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•BV*qHF^£BBi Direzione e redazione: Via Vittorio Veneto 7 40055 Villanova di HvVVV^XSI Castenaso (Bologna) telef. (051) 78.15.66 - telex 222026 ROMBO - • jRj| Ik'jlD^KÌ segret. informazioni telef. (051) 78.16.44. nfc^gBlwBSS^K Casel|a Postale 1681 - 40100 BOLOGNA A.D. !^EGSi^iizzSHBHBÌ Redazione milanese, amministrazione, pubblicità: C. so Italia, 15 20122 MILANO - centralino tei. (02) 8531 - tlx 340089 FINEDI Anno 6 n. 32 (277) - 5 agosto 1986 - Spedizione in abbonamento gr. 11/70 // sole picchia duro! Ed è anche giusto, visto il calendario. E quando l'agosto fa salire la colonnina di mercurio, è il momento delle grandi decisioni fina/i negli sport motoristicì. F il momento delle svolte decisive. Che sia in auto, in moto o in acqua, i punti che si faranno in queste settimane, saranno quelli decisivi per il bottino finale. In genere non si rovesciano le situazioni già delineate. Ma si consolidano, si definiscono, anche se nel passato ci sono sfate vicende clamorose che hanno pur avuto il loro peso. Se non sui risultati finali immediati, almeno sulle proiezioni future. È entro agosto che si definiscono anche i contratti per la nuova stagione, specie nella massima formula. Alla vigilia di Manza i giochi sono fatti. Come sapete ha cominciato Iq Honda, con il bloccare due squadre e relativi piloti (dimeno tre già sicuri), condizionando scelte e programmi delle rivali. Il colpo è stato tanto grosso che . potrebbe pregiudicare anche le possibilità dì rivincita di altri team qualificati tra i quali la Ferrari. Si è accesa tra l'altro una strana bagarre all'interno societario, tra Torino e Maranello, pur nelle rilassanti e propiziatorie dichiarazioni del Grande Avvocato, Come finirà? Intanto prendiamo atto che almeno a lavorare per il futuro si continua seriamente da parte del gruppo più giovane e fantasioso dì tecnici. C'è una Ferrari laboratorio che accumula dati a iosa. Lo ha fatto anche a /mo/o. È un raggio di speranza (e non solo nel senso più letterale della parola). Per non farci travolgere dall'Hondata (gialla). direttore responsabile vice direttore Marcelle SdbbCltÌnÌ Marco Magri Corrispondenze dall'Italia: Anna Bacchi (Roma), Gian Luca Bacchi Modena (Parma), Gianfranco Bertoli (Brescla), Maurizio Bevilacqua <V«rona), Toni Campanelle (Bari), Silvano Chiesa (Genova), Onofrlo Colabella (Ferrara), Mario Colelli (Brindisi), Antonio Colomba (Roma), Nedo Coppini (Proto), Anna Maria Chiariello (Napoli), Franco Cucca (Nuoro), Riccardo Rossi Ferrini (Firenze), Giorgio Gianuzzi (A««), Sergio Graderà (Ancona), Ezio Grandi (Bergamo), Nuocio Marino (Slracuia), Gianfranco Mavaro (Palermo), Nicola Marozzo (Cosenza), Lazzareno Mini (Bollano), Carlo Morandint (Udtne), Gabriele Multi (Sanremo), Gino Papale (Coieria), Alessandro Patrizi (Livorno), Pasquale Petrilli (Roma), Ilario Piano (A»tl), Sandra Pizzigati (Bologna), Giorgio Rossetto (Torino), Leonardo Todisco Grande (Arezzo), Jader Zaffali (Cese- redattore capo %afè> ,Eugenio Zigliotto sm LA redazione Bologna: na). Leopoldo Cenatoli Chiara Luciani Alberto Sabbatini Franco Fiorucci Guido Rancati Paolo Conti redazione Milano: Alberto Gimmelli Giulio Mangano servizio grafico Eugenio Loy Marco Mlnghetti • Corrispondenze dall'estero: " Dan Alexandrescu (Francia), Jan Bigelow (USA) Augusto C. Bonzi (Argentina), Vanni Branca (Canada), John Carey (Australia), Danny Cools (Belgio), Steve Fellows (Gran Bretagna), Dave Fern (Gran Bretagna), Alfredo Fihppone (Belgio), Tasha Fulkerson (Gran Bretagna), Graham Gould (Gran Bretagna), Strotis Hatzipanagiotou (Grecia), Chiel Van Der Heyden (Olanda), Michel Hugues (Francia), Tom Hyan (Cecoslovacchia), Gerhard Kuntschik (Austria), Marguus H. Kuuse (URSS, Estonla), Michel Lizin (Belgio), Aleksandar Maksimovic (Jugoslavia), Akira Mase (Giappone), Laurent Missbauer (Svizzera), M. Angeles Pujol Goma (Spagna), Andre Queiroz (Brasile), Rene© Rogers (USA), Joe Saward (Gran Bretagna), Thomas Vaigt (Germania Ovest), Keiko Yamauchi (Giappone). REDAZIONE: inviato speciale: collaboratori redazionali F.1 e «politica» sportiva: Bonaventura Franco Velocità e rallies: Marco Ragazzoni Dario Converso Remando Petronilho Varia attualità: Marco Guidetti Sandra Pizzigati Aldo Seregni Tecnica, Industria, prove: Paolo D'Alessio Disegnatori d'attualità: di tecnica: Giorgio Serra Sergio Baratto Paolo D'Alessio • 6-7 Quasi esauriti i biglietti Manza 8-10 II trampolino tedesco di Piquet pag Telenovela Bernard: tentazioni e... pag. 10-12 Servizio fotografico: WEEK-END Servizio Tv: Attualfoto, Bishop, Condor Cdmera, Coppini, Ferrari, Guidetti Fotoagenzio, Paper Coiour, Photo 4, Ragazzoni, Rempalh, J.R. Sainz, Vescovi. • Ada Giovannini. Mario Fiumi, Franco Scandinaro. attualità corse I. Prove motori a Imola pag. Ferrari ai laser pag. CARI e F.1: inchiesta pag. Appuntamenti d'agosto: rally e F. 1 pag. Produzione d'attualità pag. 14-15 16-17 18-21 22-23 26-29 collaborano alle rubriche Aviazione e spazio: Marco Tavasani • Motonautica: Staff aggiunto di redazione Coordinamento e P.R.: Marina Sacchetti Medicina sportiva: Bruno Boglioni Carlo Nicolini prof. Enzo Pretolani Traduzioni: Annalisa Bonaretti ultimo minuto corse 2. 24 Ore Spa e altra velocità pag. Rallies in Italia e all'estero pag. Salite, slalom, autocross pag. Karting e motociclismo pag. Sport naz.: prova del 9 pag. Motonautica pag. 66-71 72-75 76-77 78-85 87-89 90 MIXER Segretaria Direzione: Rina Vecchi ROMBO - Registrazione Tribunale di Milano n. 184/81 del 16-5-81 EDIS Edizioni Sportive s.r.l. IJjflfl 20122 MILANO - Corso Italia, 15 - telefono (02) 8531 <4ÌV^ 20149 Milano - via Ernanuele Filiberto, 4 - Tei. (02) 3887 1 Le rubriche pag. pag. pag. pag. 30-31 65 91-93 94-95 Stefano Pace Archivio e servizi: Paolo Pelati Concessionaria esclusiva mihlir'itatii.crv.a perla pubblicità |*UWll^lU»li'3|*a inserto biROMBO Manifesto di Randy Mamela Sussurri e grida Uccelli di ROMBO Tutte le classifiche insieme Lunario ROMBO Video e hi-fi car: Comunicazioni computer: [tassella Garofalo • Diffusione: PAPPINI & C. - via ndipendenza, 11/b ROMA - Tei. (Oó) 4940841 - Sede MILANO Tei (02) 9520938 • Stampa: SEREGNI s.p.a. Industria Grafica via Puecher 2 - Raderne Dugnano (Milano) - tei (02) 910.061 - telex 335879 SAGE I • Composizione: PROGEI - via N. 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Una ROMBO 5 Protagonisti ai tra calcolate due poli nel G.P. di Hockenheim vendette e artifizipsicologici fotocolors DERBY npolino sco LSON Nella foto grande della pagina accanto un'immagine più che simbolica: la Ferrari n.27 di Albereto k. o. nel prato di Hockenheim mentre, doppiata, continua la Ferrari di Johansson i cui ultimi errori avranno pur una spiegazione psicologica Toh! che coincidenza questa foto va «letta» (invariabilmente) dal basso in alto o dall'alto in basso Sembra fatto apposta, ma non è: sul podio tedesco nell'ordine Senna, e i due 'nemicidi casa Williams, Piqué f e Manse/l; sotto, in corrispondenza, Peter Warr (d.s. Lotus) che incrocia il giuramento d'alleanza '87 insieme con Patrick Head (terzo a destra) garantito dall'ing. Sakurai, boss di pista Honda all'annuncio del gemellaggio per la prossima stagione ^FPOSITIVQ i protagonisti ai due poli Adesso fa un pò più fatica di una volta, e bastava guardarne il volto alla fine per capirlo, ma tutto sommato che Nelson Piquet di classe ne avesse da vendere e che questa non sia acqua, prima o poi doveva venire fuori. Finalmente a suo agio anche psicologicamente nel rapporto con il team, il brasiliano ha fatto rivivere in Germania in tutta la sua limpida chiarezza il ricordo del G.P. del Brasile che aveva inaugurato il Mondiale e che la successiva «esplosione» di Mansell aveva un pò affossato. Non a caso sul podio Piquet, sapendo di aver vinto una corsa strategicamente e tatticamente perfetta, si è permesso di fare anche la parodia di Mansell simulando un piccolo collasso, ad imitazione di quello che quindici giorni fa aveva davvero colpito l'inglese sul podio di Brands Match. La buona stella tedesca Nelson l'aveva trovata anche quando era rientrato la prima volta a cambiare le gomme e aveva trovato il team in attesa di Mansell. In altri momenti Head per una insubordinazione del genere avrebbe fatto vendette raffinate, ma visto come in Williams adesso considerano Mansell, alla fine si è sentito il tecnico dichiarare che il brasiliano aveva fatto bene a fare quello stop inattesegue a pag. 10 j Ai confini dell'errore e dell'impresa esaltante 11 momento, con la ridda di voci che a senso unico danno il suo allontanamento come unica cosa certa nei programmi di Maranello. è evidentemente psicologicamente poco favorevole a Johansson. Ma questo, anche se scusa in parte lo svedese, logicamente non lo assolve dai suoi errori. E a Hockenheim Stefan, con quella partenza alla garibaldina con le ruote prima addosso alla Ligier di Alliot e poi alla Benetton di Fabi, l'errore lo ha fatto proprio grosso. Ma d'altronde da sempre nella vita di un pilota da corsa c'è un filo molto sottile che divide il confine tra la l'errore grossolano e la esaltante impresa da prima pagina. Lina partenza azzeccata o sbagliata è uno dei momenti di una gara in cui questo confine tra il sì e il no si evidenzia di più. Stefan, in Germania, se ne fosse venuto fuori bene da quell'attacco alle macchine davanti a lui, avrebbe avuto lodi per il numero di posizioni guadagnate alla prima curva. Purtroppo gli è andasegue a ?r-~^p> pag. 11 ? -51 ROMBO 9 POSITIVO so. Quindi, poiché Nelson per i suoi due titoli iridati precedenti ha sempre avuto dalla sua parte un calcio della fortuna nel senso di situazioni piscologiche che avevano incrinato il rapporto tra i suoi avversali c'è da credere che la nuova guerra tra Head e Mansell alla fine potrebbe essere per la cabala il trampolino per il terzo titolo iridato di Piquet. Sempreché la voglia di correre e ovviamente la Williams reggano per Nelson fino alla fine. Perché altrimenti il campione del mondo potrebbe essere sì un brasiliano, ma non Piquet bensì Senna. Infatti se Ayrton riuscirà a continuare a limitare i danni che i consumi del suo Renault gli impongono forzatamente sulle piste veloci nel modo in cui li ha limitati a Hockenheim. è impossibile non vedere in lui l'uomo meglio piazzato per approfittare delle beghe interne che stanno incrinando il morale di Mansell e di Prosi. Chi lo ha visto fare in modo ideale la «formica» nel G.P. di Germania non solo ha infatti dimenticato le accuse che solo qualche tempo si facevano al brasiliano (e che stavano per rinfocolarsi per la sua partenza tedesca bruciante e forse un pò anticipata) di saper solo correre allo sbaraglio, alla Villeneuve. ma ha anche capito che il suo talento a questo punto è davvero completo nell'amalgama dell'istinto e dell'esperienza. La Honda quindi ha giocato la miglior carta non solo del mercato 1986 mettendolo sotto contratto, ma probabilmente ha fatto anche il più bel colpo del prossimo quinquennio. Quello che forse ha fatto anche Ferrari. Ma non nel suo frenetico e anche ingenuo agitarsi sul mercato, quanto nel tenersi ben stretto e nel farlo sapere con largo anticipo, uno dei piloti di più sicuro affidamento per classe e intelligenza agonistica di tutto il giro del Mondiale: Michele Albereto. Il milanese avrà il suo caratterino non certo facile, soffrirà di complessi e vedrà anche ombre dove invece non ce ne sono proprio, ma alla fine è sempre capace di far scordare tutto proprio per quello che riesce a fare quando si mette al volante. In Germania, dopo le delusione del passo lungo e del passo corto, avrebbe anche potuto fare il pesce in barile e tirare a campare. Invece con molto senso professionale Michele è riuscito a gettare alle spalle ogni tristezza non appena il verde si è acceso. Lo si è visto con quel superare Mansell. Infine Alliot. Il simpatico francese rientrava nel giro della F. 1 con l'incarico non facile di non far rimpiangere un personaggio come Jacques Laffite e diremmo, valutando il suo quattordicesimo tempo nello schieramento di partenza e ancora di più la grinta che ha saputo tirare fuori dopo che nei primi metri l'irruento Johansson lo aveva tagliato fuori da ogni ambizione di ben figurare, che Philippe ha centrato pienamente l'obiettivo. 10 ROMBO alla camera PHOTO 4 all'ascolto (in cuffia): l'ing. GHIDELLA INTERMEZZO (dopo le prime proposte Ferrari) Bernard e Prost in scena n Dennìs. parìe muta) regia: Marco Piccinini Trapianto ^*^**f (finanziario) in (infiniti) atti e 6 quadri per un soggetto di: Enzo Ferrari MOTORI o^aSgMjL Questo pano pazzo Bamardi I gSSKÌISgg, 1 !?-!5K^BSs SOSTO «EU-° 116 01 ^ IN61-E OOlE^^'^^pEuTEC i t^SfttO IN * PRR : , ,,0 Ml Ll , < àSSV^10 PER L wfl T -, i OEF1M1T CHE e«° ^""^«o. «otì eSCL°l ^,0* ^^'.