giugno 2012
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VOLUME II, ANNO II CONVITTO SCIENTIFICO Coordinatrici: Prof .ssa Claudia Liberatore, Prof.ssa Maria Eleonora de Nisco; Redattori: Angelica Vitarelli, Antonella Tizzani, Enza D'Amico, Fabio D'Antonio, Francesco Cannavina, Francesco Patricelli, Gianluigi Moscufo, Lamberto Scarano, Michele D'Ambrosio, Paolo Giovarruscio, Paolo Zita, Paride Oriente, Teologia Platonica La riflessione umanistica, in particolare la filosofia dell’uomo elaborata da Marsilio Ficino (1433-1499), filologo e filosofo tra i maggiori del suo secolo, nella quale giunge a piena maturazione la rielaborazione del concetto classico di humanitas, è esemplare, soprattutto per il valore attribuito alla cultura intesa in primo luogo come educazione morale, all’amore ovvero alla solidarietà e all’altruismo come fine dell’azione, all’idea che la verità non sia appannaggio di pochi eletti, ma disponibile a tutti indipendentemente dalla propria religione, lingua ed origine etnica. Da tempo introvabile e di fatto inaccessibile ai non specialisti la sua maggiore opera, la Teologia Platonica (1482), viene finalmente messa a disposizione di un più vasto pubblico, grazie alla nuova edizione integralmente tradotta in italiano con testo latino a fronte, pubblicata nello scorso novembre nella prestigiosa collana «Il pensiero occidentale» della casa editrice Bompiani di Milano. Ci si augura che la riscoperta e la diffusione dei valori dell’umanesimo possa contribuire alla formazione di una vera “coscienza europea” adeguata alle sfide e ai problemi del secondo millennio. Prof. Errico Vitale Sandro Faleh, Santino Arienzale, Sara Santucci, Valeria Ruggiero, Viviana De Marco ; Stampa: Tipolitografia Palladino ; Vignettista: Antonio Salvatore; Progetto Grafico: Santino Arienzale ; Tutore Esterno: Stefano Venditti 07/06/2012 Sommario Un ripensamento dell’Amore (neo)platonico in senso cristiano 3 Bove in ogni dove... 4 Seneca 2 5 Machiavelli e Guicciardini: fortuna a confronto 6 Meglio soli che male accompagnati 7 Il miraggio dei neo-diplomati campobassani 8 Loro, eroi per il futuro … noi? 9 Faceshock: Ciak si gira! 10 Il cibo nelle mense scolastiche 11 Un’amicizia scomparsa 11 Io e la Musica 12 What if ... 13 La scalata al potere 14 L’incontro speciale 15 CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 3 Un ripensamento dell’Amore( neo)platonico in senso cristiano Come nel mondo esteriore l’unica negatività è la passività della materia, quando questa non assume forma spirituale, cioè non sente amore reciproco verso il suo ispiratore celeste, così, fra gli uomini, l’Amore non corrisposto è Morte, mentre l’amore reciproco è vita duplice. L’anima, dopo essere stata toccata dall’Amore non è più in grado di esistere e di funzionare in se stessa e muore, ma riceve due vite al posto dell’identità perduta. Per comprendere alcuni aspetti della sfera all’interno della quale si muovono le speculazioni del filosofo Marsilio Ficino, può essere d’ausilio una frase tratta dal Convivio platonico, commentato da Ficino: “Ogni creatura ama la sua discendente in virtù della sua natura: tutti hanno questo intento, questo amore per ottenere l’immortalità”. Come avviene nella religione cristiana, tra l’amore e il divino esiste una relazione, in quanto l’amore promette eternità, infinità, una realtà più grande e totalmente altra rispetto alla quotidianità dell’esistere umano. La dinamica del mondo viene così attribuita al circuitus spiritualis da Dio verso il mondo e dal mondo verso Dio. Riaffiora, prepotente- mente, lo schema presente nelle Enneadi di Plotino secondo cui l’Uno, principio metafisico da cui tutto deriva, dopo l’uscita da sé, proodos, attraverso le varie ipostasi, compie un percorso fino al mondo, considerato come energia ormai depauperata e depotenziata. Dal mondo, tuttavia, anche l’uomo può risalire, con un processo inverso, l’epistrophé, verso l’Uno, attraverso