Relax - Mensa Italia

Transcript

Relax - Mensa Italia
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
The geek corner
di Raffaele Grieco
“Geek”, chi è costui? Uno zampognaro? Wikipedia lo definisce come: “a peculiar or otherwise odd person, especially one who is perceived to be overly intellectual”; insomma, il classico tipo un po’ particolare. Mi pare che ben si adatti alla maggioranza dei Mensani. A me di certo ;^)
Chi vuole approfondire, oltre alle definizioni sparse per tutta la Rete, può anche fare il geek-test, ossia
il test di geek-itudine ☺
Un geek si caratterizza e lo si distingue soprattutto per la miriade di congegnetti, aggeggetti e giocattolini
assortiti di cui si circonda; NON contano in questo caso la mania per l’ultimo modello di telefonino o
per i gioielli o altre sciocchezze del genere. In questi ultimi casi si tratta di pura e semplice retrogradazione mentale…
Pertanto, da questo numero in poi, tedierò i miei consoci proponendo una selezione di oggetti da geek,
cosine che piacciono tanto agli stessi e divertono o interessano i loro amici e compagni; la cosa che
caratterizzerà questo piccolo spazio è che tutti gli oggetti ivi (anzi, quivi) descritti sono in mio possesso
e sono da me stati provati, testati, smontati, riassemblati e criticati ☺.
Bispertanto, anziché affidarsi alle prove trovate girovagando per Internet, qui troverete impressioni di
prima mano da fonte nota ;)
Geek-tool 1
SwissTech Utili-key
Questo aggeggetto (foto 1) è il
sogno di tutti coloro che amano
avere sempre sottomano tutto
quello che gli serve/gli potrebbe
servire nella giungla urbana o in
un improbabile picnic.
l’esterno (facendo attenzione a
non ciaccarsi), spunta la vera
natura del giocattolino (foto 3) e
lo si stacca pure dal portachiavi.
Foto 3
Foto 1
Normalmente esso si camuffa
nel portachiavi (foto 2), sembrando -a una frettolosa occhiata- una chiave come le altre.
Può anche sfuggire a un esame
frettoloso del mazzo di chiavi…
Foto 2
Afferrando le due parti della
punta con le dita e tirando verso
12
La nostra finta chiave, in realtà,
è contemporaneamente:
• cacciavite piatto piccolo
• cacciavite piatto “grande”
• cacciavite a croce
• lama
• seghetto
• cavatappi
Basta? Fa tanto coltellino dell’esercito svizzero in versione
micro, vero?
L’affarino è estremamente simpatico: nel mazzo di chiavi non
dà il minimo fastidio e anche se
è leggermente più lungo di una
chiave standard, vista la diffusione di porte blindate e relative
chiavi extra-lunghe, al loro
fianco Esso scompare.
Realizzata in solido metallo (acciaio inossidabile, secondo la
Casa), la Utili-key dà una buona
sensazione di robustezza e affidabilità. La lama e il seghetto
sono affilatissimi(!) e c’è il rischio
di tagliarsi gagliardamente, da
cui l’avvertimento nella fase di
apertura. Il cavatappi fa quello
che deve fare, con un po’ di destrezza (di nuovo: attenzione
alle dita!), il cacciavite a croce è
ottimo e quello a lama ‘grande’
(4 mm) non è malaccio; se solo
fosse un po’ più sottile… Quello
piccolo (1 mm e qualcosa) può
andar bene per stringere le vitine degli occhiali e poco altro;
cosa peraltro onestamente dichiarata dalla Casa.
Piaciuto? Vucumprà? Dal sito
home vogliono $10,99; su eBay
si buttano anche per meno.
Unica rogna, farselo spedire
dall’estero (in genere, gli States).
Ma ne vale la pena, soprattutto
ordinandone un po’ per distribuire le spese di spedizione.
