valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli tende
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valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli tende
n.172 DICEMBRE 2011/gennaio 2012 distribuzione gratuita il mensile del vivere naturale boschi sofferenti / editoria a pagamento? no, grazie valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli tende musica e speranze #occupytrieste / il pranzo di natale 3 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Konrad augura: - all’ex premier Berlusconi un lungo (anzi, meglio, definitivo) riposo dalle fatiche e dai guai della politica - alla corte di opportunisti, servi, faccendieri e puttane che lo circondano (circondavano?) di togliersi di mezzo una volta per tutte - al neo-premier Monti di riuscire a salvare l’Italia (ma anche gli italiani onesti e responsabili) dal baratro economico-finanziario - agli italiani – solo quelli onesti e responsabili però, degli altri ci importa poco – di svegliarsi e prendere in mano il loro destino, smettendola di delegare decisioni e scelte a chicchessia konrad 172 - dicembre 2011/gennaio 2012 SOMMARIO 4-5 Lettere a Konrad 4 La cattedrale del mare e il Centro Didattico di Basovizza 5 Siamo tutti intelligenti Frasi bisenso 6 Boschi sofferenti 8 Libri La straordinaria invenzione di Hugo Cabret 9 Editoria a pagamento? No grazie 10 L'architettura e il metodo EFT 11 Un libro sul Versa 13 Valanghe e banche 14 L'ambientalismo si confronta 15 Giovani Tende, musica e speranze.#Occupytrieste 16 Trasporti e ambiente Trieste per tutti 17 Il futuro nel presente del Friuli 18 Sassi, rocce e pietre 19 XXI femminile 20 Da Lima un sognatore del cambiamento 21 Voci di un'assenza 22 Rubrika.pika.si Singolare e plurale dei sostantivi e aggettivi: strane coincidenze 23 UltrabulloTS 24 Cinema Le nuove frontiere del cinema per ragazzi 25 Teatri di confine Mattatorio tragico Dedicato a Pina 26 Alimentazione Il pranzo di Natalo 28 Colonna vertebrale La dorsalgia o dolore dorsale 29 Brevi 31 Gli appuntamenti di dicembre e gennaio Konrad Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall’Associazione Konrad via Corti 2a - 34123 Trieste Fax 1782090961 [email protected] www.konradnews.it Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste Direttore editoriale: Roberto Valerio Direttore responsabile: Dario Predonzan Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected] Hanno collaborato: Beatrice Achille, Nadia e Giacomo Bo, Giulia Canziani, Stefano Cattinelli, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Giorgio Dendi, Giorgia Facis, Giovanna Falcioni, Dario Gasparo, Francesco Gizdic, Dušan Jelinčič Luisella Pacco, Claudio Pettirosso, Giuliano Prandini, Riccardo Redivo, Lino Santoro, Tanja Seganti, Marco Segina, Marco Segulin, Claudio Siniscalchi, Gianni Ursini, Andrea Wehrenfennig, Barbara Žetko. Foto di copertina: Sergio Paoletti Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste www.erratacorrige.org Stampa: Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. 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Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione. lettere [email protected] 4 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 A PROPOSITO DEL CDN DI BASOVIZZA Gentile Redazione di Konrad, leggendo sull’ultimo numero di novembre del Vostro mensile l’articolo pubblicato a pagina 25 (Il richiamo della foresta e non solo), s’è rifatta viva alla mia memoria quella citazione che afferma, se non vado errato, che “a pensar male si fa’ peccato ma il più delle volte non si sbaglia”. L’autore, cito testualmente, scrive a proposito di alcune proposte concrete per la tutela del bene pubblico “ambiente”: “i centri di interesse ambientale, culturale e turistico devono operare in modo coordinato, altrimenti basta la prima nota stonata, eruttata da un violino qualsiasi per distruggere il lavoro di anni”. Sarà forse solo una coincidenza ma non sarà mica, piuttosto, un’allusione alle note vicende che hanno portato alla cancellazione e chiusura del Centro Didattico-Naturalistico gestito dalla Forestale a Basovizza, ad opera di un Violino che così facendo ha comportato la distruzione di anni di ottimo lavoro, specie educativo nei confronti delle nuove generazioni, anche provenienti da realtà educative della vicina Slovenia? Evidentemente quel Violino non ha letto le numerose lettere di protesta di numerosi insegnanti o semplici cittadini pubblicate sul quotidiano locale: mi domando dove quel Violino viva, in una Tomba (o Meretodi ... )? Cordiali saluti. Mauro Balbo Un momento della manifestazione del 30 ottobre in difesa del CDN di Basovizza la cattedrale del mare e il centro didattico di basovizza Ho appena finito di leggere l’avvincente libro di Ildefonso Falcones La cattedrale del mare, ambientato nella Barcellona del XIV secolo. Vi sono tratteggiati vari personaggi emblematici e fra questi, quello che meglio incarna la figura del feudatario privo di scrupoli, è il signore di Nevarcles, Llorenc di Bellera, che riassume in sé tutte le più odiose caratteristiche dell’uomo di potere. Non so perché, ma nello scorrere le pagine del libro mi veniva spesso in mente qualche signorotto dei nostri tempi, che ama manifestare il suo potere con tracotanza, snobbando le regole e, anzi, plasmandole a proprio beneficio. Non so perché, ma anche la recente cronaca relativa al tentativo di chiusura del Centro Didattico di Basovizza, ha riacceso in me quel richiamo (nel nostro piccolo, per carità, e con le dovute proporzioni). Semplicemente mi sembrava impossibile che per il capriccio di qualche politico si potesse accettare di buttare a mare una struttura milionaria pagata dalla Comunità Europea, un’esperienza che si protrae da anni con grande successo, sostenuta e vissuta da migliaia di cittadini e studenti in modo assolutamente positivo. Esperienza che vede coinvolti quei bistrattati dipendenti pubblici (mi viene in mente un altro signorotto piccolo piccolo, che sbraitava contro i fannulloni), che da anni sono esempio di competenza e dedizione, la cui passione li porta ad impegnarsi ben al di là di quanto prescritto dal contratto di lavoro. Le prime notizie circostanziate sulla volontà di chiusura del Centro Didattico Naturalistico di Basovizza appaiono verso metà ottobre su “bora.la” e su “Il Piccolo”, che nei giorni seguenti dedicherà intere pagine alla questione, pubblicando decine di lettere di protesta e sconcerto da parte di addetti ai lavori e cittadini comuni. Trapela dal mondo politico che l’assessorato regionale alle Risorse rurali agroalimentari e forestali era intenzionato a chiudere cinque Stazioni Forestali (Comeglians, Resia, Meduno, Claut e San Dorligo), il NOAVA ed il “nostro” Centro. La reale motivazione del provvedimento sembrava, secondo la denuncia di un consigliere regionale, la volontà dell’assessore di creare lo “spazio” finanziario (in quest’epoca di ristrettezze) per “accontentare altre figure di coordinamento, la cui gestione potrebbe essere assegnata con assoluta discrezionalità e senza merito, magari per ragioni elettorali”. Se qualcuno dei lettori di Konrad ancora non conoscesse il CDN di Basovizza, cerco di presentarlo in poche parole, ma lo invito a recarsi a visitarlo appena possibile: infatti nel frattempo le cose sono evolute, in apparenza positivamente, anche se i rischi rimangono. Gestito dal Corpo Forestale della Regione, il Centro è una struttura costruita con moderni criteri di bioedilizia, dotata di una sala conferenze per una cinquantina di posti, e di un’ampia mostra. In questi ultimi anni centinaia di professori hanno accompagnato le loro classi lungo un percorso tra diorami, materiali didattici interattivi e sensoriali e supporti multimediali, illustrando la biodiversità del Carso, limportanza delle foreste, il rapporto dell’uomo con il bosco. Le numerose lettere che insegnanti, ricercatori, studiosi, amministratori, politici, cittadini, hanno inviato al presidente regionale Tondo e ai quotidiani locali sono sfociate in una riuscitissima manifestazione di solidarietà domenica 30 ottobre: duemila persone hanno testimoniato la vicinanza al personale del Corpo forestale regionale nell’incontro di Basovizza, aperto dal dott. Masiello e dal prof. Poldini, cui hanno partecipato, fra le autorità, il sindaco di Trieste Cosolini e il vicepresidente della provincia Dolenc, oltre ad altri rappresentanti del consiglio comunale e di quello regionale. Negli ultimi giorni sembra che la posizione dell’assessore regionale Violino sia cambiata, dal momento che lo stesso ha dichiarato che “l’attività è garantita, il personale non si tocca, si tratta semplicemente di una sua collocazione nell’ambito della Stazione forestale di Trieste” e “visto il lavoro più che positivo che porta avanti, il Centro continuerà la sua attività”. Allo stato attuale l’edificio del CDN è passato al Servizio del Corpo Forestale Regionale e i forestali rimangono per ora ancora in sito, dove potranno continuare a fare didattica, ma senza la precedente autonomia: si rischia quindi una riduzione di efficacia ed incisività nell’azione didattica. Concludo da dove ho iniziato: vada come vada, quanto accaduto rappresenta un’ulteriore riprova che le scelte autoritarie, non condivise, rimangono una forte tentazione per alcuni amministratori, anche a costo di distruggere con una semplice firma, lo sforzo che ha coinvolto per decenni migliaia di persone e milioni di euro per realizzare un bene disponibile al pubblico. Ma quanto accaduto mostra anche il retro della medaglia: la determinazione e le buone ragioni dei cittadini possono ancora contrastare queste scelte sbagliate e, nel nostro caso, contribuire a rendere meno debole quella cultura della protezione ambientale che, nell’anno internazionale delle foreste, non meritava proprio questo affronto. Dario Gasparo lettere RAI: FACCIAMO IL PUNTO Cari amici di Konrad, ho molto apprezzato la scelta di dedicare a mamma Rai la copertina del numero di novembre, e l’ottimo resoconto di Giorgia Facis sull’Assemblea pubblica RIPRENDIAMOCI LA RAI! Permettetemi però di aggiungere un PUNTO (di domanda): perché siamo arrivati a questo PUNTO? Certo, perché la Rai è il punto d’unione del “conflitto d’interessi” (non il solo, purtroppo): fa concorrenza a Mediaset, e si permette di criticare il suo proprietario. Certo, perché sono stati nominati a gestirla personaggi più attenti a farsi i soldi propri (e degli amici), che il normale “bene dell’Azienda. Certo, perché se togli programmi di successo che ti danno fastidio ci rimetti un sacco di pubblicità. Ma tutto questo è potuto accadere perché, essendo il Servizio Pubblico d’informazione un fondamento della Repubblica Costituzionale, ha sempre fatto gola alle forze politiche. Ricordiamo il lungo monopolio democristiano di Bernabei, sostituito dalla lottizzazione dell’”arco costituzionale” introdotta con la riforma Rai del 1975, divenuta monocolore con la riforma maggioritaria e la legge Gasparri. Cioè mai la Rai è stata trattata come un “autonomo fornitore di servizio”, mai si è cercato di renderla effettivamente oggettiva e pluralista, sempre c’è stato l’assalto alla diligenza. È mancata una legge che lo garantisse. Questo è il PUNTO (centrale): il Contratto di Servizio, che assegna alla Rai una quota derivante dalla “tassa di possesso di apparecchi atti a ricevere programmi radiotelevisivi” in cambio di un adeguato Servizio di informazione democratica, non è stipulato fra soggetti indipendenti, ma “fra un padrone (il Governo) e i suoi nominati (Consiglio di amministrazione Rai). Il PUNTO (di svolta, potenziale) c’è stato nel 2002, quando la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 155, ha indicato gli obblighi del Servizio Pubblico RadioTelevisivo: pluralismo, obiettività, completezza. E più precisamente “un servizio qualificato e caratterizzato, tra l’altro – sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie, così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti, – sia dall’obiettività e dall’imparzialità dei dati forniti, 5 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Così delineato, il Servizio Pubblico è il bastione per la difesa, la tenuta, la crescita democratica. Per questo, sempre nel 2002, il Presidente Ciampi trasformò queste indicazioni nel suo unico Messaggio alle Camere, richiamando il Parlamento al dovere di legiferare coerentemente, cioè di riformare i criteri di gestione della Rai. Naturalmente non fu ascoltato… e siamo dove siamo. Per questo bisogna fare PUNTO e basta. Vanno cambiati, radicalmente, i metodi di scelta dei Consiglieri d’Amministrazione, del Direttore Generale, dei Direttori delle Testate e delle Strutture, dei Dirigenti: – Non più le lottizzazioni, che moltiplicano spese e porcherie, e portano all’attuale aberrazione gestionale “di maggioranza”. – Non la privatizzazione, attenta solo ai guadagni, come Mediaset. – Non una gestione governativa - assolutamente mai - per principio costituzionale. Va immaginata invece una Presidenza di Garanzia, con precisi obblighi, di attuazione dei principi istitutivi di pluralismo e completezza informativa, e con pari attenzione anche agli spazi degli approfondimenti culturali, dell’intrattenimento, della salvaguardia delle culture e delle lingue minoritarie. Ed un controllo su questi aspetti affidato alla Commissione di Vigilanza ed all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (con l’ausilio dei CoReCom e di appropriati Centri di ascolto). Un controllo forte e attivo, con precise regole democratiche, che garantisca l’attuazione dei principi enunciati, ma senza provocare, per la Rai Azienda, un’instabilità permanente. “Non c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell’informazione”, concludeva il Presidente Ciampi. Riprendiamoci la Rai! Riprendiamo la Costituzione! Paolo Angiolini siamo tutti intelligenti Frasi bisenso Un gioco enigmistico, conosciuto purtroppo solo da pochi appassionati, è la “crittografia mnemonica”. Certo che, già leggendo il nome, non si è invogliati ad approfondire le conoscenze con il gioco; il significato di tale nome fa riferimento al fatto che la frase soluzione del gioco “ricorda” (Mnemosine era la Musa della memoria) un’altra circostanza nella quale la frase potrebbe venir citata. Da un paio di mesi la “Settimana Enigmistica” ha deciso di chiamare questo gioco “Frase bisenso”, confidando nel fatto che qualcuna denominazione possa indirizzare il solutore inesperto verso la frase da cercare. Bisogna trovare una frase che vada bene sia per il soggetto citato, sia in altro contesto. Facciamo un esempio. Se io dico CENERENTOLA, il solutore deve pensare agli episodi della vita di questo personaggio, e alla fine si deve ricordare che per andare al palazzo del principe, sale su una carrozza, che fino ad un attimo prima era una zucca. Quindi la risposta a CENERENTOLA è “SALE IN ZUCCA”, frase che forse ci è stata detta anche dai nostri insegnanti. Altro esempio parte dalla definizione DENTIERA, e il solutore deve chiedersi, a proposito di tale oggetto, di che materiale sia fatto, che colore abbia, chi lo usi, e così via, fino a che non ci si ricorda che la dentiera sostituisce i denti caduti, e quindi la DENTIERA viene “MESSA PER I CADUTI”, e ovviamente questa frase porta a pensare ad una cerimonia tenuta a Redipuglia, ad esempio. La definizione (che in termine tecnico si chiama “esposto”) BRACCOBALDO ci deve fare pensare al cartone animato di Hanna e Barbera, e quindi la soluzione sarà “UN CARTONE DI BARBERA”, che ricorda però anche una confezione di dodici bottiglie del noto vino. Per risolvere L’ULTIMA FETTA bisogna pensare alla situazione con la quale si può ottenere l’ultima fetta, si pensa ad una festa con la torta, e a qualcuno che taglia la torta, offre le fette, e l’ultima è “L’AVANZATA DI UNA DIVISIONE”, e la frase fa pensare ad un esercito che attacca i nemici. Partiamo ora dall’esposto LA ROSS STONA, e immaginiamocela, questa cantante statunitense, la nota Diana Ross, che stona, e cosa si può dire di lei? Penso che la cosa più ovvia sia dire che ha fatto una stecca, e quindi dovrebbe venir abbastanza naturale la soluzione “UNA STECCA DI DIANA”, e vediamo tutti che le sigarette sono utili solamente come soluzione di giochi enigmistici. Anche noi avremo sicuramente detto o sentito qualche frase che si presta a questo giochino, ma non ci avremo fatto caso. Ad esempio, nelle pubblicità di tante automobili, ad un certo punto sentiamo dire: “CERCHI IN LEGA”… Se ci pensiamo bene, scopriremo (sapendo che la Lega è il suo partito) che potrebbe esser la soluzione di un gioco con la proposta PER TROVARE UMBERTO BOSSI. Infatti per trovare Bossi cosa fai? Cerchi in Lega! Nelle riviste il gioco viene presentato con un diagramma che aiuta il solutore, ad esempio in questo ultimo gioco il diagramma indicherà 6-2-4, e quindi sappiamo di dover cercare tre parole, di 6, 2 e 4 lettere. i maggiori… segno che siamo tutti intelligenti, no? © Giorgio Dendi 6 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Bos chi sof fer ent i ’ Il deperimento del patrimonio boschivo carsico Uno dei maggiori problemi ambientali del territorio carsico è rappresentato dal grave deperimento dei boschi. Ne abbiamo ragionato con il prof. em. Livio Poldini, dell’Università di Trieste, il maggior conoscitore della materia. Quali sono le funzioni svolte da un bosco? La funzionalità di un ecosistema viene definita dalla sua capacità di fornire servizi e beni. Nel caso dei boschi carsici, i beni forniti (legname e derivati) sono piuttosto scarsi e limitati al legno da combustione. Rimangono però intatte tutte le funzioni ecologiche, il cui valore ormai si riconosce essere superiore a quello economico, anche se difficilmente monetizzabile. Le principali sono: stoccaggio della CO2 (anidride carbonica), accumulo longevo di biomassa, creazione e difesa del suolo, produzione di ossigeno, purificazione dell’aria, difesa dalla diffusione delle specie aliene, ecc. Con il deperimento del bosco l’efficienza funzionale si deprime. Qual è lo stato di salute dei boschi sul Carso triestino? Nelle immagini, dall’alto in basso: – carpino nero con cimali e foglie disseccati – iperfruttificazione di carpino nero, indice di deperimento fisiologico Preoccupante, soprattutto per quelli su suoli calcarei permeabili. Lo stato di lungo abbandono, il venir meno di cure selvicolturali, il riscaldamento climatico con il susseguirsi di una serie di estati siccitose, gli incendi forestali e gli attacchi parassitari, hanno determinato un declino biologico progressivo del manto forestale carsico. Quali specie legnose hanno subito i maggiori danni? Innanzitutto il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e poi il pino nero (Pinus nigra), introdotto intorno alla prima metà dell’800 a scopo di rimboschimento, nonché la roverella (Quercus pubescens), anche se in misura minore rispetto ai primi due. Quali sono i sintomi attraverso cui si manifesta il declino di queste specie? Per il carpino nero, i principali sintomi sono dati dalle estremità dei rami che si seccano, dal diffuso disseccamento delle foglie, nonché dalla produzione eccessiva di frutti (iperfruttificazione). Questa sindrome è particolarmente evidente sugli individui ceduati, ossia su quelli che sono stati sottoposti al taglio frequente in un lungo periodo, che ha quindi portato all’esaurimento delle ceppaie. L’abbandono della ceduazione, avvenuto intorno agli anni ’50 a seguito della sostituzione del combustibile legnoso da parte dei combustibili fossili, ha sì favorito l’espansione del bosco, ma al contempo ha determinato un indebolimento progressivo soprattutto del carpino nero, poiché è cessata la selezione dei polloni in numero eccessivo, che hanno esaurito le ceppaie. Sugli individui così indeboliti, il riscaldamento climatico ha ulteriormente accentuato il deperimento dei soggetti, favorendo l’aggressione di agenti patogeni secondari (funghi ed insetti). Bisogna ricordare che il carpino nero costituisce oltre un terzo della massa legnosa dei nostri boschi: il decadimento si manifesta soprattutto sui versanti a sud e sui suoli poveri con estesi affioramenti rocciosi, mentre i sintomi risultano notevolmente attenuati sui versanti freschi esposti a nord. In ogni caso è estremamente difficile trovare ormai del rinnovamento di tale specie, ossia semenzali provenienti dalla germinazione di semi. Potrebbe esserci, quindi, un rischio di estinzione locale di questa specie? A lungo termine senz’altro, soprattutto sulla fascia costiera più calda e secca del Carso litoraneo, a meno che non si attuino interventi selvicolturali per restituire vigore agli individui compromessi. Sempre che non sia troppo tardi. E il pino nero? Anche questa specie si trova in condizioni molto precarie. Negli ultimi anni è stata oggetto di attacchi particolarmente virulenti da parte di un fungo (Sphaeropsis sapinea) che determina il disseccamento diffuso dei getti. Anche in questo caso è difficile distinguere se si tratti di parassita primario o di parassita favorito dallo stress fisiologico della specie, determinato dalle estati siccitose e dal fatto che gli impianti di pino nero sono stati effettuati soprattutto su suoli poveri e rocciosi. E la roverella? Questa specie presenta sintomi di cedimento fisiologico, che si manifestano soprattutto con la presenza di numerosi rami secchi, anche se in misura minore rispetto al carpino nero. Cosa si potrebbe e dovrebbe fare quindi? Il riscaldamento climatico e la cessazione di ogni intervento selvicolturale sono all’origine del deperimento dei boschi. Non è stato attuato il piano di conversione dei cedui in fustaia, previsto nello “Studio Naturalistico del Carso triestino e Goriziano”, prodotto da un gruppo di lavoro dell’Università di Trieste coordinato da me e pubblicato nel 1985 dalla Regione. Il piano prevedeva anche gli interventi sui boschi. Questa parte, redatta dal prof. Alberto Hoffman, era estremamente dettagliata e se fosse stata attuata fin da allora, il problema certamente non avrebbe assunto le dimensioni attuali. Se attuato, questo piano avrebbe potuto rappresentare anche un fattore preventivo degli incendi boschivi? Certamente: il piano prevedeva infatti la conversione dei cedui in boschi di alto fusto in due fasi: una di selezione dei polloni più robusti, dai quali si sarebbe sviluppata una fustaia transitoria da polloni selezionati e una seconda fase, che avrebbe portato ad una fustaia definitiva da seme. Ne sarebbe derivato un bosco più strutturato e con molta meno necromassa rispetto all’attuale situazione e quindi molto meno incendiabile. È ormai assodato, infatti, che la riduzione drastica degli incendi dipende soprattutto dalla complessità strutturale del bosco, mentre gli interventi di tipo “pompieristico” (con autobotti, elicotteri, aerei, ecc.) sono soltanto un rimedio contingente che non può risolvere il problema di fondo. Anche il mancato diradamento selettivo del pino nero, previsto dal piano, ha contributo ad alimentare l’incendiosità dei boschi, così come lo sviluppo dei mantelli a scotano (le “foie rosse” tanto decorative), altro fattore di grande rischio, perché si tratta di specie anch’essa resinosa. Perché non è stato attuato il piano? Si è parlato di costi eccessivi, ma è evidente che gli interventi di tipo pompieristico e di emergenza sono fonte anch’essi di spese assai elevate, molto maggiori di quelle implicate dagli interventi colturali, che avrebbero risolto buona parte del problema in modo definitivo. Del resto è ormai malcostume consolidato che qualora si parli di inve- stimenti, questi non riguardino mai le “infrastrutture ecologiche” del territorio, cioè boschi, siepi, lande, zone umide, eliminazione delle infestanti, interventi di autentica rinaturazione e ripristino degli