cronache ipogee - Federazione Speleologica Regionale FVG

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cronache ipogee - Federazione Speleologica Regionale FVG
cronache ipogee
pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 3/2016
Mario Gherbaz (15.8.43 - 29.2.2016)
Mario Gherbaz inizia la
sua attività speleologica
nel 1956, giovanissimo: a
tredici anni fonda, assieme
ad un gruppo di coetanei, il Gruppo
Grotte Timavo, struttura che con una
sessantina di metri di scale e tre volte tanto di corde si dedica alla visita
di tutte le più belle grotte del Carso
triestino.
Nel 1958 si avvicina alla Commissione
Grotte “Eugenio Boegan”: nel 1959 è
socio della Società Alpina delle Giulie,
la sezione di Trieste del CAI di cui
la Commissione fa parte, l’anno seguente, ormai diciassettenne, diviene
membro della stessa.
Con la ‘Boegan’ inizia a svolgere
un’attività di tutto rispetto: fra il 1958
e il 1960 è presente alle spedizioni
all’abisso Polidori, nel 1960 è alla
Preta ove, assieme a Lorenzo Cargnel, riesce a superare i passaggi che
avevano fermato tutte le precedenti
spedizioni e ad aprire così la via verso
l’attuale fondo.
Dal 1961 in poi fa parte delle squadre
di punta nelle esplorazioni delle grotte
dei monti Alburni.
Nel 1962, al termine di una di queste,
assieme ai consoci Peppe Baldo e
Tullio Piemontese, scende in Calabria
per aggregarsi ad una spedizione dei
piemontesi impegnati nell’esplorazione
dell’abisso del Bifurto.
Al rientro a Trieste realizza un nuovo
modello di scalette superleggere i cui
schemi di produzione presenterà l’anno
seguente al IX Congresso Nazionale
di Speleologia. La sua attività esplorativa lo porta sino a Sciacca e Santo
Domingo.
Allorquando alcuni soci della Boegan
‘riscoprono’ il Canin Mario Gherbaz
diventa un assiduo frequentatore degli
abissi di questo massiccio carsico,
dedicandosi alle esplorazioni all’abisso
Boegan (–624), al Davanzo (scopre
la nuova via che bypassa l’ostico
meandro dei 400 metri) ma soprattutto
al Gortani che rileva accuratamente
per i primi nove chilometri e di cui è
rimasta nella storia l’esplorazione del
novembre 1967, condotta con Adelchi
Casale, in cui viene raggiunto un primo
fondo a –675.
Presente a tutte le esplorazioni effettuate sul Carso dal gruppo di giovani
di cui è diventato l’indiscusso leader,
è protagonista degli scavi all’abisso
Colognatti, alla grotta della Fornace,
alla Grotta Gigante (ove esegue ardite
arrampicate alla ricerca di nuovi vani).
È istruttore a tutti i corsi sezionali di
speleologia e nel 1969 supera l’esame
di Istruttore Nazionale di Speleologia
del CAI, titolo che manterrà sino al
passaggio ad Istruttore Emerito.
Quando nel 1966 viene costituito il
Soccorso Speleologico Mario Gherbaz
è uno dei primi ad essere convocato
a farne parte; nel 1970 alla morte
di Marino Vianello, responsabile del
Secondo Gruppo, è chiamato a prenderne il posto, incarico che manterrà
sino al 1980.
Molto interessato ai problemi tecnici legati alle esplorazioni negli anni ’60-’70
contribuisce all’ammodernamento del
parco attrezzi della ‘Boegan’ e quindi
realizza nuovi strumenti atti a rendere
più veloce e sicure le discese in grotta:
le scalette superleggere, sacchi speleo
per il trasporto del materiale, la tuta
Gortani ma soprattutto l’Universore,
attrezzo che svolge le funzioni sia
del discensore che del bloccante per
la risalita.
Della quarantina di pubblicazioni che
lascia la maggior parte riguarda proprio
la tecnica e la sicurezza in grotta.
A differenza di molti bravi esploratori
è stato anche un ottimo organizzatore:
dopo aver collaborato alla preparazione del primo Convegno Nazionale
della sezione Speleologica del CNSA
(Trieste, 1969) a lui si devono il
secondo ed il terzo (Trieste 1971 e
Trento 1973) e il settimo Congresso
Internazionale del Soccorso Speleologico (Cividale - Trieste, 1987) e il XXI
Convegno Nazionale di Speleologia
(Trieste, 2011).
Pino Guidi
Carso Triestino, anni '80: Pino Guidi, Lelo Pavanello e Mario Gherbaz.
cronache ipogee
marzo 2016...
MONte Corona
(1.852 metri)
Nei pressi di Casera Auernig. (Vincenzo Marino)
In vetta al Monte Corona.
(Vincenzo Marino)
Foto di gruppo davanti alla Casera Auernig.
(Patrizia Mosetti)
Jama nad Cerkvico na Pečah. (Claudio Bratos)
Parete concrezionata.
(Claudio Bratos)
Racchette da neve? Ramponi? Pedule da escursionismo? Quanti dubbi
prima della partenza da Trieste… le
informazioni meteo non promettevano neve a sufficienza e c’era il serio
rischio che la prima uscita sociale del
CAT del 2016 si potesse trasformare
da “escursionismo invernale” a “gita
fuoriporta”.
Alle 6 di mattina del 24 gennaio ci
ritroviamo al “meeting point” di Sgonico
per inaugurare la nuova stagione con
una nuova escursione. Partenza e
arrivo alle 8 a Passo Pramollo.
Una giornata soleggiata e non fredda,
poca neve e ghiaccio non uniforme
sui sentieri.
Molti, considerata la consistenza del
manto nevoso, sottile e ghiacciato,
decidono di calzare i ramponi.
Imboccata la strada forestale (segn.
504) che sale a destra proprio dietro
l'albergo "Al Forcello", rimontiamo le
pendici del monte Auernig aggirandone
lo spigolo meridionale.
In falsopiano superiamo casera Auernig e proseguiamo in leggera discesa
e in bella visuale sulle cime circostanti,
con il Malvuerich e il Cavallo in primo
piano.
Dopo essere rientrati nel bosco, il
sentiero perde quota e in un paio di
tornanti scompare anche quell’esile
strato di neve ghiacciata.
Toccato il punto più basso della traversata, riprendiamo moderatamente
quota fino a seguire il tracciato che si
stacca a sinistra verso la nostra prima
meta. In pochi minuti con breve risalita
si giunge al ripiano della casera For
(m 1.614).
Il luogo costituisce un ottimo punto di
sosta e può essere considerato già una
meta interessante e remunerativa.
Le condizioni della neve, ben assestata, ci inducono, dopo una breve sosta,
a completare il giro per raggiungere la
vetta del monte Corona.