La Utili-key si vende anche in sfiziose confezioni regalo, in coppia ad esempio con la Micro
Light (vedi parte 4) in una simpatica scatoletta metallica. Da
poco sul sito è apparsa una
Foto 4
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
nuova versione (qui a fianco)
che invece della lama e del seghetto prevede una lima per unghie e un pulisci-unghie.
Piaciuta incondizionatamente a
tutti gli amici cui l’ho mostrata o
regalata ☺
Produttore: www.swisstechtools.com
esempio con una memoria USB
invece della lucetta…
Victorinox SwissCard
Geek-tool 2
SwissTech Micro-Pro 9-in1 w / Micro Light
Quest’altra diavoleria, della
stessa Casa che ci offre la UtiliKey, ha un aspetto ancora più
misterioso del precedente; sveliamo subito che cosa contiene:
• cacciavite a lama grande
• cacciavite a lama piccolo
• cacciavite a croce grande
• cacciavite a croce piccolo
• pinza (!)
• tagliafili
• spellafili
• righello in pollici
• anello portachiavi
• LED con interruttore a doppia funzione
…notevole, eh?
Questo in effetti è un Geek-tool a
due stadi: la maggior parte delle
funzioni citate (le prime 8, in
ispecie) sono concentrate nel dispositivo che si vede in figura 2
e che è ospitato nella base di
plastica, che per conto suo
ospita il LED con relativo interruttore e batterie, e l’anellino con
cui attaccare il tutto al moschettone delle chiavi.
Per attivare l’oggetto misterioso
si tirano in fuori le due parti metalliche esterne, che così diventano i due manici della pinza;
basta allargarli et voilà! Abbiamo
accesso a tutte le funzioni del
gingillo.
Disponibile in varie versioni, per
Come per la Utili-key, l’oggetto è
ben costruito e funzionale. La
luce a LED è la stessa, con le
stesse pile, che troveremo più
avanti nella sezione “lampadine
da portachiavi”, con una bella
luce bianca e potente.
Geek-tool 3
Multiuso formato carta di
credito
Parte impegnativa, questa: confrontiamo 4-dico-4 oggetti formato carta di credito da tenere
nel portafogli (perlomeno io così
faccio) per avere sempre tutto a
portata di mano.
Normalmente questi cosi vengono chiamati SwissCard, ma
siccome questo è il nome di
uno dei modelli ho intitolato la
prova in altro modo; è più o
meno la stessa storia delle guarnizioni di attrito, che tutti si ostinano a chiamare “ferodi”, anche
se Ferodo ne è una particolare
marca.
Vediamo subito che cosa contengono i vari giocattolini; aiutarsi anche con le foto, please.
1. Victorinox SwissCard
• coltellino aprilettera
• goniometro
• penna pressurizzata
• spillo
• limetta per unghie con cacciavite
• stuzzicadenti
• righello in cm e pollici
• pinzetta
2.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Victorinox SwissCard Lite
coltellino aprilettera
forbicina
penna pressurizzata
lente di ingrandimento
pinzette di metallo
luce a LED rossa
4 pseudo-cacciaviti minimali
righello (pollici / millimetri)
spillo
Victorinox SwissCard Lite
3. ToolLogic Credit Card Companion
• bussola
• lama (veramente sembra più
una piccola mannaia, ma
loro la chiamano così...)
• lente di ingrandimento
• cavatappi / apriscatole
• cacciavite a lama
• righello in pollici / millimetri
• occhiello passafilo
• pinzette in plastica
• stuzzicadenti
Nota: questo tool è leggermente
più lungo degli altri (ca. 3 millimetri), quindi sarà bene tenerne
conto se lo si vuole infilare in un
portatessere con gli spazi risicati
ToolLogic Credit Card Companion
13
relax
4.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ToolLogic T1 Business Card
coltellino aprilettera
forbicina
penna
pinzetta metallica
cacciavite a croce
cacciavite a lama
stuzzicadenti in plastica
ago e filo
molletta fermasoldi staccabile
• righello (pollici / centimetri)
• limetta per unghie con attrezzo per le cuticole
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
un po’ meno: in particolare,
l’esemplare in mio possesso è
un po’ “traballante”…
Per quanto riguarda il LED che
dà il nome al Victorinox Lite, è
inutile farci affidamento; il colore
e la bassa potenza non fanno
vedere un bel niente. Meglio integrare con uno strumento apposito (parte 5).
