indagine di mercato sulla filiera mitilicola pugliese

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indagine di mercato sulla filiera mitilicola pugliese
 INDAGINE DI MERCATO SULLA FILIERA MITILICOLA PUGLIESE Centro Ittico Tarantino Progetto “Valorizzazione delle mitilicolture pugliesi” finanziato dal FEP 2007-­‐2013 Mis. 3.4; www.scegliereimitili.eu A. Giuffrè, 2012 1 SOMMARIO PREMESSA……………………………………………………………………………..pag. 4 1.
ACQUACOLTURA E MITILICOLTURA Proiezioni e dati generali........................................................pag. 6 1.1-­‐ Mitilicoltura…………………………………………………………..pag. 11 1.2-­‐ Produzione nazionale mitili…………………………………..pag. 13 1.3-­‐ Fattori che influenzano il mercato nazionale…………pag. 18 1.4-­‐ Distribuzione del prodotto…………………………………….pag. 22 1.5-­‐ Andamento dei prezzi al consumo e tendenze.………pag. 24 2. IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE……………………………….pag. 29 3. TECNICHE PRODUTTIVE…………………………………………………pag. 33 4. TRASFORMAZIONE ED ELABORAZIONE DEL PRODOTTO, NUOVA FRONTIERA DEL MERCATO DEI MITILI…………………………..pag. 38 6. BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………………pag.49 INDICE DEI GRAFICI Grafico n. 1 – La produzione ittica generale (2010/11)…………………..pag. 9 Grafico n. 2 – Acquacoltura: Paesi maggiori produttori (2009)……….pag. 10 Grafico n. 3 – Produzione nazionale mitili in quantità e valore (2004/10)……………………………………………………………………………………….pag. 13 Grafico n. 4 – Produzione mitilicola pugliese (2011)………….................pag. 15 Grafico n. 5 – Aree occupate dalla mitilicoltura pugliese…………………pag. 16 Grafico n. 6 – Numero degli impianti mitilicoli della Regione Puglia pag. 17 Grafico n. 7 – Valore in € della produzione mitilicola pugliese………..pag. 18 Grafico n. 8 – Dinamica della distribuzione……………………………………..pag. 22 Grafico n. 9 – Suddivisione per tipologia di mercato (2008/12)………pag. 23 Grafico n. 10 – Prezzi mercato alla produzione (2008/12)………………pag. 25 Grafico n. 11 – Prezzi mercato alla redistribuzione (2008/12)………..pag. 26 2 Grafico n. 12 – Prezzi mercato misto (2008/12)………………………………pag. 27 Grafico n. 13 – Prodotti ittici importati…………………………………………….pag. 29 Grafico n. 14 – Categorie dei mitili importati (%)…………………………….pag. 30 Grafico n. 15 – Importazione dei mitili verso l’Italia (%)………………….pag. 31 Grafico n. 16 – Importazione dei mitili per quantità e valore (2007/11)………………………………………………………………………………………...pag. 31 Grafico n. 17 – Esportazione dei mitili per quantità e valore (2007/11)………………………………………………………………………………………...pag. 32 3 INDAGINE DI MERCATO PREMESSA Nella commercializzazione e produzione dei prodotti ittici l’ acquacoltura, da sempre, ha costituito un settore importante che, negli ultimi tempi, a livello mondiale e nazionale ha assunto un ancor più rilevante valore economico. In tale ambito la mitilicoltura si va affermando sempre più come segmento di particolare importanza. Sul piano nazionale, in particolar modo per le comunità marittime lungo la riviera adriatica e ionica, questo tipo di coltivazione rappresenta un’ isola di micro economia. In Puglia per esempio, nonostante i recenti problemi riscontrati nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto a causa dell’ inquinamento da diossina e PCB, il settore rimane comunque importante, se non a livello assoluto, almeno per quelle marinerie ( Lesina, Cagnano Varano, Manfredonia e soprattutto Taranto), nelle quali è ancora un importante volano economico locale. Inoltre, anche in un quadro socio economico generale non esaltante, la mitilicoltura continua a mantenere tassi di occupazione di tutto rispetto. Lo scopo del presente studio è quello di analizzare l’andamento del settore specifico della mitilicoltura tenendo conto, relativamente al nostro Paese, anche dei valori dell’importazione, ed esaminando, altresì, il quadro internazionale, nazionale e regionale pugliese. Il lavoro ha tenuto conto sia dello aspetto produttivo, con particolare riguardo a nuove tecniche di allevamento,che di quello commerciale considerando i vari fattori che influenzano l’andamento del mercato e determinano i prezzi al consumo. 4 Pur non avendo preso in considerazione gli aspetti legati alle novelle apportate alla normativa nazionale e comunitaria in materia, non va sottaciuta l’influenza che anche questi fattori hanno avuto sull’intero comparto. Da ultima, ma non per ultima, così come già evidenziato, va considerata l’incidenza dei fattori ambientali sull’ intera filiera, fattori che meritano particolare attenzione al fine di poter presentare al consumatore finale un prodotto che abbia i migliori requisiti di sicurezza. In definitiva, il presente lavoro, oltre a voler rappresentare l’attuale stato di salute della mitilicoltura regionale, vuole anche costituire un incentivo alla valorizzazione ed allo sviluppo di un settore che ancora oggi è ancorato ad una visione “artigianale” della produzione, stimolando gli addetti ai lavori ad avere un approccio più moderno al fine di poter essere più competitivi in un mercato che va assumendo sempre più connotati di globalizzazione. 