LA fILIERA DELLE pIAnTE OffIcInALI
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LA fILIERA DELLE pIAnTE OffIcInALI
La filiera delle piante officinali Alberto Manzo 36 La filiera delle piante officinali Una prospettiva produttiva ed un’alternativa importante nel comparto agricolo Alberto Manzo, Laura Di Renzo, Luisa Pistelli, Maria Laura Colombo, Stefania Dalfrà 37 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Piante aromatiche, da condimento e spezie Il termine “piante officinali” deriva da una tradizione culturale e storica del nostro Paese, sancita in una norma del 1931, tuttora vigente, che rappresenta ad oggi la base normativa della “Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali”, e fa riferimento all’“officina o opificina”, nel significato di “laboratorio” dove le piante venivano sottoposte alle varie lavorazioni (essiccazione, triturazione, macerazione, distillazione, estrazione dei principi attivi, ecc.) in modo da renderle utilizzabili ai diversi scopi. Pertanto da qui deriva l’abbinamento “piante officinali” per indicare quelle piante che possono essere lavorate all’interno di un laboratorio. Tale termine, con il quale da un punto di vista agronomico si identifica un insieme di specie vegetali molto eterogeneo, comprende, in base alle principali destinazioni d’uso ed ai sensi dell’art.1 della Legge soprarichiamata, le piante medicinali, aromatiche e da profumo: ad es. la salvia, il rosmarino, la digitale, la cicuta e la camomilla sono piante officinali. Nell’accezione generale di piante officinali sono compresi anche alghe, funghi e licheni. Ciò che caratterizza una pianta officinale sono le classi di principi attivi chimicamente molto diversi fra loro: alcaloidi, glicosidi, gomme, mucillagini, principi amari, tannini, acidi organici, enzimi, vitamine, resine, balsami, gommoresine, olii essenziali ed altri ancora. Viene definita “droga vegetale” la parte della pianta posta in commercio essiccata e sovente frammentata (i fiori della camomilla, la radice dell’ortica, i frutticini secchi del finocchio, ecc.). La droga è quindi la parte della pianta più ricca in principi attivi che hanno una attività biologica sull’organismo umano e/o animale, secondo la definizione più volte riportata nei documenti della Organizzazione Mondiale della Sanità. Ai fini statistici Istat ed Eurostat definiscono le “Piante aromatiche, medicinali, spezie e da condimento” che fanno parte del gruppo più ampio delle “Piante industriali”. Il Glossario del Censimento dell’Agricoltura 2010 Istat elenca a titolo esemplificativo le seguenti specie: altea, aneto, angelica, anice, arnica, assenzio, bardana, belladonna, calendula, camomilla, cappero, cardo, cerfoglio, colchico, crescione, cumino, digitale, dragoncello, edera, gelsomino, genziana, hamamelis, iperico, iris, issopo, lavanda, liquirizia, maggiorana, malva, melissa o cedronella, menta, millefoglie, mughetto, origano, passiflora, piretro, rafano, rosmarino, ruchetta o rucola, salvia, sclarea, segale cornuta, valeriana, zafferano, ecc. La filiera delle piante officinali Alberto Mtanzo Definizione di “piante officinali” 39 38 La filiera delle piante officinali Alberto Mtanzo Piante officinali e zone di produzione Tipologie di prodotti a base vegetale Il consumo di piante officinali da parte dell’industria farmaceutica, alimentare, liquoristica, cosmetica è in continuo aumento in tutto il mondo. Nel nostro Paese, mentre il settore della trasformazione e quello della commercializzazione dei prodotti finiti ha fatto registrare negli ultimi 10 anni un notevole incremento, quello della coltivazione (nonostante gli incrementi registrati) non cresce in maniera parametrata alla domanda e riesce a far fronte al fabbisogno nazionale soltanto per il 30%. Ciò dipende dal fatto che la produzione Italiana di piante officinali deve confrontarsi soprattutto per il prezzo con quella di altri Paesi, specialmente dell’Europa dell’Est e dei Paesi terzi, dai quali proviene circa il 70% delle erbe impiegate nel nostro Paese. • alimenti “convenzionali” • integratori alimentari[Direttiva 2002/46/ CE, Dlgs 169/2004] • alimenti addizionati [Regolamento (CE) 1925/2006] • medicinali vegetali tradizionali [Direttiva 2004/24/CE- Codice unico del farmaco DLgs 24.04.2006] • dispositivi medici a base di piante e derivati con un recente incremento sul mercato (Direttiva 2007/47/CE, Dlgs 46/97 sui dispositivi medici) • prodotti cosmetici [Regolamento (CE) 1223/2009 che ha sostituito la Legge 713/86] • mangimi addizionati di piante officinali e loro estratti [D.L. 6 Aprile 2006 n. 193, Regolamento (CE) 767/2009] • coloranti • additivi [Regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008] • aromi [Regolamento (CE) n. 1334/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008] Maggiori produttori mondiale I maggiori produttori, in campo mondiale, di piante medicinali ed aromatiche coltivabili anche in Italia sono: Albania, Bulgaria, Croazia, Grecia, Jugoslavia, Macedonia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria, Egitto, Marocco, Tunisia, Cina, India, Pakistan, Argentina, Brasile, Cile, Messico, Centro America, ed altri