valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli tende

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valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli tende
n.172 DICEMBRE 2011/gennaio 2012
distribuzione gratuita
il mensile del vivere naturale
boschi sofferenti / editoria a pagamento? no, grazie
valanghe e banche / Il futuro nel presente del friuli
tende musica e speranze #occupytrieste / il pranzo di natale
3 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Konrad augura:
- all’ex premier Berlusconi un lungo (anzi, meglio, definitivo) riposo dalle fatiche e dai guai della politica
- alla corte di opportunisti, servi, faccendieri e puttane che lo circondano (circondavano?) di togliersi di mezzo una volta per tutte
- al neo-premier Monti di riuscire a salvare l’Italia (ma anche gli italiani onesti e responsabili) dal baratro economico-finanziario
- agli italiani – solo quelli onesti e responsabili però, degli altri ci importa poco – di svegliarsi e prendere in mano il loro destino,
smettendola di delegare decisioni e scelte a chicchessia
konrad 172 - dicembre 2011/gennaio 2012
SOMMARIO
4-5 Lettere a Konrad
4 La cattedrale del mare
e il
Centro Didattico di Basovizza
5 Siamo tutti intelligenti
Frasi bisenso
6 Boschi sofferenti
8 Libri
La straordinaria invenzione di Hugo Cabret
9 Editoria a pagamento? No grazie
10 L'architettura e il metodo EFT
11 Un libro sul Versa
13 Valanghe e banche
14 L'ambientalismo si confronta
15 Giovani
Tende, musica e speranze.#Occupytrieste
16 Trasporti e ambiente
Trieste per tutti
17 Il futuro nel presente del Friuli
18 Sassi, rocce e pietre
19 XXI femminile
20 Da Lima un sognatore del cambiamento
21 Voci di un'assenza
22 Rubrika.pika.si
Singolare e plurale dei sostantivi
e aggettivi: strane coincidenze
23 UltrabulloTS
24 Cinema
Le nuove frontiere del cinema per ragazzi
25 Teatri di confine
Mattatorio tragico
Dedicato a Pina
26 Alimentazione
Il pranzo di Natalo
28 Colonna vertebrale
La dorsalgia o dolore dorsale
29 Brevi
31 Gli appuntamenti di dicembre e gennaio
Konrad
Mensile di informazione
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4 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
A PROPOSITO DEL CDN DI BASOVIZZA
Gentile Redazione di Konrad,
leggendo sull’ultimo numero di novembre del Vostro mensile
l’articolo pubblicato a pagina 25 (Il richiamo della foresta e non
solo), s’è rifatta viva alla mia memoria quella citazione che
afferma, se non vado errato, che “a pensar male si fa’ peccato
ma il più delle volte non si sbaglia”. L’autore, cito testualmente,
scrive a proposito di alcune proposte concrete per la tutela del
bene pubblico “ambiente”: “i centri di interesse ambientale, culturale e turistico devono operare in modo coordinato, altrimenti
basta la prima nota stonata, eruttata da un violino qualsiasi per
distruggere il lavoro di anni”. Sarà forse solo una coincidenza
ma non sarà mica, piuttosto, un’allusione alle note vicende
che hanno portato alla cancellazione e chiusura del Centro
Didattico-Naturalistico gestito dalla Forestale a Basovizza, ad
opera di un Violino che così facendo ha comportato la distruzione di anni di ottimo lavoro, specie educativo nei confronti
delle nuove generazioni, anche provenienti da realtà educative
della vicina Slovenia? Evidentemente quel Violino non ha
letto le numerose lettere di protesta di numerosi insegnanti o
semplici cittadini pubblicate sul quotidiano locale: mi domando dove
quel Violino viva, in una Tomba (o Meretodi ... )?
Cordiali saluti.
Mauro Balbo
Un momento della manifestazione del 30 ottobre in difesa del CDN di Basovizza
la cattedrale del mare e il centro didattico di basovizza
Ho appena finito di leggere l’avvincente libro di Ildefonso Falcones La
cattedrale del mare, ambientato nella Barcellona del XIV secolo. Vi sono
tratteggiati vari personaggi emblematici e fra questi, quello che meglio
incarna la figura del feudatario privo di scrupoli, è il signore di Nevarcles,
Llorenc di Bellera, che riassume in sé tutte le più odiose caratteristiche
dell’uomo di potere.
Non so perché, ma nello scorrere le pagine del libro mi veniva spesso
in mente qualche signorotto dei nostri tempi, che ama manifestare il
suo potere con tracotanza, snobbando le regole e, anzi, plasmandole a
proprio beneficio.
Non so perché, ma anche la recente cronaca relativa al tentativo di chiusura
del Centro Didattico di Basovizza, ha riacceso in me quel richiamo (nel nostro
piccolo, per carità, e con le dovute proporzioni). Semplicemente mi sembrava
impossibile che per il capriccio di qualche politico si potesse accettare di
buttare a mare una struttura milionaria pagata dalla Comunità Europea,
un’esperienza che si protrae da anni con grande successo, sostenuta e
vissuta da migliaia di cittadini e studenti in modo assolutamente positivo.
Esperienza che vede coinvolti quei bistrattati dipendenti pubblici (mi viene in
mente un altro signorotto piccolo piccolo, che sbraitava contro i fannulloni),
che da anni sono esempio di competenza e dedizione, la cui passione li
porta ad impegnarsi ben al di là di quanto prescritto dal contratto di lavoro.
Le prime notizie circostanziate sulla volontà di chiusura del Centro Didattico
Naturalistico di Basovizza appaiono verso metà ottobre su “bora.la” e su
“Il Piccolo”, che nei giorni seguenti dedicherà intere pagine alla questione,
pubblicando decine di lettere di protesta e sconcerto da parte di addetti
ai lavori e cittadini comuni. Trapela dal mondo politico che l’assessorato
regionale alle Risorse rurali agroalimentari e forestali era intenzionato a
chiudere cinque Stazioni Forestali (Comeglians, Resia, Meduno, Claut
e San Dorligo), il NOAVA ed il “nostro” Centro. La reale motivazione del
provvedimento sembrava, secondo la denuncia di un consigliere regionale,
la volontà dell’assessore di creare lo “spazio” finanziario (in quest’epoca di
ristrettezze) per “accontentare altre figure di coordinamento, la cui gestione
potrebbe essere assegnata con assoluta discrezionalità e senza merito,
magari per ragioni elettorali”.
Se qualcuno dei lettori di Konrad ancora non conoscesse il CDN di Basovizza, cerco di presentarlo in poche parole, ma lo invito a recarsi a visitarlo
appena possibile: infatti nel frattempo le cose sono evolute, in apparenza
positivamente, anche se i rischi rimangono.
Gestito dal Corpo Forestale della Regione, il Centro è una struttura costruita con moderni criteri di bioedilizia, dotata di una sala conferenze per una
cinquantina di posti, e di un’ampia mostra. In questi ultimi anni centinaia
di professori hanno accompagnato le loro classi lungo un percorso tra
diorami, materiali didattici interattivi e sensoriali e supporti multimediali,
illustrando la biodiversità del Carso, l’importanza delle foreste, il rapporto
dell’uomo con il bosco.
Le numerose lettere che insegnanti, ricercatori, studiosi, amministratori,
politici, cittadini, hanno inviato al presidente regionale Tondo e ai quotidiani locali sono sfociate in una riuscitissima manifestazione di solidarietà
domenica 30 ottobre: duemila persone hanno testimoniato la vicinanza al
personale del Corpo forestale regionale nell’incontro di Basovizza, aperto
dal dott. Masiello e dal prof. Poldini, cui hanno partecipato, fra le autorità, il
sindaco di Trieste Cosolini e il vicepresidente della provincia Dolenc, oltre
ad altri rappresentanti del consiglio comunale e di quello regionale.
Negli ultimi giorni sembra che la posizione dell’assessore regionale Violino
sia cambiata, dal momento che lo stesso ha dichiarato che “l’attività è
garantita, il personale non si tocca, si tratta semplicemente di una sua
collocazione nell’ambito della Stazione forestale di Trieste” e “visto il lavoro
più che positivo che porta avanti, il Centro continuerà la sua attività”.
Allo stato attuale l’edificio del CDN è passato al Servizio del Corpo Forestale Regionale e i forestali rimangono per ora ancora in sito, dove potranno
continuare a fare didattica, ma senza la precedente autonomia: si rischia
quindi una riduzione di efficacia ed incisività nell’azione didattica.
Concludo da dove ho iniziato: vada come vada, quanto accaduto rappresenta un’ulteriore riprova che le scelte autoritarie, non condivise, rimangono
una forte tentazione per alcuni amministratori, anche a costo di distruggere
con una semplice firma, lo sforzo che ha coinvolto per decenni migliaia di
persone e milioni di euro per realizzare un bene disponibile al pubblico. Ma
quanto accaduto mostra anche il retro della medaglia: la determinazione e
le buone ragioni dei cittadini possono ancora contrastare queste scelte sbagliate e, nel nostro caso, contribuire a rendere meno debole quella cultura
della protezione ambientale che, nell’anno internazionale delle foreste, non
meritava proprio questo affronto.
Dario Gasparo
lettere
RAI: FACCIAMO IL PUNTO
Cari amici di Konrad, ho molto apprezzato la scelta di dedicare a mamma Rai
la copertina del numero di novembre, e l’ottimo resoconto di Giorgia Facis
sull’Assemblea pubblica RIPRENDIAMOCI LA RAI!
Permettetemi però di aggiungere un PUNTO (di domanda): perché siamo
arrivati a questo PUNTO? Certo, perché la Rai è il punto d’unione del “conflitto
d’interessi” (non il solo, purtroppo): fa concorrenza a Mediaset, e si permette
di criticare il suo proprietario. Certo, perché sono stati nominati a gestirla
personaggi più attenti a farsi i soldi propri (e degli amici), che il normale “bene
dell’Azienda. Certo, perché se togli programmi di successo che ti danno
fastidio ci rimetti un sacco di pubblicità.
Ma tutto questo è potuto accadere perché, essendo il Servizio Pubblico
d’informazione un fondamento della Repubblica Costituzionale, ha sempre
fatto gola alle forze politiche. Ricordiamo il lungo monopolio democristiano di
Bernabei, sostituito dalla lottizzazione dell’”arco costituzionale” introdotta con
la riforma Rai del 1975, divenuta monocolore con la riforma maggioritaria e la
legge Gasparri.
Cioè mai la Rai è stata trattata come un “autonomo fornitore di servizio”, mai
si è cercato di renderla effettivamente oggettiva e pluralista, sempre c’è stato
l’assalto alla diligenza. È mancata una legge che lo garantisse.
Questo è il PUNTO (centrale): il Contratto di Servizio, che assegna alla Rai
una quota derivante dalla “tassa di possesso di apparecchi atti a ricevere
programmi radiotelevisivi” in cambio di un adeguato Servizio di informazione
democratica, non è stipulato fra soggetti indipendenti, ma “fra un padrone (il
Governo) e i suoi nominati (Consiglio di amministrazione Rai).
Il PUNTO (di svolta, potenziale) c’è stato nel 2002, quando la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 155, ha indicato gli obblighi del Servizio Pubblico
RadioTelevisivo: pluralismo, obiettività, completezza. E più precisamente “un
servizio qualificato e caratterizzato, tra l’altro
– sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie, così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti
punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti,
– sia dall’obiettività e dall’imparzialità dei dati forniti,
5 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Così delineato, il Servizio
Pubblico è il bastione per la
difesa, la tenuta, la crescita
democratica.
Per questo, sempre nel 2002,
il Presidente Ciampi trasformò
queste indicazioni nel suo unico Messaggio alle Camere,
richiamando il Parlamento al
dovere di legiferare coerentemente, cioè di riformare i
criteri di gestione della Rai.
Naturalmente non fu ascoltato… e siamo dove siamo.
Per questo bisogna fare PUNTO e basta. Vanno cambiati, radicalmente, i
metodi di scelta dei Consiglieri d’Amministrazione, del Direttore Generale, dei
Direttori delle Testate e delle Strutture, dei Dirigenti:
– Non più le lottizzazioni, che moltiplicano spese e porcherie, e portano
all’attuale aberrazione gestionale “di maggioranza”.
– Non la privatizzazione, attenta solo ai guadagni, come Mediaset.
– Non una gestione governativa - assolutamente mai - per principio costituzionale.
Va immaginata invece una Presidenza di Garanzia, con precisi obblighi, di
attuazione dei principi istitutivi di pluralismo e completezza informativa, e
con pari attenzione anche agli spazi degli approfondimenti culturali, dell’intrattenimento, della salvaguardia delle culture e delle lingue minoritarie. Ed
un controllo su questi aspetti affidato alla Commissione di Vigilanza ed
all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (con l’ausilio dei CoReCom e
di appropriati Centri di ascolto). Un controllo forte e attivo, con precise regole
democratiche, che garantisca l’attuazione dei principi enunciati, ma senza
provocare, per la Rai Azienda, un’instabilità permanente.
“Non c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell’informazione”,
concludeva il Presidente Ciampi.
Riprendiamoci la Rai! Riprendiamo la Costituzione!
Paolo Angiolini
siamo tutti intelligenti
Frasi bisenso
Un gioco enigmistico, conosciuto purtroppo solo da pochi appassionati,
è la “crittografia mnemonica”. Certo che, già leggendo il nome, non si
è invogliati ad approfondire le conoscenze con il gioco; il significato di
tale nome fa riferimento al fatto che la frase soluzione del gioco “ricorda”
(Mnemosine era la Musa della memoria) un’altra circostanza nella
quale la frase potrebbe venir citata. Da un paio di mesi la “Settimana
Enigmistica” ha deciso di chiamare questo gioco “Frase bisenso”,
confidando nel fatto che qualcuna denominazione possa indirizzare il
solutore inesperto verso la frase da cercare.
Bisogna trovare una frase che vada bene sia per il soggetto citato, sia
in altro contesto. Facciamo un esempio. Se io dico CENERENTOLA, il
solutore deve pensare agli episodi della vita di questo personaggio, e alla
fine si deve ricordare che per andare al palazzo del principe, sale su una
carrozza, che fino ad un attimo prima era una zucca. Quindi la risposta
a CENERENTOLA è “SALE IN ZUCCA”, frase che forse ci è stata detta
anche dai nostri insegnanti.
Altro esempio parte dalla definizione DENTIERA, e il solutore deve
chiedersi, a proposito di tale oggetto, di che materiale sia fatto, che colore
abbia, chi lo usi, e così via, fino a che non ci si ricorda che la dentiera
sostituisce i denti caduti, e quindi la DENTIERA viene “MESSA PER I
CADUTI”, e ovviamente questa frase porta a pensare ad una cerimonia
tenuta a Redipuglia, ad esempio.
La definizione (che in termine tecnico si chiama “esposto”)
BRACCOBALDO ci deve fare pensare al cartone animato di Hanna e
Barbera, e quindi la soluzione sarà “UN CARTONE DI BARBERA”, che
ricorda però anche una confezione di dodici bottiglie del noto vino.
Per risolvere L’ULTIMA FETTA bisogna pensare alla situazione con la
quale si può ottenere l’ultima fetta, si pensa ad una festa con la torta, e a
qualcuno che taglia la torta, offre le fette, e l’ultima è “L’AVANZATA DI UNA
DIVISIONE”, e la frase fa pensare ad un esercito che attacca i nemici.
Partiamo ora dall’esposto LA ROSS STONA, e immaginiamocela, questa
cantante statunitense, la nota Diana Ross, che stona, e cosa si può dire
di lei? Penso che la cosa più ovvia sia dire che ha fatto una stecca, e
quindi dovrebbe venir abbastanza naturale la soluzione “UNA STECCA
DI DIANA”, e vediamo tutti che le sigarette sono utili solamente come
soluzione di giochi enigmistici.
Anche noi avremo sicuramente detto o sentito qualche frase che si
presta a questo giochino, ma non ci avremo fatto caso. Ad esempio, nelle
pubblicità di tante automobili, ad un certo punto sentiamo dire: “CERCHI
IN LEGA”… Se ci pensiamo bene, scopriremo (sapendo che la Lega è il
suo partito) che potrebbe esser la soluzione di un gioco con la proposta
PER TROVARE UMBERTO BOSSI. Infatti per trovare Bossi cosa fai?
Cerchi in Lega!
Nelle riviste il gioco viene presentato con un diagramma che aiuta il
solutore, ad esempio in questo ultimo gioco il diagramma indicherà 6-2-4,
e quindi sappiamo di dover cercare tre parole, di 6, 2 e 4 lettere.
i maggiori… segno che siamo tutti intelligenti, no?
© Giorgio Dendi
6 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Bos chi sof fer ent i ’
Il deperimento del patrimonio boschivo carsico
Uno dei maggiori problemi ambientali del territorio carsico è rappresentato dal grave deperimento dei
boschi. Ne abbiamo ragionato con il
prof. em. Livio Poldini, dell’Università
di Trieste, il maggior conoscitore
della materia.
Quali sono le funzioni svolte da un
bosco?
La funzionalità di un ecosistema
viene definita dalla sua capacità di
fornire servizi e beni. Nel caso dei
boschi carsici, i beni forniti (legname
e derivati) sono piuttosto scarsi e
limitati al legno da combustione.
Rimangono però intatte tutte le
funzioni ecologiche, il cui valore
ormai si riconosce essere superiore
a quello economico, anche se difficilmente monetizzabile. Le principali
sono: stoccaggio della CO2 (anidride
carbonica), accumulo longevo di biomassa, creazione e difesa del suolo,
produzione di ossigeno, purificazione dell’aria, difesa dalla diffusione
delle specie aliene, ecc. Con il
deperimento del bosco l’efficienza
funzionale si deprime.
Qual è lo stato di salute dei boschi
sul Carso triestino?
Nelle immagini, dall’alto in basso:
– carpino nero con cimali e foglie disseccati
– iperfruttificazione di carpino nero, indice di
deperimento fisiologico
Preoccupante, soprattutto per quelli
su suoli calcarei permeabili. Lo stato
di lungo abbandono, il venir meno di
cure selvicolturali, il riscaldamento
climatico con il susseguirsi di una
serie di estati siccitose, gli incendi forestali e gli attacchi parassitari, hanno
determinato un declino biologico progressivo del manto forestale carsico.
Quali specie legnose hanno subito i maggiori danni?
Innanzitutto il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e poi il pino nero (Pinus
nigra), introdotto intorno alla prima metà dell’800 a scopo di rimboschimento, nonché la roverella (Quercus pubescens), anche se in misura minore
rispetto ai primi due.
Quali sono i sintomi attraverso cui si manifesta il declino di queste specie?
Per il carpino nero, i principali sintomi sono dati dalle estremità dei rami che
si seccano, dal diffuso disseccamento delle foglie, nonché dalla produzione
eccessiva di frutti (iperfruttificazione). Questa sindrome è particolarmente
evidente sugli individui ceduati, ossia su quelli che sono stati sottoposti al
taglio frequente in un lungo periodo, che ha quindi portato all’esaurimento
delle ceppaie. L’abbandono della ceduazione, avvenuto intorno agli anni
’50 a seguito della sostituzione del combustibile legnoso da parte dei
combustibili fossili, ha sì favorito l’espansione del bosco, ma al contempo
ha determinato un indebolimento progressivo soprattutto del carpino nero,
poiché è cessata la selezione dei polloni in numero eccessivo, che hanno
esaurito le ceppaie. Sugli individui così indeboliti, il riscaldamento climatico
ha ulteriormente accentuato il deperimento dei soggetti, favorendo l’aggressione di agenti patogeni secondari (funghi ed insetti).
Bisogna ricordare che il carpino nero costituisce oltre un terzo della massa
legnosa dei nostri boschi: il decadimento si manifesta soprattutto sui
versanti a sud e sui suoli poveri con estesi affioramenti rocciosi, mentre i
sintomi risultano notevolmente attenuati sui versanti freschi esposti a nord.
In ogni caso è estremamente difficile trovare ormai del rinnovamento di
tale specie, ossia semenzali provenienti dalla germinazione di semi.
Potrebbe esserci, quindi, un rischio di estinzione locale di questa specie?
A lungo termine senz’altro, soprattutto sulla fascia costiera più calda e
secca del Carso litoraneo, a meno che non si attuino interventi selvicolturali per restituire vigore agli individui compromessi. Sempre che non sia
troppo tardi.
E il pino nero?
Anche questa specie si trova in condizioni molto precarie. Negli ultimi anni
è stata oggetto di attacchi particolarmente virulenti da parte di un fungo
(Sphaeropsis sapinea) che determina il disseccamento diffuso dei getti.
Anche in questo caso è difficile distinguere se si tratti di parassita primario
o di parassita favorito dallo stress fisiologico della specie, determinato
dalle estati siccitose e dal fatto che gli impianti di pino nero sono stati
effettuati soprattutto su suoli poveri e rocciosi.
E la roverella?
Questa specie presenta sintomi di cedimento fisiologico, che si manifestano soprattutto con la presenza di numerosi rami secchi, anche se in
misura minore rispetto al carpino nero.
Cosa si potrebbe e dovrebbe fare quindi?
Il riscaldamento climatico e la cessazione di ogni intervento selvicolturale
sono all’origine del deperimento dei boschi. Non è stato attuato il piano
di conversione dei cedui in fustaia, previsto nello “Studio Naturalistico del
Carso triestino e Goriziano”, prodotto da un gruppo di lavoro dell’Università
di Trieste coordinato da me e pubblicato nel 1985 dalla Regione. Il piano
prevedeva anche gli interventi sui boschi. Questa parte, redatta dal prof.
Alberto Hoffman, era estremamente dettagliata e se fosse stata attuata
fin da allora, il problema certamente non avrebbe assunto le dimensioni
attuali.
Se attuato, questo piano avrebbe potuto rappresentare anche un fattore
preventivo degli incendi boschivi?
Certamente: il piano prevedeva infatti la conversione dei cedui in boschi
di alto fusto in due fasi: una di selezione dei polloni più robusti, dai quali
si sarebbe sviluppata una fustaia transitoria da polloni selezionati e una
seconda fase, che avrebbe portato ad una fustaia definitiva da seme. Ne
sarebbe derivato un bosco più strutturato e con molta meno necromassa
rispetto all’attuale situazione e quindi molto meno incendiabile. È ormai
assodato, infatti, che la riduzione drastica degli incendi dipende soprattutto
dalla complessità strutturale del bosco, mentre gli interventi di tipo “pompieristico” (con autobotti, elicotteri, aerei, ecc.) sono soltanto un rimedio
contingente che non può risolvere il problema di fondo.
Anche il mancato diradamento selettivo del pino nero, previsto dal piano,
ha contributo ad alimentare l’incendiosità dei boschi, così come lo sviluppo
dei mantelli a scotano (le “foie rosse” tanto decorative), altro fattore di
grande rischio, perché si tratta di specie anch’essa resinosa.
Perché non è stato attuato il piano?
Si è parlato di costi eccessivi, ma è evidente che gli interventi di tipo
pompieristico e di emergenza sono fonte anch’essi di spese assai elevate,
molto maggiori di quelle implicate dagli interventi colturali, che avrebbero
risolto buona parte del problema in modo definitivo.
Del resto è ormai malcostume consolidato che qualora si parli di inve-
stimenti, questi non riguardino mai le “infrastrutture ecologiche” del territorio,
cioè boschi, siepi, lande, zone umide, eliminazione delle infestanti, interventi di
autentica rinaturazione e ripristino degli habitat. Quando sono previste misure di
mitigazione e compensazione degli impatti di progetti sottoposti a VIA (valutazione di impatto ambientale) o valutazione di incidenza, quasi mai si pensa a
compensazioni che riguardino le infrastrutture ecologiche.
Come mai non si parla di tutto ciò nei media e nel dibattito pubblico?
Penso che ciò dipenda dal fatto che la società attuale è immersa sempre più in
un mondo virtuale ed è alienata rispetto al territorio in cui vive.
Il bosco non è ormai più fonte di beni, se non in piccola parte, per cui nel complesso è andata perduta la capacità di percepire questi segnali di sofferenza del
bosco, pur manifesti e diffusi. C’è da dire inoltre che un sistema dell’informazione drogato enfatizza ed è più attratto da falsi problemi quale quello (caso esemplare di insipienza) dei colibrì di Miramare, piuttosto che dal degrado dei boschi.
Se è vero, come a me pare, che il livello di civiltà di un Paese lo si giudica dallo
stato dei suoi boschi, il nostro è certo assai basso.