5 ACQUACOLTURA E MITILICOLTURA I prodotti ittici costituiscono una parte cospicua dell’alimentazione umana con un trend in continua crescita. Nell’ambito del consumo un ruolo primario assume l’acquacoltura, il cui contributo alla produzione risulta ormai prevalente rispetto alle attività di cattura. A fronte di una costante crescita delle produzioni da acquacoltura, infatti, la pesca, soprattutto a causa di uno sforzo di pesca non sostenibile, ha diminuito gradualmente il suo apporto e si prevede che la tendenza verrà confermata nei prossimi anni, sia per gli alti costi di produzione legati anche all’aumento del prezzo dei carburanti, che per effetto delle politiche di risanamento degli stock ittici sovra sfruttati. Secondo il rapporto “ The State of World Fisheries and Aquaculture 2012 “ pubblicato dalla FAO, “Pesca ed Acquacoltura sostenibili hanno un ruolo vitale per milioni di persone, nel garantire loro sicurezza nutrizionale ed alimentare, e fornire mezzi di sussistenza”. In apertura della 30° sessione della Commissione pesca della FAO, è stato reso noto che il settore ha raggiunto nella produzione di pesce per il consumo umano la cifra record di 128 milioni di tonnellate con una media di 18,4 kg a persona fornendo a più di 4,3 miliardi di persone circa il 15% dell’apporto proteico di origine animale, fornendo, altresì fonte di reddito per 55 milioni di persone. 6 Nel 2021 il consumo di pesce mondiale dovrebbe raggiungere circa i 20 kg procapite, registrando così un aumento del 16% rispetto alla media del periodo 2009/2011. La crescita sarà comunque influenzata da un eventuale aumento dei prezzi. La FAO prevede in ogni caso per il prossimo decennio un aumento della produzione derivante dall’acquacoltura del 33% , con una previsione di superamento del pesce allevato sul pesce catturato entro il 2018. La produzione mondiale della pesca e dell’acquacoltura, sempre secondo la FAO ammonterà nel 2021 a 172 milioni di tonnellate e l’ acquacoltura nel periodo 2012/2021 produrrà circa 79 milioni di tonnellate di prodotto in più, mentre la pesca tradizionale subirà una crescita del solo 3%. La pesca e l’ acquacoltura costituiranno pertanto, stando alle dichiarazioni del direttore generale della FAO, un elemento vitale nell’economia mondiale e dei singoli Paesi andando ad incrementare il già significativo valore economico del 2010 che si era attestato intorno ai 217,5 miliardi di dollari. Anche alla luce di alcuni avvenimenti disastrosi che hanno negativamente influenzato il settore della pesca tradizionale e dell’ economia ad esso collegata, si è potuto constatare come l’ acquacoltura abbia rappresentato e rappresenti una risorsa a valore aggiunto che non è stata negativamente influenzata da quegli eventi , ma anzi a volte, ne è uscita rafforzata. 7 Quanto sopra viene evidenziato, in “ Fish and Seafood Aquaculture in the US Industry Market Research Report Now Available from IBIS World “,da cui si evince che, dopo un periodo di grave crisi conseguente al calo della domanda di prodotto ittico a seguito della fuoriuscita di petrolio nel golfo del messico dalla Deepwater Horizon 2010, l’industria dell’ acquacoltura di pesce e frutti di mare subirà un miglioramento nei prossimi 5 anni. Infatti, nonostante la pubblicità negativa derivante dallo sversamento in mare, la marea nera non è riuscita ad avere un impatto negativo nel settore dell’acquacoltura, che ha mantenuto lo stesso livello del business, ma anzi, data la natura di operatività nelle acque interne ne ha aumentato il giro di affari. L’ analista Josh McBee afferma, infatti, che il settore dell’acquacoltura ha visto la domanda aumentare a causa della scarsa quantità di pesce selvatico disponibile. Nell’ambito della ostricoltura i biologi marini stanno cercando di integrare le popolazioni naturali di ostriche con esemplari provenienti da allevamenti. Questo trend positivo dovrebbe comportare, oltre alla graduale ripresa del settore ittico, un aumento delle entrate per una cifra stimata di 1,2 miliardi di dollari. Al di la di questi fattori contingenti, a causa della domanda crescente e dello stato di sovrasfruttamento ormai generalizzato nel mondo, i prodotti dell’acquacoltura nel mercato statunitense e non solo , hanno un potenziale significativo di crescita nei prossimi cinque anni. 8 Considerando, quindi, che il potenziale di crescita sarà legato ad una domanda crescente da parte delle economie emergenti , in particolare in Asia ed America Latina , il settore dell’acquacoltura conoscerà, in futuro, un enorme sviluppo favorito dall’ azione degli Stati che attueranno, in questo settore, misure idonee a favorirne l’ implementazione. LA PRODUZIONE ITTICA GENERALE (2010/11) PESCA TRADIZIONALE; 59,5% ACQUACOLTURA; 40,5% ACQUACOLTURA PESCA TRADIZIONALE Grafico 1 -­‐ Fonte: elaborazioni ISMEA su dati FAO, www.ismea.it La produzione mondiale, proveniente dall’acquacoltura, è stata per il 2009 pari a circa 60 milioni di tonnellate, di queste il 62,5%, pari a 34,8 milioni di tonnellate, sono state prodotte dalla Cina. Di seguito troviamo l’India con il 6,8% (3,8 mil. di tonn), il Vietnam con il 4,6% (2,6 mil. di tonn), l’Indonesia con il 3,1% (1,7 mil di tonn), la Thailandia con il 2,5% (1,4 mil di tonn) ed il Bangladesh con l’ 1,9% (1,1 mil. di tonn). 