperimenti di psicofisica
utilizzando come stimolo dei reticoli sonusoidali
dimostrarono una sensibilita’ al contrasto
deficitaria nei dislessici in situazione di bassa
frequenza spaziale e alta frequenza temporale
(Lovegrove et al., 1980), proprieta’ che sono
processate dai neuroni dello strato
magnocellulare del LGN (LGN; Shapley, 1990).
Deficit M-D in Dislessia

La scoperta negli anni 90 che c’era differenza nelle dimensioni
dei neuroni negli strati magnocellulari fra dislessici e controlli
nell’analisi postmortem (Livingstone et al., 1991) ha portato un
forte dato fisiologicoin favore del deficit magnocellulare nella
dislessia (Stein, 2001; Stein and Walsh, 1997).
Deficit M-D in Dislessia


Piu’ di recente (al contrario di tanta altra gente noi siamo
sul pezzo: non siamo rimasti all’epoca del grunge ) la
teoria del deficit M-D ha ricevuto conferme attraverso
una serie di studi comportamentali e di brain imaging
(Boden and Giaschi, 2007), impiegando paradigmi che
testano la componente pi dorsale della via M-D
(Ungerleider and Mishkin, 1982), includendo quindi le
aree V5/MT, MST, and la corteccia parietale.
I risultati dicono chiaramente che dislessici di qualunque
eta’, gruppo etnico o linguaggio mostrano una riduzione
abilita’ di detezione e di discriminazione sia nella
velocita che nella direzione del movimento coerente in
confronto ai controlli a sviluppo tipico (Cornelissen et al.,
1995; Demb et al., 1997; Hansen et al., 2001; Heim et
al., 2010; Meng et al., 2011; Talcott et al., 2000, 2003;
Witton et al., 1998) e una ridotta o nessuna attivazione
dell’area V5/MT (Demb et al., 1997; Eden et al., 1996;
Heim et al., 2010; but see Vanni et al., 1997).
Problemetti con il Deficit M-D
in Dislessia
I
test tipicamente usati per misurare la
via dorsale sono interpretabili anche
come misurante un deficit di estrazione
del segnale dal rumore (Sperling et al.
2005; 2006) deficit riconosciuto come
presente nei dislessici.
 Il deficit M-D è causa o effetto della
dislessia??? (e.g. Oluade et al. 2013).
Perche’ e’ cruciale capire il
deficit M-D in dislessia