Prendiamo la mulattiera che si stacca verso nord, aggiriamo le pendici
del monte e con un paio di svolte
giungiamo al confine di Stato di sella
Carnizza (m 1.675).
Cercando i punti migliori e seguendo
le tracce di passaggio, in un ambiente
cronache ipogee
ottimale per quantità e qualità della
neve, saliamo ancora a destra fino a
guadagnare il grande ripiano che si
trova poco sotto la vetta.
Superato l’ultimo e più ripido risalto alle
12:00 arriviamo al plateau sommitale
con il piccolo castelletto di rocce che
costituisce la vetta del monte Corona
(m 1.852).
Dislivello:
400 m.
Lunghezza:
9,8 km.
Tempototale: 4:50
Partecipanti: Vincenzo Marino (capogita), Paolo Siligato, Patrizia Mosetti,
Serena Zamola, Michele Hoffer, Antonello Mereu, Selenia Umek con l’amica
Sara, Pamela Godnig, Linda Sandalj.
Vincenzo Marino
La grotta Jama nad
cerkvico na Pečah
nella Val Rosandra,
sotto Cippo Comici,
continua
Jama nad Cerkvico na Pečah.
Si tratta dell’ultima scoperta in Val
Rosandra.
Claudio Bratos, della Sezione Grotte
del SPDT, ha deciso un paio di mesi
fa di verificare cosa si celava dietro
quell’indizio d'ingresso improbabile
di grotta, nonostante la posizione
impossibile, sbucando in una galleria
di 10 metri subito interrotta da una
strettoia.
Superata anche questa con uno scavo
piuttosto faticoso si è ritrovato in una
galleria di circa 30 metri.
Quest’ultima viene interrotta da un’altra
strettoia molto simile alla prima per
forma e dimensioni.
In caso di forte bora si sente una forte
corrente d’aria oscillante che lascia
presagire che dietro alla strettoia si
celino altri grandi ambienti.
Dalla direzione e lunghezza della
galleria si calcola che questa fine
provvisoria della grotta si trova più o
meno sotto la Jama mladih (Grotta dei
Giovani - 5231 VG).
Quante generazioni di escursionisti
hanno visto quel buchetto camminando
verso il cippo Comici, ma nessuno
era abbastanza curioso, nonostante
le premesse non lasciassero presagire una grotta del genere, bisogna
provarci sempre.
Speleologi
si diventa
Una nuova occasione
per conoscere il magico mondo
delle grotte.
Al via la nuova edizione del primaverile
“Corso di Introduzione alla Speleologia” organizzato dalla Scuola di Speleologia CAI Pordenone e dall’Unione
Speleologica Pordenonese CAI.
Il Corso, giunto alla trentacinquesima
edizione che quest’anno propone esperienze ipogee fra “Friuli e Toscana”, è
finalizzato a fornire le nozioni base per
poter affrontare in sicurezza l’ambiente
delle grotte e si svolgerà dal 30 marzo
al 1 maggio prossimo e riproporrà,
come ha ricordato il suo Direttore,
l’Istruttore di Speleologia CAI Marco
Dalla Torre, l’apprezzata formula dei
due moduli formativi di differente approfondimento culturale e tecnico che
permette agli allievi di aderire ad una
o ad entrambe le esperienze.
Per informazioni:
[email protected]
cell. 3938432339 (Marco)
Sede USP CAI via Ungharesca (PN)
(Area Protezione Civile) venerdì ore
21.00/23.00
speleo-didattica.
Attività congiunta
AXXXO - CAT
Nel mese di marzo si
sono svolte alcune uscite didattiche all'insegna
della collaborazione tra
AXXXO e CAT.
Il 2 marzo è stata la volta della IV C
della Scuola Elementare "Morpurgo"
con 23 alunni e i loro 2 insegnanti.
Appuntamento a Bagnoli (Trieste)
presso l'antico lavatoio, per incamminarsi alla volta di Crogole e salire
quindi alla vedetta omonima prima per
il sentiero n° 46 A e continuando poi
per il sentiero n° 1.
Poco oltre la vedetta, svoltando a
destra e superando qualche tornante,
la traccia porta in breve alla Grotta di
Crogole.
La visita è stata resa particolarmente
interessante dalla presenza abbondante di acqua in seguito alle recenti
piogge: in particolare una serie di
vaschette in concrezione che normal-
cronache ipogee
mente restano asciutte, formava un
velo d'acqua che traboccava da una
all'altra. L'avvistamento di alcuni pipistrelli ha dato lo spunto per affrontare
il discorso della fauna cavernicola e
degli adattamenti alla vita nel buio.
Guido Bottin (AXXXO) alla Grotta di Crogole con
i ragazzi della Scuola Morpurgo. (Sergio Dolce)
Sergio Dolce (CAT) intrattiene gli studenti nella
Grotta di Crogole.
(Guido Bottin)
Il 15 marzo è stata invece la volta
della II A della Scuola Elementare
"Umberto Pacifico" (13 alunni e 2 insegnanti), che sono stati accompagnati
nella esplorazione della Grotta Bac di
Basovizza (Trieste).
Anche qui vaschette in concrezione
piene di acqua limpida e di esemplari di
Titanethes albus (crostacei isopodi).
Avvistato pure un pipistrello, sicuramente prossimo al risveglio dopo il
letargo invernale.
Accompagnatori: Guido Bottin, Fulvio
Carboncini, Aldo Sinigoi e
Sergio Dolce
Attività DIDATTICA
CON LE SCUOLE
nel mese di marzo
Sergio Dolce (CAT) con i ragazzi della Scuola
Pacifico nella Grotta Bac.
(Guido Bottin)
Escursione guidata alla grotta "Regina del Carso"
(S. Michele del Carso - Gorizia) con gli alunni
della Scuola Media Nazario Sauro di Muggia
(Trieste).
(Daniela Perhinek)
I ragazzi del "Petrarca" di Trieste e del "Kafka"
di Merano, in Kleine Berlin. (Maurizio Radacich)
Il giorno 11 marzo si è tenuto un
intervento in classe presso la Scuola
Elementare "Sergio Laghi" (IV B).
Sergio Dolce ha intrattenuto i 18 alunni
sul tema riguardante i Parchi nazionali
e le zone protette in Italia.
Particolare interesse ha suscitato la
trattazione della tutela della Val Rosandra.
I soci "didattici" del CAT hanno raggiunto il 18 marzo la Grotta Regina
del Carso, situata nei pressi di San
Michele del Carso (Gorizia).
La grotta è stata visitata, in due turni,
da due classi terze della Scuola Media
"Nazario Sauro" di Muggia (Trieste).
Tutti gli alunni sono rimasti entusiasti dalla bellezza della grotta che si
presenta stupendamente concrezionata, spunto questo che permesso di
spiegare sul posto la formazione delle
concrezioni cristalline nel sottosuolo.