^E p^sio50 E ^ Di ^^-ouu :::,-^^: SOLU ^^::;BE"^^IP' u o ^ f»UTR° .. T «,RR^ R U B " UN ,TTi IN CONt^' TUlRE ,OST1 TU1 iflENf tìOES"1 .uoic IL f , 8B0 . OEl // Wo/o de//a «roseo» (sopra) che <a coinciso con un articolo del quotidiano sportivo romano con le stesse informazioni. La singolare coincidenza ha causato la dura reazione di Enzo Ferrari con la sotti/e considerazione della »premuros/tà- informativa a ipotesi di un piano per far saltare l'operazione col tecnico londinese A che gioco gioca la FIAT? L'INTERROGATIVO di questo sottotitolo è meno provocatorio di quanto possa apparire. Perché è la fotografia reale di quel che sta avvenendo in queste settimane calde, in cui si decidono le sorti non solo della presente stagione FA, ma anche di quella che arriva. Da quando le sconfitte Ferrari si sono incrementate a catena, culminando nell'Esecutivo della supercommissione ristretta che regge le sorti della sua azienda sportiva, si è riaperta una ferita che, a malapena l'Avvocato nazionale per antonomasia, ha ancora cercato la scorsa settimana, in coincidenza del sofferto varo di Azzurra-bis a Porto Cervo, di temperare con sue dichiarazioni rasserenarci. Disse giorni or sono Gianni Agnelli, ai giornalisti mezzovela mezzocalcio, pronti a saettar domande a tutto orizzonte: «Ho fiducia nella riscossa della Ferrari e nella determinazione di quell'uomo di 88 anni che la decide...». Ma se l'Avv. la pensa così, di contrp dai giorni del blitz di Senna a Maranello, seguito da quello di Mansell, dalle pretese di Ducarouge e ora da quelle (diffuse) del mago McLaren John Barnard, che odia gli «spaghetti», ma non i miliardi evidentemente, anche se cucinati in casa nostra, qualcun altro ai vertici torinesi la pensa diversamente. E quel qualcun altro è ring. Ghidella, che è anche il Presidente della Ferrari ma che per qualche Gran Premio ha disertato i box per l'avvilimento dei Marcelle Sabbatini "«tT NEGATIVO ta male e quindi non gli rimane che cospargersi il capo di cenere per il suo errore. Visto che parliamo di errori e di situazioni psicologiche difficili è anche il caso di menzionare Prost. 11 francese ha suscitato emozione e . commozione con quel suo tentativo (inutile peraltro, perché sarebbe stato squalificato) di far tagliare egualmente il traguardo alla sua McLaren senza benzina spingendola lui stesso. Ma, al di là del sentimento di partecipazione al suo sforzo generoso non si può condividere la sua stizza finale se dal cuore si passa al cervello. Infatti, quando Prost se la prende con i motori Frasche, sbaglia. Perché fin dal mattino, e lo aveva dichiarato lui stesso, sapeva che con la benzina a disposizione non avrebbe potuto girare sui tempi delle Williams. Quindi di fronte a questa certezza Alain. se non altro perché è campione del mondo, avrebbe dovuto far funzionare la testa e fare anche lui come Senna, vale a dire tirare i remi in barca e non fare la lotta con Piquet e Rosberg. Alla fine il premiò insperato dei quattro punti che ha trovato Mansell nella sua classifica iridata avrebbe molto più comodamente potuto essere di Prost e se cosi non è stato ci sembra che sia stato solo per errore del francese. Resta Alan Jones. «L'orso» è tornato alle corse con il proposito di imitare Lauda. Ma l'impressione è che non solo l'australiano non sarà mai come l'austriaco, come d'altronde era stato in passato, ma che addirittura non sarà mai più nemmeno come se stesso. Ad accorgetene devono essere stati anche quelli del team Haas a giudicare dalla tensione che in seno al team determina il rapporto tra i tecnici ed il pilota. Eugenio Zigliotto LAFFITE dopo 11 ore operazione-bis PARIGI - E' entrato in sala operatoria alle 8 di mattina, e ne è uscito alle 19 di sera: 11 ore di operazioni continue, per ridurre le fratture del bacino (circa 6 ore), quelle delle gambe (3 ore per la destra, 2 per la sinistra) e dei calcagni, evidenziate solo in un secondo tempo. Ora Jacques Laffite è completamente immobilizzato dopo questo primo intervento, portato a termine martedì scorso dal professor Letournel. Completamente soddisfatto il chirurgo, che ha parlato di intervento pienamente riuscito, anche se non si è lasciato andare a previsioni sulla possibilità di un recupero totale, anche per continuare a correre, per il «fantino» francese. Ma allo stesso momento ha anticipato che dovrà di nuovo intervenire, tra un mesetto, sulle gambe dello sfortunato Jacquot. ROMBO 11 FIAT NIGEL MANSELL risultati ripetuti. Quando poi si son cominciate a sentire le prime notizie sulle richieste miliardarie di un pilota come Senna, di un tecnico come Ducarouge, e ora di un altro tecnico come Barnard, ha cominciato a far filtrare giudizi e considerazioni. sfociate proprio domenica scorsa a Hockenheim ne: «La F.l è diventato un ambiente isterico». E giù poi alcune (sensate) parole sulla assurdità di certe richieste che possono far saltare tutti gli equilibri interni. per pagare un tecnico più di tutti gli altri messi insieme che debbono collaborare con lui. Di contro Ferrari, è apparso sempre più seccato dalle voci ricorrenti sulle trattative in atto, non gestite certo dal figlio Piero e dal mutante Piccinini con la riservatezza che era abitudine e orgoglio negli anni ruggenti di un automobilismo più serio, forse Albereto «Da quando ho iniziato a vincere, gli italiani Comunque è senza dubbio un grandissimo piloperché chi parlava (anche allora sembra vogliono sapere tutto di me», ecco cosa ha detto ta, ha fegato ma non rischia oltre il dovuto. Permolto) di soldi, non era un parvenu buttare Nigel Mansell, l'unico pilota quest'anno ad asonalmente mi sono accorto che non comunida nuovi arricchimenti. Inoltre il un bacio ver ottenuto un poker di vittorie, almeno fino chiamo molto, lo facciamo solo quando lui vuole Vecchio ha tenuto a far sapere che, (dall'altra alla sbiadita Hockenheim. Ma è andato oltre, e parlare... Senna? Ayrton non ha nessun rispetto entro la fine del mese (leggi agosto), pagina) ha dato un parere su alcuni piloti del circo della per gli altri piloti e quando uno tenta dì sorpasavrebbe annunciato le sue decisioni, a Nigel... F. 1. Sentiamoli, è raro e per questo particolarsarlo è, a dir poco, non molto professionale. Ti e che la scelta del pilota (questo già mente interessante che un pilota esprima giudiostacola fin che può, e con lui ho avuto un chiaridice che Albereto è destinato a rezi sui suoi colleghi. mento, a parole. Non è contato niente... Per questare, a differenza di Johansson) sasto non avrò più nessun rispetto per lui e se mi «Prosi? Un pilota davvero eccezionale. Ho un rebbe stata presa in accordo con la costringerà ad usare le maniere forti, lo farò. incredibile rispetto per lui e mi considero fortuMarlboro (che paga) e che quella Con tutti gli altri piloti questo problema non esinato perché da sempre, anche quando non vindel tecnico sarebbe stata sua solo ste, ma con Senna sì, ed è per questo che non cevo voglio dire, Alain mi ha dimostrato amicisua. (Per la cronaca il dott. Buzzi gode di molta popolarità tra di noi. Poco tempo zia. È vero che è stato avvantaggiato rispetto ad che tesse le fila Philip Morris, rienfa ho sentito qualcuno che lo paragonava aVilaltri perché ha sempre guidato in top teams, ma tra «dalle vacanze» da questo luneleneuve e mi sono veramente arrabbiato. È un è indubbio che le sue capacità siano sempre stadì). insulto a Gilles. Gii era un pilota altrettanto brilte adeguate alle macchine che guidava. RoIntanto, ecco la «sparata» della lante, ma era un uomo gentile». sberg? Keke è un uomo completamente onesto. «Gazieta» sportiva nostrana (osseNigel Mansell, ha anche espresso il suo parere Se pensa che sei un rinnegato, un crumiro o cose quiente editorialmente si vede cosulle normative FISA di cui si parla in questi del genere, te lo dice in faccia. E questo mi piace me quelle che si pubblicano sulla giorni. «Come molti altri piloti, sono preoccupamolto, ma anche il suo stile di guida mi piace, è Moskova) con la precisazione che to per il futuro della F.l. Secondo me, l'ideale sincero come lui». Barnard stava trattando per 14 misarebbe avere al massimo 750/800 cava/lì, i «Piquet? Andiamo d'accordo, ma non siamo viliardi, la libertà di lavorare a Lon600 della FISA sono un po' troppo pochi, e mi cini. Lui parla col suo ingegnere, io col mio. dra per la progettazione e la pretesa di avere un impianto di ricerca da 40 miliardi. Pressapoco gli stessi argomenti venivano proposti in con- sempre più difficili da gestire. Da • LAGUNA F. 1. Bernie Ecclestone ha parlato a lungo con Lee Moselle, direttotemporanea sull'altro quotidiano Agnelli a Ghidella, se non altro re esecutivo di Laguna Seca. Moselle ha detto: «Non credo ci siano difficoltà sportivo, quello romano. l'impressione è di una presa di di- insormontabili, naturalmente il circuito andrebbe migliorato, allungato e allargato, La reazione di Ferrari non si è fatta stanza da decisioni non condivise. ma questo non è il problema fondamentale. Se si vorrà trovare un accordo, sono attendere. E l'avete letta in quel co- In ogni caso la stampa nazionale, certo che il GP sì farà. Ma tutti i piani di espansione sono soggetti all'approvaziomunicato secco, come nel suo stile, quella che veleggia con facilità da ne del dipartimento parchi e alla contea di Monterey, e forse qui troveremo i veri ma nel quale uno dei suoi classici una sponda all'altra dell'informa- ostacoli». La data di un eventuale GP già il prossimo anno non è stata comunicaaggettivi («premuroso») e un'accu- zione, preoccupata solo di non ta, ma se si farà, Moselle assicura che non precluderà la già esistente gara CARI. sa non certo mascherata («tentativo prendere «buchi», ma di tessere tele di pregiudicare i contatti in corso») d'informazione in collettivo e senza libertà assoluta d'azione e di scelte, tornare in auge in piena regola. la dice lunga sulPobbiettivo del suo scontentare i più potenti in ballo, si è chiaro che la rilanciata funzione Questo non hanno capito i colleghi risentimento. Non c'è molto da fare è preso un suo schiaffo da Maranel- di Forghieri e la sua nuova società saputelli della stampa specializzata, della fantapolitica, riunendo le tes- lo, e resta con la rabbia di non ave- di ricerca «Ferrari Energineering», usi a ignorare e non recepire le notisere del mosaico, del tipico stile di re capito in tempo un'altra notizia possano essere il ponte di transito zie di cui non dispongono, forse nelquelli tanto abituali nel palazzo del- chiave che forse avrebbe potuto evi- per tutte le soluzioni necessarie. Pola pretesa di chissà quali diritti «dila politica nazionale, a capire che il tarle brutte figure, se solo non si fos- trebbe essere Forghieri a commisvini» di prelazione informativa. Probabilmente in questa Operaziocontrasto tra Torino e Maranello se lasciata tradire dall'orgoglio della sionare progetti e altro a tecnici di sia giunto a punte tali che saranno propria... incapacità, affiorata già in tutti i tipi e estrazioni, pagarli con i ne Recupero personale di Ferrari ne salta un'altra, quella della direfondi ricerca della sua società, senza una serie di pazze e inutili notizie. zione sportiva rielaborata attraverso Mentre maturavano questi singolari impegnare le altre strutture aziendali e cosi anche dare gli input giusti colpi e contraccolpi, su ROMBO elo staff di Montezemolo, il quale ra infatti apparsa la notizia del «ri- e fare scelte, di nuovo da lui coordi- tra l'altro da qualche settimana ha torno» di Forghieri in una singolare nate, per ridare un nuovo volto tec- cambiato i programmi della sua soposizione alla Ferrari. Ed è li che nico alla sofferente gestione tecnico cietà (che l'affianca nella direzione andava e va letta, probabilmente, la sportiva. Una soluzione che lo stes- generale del Comitato organizzatorealtà di quello che potrà succedere so Ghidella ha propiziato. re dei Mondiali calcistici italiani del ora alla Ferrari, anche in un recu- Che Ferrari, dopo gli scontri violen1990). La «LDM», ricca società pero di rapporto con la Fiat. Essen- ti di due anni fa col suo ex pupillo, pubblicitaria Luca di Montezemodo assolutamente escluso che, come abbia accettato di dimenticare anlo, ora cambierà nome perché è enun Ducarouge, ora un Barnard, un che certe parole dure e i niet che trato nella conduzione l'ex gioiellieByrne (della ex Toleman) e un Me- Mauro pose alla collaborazione con re Gianni Bulgari, che si è diviso zger magari, possano arrivare a pre- Piccinini e con lo stesso Piero Lardai fratelli e cerca ora una nuova tese di contratti remuneratissimi e di, vuoi dire che «Furia» sta per dimensione di impegno. In questa Volete sapere Con Piquet e Senna è disprezzo 12 R< e i suoi rivali cosa penso di loro? piacerebbe che la potenza di tutte le macchine fosse la stessa, potrei tollerare 10 CV di differenza, non di più come capita adesso. E vorrei non ci fossero restrizioni di carburante. Ritengo anche che la valvola "pop-off rischi di uccidere i motori a quattro cilindri, perciò bisognerebbe trovare un altro marchingegno. Correre in queste condizioni sarebbe fantastico. Sono a favore di qualunque cosa faccia del bene alla F.l, e mi piacerebbe che nei team le macchine dei piloti venissero trattate alla stessa stregua, che non ci fossero prima e seconda guida». Mansell, un pilota che si sta dimostrando campione al volante, un uomo che non