giugno 2012

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giugno 2012
VOLUME II, ANNO II
CONVITTO
SCIENTIFICO
Coordinatrici: Prof .ssa Claudia Liberatore, Prof.ssa Maria Eleonora de Nisco;
Redattori: Angelica Vitarelli, Antonella Tizzani, Enza D'Amico, Fabio D'Antonio, Francesco Cannavina, Francesco Patricelli, Gianluigi Moscufo, Lamberto
Scarano, Michele D'Ambrosio, Paolo Giovarruscio, Paolo Zita, Paride Oriente,
Teologia Platonica
La riflessione umanistica, in particolare la filosofia dell’uomo
elaborata da Marsilio Ficino
(1433-1499), filologo e filosofo
tra i maggiori del suo secolo,
nella quale giunge a piena maturazione la rielaborazione del concetto classico di humanitas, è
esemplare, soprattutto per il valore attribuito alla cultura intesa
in primo luogo come educazione
morale, all’amore ovvero alla
solidarietà e all’altruismo come
fine dell’azione, all’idea che la
verità non sia appannaggio di
pochi eletti, ma disponibile a tutti indipendentemente dalla propria religione, lingua ed origine
etnica. Da tempo introvabile e di
fatto inaccessibile ai non specialisti la sua maggiore opera, la
Teologia Platonica (1482), viene
finalmente messa a disposizione
di un più vasto pubblico, grazie
alla nuova edizione integralmente tradotta in italiano con testo
latino a fronte, pubblicata nello
scorso novembre nella prestigiosa collana «Il pensiero occidentale» della casa editrice Bompiani
di Milano. Ci si augura che la
riscoperta e la diffusione dei valori dell’umanesimo possa contribuire alla formazione di una
vera “coscienza europea” adeguata alle sfide e ai problemi del
secondo millennio.
Prof. Errico Vitale
Sandro Faleh, Santino Arienzale, Sara Santucci, Valeria Ruggiero, Viviana De
Marco ; Stampa: Tipolitografia Palladino ; Vignettista: Antonio Salvatore;
Progetto Grafico: Santino Arienzale ; Tutore Esterno: Stefano Venditti
07/06/2012
Sommario
Un ripensamento dell’Amore (neo)platonico in senso cristiano
3
Bove in ogni dove...
4
Seneca 2
5
Machiavelli e Guicciardini: fortuna a confronto
6
Meglio soli che male accompagnati
7
Il miraggio dei neo-diplomati campobassani
8
Loro, eroi per il futuro … noi?
9
Faceshock: Ciak si gira!
10
Il cibo nelle mense scolastiche
11
Un’amicizia scomparsa
11
Io e la Musica
12
What if ...
13
La scalata al potere
14
L’incontro speciale
15
CONVITTO
SCIENTIFICO
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Un ripensamento dell’Amore( neo)platonico in senso cristiano
Come nel mondo esteriore
l’unica negatività è la passività della materia, quando questa non assume forma spirituale, cioè non sente amore reciproco verso il suo ispiratore
celeste, così, fra gli uomini,
l’Amore non corrisposto è
Morte, mentre l’amore reciproco è vita duplice. L’anima,
dopo essere stata toccata
dall’Amore non è più in grado di esistere e di funzionare
in se stessa e muore, ma riceve due vite al posto
dell’identità perduta. Per
comprendere alcuni aspetti
della sfera all’interno della
quale si muovono le speculazioni del filosofo Marsilio
Ficino, può essere d’ausilio
una frase tratta dal Convivio
platonico, commentato da
Ficino: “Ogni creatura ama la
sua discendente in virtù della
sua natura: tutti hanno questo
intento, questo amore per ottenere l’immortalità”. Come
avviene nella religione cristiana, tra l’amore e il divino
esiste una relazione, in quanto l’amore promette eternità,
infinità, una realtà più grande
e totalmente altra rispetto alla
quotidianità dell’esistere umano. La dinamica del mondo viene così attribuita al circuitus spiritualis da Dio verso
il mondo e dal mondo verso
Dio. Riaffiora, prepotente-
mente, lo schema presente
nelle Enneadi di Plotino secondo cui l’Uno, principio
metafisico da cui tutto deriva,
dopo l’uscita da sé, proodos,
attraverso le varie ipostasi,
compie un percorso fino al
mondo, considerato come energia ormai depauperata e
depotenziata. Dal mondo, tuttavia, anche l’uomo può risalire, con un processo inverso,
l’epistrophé, verso l’Uno,
attraverso l’afele panta,
“abbandona tutto” che lo fa
giungere, come in un metaforico indiamento (in-deum),
fino alla contemplazione
amorevole dell’Uno. Analoga
interpretazione va data della
dottrina dell’Eros, nel Simposio di Platone: l’Amore, infatti, nella sua natura semidivina, in quanto figlio di Povertà
e Abbondanza, va inteso come superamento da parte
dell’uomo dei propri limiti
individuali e sensibili, ma
anche come possibilità/
necessità di procreare nel
Bello, riproducendo nel mondo sensibile quel bene e quel
bello che ha contemplato sottoforma di idee pure. Marsilio
Ficino, pertanto, che si distinse per la vastità della sua dottrina e per il rigore delle sue
argomentazioni, riuscì a cogliere nel filosofo Platone un
precursore della teologia cristiana, individuando una simmetria tra la filosofia greca e
il Cristianesimo: nel loro asse
si colloca l’Amore.
