INTRODUZIONE - Luca Giampaolo

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INTRODUZIONE - Luca Giampaolo
INTRODUZIONE Per introdurre al meglio l’argomento che ho deciso di trattare preferisco partire da un concetto assai caro a noi tecnici: quello di tattica. La nascita di tale termine è legata in particolar modo all'ambito militare e indica i criteri e le modalità di impiego delle unità e dei mezzi durante un combattimento ma è possibile usare e trovare il termine anche in ambiti completamente diversi; tra questi quello economico, commerciale e sportivo oltreché in una grande varietà di altri campi. Per ciò che concerne l’ambito sportivo, che è quello che ci interessa particolarmente, il termine tattica indica sistemi di schieramento dei giocatori in campo, particolari condotte di gara o un complesso di azioni e manovre dirette al conseguimento di uno scopo. I due principi fondamentali della tattica sono: •
Sorpresa: chi attacca sarà tanto più favorito quanto più riuscirà a cogliere impreparato chi si difende, eseguendo l'azione nel modo più rapido e risolutivo possibile. •
Massa: poiché i difensori si attestano normalmente in posizioni tatticamente privilegiate (alture, trincee, bunker in ambito militare; scaglionamenti,pressioni e coperture per ciò che concerne l’ambito sportivo), chi attacca deve aver cura di disporre di un'adeguata massa o spazio di manovra. Di regola, in ambito militare è sconsigliato attaccare se non si goda di un rapporto di forze favorevole dell'ordine di almeno 3 contro 1; ma è alla stessa maniera poco indicato in ambito sportivo portare un attacco (es. 1 contro1) se la 1 difesa avversaria è adeguatamente schierata e predisposta (scaglionamento che preveda adeguata pressione sulla palla, copertura della porta, diagonali, etc). “L’individuazione e attacco al lato debole della difesa avversaria” fa riferimento a questi due principi e attraverso questa tesi desidero esaminare un concetto di tattica caro agli sport di squadra più evoluti (calcio a 11,basket,rugby, pallanuoto e quindi anche il calcio a 5): il lato “debole” della difesa; con tale termine si fa riferimento ad una porzione di campo in cui, durante le azioni di gioco, non è presente la palla e che quindi non è soggetta ad un controllo specifico e particolareggiato. Insomma, se gran parte dell’attenzione di chi difende (orientamento visivo, direzione del corpo e maggiore quantità di uomini impiegati) è concentrata su una specifica parte del campo in cui è presente la palla, creare le condizioni per effettuare una rapida penetrazione dal lato opposto del campo rappresenta una efficace soluzione tattica. Le capacità cognitive che possano determinare una tale lettura del gioco (creazione o individuazione del lato debole) vanno quindi adeguatamente stimolate e allenate da noi tecnici attraverso la somministrazione di carichi cognitivi; più in generale mi sento di affermare che percezione, analisi e decisione (PAD) rappresentano un substrato fondamentale per la crescita tecnico‐
tattica di un giocatore di calcio a 5 e calcio. 2 LEGENDA UOMO DI MOVIMENTO TRASMISSIONE DI PALLA MOVIMENTO DEL GIOCATORE PALLA DIFENSORE CON ORIENTAMENTO VISIVO CONDUZIONE DI PALLA ( POTREBBE INCLUDERE UN TENTATIVO DI DRIBBLING) PORTIERE PORTATORE DI PALLA 3 CAPITOLO 1 “La Fase offensiva: la percezione” 1.1 Tattica Individuale: Principi nella fase di possesso palla Per tattica individuale s’intende il comportamento che un giocatore deve mettere in atto in relazione alle differenti situazioni di gioco indipendentemente dal fatto che ci sia o meno il contatto con il pallone; per ciò che riguarda il possesso palla i principi sono: ‐ smarcamento: è un movimento che permette di svincolarsi dal controllo diretto dell’avversario e di disporsi in posizione e condizione idonea per ricevere la palla dal compagno. Lo smarcamento avviene attraverso contro movimenti,corse con cambi di direzione e variazione dell’intensità di corsa, corse in diagonale rispetto alla linea di porta; tali movimenti vanno effettuati nello spazio in cui è possibile ricevere la palla cioè la zona di campo in cui il possessore può vedere il compagno che si smarca nel giusto tempo di gioco. ‐ controllo e difesa della palla: il possesso individuale della palla prevede ricezione, controllo e la difesa dagli avversari in relazione a spazi e tempi di gioco. Il giocatore che entra in 4 possesso di palla deve effettuare un controllo orientato della stessa per rendere meno fluida l’azione difensiva avversaria; in un secondo momento dovrà interporre il proprio corpo tra l’avversario e il pallone e controllare la palla con l’arto opposto rispetto a quello offerto all’avversario. ‐ finta e dribbling: azione individuale finalizzata al superamento di un avversario, restando in possesso di palla, per creare immediatamente una situazione di superiorità numerica o aprire linee di passaggio . Il dribbling si esegue puntando l’avversario, cercando di superarlo sul lato debole e deve essere preceduto da un movimento d’inganno o finta. ‐ passaggio: rappresenta il mezzo più efficace per sviluppare un’azione offensiva, perché si rivela il modo più rapido e meno dispendioso per spostare la palla da una zona all’altra del campo e per superare uno o più avversari o linee di difesa. Deve essere tempestivo, preciso, intenso e può essere eseguito sui piedi del compagno o nello spazio. Consente di mantenere al meglio il possesso palla, conquistare spazio, velocizzare il gioco, superare linee avversarie, ridurre il dispendio energetico. ‐ tiro: costituisce l’atto conclusivo di un’azione offensiva. E’ necessario il giusto equilibrio tra precisione e potenza. Gli orientamenti didattici che favoriscono il ripristino di un deficit di precisione, nell’esecuzione del tiro, possono essere quelli di invitare chi calcia a mirare verso i seguenti obiettivi: l’intero specchio della porta , il portiere, ( destra o sinistra del portiere), i pali (zone basse –zone alte ). 5 1.2 Tattica Collettiva: Principi nella fase di possesso palla Quando si parla di tattica collettiva in fase di possesso palla ci si riferisce a movimenti, coordinati di due più giocatori o dell’intera squadra, che hanno l’obiettivo di ottenere uno scopo determinato in precedenza. I principi in fase di possesso sono: ‐ scaglionamento: rappresenta la dislocazione in campo rispetto a chi ha la palla e rispetto a chi difende; obiettivo principale è concedere maggiori opportunità di trasmissione di palla al portatore. La teoria dei triangoli mobili ne rappresenta una organizzazione pratica efficace. ‐ profondità: una squadra deve cercare di arrivare in modo efficace nei pressi della porta avversaria. L’obiettivo è quello di conquistare spazio attraverso passaggi in avanti che consentono di scavalcare linee di difesa avversarie. ‐ ampiezza: cercare di sfruttare tutto il fronte del campo tenendo sempre in conto durante la costruzione del gioco la larghezza del campo. L’obiettivo principale è quello di aprire le maglie difensive avversarie attraverso cambi gioco,inserimenti,cambi di posizione. ‐ mobilità: intesa come movimento è collegata al concetto di smarcamento nei tempi e negli spazi giusti. I movimenti possono essere eseguiti verso spazi liberi o verso spazi già occupati dal compagno. 6 ‐ imprevedibilità: ogni schema di gioco pur essendo noto a noi tutti perché provato più volte deve risultare inatteso e improvviso per gli avversari. E’importante quindi che gli avversari percepiscano soluzioni differenti attraverso l’esecuzione di movimenti d’inganno sia in senso collettivo, cioè di squadra, sia individuali. 7 1.3 La capacità e velocità percettiva La capacità percettiva rappresenta una delle caratteristiche fondamentali per un giocatore di calcio a 5 ed in pratica è la capacità di raccogliere, interpretare ed elaborare le informazioni presenti nell’ambiente in cui si sta svolgendo la gara: di questo complesso di informazioni fanno parte il contesto tecnico‐tattico con movimenti di palla, avversari e compagni, le loro indicazioni verbali e non, e quelle dell’allenatore, le sensazioni di tipo propriocettivo (provenienti dall’organo dell’equilibrio, da muscoli, legamenti e tendini) ed esterocettive (provenienti dai diversi canali percettivi: udito, tatto e vista soprattutto). Durante la partita il giocatore deve captare e selezionare un elevato numero di informazioni sensoriali