Un accenno pure al comportamento
climatico delle grotte e alla fauna cavernicola, rappresentata quel giorno
da numerosi esemplari di Troglophilus
neglectus (cavallette cavernicole).
I due gruppi si sono alternati nella visita approfittando anche della possibilità
di visitare le gallerie-cannoniere del
Monte Brestovec, grazie alla disponibilità dell'amico Luca Tringali del Gruppo
Grotte "Talpe del Carso" di Doberdò
del Lago (Gorizia).
cronache ipogee
Un particolare ringraziamento agli amici del Gruppo Grotte "Talpe del Carso",
gestori della Grotta Regina del Carso
che, come al solito, hanno dimostrato
una grande disponibilità.
Accompagnatori: Franco Gherlizza, Lucio Mircovich, Mario Nacinovi, Andrea
Negrisin, Daniela Perhinek, Ferruccio
Podgornik e
Sergio Dolce
ScambiO culturalE
italo-tedescO
a favore
della Kleine Berlin
Nell'ambito degli scambi culturali tra le
scuole "Francesco Petrarca" di Trieste
e il Wirtschaftsfachober Schule "Franz
Kafka" Meran / Istituto Tecnico e Economico "Franz Kafka" di Merano, gli
studenti della 5 F del liceo linguistico
Petrarca hanno fatto da ciceroni nella
visita della «Kleine Belin».
Dopo aver provveduto alla traduzione
di tutti i testi in tedesco del power
point didattico hanno spiegato, sempre
in lingua tedesca, agli studenti meranesi la storia di Trieste e del ricovero
antiaereo «Kleine Belin».
Maurizio Radacich
Messa in sicurezza
la scaletta
della grotta
del bosco dei pini
Nel corso della visita, effettuata nel
mese di dicembre con la Scuola Media
"Caprin", ci siamo accorti che la scaletta che agevola l'ingresso alla grotta
non era stata posizionata in maniera
adeguata e la condizione di stabilità
era piuttosto "precaria".
Si è deciso, pertanto, di porre rimedio
alla situazione e grazie all'opera di
Ferruccio Podgornik, in poco tempo,
la scaletta è stata fissata alla parete
in maniera sicura e stabile.
"Iranita project" - Esplorazioni e ricerche in Iran
Si rinnova la collaborazione tra il Club Alpinistico Triestino, il Karst Water Exploring e i partner
iraniani in previsione delle future esplorazioni speleologiche e delle ricerche scientifiche sugli
altopiani carsici dell'Iran.
La volontà di cooperare, espressa dalla parte iraniana, si è già concretizzata con gli studi
e con gli scambi di esperienze iniziati in Iran nel 2013 e proseguiti poi a Trieste, nel 2014,
grazie all'invito, da parte del CAT, di tre speleologi iraniani per un mini stage di tecnica e
con l'elaborazione e la presentazione congiunta dei primissimi risultati delle ricerche che si
è concretizzata venerdì 11 marzo 2016, all'interno della galleria antiaerea "Kleine Berlin".
Teheran, 18 febbraio 2016
Iran Teheran, ValiAsr Street No.41
Tel/fax: +98 88957038
Teheran, Febr. 18th, 2016
To:
CLUB ALPINISTICO TRIESTINO
KARST WATER EXPLORING OF TRIESTE
Subject: Agreement on a Joint Collaborating Program in the field of Speleological and Karst
Hydrological Researches with Italian Specialists
Dear MADAME/SIR,
given the success of your first speleological and scientific expedition in Iran in 2014 and the
excellent relations with Italy, this letter is hereby to confirm our agreement regarding the researches
on karst and the caving activities in Iran with your clubs. This cooperation may become wider
especially after removing the sanctions. Through the International collaborating activities Iranian
scientists have opportunity to exchange their expertise with foreign experts, particularly with Italian
Speleologists and Hydrologists specializing in karst studies. We know the experience and the
competence of the Italian speleologists especially in deep and challenging caves that are located in
mountainous areas. It would be of great benefit for the Iranian in term of more detail knowing the
capacity and the distribution of the water resources in the karstified area and to improve caving
techniques if the research could be follow up for a long time in terms of caving activities as
exploration, systematic water sampling, analysis.
On behalf of Kowsar,
Spett:
CLUB ALPINISTICO TRIESTINO
KARST WATER EXPLORING
OF TRIESTE
Oggetto: lettera d’intenti di collaborazione
per un progetto congiunto con specialisti
italiani nel campo della speleologia e delle
ricerche idrologiche.
Spett.li signore e signori,
visto il successo della vostra prima spedizione speleologico-scientifica in Iran
nel 2014 e gli ottimi rapporti con l’Italia,
con questa lettera il Kowsar conferma
la disponibilità e l’appoggio alle ricerche
scientifiche nelle zone carsiche e l’attività
speleologica in Iran dei club su menzionati.
Questa cooperazione potrebbe diventare
ancora più ampia dal momento che le
sanzioni all’Iran sono state rimosse. Mediante una collaborazione internazionale
gli studiosi iraniani avrebbero maggiori opportunità di scambiare le loro competenze
con ricercatori stranieri in particolare con
speleologi e idrologi italiani specializzati in
ricerche e studi sul carsismo. Sappiamo
dell’esperienza e della competenza degli
speleologi italiani specialmente in grotte
profonde e difficili delle zone montuose.
Questo progetto di collaborazione e ricerca
se protratto nel tempo in termini di esplorazione, raccolta sistematica di campioni
d’acqua e analisi, potrebbe essere un
grande beneficio per gli iraniani in quanto
permetterebbe loro di approfondire gli studi
sull’idrologia in particolare sulla capacità
e distribuzione delle risorse idriche nelle
aree carsiche dell’Iran implementando
contemporaneamente le tecniche di progressione in grotta.
Per conto del Kowsar,
Dr. Ahmad Afrasiabian
da parte del presidente del consiglio, matteo renzi
Facendo seguito all'invito ufficiale inoltrato dal Club Alpinistico Triestino e dal Karst Water Exploring al Presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, lo stesso ha inviato ai due responsabili del progetto italo-iraniano un breve, ma gradito,
messaggio che riportiamo integralmente:
Clarissa, Franco, grazie per la vostra spedizione. Risulterà senz'altro utile! A presto, Matteo.
cronache ipogee
SAS DE SAN BELIN
Frammento di natura tra scienza,
storia, mito e leggenda
Geotorzolando per il Carso certo non
è difficile imbattersi in luoghi affascinanti e meravigliosi, spesso pregni
di ricchezza e varietà ambientale,
naturalistica, storica.