Contro gli incendi sono state però realizzate o ampliate molte piste forestali
Le piste forestali sono un’arma a doppio taglio, con effetto boomerang: se da
una parte consentono gli interventi veloci e capillari sul territorio e rappresentano anche delle barriere che rallentano la diffusione degli incendi, dall’altra
parte favoriscono la penetrazione dell’uomo nell’ecosistema forestale e quindi la
diffusione di comportamenti anomali e l’innesco dei fuochi. Inoltre, fungono da
“corridoi ecologici negativi”, poiché consentono a numerose specie alloctone di
colonizzare aree boschive.
Le specie alloctone, di cui
abbiamo già parlato nell’intervista apparsa sul Konrad del
mese scorso a proposito dei
“ripristini”, sono quindi favorite
dagli incendi?
Il passaggio del fuoco
determina la distruzione
della vegetazione al suolo, la
scopertura dello stesso e quindi
la penetrazione all’interno delle
superfici forestali di specie
aliene che non devono più
affrontare la concorrenza delle
specie spontanee. Ad esempio
nei pressi di S. Giovanni in
Tuba e sulle falde meridionali
del monte Ermada, interessate anche dal tracciato della
ferrovia, i frequenti incendi,
dovuti anche al passaggio dei
treni, hanno determinato una
diffusione preoccupante del senecione sudafricano (Senecio
inaequidens).
Dario Predonzan
Nelle immagini, dall’alto in basso:
– ceduo di carpino nero sul quale
non è stata effettuata la selezione dei
polloni
– pino nero con disseccamento dei
getti determinato dal fungo Sphaeropsis sapinea
– effetti di incendio boschivo con
scopertura del suolo
– il diradamento del bosco può
determinare la diffusione di ailanto
(Ailanthus altissima), specie estremamente invasiva
libri
8 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
La straordinaria invenzione di Hu
go Cabret
Brian Selznick
La straordinaria invenzione di Hugo Cabret
2007, Mondadori
542 pagine, € 18,00
Se alcuni anni fa Silvio Berlusconi si
è assicurato con l’inganno la proprietà
della maggioranza delle azioni della
casa editrice Modandori, non per questo
bisogna disprezzare tutto quello che fanno.
Ottima cosa per esempio è stata curare
la riedizione del libro di Brian Selznick
La straordinaria invenzione di Hugo Cabret in occasione dell’uscita del
film di Martin Scorsese. Come ho scritto altre volte, è veramente difficile
districarsi nel mare magnum dei libri più o meno fantasiosi per ragazzi che hanno invaso le librerie. Come si fa a separare il grano dalla pula?
Magari uno spende una mucchio di soldi per un libro, e poi si trova tra le
mani una fregatura. Ma altre volte può capitargli di vedersi sfuggire fra le
mani un capolavoro. Vi faccio un esempio. Tempo fa in mezzo ad una valanga di nuovi libri fantasy illustrati mi è capitato di sfogliare un tomo
pesantissimo edito da Mondadori intitolato La straordinaria invenzione di
Hugo Cabret. Autore un certo Brian Selznik. Mai sentito nominare. L’ho
guardato distrattamente e poi l’ho rimesso al suo posto. Nella prima settimana di gennaio 2008 ho trovato una recensione entusiasta sul mensile
“Scuola di Fumetto”. Allora sono andato nella mia libreria preferita ed ho
acquistato l’ultima copia del libro. Quando l’ho guardato attentamente mi
sono venute le lacrime agli occhi! Se avessi saputo di che cosa trattava,
mai e poi mai me lo sarei lasciato scappare! Si tratta di un mix di realtà
e fantasia disegnato meravigliosamente, proprio come la sceneggiatura
di un film. È ambientato nel 1931 nella stazione ferroviaria di Parigi, e
parla dell’incontro di un trovatello nientemeno che con il grande Georges
Meliès, che a quel tempo tutti credevano già morto, ed invece aveva un
negozietto in stazione dove vendeva giocattoli. Ora il libro di Selznick è al
posto d’onore nella mia biblioteca, nello scaffale dedicato al cinema. Ma
vedete quanto è difficile destreggiarsi nel mare magnum delle pubbli-
Gruppi di lettura, che passione!
cazioni fantasy? È facile lasciarsi scappare il pesce grosso, in mezzi a
tanti pesci piccoli. Il protagonista del libro, Hugo Cabret, è un ragazzino
intelligente, coraggioso e pieno di talento. Non ha mai conosciuto la
madre. Suo padre faceva l’orologiaio ed era morto nel misterioso incendio
di un museo della scienza della tecnica, proprio mentre stava cercando
di riparare uno stranissimo automa ad orologeria che in teoria sarebbe
dovuto essere capace di scrivere e disegnare semplici oggetti. In seguito
il ragazzo aveva recuperato l’automa dalle macerie del museo ed aveva
tentato di completare l’opera del padre. Ah, non bisogna dimenticare
lo zio ubriacone che aveva rapito Hugo portandolo nelle soffitte della
stazione ferroviaria dove lo aveva costretto a tenere in ordine i numerosi
orologi che costellavano le pareti dell’ edificio. Questi gli antefatti. Ma il
bello inizia dopo, quando Hugo incontra un vecchio misterioso che vende
giocattoli alla stazione, si fa amica la ragazzina nipote del vecchio ed
insieme inseguono un mistero, che una volta risolto farà scoprire loro
verità fantastiche che incideranno per sempre sulla vita di tutti i protagonisti. Benché essenzialmente basato su fatti realmente accaduti, il libro è
permeato da uno straordinario sense of wonder, soprattutto per il modo
nel quale è stato realizzato. Sembra di tenere in mano un oggetto proveniente da un altro mondo oppure da un’altra epoca. Non se ne fanno
più di libri così. Niente carta patinata, ma fogli di cartoncino nero dove
spiccano dei meravigliosi disegni a matita realizzati in black and white con
una tecnica straordinaria. Nessuna nuvoletta o balloon va a deturpare i
disegni. Le tavole si alternano a pagine artisticamente incorniciate dove
sono descritte le situazioni ed illustrati i dialoghi dei protagonisti. Sono
544 pagine con 158 disegni panoramici che riempiono l’occhio e la storia,
senza contare le numerose riproduzioni fotografiche di sequenze famose
di vecchi film dei tempi del muto. Brian Selznick è un famoso illustratore
di libri per ragazzi, ed un grande appassionato di cinema. Certe volte la
realtà supera la fantasia, basta saperla cogliere e lasciarsi trasportare. Ed
il grande regista Martin Scorsese portando sulla schermo il film Hugo
Cabret c’è riuscito in pieno.
Gianni Ursini
Lo scorso 12 novembre si è svolto, presso la Libreria Lovat,
un incontro sui gruppi di lettura condotto dal Dott. Alessandro
Sicora, ricercatore universitario in Sociologia generale.
Che cosa sono questi gruppi, come funzionano, come crearne di nuovi. L’incontro nasceva dall’esperienza personale di Sicora, che è fondatore del gruppo
di lettura triestino Assorbilibri, nato nel gennaio 2006, e di quello cosentino Libriamoci.
Le ragioni per cui un gruppo di lettura nasce, vive e si consolida, sono molteplici: condividere con altri la passione divorante della lettura, esercitarsi dialetticamente in animate discussioni, scoprire nuovi libri e nuovi autori che magari da soli non avremmo mai considerato, approfondire l’analisi di un libro grazie
all’interpretazione che ne è stata data da altri, confrontarsi con persone diverse e diventare più tolleranti. E infine, perché no?, fare nuove amicizie.
Il gruppo degli Assorbilibri ha avuto così tanto successo tra i suoi membri da portare alla nascita di un sottogruppo, denominato AsSAGGIalibri che – lo dice
la parola – si occupa di saggistica anziché di narrativa che è di esclusiva pertinenza del gruppo originale.
Per ogni ulteriore curiosità sull’attività degli Assorbilibri e per avere consigli su come creare e gestire un nuovo gruppo di lettura, potete visitare il blog
https://sites.google.com/site/gliassorbilibri/home/gli-assorbilibri.
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9 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
editoria a pagamento? No grazie
A volte Konrad riceve recensioni. Buon segno,
vuol dire che il nostro giornale piace ed è considerato una buona vetrina. È capitato qualche
volta che le recensioni proposte riguardassero
libri editi dai cosiddetti editori a pagamento.
Abbiamo allora dato lo stop, perché non riteniamo che questi libri vadano
pubblicizzati, né che gli autori vadano sostenuti su quella strada.
Ma di cosa si tratta, esattamente? Semplice, è l’autore che paga l’editore.
Che ci sia qualcosa che non quadra, salta subito all’occhio. Vi è mai capitato
che un idraulico, dopo aver riparato il rubinetto, vi abbia dato cento euro
chiedendovi anche scusa del disturbo? Probabilmente no... Eppure, non
si sa perché, nell’editoria degli ultimi anni pare che questo controsenso
sia non solo ammesso ma ampiamente incoraggiato. E così capita che
qualsiasi persona, dopo aver adeguatamente aperto il portafoglio, possa
fregiarsi del titolo di “scrittore” e presentare il suo romanzetto in una qualche
bella libreria del centro, con tanto di fiorellini sul tavolo e falso luccichio negli
occhi. Falso, dico, poiché non può esserci vera emozione laddove non c’è
stata vera fatica, vera sfida, vera frustrazione, vera attesa, vera speranza.
Vi racconto – consentitemi - un aneddoto personale.
Inizierò col dirvi che, io come tutte le donne, sono stata bambina col capolavoro di Louisa May Alcott. E se fin da bambine già ci piaceva scrivere,
come trovammo commovente quel particolare capitolo...
Jo entrò più volte nel portone, arrivò fino alla scala e ogni volta tornò
indietro. Alla fine doveva aver preso una decisione eroica perché si calcò
il cappello in testa, varcò di nuovo il portone e imboccò la fatidica scala.
Ricordate? Jo, la seconda delle sorelle March di Piccole donne, andava
alla sede di un giornale, a consegnare, fiduciosa di poterli vendere, alcuni
suoi racconti. C’è in lei la trepidazione, il timore del giudizio, l’umiltà, tutto
quello che muove il cuore dello scrittore esordiente. E quando, dopo
qualche giorno, vede che sul giornale è stata pubblicata una sua novella,
è pazza di gioia e guardando al futuro esclama: “Ah, quanto sarei felice.
Pensate: potermi guadagnare da vivere col lavoro che mi piace di più!”
Così, obnubilata da vecchi sogni e dolci ingenuità, alcuni anni fa ho
chiesto un incontro a un editore. Mi presentai all’appuntamento molto
emozionata, come Jo, con la mia opera ben sistemata nella cartellina, per
sottoporla a quello che credevo un giudizio serio e severo. La signora in
questione, prima ancora di leggere anche solo una riga, mi disse: “Certo
che ti pubblichiamo, cara. A seconda del numero di pagine, saranno circa
3.000 euro”. Ripeto, perché questo è il punto importante: mi disse di sì
prima di leggere, senza sapere cosa o come scrivevo.
Mi caddero le braccia.
Forse vedendo la mia faccia farsi scura, la signora ipotizzò che il problema
fosse economico e mi confortò subito “Oh, anche rateizzabili!”
Ma la mia espressione rimase cupa, poiché il problema era di dignità, di perseveranza, di tutti i valori che sarebbero andati calpestati se avessi accettato.
Purtroppo (me ne vergogno ancora oggi) non avevo abbastanza faccia tosta per dirle ciò che pensavo, e cioè che pagare per essere pubblicata mi
sembrava una cosa molto squallida, e mi nascosi dietro a nebulosi ehm,
vedremo, chissà, ci risentiamo, e così feci per i mesi seguenti, quando la
signora, come una piazzista alla porta, periodicamente mi contattava per
chiedermi se mi fossi decisa.
Ecco, questo è il modo in cui scoprii che esisteva quella brutta cosa
chiamata editoria a pagamento. Per me l’episodio fu sufficiente a farmi
un’idea, che mantengo fermamente negativa.
Il web oggi sul tema è ricco di informazioni. Per questioni di spazio, io mi
limito a due riferimenti, ma le risorse sono davvero infinite. Comincio con un
gruppo Facebook che contrasta il fenomeno e invita gli aspiranti scrittori ad
avere pazienza, fiducia in quello che scrivono, e un certo rigore etico che
le mantenga entrambe intatte nel tempo. Si chiama, appunto, Il gruppo
contro l’editoria a pagamento. Lo ha fondato Francesco Troccoli, classe
1969, vincitore e finalista di parecchi premi e in prossima uscita, a maggio
2012, col suo primo romanzo per Armando Curcio Editore.
Troccoli, intervistato un po’ di tempo fa, ebbe a dire: “Chi paga sa di non
essere un buon autore, oppure, se invece lo è, si lascia abbindolare o
non ha la pazienza di attendere, o ancora è vittima della propria bramosia
narcisistica. Se pagare si rivelerà la sola maniera di pubblicare i miei
romanzi, allora io non pubblicherò mai un romanzo. Amen. In merito agli
editori, basta con questa storia della crisi dell’editoria! Perché il costo
di questa crisi dovrebbe sobbarcarselo l’autore, che
imprenditore non è, azzerando il rischio d’impresa della casa editrice?
Ci sono tanti onesti editori (anche fra i più piccoli) che non chiedono un
centesimo. Agli editori a pagamento chiedo: e quelli come fanno?”
Il gruppo ricorda quelle che dovrebbero essere le regole fondamentali
(persino ovvie) dell’editoria: l’editore non è uno stampatore, dovrebbe fare
ben di più; visto che tutti possiamo pubblicare pagando, la pubblicazione
non dimostra in alcun modo il valore dell’opera; meglio una vita da esordiente che un evento di presentazione da pagante; un autore che pubblica
con detti editori si “sporca il curriculum”, perché rischia di non essere più
preso seriamente in considerazione da quelli che invece non chiedono
alcun contributo.
Vi segnalo anche l’ottimo sito Writer’s’ Dream (www.writersdream.org)
che suddivide le case editrici in free, cioè quelle “normali”, che non fanno
pagare, quelle “a pagamento”, che in varia forma chiedono contributo
all’autore, e quelle “a doppio binario”, che a volte fanno pagare e a volte
no (ambigue e detestabili quanto le seconde). Potete consultarlo se avete
dubbi o curiosità di lettore, e soprattutto da aspirante scrittore, per sapere
da quali trappole fuggire.
Divertente (se non fosse tristissimo) lo scherzetto che Writer’s Dream ha
giocato a un editore a pagamento (che promette una selezione serissima),
inviandogli un testo redatto in maniera casuale: pagine di Wikipedia di
argomenti disparati assemblate malamente. Un manoscritto senza trama,
senza logica, che non era nemmeno bello da vedere, con caratteri di tipo
e dimensioni diverse. Insomma, un orrore.
Non è stato preso in considerazione, direte voi... E invece, voilà, quell’editore che valuta “serissimamente” i testi (ma che evidentemente nemmeno li sfoglia) ha inviato una risposta entusiastica con tanto di proposta
contrattuale!
La cosa si commenta da sé.
Quindi, autori, aprite gli occhi: non pagate mai per pubblicare. Abbiate pazienza. Se proprio desiderate avere delle belle copie rilegate della vostra
opera da regalare alla nonna o da fissare sullo scaffale con onanistica
voluttà nelle sere di bassa autostima, allora rivolgetevi ad un tipografo che
per meno denari vi accontenterà.
Sono troppo drastica? Che volete farci, tutta colpa di Jo March. Quando da
bambina leggi di lei, continui a credere che esista un solo tipo di scrittore:
quello che deve calcarsi il cappello in testa, avere paura, avere coraggio,
salire una qualche fatidica scala, e rimanere per giorni, mesi, nell’ansia di
sapere se quello che ha scritto valga oppure no. C’era tutto questo, in quel
capitolo. Ma che Jo fosse disposta a pagare, no, proprio non c’era...
Luisella Pacco
L'a rch ite ttu ra e il met odo EFT
Intervista con Barbara Žetko pe
10 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
r un soffio di benessere
Questa volta giochiamo in casa. Niente di più semplice che intervistare
l’architetto Barbara Žetko nel suo bello studio nella centralissima via
Carducci a Trieste, proprio di fronte al Mercato Coperto. Collaboratrice
fissa di questa splendida rivista, in cui mi sento un ospite gradito, è
esperta in valutazioni energetiche e ambientali degli edifici e architettura sostenibile, e con il suo grande bagaglio di conoscenze in materia
fa puntate regolari a Barcellona per respirare Gaudì con le sue originali
visioni di cielo e terra, e a Parigi con le sue futuristiche novità architettoniche, come il museo di Quai Branly, per capire, comprendere, interiorizzare e infine, se possibile, ricreare qualche novità a modo suo.
Madre di due splendidi adolescenti, le chiediamo, come prima cosa,
come concilia, lei, una donna pratica e dinamica, ben piantata nella
realtà, l’architettura con la sua attività di operatrice del metodo EFT
(tranquilli, spiegheremo tutto…), uno dei sistemi della ricerca del
benessere già in voga negli altri Paesi, da noi invece appena agli inizi.
Sembrerebbe un intrigante caso di interdisciplinarietà…
Compito dell’architetto è costruire edifici che non siano solo stabili da
un punto di vista statico, funzionali nel loro utilizzo ed esteticamente
piacevoli, ma anche tali da garantire il massimo benessere. Il benessere di una persona non è però dovuto unicamente a fattori esterni, ma
dipende anche dall’equilibrio interno che questa persona è in grado di
raggiungere. I metodi che aiutano a raggiungere tale equilibrio, l’EFT
per esempio, ma anche l’omeopatia, i fiori di Bach… e l’architettura,
non sono nient’altro che aspetti complementari tendenti verso un unico
obiettivo. E se infine credi che non ci sia nessun collegamento tra l’architettura e l’EFT, pensa all’ideatore del metodo, Gary Craig, ingegnere
americano, e alla mia insegnante, nonché massimo rappresentante
dell’EFT in Slovenia, Pika Rajnar, laureata in matematica!
Figuriamoci, ci credo. E quindi, finalmente: che cos’è l’EFT? Nel colloquio informale, che ha preceduto questa intervista, l’hai chiamata con
un’efficace metafora che rende bene l’idea: il metodo del picchio. Non
si avvicina né alla medicina né alla psicologia, forse possiamo fare un
lontano parallelismo con l’agopuntura e lo shiatsu, perché tutti usano la
tecnica di pressione sui meridiani…
L’EFT o Emotional Freedom Techniques è una tecnica di auto-aiuto
per il raggiungimento della libertà emozionale, o più semplicemente un
metodo che ci permette di cancellare le emozioni negative, come paura, rabbia, tristezza, gelosia, o altro. Il metodo è veloce, duraturo e non
necessità di attrezzature o strumenti particolari. Qualcuno lo descrive
come un’agopuntura senza aghi.
Come si fa?
Picchiettando con le punta delle dita i terminali dei meridiani, mentre ci si
sintonizza sul problema che si vuole risolvere. Il vantaggio di questa tecnica è che si può praticarla da soli, in qualsiasi momento e in qualunque
luogo, e i risultati sono in molti casi riscontrabili già dopo qualche minuto.
Si può inoltre impararla facilmente in pochissimo tempo.
Detto così sembra incredibile. È possibile quindi che un sistema simile
sia stato scoperto solo adesso?
Non è che sia stato scoperto adesso, al contrario, perché si basa su una
solida base, cioé la medicina cinese che, come sappiamo, usa i meridiani
del corpo umano per giungere alla fonte dei mali del corpo e dell’anima.
In questi casi lo scetticismo è d’obbligo. Ma serve anche a chi che
non ci crede? E poi tu mi dici che quelli che non hanno risolto i loro
problemi e le fobie in dieci anni, con questo metodo potrebbero farlo in
un’ora? I medici e gli psicologi avrebbero di che obiettare…
Alcuni punti da picchiettare. L'intera sequenza dura un paio di minuti
Dico loro, e a tutti gli altri, con molta serenità e reale stima del loro indispensabile e insostituibile lavoro, che provino questi sistemi prima di esprimersi. Io
stessa sono molto diffidente dei metodi non provati e finché non ne constato
personalmente l’efficacia, non me la sento di consigliarli agli altri.
E hai già risposto alla domanda che volevo fare: questi campi che spaziano
tra il corpo e l’anima, medicina e spiritualità con un pizzico di misticismo,
sono terra di nessuno, in cui si insediano facilmente i ciarlatani, che ci vendono il paradiso con i pensierini presi dai Baci Perugina. Oggi non occorre
neanche comprare i famosi cioccolatini, perché le frasi le trovi facilmente
anche su internet…
Come hai detto tu, penso di averti già risposto. E poi, se vogliamo, siccome
qui il risultato è molto più immediato, uno può constatare subito l’efficacia.
Bisogna inoltre avere sempre in mente una cosa fondamentale: la preparazione professionale. Se stai solo un po’ attento al loro modo di comunicare,
al loro atteggiamento e sapere concreto, capisci subito quanto uno conosce
realmente il suo lavoro.
Concordo pienamente. La cautela è d’obbligo e il modo di esprimersi è
molto indicativo della competenza di un operatore del benessere. Allora, di
chi posso fidarmi?
Io direi di informarsi su come e dove l’operatore EFT ha studiato. Ha
seguito dei corsi tenuti da persone competenti? Ha sostenuto degli esami?
Si aggiorna costantemente?
Beh, e tu?
Personalmente mi sono formata con un’insegnante riconosciuta dall’AAMET – Association for the Advancement of Meridian Energy Techniques,
che è la maggiore associazione internazionale di professionisti di EFT. La
mia qualifica è di operatrice EFT di 2° livello e seguo con regolarità incontri
e corsi di approfondimento e aggiornamento.
Stupendo… e non lo dubitavo. Ma torniamo a noi. Cosa cura esattamente
il metodo EFT?
Il termine curare non è appropriato. L’EFT non è in nessun caso una terapia
medica o psicologica ed è importante sottolineare che deve essere semmai
utilizzata in aggiunta e mai in sostituzione di altre tecniche mediche o
psicologiche. Detto questo, molteplici sono i problemi che possono venir
alleviati o risolti applicando la tecnica dell’EFT: paure e fobie di ogni tipo,
per esempio quella di volare, degli aghi, dei ragni, e poi l’ansia, le difficoltà
nei rapporti interpersonali, nell’apprendimento, nel raggiungimento di prestazioni sportive, dipendenze, sintomi di malattie e altro ancora. Pensa che
all’inizio la tecnica del picchiettamento è stata utilizzata per curare i grossi
traumi dei reduci della guerra del Vietnam. E ha funzionato…
Ma per i comuni mortali, che non sono partiti per il Vietnam a sparare ai
vietcong, come canta il buon Gianni Morandi, quali sono i suoi pregi reali?
11 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Non provoca dolore, si può fare da soli e presuppone un piccolo sforzo
da parte tua a voler cambiare veramente, magari soltanto in quei piccoli
gesti quotidiani, che però sono condizionati negativamente da un’umanissima pigrizia. Per intenderci: è molto più facile prendere una pastiglia,
quando qualcosa ti fa male, e bisogna comunque fare un minimo sforzo
concreto per applicare il metodo EFT. Qui sei da solo a curare te stesso.
E non è poco.
Ci sono molti siti web che offrono tutte le informazioni di cui uno ha bisogno. Personalmente ho trovato molto ben fatto il sito www.emofree.it che
contiene parecchi video dimostrativi. Poi si possono seguire le presentazioni che sempre più spesso vengono condotte presso varie associazioni.
Io stessa lo faccio, perché la curiosità intorno al metodo per la sua reale
validità cresce di giorno in giorno, tanto che non riesco più a soddisfare
singolarmente le sempre più numerose richieste di dimostrazioni.
Quando e a chi consigli di rivolgersi a un operatore EFT?
La nostra chiacchierata ci ha portato lontano dall’architettura. Allora, per
concludere, mondi che sembrano distanti si avvicinano come per incanto,
perché siamo noi stessi a far sì che sia tutto nella nostra mente. Perché il
benessere ha molte sfaccettature che passano, in questo caso, dall’architettura al… metodo EFT, quello del picchio. O, in altre parole, dai palazzi
futuristici ai meridiani del corpo umano. Senza sbigottimento e grida allo
scandalo e con Gaudì che ci guarda con benevolenza e forse anche con
un pizzico di simpatia…
Dušan Jelinčič
Lo consiglio a quelli che non riescono a risolvere il problema perché
troppo complesso e quindi tendono a non affrontarlo per indolenza.
L’operatore EFT come figura assomiglia forse un po’ al personal trainer,
che segue le persone desiderose di raggiungere una buona condizione
fisica: il cliente conosce gli esercizi a memoria, potrebbe farli benissimo a
casa da solo, ma ha bisogno di qualcuno che lo sostenga e lo incoraggi.