Prof.ssa Claudia Liberatore
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Bove in ogni dove...
Se potessi disegnare la fisionomia umana, caratteriale e
professionale di un impiegato
modello dipingerei quella di
Antonio Bove, una persona
che non si dimentica: sornione, dinoccolato, puntuale.
Sembra distratto, quasi ostile
con le sue spigolosità fisiche
e con un carattere un po’ introverso e chiuso. Così appare agli estranei il nostro Bove,
molisano doc. All’interno del
Mario Pagano, dove lavora
da sempre, lo conoscono invece per quello che è e che è
sempre stato. Disponibile con
tutti e soprattutto per il suo
Mario Pagano, al quale forse
regalerebbe anche il suo grande e generoso cuore. Basta
dire “Bove!” e lui appare co-
me un novello messia a risolvere ogni problema. Aiuta
tutti, sempre. Quando non lo
si trova nel suo piccolo ufficio, curvato, a scrivere silenzioso e quasi indifferente a
tutto quello che succede intorno, lo si vede apparire in
un corridoio o in una stanza
indaffarato a controllare che
sia tutto a posto. Arriva al
mattino e sta qui. Sino a che
ora? Non si sa. La sua presenza si avverte anche di notte,
quando dorme e forse sogna
il Mario Pagano ancora più
importante, ancora più prestigioso. Io credo che neanche i
preti siano mai stati così disponibili, così devoti alla loro
chiesa come il nostro Bove al
Convitto. Lui ha dato tanto e
non ha chiesto mai nulla. Gli
basta essere utile. Quando lo
chiamo a voce alta nel mio
ufficio, gridando il suo nome,
lui si presenta puntuale e non
dice nulla. Aspetta che io gli
chieda di risolvere un qualche
problema. Solo in quei momenti riesco a leggere nel suo
sguardo la gratitudine, la gioia di essere considerato indispensabile. Gli dico spesso
che lui è vicerettore, non ride
ma si rallegra e quasi tutti lo
canzonano con lo stesso titolo. È ormai in pensione da
quasi tre anni e nessuno se
n’è accorto. Lui è sempre qui,
continuamente qui. Come si
può mandarlo via da casa
sua? Qualcuno dice che i Rettori passano, lui no; una convenzione dietro l’altra, basta
chiamarlo e si presenta. Anche quando il “palazzo” è
chiuso e non vi sono né ragazzi, né docenti, né Ata, lo
si vede girovagare negli aulici
corridoi come una sentinella a
guardia del suo territorio. Io
quest’anno andrò via ma, seppur da lontano, qualche volta
mi scapperà di gridare
“Bove” e lui non verrà. Io
sarò un po’ triste e mi mancherà!
Rettore Dott. Aldo Barletta
CONVITTO
SCIENTIFICO
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L’INCONTRO DEGLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO “M. PAGANO” CON I
RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI CHIUDE I LAVORI DEL PROGETTO DI
EDUCAZIONE ALLA SALUTE “SENECA 2”
LE FORZE DELL’ORDINE
VICINE AGLI STUDENTI
PER COMMEMORARE
L’EFFERATO ATTENTATO
CHE HA COLPITO
L’ISTITUTO “MORVILLO
FALCONE” DI BRINDISI E
PER RICORDARE MELISSA
BASSI.
Martedì 22 Maggio 2012,
nell’Aula Magna del Convitto
“M. Pagano” si è svolto
l’Incontro/Dibattito degli Studenti del Liceo con le Forze
dell’Ordine, rappresentate
dalla dott.ssa F. Ferrucci, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Campobasso e dal
Brigadiere A. Vitarelli sul
Fenomeno dell’Alcolismo e
sulle Dipendenze.