teme di dire la propria opinione, la propria verità. Solo ora sarebbe da chiedergli: visto l'improvviso declassaniento (agonistico) di Hockenheim dopo la «puntata» modenese che gli ha guastato i favori in Williams, sei sicuro di aver fatto bene ad andare ad offrirti a Maranello, proprio nel mo- • mento del rush finale iridato? Effluvio negativo modenese a parte, e compiacenza di fortuna (per benzina mancata ai rivali), non teme, Nigel, di finire come Reutemann con Jones nella Williams '82? Mansell in questo sfogo spara a zero su Senna e Piquet, i quali non se la prendono (sopra) dimensione anche alcuni personaggi, a metà giornalisti che Montezemolo aveva cooptato, magari con la non nascosta intenzione di elaborarne un impegno nella nuova Ferrari da riorganizzare, si trovano ora spiazzati. Insomma, la partita che si gioca in queste settimane di caldo pieno è grossa e fine. Ferrari purtroppo ha un handicap in Piccinini che, per giocare troppo «alla Andreotti», finisce sempre più spesso per stringersi da solo in una corda dai nodi sempre più complessi. Oltre l'handicap indiscutibile dell'età. Verrebbe proprio voglia, come diceva un amico, di regalare 10 nostri anni all'SSenne di Maranello, per ridargli una rinfrescata di grinta. Purtroppo questi «contratti» li faceva solo Mefistofele. E di lui non c'è da fidarsi, anche nel mondo dei troppi mefistofele di oggi. «« Torna la BP (con Ford) A partire dai prossimi GP, riapparirà sulla fiancata di una monoposto di F. 1 una sigla famosa, quella della British Petroleum. Negli anni '70 il marchio BP è stato molte volte a fianco dei costruttori più famosi, e pur avendo cessato ogni sponsorizzazione diretta non ha mai smesso di occuparsi di competizioni. Ora è il momento di un ritorno ufficiale con la fornitura di carburanti, lubrificanti ed assistenza tecnica specifica al recente motore Ford-Cosworth attualmente montato sulla Lola-Haas. Le relazioni fra BP e Ford sono il frutto di un programma di collaborazione e ricerca in corso da lungo tempo. Il progetto costituisce quindi un ottimo «banco prova» mobile su cui sottoporre a condizioni estreme di impiego carburanti, lubrificanti e materiali messi alla frusta dalle esigenze estreme degli attuali motori turbo. Cambiato il Ministro (della Sanità) ora cambierà il diktat della legge? Fumo di Roma E' nato il Craxi-bis. Tra i pochi cambiamenti il crociato antifumo, on. Degan è passato Ministro della Marina Mercantile, alla Sanità è andato uno dei politici più accanito fumatore, il de Carlo Donai Cattin. Come dire che la legge antifumo al momento tornerà nel limbo romano. Comunque, come normalmente avviene in Italia, dove «fatta la legge trovato l'inganno», all'indomani del parapiglia creato dalla proposta di legge Degan già ci si trova di fronte a due schieramenti. I produttori di sigarette si sono consorziati affidando ad un'agenzia la controcampagna ai pericoli della legge antifumo. Già sono stati chiamati in campo gli intellettuali ai quali verrà inviata una lettera contenente informazioni scientifiche atte ad arginare l'emotività di coloro che sono arrivati a sostenere che il fumo minaccia da vicino l'erezione maschile. La seconda iniziativa riguarda un manuale del buon fumatore. L'unica iniziativa sensata resta quella di battersi contro il divieto di fare pubblicità alle sigarette ma nel giusto rispetto della libertà individuale. L'altro schieramento è quello dei nemici del tabacco che hanno fondato un comitato di appoggio al ministro Degan. Argomenti scientifici e statistici alla mano, essi si battono affinchè la legge antifumo passi per salvaguardare coloro che non fumano. Ma trattandosi di un problema che altre nazioni, e il mondo intero, si è trovato ad affrontare molto prima dell'Italia, perché non fare tesoro di come è stato risolto il problema altrove? Dappertutto ormai ci sono luoghi pubblici dove non si può fumare, luoghi dove ci sono reparti per fumatori e non fumatori. Regole che calmierano la pubblicità alle sigarette che vanno da «gentlemen agreement» a vere e proprie leggi di stato. Perché l'Italia deve fare sempre le cose difficili lasciando spazio al sottobosco che riesce poi sempre a trovare dei vantaggi, come avvenne in regime di proibizionismo? Basta proibire il fumo in locali pubblici, mezzi di trasporto, ristoranti, mettendo degli scomparti per i fumatori ecc... Tutto risulterebbe alla portata di tutti in un paese civile. Per la pubblicità poi, il liberalizzarla porterebbe a far scomparire quelle presenze che apportano immensi capitali nelle tasche di pochi con sottrazioni di tasse al loro fatturato. Con una pubblicità libera lo stato italiano recupererebbe con largo margine, in più, l'eventuale perdita di qualche balzello sulla vendita del prodotto. Si eviterebbero così anche tante furberie, specie televisive. Ma aspettiamo il nuovo Ministro che fuma e poi di «comunicazione» se ne intende. Tutta la vicenda potrebbe mostrare delle novità, si può addirittura evadere l'imposta sul valore aggiunto e sulla pubblicità con un piccolo stratagemma. b.f. ROMBO 13 .. ULTIMO MINUTO Severi test a I MO LA per le trasferte più calde d'agosto col gran brivido DE CESARIS alla Tosa a... prova Caliri! Tutti i tempi delle prove a Imola pilota macchina Patrese Piquet Johansson Mansell Albereto De Cesaris Brabham BT 55 Williams Ferrari F.1 86 Williams Ferrari F.1 Minardi mercot.30 giov.31 venerdì 1 1'32"90 r31"90 l'27"83 1'32"29 l'29"72 V33"16 l'28"82 - l'30"17 1'32"74 l'32"03 - I'35"20 • Tutti i record sul giro al Dine Ferrari , $ SP S. Marino '86: in gara Piquet (Wllllarns Honda) 1*28"667 media 204,63; in prova: Senna (Lotus Renault) 1J25"050 media 213,33 * test marzo '86; Piquet (Williams Honda) 1'25"95 * test aprile '86: Berger (Benetton BMW) 1'27"75 * GP S.Marino '85: in gara Albereto (Ferrari) 1'30"961; in prova Senna (Lotus) 1'27"327 A durata di motori IMOLA - Forse tanto caldo, e tanto umido, la F.1 non lo ha trovato nemmeno nelle prove di Rio de Janeiro... A Imola la settimana scorsa, specie nelle prime ore del pomeriggio, ha toccato livelli record, mietendo veramente a dura prova i motori portati per una verifica ante Ungheria, ma soprattutto ante Austria, dove lunghi rettilinei, e temperature del genere, costituiranno una seria sfida per i propulsori. Doveva esserci solo la Williams a Imola: ma poi si sono aggiunte la Ferrari, DIARIO PROVE mercoledì 30 Già disputati due Gran Premi IMOLA - Tre macchine in pista, già dal venerdì, per un test programmato da tempo, soprattutto di motori, in vista della trasferta in Ungheria, ma anche per il velocissimo tracciato di Zeltweg. La pista era stata prenotata dalla Williams, che aveva chiesto la possibilità di avere un elicottero per la sicureza dei piloti, e conosciutone il prezzo (7 milioni e ottocentomila lire per tre giorni)lo ha prenotato per queste prove. Si trattava di un Bell Jet Ranger della Elilario, attrezzato per ospitare eventualmente una barella, sempre pronto a partire. Non ce n'è mai stato bisogno, per fortuna, ma questa è stata finalmente una decisione saggia, anche da parte della Sagis che ha facilitato l'operazione. La prima macchina pronta a scendere in pista è stata la Williams di Nelson Piquet, diretta ai box da Frank Dernie. Si trattava della macchina solita, con tre propulsori a disposizione, ovviamente diversi tra loro per particolari interni. Ogni giorno ne sarebbe stato montato uno, e su tutti erano da fare test di durata controllandone i consumi. Piquet dopo aver sistemato l'assetto in mattinata, ha iniziato proprio nelle ore più calde il suo Gran Premio, portandolo a termine, anche con temperature un pò alte, verso la fine del pomeriggio. Stanco, sudato, ma soddisfatto della tenuta alla distanza della sua macchina. Presente anche il team Brabham con una BT 55 (telaio 02) per Patrese, seguita da tutto lo staff BMW, con Rosene in testa, carica di sensori per rilevamenti telemetrici. Patrese aveva da provare molti particolari del motore, turbine e sistemazioni degli accessorii prosegue a pag, 10 14 ROMBO Piquet sul Santerno deve trovare l'aria buona per schiacciare pisolini. Non è la prima foto che gli si riesce a scattare così nei box. Ma chi dorme, dice un proverbio, non piglia prede all'esca. O dorme per questo, ad evitare complicazioni? Una (mezza) risposta nell'altra pagina... la Brabham e la Minardi, tutte impegnate, a parte la squadra romagnola, in serie prove di motori. La Williams, non soddisfatta delle vittorie a ripetizione, aveva ancora tre motori da provare. E a ciascuno di questi, nei tre giorni, ha imposto un ritmo da Gran Premio, rimanendo soddisfata per due terzi. Nel senso che solo l'ultimo motore, affidato a Mansell, ha ceduto ma dopo una settantina di giri. Le preoccupazioni per il motore, e la ricerca di tempi di risposte migliori, ha portato anche la Ferrari 3 Imola, con molte novità elettroniche, in pratica la nuova generazione di accesspristica fornita da Weber e Marcili. Ma con i più la novità (sempre Marcili) della trasmissione dati con raggio laser, che apre ulteriori nuove frontiere sulla conoscenza della situazione motori durante la gara. Anche la Ferrari ha fatto una prova di durata: Albereto ha simulato un GP e non si è rotto niente. Comunque il ferrarista, rispetto a Piquet, ha girato verso la sera, in condizioni climatiche più favorevoli. Da verificare anche irrobustimenti al cambio, e qualcosa di aerodinamica, che ha moderatamente soddisfatto i tecnici presenti. Anche la Brabham era presente per colaudare motori. E l'impegno in prima persona di Paul Rosche ha fatto pensare a tanti che non sia scontato questo ritiro a fine stagione, patrese ha lavorato quello che ha potuto, rallentato ancora da cedimenti di propulsori, cambiando turbine a rotazione. Fino ad ottenere, spingendo al massimo la soprapressione, la miglior prestazione, in chiusura, senza utilizzare gomme da qualifica. Infine la Minardi: una presenza rapida per collaudare la nuova sospensione posteriore. Il collaudo, secondo il responsabile Caliri, è stato positivo perché ha evidenziato, in tempo, una certa fragilità... Ma è meglio non chiedere a De Cesaris, autore di un ennesimo dritto , involontario, alla Tosa, se sia dello stesso parere! Un'ultima valutazione sui tempi, che leggete nella tabella. Tutti molto alti, rispetto alle prove precedenti. La ragione non sta solo nelle segue a pag. 16 Tra scintille e fumo la Minardi di De Cesaris vola nella scappatoia alla Tosa giovedì scorso, durante il collaudo della nuova sospensione posteriore, che ha ceduto di schianto. Per fortuna, paura a parte, i danni sono stati mìnimi: un poco di sospensioni e tonfa polvere A sinistra, la nuova sospensione della Minardi, che doveva esordire in Ungheria. Dopo l'incidente' sul nuovo telaio verrà montata la vecchia sospensione. A destra, la conturbante Leda è venuta da Farli, per tre giorni di seguito. Dopo la passione per Tambay ora spasima per un brasiliano... E un po' per il caldo, ma più per farsi notare, così girava per i box di /mo/o: ma il buon Nelson se la dormiva tranquillo (pagina a fianco), vegliato perennemente da Manuela (suo partner per il made-in-ltaly) segue do pag. 14 DURATA temperature, torride, ma anche nello sporco della pista. Non si sono viste, questa volta, gomme da qualifica: tutti badavano seriamente a controllare, collaudare i motori del futuro. Per cui non è stato facile fare dei paralleli. Di certo si è comunque visto che il motorone Honda. che ha ora un suono cupo ben differente dai sibili e fischi dei primi turbo, è ancora sufficientemente affidabile. La Ferrari, anche a sentire Albereto, appare migliorata. Ma forse non è il caso di sbilanciarsi troppo: la verifica diretta è a giorni, su un tracciato, quello di Budapest, che nessuno sa a chi sarà veramente congeniale. Una ulteriore sfida per tecnici e piloti, in questo mondiale che di iniezioni di interesse, ne ha veramente bisogno. - ••? - > segue da pag. 14 DIARIO prio nella prima giornata ha sostituito un paio di Garrett facendo lavorare a lungo i meccanici. La Ferrari si è fatta aspettare ed è venuta pronta solo nel pomeriggio. I meccanici hanno dovuto inserire sulla F.l 86 (telaio 89) un carico di apparecchiature per la telemetria, compreso un tubo di Pitot dietro il roll bar per fare rilevamenti di pressione. Da mettere alla prova tutta una nuova impiantistica: la accensione ACS 600 della Magneti Marcili, e l'iniezione IAF 966 della Weber, entrambe elettroniche. Un grosso passo avanti in questo settore, con capacità 8/10 volte superiore come velocità di risposta e capienza, e iniettori nuovi con portata decisamente superiore. Il tutto collegato a nuove wastegate, e che ha richiesto la prova di diversi tipi di turbine, tutte della Garrett. Rinforzato anche il cambio, e da provare il nuovo impianto di telemetria con trasmissione via radio, del quale parliamo in dettaglio. Presenti alle prime due giornate di prove soprattutto i motoristi, Caruso, His, tecnici di Weber e Marelli, e il responsabile della macchina di Albereto Maurizio Nardon (pare che Tornami invece sia in