E chi volesse approfondire?
un libro sul Versa
Il torrente Versa, come moltissimi fiumi del nostro Paese,
è visto principalmente come una minaccia e un ostacolo
all’urbanizzazione e allo sviluppo dalla maggior parte della
del territorio valide anche per gli altri corsi d’acqua regionali e non solo.
popolazione che vive lungo le sue rive, scrivono Michele Tofful
Ora bisogna chiedersi se gli amministratori avranno la saggezza di recepire
e Paolo Minen nel libro pubblicato dall’Associazione WWF Isontino “Eugenio
e mettere in pratica queste buone pratiche e il pessimismo non manca. Con
Rosmann” e dedicato al fiume che hanno frequentato sin da bambini. Su
una delibera dell’agosto 2011 la Giunta regionale
una carta del torrente Versa – datata 1776 – si legge
del Friuli Venezia Giulia ha predisposto una scheda
che il Versa scorreva …serpeggiando a meraviglia
– da distribuire a tutti i Comuni – per individuare i
sino alla sua sboccatura nel torrente Iudri…, e
“corsi d’acqua irrilevanti ai fini paesaggistici”. Se
fino al 1911 il paesaggio non cambiò di molto. Dai
adesso vige un vincolo paesistico di 150 metri dalle
primi argini a protezione del paese di Medea, alle
sponde di tutti i fiumi (Legge Galasso), la Regione
bonifiche del Preval tra gli anni '30 e '50, si giunse
propone ai Comuni di poter ridurre tale fascia
alla completa rettificazione a arginatura del corso
di rispetto fino a 20 metri o eliminarla del tutto a
d’acqua. I primi a farne le spese furono gli anfibi,
determinate condizioni. Gli esperti sostengono al
mentre i pesci ritornarono a popolare le sue acque.
contrario – anche alla luce dei drammatici eventi di
Dopo l’alluvione del 1998 l’intero tratto di pianura del
Genova e delle Cinque Terre – che i fiumi debbano
Versa fu interessato da pesanti lavori di sistemazione
avere spazio per sviluppare il proprio corso, sia
idraulica: il rischio di esondazioni (almeno nel breve
per garantire un migliore deflusso delle acque
periodo) è scongiurato, ma per contro si assiste
Scorcio del torrente Versa a nord dell’abitato di Fratta
in caso di piene, sia per migliorare le funzionalità
all’evidente erosione delle sponde e del letto e al
e la biodiversità e svolgere quel ruolo di corridoi
crollo della comunità ittica. Le principali funzioni
ecologici naturali, specie in pianura e nelle aree urbanizzate dove spesso
del fiume, la depurazione naturale e la ricarica della falda, oggi appaiono
i corsi d'acqua costituiscono l'unico serbatoio residuo di selvatichezza. Le
compromesse, come anche il livello di biodiversità. Gli autori presentano
esigenze di sicurezza da un lato e di conservazione (e ricostituzione) degli
un’analisi costi-benefici, in base alla quale possono concludere che “il bilancio
habitat dall’altro non sono in contrapposizione, ma possono convivere se si
è nettamente negativo: i costi per la sistemazione e la manutenzione idraulica
attua una buona gestione dei nostri corsi d’acqua. Il torrente Versa potrebbe
superano di molto i benefici forniti da tale opera”. Tutto è perduto? Forse no.
costituire un primo piccolo esempio.
Michele Tofful e Paolo Minen, in conclusione della loro sintetica ma preziosa
Il libro Il torrente Versa: la vita, le risorse e la gestione dell’ecosistema
pubblicazione, analizzano gli errori commessi fino a oggi e propongono una
fluviale si può trovare presso: Nature Point in Piazza Benco 3 – Trieste;
sistemazione idraulica alternativa e una riqualificazione del torrente Versa in
Libreria Storica Stampa e Storia in Corso del Popolo, 56 – Monfalcone;
grado di ripristinare in parte la biodiversità e la funzionalità dell’ecosistema
Libreria UBIK in Corso Giuseppe Verdi 119 - Gorizia.
fluviale e di mantenere per lungo tempo un elevato livello di sicurezza. Si tratta
di una serie di indicazioni, basate anche su positive esperienze messe in pratica
Claudio Siniscalchi
da altri Paesi europei, che dovrebbero costituire delle norme di buon governo
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12 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
13 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
VALANGHE E BANCHE
Domenica 30 ottobre per il programma “Report” su RaiTre, viene citato
il libro Effetto valanga di Mark Reynolds (Urania, 1974), dove la singola
decisione di un cittadino innesca una crisi economica globale. Un sig. X
decide che non ha la disponibilità
economica per comprare un elettrodomestico, ed il rivenditore impressionato dalla mancata vendita
rivede le sue priorità, e così via
(come direbbe Kurt Vonnegut) fino
ad una crisi economica globale.
Il libro, intriso dell’ottimismo americano d’allora, risolve il problema
mondiale risolvendo il problema
individuale: trovato il tizio che
ha dato inizio all’effetto valanga
alcuni funzionari governativi vanno
ad allungargli i soldi per acquistare
l’elettrodomestico, così che il rivenditore possa permettersi alcuni
investimenti, e così via fino alla
ripresa dell’economia mondiale.
Ma forse le cose non sono proprio tanto lineari. Un’ottima descrizione
delle complicazioni che insorgono a livello globale ce lo dà Loretta
Napoleoni, che compila questa estate il libro Il Contagio (Rizzoli, 9/2011),
inseguendo in tempo reale l’evolversi delle rivolte arabe e l’involversi
della situazione economica italiana. Letto questo saggio la domanda che
ci si pone è: dove diavolo reperire il denaro che permetta al nostro X di
comprarsi l’elettrodomestico?
Dalle banche certamente no. Hanno prestato soldi a personaggi inaffidabili grandi e piccoli tramite prestiti subprime, concessi ad enti o persone
che hanno avuto problemi di solvibilità e che quindi non possono accedere a finanziamenti con normale tasso di mercato. Le banche stesse
si sono ritrovate così con le mani piene di crediti inesegibili e sono stati
rifinanziate con i soldi delle tasse, cioè di tutti i contribuenti.
È seguito l’attacco speculativo agli istituti di credito esposti causa le loro
acrobazie finanziarie. Quindi la speculazione è saltata addosso ai debiti
degli Stati. In primis è toccato alla Grecia, che aveva rifinanziato il suo
debito pubblico con un trucchetto bancario. I ritardi europei hanno portato
ai giorni nostri.
E come ha reagito il famoso Mercato a cui sono state attribuite qualità
di autoregolamentazione assolutamente ideologiche (Slavoj Žižek, Dalla
tragedia alla farsa, Ponte delle Grazie, 2010)?
Con i vecchi provvedimenti targati FMI che hanno steso a suo tempo
l’Argentina. Con i provvedimenti che vengono dettati all’Italia da un fitto
epistolario con la UE. Aumenti di tasse, il probabile ritorno dell'ICI, privatizzazioni risparmi per rifinanziare un sistema che mette le classi meno
abbienti in ginocchio. Così da noi, con tutte le nostre eccezionalità, come
dagli altri, con tutte le loro eccezionalità. E non basta che molti analisti
vedano nell’aumento dei prezzi dei cereali una delle ragioni primarie dello
scoppiare “a ciel sereno” delle rivolte
arabe. Meno soldi per chi ne ha pochi.
Non importa che, a Londra l’altrieri e
a Roma ieri, scoppino disordini incontrollabili. Il sistema di deve mantenere
a costo del mantenimento della gente.
Ma non è detto che debba andare
così. Sia ne Il contagio della Napoleoni, che in Vivere alla fine dei tempi di
Žižek (Ponte alle Grazie, 2011) vengono citati tre stati: Argentina, Dubai ed
Islanda, in ordine di tempo. Tutti e tre,
ognuno per cause differenti, indebitati sin sopra il naso, ad un certo
punto hanno puntato i piedi. Hanno
minacciato il famoso default, ovvero
di non pagare una lira di debiti. Ed
hanno ottenuto una riduzione intorno
alla metà del dovuto. E le loro economie sono ripartite.
Però le economie di questi tre paesi avevano un vantaggio: non erano
e non sono di area euro. Sono paesi più indipendenti di Italia e Grecia,
dove, è stato dimostrato in questi giorni, i rispettivi governi, e in particolare
le rispettive economie, possono essere messe sotto tutela dall’Europa che
non vuole essere contagiata.
Ma se questa “cura” è gestita da “dottori” come il FMI e banche religiosamente fedeli al Mercato, è come la cura del cerusico che leva sangue e
poi vediamo.
Gli autori citati avanzano proposte che ormai si possono dire banali per
quante volte sono state ripetute. Žižek, marxista irriducibile, propone di
ripartire dalla critica al capitalismo. Ed è quello che fanno cento piazze
al giorno in tutto il mondo. La Napoleoni dice quello che dicono la gran
parte degli economisti che non lavorano per il sistema: ci vuole lavoro e
sviluppo perché sottraendo denaro non si creerà denaro, ci sarà soltanto
il presente trasferimento di risorse dai molti poveri ai pochi ricchi. Sempre
più pochi ma sempre più ricchi.
Ma se queste banali proposte, ma non per questo stupide, rimangono voci
nel deserto quando mai il signor X troverà i soldi per l’agognato elettrodomestico?
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14 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
L'ambientalismo si confronta
dei servizi, la maggioranza indigena sta segnando il cammino di
una lunga marcia per un obbiettivo di giustizia sociale e di conquista dei
beni comuni.
L’ambientalismo deve orientarsi verso
un’ampia alleanza per il cambiamento coniugando le opportunità rappresentate dalla sfida ambientale con l’innovazione tecnologica, la legalità,
la responsabilità sociale d’impresa verso la realizzazione della green
economy. Il modello organizzativo di Legambiente ha permesso di far
convivere pluralità di azioni e di idee, perché lo stile di lavoro associativo è inclusivo:
fondamentale è il ruolo dei circoli locali che
rappresentano il cuore dell’associazione
per pensare globalmente e agire localmente per interpretare gli interessi generali e
realizzare esperienze di cambiamento.
E veniamo al cuore dell’associazione.
Sabato 5 novembre al Centro Balducci di
Zugliano si è svolto il Congresso Regionale
di Legambiente FVG, con la partecipazione
del presidente nazionale Vittorio Cogliati
Dezza. Congresso in effetti piuttosto
rituale, con dibattito ridotto all’essenziale.
La partecipazione del circolo di Trieste è
stata vivace, con un contributo di cinque
mozioni tutte approvate. Nella prima abbiamo proposto che Legambiente
promuova l’accordo di programma fra le parti, unico percorso possibile per
risolvere la crisi ambientale e occupazionale della Ferriera di Servola; nella seconda che Legambiente, di fronte all’ipotesi di un eventuale impianto
di rigassificazione in regione, proponga in alternativa agli impianti fissi le
navi EBRV che rigassificano a bordo, mozione modificata per intervento
di Cogliati senza però snaturarne il contenuto. La terza mozione era indirizzata alla sostenibilità ambientale sociale, economica ed etica nell’uso
delle materie prime. La quarta era a sostegno del Tribunale permanente
dei popoli. La quinta, accolta come raccomandazione, sul Piano territoriale
regionale e sul Piano Paesistico. Da parte della segreteria uscente sono
stati presentati cinque documenti. Quelli che rivestono un interesse più
generale sono quattro: Note sulla politica ambientale della Regione FVG:
quali obiettivi per Legambiente FVG, Gestione e conflitto sulla sostenibilità
urbana e Una griglia di valutazione per promuovere concretamente le
rinnovabili in FVG, Proposte per una politica sostenibile nella montagna
friulana. Il primo proponeva una discussione in Congresso sulle politiche
regionali per individuare scelte e iniziative (pianificatorie, programmatiche,
realizzative) per rispondere alla sfida ambientale sui temi delle infrastrutture dei trasporti, sulle politiche energetiche, sulla gestione del territorio
(blocco del consumo di suolo e tutela del paesaggio, uso della Valutazione
Ambientale Strategica in modo totalmente difforme dalla Direttiva europea), sulle politiche agricole e della biodiversità, sulle politiche di controllo
degli inquinamenti, del risanamento del territorio e di tutela delle acque. Il
secondo, il terzo e il quarto documento rappresentano un approfondimento settoriale di alcuni aspetti evidenziati nel primo. Purtroppo dopo l’illustrazione dei documenti è mancato un approfondimento delle stimolanti
proposte che vi erano contenute. Anche questo fa parte della ritualità.
LEGAMBIENTE a congresso
Legambiente celebra (perché si usa questo termine? forse perché in questi
eventi la ritualità prevale sull’effettiva partecipazione?) il suo IX congresso
nazionale, preceduto dai congressi regionali, preceduti dai congressi o
dalle assemblee locali. Un’operazione a cascata che comporta relazioni,
mozioni, raccomandazioni, documenti a tutti i
livelli e che spesso pare un percorso artefatto
e precostituito.
Però dall’analisi del documento nazionale è
possibile individuare alcune novità. Capire
il futuro per cambiare il presente, la forza
dell’ambientalismo per vincere le sfide del
mondo moderno pone fin dall’inizio l’accento
sui seguenti punti: la rivoluzione energetica
(Rifkin nel suo ultimo libro la definisce Terza
rivoluzione industriale) e la lotta contro i cambiamenti climatici, la difesa e la valorizzazione dei beni comuni, il rinnovamento delle
città e il rilancio dei piccoli comuni per il benessere sociale e la vivibilità, la politica industriale per un’Italia più pulita, più equilibrata
e più efficiente, le forme di economia equa e solidale, il valore della natura
e del rapporto con gli animali, della bellezza e del volontariato, la battaglia
contro il consumo di suolo, il rischio idrogeologico e la deturpazione del
paesaggio, la forza della cultura, della conoscenza e della legalità, il superamento della piaga del precariato, della barbarie dei respingimenti, delle
nuove forme di schiavismo: tutto ciò fa parte di un concreto progetto per
il futuro del nostro Paese. Queste indicazioni sono il presupposto per una
gestione democratica e partecipata del territorio. Il neoliberismo imperante
ha prodotto la finanziarizzazione dell’economia ma, come viene evidenziato
nel documento di Legambiente, ha anche innescato, per reazione, i movimenti di indignazione delle nuove generazioni che rifiutano questo modello
di cui sono le principali vittime. L’occupazione delle piazze segnala che
l’indignazione si sta trasformando in consapevole ribellione contro il pensiero unico del liberismo, che utilizza la globalizzazione per ridurre i diritti allo
stato sociale e al lavoro. Tema centrale del documento è la crisi climatica,
quindi la necessità di fonti energetiche rinnovabili, il decentramento della
produzione energetica e la necessità inderogabile di dissociare la crescita
economica dal consumo di risorse naturali, aumentando l’efficienza nel
loro uso per trasformare il sistema produttivo. La gestione del territorio e
la sua salvaguardia dagli speculatori della finanza e del cemento è uno
degli assi portanti dell’azione culturale di Legambiente perché è importante
saper leggere la realtà tanto quanto saperla raccontare. Legambiente ha
inventato termini come ecomostri, ecomafie o soft economy. Amministrare
bene un territorio vuol dire gestire democraticamente i beni comuni: acqua,
aria, suolo, reti di connessione che trasportano e distribuiscono le persone,
le risorse e l’informazione, non solo su base locale ma a livello globale. Il
nuovo modello esistenziale deve essere improntato su una nuova relazione
tra gli esseri viventi e la natura e propone un nuovo modello di uso delle
materie prime non rinnovabili, patrimonio non scambiabile e non vendibile.
In molti paesi del mondo più povero, perché sfruttato dalle multinazionali
Lino Santoro
giovani
15 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Te nd e, mu sic a e spe ran ze # occ up ytr ies te
Quando il corteo del fatidico 28 ottobre sfociava nell’occupazione di piazza Unità c’erano 3 sole tende. “Uno scherzo!” mormorava la gente fino a
quando le tende e le persone si sono triplicate, quadruplicate.
Sono cresciuta lì, tra le tende. Ho potuto accorgermi di come fosse
infantile il mio modo di pensare, di quanto poco fossi informata del
mondo, ma avevo e ho tutt’ora voglia di imparare e di crescere. Durante
la protesta che per notti e notti, nonostante il freddo, si prolungava ho
potuto approfondire il termine indignados, una parola che viene molto
utilizzata in questo periodo. Il movimento indignados, totalmente pacifico,
nacque in Spagna come movimento 15-M contro la situazione economica
e politica che sta investendo tutto il mondo. Un'unione di protestanti che
non sono solo studenti, che non sono solo operai, ma una mobilitazione
che raggruppa l’indignazione di disoccupati, studenti, operai, ricercatori e
tutti coloro che hanno il bisogno di urlare: “Non sottostiamo ai politici e ai
banchieri, non siamo le marionette di nessuno!” Il 15 ottobre diventa una
giornata importantissima per il movimento M-15 che da spagnolo diventa
internazionale e l’influenza delle sue proteste arriva anche in Italia. E
chi potrebbe dimenticarsi il 15 ottobre? Giorno in cui Roma ha subito
la violenza dei black block e dove sono state ignorate completamente
le voci degli indignati a causa della “distruzione” della capitale. Nasce
il movimento #occupytrieste con uno sfondo globale di indignatos. I
due movimenti non sono la stessa cosa, il primo accetta il dialogo con i
politici, infatti ha accolto il sindaco Cosolini in piazza e gli ha consegnato
il microfono per farlo parlare, il secondo non ha ammesso l’entrata in
piazza di coloro che fanno anche minimamente parte della casta protetta
della politica. Nonostante i pochi volantini, #occupytrieste si è fatto sentire
un po’ da tutti: anche durante la parata dei bersaglieri è riuscita a prendersi il suo spazio nei giornali con l’ideazione della “clown army” parodia
della parata militare condotta da clown e ragazzi con la faccia dipinta di
colori vivaci.
Cominciano le assemblee cittadine e intorno agli studenti si riuniscono
anche lavoratori e ricercatori. Il movimento si trasforma, s’ingrandisce,
matura e prende una decisione: occupare la vecchia banca abbandonata.
Una scelta difficile, per alcuni azzardata, per altri coraggiosa.
Non si riusciva più a dormire sotto la pioggia e il gelo, gran parte delle
persone è dovuta tornare a casa a causa
della febbre, me compresa e poi noi giovani
volevamo ribadire il bisogno di uno spazio
autogestito. Non sono mai stata d’accordo con
l’abbandonare la tendopoli proprio quando
stava diventando qualcosa di più grande, ma
questa è un’altra storia, un altro articolo. Mi
devo concentrare e limitare a raccontare cosa
è successo durante la mobilitazione nella piazza, per cercare di fornire a chi leggerà questo
testo un qualcosa che spieghi davvero cosa
vogliamo noi studenti e perché lo vogliamo,
come ci siamo fatti sentire...
“Sangue tra gli studenti”: un urlo che riecheggia tra i giornali della città dopo che la polizia
carica sui protestanti l’11 novembre e la banca
torna vuota. Ma i cortei continuano, gli striscioni in piazza serpeggiano ancora nel freddo
vento autunnale e la lotta non finisce.
Parlavo con una mia amica di quanto fossi
arrabbiata del disinteresse che c’è spesso tra
noi giovani, è una cosa condivisa un po’ da
tutti coloro che stanno urlando a squarciagola
nei cortei di questi ultimi giorni. Noi si riesce
a capire come a molti possa non ferire la
situazione italiana e mondiale di oggi, non solo
scolastica, ma anche inerente al mondo del
lavoro e dei diritti. Più che feriti molti di questi
non sanno nemmeno il perché delle proteste e
le motivazioni potrebbero essere tra queste due: o non hanno la voglia di
informarsi o non ne hanno i mezzi e sono piuttosto sicura che la seconda
sia la vera risposta. Il 16 novembre ero in piazza con i miei compagni di scuola ad ascoltare
l’assemblea riguardante il corteo del giorno seguente quando mi sono
accorta della rabbia e della paura negli occhi della gente. Rabbia perché
spesso ci si sente ignorati anche se gli sforzi di farsi sentire sono stati
immensi. Paura, paura che il corteo del giorno dopo si possa trasformare
in uno scontro violento. Non lo è stato, nonostante il muro di polizia stanca
e infastidita dal lungo turno di lavoro e nonostante la forza impetuosa degli
studenti spaventasse i passanti noncuranti o molto più probabilmente non
toccati dalle problematiche evidenziate dai protestanti.
Sono curiosa di vedere come andrà a finire questo movimento, come
crescerà e se riuscirà a migliorare i propri punti deboli, ma sono fiduciosa
e voglio credere a questo progetto che non deve morire, non ora, non qui.
Beatrice Achille
l a v ig n e t t a d i c o l u c c
i
trasporti e ambiente
16 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
TRIESTE PER TUTTI
Le proposte dell'Osservatorio per la mobilità sostenibile.
Un gruppo di associazioni che si occupano di problemi della mobilità
urbana da vari punti di vista – ambiente, salute, pedonalità, ciclabilità,
accessibilità – si è riunito più volte nello scorso mese di ottobre per
partecipare alla settimana europea della mobilità sostenibile (a cui il Comune di Trieste ha aderito, dopo molti anni di assenza) ed ha elaborato
ed approvato un documento conclusivo che riassume tutte le tematiche
discusse ed individua una serie di obiettivi e proposte concrete a breve,
medio e lungo termine, indirizzate in primo luogo alle amministrazioni del
Comune e della Provincia di Trieste.
Tutte le proposte sono mirate nella direzione di una mobilità sostenibile a
Trieste, cioè a cambiare il modo di muoversi, affinchè questi cambiamenti
migliorino la salute e il benessere di tutti i cittadini, anche di quelli che
adesso si scontrano con difficoltà ed ostacoli quotidiani. Le associazioni ritengono che la nuova amministrazione comunale, discutendo e
approfondendo queste ed altre proposte con i cittadini grazie a percorsi
di pianificazione partecipata, possa realizzare significativi cambiamenti
nell’arco dei prossimi cinque anni.
I motivi di queste scelte sono abbastanza ovvii, ma li ricordiamo qui brevemente: è necessario ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico, le
emissioni di CO2, la congestione, gli incidenti stradali, il consumo di suolo,
che sono strettamente legati al traffico di veicoli a motore privati (auto e
motorini). Questa riduzione si può realizzare favorendo il trasporto pubblico e la mobilità “dolce” (gli spostamenti a piedi e in bici), oltre ad utilizzare
meglio le auto con un uso condiviso (car-sharing e car-pooling).
Nello sforzo globale di ridurre le emissioni di gas serra e quindi contrastare i cambiamenti climatici, il settore dei trasporti è proprio quello che,
in tutto il mondo, vede aumentare la sua parte nel totale delle emissioni,
proprio perché è più difficile che cambino le abitudini quotidiane e perché
il “sistema automobile” domina la mobilità urbana, specialmente in Italia,
sotto l’aspetto economico, urbanistico e soprattutto culturale. Una pianificazione urbana più attenta, invece, potrebbe mirare alla riduzione della
necessità di spostarsi e della lunghezza degli spostamenti (“città delle vie
brevi”), riqualificando i centri storici ad alta densità abitativa e distribuendo i servizi nelle periferie.
Dall’ampio documento redatto dalle associazioni riprendiamo alcuni punti
principali, invitando tutti gli interessati a leggere il testo completo sul sito
dell’Osservatorio (www.triestemobile.org), dove i cittadini possono anche
inviare le loro osservazioni e proposte.
I principi fondamentali sottolineati dal documento sono: 1) il diritto alla
mobilità per tutti, compresi i disabili, gli anziani e i bambini, in attuazione
del DPR 24/07/1996, n. 503; 2) il sostegno alla mobilità pedonale, alla
mobilità ciclabile, al trasporto pubblico; 3) la promozione della mobilità
sicura per i bambini ed i giovani.
Le proposte avanzate sono molto concrete. Si chiedono delle
azioni di tipo generale come: l’ampliamento e collegamento delle
zone pedonali, dotate di adeguato arredo urbano (panchine,
alberi); la realizzazione di “zone 30”, in cui la priorità viene data
alla mobilità “dolce” e i mezzi a motore devono rispettare il limite
dei 30 km/h; la redazione di un piano integrato della mobilità
(PUM); la promozione di campagne di educazione stradale ed
educazione alla mobilità sostenibile; l’eliminazione delle barriere
architettoniche.
Per i sei aspetti specifici presi in esame (pedonalità, ciclabilità,
trasporto pubblico, intermodalità, mobilità dei bambini, mobilità
delle persone con disabilità) sono state individuate numerose proposte, che potrebbero e dovrebbero essere realizzate nell’arco
dei prossimi cinque anni.
Riportiamo alcuni punti per ogni tematica, rimandando al documento integrale sopra ricordato.