La Coordinatrice del Progetto
“Seneca 2”, prof.ssa Giovanna Terracciano ha aperto la
discussione con la presentazione a Studenti, Genitori e
Autorità delle attività di Educazione alla Salute svolte e
dei dati relativi all’Indagine
sull’uso dell’Alcol da parte
dei giovani, fenomeno largamente in crescita. Partendo da
una breve storia sull’uso
dell’Alcol presso le antiche
civiltà, il Tenente Ferrucci ha
riportato le cifre allarmanti
della realtà di Campobasso e
provincia, che confermano
una singolare diffusione
dell’uso di bevande alcoliche
da parte di soggetti appena
adolescenti e delle dipendenze. Di poi ha illustrato le leg-
gi vigenti e le sanzioni per chi
fa uso e abuso di alcool, i pericolosi comportamenti di chi
è in stato di ebbrezza, le ripercussioni sull’ordine pubblico e il Codice della Strada.
Il Brigadiere A.Vitarelli ha
relazionato, mediante la proiezione di alcune diapositive,
sulle Regole per una Guida
sicura e sugli interventi delle
Forze dell’Ordine per la prevenzione e la lotta
all’alcolismo e all’uso delle
sostanze stupefacenti. Gli studenti hanno partecipato con
interesse ai lavori, aprendo un
vivace dibattito sui temi oggetto di discussione.
Ha fatto seguito la commemorazione del violento attentato all’Istituto Professionale
di Brindisi e un ricordo è andato anche alla strage di Giovanni Falcone e della sua
scorta. Un silenzio pieno di
commozione ha accompagnato le parole della lettera di
Francesco Profumo: “Vi scrivo come Ministro, come padre, ma soprattutto come italiano… Oggi siete stati selvaggiamente colpiti… davanti ad un edificio pubblico nel
quale vi stavate recando sicu-
ri di essere protetti, per imparare a diventare cittadini…
Colpire da vigliacchi una
scuola è infatti colpire l’Italia
intera, perché lì si forma il
suo futuro… Non sarete lasciati soli!”. Il grido di protesta e di indignazione degli
studenti italiani, conclude il
Ministro, deve trasformarsi in
coraggio, speranza e fiducia
nelle Istituzioni.
All’intervento di Paolo Giovarruscio, rappresentante degli studenti sono seguite le
testimonianze commosse delle studentesse che hanno ricordato la giovanissima vittima, Melissa Bassi e le compagne ferite nel drammatico
attentato di Brindisi, mentre
sul grande schermo si susseguivano le tragiche immagini
della Scuola colpita e dei primi piani di Melissa che hanno
lasciato negli occhi e
nell’anima di tutti quello
sguardo intenso, pulito e innocente, pieno di speranze e
di sogni che non potranno
mai più realizzarsi.
Gianluigi Moscufo
Lamberto Scarano
Paolo Giovarruscio
VOLUME II, ANNO II
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Machiavelli e Guicciardini: fortuna a confronto
Caratteristica del termine latino “fortuna” è il fatto di essere una vox media: un termine
di significato neutro, non
prettamente positivo né negativo. Influenzando i risultati
delle azioni umane ed essendo causa di gioia e soddisfazione a volte, di rimpianti e
tristezza altre, questa ambigua parola è stata spesso personificata, diventando una
“dea” dalla doppia faccia che
ha trovato posto nelle riflessioni dei letterati. Tra i grandi
che hanno espresso il loro
parere su di essa vanno sicuramente citati il politico fiorentino Niccolò Machiavelli
ed il diplomatico suo conterraneo Francesco Guicciardini.
Presentando entrambi la
“fortuna” come forza superiore all’uomo e, temendola quasi per il suo grande potere
nell’influenzare le vicende
umane, i due divergono su
come l’uomo può affrontare
la dea bendata. Per Machiavelli infatti egli è in grado di
fronteggiarla con la propria
virtù: se la fortuna è un fiume
in piena, l’uomo deve preparare gli argini. È grande chi
riesce ad unirla alle sue capacità: la dea bendata dà una
mano ed è in quel momento
che l’uomo virtuoso ha la
possibilità di mettersi in mostra. La fortuna ti lascia un
capitale da investire, guadagna chi sa farlo fruttare, non
chi resta fermo. Non vi è dunque per il politico fiorentino
una totale sottomissione
dell’uomo al suo fato, pur
rimanendo quest’ultimo superiore a lui. Diversa la visione
per Guicciardini, secondo il
quale l’esito degli eventi è
determinato solo ed esclusivamente da questa forza. Secondo lo scrittore dei Ricordi
l’uomo non ha il potere di
cambiare il corso degli eventi, può soltanto “accettarli” ed
“accoglierli” nel modo migliore. La ricerca della grandezza non si ha fronteggiando
la fortuna con la virtù, bensì
reagendo in modo opportuno
ad ogni suo colpo buono o
cattivo che sia. Volendo trovare un esempio comune ai
due è possibile citare le gesta
di Fabio Massimo il temporeggiatore: per Machiavelli
egli trionfa perche sa assecondare la fortuna, per il
Guicciardini è il semplice fato che gli permette di comportarsi nel modo migliore al
momento giusto.
