Relax - Mensa Italia
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relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 The geek corner di Raffaele Grieco “Geek”, chi è costui? Uno zampognaro? Wikipedia lo definisce come: “a peculiar or otherwise odd person, especially one who is perceived to be overly intellectual”; insomma, il classico tipo un po’ particolare. Mi pare che ben si adatti alla maggioranza dei Mensani. A me di certo ;^) Chi vuole approfondire, oltre alle definizioni sparse per tutta la Rete, può anche fare il geek-test, ossia il test di geek-itudine ☺ Un geek si caratterizza e lo si distingue soprattutto per la miriade di congegnetti, aggeggetti e giocattolini assortiti di cui si circonda; NON contano in questo caso la mania per l’ultimo modello di telefonino o per i gioielli o altre sciocchezze del genere. In questi ultimi casi si tratta di pura e semplice retrogradazione mentale… Pertanto, da questo numero in poi, tedierò i miei consoci proponendo una selezione di oggetti da geek, cosine che piacciono tanto agli stessi e divertono o interessano i loro amici e compagni; la cosa che caratterizzerà questo piccolo spazio è che tutti gli oggetti ivi (anzi, quivi) descritti sono in mio possesso e sono da me stati provati, testati, smontati, riassemblati e criticati ☺. Bispertanto, anziché affidarsi alle prove trovate girovagando per Internet, qui troverete impressioni di prima mano da fonte nota ;) Geek-tool 1 SwissTech Utili-key Questo aggeggetto (foto 1) è il sogno di tutti coloro che amano avere sempre sottomano tutto quello che gli serve/gli potrebbe servire nella giungla urbana o in un improbabile picnic. l’esterno (facendo attenzione a non ciaccarsi), spunta la vera natura del giocattolino (foto 3) e lo si stacca pure dal portachiavi. Foto 3 Foto 1 Normalmente esso si camuffa nel portachiavi (foto 2), sembrando -a una frettolosa occhiata- una chiave come le altre. Può anche sfuggire a un esame frettoloso del mazzo di chiavi… Foto 2 Afferrando le due parti della punta con le dita e tirando verso 12 La nostra finta chiave, in realtà, è contemporaneamente: • cacciavite piatto piccolo • cacciavite piatto “grande” • cacciavite a croce • lama • seghetto • cavatappi Basta? Fa tanto coltellino dell’esercito svizzero in versione micro, vero? L’affarino è estremamente simpatico: nel mazzo di chiavi non dà il minimo fastidio e anche se è leggermente più lungo di una chiave standard, vista la diffusione di porte blindate e relative chiavi extra-lunghe, al loro fianco Esso scompare. Realizzata in solido metallo (acciaio inossidabile, secondo la Casa), la Utili-key dà una buona sensazione di robustezza e affidabilità. La lama e il seghetto sono affilatissimi(!) e c’è il rischio di tagliarsi gagliardamente, da cui l’avvertimento nella fase di apertura. Il cavatappi fa quello che deve fare, con un po’ di destrezza (di nuovo: attenzione alle dita!), il cacciavite a croce è ottimo e quello a lama ‘grande’ (4 mm) non è malaccio; se solo fosse un po’ più sottile… Quello piccolo (1 mm e qualcosa) può andar bene per stringere le vitine degli occhiali e poco altro; cosa peraltro onestamente dichiarata dalla Casa. Piaciuto? Vucumprà? Dal sito home vogliono $10,99; su eBay si buttano anche per meno. Unica rogna, farselo spedire dall’estero (in genere, gli States). Ma ne vale la pena, soprattutto ordinandone un po’ per distribuire le spese di spedizione. La Utili-key si vende anche in sfiziose confezioni regalo, in coppia ad esempio con la Micro Light (vedi parte 4) in una simpatica scatoletta metallica. Da poco sul sito è apparsa una Foto 4 relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 nuova versione (qui a fianco) che invece della lama e del seghetto prevede una lima per unghie e un pulisci-unghie. Piaciuta incondizionatamente a tutti gli amici cui l’ho mostrata o regalata ☺ Produttore: www.swisstechtools.com esempio con una memoria USB invece della lucetta… Victorinox SwissCard Geek-tool 2 SwissTech Micro-Pro 9-in1 w / Micro Light Quest’altra