Un particolare del paesaggio carsico,
un campo carreggiato, l’orlo di una
dolina, l’imboccatura di una caverna o
di un abisso, un muretto a secco possono trasmettere sensazioni che spaziano dalla curiosità alla meditazione,
dalla serenità all’angoscia, lasciando
il pensiero libero di destreggiarsi tra
il razionale e l’irrazionale.
A NE di Polazzo, nel settore occidentale del Carso Triestino (1), il paesaggio è
quel dolce digradare di calcari ricoperti
da manto erboso con rada copertura
di cespuglieti ed arbusteti, soprattutto
Il Sas de San Belin da E evidenzia il profilo
del Dio Beleno (Nei pressi di Polazzo, Carso
Triestino), 9 Aprile 2013.
(Foto R. Ferrari)
a sommaco (Cotinus coggygria), che
ad intervalli quasi regolari di qualche
metro affiorano in discreti allineamenti
con direzione NE-SW, ad una quota
media di circa 70 m s.l.m.m., seminascosti dalla vegetazione. Ad interrompere prepotentemente questo dolce e
quasi monotono equilibrio tra roccia e
vegetazione, uno sperone calcareo di
alcuni metri di altezza si erge quasi
isolato a diversificare il paesaggio.
È una testata di strato messa a nudo
dalla situazione geomorfologica locale
e dall’erosione superficiale e rappresenta, orizzontalmente, la parte più
avanzata ed esposta di una superficie
di alcune decine di metri quadrati che
differenziano localmente il paesaggio;
verticalmente, fa parte di una sequenza di strati a potenza metrica con
direzione NE-SW e debole immersione
NW, ben esposta in parte qualche decina di metri ad una quota topografica
inferiore. Tutta l’area è compresa tra
due faglie sepolte, e quindi supposte,
parallele, ad andamento NW-SE.
Il tipo litologico è rappresentato dai
Calcari di Aurisina (parte inferiore),
ascrivibili al Cretaceo superiore, Cenomaniano superiore/Turoniano-Senoniano inferiore, costituiti da sedimenti
bioclastici con resti e frammenti in
massima parte di organismi dell’Ordine
Hippuritoida (soprattutto Famiglie Radiolitidae ed Hippuritidae), ma anche
di altri organismi marini atti a produrre
scheletri sufficientemente resistenti
alle energie dei moti di corrente e di
marea. Talvolta la frazione fossile si
presenta in ricche concentrazioni a
formare livelli o addirittura banchi.
La facies indica un ambiente di deposizione, nell’ambito di una situazione di
La parte sommitale dell’affioramento principale
(Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 11 Marzo
2013.
(Foto R. Ferrari)
Il Sas de San Belin da W evidenzia un profilo
femminile velato (Pressi di Polazzo, Carso
Triestino), 9 Aprile 2013.
(Foto R. Ferrari)
Particolare nei pressi dell’affioramento principale
(Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 11 Marzo
2013.
(Foto R. Ferrari)
Paesaggio nei pressi dell’affioramento principale
(Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 11 Marzo
2013.
(Foto R. Ferrari)
cronache ipogee
Poco a valle del Sas de San Belin (visibile in alto)
è possibile osservare la situazione geologicostratigrafica (Pressi di Polazzo, Carso Triestino),
18 Marzo 2016.
(Foto R. Ferrari)
barriera, prossima ad una piattaforma
esterna ad energia medio-alta.
Il masso presenta piani di discontinuità
stratigrafica e fratturazione ortogonale
a questi, significativamente accentuata,
dovuta ad episodi microtettonici locali.
Dal punto di vista geomorfologico è
un bellissimo esempio di affioramento
calcareo che, sottoposto all’azione
meteorica, è identificabile nella macroforma a campo solcato (Karrenfeld),
interessato a sua volta da fenomeni
di microcarsismo epigeo molto spinto.
Sono presenti, facilmente riconoscibili,
praticamente tutte le microforme dissolutive superficiali classiche.
Le testate di strato, costituite da
calcari puri e compatti, presentano
infatti scannellature (Rillenkarren),
solchi (Rinnenkarren o Wandkarren),
vaschette di corrosione (kamenitze)
chiuse senza soglia di scarico ed
aperte con canaletto di scolo con le
varianti conosciute quali coppelle, a
vasca semplice, policicliche, a nidi,
innicchiate, e fori di dissoluzione.
In moltissimi casi è possibile seguire il
percorso del flusso d’acqua attraverso
una sequenza pressochè completa di
serie di fenomenologie dissolutive/corrosive-erosive quali solchi a meandro
(Mäanderkarren) susseguentesi, sino
allo sgocciolamento in presenza di
morfologie strapimbanti ed alla ripresa
dell’azione dissolutiva/corrosiva-ero-
Calcari di Aurisina con resti scheletrici di
organismi (Radiolitidae ed Hippuritidae) (Cretaceo
superiore, Cenomaniano superiore/TuronianoSenoniano inferiore) (Pressi di Polazzo, Carso
Triestino), 22 Agosto 2015. (Foto R. Ferrari)
Calcari di Aurisina con resti scheletrici di
organismi (Radiolitidae ed Hippuritidae) (Cretaceo
superiore, Cenomaniano superiore/TuronianoSenoniano inferiore) in concentrazione a livello
(Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 22 Agosto
2015.
(Foto R. Ferrari)
Scannellature (Rillenkarren) (Pressi di Polazzo,
Carso Triestino), 11 Marzo 2013.
(Foto R. Ferrari)
siva su morfologie immediatamente
sottostanti alquanto inclinate.
Dal punto di vista paesaggistico il sito
presenta grande valenza in quanto su
una superficie estremamente limitata
comprende una concentrazione di
fenomeni carsici epigei che in altri
luoghi, più a E, sono sì comunissimi,
ma più dispersi, mentre in quest’area
anche gli affioramenti calcarei sono
più radi, non così ricchi di forme di
corrosione/dissoluzione o comunque
mimetizzati dalla vegetazione.
Questa storia geologica attraverso
deposizioni sedimentarie sottomarine,
formazioni di bio-costruzioni, erosioni, rideposizioni, lagune, emersioni,
erosioni, dissoluzioni basterebbe di
gran lunga a giustificare il fascino del
luogo, ma si sa, pur avendo la fortuna
di vivere in un territorio ricchissimo di
questi fenomeni, peraltro rari, seppur
presenti laddove sono presenti le medesime condizioni litologiche, è proprio
questo il motivo per il quale ci si abitua
alla convivenza e di conseguenza si
tende a dare per scontato quello che
assolutamente scontato non è.
Ma ecco che a scuotere e rimuovere
l’apatia per cose apparentemente
“normali” e risvegliare l’interesse intervengono altri fattori. Infatti questo
sito è conosciuto e frequentato non
tanto, anzi, per le caratteristiche geologiche, bensì per l’affascinante alone
di mistero che lo circonda.