Santino Arienzale
CONVITTO
SCIENTIFICO
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Meglio soli che male accompagnati
La vita è fatta anche di delusioni,
disillusioni,
“abbandoni”, che spesso generano un senso di solitudine.
La solitudine è non esprimere, per paura di essere giudicati, i propri pensieri, le proprie preoccupazioni e, perché
no, i propri segreti a qualcuno, qualcuno con cui condividere gioie e dolori; la solitudine è il deprimente domandarsi “A chi importa se mi
succede qualcosa?”; la solitudine è l’angosciante sentirsi
alieno rispetto al mondo; la
solitudine è il tedioso sentirsi
inutile ed indifferente. Essa è
una spiacevole condizione
psicologica che tocca drammaticamente sempre più persone che vivono in una società incline a rapporti “veloci”,
superficiali e distaccati, emotivamente parlando.
La solitudine può influire sulla qualità della vita, diviene
un handicap: non si riesce a
gestire le opprimenti e soffocanti sensazioni, si tende ad
ingigantire ed amplificare gli
aspetti negativi; paradossalmente si preclude ogni tipo di
relazione, per eludere altre
delusioni e ci si chiude in se
stessi, nel proprio mondo,
dove non è permesso a nessuno entrare. Questo atteggiamento non può far altro che
peggiorare le cose. Come uscire allora da questo circolo
vizioso? Semplice: basta trovare uno o più “oggetti
d’amore”, qualcuno o qualcosa da amare, a cui dedicare se
stessi, in altre parole basta
coltivare nel proprio animo la
capacità di amare e di lasciarsi amare. Tuttavia sono molte
le persone che desiderano la
solitudine, occorre solamente
considerarla sotto un altro
punto di vista e trarne vantaggi: per mezzo di essa l’uomo
può andare nel suo io più profondo per poter trovare risposte alle domande che il rumore e la folla non possono dare.
Attenzione però a non lasciarsi ossessionare e dominare
dalle proprie domande!
Viviana De Marco
VOLUME II, ANNO II
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Il miraggio dei neo-diplomati campobassani
Campobasso non è la città
che cerchi o che desideri visitare, tuttavia il capoluogo
molisano mantiene comunque
il suo fascino (nonostante i
suoi difetti sempre più marcati). Nato come piccolo borgo
medievale, oggi Campobasso
è il nucleo economico, politico e sociale della regione; ma
in un ambiente di bassemedie proporzioni come
quello campobassano, quali
sono le motivazioni che portano altrove i neo-diplomati?
È opinione diffusa e condivisibile che gli studenti vedano
Campobasso isolata dalla politica nazionale e tutto ciò,
oltre che creare timore a competere con il connazionale
lombardo o siciliano, porta
sempre più giovani ad allontanarsi dalla terra natia. Una
fuga, quella dei maturandi,
dovuta alle poche possibilità
che la città offre. Infatti, il
ragazzo campobassano decide
di emigrare alla ricerca di un
qualcosa di diverso che troppe volte si rivela però fallimentare o illusorio. Le scarse
iniziative culturali e non, creano insoddisfazione nel ragazzo molisano che, a maggior ragione, viene affascinato dal mito della “metropoli”.
Associazioni locali, più volte
partecipi e spesso ideatrici di
passatempi differenti dai classici, sono state spesso ostacolate dalla mentalità pigra e
passiva dell'ambiente provinciale. Una "movida" campobassana spenta o perlomeno
poco attiva, influenza nettamente le scelte della società
giovanile che illusoriamente
si sposta laddove lo svago è
più diffuso, contribuendo
all'impoverimento di una regione già afflitta da ben altre
problematiche. D’altro canto,
però, c’è anche chi ama paragonare Campobasso ad una
città metropolitana ed è così
che parte dei giovani esalta il
micro-cosmo campobassano
che permette maggiore socializzazione ed un più fluido
rapporto tra i ragazzi.