ancora. Lavanda cv. Twichel purple Il fatto che il 70% del fabbisogno nazionale venga importato, porta a concludere che in Italia ci potrebbero essere buone possibilità di incrementare le coltivazioni di piante officinali e numerosi produttori agricoli potrebbero vedere nelle coltivazioni di queste piante delle interessanti opportunità. Le condizioni di fattibilità per poter avviare tali coltivazioni sono: la conoscenza di quali piante coltivare, quali terreni ed attrezzature siano indispensabili, quanta manodopera si deve avere a disposizione, quali macchinari siano necessari, quali siano i costi di produzione e/o trasformazione, quali siano le rese ed i redditi e soprattutto le reali potenzialità in termini di utilizzazione e commercializzazione. A causa dell’elevato numero di specie officinali richieste dal mercato ed in considerazione delle diverse situazioni pedoclimatiche ed aziendali, l’imprenditore agricolo deve valutare prioritariamente quali sono le specie più adatte alla sua realtà. Fondamentale, e non sempre facilmente valutabile, è la conoscenza della richiesta del mercato e la remuneratività. Una strategia vincente potrebbe essere quella di prendere contatti con le ditte di commercializzazione oppure con le industrie di trasformazione che possono acquistare le piante essiccate oppure i prodotti semilavorati. Indispensabile è poter conoscere le possibili vie di commercializzazione e i prezzi minimi che si potrebbero realizzare oppure si dovrà ipotizzare. Oltre alla coltivazione, potrebbe essere utile valutare la fattibilità di una prima trasformazione in azienda delle piante e la vendita in mercati di nicchia, che, in realtà particolari, possono rivelarsi abbastanza remunerativi, nel rispetto delle normative vigenti. I prezzi ottenibili per le piante officinali coltivate sono sempre correlati alla qualità del prodotto. 40 41 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Salvia rossa (S. officinalis v. purpurescens) Il Giardino delle erbe a Casola Valsenio (RA) Tavolo di filiera delle piante officinali Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali è nato dall’esigenza di affrontare all’unisono le molteplici sfaccettature del settore delle piante officinali: dalla pianta (anche spontanea) al prodotto finito. Considerando il fatto che finora non era mai stato redatto un Piano di Settore per le piante officinali a fronte di un significativo mercato nazionale di prodotti a base di sostanze vegetali e loro derivati, si è ritenuto opportuno costituire un Tavolo di filiera, con il coinvolgimento di soggetti diversi e necessariamente multidisciplinari. Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali è l’Organismo ove realizzare i processi di concertazione e coordinamento tra il MiPAAF, il Ministero della salute, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le Regioni, le Organizzazioni Professionali, le Organizzazioni dei Produttori, le Unioni Nazionali degli operatori del commercio e della trasformazione industriale, l’AGEA, l’ISMEA, l’INEA, gli Enti di ricerca del CRA, del CNR, delle Università. Top venti spezie coltivate in Italia, utilizzo annuo (kg) e cifra d’affai (E) - Fonte: ASSOERBE, FIPPO, SISTE n. nome progr. comune Origano parte utilizzo commerciale n. nome progr. comune parte utilizzo commerciale 1 mirtillo nero frutto 3.614.400 1 mirtillo nero frutto 15.035.904 2 vite rossa seme 2.439.600 2 zafferano stigmi 9.828.000 3 vite rossa foglia 2.160.000 3 vite rossa seme 6.830.880 4 cardo mariano frutto 1.920.000 4 ginkgo foglia 6.458.400 5 finocchio frutto 480.000 5 frutto 3.494.400 6 passiflora incarnata parte aerea 432.000 6 7 camomilla fiore 426.000 7 genziana radice 2.106.000 8 cipolla bulbo 360.000 8 camomilla fiore 1.938.300 9 origano foglie 360.000 9 valeriana radice 1.716.000 10 rosmarino foglia 351.600 10 cartamo fiore 1.638.000 11 liquirizia radice 348.000 11 rabarbaro radice 1.321.320 12 assenzio romano parte aerea 300.000 con fiori 12 origano foglie 1.170.000 13 aglio bulbo 240.000 13 aloe succo 1.146.600 14 coriandolo seme 240.000 14 cipolla bulbo 1.123.200 15 valeriana radice 240.000 15 finocchio frutto 936.000 16 anice frutto 216.000 16 liquirizia radice 814.320 17 meliloto parte aerea 205.200 con fiori 17 anice frutto 786.240 18 carciofo foglia 192.000 18 aglio bulbo 748.800 19 rabarbaro radice 184.800 19 radice 748.800 20 aloe succo 180.000 20 cardo mariano passiflora incarnata echinacea angustifolia assenzio romano parte aerea 2.950.560 parte aerea 585.000 con fiori 42 43 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Alimentari e Forestali, in accordo con il Ministero della Salute di riconoscere ufficialmente la “Filiera delle piante officinali”, è stata completata riportando risultati concreti per tutti gli “attori” della filiera. Infatti l’istituzione, con apposito decreto, del “Tavolo tecnico del settore delle piante officinali” ai sensi del D.M. 15391 del 10 dicembre 2013 ha permesso di ufficializzare anche lo Steering Committee o “Comitato ristretto” con funzioni di coordinamento, composto dai rappresentanti dell’Amministrazione e delle Regioni oltre ai coordinatori dei Gruppi di lavoro, ove sono