Osservando il masso grossomodo
da E, è possibile immaginare una
fisionomia di volto umano, peraltro un
po’ sornione, con tanto di copricapo o
corona, mentre dalla direzione opposta
W è possibile intravvedere un profilo
femminile velato.
Ora il masso, l’affioramento calcareo,
ha un nome, Sas (Sass) de San Belin, dal dio aquileiese del Sole, il Dio
Beleno protettore di pecore, bestiame,
pascoli e fertilità, di celtica memoria.
E si cominciano a formulare ed invocare ipotesi divine o per lo meno
antropiche per spiegare la sua origine
e supporre ed interpretare le varie
strutture e modanature geomorfologiche come altari sacrificali (la sommità),
vasche di raccolta del sangue delle
vittime (la grande vasca di corrosione
(kamenitza)), canali di scolo del sangue stesso via dalla fronte del dio (i
Mäanderkarren) ed altre amenità…
riuscendo persino in alcuni casi ad
interpretare alcune butterature naturali
del calcare come segni di lavorazioni
manuali mediante utensili.
Il luogo poi è stato fatto oggetto di leggende e dicerie imperniate soprattutto
sul tema di streghe e demoni che qui
si sarebbero radunati per i sabba nelle
notti di plenilunio…
Calcari di Aurisina con resti scheletrici di
organismi (Radiolitidae ed Hippuritidae) (Cretaceo
superiore, Cenomaniano superiore/TuronianoSenoniano inferiore) (Pressi di Polazzo, Carso
Triestino), 18 Marzo 2016.
(Foto R. Ferrari)
La sommità dell’affioramento con la grande
vaschetta di corrosione (kamenitza) ed il
caratteristico solco a meandro (Mäanderkarren)
(Nei pressi di Polazzo, Carso Triestino), 9 Aprile
2013.
(Foto R. Ferrari)
cronache ipogee
Particolare della sommità dell’affioramento con
la grande vaschetta di corrosione (kamenitza)
(Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 11 Marzo
2013.
(Foto R. Ferrari)
Ma, volendo ritornare con i piedi e lo
sguardo a terra, il luogo non è distante
da altre peculiarità geologiche. Appena
a pochissime centinaia di metri in linea
d’aria verso E e verso S infatti, sono
presenti gli affioramenti di Polazzo.
Questi sono costituiti da calcari bene
e fittamente stratificati di potenza da
millimetrica a decimetrica, laminati,
di colore grigio-giallastro, compresi
alla base ed al tetto tra calcari a
Rudiste. Contengono un’abbondante
testimonianza fossile a resti vegetali
di origine continentale, pesci e rettili,
presenti questi ultimi con gli Ordini
Crocodylia e Testudines, che grazie ad
un insieme di circostanze ambientali
tra le quali il rapido seppellimento post
mortem, le caratteristiche granulometriche del sedimento, le condizioni di
bassa energia e l’assenza o scarsità
di predatori necrofagi, forse dovuta alle
condizioni anossiche dell’ambiente, si
sono potuti conservare e costituire il
Lagerstätten.
Le caratteristiche litologiche e paleontologiche indicano un ambiente
deposizionale a bassa profondità nell’ambito di piattaforma carbonatica in
facies lagunare ad acque stratificate o
di piana di marea. I livelli sotto e soprastanti a Rudiste indicano ambienti,
e momenti, ad energia più elevata. Il
complesso è ascrivibile al Cretaceo
superiore, Conaciano-Santoniano.
Dal punto di vista geomorfologico
sono presenti alcuni fenomeni di
carsismo ipogeo quali il Pozzo a
SE di Fogliano (3942/5235VG) (a N,
q 91,00 m s.l.m.m., prof. 40,00 m,
svil. 8,00 m), il Pozzo 3º di Polazzo
(1919/4639VG) (a NE, q 97,00 m
s.l.m.m., prof. 12,00 m, svil. 7,00 m),
la Grotta presso Redipuglia o Grotta
dell’Oleodotto (1521/4405VG) (a ENE,
q 85,00 m s.l.m.m., prof. 63,00 m, svil.
30,00 m).
A pochissime decine di metri a N,
altresì, è sita una piccola cava di
calcare abbandonata, della quale si
può immaginare l’attività estrattiva fino
all’incontro con uno specchio di faglia,
molto ben visibile, che probabilmente
ha determinato la fine dell’estrazione,
avendo influenzato negativamente la
continuità e compattezza dei materiali.
Il luogo è pervaso da un alone di misticismo che lo rende particolarmente
affascinante ed intrigante.
Tra scienza, storia, mito e leggenda è
facile lasciarsi andare: ai primi tepori e
profumi della primavera, all’arsura ed
immobile canicola estiva, alla suggestione autunnale dei colori, alle gelide
frustate della Bora invernale.
Il pensiero razionale si scontra con
l’immaginazione e la fantasia venendo duramente messo alla prova ed
impietosamente tentato da suggestive
antropizzazioni, complici anche le decine e decine di sbeffeggianti sguardi
vuoti quasi di sfida di folletti e gnomi
pietrificati.
Roberto Ferrari e Gabriella Graziuso
Tranquilli, niente di soprannaturale: “semplicemente” l’opera dell’azione dissolutiva delle acque
meteoriche sul calcare! (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 11 Marzo 2013, 28 Febbraio 2015,
22 Agosto 2015.
(Foto R. Ferrari)
cronache ipogee
cronache ipogee
Il fumetto è stato realizzato dagli alunni della Scuola Elementare Statale “Carlo Collodi” - Fogliano Redipuglia, classe VA, 2015 con la supervisione grafica di Enrico Tomasi
(Laboratorio Fumetto DAMS - Gorizia) (2).
Momento didattico assieme alla Scuola Elementare Statale “Carlo
Collodi” - Fogliano Redipuglia (Nei pressi di Polazzo, Carso Triestino),
28 Febbraio 2015.
(Foto R. Ferrari)
Murale raffigurante il Sas de San Belin a Fogliano (Fogliano, Carso Triestino), 13 Marzo 2016.
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cronache ipogee
(Foto R. Ferrari)
LA LEGGENDA DEL “SASS DE SAN BELIN”
A Polazzo, ai piedi del Carso si erge un enorme masso chiamato in dialetto bisiaco “Sass de
San Belin” che ha una storia doppia: da una parte c’è chi sostiene che si tratta di un fenomeno
carsico, dall’altra si sostiene che si tratta di un antico altare dedicato al Dio Beleno adorato dai
Celti.
In paese si narrava un’altra leggenda che ha due personaggi: Marietta e Giuseppe, che risale a
tanto tempo fa, raccontata dai bis bisnonni.
Un giorno a Fogliano arrivò una bellissima ragazza di nome Marietta che portava sempre una
rosa rossa tra i capelli.
