Celle Enomondo - UNPLI Piemonte

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Celle Enomondo - UNPLI Piemonte
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO DI CELLE ENOMONDO
Indirizzo
Via Roma, 30
14010 Celle Enomondo (At)
Tel
335 5705940
Fax
0141 205587
e-mail
[email protected]
sito
STORIA
Regione
Piemonte
Provincia
Asti
Altitudine
234 s.l.m.
Abitanti
499
Celle era un antico insediamento abitato da tribù liguri e celtiche e che, successivamente, l'autorità
romana continuò a sviluppare dal punto di vista agricolo. Si hanno notizie sparse a partire dall'899 d.C.
nell'Alto Medioevo. Ottone terzo lo assegnò nel 990 al monastero della Novalesa e in feudo ai signori di
Vaglierano. Il castello che sorgeva anticamente nel centro abitato era ricordato in parecchi documenti
perché fra le sue mura vennero stipulati numerosi contratti e soggiornarono diversi vescovi.
Entrò a far parte del Comune di Asti nel Basso Medioevo. In epoca medioevale il territorio si presentava
con grandi prati, boschi, incolti e qualche vigneto, disposti intorno ai "castra", alle cascine, ai piccoli
borghi. A partire dal XII e XIII secolo iniziò l'espansione della "domus" con il dissodamento degli incolti
destinati alla cerealicoltura (specialmente grano) e a prato, al taglio dei boschi vicino al villaggio. Nella
metà del '300 vi fu un abbandono delle campagne per motivi di peste e poi un ritorno, nel 1400-1500
grazie alla ripresa dei prezzi dei cereali e all'aumento demografico. Fu anche in questo periodo che si
sviluppò maggiormente la vite in collina, da una parte, e la bonifica e l'irrigazione delle pianure sottostanti
il paese dall'altra.
Intorno al '600 la situazione si fece stabile, sia dal punto di vista agricolo, sia per quanto riguarda il potere
signorile. Il paese passò dai Malabaila ai Vercellis, poi ai Mestiatis e ai Berlinghieri. Dal 1688 fino al 1793
si insediarono i Conti Ramelli di Celle, possessori anche di un palazzo e di una torre ad Asti ( angolo via
Carducci e via Borgnini, il palazzo era adiacente e si estendeva fin in piazza Cattedrale). I Ramelli
governarono a Celle fino al 1793 ma rimasero sempre personaggi di notevole importanza e prestigio nel
paese fino negli ultimi anni dell'800.
Nacque, tra i Ramelli, nel 1666, Giovanni Felice che fu abbate dei canonici lateranensi e pittore di
miniature. Il papa Clemente XI lo nominò custode dei codici miniati della Biblioteca Vaticana. Molte opere
che egli dipinse si trovano a Roma, altre nel gabinetto delle miniature del Palazzo Reale di Torino (ritratti
di principi sabaudi, del pittore Van Dick, Albani, Reni...che egli regalò al re Carlo Emanuele III), altre
ancora se ne ammirano alla Biblioteca Canonica di Padova ed alcune al Museo Civico di Asti tra cui
"Giuditta ed Oloferne" e "Sisara e Giaele".
Si deve al Ramelli l'arrivo ad Asti della tela "Cena in casa di Simone" dipinta da Subleyras, da Roma nel
1739 al refettorio della Chiesa di Santa Maria Nuova dove restò fino alla venuta di Napoleone I che la fece
portare al Louvre.
Nel '700 Celle fu invasa dai francesi e rimangono alcune testimonianze scritte in cui è evidente la
distruzione di case, gli incendi appiccati a coltivazioni e boschi,la violenza.
Dopo i Ramelli, Celle passò ai Vagnone, ai Bianco e ai Francia.
Nel '700, anche a Celle come nel resto del Piemonte, si diffuse l'affittanza delle terre con l'azienda agricola
capitalistica, i braccianti pagati a giornate e i mezzadri. Dall'800 in poi ci fu la proliferazione della cascina
isolata "a corte". A partire da metà '800 Celle non fu soltanto un paese dedito all'agricoltura ma iniziarono
a sorgere alcune botteghe artigiane. Dal libretto degli artigiani del 1844 risultavano esserci due mastri da
muro, due calzolai, cinque falegnami, due fabbri ferrai, cinque sarti. Nel 1854 ci fu l'apertura di due
osterie, o meglio, di "esercizi di caffè per vendita di spiriti, vino imbottigliato e acque gazose".