Comprendere il ruolo del deficit M-D nella
dislessia è CRITICO per l’identificazione
preoce della dislessia e per il trattamento
precoce delle future disabilita’ di lettura.
 Un deficit M-D puo’ infatti essere identificato
molto presto e servire da screening per
riconoscere i bambini a rischio di dislessia.
 Inoltre potrebbe essere trattato e magari
trasformarsi in migliori abilita’ di lettura nei
bimbi dislessici o addirittura prevenire che i
bimbi a rischio di dislessia diventino
dislessici.
 Ovviamente pero’ deve essere chiarito se
questo deficit e’ causa o effetto della lettura…
Ipotesi M: testiamo la via
magnocellulare nella sua porzione più
bassa
Sensibilità alle basse frequenze spaziali ed alle alte frequenze temporali
(Illusione da reduplicazione delle frequenze spaziali, FD)
http://www.michaelbach.de/ot/mot_freq-doub/
http://www.youtube.com/watch?v=GarFCjJfNWM
Differenze Dislessici vs. Normali lettori:
Percezione per gli stimoli “Magno”
(DE meno sensibili al FD)
31
Mean+SD
Mean-SD
Mean+SE
Mean-SE
Mean
30
M threshold [dB]
29
28
27
26
25
24
23
22
Dyslexics (N=17)
CA controls (N=24)
Differenze Dislessici “Misti” vs. “non-fonologici”:
Percezione per gli stimoli “Magno”
(solo DE misti sono meno sensibili al FD)
31
M threshold (dB)
29
27
25
Mean+SD
Mean-SD
Mean+SE
Mean-SE
Mean
23
21
CA controls (N=24)
Phon D (N=12)
Non-phon D (N=5)
Dislessici vs. Normali lettori:
Percezione per gli stimoli “Parvo”
(nessuna differenza)
6.5
Mean+SD
Mean-SD
Mean+SE
Mean-SE
Mean
6
P threshold [dB]
5.5
5
4.5
4
3.5
3
2.5
Dyslexics (N=17)
CA controls (N=24)
Relazione tra la percezione degli stimoli “Magno” e la
velocità nella decodifica fonologica
(al diminuire della sensibilità M=FD aumentano i
tempi di lettura delle non-parole)
360
Nonword reading speed (sec.)
320
280
240
200
160
120
80
Non.phon D (N=5)
Phon D (N=12)
40
16
18
20
22
24
M threshold (dB)
26
28
30
32
Differenze individuali Dislessici “Misti” vs. “non-fonologici”:
Frequenza del disturbo per gli stimoli “Magno”
(il 75% dei DE misti ha un significativo disturbo nella sensibilità agli stimoli M)
8
7
P threshold (dB)
6
5
4
3
Non-phon D (N=5)
2
Phon D (N=12)
CA controls (N=24)
1
16
18
20
22
24
26
28
M threshold (dB)
30
32
34
36
Rimangono alcuni problemi
 Dobbiamo
trovare un modo di testare anche la
porzone piu’ dorsale della via M-D con stimoli
non legati all’estrazione del segnale dal
rumore.
 Reading Level questi sconosciuti…
 Causa o effetto?????????????
Perche’ le illusioni dovrebbero
essere rilevanti ????
The act of ‘seeing’ seems so effortless that it is
difficult to appreciate the vastly sophisticated —
and poorly understood — machinery that
underlies the process. Illusions, often, are those
stimuli that exist at the extremes of what our
system has evolved to handle. Sometimes
illusions stem from assumptions made by the
visual system; at other times they represent an
active recalibration. In all these cases, illusions
serve as a powerful window into the
neurobiology of vision, and have pointed
towards new experimental techniques
(Eagleman, 2001).
Perche’ le illusioni dovrebbero
essere rilevanti ????
The answer is that illusions are percepts that belie
our knowledge of the stimulus, but at the same time
enable us to study the mechanisms and processes
underlying our daily perceptions. Epistemologically,
illusions are nonveridical percepts that reveal the
processes by which veridical perception mediates
our representation of the visual world. In this sense
illusions are exceptions to the expectation that
perception faithfully reflects the stimulus at the level
of the retina (i.e., naïve realism). Or, as one might
put it, they show the brain’s signature
superimposed upon the stimulus. (Spillmann,
2009).
e se non vi fidate di Spillmann ci
tengo a ricordarvi che lui è
capace di tenere una pagoda in
una mano…
Rotating Tilted Lines Illusion (RTLI)
Gori S, Hamburger K, 2006 “A new motion illusion: The Rotating-Tilted-Lines illusion”
Perception 35 853-857.
The Rotating Tilted Lines Illusion
Prof. David Hubel, Prof Susana Martinez-Conde, Simone Gori and Kai Hamburger
The Rotating Tilted Lines Illusion (Gori &
Hamburger, 2006) mixed with the Breathing
Light Illusion (Gori & Stubbs 2006) = Vision
Science Society Logo for the 2007 world
conference! (Gori & Stubbs 2007)
on Scientific American!!!
Used in contemporary art!
T-shirt 
http://www.zazzle.com/rotating_tilted_lines_t_shirt235611560874523744
Rotating Tilted Lines
Illusion
Come si spiega questa illusione
Gori S, Yazdanbakhsh A, 2008 "The riddle of the rotating tilted lines illusion"
Perception 37(4): 631-635.
Rotating Tilted Lines
Illusion
L’origine di questo fenomeno potrebbe essere compreso
considerando la competizione fra segnali ambigui di
velocità originati da due diverse unità di processamento del
movimento.
Due differenti unità si suppone siano coinvolte in questo
errore di discriminazione della direzione (Lorenceau et al
1992) .
La prima classe di unità misura la velocità all’interno della
linea (contour units).
Queste unità necessariamente fronteggeranno l’aperture
problem: il segnale di velocità che sarà ricevuto da tali
unità sarà ortogonale all’orientamento della linea e quindi
inconsistente con la vera velocità. Semplici “endfree
neuron” sono candidati molto probabili come
corrispondenti fisiologici di queste unità.
Il Problema dell’apertura
Il Problema dell’apertura
Campi Recettivi
Rotating Tilted Lines
Illusion
Il secondo tipo di unità delegate all’elaborazione del
movimento analizza invece i segnali di movimento
provenienti dagli estremi della linea (terminator unit).
Unità selettive alla lunghezza e all’orientamento delle linee
possono riportare la vera velocità (Grossberg and Mingolla
1993). Gli endstopped neuron simmetrici o asimmetrici
(Orban et al 1979; Pack et al. 2003; Yazdanbakhsh and
Livingstone 2006) sono eccellenti candidati per essere il
corrispettivo fisiologico di queste unità che processano il
movimento agli estremi della linea.
Gori e Yazdanbakhsh (2008) riportano che il soggettivo
errore di direzione percepito nelle linee potrebbe essere
causato dal fatto che la risposta globale e coerente delle
contour unit vinca la competizione con la risposta globale
delle terminator unit.
Gori S, Yazdanbakhsh A, 2008 "The riddle of the rotating tilted lines illusion"
Perception 37(4): 631-635.
RTLI come misura non
invasiva dei campi recettivi
E’ stato stimato che la
dimensione dei campi
recettivi in V1 (e con
meno affidabilità anche in
V2) cambia in funzione
dell’eccentricità. Ad una
data eccentricità Ecc se la
dimensione di un campo
recettivo è rf la relazione
tra loro può essere
riassunta dalla seguente
equazione:
dove a e k sono costanti,
rispettivamente 0.7 e 15.
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2008) A new psychophysical estimation of the
receptive field size. Neuroscience Letters 438(2): 246-251
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2008) A new psychophysical estimation of the
receptive field size. Neuroscience Letters 438(2): 246-251
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2008) A new psychophysical estimation of the
receptive field size. Neuroscience Letters 438(2): 246-251
Risultati
Risultati
Risultati
Domoulin & Wandel, 2008 presentano dati molto simili ai nostri
con gli umani.
Conclusioni sull’RTLI
La RTLI è un’illusione di movimento che
sembra essere la base per tutta questa
famiglia di illusioni.
Il modello proposto per la spiegazione
di questi fenomeni illusori è in accordo
con le conoscenze fisiologiche attuali e
con le evidenze sperimentali.
La RTLI è in grado di stimare in modo
molto accurato i campi recettivi umani
L’Accordion Grating
Illusion (AG)
L’Accordion Grating
Illusion (AG)
Cosa dovrebbe succedere
Cosa succede
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Espansione ortogonale alle
barre
L’origine di questo fenomeno potrebbe essere compreso considerando
la competizione fra segnali ambigui di velocità originati da due diverse
unità di elaborazione del movimento del movimento e una variazione
del modello già proposto da Gori e Yazdanbakhsh 2008 per la RTLI
sembra perfettamente appropriato.
Due differenti unità si suppone siano coinvolte in questo errore di
discriminazione della direzione (Lorenceau et al 1992) .
La prima classe di unità misura la velocità all’interno della linea
(contour units).
Queste unità necessariamente fronteggeranno l’aperture problem: il
segnale di velocità che sarà ricevuto da tali unità sarà ortogonale
all’orientamento della linea e quindi inconsistente con la vera velocità.
Semplici “endfree neuron” sono candidati molto probabili come
corrispondenti fisiologici di queste unità.
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Contour Units
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Espansione ortogonale alle
barre
Il secondo tipo di unità delegate all’elaborazione del movimento
analizza invece i segnali di movimento provenienti dagli estremi
della linea (terminator unit).
Unità seletive alla lunghezza e all’orientamento delle linee
possono riportare la vera velocità (Grossberg and Mingolla
1993). Gli endstopped neuron simmetrici o asimmetrici (Orban
et al 1979; Pack et al. 2003; Yazdanbakhsh and Livingstone
2006) sono eccellenti candidati per essere il corrispettivo
fisiologico di queste unità che processano il movimento agli
estremi della linea.
Gori e Yazdanbakhsh (2008) riportano che il soggettivo errore di
direzione percepito nelle linee potrebbe essere causato dal fatto
che la risposta globale e coerente delle contour unit vinca la
competizione con la risposta globale delle terminator unit.
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Terminator Units
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Risultato delle equazioni
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Test del Modello
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Test del Modello
Simone Gori, Enrico Giora, Arash Yazdanbakhsh, Ennio Mingolla (2011) A new motion illusion based on competition
between two kinds of motion processing units: The Accordion-Grating. Neural Networks, 24, 1082-1192
Curvatura delle barre
Quest’effetto illusorio sebbene sempre collegato all’aperture
problem dato dai piccoli campi recettivi di V1 è inspiegabile dal
classico aperture problem bidimensionale. Per spiegare tale
fenomeno abbiamo introdotto per la prima volta il concetto di
aperture problem 3 D e proposto un modello matematico di
geometria differenziale che permette di fare previsioni testabili
sperimentalmente con il paradigma di nulling.
Aperture Problem 2D
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2011) Mathematical analysis of the Accordion Grating illusion: a
differential geometry approach to introduce 3D aperture problem. Neural Networks, 24, 1093-1101
Il modello aperture problem 3D
per la curvatura delle barre
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2011) Mathematical analysis of the Accordion Grating illusion: a
differential geometry approach to introduce 3D aperture problem. Neural Networks, 24, 1093-1101
Aperture Problem 2D vs
3D
Arash Yazdanbakhsh, Simone Gori (2011) Mathematical analysis of the Accordion Grating illusion: a
differential geometry approach to introduce 3D aperture problem. Neural Networks, 24, 1093-1101
Test per il secondo modello
Risultati Nulling
Conclusioni Generali
sull’AG
Entrambi i modelli fanno previsioni
confermate dai dati.
Entrambi i modelli sono fisiologicamente
plausibili
Il nulling evidenzia la capacità parziale
del sistema visivo di risolvere l’aperture
problem anche ad alte velocita’
Perché utilizzare queste illusioni
di movimento come stimoli ???
Perché l’ho scoperte io e quindi… mi piacciono  !
 Perché adottando questi stimoli otteniamo
informazioni sia sui meccanismi sottostanti le illusioni
sia sull’ipotesi di un deficit M-D nei dislessici in un
colpo solo
 Il movimento illusorio richiede una quantità di
contrasto maggiore per essere percepito in confronto
al movimento reale (ci possono essere varie ragioni
per quello)
 Queste illusioni di movimento scompaiono con colori
isoluminanti, sono caratterizzate da un rapido
movimento di espansione/contrazione ad alta
frequenza temporale. Tutte queste caratteristiche le
rendono candidate perfette per testare l’efficienza
della via M-D.