Per la pedonalità, si chiede di migliorare il controllo del traffico per
garantire la sicurezza dei pedoni e sanzionare la sosta alle fermate dei
bus; per la ciclabilità, la realizzazione di parcheggi per bici e di percorsi
ciclabili sui principali assi urbani e tra centro e periferie; per il trasporto
pubblico, migliorare le informazioni agli utenti, istituire servizi a chiamata,
introdurre nuove formule tariffarie e realizzare uno studio di fattibilità per
un asse di trasporto “forte” in sede propria (tram o filobus) per aumentare
la qualità e la capacità del servizio. Per l’intermodalità, creare parcheggi
di interscambio tra bici, mezzi privati e trasporto pubblico; promuovere
il bike sharing, il car pooling e costituire una società per il car-sharing.
Per la mobilità di bambini e giovani, promuovere e sostenere i “Pedibus”
(percorsi casa-scuola a piedi) con una progettazione partecipata dei
percorsi, promuovere percorsi sicuri nei rioni coinvolgendo le scuole e
le circoscrizioni. Per la mobilità delle persone con disabilità, si chiede di
realizzare percorsi accessibili rispettando le norme sui marciapiedi e sulle
pavimentazioni, eliminando le pendenze ed i dislivelli eccessivi.
Le associazioni promotrici ritengono che queste proposte possano essere
realizzate in un processo complessivo che coinvolge la pianificazione
urbanistica, la gestione dei servizi, la realizzazione di infrastrutture e il
cambiamento dei comportamenti individuali, con un approccio interdisciplinare, basato sulla partecipazione e il coinvolgimento di cittadini,
categorie deboli, operatori economici. Ciò presuppone l’accessibilità delle
informazioni e dei dati rilevanti, in modo che nel tempo, utilizzando degli
indicatori adeguati, si possa verificare l’efficacia degli interventi realizzati e
il raggiungimento di determinati obiettivi riguardanti ad esempio la qualità
dell’aria, il consumo di suolo e di energia, le emissioni di CO2, la quota
del trasporto privato motorizzato rispetto a quello non motorizzato e al
trasporto pubblico (modal split). In sostanza, si dovranno monitorare gli
effetti sanitari, sociali, economici, culturali e paesaggistici della mobilità
attuale e dei cambiamenti introdotti.
Le associazioni che hanno discusso e sottoscritto il documento sono:
Ulisse-Fiab, Uisp, Legambiente, Coped Cammina Trieste, C.U.P.H.
(Coordinamento Provinciale delle Associazioni dei Disabili), Anglat, ACP
(Associazione Culturale Pediatri), ISDE Medici per l’Ambiente, WWF
Trieste, Gruppo Trieste In Bici, Comitato Lavoratori e Utenti per i Servizi
Essenziali. Per dare continuità al lavoro svolto, esse hanno costituito
l’Osservatorio per la Mobilità Sostenibile, che ha inviato il documento alle
amministrazioni del Comune e della Provincia di Trieste, con la richiesta
di un incontro per discutere sulla possibilità e volontà di realizzare quanto
richiesto.
Andrea Wehrenfennig
il f uturo nel p r e s e nt e de l f riul i
Friuli Future Forum è nato a settembre del 2010 da un’idea di Giovanni
Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio di Udine. Il nome lascia
facilmente intuire la natura di questo progetto, un punto di aggregazione
per le aziende ed i cittadini che guarda al futuro del territorio friulano. Lo fa
organizzando incontri, conferenze, valorizzando le eccellenze, dando voce
alle piccole e medie imprese e fornendo strumenti utili per stare al passo
con i tempi. L’intento è quello di creare per ciascun macrosettore economico
uno spazio virtuale che tra le altre cose guidi le aziende nell’utilizzo dei nuovi
mezzi di comunicazione e fornisca loro delle linee guida sulla green economy.
Iniziative di questo genere sono estremamente utili soprattutto per realtà
medio-piccole che spesso sottovalutano le potenzialità dei social network e
più in generale di una corretta campagna di informazione. Il danno che ne
consegue va a scapito non solo delle aziende ma anche del consumatore
che sempre meno trova a sua disposizione una scelta di prodotti di qualità
e di provenienza regionale. Fondamentale è anche l’impegno nella creazione di un’economia ecologicamente sostenibile, ed anche qui la struttura del
Forum si rivela ideale. Quale luogo meglio di un foro può dare visibilità a chi
già mette in pratica i principi dell’ecosostenibilità fornendo così un esempio
da seguire? I vantaggi di questo tipo di scelte poi vanno ben oltre il fattore
ecologico che sarà in ogni caso un componente essenziale dell’economia
del futuro. Nel settore agroalimentare ad esempio la scelta di adeguare
la produzione agli standard bio è un cambiamento utile a preservare la
propria eccellenza offrendo una garanzia riconosciuta ed apprezzata dal
pubblico. In altre parole, i prodotti bio vendono e possono quindi rappresentare un’ottima ancora di salvataggio per chi non intende adeguarsi ad una
produzione generica e massificata ma vuole anzi mantenere la ricercatezza
e la genuinità dei suoi prodotti.
È ovvio che ragionamenti di questo tipo spesso non sono scontati ed è
per questo che iniziative come “Aperitivi climatici” rappresentano un’ottima
occasione per ampliare le proprie prospettive. Svoltosi venerdì 18 novembre
a Udine nella sede del Friuli Future Forum, l’incontro ha dato la possibilità
ai cittadini di confrontarsi con professori, tecnici e imprenditori sul tema
dell’adattamento della produzione del vino ai cambiamenti climatici e su
come gestire l’impatto
ambientale in questo
settore. A partire dal
bilancio dell’ultima
annata, caratterizzata
da un clima particolarmente caldo, si è
La sede di Friuli Future Forum, in via Savorgnana 14 a Udine
parlato di ripensamento dell’esposizione dei vigneti e dei tempi della vendemmia per arrivare
alla conclusione in un certo senso rassicurante che i cambiamenti ci sono
sempre stati e sono inevitabili. L’importante è saperli affrontare. Per poterlo
fare bisognerà compiere uno sforzo di immaginazione, capire quali sono
le strade che porteranno vantaggi sul lungo termine ed avere il coraggio di
intraprenderle.
La partecipazione a progetti come Friuli Future Forum spesso cresce man
mano che crescono i problemi, e questo non può che essere un segnale
positivo. Dimostra quanto sia importante dare degli stimoli ad imprese le cui
capacità troppo spesso vengono sottovalutate. Oggi più che mai è necessario dare coscienza agli imprenditori delle proprie possibilità. Se finora proseguire il lavoro dei propri predecessori è stato sufficiente, l’impegno dovrà aumentare a partire da subito per dare il via ad un modo nuovo di pensare la
produzione in reazione ad una situazione nuova. È un passaggio obbligato
che non può partire dall’idea che la crisi “passerà”. È anche compito nostro
farla passare cercando soluzioni, alternative, muovendoci continuamente
fino a trovare un equilibrio che duri. Almeno fino alla prossima crisi.
Giorgia Facis
Per informazioni sulle iniziative e gli incontri promossi da Friuli Future Forum è
possibile consultare il sito ufficiale del progetto www.friulifureforum.com.
I prossimi incontri sul tema della green economy si svolgeranno nella sede
FFF durante la mattinata di venerdì 25 novembre nella cornice dei due giorni di
lavoro sulla “crescita verde” promossi dalla Camera di Commercio di Udine.
B.C.S. – Formazione Cranio Sacrale Biodinamico
Via San Lazzaro,7 – 34122 Trieste [email protected] ♦ 345 9226622 – 345 9224454
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sulle orme del dott. William G. Sutherland
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forgiare Operatori Professionisti non Ordinistici di Craniosacrale Biodinamico, di promuovere e di
diffondere questa disciplina tra la gente per portare nel quotidiano la consapevolezza che la Salute è
dentro di noi, senza con questo nulla togliere alla medicina ufficiale.
Che cos’è “CranioSacrale” e perché “ Biodinamico ”
Craniosacrale è la denominazione di un Sistema fisiologico del nostro corpo. Esso prende il nome dalle ossa del cranio, che insieme alle vertebre e
all'osso sacro, avvolgono e proteggono il cervello e il midollo spinale ove all’interno di membrane protettive circola il liquido cerebrospinale (Liquor).
Quando le forze embrionali si incarnano nel Liquor inizia il movimento dei fluidi nei fluidi. Questa forza che ci anima il dr.W.G.Sutherland la chiamò il
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Biodinamico esprime la qualità dell’incontro tra Cliente e Operatore. L'Operatore Craniosacrale Biodinamico si pone in un ascolto consapevole del
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sa ss i, r o cc e e p ie tr e
Volendo parlare di pietre eccentriche e strane è d’obbligo iniziare con la
pietra filosofale, che secondo la leggenda sarebbe in grado di trasformare
i metalli vili in oro, oltre a donare la sapienza e l’immortalità. Probabilmente era solo una pietra immaginaria e simbolica, ma chissà…
Restando in epoca medievale, nella testa dei rospi si credeva si trovasse
la bufonite, una pietra che curava l’idropisia, la malinconia e gli eccessi di
collera. C’era anche chi vendeva “pelli di salamandra”, ritenute magiche
perché resistenti a qualunque fiamma. In realtà si trattava di brandelli
di tessuto di amianto. Da ricordare anche le “glossopetre”, citate già da
Plinio nel I secolo d.C., che le riteneva di provenienza celeste, mentre nel
Medioevo si credeva fossero lingue di serpente pietrificate, e per questo
erano considerate un toccasana contro il morso dei serpenti. Verso il 1600
con la “scoperta” dei fossili le glossopetre si rivelarono essere antichi denti
di squalo.
Tornando alla bufonite, potrà sembrare incredibile ma qualcosa di simile
esiste davvero. Nel cervello dei piccioni e di altri uccelli sono stati trovati
dei minuscoli cristalli di magnetite, che svolgerebbero la funzione di bussola. Diversi altri animali possiederebbero corpuscoli di magnetite, anche se
non sempre in forma cristallina, quindi non adatta a funzioni orientative.
Nell’uomo non è ancora confermata l’esistenza di simili strutture.
Fra le più comuni pietre di origine biologica troviamo i calcoli renali. Posso-
no essere formati da sali di calcio oppure da cistina (un amminoacido). I
calcoli biliari invece sono formati per lo più da colesterolo.
Molto più innocui anche se con una quotazione ancora più bassa sul
mercato delle gemme troviamo i tonsilloliti o calcoli tonsillari. Si tratta di disgustose masserelle biancastre che si possono trovare nelle pieghe delle
tonsille, costituite da resti di cibo, cellule morte e batteri. Non provocano
null’altro se non alito cattivo.
Entrando nel regno della mineralogia vera e propria citeremo innanzitutto
la folgorite. Questa si forma nei deserti sabbiosi, dove i rari fulmini dei rari
temporali cadendo sulla sabbia la fondono e la vetrificano, formando delle
strutture ramificate lungo il percorso della scarica elettrica.
Di origine altrettanto violenta troviamo la categoria delle impattiti. Si
tratta di rocce silicee terrestri che vengono fuse dalla collisione con un
asteroide. In Boemia e in Moldavia troviamo ad esempio la moldavite, che
si presenta come un vetro verde, formatosi per l’impatto con un asteroide
circa 14 milioni di anni fa.
Diversi fenomeni naturali producono invece rocce sferiche.
Nelle grotte carsiche troviamo ad esempio le pisoliti, o “perle di grotta”.
Queste si formano nelle pozze di acqua satura di sali di calcio, dove, a
partire da una piccola impurità che funge da nucleo si accumula il calcare,
strato dopo strato. Lo sgocciolio dal soffitto rimescola continuamente
le pozze e fa rotolare le perle, finché, raggiunta una certa dimensione,
queste si attaccano sul fondo.
Un altro minerale sferico sono le pietre moqui, concrezioni ferrose e silicee
che si trovano nello Utah e in Arizona. Molto simili sono i “mirtilli marziani”,
recentemente scoperti sul pianeta rosso. Le cosiddette “boji stones” sono
18 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
invece degli aggregati di pirite di forma sferica, formatisi negli antichi
fanghi sottomarini.
In vari posti al mondo, come in Bosnia, in Francia e in Costa Rica, vi sono
campi disseminati di enormi pietre sferiche (anche tre metri di diametro),
spesso indicate come “enigmi archeologici”, ma che sono in realtà formazioni naturali di arenaria.
Esistono anche particolari pietre a forma di piramide denominate “dreikanter” (dal tedesco “tre facce”), reperibili in Antartide e perfino su Marte,
dove hanno dato origine a moderne leggende su improbabili civiltà aliene,
con gran gioia di coloro che sui “misteri” ci campano scrivendo libri, articoli
e conducendo programmi televisivi offensivi per l’intelligenza umana. I
dreikanter sono invece molto semplicemente rocce erose da venti molto
forti e costanti.
Se c’è un mistero autentico e ancora irrisolto è quello delle “pietre scivolanti” presenti nella Valle della Morte (California), sul fondo dell’antico lago
disseccato di Racetrack Playa. Si tratta di massi del peso di quintali che si
muovono come niente fosse, anche di centinaia di metri in tempi brevissimi, secondo percorsi irregolari e zigzaganti. Niente di paranormale, certo,
anche se il meccanismo esatto non è ancora conosciuto. Un ingrediente
è probabilmente il vento, unito a piccole quantità di brina o rugiada che
possono rendere scivolose le pietre.
Minerali molto particolari vengono prodotti anche in laboratorio. Diamanti
e rubini artificiali, i giganteschi monocristalli di silicio da cui si ricavano i
microchip, l’aerogel, composto per il 99,8% da aria e per lo 0,2 da diossido di silicio, ma che nonostante questo è resistentissimo…
Stando al libro Cacas (Oliviero Toscani 1998) in Giappone c’è chi ha
inventato il “metro-marmo”, materiale ottenuto sottoponendo i liquami cittadini ad altissima pressione, con cui vengono prodotti gioielli molto chic.
Per finire, innumerevoli sarebbero i riferimenti artistici e letterari a strane
pietre. Ne citerò solo un paio. Il colore venuto dallo spazio è uno dei racconti più famosi di H.P. Lovecraft, in cui la caduta di uno strano meteorite
porta abominio e distruzione in quello che era un paesino pacifico e tranquillo. L’Archepietra invece si trova nel libro Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien, ed
è un magnifico cristallo che costituisce il pezzo più prezioso del tesoro dei
Nani. All’opposto di questa trasparente ma in definitiva gelida meraviglia
abbiamo la molto più umana e saporita “pietra da minestra”, al centro di
una simpatica fiaba irlandese. Un vagabondo squattrinato ed affamato
va da una donna, offrendole una “pietra da minestra” (in realtà un banale
ciottolo di fiume), che messa in pentola insieme a cipolle, patate, verdure
assortite, un po’ di farina, un osso e sale permette di cucinare un’ottima
minestra. La donna, soddisfatta, ricolma il vagabondo di cibo e di doni.
Francesco Gizdic
obnauta@tin
www.bazardelbizzarro.net
Nelle immagini, da sinistra a destra:
– La cura della follia, (1480 circa), dipinto di Hieronymus Bosch. Secondo detti e
credenze popolari la follia e la stoltezza erano dovute a una pietra nel cervello
– un magnifico esemplare di folgorite ritrovata in Arizona
– un piccolo “giacimento” di perle di grotta, ritrovato in un tunnel artificiale nelle viscere
di Trieste. Questo dimostra tra l’altro la rapidità con cui si formano queste concrezioni
XXI Femminile
19 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
un’imposizione dei mariti ma di Dio. In un
colloquio privato ha contestato il mio chiamare Dio con il nome di Padre consentendo così al “suo” Dio di distribuire privilegi.
Puntuali in ottobre anche quest’anno si sono svolte a Rimini le giornate di
Non ha potuto neppure dirmi in quale sura del Corano si trovi l’obbligo del
studio del “Pio Manzù”, il Centro collegato all’ONU, ora a pochi passi dalla
velo. Avevo acquistato il Corano dopo aver letto Lettera a un kamikaze di
mia nuova casa in terra di Romagna dove sono tornata a invecchiare con
Khaled Fouad Allam che la signora però considera un laico. Ho rinunciato
Trieste per sempre nel cuore. La frequentazione di questi convegni per me
ad andare oltre nel confronto anche perché nel dibattito sulla prostituzione
è ormai antica, risale ai tempi dei grandi fasti, quando tra gli ospiti giunaveva affermato che un uomo musulmano non ha bisogno di “peccare” con
gevano anche prestigiosi capi di stato e donne di rango molto belle come
una prostituta perché se desidera un’altra donna la sposa e ne assume la
Lady Diana e Raina di Giordania, ma questo
responsabilità. Insomma il problema della
aspetto più coreografico non era di certo
prostituzione (in un’altra relazione chiamata
per me il più significativo. Mi attirava invece
richiesta di servizi sessuali) si risolve con la
il fatto che tra le voci dei relatori d’ambo i
poligamia! Non resta che sperare in mentalità
sessi, sempre qualcuna nel tempo finisse per
più aperte come se ne trovano persino tra i
rivelarsi profetica. Così è stato per i problemi
cattolici.
energetici, per i mutamenti climatici, per le
L’esigenza della sintesi mi costringe a
guerre e le rivoluzioni, per l’evolversi della
tralasciare molto, ma devo assolutamente
politica e dell’economia mondiale.
ricordare il lunghissimo applauso che ha
Ora che il futuro appare sempre più compliaccompagnato il conferimento della medaglia
cato e ansiogeno più che mai, sembra che
d’oro del Comitato scientifico del Pio Manzù
le donne, l’altra metà dell’Umanità, siano
alla giornalista Milena Gabanelli, conduttrice
diventate determinanti tanto da considerare il
di “Report”. Nel ringraziare ha auspicato nel
XXI secolo quello delle donne. In pratica donostro Paese “il risanamento di una cultura
vemmo essere noi a togliere le castagne dal
che svilisce e non premia il merito” con il
fuoco e rimediare ai danni, se ancora si può.
plauso anche di Maria Concetta Mattei, la
Milena Gabanelli ritira la medaglia d'oro
Nei paesi in via di sviluppo hanno scoperto
brava giornalista del Tg2, che stava presenche istruendo le ragazze non diminuisce solo la
tando la cerimonia e la cui rubrica, “Tg2 Storie” è
mortalità infantile ma migliora persino l’economia.
stata confinata dopo la mezzanotte. Della serie: le
Dalle relatrici sono stati evidenziati i progressi fatti in tutti i campi anche nei
donne, anche quelle arrivate, non devono mai smettere di lottare per conpaesi più avanzati, ma pure sottolineati con forza i divari che ancora persiservare la propria posizione, soprattutto quando le ingerenze della politica
stono anche quando le leggi sanciscono la parità dei diritti. È difficile infatti
diventano così intrusive da ostacolare anche la carriera maschile.
creare brecce nel muro della resistenza maschile.
Per concludere, perché devo, almeno con una nota di speranza faccio
Ecco allora l’appello alle madri affinché modifichino l’approccio educativo
riferimento ad un paese lontano, situato ai margini della Penisola Arabica,
nei confronti dei figli maschi perché per infrangere una mentalità così
il Sultanato dell’Oman, giovane in termini di sviluppo, ma avanzato nel
radicata, le donne hanno bisogno della solidarietà maschile. Le donne
riconoscimento delle donne istruite come “una risorsa preziosa”.
devono riuscire ad affermarsi non contro gli uomini ma con loro. Non serve
Dal discorso di Madiha Al Shaibanya, ministro donna dell’istruzione
all’Umanità sostituire una prepotenza di genere con un’altra.
dell’Oman, riporto la frase conclusiva. “Un Paese ha bisogno delle sue
Mi ero sempre chiesta come mai i maschi, nati anch’essi da una donna,
donne e dei suoi uomini un po’ come un uccello ha bisogno di entrambe le
potessero giungere a livelli inauditi di violenza nei nostri confronti. La nota
ali per volare. Come può un uccello volare se ha un’ala rotta?”
psicologa Rita Parsi ci ha proposto una spiegazione che mi è sembrata
Già, noi donne siamo ancora un’ala rotta, ma oggi più che mai l’Umanità ha
innovativa, su cui si può riflettere. La dottoressa sostiene che il legame
bisogno per salvarsi di diventare un’aquila dalle grandi ali.
vissuto nell’utero materno è così intenso e profondo da suscitare il bisogno
di riappropriarsi del corpo della donna. Le bambine lo ritrovano nel proprio,
Giovanna Falcioni
copia di quello materno, i maschi invece si vedono diversi (altro che invidia
del pene!) La sessualità consente questo ricongiungimento, questa rinnovaPer i lettori triestini segnalo il conferimento della medaglia d’oro del
ta fusione. Lo stupro ne è la componente patologica.
Presidente della Repubblica a Gillo Dorfles, co-fondatore del Comitato
Mi ha molto turbata e scoraggiata pure, l’intervento di Souheir Katkhouda,
scientifico del Pio Manzù
presidente delle donne musulmane d’Italia. Ha sostenuto che il velo non è
XLII edizione delle Giornate internazionali di Rimini,
l'eta del bronzo tra siria ed egitto
'
quatna riemerge dagli scavi italiani
16 dicembre, conferenza pubblica del prof. Daniele Morandi Bonaccorsi, Trieste, Sala San Nicolò, via
Dante 6, ore 17,30.
La conferenza presenterà al pubblico i maggiori risultati delle campagne di scavo condotte a partire dal 1999
dall’Università di Udine a Mishrifeh, l’antica Qatna delle fonti cuneiformi. Tra il 1800 e il 1340 a.C., la città di
Qatna fu una fiorente metropoli commerciale e capitale di un grande regno regionale, che intesseva relazioni
diplomatiche, alleanze militari e matrimoni interdinastici con le grandi potenze dell’epoca. Per poco più di un
secolo, la dinastia reale di Qatna dominò gran parte della Siria occidentale. La grande fioritura economica e
culturale del regno di Qatna durante il II millennio a.C. fu essenzialmente legata alla sua ubicazione strategica
di crocevia fra Mesopotamia e Mediterraneo da un lato e Anatolia, Siria-Palestina ed Egitto dall’altro. La grande città carovaniera di Qatna controllava, dunque, le rotte commerciali fra Mesopotamia e Levante e fra Egitto
e altipiano anatolico. Ingresso libero; [email protected]
Da Lima un sognatore del cambiamento
20 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
’
Nella Tablada de Lurin, estrema periferia sud di Lima, Gianni Vaccaro
accoglie i viaggiatori e li porta a visitare i progetti che segue da dieci anni nelle
vicine invasiones (baraccopoli) di Corona Santa Rosa, 9 de Julio, Pradera del
Sur. Migliaia di famiglie giunte dalle Ande e dall’Amazzonia hanno occupato
terreni disabitati e vivono in condizioni di estrema povertà in baracche senza
luce, acqua, fogne. Qui Gianni ha aperto la scuola materna, l’asilo, la mensa
popolare, ha organizzato il doposcuola, un piccolo centro informatico, il
presidio medico, un laboratorio di medicina naturale, iniziato un programma di
microcredito. Gli attori principali sono le donne che, spesso abbandonate dai
mariti, devono da sole badare ai numerosi figli; per alleviare le loro difficoltà
è stato predisposto un programma di allevamento di animali da cortile, orti
familiari, è stato aperto un laboratorio di cucito. “Non sono solo progetti nostri,
camminiamo insieme ai dirigenti popolari, che vengono eletti dalla popolazione ogni due anni, con azioni complementari che mirano allo sviluppo comune
di tutta la zona.”
Studente dei missionari comboniani, quando esce dalla congregazione decide
di rimanere in Perù. “I forti contrasti sociali, la gran ricchezza del paese, non
solo del sottosuolo, economica ma anche culturale che contrastava con
una povertà ingiustificata e ingiusta mi hanno quasi obbligato moralmente a
rimanere lì. Ho scoperto
una ricchezza culturale
immensa, la capacità di
questa cultura andina di
organizzarsi, di credere
nella democrazia attraverso le assemblee, di
saper fare lavori unitari,
di non aspettare tutto
dal governo centrale, di
aiutarsi reciprocamente
davanti alle necessità,
quindi una grande
STORIE DI UOMINI, ANMALI E FIORI DI BACH
La stima interiore è il mezzo per
rendersi conto della propria sacralità
“No, guardi, secondo me è meglio che cerchiamo di approfondire la questione; io non penso che, da com’era, così bello e pimpante, improvvisamente si
possa ammalare. C’è sempre, nella vita di ogni animale, un evento, una causa
ben precisa, che fa cambiare l’equilibrio del suo organismo; magari la causa
è difficile da trovare, ma io, piuttosto che pensare ad un virus o a qualcosa di
esterno sul quale non possiamo avere voce in capitolo, penserei a qualcosa che
è successo a voi due… a lei, in particolare, - dissi, riferendomi alla donna - nel
periodo immediatamente precedente alla sua malattia”.