soprattutto a livello ottico e acustico e solo un milionesimo di tali informazioni raggiunge i livelli di coscienza. In alcuni frangenti tattici l’atleta non ha bisogno neanche di guardare tutto lo svolgimento dell’azione, perché grazie ad alcuni piccoli particolari è già in 8 grado di dedurre i parametri spaziali e temporali necessari all’elaborazione della risposta. Gli sport di squadra e dunque anche il calcio a 5, sono caratterizzati dall’imprevedibilità delle situazioni per cui la stragrande maggioranza degli autori che si sono occupati della teoria del movimento sono concordi nel riconoscere alla capacità di reazione complessa un ruolo determinante per il successo in questa tipologia di sport. A differenza della capacità di reazione semplice, che è caratterizzata dal movimento di una parte del corpo che reagisce a uno stimolo noto in precedenza, quella complessa prevede uno o più movimenti in risposta a stimoli di cui non si conoscono le caratteristiche: è evidente come in questo ultimo caso è determinante la velocità con cui si percepiscono i dati significativi presenti nell’ambiente esterno. Il tempo di reazione varia in relazione alla quantità e qualità dello stimolo: secondo quanto affermato da Weineck (1998) pare che la reazione a uno stimolo ottico sia più lunga rispetto a quella che segue a un segnale acustico; a tal proposito i valori di reazione a stimoli acustici si attestano intorno ai 0,13‐0,16 secondi, quelli di reazione a stimoli visivi si fermano a 0,15‐0,20 secondi: le conoscenze attuali imputano questo ritardo al tempo necessario per trasformare l’energia luminosa in stimolo neuronale. La percezione, inoltre, risponde alla legge di Hick che sinteticamente afferma: “il numero di stimoli che il soggetto riceve, influenza sia il tempo, sia la qualità della risposta. Per cui all’aumentare del numero delle informazioni da analizzare, aumenta esponenzialmente il tempo necessario all’elaborazione e la difficoltà coordinativa della risposta motoria”. A questa difficoltà di ordine fisiologico si 9 deve aggiungere la complessità delle situazioni tecnico‐tattiche che contribuiscono a rendere poco leggibile il contesto e a creare non poche difficoltà all’atleta. La selezione delle esercitazioni riguardanti la velocità di percezione può riguardare sia la parte tecnico‐tattica, sia quella condotta dal preparatore atletico. Per rendere funzionale l’organizzazione dell’allenamento e i suoi tempi di svolgimento, preparatore e allenatore possono ideare insieme una tipologia di esercitazioni, magari utilizzando la palla e la combinazione di alcuni gesti tecnici. Quando tale integrazione risulta di difficile attuazione, il preparatore può inserirle nella seduta di rifinitura o comunque in quella più vicina alla partita. In generale e quindi anche in ambito calcio a 5 alcune di queste esercitazioni vengono definite di psicocinetica, per indicare un maggiore impegno delle componenti attentive‐mentali, ma in effetti sono connesse alla grande famiglia degli esercizi che mirano allo sviluppo della velocità nelle diverse componenti. 10 1.4 Percezione, Analisi e Decisione: Il PAD Storicamente veniva considerato veloce un giocatore in grado di percorrere in breve tempo determinate porzioni di campo o magari capace di effettuare rapidamente gesti tecnici; oggi invece la velocità nel calcio a 5 e nel calcio a 11 non è solo il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo ma soprattutto la capacità di capire ed eseguire velocemente svariate operazioni. La velocità del giocatore è una qualità molto complessa alla quale appartengono non solo le capacità di agire e reagire rapidamente,la partenza e la corsa veloce, la prontezza nell’affrontare il pallone, lo scatto e lo stop, ma anche il comprendere e l’approfittare immediato di una determinata situazione di gioco; l’aspetto cognitivo‐decisionale ed in particolare il PAD (percezione, analisi, decisione) rappresenta dunque un substrato fondamentale su cui seminare tecnica, tattica, aspetti coordinativi, condizionali e caratteriali. L’ acronimo PAD quindi indica il processo mentale che il nostro cervello effettua in ogni momento della giornata: arrivo dell’input, percezione da