Segnalo che la T1 si vende
anche in simpatiche confezioni
regalo con scatolotto metallico;
per esempio ce n’è una in combinazione co la TechLight (v.
geek tool n. 6).
www.victorinox.com
www.toollogic.com
Il “coltello” è abbondantemente
affilato, come tradizione della
Casa; la lente d’ingrandimento
ha il punto di messa a fuoco a
un paio di centimetri di distanza,
e non mi è molto chiaro a che
cosa possa servire; accendere il
fuoco no, perché a questo
pensa il firesteel, che stimolato
dalla lama emette vivaci scintille. Quando si è consumato, si
può sostituire (dice la Casa, io
non ho trovato il ricambio da
nessuna parte). Meno male che
alla Tool Logic hanno deciso di
tornare alle pinzette in metallo…
Sullo stuzzicadenti stenderei il
solito velo pietoso, ma può
darsi che data la destinazione
d’uso particolare stavolta possa
servire a qualcosa ☺
Geek-tool 4
Kit di sopravvivenza tascabile
ToolLogic T1 Business Card
Tutti questi simpatici oggetti
svolgono bene il loro compito: li
metti nel portafogli e te ne dimentichi, salvo poi ricordartene
quando sei nelle situazioni più
improbabili e ti occorrerebbe veramente un piccolo aiutino. La
scelta dipende ovviamente da
quali accessori si presume che
possano servire: la mia esperienza mi dice che i più gettonati
saranno la penna, le forbicine e
il coltellino. Per i cacciaviti, purtroppo si deve scegliere: quelli
della SwissCard Lite sono
troppo corti per alcuni usi e
quelli della Tool Logic T1 troppo
piccoli per altri; in entrambi i casi
risulta vincente l’accoppiata con
la Utili-key (v. Geek-tool n.1), che
dispone di cacciaviti più grandi
e robusti.
Le pinzette fanno quello che
possono: quelle in metallo sono
un po’ più funzionali, quella in
plastica del Companion è un po’
troppo spessa per alcuni usi. Lasciamo perdere l’uso degli stuzzicadenti in quanto tali J
Anche qui, le lame sono piuttosto affilate, soprattutto quella
della mannaietta del Companion.
Le forbicine delle SwissCard
sono precise come tradizione
svizzera impone; quella della T1
14
Nelle stesse dimensioni credit
card dei multiuso visti nella sezione 3, i diabolici progettisti
Tool Logic sono riusciti a “infizzare” tutti gli strumenti che comunemente sono ritenuti più
utili nella jungla:
• fischietto
• coltello
• bussola
• firesteel, ossia acciarino
e poi, tanto per gradire, visto
che gli avanzava spazio (!):
• lente
• stuzzicadenti
• anello per cordicella
in alternativa alla coppia bussola+ lente esiste la versione
con una luce a LED.
Geek-tool 5
Torce micro
È comodo avere una piccola torcia sempre appresso, vero? Non
si sa mai: si perde qualcosa in
un posto buio, manca la luce
quando rincasiamo, siamo in
panne con l’auto… haivoglia di
esempi (!)
D’altro canto, chi è tanto accorto
da ricordarsi ogni volta che esce
di prendere la lampadinetta? Le
signore possono aggiungere un
piccolo oggetto al già oneroso
carico delle loro borsette, ma
noi maschietti?