9 Tra i dieci Paesi maggiori produttori figurano, inoltre, la Norvegia, primo paese europeo con l’1,9% ed il Cile primo paese del Sud America con l’1,4%. PAESI MAGGIORI PRODUTTORI (2009) CILE, 1% NORVEGIA, 2% BANGLADESH, 2% THAILANDIA, 3% CINA ALTRI, 15% INDIA VIETNAM INDONESIA, 3% INDONESIA CINA, 62% THAILANDIA BANGLADESH NORVEGIA VIETNAM, 5% CILE ALTRI INDIA, 7% Grafico 2 -­‐ Fonte: elaborazioni ISMEA su dati FAO, www.ismea.it 10 1.1 MITILICOLTURA La produzione della mitilicoltura sta conoscendo un periodo particolarmente felice. Valga per tutti la dichiarazione rilasciata da Stephen Cameron amministratore delegato del gruppo scozzese Marketing Shellfish (SSMG) il quale, presso l’associazione dei molluschi della Gran Bretagna nel corso della conferenza mondiale annuale del maggio 2012, ha dichiarato: “ le cozze stanno rapidamente guadagnando popolarità presso i consumatori come un sano, conveniente e gustoso prodotto ”. In Inghilterra le cozze costituiscono il 3% dei prodotti ittici venduti ogni anno con circa 4.000 tonnellate di prodotto ed un valore di circa 21 milioni di sterline. La produzione mondiale di mitili interessa principalmente la Cina, la Thailandia, il Cile e la Nuova Zelanda per i Paesi extra U.E. e, oltre l’Italia, la Spagna, la Francia, e la Grecia per l’Europa. PAESI EXTRA UE
CINA
THAILANDIA
CILE
NEW ZELAND
PAESI UE
SPAGNA
FRANCIA
GRECIA
2007
448.667
228.250
155.183
99.500
2008
479.902
203.213
189.321
100.100
2009
637.373
193.626
169.066
89.850
2010
702.157
166.927
224.015
95.168
209.633
72.760
22.179
180.265
78.526
21.078
198.531
76.823
22.383
189.090
76.800
22.500
Fonte: Elaborazioni dati FAO -­‐ Fisheries and Aquacolture Information and Statistics Service. Come si evince dalla tabella sopra indicata la Cina ed il Cile continuano a mantenere un livello di crescita della produzione che nel 2010 segna, rispetto al 11 2007, un incremento di circa il 50%, mentre tra i paesi europei la Spagna, pur mantenendo il primato nella produzione, segna per gli anni 2008/10 una riduzione. Il 15% dei mitili consumati in Europa è importato da Paesi extra europei. A questo punto una particolare attenzione merita lo sviluppo che la produzione mitilicola sta avendo in Cile, con riferimento anche all’ esportazione ed alla sua presenza sui mercati internazionali. Nel 2010 il Cile ha esportato 47.734 tonnellate di cozze con un incremento rispetto al 2005 di 18.755 tonnellate ed un volume di affari di 106,8 milioni di dollari per il 2010 con un incremento del 13,2% rispetto al 2009. Questo in accordo con il “ Program to Encourage Chilean Exports (ProChile) “. Nel 2010 il Cile ha esportato in Spagna il 26%, in Francia il 17%, in Italia il 13%, negli Stati Uniti l’ 11% ed in Inghilterra il 6%. Il rimanente 27% nel resto del mondo. ( Fonte: Matias Ristenpart for Infosurhoy.com-­‐23/05/2011 ) Per quanto attiene invece l’ Italia, la produzione di mitili nell’anno 2010 è stata per tutto il territorio pari a 64.256 tonnellate . ITALIA
2007
58.479
2008
67.239
2009
76.800
2010
64.256
Fonte: Elaborazioni dati FAO -­‐ Fisheries and Aquacolture Information and Statistics Service. 12 Tali dati vanno tuttavia considerati non esaustivi e comunque per difetto, in quanto il sistema di monitoraggio, specialmente nell’area meridionale, è resa difficoltosa dalla mancanza di omogeneità e regolarità nel fornire le informazioni da parte dei produttori. L’attività nazionale attiene esclusivamente alla produzione della specie Mitylus galloprovincialis ed ha avuto un trend positivo fino all’anno 2009, con un significativo incremento tra gli anni 2004/05, una flessione tra gli anni 2006/07 ed una significativa ripresa negli anni 2008/09. 1.2 PRODUZIONE NAZIONALE MITILI
100'000 90'000 80'000 70'000 60'000 QUANTITA'(tonn) 50'000 VALORE(USD 000) 40'000 30'000 20'000 10'000 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Grafico 3 -­‐ Fonte: Elaborazioni dati FAO -­‐ Fisheries and Aquacolture Information and Statistics Service. 13 Notiamo anche come tra il 2009/10 il settore ha subito una importante riduzione della produttività dovuta ad una serie di fattori che hanno influenzato negativamente l’attività. Una delle cause è sicuramente l’insorgenza di criticità ambientali che, hanno interessato e che interessano tutt’ora la zona di Taranto, dove grossi quantitativi di prodotti coltivati nel primo seno di Mar Piccolo sono stati distrutti per mancanza dei requisiti sanitari richiesti per legge. Per quanto riguarda la stima produttiva degli impianti censiti nella Regione Puglia, come osserviamo nel grafico, nel nord della Regione è presente una produzione di 21.493 T, pari al 73,63% del totale; nella provincia tarantina si producono invece 6.233 T (21,60%), valore ridimensionato negli ultimi anni a causa delle criticità ambientali più volte richiamate; infine, le province di Brindisi e Lecce che contribuiscono con il 4,77% del prodotto, pari a 1.392 tonnellate. 