parte dei miei organi sensoriali, analisi da parte del sistema nervoso, selezione della reazione, emissione dell’output. Tale processo risulta allenabile nella sua modalità operativa e va allenato perché più velocemente il sistema nervoso dei nostri giocatori riesce a percepire, analizzare e decidere, più tali 11 giocatori risulteranno veloci, determinati e determinanti nelle loro scelte. L’allenamento del PAD avviene attraverso l’applicazione del concetto della supercompensazione; in ambito di allenamento sportivo con tale termine si indica quel processo biochimico e fisiologico mediante il quale uno stimolo opportunamente somministrato riesce ad accrescere le riserve funzionali e prepara l’atleta a impegni più gravosi predisponendolo a un rendimento più elevato. Tale processo di reazioni fisiologiche ha come obiettivo il raggiungimento di un potenziale fisico e cognitivo superiore rispetto a quello che si aveva prima dell’allenamento o del periodo allenante. Figura 1. Modello teorico della supercompensazione
Come funziona esattamente la supercompensazione? Tale termine fa riferimento ad un modello teorico (figura 1) che spiega il processo di adattamento dell'organismo ad un determinato stimolo allenante; il concetto si fonda sullo stato di equilibrio dinamico, detto omeostasi, che regola tutte le attività del nostro 12 corpo. Qualsiasi condizione che perturba tale equilibrio viene immediatamente compensata, nel limite del possibile, da una reazione uguale e contraria, tesa a riportare il sistema in equilibrio. Il processo di affaticamento e deterioramento indotto dall'esercizio fisico, viene così compensato da una serie di reazioni, atte ad incrementare i processi rigenerativi anabolici. Tali reazioni possono essere interpretate come un sistema di difesa dell'organismo che, tramite esse, cerca di ricostruire l'equilibrio perduto. La supercompensazione dunque è la risposta fisiologica alla rottura dell'omeostasi da parte dello stimolo allenante. Per non soccombere al ripresentarsi di un carico della medesima intensità, l'organismo innesca così un processo di supercompensazione, che ha lo scopo di migliorare il livello prestativo originale. Le riserve metaboliche, il metabolismo e le varie strutture anatomiche sollecitate, non tornano quindi allo stato iniziale ma, per breve tempo, lo superano, collocandosi ad un valore leggermente superiore. Proprio su tale capacità si fonda l'intero concetto di supercompensazione (processo di adattamento dell'organismo a carichi di lavoro progressivamente crescenti). Affinché la supercompensazione avvenga, è necessario che lo stimolo allenante rispetti alcune caratteristiche fondamentali. Innanzitutto l'impegno fisico deve raggiungere o superare una soglia limite, in modo da indurre uno stress fisico importante. Se 13 il carico applicato fosse troppo debole il processo di supercompensazione non avverrebbe. Solo gli stimoli di volume, intensità e frequenza adeguata alle capacità fisiche del soggetto, stimolano la supercompensazione o adattamento. Per sfruttare tale caratteristica, l'esercizio fisico deve prendere in considerazione vari parametri, quali: intensità, durata, densità, volume e frequenza dello stimolo, obiettivi, metodi, contenuti e mezzi dell'allenamento. E’ fondamentale sottolineare che se il carico di allenamento è eccessivo e non viene compensato da un adeguato periodo di recupero, si crea un pericoloso stato di sovrallenamento, con declino o ristagno della prestazione. Il concetto di supercompensazione applicato all’ambito cognitivo (PAD) da dunque all’atleta la possibilità di accrescere progressivamente la propria capacità di percepire, analizzare e selezionare le migliori soluzioni nel giusto tempo. 14 CAPITOLO 2 “Il lato debole della difesa” 2.1 Concetto di lato debole della difesa Durante una fase di non possesso, il campo di gioco può essere idealmente diviso in due parti, in senso longitudinale. La parte in cui si trova la palla viene denominata “lato forte” dell’azione; l’altra, simmetricamente opposta, viene detta “lato debole” dell’azione. Si tratta di un criterio‐guida importante a livello individuale, e quindi anche collettivo, nell’esecuzione della fase difensiva o offensiva. 15 Lato forte Lato Debole Figura 1. La Squadra gialla si dispone in fase difensiva con adeguata pressione sul portatore di palla verde