l’afele panta, “abbandona tutto” che lo fa giungere, come in un metaforico indiamento (in-deum), fino alla contemplazione amorevole dell’Uno. Analoga interpretazione va data della dottrina dell’Eros, nel Simposio di Platone: l’Amore, infatti, nella sua natura semidivina, in quanto figlio di Povertà e Abbondanza, va inteso come superamento da parte dell’uomo dei propri limiti individuali e sensibili, ma anche come possibilità/ necessità di procreare nel Bello, riproducendo nel mondo sensibile quel bene e quel bello che ha contemplato sottoforma di idee pure. Marsilio Ficino, pertanto, che si distinse per la vastità della sua dottrina e per il rigore delle sue argomentazioni, riuscì a cogliere nel filosofo Platone un precursore della teologia cristiana, individuando una simmetria tra la filosofia greca e il Cristianesimo: nel loro asse si colloca l’Amore. Prof.ssa Claudia Liberatore VOLUME II, ANNO II Pagina 4 Bove in ogni dove... Se potessi disegnare la fisionomia umana, caratteriale e professionale di un impiegato modello dipingerei quella di Antonio Bove, una persona che non si dimentica: sornione, dinoccolato, puntuale. Sembra distratto, quasi ostile con le sue spigolosità fisiche e con un carattere un po’ introverso e chiuso. Così appare agli estranei il nostro Bove, molisano doc. All’interno del Mario Pagano, dove lavora da sempre, lo conoscono invece per quello che è e che è sempre stato. Disponibile con tutti e soprattutto per il suo Mario Pagano, al quale forse regalerebbe anche il suo grande e generoso cuore. Basta dire “Bove!” e lui appare co- me un novello messia a risolvere ogni problema. Aiuta tutti, sempre. Quando non lo si trova nel suo piccolo ufficio, curvato, a scrivere silenzioso e quasi indifferente a tutto quello che succede intorno, lo si vede apparire in un corridoio o in una stanza indaffarato a controllare che sia tutto a posto. Arriva al mattino e sta qui. Sino a che ora? Non si sa. La sua presenza si avverte anche di notte, quando dorme e forse sogna il Mario Pagano ancora più importante, ancora più prestigioso. Io credo che neanche i preti siano mai stati così disponibili, così devoti alla loro chiesa come il nostro Bove al Convitto. Lui ha dato tanto e non ha chiesto mai nulla. Gli basta essere utile. Quando lo chiamo a voce alta nel mio ufficio, gridando il suo nome, lui si presenta puntuale e non dice nulla. Aspetta che io gli chieda di risolvere un qualche problema. Solo in quei momenti riesco a leggere nel suo sguardo la gratitudine, la gioia di essere considerato indispensabile. Gli dico spesso che lui è vicerettore, non ride ma si rallegra e quasi tutti lo canzonano con lo stesso titolo. È ormai in pensione da quasi tre anni e nessuno se n’è accorto. Lui è sempre qui, continuamente qui. Come si può mandarlo via da casa sua? Qualcuno dice che i Rettori passano, lui no; una convenzione dietro l’altra, basta chiamarlo e si presenta. Anche quando il “palazzo” è chiuso e non vi sono né ragazzi, né docenti, né Ata, lo si vede girovagare negli aulici corridoi come una sentinella a guardia del suo territorio. Io quest’anno andrò via ma, seppur da lontano, qualche volta mi scapperà di gridare “Bove” e lui non verrà. Io sarò un po’ triste e mi mancherà! Rettore Dott. Aldo Barletta CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 5 L’INCONTRO DEGLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO “M. PAGANO” CON I RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI CHIUDE I LAVORI DEL PROGETTO DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE “SENECA 2” LE FORZE DELL’ORDINE VICINE AGLI STUDENTI PER COMMEMORARE L’EFFERATO ATTENTATO CHE HA COLPITO L’ISTITUTO “MORVILLO FALCONE” DI BRINDISI E PER RICORDARE MELISSA BASSI. Martedì 22 Maggio 2012, nell’Aula Magna del Convitto “M. Pagano” si è svolto l’Incontro/Dibattito degli Studenti del Liceo con le Forze dell’Ordine, rappresentate dalla dott.ssa