14 PRODUZIONE MITILICOLA PUGLIESE (2011) PROVINCIA DI TARANTO, 21% PROVINCE DI BRINDISI E LECCE, 5% PROVINCE DI BARI E FOGGIA PROVINCE DI BARI E FOGGIA, 74% PROVINCIA DI TARANTO PROVINCE DI BRINDISI E LECCE Grafico 4 -­‐ Fonte: A. Giuffrè -­‐ Elaborazione dati statistici sulla mitilicoltura pugliese 2011 Nel grafico n. 5 si evidenzia la superficie delle aree della costa pugliese destinate alla mitilicoltura. La superficie più ampia, con il 91%, risulta essere quella relativa alla fascia costiera del nord della Puglia, nella quale i cinque impianti di mitilicoltura esistenti occupano circa 20 milioni di mq. di specchio acqueo. Grazie all’elevata disponibilità di aree destinate alla mitilicoltura questa zona vanta gli impianti più grandi d’Europa, con long-­‐line lunghi anche 3-­‐4 km. Circa l’8% della superficie complessiva è invece occupato dagli impianti della provincia di Taranto, precisamente nelle zone di Mar Grande e Mar Piccolo, con concessioni sicuramente più numerose, ma con estensioni limitate dovute all’elevata concentrazione in un’area meno ampia e lineare. A seguito di delibera comunale è attualmente previsto che tutti gli impianti nel primo seno del Mar Piccolo vengano spostati nel Mar Grande. Infine, l’1% circa dell’area totale è occupato dagli impianti delle province di 15 Brindisi e Lecce con due impianti in zona Punta Riso ed uno a Castro. AREE OCCUPATE DALLA MITILICOLTURA PUGLIESE PROVINCIA DI TARANTO; 1.127.687 mq PROVINCE DI BR-­‐
LE; 133.181 mq PROVINCIA DI TARANTO PROVINCE DI BA-­‐
FG; 19.340.556 mq PROVINCE DI BR-­‐LE PROVINCE DI BA-­‐FG Grafico 5 -­‐ Fonte: A. Giuffrè -­‐ Elaborazione dati statistici sulla mitilicoltura pugliese 2011 Il numero degli impianti, insistenti nelle predette superfici e suddivisi per aree di produzione, è evidenziato nel grafico n. 6 di seguito riportato. NUMERO DEGLI IMPIANTI MITILICOLI DELLA REGIONE PUGLIA PROVINCE DI BR-­‐
LE; n. 3 PROVINCE DI BA-­‐
FG; n. 5 PROVINCIA DI TARANTO PROVINCIA DI TARANTO; n. 87 PROVINCE DI BR-­‐LE PROVINCE DI BA-­‐FG 16 Grafico 6 -­‐ Fonte: A. Giuffrè -­‐ Elaborazione dati statistici sulla mitilicoltura pugliese 2011 Ovviamente, la ridotta produttività ha comportato una diminuzione del valore totale del prodotto stesso incidendo, quindi, negativamente sull’economia del settore. (GRAFICO n. 7) VALORE IN € DELLA PRODUZIONE MITILICOLA PUGLIESE 2'492'964.00 556'650.00 PROVINCIA DI TARANTO 8'597'200.00 PROVINCE DI BR-­‐LE PROVINCE DI BA-­‐FG Grafico 7 -­‐ Fonte: A. Giuffrè -­‐ Elaborazione dati statistici sulla mitilicoltura pugliese 2011 17 1.3 FATTORI CHE INFLUENZANO IL MERCATO NAZIONALE La diatriba che investe il consumo del pesce allevato e del pesce pescato non trova rispondenza nel consumo dei mitili in quanto il prodotto immesso sul mercato è nella quasi totalità proveniente da allevamenti. Questo aspetto fa si che da parte del consumatore vi sia meno incertezza e meno suggestione al momento dell’acquisto. Ciò non di meno, anche il mercato dei mitili risponde a logiche di scelta legate a fattori peculiari del settore. Un primo fattore è dato dalla particolarità della produzione dei mitili che è legata a cicli fissi connessi alla stagionalità delle fasi di allevamento. Questo fa sì che la commercializzazione durante il corso dell’anno venga effettuata in maniera disomogenea, essendo legata strettamente alla disponibilità del prodotto e quest’ultima all’andamento della coltivazione. Così come evidenziato, in seguito, nel paragrafo relativo alle nuove metodiche sperimentate per la produzione e la conservazione, ultimamente si sta procedendo a modificare i sistemi tradizionali cercando di velocizzare le operazioni di trattamento delle reste nel tentativo di poter disporre nel corso dell’anno di più prodotto da immettere sul mercato. Ciò comporterebbe la possibilità di una commercializzazione meno stagionale dei mitili e quindi assicurerebbe al settore una fonte di reddito più continua. 18 Altro fattore è costituito dal luogo di acquisto dei prodotti ittici freschi, distinguendo tra la vendita che avviene in zone litoranee e quello che invece avviene all’interno. A ciò va aggiunta la tipologia dei punti di vendita, distinguendo tra mercati rionali, pescherie e la grande distribuzione organizzata(GDO). La differenza tra la vendita lungo la costa e quella nei paesi interni è data principalmente dall’abitudine del consumatore costiero a confrontarsi con un prodotto al quale viene attribuita una maggiore freschezza, rafforzata dalla continuità del rapporto tra acquirente e venditore, attraverso la quale si stabilisce una empatia, con particolare riguardo alla qualità del prodotto. Sempre lungo la costa, e per i motivi sopra indicati, il