Soggetti

11 Dislessici
 11 Controlli Age Matched (AM)
 8 Controlli Reading Level (RL)
I tre gruppi presentano normale QI e vista
normale o corretta da lenti. I Controlli AM e i
Dislessici presentano un range di età che va da
8 a 13 anni mentre I controlli RL vanno dai 6 ai
7 anni di età.
Stimuli
 Undici valori di contrasto Michelson (con un passo dell’ 1% tra
ogni stimolo), spaziavano da 0 a 10% tra l’RTLI e lo sfondo. L’idea
di un deficit di esclusione del rumore non può essere applicata a
questi stimoli.
 Una versione di RTLI con un contrasto del 98% e una colorata
equiluminante erano usate nella fase di familiarizzazione.
 Tutti gli stimoli si contraevano e espandevano condinuamente
sullo schermo variando continuamente in diametro fra 12.7 deg e
14.6 deg con una velocità costante di 5.33 mm/s.
 Billino et al. 2009 hanno mostrato che il movimento illusorio di
rotazione nella RTLI è già percepito nella quasi totalità (95.8%) dei
bambini (3-6 years) da loro testati.
I Compiti

Fase di familiarizzazione con gli stimoli
 Test di sensibilità al contrasto sullo stimolo
sperimentale (Yes/No Task)
 Test sulla percezione della rotazione illusoria
(Yes/No Task)
I due compiti erano presentati in ordine casuale.
Ogni stimolo veniva presentato 5 volte.
Test di sensibilità al contrasto:
risultati