habitat. Quando sono previste misure di mitigazione e compensazione degli impatti di progetti sottoposti a VIA (valutazione di impatto ambientale) o valutazione di incidenza, quasi mai si pensa a compensazioni che riguardino le infrastrutture ecologiche. Come mai non si parla di tutto ciò nei media e nel dibattito pubblico? Penso che ciò dipenda dal fatto che la società attuale è immersa sempre più in un mondo virtuale ed è alienata rispetto al territorio in cui vive. Il bosco non è ormai più fonte di beni, se non in piccola parte, per cui nel complesso è andata perduta la capacità di percepire questi segnali di sofferenza del bosco, pur manifesti e diffusi. C’è da dire inoltre che un sistema dell’informazione drogato enfatizza ed è più attratto da falsi problemi quale quello (caso esemplare di insipienza) dei colibrì di Miramare, piuttosto che dal degrado dei boschi. Se è vero, come a me pare, che il livello di civiltà di un Paese lo si giudica dallo stato dei suoi boschi, il nostro è certo assai basso. Contro gli incendi sono state però realizzate o ampliate molte piste forestali Le piste forestali sono un’arma a doppio taglio, con effetto boomerang: se da una parte consentono gli interventi veloci e capillari sul territorio e rappresentano anche delle barriere che rallentano la diffusione degli incendi, dall’altra parte favoriscono la penetrazione dell’uomo nell’ecosistema forestale e quindi la diffusione di comportamenti anomali e l’innesco dei fuochi. Inoltre, fungono da “corridoi ecologici negativi”, poiché consentono a numerose specie alloctone di colonizzare aree boschive. Le specie alloctone, di cui abbiamo già parlato nell’intervista apparsa sul Konrad del mese scorso a proposito dei “ripristini”, sono quindi favorite dagli incendi? Il passaggio del fuoco determina la distruzione della vegetazione al suolo, la scopertura dello stesso e quindi la penetrazione all’interno delle superfici forestali di specie aliene che non devono più affrontare la concorrenza delle specie spontanee. Ad esempio nei pressi di S. Giovanni in Tuba e sulle falde meridionali del monte Ermada, interessate anche dal tracciato della ferrovia, i frequenti incendi, dovuti anche al passaggio dei treni, hanno determinato una diffusione preoccupante del senecione sudafricano (Senecio inaequidens). Dario Predonzan Nelle immagini, dall’alto in basso: – ceduo di carpino nero sul quale non è stata effettuata la selezione dei polloni – pino nero con disseccamento dei getti determinato dal fungo Sphaeropsis sapinea – effetti di incendio boschivo con scopertura del suolo – il diradamento del bosco può determinare la diffusione di ailanto (Ailanthus altissima), specie estremamente invasiva libri 8 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 La straordinaria invenzione di Hu go Cabret Brian Selznick La straordinaria invenzione di Hugo Cabret 2007, Mondadori 542 pagine, € 18,00 Se alcuni anni fa Silvio Berlusconi si è assicurato con l’inganno la proprietà della maggioranza delle azioni della casa editrice Modandori, non per questo bisogna disprezzare tutto quello che fanno. Ottima cosa per esempio è stata curare la riedizione del libro di Brian Selznick La straordinaria invenzione di Hugo Cabret in occasione dell’uscita del film di Martin Scorsese. Come ho scritto altre volte, è veramente difficile districarsi nel mare magnum dei libri più o meno fantasiosi per ragazzi che hanno invaso le librerie. Come si fa a separare il grano dalla pula? Magari uno spende una mucchio di soldi per un libro, e poi si trova tra le mani una fregatura. Ma altre volte può capitargli di vedersi sfuggire fra le mani un capolavoro. Vi faccio un esempio. Tempo fa in mezzo ad una valanga di nuovi libri fantasy illustrati mi è capitato di sfogliare un tomo pesantissimo edito da Mondadori intitolato La straordinaria invenzione di Hugo Cabret. Autore un certo Brian Selznik. Mai sentito nominare. L’ho guardato distrattamente e poi l’ho rimesso al suo posto. Nella prima settimana di gennaio 2008 ho trovato una recensione entusiasta sul mensile “Scuola di Fumetto”. Allora sono andato nella mia libreria preferita ed ho acquistato l’ultima copia del libro. Quando l’ho guardato attentamente mi sono venute le lacrime agli occhi! Se avessi saputo di che cosa trattava, mai e poi mai me lo sarei lasciato scappare! Si tratta di un mix di realtà e fantasia disegnato meravigliosamente, proprio come la sceneggiatura di un film. È ambientato nel 1931 nella stazione ferroviaria di Parigi, e parla dell’incontro di un trovatello nientemeno che con il grande Georges Meliès, che a quel tempo tutti credevano già morto, ed invece aveva un negozietto in stazione dove vendeva giocattoli. Ora il libro di Selznick è al posto d’onore nella mia biblioteca, nello scaffale dedicato al cinema. Ma vedete quanto è difficile destreggiarsi nel mare magnum delle pubbli- Gruppi di lettura, che passione! cazioni fantasy? È facile lasciarsi scappare il pesce grosso, in mezzi a tanti pesci piccoli. Il protagonista del libro, Hugo Cabret, è un ragazzino intelligente, coraggioso e pieno di talento. Non ha mai conosciuto la madre. Suo padre faceva l’orologiaio ed era morto nel misterioso incendio di un museo della scienza della tecnica, proprio mentre stava cercando di riparare uno stranissimo automa ad orologeria che in teoria sarebbe dovuto essere capace di scrivere e disegnare semplici oggetti. In seguito il ragazzo aveva recuperato l’automa dalle macerie del museo ed aveva tentato di completare l’opera del padre. Ah, non bisogna dimenticare lo zio ubriacone che aveva rapito Hugo portandolo nelle soffitte della stazione ferroviaria dove lo aveva costretto a tenere in ordine i numerosi orologi che costellavano le pareti dell’ edificio. Questi gli antefatti. Ma il bello inizia dopo, quando Hugo incontra un vecchio misterioso che vende giocattoli alla stazione, si fa amica la ragazzina nipote del vecchio ed insieme inseguono un mistero, che una volta risolto farà scoprire loro verità fantastiche che incideranno per sempre sulla vita di tutti i protagonisti. Benché essenzialmente basato su fatti realmente accaduti, il libro è permeato da uno straordinario sense of wonder, soprattutto per il modo nel quale è stato realizzato. Sembra di tenere in mano un oggetto proveniente da un altro mondo oppure da un’altra epoca. Non se ne fanno più di libri così. Niente carta patinata, ma fogli di cartoncino nero dove spiccano dei meravigliosi disegni a matita realizzati in black and white con una tecnica straordinaria. Nessuna nuvoletta o balloon va a deturpare i disegni. Le tavole si alternano a pagine artisticamente incorniciate dove sono descritte le situazioni ed illustrati i dialoghi dei protagonisti. Sono 544 pagine con 158 disegni panoramici che riempiono l’occhio e la storia, senza contare le numerose riproduzioni fotografiche di sequenze famose di vecchi film dei tempi del muto. Brian Selznick è un famoso illustratore di libri per ragazzi, ed un grande appassionato di cinema. Certe volte la realtà supera la fantasia, basta saperla cogliere e lasciarsi trasportare. Ed il grande regista Martin Scorsese portando sulla schermo il film Hugo Cabret c’è riuscito in pieno. Gianni Ursini Lo scorso 12 novembre si è svolto, presso la Libreria Lovat, un incontro sui gruppi di lettura condotto dal Dott. Alessandro Sicora, ricercatore universitario in Sociologia generale. Che cosa sono questi gruppi, come funzionano, come crearne di nuovi. L’incontro nasceva dall’esperienza personale di Sicora, che è fondatore del gruppo di lettura triestino Assorbilibri, nato nel gennaio 2006, e di quello cosentino Libriamoci. Le ragioni per cui un gruppo di lettura nasce, vive e si consolida, sono molteplici: condividere con altri la passione divorante della lettura, esercitarsi dialetticamente in animate discussioni, scoprire nuovi libri e nuovi autori che magari da soli non avremmo mai considerato, approfondire l’analisi di un libro grazie all’interpretazione che ne è stata data da altri, confrontarsi con persone diverse e diventare più tolleranti. E infine, perché no?, fare nuove amicizie. Il gruppo degli Assorbilibri ha avuto così tanto successo tra i suoi membri da portare alla nascita di un sottogruppo, denominato AsSAGGIalibri che – lo dice la parola – si occupa di saggistica anziché di narrativa che è di esclusiva pertinenza del gruppo originale. Per ogni ulteriore curiosità sull’attività degli Assorbilibri e per avere consigli su come creare e gestire un nuovo gruppo di lettura, potete visitare il blog https://sites.google.com/site/gliassorbilibri/home/gli-assorbilibri. L.P. ESERCIZIO FARMACEUTICO dott. Marco Esposito FARMACI SENZA OBBLIGO DI RICETTA OMEOPATIA - ERBORISTERIA - ARTICOLI SANITARI Misurazione della pressione, glicemia e colesterolo. Convenzionato A.S.S. per alimenti per celiaci www.parafarmaciaesposito.wpeople.it Trieste - via Giulia, 61/a - tel 040 5708329 9 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 editoria a pagamento? No grazie A volte Konrad riceve recensioni. Buon segno, vuol dire che il nostro giornale piace ed è considerato una buona vetrina. È capitato qualche volta che le recensioni proposte riguardassero libri editi dai cosiddetti editori a pagamento. Abbiamo allora dato lo stop, perché non riteniamo che questi libri vadano pubblicizzati, né che gli autori vadano sostenuti su quella strada. Ma di cosa si tratta, esattamente? Semplice, è l’autore che paga l’editore. Che ci sia qualcosa che non quadra, salta subito all’occhio. Vi è mai capitato che un idraulico, dopo aver riparato il rubinetto, vi abbia dato cento euro chiedendovi anche scusa del disturbo? Probabilmente no... Eppure, non si sa perché, nell’editoria degli ultimi anni pare che questo controsenso sia non solo ammesso ma ampiamente incoraggiato. E così capita che qualsiasi persona, dopo aver adeguatamente aperto il portafoglio, possa fregiarsi del titolo di “scrittore” e presentare il suo romanzetto in una qualche bella libreria del centro, con tanto di fiorellini sul tavolo e falso luccichio negli occhi. Falso, dico, poiché non può esserci vera emozione laddove non c’è stata vera fatica, vera sfida, vera frustrazione, vera attesa, vera speranza. Vi racconto – consentitemi - un aneddoto personale. Inizierò col dirvi che, io come tutte le donne, sono stata bambina col capolavoro di Louisa May Alcott. E se fin da bambine già ci piaceva scrivere, come trovammo commovente quel particolare capitolo... Jo entrò più volte nel portone, arrivò fino alla scala e ogni volta tornò indietro. Alla fine doveva aver preso una decisione eroica perché si calcò il cappello in testa, varcò di nuovo il portone e imboccò la fatidica scala. Ricordate? Jo, la seconda delle sorelle March di Piccole donne, andava alla sede di un giornale, a consegnare, fiduciosa di poterli vendere, alcuni suoi racconti. C’è in lei la trepidazione, il timore del giudizio, l’umiltà, tutto quello che muove il cuore dello scrittore esordiente. E quando, dopo qualche giorno, vede che sul giornale è stata pubblicata una sua novella, è pazza di gioia e guardando al futuro esclama: “Ah, quanto sarei felice. Pensate: potermi guadagnare da vivere col lavoro che mi piace di più!” Così, obnubilata da vecchi sogni e dolci ingenuità, alcuni anni fa ho chiesto un incontro a un editore. Mi presentai all’appuntamento molto emozionata, come Jo, con la mia opera ben sistemata nella cartellina, per sottoporla a quello che credevo un giudizio serio e severo. La signora in questione, prima ancora di leggere anche solo una riga, mi disse: “Certo che ti pubblichiamo, cara. A seconda del numero di pagine, saranno circa 3.000 euro”. Ripeto, perché questo è il punto importante: mi disse di sì prima di leggere, senza sapere cosa o come scrivevo. Mi caddero le braccia. Forse vedendo la mia faccia farsi scura, la signora ipotizzò che il problema fosse economico e mi confortò subito “Oh, anche rateizzabili!” Ma la mia espressione rimase cupa, poiché il problema era di dignità, di perseveranza, di tutti i valori che sarebbero andati calpestati se avessi accettato. Purtroppo (me ne vergogno ancora oggi) non avevo abbastanza faccia tosta per dirle ciò che pensavo, e cioè che pagare per essere pubblicata mi sembrava una cosa molto squallida, e mi nascosi dietro a nebulosi ehm, vedremo, chissà, ci risentiamo, e così feci per i mesi seguenti, quando la signora, come una piazzista alla porta, periodicamente mi contattava per chiedermi se mi fossi decisa. Ecco, questo è il modo in cui scoprii che esisteva quella brutta cosa chiamata editoria a pagamento. Per me l’episodio fu sufficiente a farmi un’idea, che mantengo fermamente negativa. Il web oggi sul tema è ricco di informazioni. Per questioni di spazio, io mi limito a due riferimenti, ma le risorse sono davvero infinite. Comincio con un gruppo Facebook che contrasta il fenomeno e invita gli aspiranti scrittori ad avere pazienza, fiducia in quello che scrivono, e un certo rigore etico che le mantenga entrambe intatte nel tempo. Si chiama, appunto, Il gruppo contro l’editoria a pagamento. Lo ha fondato Francesco Troccoli, classe 1969, vincitore e finalista di parecchi premi e in prossima uscita, a maggio 2012, col suo primo romanzo per Armando Curcio Editore. Troccoli, intervistato un po’ di tempo fa, ebbe a dire: “Chi paga sa di non essere un buon autore, oppure, se invece lo è, si lascia abbindolare o non ha la pazienza di attendere, o ancora è vittima della propria bramosia narcisistica. Se pagare si rivelerà la sola maniera di pubblicare i miei romanzi, allora io non pubblicherò mai un romanzo. Amen. In merito agli editori, basta con questa storia della crisi dell’editoria! Perché il costo di questa crisi dovrebbe sobbarcarselo l’autore, che imprenditore non è, azzerando il rischio d’impresa della casa editrice? Ci sono tanti onesti editori (anche fra i più piccoli) che non chiedono un centesimo. Agli editori a pagamento chiedo: e quelli come fanno?” Il gruppo ricorda quelle che dovrebbero essere le regole fondamentali (persino ovvie) dell’editoria: l’editore non è uno stampatore, dovrebbe fare ben di più; visto che tutti possiamo pubblicare pagando, la pubblicazione non dimostra in alcun modo il valore dell’opera; meglio una vita da esordiente che un evento di presentazione da pagante; un autore che pubblica con detti editori si “sporca il curriculum”, perché rischia di non essere più preso seriamente in considerazione da quelli che invece non chiedono alcun contributo. Vi segnalo anche l’ottimo sito Writer’s’ Dream (www.writersdream.org) che suddivide le case editrici in free, cioè quelle “normali”, che non fanno pagare, quelle “a pagamento”, che in varia forma chiedono contributo all’autore, e quelle “a doppio binario”, che a volte fanno pagare e a volte no (ambigue e detestabili quanto le seconde). Potete consultarlo se avete dubbi o curiosità di lettore, e soprattutto da aspirante scrittore, per sapere da quali trappole fuggire. Divertente (se non fosse tristissimo) lo scherzetto che Writer’s Dream ha giocato a un editore a pagamento (che promette una selezione serissima), inviandogli un testo redatto in maniera casuale: pagine di Wikipedia di argomenti disparati assemblate malamente. Un manoscritto senza trama, senza logica, che non era nemmeno bello da vedere, con caratteri di tipo e dimensioni diverse. Insomma, un orrore. Non è stato preso in considerazione, direte voi... E invece, voilà, quell’editore che valuta “serissimamente” i testi (ma che evidentemente nemmeno li sfoglia) ha inviato una risposta entusiastica con tanto di proposta contrattuale! La cosa si commenta da sé. Quindi, autori, aprite gli occhi: non pagate mai per pubblicare. Abbiate pazienza. Se proprio desiderate avere delle belle copie rilegate della vostra opera da regalare alla nonna o da fissare sullo scaffale con onanistica voluttà nelle sere di bassa autostima, allora rivolgetevi ad un tipografo che per meno denari vi accontenterà. Sono troppo drastica? Che volete farci, tutta colpa di Jo March. Quando da bambina leggi di lei, continui a credere che esista un solo tipo di scrittore: quello che deve calcarsi il cappello in testa, avere paura, avere coraggio, salire una qualche fatidica scala, e rimanere per giorni, mesi, nell’ansia di sapere se quello che ha scritto valga oppure no. C’era tutto questo, in quel capitolo. Ma che Jo fosse disposta a pagare, no, proprio non c’era... Luisella Pacco L'a rch ite ttu ra e il met odo EFT Intervista con Barbara Žetko pe 10 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 r un soffio di benessere Questa volta giochiamo in casa. Niente di più semplice che intervistare l’architetto Barbara Žetko nel suo bello studio nella centralissima via Carducci a Trieste, proprio di fronte al Mercato Coperto. Collaboratrice fissa di questa splendida rivista, in cui mi sento un ospite gradito, è esperta in valutazioni energetiche e ambientali degli edifici e architettura sostenibile, e con il suo grande bagaglio di conoscenze in materia fa puntate regolari a Barcellona per respirare Gaudì con le sue originali visioni di cielo e terra, e a Parigi con le sue futuristiche novità architettoniche, come il museo di Quai Branly, per capire, comprendere, interiorizzare e infine, se possibile, ricreare qualche novità a modo suo. Madre di due splendidi adolescenti, le chiediamo, come prima cosa, come concilia, lei, una donna pratica e dinamica, ben piantata nella realtà, l’architettura con la sua attività di operatrice del metodo EFT (tranquilli, spiegheremo tutto…), uno dei sistemi della ricerca del benessere già in voga negli altri Paesi, da noi invece appena agli inizi. Sembrerebbe un intrigante caso di interdisciplinarietà… Compito dell’architetto è costruire edifici che non siano solo stabili da un punto di vista statico, funzionali nel loro utilizzo ed esteticamente piacevoli, ma anche tali da garantire il massimo benessere. Il benessere di una persona non è però dovuto unicamente a fattori esterni, ma dipende anche dall’equilibrio interno che questa persona è in grado di raggiungere. I metodi che aiutano a raggiungere tale equilibrio, l’EFT per esempio, ma anche l’omeopatia, i fiori di Bach… e l’architettura, non sono nient’altro che aspetti complementari tendenti verso un unico obiettivo. E se infine credi che non ci sia nessun collegamento tra l’architettura e l’EFT, pensa all’ideatore del metodo, Gary Craig, ingegnere americano, e alla mia insegnante, nonché massimo rappresentante dell’EFT in Slovenia, Pika Rajnar, laureata in matematica! Figuriamoci, ci credo. E quindi, finalmente: che cos’è l’EFT? Nel colloquio informale, che ha preceduto questa intervista, l’hai chiamata con un’efficace metafora che rende bene l’idea: il metodo del picchio. Non si avvicina né alla medicina né alla psicologia, forse possiamo fare un lontano parallelismo con l’agopuntura e lo shiatsu, perché tutti usano la tecnica di pressione sui meridiani… L’EFT o Emotional Freedom Techniques è una tecnica di auto-aiuto per il raggiungimento della libertà emozionale, o più semplicemente un metodo che ci permette di cancellare le emozioni negative, come paura, rabbia, tristezza, gelosia, o altro. Il metodo è veloce, duraturo e non necessità di attrezzature o strumenti particolari. Qualcuno lo descrive come un’agopuntura senza aghi. Come si fa? Picchiettando con le punta delle dita i terminali dei meridiani, mentre ci si sintonizza sul problema che si vuole risolvere. Il vantaggio di questa tecnica è che si può praticarla da soli, in qualsiasi momento e in qualunque luogo, e i risultati sono in molti casi riscontrabili già dopo qualche minuto. Si può inoltre impararla facilmente in pochissimo tempo. Detto così sembra incredibile. È possibile quindi che un sistema simile sia stato scoperto solo adesso? Non è che sia stato scoperto adesso, al contrario, perché si basa su una solida base, cioé la medicina cinese che, come sappiamo, usa i meridiani del corpo umano per giungere alla fonte dei mali del corpo e dell’anima. In questi casi lo scetticismo è d’obbligo. Ma serve anche a chi che non ci crede? E poi tu mi dici che quelli che non hanno risolto i loro problemi e le fobie in dieci anni, con questo metodo potrebbero farlo in un’ora? I medici e gli psicologi avrebbero di che obiettare… Alcuni punti da picchiettare. L'intera sequenza dura un paio di minuti Dico loro, e a tutti gli altri, con molta serenità e reale stima del loro indispensabile e insostituibile lavoro, che provino questi sistemi prima di esprimersi. Io stessa sono molto diffidente dei metodi non provati e finché non ne constato personalmente l’efficacia, non me la sento di consigliarli agli altri. E hai già risposto alla domanda che volevo fare: questi campi che spaziano tra il corpo e l’anima, medicina e spiritualità con un pizzico di misticismo, sono terra di nessuno, in cui si insediano facilmente i ciarlatani, che ci vendono il paradiso con i pensierini presi dai Baci Perugina. Oggi non occorre neanche comprare i famosi cioccolatini, perché le frasi le trovi facilmente anche su internet… Come hai detto tu, penso di averti già risposto. E poi, se vogliamo, siccome qui il risultato è molto più immediato, uno può constatare subito l’efficacia. Bisogna inoltre avere sempre in mente una cosa fondamentale: la preparazione professionale. Se stai solo un po’ attento al loro modo di comunicare, al loro atteggiamento e sapere concreto, capisci subito quanto uno conosce realmente il suo lavoro. Concordo pienamente. La cautela è d’obbligo e il modo di esprimersi è molto indicativo della competenza di un operatore del benessere. Allora, di chi posso fidarmi? Io direi di informarsi su come e dove l’operatore EFT ha studiato. Ha seguito dei corsi tenuti da persone competenti? Ha sostenuto degli esami? Si aggiorna costantemente? Beh, e tu? Personalmente mi sono formata con un’insegnante riconosciuta dall’AAMET – Association for the Advancement of Meridian Energy Techniques, che è la maggiore associazione internazionale di professionisti di EFT. La mia qualifica è di operatrice EFT di 2° livello e seguo con regolarità incontri e corsi di approfondimento e aggiornamento. Stupendo… e non lo dubitavo. Ma torniamo a noi. Cosa cura esattamente il metodo EFT? Il termine curare non è appropriato. L’EFT non è in nessun caso una terapia medica o psicologica ed è importante sottolineare che deve essere semmai utilizzata in aggiunta e mai in sostituzione di altre tecniche mediche o psicologiche. Detto questo, molteplici sono i problemi che possono venir alleviati o risolti applicando la tecnica dell’EFT: paure e fobie di ogni tipo, per esempio quella di volare, degli aghi, dei ragni, e poi l’ansia, le difficoltà nei rapporti interpersonali, nell’apprendimento, nel raggiungimento di prestazioni sportive, dipendenze, sintomi di malattie e altro ancora. Pensa che all’inizio la tecnica del picchiettamento è stata utilizzata per curare i grossi traumi dei reduci della guerra del Vietnam. E ha funzionato… Ma per i comuni mortali, che non sono partiti per il Vietnam a sparare ai vietcong, come canta il buon Gianni Morandi, quali sono i suoi pregi reali? 