e con conseguenti coperture; tale disposizione porta allo spostamento del baricentro difensivo e dunque alla creazione di un lato forte e di un lato debole. Difatti, in genere, cosa accade nel lato forte? La prima indicazione che salta all’occhio è che la quantità di giocatori in azione difensiva presenti sul lato forte (tre + il portiere) è maggiore rispetto ai giocatori presenti sul lato debole (uno); come esposto nella figura 1 avvengono dunque la pressione/marcatura sul possessore di palla e le adeguate coperture a tale azione, applicando bene il concetto di presa di posizione e di marcamento dello spazio/uomo. A livello collettivo, in pratica, ci sarà quell’azione collettiva tesa a chiudere gli spazi circostanti alla zona della palla (coperture). E appunto, questa azione “globale” è composta da coordinate e funzionali azioni individuali: pressione/marcatura dell’ avversario con la palla, prese di posizione a copertura e controllo dello spazio. Sul lato debole, oltre all’essenziale applicazione dei concetti di presa di posizione 16 e di controllo dello spazio/uomo, riveste una particolare importanza l’eventuale azione di intercettamento. Da un punto di vista essenzialmente visivo chi difende è portato ad orientarsi e dunque a portare più attenzione sul lato in cui è presente la palla; dunque chi attacca e si trova posizionato sul lato debole della difesa se fosse in possesso palla avrebbe la possibilità di sfruttare non solo l’uno contro uno ma anche una condizione che gli permetta di sfuggire temporaneamente al campo visivo del suo diretto marcatore (figura2). Lato forte Lato Debole Figura 2. Evidenziazione dell’orientamento visivo dei giocatori che difendono (gialli); Il giocatore verde
sul lato debole, se fosse in possesso palla avrebbe la possibilità di sfruttare non solo l’uno contro
uno ma anche una condizione che gli permetta di sfuggire temporaneamente al campo visivo del
suo diretto marcatore. In pratica, a prescindere dal modulo, i giocatori in campo devono sapersi organizzare in maniera consapevole mettendo in atto velocemente il PAD: Come difende la difesa avversaria? quali 17 opportunità ho se sono nel lato forte? Come sviluppo la mia azione di attacco? Cosa faccio se sono nel lato debole? E’ facendo capire questi concetti di base che si avrà un gruppo organizzato, composto da giocatori intelligenti ed efficaci, nel vero senso del termine. 18 2.2 Creazione o Individuazione del lato debole attraverso i sistemi di gioco Definizione di sistema di gioco: posizione dei giocatori in campo in una situazione statica. Definizione di modulo di gioco: realizzazione dinamica del sistema; compiti e funzioni che il giocatore deve compiere. Lato forte Lato Debole Figura 1. Attacco 4‐0: il portatore di palla ha 3 opportunità di attacco: 1)attacca la banda del lato forte; 2)gioca palla al centro per il compagno che si trova nel cuore della difesa avversari determinando una contrazione della stessa; 3)gira palla in 2 tempi verso l’uomo che si trova sul lato debole. 19 Lato forte Lato Debole Figura 2. Attacco 3‐1 con pivot in posizione centrale: il portatore di palla ha 3 opportunità di attacco: 1)attacca la banda del lato forte; 2)gioca palla al centro per il compagno che si trova nel cuore della difesa avversaria inducendola alla contrazione; 3)gira palla in 2 tempi verso l’uomo che si trova sul lato debole determinando spazio e tempo di gioco. Lato forte Lato Debole Figura 3. Attacco 3‐1 con pivot in posizione laterale: il portatore di palla ha 3 opportunità di attacco: 1)da palla al pivot; 2)effettua un incrocio che determina un assestamento non idoneo della difesa
avversaria (cambio di marcatura?) che potrebbe risultare vantaggioso per l’attacco; 3)gira palla
in 2 tempi verso l’uomo che si trova sul lato debole determinando spazio e tempo di gioco. 20 Lato forte Lato Debole Figura 4. Attacco 2‐2: il portatore di palla ha 3 opportunità di attacco: 1)da palla al laterale sulla stessa
banda; 2)effettua un incrocio che determina un assestamento non idoneo della difesa avversaria