E’ indubbio che la nostra
"amata" terra abbia ancora
molto da migliorare; troppo
grande per essere definita paese, troppo piccola per essere
chiamata città: sarà il dubbio
a portar via i nostri cittadini
più giovani ?
Paolo Giovarruscio
CONVITTO
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Loro, eroi per il futuro…noi?
“L’importante è che anche se
ognuno ha i suoi problemi, i
suoi interessi e le sue idee, e
discutiamo e battagliamo, ognuno ricordi sempre che è
parte di qualcosa di più grande che è la nostra nazione, la
nostra patria, la nostra Italia.
E se saremo uniti sapremo
vincere tutte le difficoltà che
ci attendono”: queste le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in
occasione della notte tricolore
tra il 16 e il 17 marzo 2011.
Se Oggi l'Italia è un Paese
capace di confrontarsi e di
essere all'altezza di altri come
la Francia, l'Inghilterra e la
Germania è solo grazie alle
schiere dei patrioti che, combattendo e sacrificando le lo-
ro vite, hanno scritto molte
pagine eroiche. Sono proprio
queste che dobbiamo avere
l'orgoglio di ricordare e di
rivendicare. Ciò che ci deve
rendere fieri di essere italiani,
oltre alla storia ed al nostro
patrimonio, sono proprio
quelle pagine scritte con il
sangue ed il sudore conosciute in tutto il mondo: lo stesso
Daniel Radcliffe, attore famoso ed internazionale, durante
un’intervista ha affermato che
“L’Unità d’Italia è la più eroica e ciò che ha fatto Garibaldi è meraviglioso”. L'importante è capire che nonostante oggi la politica dia poca fiducia ed esistano partiti
che non fanno altro che dividere anziché unire, la festa
nazionale non dovrebbe terminare con la fine delle celebrazioni tenutesi in occasione
dei 150 anni dall'Unità perché
noi eravamo, siamo e saremo
sempre italiani. Quello spirito
che ci rende membri di un'unica grande famiglia dovrebbe rafforzarci e mobilitare i
nostri animi ancora di più,
soprattutto in questo momento di gravi difficoltà economico-sociali a cui si è aggiunta
la furia della natura a causa
del terremoto in Emilia Romagna che ha provocato parecchi danni alla popolazione.
Michele D’Ambrosio
Paride Oriente
VOLUME II, ANNO II
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FACESHOCK: Ciak si gira!
Anche quest’anno nel Convitto Nazionale “M. Pagano” di
Campobasso si è svolto il
corso di cinematografia. Co-
menti infatti sono dovuti a
due ragazze che si divertono
a modificare le informazioni
di base del profilo di Andrea,
sostenuto e hanno creduto in
noi! A partire dalla scuola, in
particolare dal Rettore Aldo
Barletta, che ci ha dato la
me sempre, sotto la vigile
guida del regista Gianni Manusacchio, noi ragazzi abbiamo realizzato, dopo un anno
duro di lavoro, il cortometraggio di nome FACESHOCK. La realizzazione di
quest’ultimo si ispira al social
inconsapevoli dello stravolgimento che stanno causando
nella sua vita reale. La vicenda alquanto surreale, rende
però l’idea di quanto i social
network siano entrati ormai a
far parte della nostra vita in
modo significativo. La realiz-
possibilità di fare questo corso; la professoressa De Nisco
che ci ha sostenuto sempre
con grinta e fiducia lungo tutto il percorso; grazie agli attori, ai fantastici operatori di
ripresa che hanno messo a
disposizione i loro potenti
network più famoso del mondo: Facebook. Nel corto un
giovane ragazzo di nome Andrea subisce, durante l’ora di
lezione, diversi strani cambiamenti. Inizialmente i suoi
comportamenti appaiono insoliti e inspiegabili e solo alla
fine del corto si scoprirà la
causa di tutto grazie all’amico
di Andrea, Mirko: i cambia-
zazione di questo corto ci ha
dato la possibilità di vivere
un’esperienza fantastica, permettendo di venire a contatto
con ciò che più si avvicina al
cinema. Certo non eravamo
agli studi di Cinecittà, ma nel
nostro piccolo abbiamo dato
il massimo, e se ci siamo riusciti dobbiamo ringraziare
solo tutti coloro che ci hanno
mezzi e in ultimo grazie di
cuore al regista Gianni Manusacchio che con enormi sacrifici, con maestria, serietà e
soprattutto pazienza ci ha coordinato, sostenuto e sopportato!
Grazie a Tutti!!!