11 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Non provoca dolore, si può fare da soli e presuppone un piccolo sforzo da parte tua a voler cambiare veramente, magari soltanto in quei piccoli gesti quotidiani, che però sono condizionati negativamente da un’umanissima pigrizia. Per intenderci: è molto più facile prendere una pastiglia, quando qualcosa ti fa male, e bisogna comunque fare un minimo sforzo concreto per applicare il metodo EFT. Qui sei da solo a curare te stesso. E non è poco. Ci sono molti siti web che offrono tutte le informazioni di cui uno ha bisogno. Personalmente ho trovato molto ben fatto il sito www.emofree.it che contiene parecchi video dimostrativi. Poi si possono seguire le presentazioni che sempre più spesso vengono condotte presso varie associazioni. Io stessa lo faccio, perché la curiosità intorno al metodo per la sua reale validità cresce di giorno in giorno, tanto che non riesco più a soddisfare singolarmente le sempre più numerose richieste di dimostrazioni. Quando e a chi consigli di rivolgersi a un operatore EFT? La nostra chiacchierata ci ha portato lontano dall’architettura. Allora, per concludere, mondi che sembrano distanti si avvicinano come per incanto, perché siamo noi stessi a far sì che sia tutto nella nostra mente. Perché il benessere ha molte sfaccettature che passano, in questo caso, dall’architettura al… metodo EFT, quello del picchio. O, in altre parole, dai palazzi futuristici ai meridiani del corpo umano. Senza sbigottimento e grida allo scandalo e con Gaudì che ci guarda con benevolenza e forse anche con un pizzico di simpatia… Dušan Jelinčič Lo consiglio a quelli che non riescono a risolvere il problema perché troppo complesso e quindi tendono a non affrontarlo per indolenza. L’operatore EFT come figura assomiglia forse un po’ al personal trainer, che segue le persone desiderose di raggiungere una buona condizione fisica: il cliente conosce gli esercizi a memoria, potrebbe farli benissimo a casa da solo, ma ha bisogno di qualcuno che lo sostenga e lo incoraggi. E chi volesse approfondire? un libro sul Versa Il torrente Versa, come moltissimi fiumi del nostro Paese, è visto principalmente come una minaccia e un ostacolo all’urbanizzazione e allo sviluppo dalla maggior parte della del territorio valide anche per gli altri corsi d’acqua regionali e non solo. popolazione che vive lungo le sue rive, scrivono Michele Tofful Ora bisogna chiedersi se gli amministratori avranno la saggezza di recepire e Paolo Minen nel libro pubblicato dall’Associazione WWF Isontino “Eugenio e mettere in pratica queste buone pratiche e il pessimismo non manca. Con Rosmann” e dedicato al fiume che hanno frequentato sin da bambini. Su una delibera dell’agosto 2011 la Giunta regionale una carta del torrente Versa – datata 1776 – si legge del Friuli Venezia Giulia ha predisposto una scheda che il Versa scorreva …serpeggiando a meraviglia – da distribuire a tutti i Comuni – per individuare i sino alla sua sboccatura nel torrente Iudri…, e “corsi d’acqua irrilevanti ai fini paesaggistici”. Se fino al 1911 il paesaggio non cambiò di molto. Dai adesso vige un vincolo paesistico di 150 metri dalle primi argini a protezione del paese di Medea, alle sponde di tutti i fiumi (Legge Galasso), la Regione bonifiche del Preval tra gli anni '30 e '50, si giunse propone ai Comuni di poter ridurre tale fascia alla completa rettificazione a arginatura del corso di rispetto fino a 20 metri o eliminarla del tutto a d’acqua. I primi a farne le spese furono gli anfibi, determinate condizioni. Gli esperti sostengono al mentre i pesci ritornarono a popolare le sue acque. contrario – anche alla luce dei drammatici eventi di Dopo l’alluvione del 1998 l’intero tratto di pianura del Genova e delle Cinque Terre – che i fiumi debbano Versa fu interessato da pesanti lavori di sistemazione avere spazio per sviluppare il proprio corso, sia idraulica: il rischio di esondazioni (almeno nel breve per garantire un migliore deflusso delle acque periodo) è scongiurato, ma per contro si assiste Scorcio del torrente Versa a nord dell’abitato di Fratta in caso di piene, sia per migliorare le funzionalità allevidente erosione delle sponde e del letto e al e la biodiversità e svolgere quel ruolo di corridoi crollo della comunità ittica. Le principali funzioni ecologici naturali, specie in pianura e nelle aree urbanizzate dove spesso del fiume, la depurazione naturale e la ricarica della falda, oggi appaiono i corsi d'acqua costituiscono l'unico serbatoio residuo di selvatichezza. Le compromesse, come anche il livello di biodiversità. Gli autori presentano esigenze di sicurezza da un lato e di conservazione (e ricostituzione) degli un’analisi costi-benefici, in base alla quale possono concludere che “il bilancio habitat dall’altro non sono in contrapposizione, ma possono convivere se si è nettamente negativo: i costi per la sistemazione e la manutenzione idraulica attua una buona gestione dei nostri corsi d’acqua. Il torrente Versa potrebbe superano di molto i benefici forniti da tale opera”. Tutto è perduto? Forse no. costituire un primo piccolo esempio. Michele Tofful e Paolo Minen, in conclusione della loro sintetica ma preziosa Il libro Il torrente Versa: la vita, le risorse e la gestione dellecosistema pubblicazione, analizzano gli errori commessi fino a oggi e propongono una fluviale si può trovare presso: Nature Point in Piazza Benco 3 – Trieste; sistemazione idraulica alternativa e una riqualificazione del torrente Versa in Libreria Storica Stampa e Storia in Corso del Popolo, 56 – Monfalcone; grado di ripristinare in parte la biodiversità e la funzionalità dell’ecosistema Libreria UBIK in Corso Giuseppe Verdi 119 - Gorizia. fluviale e di mantenere per lungo tempo un elevato livello di sicurezza. Si tratta di una serie di indicazioni, basate anche su positive esperienze messe in pratica Claudio Siniscalchi da altri Paesi europei, che dovrebbero costituire delle norme di buon governo !"#$%&'(#)%"#!*#+,!)%-#)%"#*(#'."/.-#)%"#*%#,0!&!/% GYROTONIC ® � �GYROKINESIS Trieste Via Crispi, 17 tel 040 3480704 ® ® yoga * tai chi * reiki * feldenkrais Corsi colletivi e lezioni individuali locale climatizzato 1112+,!%$%&'(,/34!%2!/ Elisir di Elisabetta Turati !"#$%!$ &'(()*+',-).+/),0 1212310045,6,78719:8219 [email protected] 12 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 13 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 VALANGHE E BANCHE Domenica 30 ottobre per il programma “Report” su RaiTre, viene citato il libro Effetto valanga di Mark Reynolds (Urania, 1974), dove la singola decisione di un cittadino innesca una crisi economica globale. Un sig. X decide che non ha la disponibilità economica per comprare un elettrodomestico, ed il rivenditore impressionato dalla mancata vendita rivede le sue priorità, e così via (come direbbe Kurt Vonnegut) fino ad una crisi economica globale. Il libro, intriso dell’ottimismo americano d’allora, risolve il problema mondiale risolvendo il problema individuale: trovato il tizio che ha dato inizio all’effetto valanga alcuni funzionari governativi vanno ad allungargli i soldi per acquistare l’elettrodomestico, così che il rivenditore possa permettersi alcuni investimenti, e così via fino alla ripresa dell’economia mondiale. Ma forse le cose non sono proprio tanto lineari. Un’ottima descrizione delle complicazioni che insorgono a livello globale ce lo dà Loretta Napoleoni, che compila questa estate il libro Il Contagio (Rizzoli, 9/2011), inseguendo in tempo reale l’evolversi delle rivolte arabe e l’involversi della situazione economica italiana. Letto questo saggio la domanda che ci si pone è: dove diavolo reperire il denaro che permetta al nostro X di comprarsi l’elettrodomestico? Dalle banche certamente no. Hanno prestato soldi a personaggi inaffidabili grandi e piccoli tramite prestiti subprime, concessi ad enti o persone che hanno avuto problemi di solvibilità e che quindi non possono accedere a finanziamenti con normale tasso di mercato. Le banche stesse si sono ritrovate così con le mani piene di crediti inesegibili e sono stati rifinanziate con i soldi delle tasse, cioè di tutti i contribuenti. È seguito l’attacco speculativo agli istituti di credito esposti causa le loro acrobazie finanziarie. Quindi la speculazione è saltata addosso ai debiti degli Stati. In primis è toccato alla Grecia, che aveva rifinanziato il suo debito pubblico con un trucchetto bancario. I ritardi europei hanno portato ai giorni nostri. E come ha reagito il famoso Mercato a cui sono state attribuite qualità di autoregolamentazione assolutamente ideologiche (Slavoj Žižek, Dalla tragedia alla farsa, Ponte delle Grazie, 2010)? Con i vecchi provvedimenti targati FMI che hanno steso a suo tempo l’Argentina. Con i provvedimenti che vengono dettati all’Italia da un fitto epistolario con la UE. Aumenti di tasse, il probabile ritorno dell'ICI, privatizzazioni risparmi per rifinanziare un sistema che mette le classi meno abbienti in ginocchio. Così da noi, con tutte le nostre eccezionalità, come dagli altri, con tutte le loro eccezionalità. E non basta che molti analisti vedano nell’aumento dei prezzi dei cereali una delle ragioni primarie dello scoppiare “a ciel sereno” delle rivolte arabe. Meno soldi per chi ne ha pochi. Non importa che, a Londra l’altrieri e a Roma ieri, scoppino disordini incontrollabili. Il sistema di deve mantenere a costo del mantenimento della gente. Ma non è detto che debba andare così. Sia ne Il contagio della Napoleoni, che in Vivere alla fine dei tempi di Žižek (Ponte alle Grazie, 2011) vengono citati tre stati: Argentina, Dubai ed Islanda, in ordine di tempo. Tutti e tre, ognuno per cause differenti, indebitati sin sopra il naso, ad un certo punto hanno puntato i piedi. Hanno minacciato il famoso default, ovvero di non pagare una lira di debiti. Ed hanno ottenuto una riduzione intorno alla metà del dovuto. E le loro economie sono ripartite. Però le economie di questi tre paesi avevano un vantaggio: non erano e non sono di area euro. Sono paesi più indipendenti di Italia e Grecia, dove, è stato dimostrato in questi giorni, i rispettivi governi, e in particolare le rispettive economie, possono essere messe sotto tutela dall’Europa che non vuole essere contagiata. Ma se questa “cura” è gestita da “dottori” come il FMI e banche religiosamente fedeli al Mercato, è come la cura del cerusico che leva sangue e poi vediamo. Gli autori citati avanzano proposte che ormai si possono dire banali per quante volte sono state ripetute. Žižek, marxista irriducibile, propone di ripartire dalla critica al capitalismo. Ed è quello che fanno cento piazze al giorno in tutto il mondo. La Napoleoni dice quello che dicono la gran parte degli economisti che non lavorano per il sistema: ci vuole lavoro e sviluppo perché sottraendo denaro non si creerà denaro, ci sarà soltanto il presente trasferimento di risorse dai molti poveri ai pochi ricchi. Sempre più pochi ma sempre più ricchi. Ma se queste banali proposte, ma non per questo stupide, rimangono voci nel deserto quando mai il signor X troverà i soldi per l’agognato elettrodomestico? Claudio Pettirosso realizzazione e se r v izio a Auto ll’umanità Meditazione - Ser vizio so ciale i Y Corsi d oga e cucina v e g e t ariana i n e diane p Cen er b e n eficenza Via San Giuliano, 35 - Pordenone tel./fax: 0434 28043 - [email protected] Ananda Marga Organizzazione Umanitaria Cordenons PN - Piazza San Pietro 10 Tel. 0434 931364 - Cell. 348 9035858 www.apnu.net 14 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 L'ambientalismo si confronta dei servizi, la maggioranza indigena sta segnando il cammino di una lunga marcia per un obbiettivo di giustizia sociale e di conquista dei beni comuni. L’ambientalismo deve orientarsi verso un’ampia alleanza per il cambiamento coniugando le opportunità rappresentate dalla sfida ambientale con l’innovazione tecnologica, la legalità, la responsabilità sociale d’impresa verso la realizzazione della green economy. Il modello organizzativo di Legambiente ha permesso di far convivere pluralità di azioni e di idee, perché lo stile di lavoro associativo è inclusivo: fondamentale è il ruolo dei circoli locali che rappresentano il cuore dell’associazione per pensare globalmente e agire localmente per interpretare gli interessi generali e realizzare esperienze di cambiamento. E veniamo al cuore dell’associazione. Sabato 5 novembre al Centro Balducci di Zugliano si è svolto il Congresso Regionale di Legambiente FVG, con la partecipazione del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza. Congresso in effetti piuttosto rituale, con dibattito ridotto all’essenziale. La partecipazione del circolo di Trieste è stata vivace, con un contributo di cinque mozioni tutte approvate. Nella prima abbiamo proposto che Legambiente promuova l’accordo di programma fra le parti, unico percorso possibile per risolvere la crisi ambientale e occupazionale della Ferriera di Servola; nella seconda che Legambiente, di fronte all’ipotesi di un eventuale impianto di rigassificazione in regione, proponga in alternativa agli impianti fissi le navi EBRV che rigassificano a bordo, mozione modificata per intervento di Cogliati senza però snaturarne il contenuto. La terza mozione era indirizzata alla sostenibilità ambientale sociale, economica ed etica nell’uso delle materie prime. La quarta era a sostegno del Tribunale permanente dei popoli. La quinta, accolta come raccomandazione, sul Piano territoriale regionale e sul Piano Paesistico. Da parte della segreteria uscente sono stati presentati cinque documenti. Quelli che rivestono un interesse più generale sono quattro: Note sulla politica ambientale della Regione FVG: quali obiettivi per Legambiente FVG, Gestione e conflitto sulla sostenibilità urbana e Una griglia di valutazione per promuovere concretamente le rinnovabili in FVG, Proposte per una politica sostenibile nella montagna friulana. Il primo proponeva una discussione in Congresso sulle politiche regionali per individuare scelte e iniziative (pianificatorie, programmatiche, realizzative) per rispondere alla sfida ambientale sui temi delle infrastrutture dei trasporti, sulle politiche energetiche, sulla gestione del territorio (blocco del consumo di suolo e tutela del paesaggio, uso della Valutazione Ambientale Strategica in modo totalmente difforme dalla Direttiva europea), sulle politiche agricole e della biodiversità, sulle politiche di controllo degli inquinamenti, del risanamento del territorio e di tutela delle acque. Il secondo, il terzo e il quarto documento rappresentano un approfondimento settoriale di alcuni aspetti evidenziati nel primo. Purtroppo dopo l’illustrazione dei documenti è mancato un approfondimento delle stimolanti proposte che vi erano contenute. Anche questo fa parte della ritualità. LEGAMBIENTE a congresso Legambiente celebra (perché si usa questo termine? forse perché in questi eventi la ritualità prevale sull’effettiva partecipazione?) il suo IX congresso nazionale, preceduto dai congressi regionali, preceduti dai congressi o dalle assemblee locali. Un’operazione a cascata che comporta relazioni, mozioni, raccomandazioni, documenti a tutti i livelli e che spesso pare un percorso artefatto e precostituito. Però dall’analisi del documento nazionale è possibile individuare alcune novità. Capire il futuro per cambiare il presente, la forza dell’ambientalismo per vincere le sfide del mondo moderno pone fin dall’inizio l’accento sui seguenti punti: la rivoluzione energetica (Rifkin nel suo ultimo libro la definisce Terza rivoluzione industriale) e la lotta contro i cambiamenti climatici, la difesa e la valorizzazione dei beni comuni, il rinnovamento delle città e il rilancio dei piccoli comuni per il benessere sociale e la vivibilità, la politica industriale per un’Italia più pulita, più equilibrata e più efficiente, le forme di economia equa e solidale, il valore della natura e del rapporto con gli animali, della bellezza e del volontariato, la battaglia contro il consumo di suolo, il rischio idrogeologico e la deturpazione del paesaggio, la forza della cultura, della conoscenza e della legalità, il superamento della piaga del precariato, della barbarie dei respingimenti, delle nuove forme di schiavismo: tutto ciò fa parte di un concreto progetto per il futuro del nostro Paese. Queste indicazioni sono il presupposto per una gestione democratica e partecipata del territorio. Il neoliberismo imperante ha prodotto la finanziarizzazione dell’economia ma, come viene evidenziato nel documento di Legambiente, ha anche innescato, per reazione, i movimenti di indignazione delle nuove generazioni che rifiutano questo modello di cui sono le principali vittime. L’occupazione delle piazze segnala che l’indignazione si sta trasformando in consapevole ribellione contro il pensiero unico del liberismo, che utilizza la globalizzazione per ridurre i diritti allo stato sociale e al lavoro. Tema centrale del documento è la crisi climatica, quindi la necessità di fonti energetiche rinnovabili, il decentramento della produzione energetica e la necessità inderogabile di dissociare la crescita economica dal consumo di risorse naturali, aumentando l’efficienza nel loro uso per trasformare il sistema produttivo. La gestione del territorio e la sua salvaguardia dagli speculatori della finanza e del cemento è uno degli assi portanti dell’azione culturale di Legambiente perché è importante saper leggere la realtà tanto quanto saperla raccontare. Legambiente ha inventato termini come ecomostri, ecomafie o soft economy. Amministrare bene un territorio vuol dire gestire democraticamente i beni comuni: acqua, aria, suolo, reti di connessione che trasportano e distribuiscono le persone, le risorse e l’informazione, non solo su base locale ma a livello globale. Il nuovo modello esistenziale deve essere improntato su una nuova relazione tra gli esseri viventi e la natura e propone un nuovo modello di uso delle materie prime non rinnovabili, patrimonio non scambiabile e non vendibile. In molti paesi del mondo più povero, perché sfruttato dalle multinazionali Lino Santoro giovani 15 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Te nd e, mu sic a e spe ran ze # occ up ytr ies te Quando il corteo del fatidico 28 ottobre sfociava nell’occupazione di piazza Unità c’erano 3 sole tende. “Uno scherzo!” mormorava la gente fino a quando le tende e le persone si sono triplicate, quadruplicate. Sono cresciuta lì, tra le tende. Ho potuto accorgermi di come fosse infantile il mio modo di pensare, di quanto poco fossi informata del mondo, ma avevo e ho tutt’ora voglia di imparare e di crescere. Durante la protesta che per notti e notti, nonostante il freddo, si prolungava ho potuto approfondire il termine indignados, una parola che viene molto utilizzata in questo periodo. Il movimento indignados, totalmente pacifico, nacque in Spagna come movimento 15-M contro la situazione economica e politica che sta investendo tutto il mondo. Un'unione di protestanti che non sono solo studenti, che non sono solo operai, ma una mobilitazione che raggruppa l’indignazione di disoccupati, studenti, operai, ricercatori e tutti coloro che hanno il bisogno di urlare: “Non sottostiamo ai politici e ai banchieri, non siamo le marionette di nessuno!” Il 15 ottobre diventa una giornata importantissima per il movimento M-15 che da spagnolo diventa internazionale e l’influenza delle sue proteste arriva anche in Italia. E chi potrebbe dimenticarsi il 15 ottobre? Giorno in cui Roma ha subito la violenza dei black block e dove sono state ignorate completamente le voci degli indignati a causa della “distruzione” della capitale. Nasce il movimento #occupytrieste con uno sfondo globale di indignatos. I due movimenti non sono la stessa cosa, il primo accetta il dialogo con i politici, infatti ha accolto il sindaco Cosolini in piazza e gli ha consegnato il microfono per farlo parlare, il secondo non ha ammesso l’entrata in piazza di coloro che fanno anche minimamente parte della casta protetta della politica. Nonostante i pochi volantini, #occupytrieste si è fatto sentire un po’ da tutti: anche durante la parata dei bersaglieri è riuscita a prendersi il suo spazio nei giornali con l’ideazione della “clown army” parodia della parata militare condotta da clown e ragazzi con la faccia dipinta di colori vivaci. Cominciano le assemblee cittadine e intorno agli studenti si riuniscono anche lavoratori e ricercatori. Il movimento si trasforma, s’ingrandisce, matura e prende una decisione: occupare la vecchia banca abbandonata. Una scelta difficile, per alcuni azzardata, per altri coraggiosa. Non si riusciva più a dormire sotto la pioggia e il gelo, gran parte delle persone è dovuta tornare a casa a causa della febbre, me compresa e poi noi giovani volevamo ribadire il bisogno di uno spazio autogestito. Non sono mai stata d’accordo con l’abbandonare la tendopoli proprio quando stava diventando qualcosa di più grande, ma questa è un’altra storia, un altro articolo. Mi devo concentrare e limitare a raccontare cosa è successo durante la mobilitazione nella piazza, per cercare di fornire a chi leggerà questo testo un qualcosa che spieghi davvero cosa vogliamo noi studenti e perché lo vogliamo, come ci siamo fatti sentire... “Sangue tra gli studenti”: un urlo che riecheggia tra i giornali della città dopo che la polizia carica sui protestanti l’11 novembre e la banca torna vuota. Ma i cortei continuano, gli striscioni in piazza serpeggiano ancora nel freddo vento autunnale e la lotta non finisce. Parlavo con una mia amica di quanto fossi arrabbiata del disinteresse che c’è spesso tra noi giovani, è una cosa condivisa un po’ da tutti coloro che stanno urlando a squarciagola nei cortei di questi ultimi giorni. Noi si riesce a capire come a molti possa non ferire la situazione italiana e mondiale di oggi, non solo scolastica, ma anche inerente al mondo del lavoro e dei diritti. Più che feriti molti di questi non sanno nemmeno il perché delle proteste e le motivazioni potrebbero essere tra queste due: o non hanno la voglia di informarsi o non ne hanno i mezzi e sono piuttosto sicura che la seconda sia la vera risposta. Il 16 novembre ero in piazza con i miei compagni di scuola ad ascoltare l’assemblea riguardante il corteo del giorno seguente quando mi sono accorta della rabbia e della paura negli occhi della gente. Rabbia perché spesso ci si sente ignorati anche se gli sforzi di farsi sentire sono stati immensi. Paura, paura che il corteo del giorno dopo si possa trasformare in uno scontro violento. Non lo è stato, nonostante il muro di polizia stanca e infastidita dal lungo turno di lavoro e nonostante la forza impetuosa degli studenti spaventasse i passanti noncuranti o molto più probabilmente non toccati dalle problematiche evidenziate dai protestanti. Sono curiosa di vedere come andrà a finire questo movimento, come crescerà e se riuscirà a migliorare i propri punti deboli, ma sono fiduciosa e voglio credere a questo progetto che non deve morire, non ora, non qui. Beatrice Achille l a v ig n e t t a d i c o l u c c i trasporti e ambiente 16 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 TRIESTE PER TUTTI Le proposte dell'Osservatorio per la mobilità sostenibile. Un gruppo di associazioni che si occupano di problemi della mobilità urbana da vari punti di vista – ambiente, salute, pedonalità, ciclabilità, accessibilità – si è riunito più volte nello scorso mese di ottobre per partecipare alla settimana europea della mobilità sostenibile (a cui il Comune di Trieste ha aderito, dopo molti anni di assenza) ed ha elaborato ed approvato un documento conclusivo che riassume tutte le tematiche discusse ed individua una serie di obiettivi e proposte concrete a breve, medio e lungo termine, indirizzate in primo luogo alle amministrazioni del Comune e della Provincia di Trieste. Tutte le proposte sono mirate nella direzione di una mobilità sostenibile a Trieste, cioè a cambiare il modo di muoversi, affinchè questi cambiamenti migliorino la salute e il benessere di tutti i cittadini, anche di quelli che adesso si scontrano con difficoltà ed ostacoli quotidiani. Le associazioni ritengono che la nuova amministrazione comunale, discutendo e approfondendo queste ed altre proposte con i cittadini grazie a percorsi di pianificazione partecipata, possa realizzare significativi cambiamenti nell’arco dei prossimi cinque anni. I motivi