L`IMU e il prelievo ricorrente sugli immobili.

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L`IMU e il prelievo ricorrente sugli immobili.
L’IMU e il prelievo ricorrente sugli immobili.
Un confronto internazionale
La tassazione patrimoniale, ed in particolare relativa alle proprietà immobiliari, si caratterizza per essere
uno strumento impositivo con limitati effetti distorsivi sulla crescita economica, rispetto ad altre imposte
quali quelle che gravano sui consumi, sui redditi da lavoro e sui profitti1.
Inoltre, l’imposizione sugli immobili è considerata in molti paesi un valido strumento di consolidamento del
federalismo basato sulla corrispondenza, stretta e trasparente, tra le entrate fiscali determinate dalle
risorse – incluso il patrimonio immobiliare - del territorio e gli investimenti delle amministrazioni locali che
si riflettono sul valore stesso degli immobili.
In Italia e all’estero l’aperto dibattito dell’opinione pubblica su questa forma di tassazione ha contribuito
alla definizione di modelli impositivi fortemente differenziati. Il confronto internazionale di tali modelli
rappresenta pertanto un valido strumento di riflessione sulle peculiarità del sistema di prelievo in vigore nel
nostro paese.
1. Il modello italiano
In Italia, il sistema di tassazione degli immobili include imposte sul reddito (IRPEF e addizionali IRPEF, IRES e
IRAP), sul patrimonio (ICI fino al 2011 e IMU dal 2012), sugli atti di trasferimento –la compravendita
(imposte d’atto quali le imposte di registro, ipotecarie e catastali, IVA) e la donazione e la successione
ereditaria (l’imposta di donazione e l’imposta di successione, le imposte ipotecarie e catastali) - e sui
contratti di locazione (cedolare secca, in alternativa all’IRPEF). La tassazione si differenzia in relazione ai
soggetti coinvolti (imprese, professionisti, privati) e alla natura degli immobili (abitazioni principali e non,
fabbricati rurali, uffici, edifici produttivi, ecc.).
L’IMU si distingue dell’IRPEF in quanto tassa in modo proporzionale il patrimonio immobiliare, senza alcun
riferimento alla capacità contributiva di chi lo possiede, salvo casi particolari2, demandando di fatto al
governo centrale la funzione redistributiva.
L’IMU trae origine dall’Imposta comunale immobiliare (ICI) introdotta nel 1993 al fine di promuovere
l’autonomia tributaria dei Comuni, in sostituzione anche dell’IRPEF sulle abitazioni non locate. Nel 1999,
con l’imposizione dell’addizionale comunale IRPEF, tale autonomia è stata ulteriormente incrementata,
mentre nel 2008, in seguito all’abolizione dell’ICI sull’abitazione principale, si è verificata una inversione di
tendenza con la contrazione del gettito del prelievo fiscale locale sugli immobili.
Infine, l’applicazione anticipata dell’IMU nel 2012 ha comportato un aumento delle entrate tributarie dei
Comuni dovuto al gettito della nuova imposta la cui base imponibile è stata estesa alla abitazione principale
e i cui moltiplicatori da applicare alla rendita catastale e le relative aliquote sono stati elevati. Nel corso del
2013, il pagamento della prima rata dell’IMU sulla prima casa è stato soppresso (d. l. 28 agosto 2013, n.
102)3.
1
OECD (2008, 2010)
Per esempio per l’abitazione principale è prevista un’aliquota ridotta, una detrazione fiscale di 200 euro e
un’ulteriore detrazione legata al numero di figli conviventi.
3
Con lo stesso decreto sono stati esclusi dal pagamento della prima rata 2013 dell’IMU anche le abitazioni assimilate
alle prime case (IACP e cooperative edilizie a proprietà indivisa), i terreni agricoli e i fabbricati rurali.