La donna mi ascoltò con attenzione; aveva gli occhi sgranati come per cogliere
ogni piccolo particolare della nostra conversazione; rimase però in silenzio, forse
perché non si aspettava, così... in maniera netta di essere parte del problema.
Io, dal canto mio, ripresi di nuovo la mia indagine, in modo da fornirle ulteriori
spunti dai quali poter vedere la faccenda sotto una nuova luce: “cerchiamo di
ritornare a quel periodo, al momento in cui lei si accorse che le cose stavano
cambiando”.
“Beh, direi dopo la mia malattia” disse immediatamente la donna.
“Che malattia?” la rintuzzai.
“Questo inverno... ebbi una violenta bronchite, come non ne ho mai avute
prima... mi ricordo che Omar, il mio gatto, voleva passare tutto il tempo sopra
di me; si metteva così - disse indicando il suo petto - sopra di me, ma io non
riuscivo a tenerlo in quella posizione perché avevo grosse difficoltà a respirare;
così, delicatamente, lo spostavo ma lui tentava di nuovo di risalire”.
“Una bronchite... lei è soggetta a bronchiti?”.
“No davvero no... poi così violenta... davvero non mi ricordo di averla mai presa”.
Bisognava andare ancora più in profondità; bisognava cercare di capire come
mai quella donna avesse avuto una malattia così importante.
patrimonio culturale e morale che contrasta con la
povertà economica e sociale. Solo lì può nascere
una nuova società basata
sulla solidarietà. E allora
entrare nelle dinamiche
di liberazione di queste
energie mi ha rapito.”
In un paese con trenta
Gianni Vaccaro, sognatore del cambiamento
milioni di abitanti, di cui
oltre il cinquanta per
cento in condizioni di povertà, il ventitrè per cento di estrema povertà, la
nuova presidenza di Ollanta Humala rappresenta un cambiamento rispetto
al modello neoliberista seguito negli ultimi venti anni, senza volerlo escludere
completamente. Sostenuto dall’ex-presidente brasiliano Lula e appoggiato
dal premio Nobel Mario Vargas Llosa contro la candidatura di Keiko Fujimori,
la figlia del dittatore ora in carcere, Humala sostiene la recente crescita che
sarà non a macchie e concentrata a Lima, ma attenta all’inclusione sociale,
che coinvolga tutti gli attori della società in un unico processo di sviluppo, con
un forte impulso ai settori della salute, educazione, infrastrutture e sicurezza.
All’inizio di novembre, a Trieste, Gianni Vaccaro ha illustrato le sue iniziative e
promosso il turismo responsabile in Perù con la visita dei progetti di sviluppo
senza trascurare le classiche mete di Arequipa, Cusco, Machu Picchu,
l’Amazzonia.
Giuliano Prandini
Per informazioni si consulti: www.perusolidale.com
Associacion Yahnawasi e Minka Wasi
Jr. Concordia 212 Tablada de Lurin, Zona Antigua; Villa Maria del Triunfo – Lima – Peru
Telefax 0051 1 2952600; e-mail: [email protected]
“Problemi respiratori ne ha mai avuti?”.
“No – mi rispose in maniera decisa - però c’è un episodio, di
qualche mese prima, che mi fatto molto pensare.
Un giorno, mentre lavoravo, stavo usando un nuovo olio per massaggi e
ho avuto la sensazione che mi mancasse il respiro; così, dopo qualche
giorno, sono andata dal medico, a farmi controllare i polmoni; lui ha fatto le
prove e mi ha detto che sono asmatica”.
La donna, pronunciando quelle parole incominciò a piangere.
Aspettammo tranquillamente tutti e due che quest’onda emozionale
passasse; lei si asciugò le lacrime e si soffiò il naso e io rimasi in silenzio
attendendo che lei continuasse la storia.
“Sa dottore... mia sorella è morta di asma”.
Passò ancora qualche minuto.
“Quando il dottore mi disse che avevo l’asma, come in un film velocizzato,
mi è venuta in mente tutta la storia di mia sorella, tutto quello che avevamo
fatto per lei e anche tutto quello che non avevamo fatto; sa io ero bambina,
certe cose non le capivo; non potevo far altro che guardare.
Pochi mesi dopo mi ammalai seriamente e poco dopo si ammalò Omar.
Fiore di Bach: Pine: a volte, una reale circostanza del passato, può comportare profondi sentimenti di rammarico e rimorso; a volte questi sentimenti
diventano sproporzionati rispetto alle reali situazioni: la persona si fa carico e
interiorizza i problemi della famiglia anche se oggettivamente non è chiamata
a farlo; Pine insegna che l’accettazione di se stessi e la stima interiore sono il
mezzo per rendersi conto della propria sacralità e della propria divinità.
Stefano Cattinelli
Info:Studio Veterinario dott. S. Cattinelli Omeopatia, fiori di Bach, medicina antroposofica,
percorsi di consapevolezza relazionale con il proprio cane e/o gatto
TRIESTE: via Rossetti 76/1 tel. 040 54870 / UDINE: 0432 231143 / PADOVA: 347
7704556 telefonare dalle 18 alle 20; www.stefanocattinelli.it
VOCI DI UN'ASSENZA
21 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Storia e parole per il popolo Saharawi
Tembrama*
Il silenzio fa muovere i suoni in un modo che la città non potrà
400.000 persone – vive nel deserto algerino,
mai fare: le dune obbligatorie di un paesaggio desertico hanuno dei luoghi più inospitali del mondo, in
Ho perduto il mio cammello,
no il pregio di propagare canti e nenie su di una culla sonora
immensi campi profughi, soprattutto tendopoli
lo hanno rubato i miei suoceri.
in cui è sdraiato il cuore. Il resto, per i saharawi, è violenza,
(ne esistono almeno 25), che hanno spesso lo
Chiunque lo trovi,
stupro, resistenza e amore. Ma in questa sede, purtroppo,
stesso nome dei villaggi lasciati. Chi invece è
mi chiami per favore.
non posso parlare estesamente dei saharawi; posso però
rimasto – la fascia più debole – vive sempliceinvitare a farlo e far circolare il nome di questa gente.
mente in una prigione all’aperto.
Oh Cheik Turad,
Il popolo sahrāwī (“sahariano”, dall’arabo sahrā, ossia
In questo sintetico, quindi incompleto,
spero che questa bella ragazza
rifiuti chiunque
“Sahara”; viene trascritto anche sahrawi o saharawi, alle
resoconto ho tralasciato le informazioni che si
la chieda in sposa.
volte con u al posto di w) è formato da gruppi tribali tradiziopossono reperire e immaginare in ogni teatro
nalmente residenti nelle zone del Sahara Occidentale (sud
di guerra (violenze, ingiustizie, torture), ma una
di Algeria e Marocco, nord della Mauritania, costa atlantica)
cosa tengo sottolineare, un’ingiustizia doppia:
ed è un antico incontro (almeno dal XIV secolo) tra berberi,
il sopruso delle nazioni (europee) e il silenzio
arabi e africani. La loro storia si discosta da quella nord-africana: tutto è
dei media (occidentali). Le nazioni sono naturalmente convinte che chi non
cominciato non con la prima colonizzazione europea, alla quale i saharawi
ha niente non vale niente, e il loro apparato mediatico non fa che confermarhanno opposto una totale resistenza, ma con l’occupazione militare spalo. Quest’ultimo parla quando conviene (segnalando magari delle uccisioni
gnola del 1934, quando, con l’appoggio della Francia, la Spagna occupa il
particolari, come se l’originalità della sofferenza avesse qualcosa in più di
loro territorio. Gli eventi peggiorano con la scoperta dei giacimenti di fosfati
quella normale, oppure evidenziando un metodo particolare di resistenza,
di Bou Craa, che richiama gli interessi finanziari della Spagna e degli Stati
che permetta quindi la sua elevazione a notizia): siccome parlare di Al Qaeda
Uniti portando alla sedentarizzazione dei nomadi saharawi.
conviene - attualità e moda sono strettamente correlate – recentemente (23
Alla fine della dominazione spagnola, nel 1975, il Sahara occidentale suottobre) i media sono stati obbligati a pronunciare la parola Saharawi perché
bisce l’aggressione dei due
un’italiana, Rossella Urro, e due spagnoli sono stati rapiti, pare proprio da Al
paesi confinanti, Marocco e
Qaeda, in un loro campo di Thinduf, in Algeria.
Mauritania. Lo stesso anno
I saharawi si difendono come possono, utilizzando le loro piccole risorse (con
la Corte Internazionale di
il più alto tasso di alfabetizzazione di tutta l’Africa, per esempio, ma anche con
Giustizia dell’Aia si pronuncia
le fotografie dei telefonini per testimoniare le torture subite). Le loro tradizioni,
negando i legami di sovranità
i loro canti (di guerra, di pace e d’amore) e le loro ninne-nanne sono un dolce
territoriale del Marocco e dele crudo patrimonio umano che resiste con la forza di chi rimane in vita, sopratla Mauritania e affermando il
tutto per opera delle donne.
diritto dei saharawi all’autoL’ulteriore esplorazione di questo meraviglioso e sofferente popolo tocca al
determinazione. Due anni
lettore, a cui qui segnalo un possibile percorso.
prima era nata la resistenza
Ci sono argomenti che, non da poco tempo, cominciano ad abbandonare
saharawi, guidata dal Fronte
la carta per vivere su altri supporti comunicativi. Visto il calo non solo della
di Liberazione Polisario.
lettura, in verità minimo, ma della diversità della lettura (per capirci: l’85%
Il conflitto provoca l’esodo
dei lettori leggono il 15% degli autori), internet (chi ci scrive e chi lo legge)
della maggior parte dei
è un Robin Hood digitale che ruba dalla realtà, quando va bene, per dare il
Saharawi nel sud-ovest
malloppo (le notizie) al virtuale (senza dimenticare che poi questo virtuale
Illustrazione di Giulia Canziani
dell’Algeria, dove si creano
ritorna, nei più disparati modi, alla realtà). Una risorsa, per quanto discussa,
dei campi profughi. Dopo
amara, problematica, è pur sempre una risorsa: ecco che esistono pochi
anni di conflitto, la Mauritania rinuncia ad ogni pretesa, ma non il Marocco
libri in italiano dedicati al popolo saharawi (si vedano, oltre a Diari del Poliche insidia i coloni per i giacimenti di fosfati e le coste pescose.
sario, Jean Lamore, il manifesto, 2004, anche Saharawi. Viaggio attraverso
Dal 1976 i Saharawi hanno proclamato la Repubblica Araba Saharawi Deuna nazione, Alemanno Stefano e Chiostrini Rodolfo, EMI, 2006, Storia di
mocratica (RASD), attualmente riconosciuta da oltre 80 paesi e, dal 1982,
un popolo, anzi due. Lettera aperta ad un ragazzo saharawi, Soleombra,
membro dell’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA).
2003, Figlie del deserto, Tortajada Ana, Sperling & Kupfer, 2004, e pochi
A partire dal 1980 il governo marocchino ha costruito un muro di sabbia
altri) e sporadicamente qualche articolo (per la verità pochi ma costanti e
di 2400 km, circondato da tre milioni di mine, per arginare le azioni di
sparsi, come ad es: Saharaui. Il popolo che sussurrava al deserto, Giordaguerriglia del Polisario. Nel 1991 il conflitto armato si interrompe. L’ONU
no Stabile, Manfredo Pinzauti, "Specchio" n.171, 01.05.99 e L’urgenza del
approva il piano di pace che prevede la realizzazione del referendum per
gesto. Fotografia Sahrawi, Riccardo Panattoni, Gianluca Solla, "Alias"n. 24,
l’autodeterminazione e la creazione della Missione delle Nazioni Unite per
18.06.11) ma la più generosa risorsa è proprio la rete. Di seguito un piccolo
il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO). L’attuazione del piano
estratto della ricchezza che circola on-line:
però si blocca sulla questione degli aventi diritto al voto: il Marocco vuole
http://www.saharawi.org/; http://www.saharawi.it/; http://www.saharawi.tk/;
controllare il risultato del referendum rivendicando i diritti per le migliaia di
http://www.provincia.lucca.it/saharawi/?page_id=88; http://digilander.libero.it/khaima/
coloni marocchini lì insidiatisi.
index.html; http://stefanomontesi.photoshelter.com/gallery/Saharawi-Campi-Profughi/
Gli accordi di Houston (settembre 1997) conducono all’accettazione da
G0000ztbHo5j6R.k/; http://www.arso.org/sites.htm;
parte del Marocco e del Fronte Polisario della realizzazione del piano di
http://nuke.alkemia.com/Home1/SAHARAWIDiariodiviaggio/tabid/667/Default.aspx;
pace che, di rimando in rimando, non porta a nessun referendum.
http://www.silviamontevecchi.it/lettureinedite/saharawi.htm; http://it.wikipedia.org/wiki/
Sahr%C4%81w%C4%AB;
Dal 2001 ad oggi varie proposte di mediazione vengono presentate
http://www.difesa.it/Pubblicistica/info-difesa/Infodifesa140/Documents/MINURSO_le_
dall’ONU per rilanciare il dialogo (per es., delegazioni di Saharawi hansentinelle_del_Sahara.pdf;
no potuto visitare per alcuni giorni parenti e amici nei territori occupati
dopo tre decenni di esilio nelle tendopoli). Intanto prosegue e cresce il
Riccardo Redivo
movimento di opposizione dei saharawi e la loro repressione da parte
delle autorità marocchine.
* Antico canto d’amore dei beduini del deserto, arricchito nel corso del tempo da nuove rime.
Oggi questa popolazione è ancora in esilio e la maggior parte di essi – circa
Il titolo è una bevanda a base di latte (il termine è usato come sinonimo di bello e piacevole).
22 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
rubrika.pika.si
Sing olar e e plur ale dei sost anti vi e agg ettiv i: stra ne coin cide nze
Benvenuti,
dobrodošli al quarto appuntamento con RubriKa.piKa.si
(rubrica punto si. Il “si” sta per
Slovenia e imita un sito web
sloveno). Dobrodošli (la š si
legge come sc di sci, la lettera
sottolineata porta l'accento
della parola) significa benvenuti. Notate le desinenze delle
parole dobrodošli e benvenuti:
entrambe finiscono in –i. Come mai? Che cos'è la desinenza?
Nello Zingarelli troviamo la seguente spiegazione: elemento che si presenta
nella sede finale di un nome, un pronome, un aggettivo o un verbo, per
formare con la radice una forma flessa. Detto in altri termini: la desinenza è
la parte finale di una parola. Facciamo un esempio. Nella parola cas-a la –a
che sta alla fine della parola è la desinenza. Cas- è invece la radice.
Per capire bene la struttura di una parola ci serviremo dell'immagine di
un albero. Come negli alberi la radice di una parola è fissa, non cambia,
mentre la desinenza è variabile. La desinenza potrebbe quindi essere paragonata alle foglie di un albero. Le foglie sono caduche: cadono in autunno
per ricrescere in primavera. L'elemento che accomuna le foglie di un albero
alla desinenza di una parola è quindi la mobilità.
Alla radice cas- che è, come abbiamo visto la parte fissa di una parola,
posso aggiungere due desinenze: la –a e la –e. Se dico casa, intendo una
casa soltanto. Formiamo ora una frase semplice:
La casa è bella. Per non dare adito a dubbi le desinenze sono state evidenziate in neretto. Notiamo infatti che tutti gli elementi della frase (l'articolo
determinativo, il sostantivo e l'aggettivo) finiscono in –a.
Proviamo ora a tradurre questa frase in sloveno:
Hiša je lepa. La š si legge come sc di sci, la j si legge come Jesolo, l'h va
aspirata, le lettere sottolineate portano l'accento.
Notiamo subito che la frase italiana è composta da quattro parole laddove
la frase slovena ne contiene soltanto tre. Nella traduzione manca infatti
l'articolo determinativo la. Questo perchè nella lingua slovena non esistono
gli articoli. Letteralmente la frase slovena suona così: casa è bella.
Forse avrete già notato che le persone di madrelingua slovena o croata
parlando in italiano spesso omettono gli articoli. Questo perchè nella loro
lingua di partenza il concetto di articolo non esiste. Esse fanno quindi fatica
ad usarlo e spesso dimenticano di inserirlo nella frase.
Al lettore più attento non sarà sfuggita la coincidenza di desinenze presente
nelle due frasi:
La casa è bella / Hiša je lepa.
Hiša e casa sono due sostantivi di genere femminile. Bella e lepa sono due
aggettivi di genere femminile. I sostantivi e gli aggettivi sono composti da
una radice (cas-, hiš-, bell-,lep-) e una desinenza (-a). Entrambe le frasi
sono al femminile. Così si spiega la concordanza di desinenze.
Una parte considerevole di sostantivi sloveni di genere femminile ha la desinenza –a. Facciamo alcuni esempi: hiša (casa), kava (caffè), voda (acqua),
gora (monte), lipa (tiglio).
Sostituiamo ora nella frase italiana la desinenza –a di casa con la –e e vediamo che cosa succede:
Le case sono belle. Tutte le desinenze sono in –e. Anche il verbo essere
è stato messo al plurale. Infatti non sto più parlando di una casa soltanto,
bensì di tante.
Facciamo ora la traduzione in sloveno:
Hiše so lepe. La traduzione letterale di questa frase è: case sono belle.
Anche qui manca l'articolo determinativo. Il verbo essere è stato messo al
plurale: je (è) è diventato so (sono).
L'italiano è una lingua romanza che deriva dal latino volgare. Dal latino sono
nate le seguenti lingue romanze: lo spagnolo, il rumeno, il francese, il portoghese, il moldavo, il ladino, il catalano e il friulano.
Lo sloveno deriva da un'antica lingua chiamata protoslavo. Dal protoslavo
è nata la grande famiglia delle lingue slave che comprende tre sottogruppi:
le lingue slave occidentali (le più importanti sono: polacco, ceco, slovacco),
le lingue slave meridionali (sloveno, croato, serbo, macedone e bulgaro), le
lingue slave orientali (russo, bielorusso e ucraino).
Il latino e il protoslavo derivano dall'indoeuropeo, un'antichissima lingua non
attestata, della quale si deve ammettere l'esistenza per spiegare le concordanze che collegano tra loro la maggior parte delle lingue europee. Una di
queste corrispondenze potrebbe essere la desinenza che accomuna la parola
casa a hiša. Ma questa non è l'unica coincidenza presente tra le due lingue.
Il plurale dei nomi si forma mutandone la desinenza. I nomi femminili in –a
prendono la desinenza –e. Questa regola vale sia per l'italiano sia per lo
sloveno: casa, case, hiša, hiše.
Vediamo che cosa succede con i nomi di genere maschile.
In italiano i sostantivi di genere maschile prendono al plurale la desinenza
–i: amico, amici. In sloveno si dice: prijatelj (leggi prijatel'), prijatelji.
La maggior parte dei sostantivi sloveni di genere maschile termina in consonante (desinenza nulla). Facciamo alcuni esempi: prijatelj (leggi prijatel',
amico), študent (studente), dan (giorno), telefon (telefono), kruh (pane,
l'acca va pronunciata con un suono molto aspirato), sir (formaggio).
Formiamo ora una frase semplice contentente la parola amico:
L'amico è benvenuto.
Anche qui, come nell’esempio al genere femminile citato poco fa, notiamo
che le desinenze di amico e benvenuto combaciano.
Ora facciamo la traduzione della frase in sloveno:
Prijatelj (leggi prijatel’) je dobrodošel (la l finale si legge u).
Il significato letterale della frase è: amico è benvenuto. Nella versione
slovena l’articolo non esiste.
Confrontando la frase slovena con quella italiana non notiamo nessuna
coincidenza di desinenze. Nella frase italiana ci sono infatti le desinenze
in –o (amico, benvenuto). La frase slovena presenta invece le desinenze
nulle: le parole finiscono quindi in consonante (prijatelj, dobrodošel).
Per concludere metteremo la frase al plurale:
Gli amici sono benvenuti. In italiano i nomi maschili prendono al plurale
la desinenza –i. Quest’ultima appare distintamente anche nella versione
slovena della frase:
Prijatelji so dobrodošli. (amici sono benvenuti)
I sostantivi di genere maschile terminanti in consonante ricevono al plurale
la medesima desinenza –i presente nella frase italiana. Ancora una volta ci
troviamo di fronte a una regola grammaticale applicabile sia all’italiano che
allo sloveno.
Schema riassuntivo: le desinenze che coincidono sono state evidenziate in
neretto
GENERE FEMMINILE
singolare
La casa è bella.
Hiša je lepa.
GENERE MASCHILE
singolare
L’amico è benvenuto.
Prijatelj je dobrodošel.
plurale
Le case sono belle.
Hiše so lepe.
plurale
Gli amici sono benvenuti.
Prijatelji so dobrodošli.
In conclusione vorrei aggiungere che quest’articolo spiega soltanto in parte
come si forma il genere e il numero dei sostantivi e degli aggettivi sloveni.
Ci sarebbe ancora tanto da aggiungere, ma in questa sede non è purtroppo
possibile. Non si è preso per esempio in considerazione il concetto del duale. Nello sloveno non esiste infatti soltanto il singolare e il plurale, ma anche
il duale. Esiste quindi una desinenza e una forma verbale che esprime il
concetto di due (due case, due amici, ecc…).
Tanja Seganti
ULTRABULLOT S
Se dovessi scegliere un gruppo della
realtà musicale triestina e puntare su
di lui come ad un cavallo alle corse per
una gara al successo, questi sarebbero
sicuramente gli UltrabulloTS.
I motivi sono molteplici ma semplici: la
freschezza del suono, il carisma, l’ironia
ma soprattutto la trasversalità. Benché
definiscano il loro genere come Pop-porno
punk un po’ glam, la realtà è che sono una
vera rock band che difficilmente non piace.
Metteteli in play nello stereo come prova
del nove e fateli ascoltare a vostra nonna,
fidanzata o amici e tutti, dico tutti, apprezzeranno sicuramente.
Questa accessibilità è data dal fatto che, pur suonando rock, non si atteggiano a criptici intellettuali indie che scimmiottano le loro band di riferimento,
ma sono sempre un espressione genuina delle loro personalità. Un altro
elemento essenziale per il loro successo a livello locale è stato comporre
in triestino alcune canzoni, ma al contrario di molte band o artisti che si
limitano a parodiare canzoni celebri in dialetto per strappare una risata, loro
compongono pezzi veri, che musicalmente non stonerebbero a sentirli in
radio anche se cantati in italiano, inglese o aramaico. Piacciono perché sono
veri; sono veri muli che vogliono divertire e divertirsi, senza copiare tendenze
estere, e sono veri musicisti che ci mettono talento e passione. “Suoniamo
così perchè ci piace il rock e siamo nati a Trst” Mi dicono, “quindi perché far
finta di suonare e porci come se venissimo dalla periferia di Manchester?”.
L’equazione del don Kaos è sempre valida in musica “Il vero resta vero/mentre il falso non si esprime”
La band è composta da quattro elementi, Stefano “Sokki” Sokota alla batteria, Michele “Manni” Maneo al basso, Alessandro “Bosch” Bosco chitarra
e voce e Giuseppe “Beppe” Perella, chitarra solista e voce. Per entrare nel
mondo degli UltrabulloTS incontro Bosch e Beppe, sono loro la parte creativa e i frontman del gruppo, diversi, ma allo stesso tempo complementari.
In fin dei conti la storia delle grandi rock band vive di dualismi (McCartney/
Lennon, Jagger/Richards, De La Rocha/Morello, i litigiosi fratelli Gallagher).
Beppe è sicuramente il più esperto, nonché il più “vecchio” del gruppo, ha
suonato in svariati progetti musicali, e tuttora ha una prolifica produzione
musicale solista come Mr. Forrher, solo project più sperimentale in cui da vita
a diversi personaggi. Bosch invece come il resto del gruppo ha ventisei anni,
suonava punk insieme a Sokki e Manni dall’adolescenza, a cui successivamente si è aggiunto Beppe. Chiaramente le influenze musicali personali
dei membri del gruppo sono molto dissimili fra loro, ma è anche questo
eclettismo a renderli unici. Mentre Bosch si porta dietro una tradizione di
punk rock italiano e vede come idoli i Mallrats (leggende locali del punk che
purtroppo hanno avuto vita breve e meno successo di quanto si sarebbero
meritato), Beppe invece è legato al Brit-pop e alla musica elettronica, Manni
infine ha portato le venature reggae. Chiedo a Beppe com’è suonare negli
UltrabulloTS rispetto alle esperienze precedenti: “Divertente, sempre inaspettato. C’è un buon riscontro dal pubblico”. E come nasce una canzone degli
UltrabulloTS? Risponde Bosch: “Trattando temi di vita quotidiana”, Beppe
aggiunge:”Raccontare la realtà attraverso il filtro UltrabulloTS”.