Angelica Vitarelli
Francesco Cannavina
CONVITTO
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Pagina 11
Il cibo nelle mense scolastiche
Nelle mense delle scuole italiane ogni tre settimane si buttano oltre 143
tonnellate di cibo
I ragazzi si leccano i baffi
quando c'è la pasta al pesto e
storcono il naso quando devono mangiare la minestra. Ogni tre settimane finiscono in
pattumiera 143 tonnellate di
scarti che, moltiplicate per le
36 settimane di servizio, fanno raggiungere numeri impressionanti. È uno spreco di
rifiuti inaccettabile. Per questo hanno avviato quella che
chiamano la “revisione della
grammatura” ovvero la verifica delle porzioni. I primi piatti sono i preferiti: due quasi
all'unanimità e sono pasta al
pesto e al pomodoro, oltre
alla pasta al forno, cavatelli e
risotti vari. All'ultimo posto
restano gli odiati legumi e le
verdure. Meno successo hanno i secondi piatti, anche se
con grandi differenze: carne e
formaggi risultano abbastanza
graditi a differenza del pesce.
Venendo alla frutta e al pane,
è difficile valutare dagli scarti
la qualità o il gradimento. A
inizio maggio con il menu
estivo è presente il gelato. Il
cibo avanzato in alcune scuole va a finire nella pattumiera,
ma fortunatamente in altre
finisce nei piatti della Caritas.
Questo si potrebbe proporlo
anche ad altre scuole senza
che tutto quel cibo vada sprecato. Anche nel Convitto Nazionale M.Pagano di Campobasso è previsto il servizio
mensa a disposizione degli
alunni delle scuole elementari, medie e del Liceo Scientifico annessi ad esso. Qui la
quantità del cibo avanzato
dipende molto dal menù giornaliero, ad esempio nei giorni
come lunedì e giovedì il cibo
è ben accetto dai ragazzi poiché il menù propone patatine
fritte, lasagne e dolci. Nei
restanti giorni invece non
sempre i secondi piatti vengono consumati poiché prevedono verdure e pesce i quali
non sono molto graditi.
Enza D’Amico
Fabio D’Antonio
Valeria Ruggiero
Un’amicizia scomparsa
Lo splendere della luna scatenava in me un'immensa emozione che ammorbidiva il mio
animo e mi incanalava in un
tunnel di relax e pace profonda. Gli occhi di Bill brillavano. Uno spettacolo epico addolciva i nostri cuori donandoci i secondi più intensi e
sensazionali che le nostre giovani vite avessero mai passato fino ad allora. Cosa se non
una passeggiata notturna con
il tuo migliore amico in una
calda serata di metà luglio?
Un venticello fresco accarezzava i nostri volti con delicatezza e un piacevole brivido
mi percorse la schiena fino ad
arrivare ai piedi. Ci sono paesaggi incantevoli in Irlanda
del nord. Sdraiati ad osservare il cielo stellato una strana
luce di colore verde sembrava
avvicinarsi a noi. Pensavamo
fosse una semplice stella cadente,fino a quando questa
sinistra luce iniziò a prendere
forma. Era un disco volante.
"Vedi quello che vedo io?”
mi chiese Bill balbettando
con voce terrorizzata"Spero di no" gli risposi quasi
per sdrammatizzare.
Dal disco scese un bagliore
accecante. Chiusi gli occhi.
Quando li riaprii il disco volante non c'era più. Con esso
scomparve anche Bill,per
sempre. Inspiegabilmente rimasi solo; ieri come oggi.
Sandro Faleh
VOLUME II, ANNO II
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Io e la Musica
La musica è sempre stata e
sarà sempre una parte importante della mia vita. Mi ha
aiutato a riflettere e a distrarmi nei momenti difficili, mi
ha fatto divertire sia da solo
che con gli amici e soprattutto è stata un'immensa fonte di
soddisfazione, che mi ha
sempre ripagato dell'impegno
in essa profuso. La musica è
una unione di ritmo e note.
Ognuno vive tutta la vita insieme a un metronomo instancabile: il cuore. E non è
solo nel cuore: il nostro respiro è ritmo, i nostri passi sono
ritmo. Una nota non è un suono come tutti gli altri. Non è
come una porta che sbatte,
una folata di vento o un vetro
che si rompe, tutti rumori
confusi: una nota è un’onda,
una vibrazione a una precisa
frequenza. Se tutto è un insieme di vibrazioni, tutto è musica. Siamo ritmo e note: noi
stessi siamo musica. Se penso
alla musica, la prima cosa che
mi viene in mente è di certo il
pianoforte. Ho iniziato a studiare questo strumento quando frequentavo la scuola elementare, all'età di sei anni,
grazie ad un'innocente proposta dei miei genitori, che mi
hanno suggerito di "fare una
prova"... È da lì che è iniziata
la mia passione per la musica.