ferie). Albereto ha prima messo a punto la macchina, poi verso fine pomeriggio ha iniziato anche lui la sua prova di durata, che è riuscito a portare a termine (61 giri) senza inconvenienti ( a parte una strisciata nel fondo piatto su un cordolo, ma senza conseguenze). giovedì 31 Lo spavento di Andrea Stesse squadre di scena per la seconda giornata di prove. Ma alla Ferrari Alboreto ha girato solo alla mattina, sostituito nel pomeriggio da Johansson. Grandi prove, per lo svedese, del sistema telemetrico con laser, e di diversi tipi di turbine. Johansson ha girato a più riprese, ed è stato l'ultimo a chiudere i test oltre il tempo limite della sera. Alla Williams Piquet alle prese ancora con un mini-GP. In mattinata ha sparato un tempo discreto (la pista continuava ad essere molto sporca) per poi disputare, nel pomeriggio, sotto il solleone, i suoi 61 giri filati, interrotti solo dal cambio gomme. E andato ancora tutto bene, anche se in extremis hanno mollato i freni dietro, segnatamente quello di sinistra 16 ROMBO che aveva cominciato a prendere fuoco. Poco lavoro invece alla Brabham . Patrese è andato a fuoco in mattinata nella parte alta del circuito, per il cedimento del turbo. «Ci sono voluti cinque estintori per spegnerlo» ci ha raccontato. Sta di fatto che i meccanici hanno lavorato tutto il giorno per risistemare la macchina. Sul pomeriggio inoltrato è arrivato il camion della Minardi, con la monoposto romagnola dotata delle sospensioni posteriori da collaudare per la vettura nuova. Si tratta ancora di sospensioni a puntone, ma completamente rivoluzionate per pulire la parte alta, e permettere un cofano motore molto più basso. De Cesaris ha avuto l'onere del collaudo, mentre Nannini se la rideva ai box. Il romano ha girato a più riprese abbastanza soddisfatto della nuova soluzione, sino a quando, nel punto più veloce del circuito, alla staccata della Tosa, a 280 all'ora, la macchina è partita di colpo in testacoda, arando la via di fuga e toccando solo teggermente nelle gomme a protezione del terrapieno. Bianco come uno straccio Andrea è stato subito recuperato e portato ai box con la sua macchina. «Ha ceduto il bilancere superiore» ci spiegava l'ing. Caliti, «e così la macchina si è appoggiata a terra causando il cedimento dei due bràcci inferiori. Il fallo è che avevamo usato molle troppo morbide, con, una eccessiva escursione, e cosi la sospensione picchiava forte a tampone. Ma i collaudi sono fatti apposta... Certo che ora, non riuscendo a fare pezzi di ricambio, saremo costretti a portare la macchina nuova, in Ungheria, con le sospensioni posteriori vecchie, e tagliarne il cupolone alla fine per farcele stare». La nuova macchina, sulla quale si lavora giorno e notte, ha una scocca completamente in fibre di carbonio, e avrà una carrozzeria più bassa e slanciata. Ma soprattutto dovrebbe pesare una ventina di chili in meno. Gli ing. della telemetria Ferrari, fanno i calcoli di «tiro» venerdì 1 Matiseli k.o. di motore Ancora una sostituzione ai box di Imola per l'ultima giornata di prove; al posto di Piquet è arrivato, con un aereo privato a Bologna, Nigel Mansell che aveva il terzo motore Honda da saggiare. Il baffuto inglese ha girato a lungo con la macchina, inanellando una settantina di giri senza grossi problemi in mattinata, ma fino ad arrivare al cedimento del motore Honda nel primo pomeriggio. Buono il suo tempo, di poco superiore al migliore di Piquet: ma già alle cinque di sera Nigel decollava dall'aeroporto di Bologna con destinazione Inghilterra (senza essere passato da Maranello, come in molti si aspettavano...). Alla Ferrari ancora Johansson, che sbuffava per la previsione di passare anche il fine settimana a Fiorano per fare i collaudi delle macchine da mandare in Ungheria. Questa volta si è lavorato anche sulla aerodinamica, con Harwey Postlethwaite che era arrivato la sera prima. Utilizzato a lungo, e in comparazione con altri, l'alettone tipo Williams che si era già visto a Hpckenheim. E ancora sarabanda di turbine, di tutte le razze, con proseguimento dei collaudi dell'impianto di telemetria via radio. Buona la prestazione della Brabham. Patrese ha potuto girare abbastanza a lungo, e alla fine, per fare una prova con pressione elevata, ha spiccato il miglior tempo della sessione, avvicinandosi ai migliori tempi delle prove di aprile. Il tutto, secondo l'ing. Mezzanotte, con gomme morbide, ma da gara. Poi il cedimento del turbo ha posto fine alla sessione. e.c. IMOLA - pelle quattro squadre viste al lavoro a Imola il fine settimana, a parte la Minardi che aveva da collaudare una nuova sospensione posteriore, tutte le altre tre hanno lavorato principalmente sul motore, turbine e acessori, sotto un caldo feroce, ma in vista della trasferta ungherese dove le temperature non saranno certo molto più favorevoli. Soprattutto alla Ferrari hanno lavorato raccogliendo dati telemetrici, ma con un sistema abbastanza complicato, nuovissimo e di grande interesse tecnico. In pratica i tecnici della Ferrari, assistiti direttamente da altri ingegneri della Weber e della Magneti Marelli, hanno messo alla prova, per la prima volta, un inedito sistema di trasmissione dati, con macchina in movimento, via radio. Tutte le informazioni sul motore, che durante le prove venivano «scaricate» da una memoria piazzata in macchina, via cavo, appena la monoposto si fermava ai box, ora vengono fornite, ad ogni giro, via radio. Su questo sistema, altamente sofisticato, si lavorava da tempo, e solo ora si è cominciata la sperimentazione pratica, in vista di una utilizzazione probabile per la prossima stagione. I problemi erano, e sono diversi da risolvere, in una atmosfera carica di microscariche che rendono problematica ogni tipo di trasmissione. In più, trattandosi di dati, è necessaria una certa affidabilità e precisione, anche se la trasmissione avviene a una distanza (la macchina in corsa davanti ai box, e le apparecchiature riceventi) abbastanza piccola. Nessuno chiaramente alla Ferrari ha voglia di parlare di questa innovazione, che anche i tecnici delle altre squadre guardavano con un certo interesse. E quando sarà in grado di funzionare perfettamente, potrà essere itóe. ma magari vincente, con applicazioni svariatissime, e non solo in f>Lc di Come funziona l'impianto è abbastanza semplice da spiegare. Sulla monoposto sono piazzati un certo numero di sensori, che captano certi segnali e li trasformano in una serie di impulsi. Un potente apparato radio è in grado di «spararli» tramite Fantennina piazzata ai lato della testa del pilota verso un apposito ricevitore, piazzato ai box, il quale li passa a un grosso computer, che li immagazzina, li decodifica, e li elabora in tempo reale. Insemina alla fine si può ottenere una stampata con i parametri che più interessano, per esempio sul motore oltre ai giri, alle pressioni, diverse temperature in posizioni critiche. Interessante, scendendo ancora dì più nei particolari, descrivere come avviene questa trasmissione dati, completamente automatica e senza l'impegno del pilota. Cosi opera la FERRARI «sparadati» a microonde LASER Nella fotoncostruzione vedete il raggio •giallo- dal -cannoncino' dei box chiedere dati alla radio di bordo, che "risponde" (raggio verde) inviando alla ricevente del box Lina raffica di dati II -cornetto" dietro il poggiatesta del pilota è la canna del laser di bordo della vettura laboratorio. I suoi messaggi verranno decodificati istantaneamente da altre apparecchiature collegate alla ricevente telemetrica della Base In pratica per far partire la trasmissione, che non è continua, ma avviene solo ad ogni giro, in corrispondenza appunto dei box, c'è un impiego di un raggio laser, diretto dal box verso l'automobile in corsa. Quando l'auto viene « colpita» d.al raggio laser, la radio di bordo «spara» letteralmente, nel tempo di frazioni di mi- crosecondi, un messaggio carico di dati. Anzi , lo stesso messaggio, per essere sicuri che venga captato, viene ripetuto una decina di volte. Su frequenze molto alte, si parla di 1,5 Gigahertz. quindi microonde, in una fascia dell'etere ancora poco utilizzata, e che si spera più «pulita» e necessaria a quel tipo di apparecchiature. Il fotocolor* PAPER COLOUR messaggio viene appunto ricevuto da un ricevitore, immagazzinato in un grande computer, ciie lo decodifica al volo dando ai tecnici la possibilità, giro per giro, di sapere in tempo reale come stia andando il motore, se surriscalda, se ha qualche calo e via dicendo. Appare evidente l'importanza di tale tipo di informazione dai box, che in un futuro, che non è poi tanto lontano, potrebbe trasformarsi, con una trasmissione full-duplex (anche dai box verso l'auto in corsa) in una possibilità di «regolazioni» tecniche, magari sul motore, direttamente dal box. Con questo non arriviamo a dire che il pilota dovrà voltare solo il volante ma a guidare una monoposto, come ipotizzavamo già in un precedente servizio di ROMBO parlando di telepilota elettronico, potrebbe essere, per certe funzioni, anche un tecnico dai box! Ovviamente è prematuro pensare di vedere impegnato questo sistema laser e microonde in gara, nei prossimi Gran Premi. Ma già il fatto che i tecnici della Marcili fossero riusciti a stabilire questo contatto radio.con una certa precisione, è decisamente incoraggiante. In parole povere l'impianto già funziona. Bisogna solo migliorarlo, renderlo affidabile, perfezionarlo. E con l'aiuto della microelettronica, che sta facendo passi da gigante, anche l'industria italiana potrebbe dare una risposta immediata a quella giapponese, che proprio grazie alla elettronica sta mettendo in ginocchio la nostra tradizione motoristica in F. 1. Leopoldo Coiteteli ROMBO 17 i \aP c Cart (sotto) e F. 1 al via: così simili ma così diverse... r, '••• - -r^^^H^H - -i* IftÉ "T^ "v«k •RQ C ome tutti gli appassionati di gare ad alto livello ben sanno, nelle file della Formula Indy organizzata in USA dalla CART militano diversi piloti provenienti, in tempi più o meno lontani, dalla Formula 1. In occasione della gara CART disputatasi a Toronto, abbiamo chiesto ad alcuni di loro un sintetico parere sulle due formule che hanno avuto occasione di «assaggiare». Si tratta di due ex campioni del mondo del calibro di Mario Andretti ed Emerson Fittipaldi, e di due piloti più giovani ma altrettanto bravi come Roberto Guerrero (i cui trascorsi nei GP non sono stati coronati da un grande successo) e Danny Sullivan, che dei quattro è quello di più fresche memorie, avendo disputato la stagione dei Gran Premi del 1973. Contemporaneamente, approfittando dei test F.l ad I mola, abbiamo chiesto a due piloti della attuale F. 1 un loro parere sulla monoposto americana, in base a quanto hanno sentito dire o visto ed in base anche alle proprie convinzioni personali. Ne sono uscite, in entrambi i casi, risposte interessanti. Vanni Bronco e quelli della Formula 1 Parlano i «cartisti».. MARIO ANDRETTI Kion ci ho mai pensato Stessa cultura RICCARDO PATRESE è scettico sulla serie CART. «Io non ci ho mai pensato e credo che i piloti di F. 1 non pensino a questa soluzione. Secondo me è una cosa valida solo per gli americani, magari alla fine della loro carriera. Non penso che un pilota impegnato in F. 1 possa pensare alla serie CART come alternativa, direi che non ci riguarda. Forse sono gli americani che vorrebbero venire a correre nella nostra F.l, e sono convinto che la troverebbero dura e motto più competitiva. Io mi sento ancora nel pieno della mia carriera: forse tra qualche anno cambierò opinione. Adesso bado solo ad andare avanti qui dove trovo il massimo degli stimoli. Credo veramente che non ci sia alternativa, sul piano sportivo e tecnico, alla F. 1 attuale». «La F.l è senz'altro la formula più colorita perché gode di una presenza internazionale incredibile. Qui corriamo su un solo continente, tra gente della stessa cultura. Dal punto di vista della guida, invece, per me i campionati sono pressoché identici; ognuno comporta le stesse pressioni e la concorrenza è spieiata in entrambi. Però penso che oggi la CART sia una serie più completa perché gareggiamo su molti tipi di circuiti diversi, cosa che a me poi va a genio particolarmente». Più amicizia ROBERTO GUERRERO Vorrei rimanere in F.l «La gente nella CART è più amichevole, riusciamo a frequentarci di più fuori dal circuito. Nella F,l i piloti sembrano molto più chiusi. Per quanto riguarda i soldi che puoi guadagnare, penso che in F.l ci siano alcuni più miliardari ma che la media sia più alta qui. Ora però si deve constatare che anche in CART i piloti debbono arrivare «con la valigia» come già da tempo i costruttori vogliono». DANNY SULLIVAN Meno politica «Nella CART non si fa politica come in F. 1. Penso che ciò sia dovuto al fatto che quasi tutte le squadre sono di una stessa nazionalità, con un motore predominante e un solo fornitore di gomme. In questo modo partiamo quasi tutti alla pari e non cerchiamo «trucchi» per vincere. Quando entrano in ballo diverse nazioni, gli interessi salgono e così pure le pressioni. Di