Un punto di svolta nella storia degli UltrabulloTS è stato partecipare al Festival della canzone triestina due anni fa con il brano I me ga dito, una ventata
di freschezza in una kermesse tutto sommato legata a sonorità datate, che li
ha portati ad allargare la loro fan-base anche a chi del rock tendenzialmente
23 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
se ne frega e ad essere ospiti fissi della competizione con la trilogia del “Dire”, proseguita
lo scorso anno con Dime e che continuerà
quest’anno con Te digo. Ho avuto la fortuna
di ascoltare il nuovo pezzo in anteprima e
assicuro che è una mina, una canzone con
un ritornello così esplosivo da far saltare sulla
poltrona anche un pensionato.
L’idea di comporre in triestino è stata di Bosch,
mentre è Beppe che ha deciso di iscrivere la
band al concorso, commenta così la scelta:
“Mi sono detto che se possono farlo altri
gruppi, perché non noi che siamo ultrabulli?”.
Ci tengono però a precisare che mantengono separate le produzioni in vernacolo e quelle in italiano, anche se lo show dal vivo mantiene la stessa potenza
e cambia solo la lingua e la scaletta.
Ed è appunto la dimensione live degli UltrabulloTS un evento da non
perdere, sicuramente il modo migliore per godersi il gruppo. Le canzoni sono
suonate con calore ed energia e sono intervallate da sketch spassosissimi
fra Bosch e Beppe, e poi curano moltissimo il loro look per catalizzare l’attenzione del pubblico ed offrirgli un intrattenimento totale.
Beppe mi spiega come nascone questi live incendiari: “Abbiamo testi divertenti con musica rock figa. Portiamo svago e divertimento, che non possono
non far parte di uno spettacolo. Creiamo per noi e per il pubblico una via di
fuga dalla realtà, un’immersione nel mondo degli UltrabulloTS, un po’ come
andare al luna park. Quando ci mettiamo gli occhiali da sole entriamo in
un’altra dimensione”.
Mi confessano che gli sketch che introducono le canzoni sono in parte
preparati, ma spesso si basano su un canovaccio e ci improvvisano sopra, in
ogni caso li considerano fondamentali per creare empatia con il pubblico. Da
rivedere come esempio l’esibizione al concorso di bellezza Miss Topolini su
youtube, al quale sono stati chiamati a suonare dopo le pressioni dei fan su
internet agli organizzatori della manifestazione. In un evento così artefatto e
costruito loro hanno portato l’irriverenza del rock’n’roll, donando al pubblico
mezz’ora di spettacolo puro che ha coinvolto anche gran parte del pubblico
generalista presente.
Bosch riveste nel gruppo il ruolo di arbiter elegantiarum, cura lui il look del
gruppo e spesso porta le idee stilistiche che poi Beppe rielabora in musica,
“Il nostro genere influenza il nostro modo di essere” dice, “Far i mona always,
questo è il nostro motto”.
Se quindi il divertimento è il denominatore comune, è ovvio che non sono
tipi da cantare di politica o fare critiche sociali, il massimo diritto per cui si
battono è quello di fare festa, come i primi Beastie Boys degli anni ‘80, ma
non per questo sono superficiali o accomodanti.
“L’obiettivo vero del gruppo sono le ragazze, come ogni rock band che si rispetti”, concludono i ragazzi,”per questo le locandine dei concerti e le nostre
magliette sono sexy”.
Se volete fare un giro su questa giostra non avete che da seguirli nei concerti
ed ascoltarvi la loro musica. Cercate su internet la pagina facebook ufficiale ,
oppure su myspace, digitando UltrabulloTS, per restare aggiornati. E se volete sentire il repertorio musicale e scaricarlo collegatevi a http://soundcloud.
com/UltrabulloTS.
It’s only rock’n’roll baby!
Marco Segulin
cinema
24 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
le nuove frontiere del cinema per ragazzi
Il film per ragazzi più gentile fra quelli usciti in questo ultimo scorcio del
2011 è certamente Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento di
Hiromasa Yonebayashi. Forse qualcuno l’ha giudicato troppo gentile, ed è
per questo motivo che la pellicola ha dovuto attendere più di un anno prima di essere distribuita in Italia. Per fortuna esistono ancora delle case di
distribuzione italiane intelligenti come la Lucky Red, ed è proprio grazie ad
essa che il pubblico italiano ha potuto ammirare questo piccolo capolavoro
dell’ animazione giapponese uscito dalla casa di produzione Ghibli, quella
del famoso Hayao Miyazaki. Il film si basa sui primi due romanzi della
scrittrice britannica Mary Norton scritti nel 1952 e dedicati ad una razza
di esseri piccolissimi che abitano le case degli umani e fanno sparire gli
oggetti dimenticati. In effetti la parola “borrowers” è intraducibile in italiano.
Sono diventati “sgraffignoli“ nella versione dei libri della Norton pubblicati
da Salani, ma altri li chiamano “prendimprestito” e un traduttore della casa
editrice Vallecchi nel 1966 ha scomodato addirittura il dialetto toscano e li
ha battezzati “baffardelli”. Ai personaggi della Norton è stata dedicata una
serie televisiva britannica nel 1992, ma la versione cinematografica più
famosa è quella infedele e fracassona americana del 1997 diretta da Peter
Hewitt ed uscita in Italia con il titolo I Rubacchiotti. Il film di Yonebayashi
è invece fedelissimo allo spirito dei libri della Norton, anche se l’ambientazione si sposta dall’Inghilterra vittoriana alla Tokio dei giorni nostri. Quando
il tredicenne Shō si trasferisce nella casa dell’anziana zia alla periferia di
Tokio, per passarvi l’estate, non immagina certo le avventure che lo attendono. Dopo un inizio abbastanza tranquillo, la sua vita viene sconvolta
dalla visione di un esserino che saltella tra l’erba, una ragazzina alta solo
pochi centimetri chiamata Arrietty che appartiene alla specie dei “raccoglitori”, piccoli esseri che stanno nascosti sotto le case degli umani e da cui
rubano lo stretto indispensabile per poter vivere serenamente. Come nei
libri della Norton, nel giardino e nella casa non ci sono animali pericolosi
e nocivi come serpenti, ragni e scorpioni, altrimenti il film diventerebbe un
horror, ma quando si è alti 5 cm. anche uno scarafaggio troppo invadente
o un’ape un po’ curiosa possono rivelarsi dei seri fastidi. Un po’ lento nella
parte centrale, il film decolla nello splendido finale così brioso con quelle
ultime sequenze suggestive: un poetico addio alle prime luci del giorno, il
fiore dell’amicizia che sboccia tra due esseri diversi ma che hanno imparato a fidarsi l’uno dell’altro, mentre cominciano a scorrere i titoli di coda e
l’arpista bretone Cécile Corbel intona il tema principale del film. Bellissimo.
Di fronte al delicato cartone animato giapponese, il super kolossal in 3D di
Steven Spielberg Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno fa
la figura di una corazzata contro una barchetta da pesca, ma la similitudine è illusoria perché nonostante tutti i soldi spesi per realizzarlo il film di
animazione americano non sarebbero niente senza l’apporto determinante del Belgio e della Nuova Zelanda. Belga infatti è il personaggio di Tintin,
creato da disegnatore Hergè nel lontano 1929, e neozelandesi sono gli
effetti speciali di animazione digitale creati dalla Weta di Peter Jackson.
Qui però bisogna riconoscere che Spielberg è riuscito a ritrovare lo spirito
della sua giovinezza, con delle invenzioni grafiche e cinematografiche che
rendono omaggio ai personaggi un po’ datati dei fumetti di Hergè. Questo
grazie anche alla prestazione di attori come Jamie Bell, Andy Serkis,
Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frost trasformati in creature digitali grazie
alla magia dell’elettronica. Dobbiamo ammettere però che in questo caso
il prodigio computerizzato non è mai fine a se stesso, ma perfettamente
funzionale ai fini della narrazione. Tintin è un giovane reporter col vizio
dell’avventura che non disdegna nel tempo libero esperienze eccentriche,
come passeggiare per i mercatini, fermarsi per un ritratto o per acquistare il modellino di una nave che nasconde un immancabile segreto. Un
segreto che qualcuno vuole sottrargli a tutti i costi e con tutti i mezzi. Ma
a difenderlo e ad affiancarlo ci pensano i maldestri poliziotti Thomson
e Thompson e l’impavido Snowy, un candido fox terrier amabile con gli
amici e implacabile coi nemici. Attraverso mari burrascosi e deserti torridi,
a bordo di una scialuppa o di un idrovolante, cavalcando onde o polene a
foggia di unicorno, il coraggioso Tintin e l’alcolico Capitan Haddock troveranno il più grande dei tesori: l’amicizia. Con Le Avventure di Tintin – Il
segreto dell’Unicorno, Steven Spielberg ha finalmente ritrovato la strada
per l’ “Isola che non c’è” e quel senso del meraviglioso che nei suoi ultimi
film si era un pò appannato. Complimenti
dunque, e lunga vita al vecchio maestro.
Dal cinema di animazione passiamo ora
ai film con attori in carne ed ossa. Il più
interessante è certamente Hugo Cabret l’ultimo film in 3D di Martin Scorsese.
Basta con i soliti “sequel”, “prequel” e
“remake”! Finalmente una storia assolutamente originale. Io avevo letto il libro “La
straordinaria invenzione di Hugo Cabret”
di Brian Selznick ( Mondadori 2007) già
nel 2008, e ne avevo fatto una recensione
entusiastica. Ambientato nel 1930, Hugo
Cabret racconta la storia di un ragazzino
orfano (Asa Butterfield), che vive tra le
mura della stazione di Parigi riparando gli
orologii. Quando viene scoperto da un locale negoziante (Ben Kingsley) nell’atto di
rubare alcune parti di giocattoli per riparare un automa che ha costruito con il padre
(Jude Law), Hugo viene coinvolto in un mistero che riguarda il passato del
giocattolaio e della sua figlioccia (Chloe Moretz). Se a questo aggiungiamo che il giocattolaio altri non è che il regista Georges Melies, pioniere
del cinema fantascientifico ai primi tempi del muto, capiamo come al livello
di puro intrattenimento fantastico si sommi un gioco molto personale con
la storia del cinema delle origini. Peccato che per fare la parte di Meliès
abbiano scelto quel noioso di Ben Kingsley che ormai è diventato come
il prezzemolo, si intrufola dappertutto. Però c’è Chloe Moretz, la ragazzina prodigio che evevo già apprezzato nel ruolo della Hit-Girl nell’ottimo Kick-Ass di Matthew Vaughn, e ci sono pure Johnny Depp e Jude Law
che sono bravini. Meno male! Ho sempre sperato che dal libro di Brian
Selznick qualcuno decidesse di trarre un film, perché la sceneggiatura praticamente era già scritta. A dire il vero io avevo pensato a registi visionari
come Tim Burton oppure Steven Spielberg.. Il nome di Martin Scorsese
non mi era passato nemmeno per l’anticamera del cervello. Ma come, un
anziano regista così cupo e violento che si dedica ai film per bambini ?
Ed anche in 3D, poi? Eppure bisogna dire che Martin Scorsese ha vinto
la scommessa, realizzando un film brioso e commovente, emozionante e
coinvolgente che dovrebbe fare felici gli spettatori di tutte le età. Insomma,
un vero film di Natale.
Gianni Ursini
teatri di confine
25 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
MAT TAT OIO TRA GIC O
Non aprite quella porta. Potrebbe anche richiamare un titolo da film horror
Elektra, il testo di Hugo von Hofmannsthal messo in scena al Rossetti,
domenica 13 novembre, dal Teatro Stabile del Veneto, in collaborazione
con il Teatro Olimpico di Vicenza. Diretto da Carmelo Rifici, il dramma di
Hofmannsthal, costruito sulla falsariga dell’originale sofocleo e musicato
successivamente da Richard Strauss, si trasforma infatti in un incubo dai
toni splatter. A fugare ogni dubbio ci pensa la scenografia, indubbiamente
efficace, di Guido Buganza: un palazzo ispirato alle figure impossibili di
Escher (soprattutto “Relatività” del 1953), con scale che si incrociano, prospettive distorte e porte che si aprono in posizioni innaturali. Ma ciò che
impressiona è soprattutto il sangue, che cola dalle pareti e che le serve
puliscono a fatica e senza troppo successo. Quel sangue che la protagonista Elettra, interpretata con intensità da Elisabetta Pozzi, invoca sin dalla
sua entrata in scena. In effetti, più che il palazzo degli Atridi, sembra un
mattatoio o, a giudicare dai suoi abitanti, un manicomio. E di follia ce n’è
parecchia nella pièce, anche perché Hofmannsthal ha scritto il suo testo
nel 1903, influenzato dalla nascente psicoanalisi freudiana.
Tutto comincia quando il disgraziato Agamennone, vincitore della guerra di
Troia, appena tornato a casa viene assassinato dalla moglie Clitennestra
(una inquietante Mariangela Granelli) e dal suo rivale Egisto. Da allora la
figlia Elettra vive aspettando il momento della vendetta, che però sarà suo
fratello Oreste a dover portare a compimento, quando tornerà a palazzo.
L’altra sorella, Crisotemide (Marta Richeldi), desidera invece la libertà e
quando Elettra, venuta a sapere che Oreste è morto, le proporrà di aiutarla a compiere il doppio omicidio della madre e di Egisto, declinerà l’invito.
Dopo un drammatico incontro tra Elettra e una Clitennestra tormentata dai
sogni, che non trova di meglio che squartare animali per placare gli dei,
si giungerà presto al tanto agognato finale, sottolineato dalla mise grand
guignolesca della protagonista. Pur decisa a ricordare disperatamente
l’assassinio del padre, Elettra è un Amleto in gonnella, che non si decide
ad agire se non alla fine, quando il redivivo Oreste si paleserà ai suoi
occhi. La tonalità cupa e l’odio profondo vengono mantenuti tali per tutto
il tempo: non c’è via d’uscita, come nei labirinti di Escher, che sono poi i
labirinti dell’inconscio. Applausi ingenerosi al termine.
Stefano Crisafulli
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“Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti”. Di tutto ciò che ha detto
Pina Bausch, la grande coreografa e danzatrice morta nel 2009, il regista
Wim Wenders ha scelto proprio questa frase in esergo al suo bellissimo
film. Perché è vera, come erano veri i suoi spettacoli. Ma qui non voglio
parlare tanto del film che Wenders ha dedicato alla Bausch, chiamandolo
semplicemente Pina, e che a Trieste è stato visto nella forma consueta
perché nessun cinema (tranne il lungimirante Ariston) lo ha voluto. Di
questo se ne occuperà sicuramente il collega dirimpettaio, il buon Gianni,
anche se qui devo smentire lo stesso Wenders, che ha privilegiato il 3D,
e riaffermare la gradevolezza delle due dimensioni, soprattutto per un film
come Pina. No, io voglio parlare invece della forma di teatro che la Bausch
ha inventato, il Tanztheater o teatro-danza, e delle sue opere più famose,
che scorrono una dopo l’altra nel corso del film a lei dedicato: Café Müller,
Le sacre du printemps, Vollmond e Kontakthof.
Voglio parlare della forza che trasuda il suo linguaggio, che è poetico nella
sua concretezza, e si trova a metà strada tra l’espressività del teatro e la
corporeità della danza. E della sua pedagogia, capace di tirare fuori il meglio dai suoi danzatori, che la ricordano con affetto. Forse perché ciò che
balza agli occhi nei suoi spettacoli è l’emergere dell’umanità di chi danza,
ma anche di quel qualcosa in più che l’essere umano è capace di ottenere
quando è in stato di grazia. I danzatori del Wuppertal Tanztheater, diretto
dalla Bausch negli anni ‘70, sono uomini e donne, con i loro corpi e le loro
emozioni. Sono fisicamente e mentalmente presenti, sensibili ad ogni movimento del gruppo e a tutto ciò che accade sul palco. Sono tristi, allegri,
arrabbiati, disperati, gioiosi, innamorati, inquieti. Movimenti e abiti di scena
sono semplici e normali, ma allo stesso tempo simbolici e misteriosi.
Sono tecnicamente molto preparati ma la loro tecnica diventa invisibile,
per privilegiare il contatto, lo scambio, lo sguardo. Ma anche per denunciare l’incomunicabilità, la violenza dei rapporti o il dolore di una perdita.
Possono danzare dovunque, in una fabbrica, in mezzo alla natura, tra i
passeggeri del metrò. Sul palco ci sono gli elementi primigeni, soprattutto
terra e acqua, ma a volte compare una roccia enorme e persino qualcosa
di inaspettato, come un ippopotamo. Bisogna averla vista danzare, Pina
Bausch, per capire la sua fragilità e la sua forza. Bisogna aver danzato
per capire che chi non danza è perduto.
S.C.
alimentazione
26 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
Il pranzo di Natale
Idee e suggerimenti per salvare la salute!
Il pranzo di Natale, quello della vigilia, quello di S. Stefano, il cenone di
Capodanno e l’Epifania, sono una serie di appuntamenti culinari di grande
impegno e sforzo per il nostro organismo, sia perché ognuno di essi abbonderà di cibo, sia perché sono così ravvicinati nel tempo da non permettere al
corpo di smaltirli correttamente.
Di conseguenza, soprattutto per chi non gode di buona salute, ci può essere
il rischio reale di ritrovarsi con livelli di zuccheri, grassi e proteine troppo
elevati nel sangue, mettendo in pericolo la condizione fisica.
Fermo restando che non possiamo restringere troppo le raccomandazioni
perché questi sono momenti di festa in cui è lecito divertirsi senza troppi
pensieri, alcuni consigli potranno migliorare decisamente la situazione e permettere un piacere più completo, senza sensi di colpa in merito alla salute.
Un primo punto importante riguarda il giungere affamati a questi pranzi; la
fame infatti è il miglior indicatore che il corpo è pronto per mangiare, digerire
e assimilare il cibo. Solitamente le persone non riescono a trattenersi dal
fare una abbondante colazione o peggio un aperitivo al bar poco prima del
pranzo, ma così facendo arriveranno già saturi all’appuntamento, con la
conseguenza che il corpo non digerirà quanto mangiato. Anche sedersi a
tavola e cominciare a "piluccare" grissini e pane non è una buona abitudine.
Meglio resistere un poco con la fame in modo da essere nella condizione
ottimale per il pranzo. Una buona insalata mista come antipasto potrebbe
essere un’ottima alternativa.
Secondo consiglio: cercate di non mescolare troppi cibi, soprattutto quello
proteici con quelli amidacei, perché lo stomaco non è una lavatrice e fa fatica
a digerire alimenti troppo diversi. Ecco che dare priorità ad esempio ai cibi
amidacei significa preferire i cereali, il pane e le focacce, la pasta fresca ed
infine il panettone. Preferire le proteine vuol dire concentrarsi sui formaggi, i
salumi, le carni e il pesce, e alla fine sui croccanti e torroni, ricchi di nocciole,
mandorle e noci che sono fonti di proteine.
Alla fine dei pasto è consuetudine mangiare della frutta fresca e secca,
entrambe pessime abitudini perché la frutta a fine pasto fa fermentare il tutto
che quindi non verrà digerito.
Meglio concludere con il dolce e il vino, rimandando anche il caffè a più tardi.
Cosa fare dopo il pasto? La tentazione, visto l’appesantimento, è quella di
appisolarsi sulla poltrona davanti alla TV, altra pessima abitudine perché
addormentandosi il corpo non digerisce bene. La miglior cosa che potete
fare è fare quattro passi, coprendovi bene viste le probabili temperature
rigide. Camminando il corpo ‘carbura’ e ottimizza la digestione/assorbimento del cibo.
E la sera? Molti riaprono il frigo e consumano ciò che è avanzato al pranzo
anche se non hanno fame. Invece, una semplice tisana calda è la soluzione
migliore per dare al vostro corpo un giusto riposo per lo sforzo fatto. Inoltre,
la mattina ci si sveglierà affamati e pronti per il prossimo appuntamento.
Alcuni consigli su come preparare i cibi: sempre più negli anni le persone
hanno preso l’abitudine, o la pigrizia, di comprare tutto già pronto. Il nostro
consiglio invece è quello di preparare in casa le vostre pietanze, mettendoci
gli ingredienti migliori, la vostra creatività e il vostro piacere. Il cibo sarà così
molto più apprezzato dagli ospiti e anche più facilmente digeribile perché
quello acquistato contiene inevitabilmente più ingredienti, non sempre
necessari e che appesantiscono la digestione. Attenzione soprattutto ai
dolci, il panettone in primis in quanto difficilmente può essere fatto in casa.
Questi dolci industriali sono pieni di coloranti, addensanti, conservanti e altre
sostanze chimiche che sono per la maggior parte dannose per la salute. Se
panettone deve essere, che sia, ma genuino, fatto in pasticceria, fresco e con
ingredienti naturali, possibilmente biologici. Spenderete sicuramente di più
rispetto a quelli industriali ma non c’è paragone come qualità, sapore e salute.
Nei giorni di "tregua" tra un pasto festivo e l’altro fate movimento fisico e
mangiate poco, solo il necessario, in modo da permettere al corpo di smaltire l’eccesso. Accumulare infatti grassi, zuccheri e proteine nel sangue è
pericoloso per la salute, soprattutto degli anziani e di coloro che già soffrono
di problemi come il colesterolo, la glicemia, le malattie cardiovascolari.
Concludiamo con i bambini: loro sono di natura molto golosi e attratti spesso dai cibi peggiori, quelli più colorati, grandi e profumati, ma spesso anche
più dannosi per la salute. Bisogna sempre ricordare che un bambino non
ha le capacità digestive di un adulto, e i danni per il suo organismo sono
maggiori. Ecco che un’attenzione particolare nei loro confronti sarà molto
importante, soprattutto nella scelta dei cibi. E ricordate anche che fino a 15
anni non hanno l’enzima che smaltisce l’alcool.
Bene! Se sopravvivrete a questo tour de force ci rivedremo a Gennaio
2012! Tanti auguri di buone feste e di un Natale in salute.
Nadia e Giacomo Bo
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28 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
La Dorsalgia o dolore dorsale
Quasi tutti pensano che il dolore dorsale e intercostale fino
allo sterno sino causati da un colpo di freddo o dal tempo,
questa è una convinzione generalmente erronea, ce ne
rendiamo conto perché il fastidio tende a rimanere anche
trascorsa la prima settimana…
Generalmente ne soffre una percentuale molto alta della
popolazione seppur in percentuale minore rispetto alla
lombalgia ed alla cervicalgia.
I pazienti con dorsalgia possono avere qualunque età anche
se gli adulti sono i più colpiti.
Nella maggior parte dei casi, Il dolore è i localizzato tra le due
scapole e compreso tra il centro della schiena ed il collo.
Se il dolore è originato dall’apparato muscolo-scheletrico o
dai nervi bisogna accertarsi che non ci siano lesioni (fratture,
strappi muscolari, distrazione delle cartilagini costali ecc.)
mediante una valutazione ed un’anamnesi.
Spesso, come già detto, chi ne soffre imputa il dolore alla
presenza di una contrattura, cosa parzialmente vera, infatti la
contrattura antalgica è una conseguenza tipica di una disfunzione vertebrale o di una compressione discale.
al materasso, forse ho l’ernia del disco ... però
ricordo di aver sollevato un oggetto pesante e
forse ho uno strappo muscolare".
Queste sono alcune ipotesi che generalmente
fa il paziente, a volte sono giuste, in altri casi del
tutto errate. Per prima cosa bisognerà invece
escludere le patologie più gravi o le compressioni
nervose, poi in base all’anamnesi, ai test ed alle
informazioni che il paziente fornisce si diagnosticherà il tipo di dorsalgia di cui si è affetti.
Qual’è la terapia?
Tutti i pazienti dovrebbero migliorare la postura
(sia lavorativa che non) per evitare di assumere
posizioni troppo “ingobbite” con un ipercifosi
dorsale, soprattutto da seduti.
I farmaci antinfiammatori (fans, cortisone,
analgesici, ecc) possono dare sollievo soprattutto
in acuto, ma il miglioramento è generalmente
temporaneo perché non agiscono sulla causa del
problema e non possono prevenire le recidive
Quali sono le cause?
come un lavoro attivo sulla postura.