Ma la musica è anche e soprattutto un potentissimo collante, quella cosa invisibile
che riesce in qualche modo
ad unire le persone facendo
dimenticare loro i litigi, i problemi, le antipatie. Anche
quando sono da solo riesco a
trovare nella musica un suo
fascino. Mi capita spesso,
quando sono stanco, pensoso
o particolarmente rilassato, di
sedermi al pianoforte e lasciare che le mani scorrano da
sole su di esso: allora mi abbandono alla dolcezza di ogni
singola nota e alla profondità
di ogni singola vibrazione,
per poi unirle nella magia
della musica, unica e inimitabile. Sono momenti quasi mistici, che lasciano una traccia
indelebile nella mia mente e
che, da soli, sarebbero in grado di ricompensarmi di tutti
gli sforzi fatti fino ad ora per
imparare a suonare. Sono attimi: quante volte capita di
scrivere una canzone, di getto, in pochi minuti. Ecco da
dove arriva la musica: anni di
studi curvi su libri o sulla tastiera di un pianoforte, non
riescono ad abbracciare tutta
la magia nel lampo di una
composizione. In un lago di
montagna, nel divano di casa,
o nel sottopasso di una metropolitana, tutto sta nel riuscire
ad accoglierla.
Gianluigi Moscufo
CONVITTO
SCIENTIFICO
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What if...
drawn from “Genesis and Catastrophe” by Roald Dahl
We all know about Hitler and
his terrible story, now guess,
if you had a chance, what
would you do to change what
has happened? And how?
Well, here’s Mark’s story, a
boy who had that possibility:
the weak baby, Hitler, had
just come to life, I was right
there, in the waiting room of
the hospital; right next to me
there was a strange man
known as Herr Hitler. At first
I felt a bit disoriented but
then I realized I had a mission
to complete; I could not
waste my time trying to get
used to that weird place, and
so I started talking to him:
“Frau Hitler, I want to talk to
you about a fact: your son.
Believe me, he has to die, I
know you think I am a crazy
guy but now lend me your
ears and do not stop me till I
finish, ok?” He was shocked,
and stared at me answering:
“Ok, but then, I will have to
drive you to an insanity hospital”. Not caring about what
he said, I started telling him
my story: “My name is Mark
and I am from the future
thanks to a time machine; and
when I was at school, I studied a subject called history so
I know what is going to happen. I am here to change
something that will terrify the
whole world”. I told him that
his son will become a terrible
man, the leader of a movement: Nazism and that, not
only will he have so many
people killed, but he will
keep thinking he is right in
doing this, because according
to his theory the unique race
worthy of life is the Arian
one. My heart was beating
really fast, anyone could feel
the tension in the air but I had
to pronounce those awful
words: “Kill him!!”. He was
listening carefully without
interrupting. “I know it would
be hard to you to kill him, the
only baby who survived after
previous ones, but please, you
have to ”. He answered he did
not care about his son at all
and the rest of his answer got
me shocked: “Usually I do
not trust anyone, but something in your eyes tells me
you are not lying to me, and
this is why I will do it”. And
I: “Thanks Mr Hitler and remember, you have made the
right choice, a choice that
will avoid pain and loss of
lives…good bye”. The future
world would be a better place
to live, with so many inhabitants who finally would have
obtained the right to life
which they have always deserved.
Paolo Zita
VOLUME II, ANNO II
Pagina 14
La scalata al potere - Episodio Secondo
Fatto ritorno a casa, Vito viene a sapere che, prima di morire il padre, si era fatto carico di un debito nei confronti
di uno strozzino, debito che la
famiglia non era riuscita ancora ad estinguere. La profonda crisi della famiglia porta Vito a rientrare in contatto
con il suo amico Joe che intanto si era fatto un nome entrando nella clan mafioso dei
C l em ent e. E’ propri o
quest’ultimo che fa avvicinare Vito alla famiglia Clemente nella quale entrerà e grazie
alla quale inizierà a far soldi
pur se non in modo del tutto
legale. Con i soldi guadagnati
nei lavoretti che gli vengono
assegnati, Vito riesce a mantenere se stesso e la sua famiglia. Il tutto dura finché a Joe
e a Vito viene assegnata una
missione nella quale
l’obbiettivo è quello di uccidere un trafficante di liquori.