F. Ferrucci, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Campobasso e dal Brigadiere A. Vitarelli sul Fenomeno dell’Alcolismo e sulle Dipendenze. La Coordinatrice del Progetto “Seneca 2”, prof.ssa Giovanna Terracciano ha aperto la discussione con la presentazione a Studenti, Genitori e Autorità delle attività di Educazione alla Salute svolte e dei dati relativi all’Indagine sull’uso dell’Alcol da parte dei giovani, fenomeno largamente in crescita. Partendo da una breve storia sull’uso dell’Alcol presso le antiche civiltà, il Tenente Ferrucci ha riportato le cifre allarmanti della realtà di Campobasso e provincia, che confermano una singolare diffusione dell’uso di bevande alcoliche da parte di soggetti appena adolescenti e delle dipendenze. Di poi ha illustrato le leg- gi vigenti e le sanzioni per chi fa uso e abuso di alcool, i pericolosi comportamenti di chi è in stato di ebbrezza, le ripercussioni sull’ordine pubblico e il Codice della Strada. Il Brigadiere A.Vitarelli ha relazionato, mediante la proiezione di alcune diapositive, sulle Regole per una Guida sicura e sugli interventi delle Forze dell’Ordine per la prevenzione e la lotta all’alcolismo e all’uso delle sostanze stupefacenti. Gli studenti hanno partecipato con interesse ai lavori, aprendo un vivace dibattito sui temi oggetto di discussione. Ha fatto seguito la commemorazione del violento attentato all’Istituto Professionale di Brindisi e un ricordo è andato anche alla strage di Giovanni Falcone e della sua scorta. Un silenzio pieno di commozione ha accompagnato le parole della lettera di Francesco Profumo: “Vi scrivo come Ministro, come padre, ma soprattutto come italiano… Oggi siete stati selvaggiamente colpiti… davanti ad un edificio pubblico nel quale vi stavate recando sicu- ri di essere protetti, per imparare a diventare cittadini… Colpire da vigliacchi una scuola è infatti colpire l’Italia intera, perché lì si forma il suo futuro… Non sarete lasciati soli!”. Il grido di protesta e di indignazione degli studenti italiani, conclude il Ministro, deve trasformarsi in coraggio, speranza e fiducia nelle Istituzioni. All’intervento di Paolo Giovarruscio, rappresentante degli studenti sono seguite le testimonianze commosse delle studentesse che hanno ricordato la giovanissima vittima, Melissa Bassi e le compagne ferite nel drammatico attentato di Brindisi, mentre sul grande schermo si susseguivano le tragiche immagini della Scuola colpita e dei primi piani di Melissa che hanno lasciato negli occhi e nell’anima di tutti quello sguardo intenso, pulito e innocente, pieno di speranze e di sogni che non potranno mai più realizzarsi. Gianluigi Moscufo Lamberto Scarano Paolo Giovarruscio VOLUME II, ANNO II Pagina 6 Machiavelli e Guicciardini: fortuna a confronto Caratteristica del termine latino “fortuna” è il fatto di essere una vox media: un termine di significato neutro, non prettamente positivo né negativo. Influenzando i risultati delle azioni umane ed essendo causa di gioia e soddisfazione a volte, di rimpianti e tristezza altre, questa ambigua parola è stata spesso personificata, diventando una “dea” dalla doppia faccia che ha trovato posto nelle riflessioni dei letterati. Tra i grandi che hanno espresso il loro parere su di essa vanno sicuramente citati il politico fiorentino Niccolò Machiavelli ed il diplomatico suo conterraneo Francesco Guicciardini. Presentando entrambi la “fortuna” come forza superiore all’uomo e, temendola quasi per il suo grande potere nell’influenzare le vicende umane, i due divergono su come l’uomo può affrontare la dea bendata. Per Machiavelli infatti egli è in grado di fronteggiarla con la propria virtù: se la fortuna è un fiume in piena, l’uomo deve preparare gli argini. È grande chi riesce ad unirla alle sue capacità: la dea bendata dà una mano ed è in quel momento che l’uomo virtuoso ha la possibilità di mettersi in mostra. La fortuna ti lascia un capitale da investire, guadagna chi sa farlo