Giuseppe quando la vide si innamorò pazzamente di lei e incominciò a seguirla dappertutto per
evitare che qualcun altro si innamorasse di lei, ma la madre lo mise in guardia dicendo di starle
lontano perché si narrava che forse era una strega.
Un giorno, mentre la seguiva vide che si dirigeva verso il “Sass de San Belin” ed una volta là si
accorse che molte ragazze la stavano aspettando, poi accesero un fuoco e si misero a danzare,
una danza strana fino a quando dal fuoco non comparve un diavolo che si sedette sul sasso, e
lei si trasformò in una brutta strega.
Giuseppe, ritornato a casa, spaventato raccontò tutto a sua madre, ma la donna che aveva la
lingua lunga corse subito a raccontarlo in giro per il paese.
La mattina dopo, la madre trovò Giuseppe disteso a terra quasi morto con gli occhi spalancati
e una rosa rossa deposta vicino a lui.
Io penso che la strega avesse voluto punire la madre che aveva raccontato a tutti che il “Sass”
era il ritrovo delle streghe e sarebbe dovuto restare un segreto, quindi le aveva quasi fatto morire
il figlio e affinchè capisse l’errore fatto le aveva lasciato come simbolo la rosa rossa.
Stefania Zorzenon, Scuola Elementare Statale “Carlo Collodi” - Fogliano Redipuglia, classe IVA, 2015
Note
(1) Mein Gott! Non me ne vogliano gli amici goriziani ed isontini! Non credo di aver fatto niente per meritarmi la scomunica e/o la pena di morte:
ho solo classificato quello che una volta, tanto tempo fa era individuato come “Carso”, secondo la denominazione corrente, ed accettata dal
mondo scientifico, durante gli anni del mio imprinting e non superata, nonostante il passare degli anni, da validi motivazioni scientifiche. Non
ho la minima intenzione di provocare e/o fomentare inutili e sterili campanilismi; sono nato a Trieste, ma vivo da più di venti anni nell’Isontino e
mi credo e mi schiero super partes in questo tipo di eventuali discussioni. Sono fermamente convinto che tutte le denominazioni e suddivisioni
(diverse decine (sic!)) hanno radici e ragioni (?) assolutamente storico-politiche (e campanilistiche) e non scientifiche. (r.f.)
(2) Un grazie particolare alle Maestre della Scuola Elementare Statale “Carlo Collodi” di Fogliano ed in particolare alla Maestra Sandra Fabris
che con grande sensibilità e rara professionalità trasmette amore per le cose belle. Contagiando ed entusiasmando chi le sta vicino, piccoli e
grandi.
Bibliografia essenziale
FORTI F., 1984 – Genesi ed evoluzione dei fenomeni carsici e dell’idrologia carsica in generale. In: AA.VV., 1984 - Il
Carso Isontino tra Gorizia e Monfalcone. Andar sul Carso per vedere e conoscere Vol. 4: 17-35, Club Alpino Italiano
Sezione di Gorizia, Edizioni LINT Trieste, Prima Edizione, Trieste, Aprile 1984.
CUCCHI F., 1984 – Note geomorfologiche e geologiche sul Carso Goriziano-Monfalconese. In: AA.VV., 1984 - Il Carso Isontino tra Gorizia e Monfalcone. Andar sul Carso per vedere e conoscere Vol. 4: 17-35, Club Alpino Italiano
Sezione di Gorizia, Edizioni LINT Trieste, Prima Edizione, Trieste, Aprile 1984.
FORTI F., 1988 – Invito alla conoscenza del Carso Triestino. Cenni sull’origine e sulla struttura dei fenomeni carsici.
Andar sul Carso per vedere e conoscere, Edizioni LINT Trieste, Prima ristampa, Trieste, Maggio 1988.
FERRARI R., 2013 – Sass de San Belin. Sopra e sotto il Carso - Notiziario on line del Centro Ricerche Carsiche
“C. Seppenhofer” - Gorizia, Anno II, N.3 Marzo 2013: 9-11, Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, Gorizia,
on-line, Marzo 2013.
FERRARI R., 2015 – Qualche nota di Geologia. In: AA.VV., 2015 - Sas de San Belin. Tra storia e mitologia. Pro Loco
Fogliano-Redipuglia, Aprile 2015.
VITTORI S., 2015 – La leggenda. In: AA.VV., 2015 - Sas de San Belin. Tra storia e mitologia. Pro Loco FoglianoRedipuglia, Aprile 2015.
cronache ipogee
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disponibile,
da aprile,
il NUOVO FOLDER
promozionale
di «italia
sotterranea»
Si tratta di un libretto, composto da 16
pagine, che raccoglie
le informazioni necessarie per visitare
i 12 itinerari ipogei artificiali, proposti
da 12 delle 13 realtà italiane che costituiscono, per adesso, l'Associazione
Consortile "Italia Sotterranea".
Notizia recentissima ci arriva dalla
città di Matera che, in questi giorni si
è associata, portando a 14 i membri
aderenti a questa importante iniziativa
turistica che valorizza gli aspetti più
nascosti, ma senz'altro più affascinanti,
delle nostre città.
aprile 2016...
Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei (Bologna); Associazione Castrum Soncino (Soncino,
Cremona); Associazione Cremona Sotterranea (Cremona); Associazione Culturale “Subterranea” (Narni, Terni);
Associazione Gravina Sotterranea (Gravina in Puglia, Bari); Associazione Regionale Cavità Artificiali del
Friuli Venezia Giulia (Osoppo, Udine); Associazione Treviso Sotterranea (Treviso); Centro Ricerche Speleo
Archeologiche Sotterranei di Roma (Roma); Club Alpinistico Triestino Onlus (Trieste); Gruppo Grotte delle
Meraviglie (Zogno, Bergamo); Orvieto Underground (Orvieto, Terni); Somewhere tours & events snc (Torino).
Finalmente online il modulo per la preiscrizione all'Incontro Internazionale di Speleologia
"Strisciando - Majella 2016"
Vai nella sezione ISCRIZIONI e segui le istruzioni per compilare la tua scheda di registrazione.
http://www.strisciando2016.it/iscrizione-raduno.html
La quota di pre-iscrizione online al raduno è di 25,00 euro a persona per gli adulti.
I minorenni non pagano la quota associativa, ma devono essere comunque registrati.
Le pre-iscrizioni online termineranno venerdì 30 settembre 2016.
Dopo tale data la quota associativa sarà di 30,00 euro
e le iscrizioni potranno essere fatte esclusivamente presso la segreteria a Lettomanoppello!