diavoleria, della stessa Casa che ci offre la UtiliKey, ha un aspetto ancora più misterioso del precedente; sveliamo subito che cosa contiene: • cacciavite a lama grande • cacciavite a lama piccolo • cacciavite a croce grande • cacciavite a croce piccolo • pinza (!) • tagliafili • spellafili • righello in pollici • anello portachiavi • LED con interruttore a doppia funzione …notevole, eh? Questo in effetti è un Geek-tool a due stadi: la maggior parte delle funzioni citate (le prime 8, in ispecie) sono concentrate nel dispositivo che si vede in figura 2 e che è ospitato nella base di plastica, che per conto suo ospita il LED con relativo interruttore e batterie, e l’anellino con cui attaccare il tutto al moschettone delle chiavi. Per attivare l’oggetto misterioso si tirano in fuori le due parti metalliche esterne, che così diventano i due manici della pinza; basta allargarli et voilà! Abbiamo accesso a tutte le funzioni del gingillo. Disponibile in varie versioni, per Come per la Utili-key, l’oggetto è ben costruito e funzionale. La luce a LED è la stessa, con le stesse pile, che troveremo più avanti nella sezione “lampadine da portachiavi”, con una bella luce bianca e potente. Geek-tool 3 Multiuso formato carta di credito Parte impegnativa, questa: confrontiamo 4-dico-4 oggetti formato carta di credito da tenere nel portafogli (perlomeno io così faccio) per avere sempre tutto a portata di mano. Normalmente questi cosi vengono chiamati SwissCard, ma siccome questo è il nome di uno dei modelli ho intitolato la prova in altro modo; è più o meno la stessa storia delle guarnizioni di attrito, che tutti si ostinano a chiamare “ferodi”, anche se Ferodo ne è una particolare marca. Vediamo subito che cosa contengono i vari giocattolini; aiutarsi anche con le foto, please. 1. Victorinox SwissCard • coltellino aprilettera • goniometro • penna pressurizzata • spillo • limetta per unghie con cacciavite • stuzzicadenti • righello in cm e pollici • pinzetta 2. • • • • • • • • • Victorinox SwissCard Lite coltellino aprilettera forbicina penna pressurizzata lente di ingrandimento pinzette di metallo luce a LED rossa 4 pseudo-cacciaviti minimali righello (pollici / millimetri) spillo Victorinox SwissCard Lite 3. ToolLogic Credit Card Companion • bussola • lama (veramente sembra più una piccola mannaia, ma loro la chiamano così...) • lente di ingrandimento • cavatappi / apriscatole • cacciavite a lama • righello in pollici / millimetri • occhiello passafilo • pinzette in plastica • stuzzicadenti Nota: questo tool è leggermente più lungo degli altri (ca. 3 millimetri), quindi sarà bene tenerne conto se lo si vuole infilare in un portatessere con gli spazi risicati ToolLogic Credit Card Companion 13 relax 4. • • • • • • • • • ToolLogic T1 Business Card coltellino aprilettera forbicina penna pinzetta metallica cacciavite a croce cacciavite a lama stuzzicadenti in plastica ago e filo molletta fermasoldi staccabile • righello (pollici / centimetri) • limetta per unghie con attrezzo per le cuticole Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 un po’ meno: in particolare, l’esemplare in mio possesso è un po’ “traballante”… Per quanto riguarda il LED che dà il nome al Victorinox Lite, è inutile farci affidamento; il colore e la bassa potenza non fanno vedere un bel niente. Meglio integrare con uno strumento apposito (parte 5). Segnalo che la T1 si vende anche in simpatiche confezioni regalo con scatolotto metallico; per esempio ce n’è una in combinazione co la TechLight (v. geek tool n. 6). www.victorinox.com www.toollogic.com Il “coltello” è abbondantemente affilato, come tradizione della Casa; la lente d’ingrandimento ha il punto di messa a fuoco a un paio di centimetri di distanza, e non mi è molto chiaro a che cosa possa servire; accendere il fuoco no, perché a questo pensa il firesteel, che stimolato dalla lama emette vivaci scintille. Quando si è consumato, si può sostituire (dice la Casa, io non ho trovato il ricambio da nessuna parte). Meno male che alla Tool