100% dei Controlli (AM e RL) vedono lo
stimolo già con 1% di contrasto con 0 falsi
allarmi nei catch trial
 100% dei Dislessici vedono lo stimolo già con
1% di contrasto con 0 falsi allarmi nei catch
trial
 Controlli (AM e RL) e Dislessici non
differiscono nella percezione del contrasto su
questi stimoli
Risultati sull’effetto illusorio Controlli
AM vs Dislessici
Relative response frequency
1
Aggregate data for AM
Controls fitting: R2= .98,
Contrast Threshold (from
the fitting) = 1.123, Slope
= 1.273
Aggregate data for
Dyslexics fitting: R2=.98,
Contrast Threshold (from
the fitting) = 3.844, Slope
= .348
0.5
0
0
1
2
3
4
5
6
Contrast [%]
7
8
9
10
Gori & Spillmann, 2010
Giora & Gori, 2010
Media delle soglie di contrasto Controlli AM
vs Dislessici
6
Mean Contrast Threshold [%]
5
4
Controls
Dyslexics
3
2
1
0
1
AM Controls:
thresholds mean
= 1.577
Dyslexics:
thresholds mean
= 4.518
T test
independent
samples t (20) = 4.248 p < .001
8/11 of
Dyslexics fall in
the Crawford
Test and 10/11
are 1 SD below
the mean of the
AM Controls
Pendenze Medie Controlli AM vs
Dislessici
9
8
Mean Contrast Threshold [%]
7
6
Controls
Dyslexics
5
4
3
2
1
0
1
AM Controls:
Slope mean =
5.923;
Dyslexics:
Slope mean =
0.744;
T test
independent
samples t (20) =
2.283 p < .034
Riassumendo: Controlli AM vs
Dislessici

I due gruppi di soggetti (controlli AM e
dislessici) differiscono nella quantità di
contrasto necessario per percepire l’illusione
e anche nella pendenza delle curve fittate.
 Questa e’ probabilmente la prima prova
solida di un deficit magnocellulare-dorsale nei
dislessici che non può essere interpretato in
termini di estrazione del segnale dal rumore.
 Questo test potrebbe diventare un valido
strumento per la diagnosi.
Risultati sull’effetto illusorio Controlli
AM vs Dislessici
Relative response frequency
1
Aggregate data for RL
Controls fitting: R2= .99,
Contrast Threshold (from
the fitting) = 1.248, Slope
= 1.711
Aggregate data for
Dyslexics fitting: R2=.98,
Contrast Threshold (from
the fitting) = 3.844, Slope
= .348
0.5
0
0
1
2
3
4
5
6
Contrast [%]
7
8
9
10
Gori & Spillmann, 2010
Giora & Gori, 2010
Media delle soglie di contrasto Controlli RL
vs Dislessici
6
Mean Contrast Threshold [%]
5
4
Controls
Dyslexics
3
2
1
0
1
RL Controls:
thresholds mean
= 1.353
Dyslexics:
thresholds mean
= 4.518
T test
independent
samples t (17) = 3.976 p = .001
9/11 of
Dyslexics fall in
the Crawford
Test and 10/11
are 1 SD below
the mean of the
RL Controls
Pendenze Medie Controlli RL vs
Dislessici
11
10
Mean Contrast Threshold [%]
9
8
7
Controls
Dyslexics
6
5
4
3
2
1
0
1
RL Controls:
Slope mean =
7.945;
Dyslexics:
Slope mean =
0.744;
T test
independent
samples t (17) =
2.869 p < .011
Riassumendo: Controlli RL vs
Dislessici

I due gruppi di soggetti (controlli AM e
dislessici) differiscono nella quantità di
contrasto necessario per percepire l’illusione
e anche nella pendenza delle curve fittate. I
controlli RL e AM non differiscono tra loro
nonostante la differenza di età, di esposizione
alla lettura e di abilità di lettura.
 Questo è il primo risultato in favore di un
deficit M-D nei Dislessici confrontati con un
gruppo di Reading Level che esclude la
possibilità che il defict M-D sia una
conseguenza della disabilità nella lettura.
Stimuli &Procedure
Stessa procedura, stessi soggetti AM e
Dislessici ma stimoli diversi, l’Accordion
Grating, e differenti valori di contrasto
Michelson (0, 2, 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35,
40%). Il gruppo RL non ha fatto questo
esperimento.
Test di sensibilità al contrasto:
risultati

100% dei Controlli vedono lo stimolo già con
2% di contrasto con 0 falsi allarmi nei catch
trial
 100% dei Dislessici vedono lo stimolo già con
2% di contrasto con 0 falsi allarmi nei catch
trial
 Controlli e Dislessici non differiscono nella
percezione del contrasto su questi stimoli
Risultati sull’effetto illusorio Controlli
vs Dislessici
Relative response frequency
1
Aggregate data for
AM Controls fitting:
R2= .98, Contrast
Threshold (from the
fitting) = 2.953,
Slope = .598
Aggregate data for
Dyslexics fitting:
R2=.98, Contrast
Threshold (from the
fitting) = 11.329,
Slope = .176
0.5
0
0
10
20
Contrast [%]
30
40
Media delle soglie di contrasto Controlli vs
Dislessici
Mean Contrast Threshold [%]
20
Controls:
thresholds mean
= 3.564
Dyslexics:
thresholds mean
= 12.630
T test
independent
Controls
samples t (20) = Dyslexics 3.873 p = .001
7/11 of
Dyslexics fall in
the Crawford
Test and 9/11
are 1 SD below
the mean of the
Controls
15
10
5
0
1
Riassumendo: Controlli vs
Dislessici