Soluzione: una lampadina piccola ed efficiente da aggiungere
al portachiavi ☺. Qui ne vediamo 4 con caratteristiche diverse:
SwissTech micro-light
Questa è la più piccola del
gruppo. Usa due pile a bottone
CR2016. Fa una bella luce e
non dà troppo in-gombro vicino
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
al portachiavi. Il pulsante di accensione può essere spostato e
fungere da interruttore, sicché la
piccolina offre anche la luce
fissa.
SwissTech micro-light
MagLite Solitaire
Questa è la più classica del
gruppo; il modello più piccolo
della ce-lebre MagLite. Alimentata con una ministilo e dotata di
lampadina di ricambio nascosta
nel tappo posteriore. Si accende
ruotando la testa e si spegne avvitando; questo rende meno immediata l’accensione ma rende
pos-sibile lasciarla accesa indefinitamente. Il cappellotto si può
svitare completamente e la torcetta può essere messa in piedi,
otte-nendo un simpatico effetto
candela (!)
quartetto, ma ripaga con due
utili caratteristiche: luce fissa,
come la MagLite (si accende
nello stesso modo) e base calamitata orientabile per puntare il
fascio dove si sta lavo-rando
con ambedue le mani. Perché
mi viene da pensare a un’automobile? Alimentata con 4 (!) pile
a bottone, offre una luce bianchissima e in-tensa.
Locklite Mini Key Torch
dulcis in fundo, la più originale e
la mia preferita finché non è arrivata la Tool Logic con la sua T1
TechLight, che però non è inclusa in questa lista perché è più
un multiuso che una semplice
torcetta (vedi parte 6).
Si apre e le si inserisce all’interno la prima chiave del
mazzo. Si richiude e…voilà! Ce
ne si può anche dimenticare.
Quando si impugna la chiave, il
pollicione si trova automaticaMente sopra la membrana che
funge da pulsante di accensione: all’occorrenza, basta
schiacciare e…fiat lux! ☺
•
•
•
•
cacciavite a croce
cacciavite a stella
clip fermasoldi
aggancio per cinturino o
anello portachiavi
Praticamente un ibrido fra i multiuso e le lampadine portatili…
Nella foto non si vede bene, ma
c’è perfino un forellino esagonale nello scafo per metterci il
cacciavitino e avvalersi di tutto
l’oggetto per fare forza sulle viti
☺. La luce è discretamente potente e il pulsante a scatto permette di lasciarla accesa. Il
punto debole è l’archetto per fissarla al portachiavi, che mostra
una deleteria facilità a rompersi
. Io ho rimediato cannibalizzando la clip fermasoldi metallica, piegandola e incollandola
lungo il bordo dell’archetto…
MagLite Solitaire
Tool Logic Outdoor SL pro
Questa è la più ingombrante del
Locklite Mini Key Torch
Geek-tool 6
Multiuso micro
Tool Logic Outdoor SL pro
Tool Logic T1 TechLight
Un oggettino lillipuziano, molto
più piccolo nella realtà di quanto
le proporzioni facciano immaginare dalle foto, che vanta una
dotazione di:
• penna a sfera
• luce LED
Tool Logic T1 TechLight
15
relax
Geek-tool 7
Survival Tool
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
Geek-tool 8
Card Beeper
Qui siamo a un oggetto difficile
da classificare: la forma e le
proporzioni farebbero pensare a
un multiuso tipo SwissCard, ma
-non so bene perché- non mi
viene di metterlo con gli altri.
In pratica è un singolo pezzo di
metallo sagomato e rifinito
contenente
vari
“attrezzi”,
secondo la Casa:
Survival Tool
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
apriscatole
coltello
cacciavite
righello
apribottiglie
chiave inglese’ per 4 taglie
chiave a farfalla (?)
seghetto
indicatore di direzione
chiave inglese’ piccola
foro per laccio
L’utilizzo classico, cioè quello di
metterlo nel portafogli, come del
resto suggerito anche dalla foto
pubblicitaria, è secondo me da
sconsigliare: la lama, la seghetta
e il cacciavite sono esposti e
taglientissimi e anche se
l’oggetto ha in dotazione una
custodia di finta pelle, si rischia
di trovarsi il portafogli e magari
qualcos’altro tutto tagliuzzato…
Survival Tool
16
Piccolo gadget utile per chi ha la
capa sciacqua, ops, pardon… è
molto distratto e lascia la
scheda nel Bancomat, o la carta
di credito in mano al negoziante, la tessera di FNAC alla
cassiera… beh, ci siamo capiti.