Logic hanno deciso di tornare alle pinzette in metallo… Sullo stuzzicadenti stenderei il solito velo pietoso, ma può darsi che data la destinazione d’uso particolare stavolta possa servire a qualcosa ☺ Geek-tool 4 Kit di sopravvivenza tascabile ToolLogic T1 Business Card Tutti questi simpatici oggetti svolgono bene il loro compito: li metti nel portafogli e te ne dimentichi, salvo poi ricordartene quando sei nelle situazioni più improbabili e ti occorrerebbe veramente un piccolo aiutino. La scelta dipende ovviamente da quali accessori si presume che possano servire: la mia esperienza mi dice che i più gettonati saranno la penna, le forbicine e il coltellino. Per i cacciaviti, purtroppo si deve scegliere: quelli della SwissCard Lite sono troppo corti per alcuni usi e quelli della Tool Logic T1 troppo piccoli per altri; in entrambi i casi risulta vincente l’accoppiata con la Utili-key (v. Geek-tool n.1), che dispone di cacciaviti più grandi e robusti. Le pinzette fanno quello che possono: quelle in metallo sono un po’ più funzionali, quella in plastica del Companion è un po’ troppo spessa per alcuni usi. Lasciamo perdere l’uso degli stuzzicadenti in quanto tali J Anche qui, le lame sono piuttosto affilate, soprattutto quella della mannaietta del Companion. Le forbicine delle SwissCard sono precise come tradizione svizzera impone; quella della T1 14 Nelle stesse dimensioni credit card dei multiuso visti nella sezione 3, i diabolici progettisti Tool Logic sono riusciti a “infizzare” tutti gli strumenti che comunemente sono ritenuti più utili nella jungla: • fischietto • coltello • bussola • firesteel, ossia acciarino e poi, tanto per gradire, visto che gli avanzava spazio (!): • lente • stuzzicadenti • anello per cordicella in alternativa alla coppia bussola+ lente esiste la versione con una luce a LED. Geek-tool 5 Torce micro È comodo avere una piccola torcia sempre appresso, vero? Non si sa mai: si perde qualcosa in un posto buio, manca la luce quando rincasiamo, siamo in panne con l’auto… haivoglia di esempi (!) D’altro canto, chi è tanto accorto da ricordarsi ogni volta che esce di prendere la lampadinetta? Le signore possono aggiungere un piccolo oggetto al già oneroso carico delle loro borsette, ma noi maschietti? Soluzione: una lampadina piccola ed efficiente da aggiungere al portachiavi ☺. Qui ne vediamo 4 con caratteristiche diverse: SwissTech micro-light Questa è la più piccola del gruppo. Usa due pile a bottone CR2016. Fa una bella luce e non dà troppo in-gombro vicino relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 al portachiavi. Il pulsante di accensione può essere spostato e fungere da interruttore, sicché la piccolina offre anche la luce fissa. SwissTech micro-light MagLite Solitaire Questa è la più classica del gruppo; il modello più piccolo della ce-lebre MagLite. Alimentata con una ministilo e dotata di lampadina di ricambio nascosta nel tappo posteriore. Si accende ruotando la testa e si spegne avvitando; questo rende meno immediata l’accensione ma rende pos-sibile lasciarla accesa indefinitamente. Il cappellotto si può svitare completamente e la torcetta può essere messa in piedi, otte-nendo un simpatico effetto candela (!) quartetto, ma ripaga con due utili caratteristiche: luce fissa, come la MagLite (si accende nello stesso modo) e base calamitata orientabile per puntare il fascio dove si sta lavo-rando con ambedue le mani. Perché mi viene da pensare a un’automobile? Alimentata con 4 (!) pile a bottone, offre una luce bianchissima e in-tensa. Locklite Mini Key Torch dulcis in fundo, la più originale e la mia preferita finché non è arrivata la Tool Logic con la sua T1 TechLight, che però non è inclusa in questa lista perché è più un multiuso che una semplice torcetta (vedi parte 6). Si apre e le si inserisce all’interno la prima chiave del mazzo. Si richiude e…voilà! Ce ne si può anche dimenticare. Quando si impugna la chiave, il pollicione si trova automaticaMente sopra la membrana che funge da pulsante di accensione: all’occorrenza, basta schiacciare e…fiat lux! ☺ • • • • cacciavite a croce cacciavite a stella clip fermasoldi aggancio per cinturino o anello portachiavi Praticamente un ibrido fra i multiuso e le lampadine portatili… Nella foto non si vede bene, ma c’è perfino un forellino esagonale nello scafo per metterci il cacciavitino e avvalersi di tutto l’oggetto per fare forza sulle viti ☺. La luce è discretamente potente e il pulsante a scatto permette di lasciarla accesa. Il punto debole è l’archetto per fissarla al portachiavi, che mostra una deleteria facilità a rompersi . Io ho rimediato cannibalizzando la clip fermasoldi metallica, piegandola e incollandola lungo il bordo dell’archetto… MagLite Solitaire Tool Logic Outdoor SL pro Questa è la più ingombrante del Locklite Mini Key Torch Geek-tool 6 Multiuso micro Tool Logic Outdoor SL pro Tool Logic T1 TechLight Un oggettino lillipuziano, molto più piccolo nella realtà di quanto le proporzioni facciano immaginare dalle foto, che vanta una dotazione di: • penna a sfera • luce LED Tool Logic T1 TechLight 15 relax Geek-tool 7 Survival Tool Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 Geek-tool 8 Card Beeper Qui siamo a un oggetto difficile da classificare: la forma e le proporzioni farebbero pensare a un multiuso tipo SwissCard, ma -non so bene perché- non mi viene di metterlo con gli altri. In pratica è un singolo pezzo di metallo sagomato e rifinito contenente vari “attrezzi”, secondo la Casa: Survival Tool • • • • • • • • • • • apriscatole coltello cacciavite righello apribottiglie chiave inglese’ per 4 taglie chiave a farfalla (?) seghetto indicatore di direzione chiave inglese’ piccola foro per laccio L’utilizzo classico, cioè quello di metterlo nel portafogli, come del resto suggerito anche dalla foto pubblicitaria, è secondo me da sconsigliare: la lama, la seghetta e il cacciavite sono esposti e taglientissimi e anche se l’oggetto ha in dotazione una custodia di finta pelle, si rischia di trovarsi il portafogli e magari qualcos’altro tutto tagliuzzato… Survival Tool 16 Piccolo gadget utile per chi ha la capa sciacqua, ops, pardon… è molto distratto e lascia la scheda nel Bancomat, o la carta di credito in mano al negoziante, la tessera di FNAC alla cassiera… beh, ci siamo capiti. Foto totalmente esplicativa: inserisco la scheda nella fessura ed è fatta. Quando la prendo, il card beeper comincia a fare il suo mestiere e tenere fede al suo nome, cioè comincia -discretamente ma inesorabilmente- a fare “bip-bip” a intervalli fino a che la scheda non viene riaffidata alle sue cure. A meno che non si abbiano gravi problemi di udito, non ci saranno più dimenticanze. ☺ Disponibile in diversi colori e diversi modelli Geek-tool 9 Scaldino-scaldotto …mai avuto un po’ di freddo fuori casa, o in macchina? In commercio esistono diversi prodotti in bustina che si riscaldano a contatto con l’aria quando si apre la confezione; purtroppo sono monouso. Questo, invece, è riutilizzabile: normalmente si presenta come un contenitore sacchettoso pieno di liquido, nel quale nuota una piccola piastrina concava di metallo. Basta far fare click alla piastrina per scatenare la reazione: il liquido si cristallizza propagando l’onda di solidificazione per tutta la bustina, generando un calore anche abbastanza intenso (la pubblicità dice 50°C) che dura una mezz’ora abbondante. Per ripristinare lo stato normale, basta metterlo per 5 minuti nell’acqua bollente: I cristalli si decristallizzano e il contenuto ritorna liquido, pronto per l’uso successivo. Dice che si può riutilizzare 100 volte. La mia vettura ha il riscaldamento un po’ lento: vista anche la brevità dei miei percorsi soliti, quando dalle feritoie inizia a uscire un minimo di aria calda, sono ormai già arrivato a destinazione. Il mio meccanico dice che è un fatto positivo, perché indica che il motore è termicamente efficiente, scalda poco eccetera, ma può essere scomodo se fa freschetto e i miei passeggeri si lamentano. Da quando tengo un paio di questi cosi nel cassetto del