I due gruppi di soggetti (Controlli e Dislessici)
differiscono nella quantità di contrasto necessario
per percepire l’illusione come trovato anche con
l’RTLI.
La
differenza
nelle
soglie
trovate
nell’esperimento con l’RTLI e quelle con l’AG è
coerente con la differente forza delle due
illusioni. Questo è un importante controllo
interno perché conferma che i soggetti
facevano il compito sull’effetto illusorio,
come richiesto, e non sulla visibilità del
pattern.
Anche questo test può essere un buon strumento
per la diagnosi.
RTLI e AG nella Sindrome di
Williams

13 Williams
 15 Controlli per età mentale
 Stessi risultati ottenuti per i
dislessici
 Gli individui con Sindrome di
Williams percepiscono meno le
illusioni di movimento
presentando quindi un deficit
alla via M-D.
RTLI Williams vs Control Thresholds
4.5
4
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
1
2
RTLI e Soggetti con Delezione del Gene
DCDC2/intron 2 NON Dislessici

11 soggetti con delezione del gene
DCDC2/intron 2 non dislessici
 12 soggetti senza delezione
 I soggetti con delezione presentano un
risultato nel test della RTLI non dissimile dai
Dislessici dimostrando di avere un deficit
specifico nella via M-D. Questo è il primo dato
in assoluto che riporta un deficit M-D su
questa popolazione ed il primo dato che
associ uno specifico gene la deficit
magnocellulare!
50% Threshold Mean for RTLI Illusory Perception
7
6
Contrast [%]
5
4
3
2
1
0
Slope Mean for RTLI Illusory Perception
8
Contrast [%]
6
4
2
0
-2
-4
A che punto siamo quindi
 Deficit
M-D presente sia a livello basso
che lato della vi M-D
 Reading level ce li abbiamo 
 Ci sono due modi che sono
estremamente convincenti per verificare
se un deficit e’ causa o effetto: lo studio
longitudinale e quello riabilitativo…
Causa o Effetto???
Una ricerca sui Pre-scolari
Percezione del Movimento Coerente (sistema Magnocellulare-Dorsale) (Kevan and
Pamer 2008?
Tutti i punti si muovono in una direzione
coerente = condizione facile
Pochi punti si muovono in una direzione
coerente = condizione difficile
Risultati: Motion
I bambini a rischio richiedono un numero di puntini che si muovono in modo
coerente maggiore (= minore sensibilità) x percepire il movimento rispetto ai
controlli.
Nessuna differenza tra i due gruppi nel compito Parvo di rilevamento di forma
Risultati: FD
I bambini a rischio (figli di dislessici) rilevano una minore sensibilità
agli stimoli M=FD
Nessuna differenza tra i due gruppi nel compito di controllo Parvo
(stimoli fissi)
STUDIO LONGITUDINALE SULLA
PERCEZIONE DEL MOVIMENTO
COERENTE
IPOTESI  il funzionamento M-D, stimato attraverso il compito della percezione
del movimento coerente di punti (ppmc), è già compromesso in bambini in età
prescolare (pre-lettori), e le disfunzioni cognitive ad esso relate, vanno a rendere
più difficoltosa l’acquisizione delle competenze di lettura. Questa evidenza
permette di escludere che il disturbo M-D sia semplicemente la conseguenza
delle difficoltà di lettura che caratterizzano la DE.
CAMPIONE  72 bambini di 5/6 anni delle province di Trentino, Veneto e
Lombardia
PARADIGMA UTILIZZATO  Compito ppmc (stima funz. M-D, in T1)
 Sub-test delle Somiglianze (QI verbale, in T1)
 Brano MT (livello lettura, in T2)
MOVIMENTO COERENTE DI
PUNTI
RISULTATI
NR
PR
Livello del caso
Compito di Navon
•
Discriminazione (quadrato vs. triangolo) della
caratteristica Locale (RT)
RT msec
Normal readers
2000
1900
1800
1700
1600
1500
1400
1300
1200
1100
Poor readers
Local
Global
RT msec
Local task
2000
1900
1800
1700
1600
1500
1400
1300
1200
1100
Normal readers
Poor readers
Congruent
Incongruent
RT msec
Global task
2000
1900
1800
1700
1600
1500
1400
1300
1200
1100
Congruent
Incongruent
CONCLUSIONI

problemi di codifica visiva (malfunzionamento sistema
M-D) manifestati da bambini in età prescolare possono
essere considerati validi predittori della DE;
un’abilità non legata direttamente alla lettura (ovvero la
discriminazione della direzione del movimento di alcuni
puntini o il compito navon), misurata quando il bambino
non ha ancora imparato a leggere, risulta predittiva delle
abilità di lettura;
importante per lo sviluppo di assessment completi e di
efficaci interventi di prevenzione.
Cos’e’ il Perceptual Learning?