di queste scelte sono abbastanza ovvii, ma li ricordiamo qui brevemente: è necessario ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico, le emissioni di CO2, la congestione, gli incidenti stradali, il consumo di suolo, che sono strettamente legati al traffico di veicoli a motore privati (auto e motorini). Questa riduzione si può realizzare favorendo il trasporto pubblico e la mobilità “dolce” (gli spostamenti a piedi e in bici), oltre ad utilizzare meglio le auto con un uso condiviso (car-sharing e car-pooling). Nello sforzo globale di ridurre le emissioni di gas serra e quindi contrastare i cambiamenti climatici, il settore dei trasporti è proprio quello che, in tutto il mondo, vede aumentare la sua parte nel totale delle emissioni, proprio perché è più difficile che cambino le abitudini quotidiane e perché il “sistema automobile” domina la mobilità urbana, specialmente in Italia, sotto l’aspetto economico, urbanistico e soprattutto culturale. Una pianificazione urbana più attenta, invece, potrebbe mirare alla riduzione della necessità di spostarsi e della lunghezza degli spostamenti (“città delle vie brevi”), riqualificando i centri storici ad alta densità abitativa e distribuendo i servizi nelle periferie. Dall’ampio documento redatto dalle associazioni riprendiamo alcuni punti principali, invitando tutti gli interessati a leggere il testo completo sul sito dell’Osservatorio (www.triestemobile.org), dove i cittadini possono anche inviare le loro osservazioni e proposte. I principi fondamentali sottolineati dal documento sono: 1) il diritto alla mobilità per tutti, compresi i disabili, gli anziani e i bambini, in attuazione del DPR 24/07/1996, n. 503; 2) il sostegno alla mobilità pedonale, alla mobilità ciclabile, al trasporto pubblico; 3) la promozione della mobilità sicura per i bambini ed i giovani. Le proposte avanzate sono molto concrete. Si chiedono delle azioni di tipo generale come: l’ampliamento e collegamento delle zone pedonali, dotate di adeguato arredo urbano (panchine, alberi); la realizzazione di “zone 30”, in cui la priorità viene data alla mobilità “dolce” e i mezzi a motore devono rispettare il limite dei 30 km/h; la redazione di un piano integrato della mobilità (PUM); la promozione di campagne di educazione stradale ed educazione alla mobilità sostenibile; l’eliminazione delle barriere architettoniche. Per i sei aspetti specifici presi in esame (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico, intermodalità, mobilità dei bambini, mobilità delle persone con disabilità) sono state individuate numerose proposte, che potrebbero e dovrebbero essere realizzate nell’arco dei prossimi cinque anni. Riportiamo alcuni punti per ogni tematica, rimandando al documento integrale sopra ricordato. Per la pedonalità, si chiede di migliorare il controllo del traffico per garantire la sicurezza dei pedoni e sanzionare la sosta alle fermate dei bus; per la ciclabilità, la realizzazione di parcheggi per bici e di percorsi ciclabili sui principali assi urbani e tra centro e periferie; per il trasporto pubblico, migliorare le informazioni agli utenti, istituire servizi a chiamata, introdurre nuove formule tariffarie e realizzare uno studio di fattibilità per un asse di trasporto “forte” in sede propria (tram o filobus) per aumentare la qualità e la capacità del servizio. Per l’intermodalità, creare parcheggi di interscambio tra bici, mezzi privati e trasporto pubblico; promuovere il bike sharing, il car pooling e costituire una società per il car-sharing. Per la mobilità di bambini e giovani, promuovere e sostenere i “Pedibus” (percorsi casa-scuola a piedi) con una progettazione partecipata dei percorsi, promuovere percorsi sicuri nei rioni coinvolgendo le scuole e le circoscrizioni. Per la mobilità delle persone con disabilità, si chiede di realizzare percorsi accessibili rispettando le norme sui marciapiedi e sulle pavimentazioni, eliminando le pendenze ed i dislivelli eccessivi. Le associazioni promotrici ritengono che queste proposte possano essere realizzate in un processo complessivo che coinvolge la pianificazione urbanistica, la gestione dei servizi, la realizzazione di infrastrutture e il cambiamento dei comportamenti individuali, con un approccio interdisciplinare, basato sulla partecipazione e il coinvolgimento di cittadini, categorie deboli, operatori economici. Ciò presuppone l’accessibilità delle informazioni e dei dati rilevanti, in modo che nel tempo, utilizzando degli indicatori adeguati, si possa verificare l’efficacia degli interventi realizzati e il raggiungimento di determinati obiettivi riguardanti ad esempio la qualità dell’aria, il consumo di suolo e di energia, le emissioni di CO2, la quota del trasporto privato motorizzato rispetto a quello non motorizzato e al trasporto pubblico (modal split). In sostanza, si dovranno monitorare gli effetti sanitari, sociali, economici, culturali e paesaggistici della mobilità attuale e dei cambiamenti introdotti. Le associazioni che hanno discusso e sottoscritto il documento sono: Ulisse-Fiab, Uisp, Legambiente, Coped Cammina Trieste, C.U.P.H. (Coordinamento Provinciale delle Associazioni dei Disabili), Anglat, ACP (Associazione Culturale Pediatri), ISDE Medici per l’Ambiente, WWF Trieste, Gruppo Trieste In Bici, Comitato Lavoratori e Utenti per i Servizi Essenziali. Per dare continuità al lavoro svolto, esse hanno costituito l’Osservatorio per la Mobilità Sostenibile, che ha inviato il documento alle amministrazioni del Comune e della Provincia di Trieste, con la richiesta di un incontro per discutere sulla possibilità e volontà di realizzare quanto richiesto. Andrea Wehrenfennig il f uturo nel p r e s e nt e de l f riul i Friuli Future Forum è nato a settembre del 2010 da un’idea di Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio di Udine. Il nome lascia facilmente intuire la natura di questo progetto, un punto di aggregazione per le aziende ed i cittadini che guarda al futuro del territorio friulano. Lo fa organizzando incontri, conferenze, valorizzando le eccellenze, dando voce alle piccole e medie imprese e fornendo strumenti utili per stare al passo con i tempi. L’intento è quello di creare per ciascun macrosettore economico uno spazio virtuale che tra le altre cose guidi le aziende nell’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e fornisca loro delle linee guida sulla green economy. Iniziative di questo genere sono estremamente utili soprattutto per realtà medio-piccole che spesso sottovalutano le potenzialità dei social network e più in generale di una corretta campagna di informazione. Il danno che ne consegue va a scapito non solo delle aziende ma anche del consumatore che sempre meno trova a sua disposizione una scelta di prodotti di qualità e di provenienza regionale. Fondamentale è anche l’impegno nella creazione di un’economia ecologicamente sostenibile, ed anche qui la struttura del Forum si rivela ideale. Quale luogo meglio di un foro può dare visibilità a chi già mette in pratica i principi dell’ecosostenibilità fornendo così un esempio da seguire? I vantaggi di questo tipo di scelte poi vanno ben oltre il fattore ecologico che sarà in ogni caso un componente essenziale dell’economia del futuro. Nel settore agroalimentare ad esempio la scelta di adeguare la produzione agli standard bio è un cambiamento utile a preservare la propria eccellenza offrendo una garanzia riconosciuta ed apprezzata dal pubblico. In altre parole, i prodotti bio vendono e possono quindi rappresentare un’ottima ancora di salvataggio per chi non intende adeguarsi ad una produzione generica e massificata ma vuole anzi mantenere la ricercatezza e la genuinità dei suoi prodotti. È ovvio che ragionamenti di questo tipo spesso non sono scontati ed è per questo che iniziative come “Aperitivi climatici” rappresentano un’ottima occasione per ampliare le proprie prospettive. Svoltosi venerdì 18 novembre a Udine nella sede del Friuli Future Forum, l’incontro ha dato la possibilità ai cittadini di confrontarsi con professori, tecnici e imprenditori sul tema dell’adattamento della produzione del vino ai cambiamenti climatici e su come gestire l’impatto ambientale in questo settore. A partire dal bilancio dell’ultima annata, caratterizzata da un clima particolarmente caldo, si è La sede di Friuli Future Forum, in via Savorgnana 14 a Udine parlato di ripensamento dell’esposizione dei vigneti e dei tempi della vendemmia per arrivare alla conclusione in un certo senso rassicurante che i cambiamenti ci sono sempre stati e sono inevitabili. L’importante è saperli affrontare. Per poterlo fare bisognerà compiere uno sforzo di immaginazione, capire quali sono le strade che porteranno vantaggi sul lungo termine ed avere il coraggio di intraprenderle. La partecipazione a progetti come Friuli Future Forum spesso cresce man mano che crescono i problemi, e questo non può che essere un segnale positivo. Dimostra quanto sia importante dare degli stimoli ad imprese le cui capacità troppo spesso vengono sottovalutate. Oggi più che mai è necessario dare coscienza agli imprenditori delle proprie possibilità. Se finora proseguire il lavoro dei propri predecessori è stato sufficiente, l’impegno dovrà aumentare a partire da subito per dare il via ad un modo nuovo di pensare la produzione in reazione ad una situazione nuova. È un passaggio obbligato che non può partire dall’idea che la crisi “passerà”. È anche compito nostro farla passare cercando soluzioni, alternative, muovendoci continuamente fino a trovare un equilibrio che duri. Almeno fino alla prossima crisi. Giorgia Facis Per informazioni sulle iniziative e gli incontri promossi da Friuli Future Forum è possibile consultare il sito ufficiale del progetto www.friulifureforum.com. I prossimi incontri sul tema della green economy si svolgeranno nella sede FFF durante la mattinata di venerdì 25 novembre nella cornice dei due giorni di lavoro sulla “crescita verde” promossi dalla Camera di Commercio di Udine. B.C.S. – Formazione Cranio Sacrale Biodinamico Via San Lazzaro,7 – 34122 Trieste [email protected] ♦ 345 9226622 – 345 9224454 www. bcstrieste.it sulle orme del dott. William G. Sutherland La mission della B.C.S. di Trieste, di cui la dott. Leonarda Majaron è Presidente e Docente, è quella di forgiare Operatori Professionisti non Ordinistici di Craniosacrale Biodinamico, di promuovere e di diffondere questa disciplina tra la gente per portare nel quotidiano la consapevolezza che la Salute è dentro di noi, senza con questo nulla togliere alla medicina ufficiale. Che cos’è “CranioSacrale” e perché “ Biodinamico ” Craniosacrale è la denominazione di un Sistema fisiologico del nostro corpo. Esso prende il nome dalle ossa del cranio, che insieme alle vertebre e all'osso sacro, avvolgono e proteggono il cervello e il midollo spinale ove all’interno di membrane protettive circola il liquido cerebrospinale (Liquor). Quando le forze embrionali si incarnano nel Liquor inizia il movimento dei fluidi nei fluidi. Questa forza che ci anima il dr.W.G.Sutherland la chiamò il “Respiro della Vita”. Biodinamico esprime la qualità dell’incontro tra Cliente e Operatore. L'Operatore Craniosacrale Biodinamico si pone in un ascolto consapevole del Cliente e così facendo genera un campo di accoglienza e sostegno in cui riesce ad intervenire sulle forze che inibiscono l'espressione della salute. Non è un massaggio fisico e non è invasivo. Il tocco dolce e l’ascolto sottile e profondo attivano le capacità di autoguarigione del Cliente. A chi si rivolge A chiunque desideri alleviare lo stress per sé stesso e per i suoi familiari ma anche come percorso di crescita personale. A figure professionali già operanti o in formazione nel campo della salute e del benessere personale, a tutte le discipline orientate alla Cura del Corpo che desiderano arricchire ed integrare la propria professionalità con una raffinata arte di ascolto (medici e odontoiatri, fisioterapisti, osteopati, chiropratici, naturopati, shiatzuka, riflessologi, massaggiatori) . Come può aiutarmi Il Craniosacrale Biodinamico è così delicato da risultare adatto a persone di ogni età anche nelle condizioni di dolore acuto o di particolare fragilità. E' consigliato quando altre terapie possono essere rischiose, come durante la gravidanza, in stati traumatici, dopo un'operazione o un incidente. Anche in assenza di malattia si può beneficiare di questo trattamento che, alleviando eventuali stress, va ad incrementare il livello di vitalità e di benessere della persona. B.C.S. Associazione Regionale di formazione CranioSacrale Biodinamico Riconosciuta A.CS.I. (Associazione Cranio Sacrale Italia) e A.N.P.C.I. - Associazione Nazionale dei Professionisti di Disciplina Craniosacrale Integrata NUOVA FORMAZIONE 2012 – I° seminario 27-28-29 gennaio APERTO A TUTTI Preiscrizione entro il 27 dicembre 2011 - info 345 9226622-345 9224454 – [email protected] sa ss i, r o cc e e p ie tr e Volendo parlare di pietre eccentriche e strane è d’obbligo iniziare con la pietra filosofale, che secondo la leggenda sarebbe in grado di trasformare i metalli vili in oro, oltre a donare la sapienza e l’immortalità. Probabilmente era solo una pietra immaginaria e simbolica, ma chissà… Restando in epoca medievale, nella testa dei rospi si credeva si trovasse la bufonite, una pietra che curava l’idropisia, la malinconia e gli eccessi di collera. C’era anche chi vendeva “pelli di salamandra”, ritenute magiche perché resistenti a qualunque fiamma. In realtà si trattava di brandelli di tessuto di amianto. Da ricordare anche le “glossopetre”, citate già da Plinio nel I secolo d.C., che le riteneva di provenienza celeste, mentre nel Medioevo si credeva fossero lingue di serpente pietrificate, e per questo erano considerate un toccasana contro il morso dei serpenti. Verso il 1600 con la “scoperta” dei fossili le glossopetre si rivelarono essere antichi denti di squalo. Tornando alla bufonite, potrà sembrare incredibile ma qualcosa di simile esiste davvero. Nel cervello dei piccioni e di altri uccelli sono stati trovati dei minuscoli cristalli di magnetite, che svolgerebbero la funzione di bussola. Diversi altri animali possiederebbero corpuscoli di magnetite, anche se non sempre in forma cristallina, quindi non adatta a funzioni orientative. Nell’uomo non è ancora confermata l’esistenza di simili strutture. Fra le più comuni pietre di origine biologica troviamo i calcoli renali. Posso- no essere formati da sali di calcio oppure da cistina (un amminoacido). I calcoli biliari invece sono formati per lo più da colesterolo. Molto più innocui anche se con una quotazione ancora più bassa sul mercato delle gemme troviamo i tonsilloliti o calcoli tonsillari. Si tratta di disgustose masserelle biancastre che si possono trovare nelle pieghe delle tonsille, costituite da resti di cibo, cellule morte e batteri. Non provocano null’altro se non alito cattivo. Entrando nel regno della mineralogia vera e propria citeremo innanzitutto la folgorite. Questa si forma nei deserti sabbiosi, dove i rari fulmini dei rari temporali cadendo sulla sabbia la fondono e la vetrificano, formando delle strutture ramificate lungo il percorso della scarica elettrica. Di origine altrettanto violenta troviamo la categoria delle impattiti. Si tratta di rocce silicee terrestri che vengono fuse dalla collisione con un asteroide. In Boemia e in Moldavia troviamo ad esempio la moldavite, che si presenta come un vetro verde, formatosi per l’impatto con un asteroide circa 14 milioni di anni fa. Diversi fenomeni naturali producono invece rocce sferiche. Nelle grotte carsiche troviamo ad esempio le pisoliti, o “perle di grotta”. Queste si formano nelle pozze di acqua satura di sali di calcio, dove, a partire da una piccola impurità che funge da nucleo si accumula il calcare, strato dopo strato. Lo sgocciolio dal soffitto rimescola continuamente le pozze e fa rotolare le perle, finché, raggiunta una certa dimensione, queste si attaccano sul fondo. Un altro minerale sferico sono le pietre moqui, concrezioni ferrose e silicee che si trovano nello Utah e in Arizona. Molto simili sono i “mirtilli marziani”, recentemente scoperti sul pianeta rosso. Le cosiddette “boji stones” sono 18 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 invece degli aggregati di pirite di forma sferica, formatisi negli antichi fanghi sottomarini. In vari posti al mondo, come in Bosnia, in Francia e in Costa Rica, vi sono campi disseminati di enormi pietre sferiche (anche tre metri di diametro), spesso indicate come “enigmi archeologici”, ma che sono in realtà formazioni naturali di arenaria. Esistono anche particolari pietre a forma di piramide denominate “dreikanter” (dal tedesco “tre facce”), reperibili in Antartide e perfino su Marte, dove hanno dato origine a moderne leggende su improbabili civiltà aliene, con gran gioia di coloro che sui “misteri” ci campano scrivendo libri, articoli e conducendo programmi televisivi offensivi per l’intelligenza umana. I dreikanter sono invece molto semplicemente rocce erose da venti molto forti e costanti. Se c’è un mistero autentico e ancora irrisolto è quello delle “pietre scivolanti” presenti nella Valle della Morte (California), sul fondo dell’antico lago disseccato di Racetrack Playa. Si tratta di massi del peso di quintali che si muovono come niente fosse, anche di centinaia di metri in tempi brevissimi, secondo percorsi irregolari e zigzaganti. Niente di paranormale, certo, anche se il meccanismo esatto non è ancora conosciuto. Un ingrediente è probabilmente il vento, unito a piccole quantità di brina o rugiada che possono rendere scivolose le pietre. Minerali molto particolari vengono prodotti anche in laboratorio. Diamanti e rubini artificiali, i giganteschi monocristalli di silicio da cui si ricavano i microchip, l’aerogel, composto per il 99,8% da aria e per lo 0,2 da diossido di silicio, ma che nonostante questo è resistentissimo… Stando al libro Cacas (Oliviero Toscani 1998) in Giappone c’è chi ha inventato il “metro-marmo”, materiale ottenuto sottoponendo i liquami cittadini ad altissima pressione, con cui vengono prodotti gioielli molto chic. Per finire, innumerevoli sarebbero i riferimenti artistici e letterari a strane pietre. Ne citerò solo un paio. Il colore venuto dallo spazio è uno dei racconti più famosi di H.P. Lovecraft, in cui la caduta di uno strano meteorite porta abominio e distruzione in quello che era un paesino pacifico e tranquillo. L’Archepietra invece si trova nel libro Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, ed è un magnifico cristallo che costituisce il pezzo più prezioso del tesoro dei Nani. All’opposto di questa trasparente ma in definitiva gelida meraviglia abbiamo la molto più umana e saporita “pietra da minestra”, al centro di una simpatica fiaba irlandese. Un vagabondo squattrinato ed affamato va da una donna, offrendole una “pietra da minestra” (in realtà un banale ciottolo di fiume), che messa in pentola insieme a cipolle, patate, verdure assortite, un po’ di farina, un osso e sale permette di cucinare un’ottima minestra. La donna, soddisfatta, ricolma il vagabondo di cibo e di doni. Francesco Gizdic obnauta@tin www.bazardelbizzarro.net Nelle immagini, da sinistra a destra: – La cura della follia, (1480 circa), dipinto di Hieronymus Bosch. Secondo detti e credenze popolari la follia e la stoltezza erano dovute a una pietra nel cervello – un magnifico esemplare di folgorite ritrovata in Arizona – un piccolo “giacimento” di perle di grotta, ritrovato in un tunnel artificiale nelle viscere di Trieste. Questo dimostra tra l’altro la rapidità con cui si formano queste concrezioni XXI Femminile 19 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 un’imposizione dei mariti ma di Dio. In un colloquio privato ha contestato il mio chiamare Dio con il nome di Padre consentendo così al “suo” Dio di distribuire privilegi. Puntuali in ottobre anche quest’anno si sono svolte a Rimini le giornate di Non ha potuto neppure dirmi in quale sura del Corano si trovi l’obbligo del studio del “Pio Manzù”, il Centro collegato all’ONU, ora a pochi passi dalla velo. Avevo acquistato il Corano dopo aver letto Lettera a un kamikaze di mia nuova casa in terra di Romagna dove sono tornata a invecchiare con Khaled Fouad Allam che la signora però considera un laico. Ho rinunciato Trieste per sempre nel cuore. La frequentazione di questi convegni per me ad andare oltre nel confronto anche perché nel dibattito sulla prostituzione è ormai antica, risale ai tempi dei grandi fasti, quando tra gli ospiti giunaveva affermato che un uomo musulmano non ha bisogno di “peccare” con gevano anche prestigiosi capi di stato e donne di rango molto belle come una prostituta perché se desidera un’altra donna la sposa e ne assume la Lady Diana e Raina di Giordania, ma questo responsabilità. Insomma il problema della aspetto più coreografico non era di certo prostituzione (in un’altra relazione chiamata per me il più significativo. Mi attirava invece richiesta di servizi sessuali) si risolve con la il fatto che tra le voci dei relatori d’ambo i poligamia! Non resta che sperare in mentalità sessi, sempre qualcuna nel tempo finisse per più aperte come se ne trovano persino tra i rivelarsi profetica. Così è stato per i problemi cattolici. energetici, per i mutamenti climatici, per le L’esigenza della sintesi mi costringe a guerre e le rivoluzioni, per l’evolversi della tralasciare molto, ma devo assolutamente politica e dell’economia mondiale. ricordare il lunghissimo applauso che ha Ora che il futuro appare sempre più compliaccompagnato il conferimento della medaglia cato e ansiogeno più che mai, sembra che d’oro del Comitato scientifico del Pio Manzù le donne, l’altra metà dell’Umanità, siano alla giornalista Milena Gabanelli, conduttrice diventate determinanti tanto da considerare il di “Report”. Nel ringraziare ha auspicato nel XXI secolo quello delle donne. In pratica donostro Paese “il risanamento di una cultura vemmo essere noi a togliere le castagne dal che svilisce e non premia il merito” con il fuoco e rimediare ai danni, se ancora si può. plauso anche di Maria Concetta Mattei, la Milena Gabanelli ritira la medaglia d'oro Nei paesi in via di sviluppo hanno scoperto brava giornalista del Tg2, che stava presenche istruendo le ragazze non diminuisce solo la tando la cerimonia e la cui rubrica, “Tg2 Storie” è mortalità infantile ma migliora persino l’economia. stata confinata dopo la mezzanotte. Della serie: le Dalle relatrici sono stati evidenziati i progressi fatti in tutti i campi anche nei donne, anche quelle arrivate, non devono mai smettere di lottare per conpaesi più avanzati, ma pure sottolineati con forza i divari che ancora persiservare la propria posizione, soprattutto quando le ingerenze della politica stono anche quando le leggi sanciscono la parità dei diritti. È difficile infatti diventano così intrusive da ostacolare anche la carriera maschile. creare brecce nel muro della resistenza maschile. Per concludere, perché devo, almeno con una nota di speranza faccio Ecco allora l’appello alle madri affinché modifichino l’approccio educativo riferimento ad un paese lontano, situato ai margini della Penisola Arabica, nei confronti dei figli maschi perché per infrangere una mentalità così il Sultanato dell’Oman, giovane in termini di sviluppo, ma avanzato nel radicata, le donne hanno bisogno della solidarietà maschile. Le donne riconoscimento delle donne istruite come “una risorsa preziosa”. devono riuscire ad affermarsi non contro gli uomini ma con loro. Non serve Dal discorso di Madiha Al Shaibanya, ministro donna dell’istruzione all’Umanità sostituire una prepotenza di genere con un’altra. dell’Oman, riporto la frase conclusiva. “Un Paese ha bisogno delle sue Mi ero sempre