state discusse le attività in corso a livello nazionale, l’analisi delle esigenze del settore, la pianificazione delle azioni nonché la costituzione di quattro Gruppi di lavoro così suddivisi: “Legislazione - Politiche nazionali e comunitarie”, “Certificazione e Qualità”, “Ricerca e Sperimentazione” ed “Osservatorio economico”; Il Tavolo di filiera delle Piante Officinali presso il Ministero, è nato dall’esigenza di affrontare le molteplici sfaccettature del settore delle piante officinali ovvero dalla pianta, anche spontanea, al prodotto finito. In realtà la filiera delle piante officinali, a livello istituzionale, non aveva avuto grande seguito forse perché il settore era sempre stato considerato “di nicchia” rispetto alle colture principali a livello nazionale quali ad esempio cereali, vino, orticole e frutticole, di conseguenza su sollecitazione al Ministero delle Associazioni di settore FIPPO1 ed ASSOERBE2 , è stato redatto un Piano di Settore per le piante officinali comprensivo di tre allegati tecnici a fronte di un significativo e crescente mercato nazionale di aziende di trasformazione, i cui prodotti sono in larga misura a base di sostanze vegetali e loro derivati. Dopo due anni e mezzo dall’avvio dei lavori, il 19 luglio 2011, l’iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole, FIPPO ASSOERBE 2 ASSOERBE è l’Associazione nazionale di categoria che rappresenta le aziende italiane che operano nel settore delle piante medicinali e aromatiche e da profumo, delle spezie, degli estratti vegetali, degli oli essenziali e dei loro derivati. Sono soci di assoerbe i coltivatori, raccoglitori, trasformatori, importatori, esportatori e commercializzatori di piante medicinali, aromatiche e da profumo, di spezie, estratti vegetali, oli essenziali e dei prodotti da questi derivati quali alimenti e mangimi, integratori alimentari, cosmetici, farmaci, dispositivi medici e biocidi. La Federazione Italiana dei Produttori di Piante Officinali è un’organizzazione associativa nata nel 1995 che raggruppa oltre 90 soci, che con le cooperative e associazioni va a rappresentare oltre 200 coltivatori. Questi conducono il 70-80% delle superfici coltivate ad officinali in Italia, fra cui alcune delle realtà di produzione più rappresentative del settore. La Federazione ha per scopo prevalente la tutela e la salvaguardia degli interessi morali ed economici dei produttori di piante officinali sotto il profilo tecnico, economico, giuridico e fiscale. 1 www.fippo.org www.assoerbe.eu Il Giardino delle erbe a Casola Valsenio (RA) 44 45 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Basilico Il Tavolo racchiude al suo interno diversi componenti, partendo dalle Istituzioni principalmente coinvolte per la coltivazione delle piante officinali (Ministero delle politiche agricole) e la loro ricaduta sulla salute (Ministero della salute). Altri componenti sono i rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Ambiente, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, delle Regioni, delle Organizzazioni Professionali, delle Organizzazioni dei Produttori, delle Unioni Nazionali degli operatori del commercio e della trasformazione industriale, dell’Istituto per i Servizi del Mercato Agricolo Alimentare ISMEA, dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria INEA (ora confluito nel CRA), degli Enti di ricerca del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura CRA e del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR e dell’Università. Partendo dalla definizione di “pianta officinale” - che trova origine nella Legge n. 99 del 6 gennaio 1931 che è una peculiarità tutta italiana - l’intento è stato quello di far incontrare e lavorare insieme gli attori del Tavolo, vista la complessità del settore, cercando di sviluppare la conoscenza e le potenzialità di una coltivazione più mirata e soprattutto programmata oltre che strettamente correlata al mercato nazionale ed internazionale, meglio di quanto non si sia fatto finora. Basilico sotto serra, Albenga 46 47 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Prodotti più importati o polverizzati (escluse radici di ginseng, foglie di coca, paglia di papavero e fave tonka); nel 2011, ne sono state importate oltre 11mila tonnellate con un esborso di circa 46 milioni di euro, corrispondente a circa il 5% della spesa totale dell’Italia. • le sostanze odorifere utilizzate come materie prime nelle industrie alimentari e delle bevande; nel 2011 ne sono state importate circa 13mila tonnellate con una spesa di circa 305 milioni di euro, corrispondente al 31% delle importazioni di piante officinali e loro derivati; • le sostanze odorifere per l’industria non alimentare; nel 2011, ne sono state importate oltre 16mila tonnellate con una spesa di circa 221 milioni di euro, corrispondente al 23% dell’esborso totale dell’Italia; anche in questo caso vale il commento del punto precedente; • i succhi ed estratti vegetali (esclusi quelli di liquirizia, luppolo, oleoresina di vaniglia ed oppio); nel 2011, ne sono state importate circa 5mila tonnellate con una spesa di 47 milioni di euro, corrispondente a circa il 5% dell’esborso