fruttare, non chi resta fermo. Non vi è dunque per il politico fiorentino una totale sottomissione dell’uomo al suo fato, pur rimanendo quest’ultimo superiore a lui. Diversa la visione per Guicciardini, secondo il quale l’esito degli eventi è determinato solo ed esclusivamente da questa forza. Secondo lo scrittore dei Ricordi l’uomo non ha il potere di cambiare il corso degli eventi, può soltanto “accettarli” ed “accoglierli” nel modo migliore. La ricerca della grandezza non si ha fronteggiando la fortuna con la virtù, bensì reagendo in modo opportuno ad ogni suo colpo buono o cattivo che sia. Volendo trovare un esempio comune ai due è possibile citare le gesta di Fabio Massimo il temporeggiatore: per Machiavelli egli trionfa perche sa assecondare la fortuna, per il Guicciardini è il semplice fato che gli permette di comportarsi nel modo migliore al momento giusto. Santino Arienzale CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 7 Meglio soli che male accompagnati La vita è fatta anche di delusioni, disillusioni, “abbandoni”, che spesso generano un senso di solitudine. La solitudine è non esprimere, per paura di essere giudicati, i propri pensieri, le proprie preoccupazioni e, perché no, i propri segreti a qualcuno, qualcuno con cui condividere gioie e dolori; la solitudine è il deprimente domandarsi “A chi importa se mi succede qualcosa?”; la solitudine è l’angosciante sentirsi alieno rispetto al mondo; la solitudine è il tedioso sentirsi inutile ed indifferente. Essa è una spiacevole condizione psicologica che tocca drammaticamente sempre più persone che vivono in una società incline a rapporti “veloci”, superficiali e distaccati, emotivamente parlando. La solitudine può influire sulla qualità della vita, diviene un handicap: non si riesce a gestire le opprimenti e soffocanti sensazioni, si tende ad ingigantire ed amplificare gli aspetti negativi; paradossalmente si preclude ogni tipo di relazione, per eludere altre delusioni e ci si chiude in se stessi, nel proprio mondo, dove non è permesso a nessuno entrare. Questo atteggiamento non può far altro che peggiorare le cose. Come uscire allora da questo circolo vizioso? Semplice: basta trovare uno o più “oggetti d’amore”, qualcuno o qualcosa da amare, a cui dedicare se stessi, in altre parole basta coltivare nel proprio animo la capacità di amare e di lasciarsi amare. Tuttavia sono molte le persone che desiderano la solitudine, occorre solamente considerarla sotto un altro punto di vista e trarne vantaggi: per mezzo di essa l’uomo può andare nel suo io più profondo per poter trovare risposte alle domande che il rumore e la folla non possono dare. Attenzione però a non lasciarsi ossessionare e dominare dalle proprie domande! Viviana De Marco VOLUME II, ANNO II Pagina 8 Il miraggio dei neo-diplomati campobassani Campobasso non è la città che cerchi o che desideri visitare, tuttavia il capoluogo molisano mantiene comunque il suo fascino (nonostante i suoi difetti sempre più marcati). Nato come piccolo borgo medievale, oggi Campobasso è il nucleo economico, politico e sociale della regione; ma in un ambiente di bassemedie proporzioni come quello campobassano, quali sono le motivazioni che portano altrove i neo-diplomati? È opinione diffusa e condivisibile che gli studenti vedano Campobasso isolata dalla politica nazionale e tutto ciò, oltre che creare timore a competere con il connazionale lombardo o siciliano, porta sempre più giovani ad allontanarsi dalla terra natia. Una fuga, quella dei maturandi, dovuta alle poche possibilità che la città offre. Infatti, il ragazzo campobassano decide di emigrare alla ricerca di un qualcosa di diverso che troppe volte si rivela però fallimentare o illusorio. Le scarse iniziative culturali e non, creano insoddisfazione nel ragazzo molisano che, a maggior ragione, viene affascinato dal mito della “metropoli”. Associazioni locali, più volte partecipi e spesso ideatrici di passatempi