cruscotto, non si lamenta più nessuno ☺ 9 bis Scaldamani a combustibile In effetti una soluzione allo stesso problema esiste già da tempo: sono gli scaldini alimentati a benzina (che non ho) e quelli a carboncino (che ho, e quindi trovate quivi recensito). Vedi la figura: relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 Quello a carboncini funziona così: si apre il contenitore, elegantemente rivestito di velluto e con un lettuccio di fibra di vetro contenuto al suo interno, si adagia il pezzo di carboncino dopo averlo passato su una fiamma fino a renderlo incandescente. Si richiude e… ci si riscalda! La cosa molto scomoda di questi cosi è, naturalmente, il doversi portare dietro anche il carburante (benzina / carboncini), oltre a un sistema di accensione quali fiammiferi o accendini. Infatti, alla fine, io non me li portavo appresso se non in casi particolari… Geek-tool 10 SD card plus USB Schedina di memoria formato SD (da una parte); si ruota il coperchietto e… voilà! Abbiamo un connettore USB quasi standard. Dico ‘quasi’ perché in effetti il connettore è standard, gli manca solo la cornice metallica esterna. In pratica, puoi metterla nella tua macchina fotografica, riempirla di foto, poi toglierla e inserirla come USB nel computer, ovunque ti trovi, senza doverti ricordare di portarti il cavo di collegamento e magari il CD col software. Oppure fare il viceversa: riempirla di mp3 col PC, toglierla e inserirla nel tuo lettore compatibile SD. Bella vero? Io la uso come pen-drive ultraportatile da tenere nel portafogli. Disponibile (ormai a poco prezzo) in tagli da 512M, 1G, 2G, 4G e da poco anche 8Gbyte. Le versioni da 4 e 8 GB sono HDSC classe 4. www.sandisk.com Geek-tool 11 auto ventilatore solare Diavoleria tipicamente yankee per non trovare l’auto come una fornace dopo averla parcheggiata sotto il sole; si apre un po’ il finestrino, si aggancia l’oggettino sul bordo del vetro, si stende la guarnizione in dotazione sul resto del bordo medesimo, si richiude il finestrino e il gioco è fatto. La cella solare farà muovere la ventola quel tanto che basta per espellere l’aria calda e far entrare un po’ d’aria fresca. • Cavatappi • Bastoncino per cocktail • Forchettina • Coltellino • Tagliasigillo dei tappi • Cavatappi / apriscatole Tutti gli accessori sono ben realizzati e perfettamente funzionali; l’unico posibile inconveniente è che lo spessore del tutto è maggiore che negli altri accessori formato carta di credito visti, soprattutto per il rigonfiamento nella parte centrale ove è ospitato il cavatappi. www.toollogic.com Geek-tool 13 Coltello da sopravvivenza Non posso dire che faccia miracoli, ma sicuramente è meglio con che senza. ☺ Geek-tool 12 Wine Companion Nessun avvinazzato presente? Allora questo giocattolino non vi servirà: nel solito formato carta di credito la Tool Logic ha realizzato un contenitore per tutto ciò che serve per un party a base alcolica (o per la conferenza sull’accoppiamento cibo-vino a cura del Mensa Campania); qui dentro trovate: Ancora la Tool Logic (!). Questo oggetto è di base un coltello con lama ripiegabile e con blocco di fondocorsa, ma incorpora anche un fischietto e una torcia estraibile, in tutto e per tutto simile a quella vista nel tool n. 5, solo che invece di avere la base calamitata ha un acciarino (un firesteel, in inglese) con cui accendere il fuoco. L’oggetto è ben costruito e appare discretamente solido; la lama, stranamente per la Tool Logic, non ha una affilatura da cardiopalma ma è comunque sufficiente per un uso normale. Eppoi si può sempre fare una visitina all’arrotino… 17 relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 I rompicapo di Emma la pasticcera Zona Cesarini, di Lorenzo Pescini La lampadina è brillante e luminosa come la sua gemella già vista; l’unico piccolo inconveniente è che all’esaurimento delle pile bisogna comprarne 4 a bottone, ben più costose per esempio della ministilo utilizzata dalla Maglite Solitaire (geek tool n. 5) e non esistono in versione ricaricabile. L’acciarino