La dorsalgia colpisce quasi la metà della popolazione nell’arco
Lo stiramento/strappo muscolare è un evento
della vita, nella maggioranza dei casi a tutt’oggi risulta difficile
rarissimo, la terapia è esclusivamente strumentaidentificare la causa con certezza, ci sono soggetti che si svele, alcune seduti di Tecar® facilitano il rilassagliano al mattino con il dolore oppure avvertono una sintomatomento delle contratture antalgiche e velocizzano il
logia di bassa intensità (un fastidio) che cresce con il tempo.
processo di recupero.
Infatti il dolore è provocato quasi sempre da un insieme di
In caso di ernia del disco, seppur rara a livello
PER UNA PRE VISITA E INFORMAZIONI
cause, ed è raro che origini da una sola struttura.
dorsale, la terapia più adatta consiste soprattutto
SULLA CONFERENZA VEDI
Questa patologia è più comune nelle persone che usano le
in esercizi di riequilibrio auto-somministrati che
APPUNTAMENTI IN FONDO AL KONRAD
loro mani all’altezza del petto senza dare sostegno ai gomiti,
spingono il nucleo polposo del disco intervertedunque caricando spalle, scaple e zona dorsale in maniera
brale verso la sua sede anatomica, così facendo
continuativa.
si riesce a “prendere spazio” in modo da diminuire la compressione nervosa
Il dolore può svilupparsi tra le persone che lavorano con una postura inchiderivante ed i sintomi periferici irradiati.
nata o scorretta – come nel caso di parrucchiere, infermiere, chirurghi ecc.
Per l’artrosi o la dorsalgia da infiammazione, si utilizzano terapie fisiche
come la Tecar o le terapie fasciali che hanno un effetto antinfiammatorio loGli anziani possono soffrire di spondilosi, vale a dire artrosi vertebrale,
cale o mio rilassante per poi passare alla fase di recupero attivo attraverso
sempre negli anziani inoltre, soprattutto se osteoporotici , i crolli vertebrali
esercizi mirati.
possono portare a dolore dorsale acuto e la diagnosi differenziale attraverso
un’anamnesi in tali casi è d’obbligo.
I pazienti che avvertono dolore durante alcuni movimenti (di solito la
rotazione),o che hanno percepito la fitta iniziale a seguito di un movimento
Una delle peculiarità di questo tratto di colonna è che raramente avviene
singolo particolare, traggono beneficio dalle tecniche di manipolazione
l’equivalente del "torcicollo" o del colpo della strega, può capitare ma è raro,
vertebrale. In questi casi, lo sblocco articolare permetterà di ripristinare il
di avvertire una fitta fortissima anche senza apparente motivo, o a seguito
corretto movimento tra le vertebre e, passati un paio di giorni generalmente
di un movimento particolare che comporta da subito dolori lancinanti trafittivi
il paziente abolisce la sintomatologia.
fino allo sterno.
Aldilà di queste tecniche specifiche, per poter risolvere il problema alla radice,
È una condizione che si può presentare soprattutto se in passato il paziente
molto spesso risulta essere utile agire sulla correzione posturale rinforzando
ha subito traumi o contraccolpi al rachide e la sintomatologia è così acuta da
la muscolatura decifotizzante (gli estensori del tronco) che permette di ridurre
far spesso allarmare il paziente che si trova con il respiro bloccato dal dolore.
la compressione sui dischi intervertebrali e di mantenere posture corrette a
livello del dorso anche durante le attività od i movimenti più a rischio.
Come si arriva alla diagnosi?
"Un mio amico dice che il dolore è dovuto alle scarpe, l’altro dà la colpa
Marco Segina
brevi
29 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
IL MALE È UN VIRUS CHE AMMORBA IL MONDO. L'UNICO ANTIDOTO È IL BENE.
“Making the Difference” è il programma di cui si occuperà Chelsea
Clinton, da poco inviata speciale per Nbc. È dedicato all’opera dei
volontari, e viene trasmesso ogni giorno in prime time nel tg serale più
seguito d’America. Speriamo che s’importi in fretta quest’ottima idea dagli
States e che i media italiani diventino vettori di mode sane e irrinunciabili.
Avremmo anche noi bisogno di un simile programma, il materiale a disposizione è moltissimo e a buon mercato. A volte invece perfino le riviste
cattoliche parlano poco di questo argomento. I media ci bombardano
con notizie di scandali e tragedie ed in questo modo tutto il bene viene
offuscato dal male. Passano così inosservate iniziative come “Missione
Burundi”, un progetto che va nella direzione della solidarietà, dell’altruismo e della fratellanza universale.
La mostra fotografica Missione Burundi s’inaugura sabato 26 novembre,
alle 15.30, presso il Chiostro della Biblioteca Civica di Pordenone, in
piazza XX Settembre. Contemporaneamente verrà presentato il libro Missione Burundi, che sarà posto in vendita per devolvere l’intero ricavato a
tre missionari friulani. Saranno presenti all’appuntamento padre Alberto
Lanaro, missionario in Africa per
27 anni; Anna Sabatti, psicologa
e volontaria in Burundi; un inviato
del vescovo di Pordenone; Eligio
Grizzo, assessore all’Immigrazione
e vice-presidente della Provincia di
Pordenone, presidente dell’Associazione di volontariato “Banca del
tempo di Pordenone”, un passato di
volontario in Africa.
La mostra sarà visitabile fino al 17
dicembre negli orari di apertura della Biblioteca, e il libro sarà venduto
all’interno. Si potrà acquistare anche su richiesta a [email protected]
In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo non
dobbiamo dimenticare chi – da innocente – soffre i tormenti dovuti a
indifferenza, egoismo, fame e sete di potere.
Auguri a tutti, perché il 2012 porti un’aria nuova anche nell’informazione.
“A come Acqua l'iniziativa del WWF Trieste per le scuole
La sezione educazione del WWF Trieste si rivolge e alle strutture educative del territorio e alla collettività, per proporre
obiettivi di conoscenza, protezione, proiezione e sviluppo di comportamenti corretti e responsabili verso l’ambiente.
I bambini vivono il rapporto con la natura nella maniera più intensa e immediata. Se accanto a queste capacità istintive affianchiamo l’attenzione, l’educazione e il rispetto per tutto ciò che abbiamo intorno, inanimato o animato che sia, potremo garantire una futura generazione di persone consapevoli del ruolo
che ricoprono, e coscienti dell’impatto che ogni decisione umana ha sull’ambiente.
Insegnare giocando è la strada maestra che conduce i bambini ad apprendere e con un’adeguata strategia didattica è possibile raggiungere gli obiettivi di
argomenti specifici.
Quest’anno abbiamo cercato di coinvolgere i bambini delle Scuole dell’infanzia statali e delle Scuole primarie, alla partecipazione del progetto: “A come
Acqua”, argomento proposto dall’Unesco per la settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Abbiamo divulgato anche nelle scuole slovene e croate
con lingua d’insegnamento italiana il racconto: Gli amici del Laghetto (scaricabile da wwftrieste.blogspot.com).
È ancora possibile fino al 19 dicembre inviare l’adesione per partecipare alla mostra-concorso che si terrà nei giorni 18, 19, 20 gennaio 2012. Le elaborazioni
grafico-pittoriche, plastiche più significative verranno premiate con i libri gentilmente offerti dalla libreria Fenice e dalla casa editrice Editoriale Scienza di Trieste.
Per informazioni più dettagliate rivolgersi alla segreteria del WWF Trieste via Rittmeyer, 6 email: [email protected] oppure a Nevia Iud 347.1057762.
tre app unt ame nti con la mus ica clas sica
Tre appuntamenti con la musica classica scandiranno il dicembre triestino. Alle ore 00,55 della notte tra domenica
4 e lunedì 5 dicembre l'Opera Giocosa presenterà il Requiem Notturno, ovvero la Messa in re min. KV 626 per
Soli, Coro e Orchestra di W. A. Mozart. L'esecuzione si svolgerà nella chiesa di Santa Caterina in via Dei Mille e
vedrà l'orchestra Opera Giocosa del FVG accompagnare solisti di chiara fama in occasione dell'anniversario della
morte del compositore austriaco, morto appunto alle 00,55 tra il 4 e il 5 dicembre 1791.
L'orchestra Opera Giocosa del FVG si esibirà anche per il concerto di beneficenza dell'11 dicembre organizzato da Amnesty International in occasione del
cinquantesimo anniversario dell'associazione. L'appuntamento è per le 18 nella Sala Giubileo in Riva III Novembre, 9.
Infine il Coro dei Lion Singers presenterà il 17 dicembre nella medesima Sala Giubileo un programma di canti natalizi insieme a pezzi di Lucio Battisti,
Gianna Nannini, John Lennon, Domenico Modugno.
Agriturismo aperto i week end su prenotazione
dal martedì al sabato in mercato coperto
la vendita dei prodotti
telefoni: 040 226901 - 333 7798338 - 3406733919
Basovizza, verso il confine di Pesek
www.alselvadigo.com
ci trovate anche su facebook
31 Konrad novembre 2011
APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio
Trieste dicembre
1-29 ogni giovedì
ingresso libero
Mamme & papà separati
Associazione per la tutela dei diritti
dei figli nella separazione, rivolge i
propri servizi a chiunque sia coinvolto
direttamente o indirettamente nelle
problematiche inerenti le separazioni
coniugali in presenza di figli, offre
gratuitamente sostegno psicologico e
legale servendosi del volontariato di
professionisti quali psicologi, avvocati
e pedagogisti, nonché della presenza
di Soci che già hanno vissuto in
prima persona le esperienze della
separazione. Incontri ogni giovedì alle
ore 20.30 nella sede di Banca Etica in
via Donizetti 5/a. Info 040 9896736,
[email protected],
www.mammepapaseparati.org
3 sabato ingresso libero
L’alimentazione del bambino...
e della famiglia: dialogo con il Dr
Francesco Furlan a cui seguirà una cena
di beneficenza. Comitato pro Fondazione
ELIC alle ore 19 in via Mazzini 30, 3° p.
Info 333 4236902 040 2602395.
4 domenica - 18 domenica
Corso di euritmia
L’insegnante B. Berden guiderà il corso
presso la Casa-Dom Brdina Opicina
via di Prosecco 109 Ip. , ore 10-12.
Organizza l’Ass.Agricoltura Biodinamica.
Info 333 7864810.
5 lunedì
ingresso libero
Pranic healing: ogni lunedì
Con il Pranic Healing impariamo a
utilizzare il Prana (o energia vitale) e la
meditazione, per ristabilire l’equilibrio e
la salute fisica, emozionale e mentale,
facilitando i processi di gruarigione.
Incontri aperti a tutti in cui faremo
la Meditazione sui Cuori Gemelli e
trattamenti dimostrativi di Pranic Healing.
Tutti i lunedì alle 20.30 all’Ass. Alma, via
Tor San Piero 16. Info 340 6858339.
da lunedì 5 a lunedì 19ingresso libero
Grafologia e psicologia
Ciclo di lezioni di psicologia applicata alla
grafologia aperte al pubblico organizzate
dall’A.G.I Trieste. Relatore dott. Zaghet,
psicologo psicoterapeuta. 5 - 12 - 19
dicembre dalle ore 18 alle ore 20.
Luogo e argomento vedere sito www.
grafologiatrieste.it oppure iscriversi alla
mailing list del sito.
da lunedì 5 a lunedì 26ingresso libero
Meditazione di Luce per la Terra
Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede
il perchè dei cambiamenti in atto, dove
stiamo andando, perchè siamo qui ora?
Il Salto quantico 2012, meditazione di
Luce per la Terra e l’ Umanità, guidata
da Arleen Sidhe, in connessione i regni
della natura e rete di luce del pianeta;
l’incontro sarà introdotto da una breve
spiegazione a titolo informativo, e dopo
la meditazione seguirà un aggiornamento
sull’Ascensione, la situazione attuale del
passaggio di frequenza e cambiamento
di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle
20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero,
in piazza Benco 4. Info ArtLight 347
2154583, [email protected]
6 martedì ingresso libero
Elaborazione del lutto
La Società Antroposofica organizza ogni
primo martedi del mese un incontro con il
gruppo di sostegno per l’elaborazione del
lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con
la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30,
I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
6 martedì ingresso libero
Prevenzione delle dipendenze
L’Associazione pedagogica steineriana
organizza una conferenza nel ciclo
dedicato al sostegno alla genitorialità sul
tema della prevenzione delle dipendenze
nei bambini per prevenire la passività
indotta dalle tecnologie. Relatore il dott.
Stefano Pederiva. Alle ore 20.30 nella sede
della Società Antroposofica in via Beccaria
6. Info 040 229474, 366 9300300.
7 mercoledì ingresso libero
Vedo o non vedo...
Nell’ambito della manifestazione “Interno
con figure”, promossa dal Comune di
Trieste e dall’Assessorato alla Cultura,
Francesco Gizdic terrà un incontro
intitolato “Vedo o non vedo. Le forme
dell’illusione”, presentando propri studi
e immagini sul tema della percezione e
delle illusioni ottiche, alle ore 17.30 al
Palazzo Gopcevich in via Rossini 4.
8 giovedì
Meraviglia: il principio del piacere
La meraviglia è alla base dell’evoluzione
spirituale. L’imparare a suscitare in se
stessi meraviglia ci porta ad alzare il
piacere del vivere, ci dà la possibilità di
integrare emozioni e logica, scelta razionale
e cuore. Seminario con Sauro Tronconi.
Info 380 7385996, www.espande.it
9 venerdì
L’albero di Natale
“Simbolo dell’Albero Intrecciato del
Paradiso: la nascita del pensiero vivo” rel.
M.Codogno. Organizza l’Ass. Agricoltura
Biodinamica presso la sede di v. Mazzini,
30 1p. Prenotazione obbigatoria max 40
posti. Info 333 7864810, 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
9 venerdì ingresso libero
Correnti vitali e meridiani
di agopuntura: c’è qualcosa di scientifico?
Incontro con Fabio Burigana alle ore
20.30 presso l’Institute of Yogic Culture
in via S.Francesco 34. Info 040 635718,
[email protected]
10 sabato ingresso libero
Degustazione tisane fruttate
Giornata dedicata all’assaggio di
tisane fruttate. Le persone interessate
all’acquisto, usufruiranno di uno
sconto speciale limitato alla giornata in
questione. Erboristeria Nonsolonatura,
Via Piccardi 2-Trieste. Info 040 2410489,
[email protected]
su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio
10 sabato
Canti e Danze sacre in Cerchio
Seminario di Canti e Danze Sacre
delle culture dei popoli, di guarigione,
meditazione, ritualità e cicli della natura,
gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la
celebrazione alla Vita. Conduce Arleen
Sidhe Sfregola, insegnante e formatrice
del settore da 23 anni; presso assoc.
OLOS via XXX Ottobre 4,dalle ore 14.15
alle ore 20.15. Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
12 lunedì ingresso libero
Respiro, energia che entra ed esce
Il respiro rappresenta lo spirito vitale
dell’uomo e la sua spiritualità. Imparare
a respirare per dirigere la propria
energia e per funzionare al meglio delle
proprie potenzialità. Conferenza di Piero
Vattovani, Ass. Espande, ore 20, v.
Coroneo 15. Info www.trieste.espande.it
14 mercoledì
Corso di pittura
guidato dalla pittrice Barbara Donadel sul
tema “Esperienza di diversi paesaggi”.
Organizza L’Ass.Agricoltura Biodinamica
presso la sede di v.Mazzini 30 Ip
ore 17.45-19.30. Info 333 7864810.
14 mercoledì
Meditazione: addio stress, bye bye!
Il “TaoCenter” Ts propone: Meditazione
Dinamica Sufi e da Fermi, rallentiamo
le vibrazioni al livello della frequenza
dell’Anima. “Senza peregrinare il Saggio
apprende” Lao Tze. Info 347 3319227
Claudia, [email protected]
15 giovedì
Benessere e rinnovamento interiore
La Magia del Natale: per vivere una
autentica festa propiziatoria alla generosità
della vita e rinnovamento interiore con gli
oli essenziali ed essenze floreali. Corso
con la dott.sa Pinausi all’Erboristeria
Aromatica. Info 040 3229675.
16 venerdì ingresso libero
Canti dell’anima ed auguri Joytinat
Ore 20 Canti dell’Anima con il Gruppo
Bhajan Sisters & Brothers per onorare
il Santo Natale e ringraziare Amici e
Studenti dell’Associazione Joytinat
Yoga Ayurveda per essere insieme nel
percorso di ricerca interiore e solidarietà.
Vi aspettiamo in Via Felice Venezian 20.
Grazie a Tutti e Buon Natale.
16 venerdì ingresso libero
2012 e Ascensione Planetaria
Continuano gli incontri mensili sul 2012,
con i nuovi aggiornamenti aperti a tutti:
Cosa accadrà? I grossi cambiamenti a
livello individuale, sociale e planetario,
segnali di risveglio di coscienza e
spirituale. Messaggi guida di condivisione
per vivere al meglio questi momenti di
trasformazione interiore, nel corpo, nell’
anima, nel quotidiano. Conduce Arleen
Sidhe, operatrice per l’Ascensione
planetaria e trasformazione quantica,
terapeuta del Suono, riequilibri energetici
esseni e lettura dell’Aura. Alle ore 20.30
presso Associazione LAM-Il Sentiero, in
piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
16 venerdì ingresso libero
Fisioterapia per l’ernia del disco
Incontro aperto con gli esperti del Centro
Rieducazione Colonna Vertebrale sulle
tecniche fisioterapiche innovative adottate
dal centro per trattare questa patologia. A
partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio
Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati.
Info e prenotazioni 040 3478678.
17 sabato
Ferite dell’anima e Metamedicina
Le ferite che subiamo nell’infanzia ci
condizionano per tutta la vita, ma con la
Metamedicina è possibile guarirle. Seminario
a cura di Susanna Berginc naturopata. Info
347 9842995, [email protected]
17 sabato ingresso libero
Giornate nazionali antipellicce
La sede territoriale della LAV (Lega Anti
Vivisezione) della Provincia di Trieste sarà
in via San Lazzaro angolo via Ponchielli
dalle ore 9.30 alle 19.30 per informare sui
maltrattamenti subiti dagli animali da pelliccia.
Il tavolo sarà rimandato in caso di maltempo.
17 sabato ingresso libero
L’arte e il Natale Universale
Conferenza degli artisti L. Calvo e A.
Deklic alle ore 18.30 alla Scuola Superiore
d’Arte, Magna Fraternitas Universalis in
via Mazzini 30 5° p. Info 333 4236902
17 sabato ingresso libero
Origami natalizi
Laboratorio gratuito per bambini alle ore
16. Comitato pro-Fndazione ELIC in via
Mazzini 30 5° p. Info 040 2602395.
17 sabato
Seminario di grafologia
L’AGI Trieste organizza il seminario :
“Scrittura e disegni a sostegno della
pedagogia clinica” . Relatrice dott.ssa
Francesca Bertoli, psicopedagogista.
Dalle ore 10 alle ore 13 in via Geppa 2.
Il seminario prevede un costo minimo
di partecipazione. Programma e costi,
vedere sito www.grafologiatrieste.it
17 sabato ingresso libero
Energia in movimento
Dalle ore 15 alle 20 giornata di
sperimentazione: Laboratorio teatrale,
Danza Bioenergetica, Danza Orientale, Tai
Chi, Nia, presso Studio Omniaction in via
San Francesco 15.
Info www.omniaction.org 333 1086622.
18 domenica ingresso libero
Concerto di musica natalizia
Nella Chiesa Immacolato Cuore di
Maria Concerto natalizio della Società
Polifonica Santa Maria Maggiore diretta
dal maestro Janko Ban, alle ore 16.30
in via Sant'Anastasio 9/2. Seguirà un
brindisi beneaugurale offerto dal Consiglio
Circoscrizionale nei locali parrocchiali.
18-23 da dom. a ven. ingresso libero
Animali meno fortunati
La sede Territoriale della LAV (Lega Anti
Vivisezione) di Trieste nei giorni, 18-20-2122-23-24 dicembre sarà presente al 2° piano
del centro commerciale “Le Torri d’Europa”
con un tavolo informativo e raccolta fondi per
gli animali meno fortunati.
32 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio
Trieste dicembre
21 mercoledì ingresso libero
Solstizio Festa della Luce
Celebriamo insieme il Solstizio d’ Inverno,
un incontro di gioia e condivisione,
di canti e danze sacre dal mondo e
delle aree celtiche, ed altro ancora...
Serata a cura di Arleen, alle ore 20.30
presso Assoc. LAM-Il Sentiero in piazza
Benco 4. Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
24-26 da sabato a lunedì
Stiamo insieme 3 giorni a Natale?
Il TaoCenter Ts propone: La Terapia
dell’Anima; La Visione Cosmica. L’Anima
vive nel presente, vede se stessa in
tutto, cercare le cause di ciò che sono
nel passato è quanto di più illusorio e
fuorviante possa esistere. Che cosa
possiamo fare per stare meglio? Info
Claudia 347 [email protected]
27 martedì ingresso libero
La famiglia in trasformazione
La Società Antroposofica organizza
l’incontro mensile per una possibile
comprensione delle tematiche familiari,
seguendo il testo “La famiglia in
trasformazione” Ed.Novalis in v.Mazzini
30,I p ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
Trieste gennaio
2-30 ogni lunedì
ingresso libero
Meditazione di Luce per la Terra
Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede
il perchè dei cambiamenti in atto, dove
stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il
Salto quantico 2012, meditazione di Luce
per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen
Sidhe, in connessione i regni della natura
e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà
introdotto da una breve spiegazione a titolo
informativo, e dopo la meditazione seguirà
un aggiornamento sull’Ascensione, la
situazione attuale del passaggio di frequenza
e cambiamento di coscienza della Terra.
Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il
Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347
2154583, [email protected]
9 lunedì
Corso di massaggio olistico 2012
Il Massaggio Olistico si prefigge di
raggiungere il benessere della persona
attraverso l’equilibrio di Mente-CorpoSpirito. Da gennaio a maggio 2012. Corso
con Akshara Laura. Info 349 8720915.
Iscrizioni entro il 21 dicembre 2011.
https://www.facebook.com/konradnews
10 martedì ingresso libero
Elaborazione del lutto
La Società Antroposofica organizza ogni
primo martedi del mese un incontro con
il gruppo di sostegno per l’elaborazione
del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi
con la morte”Ed.Novalis in v.Mazzini
30,Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected], www.
rudolfsteiner.it
11 mercoledì ingresso libero
Fisioterapia per il mal di schiena
Incontro aperto con gli esperti del Centro
Rieducazione Colonna Vertebrale sulle
tecniche fisioterapiche innovative adottate
dal centro per trattare questa patologia. A
partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio
Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati.
Info e prenotazioni 040 3478678.
11 mercoledì ingresso libero
Bioenergetica
Attraverso una serie di semplici esercizi di
radicamento e respirazione Il Laboratorio
bioenergetico,della durata di due mesi,
si prefigge l’obiettivo di far percepire ,ad
ogni elemento del gruppo, il corpo in
maniera più efficace, riducendone tensioni
e rigidità.Alle ore 20 all’Ass.Olos in via XXX
Ottobre 4.Per partecipare alla conferenza e
per ulteriori informazioni: Stefano Specchiari
Insegnante di esercizi di [email protected] - 3287429516
12 giovedì ingresso libero
Punto vegetariani
Incontro mensile dal titolo “Dai, non
cibiamoci di sangue...”, con Susanna
Beira e Marco Bertali medici dell’AVI,
dalle 17 alle 18.30, presso sala Banca
Etica, via Donizetti 5/a.
12 giovedì ingresso libero
Sos-cervello
Campagna sociale di psicofarmacovigilanza. Incontro mensile dal titolo
“Dall’auto-cura all’auto-realizzazione”,
con lo psichiatra Marco Bertali, dalle
18.45 alle 20.15, sala Banca Etica,
via Donizetti 5/a.
15 domenica
Dimagrire con la Metamedicina
Con la Metamedicina comprenderemo il
perché del sovrappeso per poi liberarci
da questo insano meccanismo. Seminario
a cura di Susanna Berginc naturopata.
Info 347 9842995, [email protected]
16 lunedì ingresso libero
L’intelligenza delle emozioni
Il fluire delle diverse emozioni ci fa vedere
cosa vale veramente per noi. Tramite
l’emozione possiamo capire, “sentendo”,
molto prima, meglio e in modo più globale
che col solo pensiero. Conferenza di
Piero Vattovani, Ass. Espande, ore 20, v.
Coroneo 15. Info www.trieste.espande.it
18 mercoledì ingresso libero
Le differenti tappe della missione...