Foto totalmente esplicativa: inserisco la scheda nella fessura
ed è fatta. Quando la prendo, il
card beeper comincia a fare il
suo mestiere e tenere fede al
suo nome, cioè comincia -discretamente ma inesorabilmente- a fare “bip-bip” a
intervalli fino a che la scheda
non viene riaffidata alle sue
cure. A meno che non si abbiano gravi problemi di udito,
non ci saranno più dimenticanze. ☺
Disponibile in diversi colori e diversi modelli
Geek-tool 9
Scaldino-scaldotto
…mai avuto un po’ di freddo
fuori casa, o in macchina?
In commercio esistono diversi
prodotti in bustina che si riscaldano a contatto con l’aria
quando si apre la confezione;
purtroppo sono monouso. Questo, invece, è riutilizzabile: normalmente si presenta come un
contenitore sacchettoso pieno
di liquido, nel quale nuota una
piccola piastrina concava di metallo. Basta far fare click alla piastrina per scatenare la reazione:
il liquido si cristallizza propagando l’onda di solidificazione
per tutta la bustina, generando
un calore anche abbastanza intenso (la pubblicità dice 50°C)
che dura una mezz’ora abbondante. Per ripristinare lo stato
normale, basta metterlo per 5
minuti nell’acqua bollente: I cristalli si decristallizzano e il contenuto ritorna liquido, pronto per
l’uso successivo. Dice che si
può riutilizzare 100 volte.
La mia vettura ha il riscaldamento un po’ lento: vista anche
la brevità dei miei percorsi soliti,
quando dalle feritoie inizia a
uscire un minimo di aria calda,
sono ormai già arrivato a destinazione. Il mio meccanico dice
che è un fatto positivo, perché
indica che il motore è termicamente efficiente, scalda poco
eccetera, ma può essere scomodo se fa freschetto e i miei
passeggeri si lamentano. Da
quando tengo un paio di questi
cosi nel cassetto del cruscotto,
non si lamenta più nessuno ☺
9 bis
Scaldamani a combustibile
In effetti una soluzione allo
stesso problema esiste già da
tempo: sono gli scaldini alimentati a benzina (che non ho) e
quelli a carboncino (che ho, e
quindi trovate quivi recensito).
Vedi la figura:
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
Quello a carboncini funziona
così: si apre il contenitore, elegantemente rivestito di velluto e
con un lettuccio di fibra di vetro
contenuto al suo interno, si adagia il pezzo di carboncino dopo
averlo passato su una fiamma
fino a renderlo incandescente.
Si richiude e… ci si riscalda!
La cosa molto scomoda di questi cosi è, naturalmente, il doversi portare dietro anche il
carburante (benzina / carboncini), oltre a un sistema di accensione quali fiammiferi o
accendini. Infatti, alla fine, io non
me li portavo appresso se non
in casi particolari…
Geek-tool 10
SD card plus USB
Schedina di memoria formato
SD (da una parte); si ruota il coperchietto e… voilà!
Abbiamo un connettore USB
quasi standard. Dico ‘quasi’ perché in effetti il connettore è standard, gli manca solo la cornice
metallica esterna.
In pratica, puoi metterla nella tua
macchina fotografica, riempirla
di foto, poi toglierla e inserirla
come USB nel computer, ovunque ti trovi, senza doverti ricordare di portarti il cavo di
collegamento e magari il CD col
software.
Oppure fare il viceversa: riempirla di mp3 col PC, toglierla e inserirla nel tuo lettore compatibile
SD. Bella vero? Io la uso come
pen-drive ultraportatile da tenere
nel portafogli.