funziona positivamente: si strofina (un colpo secco) con la lama e genera copiose scintille ad alta temperatura con cui accendere un fuoco. Si trovano diversi video in proposito su YouTube ☺ Sempre www.toollogic.com I rompicapo di Emma la pasticcera Domanda: Se consideriamo corretto tutto quanto riportato nel testo (rispetto delle statistiche e completezza delle percezioni di Emma), la scommessa è conveniente? Perché? A tutti coloro che invieranno almeno una risposta esatta, di questo o di episodi precedenti all’indirizzo “personale” della nostra pasticcera ([email protected]), sarà data l’opportunità di entrare nel club “I risolutori di Emma”… Partecipate numerosi! 18 D alla finestra del laboratorio dove Emma prepara tutti giorni le sue favolose prelibatezze si intravede in lontananza lo stadio di calcio. La domenica pomeriggio, quando la squadra locale gioca in casa le grida eccitate e l’esultanza dei tifosi fanno da compagnia alla nostra eroina che spesso si ferma chiudendo gli occhi ad immaginare, come se fosse sospesa sopra il rettangolo verde, i ventidue giocatori che correndo percorrono traiettorie piene di arcani significati e di geometriche bellezze. Ad Emma, amante degli scacchi e delle altre attività ludiche dove al massimo si deve spostare un braccio (e neanche di molto!) il “pallone” non ha mai appassionato. Ma lo Stadio, quale straordinario punto di aggregazione sociale e fenomeno di massa, quello sì. “Oggi c’è un partitone!” disse paonazzo un tizio con la sciarpa dei colori della squadra locale attorcigliata al collo entrando nel negozio. “A sì…?” disse distratta la pasticcera mentre sfogliava un mensile di viaggi sognando isole esotiche in compagnia di un bel marcantonio. “Deve sapere che contro la Colonnese abbiamo vinto in media tredici volte su venticinque”. “Interessante…” fece Emma sbadigliando. “Sono due squadre con una bella difesa, non a caso solo due volte su dieci la partita si è conclusa con un numero complessivo di reti superiori a due. Di queste, sei volte su dieci ha vinto la nostra mitica squadra del cuore”. “È frequente che la partita tra le due squadre finisca in pareggio?”. “No è piuttosto raro…è avvenuto mediamente una volta su cinque e sempre a reti inviolate. Solo una volta, ricordo, finì uno a uno…un match al cardiopalma: autogol e calcio di rigore in zona Cesarini!”. Il tifoso quindi dopo aver pagato due cornetti alla marmellata saluto frettolosamente e uscì dal negozio. Visto che era rimasta sola Emma andò nel laboratorio a preparare un paio di crostate di frutta che avrebbe dovuto consegnare la sera stessa. Sentì in lontananza il calcio d’inizio di quel “partitone” che tanto aveva esaltato l’ultimo cliente. Sentì pure nel corso dell’incontro due boati a cui certamente erano corrisposti altrettante reti dell’una o dell’altra parte. Dopo poco che il fischio finale rimbalzò nell’aria, cominciò a sentire provenienti dalla strada clacson, cori e motori accelerati segno che una delle due squadre evidentemente aveva vinto. “Chissà chi si è aggiudicato la partita…” pensò Emma mentre l’orologio digitale davanti a lei segnava le 18.28 del 28.1. Poi una strana e confusa associazione di idee si formò nella sua fantasmagorica immaginazione… “Mi domando: accetterei di scommettere sulla vittoria della squadra ospite se mi offrissero un premio di 28 contro una puntata di 10?” Emma si fermò un attimo. Ripensò triste a che tipo di astruse domande la sua mente contorta stava cominciando ad elaborare. Prese atto che rimanere da sola, soprattutto la domenica pomeriggio, non le faceva bene allo spirito. “Forse è meglio che ritorni a cercare un compagno perché se continuo così divento matta!” pensò leccando un dito appena inzuppato nella panna montata. relax Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2009 Bee Gees - Seconda parte di Rodolfo Cardarelli 5 I grandi successi come autori Inevitabilmente, un successo così improvviso e intenso produsse anche effetti di rigetto:le radio americane iniziarono con i “Bee Gee Free