2
Entrate tributarie correnti dei Comuni (1992-2012*)
Miliardi di Euro
30
20
10
0
1992 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
ICI (1995-2011) e IMU (dal 2012)
Altre entrate tributarie comunali
Fonte: Elaborazione A. Buoncompagni e S. Momigliano (2013) su dati Istat
(*) provvisorio
Il contributo delle entrate tributarie sulle entrate correnti dei Comuni - ed in particolare la quota dell’ICI
(dal 1993 al 2011) e dell’IMU (dal 2012 al 2013) sulle entrate tributarie dei Comuni - è quindi mutato nel
corso del tempo.
Nel 1992 le entrate tributarie coprivano il 18% delle entrate correnti dei Comuni. Nel periodo successivo
tale rapporto è incrementato significativamente, dapprima con all’introduzione dell’ICI (nel 1993 le entrate
tributarie rappresentavano il 33% delle entrate correnti dei Comuni) e in seguito nel 2012 con
l’applicazione dell’IMU (il rapporto è salito al 41%), subendo tuttavia una battuta d’arresto nell’arco
temporale 2008-2011 a causa dell’abolizione dell’ICI sull’abitazione principale.
Nel complesso le entrate tributarie dei Comuni sono incrementate del 351% dal 1992 al 2012 e si sono
attestate a 23.9 miliardi di euro. Tra il 2011 e il 2012 sono aumentate del 32% mentre il gettito dell’imposta
ricorrente sugli immobili (ICI nel 2011 e IMU nel 2012) è incrementato nello stesso periodo del 59%4.
Nel 2012 l’IMU pagata ai Comuni ammonta a 15.6 miliardi di euro su un gettito complessivo di 23.7
miliardi5. Secondo le valutazioni del Ministero dell’Economia e delle finanze il gettito dell’IMU
sull’abitazione principale, di competenza per intero dei Comuni, è stato pari a 4 miliardi di euro nel 2012
mentre quello relativo agli altri immobili è stato di 19.7 di cui 11.6 assegnati ai Comuni e 8.1 affluiti al
bilancio dello Stato.
4
Un quadro dettagliato delle entrate tributarie correnti dei Comuni dal 1992 al 2012 è presentato in appendice.
L’introduzione dell’IMU ha comportato la soppressione dell’imposizione in ambito IRPEF (comprese le relative
addizionali regionali e comunali) sui redditi fondiari per gli immobili non locati, il cui gettito era stimato in 1.6 miliardi
di euro.
5
2. Il confronto internazionale
Nei principali paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna), le abitazioni utilizzate dai
proprietari sono generalmente esenti dalle imposte sui redditi statali (tranne per le abitazioni secondarie
tassate in Spagna), ma tutte e ovunque sono tassate a livello locale.
In Germania e in Spagna sono colpiti i proprietari, mentre nel Regno Uniti sono soggetti passivi gli utenti
dell’immobile. In Francia sono distintamente colpiti i proprietari e gli inquilini sulla base del reddito, e le
abitazioni rientrano anche nell’imponibile dell’imposta patrimoniale statale, con una riduzione per le
abitazioni principali.
In base ai dati forniti dalla Commissione Europea sulla tassazione ricorrente degli immobili, nel 2011 la
pressione fiscale è stata relativamente elevata nel Regno Unito (3.4% del PIL), in Danimarca (2.1%) e in
Francia (1.9%), rispetto ad una media ponderato per l’intera area dell’Unione Europea dell’1.3%, mentre in
Italia si è attestata allo 0.7% del PIL. L’introduzione dell’IMU nel 2012 ha portato il prelievo ricorrente sul
patrimonio e sugli occupanti ad un livello stimato dell’1.5% del PIL6, in linea con quelli registrati nei
principali paesi dell’Unione Europea.
Imposte sul patrimonio nei paesi dell'UE (2011)
5.0
In % del PIL
4.0
3.0
2.0
1.0
Imposte ricorrenti sugli immobili
EU27
MT
LU
AT
CZ
LT
BG
EE
SK
HU
DE
SI
CY
NL
FI
IT
PT
RO
SE
LV
IE
ES
EL
PL
BE
FR
DK
UK
0.0
Altre imposte sugli immobili
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
Altre forme di tassazione sul patrimonio (immobiliare e non) – in particolare sotto forma di imposte sui
trasferimenti – sono rilevanti in Belgio (1.9%), Italia (1.4%), Francia (1.3%), Lussemburgo (1.1%) e Malta
(1.0%) rispetto ad media UE di 0.8%.