Disponibile (ormai a poco
prezzo) in tagli da 512M, 1G,
2G, 4G e da poco anche
8Gbyte.
Le versioni da 4 e 8 GB sono
HDSC classe 4.
www.sandisk.com
Geek-tool 11
auto ventilatore solare
Diavoleria tipicamente yankee
per non trovare l’auto come una
fornace dopo averla parcheggiata sotto il sole; si apre un po’
il finestrino, si aggancia l’oggettino sul bordo del vetro, si
stende la guarnizione in dotazione sul resto del bordo medesimo, si richiude il finestrino e il
gioco è fatto. La cella solare farà
muovere la ventola quel tanto
che basta per espellere l’aria
calda e far entrare un po’ d’aria
fresca.
• Cavatappi
• Bastoncino per cocktail
• Forchettina
• Coltellino
• Tagliasigillo dei tappi
• Cavatappi / apriscatole
Tutti gli accessori sono ben realizzati e perfettamente funzionali;
l’unico
posibile
inconveniente è che lo spessore
del tutto è maggiore che negli
altri accessori formato carta di
credito visti, soprattutto per il rigonfiamento nella parte centrale
ove è ospitato il cavatappi.
www.toollogic.com
Geek-tool 13
Coltello da sopravvivenza
Non posso dire che faccia miracoli, ma sicuramente è meglio
con che senza. ☺
Geek-tool 12
Wine Companion
Nessun avvinazzato presente?
Allora questo giocattolino non vi
servirà: nel solito formato carta
di credito la Tool Logic ha realizzato un contenitore per tutto ciò
che serve per un party a base alcolica (o per la conferenza sull’accoppiamento cibo-vino a
cura del Mensa Campania); qui
dentro trovate:
Ancora la Tool Logic (!). Questo
oggetto è di base un coltello con
lama ripiegabile e con blocco di
fondocorsa,
ma
incorpora
anche un fischietto e una torcia
estraibile, in tutto e per tutto simile a quella vista nel tool n. 5,
solo che invece di avere la base
calamitata ha un acciarino (un firesteel, in inglese) con cui accendere il fuoco.
L’oggetto è ben costruito e appare discretamente solido; la
lama, stranamente per la Tool
Logic, non ha una affilatura da
cardiopalma ma è comunque
sufficiente per un uso normale.
Eppoi si può sempre fare una visitina all’arrotino…
17
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
I rompicapo di Emma la pasticcera
Zona Cesarini, di Lorenzo Pescini
La lampadina è brillante e luminosa come la sua gemella già
vista; l’unico piccolo inconveniente è che all’esaurimento
delle pile bisogna comprarne 4
a bottone, ben più costose per
esempio della ministilo utilizzata
dalla Maglite Solitaire (geek tool
n. 5) e non esistono in versione
ricaricabile.
L’acciarino funziona positivamente: si strofina (un colpo
secco) con la lama e genera copiose scintille ad alta temperatura con cui accendere un
fuoco. Si trovano diversi video
in proposito su YouTube ☺
Sempre www.toollogic.com
I rompicapo di Emma la pasticcera
Domanda: Se consideriamo
corretto tutto quanto riportato nel testo (rispetto delle statistiche e completezza delle
percezioni di Emma), la
scommessa è conveniente?
Perché?
A tutti coloro che invieranno
almeno una risposta esatta,
di questo o di episodi precedenti all’indirizzo “personale”
della nostra pasticcera ([email protected]), sarà data
l’opportunità di entrare nel
club “I risolutori di Emma”…
Partecipate numerosi!