differenti dai classici, sono state spesso ostacolate dalla mentalità pigra e passiva dell'ambiente provinciale. Una "movida" campobassana spenta o perlomeno poco attiva, influenza nettamente le scelte della società giovanile che illusoriamente si sposta laddove lo svago è più diffuso, contribuendo all'impoverimento di una regione già afflitta da ben altre problematiche. D’altro canto, però, c’è anche chi ama paragonare Campobasso ad una città metropolitana ed è così che parte dei giovani esalta il micro-cosmo campobassano che permette maggiore socializzazione ed un più fluido rapporto tra i ragazzi. E’ indubbio che la nostra "amata" terra abbia ancora molto da migliorare; troppo grande per essere definita paese, troppo piccola per essere chiamata città: sarà il dubbio a portar via i nostri cittadini più giovani ? Paolo Giovarruscio CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 9 Loro, eroi per il futuro…noi? “L’importante è che anche se ognuno ha i suoi problemi, i suoi interessi e le sue idee, e discutiamo e battagliamo, ognuno ricordi sempre che è parte di qualcosa di più grande che è la nostra nazione, la nostra patria, la nostra Italia. E se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà che ci attendono”: queste le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della notte tricolore tra il 16 e il 17 marzo 2011. Se Oggi l'Italia è un Paese capace di confrontarsi e di essere all'altezza di altri come la Francia, l'Inghilterra e la Germania è solo grazie alle schiere dei patrioti che, combattendo e sacrificando le lo- ro vite, hanno scritto molte pagine eroiche. Sono proprio queste che dobbiamo avere l'orgoglio di ricordare e di rivendicare. Ciò che ci deve rendere fieri di essere italiani, oltre alla storia ed al nostro patrimonio, sono proprio quelle pagine scritte con il sangue ed il sudore conosciute in tutto il mondo: lo stesso Daniel Radcliffe, attore famoso ed internazionale, durante un’intervista ha affermato che “L’Unità d’Italia è la più eroica e ciò che ha fatto Garibaldi è meraviglioso”. L'importante è capire che nonostante oggi la politica dia poca fiducia ed esistano partiti che non fanno altro che dividere anziché unire, la festa nazionale non dovrebbe terminare con la fine delle celebrazioni tenutesi in occasione dei 150 anni dall'Unità perché noi eravamo, siamo e saremo sempre italiani. Quello spirito che ci rende membri di un'unica grande famiglia dovrebbe rafforzarci e mobilitare i nostri animi ancora di più, soprattutto in questo momento di gravi difficoltà economico-sociali a cui si è aggiunta la furia della natura a causa del terremoto in Emilia Romagna che ha provocato parecchi danni alla popolazione. Michele D’Ambrosio Paride Oriente VOLUME II, ANNO II Pagina 10 FACESHOCK: Ciak si gira! Anche quest’anno nel Convitto Nazionale “M. Pagano” di Campobasso si è svolto il corso di cinematografia. Co- menti infatti sono dovuti a due ragazze che si divertono a modificare le informazioni di base del profilo di Andrea, sostenuto e hanno creduto in noi! A partire dalla scuola, in particolare dal Rettore Aldo Barletta, che ci ha dato la me sempre, sotto la vigile guida del regista Gianni Manusacchio, noi ragazzi abbiamo realizzato, dopo un anno duro di lavoro, il cortometraggio di nome FACESHOCK. La realizzazione di quest’ultimo si ispira al social inconsapevoli dello stravolgimento che stanno causando nella sua vita reale. La vicenda alquanto surreale, rende però l’idea di quanto i social network siano entrati ormai a far parte della nostra vita in modo significativo. La realiz- possibilità di fare questo corso; la professoressa De Nisco che ci ha sostenuto sempre con grinta e fiducia lungo tutto il percorso; grazie agli attori, ai fantastici operatori di ripresa che hanno messo a disposizione i loro potenti network più famoso del mondo: Facebook. Nel corto un giovane ragazzo di nome Andrea subisce, durante l’ora di