consumatore preferisce rivolgersi al mercato rionale o alla piccola vendita al dettaglio, trascurando per intima convinzione di rivolgersi direttamente agli allevatori, convinto come è di trovarsi sicuramente di fronte ad un prodotto avente elevati requisiti di freschezza. Tutto ciò comporta anche una certa predisposizione a sopportare un maggior costo proprio perché i prodotti sono considerati sicuramente genuini. Tale situazione finisce con il determinare un vantaggio per il venditore, che quasi mai nella mitilicoltura si identifica con il produttore, al quale il prodotto giunge attraverso una filiera corta caratterizzata da pochi passaggi che 19 consentono di raggiungere il consumatore senza gravare il costo finale con gli oneri determinati da troppe transazioni intermedie. Per quanto attiene invece il consumatore dell’entroterra, con l’ eccezione dell’ eventuale periodo di vacanza al mare, nel corso del quale tende ad assumere lo stesso atteggiamento del consumatore costiero, l’ approccio al consumo è meno emotivo e più tendente a ricercare un prodotto quanto più possibile controllato, avendo la convinzione che solo attraverso tali controlli sia garantita la genuinità del prodotto stesso. Questo fa si che tale tipologia di consumatore si orienti verso piattaforme della grande distribuzione(GDO). Tale tipo di scelta nelle zone più antropizzate spesso si appalesa quasi come una necessità dato che il consumatore può disporre, a fronte di una limitata disponibilità di tempo e della mancanza del negozio sotto casa, di una offerta diversificata dove poter soddisfare contemporaneamente le sue varie esigenze. Sempre relativamente alle abitudini del consumatore, negli ultimi tempi è apparsa una certa propensione a rivolgersi agli iper-­‐mercati anche da parte dei consumatori tradizionalmente più affezionati al piccolo rivenditore. La presenza di una filiera lunga in termini commerciali fa si che il produttore perda via via la percezione del costo finale del prodotto e che per lui la mancanza di incidenza sul costo al consumo determini una riduzione del guadagno. 20 Da un’indagine effettuata a livello nazionale e regionale è emerso che il prodotto che ha subito il trattamento obbligatorio per legge presso i CDM (Centro Depurazione Mitili) viene immesso sul mercato con le seguenti percentuali: 50% dai grossisti, il 35% dalla GDO e il 15% dall’Ho.re.ca (hotellerie-­‐restorant-­‐
catering). DINAMICA DELLA DISTRIBUZIONE Ho.re.ca, 15% GROSSISTI, 50% GDO, 35% GROSSISTI GDO Ho.re.ca Grafico 8 – Fonte: Elaborazione dati ISMEA, www.ismea.it 21 1.4 DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO I mitili coltivati, nella quasi totalità, vengono immessi sul mercato vivi o frschi, rispondendo nei luoghi di maggior consumo ad una domanda incentrata principalmente a soddisfare una clientela che si adatta difficilmente ad un prodotto conservato e/o lavorato. Passiamo ora ad esaminare l’andamento della movimentazione dei mitili in base ai mercati di vendita che si suddividono in: mercati alla produzione(ACITREZZA, ANCONA E CESENATICO), alla redistribuzione (MILANO, ROMA E TORINO) ed al mercato misto (CATANIA, CHIOGGIA E TRIESTE). QUANTITATIVI (TONN) DI PRODOTTO SUDDIVISI PER TIPOLOGIA DI MERCATO
600 500 400 MERCATO ALLA PRODUZIONE 300 MERCATO DI REDISTRIBUZIONE 200 MERCATO MISTO 100 0 2008 2009 2010 2011 2012 Grafico 9 -­‐ Fonte: Elaborazione dati ISMEA, www.ismea.it *2012: il periodo di osservazione si riferisce ai primi 5 mesi. 22 Relativamente allo stato fisico in cui si trovava il prodotto al momento della vendita, vediamo che in base ai mercati di riferimento il prodotto immesso sul mercato era per la quasi totalità appartenente alla tipologia del fresco/refrigerato. 1.5 ANDAMENTO DEI PREZZI AL CONSUMO L’esame dell’andamento dei prezzi al consumo è stato condotto utilizzando i dati relativi agli anni dal 2008 ai primi 5 mesi del 2012 con riferimento alla movimentazione dei mitili avvenuta nei mercati nazionali: -­‐ALLA PRODUZIONE -­‐ALLA REDISTRIBUZIONE -­‐MISTO Dall’osservazione dei prezzi risultanti dalle movimentazioni avvenute nei mercati nazionali si può osservare come percentualmente il trend del mercato stesso ha subito variazioni non omogenee nei tre punti di vendita presi in esame. 23 PREZZI DEL MERCATO ALLA PRODUZIONE 4.50 4.00 3.50 3.00 2.50 MAX (€) 2.00 MIN (€) 1.50 1.00 0.50 0.00 2008 2009 2010 2011 2012 Grafico 10 -­‐ Fonte: Elaborazione dati ISMEA, www.ismea.it *2012: il periodo di osservazione si riferisce ai primi 5 mesi. Nei mercati alla produzione, il prezzo minimo -­‐ dopo un’impennata verificatasi nel 2010 -­‐ si è assestato su valori molto più bassi, e dopo un calo di circa il 70% nel 2011 ha avuto una ripresa di circa il 10% nel 2012. Stesso discorso vale naturalmente per il prezzo massimo. 