complessivo dell’Italia; • le piante, o parti di piante, semi e frutti, delle specie utilizzate principalmente in profumeria, in campo alimentare, salutistico e farmaceutico e nella preparazione di insetticidi, antiparassitari e simili, freschi o secchi, anche tagliati, frantumati Prodotti più esportati • succhi ed estratti vegetali (esclusi quelli di liquirizia, luppolo, oleoresina di vaniglia ed oppio) sono il gruppo di prodotti maggiormente esportati dall’Italia; nel 2011, ne sono state esportate oltre 18mila tonnellate con introiti per circa 68 milioni di euro, corrispondenti al 16% degli introiti totali dell’Italia; • sostanze odorifere utilizzate come materie prime nelle industrie alimentari e delle bevande; nel 2011 ne sono state esportate circa 9mila tonnellate con un introiti per circa 65 milioni di euro, corrispondenti al 16% delle importazioni di piante officinali e loro derivati; • coloranti vegetali; nel 2011, ne sono state esportate circa 4.000 tonnellate con introiti per 36 milioni di euro, corrispondenti al 9% degli incassi totali dell’Italia; • sostanze odorifere per l’industria non alimentare; nel 2011, ne sono state esportate circa 5mila tonnellate con introiti per 32,5 milioni di euro, corrispondente all’8% dell’introito totale dell’Italia; • oli essenziali di limone, nel 2011, ne sono state esportate circa 1.700 tonnellate con introiti per 30 milioni di euro, corrispondenti al 7% degli incassi totali dell’Italia; • oli essenziali di altri agrumi, che sono rappresentati per lo più dagli oli essenziali di bergamotto ed in misura minore da quelli di mandarino e clementine; nel 2011, ne sono state esportate circa 600 tonnellate con introiti per 29 milioni di euro, corrispondenti a circa il 7% degli incassi totali dell’Italia; nel complesso, l’export di oli essenziali rappresenta circa il 18% delle esportazioni totali dell’aggregato piante officinali e derivati; • spezie ed aromatiche; nel 2011 ne sono state esportate 9.300 tonnellate con introiti per 23 milioni di euro corrispondenti al 6% del totale. In questo aggregato, spiccano le esportazioni di noci moscate, semi di coriandolo, foglie di alloro, timo ed altre spezie; • piante aromatiche coltivate in vaso certificate per uso alimentare; il trend di esportazione è in attiva Import 2012, 1.052 milioni di Euro crescita da circa 8 anni. Ad esempio, nel 2011 la produzione sul mercato di Albenga è arrivata a 60 milioni di vasi; le specie maggiormente rappresentate sono: rosmarino, timo, basilico, alloro, salvia; • mucillagini e gli ispessenti di carrube o di semi di carrube; nel 2011, ne sono state esportate oltre 2.700 tonnellate con introiti per 17 milioni di euro, corrispondenti a più del 4% degli incassi totali dell’Italia; • piante officinali utilizzate principalmente in profumeria, medicina o per insetticidi ed antiparassitari; nel 2011, ne sono state esportate 2.700 tonnellate con introiti per circa 16 milioni di euro, corrispondenti a circa il 4% degli incassi totali dell’Italia; • mucillagini e gli ispessenti di semi di guar; nel 2011, ne sono state esportate 6.500 tonnellate con introiti per 15 milioni di euro, corrispondenti a poco meno del 4% degli incassi totali dell’Italia; • estratti per concia di origine vegetale ed i tannini, tra cui spicca la voce estratti di sommacco, di vallonee, di quercia o di castagno; di quest’ultima voce, nel 2011, ne sono state esportate 5.500 tonnellate con introiti per circa 14 milioni di euro, corrispondenti al 3% degli incassi totali dell’Italia. Export 2012, 470 milioni di Euro Fonte: ISMEA Fonte: ISMEA 48 49 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo 50 Questo settore è un segmento dell’agricoltura molto caratteristico, le cui radici culturali e produttive sono antichissime, che ha peculiarità specifiche sia sotto l’aspetto colturale che economico e sociale, ma anche esigenze pedoclimatiche diverse in funzione delle specie interessate, oltre ad una notevole variabilità delle tipologie produttive e, di conseguenza molteplici destinazioni finali con una domanda di mercato estremamente diversificata. I lavori si sono svolti nella massima collaborazione fra le parti e – grazie alle diverse competenze dei singoli attori – sono state individuate soluzioni concrete alle problematiche che frenano lo sviluppo del settore delle piante officinali che, invece, presenta ottime potenzialità soprattutto nei territori di collina e montagna. La componente universitaria con gli esperti di diverse discipline: agraria, medicina, chimica e farmacia, che ha attivamente presenziato e presieduto a tutti i lavori svolti, ha dato il proprio contributo fattivo di conoscenza scientifica nelle diverse aree tematiche coinvolte: agronomiche, botaniche, genetiche, fitochimiche, alimentari, farmaceutiche, mediche e socio-economiche. Il fine ultimo perseguito è stato quello di valorizzare quanti operano professionalmente in questo settore, nel rispetto di tutte le normative vigenti. In questo contesto, è ormai indifferibile un’opera di divulgazione capillare dei contenuti concordati fra gli esperti degli Enti che fanno parte del Tavolo tecnico, destinata ad una maggiore