lezione, diversi strani cambiamenti. Inizialmente i suoi comportamenti appaiono insoliti e inspiegabili e solo alla fine del corto si scoprirà la causa di tutto grazie all’amico di Andrea, Mirko: i cambia- zazione di questo corto ci ha dato la possibilità di vivere un’esperienza fantastica, permettendo di venire a contatto con ciò che più si avvicina al cinema. Certo non eravamo agli studi di Cinecittà, ma nel nostro piccolo abbiamo dato il massimo, e se ci siamo riusciti dobbiamo ringraziare solo tutti coloro che ci hanno mezzi e in ultimo grazie di cuore al regista Gianni Manusacchio che con enormi sacrifici, con maestria, serietà e soprattutto pazienza ci ha coordinato, sostenuto e sopportato! Grazie a Tutti!!! Angelica Vitarelli Francesco Cannavina CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 11 Il cibo nelle mense scolastiche Nelle mense delle scuole italiane ogni tre settimane si buttano oltre 143 tonnellate di cibo I ragazzi si leccano i baffi quando c'è la pasta al pesto e storcono il naso quando devono mangiare la minestra. Ogni tre settimane finiscono in pattumiera 143 tonnellate di scarti che, moltiplicate per le 36 settimane di servizio, fanno raggiungere numeri impressionanti. È uno spreco di rifiuti inaccettabile. Per questo hanno avviato quella che chiamano la “revisione della grammatura” ovvero la verifica delle porzioni. I primi piatti sono i preferiti: due quasi all'unanimità e sono pasta al pesto e al pomodoro, oltre alla pasta al forno, cavatelli e risotti vari. All'ultimo posto restano gli odiati legumi e le verdure. Meno successo hanno i secondi piatti, anche se con grandi differenze: carne e formaggi risultano abbastanza graditi a differenza del pesce. Venendo alla frutta e al pane, è difficile valutare dagli scarti la qualità o il gradimento. A inizio maggio con il menu estivo è presente il gelato. Il cibo avanzato in alcune scuole va a finire nella pattumiera, ma fortunatamente in altre finisce nei piatti della Caritas. Questo si potrebbe proporlo anche ad altre scuole senza che tutto quel cibo vada sprecato. Anche nel Convitto Nazionale M.Pagano di Campobasso è previsto il servizio mensa a disposizione degli alunni delle scuole elementari, medie e del Liceo Scientifico annessi ad esso. Qui la quantità del cibo avanzato dipende molto dal menù giornaliero, ad esempio nei giorni come lunedì e giovedì il cibo è ben accetto dai ragazzi poiché il menù propone patatine fritte, lasagne e dolci. Nei restanti giorni invece non sempre i secondi piatti vengono consumati poiché prevedono verdure e pesce i quali non sono molto graditi. Enza D’Amico Fabio D’Antonio Valeria Ruggiero Un’amicizia scomparsa Lo splendere della luna scatenava in me un'immensa emozione che ammorbidiva il mio animo e mi incanalava in un tunnel di relax e pace profonda. Gli occhi di Bill brillavano. Uno spettacolo epico addolciva i nostri cuori donandoci i secondi più intensi e sensazionali che le nostre giovani vite avessero mai passato fino ad allora. Cosa se non una passeggiata notturna con il tuo migliore amico in una calda serata di metà luglio? Un venticello fresco accarezzava i nostri volti con delicatezza e un piacevole brivido mi percorse la schiena fino ad arrivare ai piedi. Ci sono paesaggi incantevoli in Irlanda del nord. Sdraiati ad osservare il cielo stellato una strana luce di colore verde sembrava avvicinarsi a noi. Pensavamo fosse una semplice stella cadente,fino a quando questa sinistra luce iniziò a prendere forma. Era un disco volante. "Vedi quello che vedo io?” mi chiese Bill balbettando con voce terrorizzata"Spero di no" gli risposi quasi per sdrammatizzare. Dal disco scese un bagliore accecante. Chiusi gli occhi. Quando li riaprii il disco volante non c'era più. Con esso scomparve anche Bill,per sempre. Inspiegabilmente rimasi solo; ieri come oggi. Sandro Faleh VOLUME II, ANNO II Pagina 12 Io e la Musica La musica è sempre stata e sarà sempre una parte