18
D
alla finestra del laboratorio
dove Emma prepara tutti giorni le
sue favolose prelibatezze si intravede in lontananza lo stadio di
calcio. La domenica pomeriggio,
quando la squadra locale gioca
in casa le grida eccitate e l’esultanza dei tifosi fanno da compagnia alla nostra eroina che spesso si ferma chiudendo gli occhi
ad immaginare, come se fosse
sospesa sopra il rettangolo verde, i ventidue giocatori che correndo percorrono traiettorie piene
di arcani significati e di geometriche bellezze. Ad Emma, amante
degli scacchi e delle altre attività
ludiche dove al massimo si
deve spostare un braccio (e neanche di molto!) il “pallone” non
ha mai appassionato. Ma lo Stadio, quale straordinario punto di
aggregazione sociale e fenomeno di massa, quello sì.
“Oggi c’è un partitone!” disse
paonazzo un tizio con la sciarpa
dei colori della squadra locale attorcigliata al collo entrando nel
negozio.
“A sì…?” disse distratta la pasticcera mentre sfogliava un mensile
di viaggi sognando isole esotiche
in compagnia di un bel marcantonio.
“Deve sapere che contro la Colonnese abbiamo vinto in media
tredici volte su venticinque”.
“Interessante…” fece Emma sbadigliando.
“Sono due squadre con una bella
difesa, non a caso solo due volte
su dieci la partita si è conclusa
con un numero complessivo di
reti superiori a due. Di queste, sei
volte su dieci ha vinto la nostra
mitica squadra del cuore”.
“È frequente che la partita tra le
due squadre finisca in pareggio?”.
“No è piuttosto raro…è avvenuto
mediamente una volta su cinque
e sempre a reti inviolate. Solo
una volta, ricordo, finì uno a
uno…un match al cardiopalma:
autogol e calcio di rigore in zona
Cesarini!”.
Il tifoso quindi dopo aver pagato
due cornetti alla marmellata saluto frettolosamente e uscì dal negozio.
Visto che era rimasta sola Emma andò nel laboratorio a preparare un paio di crostate di frutta
che avrebbe dovuto consegnare
la sera stessa. Sentì in lontananza il calcio d’inizio di quel “partitone” che tanto aveva esaltato
l’ultimo cliente. Sentì pure nel
corso dell’incontro due boati a
cui certamente erano corrisposti
altrettante reti dell’una o dell’altra
parte. Dopo poco che il fischio
finale rimbalzò nell’aria, cominciò a sentire provenienti dalla
strada clacson, cori e motori accelerati segno che una delle due
squadre evidentemente aveva
vinto.
“Chissà chi si è aggiudicato la
partita…” pensò Emma mentre
l’orologio digitale davanti a lei segnava le 18.28 del 28.1. Poi una
strana e confusa associazione di
idee si formò nella sua fantasmagorica immaginazione…
“Mi domando: accetterei di scommettere sulla vittoria della squadra ospite se mi offrissero un premio di 28 contro una puntata di
10?”
Emma si fermò un attimo. Ripensò triste a che tipo di astruse domande la sua mente contorta stava cominciando ad elaborare.
Prese atto che rimanere da sola,
soprattutto la domenica pomeriggio, non le faceva bene allo spirito.
“Forse è meglio che ritorni a
cercare un compagno perché
se continuo così divento matta!” pensò leccando un dito appena inzuppato nella panna
montata.
relax
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009
Bee Gees - Seconda parte
di Rodolfo Cardarelli
5 I grandi successi
come autori
Inevitabilmente, un successo
così improvviso e intenso produsse anche effetti di rigetto:le radio americane iniziarono con i
“Bee Gee Free Weekends”, promettendo ai propri ascoltatori che
non avrebbero mandato in onda
i tre durante i w-e.
In più, un clamoroso passo
falso, contribuì a smorzare l’entusiasmo sul quale avevano potuto contare per oltre 2 anni: nel
1978 si fecero tentare dal loro mito, i Beatles, e accettarono di entrare nel cast del film “Sergeant
Pepper’s Lonely Hearst Club
Band”, insieme a Peter Frampton, chitarrista all’epoca di un
certo successo.Nonostante la
presenza dei Bee Gees, e il grande impegno sulla promozione,
sia il film che la colonna sonora
furono un fiasco totale.