In particolare, in base ai dati OECD, in Italia figurano relativamente incisive le imposte sui trasferimenti
onerosi e sulle locazioni, mentre le imposte sulle successioni e sulle donazioni sono decisamente più
contenute.
6
A. Buoncompagni, S. Momigliano (2013)
Imposte dirette e indirette sul patrimonio nei principali paesi dell’UE (2011)
in % del PIL e in milioni di euro
Imposte sul patrimonio
Imposte ricorrenti sugli immobili
Imposte d'atto su trasferimenti
onerosi e locazioni
Imposte su successioni e donazioni
BE
FR
DE
IT
ES
UK
3.07%
11341
1.26%
4643
1.02%
3771
0.67%
2463
3.73%
74455
2.49%
49759
0.59%
11810
0.43%
8610
0.88%
22872
0.45%
11674
0.25%
6366
0.16%
4246
2.20%
34789
0.61%
9648
1.04%
16361
0.03%
497
1.88%
19979
0.94%
9973
0.60%
6402
0.20%
2161
4.12%
62463
3.34%
50701
0.58%
8859
0.19%
2903
Fonte: Elaborazione su dati OECD
Nota: Nella classificazione OECD, le tasse sul patrimonio finanziario e immobiliare includono le imposte sul
patrimonio immobiliare, sulla ricchezza netta, sui trasferimenti di proprietà a titolo gratuito (successioni e
donazioni) e sui trasferimenti finanziari e di capitale.
Nel corso del periodo 2000-2011 numerosi paesi dell’Unione Europea hanno incrementato la pressione
delle imposte ricorrenti sugli immobili, soprattutto durante l’ultimo triennio in linea con le raccomandazioni
della Commissione Europea che suggeriscono di spostare gradualmente l’asse di prelievo dalle imposte sul
lavoro e sul capitale – dannosi per la crescita in quanto scoraggiano l’occupazione e deprimono gli
investimenti -, alle imposte sui consumi e sulla proprietà7.
Per l’Italia tale variazione si è verificata nel 2012 con l’introduzione dell’IMU che ha tra l’altro comportato,
rispetto al regime dell’ICI, l’estensione della base imponibile, l’aumento dell’imponibile con l’applicazione di
appositi moltiplicatori al valore catastale e l’incremento delle aliquote.
7
In particolare, per l’Italia, le raccomandazioni sul sistema fiscale sono rivolte a promuovere la crescita economica e la
competitività nel rispetto degli impegni assunti per il consolidamento dei conti pubblici
http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-your-country/italia/index_en.htm
Variazione della pressione delle imposte
ricorrenti sugli immobili nei paesi dell'UE
(2000-2011)
in punti percentuali
EL
FR
IE
ES
DK
PT
UK
RO
BG
FI
HU
BE
NO
CY
SK
SI
PL
DE
CZ
AT
MT
LU
LV
NL
LT
IT
EE
SE
EU27
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
Nei paesi dell’UE la tassazione degli immobili riveste un ruolo di rilievo per i governi locali, soprattutto
attraverso le imposte riscosse periodicamente. Infatti, il gettito dell’imposta ricorrente sugli immobili
versata a livello locale rappresenta in alcuni stati (tra cui il Belgio e la Francia) circa la metà delle entrate
tributarie locali, nel Regno Unito copre la totalità del gettito locale, mentre il suo contributo in Italia si
attestava nel 2011, prima dell’introduzione dell’IMU con la devoluzione del gettito sull’abitazione principale
e di parte del gettito delle altre abitazioni, ad appena il 9%.