Il Perceptual Learning (PL) o apprendimento
percettivo può essere definito come il
cambiamento del sistema percettivo in
funzione dell’apprendimento che
normalmente è causato dall’esposizione
ripetuta a specifici stimoli (informazione).
 La stessa esistenza del PL è stata dibattuta
per anni.
Dibattito sul Perceptual
Learning

I primi psicologi della scuola della Gestalt
negarono fortemente la possibilità di un
sistema percettivo propenso al cambiamento
al di fuori del periodo critico.
 Adesso l’esistenza del PL è universalmente
riconosciuta ma la questione è sempre aperta
per quel che riguarda l’ammontare del
cambiamento e in quali domini il
cambiamento avvenga.
Come avviene il PL: due punti
di vista, forse, conciliabili

Scoperta: i membri di questa scuola di
pensiero sostengono che l’apprendimento
rende consapevoli caratteristiche che erano
sì prima percepite ma non portate a livello
cosciente.
 Arricchimento: i sostenitori di questa teoria
invece suppongono che grazie
all’apprendimento si abbia una capacità di
risposta maggiore.
Probabilmente le due posizioni semplicemente
descrivono due aspetti del PL.
Perché è importante il PL?
 In
generale la capacità di apprendere
per un organismo, anche adulto, è di
fondamentale importanza per la
sopravvivenza dello stesso, la possibilità
di continuare a vivere è intimamente
legata alle capacità percettive
dell’organismo.
Bruegel
PL in laboratorio e sul campo


Lo studio del PL in laboratorio ha mostrato che
soggetti ripetutamente esposti a specifiche
caratteristiche di tipo visivo, uditivo, tattile e olfattivo
presentano una maggiore sensibilità alle
caratteristiche “allenate” dimostrando in modo
inequivocabile la dinamicità del sistema percettivo
anche in età adulta. Le ricerche hanno anche
evidenziato come nei soggetti adulti con prismi ottici
distorcenti la visione, l’interattività con l’ambiente
circostante aumenti radicalmente il PL.
Studi sul comportamento animale nel loro ambiente
mostrano anche come uno specifico caso di PL
possa essere l’apprendimento del canto per gli
uccelli o in generale il fenomeno dell’imprinting.
Il dilemma della plasticitàstaticità

Il cervello quando si deve adattare ad un nuovo ambiente deve essere
capace di mutare nella sua architettura ma allo stesso tempo questo deve
avvenire solo nel caso in cui le informazioni siano rilevanti mentre è ovvio
che viene continuamente bombardato da informazioni irrilevanti. In sostanza
come il nostro sistema nervoso riconosce le informazioni rilevanti da quelle
irrilevanti?
•Apprendimento stimolo-risposta a la Pavlov.
Cause del PL
 Attenzione?
 Mera
esposizione?
 Cos’altro?
Attenzione
può essere “direzionata”
verso gli stimoli rilevanti in modo da
escludere quelli irrilevanti evidenziando
i dettagli di quelli individuati all’interno
del focus attentivo.
 Ma è veramente necessaria???
 L’attenzione
Mera Esposizione
 In
teoria tutto ciò che colpisce i recettori
retinici viene processato ad un certo
livello corticale.
 Come si spiega però che il nostro
cervello non apprende tutto ma solo
alcune caratteristiche rilevanti???
Due “famiglie” di PL
Task Relevant
Task Irrelevant
Task Relevant PL
 Stimoli
soprasoglia
 Rinforzo esterno
 Valutazione post test – pre test
 In sostanza: un classico 
Un esempio clinico: Ambliopia

Il Task Relevant PL dà eccellenti risultati
anche negli adulti al contrario di quello che si
credeva prima.
 Il Task Relevant PL richiede meno tempo di
qualunque altro trattamento e dà risultati
migliori delle altre terapie (es: terapia
occlusiva)
 Il Task Relevant PL è stabile nel tempo (Li,
Klein and Levi, 2008)
Task Irrelevant PL

Stimoli sottosoglia
 Ancoraggio dell’attenzione ad un compito
irrilevante (mossa Kansas City )
 Matching temporale tra target del compito
irrilevante e caratteristica specifica dello
stimolo sottosoglia da apprendere
 Valutazione post test – pre test sia sotto che
sopra soglia
 Lunga permanenza dell’apprendimento
 In sostanza: l’attenzione non serve per il PL!
Setting per il task irrelevant PL
Watanabe et al Nature, 2001
Un modello unitario
Acetilcolina, norepinefrina e
dopamina sembrano essere i
candidati nel regolare il PL
Perceptual Learning con Dislessici
1) PreTest 2) 10 giorni di Training TR 3) PostTest 4)
10 giorni di Training TI )5 Post Test
Pre e Post Test
Fissazione
Random Dots
Schermo di Risposta
+
Training Task Irrelevant
Fissazione
+
RSVP
4
Schermo di Risposta
Which
numbers
did you see?
Training Task Relevant
Fissazione
+
Random Dots
Schermo di Risposta
Which
one contains
coherent
motion?
Perceptual Learning Training
 22
Studenti Universitari (range di eta’
20-28 yrs)
 Poor readers trattati (N=6)
 Poor readers non trattati (N=5)
 Good readers trattati (N=6)
 Good readers non trattati (N=5)
 Good readers trattati con videogioco
carte (N=6)
Risultati
Conclusioni per il trattamento
magnocellulare
 20
ore di trattamento con pallini che si
muovono sullo schermo produce un
miglioramento di oltre una deviazione
standard nelle capacita’ di lettura.
 Questo trattamento e’ specifico della via
magnocellulare-dorsale e non presenta
nessun training linguistico o di lettura.
Facciamo il punto della
situazione