chiesta come mai i maschi, nati anch’essi da una donna, donne e dei suoi uomini un po’ come un uccello ha bisogno di entrambe le potessero giungere a livelli inauditi di violenza nei nostri confronti. La nota ali per volare. Come può un uccello volare se ha un’ala rotta?” psicologa Rita Parsi ci ha proposto una spiegazione che mi è sembrata Già, noi donne siamo ancora un’ala rotta, ma oggi più che mai l’Umanità ha innovativa, su cui si può riflettere. La dottoressa sostiene che il legame bisogno per salvarsi di diventare un’aquila dalle grandi ali. vissuto nell’utero materno è così intenso e profondo da suscitare il bisogno di riappropriarsi del corpo della donna. Le bambine lo ritrovano nel proprio, Giovanna Falcioni copia di quello materno, i maschi invece si vedono diversi (altro che invidia del pene!) La sessualità consente questo ricongiungimento, questa rinnovaPer i lettori triestini segnalo il conferimento della medaglia d’oro del ta fusione. Lo stupro ne è la componente patologica. Presidente della Repubblica a Gillo Dorfles, co-fondatore del Comitato Mi ha molto turbata e scoraggiata pure, l’intervento di Souheir Katkhouda, scientifico del Pio Manzù presidente delle donne musulmane d’Italia. Ha sostenuto che il velo non è XLII edizione delle Giornate internazionali di Rimini, l'eta del bronzo tra siria ed egitto ' quatna riemerge dagli scavi italiani 16 dicembre, conferenza pubblica del prof. Daniele Morandi Bonaccorsi, Trieste, Sala San Nicolò, via Dante 6, ore 17,30. La conferenza presenterà al pubblico i maggiori risultati delle campagne di scavo condotte a partire dal 1999 dall’Università di Udine a Mishrifeh, l’antica Qatna delle fonti cuneiformi. Tra il 1800 e il 1340 a.C., la città di Qatna fu una fiorente metropoli commerciale e capitale di un grande regno regionale, che intesseva relazioni diplomatiche, alleanze militari e matrimoni interdinastici con le grandi potenze dell’epoca. Per poco più di un secolo, la dinastia reale di Qatna dominò gran parte della Siria occidentale. La grande fioritura economica e culturale del regno di Qatna durante il II millennio a.C. fu essenzialmente legata alla sua ubicazione strategica di crocevia fra Mesopotamia e Mediterraneo da un lato e Anatolia, Siria-Palestina ed Egitto dall’altro. La grande città carovaniera di Qatna controllava, dunque, le rotte commerciali fra Mesopotamia e Levante e fra Egitto e altipiano anatolico. Ingresso libero; [email protected] Da Lima un sognatore del cambiamento 20 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 ’ Nella Tablada de Lurin, estrema periferia sud di Lima, Gianni Vaccaro accoglie i viaggiatori e li porta a visitare i progetti che segue da dieci anni nelle vicine invasiones (baraccopoli) di Corona Santa Rosa, 9 de Julio, Pradera del Sur. Migliaia di famiglie giunte dalle Ande e dall’Amazzonia hanno occupato terreni disabitati e vivono in condizioni di estrema povertà in baracche senza luce, acqua, fogne. Qui Gianni ha aperto la scuola materna, l’asilo, la mensa popolare, ha organizzato il doposcuola, un piccolo centro informatico, il presidio medico, un laboratorio di medicina naturale, iniziato un programma di microcredito. Gli attori principali sono le donne che, spesso abbandonate dai mariti, devono da sole badare ai numerosi figli; per alleviare le loro difficoltà è stato predisposto un programma di allevamento di animali da cortile, orti familiari, è stato aperto un laboratorio di cucito. “Non sono solo progetti nostri, camminiamo insieme ai dirigenti popolari, che vengono eletti dalla popolazione ogni due anni, con azioni complementari che mirano allo sviluppo comune di tutta la zona.” Studente dei missionari comboniani, quando esce dalla congregazione decide di rimanere in Perù. “I forti contrasti sociali, la gran ricchezza del paese, non solo del sottosuolo, economica ma anche culturale che contrastava con una povertà ingiustificata e ingiusta mi hanno quasi obbligato moralmente a rimanere lì. Ho scoperto una ricchezza culturale immensa, la capacità di questa cultura andina di organizzarsi, di credere nella democrazia attraverso le assemblee, di saper fare lavori unitari, di non aspettare tutto dal governo centrale, di aiutarsi reciprocamente davanti alle necessità, quindi una grande STORIE DI UOMINI, ANMALI E FIORI DI BACH La stima interiore è il mezzo per rendersi conto della propria sacralità “No, guardi, secondo me è meglio che cerchiamo di approfondire la questione; io non penso che, da com’era, così bello e pimpante, improvvisamente si possa ammalare. C’è sempre, nella vita di ogni animale, un evento, una causa ben precisa, che fa cambiare l’equilibrio del suo organismo; magari la causa è difficile da trovare, ma io, piuttosto che pensare ad un virus o a qualcosa di esterno sul quale non possiamo avere voce in capitolo, penserei a qualcosa che è successo a voi due… a lei, in particolare, - dissi, riferendomi alla donna - nel periodo immediatamente precedente alla sua malattia”. La donna mi ascoltò con attenzione; aveva gli occhi sgranati come per cogliere ogni piccolo particolare della nostra conversazione; rimase però in silenzio, forse perché non si aspettava, così... in maniera netta di essere parte del problema. Io, dal canto mio, ripresi di nuovo la mia indagine, in modo da fornirle ulteriori spunti dai quali poter vedere la faccenda sotto una nuova luce: “cerchiamo di ritornare a quel periodo, al momento in cui lei si accorse che le cose stavano cambiando”. “Beh, direi dopo la mia malattia” disse immediatamente la donna. “Che malattia?” la rintuzzai. “Questo inverno... ebbi una violenta bronchite, come non ne ho mai avute prima... mi ricordo che Omar, il mio gatto, voleva passare tutto il tempo sopra di me; si metteva così - disse indicando il suo petto - sopra di me, ma io non riuscivo a tenerlo in quella posizione perché avevo grosse difficoltà a respirare; così, delicatamente, lo spostavo ma lui tentava di nuovo di risalire”. “Una bronchite... lei è soggetta a bronchiti?”. “No davvero no... poi così violenta... davvero non mi ricordo di averla mai presa”. Bisognava andare ancora più in profondità; bisognava cercare di capire come mai quella donna avesse avuto una malattia così importante. patrimonio culturale e morale che contrasta con la povertà economica e sociale. Solo lì può nascere una nuova società basata sulla solidarietà. E allora entrare nelle dinamiche di liberazione di queste energie mi ha rapito.” In un paese con trenta Gianni Vaccaro, sognatore del cambiamento milioni di abitanti, di cui oltre il cinquanta per cento in condizioni di povertà, il ventitrè per cento di estrema povertà, la nuova presidenza di Ollanta Humala rappresenta un cambiamento rispetto al modello neoliberista seguito negli ultimi venti anni, senza volerlo escludere completamente. Sostenuto dall’ex-presidente brasiliano Lula e appoggiato dal premio Nobel Mario Vargas Llosa contro la candidatura di Keiko Fujimori, la figlia del dittatore ora in carcere, Humala sostiene la recente crescita che sarà non a macchie e concentrata a Lima, ma attenta all’inclusione sociale, che coinvolga tutti gli attori della società in un unico processo di sviluppo, con un forte impulso ai settori della salute, educazione, infrastrutture e sicurezza. All’inizio di novembre, a Trieste, Gianni Vaccaro ha illustrato le sue iniziative e promosso il turismo responsabile in Perù con la visita dei progetti di sviluppo senza trascurare le classiche mete di Arequipa, Cusco, Machu Picchu, l’Amazzonia. Giuliano Prandini Per informazioni si consulti: www.perusolidale.com Associacion Yahnawasi e Minka Wasi Jr. Concordia 212 Tablada de Lurin, Zona Antigua; Villa Maria del Triunfo – Lima – Peru Telefax 0051 1 2952600; e-mail: [email protected] “Problemi respiratori ne ha mai avuti?”. “No – mi rispose in maniera decisa - però c’è un episodio, di qualche mese prima, che mi fatto molto pensare. Un giorno, mentre lavoravo, stavo usando un nuovo olio per massaggi e ho avuto la sensazione che mi mancasse il respiro; così, dopo qualche giorno, sono andata dal medico, a farmi controllare i polmoni; lui ha fatto le prove e mi ha detto che sono asmatica”. La donna, pronunciando quelle parole incominciò a piangere. Aspettammo tranquillamente tutti e due che quest’onda emozionale passasse; lei si asciugò le lacrime e si soffiò il naso e io rimasi in silenzio attendendo che lei continuasse la storia. “Sa dottore... mia sorella è morta di asma”. Passò ancora qualche minuto. “Quando il dottore mi disse che avevo l’asma, come in un film velocizzato, mi è venuta in mente tutta la storia di mia sorella, tutto quello che avevamo fatto per lei e anche tutto quello che non avevamo fatto; sa io ero bambina, certe cose non le capivo; non potevo far altro che guardare. Pochi mesi dopo mi ammalai seriamente e poco dopo si ammalò Omar. Fiore di Bach: Pine: a volte, una reale circostanza del passato, può comportare profondi sentimenti di rammarico e rimorso; a volte questi sentimenti diventano sproporzionati rispetto alle reali situazioni: la persona si fa carico e interiorizza i problemi della famiglia anche se oggettivamente non è chiamata a farlo; Pine insegna che l’accettazione di se stessi e la stima interiore sono il mezzo per rendersi conto della propria sacralità e della propria divinità. Stefano Cattinelli Info:Studio Veterinario dott. S. Cattinelli Omeopatia, fiori di Bach, medicina antroposofica, percorsi di consapevolezza relazionale con il proprio cane e/o gatto TRIESTE: via Rossetti 76/1 tel. 040 54870 / UDINE: 0432 231143 / PADOVA: 347 7704556 telefonare dalle 18 alle 20; www.stefanocattinelli.it VOCI DI UN'ASSENZA 21 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Storia e parole per il popolo Saharawi Tembrama* Il silenzio fa muovere i suoni in un modo che la città non potrà 400.000 persone – vive nel deserto algerino, mai fare: le dune obbligatorie di un paesaggio desertico hanuno dei luoghi più inospitali del mondo, in Ho perduto il mio cammello, no il pregio di propagare canti e nenie su di una culla sonora immensi campi profughi, soprattutto tendopoli lo hanno rubato i miei suoceri. in cui è sdraiato il cuore. Il resto, per i saharawi, è violenza, (ne esistono almeno 25), che hanno spesso lo Chiunque lo trovi, stupro, resistenza e amore. Ma in questa sede, purtroppo, stesso nome dei villaggi lasciati. Chi invece è mi chiami per favore. non posso parlare estesamente dei saharawi; posso però rimasto – la fascia più debole – vive sempliceinvitare a farlo e far circolare il nome di questa gente. mente in una prigione all’aperto. Oh Cheik Turad, Il popolo sahrāwī (“sahariano”, dall’arabo sahrā, ossia In questo sintetico, quindi incompleto, spero che questa bella ragazza rifiuti chiunque “Sahara”; viene trascritto anche sahrawi o saharawi, alle resoconto ho tralasciato le informazioni che si la chieda in sposa. volte con u al posto di w) è formato da gruppi tribali tradiziopossono reperire e immaginare in ogni teatro nalmente residenti nelle zone del Sahara Occidentale (sud di guerra (violenze, ingiustizie, torture), ma una di Algeria e Marocco, nord della Mauritania, costa atlantica) cosa tengo sottolineare, un’ingiustizia doppia: ed è un antico incontro (almeno dal XIV secolo) tra berberi, il sopruso delle nazioni (europee) e il silenzio arabi e africani. La loro storia si discosta da quella nord-africana: tutto è dei media (occidentali). Le nazioni sono naturalmente convinte che chi non cominciato non con la prima colonizzazione europea, alla quale i saharawi ha niente non vale niente, e il loro apparato mediatico non fa che confermarhanno opposto una totale resistenza, ma con l’occupazione militare spalo. Quest’ultimo parla quando conviene (segnalando magari delle uccisioni gnola del 1934, quando, con l’appoggio della Francia, la Spagna occupa il particolari, come se l’originalità della sofferenza avesse qualcosa in più di loro territorio. Gli eventi peggiorano con la scoperta dei giacimenti di fosfati quella normale, oppure evidenziando un metodo particolare di resistenza, di Bou Craa, che richiama gli interessi finanziari della Spagna e degli Stati che permetta quindi la sua elevazione a notizia): siccome parlare di Al Qaeda Uniti portando alla sedentarizzazione dei nomadi saharawi. conviene - attualità e moda sono strettamente correlate – recentemente (23 Alla fine della dominazione spagnola, nel 1975, il Sahara occidentale suottobre) i media sono stati obbligati a pronunciare la parola Saharawi perché bisce l’aggressione dei due un’italiana, Rossella Urro, e due spagnoli sono stati rapiti, pare proprio da Al paesi confinanti, Marocco e Qaeda, in un loro campo di Thinduf, in Algeria. Mauritania. Lo stesso anno I saharawi si difendono come possono, utilizzando le loro piccole risorse (con la Corte Internazionale di il più alto tasso di alfabetizzazione di tutta l’Africa, per esempio, ma anche con Giustizia dell’Aia si pronuncia le fotografie dei telefonini per testimoniare le torture subite). Le loro tradizioni, negando i legami di sovranità i loro canti (di guerra, di pace e d’amore) e le loro ninne-nanne sono un dolce territoriale del Marocco e dele crudo patrimonio umano che resiste con la forza di chi rimane in vita, sopratla Mauritania e affermando il tutto per opera delle donne. diritto dei saharawi all’autoL’ulteriore esplorazione di questo meraviglioso e sofferente popolo tocca al determinazione. Due anni lettore, a cui qui segnalo un possibile percorso. prima era nata la resistenza Ci sono argomenti che, non da poco tempo, cominciano ad abbandonare saharawi, guidata dal Fronte la carta per vivere su altri supporti comunicativi. Visto il calo non solo della di Liberazione Polisario. lettura, in verità minimo, ma della diversità della lettura (per capirci: l’85% Il conflitto provoca l’esodo dei lettori leggono il 15% degli autori), internet (chi ci scrive e chi lo legge) della maggior parte dei è un Robin Hood digitale che ruba dalla realtà, quando va bene, per dare il Saharawi nel sud-ovest malloppo (le notizie) al virtuale (senza dimenticare che poi questo virtuale Illustrazione di Giulia Canziani dell’Algeria, dove si creano ritorna, nei più disparati modi, alla realtà). Una risorsa, per quanto discussa, dei campi profughi. Dopo amara, problematica, è pur sempre una risorsa: ecco che esistono pochi anni di conflitto, la Mauritania rinuncia ad ogni pretesa, ma non il Marocco libri in italiano dedicati al popolo saharawi (si vedano, oltre a Diari del Poliche insidia i coloni per i giacimenti di fosfati e le coste pescose. sario, Jean Lamore, il manifesto, 2004, anche Saharawi. Viaggio attraverso Dal 1976 i Saharawi hanno proclamato la Repubblica Araba Saharawi Deuna nazione, Alemanno Stefano e Chiostrini Rodolfo, EMI, 2006, Storia di mocratica (RASD), attualmente riconosciuta da oltre 80 paesi e, dal 1982, un popolo, anzi due. Lettera aperta ad un ragazzo saharawi, Soleombra, membro dell’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA). 2003, Figlie del deserto, Tortajada Ana, Sperling & Kupfer, 2004, e pochi A partire dal 1980 il governo marocchino ha costruito un muro di sabbia altri) e sporadicamente qualche articolo (per la verità pochi ma costanti e di 2400 km, circondato da tre milioni di mine, per arginare le azioni di sparsi, come ad es: Saharaui. Il popolo che sussurrava al deserto, Giordaguerriglia del Polisario. Nel 1991 il conflitto armato si interrompe. L’ONU no Stabile, Manfredo Pinzauti, "Specchio" n.171, 01.05.99 e L’urgenza del approva il piano di pace che prevede la realizzazione del referendum per gesto. Fotografia Sahrawi, Riccardo Panattoni, Gianluca Solla, "Alias"n. 24, l’autodeterminazione e la creazione della Missione delle Nazioni Unite per 18.06.11) ma la più generosa risorsa è proprio la rete. Di seguito un piccolo il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO). L’attuazione del piano estratto della ricchezza che circola on-line: però si blocca sulla questione degli aventi diritto al voto: il Marocco vuole http://www.saharawi.org/; http://www.saharawi.it/; http://www.saharawi.tk/; controllare il risultato del referendum rivendicando i diritti per le migliaia di http://www.provincia.lucca.it/saharawi/?page_id=88; http://digilander.libero.it/khaima/ coloni marocchini lì insidiatisi. index.html; http://stefanomontesi.photoshelter.com/gallery/Saharawi-Campi-Profughi/ Gli accordi di Houston (settembre 1997) conducono all’accettazione da G0000ztbHo5j6R.k/; http://www.arso.org/sites.htm; parte del Marocco e del Fronte Polisario della realizzazione del piano di http://nuke.alkemia.com/Home1/SAHARAWIDiariodiviaggio/tabid/667/Default.aspx; pace che, di rimando in rimando, non porta a nessun referendum. http://www.silviamontevecchi.it/lettureinedite/saharawi.htm; http://it.wikipedia.org/wiki/ Sahr%C4%81w%C4%AB; Dal 2001 ad oggi varie proposte di mediazione vengono presentate http://www.difesa.it/Pubblicistica/info-difesa/Infodifesa140/Documents/MINURSO_le_ dall’ONU per rilanciare il dialogo (per es., delegazioni di Saharawi hansentinelle_del_Sahara.pdf; no potuto visitare per alcuni giorni parenti e amici nei territori occupati dopo tre decenni di esilio nelle tendopoli). Intanto prosegue e cresce il Riccardo Redivo movimento di opposizione dei saharawi e la loro repressione da parte delle autorità marocchine. * Antico canto d’amore dei beduini del deserto, arricchito nel corso del tempo da nuove rime. Oggi questa popolazione è ancora in esilio e la maggior parte di essi – circa Il titolo è una bevanda a base di latte (il termine è usato come sinonimo di bello e piacevole). 22 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 rubrika.pika.si Sing olar e e plur ale dei sost anti vi e agg ettiv i: stra ne coin cide nze Benvenuti, dobrodošli al quarto appuntamento con RubriKa.piKa.si (rubrica punto si. Il “si” sta per Slovenia e imita un sito web sloveno). Dobrodošli (la š si legge come sc di sci, la lettera sottolineata porta l'accento della parola) significa benvenuti. Notate le desinenze delle parole dobrodošli e benvenuti: entrambe finiscono in –i. Come mai? Che cos'è la desinenza? Nello Zingarelli troviamo la seguente spiegazione: elemento che si presenta nella sede finale di un nome, un pronome, un aggettivo o un verbo, per formare con la radice una forma flessa. Detto in altri termini: la desinenza è la parte finale di una parola. Facciamo un esempio. Nella parola cas-a la –a che sta alla fine della parola è la desinenza. Cas- è invece la radice. Per capire bene la struttura di una parola ci serviremo dell'immagine di un albero. Come negli alberi la radice di una parola è fissa, non cambia, mentre la desinenza è variabile. La desinenza potrebbe quindi essere paragonata alle foglie di un albero. Le foglie sono caduche: cadono in autunno per ricrescere in primavera. L'elemento che accomuna le foglie di un albero alla desinenza di una parola è quindi la mobilità. Alla radice cas- che è, come abbiamo visto la parte fissa di una parola, posso aggiungere due desinenze: la –a e la –e. Se dico casa, intendo una casa soltanto. Formiamo ora una frase semplice: La casa è bella. Per non dare adito a dubbi le desinenze sono state evidenziate in neretto. Notiamo infatti che tutti gli elementi della frase (l'articolo determinativo, il sostantivo e l'aggettivo) finiscono in –a. Proviamo ora a tradurre questa frase in sloveno: Hiša je lepa. La š si legge come sc di sci, la j si legge come Jesolo, l'h va aspirata, le lettere sottolineate portano l'accento. Notiamo subito che la frase italiana è composta da quattro parole laddove la frase slovena ne contiene soltanto tre. Nella traduzione manca infatti l'articolo determinativo la. Questo perchè nella lingua slovena non esistono gli articoli. Letteralmente la frase slovena suona così: casa è bella. Forse avrete già notato che le persone di madrelingua slovena o croata parlando in italiano spesso omettono gli articoli. Questo perchè nella loro lingua di partenza il concetto di articolo non esiste. Esse fanno quindi fatica ad usarlo e spesso dimenticano di inserirlo nella frase. Al lettore più attento non sarà sfuggita la coincidenza di desinenze presente nelle due frasi: La casa è bella / Hiša je lepa. Hiša e casa sono due sostantivi di genere femminile. Bella e lepa sono due aggettivi di genere femminile. I sostantivi e gli aggettivi sono composti da una radice (cas-, hiš-, bell-,lep-) e una desinenza (-a). Entrambe le frasi sono al femminile. Così si spiega la concordanza di desinenze. Una parte considerevole di sostantivi sloveni di genere femminile ha la desinenza –a. Facciamo alcuni esempi: hiša (casa), kava (caffè), voda (acqua), gora (monte), lipa (tiglio). Sostituiamo ora nella frase italiana la desinenza –a di casa con la –e e vediamo che cosa succede: Le case sono belle. Tutte le desinenze sono in –e. Anche il verbo essere è stato messo al plurale. Infatti non sto più parlando di una casa soltanto, bensì di tante. Facciamo ora la traduzione in sloveno: Hiše so lepe. La traduzione letterale di questa frase è: case sono belle. Anche qui manca l'articolo determinativo. Il verbo essere è stato messo al plurale: je (è) è diventato so (sono). L'italiano è una lingua romanza che deriva dal latino volgare. Dal latino sono nate le seguenti lingue romanze: lo spagnolo, il rumeno, il francese, il portoghese, il moldavo, il ladino, il catalano e il friulano. Lo sloveno deriva da un'antica lingua chiamata protoslavo. Dal protoslavo è nata la grande famiglia delle lingue slave che comprende tre sottogruppi: le lingue slave occidentali (le più importanti sono: polacco, ceco, slovacco), le lingue slave meridionali (sloveno, croato, serbo, macedone e bulgaro), le lingue slave orientali (russo, bielorusso e ucraino). Il latino e il protoslavo derivano dall'indoeuropeo, un'antichissima lingua non attestata, della quale si deve ammettere l'esistenza per spiegare le concordanze che collegano tra loro la maggior parte delle lingue europee. Una di queste corrispondenze potrebbe essere la desinenza che accomuna la parola casa a hiša. Ma questa non è l'unica coincidenza presente tra le due lingue. Il plurale dei nomi si forma mutandone la desinenza. I nomi femminili in –a prendono la desinenza –e. Questa regola vale sia per l'italiano sia per lo sloveno: casa, case, hiša, hiše. Vediamo che cosa succede con i nomi di genere maschile. In italiano i sostantivi di genere maschile prendono al plurale la desinenza –i: amico, amici. In sloveno si dice: prijatelj (leggi prijatel'), prijatelji. La maggior parte dei sostantivi sloveni di genere maschile termina in consonante (desinenza nulla). Facciamo alcuni esempi: prijatelj (leggi prijatel', amico), študent (studente), dan (giorno), telefon (telefono), kruh (pane, l'acca va pronunciata con un suono molto aspirato), sir (formaggio). Formiamo ora una frase semplice contentente la parola amico: L'amico è benvenuto. Anche qui, come nell’esempio al genere femminile citato poco fa, notiamo che le desinenze di amico e benvenuto combaciano. Ora facciamo la traduzione della frase in sloveno: Prijatelj (leggi prijatel’) je dobrodošel (la l finale si legge u). Il significato letterale della frase è: amico è benvenuto. Nella versione slovena l’articolo non esiste. Confrontando la frase slovena con quella italiana non notiamo nessuna coincidenza di desinenze. Nella frase italiana ci sono infatti le desinenze in –o (amico, benvenuto). La frase slovena presenta invece le desinenze nulle: le parole finiscono quindi in consonante (prijatelj, dobrodošel). Per concludere metteremo la frase al plurale: Gli amici sono benvenuti. In italiano i nomi maschili prendono al plurale la desinenza –i. Quest’ultima appare distintamente anche nella versione slovena della frase: Prijatelji so dobrodošli. (amici sono benvenuti) I sostantivi di genere maschile terminanti in consonante ricevono al plurale la medesima desinenza –i presente nella frase italiana. Ancora una volta ci troviamo di fronte a una regola grammaticale applicabile sia all’italiano che allo sloveno. Schema riassuntivo: le desinenze che coincidono sono state evidenziate in neretto GENERE FEMMINILE singolare La casa è bella. Hiša je lepa. GENERE MASCHILE singolare L’amico è benvenuto. Prijatelj je dobrodošel. plurale Le case sono belle. Hiše so lepe. plurale Gli amici sono benvenuti. Prijatelji so dobrodošli. In conclusione vorrei aggiungere che quest’articolo spiega soltanto in parte come si forma il genere e il numero dei sostantivi e degli aggettivi sloveni. Ci sarebbe ancora tanto da aggiungere, ma in questa sede non è purtroppo possibile. Non si è preso per esempio in considerazione il concetto del duale. Nello sloveno non esiste infatti soltanto il singolare e il plurale, ma anche il duale. Esiste quindi una desinenza e una forma verbale che esprime il concetto di due (due case, due amici, ecc…). Tanja Seganti ULTRABULLOT S Se dovessi scegliere un gruppo della realtà musicale triestina e puntare su di lui come ad un cavallo alle corse per una gara al successo, questi sarebbero sicuramente gli UltrabulloTS. I motivi sono molteplici ma semplici: la freschezza del suono, il carisma, l’ironia ma soprattutto la trasversalità. Benché definiscano il loro genere come Pop-porno punk un po’ glam, la realtà è che sono una vera rock band che difficilmente non piace. Metteteli in play nello stereo come prova del nove e fateli ascoltare a vostra nonna, fidanzata o amici e tutti, dico tutti, apprezzeranno sicuramente. Questa accessibilità è data dal fatto che, pur suonando rock, non si atteggiano a criptici intellettuali indie che scimmiottano le loro band di riferimento, ma sono sempre un espressione genuina delle loro personalità. Un altro elemento essenziale per il loro successo a livello locale è stato comporre in triestino alcune canzoni, ma al contrario di molte band o artisti che si limitano a parodiare canzoni celebri in dialetto per strappare una risata, loro compongono pezzi veri, che musicalmente non stonerebbero a sentirli in radio anche se cantati in italiano, inglese o aramaico. Piacciono perché sono veri; sono veri muli che vogliono divertire e divertirsi, senza copiare tendenze estere, e sono veri musicisti che ci mettono talento e passione. “Suoniamo così perchè ci piace il rock e siamo nati a Trst” Mi dicono, “quindi perché far finta di suonare e porci come se venissimo dalla periferia di Manchester?”