In % del gettito locale totale
Imposte ricorrenti sugli immobili versate alle
amministrazioni locali nei principali paesi dell'UE (2011)
IT
DE
ES
FR
BE
UK
-
10
20
Fonte: Elaborazione su dati OECD
30
40
50
60
70
80
90
100
Appendice statistica
Entrate tributarie correnti dei Comuni
Milioni di euro
1992
3156
1995
2262
2000
1917
2001
2101
2002
2499
2003
3014
Imposte dirette
di cui:
- addizionale IRPEF
582
864 1099 1576
- ICI-IMU (aree edificabili)
723
919
953 1044 1084
Imposte indirette
2131 9221 11646 12250 13416 14146
di cui:
- ICI-IMU (al netto aree
6727 8435 8744 9581 9951
edificabili)
Totale entrate tributarie
5287 11483 14351 14351 15915 17160
di cui:
- ICI-IMU
0 7450 9354 9697 10625 11035
Totale entrate correnti
29111 32260 39539 42209 43679 46159
Entrate tributarie/entrate
18%
36%
36%
34%
36%
37%
correnti (%)
ICI-IMU/entrate tributarie (%)
0%
65%
65%
68%
67%
64%
Fonte: A. Buoncompagni, S. Momigliano (2013)
2004
3229
2005
2748
2006
2686
2007
3695
2008
3905
2009
3808
2010
3910
2011
4362
2012
5849
1630 1528 1563 2467 2922 2812 2892 3225 3919
1135
819
649
763
580
567
579
588
605
14847 15370 16074 16748 13722 12956 12953 13772 18010
10417 10885 11441 11980
9105
8894
9084
9230 15004
18076 18118 18760 20443 17627 16764 16863 18134 23859
11552 11704 12090 12743 9685 9461 9663 9818 15609
49583 50301 54226 53442 56479 59169 57416 58248 58190
36%
36%
35%
38%
31%
28%
29%
31%
41%
64%
65%
64%
62%
55%
56%
57%
54%
65%
Imposte sul patrimonio nei paesi dell’UE (2011)
Imposte sul patrimonio
Imposte ricorrenti sugli immobili
Totale
Governo
locale
Totale
Sigla
Paese
% sul PIL
% sul totale
gettito fiscale
% sul PIL
% sul totale
gettito fiscale
% sul totale
gettito del
governo
locale
BE
BG
CZ
DK
DE
EE
IE
EL
ES
FR
IT
CY
LV
LT
LU
HU
MT
NL
AT
PL
PT
RO
SI
Belgio
Bulgaria
Rep. Ceca
Danimarca
Germania
Estonia
Irlanda
Grecia
Spagna
Francia
Italia
Cipro
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Ungheria
Malta
Paesi Bassi
Austria
Polonia
Portogallo
Romania
Slovenia
Rep.
Slovacchia
Finlandia
Svezia
Regno Unito
3.2
0.6
0.5
2.7
0.9
0.3
1.2
1.6
2.0
3.2
2.1
0.8
1.0
0.5
1.2
1.1
1.0
1.1
0.5
1.2
1.1
0.8
0.6
7.3
2.1
1.6
5.6
2.2
1.0
4.0
5.0
6.4
7.2
4.9
2.2
3.5
1.8
3.2
3.0
3.1
2.9
1.2
3.6
3.3
2.9
1.6
1.3
0.3
0.2
2.1
0.5
0.3
0.9
1.1
1.0
1.9
0.7
0.5
0.9
0.3
0.1
0.3
0.0
0.5
0.2
1.2
0.7
0.7
0.5
3.0
1.1
0.6
4.4
1.2
1.0
3.3
3.3
3.2
4.3
1.5
1.5
3.1
1.2
0.2
0.9
0.0
1.4
0.5
3.6
2.0
2.4
1.3
53.3
0.4
1.5
0.4
1.4
50.9
1.1
1.0
4.2
2.1
2.6
2.3
11.5
5.3
0.6
0.8
3.4
1.3
1.5
1.8
9.4
3.2
6.3
2.6
100.0
SK
FI
SE
UK
EU27
Fonte: Eurostat e OECD
(*) 2010
51.6
10.9
15.1
7.4
100.0*
24.0*
32.3
43.2
9.0
4.1
15.2
47.6*
15.0
29.1*
33.9*
12.1
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