conseguenza subentra la politica. Di certo qui siamo tutti più rilassati». STEFAN JOHANSSON sente aria di bruciato in Casa Ferrari, e si sta già dando da fare per il futuro. «Non so se potrò rimanere alla Ferrari, e mi sto guardando attorno. Di contatti ne ho tanti, come tutti gli altri, ma ovviamente vorrei rimanere. No, di spostarmi in America non ne ho nessuna voglia. Non credo che la serie CART possa essere competitiva quanto la F. 1. lo ho corso in serie alternative, in Giappone, ma erano solo palliativi. Il massimo per un pilota come me rimane la F.l, e mi sto battendo per rimanerci. Magari in una squadra competitiva. Alla serie CART non ci penso per niente. Non è un'alternativa sul piano sportivo, anche se sento dire che lì girano un sacco di dollari». ——— MlNl-H ^~~~~~~~—-—~—l_ " ^rct/a CAKT? Costi ridotti «La differenza principale sta nelle regole tecniche della serie CART. Qui c'è più stabilità in tutto e così riescono a contenere l'escalation dei costi, mentre in F. 1 si arriva all'esasperazione. In pratica i limiti sono spesso determinati da quanti soldi puoi spendere. Noi qui ci divertiamo e cerchiamo di non fare politica. Quanto ai rapporti tra i due campionati, io penso sia molto importante che la CART rispetti la F.l ma anche che la CART rispetti. Penso sia molto sbagliato che certi personaggi assai influenti nella F.l, come Ecclestone, si lascino andare a dichiarazioni dannose per quanto riguarda i rapporti tra le due formule». ""a gara ~- feT'~ •*-t/uc , vedere che "- * f * * « , —____ fica''« rf soìo "ca 85 della Iate- «versi ' t d è quello Luce verde per la PORSCHE-Indy CART benefica «Corse per vivere» TORONTO - Nel mondo talvolta duro e senza cuore dell'automobilismo d'oggi fa piacere ogni tanto constatare che rimane tuttavia della gente che pensa al prossimi, specialmente quelli più sfortunati. E' il caso del Team Provimi Veal che sponsorizza l'olandese Arie Luyendyk nella CART. La Provimi, assieme all'attore americano David Hasselhoff, protagonista della serie Supercar vista anche in Italia, sono alla base dell'iniziativa chiamata «Race for life» (corsa per vivere). E' una iniziativa che da l'opportunità a bambini con malattie incurabili in Canada e negli Stati Uniti di andare a seguire una gara CART da vicino per un giorno realizzando così un sogno quasi impossibile. L'idea nacque dalla necessità di portare alla luce i bisogni dì questi poveri bambini mediante l'aiuto di un attore famoso e di un team CART. I contributi alla causa vengono raccolti ad ogni gara ma i soldi non bastano mai. Qui la birra Molson ha contribuito con 2.000 dollari. 4 IDEE. È molto interessante notare il sistema adottato nelle qualificazioni CART per rimediare all'inconveniente del traffico in pista. Infatti le sessioni cronometrate vengono suddivise in due parti. Nella prima metà, il venerdì, escono in pista i piloti che si sono qualiticati nella prima metà dello schieramento nella gara precedente (nel nostro caso di tratta della gara a Cleveland) lasciando la restante metà della sessione al resto dei piloti. Poi, il sabato, si qualifica prima il gruppo dei più lenti e poi i più veloci, facendo in questo coso sui tempi del venerdì. Questo sistema, ovviamente, permette più giri veloci senza incontrare qualcuno che gira molto lento, problema più accentuato nei circuiti cittadini. Ricordiamo che le vetture CART non usano gomme tenere, né giocano con la pressione del turbo, visto che adoperano la valvola wgstegate tarata per la stessa pressione. ICIIII C UUI I più VCIUUI, lU^CIIUU MI l^UC- St-lli^n- H1" Forse nell'87 .. \[ 163.111 (^ ART Ql A nHrftti AMJVUG|,U BRANDS HATCH - La Porsche adesso ha «luce verde» per costruire la vettura che dovrebbe debuttare nel campionato CART già nell'anno prossimo. Norbert Singer ha già cominciato a disegnare la vettura. Recenti voci che dovrebbe essere Hans Stuck a pilotare la Porsche nella serie CART non sono vere. «Ho parlato con Singer e gli ho detto di costruire la vettura per permettermi di trovarvi spazio. Ma solo per qualche sessione di prove a Weissach e non per le corse» ha detto il tedesco, mentre dovrebbe essere un pilota americano (e non Al Holbertche dovrebbe ritirarsi a fine stagione) a guidare la Porsche Indy. ...e gialla per la FERRARI-Truesport Non è stato ancora firmato il contratto che legherà la Ferrari alla Truesports Racing Team per gareggiare nel campionato CART, ma si spera che tutti i dettagli possano essere risolti entro un paio di settimane secondo quanto ci ha detto Steve Horne, team manager della Truesport. ' «La Ferrari - ha spiegato Horne - vuole accertarsi che lutto sarà stabile per quanto riguarda i regolamenti prima di firmare. Quando l'accordo verrà firmato sarà Bobby Rahal a pilotare la macchina. L'anno prossimo ci saranno probabilmente due vetture. Se la Ferrari debullerà o meno quesl 'anno dipenderà dai risultati che otterranno nelle prime prove. Per quanto ne so io la vettura è già a buon punto». Horne non ha voluto commentare sulla sponsorizzazione della vettura né sul fatto di come si comporterebbe il team verso la fine dell'anno se Rahal si trovasse a lottare per il campionato e la Ferrari volesse far debuttare la sua macchina. NAZARETH - Se le voci più disparate stanno rendendo le acque seniore oiù torbide in F 1, anche oltre oceano le cose non sono proprio calme. Si mormora infatti negli Stati Uniti che Mano Andretti sia stanco di gareggiare m F.CART con il team Newman/Haas Racing gestito appunto dal noto attore Paul Newman e da Cari Haas. Ma Andretti non ha assolutamente intenzione di smettere di correre, infatti il «si dice» è che Mario metterebbe in piedi un team personale, l'Andretti-Team appunto. Qualcuno dice addirittura che con questo correrebbe la Ferrari. Naturalmente una simile accoppiata Darebbe gradita ai numerosissimi tifosi italiani, ma anche a quelli'americani. Lulmlul- 11 .1, E davvero l'AGOSTO di fuoco IRIDATO dello sport auto: f ALFA for Italy ecco la monoposto addestrativa perii 1987 Prima immagine dell'attesa Formula Alfa Rpmeo. la monoposto addestrativa destinata, l'anno prossimo, a raccoe rilancia-ggliere e r e l'eredità e r e t cche e fuu della e a F.Italia . a a e della e a F.Fiat . re un Campionato italiano monomarca anche con le ruote scoperte. Caratterizzata da ampie pance laterali conte; nenti i vari radiatori, la F.Alfa sarà mossa dal 4 cilindri boxer della 33 nella sua prossima versione da 1,7 litri, con una preparazione a mezza strada fra il Gr.N ed il Gr.A in modo da fornire una potenza di circa 150 CV. Il cambio sarà a rapporti intercambiabili, e vi sono pure le appendici aerodinamiche. Quasi una F.3, insomma... RALLY MONDIALE nella pampa argentina 50 anni dopo torna la F.l sulle rive del Balaton ROMBO 21 '-L'AGOSTO CALDO- La novità al RALLY d'ARGENTINA è Blomqvist con la 205 Peugeot che attende l'ultimo assalto Lancia La rabbia di ALEN Niente ferie per i rallies: dall'inverno agli antipodi a quello sudamericano, il mondiale rallies imprigionato in un calendario con troppi appuntamenti seguita a macinare gare su gare nella speranza di ritrovare un pò di quell'incertezza che. dal Tour de Corse in poi, ha smarrito. Come in Nuova Zelanda, anche in Argentina a contrastare la marcia della Peugeot ci sarà solo la Lancia, ultimo ostacolo alla conferma iridata della squadra france- Lo svedese Stìg Biomqvist completerà la triade dei piloti Peugeot in Argentina se. E tuttavia quello che sta per iniziare nella pampa non è un altro round di un match come gli altri con «solo» i soliti 18 punti in palio fra due Case per macchina (la Peugeot) o tradizione (la Lancia) vincenti. Senza perdere d'occhio la classifica del mondiale, i due schieramenti questa volta si affrontano - su una terra dura almeno come quella greca - per vincere. Perché ormai fra i loro capi è guerra aperta se non proprio senza quartiere. Jean Todt non ha perdonato a Fiorio di avere a suo tempo accettato, rompendo per primo il fronte dei costruttori, la saggia regolamentazione voluta da Balestre per la prossima stagione e Cesare Fiorio non perdona a Todt di aver rotto, ingaggiando Blomqvist, quel «patto d'onore» stipulato a inizio anno. Ma al di là delle reciproche accuse, che lasciano il tempo che trovano, a fare del Rally d'Argentina una gara diversa dalle altre è proprio la presenza di Stig Blomqvist con una delle tre 205 Turbo 16. Sarà infatti lo svedese debuttante con la macchina francese il miglior termometro della competitivita attuale della trazione integrale che i successi del serafico Kankkunen hanno portato ad un passo dal titolo e, soprattutto, sarà il suo passo argentino a chiarire se davvero la Turbo 16 è così «facile» da usare come le prestazioni quasi parallele del trio Salonen-Saby-Mouton avevano fatto intravedere nelle prime battute del Tour de Corse... Se in casa Peugeot l'ambiente è galvanizzato daH'aver centrato il colpo più tribolata. Dopo la brutta uscita di strada di Pianta nel corso dei test in Argentina di giugno, a togliere serenità all'ambiente sono arrivati i problemi ai muletti che oltre a rallentare il ritmo di lavoro di Biasion e Recalde ha innervosito parecchio Alen. Ma questo non è poi un segnale necessariamente negativo; da sempre il più italiano dei finlandesi ha dato il meglio di sé quando a spingerlo c'è stata la molla dei nervi! Guido Rancati Accadde un anno fa L'angelo custode Qualche mese prima che il bel mondo rallistico arrivasse in Argentina per l'ottava manche del mondiale, Jean-Marie Balestre aveva lanciato il suo attacco contro le assistenze aeree. Era stato un attacco a sorpresa, violento come lo sono poi sempre i suoi, culminato con l'annuncio che gli elicotteri non avrebbero più avuto diritto dì cittadinanza nei rallies del 1986. Una decisione difficile da capire, dichiaratamente presa per limitare le differenze fra ufficiali e privati. Utopia? No. solo populismo di bassa lega. Una boutade destinata a stemperarsi in tempi abbastanza brevi come tante altre. Per fortuna, perché senza l'appoggio di un elicottero - ormai i rrin une labile angelo custode di ogni pilota - il bilancio del drammatico incidente capitato a Vatanen sarebbe stato ancora peggiore. Seriamente ferito nell'impressionante successione di capriole compiute, è principalmente alla presenza dell'elicottero Peugeot che il finlandese deve la vita. i primi i u ai VIA Alen-Kivimaki Biasion-Siviero Recalde-Del Bono Kankkunen-Piironen Blomqvist-Berglund (Lancia Delta S4) (Lancia Della S4) (Lancia Delta S4) (Peugeot 250 T 16) (Peugeot 205 T 16) Saby-Fauchille Witlmann-Feltz Eriksson-Diekmann Stohl-Kaufmann Criticos-Thatti (Peugeol 205 T 1 6) (VW Golt SII) (VW Golf GII) (Audi Quattro Coupé) (Opel Manta 400) Le note di Maurizio Perissinot Quando e dove il Rally d'Argentina Tifa per noi, Argentina 1. TAPPA: partenza mercoledì 6 agosto alle ore 22 da Buenos Aires e arrivo a Cordoba giovedì 7 alle ore 17.49; percorso di 1142,44 km con 14 ps (157,79 krn). 2. TAPPA: partenza venerdì 8 da Cordoba alle ore 6 e arrivo a Cordoba alle 18.15; percorso di 500,340 km con 15 ps (249,67 km) 3. TAPPA: partenza Cordoba sabato 9 alle 5 e arrivo a Cordoba 18; percorso di 458,75 con 15 ps (218,89 km) da ore alle km 4 Tra l'Argentina e l'Italia ci sono 5 ore di differenza (per esempio, quando lì è mezzogiorno aui sono le 17) 22 ROMBO Le pampas, da sempre terra di cavalieri, una volta tanto faranno posto a dei nuovi cavalieri, non più con le briglie in mano, ma con un volante per cercare di tenere a bada gli oltre 400 cavalli che S4 e 205 scaricheranno a terra sulle strade argentine. In effetti è sicuramente uno spettacolo inconsueto per queste terre sconfinate vedere sfrecciare queste quattro ruote motrici dai molteplici colori sulle strade percorse solo raramente da automobili. Non per questo il fondo delle strade è brutto, o come si suoi dire «scassamacchine». Anzi, anche se un po' vagamente, ricorda gli sterrati della Sardegna, nel complesso abbastanza veloci, con ampi curvoni tali da concedere molto allo spettacolo ma anche molto al piacere della guida. Quest'anno sono stati annullati alcuni n dei tratti ppiù veloci veoc che erano percorribili a medie altissime, per lasciare spazio a prove speciali che ricordano quelle europee, e in modo particolare la Costa osta Smeralda, m e r a a , con con una una più pù alta ata percentuale di d terreno sabsabioso che fin che è asciutto è divertente ma che con la pioggia potrebbe creare dei seri problemi. Tra tutte le p.s., veramente spettacolare è quella che ricorda una delle nostre cronoscalate, tutta tornantoni in salita, sempre protetta da guard-rail e dal fondo ottimo che esalta in modo incredibile il piacere della «nuda. (non dimentichiamo che lì è pieno inverno) per vedere sfrecciare i bolidi arrivati dall'Europa. Il calore e la simpatia che circondano tutti i partecipanti alla partenza a Buenos Aires sono indescrivibili, la gente ti si stringe attorno e quando scoprono che sulla macchina la bandierina a fianco dei nomi è tricolore, immediatamente diventi il beniamino. In fondo, quasi il 50 per cento degli