24 PREZZI DEL MERCATO ALLA REDISTRIBUZIONE 3.00 2.50 2.00 MAX (€) 1.50 MIN (€) 1.00 0.50 0.00 2008 2009 2010 2011 2012 Grafico 11 -­‐ Fonte: Elaborazione dati ISMEA, www.ismea.it *2012: il periodo di osservazione si riferisce ai primi 5 mesi Relativamente al prezzo minimo assistiamo ad un trend positivo che raggiunge, considerato il periodo in osservazione, un +33%. Per il prezzo massimo la quotazione si attesta nel periodo 2008/2012 ad un +10% con un picco nel biennio 2010/11 pari a circa il 20% rispetto al 2008. 25 PREZZI DEL MERCATO MISTO 1.80 1.60 1.40 1.20 1.00 MAX (€) 0.80 MIN (€) 0.60 0.40 0.20 0.00 2008 2009 2010 2011 2012 Grafico 12 -­‐ Fonte: Elaborazione dati ISMEA, www.ismea.it *2012: il periodo di osservazione si riferisce ai primi 5 mesi Osserviamo qui un aumento, per il prezzo minimo, pari a circa il 28% con un picco nel 2010 che supera il 50%. Per il prezzo massimo registriamo, sempre nel periodo 2008/12, un aumento complessivo del 10% con un picco nel 2010 pari a circa il 40% rispetto al 2008. Ulteriore e non trascurabile fattore sul prezzo è la maggiore o minore produzione e di conseguenza il maggiore o minore quantitativo di mitili che vengono immessi sul mercato. 26 Da ciò, pertanto, deriva la necessità che l’offerta sia proporzionata alla domanda e che non si venga a determinare un surplus di produzione che finisca con lo svilire il valore del prodotto stesso. Il 10% di tutto il prodotto è destinato all’esportazione nonostante la domanda interna non sia soddisfatta dalla sola produzione nazionale. Ciò comporta la necessità di dover ricorrere all’importazione di prodotto fresco. 27 2. IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE Relativamente all’importazione, i mitili , vivi o freschi, hanno rappresentato nel 2010 il 2,6% del totale dei prodotti ittici importati. PRODOTTI ITTICI IMPORTATI MITILI O COZZE, 3% MITILI O COZZE ALTRI ALTRI, 97% Grafico 13 -­‐ Fonte: Elaborazione ISMEA su dati EUROSTAT, www.ismea.it Del totale dei mitili importati, considerando come anno di riferimento il 2010, su un totale di 37.108 tonnellate, il 62,2% è costituito da mitili vivi, freschi o refrigerati; l’8,5% da mitili diversi da vivi, freschi o refrigerati; il 25,3% da carne di mitili preparata. Di tutti questi il 98% è costituito da Mytilus spp (M. Galloprovincialis e M. edulis ) il 2% da Perna spp. 28 CATEGORIE DEI MITILI IMPORTATI CARNE DI MITILI PREPARATA, 25% VIVI,FRSCHI O REFRIGERATI DIVERSI DA VIVI,FRESCHI O REFRIGERATI CARNE DI MITILI PREPARATA DIVERSI DA VIVI,FRESCHI O REFRIGERATI; 9% VIVI,FRSCHI O REFRIGERATI, 66% Grafico 14 -­‐ Fonte: Elaborazione ISMEA su dati EUROSTAT, www.ismea.it Suddividendoli per Paesi di provenienza, la Spagna è interessata per l’81,7%, la Grecia per il 14,9%, l’Irlanda per l’1,7%, la Francia per l’1,0% e Danimarca, Olanda, Slovenia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Germania in via decrescente per meno dello 0,7%. 29 IMPORTAZIONE DI MITILI VERSO L'ITALIA FRANCIA, 1% IRLANDA; 1,7% GRECIA; 14,9% ALTRI; 0,7% SPAGNA GRECIA SPAGNA; 81,7% IRLANDA FRANCIA ALTRI Grafico 15 -­‐ Fonte: Elaborazione ISMEA su dati ISTAT, www.ismea.it E’ utile ora, per avere un quadro completo della movimentazione dei mitili, in import ed export relativamente all’Italia, esaminare l’andamento gli ultimi 5 anni. IMPORTAZIONE DI MITILI 80'000 70'000 60'000 50'000 TONNELLATE 40'000 VALORE (USD 000) 30'000 20'000 10'000 0 2007 2008 2009 2010 2011 Grafico 16 – Fonte: Elaborazioni dati FAO -­‐ Fisheries and Aquacolture Information and Statistics Service. 30 ESPORTAZIONE DI MITILI 16'000 14'000 12'000 10'000 TONNELLATE 8'000 VALORE (USD 000) 6'000 4'000 2'000 0 2007 2008 2009 2010 2011 Grafico 17 -­‐ Fonte: Elaborazioni dati FAO -­‐ Fisheries and Aquacolture Information and Statistics Service. 31 3. NUOVE TECNICHE PRODUTTIVE La mitilicoltura italiana utilizza principalmente due sistemi di allevamento: sistema fisso e sistema flottante. Il sistema fisso è il sistema tradizionale che è stato utilizzato nel corso degli anni fino a quando non è stato gradualmente sostituito dai così detti long-­‐lines e consiste in pali incrociati ed infissi sul fondo delimitanti il perimetro dell’area di coltura. Tale area viene poi suddivisa in quadrati all’interno dei quali avviene la coltivazione mediante pergolati. Il sistema fisso è ancora utilizzato nel Mar Piccolo e Mar Grande di Taranto limitatamente agli stenditoi che costituiscono ancora oggi una parte importante dell’impianto, per il resto è stato totalmente sostituito dal sistema flottante che si basa su filari, detti ventie, resi galleggianti per mezzo di boe e gavitelli, costituendo così delle campate alle quali vengono sospese le reste. Il sistema flottante può essere a monoventia o a più ventie (detto long-­‐line Triestino). In Italia, nel 2009, gli impianti nel loro complesso disponevano di circa 2.700.000 ml di long-­‐lines, con valori medi per ciascuna impresa di circa 10.000 ml. Abbiamo ragione di ritenere che tali valori non abbiano subito, nel corso degli ultimi due anni, significative modificazioni, essendo il settore, per il momento, in una situazione di staticità evolutiva. Altri sistemi sono stati sperimentati per