(cambio di marcatura?) che potrebbe risultare vantaggioso per l’attacco; 3)gira palla in 2 tempi verso l’uomo che si trova sul lato debole determinando spazio e tempo di gioco. 21 CAPITOLO 3 “Esercitazioni pratiche propedeutiche” 3.1 Percezione e lettura del gioco: il Carico Cognitivo Per tanti anni l’esercitazione per lo sviluppo della capacità di percezione e relativa velocità di reazione, ciclica o aciclica, è stata sempre combinata con stimoli di natura acustica (“Via!”, oppure “Vai!” o la partenza al fischio dell’allenatore) relegando la presentazione degli stimoli visivi solo al contesto tecnico‐tattico specifico. Alla luce di queste considerazioni, acquista rilevanza un approccio metodologico che privilegi: 1) la sollecitazione della capacità di percezione riferita specificatamente agli stimoli visivi che, come si è visto, sono più frequenti e necessitano di maggiori esercitazioni. 2) la creazione di progressioni didattiche che comprendano percezione, analisi e decisione (PAD). 3) La somministrazione di allenamenti che comprendano più stimoli cognitivi insieme. In riferimento a tali indicazioni, possono essere organizzate esercitazioni in cui vengano utilizzati 2 o 3 colori differenti, più micromovimenti del corpo differenti ma coordinati, più palloni, stimoli differenti tra loro combinati; in riferimento all’intensità, motivazione e partecipazione bisogna indurre un affaticamento nervoso‐coordinativo alternato ad un adeguato recupero che 22 possa aiutare ad indurre adattamenti stabili; tutto ciò rappresenta il cosiddetto carico cognitivo. 1) Esercitazione a tre colori durante la quale il portatore palla trasmette la stessa ad un colore diverso dal proprio e diverso dal colore da cui ha ricevuto il passaggio. 2) L’evoluzione di tale esercitazione viene effettuata con l’inserimento del pressing dopo aver effettuato il passaggio.
1) Verde trasmette palla a blu che poco prima della ricezione chiama ad alta voce il colore della casacca dell’uomo (in questo caso blu) che sta conducendo palla fuori dal campo alle sue spalle. 2) Verde trasmette palla a blu e va a pressarlo; blu deve effettuare stop orientato per eludere la pressione dell’avversario e chiamare il colore dell’uomo che conduce palla alle sue spalle. 23 1) Si gioca 2 colori contro 1 (esempio verde e blu contro rosso). 2) Le squadre che mantengono il possesso palla giocano a 2 tocchi. 3) I 2 tocchi alla fine della progressione didattica devono essere effettuati con entrambi i piedi (se stoppo con il dx trasmetto con il sx). 24 3.2 Individuazione del lato debole Lato forte Lato Debole Figura 1. Partita con vincoli: la conclusione a rete va effettuata solo tramite 1 contro 1 sulle 2 bande; tale
input stimola la capacità di percezione della posizione propria e degli altri compagni oltre che
della difesa avversaria; i tocchi liberi sulle bande e i tocchi limitati nel resto del campo potrebbero indurre i giocatori a ricercare gli obiettivi previsti dall’esercitazione. Lato forte Lato Debole Figura 2. Indipendentemente dalle modalità di difesa avversaria l’attacco va effettuato solo dopo l’individuazione del lato debole; la possibilità di inserire difficoltà tecniche, come per esempio il gioco a 2 tocchi o 3 tocchi alternato), determina una aumento del carico cognitivo oltre che fisico. 25 3.3 Creazione e attacco al lato debole Le esercitazioni inerenti alla creazione e all’attacco del lato debole avvengono attraverso la ripetizione di movimenti preordinati che vengono ripetutamente affinati durante le sedute di allenamento. Rotazioni: 2
1
4
3
Figura 1. La rotazione contemporanea dei 4 elementi in possesso palla permette di spostare il lato debole da una parte all’altra del campo senza dare effettivi riferimenti alla difesa avversaria. 1‐ trasmette palla e attacca lo spazio; 2‐ attacca lo spazio ed entra nel cuore della difesa avversaria determinandone una “contrazione”; 3‐ riceve palla e con uno stop orientato attacca lo
spazio lasciato libero da 1 tentando di servirgli il pallone nello spazio; 4‐ effettua un movimento
di copertura o attacca il secondo palo. 26 Gioco ala‐pivot: A B Figura 2. L’ala che si trova sul lato forte effettua un movimento senza palla indirizzato verso il centro del