argentini è di origine italiana ed il fatto di essere piloti italiani alla guida di vetture italiane ti fa circondare da un alone di simpatia che non trovi in nessun posto e che ti da una carica unica. Carica questa che fa proprio al caso di Miki e Tiziano i quali proprio in Argentina potrebbero essere in grado di vincere la loro prima gara di campionato del mondo, regalando alla Lancia una vittoria tanto desiderata ma soprattutto regalando a tanti milioni di italiani di laggiù un momento di indescrivibile felicità. «Siempre fueron argentinas» è lo slogan che tappezza l'aeroporto dì Baires e che colpisce appena si scende in terra argentina: è riferito alle Malvinas e proprio questa frase, che sta ad indicare il carattere fiero e tenace di questa gente, potrebbe essere il motto su cui basare la rimonta Lancia nel mondiale. In fondo, gli argentini ne hanno fatto una guerra impossibile, come a detta di molti impossibile è oggi la rimonta della Lancia nei confronti della Peugeot. Ma forse non è proprio così. Le strade attorno a Cordoba ben si addicono alle berlinette torinesi e la voglia di rivincite, la voglia di cancellare un periodo «nero» è grande. In fondo, una schiarita su questo cupo '86 non ci starebbe per niente male. t. PARTE In una indiavolata 24 ORE - Gran Premio SPAriscono tutti gli avversati in una trionfale cinquina della Casa di Monaco BMW, non quella ma... QUESTER SPA - Come previsto da quasi tutti, alla fine la 24 Ore l'ha vinta la BMW, anche se il successo è stato più sofferto dì quanto si poteva pensare, e se a vedere per prima la bandiera a scacchi non è stata la vettura che era stata preparata, da mesi, per bissare il successo dello scorso anno. «Questa non è stata una 24 ore, ma un Gran Premio di 24 Ore» ha detto alla fine Dieter Quester, uno che di gare ne ha corse parecchie. Ed è véro che il ritmo è stato indiavolato dall'inizio sino a poche ore dall'arrivo, con cinque macchine a darsi battaglia e a viaggiare praticamente nello stesso giro. Questo quintetto era formato dalle due BMW Schnitzer, dalle due Rover e dalla seconda Volvo (la prima, macchina quella di Cecotto-BaldiOlofsson è stata ritardata da mille problemi sin dall'inizio della notte). Come dire che i protagonisti e i favoriti c'erano tutti. Eccetto le Ford che sono sparite subito, pagando inevitabilmente lo scotto del debutto nella micidiale gara delle Ardenne. Si è andati avanti così per quasi venti ore e la gara era davvero aperta a qualsiasi risultato. Ma Rover e Volvo non hanno tenuto. Se la Volvo può invocare una certa sfortuna, per la Rover invece è una cocente delusione, soprattutto dopo la dimostrazione fornita nel corso delle prove. Almeno a livello di prestazioni, perché l'affidabilità è un altro discorso e una 24 Ore non perdona. Per la BMW è finita in un vero e proprio trionfo, con cinque macchine ai primi cinque posti e la vittoria anche nella seconda divisione, con una delle 325i meravigliosamente preparata da Linder e guidata impeccabilmente da Vogt-Danner-Oestreich, che si sono concessi anche il lusso di picchiare forte il guard-rail in piena notte. Schnitzer ha nuovamente dimostrato che è un team organizzato, competente ed esperto, pur se non bisogna assolutamente minimizzare l'appoggio diretto da Monaco di Baviera e il ruolo avuto dalle Pirelli che hanno tenuto perfettamente il caldo e il ritmo, su un Dieter Quester con la 635-Schnìtzer ha capitanato la 'Cinquina- BMW a Spa: la Casa tedesca ha fatto sua anche la divisione 2 con la 325Ì asfalto che in certi punti è tornato a sbriciolarsi e a deformarsi come se fosse di cioccolata. Ravaglia, Berger e Pirro, l'equipaggio di punta del team tedesco, ha guidato a lungo la gara ed era votato al successo, ma un banale contrattempo ha privato l'austriaco e gli italiani del successo. Ciò non toglie assolutamente nulla ai meriti del trio vincitore, un trio peraltro assai eterogeneo. Dieter Quester, a 47 anni, ha dimostrato di essere ancora fresco come un ragazzine e ha bissato il successo di tredici anni fa. Bis - applauditissimo dal pubblico di casa - anche per Thierry Tassin, che appena una settimana fa non sapeva se avrebbe potuto correre e girava ancora col braccio ingessato. L'ancor promettente pilota belga ha saputo stringere i denti, è andato forte e spera ora che questo riuovo successo nella classica belga possa rilanciare la sua carriera in monoposto. Come accadde tre anni fa. Per Altfrid Heger, uno dei tedeschi che promettono di più, si tratta invece della prima affermazione di rilievo. Per gli italiani, nonostante i problemi dei piloti ufficiali, ci sono state belle soddisfazioni: Carlo Rossi, Marco e Maurizio Micangeli. un pilota ridotto alla disoccupazione troppo presto e due gentleman driver di tutto rispetto, hanno ottenuto un bellissimo secondo posto, neanche troppo lontano dal vincitore, su una delle 635 della CI BI Emme, al termine di una gara regolarissima, senza noie e senza errori. Lo stesso dicasi della prova dell'Alfa 75 Imberti dell'intramontabile Lella Lombardi e compagni (Drovandi e Castagna). Anche se sarà forse l'ultima gara della 75 atmosferica per Imberti questo ottavo posto assoluto (secondo, di divisione) davanti alle due GTV riesumate in extremis e con successo da Luigi Cimarosti, è una bella soddisfazione e un augurio per un futuro che si spera decisamente migliore. Alfredo Filippone LELLA «esorcizza» il fantasma dell'ALFA 75 turbo SPA - Continua Lella Lombardi ottava assoluta a parte il «feuilleton» delle Alfa 75 in questo Euroturismo. A Spa si attendeva il debutto dell'attesa 75 turbo, omologata in Gruppo A dal 1. agosto, ma la nuova macchina milanese non si è vista. Subito molte cattive lingue hanno espresso dubbi sull'effettiva omologazione della vettura, ma pare che effettivamente la 75 Turbo sia stata omologata dalla FISA. «Ho appena ricevuto la fiche - diceva Luigi Cimarosti sabato - ma la macchina non è ancora pronta del tutto. Abbiamo fatto dei test recentemente al Niirburgring e dobbiamo mettere a posto soltanto alcuni dettagli. Debutterà a Silverstone e sono certo che andrà forte già quest'anno, la base è eccellente». Il preparatore italo-belga promette 340 cavalli e 300 kmh... A Spa si è dovuto accontentare portando due vecchie Alfetta preparate per dei clienti semiprofessionisti. Queste due Alfetta d'altronde sono state ripescate in extremis, grazie al fatto che il Jolly Club è arrivato con soltanto tre delle cinque vetture iscritte, e cioè le tre 75 atmosferiche di Imberti, attualmente impegnato nella preparazione delle turbo. Mancavano le due 75 di Nocentini che, visti i risultati poco incoraggianti ottenuti finora, ha preferito rinunciare alla trasferta in Belgio. Anzi si dice ai box che è probabile che abbia semplicemente rinunciato a continuare con le 75 e che tutto il materiale sia in vendita. Questo spiegherebbe anche il «trasferimento» dello spagnolo José Ignacio Sasiambarrena e dello sponsor Ducados al team di Imberti. • COPPA DEL RE. A sorpresa generale la Coppa del Re è stata vinta per questa 24 Ore dalla Holden che ha piazzato alla fine tre vetture in classifica generale; seconda è stata classificata la Toyota. La Holden ha vinto anche il Challenge delle Marche. ROMBO 67 24 ORE di SPA Gara internazionale di velocità in circuito valida quale nona prova del Campionato europeo turismo - Spa-Francorchamps (Belgio), 2-3 agosto 1986 Dal WALKIN...SHAW alla g 60 alla PARTENZA Rovaglia-Berger-Pirro BMW 635 CSI 2'38"23 Lindstroem-Grandberg-Theys Volvo 240 Turbo Walkinshaw-Percy-Joosen Rover Vitesse 2'37"80 Hatine-Allam-Hulme Rover Vitesse 2'38"55 2'38"29 Oieudonné-Muellef-Reuter Ford RX4 2'40"00 Cecotto-Olofsson-Baidi Volvo 240 Turbo Grohs-Feitler-Winhelhock Ford Sterra Grice-Delcourt-Guyaux Holden Commodore 2'41"04 2'40"89 Soper-Niedzwiedz-Thackwell Ford RX4 2'4V15 Quester-Heger-Tassin BMW 635 CSI 2'41"05 Snobeck-Cudini-Gouhier Mercedes 190 Giroix-Molcher-Trollé BMW 635 CSi 2'38"79 2'41"60 2'41"55 Carlier-Vantiove-Thibaut BMW 635 CSi Brock-Moffat-Harvey Holden Commodore 2-42-12 2'41"95 Boutsen-Calderari-Heyer BMW 635 CSi Rossi-Mc. MicangeliMz. Micangelf 2'42"30 BMW 635 CSi 2'42" 19 A. Ferlé-Haidacher-De Thoisy Witmeur-JM Mortin-Von De Poele Mercedes 190 BMW 635 CSi 2'43"07 2'42"84 Melge-Sourd-Haezebrouck BMW 635 CSi Dickson-Crichton-McMillan Rover Vilesse 2'44"15 2'43"64 Hamelmann-Walterscheid-Bove BMW 3251 2'44"94 Danner-Vogt-Oestreich BMVir 3251 2'44"48 MS. Micanpeli-Enae-Rensing BMW 325i 2'45"01 Van Daelen-De Driyver-De Deyne Mercedes 190 Jarier-Smadia-Sagne BMW 325Ì 2'45"89 Duez-Di Gioia-Vojtech Mercedes 190 Lowe-Baignet-Bowkett Holden Commodore Guitteny-Robert-Castel BMW 635 CSi 2'44"98 2'45"33 2'46"98 2'46"93 Lombardi-Drovandi-Caslagna Alla 75 2'48"10 jQussaud-Salam-Desìic Mercedes 190 2'47"47 Rahier-De Radigues-Ballot Lena Palma-Gasparri-Spiftero BMW 635 CSi BMW 635 CSi 2'48"60 2'48"58 Van Der BeekCoronel-Vermeulen Simons-Simons-Van Der Maesen Mazda Luce Mercedes 190 2'48"83 es-Verhaegen-Van Esch BMW*635 CSi 2'49"58 Boucher-Hex-V Bertinchamps BMW 635 CSi 2'50"79 2'48"83 Siena-Camathias-Sasiombarrena Alfa 75 2'49"39 De Lesseps-Llbert-llien Mercedes 190 2'4»'72 Felder-Faubel-Visconti BMW 325i 2'51"33 Wolff-Probsl-Burkliar Ford Escort Nielsen-Hoyer-Jensen Toyota Corolla 2'51"32 2'52"78 Ch. Cremer-G. Cremer-Gillessen Alfa GTV6 2'51"97 Orlandi-Cohen-Noirhomme Alfa 75 2'53"10 Maillien-Bovy-Fustein Alfa GTV6 2'52"83 Eìchmann-Hess-Holzl Toyota Corolla Dubois-Van Peteghem-Herregods VW Golf 16v 2'55"65 2'53"47 Bychl-Rutten-R. Bertinchamps Toyota Corolla 2'56"14 Holvoeì-FruhaufVan Den Eeckhout Toyota Corolla Fermine-De Llederkerke Toyota Corolla 2'57"22 2'55"98 Smith'Kimber-Holden Toyota Corolla 2'57"22 Close-Hardy-Remion Toyota Corolla 2'57"58 Seikel-Suster-Schenk Audi 80 OLE Chavan-Jamin-Demuth VW Golf GTI 2'57"89 Alber-Maier-Charouz Toyota Corolla Menage-P, Neve-Verellen VW Golf GTI Ley-stallmann-Rietmann VW Golf GII 2'57"30 2'27"82 2'56"59 2'58"08 Kasters-Burton-Lurquin VW Golf GTI De Leener-Lacroix-Pirenne Toyota Corallo 3'00"86 2'56"88 Vabueìi-Raemdonck-Baert Honda Civìc Verney-Grimord-Hemmes Toyota Corolla 3'03"88 68 ROMBO 3-03"85 1. ora Meccanici all'indice SPA - Scatta addirittura in anticipo (alle 16.55) la 3. edizione della 24 ore e subito Tom Walkinshaw prende il comando davanti a Hahne, Orice, Ravaglia, Dieudonné, Cecotto, Soper e Grohs. Il ritmo è assai sostenuto ma tutto procede senza incidenti e poco a poco le Rover e le Sierra si impongono al lotto. Il primo ritiro avviene dopo appena quindici minuti: Dubois con una Golf rompe il motore. Si ferma la 635 di Micangeli con problemi all'alternatore, Orice sulla Holden esce leggermente di strada ma i problemi più seri li hanno varie Mercedes: quella di Destic è costretta al ritiro per problemi all'alternatore mentre le tre vetture del Team Carlsson, quelle di De Lesseps, Vojtech e Simons sono ferme al box (e vi rimarranno varie ore) con inspiegabili noie agli iniettori. Si scoprirà poi che i meccanici hanno messo l'additivo dell'olio... nella benzina. Classifica dopo 1 ora: 1 Walkinshaw Percy Joosen (Rover) 21 giri; 2. Hahne Allam Hulme (Rover) a 2"; 3. Soper Niedzwiedz Mailer (Ford) a 43"; A Dieudonné Thackwell Reuter (Ford) a 49"; 5. Cecotto Olofsson Baldi (Volvo) a 49"; 6. Quester Heger Tassin (BMW) a r08": 7. Brock Moffat Harvey (Holden) a 1'12"- 8. Snobeck Cudini Gouhier (Mercedes) (1 in Div. 2) a 1'12"; 9 Boutsen Heyter Calderarì (BMW) a 1'15"; 10. Dickson Crichton McMillan (Rover) a 1J19". Giro più veloce: Duez (Mercedes) in 2.39"39 alla media di 156.748 Kmh Dalla 2. alla 6, ORA distanza, ma nello stesso giro* dalla R4 di Soper, dalla due BMW Schnitzer di Berger e Quester e dalla Volvo di Cecotto. Giroix (BMW) che era stato addirittura secondo, alla seconda ora viene a lungo ritardato da problemi meccanici e alla quarta ora anche Quester e Soper (frizione e scarico) iniziano una serie di fermate ai box. Alla quinta ora si ritira la BMW di BoutsenHeyer-Calderari (motore) che era risalita sino al quinto posto insieme all'altra BMW di Metge. Benissimo vanno, invece, la Mercedes di Snobeck e la 325i di Danner, in piena lotta per il comando nella 2. divisione. Nella 1. guida la Toyota Svizzera di Holzl che ha preso il cornando nel corso della quarta ora, quando sono iniziati i problemi elettrici sulla favoritissima Toyota danese di Nielsen che si ritira a mezzanotte. Classifica 6. ora 1. Hahne Allarn Hulrne (Rover) 129 giri; 2. Cecotto Olofsson Baldi (Volvo) a 1 giro; 3. Ravaglia Berger Pirro (BMW); 4. Walkinshaw Percy Joosen (Rover) a 2 giri; 5. Metge Sourd Haezebrouck (BMW) a 3 giri; 6. Snobeck Cudini Gouhier (Mercedes) (1, in Div. 2.); 1 - Vogt Danner Oestreich (BMW 3251) a 4 giri; 8. Rossi Micangeli Micangeli (BMW); 9. Ferte Haiudacher De Thoisy (Mercedes); 10. Quester Heger Tassin (BMW). Giro più veloce: Lindstroem (Volvo) in 2.34"76 alla media di 161.437 kmh. Dalla 7. alla 12. ORA II ritorno di zio TOM... Si entra nel cuore della notte con il solito quartetto in testa e distacchi che non vanno oltre i due giri, a seconda delle soste