Weekends”, promettendo ai propri ascoltatori che non avrebbero mandato in onda i tre durante i w-e. In più, un clamoroso passo falso, contribuì a smorzare l’entusiasmo sul quale avevano potuto contare per oltre 2 anni: nel 1978 si fecero tentare dal loro mito, i Beatles, e accettarono di entrare nel cast del film “Sergeant Pepper’s Lonely Hearst Club Band”, insieme a Peter Frampton, chitarrista all’epoca di un certo successo.Nonostante la presenza dei Bee Gees, e il grande impegno sulla promozione, sia il film che la colonna sonora furono un fiasco totale. In ogni caso i tre non erano certo a corto di risorse; parallelamente alla loro carriera come performer, le loro composizioni avevano anche un discreto (e in alcuni casi enorme) successo come cover. Uno degli artisti che più beneficiò del loro talento fu il fratello minore Andy.Il minore dei Gibb nacque in Inghilterra poco prima del trasferimento della famiglia in Australia, e crebbe con il mito dei tre fratelli. Arrivato all’età di 18 anni Andy, che aveva una forte somiglianza e un legame particolare con Barry, iniziò una carriera di solista, che lo portò più volte sul finire degli anni 70 in testa alle classifiche USA.Andy reinterpretava i successi dei fratelli, e anche brani scritti appositamente per lui dai Bee Gees. Putroppo il suo successo fu ancora più rapido di quello dei suoi fratelli, ed egli era ancora meno preparato; fu così che Andy dalla metà degli anni 80 fu sopraffatto dalla tossicodipendenza. La sua morte all’età di soli 30 anni fu dovuta ad un’infiammazione cardiaca, ma nessuno nascose il fatto che anni di abusi portarono il suo fisico a cedere. Andy morì mentre passava un periodo di riposo in Inghilterra dal fratello Robin. Oltre a Andy Gibb, sono innumerevoli gli artisti che hanno utilizzato lo sterminato repertorio dei Bee Gees, ma a partire dai primi anni 80 i tre fratelli si dedicarono a collaborazioni più strette con alcuni artisti, in alcuni casi reinventandone addirittura la carriera. Il primo esempio, e forse quello più clamoroso, fu Barbra Streisand: nel 1980 la già famosissima cantante e attrice americana chiese ai tre di collaborare ad un album.Barry e i suoi fratelli realizzarono il capolavoro di Barbra, un album che fu in assoluto il più grande successo della performer americana, e che contiene brani indimenticabili, come “Guilty” (duetto con Barry) e “Woman in Love”. Nel 1982 i Bee Gees affrontarono un altro mito: Dionne Warwick.La cantante soul afro-americana, imparentata con Whitney Houston, era il “feticcio” di Burt Bacharach, del quale aveva portato al successo tutti i brani più importanti: “Walk on By”, “Message to Michael”, “Just Don’t Know What To Do With Myself”, “I Say a Little Prayer” e molti altri. Era difficile pensare ad un cambiamento nella carriera di Dionne Warwick, ma grazie all’interessamento del producer di Dionne, Barry scrisse “Heartbreaker” per lei. Dionne non era molto convinta, ma si fidò dei Bee Gees, ed ebbe ragione, perché l’album e il singolo sfondarono in tutto il mondo, e Dionne Warwick conobbe di nuovo risultati di vendita paragonabili a quelli dei brani di Bacharach. L’anno successivo i Bee Gees propongono a Diana Ross un brano, “Islands in the Stream”, tratto dal titolo di un romanzo di Hemingway.La Ross apparentemente declina, e il brano viene interpretato in chiave country dal duo Kenny Rogers e Dolly Parton. anche questo brano finisce in testa a tutte le classifiche, country e non, e risulterà essere uno dei brani country più di successo nella storia di questo genere musicale.La versione dei Bee Gees incredibilmente non ha lo stesso mordente di quella del duo americano. Altri brani scritti per Diana Ross, Celine Dion, e altri riscuotono analoghi consensi. www.mensa.it Nell’area Riservata i Soci in regola con l’iscrizione trovano: Archivio Mensa News e Memento, Chat e Forum, Biblioteca e Videoteca, Galleria Foto e Area download, Calendario Eventi, Organigramma e FAQ, Elenco Soci e Scheda on-line per l’aggiornamento dei dati personali, ... 19