rendere più economico e più ecosostenibile la produzione dei mitili. All’European Sea Food Exposition 2012, la Smart Farm AS, società norvegese che opera nel settore dell’allevamento dei molluschi bivalvi e delle alghe, ha 32 presentato una nuova tipologia di impianto che sostituisce il sistema long-­‐line. Questo nuovo sistema, che prevede l’utilizzo di una serie di tubolari in PVC galleggianti al posto dei long-­‐lines con boe, garantisce una buona crescita, riduce i costi del lavoro e ne migliora le condizioni.Il sistema di raccolta dei mitili, infatti, è totalmente meccanizzato. Le tecnologie di allevamento sono tutte basate su Smart Units con tubi in polietilene per il trasporto della biomassa ed ormeggi per assorbire le forze attive e avere la flessibilità necessaria. Le Smart Units o Cages hanno prestazioni eccellenti in mare aperto garantendo sicuri movimenti flottanti tra le onde. Si tratta di una soluzione anche esteticamente ecocompatibile, dato che i tubi sono meno visibili delle tradizionali boe. L’allevamento avviene in acqua senza dover smontare e rimontare il sistema. Anche la raccolta di biomasse coltivate a corda è eseguita sott’acqua. 33 AQUALIFE Live Seafood Transport Si tratta di un innovativo sistema di trasporto dei prodotti ittici vivi, studiata per i trasporti oltreoceano in collaborazione con la MAERSK Shipping Line. Questa soluzione logistica è già utilizzata per il trasporto di mitili dalla Nuova Zelanda alla Cina e Giappone, e dal Cile a New York. I vantaggi di questo sistema a taniche sono da attribuirsi alla lunga e affidabile conservazione della vitalità dei molluschi, inoltre le taniche sono trasportabili in container via mare, riducendo i costi logistici, e assicurando la vitalità dei molluschi o dei crostacei in acqua. 34 MACCHINA INTEGRATA PER LA PULIZIA DEI MITILI: KRAMER MACHINES Questa macchina integra: - sgranatrice - selezionatrice - sbissatrice - separatrice acqua/residui solidi - sistema di riciclo dell’acqua Vantaggi: 35 - ridotto spazio di ingombro - basso spreco di acqua - l’azienda garantisce per almeno l’80% del prodotto la rimozione completa del bisso Mussel Cleaning Installation C700 www.kramermachines.nl TUNNEL DI COTTURA DEI MITILI A RAGGI INFRAROSSI: KRAMER MACHINES Questo tunnel di cottura, rispetto a più comuni sistemi di cottura a vapore, ha il vantaggio di inserirsi in linee continue di lavorazione, in quanto non necessita le operazioni di carico/scarico all’interno dei bollitori, bensì la movimentazione avviene su nastro. 36 4. TRASFORMAZIONE ED ELABORAZIONE DEL PRODOTTO, NUOVA FRONTIERA DEL MERCATO DEI MITILI La capacità di presentare sul mercato un prodotto trasformato che sappia attirare l’attenzione del compratore sollecitandone la curiosità a provarlo, dà sicuramente valore aggiunto allo stesso prodotto e crea nuove sollecitazioni. È importante però sottolineare che in questo momento di crisi globale gli elevati costi di trasformazione, che vanno ad incidere sul prezzo finale, mal si conciliano con la necessità di offrire un prodotto di prezzo accessibile ai più. Ma non può non essere tenuta presente la crescente richiesta di prodotti pronti o semi pronti di facile preparazione e consumo, che va incontro all’esigenza di molti consumatori di impiegare in cucina sempre meno tempo. A titolo di esempio riportiamo alcuni prodotti, conservati con diverse tecniche e provenienti da industrie conserviere di vari Paesi del mondo. MITILI SGRANATI, PULITI, PRIVATI DEL BISSO, RISCIACQUATI. COZZE BIOLOGICHE ALLEVATE IN TRECCIA PRECOTTE 37 Le cozze biologiche, allevate in treccia, sono disponibili sotto vuoto, sia fresche che congelate, nei seguenti pacchi. Vengono cotte e congelate sotto vuoto per conservare le loro proprietà organolettiche. Cozze biologiche, allevate a treccia, ed impacchettate sono pronte da mangiare in pochi minuti, refrigerate o congelate IQF. 500g congelate. Durata 2 anni. 500g refrigerate. Durata 28 giorni. 1kg congelate. Durata 2 anni. 1kg refrigerate. Durata 28 giorni. MITILI IN SALSA E MITILI PNATI dal Cile-­‐Azienda produttrice Camachaca 38 -­‐ Mitili con guscio disponibili con burro, aglio e succo di pomodoro, aglio e vino bianco oppure al naturale. -­‐ Carne di mitili con burro e salsa d’ aglio. -­‐ Ricetta originale stile Pub: bocconcini cotti di mitili in un mix di fantasia e nutrimento MITILI PRONTI AL CONSUMO dall’Olanda -­‐ Azienda produttrice Zeeland’s Roem Mitili in salsa Mitili panati (IQF) 39 Mitili Marinati (Sea Bites 0-­‐4°C) Speciale pentola per la cottura dei Mitili secondo il ricettario consigliato dall’azienda. 