importante della mia vita. Mi ha aiutato a riflettere e a distrarmi nei momenti difficili, mi ha fatto divertire sia da solo che con gli amici e soprattutto è stata un'immensa fonte di soddisfazione, che mi ha sempre ripagato dell'impegno in essa profuso. La musica è una unione di ritmo e note. Ognuno vive tutta la vita insieme a un metronomo instancabile: il cuore. E non è solo nel cuore: il nostro respiro è ritmo, i nostri passi sono ritmo. Una nota non è un suono come tutti gli altri. Non è come una porta che sbatte, una folata di vento o un vetro che si rompe, tutti rumori confusi: una nota è un’onda, una vibrazione a una precisa frequenza. Se tutto è un insieme di vibrazioni, tutto è musica. Siamo ritmo e note: noi stessi siamo musica. Se penso alla musica, la prima cosa che mi viene in mente è di certo il pianoforte. Ho iniziato a studiare questo strumento quando frequentavo la scuola elementare, all'età di sei anni, grazie ad un'innocente proposta dei miei genitori, che mi hanno suggerito di "fare una prova"... È da lì che è iniziata la mia passione per la musica. Ma la musica è anche e soprattutto un potentissimo collante, quella cosa invisibile che riesce in qualche modo ad unire le persone facendo dimenticare loro i litigi, i problemi, le antipatie. Anche quando sono da solo riesco a trovare nella musica un suo fascino. Mi capita spesso, quando sono stanco, pensoso o particolarmente rilassato, di sedermi al pianoforte e lasciare che le mani scorrano da sole su di esso: allora mi abbandono alla dolcezza di ogni singola nota e alla profondità di ogni singola vibrazione, per poi unirle nella magia della musica, unica e inimitabile. Sono momenti quasi mistici, che lasciano una traccia indelebile nella mia mente e che, da soli, sarebbero in grado di ricompensarmi di tutti gli sforzi fatti fino ad ora per imparare a suonare. Sono attimi: quante volte capita di scrivere una canzone, di getto, in pochi minuti. Ecco da dove arriva la musica: anni di studi curvi su libri o sulla tastiera di un pianoforte, non riescono ad abbracciare tutta la magia nel lampo di una composizione. In un lago di montagna, nel divano di casa, o nel sottopasso di una metropolitana, tutto sta nel riuscire ad accoglierla. Gianluigi Moscufo CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 13 What if... drawn from “Genesis and Catastrophe” by Roald Dahl We all know about Hitler and his terrible story, now guess, if you had a chance, what would you do to change what has happened? And how? Well, here’s Mark’s story, a boy who had that possibility: the weak baby, Hitler, had just come to life, I was right there, in the waiting room of the hospital; right next to me there was a strange man known as Herr Hitler. At first I felt a bit disoriented but then I realized I had a mission to complete; I could not waste my time trying to get used to that weird place, and so I started talking to him: “Frau Hitler, I want to talk to you about a fact: your son. Believe me, he has to die, I know you think I am a crazy guy but now lend me your ears and do not stop me till I finish, ok?” He was shocked, and stared at me answering: “Ok, but then, I will have to drive you to an insanity hospital”. Not caring about what he said, I started telling him my story: “My name is Mark and I am from the future thanks to a time machine; and when I was at school, I studied a subject called history so I know what is going to happen. I am here to change something that will terrify the whole world”. I told him that his son will become a terrible man, the leader of a movement: Nazism and that, not only will he have so many people killed, but he will keep thinking he is right in doing this, because according to his theory the unique race worthy of life is the Arian one. My heart was beating really fast, anyone could feel the tension in the air but I had to pronounce those awful words: “Kill him!!”