Il defict M-D e’ presente nei dislessici a
diversi livelli della via M-D
 Questo deficit e’ presente anche se i
dislessici sono confrontati con i reading level
 Questo deficit e’ presente anche nei bambini
a rischio di dislessia
 Questo deficit e’ presente anche nei bambini
che diventeranno dislessici
 Se la via M-D viene allenata le abilità di
lettura nei poveri lettori migliorano
 Tutto questo spinge a considerare il deficit MD come causa della dislessia e quindi va
preso in seria considerazione!
Attenzione
Peter Tse
Zoom in
Zoom out
Zoom out
Come possiamo dire che…
 La
dislessia è causata da un deficit
attenzionale
 Che il deficit attenzionale non è la
conseguenza della dislessia
Il lavoro che vi presentero’
adesso e’ stato recentemente
pubblicato su
Dislessia Evolutiva (DE)
Un deficit specifico nella lettura e
nello spelling nonostante intelligenza
e accesso all’istruzione
convenzionale adeguati.
Teoria del deficit fonologico
(Ramus, 2003; Shaywitz & Shaywitz, 2005; Vellutino, Fletcher,
Snowling, & Scanlon, 2004)
Visuo-spatial attention ability (VSA) and Reading
Un problema nell’orientamento dell’attenzione è stato ripetutamente descritto in dislessici con
scarse abilità di decodifica fonologica (Cestnick & Coltheart, 1999; Buchholz & McKone, 2004,
Facoetti et al. 2010).
In uno studio cross-sezionale su bambini a sviluppo tipico, Bosse and Valdois (2009) hanno
mostrato che l’attenzione visiva contribuisce alle capacità di decodifica fonologica,
indipendentemente dal processamento fonologico-uditivo, anche in prima elementare.
La domanda che era ancora
insoluta era quindi:
Ma… si puo’ dire che un deficit di
attenzione visiva sia CAUSA della
dislessia indipendentemente dalla
fonologia
Campione

96 (44 femmine e 52 maschi) di 5 anni
frequentanti 4 scuole materne del nord Italia.
 Abbiamo escluso bambini che già sapevano
leggere.
 I bambini con ADHD sono a sua volta stati
esclusi dal campione (Scale Conners, forma
breve).
 Tutti i bambini del campione erano di madre
lingua italiana.
 I bambini non avevano nessuna documentata
storia di danni cerebrali o di deficit visivi e
uditivi.
Serial Visual Search
Un foglio con 5 righe di stimoli non linguistici veniva presentato ad ogni bambino in
due versioni (fitto e largo). Il compito del soggetto era quello di cancellare tutti i
simboli identici a quello rappresentato in alto. I soggetti dovevano completare il
compito procedendo da sinistra a destra per tutti i simboli della riga senza poter
tornare indietro.
β
Spatial cueing facilitation task
Tutti i nostri test cartacei sono
disponibili sul nostro sito
A GRATIS

http://decone.psy.unipd.it/De.Co.Ne_LAB_Uni
pd/Materials.html
T2: Primo anno di Scuola Elementare
Reading competence evaluation
•Letter naming task
•Single pseudo-word reading (3, 6 and 14 pseudo-word lists)
• Single word reading
• Text Reading (MT test)
T3: Secondo anno di Scuola Elementare
Reading competence evaluation
• Text reading (MT test)
• Single word reading (Sartori et al. 1995)
I bambini in T2 erano divisi in due gruppi.
Un bambino era assegnato al gruppo dei Poor Readers (PR) quando il suo z-score
mediati per fluenza e accuratezza nella lettura del testo era sotto 1.5 DS.
Tutti I bambini che non rientravano in questo criterio venivano assegnati al gruppo di
Normal Readers (NR).
In T2 otteniamo quindi due gruppi così composti: 14 PR and 68 NR.
T1
Age (years)
Block Design (standard score)
Poor
Readers
(N=14)
M
DS
Normal
Readers
(N=68)
M
DS
5.65 0.53
10.07 2.87
5.73 0.41
10.09 3.69
T2
F(1,80)=7.51, p=.008 partial ή2=0.086
Letter naming (sec.)*
12.76 4.36
10
3.22
F(1,80)=45.41 p=.001 partial ή2=0.362
Pseudo-Word Reading (z-
-1.18 1.13
0.26 0.62
F(1,80)=21.33 p=.001 partial ή2=0.21
score)*
F(1,80)=141.37, p=.001 partial ή2=0.639
Word Reading (z-score)*
-1.04 0.95
0.29 0.99
Text Reading (z-score)*
-2.92 1.14
-0.14 0.71
Capacità fonologiche & mappatura visuo fonologica in T1
Syllabic recognition words (errors)
Poor Readers
Normal Readers
(N=14)
(N=68)
M
DS
M
2.9
3.0
2.27
*F(1,80)=2.59, p=0.056, partial
DS
2.1
ή2=0.031
Syllabic recognition pseudo-words (errors)*
3.42
2.4
2.39
2.12
Syllabic blending (errors)
2.07
1.39
1.97
1.62
Syllabic segmentation (errors)
3.18
2.3
3
2.7
RAN Colours (seconds)
19.03
6.4
18.67
7.57
Visuo-Spatial Attention
β
0,5
Accuracy
0,45
0,4
0,35
0,3
Normal Readers
0,25
Poor Readers
0,2
Valid
Group main effect F(1,80)=12.24, p=0.001 partial ή2=0.133
Cue
Invalid
Cue*Group F(1,80)=9.28, p=0.003, partial ή2=0.104
Predirre i futuri Poor Reader tramite le capacità di attenzione visiva
prima dell’apprendimento della lettura stessa: dati individuali:
correlazioni.
(time)
Pseudoword
reading
T2
(z-score)
Single
word
reading
T2
(z-score)
,42
-,29
-,33
Letter
naming
T2
T1
Visuo-Spatial
Attentional
abilities
visual-to-phonological
mapping abilities
Serial Visual
Search Task
(Errors)
Valid Attentional
Orenting
(accuracy)
RAN colours
(time)
,000
-,15
,009
,32
,179
,30
,004
,008
Phonological
Abilities
Blending skills
(errors)
,028
,807
-,41
-,48
,001
,018
,047
,005
,054
,007
,149
,001
-,27
,009
-,28
,247
,000
,36
-,29
-,13
,035
,000
,30
-,16
-,24
,026
-,36
,31
-,22
-,25
Text
reading
T3
(z-score)
,003
,27
-,23
Text
reading
T2
(z-score)
Single
word
reading
T3
(z-score)
,014
-,24
,014
,030
È possibile predirre le capacità di lettura in
prima elementare (T2) usando la
performance nei compiti di attenzione visiva
testata nella scuola materna (T1)?
fixed-entry multiple regression analysis
È possibile predirre le capacità di lettura in
seconda elementare (T3) usando la
performance nei compiti di attenzione visiva
testata nella scuola materna (T1)?
Conclusioni per questa parte