ai box. Nel corso della settima ora si ritirano l'Alfa di Sasiambarrena (che non riesce a farla ripartire dopo una uscita di strada) e la Mercedes di Ferté (motore) Le cose cominciano ad agitarsi un po' durante mentre le Holden di Moffat e Delcourt sono ritardate dalla rottura, rispettivamente, di un la seconda ora: Walkinshaw esce in una curva e perde due giri ai box per riparare lasciando il mozzo e di una sospensione. comando alla vettura sorella, mentre sparisco^ La nona ora vede la caduta della Rover di testa no tre protagonisti: le due Ford di Dieudonné ' che perde otto giri per un problema alla (pistone) e Grohs (ponte) e la Rover di Crichton trasmissione mentre la Mercedes di Snobeck, (problemi elettrici). In testa Hulme Hahne e Al- che aveva dovuto cedere il comando nella 2. Walkin... scivola equilibrio a tre 25 ali1 ARRIVO 1. Quester-Heger-Tassin (BMW 635) 499 giri in 24.00'37"0ó, media 144,232 kmh; 2. Micangeli-Micangeli-Rossi (BMW 635) a 5 giri; 3. Ravoglia-Berger-Pirro (BMW 635) a 8 giri; 4. Metge-Sourd-Haezebrouck (BMW 635) a 10 giri; 5. VogtDanner-Oestreich (BMW 325Ì) a 12 giri (1. in div 2); 6. Hahne-Allam-Hulrne (Rover Vitesse) a 18 giri; 7. Soper-Niedwiedz-Muller jr. (Ford RX4) a 24 giri; 8. Lornbardi-DrovandiCastagna (Aita 75) a 26 giri; 9. Maillen-Bovy-Faustein (Alfa GTVó) a 38 giri; 10, Gillessen-Cremer-Crerner (Alfa GTV6) a 39 giri; 11. Holzl-Eichmann-Hess (Toyota Corolla) a 39 giri (1. in div.t); 12. Cecotto-Oiofsson-Baldi (Volvo Turbo) a 43 giri; 13. Bychl-Ruten-Bertinchamps (Toyota Corolla) a 45 giri; 14. Rahier-De Radigues-Ballot-Lena (BMW 635) a 46 giri; 15. Van Daelen-De Dryver-De Deyne (Mercedes 190) a 52 giri; 10. Raes-Verhaegen-Van Esch (BMW 635) a 55 giri; 17. Holvoet-Fruhaut-Van Den Eeckhout (Toyota Corolla) a 57 giri; 18. Lowe-Baigent-Bowkett (Holden Commodore) a 60 giri; 19. Seikel-Suster-Schenk (Audi 80 GLE) a 64 giri; 20. OrlandiCohen-Noirhomme (Alfa 75) a 72 giri; 21, Close-Hardy-Rernion (Toyota Corolla) a 79 giri; 22. Brock-Moffat-Harbey (Holden Commodore) a 87 giri; 23. Grice-Delcourt-Guyaux (Holden Commodore) a 102 giri; 24. Katsers-Burton-Lurquin (VW Golf GTI) a 117 giri; 20. Grimard-Verney-Hernmes (Toyota Corolla) a 145 giri. Giro più veloce: Lindstroem (Volvo) 2'41"19 media 154,997 kmh. PROVE 24 ORE La sorpresa RAVAGLIA SPA - Poco da dire (e nessun incidente o avvenimento particolare) nelle nove oje di prove, svoltesi su sei turni in due giorni e caratterizzate da un vero e proprio festival delle Rover, in particolare quella di Walkìnshaw-Percy-Joosen, che già giovedì sera, nella seconda sessione cronometrata, ha fatto segnare un tempo favoloso (2T37"800) che le ha dato la pole con targo margine, tanto che al venerdì le macchine inglesi non sono nemmeno scese in pista. Tom Walkinshaw era particolarmente soddisfatto: «In prestazioni siamo i migliori, cosa che non mi sorprende, ma quello che mi rende felice è che tutti i nostri test di affidabilità sono andati benissimo». La sorpresa è venuta dalla BMW Schnitzer di BergerRavaglia-Pirro che forse pochi aspettavano al secondo posto mentre le Volvo, le Ford e le Holden non hanno forzato troppo. Ha impressionato pure la Mercedes di Snobeck, che si è concessa il lusso dell'undicesimo tempo assoluto, dominando nella seconda divisione nonostante i ripetuti problemi elettrici che hanno colpito anche le altre 190. Coppa Europa Alpine an suonata in quinta BMW t divisione alla BMW di Vogt-Danner-Oestreich, deve fermarsi a lungo per sbloccare il cambio. L'avvicinarsi della metà gara vede un altro colpo di scena. Si ferma Ravaglia per cambiare la batteria mentre, poco prima, Baldi era costretto a perdere una decina di giri ai box per sostituire un turbo. La via è libera per Walkinshaw che riprende la testa. Nella 2. divisione guidano le due BMW di Vogt e Micangeli, davanti alla Mercedes di Snobeck e all'Alfa della Lombardi, che procede senza intoppi e a ritmo regolare, mentre nella 1. divisione è sempre prima la Toyota svizzera. Classifica dopo 12 ore: 1 Walkinshaw Percy Joosen (Rover) 252 giri: 2. Ravaglia Serger Pirro (BMW) a 1 giro; 3. Quester Heger Tassin (BMW) a 3 giri; 4. Hahne Hulme Allam (Rover) a 5 giri; 5. Witmeur Martin Vandepoele (BMW) a 6 giri; 6 Rossi Micangeli Micangeli (BMW): 7. Vogt Danner Oesrreich (BMW) 325 I (1 in Dlv. 2) a 7 giri; 8 Micangeli Enge Rensing (BMW) 325I a 9 giri: 9. Metge Sourd Haezebrouck (BMW) a 10 giri; 10. Lindstroem Granberg Theys (Volvo) a 11 giri Giro più veloce: Lindstroem (Volvo) in 2'41"19 alla media SIGALA bissa rompe il turbo alle 9.12, e, soprattutto, la Volvo ammiraglia. Olofsson esce di strada all'alba, poi Baldi, alle 10.23, ha problemi con un mozzo. Situazione invariata o quasi in divisione 2: l'Alfa 75 del team Imberti continua a viaggiare in modo regolarissimo (ha avuto solo un problema di fari verso le cinque del mattino) ed è ora terza di classe e decima assoluta. Classifica 18. ora: 1. Hahne Allam Hulrne (Rover) 37ó giri; 2. Ravaglia-BergerPirro (BMW) a 52"; 3. Quester-Heger-Tassin (BMW) a 1'423"; 4. Rossi-Micangeli-Mìcangeli (BMW) a 6 giri; 5. Walkinshaw-Percy-Joosen (Rover) a 8 giri; 6, Vogt Danner Oestreich (BMW) 325i a 8 giri (1. in Div. 2); 7. Lindstroem Granberg Theys (Voivo) a 8 giri; 8. Metge Sourd Haezebrouck (BMW) a 10 giri; 9. Snobeck Cudini Gouhier (Mercedes) a 15 giri; 10. Lombardi Drovandi Castagna (Alfa) a 20 giri. Giro più veloce: 1. Lindstroem (Volvo) in 2'41"19 alla media di 154.997 kmh. Dalla 18. alla 24. ORA di 154 997 kmh. Dalla 13. alla 18. ORA Tutta sfida ROVER-BMW Come sempre in questo tipo di gare, sono le prime ore del giorno quelle più difficili per tutti, compresi gli spettatori. La gara però va avanti senza troppi sussulti. Alla Besima ora la Schnitzer di Ravaglia perde tre giri per un problema elettrico, che richiede la sostituzione della batteria; ma rimonterà bene e andrà addirittura in testa alla 17esima ora, quando Walkinshaw è costretto a fermarsi ai box per un problema di olio nel cambio e la sostizione del cofano, danneggiato ig una uscita. Va avanti bene invece l'altra Rover di Hahne che lotta con la BMW di testa (e va anche al comando, a seconda delle fermate per i rifornimenti). Nello stesso giro c'è pure la Schnitzer, mentre dal fondo risale bene la BMW di Rossi. Nel frattempo si sono ritirati Witmeur (Mesima ora, motore) che era quinto e la BMW di Palma-Gasparri-Spiffero (1 Sesima ora, motore). Nei guai ci sono l'unica Ford superstite, che Cadono i protagonisti aver problemi sono le Rover. Quella di Hahne si ferma con problemi ai freni alla 19esima ora, poi due ore dopo è btoccata a lungo per la sostituzione delle sospensioni e dei freni anteriori. Finirà la gara quasi a passo d'uomo con l'avantreno legato con lo spago. Peggio vanno le cose per quella di Percy che si ritira definitivamente alla 19esima ora dopo un'ennesima uscita. A mezzogiorno si ritira anche col motore rotto la 325i di Enge e Massimo Micangeli, dopo una bella gara, seguita poco dopo dalla Mercedes di Cudini, col cambio definitivamente a pezzi. Ma l'attenzione di tutti è rivolta verso il box della Schnitzer dove nel corso della 22esima ora la vettura di testa, quella di Ravaglia si ferma varie volte per un problema alla cinghia di distribuzione che ha finito per provocare un surriscaldamento del motore. Dopo vari interventi riparte ma ormai è soltanto terza. Al primo posto c'è l'altra Schnitzer con Thierry Tassin al volante, che porta la macchina al successo senza problemi. L'ultimo ritiro importante, nel corso dell'ultima ora, è quello della Volvo di Theys, che era quarta, col motore esploso. SPA - Ogni pilota ha i suoi circuiti prediletti, piste che gli si addicono in modo particolare e dove solitamente è più ispirato che altrove. Nel caso di Massimo Sigala, questo fenomeno sembra particolarmente accentuato e i risultati lo confermano. Per la seconda volta l'Europa Cup è stata a Spa-Francorchamps quest'anno e Max ha bissato il successo di tre mesi fa, copiando con la carta carbone la bellissima gara dell'aprile scorso. È schizzato in testa al via e senza commettere alcun errore in una gara tiratissima di ritmo è riuscito a tenere tutti dietro sino alla fine. Un successo sofferto ma importantissimo per Sigala, visto che precede il suo rivale numero uno Schuetz che nelle ultime gare sembrava imprendibile. Ormai, dopo Spa (dove Gouhier non ha segnato punti), la Coppa se la giocano il tedesco e l'italiano e i prossimi appuntamenti a Monza e Zandvoort (altra pista fatta su misura per Max) saranno probabilmente determinanti. Sigala ha vinto soprattutto grazie alla grinta ma è più che doveroso alzare tanto di cappello a Luigi De Franceschi e ai suoi ragazzi che hanno passato la notte prima della gara in bianco per rimettere in sesto il motore del milanese. La concomitanza con la gara Sport di Jerez ha lasciato Sigala senza i suoi compagni abituali Larrauri, Brancatelli e Pareja. Sulla macchina di Brancatelli ha corso il 22enne perugino Roberto Passeri, il primo dei vari giovani della R5 italiana che la Renault Italia farà debuttare a livello europeo. «Er pupo» (così è stato soprannominato da Domenico Porfìri, della Renault Italia, che se l'è coccolato per tutto il week-end) ha strappato elogi a tutti. Senza conoscere né fa pista né la vettura, si è qualificato benissimo e ha fatto una bellissima gara, finendo settimo dopo un lungo duello vittorioso con Oberndorfer e Bleekemolen. Sulla macchina di Larrauri, Duilio Truffo, inattivo da un paio d'anni, si è divertito e ha corso piano per poter aiutare Sigala al momento del doppiaggio (ma non è stato necessario), mentre Marco Micangeli, che doveva guidare la quarta macchina, ha fatto solo cinque giri in prova. Schuetz era stato il più veloce in prova (2'43"74) davanti a Sigala (2'43"95) ritardato dalla rottura di un pistone, Heger e Gonin, mentre Passeri era decimo (2'45"85) e uno dei pochissimi a migliorare durante il secondo turno. LA CLASSIFICA 1. Massimo Sigala 15 giri in 41'3ó"45, media 150,117 kmh; 2. Schuetz a 0"5; 3. Heger a 12"; 4. Trucco a 28"; 5, Gonin a 43"; o. Becker a 44"; 7. Passeri a 45"; 8, Oberndorfer a 47"; 9. Bleekemolen a 4 7"; 10. Maillet a 1'1ó"; ...19. Truffo a 1'52". Giro più veloce: I'11. di Schuetz in 2'44"70 media 151,694 kmh. La classifica del Campionato: 1. Schuetz 79 punti; 2. Sigala 68- 3. Gouhier 51; 4. Becker 42; 5. Larrauri 41; 6. Gonin 29; 7. Brancatelli 27; 8. Heger 26; 9. Fuchs 18; 10, Ketterer e Oberndorfer 15. Turbo Cup Porsche 944 PIRONI vietato (dal medico) SFA - Nessuna traccia a Francorchamps di Didier Pironi del quale si era detto che sarebbe potuto tornare alle corse proprio in occasione della 24 Ore, su una delle Mercedes di Snobeck. Alcuni colleghi belgi poco informati hanno ironizzato sulla notizia, definendola «un'invenzione della stampa italiana», in riferimento forse a quanto anticipato da ROMBO nella presentazione della gara. Al riguardo è bene precisare che la notizia l'avevamo «servita» con le dovute riserve, cosiccome era apparsa sulla stampa francese, specificando bene che il RACB non aveva confermato l'iscrizione del francese. Per il resto Dany Snobeck ci ha confermato che un contatto con Pironi c'è stato (e infatti aveva iscritto tre vetture, portandone poi due). Ma è stato il medico di Pironi a proibirgli di tornare a correre, perché non lo considera in grado di affrontare psicologicamente una corsa d'auto. B.I. • COMMISSARI. I commissari di Spa, per lo più contadini reclutati nella zona, si sono illustrati durante le prove e la gara per la loro ottusità e i modi non proprio gentili. Uno di questi individui ha addirittura preso la BMW di Witmeur a colpi di scopa mentre transitava nel Raldillon, perché non aveva rallentato abbastanza 4 TV. Anche quest'anno immenso dispiego di forze della TV belga, la RTBF, presente con una ventina di telecamere (di cui una dentro a una Volvo), elicotteri e personale in massa. Winkelhock tira la volata SFA - Joachim Winkelhock, il fratello minore del compianto pilota di F. 1, ha vinto la sesta prova della Coppa Porsche 944, disputatasi a Spa-Francorchamps prima del via della 24 Ore. La gara, molto combattuta, è stata dominata da quattro piloti: Winkelhock, Asch, Van Ommen e Mare Duez, ospite d'onore per questo appuntamento belga, che hanno a lungo battagliato tra loro, scambiandosi costantemente le posizioni. Il favorito per il successo sembrava essere Jorg Van Ommen, che aveva controllato bene le fasi cruciali della corsa, ma Winkelhock è riuscito a bruciarlo nell'ultima tornata. LA CLASSIFICA 4 1. Winkelhock 12 giri in 35'01"95, media 142,633 kmh; 2. Van Ommen a 0"9; 3. Duez a 1"; 4. Asch a 4"; 5. Thiim a 14"; 6. Tragardh a 22"; 7. Grohs a 39"; 8. Wolf a 43"; 9. Doren a 47"; 10. Becker a 51". Giro più veloce: Troost in 2'51"75 media 145,467 krnh. La classifica del Campionato: 1, Winkelhock 221 punti; 2. Van Ommen 217; 3. Asch 214; 4. Grohs 201. ROMBO 69 JEREZ SPORT PROTOTIPI Gara internazionale di velocità in circuito valida per il Campionato mondiale Endurance - Circuito di Jerez (Spagna), 3 agosto 1986 16 alla