comprensione di concetti, principi, argomentazioni tecnico-scientifiche e di normativa commentate nel Piano di Settore e nei suoi Allegati. E’ infatti necessario creare un dialogo diretto Camomilla comune (Matricaria chamomilla) Piretro (Chrysanthemum cinerariaefolium) tivo di difendere questo straordinario patrimonio, e di trovare le risorse atte a favorirne l’ulteriore sviluppo. Con l’Osservatorio economico del settore delle piante officinali si è pervenuti alla messa a disposizione dei primi dati ufficiali, mai fino ad ora censiti sulle piante officinali in Italia ed alla individuazione dei rapporti tra i diversi attori che hanno contribuito a dare corpo a tale realtà. Avere creato una piattaforma istituzionale di confronto aperta a tutti gli attori che operano nella filiera é un primo importante obiettivo, il contesto ottimale per risolvere i problemi che limitano la crescita, lo sviluppo e l’innovazione in questo settore, nel pieno rispetto delle specifiche competenze, delle diverse professionalità e delle norme vigenti. e credibile fra ricercatori, operatori del settore, mass media e cittadini, per comunicare e divulgare i contenuti e le potenzialità del settore delle piante officinali al fine di individuare e possibilmente risolvere le problematiche che frenano l’operatività e lo sviluppo di questo settore. Di conseguenza il MiPAAF, in coordinamento con ISMEA, ha provveduto, con il documento predisposto dal Gruppo di lavoro Osservatorio economico dal titolo“Piante officinali in Italia: un’istantanea della filiera e dei rapporti tra i diversi attori” presentato nel luglio 2013 presso il Ministero della salute, ad una mappatura e, quindi, ad una più precisa identificazione di quanto in termini qualitativi e quantitativi questo settore rappresenti nell’economia del nostro Paese, con l’obiet- 51 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Iperico (Hypericum perforatum) La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Digitale purpurea (Digitalis purpurea) 52 53 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo In particolare il piano di settore è comprensivo di un ulteriore allegato tecnico più ampio denominato “La filiera delle piante officinali” a completamento delle tematiche trattate dagli esperti e frutto del lavoro dei Gruppi tecnici nonché di un glossario del settore con i termini e le definizioni relative. L’auspicio è che, grazie alla approvazione del Piano di settore, si possa realizzare un vero progresso della filiera agricola delle piante officinali che superi, soprattutto nella fase della produzione prima- ria, la definizione di “settore di nicchia” nel quale, tradizionalmente, le produzioni erano e sono tuttora rappresentate con la presenza, comunque tradizionale, di specie spontanee, caratterizzate da un elevato numero di prodotti, ma scarsi volumi. Appare evidente che l’evoluzione dello scenario internazionale, la globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico e, quindi, il subentrare di nuove variabili hanno influenzato le dinamiche per quanto riguarda il mercato interno ed in- stesso tempo “di qualità”, ma da questo punto di vista il livello delle produzioni nazionali presenta elevati standard qualitativi, grazie ai quali le Istituzioni preposte, MiPAAF e Ministero della salute, possono ampiamente collaborare con gli altri Stati membri principali produttori e trasformatori di piante officinali al fine di promuovere e portare il settore all’attenzione della Commissione Europea come per le altre produzioni agricole interessate dalle Misure di Mercato della PAC. ternazionale delle piante officinali e, di conseguenza, molte specie utilizzate dalle industrie a valle non sono tradizionalmente prodotte o potenzialmente producibili in Italia, con la necessità di dover ricorrere all’importazione che comporta una riduzione dell’interesse dei decisori nazionali per il settore. In conclusione è necessario, per questo settore, non soggetto ad una Organizzazione Comune di Mercato (OCM) della Politica Agricola Comune (PAC), creare una filiera nazionale “consistente” e allo Cefalaria Erba cipollina (Allium schoenoprasum) 54 55 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Nigella colorata (Nigella arvensis) QUALCHE NUMERO DEL SETTORE Echinacea purpurea (Echinacea purpurea) E’ un settore alla base di più filiere: agricola/alimentare, farmaceutica e cosmetica, in grado di esprimere valenze ambientali, salutistiche e socioculturali e conferire all’agricoltura quel ruolo multifunzionale che rappresenta uno dei cardini della PAC anche nella strategia post 2013. Il settore delle piante officinali è una nicchia ma con un trend in espansione ed un potenziale ancora tutto da sfruttare. La filiera coinvolge quasi 3 mila aziende agricole e la superficie investita (poco più di 7 mila ettari) in un decennio è più che triplicata. Anche le superfici biologiche, che interessano circa 2.900 ettari, hanno registrato una crescita nel periodo 2000-2011 ed ancora oltre nel 2012. Nonostante i numeri in crescita, gran parte del fabbisogno di materie prime e semilavorati dell’industria di trasformazione è soddisfatto dall’offerta estera (70% erbe