Per informazioni, suggerimenti e altro
Informazioni: [email protected] / +39 349 8177334
Pre-iscrizioni e iscrizioni: [email protected] / +39 347 8493734
Alloggi e pernottamenti: [email protected]
Speleobar: [email protected]
Mostre e presentazioni: [email protected]
Proiezioni: [email protected] / +39 349 8177334
Stand materiali: [email protected]
Escursioni: [email protected] / +39 389 9612944 (dopo le ore 19)
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cronache ipogee
Club Alpinistico Triestino
Sezione Montagna
Programma
Attività Sociale 2016
DATA
META
TIPO ATTIVITA’
DESCRIZIONE
24/1
M.te Corona
Escursionismo
Invernale
Ciaspolata dal Passo
[Capogita: Vincenzo].
21/2
Miniere del M.te
Avanza
Escursionismo
Invernale
Ciaspolata da Pierabech al villaggio minerario del Monte
Avanza. [Capogita: Sergio].
13/3
Dvigrad (CRO)
Arrampicata su
roccia
17/4
Ferrata della
Memoria
Via Ferrata
29/5
M.te Golica
(SLO)
Escursionismo
12/6
Garnitzenklamm
Escursionismo
(AUT)
10/7
Cima Alta di
Riobianco
A-Escursionismo
B-Arrampicata in
montagna
28/8
T.re Nuviernulis
A-Escursionismo
B-Arrampicata in
montagna
Arrampicata alla falesia di Dvigrad in Croazia. Necessaria
attrezzatura da arrampicata e casco. [Capogita: Paolo].
Percorso attrezzato, molto difficile e riservato a persone
già esperte. Necessario set di autoassicurazione e casco.
[Capogita: Andrea e Serena].
Escursione alla cima famosa per le sua fioritura
primaverile di narcisi. [Capogita: Patrizia].
Poco oltre Tarvisio in territorio austriaco, nella pittoresca
Carinzia, presso il villaggio di Moderndorf, si risale una
suggestiva forra con un sentiero attrezzato che costeggia
un torrente impetuoso e vorticoso. Consigliato il set di
autoassicurazione. [Capogita: Vincenzo].
Doppio itinerario, escursionistico (A) fino al bivacco
Gorizia e alpinistico (B) alla Cima Alta di Rio Bianco per
la via Normale. Per il secondo è necessaria l’attrezzatura
base per l’arrampicata in montagna. [Capogita: Vincenzo
e Paolo].
Doppio itinerario, escursionistico (A) fino al rifugio
Grauzaria e alpinistico (B) alla Torre Nuviernulis per la
via deli Amici. Per il secondo è necessaria l’attrezzatura
base per l’arrampicata in montagna. [Capogita: Vincenzo
e Paolo].
Triplo percorso per due giornate al rifugio Calvi. Salita al
Peralba per la via normale (A), salita al Peralba per la
ferrata Sartor (B), doppio itinerario su roccia, la via dei
Tedeschi al Pich Chiadenis e la via delle Guide al M.te
Chiadenis (C1 e C2). Necessaria l’attrezzatura base per
l’arrampicata in montagna e il set di autoassicurazione.
[Capogita: Vincenzo].
Percorso attrezzato, difficile e riservato a persone già
esperte. Necessario set di autoassicurazione e casco.
[Capogita: Paolo].
Quattro domeniche in Val Rosandra con la Guida, gli
assistenti e gli allievi del 22° CAT AR1/2016
Arrampicata alla falesia di Črni Kal in Croazia. Necessaria
attrezzatura da arrampicata e casco. [Capogita:
Vincenzo e Paolo].
10-11/9 M.te Peralba
A-Escursionismo
B-Via Ferrata
C-Arrampicata in
montagna
Creton dell’Arco
Via Ferrata
28/10
27/11
Val Rosandra
22° Corso Base
d’Arrampicata
11/12
Črni Kal (SLO)
Arrampicata su
roccia
9/10
Pramollo
al
Monte
Corona.
In rosso le uscite riservate ai soci CAT in regola con l’iscrizione.
Per informazioni: Vincenzo 331-7028861, [email protected]
cronache ipogee
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REALTÀ AUMENTATA ...COS’È ?
La realtà aumentata è una tecnologia capace di aggiungere o togliere in tempo reale elementi virtuali all’ambiente
circostante. In questo caso la telecamera di un tablet inquadra il sito paleontologico mentre il processore interno
rielabora il segnale video aggiungendo il dinosauro Antonio in movimento. Il risultato appare sul monitor del tablet.
L’interazione è complessa e finora non è mai stata applicata in Italia con queste caratteristiche. Il lavoro svolto
apre la strada ad un nuovo modo di concepire la divulgazione culturale nella nostra Regione.
Dal 13 marzo sarà possibile vedere l’applicazione di questa tecnologia tutte le domeniche e negli orari di apertura del sito paleontologico. Sarà inoltre possibile ammirare Antonio in “carne e ossa” virtuali anche durante le
visite scolastiche già prenotate o che verranno prenotate entro la fine dell’anno scolastico in corso. Il costo della
visita non subisce variazioni.
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cronache ipogee
Walter Bonatti sulle pagine di Epoca
La collaborazione ultraventennale tra Walter Bonatti e il settimanale Epoca ha dato luogo ad alcune migliaia di pagine,
dalle cronache delle drammatiche imprese alpinistiche degli anni ’50 e ’60 fino ai reportage naturalistici di un Bonatti
ormai maturo e esperto fotografo. Tutta questa mole di informazioni è stata da noi pazientemente ricercata, digitalizzata
e catalogata, e ora è pronta per essere pubblicata e condivisa con gli appassionati.
Il progetto si intitola Walter Bonatti sulle pagine di Epoca e consiste in un quaderno a stampa di grande formato, dedicato alle imprese alpinistiche, più un DVD nel quale è riportato tutto il materiale apparso sul settimanale, comprese le
grandi raccolte fotografiche degli anni ’70, ambientate in Africa, in America Latina, in Indonesia e perfino in Antartide.
Sono oltre 1500 pagine, organizzate in un database di facile consultazione, e facilmente stampabile.
Abbiamo deciso di ricorrere all’aiuto di tutti gli interessati per realizzare fisicamente il progetto, con l’intento di poter
offrire l’opera al minimo prezzo possibile in uno spirito di condivisione e di conservazione della memoria di questo
grande uomo. Per aderire al crowdfunding è sufficiente un contributo minimo che può essere versato tramite PayPal
o, a richiesta, bonifico bancario.
Si tratta di versare una quota-base con la quale si prenota la propria copia dell’opera. Tutti i sottoscrittori avranno
diritto all’acquisto del quaderno + DVD con uno sconto rispetto al prezzo di copertina, oltre ovviamente alle spese di
spedizione. L’operazione verrà effettuata in piena trasparenza, e verranno resi noti, oltre al numero dei sottoscrittori, il
numero delle copie stampate e il costo analitico per ciascuna copia.