PARTENZA Schlesser-Brancatelli Jaguar XJR6 l'33"80 Jelinski-Brun Porsche 962 V33"48 Warwick-Lammers Jaguar XJR6 V34"81 Cheever-Brundle Jaguar XJR6 V34"31 Vlllota-Velez Porsche 956 Parejo-Larrauri Porsche 956 Romero-Campos Porsche 956 LosMarch-Porsche Spice-Bellm Pontiac Fiero V45"49 Wood-Ballabio Porsche 956 l'37"79 Tiga-Ford 1'46-69 l'34"97 l'38"43 V42"74 Schanche-Kennedy Argo-Zokspeed l'46"49 Harrower-Clements Gebhardt-Cosworth ]'49"06" Trivrrmg-Sheldon Bardon-Cosworth Olivar-Palmer Tiga-Fora V50"17 Barberio-Gellini Tigo-Cosworth V48"98 l'49"17 10 ali1 ARRIVO 1 Larrauri-Pareja (Porsche 962) in 2.27'47", media 145,678 kmh; 2. Jelinski-Brun (Porsche 962) 2.28'23"; 3. Warwick-Lammers (Jaguar XJR6) a 2 giri; 4 Ballabio-Wood (Porsche 956) a 4 giri; 5. Spice-Bellm (Pontiac-Fìero) a 7 giri; 6. Harrower-Clements (Gebhardt-Cosworth) a 8 giri; 7. Barberio-Gellini (Tiga Cosworth) a 9 giri; 8. Velez-Villota (Porsche 956) a 10 giri; 9. Los-Needell (March-Porsche) a 17 giri; 10. OlivarPalmer (Tiga-Ford) a 22 giri. Giro più veloce: il 6. di Oscar Larrauri in 1 P 38"09, media 154,805 kmh. • SQUALIFICHE. Proprio domenica la FISA ha confermato la squalifica della Ford nella gara di Zeltweg per benzina non conforme. La vittoria va dunque alla Rover di Matine. Per qudnto riguarda la gdra di Anderstorp la FISA non si è ancora pronunciata ma pare che verrà confermato il verdetto della pista. La benzina era la stessa nei due casi, ma la differenza è che questo tipo di carburante è in vendita libera in Svezia ma non in Austria. Il regolamento si sa, prevede che può essere utilizzato qualsiasi tipo di carburante purché commercializzato normalmente nel paese dove si disputd la gara. Per l'anno prossimo la FISA sta studiando la possibilità di un accordo con una Casa petrolifera per fornire tutti i partecipanti al mondiale Gr.A. Contatti sono in corso con la Texaco, la Shell e la Seca, secondo quanto confermato da Christian De Bare, il coordinatore FISA per il Gr.A. 4 JCB'S. Importanti novità al vertice della nota azienda di Reggio Emilia, che produce caschi e abbigliamento sportivo. IL «fondatore» e presidente Romeo Biglidrdì ha abbandonato la sua «creatura» nelle mani del socio Paolo Bennati. La Jeb's naturalmente continuerà la sua attività, come pure Bigliardi che sta organizzando un'altra azienda che produrrà interessdnti particolari e accessori per auto e moto. 70 ROMBO Subito collisione infamiglia sul rettilineo poi vincerà LARRAURI con la PORSCHE-Fortuna Ammucchiata Jaguar JEREZ - Dopo il secondo posto ottenuto alla 24 Ore di Le Mans, l'equipaggio Larrauri-Pareja ha confermato il suo eccellente stato di forma cogliendo la vittoria assoluta nella sesta prova del mondiale Sport Prototipi, che si è corsa a Jerez. La gara, programmata come prova sprint sui 360 km è stata caratterizzata dall'incidente al primo giro in cui sono state coinvolte le tre Jaguar che hanno ceduto cosi subito terreno agli avversari. e anche se poi hanno recuperato posizioni il vantaggio acquisito all'inizio dalle Porsche era abbastanza consistente per evitare grosse sorprese. Era la prima volta che una prova del mondiale sport prototipi si correva in Spagna e con essa il circuito di Jerez riceveva la sua consacrazione internazionale dopo che a metà aprile vi si era disputato il GP di F. 1. Per l'occasione, grazie all'imporatanza della prova, al prezzo accessibile dei biglietti e le grandi possibilità di buon piazzamento per gli spagnoli, l'ambiente si è animato e il circuito di Jerez si è riempito abbastanza, date le circostanze, di pubblico; agli appassionati si sono aggiunti numerosi turisti venuti a trascorrere l'estate in questa zona. Invece erano assenti le telecamere della TV spagnola che ha completamente ignorato l'avvenimento. Ancora una volta non è stato smentito lo slogan «Spain is different». La magnifica performance di Larrauri-Pareja con la Porsche 962-Fortuna è stata completata dal secondo posto dell'altra Porsche 962 di JelinskiBrun. Un fatto anedottico: Silk Cut, la marca di sigari che appoggia la Jaguar, era anche lo sponsor della corsa e senza dubbio confidava nel trionfo delle sue macchine. Invece... il trofeo Silk Cut se lo portavano via due equipaggi appoggiati dalla marca spagnola di tabacco Fortuna. Cose che succedono nelle corse! M. Angeles Pujol LE PROVE JELINSKI subito pole JEREZ - Solo 17 macchine si presentavano alle prove d el sabato. Senza dubbio la concomitanza con altre gare automobilistìche ha limitato la partecipazione e i nomi di spicco alla prova spagnola. La Jaguar si è presentata con tre macchine, ma la composizione degli equipaggi differiva da quella vista a Brands Hatch: Brancatelli divideva il volante con Schlesser, Warwick con Lammers e Cheever aveva per compagno Brundle. Contro l'equipe inglese c'erano le due Porsche 962 della squadra Fortuna per Brun-Jelinski e LarrauriPareja, mentre Villota-Velez si presentavano con la 956 risistemata dopo la botta del primo nel warm up inglese. In totale erano 9 le CI e il resto erano C2. Jelinski era il più veloce nella prima sessione di prove, con un crono di l'33"48 (media 162,439 kmh). Il tempo gli è valso la pole position, dato che nessuno è riuscito a migliorare nella seconda sessione, disputata sotto un sole cocente e con un caldo asfissiante. Dietro a Jelinski-Brun si sono schierate le tre Jaguar con SchlesserBrancatelli a solo 32 centesimi dalla Porsche, mentre Cheever-Brundle era a quasi 1". In ogni caso i tempi erano molto vicini e in un secondo e mezzo si trovavano i cinque equi- paggi più veloci. La 962 di Larrauri-Pareja aveva sofferto di qualche problema a un turbo per cui non avevano potuto far meglio del 5. posto. Dietro questi un gran salto: VillotaVelez erano sesti a più di 4". In realtà Villota si è visto dare bandiera nera nelle prove: un commissario l'ha fatto rientrare perché si sottoponesse a visita medica, dato che ancora camminava con le stampelle e non si sapeva se il suo stato fisico era ideale per correre. La prima C2 sulla griglia era la Pontiac Fiero di Spice- Bellm, di un secondo preciso più veloce della Argo di Schanche-Kennedy. Debuttava a Jerez nel mondiale Sport- Prototipi lo spagnolo Adrian Campos, che divideva il volante con Paco Romero su una Porsche 956. Anche in Australia LA CRONACA Solo 10 al traguardo JEREZ - Inizialmente la gara era programmata per le 10 del mattino, poi l'organizzazione aveva sollecitato e ottenuto che la partenza fosse ritardata a mezzogiorno. Il caldo, dunque, era garantito. E l'emozione pure, dato che, abbassata la bandiera, in fondo al rettilineo e in mezzo a una gran confusione, le tre Jaguar uscivano di pista, mentre Larrauri riusciva ad evitare l'incredibile bagarre. La debacle iniziale della Jaguar si potrebbe riassumere così: Brancatelli era il meno colpito dall'incidente poiché riusciva a installarsi al quarto posto, Cheever e Warwick invece erano ultimi. Poco prima che fosse trascorso il primo terzo della corsa Jelinski superava Larrauri e le due Porsche-Fortuna di testa dominavano nettamente alternandos [comando. Al primo cambio Pareja prendeva il volante della macchina leader e Brun quello della seconda. Frattanto s'intensificavano i ritiri. La Jaguar perdeva il suo alfiere migliore quando Brancatelli era costretto a prendere la via dei box per problemi di motore al 13. giro, dopo che si era avvicinato abbastanza alle Porsche; Cheever lo seguiva al 4L L'unica Jaguar che restava, quella di Warwick-Lammers. girava sull'ordine di 2" più veloce che le Porsche, per cui a metà corsa era terza. Si era già ritirato anche Romero che al 7. giro aveva distrutto la Porsche togliendo al suo compagno Campos la possibilità di girare. L'interesse delPultimo terzo di gara era fecalizzato da una parte sulla corsa di Pareja-Larrauri e sulla loro possibile vittoria, dall'altro sulla rimonta di Warwick-Lammers. Il cambio di Villota invece non poteva essere più sfortunato: lo spagnolo ha rotto il pedale del freno, il che lo ha fatto scivolare ali1! 1. posto, per concludere poi ottavo. La prima C2 al traguardo è stata la Pontiac Fiero di Spice-Bellm che ha distanziato di un giro la Gebhardt Cosworth di Harrower. Doppietta BMW SIDNEY - Jim Richards su JPS-BMW 635 CSI ha vinto la prima prova del campionato australiano di endurance sulla pista di Amaroo Park, staccando di due giri il compagno di squadra Tony Longhurst (BMW 325); terza l'Alfa Romeo GTV6 di Colin Bond. Richards ha condotto la corsa fin dal primo dei 155 giri dello stretto circuito, contrastato all'inizio dalla Nissan Turbo di Glen Seton, che però, dopo essersi fermato un paio di volte ai box, si è dovuto ritirare definitivamente al 136. giro per noie al turbo, quando era sceso in terza posizione. I pneumatici hanno giocato un ruolo decisivo, con la Yokohama che ha sfidato Dunlop e Pirelli. Mentre le prime tre classificate erano gommate Pirelli, la Yokohama si è aggiudicato il 4. posto con la nuova Mitsubishi Starion di Brad Jones. a quattro giri da Richards. _ jonn i/QiGy CLASSIFICA ASSOLUTA 1. Richards (BMW 635 CSI) 2 22'4T3; 2, Longhurst (BMW 325) a 2 giri: 3.Bond (Alfa Romeo GTV6) a 3 giri; 4. Jones (Mitsubishi Starion Turbo) a 4 giri; 5. Smith (Toyota Corolla T.C.) a 6 giri: 6. Quinn (Toyota Sprinter) a 6 giri Oiro più veloce: Seton (Nissan Turbo) 53"74. 500 FUJI Pioggia per SCHUPPAN FUJI - Dominio Porsche nella 500 miglia endurance del Fuji, dopo che le prove di qualificazione avevano assegnato la pole position alle Nissan R86V di Hoshino-Nakako e Hasemi-Wada; ottima anche la prestazione delle Toyota Dome 86 con il nuovo motore 3S-G a 4 valvole per cilindro, con Lees alla partenza in 3. posizione davanti al nostro Gabbiani, in coppia con Elgh. Al via scattava in testa Lees seguito dalla Nissan-March di Hoshino. Ma prima Hoshino e poi lo stesso Lees dovevano abbandonare per la rottura del motore, dando via libera alle Porsche di Takahashi e Schuppan. A 10 giri dal traguardo iniziava a cadere la pioggia, e Schuppan, secondo, si fermava a cambiare le gomme: una scelta rivelatasi poi decisiva. La Porsche-Advan di Takahashi tentava invece di proseguire con le gomme da asciutto, ma era in seguito costretta al cambio, lasciando così la vittoria a Schuppan-Fouche in 4.37'15"02, con 1*38" di vantaggio su Takahashi. \o posto si piazzava la Porsche-Renoraa 956 di Takahara-Totani-Tohira. mentre Elgh e Gabbiani dovevano ritirarsi già al 58. giro per la rottura del nuovo motore, mentre si trovavano saldamente in 4. posizione. WATSON in ospedale muore una spettatrice L'auto del vincitore nella folla k.k. 500 MIGLIA DEL FUJI - Gara internazionale di velocità in circuito valida per il Campionato giapponese endurance - Fuji, 20 luglio 1986 LA CLASSIFICA 1. Vern Schuppan-George Fouche (Porsche 962), 180 giri in 4.37'15"02, media 172,995 kmh; 2. Takahashi-Takahashi (Porsche 962) ,4.38'53"7ó; 3. Takahara-TotaniTohira (Porsche 95ó) a 5 giri; 4. OgawaKurowasa-Hoshino (Toyota Dome 8ó C) a 5 giri; 5. Kennedy-Yorino (Mazda 757} a 6 giri; 6, Yoneyarna-Okada-Asai (Porsche 956) a 11 giri. Turismo australe 2 decimi per SMITH LAKESIDE - John Smith ha continuato a dominare nel Campionato australiano turismo 2 litri, vincendo anche la 5. prova al volante della sua Toyota Corolla Twin Cani 1.6. La gara, disputata sotto una fitta pioggia, ha visto per tutti i 25 giri il duello tra Smith e la Toyota Sprinter di Mike Quinn. Smith l'ha spuntata alla fine per due decimi di secondo, dopo che i due avevano fatto segnare il giro più veloce proprio all'ultimo passaggio. Con questa vittoria Smith, che ha vinto tutte le prove, sì è aggiudicato il Campionato. LAKESIDE - 5. prova valida per il Campionato australiano turismo 2000 - Lakeside, 27 luglio 1986 LA CLASSIFICA 1, Smith (Toyota Corolla) 29'd7"3; 2. Quinn (Toyota Sprinter) 29'47"5; 3. Ratctiffe (Toyota Levin) 30'50"2; 4. Brock (Ford Laser) a 1 giro; 5. Robertson (Ford Laser) a 1 giro. John Carey Dominio Porsche anche in Giappone: al Fuji hanno vinto SchuppanFouche con la numero 7 (in alto) svettando su un podio tutto nipponico davanti a Tdkahashi e a Takahara. Sotto, menò successo per le marche locali, Nissan March I? 86V (ritirata) e Toyota Dome SIDNEY - Sempre all'Amarao Park si è disputata anche l'ultima prova del Gold Star, campionato di Formula Mondiale. La corsa era stata ridotta a IO giri, dopo un grave incidente avvenuto in una gara preliminare, che aveva coinvolto i leader della classifica Watson e Hopwood. L'auto di Hopwood è piombata tra il pubblico uccidendo una donna e ferendo diversi altri spettatori. Watson è stato ricoverato in ospedale. La corsa abbreviata è stata vinta da Ryan su Ralt RT4 dopo che il neozelandese K.en Smith, che conduceva dall'inizio, è uscito violentemente di pista a meno di un chilometro dall'arrivo in seguito a una foratura. Nonostante l'incidente Watson è rimasto in testa alla classifica del Gold Star, aggiudicandosi così il titolo di campione australiano 1986. CLASSIFICA ASSOLUTA 1 Ryan (Ralt RT4) 7'4ó"94- 2. Hocking (Ralt RT4) 8'1"32; 3. Larner (Ralt RT4) 8"!"46. Giro più veloce: Ryan (45"05).