consumate), come dimostrano i dati dell’import di piante officinali e derivati che, nel 2011, ha determinato un esborso di quasi un miliardo di euro. Specie maggiormente utilizzate in Italia (Ettari) Fonte: FIPPO nome comune superfice Filiera delle piante officinali 3.000 aziende agricole 7.000 ettari di superficie investita 2.900 di biologico 70% erbe consumate che sono state impostate (1 miliardo di Euro) 56 57 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo utilizzo menta piperita e dolce 253.54 olio essenziale lavanda vera ed ibrida 178.77 olio essenziale camomilla comune 123.10 prodotto secco finocchio aromatico 78.21 prodotto secco salvia officinale 68.45 prodotto secco melissa 47.69 prodotto secco camomilla romana 45.05 olio essenziale passiflora incarnata 39.21 prodotto secco coriandolo 37.00 prodotto secco origano bianco 24.25 prodotto secco psillio 23.00 prodotto secco elicriso 22.44 olio essenziale rosmarino 20.97 prodotto secco assenzio romano pontico e gentile 18.62 prodotto secco santoreggia 17.30 prodotto secco ortica 15.10 prodotto secco Coriandolo (Coriandrum sativuma) Distribuzione regionale delle piante coltivate in Italia Distribuzione regionale delle piante coltivate in Italia nome comune utilizzo nome comune utilizzo Assenzio gentile Piemonte, Sardegna Lino Toscana Assenzio romano Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia Liquirizia Calabria, Sud Italia Bardana Toscana, Abruzzo, Emilia, Veneto, ecc. Malva Toscana, Piemonte, Marche, Veneto, ecc. Bergamotto Calabria Manna Sicilia Borragine Emilia, Lombardia, Toscana, ecc. Meliloto Marche Calendula Emilia, Lombardia, Marche, Sicilia, piccole superfici altre regioni Melissa Piemonte, Toscana, Emilia, Lombardia, Marche e piccole superfici in altre Regioni Camomilla comune Toscana, Puglia, Piemonte, Abruzzo, Campania e piccole superfici altre regioni Menta piperita Piemonte e piccole superfici in altre regioni Camomilla romana Piemonte Carciofo Toscana e piccole superfici altre regioni Origano Sicilia e piccole superfici in altre regioni del nord e del sud Cardo mariano Abruzzo, Sardegna, Marche e Sicilia Toscana, Marche, Abruzzo e in altre regioni Coriandolo Piemonte, Sicilia e piccole superfici altre regioni Passiflora incarnata Psillio Umbria, Toscana, Emilia, Marche e Sicilia Dragoncello Piemonte e piccole superfici in altre regioni Rosmarino Lombardia, Liguria, Piemonte, Emilia e in moltissime altre Regioni Frassino da manna Sicilia (Palermo) Salvia officinale Piemonte, Emilia, Lombardia, Toscana e in moltissime altre Regioni Galega Emilia, Marche e piccole superfici in altre regioni Salvia sclarea Piemonte, Abruzzo, Emilia, Marche Gelsomino Non rilevante Santoreggia Piemonte, Veneto, Umbria e in altre regioni Genepì Piemonte Genziana maggiore Lazio e piccole superfici in altre regioni Giaggiolo Toscana e piccole superfici in altre regioni Iperico Piemonte, Umbria, Toscana, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio e in molte altre regioni Issopo Piemonte, Emilia, Marche, ecc. Lavanda e lavandino Piemonte, Liguria, Emilia, Marche, Abruzzo e piccole superfici in altre regioni Tarassaco officinale Toscana, Piemonte e in altre regioni Tiglio Marche e Emilia Timo Piemonte, Emilia , Lazio e in moltissime altre regioni Valeriana Lombardia, Lazio e in altre regioni Zafferano Sardegna, Abruzzo, Umbria Lino Toscana Fonte: FIPPO 58 59 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Rosa canina (Rosa canina) consentirebbero di aumentare i margini; problema complicato dalla difficoltà di accesso al credito; • assenza di scale qualitative, necessità di politiche di marchio nazionale ombrello di qualità; • carenza soggetti della filiera nella conoscenza degli aspetti tecnici, agronomici ed economici del settore; • adozione di standard differenti anche a causa della mancanza di chiari disciplinari di produzione di qualità; • difficoltà di approvvigionamento delle sementi di piante officinali ed aspetti normativi sementieri non chiari: necessità di procedure standardizzate. Alcune Problematiche e possibili soluzioni estratte dal Piano di settore approvato in Conferenza StatoRegioni ad aprile 2014 Processo produttivo • alti costi di produzione, soprattutto quelli energetici dovuti ai forti rialzi del costo di gasolio e quelli di manodopera; • scarsa meccanizzazione specifica, soprattutto nelle fasi di raccolta e trasformazione; • massiccia importazione di piante prodotte dall’estero; • necessità di alti investimenti per la trasformazione intermedia e finale, che Elicriso (Helichrysum italicum) Organizzazione e gestione delle imprese • normative imposte a livello europeo limitanti per lo sviluppo del settore e l’innovazione (ad esempio, la normativa c.d. sui claims); • carenze normative ed inadeguatezze nei sistemi di classificazione (ad es. codici doganali) che comportano confusione e presenza sul mercato di prodotti sostitutivi spesso ricostruiti chimicamente. • mancanza di una razionale e ottimizzata gestione dei flussi di prodotti; • mancanza di associazionismo sia nella fase di produzione e dei centri di prima trasformazione, tra le aziende per creare sinergia, sia di