Vorremmo riuscire a mantenere il costo dell’opera sotto i 20 euro. Naturalmente ci sono tanti fattori che influiscono, oltre
alla qualità della stampa, alla quale però non vogliamo rinunciare. Il primo fattore è la tiratura. Sappiamo che esistono
tantissimi appassionati che contribuirebbero volentieri alla realizzazione dell’opera, e abbiamo raccolto già una piccola
mailing list per avvisare quelli che conosciamo. Ma la nostra lista non basta ad assicurare un numero sufficiente di
copie, e non possiamo investire fondi in campagne pubblicitarie. Quindi, contiamo sul passaparola, sulla condivisione
nei social network, sulle associazioni e gruppi di cultori dell’alpinismo: insomma contiamo sul vostro aiuto. Abbiamo
bisogno di raggiungere una tiratura di almeno 500 copie per poter spuntare buoni prezzi dagli stampatori. Il resto: la
passione, la professionalità, il tempo, li mettiamo noi volentieri.
Regolamento della sottoscrizione:
•Viene attivata una sottoscrizione (crowdfunding) per la pubblicazione dell’opera (quaderno + DVD) dal titolo provvisirio
Bonatti sulle pagine di Epoca;
•La durata della sottoscrizione è fissata in 60 giorni a partire dal 14 marzo 2016: scadrà il 14 maggio 2016;
•Per aderire al crowdfunding si può versare la quota-base di 15,00 tramite Paypal utilizzando il link presente in questa
pagina, oppure effettuare un bonifico (chiedere le coordinate);
•Alla fine della sottoscrizione, se si sarà raggiunto un budget sufficiente si potrà avviare la stampa, e ogni sottoscrittore
riceverà la sua copia dell’opera dietro conguaglio del costo finale e delle spese postali;
•se non si raggiungerà un budget sufficiente, tutti i sottoscrittori verranno rimborsati integralmente.
Link per la sottoscrizione tramite Paypal (*) (puoi cambiare la cifra e aggiungere qualche commento):
https://paypal.me/Xedizioni/15
Per gruppi, associazioni: è consigliabile fare un unico versamento cumulativo,
specificando un solo nome di riferimento. In questo modo si risparmia qualcosa
sulle tariffe Paypal(*)
Se vuoi versare utilizzando un bonifico o un altro metodo di pagamento scrivici
al solito indirizzo: [email protected]
Grazie a tutti! Vi terremo informati da queste pagine e dalla pagina Facebook.
Lo staff di Xedizioni
(*) Paypal applica una trattenuta che ammonta al 3,4% + 0,35 euro. In pratica,
di 15 euro versati restano 14,14 netti. Il vantaggio è che permette il rimborso
totale della somma versata, nel caso di non raggiungimento del budget.
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ATTIVITÀ ED ESCURSIONI PER IL MESE DI APRILE 2016
10 Aprile 2016 - Escursione diurna - La danza dei crocus
Escursione/attività semplice per tutti - Durata 5 ore - Ritrovo ore 10.00 - Centro visite Forni di Sotto
10 Aprile 2016 - Mountainbike - Primavera in bicicletta
Escursione/attività impegnativa per allenati - Durata 4 ore - Ritrovo ore 9.00 - Centro visite Claut
17 Aprile 2016 - Phototrekking - I primi passi delle marmotte nella neve - Rifugio Pussa, Malga Senons
Escursione/attività impegnativa per allenati - Durata 8 ore - Ritrovo ore 8.00 - Centro visite Claut
Le farfalle sono tornate
Martedì 1° marzo, come da programma, la Casa delle Farfalle di Bordano ha riaperto al pubblico per la stagione
2016
La struttura sarà aperta fino al 31 ottobre. Nei mesi di marzo e ottobre con orario 9-17 (feriale) e 9-19 nei (sabato,
domenica e festivi); da aprile a settembre invece 9-18 nei giorni feriali e sempre 9-19 il sabato la domenica e festivi.
Le serre rimangono anche quest’anno caratterizzate dalla specializzazione sugli insetti e invertebrati in genere (oltre che
tantissime farfalle, in particolare). Oltre che da nuovi animali e nuovi allestimenti tuttavia, la stagione è caratterizzata
da moltissimi nuovi eventi (quest’anno saranno 26, il doppio dello scorso anno). Tra i nuovi eventi, gli appuntamenti col
buio, che sono stati molto apprezzati lo scorso anno (le classiche Notti delle farfalle, ad esempio): una serie di Notti al
museo, in cui i ragazzi dormiranno all’interno della struttura, tra giochi e racconti, dopo aver passato la serata attorno
al falò lungo il Tagliamento, e molte escursioni ed uscite sul territorio, in collaborazione con “Danaus, in viaggio con
la scienza”, ad esempio: una tre giorni in Slovenia con gli orsi, un weekend al Parco delle Prealpi Giuli (nell’ambito
di una collaborazione con l’Ente Parco), un altro in Val Alba. Infine un grande evento dedicato al volo, in chiusura di
stagione. In allegato il depliant degli eventi 2016.
La Casa delle Farfalle di Bordano è un angolo di foresta tropicale in Friuli Venezia Giulia. È la più ampia esposizione
di farfalle e insetti vivi in Italia, con 1.000 metri quadrati di serre riscaldate e altrettanti di mostre e laboratori.
Più di 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo sono ospitate nelle 3 grandi serre-giardino che riproducono
i loro habitat naturali, con piante ed animali esotici: l'Africa tropicale, le foreste pluviali asiatiche e il bacino del Rio
delle Amazzoni.
La Casa delle Farfalle è anche un attivo centro didattico, con mostre, laboratori, aule video, per giocare, imparare
e confrontarsi. Con un’ampia e rinnovata offerta per i ragazzi, la Casa delle Farfalle è molto impegnata nel turismo
scolastico, ed è al fianco di molti insegnanti per progettare e realizzare percorsi di visita alternativi, a completamento
e approfondimento delle materie scientifiche.
Al link seguente, un approfondimento sull’apertura della nuova stagione:
http://bordanofarfalle.it/it/blog/la-casa-delle-farfalle-2016-879
Casa delle Farfalle - via Canada 5, Bordano (Udine) - Tel. 0432 1636175 / 344 2345406 - www.bordanofarfalle.it
Per approfondimenti e interviste: Stefano Dal Secco (presidente cooperativa Farfalle nella testa - www.farfallenellatesta.
it) [email protected] - 346 5804750
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cronache ipogee
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un abisso di occasioni...?
Sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com
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in forma gratuita e la durata
dell'esposizione dei messaggi
pervenuti sarà garantita per
tre mesi.
Passato questo lasso di tempo,
se non viene rinnovata la richiesta, il messaggio verrà rimosso.
Chiediamo la cortesia di segnalare alla redazione le eventuali
contrattazioni, andate a buon
fine in tempi inferiori a quelli trimestrali, evitandoci così di promuovere quegli articoli che sono
già stati evasi dalle parti.
Grazie.
La Redazione
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