Il vino era il prodotto locale d'eccellenza, si produceva già quello che oggi si chiama Barbera ma era
fortemente alcolico, di color rosso scuro, tendente quasi al nero, sostanzioso. Il vino, in quegli anni, aveva
un altissimo consumo: la gente lo beveva soprattutto per nutrirsi, al limite per stordirsi. La Barbera aveva
addirittura ispirato e dato il titolo ad un'opera buffa, intitolata proprio "il vino di Barbera" di Giuseppe
Cotti. Fu presentata al teatro Vittorio Emanuele di Torino durante il Carnevale 1866. Cantava il coro:
"Confessarlo pur conviene/ la Barbera è un buon liquor/ sangue instilla nelle vene/ e mantiene il buon
umor./ La Barbera più vivaci/ fece i giovin del paese/ la Barbera più robusto/ e più fore l'uomo rese./ Viva
dunque la Barbera/ viva sempre il suo liquor.". Anche Giovanni Pascoli sembrava esserne un consumatore
che l'apprezzava:"serba la tua più purpurea Barbera/ per quando, un giorno che non è lontano/ tutto
ravvolto nella sua bandiera/torni Galliano".
Le uve venivano portate dai contadini nella cantina sulla piazza del paese, costruita sulle antiche
fondamenta del castello,e si produceva, dopo un lungo processo, la Barbera.
Proprio per la sua produzione vitivinicola Celle cambiò nome, nel 1863, in Celle Enomondo. Il comune
assunse la denominazione Enomondo derivante dal greco enos= vino e mondus= puro con il significato di
cantina del vino puro. Oggi si celebra la festa della Barbera nella settimana di ferragosto, con premiazione
dei vini migliori, cene, ballo in piazza e concerto della banda Azzurra, nata a fine '800 ed importante
simbolo del paese.
Nobili, contadini, artigiani si trovavano tutti all'interno della parrocchia, la domenica, per seguire la Messa,
ma anche nelle diverse confraternite sorte nelle varie borgate. Nel 1906 figuravano quelle di San Rocco,
del S s . Sacramento e del Rosario e di San Vincenzo nella borgata Merlazza, tutte a scopo esclusivo di
culto. Vi erano, inoltre, chiesette sparse, ora scomparse, come quella di S.Maria, di cui sono stati ritrovati
documenti relativi ai suoi possedimenti, e quella di San Martino. Numerose erano anche le cappelle votive
al limite di strade e campi, di cui ne restano alcuni esempi.
Molte terre e cascinali figuravano tra i possedimenti del capitolo della Cattedrale di Asti (ritrovamento di
cabrei di interesse notevole), già a partire da metà '600, altre appartenenti alla parrocchia, altre ancora
alle suore che gestivano un istituto in paese.
In tutto il '900, nonostante la devastazione portata dalle guerre mondiali e i numerosi caduti in guerra
rimase sempre attiva la coltivazione agricola; figuravano naturalmente vigneti, ma anche campi con
colture di cotone, canapa, grano e riso, oggi sostituite in gran parte dal granoturco.
DA VEDERE
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PRODOTTI E
PIATTI TIPICI
Celle Enomondo sorge sul crinale di una collina, ha una superficie di 5,51 Kmq, e si sviluppa in un lungo
semicerchio, si trova a 10 km di distanza da Asti, in direzione sud-ovest. Per chi arriva dall'autostrada
A21, uscita Asti Ovest a destra verso Torino, poi deviazione per San Damiano. Per chi arriva da Alba sulla
direttrice per Asti prendere la deviazione per San Martino Alfieri. La sua vocazione è prettamente agricola,
in particolar modo sulla produzione di vino e di nocciole. Fa parte della comunità collinare "Colline Alfieri "
con i paesi di Antignano, Cisterna d'Asti, Revigliasco, San Damiano, San Martino Alfieri e Tigliole.
Panorama
Chiesa S. Rocco
Vino Barbera e Grignolino
Nocciole
Zuppa di ceci con cotiche di maiale
Biscotti "I Cellesi" a base di nocciole con barbera
SAGRE E
MANIFESTAZIONI
settimana di ferragosto - Festa patronale di "San Rocco"
Sagra del Barbera e Grignolino
Chiesa S. Antonio Abate e S.
Martino