. L’equazione del don Kaos è sempre valida in musica “Il vero resta vero/mentre il falso non si esprime” La band è composta da quattro elementi, Stefano “Sokki” Sokota alla batteria, Michele “Manni” Maneo al basso, Alessandro “Bosch” Bosco chitarra e voce e Giuseppe “Beppe” Perella, chitarra solista e voce. Per entrare nel mondo degli UltrabulloTS incontro Bosch e Beppe, sono loro la parte creativa e i frontman del gruppo, diversi, ma allo stesso tempo complementari. In fin dei conti la storia delle grandi rock band vive di dualismi (McCartney/ Lennon, Jagger/Richards, De La Rocha/Morello, i litigiosi fratelli Gallagher). Beppe è sicuramente il più esperto, nonché il più “vecchio” del gruppo, ha suonato in svariati progetti musicali, e tuttora ha una prolifica produzione musicale solista come Mr. Forrher, solo project più sperimentale in cui da vita a diversi personaggi. Bosch invece come il resto del gruppo ha ventisei anni, suonava punk insieme a Sokki e Manni dall’adolescenza, a cui successivamente si è aggiunto Beppe. Chiaramente le influenze musicali personali dei membri del gruppo sono molto dissimili fra loro, ma è anche questo eclettismo a renderli unici. Mentre Bosch si porta dietro una tradizione di punk rock italiano e vede come idoli i Mallrats (leggende locali del punk che purtroppo hanno avuto vita breve e meno successo di quanto si sarebbero meritato), Beppe invece è legato al Brit-pop e alla musica elettronica, Manni infine ha portato le venature reggae. Chiedo a Beppe com’è suonare negli UltrabulloTS rispetto alle esperienze precedenti: “Divertente, sempre inaspettato. C’è un buon riscontro dal pubblico”. E come nasce una canzone degli UltrabulloTS? Risponde Bosch: “Trattando temi di vita quotidiana”, Beppe aggiunge:”Raccontare la realtà attraverso il filtro UltrabulloTS”. Un punto di svolta nella storia degli UltrabulloTS è stato partecipare al Festival della canzone triestina due anni fa con il brano I me ga dito, una ventata di freschezza in una kermesse tutto sommato legata a sonorità datate, che li ha portati ad allargare la loro fan-base anche a chi del rock tendenzialmente 23 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 se ne frega e ad essere ospiti fissi della competizione con la trilogia del “Dire”, proseguita lo scorso anno con Dime e che continuerà quest’anno con Te digo. Ho avuto la fortuna di ascoltare il nuovo pezzo in anteprima e assicuro che è una mina, una canzone con un ritornello così esplosivo da far saltare sulla poltrona anche un pensionato. L’idea di comporre in triestino è stata di Bosch, mentre è Beppe che ha deciso di iscrivere la band al concorso, commenta così la scelta: “Mi sono detto che se possono farlo altri gruppi, perché non noi che siamo ultrabulli?”. Ci tengono però a precisare che mantengono separate le produzioni in vernacolo e quelle in italiano, anche se lo show dal vivo mantiene la stessa potenza e cambia solo la lingua e la scaletta. Ed è appunto la dimensione live degli UltrabulloTS un evento da non perdere, sicuramente il modo migliore per godersi il gruppo. Le canzoni sono suonate con calore ed energia e sono intervallate da sketch spassosissimi fra Bosch e Beppe, e poi curano moltissimo il loro look per catalizzare l’attenzione del pubblico ed offrirgli un intrattenimento totale. Beppe mi spiega come nascone questi live incendiari: “Abbiamo testi divertenti con musica rock figa. Portiamo svago e divertimento, che non possono non far parte di uno spettacolo. Creiamo per noi e per il pubblico una via di fuga dalla realtà, un’immersione nel mondo degli UltrabulloTS, un po’ come andare al luna park. Quando ci mettiamo gli occhiali da sole entriamo in un’altra dimensione”. Mi confessano che gli sketch che introducono le canzoni sono in parte preparati, ma spesso si basano su un canovaccio e ci improvvisano sopra, in ogni caso li considerano fondamentali per creare empatia con il pubblico. Da rivedere come esempio l’esibizione al concorso di bellezza Miss Topolini su youtube, al quale sono stati chiamati a suonare dopo le pressioni dei fan su internet agli organizzatori della manifestazione. In un evento così artefatto e costruito loro hanno portato l’irriverenza del rock’n’roll, donando al pubblico mezz’ora di spettacolo puro che ha coinvolto anche gran parte del pubblico generalista presente. Bosch riveste nel gruppo il ruolo di arbiter elegantiarum, cura lui il look del gruppo e spesso porta le idee stilistiche che poi Beppe rielabora in musica, “Il nostro genere influenza il nostro modo di essere” dice, “Far i mona always, questo è il nostro motto”. Se quindi il divertimento è il denominatore comune, è ovvio che non sono tipi da cantare di politica o fare critiche sociali, il massimo diritto per cui si battono è quello di fare festa, come i primi Beastie Boys degli anni ‘80, ma non per questo sono superficiali o accomodanti. “L’obiettivo vero del gruppo sono le ragazze, come ogni rock band che si rispetti”, concludono i ragazzi,”per questo le locandine dei concerti e le nostre magliette sono sexy”. Se volete fare un giro su questa giostra non avete che da seguirli nei concerti ed ascoltarvi la loro musica. Cercate su internet la pagina facebook ufficiale , oppure su myspace, digitando UltrabulloTS, per restare aggiornati. E se volete sentire il repertorio musicale e scaricarlo collegatevi a http://soundcloud. com/UltrabulloTS. It’s only rock’n’roll baby! Marco Segulin cinema 24 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 le nuove frontiere del cinema per ragazzi Il film per ragazzi più gentile fra quelli usciti in questo ultimo scorcio del 2011 è certamente Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento di Hiromasa Yonebayashi. Forse qualcuno l’ha giudicato troppo gentile, ed è per questo motivo che la pellicola ha dovuto attendere più di un anno prima di essere distribuita in Italia. Per fortuna esistono ancora delle case di distribuzione italiane intelligenti come la Lucky Red, ed è proprio grazie ad essa che il pubblico italiano ha potuto ammirare questo piccolo capolavoro dell’ animazione giapponese uscito dalla casa di produzione Ghibli, quella del famoso Hayao Miyazaki. Il film si basa sui primi due romanzi della scrittrice britannica Mary Norton scritti nel 1952 e dedicati ad una razza di esseri piccolissimi che abitano le case degli umani e fanno sparire gli oggetti dimenticati. In effetti la parola “borrowers” è intraducibile in italiano. Sono diventati “sgraffignoli“ nella versione dei libri della Norton pubblicati da Salani, ma altri li chiamano “prendimprestito” e un traduttore della casa editrice Vallecchi nel 1966 ha scomodato addirittura il dialetto toscano e li ha battezzati “baffardelli”. Ai personaggi della Norton è stata dedicata una serie televisiva britannica nel 1992, ma la versione cinematografica più famosa è quella infedele e fracassona americana del 1997 diretta da Peter Hewitt ed uscita in Italia con il titolo I Rubacchiotti. Il film di Yonebayashi è invece fedelissimo allo spirito dei libri della Norton, anche se l’ambientazione si sposta dall’Inghilterra vittoriana alla Tokio dei giorni nostri. Quando il tredicenne Shō si trasferisce nella casa dell’anziana zia alla periferia di Tokio, per passarvi l’estate, non immagina certo le avventure che lo attendono. Dopo un inizio abbastanza tranquillo, la sua vita viene sconvolta dalla visione di un esserino che saltella tra l’erba, una ragazzina alta solo pochi centimetri chiamata Arrietty che appartiene alla specie dei “raccoglitori”, piccoli esseri che stanno nascosti sotto le case degli umani e da cui rubano lo stretto indispensabile per poter vivere serenamente. Come nei libri della Norton, nel giardino e nella casa non ci sono animali pericolosi e nocivi come serpenti, ragni e scorpioni, altrimenti il film diventerebbe un horror, ma quando si è alti 5 cm. anche uno scarafaggio troppo invadente o un’ape un po’ curiosa possono rivelarsi dei seri fastidi. Un po’ lento nella parte centrale, il film decolla nello splendido finale così brioso con quelle ultime sequenze suggestive: un poetico addio alle prime luci del giorno, il fiore dell’amicizia che sboccia tra due esseri diversi ma che hanno imparato a fidarsi l’uno dell’altro, mentre cominciano a scorrere i titoli di coda e l’arpista bretone Cécile Corbel intona il tema principale del film. Bellissimo. Di fronte al delicato cartone animato giapponese, il super kolossal in 3D di Steven Spielberg Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno fa la figura di una corazzata contro una barchetta da pesca, ma la similitudine è illusoria perché nonostante tutti i soldi spesi per realizzarlo il film di animazione americano non sarebbero niente senza l’apporto determinante del Belgio e della Nuova Zelanda. Belga infatti è il personaggio di Tintin, creato da disegnatore Hergè nel lontano 1929, e neozelandesi sono gli effetti speciali di animazione digitale creati dalla Weta di Peter Jackson. Qui però bisogna riconoscere che Spielberg è riuscito a ritrovare lo spirito della sua giovinezza, con delle invenzioni grafiche e cinematografiche che rendono omaggio ai personaggi un po’ datati dei fumetti di Hergè. Questo grazie anche alla prestazione di attori come Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frost trasformati in creature digitali grazie alla magia dell’elettronica. Dobbiamo ammettere però che in questo caso il prodigio computerizzato non è mai fine a se stesso, ma perfettamente funzionale ai fini della narrazione. Tintin è un giovane reporter col vizio dell’avventura che non disdegna nel tempo libero esperienze eccentriche, come passeggiare per i mercatini, fermarsi per un ritratto o per acquistare il modellino di una nave che nasconde un immancabile segreto. Un segreto che qualcuno vuole sottrargli a tutti i costi e con tutti i mezzi. Ma a difenderlo e ad affiancarlo ci pensano i maldestri poliziotti Thomson e Thompson e l’impavido Snowy, un candido fox terrier amabile con gli amici e implacabile coi nemici. Attraverso mari burrascosi e deserti torridi, a bordo di una scialuppa o di un idrovolante, cavalcando onde o polene a foggia di unicorno, il coraggioso Tintin e l’alcolico Capitan Haddock troveranno il più grande dei tesori: l’amicizia. Con Le Avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, Steven Spielberg ha finalmente ritrovato la strada per l’ “Isola che non c’è” e quel senso del meraviglioso che nei suoi ultimi film si era un pò appannato. Complimenti dunque, e lunga vita al vecchio maestro. Dal cinema di animazione passiamo ora ai film con attori in carne ed ossa. Il più interessante è certamente Hugo Cabret l’ultimo film in 3D di Martin Scorsese. Basta con i soliti “sequel”, “prequel” e “remake”! Finalmente una storia assolutamente originale. Io avevo letto il libro “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick ( Mondadori 2007) già nel 2008, e ne avevo fatto una recensione entusiastica. Ambientato nel 1930, Hugo Cabret racconta la storia di un ragazzino orfano (Asa Butterfield), che vive tra le mura della stazione di Parigi riparando gli orologii. Quando viene scoperto da un locale negoziante (Ben Kingsley) nell’atto di rubare alcune parti di giocattoli per riparare un automa che ha costruito con il padre (Jude Law), Hugo viene coinvolto in un mistero che riguarda il passato del giocattolaio e della sua figlioccia (Chloe Moretz). Se a questo aggiungiamo che il giocattolaio altri non è che il regista Georges Melies, pioniere del cinema fantascientifico ai primi tempi del muto, capiamo come al livello di puro intrattenimento fantastico si sommi un gioco molto personale con la storia del cinema delle origini. Peccato che per fare la parte di Meliès abbiano scelto quel noioso di Ben Kingsley che ormai è diventato come il prezzemolo, si intrufola dappertutto. Però c’è Chloe Moretz, la ragazzina prodigio che evevo già apprezzato nel ruolo della Hit-Girl nell’ottimo Kick-Ass di Matthew Vaughn, e ci sono pure Johnny Depp e Jude Law che sono bravini. Meno male! Ho sempre sperato che dal libro di Brian Selznick qualcuno decidesse di trarre un film, perché la sceneggiatura praticamente era già scritta. A dire il vero io avevo pensato a registi visionari come Tim Burton oppure Steven Spielberg.. Il nome di Martin Scorsese non mi era passato nemmeno per l’anticamera del cervello. Ma come, un anziano regista così cupo e violento che si dedica ai film per bambini ? Ed anche in 3D, poi? Eppure bisogna dire che Martin Scorsese ha vinto la scommessa, realizzando un film brioso e commovente, emozionante e coinvolgente che dovrebbe fare felici gli spettatori di tutte le età. Insomma, un vero film di Natale. Gianni Ursini teatri di confine 25 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 MAT TAT OIO TRA GIC O Non aprite quella porta. Potrebbe anche richiamare un titolo da film horror Elektra, il testo di Hugo von Hofmannsthal messo in scena al Rossetti, domenica 13 novembre, dal Teatro Stabile del Veneto, in collaborazione con il Teatro Olimpico di Vicenza. Diretto da Carmelo Rifici, il dramma di Hofmannsthal, costruito sulla falsariga dell’originale sofocleo e musicato successivamente da Richard Strauss, si trasforma infatti in un incubo dai toni splatter. A fugare ogni dubbio ci pensa la scenografia, indubbiamente efficace, di Guido Buganza: un palazzo ispirato alle figure impossibili di Escher (soprattutto “Relatività” del 1953), con scale che si incrociano, prospettive distorte e porte che si aprono in posizioni innaturali. Ma ciò che impressiona è soprattutto il sangue, che cola dalle pareti e che le serve puliscono a fatica e senza troppo successo. Quel sangue che la protagonista Elettra, interpretata con intensità da Elisabetta Pozzi, invoca sin dalla sua entrata in scena. In effetti, più che il palazzo degli Atridi, sembra un mattatoio o, a giudicare dai suoi abitanti, un manicomio. E di follia ce n’è parecchia nella pièce, anche perché Hofmannsthal ha scritto il suo testo nel 1903, influenzato dalla nascente psicoanalisi freudiana. Tutto comincia quando il disgraziato Agamennone, vincitore della guerra di Troia, appena tornato a casa viene assassinato dalla moglie Clitennestra (una inquietante Mariangela Granelli) e dal suo rivale Egisto. Da allora la figlia Elettra vive aspettando il momento della vendetta, che però sarà suo fratello Oreste a dover portare a compimento, quando tornerà a palazzo. L’altra sorella, Crisotemide (Marta Richeldi), desidera invece la libertà e quando Elettra, venuta a sapere che Oreste è morto, le proporrà di aiutarla a compiere il doppio omicidio della madre e di Egisto, declinerà l’invito. Dopo un drammatico incontro tra Elettra e una Clitennestra tormentata dai sogni, che non trova di meglio che squartare animali per placare gli dei, si giungerà presto al tanto agognato finale, sottolineato dalla mise grand guignolesca della protagonista. Pur decisa a ricordare disperatamente l’assassinio del padre, Elettra è un Amleto in gonnella, che non si decide ad agire se non alla fine, quando il redivivo Oreste si paleserà ai suoi occhi. La tonalità cupa e l’odio profondo vengono mantenuti tali per tutto il tempo: non c’è via d’uscita, come nei labirinti di Escher, che sono poi i labirinti dell’inconscio. Applausi ingenerosi al termine. Stefano Crisafulli La Bottega delle Spezie erboristeria dott. Manuela Zippo spezie e tè dal mondo - cioccolate selezionate integratori alimentari - fitocosmesi via combi 12 - trieste - tel. 040 303555 DE DI CA TO A PI NA “Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti”. Di tutto ciò che ha detto Pina Bausch, la grande coreografa e danzatrice morta nel 2009, il regista Wim Wenders ha scelto proprio questa frase in esergo al suo bellissimo film. Perché è vera, come erano veri i suoi spettacoli. Ma qui non voglio parlare tanto del film che Wenders ha dedicato alla Bausch, chiamandolo semplicemente Pina, e che a Trieste è stato visto nella forma consueta perché nessun cinema (tranne il lungimirante Ariston) lo ha voluto. Di questo se ne occuperà sicuramente il collega dirimpettaio, il buon Gianni, anche se qui devo smentire lo stesso Wenders, che ha privilegiato il 3D, e riaffermare la gradevolezza delle due dimensioni, soprattutto per un film come Pina. No, io voglio parlare invece della forma di teatro che la Bausch ha inventato, il Tanztheater o teatro-danza, e delle sue opere più famose, che scorrono una dopo l’altra nel corso del film a lei dedicato: Café Müller, Le sacre du printemps, Vollmond e Kontakthof. Voglio parlare della forza che trasuda il suo linguaggio, che è poetico nella sua concretezza, e si trova a metà strada tra l’espressività del teatro e la corporeità della danza. E della sua pedagogia, capace di tirare fuori il meglio dai suoi danzatori, che la ricordano con affetto. Forse perché ciò che balza agli occhi nei suoi spettacoli è l’emergere dell’umanità di chi danza, ma anche di quel qualcosa in più che l’essere umano è capace di ottenere quando è in stato di grazia. I danzatori del Wuppertal Tanztheater, diretto dalla Bausch negli anni ‘70, sono uomini e donne, con i loro corpi e le loro emozioni. Sono fisicamente e mentalmente presenti, sensibili ad ogni movimento del gruppo e a tutto ciò che accade sul palco. Sono tristi, allegri, arrabbiati, disperati, gioiosi, innamorati, inquieti. Movimenti e abiti di scena sono semplici e normali, ma allo stesso tempo simbolici e misteriosi. Sono tecnicamente molto preparati ma la loro tecnica diventa invisibile, per privilegiare il contatto, lo scambio, lo sguardo. Ma anche per denunciare l’incomunicabilità, la violenza dei rapporti o il dolore di una perdita. Possono danzare dovunque, in una fabbrica, in mezzo alla natura, tra i passeggeri del metrò. Sul palco ci sono gli elementi primigeni, soprattutto terra e acqua, ma a volte compare una roccia enorme e persino qualcosa di inaspettato, come un ippopotamo. Bisogna averla vista danzare, Pina Bausch, per capire la sua fragilità e la sua forza. Bisogna aver danzato per capire che chi non danza è perduto. S.C. alimentazione 26 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 Il pranzo di Natale Idee e suggerimenti per salvare la salute! Il pranzo di Natale, quello della vigilia, quello di S. Stefano, il cenone di Capodanno e l’Epifania, sono una serie di appuntamenti culinari di grande impegno e sforzo per il nostro organismo, sia perché ognuno di essi abbonderà di cibo, sia perché sono così ravvicinati nel tempo da non permettere al corpo di smaltirli correttamente. Di conseguenza, soprattutto per chi non gode di buona salute, ci può essere il rischio reale di ritrovarsi con livelli di zuccheri, grassi e proteine troppo elevati nel sangue, mettendo in pericolo la condizione fisica. Fermo restando che non possiamo restringere troppo le raccomandazioni perché questi sono momenti di festa in cui è lecito divertirsi senza troppi pensieri, alcuni consigli potranno migliorare decisamente la situazione e permettere un piacere più completo, senza sensi di colpa in merito alla salute. Un primo punto importante riguarda il giungere affamati a questi pranzi; la fame infatti è il miglior indicatore che il corpo è pronto per mangiare, digerire e assimilare il cibo. Solitamente le persone non riescono a trattenersi dal fare una abbondante colazione o peggio un aperitivo al bar poco prima del pranzo, ma così facendo arriveranno già saturi all’appuntamento, con la conseguenza che il corpo non digerirà quanto mangiato. Anche sedersi a tavola e cominciare a "piluccare" grissini e pane non è una buona abitudine. Meglio resistere un poco con la fame in modo da essere nella condizione ottimale per il pranzo. Una buona insalata mista come antipasto potrebbe essere un’ottima alternativa. Secondo consiglio: cercate di non mescolare troppi cibi, soprattutto quello proteici con quelli amidacei, perché lo stomaco non è una lavatrice e fa fatica a digerire alimenti troppo diversi. Ecco che dare priorità ad esempio ai cibi amidacei significa preferire i cereali, il pane e le focacce, la pasta fresca ed infine il panettone. Preferire le proteine vuol dire concentrarsi sui formaggi, i salumi, le carni e il pesce, e alla fine sui croccanti e torroni, ricchi di nocciole, mandorle e noci che sono fonti di proteine. Alla fine dei pasto è consuetudine mangiare della frutta fresca e secca, entrambe pessime abitudini perché la frutta a fine pasto fa fermentare il tutto che quindi non verrà digerito. Meglio concludere con il dolce e il vino, rimandando anche il caffè a più tardi. Cosa fare dopo il pasto? La tentazione, visto l’appesantimento, è quella di appisolarsi sulla poltrona davanti alla TV, altra pessima abitudine perché addormentandosi il corpo non digerisce bene. La miglior cosa che potete fare è fare quattro passi, coprendovi bene viste le probabili temperature rigide. Camminando il corpo ‘carbura’ e ottimizza la digestione/assorbimento del cibo. E la sera? Molti riaprono il frigo e consumano ciò che è avanzato al pranzo anche se non hanno fame. Invece, una semplice tisana calda è la soluzione migliore per dare al vostro corpo un giusto riposo per lo sforzo fatto. Inoltre, la mattina ci si sveglierà affamati e pronti per il prossimo appuntamento. Alcuni consigli su come preparare i cibi: sempre più negli anni le persone hanno preso l’abitudine, o la pigrizia, di comprare tutto già pronto. Il nostro consiglio invece è quello di preparare in casa le vostre pietanze, mettendoci gli ingredienti migliori, la vostra creatività e il vostro piacere. Il cibo sarà così molto più apprezzato dagli ospiti e anche più facilmente digeribile perché quello acquistato contiene inevitabilmente più ingredienti, non sempre necessari e che appesantiscono la digestione. Attenzione soprattutto ai dolci, il panettone in primis in quanto difficilmente può essere fatto in casa. Questi dolci industriali sono pieni di coloranti, addensanti, conservanti e altre sostanze chimiche che sono per la maggior parte dannose per la salute. Se panettone deve essere, che sia, ma genuino, fatto in pasticceria, fresco e con ingredienti naturali, possibilmente biologici. Spenderete sicuramente di più rispetto a quelli industriali ma non c’è paragone come qualità, sapore e salute. Nei giorni di "tregua" tra un pasto festivo e l’altro fate movimento fisico e mangiate poco, solo il necessario, in modo da permettere al corpo di smaltire l’eccesso. Accumulare infatti grassi, zuccheri e proteine nel sangue è pericoloso per la salute, soprattutto degli anziani e di coloro che già soffrono di problemi come il colesterolo, la glicemia, le malattie cardiovascolari. Concludiamo con i bambini: loro sono di natura molto golosi e attratti spesso dai cibi peggiori, quelli più colorati, grandi e profumati, ma spesso anche più dannosi per la salute. Bisogna sempre ricordare che un bambino non ha le capacità digestive di un adulto, e i danni per il suo organismo sono maggiori. Ecco che un’attenzione particolare nei loro confronti sarà molto importante, soprattutto nella scelta dei cibi. E ricordate anche che fino a 15 anni non hanno l’enzima che smaltisce l’alcool. Bene! Se sopravvivrete a questo tour de force ci rivedremo a Gennaio 2012! Tanti auguri di buone feste e di un Natale in salute. Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it MAGNESIO SUPREMO naturalmente ANTISTRESS La carenza di magnesio si può manifestare con: • stress • stanchezza • irritabilità, nervosismo • mal di testa • sonno agitato • difficoltà ad addormentarsi • sindrome premestruale • spasmi e crampi muscolari • irrigidimento e dolori muscolari • fragilità ossea • stitichezza PERCHÉ MAGNESIO SUPREMO ®: Formula originale. Ciclo di produzione dedicato senza contaminazione di sostanze estranee. Selezione accurata delle materie prime. No OGM. Acido citrico da fermentazione naturale. pH e RDA (dose giornaliera consigliata) ottimali per una completa assimilazione. OLO ALE ! 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Se il dolore è originato dall’apparato muscolo-scheletrico o dai nervi bisogna accertarsi che non ci siano lesioni (fratture, strappi muscolari, distrazione delle cartilagini costali ecc.) mediante una valutazione ed un’anamnesi. Spesso, come già detto, chi ne soffre imputa il dolore alla presenza di una contrattura, cosa parzialmente vera, infatti la contrattura antalgica è una conseguenza tipica di una disfunzione vertebrale o di una compressione discale. al materasso, forse ho l’ernia del disco ... però ricordo di aver sollevato un oggetto pesante e forse ho uno strappo muscolare". Queste sono alcune ipotesi che generalmente fa il paziente, a volte sono giuste, in altri casi del tutto errate. Per prima cosa bisognerà invece escludere le patologie più gravi o le compressioni nervose, poi in base all’anamnesi, ai test ed alle informazioni che il paziente fornisce si diagnosticherà il tipo di dorsalgia di cui si è affetti. Qual’è la terapia? Tutti i pazienti dovrebbero migliorare la postura (sia lavorativa che non) per evitare di assumere posizioni troppo “ingobbite” con un ipercifosi dorsale, soprattutto da seduti. I farmaci antinfiammatori (fans, cortisone, analgesici, ecc) possono dare sollievo soprattutto in acuto, ma il miglioramento è generalmente temporaneo perché non agiscono sulla causa del problema e non possono prevenire le recidive Quali sono le cause? come un lavoro attivo sulla postura. La dorsalgia colpisce quasi la metà della popolazione nell’arco Lo stiramento/strappo muscolare è un evento della vita, nella maggioranza dei casi a tutt’oggi risulta difficile rarissimo, la terapia è esclusivamente strumentaidentificare la causa con certezza, ci sono soggetti che si svele, alcune seduti di Tecar® facilitano il rilassagliano al mattino con il dolore oppure avvertono una sintomatomento delle contratture antalgiche e velocizzano il logia di bassa intensità (un fastidio) che cresce con il tempo. processo di recupero. Infatti il dolore è provocato quasi sempre da un insieme di In caso di ernia del disco, seppur rara a livello PER UNA PRE VISITA E INFORMAZIONI cause, ed è raro che origini da una sola struttura. dorsale, la terapia più adatta consiste soprattutto SULLA CONFERENZA VEDI Questa patologia è più comune nelle persone che usano le in esercizi di riequilibrio auto-somministrati che APPUNTAMENTI IN FONDO AL KONRAD loro mani all’altezza del petto senza dare sostegno ai gomiti, spingono il nucleo polposo del disco intervertedunque caricando spalle, scaple e zona dorsale in maniera brale verso la sua sede anatomica, così facendo continuativa. si riesce a prendere spazio in modo da diminuire la compressione nervosa Il dolore può svilupparsi tra le persone che lavorano con una postura inchiderivante ed i sintomi periferici irradiati. nata o scorretta – come nel caso di parrucchiere, infermiere, chirurghi ecc. Per l’artrosi o la dorsalgia da infiammazione, si utilizzano terapie fisiche come la Tecar o le terapie fasciali che hanno un effetto antinfiammatorio loGli anziani possono soffrire di spondilosi, vale a dire artrosi vertebrale, cale o mio rilassante per poi passare alla fase di recupero attivo attraverso sempre negli anziani inoltre, soprattutto se osteoporotici , i crolli vertebrali esercizi mirati. possono portare a dolore dorsale acuto e la diagnosi differenziale attraverso un’anamnesi in tali casi è d’obbligo. I pazienti che avvertono dolore durante alcuni movimenti (di solito la rotazione),o che hanno percepito la fitta iniziale a seguito di un movimento Una delle peculiarità di questo tratto di colonna è che raramente avviene singolo particolare, traggono beneficio dalle tecniche di manipolazione l’equivalente del "torcicollo" o del colpo della strega, può capitare ma è raro, vertebrale. In questi casi, lo sblocco articolare permetterà di ripristinare il di avvertire una fitta fortissima anche senza apparente motivo, o a seguito corretto movimento tra le vertebre e, passati un paio di giorni generalmente di un movimento particolare che comporta da subito dolori lancinanti trafittivi il paziente abolisce la sintomatologia. fino allo sterno. Aldilà di queste tecniche specifiche, per poter risolvere il problema alla radice, È una condizione che si può presentare soprattutto se in passato il paziente molto spesso risulta essere utile agire sulla correzione posturale rinforzando ha subito traumi o contraccolpi al rachide e la sintomatologia è così acuta da la muscolatura decifotizzante (gli estensori del tronco) che permette di ridurre far spesso allarmare il paziente che si trova con il respiro bloccato dal dolore. la compressione sui dischi intervertebrali e di mantenere posture corrette a livello del dorso anche durante le attività od i movimenti più a rischio. Come si arriva alla diagnosi? "Un mio amico dice che il dolore è dovuto alle scarpe, l’altro dà la colpa Marco Segina brevi 29 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 IL MALE È UN VIRUS CHE AMMORBA IL MONDO. L'UNICO ANTIDOTO È IL BENE. “Making the Difference” è il programma di cui si occuperà Chelsea Clinton, da poco inviata speciale per Nbc. È dedicato all’opera dei volontari, e viene trasmesso ogni giorno in prime time nel tg serale più seguito d’America. Speriamo che s’importi in fretta quest’ottima idea dagli States e che i media italiani diventino vettori di mode sane e irrinunciabili. Avremmo anche noi bisogno di un simile programma, il materiale a disposizione è moltissimo e a buon mercato. A volte invece perfino le riviste cattoliche parlano poco di questo argomento. I media ci bombardano con notizie di scandali e tragedie ed in questo modo tutto il bene viene offuscato dal male. Passano così inosservate iniziative come “Missione Burundi”, un progetto che va nella direzione della solidarietà, dell’altruismo e della fratellanza universale. La mostra fotografica Missione Burundi s’inaugura sabato 26 novembre, alle 15.30, presso il Chiostro della Biblioteca Civica di Pordenone, in piazza XX Settembre. Contemporaneamente verrà presentato il libro Missione Burundi, che sarà posto in vendita per devolvere l’intero ricavato a tre missionari friulani. Saranno presenti all’appuntamento padre Alberto Lanaro, missionario in Africa per 27 anni; Anna Sabatti, psicologa e volontaria in Burundi; un inviato del vescovo di Pordenone; Eligio Grizzo, assessore all’Immigrazione e vice-presidente della Provincia di Pordenone, presidente dell’Associazione di volontariato “Banca del tempo di Pordenone”, un passato di volontario in Africa. La mostra sarà visitabile fino al 17 dicembre negli orari di apertura della Biblioteca, e il libro sarà venduto all’interno. Si potrà acquistare anche su richiesta a [email protected] In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo non dobbiamo dimenticare chi – da innocente – soffre i tormenti dovuti a indifferenza, egoismo, fame e sete di potere. Auguri a tutti, perché il 2012 porti un’aria nuova anche nell’informazione. “A come Acqua l'iniziativa del WWF Trieste per le scuole La sezione educazione del WWF Trieste si rivolge e alle strutture educative del territorio e alla collettività, per proporre obiettivi di conoscenza, protezione, proiezione e sviluppo di comportamenti corretti e responsabili verso l’ambiente. I bambini vivono il rapporto con la natura nella maniera più intensa e immediata. Se accanto a queste capacità istintive affianchiamo l’attenzione, l’educazione e il rispetto per tutto ciò che abbiamo intorno, inanimato o animato che sia, potremo garantire una futura generazione di persone consapevoli del ruolo che ricoprono, e coscienti dell’impatto che ogni decisione umana ha sull’ambiente. Insegnare giocando è la strada maestra che conduce i bambini ad apprendere e con un’adeguata strategia didattica è possibile raggiungere gli obiettivi di argomenti specifici. Quest’anno abbiamo cercato di coinvolgere i bambini delle Scuole dell’infanzia statali e delle Scuole primarie, alla partecipazione del progetto: “A come Acqua”, argomento proposto dall’Unesco per la settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Abbiamo divulgato anche nelle scuole slovene e croate con lingua d’insegnamento italiana il racconto: Gli amici del Laghetto (scaricabile da wwftrieste.blogspot.com). È ancora possibile fino al 19 dicembre inviare l’adesione per partecipare alla mostra-concorso che si terrà nei giorni 18, 19, 20 gennaio 2012. Le elaborazioni grafico-pittoriche, plastiche più significative verranno premiate con i libri gentilmente offerti dalla libreria Fenice e dalla casa editrice Editoriale Scienza di Trieste. Per informazioni più dettagliate rivolgersi alla segreteria del WWF Trieste via Rittmeyer, 6 email: [email protected] oppure a Nevia Iud 347.1057762. tre app unt ame nti con la mus ica clas sica Tre appuntamenti con la musica classica scandiranno il dicembre triestino. Alle ore 00,55 della notte tra domenica 4 e lunedì 5 dicembre l'Opera Giocosa presenterà il Requiem Notturno, ovvero la Messa in re min. KV 626 per Soli, Coro e Orchestra di W. A. Mozart. L'esecuzione si svolgerà nella chiesa di Santa Caterina in via Dei Mille e vedrà l'orchestra Opera Giocosa del FVG accompagnare solisti di chiara fama in occasione dell'anniversario della morte del compositore austriaco, morto appunto alle 00,55 tra il 4 e il 5 dicembre 1791. L'orchestra Opera Giocosa del FVG si esibirà anche per il concerto di beneficenza dell'11 dicembre organizzato da Amnesty International in occasione del cinquantesimo anniversario dell'associazione. L'appuntamento è per le 18 nella Sala Giubileo in Riva III Novembre, 9. Infine il Coro dei Lion Singers presenterà il 17 dicembre nella medesima Sala Giubileo un programma di canti natalizi insieme a pezzi di Lucio Battisti, Gianna Nannini, John Lennon, Domenico Modugno. Agriturismo aperto i week end su prenotazione dal martedì al sabato in mercato coperto la vendita dei prodotti telefoni: 040 226901 - 333 7798338 - 3406733919 Basovizza, verso il confine di Pesek www.alselvadigo.com ci trovate anche su facebook 31 Konrad novembre 2011 APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio Trieste dicembre 1-29 ogni giovedì ingresso libero Mamme & papà separati Associazione per la tutela dei diritti dei figli nella separazione, rivolge i propri servizi a chiunque sia coinvolto direttamente o indirettamente nelle problematiche inerenti le separazioni coniugali in presenza di figli, offre gratuitamente sostegno psicologico e legale servendosi del volontariato di professionisti quali psicologi, avvocati e pedagogisti, nonché della presenza di Soci che già hanno vissuto in prima persona le esperienze della separazione. Incontri ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede di Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040 9896736, [email protected], www.mammepapaseparati.org 3 sabato ingresso libero L’alimentazione del bambino... e della famiglia: dialogo con il Dr Francesco Furlan a cui seguirà una cena di beneficenza. Comitato pro Fondazione ELIC alle ore 19 in via Mazzini 30, 3° p. Info 333 4236902 040 2602395. 4 domenica - 18 domenica Corso di euritmia L’insegnante B. Berden guiderà il corso presso la Casa-Dom Brdina Opicina via di Prosecco 109 Ip. , ore 10-12. Organizza l’Ass.Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810. 5 lunedì ingresso libero Pranic healing: ogni lunedì Con il Pranic Healing impariamo a utilizzare il Prana (o energia vitale) e la meditazione, per ristabilire l’equilibrio e la salute fisica, emozionale e mentale, facilitando i processi di gruarigione. Incontri aperti a tutti in cui faremo la Meditazione sui Cuori Gemelli e trattamenti dimostrativi di Pranic Healing. Tutti i lunedì alle 20.30 all’Ass. Alma, via Tor San Piero 16. Info 340 6858339. da lunedì 5 a lunedì 19ingresso libero Grafologia e psicologia Ciclo di lezioni di psicologia applicata alla grafologia aperte al pubblico organizzate dall’A.G.I Trieste. Relatore dott. Zaghet, psicologo psicoterapeuta. 5 - 12 - 19 dicembre dalle ore 18 alle ore 20. Luogo e argomento vedere sito www. grafologiatrieste.it oppure iscriversi alla mailing list del sito. da lunedì 5 a lunedì 26ingresso libero Meditazione di Luce per la Terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il Salto quantico 2012, meditazione di Luce per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen Sidhe, in connessione i regni della natura e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 6 martedì ingresso libero Elaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza ogni primo martedi del mese un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30, I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it 6 martedì ingresso libero Prevenzione delle dipendenze L’Associazione pedagogica steineriana organizza una conferenza nel ciclo dedicato al sostegno alla genitorialità sul tema della prevenzione delle dipendenze nei bambini per prevenire la passività indotta dalle tecnologie. Relatore il dott. Stefano Pederiva. Alle ore 20.30 nella sede della Società Antroposofica in via Beccaria 6. Info 040 229474, 366 9300300. 7 mercoledì ingresso libero Vedo o non vedo... Nell’ambito della manifestazione “Interno con figure”, promossa dal Comune di Trieste e dall’Assessorato alla Cultura, Francesco Gizdic terrà un incontro intitolato “Vedo o non vedo. Le forme dell’illusione”, presentando propri studi e immagini sul tema della percezione e delle illusioni ottiche, alle ore 17.30 al Palazzo Gopcevich in via Rossini 4. 8 giovedì Meraviglia: il principio del piacere La meraviglia è alla base dell’evoluzione spirituale. L’imparare a suscitare in se stessi meraviglia ci porta ad alzare il piacere del vivere, ci dà la possibilità di integrare emozioni e logica, scelta razionale e cuore. Seminario con Sauro Tronconi. Info 380 7385996, www.espande.it 9 venerdì L’albero di Natale “Simbolo dell’Albero Intrecciato del Paradiso: la nascita del pensiero vivo” rel. M.Codogno. Organizza l’Ass. Agricoltura Biodinamica presso la sede di v. Mazzini, 30 1p. Prenotazione obbigatoria max 40 posti. Info 333 7864810, 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it 9 venerdì ingresso libero Correnti vitali e meridiani di agopuntura: c’è qualcosa di scientifico? Incontro con Fabio Burigana alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture in via S.Francesco 34. Info 040 635718, [email protected] 10 sabato ingresso libero Degustazione tisane fruttate Giornata dedicata all’assaggio di tisane fruttate. Le persone interessate all’acquisto, usufruiranno di uno sconto speciale limitato alla giornata in questione. Erboristeria Nonsolonatura, Via Piccardi 2-Trieste. Info 040 2410489, [email protected] su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio 10 sabato Canti e Danze sacre in Cerchio Seminario di Canti e Danze Sacre delle culture dei popoli, di guarigione, meditazione, ritualità e cicli della natura, gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la celebrazione alla Vita. Conduce Arleen Sidhe Sfregola, insegnante e formatrice del settore da 23 anni; presso assoc. OLOS via XXX Ottobre 4,dalle ore 14.15 alle ore 20.15. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 12 lunedì ingresso libero Respiro, energia che entra ed esce Il respiro rappresenta lo spirito vitale dell’uomo e la sua spiritualità. Imparare a respirare per dirigere la propria energia e per funzionare al meglio delle proprie potenzialità. Conferenza di Piero Vattovani, Ass. Espande, ore 20, v. Coroneo 15. Info www.trieste.espande.it 14 mercoledì Corso di pittura guidato dalla pittrice Barbara Donadel sul tema “Esperienza di diversi paesaggi”. Organizza L’Ass.Agricoltura Biodinamica presso la sede di v.Mazzini 30 Ip ore 17.45-19.30. Info 333 7864810. 14 mercoledì Meditazione: addio stress, bye bye! Il “TaoCenter” Ts propone: Meditazione Dinamica Sufi e da Fermi, rallentiamo le vibrazioni al livello della frequenza dell’Anima. “Senza peregrinare il Saggio apprende” Lao Tze. Info 347 3319227 Claudia, [email protected] 15 giovedì Benessere e rinnovamento interiore La Magia del Natale: per vivere una autentica festa propiziatoria alla generosità della vita e rinnovamento interiore con gli oli essenziali ed essenze floreali. Corso con la dott.sa Pinausi all’Erboristeria Aromatica. Info 040 3229675. 16 venerdì ingresso libero Canti dell’anima ed auguri Joytinat Ore 20 Canti dell’Anima con il Gruppo Bhajan Sisters & Brothers per onorare il Santo Natale e ringraziare Amici e Studenti dell’Associazione Joytinat Yoga Ayurveda per essere insieme nel percorso di ricerca interiore e solidarietà. Vi aspettiamo in Via Felice Venezian 20. Grazie a Tutti e Buon Natale. 16 venerdì ingresso libero 2012 e Ascensione Planetaria Continuano gli incontri mensili sul 2012, con i nuovi aggiornamenti aperti a tutti: Cosa accadrà? I grossi cambiamenti a livello individuale, sociale e planetario, segnali di risveglio di coscienza e spirituale. Messaggi guida di condivisione per vivere al meglio questi momenti di trasformazione interiore, nel corpo, nell’ anima, nel quotidiano. Conduce Arleen Sidhe, operatrice per l’Ascensione planetaria e trasformazione quantica, terapeuta del Suono, riequilibri energetici esseni e lettura dell’Aura. Alle ore 20.30 presso Associazione LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 16 venerdì ingresso libero Fisioterapia per l’ernia del disco Incontro aperto con gli esperti del Centro Rieducazione Colonna Vertebrale sulle tecniche fisioterapiche innovative adottate dal centro per trattare questa patologia. A partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati. Info e prenotazioni 040 3478678. 17 sabato Ferite dell’anima e Metamedicina Le ferite che subiamo nell’infanzia ci condizionano per tutta la vita, ma con la Metamedicina è possibile guarirle. Seminario a cura di Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, [email protected] 17 sabato ingresso libero Giornate nazionali antipellicce La sede territoriale della LAV (Lega Anti Vivisezione) della Provincia di Trieste sarà in via San Lazzaro angolo via Ponchielli dalle ore 9.30 alle 19.30 per informare sui maltrattamenti subiti dagli animali da pelliccia. Il tavolo sarà rimandato in caso di maltempo. 17 sabato ingresso libero L’arte e il Natale Universale Conferenza degli artisti L. Calvo e A. Deklic alle ore 18.30 alla Scuola Superiore d’Arte, Magna Fraternitas Universalis in via Mazzini 30 5° p. Info 333 4236902 17 sabato ingresso libero Origami natalizi Laboratorio gratuito per bambini alle ore 16. Comitato pro-Fndazione ELIC in via Mazzini 30 5° p. Info 040 2602395. 17 sabato Seminario di grafologia L’AGI Trieste organizza il seminario : “Scrittura e disegni a sostegno della pedagogia clinica” . Relatrice dott.ssa Francesca Bertoli, psicopedagogista. Dalle ore 10 alle ore 13 in via Geppa 2. Il seminario prevede un costo minimo di partecipazione. Programma e costi, vedere sito www.grafologiatrieste.it 17 sabato ingresso libero Energia in movimento Dalle ore 15 alle 20 giornata di sperimentazione: Laboratorio teatrale, Danza Bioenergetica, Danza Orientale, Tai Chi, Nia, presso Studio Omniaction in via San Francesco 15. Info www.omniaction.org 333 1086622. 18 domenica ingresso libero Concerto di musica natalizia Nella Chiesa Immacolato Cuore di Maria Concerto natalizio della Società Polifonica Santa Maria Maggiore diretta dal maestro Janko Ban, alle ore 16.30 in via Sant'Anastasio 9/2. Seguirà un brindisi beneaugurale offerto dal Consiglio Circoscrizionale nei locali parrocchiali. 18-23 da dom. a ven. ingresso libero Animali meno fortunati La sede Territoriale della LAV (Lega Anti Vivisezione) di Trieste nei giorni, 18-20-2122-23-24 dicembre sarà presente al 2° piano del centro commerciale “Le Torri d’Europa” con un tavolo informativo e raccolta fondi per gli animali meno fortunati. 32 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio Trieste dicembre 21 mercoledì ingresso libero Solstizio Festa della Luce Celebriamo insieme il Solstizio d’ Inverno, un incontro di gioia e condivisione, di canti e danze sacre dal mondo e delle aree celtiche, ed altro ancora... Serata a cura di Arleen, alle ore 20.30 presso Assoc. LAM-Il Sentiero in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 24-26 da sabato a lunedì Stiamo insieme 3 giorni a Natale? Il TaoCenter Ts propone: La Terapia dell’Anima; La Visione Cosmica. L’Anima vive nel presente, vede se stessa in tutto, cercare le cause di ciò che sono nel passato è quanto di più illusorio e fuorviante possa esistere. Che cosa possiamo fare per stare meglio? Info Claudia 347 [email protected] 27 martedì ingresso libero La famiglia in trasformazione La Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche familiari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed.Novalis in v.Mazzini 30,I p ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it Trieste gennaio 2-30 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di Luce per la Terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il Salto quantico 2012, meditazione di Luce per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen Sidhe, in connessione i regni della natura e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 9 lunedì Corso di massaggio olistico 2012 Il Massaggio Olistico si prefigge di raggiungere il benessere della persona attraverso l’equilibrio di Mente-CorpoSpirito. Da gennaio a maggio 2012. Corso con Akshara Laura. Info 349 8720915. Iscrizioni entro il 21 dicembre 2011. https://www.facebook.com/konradnews 10 martedì ingresso libero Elaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza ogni primo martedi del mese un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte”Ed.Novalis in v.Mazzini 30,Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www. rudolfsteiner.it 11 mercoledì ingresso libero Fisioterapia per il mal di schiena Incontro aperto con gli esperti del Centro Rieducazione Colonna Vertebrale sulle tecniche fisioterapiche innovative adottate dal centro per trattare questa patologia. A partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati. Info e prenotazioni 040 3478678. 