40 4) MITILI PRONTI AL CONSUMO dalla Danimarca -­‐ Azienda produttrice Vilsund Blue AS -­‐ SALSA DI MITILI -­‐ Nome scientifico Mytilus edulis Informazioni nutrizionali Può essere venduto nei seguenti formati Informazioni nutrizionali per 100 gr. Peso netto 340 gr. Energia 745 kj / 179 kcal Unità per cartone 12 vasetti Proteine 12 gr Cartoni per pallet 130 Carboidrati 8 gr. Grassi 11 gr. Può essere prodotto dalla Vilsund Blue o con etichetta privata Scadenza 24 mesi; conservare i luogo fresco tra i 2 e gli 8 C° 41 Ingredienti: Mityli, salsa di pomodoro, olio vegetale, aceto, zucchero, peperoncino, sale, acqua, bianco d’uovo, amido modificato, senape in polvere, aromi. CONSERVA DI MITILI AFFUMICATI Nome scientifico Mytilus edulis Informazioni nutrizionali Può essere venduto nei seguenti formati Informazioni nutrizionali per 100 gr. Peso netto 200 gr. Energia 974 kj / 234 kcal Peso sgocciolato 125 gr. Proteine 23 gr 42 Unità per cartone 12 vasetti Carboidrati 3 gr. Grassi 14 gr. Può essere prodotto dalla Vilsund Blue o con etichetta privata Scadenza 24 mesi; conservare i luogo fresco tra i 2 e gli 8 C° Ingredienti: Mityli, olio di colza, sale e affumicatura. CONSERVE DI MITILI PER APERITIVI Nome scientifico Mytilus edulis Informazioni nutrizionali Può essere venduto nei seguenti formati Informazioni nutrizionali per 100 gr. Peso netto 340 gr. Energia 442 kj / 106 kcal 43 Peso sgocciolato 200 gr. Proteine 16 gr Carboidrati 4 gr. Grassi 3 gr. Può essere prodotto dalla Vilsund Blue o con etichetta privata Scadenza 24 mesi; conservare i luogo fresco tra i 2 e gli 8 C° MITILI PRONTI AL CONSUMO dall’Irlanda -­‐ Azienda produttrice Shellfish De La Mer Ltd MITILI GRATINATI 44 I COGNOTTI INFORMAZIONI NUTRIZIONALI VALORI MEDI per 100 g
Energia Kcal finali 422,94
Kj finali 1778
Proteine 6,92 g
Carboidrati 38,58 g
di cui zuccheri 22,28 g
Grassi 27,96 g
di cui saturi 3,75 g
Fibre alimentari 0,9 g
Sodio/sale 0,0157 g
INGREDIENTI: 1 kg di cozze nere sgusciate, 800 gr di miele, 1,25 l di aceto, 100 gr di mandorle tostate e tritate, 50 gr di castagnelle tritate, 50 gr di arance candite, farina bianca, olio extravergine d'oliva PREPARAZIONE: Questa specialità dal gusto agrodolce ha origini antichissime. 45 aprire a mano e con maestria le ostriche o le cozze, facendo attenzione che rimangano integre. farle sgrondare e passarle nella farina. friggerle in abbondante olio d'oliva; farle asciugare su carta paglia assorbente. in una pentola bollire insieme il miele e l'aceto e poi unirvi le ostriche o le cozze fritte e tutti gli altri ingredienti. cuocere ancora per qualche minuto, raffreddare un poco e conservare in barattoli di vetro ermeticamente chiusi. 46 BIBLIOGRAFIA Consorzio promozione prodotti ittici – SFOP – UNIPROM , “ Un mare di risorse“ Introduzione alla conservazione ed alla gestione delle risorse ittiche , 2000 Caffio Fabio – Letture su Mar Piccolo di Taranto – Cooperativa Inkline , 2001 European Seafood Exposition , Bruxelles 24-­‐26 Aprile 2012 FAO annuario – Fishery and Aquaculture statistics service anno 2010/11 FAO – Report of the global conference on aquaculture , 2010. Farming the waters for people and food. Phuket , Thailand , 22-­‐25 Settembre 2010 FAO – Acquacoltura: Nuova partnership mondiale per lottare contro la fame, 1ottobre 2012 Fisch and Seafood Aquaculture in the US Industry Market Research Report Now Available from IBIS World, Los Angeles, CA (PRWEB) June 22, 2012 Giuffrè A., R. Mamone, G. Albano e F. Saracino, 2012. Censimento regionale dei mitilicoltori pugliesi. Centro Ittico Tarantino Progetto “Valorizzazione delle mitilicolture pugliesi” finanziato dal FEP 2007-­‐2013 Mis. 3.4., pp. 1-­‐6 Grassia Lucio – “Acquacoltura rurale in aree tropicali e casi di intervento”; materiale didattico per il master in sviluppo rurale – Facoltà Agraria Università di Padova – 2004 Holmyard Nicki – SeafoodSource contributing editor 29 May 2012 ISMEA – Compendio statistico del settore ittico , Dicembre 2009 ISMEA – Il settore ittico in Italia. Check-­‐up 2009 ISMEA – Il settore ittico in Italia. Check-­‐up 2010 ISMEA – Le importazioni dei prodotti di acquacoltura nell’ UE . I principali flussi commerciali nell’ Unione Europea e in Italia . Convegno “ Qualità e sicurezza dei prodotti d’ acquacoltura : regolamenti , controlli e flussi commerciali – Roma , 24 Ottobre 2011 ISMEA – News mercati – Pesca , 2009-­‐2010-­‐2011 ISMEA – Panel pesca ed acquacoltura. Trimestrale di analisi , 2010-­‐2011 M.A.R.E. sooc. Coop. – Studi ed indagini rivolti al miglioramento della mitilicoltura in Emilia. Greentime , 2006 47 Osservatorio socio-­‐economico della pesca dell’alto Adriatico. “ La mitilicoltura off-­‐shore in Veneto “ , Ottobre 2008 Pastore Michele – Mar Piccolo. Nuova editrice Apulia , 1993 Prioli Giuseppe – “ Censimento nazionale sulla molluschicoltura UNIMAR , 2001 Prioli Giuseppe – Stefano Moretti . “L’organizzazione della mitilicoltura : analisi di filiera e comparazioni europee “ , UNIPROM , 2002 Prioli Giuseppe “ La molluschicoltura in Italia “ , 2008 Provincia di Taranto – “ La mitilicoltura a Taranto ed il recupero produttivo dei giardini di Mar Piccolo “. Edizione a cura Provincia di Taranto , 1995 Rapporto FAO – “The State of World Fisheries and Aquaculture 2012”, 10 luglio 2012 Ristenpart Matias – CHILEAN MUSSELS THRIVING IN INTERNATIONAL MARKETS ( Bivalve export grow due to their quality ), 23 maggio 2011 48