Le abilità attentive (attenzione visiva spaziale)
misurata alla scuola materna è capace di predire le
abilità di lettura in prima ed in seconda elementare
indipendentemente dalla consapevolezza
fonologica e dalla fluenza di mappaggio visivofonologico.
E’ tempo di aggiornare quindi l’idea di dislessia:
l’attenzione e’ un core deficit. Facciamocene una
ragione 
Il disegno longitudinale permette, per la prima volta
di dimostrare una relazione causale tra le abilità
atentive e le successive capacità di lettura
Uno specifico trattamento per migliorare le abilità
attentive di bambini che ancora non hanno
cominciato a leggere potrebbe ridurre l’incidenza
della dislessia evolutiva.
E adesso???

Visto che sappiamo che l’attenzione visiva e’
un core deficit dovremmo chiederci se
provando a riabilitarla….
 Magari…
 Le abilita’ di lettura migliorano!
 Quando ho presentato questo dato ad un
convegno mi hanno chiesto se l’associazione
logopediste mi avesse gia’ minacciato di
morte…
Video Game & Video
Giocatori
Le cose cambiarono un
pochino quando...
Effettivamente nel frattempo “qualche articoletto” che
suggeriva che gli action video game migliorano
l’attenzione è uscito…
E migliorano pure la resistenza al crowding…
Cosa potrebbe succedere alle
abilità di lettura dei bambini
dislessici se li allenassimo con
i video giochi?

20 bambini con dislessia (eta’ media 10 anni)
 10 bambini allenati per 12 ore in totale con
action video game (AVG)
 10 bambini alleati per 12 ore in totale con
non-action video game (NAVG)
 Tutti i bambini erano testati nelle loro abilità di
lettura e nelle loro capacità attenzionali prima
e dopo il trattamento
La notizia del nostro articolo
ha fatto il giro del mondo
Video Games
Training
 12
ore in totale
 9 sessioni di 80 minuti
 Wii™ videogame (Rayman raving
rabbids)
I Videogame
https://www.youtube.com/watch?v=HSqneMaYxF0
https://www.youtube.com/watch?v=KDAVJEpEAJM
Solo i
videogame di
azione sono
capaci di
migliorare sia
l’attenzione
distribuita che
quella
focalizata in
bambini con
dislessia
Solo I videogiochi di
azione migliorano
l’attenzione
temporale
crossmodale nei
Bambini con
Dislessia
Sill/Sec gain pseudo-words
0.25
Reading Abilities Results
0.2
NAVGp
Average Pseudowords and
AVGp Text
0.15
0.1
60
0.05
50
0
Sill/Sec gain text
40
0.6
NAVGp
30
0.5
AVGp
20
10
0
-10
NAVGp
0.4
AVGp
0.3
0.2
NAVGp 0.1
AVGp
0
NAVGp
AVGp
Ulteriori risultati

Abbiamo fatto un follow up dopo due mesi e non
abbiamo trovato nessun decremento delle abilita’ di
lettura. In altre parole il miglioramento ottenuto con
solo 12 ore di AVG regge dopo 2 mesi senza alcun
trattamento.
 Le abiita’ fonologiche non cambiano dopo il
tratamento con AVG mostrando che le abilità
fonologiche sono indipendenti dalle abilita’
attenzionali e di lettura.
 Il miglioramento nella abilita’ di lettura e delle abilita’
attenzionalisono fortemente correlati: il guadagno in
abilita’ attenzionale spiega il 48% del miglioramento
della lettura
Conclusioni
riguardo il training
con i video game
 IL training con gli AVG
migliora sia il VAST che il Posner
I cambiamenti attenzionali si trasformano
direttamente in miglioramenti di lettura senza alcun
training fonologico
Il training con gli AVG dovrebbe essere
indipendente dalla lingua parlata (Vedere il nostro
commento su Current Biology
al Dispatch diBavalier e t al)
Il training con gli AVG non
migliora le capacità fonologiche che
quindi sono indipendenti
In sostanza pero’ rimane la
domanda cruciale

Ma i videogiochi… non dovevano
trasformare i ragazzini in serial killer???
In sostanza pero’ rimane la
domanda cruciale

Ovvio che sì ma i nuovi serial killer
leggeranno BENISSIMO!!!
Il Futuro
Il Futuro

e’ possibile migliorare anche le
capacita’ matematiche nei discalculici
con i videogiochi???
 Beh…
chiedete a
Monja Tait
[email protected]