campo e successivamente effettua uno smarcamento con cambio di direzione e cambio di velocità; il portatore di palla effettua un passaggio al compagno posto sul lato debole. Gioco ala‐pivot 2: Figura 3. L’ala che si trova sul lato forte effettua un movimento senza palla indirizzato verso il centro del
campo; tale movimento induce uno spostamento del baricentro della difesa che trasforma il vecchio lato forte in nuovo lato debole. La successiva trasmissione della palla all’ala determina
un vantaggio notevole per chi attacca. 27 CONCLUSIONI Il Calcio a 5 è uno sport giovane e lo diventa ancor di più se paragonato a sport di squadra più longevi,evoluti e conosciuti al grande pubblico quali calcio a 11, rugby, basket, pallamano e pallanuoto; anche per questo motivo il futsal è in continua evoluzione e sta cercando di ritagliarsi una propria identità culturale,intellettuale ed istituzionale all’ interno del panorama sportivo italiano ed internazionale. Il processo evolutivo riguarda per lo più novità regolamentari, organizzazione di attività nazionali ed internazionali, sviluppo uniforme ed adeguato in tutto il globo, inserimento nei programmi olimpici; ma anche le questioni legate alla preparazione atletica o le questioni tattico‐strategiche sono parte integrante dello sviluppo del nostro amato sport ed in questo senso l’Allenatore ha la possibilità e responsabilità di generare nuove teorie, innovare i precedenti sistemi di gioco e di allenamento per dare un importante contributo alla crescita del Calcio a 5. Ritengo che in questo senso un allenatore debba sentire fortissimamente 3 tipi di responsabilità: 1) nei confronti del pubblico che ha il diritto di divertirsi per continuare a riempire i palazzetti o seguire tramite tv,radio o carta stampata la propria squadra; 2) nei confronti della società di appartenenza che investe risorse umane ed economiche per crescere o raggiungere obiettivi; 28 3) nei confronti dell’intero movimento Calcio a 5 in quanto consapevole parte integrante dello stesso e della sua crescita; Sentire tali responsabilità si traduce nella produzione di idee, esercitazioni, modelli di gioco e strategie che siano mirate non solo al conseguimento di obiettivi a medio termine, quali la vittoria di una partita o di un trofeo, ma anche ad un fine più ampio legato alla crescita di tutto il movimento del futsal. Ogni allenatore ha dunque il dovere di contribuire allo sviluppo del movimento anche attraverso la propria crescita intellettuale e professionale. La scelta di trattare la fase offensiva e nello specifico l’individuazione e l’attacco al lato debole della difesa avversaria si inquadra esattamente in questo modello interpretativo della figura dell’allenatore. 29 BIBLIOGRAFIA NUCCORINI , (2002) "Il calcio a 5 – Principi e Sviluppi", Società Stampa Sportiva VELASCO – LORENTE , (2003) “Manuale per la formazione tecnico tattica del giocatore di calcio a 5”, Calzetti Mariucci MENICHELLI , (2010) “Io calcio a 5”, F.I.G.C. – L.N.D. – Divisione Calcio a 5 VELASCO , (2005) “60 Modelli esercitativi per la seduta di allenamento del calcio a 5”, Calzetti Mariucci OCANA , (1997) “Esercitazioni sociometriche per il calcio ed il calcio a 5”, Calzetti Mariucci LOZANO – GUTIERREZ , (2002) “Tecnica en alta competition”, Federation Madrilera de FutbolSala LOZANO – GUTIERREZ , (2002) “Tactica en alta competition”, Federation Madrilera de FutbolSala PERENI – DECESARE , (2000) “Calcio, il manuale tecnico e tattico dell’allenatore”, Edizioni Correre SAMPEDRO , (2007) “Le azioni di gioco nel calcio a 5, analisi metodologica dei sistemi di gioco”, Calzetti Mariucci MANNO , (2003) “Fondamenti dell’allenamento sportivo”, Zanichelli 30 HARRE , (2002) “Teoria dell’allenamento”, Società Stampa Sportiva BELLOTTI – MATTEUCCI , (2008) “Allenamento Sportivo”, UTET BERNARDINHO , (2009) “Transformando suor em ouro”, Sextante RIVISTE Il Notiziario del Settore Tecnico, FIGC L’Allenatore, AIAC Il Nuovo Calcio, Sport Italia SRL SITOGRAFIA www.divisionecalcioa5.it
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www.lnfs.es
www.ilnuovocalcio.it
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