La missione però non ha
l’esito previsto e, a causa di
una soffiata, Vito viene nuovamente arrestato e condannato a 10 anni. Joe intanto
cerca di fare qualcosa per lui
e ciò lo porta a ribellarsi alla
famiglia Clemente dalla quale
si separa. Entra allora in contatto con le famiglie Falcone
e Vinci che aiutano Vito ridu-
cendo la sua condanna da 10
a 7 anni. Scontata la pena,
Vito esce di prigione ed insieme al suo amico Joe entra nel
giro della famiglia Falcone
nella quale, dopo aver dimostrato la propria fedeltà attraverso vari lavori “sporchi”, i
due vengono proclamati uomini d’onore scalando rapidamente la piramide mafiosa.
Qualche tempo dopo i due
riescono anche a vendicarsi
del clan Clemente uccidendo
tutti i membri nel corso di
una riunione nell’Helmsley
Carlton House Hotel di New
York.
Francesco Patricelli
CONVITTO
SCIENTIFICO
Pagina 15
L’incontro speciale - Episodio Secondo
Quando Viola riprese i sensi
si ritrovò in un recinto di rami
e stesa accanto al suo amico
che sembrava sollevato dal
fatto che avesse ripreso i sensi. Dopo aver chiamato insistentemente l’amica, ma invano, Luca era tornato indietro
e aveva ripercorso il sentiero
fatto in precedenza
dall’amica. Dopo che ebbe
percorso per circa dieci minuti di strada notò l’amica accasciata su se stessa, vicino al
tronco di un albero priva di
sensi. Aveva subito estratto
dal suo zainetto una bottiglietta d’acqua quando Viola
iniziò a riprender conoscenza.
Dopo essersi ripresa del tutto,
Viola raccontò di esser stata
spinta e di aver ricevuto un
colpo alla testa inaspettatamente da una misteriosa figura che l’aveva seguita. Quando tutto tornò alla normalità
decisero di non proseguire
con l’idea della gara ma piuttosto di calmare il desiderio
di curiosità o per lo meno
svelare chi fosse la misteriosa
persona. Ripresero allora la
loro “caccia al tesoro”, ancora più curiosi e impauriti di
prima. Decisi a svelare
l’intrigante enigma, percorsero la strada di ciottoli fino a
quando si ritrovarono davanti
ad una struttura curiosa e divertente allo stesso tempo.
Nascosta tra gli alberi e il fitto fogliame, si ergeva una
piccola capanna costruita con
tronchi e intrecci di liane. Era
minuta ma capiente ed era
addirittura quasi accogliente.
“Certamente era la dimora
della misteriosa persona che
si aggirava nel bosco” pensarono divertiti i ragazzi, che
decisero di continuare nel loro giro di ispezione. Era una
piccola casupola fatiscente
che si manteneva per miracolo grazie ai grandi tronchi
degli alberi secolari presenti
al centro della fitta boscaglia.
Presi dall’euforia decisero di
rimanere nascosti per scoprire
chi fosse la misteriosa persona che si girava nel bosco e
stettero lì ad aspettare… Finalmente si trovarono davanti
ad un ragazzino alto, magro e
trasandato. Indossava degli
abiti di fortuna e continuava a
guardare i due ragazzi perplesso e impaurito. Dopo che
però furono fatte le dovute
presentazioni, iniziarono a
frequentare di continuo quel
posto affascinante e quel ragazzino misterioso così tanto
da stringere un forte legame
d’amicizia. Iniziarono ad incontrarsi ogni giorno in modo
da poter condividere il loro
momento del gioco con i misteri e le innumerevoli sorprese della foresta.
Antonella Tizzani
Sara Santucci
Seguendo le definizioni, completa il puzzle
con i nomi dei professori ...
1) Una canzone di Dalla...
2) Anagramma: “Desio” + c n
3) “La vispa Teresa...”
4)
5) “Devi stare zitto quando parli con me!”
6) Fisica… mente magra
7 “O”) Non religio est
7 “V”) Non facciamo arrabbiare il Preside ...
8) Per iniziare … First of all ...
9) La sua rabbia può scatenare “terremoti”
10) In … The rape of the “Lock”
11) “No, non fumo… grazie…”
12) Per lui il gossip è un’arte
13) “Non scantonate…” altrimenti cellulare in giardino
14) Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
15) L’antagonista di Borromini … lo trovate per i pub
16) Tre tigri contro tre tigri
17) La puntualità è il suo forte
18) Matematica… mente
E adesso cerca nel Crucipuzzle i nomi dei professori
… ed una volta fatto evidenzia le rimanenti lettere
prendendole una sì ed una no … otterrai una famosa
citazione latina!
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