tipo verticale tra i diversi operatori della filiera; • difficoltà di mercato (incontro domanda/offerta, mercato non trasparente); • insufficiente collegamento tra le imprese e la ricerca scientifica. Mercato e strategie • pressione concorrenziale dei Paesi terzi con basso costo della manodopera e con una competizione basata sul prezzo; • i consumi del mercato italiano ed in generale del Sud Europa sono in continua contrazione anche in seguito al modificarsi degli stili di vita del consumatore. Rapporto con la Pubblica Amministrazione • la politica agricola comune dell’Unione Europea non risulta sufficiente per sostenere il settore (in verità delle PO a livello UE si discute e norma solo dalla trasformazione in poi – competenza Ministero Salute); 60 61 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Prodotto − sistemi che aumentano la resa delle colture a metro quadro; − messa a punto di un registro varietale volontario dedicato alle essenze officinali; − adozione di requisiti minimi per le sementi di tutte le piante officinali (non certificate), anche se appartenenti a specie che possono essere destinate ad altri usi, oggetto di regolamentazione più restrittiva. • Sostanze chimiche di difesa dai parassiti: −Maggiore disponibilità di prodotti di difesa fitosanitaria, sistemi di difesa/lotta fitosanitaria integrata e aggiornamento dei protocolli di verifica dello stato sanitario, delle patologie e delle malattie emergenti; − Bio-attività degli oli essenziali (OE) estratti da • recupero della tipicità legata al territorio, a livello nazionale ed ovviamente locale; • miglioramento della qualità, al fine di aumentare la competitività sui mercati interni ed esteri; • mancanza di standard qualitativi cui collegare i prezzi e in generale, un fabbisogno di informazioni sui prezzi e sull’andamento del mercato (Osservatorio). Processo produttivo • Disponibilità varietale: −metodiche biotecnologiche che migliorino la gestione dei ritmi colturali (tecniche colturali), e la programmazione della produzione al fine di poter avere la produzione quando richiesta dal mercato; piante officinali: attività insetticida e repellenza nei confronti di insetti di interesse medico-veterinario, dannosi alle colture o alle derrate alimentari conservate; attività anti-germinativa per il controllo delle piante infestanti. • Approvvigionamento sementi: − definizione delle modalità di controllo e certificazione ufficiale delle sementi; −promuovere elevati standard di qualità delle sementi e dei materiali di moltiplicazione delle piante officinali al fine di favorirne la certificazione, l’approvvigionamento, la tracciabilità lungo la filiera e di mettere a disposizione dei privati servizi di controllo qualità; − norme di istituzione e registrazione in apposito albo dei produttori e definizione di requisiti mi- nimi di qualità dei materiali di riproduzione (sementi, altre parti di pianta) • sviluppo delle applicazioni d’ingegneria agraria nel settore: − Agevolare con studi di fattibilità e ricerche (da condurre in collaborazione tra aziende produttrici di macchine ed attrezzature agricole ed enti pubblici di ricerca) la realizzazione di semplici macchine agricole oppure soltanto di organi accessori , in applicazione ai trattori od ai motocoltivatori, destinati a rendere automatiche o semiautomatiche o almeno ad agevolare alcune operazioni specifiche quali ad es. la raccolta di semi (la cosiddetta “granella”), l’estirpazione di organi ipogei, il controllo delle malerbe, alcune fasi delle varie lavorazioni o trasformazioni post-raccolta dei prodotti ecc. Papavero californiano (Eschscholzia californica) La filiera delle piante officinali Alberto Manzo INNOVAZIONI RITENUTE PRIORITARIE 63 Cardiaca (Leonorus cardiaca) 62 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo • messa in rete dei servizi di ricerca e consulenza con particolare attenzione all’interregionalità dell’innovazione; • recupero di rappresentatività della base produttiva e mitigazione degli operatori economicocommerciali a favore di quelli a monte; • riorganizzazione della filiera secondo schemi associativi o reticolari, più efficaci di quelli esistenti, che favoriscano la condivisione di servizi utili alla riduzione dei costi legati alla commercializzazione in generale e all’internazionalizzazione, quali la logistica, il packaging, il post-har- vest, l’acclimatazione e i rapporti contrattuali; • riconoscimento e diffusione della tipicità dei prodotti italiani, valorizzandola attraverso riconoscimenti (marchi, brevetti) e introduzione di sistemi di controllo e standardizzazione delle qualità. Sistema della ricerca e della conoscenza a supporto delle imprese • auspicare la realizzazione di un coordinamento della ricerca nel settore che deve prevedere il superamento della frammentarietà e della scarsa collaborazione tra i maggiori soggetti della ricerca pubblica (Università ed EPR, Ministeri diversi e Regioni), ma anche una collaborazione più intensa fra strutture pubbliche e private. La particolarità e la polivalenza del settore è data da ricercatori provenienti da “estrazioni” ed esperienze diverse ovvero: agricoltura, farmacia, chimica, medicina, da ciò la difficoltà di una più ampia collaborazione tra comparti. Proposte per migliorare gli interventi di diffusione dell’innovazione: • riorganizzazione dei metodi e degli strumenti di diffusione dell’innovazione che mettano al centro degli interventi l’azienda agricola; • strumenti di divulgazione delle innovazioni riguardano principalmente le prove dimostrati- ve, i servizi informatici a sportello, l’animazione territoriale; • coinvolgere i coltivatori e le associazioni/consorzi di produttori nella gestione dei corsi di formazione. Incentivare le collaborazioni tra gli enti di ricerca e le aziende produttrici; • creazione di punti di scambio periodico di idee e pratiche tra imprenditori (es. Club di prodotto); • portale del Ministero dedicato alle filiere con i link delle diverse realtà aziendali/associazioni/ consorzi, etc. e con una sezione dedicata ad un forum permanente degli attori della filiera che permetta di agevolare la diffusione di proposte per superare le innumerevoli criticità del settore; 64 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo La filiera delle piante officinali Alberto Manzo Organizzazione della produzione e della commercializzazione 65 SISTEMA DEL TRASFORMATO (PRODUZIONE PRIMARIA): MINACCE, OPPORTUNITÀ, FORZA E DEBOLEZZA Settore in complesso Negativo Minacce Instabilità climatica Normative limitanti e lacunose Complessità burocratica SISTEMA DELLE TRASFORMATO (TRASFORMAZIONE INTERMEDIA): MINACCE, OPPORTUNITÀ, FORZA E DEBOLEZZA Positivo Opportunità Trend positivo della domanda, superiore agli effetti della crisi Punti di debolezza: alti costi di produzione, scarsa rilevanza delle economie di scala Punti di forza: materia prima di qualità elevata, appeal del Made in Italy Minacce: ridotta disponibilità di spesa, pressione concorrenziale sempre più forte, normativa sul claim, blocco di autorizzazioni per nuove piante e nuove sostanze Prodotto italiano Negativo Punti di debolezza Costi elevati Assenza di organizzazione del settore Opportunità: ricerca di prodotti naturali da parte del consumatore, tramonto della classica chimica industriale Positivo Punti di forza Qualità, cura del prodotto Creazione di consorzi e unioni fra produttori Vincoli: normativa (costi burocratici, complessità, difficoltà di interpretazione, carenze), scarso sviluppo del comparto tecnicoscientifico Issopo (Hissopus officinalis) il rame di qualità tà migliorate destinate al mercato); compilazione di un inventario delle varietà locali utile ai fini della loro conservazione e di un loro sfruttamento sostenibile; • Migliorare la competitività del settore attraverso l’adozione e lo sviluppo di un processo innovativo per l’analisi e la sorveglianza nutrizionale e igienico-sanitaria, denominato sistema di analisi dei punti critici di controllo della qualità salutare e nutrizionale delle piante officinali (NACCP, Nutrient Analysis of Critical Control Point), con innovazioni tecnologiche, di processo, organizzative e gestionali. • definizione delle specie di maggior interesse; caratterizzazione su base morfofisiologica di queste specie; messa a punto di protocolli di caratterizzazione molecolare a livello intra-specifico; realizzazione/ottimizzazione di protocolli di analisi fitosanitaria e di verifica delle caratteristiche di resistenza/tolleranza a patogeni; redazione di schede descrittive delle varietà e degli ecotipi; definizione dei requisiti minimi di qualità (stato sanitario, caratteristiche tecnologiche); definizione delle procedure di iscrizione e certificazione (sementi di varie- Alberto Manzo Dipartimento delle Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare Ippiche e della Pesca. Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica. Ufficio PQAI II - MIPAAF Poltiglia Disperss® contiene unicamente brochantite (idrossisolfato di rame attivo) e gesso con granulometria ottimizzata che garantiscono elevata efficacia biologica e facilità di impiego. Disperss® è sinonimo di elevata tecnologia formulativa per atomizzazione: rapida ed immediata dispersione anche in ridotti volumi d’acqua, assenza di schiuma persistente e di deposito di prodotto non bagnato. Poltiglia Disperss®: omogenea distribuzione sulla vegetazione, garanzia di resistenza al dilavamento ed efficacia a bassi dosaggi. Laura Di Renzo Maria Laura Colombo Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, Università degli Studi di Roma Tor Vergata Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino Stefania Dalfrà Luisa Pistelli Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari,Segreteria tecnica del Direttore Generale, Ministero della Salute Dipartimento di Farmacia, Università di Pisa 66 La filiera delle piante officinali Alberto Manzo UPL Italia s.r.l. - 47522 S. Carlo di CESENA (FC) Via Terni, 275 - tel. +39 0547.661523 - fax +39 0547.661450 - [email protected] Agrofarmaco autorizzato dal Ministero della Salute, a base di rame, registrazione n. 12096. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell'uso leggere sempre l'etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l'attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta. Salvia