In ogni caso i tre non erano certo
a corto di risorse; parallelamente
alla loro carriera come performer,
le loro composizioni avevano anche un discreto (e in alcuni casi
enorme) successo come cover.
Uno degli artisti che più beneficiò
del loro talento fu il fratello
minore Andy.Il minore dei Gibb
nacque in Inghilterra poco prima
del trasferimento della famiglia in
Australia, e crebbe con il mito dei
tre fratelli.
Arrivato all’età di 18 anni Andy,
che aveva una forte somiglianza
e un legame particolare con Barry, iniziò una carriera di solista,
che lo portò più volte sul finire degli anni 70 in testa alle classifiche
USA.Andy reinterpretava i successi dei fratelli, e anche brani
scritti appositamente per lui dai
Bee Gees.
Putroppo il suo successo fu ancora più rapido di quello dei suoi fratelli, ed egli era ancora meno preparato; fu così che Andy dalla metà degli anni 80 fu sopraffatto dalla
tossicodipendenza. La sua morte
all’età di soli 30 anni fu dovuta ad
un’infiammazione cardiaca, ma
nessuno nascose il fatto che anni
di abusi portarono il suo fisico a
cedere. Andy morì mentre passava un periodo di riposo in Inghilterra dal fratello Robin.
Oltre a Andy Gibb, sono innumerevoli gli artisti che hanno utilizzato lo sterminato repertorio dei
Bee Gees, ma a partire dai primi
anni 80 i tre fratelli si dedicarono
a collaborazioni più strette con alcuni artisti, in alcuni casi reinventandone addirittura la carriera.
Il primo esempio, e forse quello
più clamoroso, fu Barbra Streisand: nel 1980 la già famosissima cantante e attrice americana
chiese ai tre di collaborare ad un
album.Barry e i suoi fratelli realizzarono il capolavoro di Barbra,
un album che fu in assoluto il più
grande successo della performer
americana, e che contiene brani
indimenticabili, come “Guilty”
(duetto con Barry) e “Woman in
Love”.
Nel 1982 i Bee Gees affrontarono
un altro mito: Dionne Warwick.La
cantante soul afro-americana,
imparentata con Whitney Houston, era il “feticcio” di Burt Bacharach, del quale aveva portato
al successo tutti i brani più importanti: “Walk on By”, “Message to
Michael”, “Just Don’t Know What
To Do With Myself”, “I Say a Little
Prayer” e molti altri.
Era difficile pensare ad un cambiamento nella carriera di Dionne
Warwick, ma grazie all’interessamento del producer di Dionne,
Barry scrisse “Heartbreaker” per
lei. Dionne non era molto convinta, ma si fidò dei Bee Gees, ed
ebbe ragione, perché l’album e il
singolo sfondarono in tutto il
mondo, e Dionne Warwick conobbe di nuovo risultati di vendita paragonabili a quelli dei brani
di Bacharach.
L’anno successivo i Bee Gees
propongono a Diana Ross un
brano, “Islands in the Stream”,
tratto dal titolo di un romanzo di
Hemingway.La Ross apparentemente declina, e il brano viene interpretato in chiave country dal
duo Kenny Rogers e Dolly Parton. anche questo brano finisce
in testa a tutte le classifiche,
country e non, e risulterà essere
uno dei brani country più di successo nella storia di questo genere musicale.La versione dei Bee
Gees incredibilmente non ha lo
stesso mordente di quella del
duo americano.
Altri brani scritti per Diana Ross,
Celine Dion, e altri riscuotono
analoghi consensi.
www.mensa.it
Nell’area Riservata i Soci in regola con l’iscrizione trovano:
Archivio Mensa News e Memento, Chat e Forum, Biblioteca e Videoteca,
Galleria Foto e Area download, Calendario Eventi, Organigramma e FAQ,
Elenco Soci e Scheda on-line per l’aggiornamento dei dati personali, ...
19