...del Dr Serge Raynaud de la Ferrière.
La Fondazione Magna Fraternitas
Universalis per il 96° anniversario della
sua nascita. Conferenza alle ore 17.30
presso la Libreria Borsatti in via Ponchielli
3. Info 333 4236902 040 2602395.
su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio
20 venerdì ingresso libero
2012 e Ascensione Planetaria
Continuano gli incontri mensili sul 2012, con
i nuovi aggiornamenti aperti a tutti: Cosa
accadrà? I grossi cambiamenti a livello
individuale, sociale e planetario, segnali di
risveglio di coscienza e spirituale. Messaggi
guida di condivisione per vivere al meglio
questi momenti di trasformazione interiore,
nel corpo, nell’anima, nel quotidiano.
Conduce Arleen Sidhe, operatrice per
l’Ascensione planetaria e trasformazione
quantica, terapeuta del Suono, riequilibri
energetici esseni e lettura dell’Aura. Alle ore
20.30 presso Associazione LAM-Il Sentiero,
in piazza Benco 4. Info ArtLight 347
2154583, [email protected]
21 sabato ingresso libero
L’espressionismo: uno sguardo...
... con gli occhi dell’anima. Conferenza
dell’Artista L. Calvo alle ore 18.30
alla Scuola Superiore d’Arte, Magna
Fraternitas Universalis in via Mazzini 30
5° p. Info 333 4236902, 040 2602395.
21 sabato ingresso libero
Il colore delle note musicali
Laboratorio gratuito per bambini alle ore
16.30 Comitato pro-Fondazioe ELIC in
via Mazzini 30 5° p.
Info 333 4236902, 040 2602395.
21 sabato
Ayurveda & benesere: aromaterapia
Aspettando la Primavera... Un modo dolce
e profumato per godere di un anticipo di
Primavera e per prepararsi al meglio al
suo arrivo! Anche come regalo di Natale!
Seminario ore 16-18, sede da definire. Info e
prenotazioni: Cristiana 347 0354846.
27 venerdì ingresso libero
Ernia del disco e stenosi
Incontro aperto con gli esperti del Centro
Rieducazione Colonna Vertebrale sulle
tecniche fisioterapiche innovative adottate
dal centro per trattare questa patologia. A
partire dalle ore 18.15 al Poliambulatorio
Fisiosan in via Genova 21. Posti limitati. Info
e prenotazioni 040 3478678.
da venerdì 27 a domenica 29
Bcs - Craniosacrale Biodinamico
Nuova Formazione - 1°seminario - Aperto
a tutti - dedicato a sperimentare la
qualità delicata di un contatto che nutre
e rigenera. Organizza BCS-Trieste ad
Aurisina Casa Igo Gruden. Preiscrizione
entro il 27 dicembre. Info 345 9226622,
345 9224454, [email protected]
28-29 sabato e domenica
Sistema Inochi® - gennaio 2012
Seminario di primo livello del Sistema
Inochi®, trainer Maurizio Battistella,
presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche
di Via Palestrina, 8. Il corso è a numero
chiuso. Info ed iscrizioni 338 7592945,
www.inochi.it, [email protected]
31 martedì ingresso libero
La famiglia in trasformazione
La Società Antroposofica organizza
l’incontro mensile per una possibile
comprensione delle tematiche familiari,
seguendo il testo “La famiglia in
trasformazione” Ed.Novalis in v.Mazzini
30, Ip ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
Corsi di Restauro Ligneo
Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza,
presso la propria sede, corsi amatoriali
di restauro del mobile e dei manufatti lignei.
Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste.
Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it
Associazione Enosis:
Yoga integrale
Corsi di Yoga lunedì e
giovedì ore 19 e ore 20.15,
mercoledì ore 13.15 a
Trieste, Accademia Europea via della
Geppa 2. Mercoledì ore 20 a Muggia,
Circolo Acli viale Frausin 9. Lezione di
prova gratuita. Info 340 2768293, 328
4717996, www.associazione-enosis.it
Incontri con
legambiente
Puoi trovarci ogni
mercoledì dalle 18 alle 20
nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il
punto informativo dei soci di Trieste della
Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro
di Legambiente Trieste. Info 040 577013,
366 3430369, fax 040 9890553, info@
legambientetrieste.it, Segui le nostre
iniziative su www.legambientetrieste.it
Laboratori artistici di Rosetta
Pittura ad acquarello, modellaggio della
creta, quadri autunnali in lana cardata.
Corsi per Ragazzi 6-12 anni e per Adulti,
orari da concordare. Presso Società
Antroposofica in via Beccaria 6.
Info 333 5930594 Rosetta.
Società Antroposofica di Trieste
Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo
di R. Steiner “Massime antroposofiche”.
Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo
“Metamorfosi della vita dell’anima” di
R.Steiner. Le attività sono gratuite presso
la sede via Mazzini 30, I p. Info 339
7809778, [email protected],
www.rudolfsteiner.it - Le attività sono
sospese il 24 e 31 dicembre.
Ass. agricoltura biodinamica
Ogni primo e terzo mercoledì incontro
con la Sezione di Biodinamica di Trieste
e Gorizia sul testo di R. Steiner “Uomo
sintesi armonica”. I rimanenti mercoledì
su Orticoltura e giardinaggio. Ore 2021.30 presso la sede v.Mazzini 30, Ip.
Info 333 7864810 Ingresso libero.
Tribal Bellydance Fusion e Danza Ventre
Esplora la Dea e la Guerriera in te
nell’energia del gruppo, con la tecnica
moderna e la spiritualità arcaica del
femminile. Per le donne di ogni età. Lezione
di prova gratuita a la Noce in via degli Artisti
7/A. Info orari 339 5732712 mattina.
Corsi di Tai Chi
Corsi di Tai Chi presso la palestra
della Piscina Acquamarina, a prezzo
promozionale nei mesi di dicembre
e gennaio. Provare per... stare meglio!
Istruttrice Ondina Deconi. Info 347 9574723.
33 Konrad dicembre 2011/gennaio 2012
APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio
sé e consapevolezza dei propri canali
di comunicazione/espressività verbale
e non. Seminario il 4 e 5 febbraio 2012.
Info 333 3762352, [email protected]
Trieste
Massaggi e trattamenti ayurvedici
Dall’India una preziosa arte per il benessere di corpo, mente e spirito. Si propone
massaggio classico, linfodrenante, articolare e molti altri trattamenti. Si riceve su
appuntamento. Info 348 2437590.
Nadayoga, il Canto il Suono la Voce
L’uso del suono e della voce quale mezzo
riequilibrante del benessere psicofisico;
NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio
Suono fondamentale o tonica individuale;
Effetti e uso consapevole delle scale e
intervalli musicali; Risonanza corporea e
organi interni; Gestualità, voce e corpo;
Canti, stili, espressione; Armonizzazione
dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico
e Overtones. Lezioni individuali, frequenza
e orari personalizzati; a richiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di
gruppo; con Arleen Sidhe, Info ArtLight 347
2154583, [email protected]
Riequilibri energetici Esseni e Aura
Le terapie essene e la lettura dell’ Aura;
Un incontro con sè stessi, di guarigione e
armonia interiore, fisica e sottile; il sistema
dei chakra e relativi organi, la circolazione
pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli
essenziali, i campi aurici e i corpi di luce; il
legame e origine delle malattie e le Forme
Pensiero. Un aiuto alle problematiche, le
disarmonie, i disagi del corpo e dell’anima, secondo gli insegnamenti di Anne e
Daniel Merois-Givaudan. Incontri e sedute
individuali con Arleen Sidhe, terapeuta
certificata alla scuola di formazione di
terapeuti di Anne Givaudan e del dott.
Antoine Achram. Info 347 2154583, [email protected]
Musica e Canto celtico
Corsi di Canto tradizionale (stile, espressione e lingue delle aree celtiche) e degli
strumenti in uso nella tradizione: feadog
(flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico),
chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante
formatrice del settore da 23 anni. Info Arleen
347 2154583, [email protected]
Sahaja Yoga meditazione
“Scoprite la Felicità e la Gioia del vostro
Essere”. Metodo unico di Meditazione
basato su un’esperienza interiore. Ogni
Martedi dalle 17.30-19 e 20-21. Ingresso
Libero. Info 339 7571333, 331 5407979.
L’altra comunicazione
L’altra comunicAzione-ascolta con/in tutti
i sensi: corpo, voce e azione. Ascolto di
Jing Tao® - essenza in
movimento
Proseguono i corsi di Jing
Tao® con orari mattutini,
pomeridiani e serali. Ancora pochi posti
disponibili. Info ed iscrizioni 387 592945,
www.jingtao.it, [email protected]. Lezione
di prova gratuita. Trainer Sonia Rizzi.
Gorizia dicembre
14 mercoledì ingresso libero
Percorso fiorito per il benessere
“La musica delle piante” esperienze di
comunicazione con il mondo vegetale.
Incontro con Renato Poletto alle ore 20.30
alla Terranova coop sociale in via San
Francesco 13 a Turriaco. Info 0481 473934,
Manu 338 1483830, Fede 334 9128136.
Gorizia gennaio
10 martedì ingresso libero
Esercizi di bioenergetica
Presso Associazione Spazio di Via Marega a Lucinico-Gorizia ore 20,30 inizio delle
classi d’esercizi di Bioenergetica condotte
da Claudia Marega diplomata SIAB Società italiana di analisi bioenergetica.
Info 346 4717858
18 mercoledì ingresso libero
Percorso fiorito per il benessere
“Co-operare in armonia” troviamo
un’efficace modalità per rapportarsi
con noi stessi e con gli altri. Incontro
con Simonetta Marenzi alle ore 20.30
Terranova coop sociale in via San
Francesco 13 a Turriaco. Info 0481 473934,
Manu 338 1483830, Fede 334 9128136.
Associazione Spazio organizza
- corsi di yoga Hatha-Raja il lunedì dalle
ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle
ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì
16 gennaio 2012; - corso di qi gong
(ginnastica tradizionale cinese) il giovedì
dalle ore 17.15 alle ore 18.15 con inizio
giovedì 19 gennaio 2012; Presso la
Palestra Spazio via Marega 26 Lucinico.
Info 0481 32990.
su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio
Associaz.ne Wu Zhen Italy organizza
- corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì
e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30
e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni
giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11,
con inizio lunedì 16 gennaio 2012; presso
la Palestra Corpo Libero di via Roma 15,
Ronchi dei Legionari. Info 0481 777737,
Anna 0481 32990.
Massaggi e trattamenti ayurvedici
Dall’India una preziosa arte per il benessere di corpo, mente e spirito. Si propone
massaggio classico, linfodrenante, articolare e molti altri trattamenti. Si riceve su
appuntamento. Info 348 2437590.
Udine dicembre
2 venerdì ingresso libero
Ogni fine è un inizio
Ogni fine è un inizio. Elaborare costruttivamente le perdite e le separazioni. Conferenza con il Dott. Luigi Giacconi, psicologo,
psicoterapeuta, organizzata dalla Cooperativa, presso le scuole elementari di piazza
Dante, ingresso via Trieste a Codroipo.
2 venerdì ingresso libero
Aurobindo
Aurobindo e l’avventura della terra.
Conferenza con Pierrette bovisi, yoga
teacher, alle ore 20.30 alla Bioteca in
via Villa Glori.
3 -4 sabato e domenica
Curarsi con la Musica
Seminario di Nada e Mantra Yoga con il
Maestro Krishna Das. Ultime disponibilità
di iscrizione al corso che si terrà dalle ore
9.30 del mattino presso Sangha Udine
in viale Tricesimo 103. Info Gianna 340
2233994, [email protected],
www.sanghaudine.com
4-18 domenica ingresso libero
Incontri di crescita personale
A Beano di Codroipo (Ud) in via Ferrovia
70 ore 9-12.30 a cura dell’ass.ne Arca
della Vita. Prima e terza domenica del mese
salvo variazioni. Coordina Enzo Nastati. Info
0432 905724, [email protected]
6 martedì ingresso libero
Conosci le costellazioni familiari
Una serata aperta a tutti per assistere allo
svolgimento di questo particolare metodo
che fa emergere le dinamiche familiari
che impediscono il successo nella vita.
Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30
in via S. Rocco 142.
Conosci i migliori prodotti bio?
erboristeria Il Fiore dell’arte di sanare
del dott. Dario Blasich
Ronchi dei Legionari (GO) - Via Carducci 21 - Tel. 0481 475545
7-21 ogni mercoledì ingresso libero
Incontri nella vita con Enzo Nastati
A Beano di Codroipo (Ud) via Ferrovia
70 alle ore 20.30 a cura dell’ass.ne Arca
della Vita. Prossimi argomenti: bioedilizia,
lavoro, economia, terapia in armonia con la
Vita. Info 0432 905724, [email protected]
9 venerdì
Seminario campane tibetane Udine
Massaggio Armonico Antistress con le
Campane Tibetane®” condotto da Guido
Parente con la partecipazione della Dr.ssa
Maria Giustina Pigani insegnante di RajaYoga che ci introdurrà alla meditazione.
Associazione “Centro Rashimi” via Brenari,
10 (laterale Via Poscolle) a Udine.
Info e prenotazioni 328 3919462, centro.
[email protected], http://guidoparente.com
9 venerdì ingresso libero
La prevenzione delle malattie
Incontro con Giacomo Bo per parlare di
salute naturale, alimentazione e stile di
vita quali veri metodi di prevenzione contro
le malattie moderne, Pulfero, ore 20, Sala
del Consiglio comunale.
9 venerdì ingresso libero
La relazione di coppia
La relazione di coppia. Stare insieme...
gioie o dolori? Conferenza con Elena
Tosolini, counselor, alle ore 20.30 alla
Bioteca in via Villa Glori.
10 sabato ingresso libero
Sangha Open Day:
Un’opportunità per scoprire i trattamenti ed
i corsi che si tengono all’interno del centro.
Un’intera giornata dedicata al benessere
nelle sue molteplici forme. Gli operatori
saranno a vostra disposizione per illustrarvi
le caratteristiche di ogni disciplina e proporvi
delle sessioni-prova, dalle ore 9.30, presso
Sangha Udine in viale Tricesimo 103. Info
Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.
it, www.sanghaudine.com
11 domenica
La pratica del perdono
Incontro teorico – esperienziale per sperimentare una pratica effettiva del perdono
come atto evolutivo che crea a una nuova
capacità di vivere, libera e pacificata.
Posti limitati. Conduce Nicoletta Campisi,
consellor, formatore di risorse personali.
Info 347 5555802.
11 domenica
Stage intensivo longevity energetic
Restare giovani non è soltanto
questione di esercizio fisico quanto di
Energia:immergetevi in questo elisir
riequilibrante.Disciplina corporea adatta
a tutte le età. Info 333 2084377,
www.thelightoflife.com
Essenze,
fiori di Bach,
aura-soma, incensi,
cristalli,
fitocosmesi, miele,
alimenti biologici,
libri...
34 Konrad ottobre 2011
APPUNTAMENTI DI dicembre e gennaio
Udine dicembre
12 lunedì ingresso libero
Guarire se stessi
Guarirsi diventa un’azione facile quando
si hanno a disposizione i mezzi e la conoscenza, imparerai attraverso le Forme
pensiero a diventare il guaritore di te
stesso. Conferenza alle ore 20.30 presso
la Scuola Elementare sez. seggi piazza S.
Giorgio Bagnaria Arsa. Info 334 6728109.
15 giovedì ingresso libero
Conosci le costellazioni familiari
Prova in prima persona questo straordinario
metodo che fa emergere le dinamiche interiori responsabili dell’insuccesso nella vita.
Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in
via S. Rocco 142.
Info www.lecostellazionifamiliari.net
16 venerdì ingresso libero
Dalle piante un aiuto invernale...
Dalle piante un aiuto invernale per mamme e bambini. Conferenza con Cristina
Zalateo, pediatra, alle ore 20.30 alla
Bioteca in via Villa Glori 41.
18 domenica
Scuola per operatore olistico Naos
Si aprono le iscrizioni all’anno Accademico 2011-2012. La Scuola ha un percorso
triennale (per 900 ore totali) ed è accreditata SICOOL. Inizio corsi: Gennaio 2012.
Info 348 8741038, [email protected],
www.naoslascuola.it
23 venerdì ingresso libero
L’alimentazione consapevole
L’alimentazione consapevole del terzo
millennio. Conferenza con Valdo Vaccaro,
caposcuola vegan, alle ore 20.30 alla
Bioteca in via Villa Glori 41.
Udine gennaio
8-22 domenica
ingresso libero
Incontri di crescita personale
A Beano di Codroipo (Ud) in via Ferrovia
70 ore 9-12.30 a cura dell’ass.ne Arca della
Vita. Prima e terza domenica del mese salvo
variazioni. Coordina Enzo Nastati. Info 0432
905724, [email protected]
10 martedì ingresso libero
Rebirthing: respiro consapevole
Serata esperenziale, metodo e benefici
del respiro. Il respiro è uno strumento
per accedere alla conoscenza interiore,
perché attraverso la respirazione si
esplora la coscienza, l’Io profondo. Conferenza alle ore 20.30 presso la Scuola
Elementare sez. seggi piazza S. Giorgio
Bagnaria Arsa. Info 349 2840064.
11 mercoledì
ingresso libero
Conosci le costellazioni familiari
Vieni a vedere questo metodo di risoluzione
dei problemi di vita conosciuto in tutto il
mondo per la sua straordinaria efficacia.
Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30 in
via S. Rocco 142. Info 0432 728071.
13 venerdì ingresso libero
Alternative naturali...
Le alternative naturali alle vaccinazioni.
Incontro con Walter Pansini, erborista, alle
ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.
17 martedì ingresso libero
Conosci le costellazioni familiari
Sarai protagonista di questo particolare
metodo che risolve le dinamiche interiori
responsabili degli insuccessi della vita.
Incontro con Giacomo Bo alle ore 20.30
in via S. Rocco 142.
Info www.lecostellazionifamiliari.net
20 venerdì ingresso libero
Le discipline olistiche...
Le discipline olistiche per vivere meglio.
Conferenza con Sabina chiarion, naturopata, alle ore 20.30 alla Bioteca in via
Villa Glori 41.
4-8 da mercoledì a domenica
Costellazioni spirituali
Corso avanzato frutto delle più recenti
esperienze con le costellazioni familiari
che lavorerà sui movimenti profondi della
vita e della persona responsabili dei successi o dei fallimenti. Giacomo Bo - www.
lecostellazionifamiliari.net
28-29 sabato e domenica
Meditazione e Campane Tibetane
Seminario esperenziale per trovare la
propria centralità e serenità in un'atmosfera di benessere e armonia.
Dr. Guido Parente, Pranoterapeuta,
Docente di medicina Vibrazionale.
Dott.ssa Maria Giustina Pigani, Psicologa,
Insegnante di Raja Yoga e Meditazione.
Info: 3338593007, 3397496155
4-18 ogni mercoledì ingresso libero
Incontri nella vita conEnzo Nastati
A Beano di Codroipo (Ud) via Ferrovia
70 alle ore 20.30 a cura dell’ass.ne Arca
della Vita. Prossimi argomenti: bioedilizia,
lavoro, economia, terapia in armonia con la
Vita. Info 0432 905724, [email protected]
27 venerdì ingresso libero
Vastu: la sapienza indiana...
Vastu: la sapienza indiana in architettura.
Conferenza con Alessandro Checchi
architetto e Matteo Marsiglio, esperto
bioedile, alle ore 20.30 alla Bioteca in
via Villa Glori 41.
7-8 sabato e domenica
Costellazioni familiari
L’Associazione NAOS organizza un
weekend di Costellazioni con la Dott.sa
Maria Bossa. Gruppo a numero chiuso
- massimo 8 costellazioni in due giorni.
La partecipazione in qualità di rappresentante non ha invece, limiti di numero.
Info 348 8741038,
[email protected], www.thenaos.com
28 sabato ingresso libero
Chakra e aure
Prima di una serie di tre conferenze
esperienziali nella quale comprenderemo,
grazie all’interazione con i partecipanti,
che dalla misurazione dei chakra emerge
l’immagine del nostro vissuto. Con Valter
Maestra presso l’Ass. Waira in via S. Rocco
2a alle ore 20.30. Info 329 2303459.
su www.konradnews.it gli annunci di febbraio entro il 21 gennaio
28 sabato ingresso libero
Come uscire dal programma
La Reale saggezza ci offre una via d’uscita dagli schemi meccanici ricorrenti...
Vopus presenta due conferenze introduttive al corso Una nuova visione della vita:
ore 18 La Gran Ribellione... Ore 20.30 Il
Risveglio dal sonno. Hotel Riviera via dei
Boschi 7 a Pradamano Udine.
Info 377 1256908.
31 martedì ingresso libero
Conoscersi con l’Enneagramma
Conferenza sui 9 caratteri, ovvero 9 modi
di amare, soffrire, decidere... Presso
l’Oratorio di Latisanotta alle 20.30. Inizio
corso martedì 7-02. Info dott.ssa Sbaiz
0431 422147, sms 392 0607290.
Associazione Enosis:
Yoga integrale
Corsi di Yoga il lunedì a
Udine ore 20, il mercoledì a Latisana alle 20.15 e il giovedì a
Cervignano alle 20.30. Lezione di prova
gratuita. Info 340 2768293, 333 1822378,
www.associazione-enosis.it
Incontri bimensili Oneness Diksha
Serate di meditazione con scambio Oneness diksha, Ilahinoor, disegno spontaneo,
metodo “Accetto che”: percorsi di crescita
personale, a Udine. Info 339 2414528 Eva,
[email protected]
Sedute di Rebirthing
Si danno sedute di rebirthing individuali o
di gruppo nelle province di UD-GO-TS. Info
e appuntamenti 349 2840064 Patrizia.
Fuori regione dicembre
2 venerdì ingresso libero
Ciclo di conferenze di Enzo Nastati
“L’Incontro con la Madre Cosmica in
relazione al Natale”. A Lonigo (Vi) Sala
Convegni in piazza Garibaldi ore 20.45.
Info e locandine: associazione Arca della
Vita, 0432 905724, [email protected]
3 sabato
Commento al Vangelo di Giovanni
Commento in chiave scientifico-spirituale
un sabato al mese. A Lonigo (Vi) sala
Convegni p.zza Garibaldi ore 9-13 e 1518. Ingresso €50. Relatore Enzo Nastati.
Info 0432 905724, [email protected]
17 sabato
Costruire in legno e lana
Case economiche, autocostruibili, salubri,
isolanti. Conferenza con Enzo Nastati, ore
9-13 presso La Costigliola via Rialto 62 a
Rovolon (Pd). Si richiede la prenotazione.
Info 0432 905724, [email protected]
Fuori regione gennaio
14 sabato
Commento al Vangelo di Giovanni
Commento in chiave scientifico-spirituale
un sabato al mese. A Lonigo (Vi) sala
Convegni p.zza Garibaldi ore 9-13 e 1518. Ingresso €50. Relatore Enzo Nastati.
Info 0432 905724, [email protected]
Escursioni
Biomusica-musicoterapia
evolutiva
La biomusica fonde antiche e
nuove conoscenze sulla musica per l’equilibrio psicofisico attraverso il
gioco, il suono, il movimento e il respiro.
Corsi martedì e giovedì ore 19.
Info 349 7219303.
18 dicembre domenica Piramidi in Friuli
Alla scoperta di colline modellate a piramide, di particolari formazioni geologiche
e di ipogei utilizzati per il culto della Madre
Terra e per scopi terapeutici. Escursione con
Valter Maestra a Cividale del Friuli. Info e
adesioni Valter 329 2303459.
Yoga individuale e di gruppo,
Yoga individuale e di gruppo, Yoga Bimbi
e Stretching su prenotazione a Sangha.
Possibilità di integrarsi al corso Yoga
principianti. Sangha Udine, viale Tricesimo
103. Info Gianna 340 2233994,
[email protected],
www.sanghaudine.com
15 gennaio domenica Piramidi in Friuli
Alla scoperta di colline modellate a piramide, di particolari formazioni geologiche
e di ipogei utilizzati per il culto della Madre
Terra e per scopi terapeutici. Escursione con
Valter Maestra a Cividale del Friuli. Info e
adesioni Valter 329 2303459.
via
giorno
notte
complementi
bimbi
cor
ti 2
via mazzini 5
’
ce
’piu nat in citta ’
nat_spaziocorti
Trieste, via Corti 2 - tel. 040 9990006
orario: da martedì a sabato 16-19
e su appuntamento
nat_design
Trieste, via Mazzini 5 - tel. 040 2418585
orario: da martedì a sabato 9,30-13 e 15-19
[email protected] - www.natdesign.it