11 mercoledì ingresso libero Bioenergetica Attraverso una serie di semplici esercizi di radicamento e respirazione Il Laboratorio bioenergetico,della durata di due mesi, si prefigge l’obiettivo di far percepire ,ad ogni elemento del gruppo, il corpo in maniera più efficace, riducendone tensioni e rigidità.Alle ore 20 all’Ass.Olos in via XXX Ottobre 4.Per partecipare alla conferenza e per ulteriori informazioni: Stefano Specchiari Insegnante di esercizi di [email protected] - 3287429516 12 giovedì ingresso libero Punto vegetariani Incontro mensile dal titolo “Dai, non cibiamoci di sangue...”, con Susanna Beira e Marco Bertali medici dell’AVI, dalle 17 alle 18.30, presso sala Banca Etica, via Donizetti 5/a. 12 giovedì ingresso libero Sos-cervello Campagna sociale di psicofarmacovigilanza. Incontro mensile dal titolo “Dall’auto-cura all’auto-realizzazione”, con lo psichiatra Marco Bertali, dalle 18.45 alle 20.15, sala Banca Etica, via Donizetti 5/a. 15 domenica Dimagrire con la Metamedicina Con la Metamedicina comprenderemo il perché del sovrappeso per poi liberarci da questo insano meccanismo. Seminario a cura di Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, [email protected] 16 lunedì ingresso libero L’intelligenza delle emozioni Il fluire delle diverse emozioni ci fa vedere cosa vale veramente per noi. Tramite l’emozione possiamo capire, “sentendo”, molto prima, meglio e in modo più globale che col solo pensiero. Conferenza di Piero Vattovani, Ass. Espande, ore 20, v. Coroneo 15. Info www.trieste.espande.it 18 mercoledì ingresso libero Le differenti tappe della missione... ...del Dr Serge Raynaud de la Ferrière. La Fondazione Magna Fraternitas Universalis per il 96° anniversario della sua nascita. Conferenza alle ore 17.30 presso la Libreria Borsatti in via Ponchielli 3. Info 333 4236902 040 2602395. su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio 20 venerdì ingresso libero 2012 e Ascensione Planetaria Continuano gli incontri mensili sul 2012, con i nuovi aggiornamenti aperti a tutti: Cosa accadrà? I grossi cambiamenti a livello individuale, sociale e planetario, segnali di risveglio di coscienza e spirituale. Messaggi guida di condivisione per vivere al meglio questi momenti di trasformazione interiore, nel corpo, nell’anima, nel quotidiano. Conduce Arleen Sidhe, operatrice per l’Ascensione planetaria e trasformazione quantica, terapeuta del Suono, riequilibri energetici esseni e lettura dell’Aura. Alle ore 20.30 presso Associazione LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 21 sabato ingresso libero L’espressionismo: uno sguardo... ... con gli occhi dell’anima. Conferenza dell’Artista L. Calvo alle ore 18.30 alla Scuola Superiore d’Arte, Magna Fraternitas Universalis in via Mazzini 30 5° p. Info 333 4236902, 040 2602395. 21 sabato ingresso libero Il colore delle note musicali Laboratorio gratuito per bambini alle ore 16.30 Comitato pro-Fondazioe ELIC in via Mazzini 30 5° p. Info 333 4236902, 040 2602395. 21 sabato Ayurveda & benesere: aromaterapia Aspettando la Primavera... Un modo dolce e profumato per godere di un anticipo di Primavera e per prepararsi al meglio al suo arrivo! Anche come regalo di Natale! Seminario ore 16-18, sede da definire. Info e prenotazioni: Cristiana 347 0354846. 27 venerdì ingresso libero Ernia del disco e stenosi Incontro aperto con gli esperti del Centro Rieducazione Colonna Vertebrale sulle tecniche fisioterapiche innovative adottate dal centro per trattare questa patologia. A partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati. Info e prenotazioni 040 3478678. da venerdì 27 a domenica 29 Bcs - Craniosacrale Biodinamico Nuova Formazione - 1°seminario - Aperto a tutti - dedicato a sperimentare la qualità delicata di un contatto che nutre e rigenera. Organizza BCS-Trieste ad Aurisina Casa Igo Gruden. Preiscrizione entro il 27 dicembre. Info 345 9226622, 345 9224454, [email protected] 28-29 sabato e domenica Sistema Inochi® - gennaio 2012 Seminario di primo livello del Sistema Inochi®, trainer Maurizio Battistella, presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche di Via Palestrina, 8. Il corso è a numero chiuso. Info ed iscrizioni 338 7592945, www.inochi.it, [email protected] 31 martedì ingresso libero La famiglia in trasformazione La Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche familiari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed.Novalis in v.Mazzini 30, Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it Associazione Enosis: Yoga integrale Corsi di Yoga lunedì e giovedì ore 19 e ore 20.15, mercoledì ore 13.15 a Trieste, Accademia Europea via della Geppa 2. Mercoledì ore 20 a Muggia, Circolo Acli viale Frausin 9. Lezione di prova gratuita. Info 340 2768293, 328 4717996, www.associazione-enosis.it Incontri con legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 040 577013, 366 3430369, fax 040 9890553, info@ legambientetrieste.it, Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it Laboratori artistici di Rosetta Pittura ad acquarello, modellaggio della creta, quadri autunnali in lana cardata. Corsi per Ragazzi 6-12 anni e per Adulti, orari da concordare. Presso Società Antroposofica in via Beccaria 6. Info 333 5930594 Rosetta. Società Antroposofica di Trieste Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo di R. Steiner “Massime antroposofiche”. Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo “Metamorfosi della vita dell’anima” di R.Steiner. Le attività sono gratuite presso la sede via Mazzini 30, I p. Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it - Le attività sono sospese il 24 e 31 dicembre. Ass. agricoltura biodinamica Ogni primo e terzo mercoledì incontro con la Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di R. Steiner “Uomo sintesi armonica”. I rimanenti mercoledì su Orticoltura e giardinaggio. Ore 2021.30 presso la sede v.Mazzini 30, Ip. Info 333 7864810 Ingresso libero. Tribal Bellydance Fusion e Danza Ventre Esplora la Dea e la Guerriera in te nell’energia del gruppo, con la tecnica moderna e la spiritualità arcaica del femminile. Per le donne di ogni età. Lezione di prova gratuita a la Noce in via degli Artisti 7/A. Info orari 339 5732712 mattina. Corsi di Tai Chi Corsi di Tai Chi presso la palestra della Piscina Acquamarina, a prezzo promozionale nei mesi di dicembre e gennaio. Provare per... stare meglio! Istruttrice Ondina Deconi. Info 347 9574723. 33 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012 APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio sé e consapevolezza dei propri canali di comunicazione/espressività verbale e non. Seminario il 4 e 5 febbraio 2012. Info 333 3762352, [email protected] Trieste Massaggi e trattamenti ayurvedici Dall’India una preziosa arte per il benessere di corpo, mente e spirito. Si propone massaggio classico, linfodrenante, articolare e molti altri trattamenti. Si riceve su appuntamento. Info 348 2437590. Nadayoga, il Canto il Suono la Voce L’uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a richiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di gruppo; con Arleen Sidhe, Info ArtLight 347 2154583, [email protected] Riequilibri energetici Esseni e Aura Le terapie essene e la lettura dell’ Aura; Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile; il sistema dei chakra e relativi organi, la circolazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli essenziali, i campi aurici e i corpi di luce; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero. Un aiuto alle problematiche, le disarmonie, i disagi del corpo e dell’anima, secondo gli insegnamenti di Anne e Daniel Merois-Givaudan. Incontri e sedute individuali con Arleen Sidhe, terapeuta certificata alla scuola di formazione di terapeuti di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram. Info 347 2154583, [email protected] Musica e Canto celtico Corsi di Canto tradizionale (stile, espressione e lingue delle aree celtiche) e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore da 23 anni. Info Arleen 347 2154583, [email protected] Sahaja Yoga meditazione “Scoprite la Felicità e la Gioia del vostro Essere”. Metodo unico di Meditazione basato su un’esperienza interiore. Ogni Martedi dalle 17.30-19 e 20-21. Ingresso Libero. Info 339 7571333, 331 5407979. L’altra comunicazione L’altra comunicAzione-ascolta con/in tutti i sensi: corpo, voce e azione. Ascolto di Jing Tao® - essenza in movimento Proseguono i corsi di Jing Tao® con orari mattutini, pomeridiani e serali. Ancora pochi posti disponibili. Info ed iscrizioni 387 592945, www.jingtao.it, [email protected]. Lezione di prova gratuita. Trainer Sonia Rizzi. Gorizia dicembre 14 mercoledì ingresso libero Percorso fiorito per il benessere “La musica delle piante” esperienze di comunicazione con il mondo vegetale. Incontro con Renato Poletto alle ore 20.30 alla Terranova coop sociale in via San Francesco 13 a Turriaco. Info 0481 473934, Manu 338 1483830, Fede 334 9128136. Gorizia gennaio 10 martedì ingresso libero Esercizi di bioenergetica Presso Associazione Spazio di Via Marega a Lucinico-Gorizia ore 20,30 inizio delle classi d’esercizi di Bioenergetica condotte da Claudia Marega diplomata SIAB Società italiana di analisi bioenergetica. Info 346 4717858 18 mercoledì ingresso libero Percorso fiorito per il benessere “Co-operare in armonia” troviamo un’efficace modalità per rapportarsi con noi stessi e con gli altri. Incontro con Simonetta Marenzi alle ore 20.30 Terranova coop sociale in via San Francesco 13 a Turriaco. Info 0481 473934, Manu 338 1483830, Fede 334 9128136. Associazione Spazio organizza - corsi di yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 16 gennaio 2012; - corso di qi gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15 con inizio giovedì 19 gennaio 2012; Presso la Palestra Spazio via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990. su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio Associaz.ne Wu Zhen Italy organizza - corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 16 gennaio 2012; presso la Palestra Corpo Libero di via Roma 15, Ronchi dei Legionari. Info 0481 777737, Anna 0481 32990. Massaggi e trattamenti ayurvedici Dall’India una preziosa arte per il benessere di corpo, mente e spirito. Si propone massaggio classico, linfodrenante, articolare e molti altri trattamenti. Si riceve su appuntamento. Info 348 2437590. Udine dicembre 2 venerdì ingresso libero Ogni fine è un inizio Ogni fine è un inizio. Elaborare costruttivamente le perdite e le separazioni. Conferenza con il Dott. Luigi Giacconi, psicologo, psicoterapeuta, organizzata dalla Cooperativa, presso le scuole elementari di piazza Dante, ingresso via Trieste a Codroipo. 2 venerdì ingresso libero Aurobindo Aurobindo e l’avventura della terra. Conferenza con Pierrette bovisi, yoga teacher, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori. 3 -4 sabato e domenica Curarsi con la Musica Seminario di Nada e Mantra Yoga con il Maestro Krishna Das. Ultime disponibilità di iscrizione al corso che si terrà dalle ore 9.30 del mattino presso Sangha Udine in viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, [email protected], www.sanghaudine.com 4-18 domenica ingresso libero Incontri di crescita personale A Beano di Codroipo (Ud) in via Ferrovia 70 ore 9-12.30 a cura dell’ass.ne Arca della Vita. Prima e terza domenica del mese salvo variazioni. Coordina Enzo Nastati. Info 0432 905724, [email protected] 6 martedì ingresso libero Conosci le costellazioni familiari Una serata aperta a tutti per assistere allo svolgimento di questo particolare metodo che fa emergere le dinamiche familiari che impediscono il successo nella vita. Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in via S. Rocco 142. Conosci i migliori prodotti bio? erboristeria Il Fiore dell’arte di sanare del dott. Dario Blasich Ronchi dei Legionari (GO) - Via Carducci 21 - Tel. 0481 475545 7-21 ogni mercoledì ingresso libero Incontri nella vita con Enzo Nastati A Beano di Codroipo (Ud) via Ferrovia 70 alle ore 20.30 a cura dell’ass.ne Arca della Vita. Prossimi argomenti: bioedilizia, lavoro, economia, terapia in armonia con la Vita. Info 0432 905724, [email protected] 9 venerdì Seminario campane tibetane Udine Massaggio Armonico Antistress con le Campane Tibetane®” condotto da Guido Parente con la partecipazione della Dr.ssa Maria Giustina Pigani insegnante di RajaYoga che ci introdurrà alla meditazione. Associazione “Centro Rashimi” via Brenari, 10 (laterale Via Poscolle) a Udine. Info e prenotazioni 328 3919462, centro. [email protected], http://guidoparente.com 9 venerdì ingresso libero La prevenzione delle malattie Incontro con Giacomo Bo per parlare di salute naturale, alimentazione e stile di vita quali veri metodi di prevenzione contro le malattie moderne, Pulfero, ore 20, Sala del Consiglio comunale. 9 venerdì ingresso libero La relazione di coppia La relazione di coppia. Stare insieme... gioie o dolori? Conferenza con Elena Tosolini, counselor, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori. 10 sabato ingresso libero Sangha Open Day: Un’opportunità per scoprire i trattamenti ed i corsi che si tengono all’interno del centro. Un’intera giornata dedicata al benessere nelle sue molteplici forme. Gli operatori saranno a vostra disposizione per illustrarvi le caratteristiche di ogni disciplina e proporvi delle sessioni-prova, dalle ore 9.30, presso Sangha Udine in viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero. it, www.sanghaudine.com 11 domenica La pratica del perdono Incontro teorico – esperienziale per sperimentare una pratica effettiva del perdono come atto evolutivo che crea a una nuova capacità di vivere, libera e pacificata. Posti limitati. Conduce Nicoletta Campisi, consellor, formatore di risorse personali. Info 347 5555802. 11 domenica Stage intensivo longevity energetic Restare giovani non è soltanto questione di esercizio fisico quanto di Energia:immergetevi in questo elisir riequilibrante.Disciplina corporea adatta a tutte le età. Info 333 2084377, www.thelightoflife.com Essenze, fiori di Bach, aura-soma, incensi, cristalli, fitocosmesi, miele, alimenti biologici, libri... 34 Konrad ottobre 2011 APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio Udine dicembre 12 lunedì ingresso libero Guarire se stessi Guarirsi diventa un’azione facile quando si hanno a disposizione i mezzi e la conoscenza, imparerai attraverso le Forme pensiero a diventare il guaritore di te stesso. Conferenza alle ore 20.30 presso la Scuola Elementare sez. seggi piazza S. Giorgio Bagnaria Arsa. Info 334 6728109. 15 giovedì ingresso libero Conosci le costellazioni familiari Prova in prima persona questo straordinario metodo che fa emergere le dinamiche interiori responsabili dell’insuccesso nella vita. Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in via S. Rocco 142. Info www.lecostellazionifamiliari.net 16 venerdì ingresso libero Dalle piante un aiuto invernale... Dalle piante un aiuto invernale per mamme e bambini. Conferenza con Cristina Zalateo, pediatra, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 18 domenica Scuola per operatore olistico Naos Si aprono le iscrizioni all’anno Accademico 2011-2012. La Scuola ha un percorso triennale (per 900 ore totali) ed è accreditata SICOOL. Inizio corsi: Gennaio 2012. Info 348 8741038, [email protected], www.naoslascuola.it 23 venerdì ingresso libero L’alimentazione consapevole L’alimentazione consapevole del terzo millennio. Conferenza con Valdo Vaccaro, caposcuola vegan, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. Udine gennaio 8-22 domenica ingresso libero Incontri di crescita personale A Beano di Codroipo (Ud) in via Ferrovia 70 ore 9-12.30 a cura dell’ass.ne Arca della Vita. Prima e terza domenica del mese salvo variazioni. Coordina Enzo Nastati. Info 0432 905724, [email protected] 10 martedì ingresso libero Rebirthing: respiro consapevole Serata esperenziale, metodo e benefici del respiro. Il respiro è uno strumento per accedere alla conoscenza interiore, perché attraverso la respirazione si esplora la coscienza, l’Io profondo. Conferenza alle ore 20.30 presso la Scuola Elementare sez. seggi piazza S. Giorgio Bagnaria Arsa. Info 349 2840064. 11 mercoledì ingresso libero Conosci le costellazioni familiari Vieni a vedere questo metodo di risoluzione dei problemi di vita conosciuto in tutto il mondo per la sua straordinaria efficacia. Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in via S. Rocco 142. Info 0432 728071. 13 venerdì ingresso libero Alternative naturali... Le alternative naturali alle vaccinazioni. Incontro con Walter Pansini, erborista, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 17 martedì ingresso libero Conosci le costellazioni familiari Sarai protagonista di questo particolare metodo che risolve le dinamiche interiori responsabili degli insuccessi della vita. Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in via S. Rocco 142. Info www.lecostellazionifamiliari.net 20 venerdì ingresso libero Le discipline olistiche... Le discipline olistiche per vivere meglio. Conferenza con Sabina chiarion, naturopata, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 4-8 da mercoledì a domenica Costellazioni spirituali Corso avanzato frutto delle più recenti esperienze con le costellazioni familiari che lavorerà sui movimenti profondi della vita e della persona responsabili dei successi o dei fallimenti. Giacomo Bo - www. lecostellazionifamiliari.net 28-29 sabato e domenica Meditazione e Campane Tibetane Seminario esperenziale per trovare la propria centralità e serenità in un'atmosfera di benessere e armonia. Dr. Guido Parente, Pranoterapeuta, Docente di medicina Vibrazionale. Dott.ssa Maria Giustina Pigani, Psicologa, Insegnante di Raja Yoga e Meditazione. Info: 3338593007, 3397496155 4-18 ogni mercoledì ingresso libero Incontri nella vita conEnzo Nastati A Beano di Codroipo (Ud) via Ferrovia 70 alle ore 20.30 a cura dell’ass.ne Arca della Vita. Prossimi argomenti: bioedilizia, lavoro, economia, terapia in armonia con la Vita. Info 0432 905724, [email protected] 27 venerdì ingresso libero Vastu: la sapienza indiana... Vastu: la sapienza indiana in architettura. Conferenza con Alessandro Checchi architetto e Matteo Marsiglio, esperto bioedile, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 7-8 sabato e domenica Costellazioni familiari L’Associazione NAOS organizza un weekend di Costellazioni con la Dott.sa Maria Bossa. Gruppo a numero chiuso - massimo 8 costellazioni in due giorni. La partecipazione in qualità di rappresentante non ha invece, limiti di numero. Info 348 8741038, [email protected], www.thenaos.com 28 sabato ingresso libero Chakra e aure Prima di una serie di tre conferenze esperienziali nella quale comprenderemo, grazie all’interazione con i partecipanti, che dalla misurazione dei chakra emerge l’immagine del nostro vissuto. Con Valter Maestra presso l’Ass. Waira in via S. Rocco 2a alle ore 20.30. Info 329 2303459. su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio 28 sabato ingresso libero Come uscire dal programma La Reale saggezza ci offre una via d’uscita dagli schemi meccanici ricorrenti... Vopus presenta due conferenze introduttive al corso Una nuova visione della vita: ore 18 La Gran Ribellione... Ore 20.30 Il Risveglio dal sonno. Hotel Riviera via dei Boschi 7 a Pradamano Udine. Info 377 1256908. 31 martedì ingresso libero Conoscersi con l’Enneagramma Conferenza sui 9 caratteri, ovvero 9 modi di amare, soffrire, decidere... Presso l’Oratorio di Latisanotta alle 20.30. Inizio corso martedì 7-02. Info dott.ssa Sbaiz 0431 422147, sms 392 0607290. Associazione Enosis: Yoga integrale Corsi di Yoga il lunedì a Udine ore 20, il mercoledì a Latisana alle 20.15 e il giovedì a Cervignano alle 20.30. Lezione di prova gratuita. Info 340 2768293, 333 1822378, www.associazione-enosis.it Incontri bimensili Oneness Diksha Serate di meditazione con scambio Oneness diksha, Ilahinoor, disegno spontaneo, metodo “Accetto che”: percorsi di crescita personale, a Udine. Info 339 2414528 Eva, [email protected] Sedute di Rebirthing Si danno sedute di rebirthing individuali o di gruppo nelle province di UD-GO-TS. Info e appuntamenti 349 2840064 Patrizia. Fuori regione dicembre 2 venerdì ingresso libero Ciclo di conferenze di Enzo Nastati “L’Incontro con la Madre Cosmica in relazione al Natale”. A Lonigo (Vi) Sala Convegni in piazza Garibaldi ore 20.45. Info e locandine: associazione Arca della Vita, 0432 905724, [email protected] 3 sabato Commento al Vangelo di Giovanni Commento in chiave scientifico-spirituale un sabato al mese. A Lonigo (Vi) sala Convegni p.zza Garibaldi ore 9-13 e 1518. Ingresso €50. Relatore Enzo Nastati. Info 0432 905724, [email protected] 17 sabato Costruire in legno e lana Case economiche, autocostruibili, salubri, isolanti. Conferenza con Enzo Nastati, ore 9-13 presso La Costigliola via Rialto 62 a Rovolon (Pd). Si richiede la prenotazione. Info 0432 905724, [email protected] Fuori regione gennaio 14 sabato Commento al Vangelo di Giovanni Commento in chiave scientifico-spirituale un sabato al mese. A Lonigo (Vi) sala Convegni p.zza Garibaldi ore 9-13 e 1518. Ingresso €50. Relatore Enzo Nastati. Info 0432 905724, [email protected] Escursioni Biomusica-musicoterapia evolutiva La biomusica fonde antiche e nuove conoscenze sulla musica per l’equilibrio psicofisico attraverso il gioco, il suono, il movimento e il respiro. Corsi martedì e giovedì ore 19. Info 349 7219303. 18 dicembre domenica Piramidi in Friuli Alla scoperta di colline modellate a piramide, di particolari formazioni geologiche e di ipogei utilizzati per il culto della Madre Terra e per scopi terapeutici. Escursione con Valter Maestra a Cividale del Friuli. Info e adesioni Valter 329 2303459. Yoga individuale e di gruppo, Yoga individuale e di gruppo, Yoga Bimbi e Stretching su prenotazione a Sangha. Possibilità di integrarsi al corso Yoga principianti. Sangha Udine, viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, [email protected], www.sanghaudine.com 15 gennaio domenica Piramidi in Friuli Alla scoperta di colline modellate a piramide, di particolari formazioni geologiche e di ipogei utilizzati per il culto della Madre Terra e per scopi terapeutici. Escursione con Valter Maestra a Cividale del Friuli. Info e adesioni Valter 329 2303459. via giorno notte complementi bimbi cor ti 2 via mazzini 5 ’ ce ’piu nat in citta ’ nat_spaziocorti Trieste, via Corti 2 - tel. 040 9990006 orario: da martedì a sabato 16-19 e su appuntamento nat_design Trieste, via Mazzini 5 - tel. 040 2418585 orario: da martedì a sabato 9,30-13 e 15-19 [email protected] - www.natdesign.it