. He was listening carefully without interrupting. “I know it would be hard to you to kill him, the only baby who survived after previous ones, but please, you have to ”. He answered he did not care about his son at all and the rest of his answer got me shocked: “Usually I do not trust anyone, but something in your eyes tells me you are not lying to me, and this is why I will do it”. And I: “Thanks Mr Hitler and remember, you have made the right choice, a choice that will avoid pain and loss of lives…good bye”. The future world would be a better place to live, with so many inhabitants who finally would have obtained the right to life which they have always deserved. Paolo Zita VOLUME II, ANNO II Pagina 14 La scalata al potere - Episodio Secondo Fatto ritorno a casa, Vito viene a sapere che, prima di morire il padre, si era fatto carico di un debito nei confronti di uno strozzino, debito che la famiglia non era riuscita ancora ad estinguere. La profonda crisi della famiglia porta Vito a rientrare in contatto con il suo amico Joe che intanto si era fatto un nome entrando nella clan mafioso dei C l em ent e. E’ propri o quest’ultimo che fa avvicinare Vito alla famiglia Clemente nella quale entrerà e grazie alla quale inizierà a far soldi pur se non in modo del tutto legale. Con i soldi guadagnati nei lavoretti che gli vengono assegnati, Vito riesce a mantenere se stesso e la sua famiglia. Il tutto dura finché a Joe e a Vito viene assegnata una missione nella quale l’obbiettivo è quello di uccidere un trafficante di liquori. La missione però non ha l’esito previsto e, a causa di una soffiata, Vito viene nuovamente arrestato e condannato a 10 anni. Joe intanto cerca di fare qualcosa per lui e ciò lo porta a ribellarsi alla famiglia Clemente dalla quale si separa. Entra allora in contatto con le famiglie Falcone e Vinci che aiutano Vito ridu- cendo la sua condanna da 10 a 7 anni. Scontata la pena, Vito esce di prigione ed insieme al suo amico Joe entra nel giro della famiglia Falcone nella quale, dopo aver dimostrato la propria fedeltà attraverso vari lavori “sporchi”, i due vengono proclamati uomini d’onore scalando rapidamente la piramide mafiosa. Qualche tempo dopo i due riescono anche a vendicarsi del clan Clemente uccidendo tutti i membri nel corso di una riunione nell’Helmsley Carlton House Hotel di New York. Francesco Patricelli CONVITTO SCIENTIFICO Pagina 15 L’incontro speciale - Episodio Secondo Quando Viola riprese i sensi si ritrovò in un recinto di rami e stesa accanto al suo amico che sembrava sollevato dal fatto che avesse ripreso i sensi. Dopo aver chiamato insistentemente l’amica, ma invano, Luca era tornato indietro e aveva ripercorso il sentiero fatto in precedenza dall’amica. Dopo che ebbe percorso per circa dieci minuti di strada notò l’amica accasciata su se stessa, vicino al tronco di un albero priva di sensi. Aveva subito estratto dal suo zainetto una bottiglietta d’acqua quando Viola iniziò a riprender conoscenza. Dopo essersi ripresa del tutto, Viola raccontò di esser stata spinta e di aver ricevuto un colpo alla testa inaspettatamente da una misteriosa figura che l’aveva seguita. Quando tutto tornò alla normalità decisero di non proseguire con l’idea della gara ma piuttosto di calmare il desiderio di curiosità o per lo meno svelare chi fosse la misteriosa persona. Ripresero allora la loro “caccia al tesoro”, ancora più curiosi e impauriti di prima. Decisi a svelare l’intrigante enigma, percorsero la strada di ciottoli fino a quando si ritrovarono davanti ad una struttura curiosa e divertente allo stesso tempo. Nascosta tra gli alberi e il fitto fogliame, si ergeva una piccola capanna costruita con tronchi e intrecci di liane. Era minuta ma capiente ed era addirittura quasi accogliente. “Certamente era la dimora della misteriosa persona che si aggirava nel bosco” pensarono divertiti i ragazzi, che decisero di continuare nel loro giro di ispezione. Era una piccola casupola fatiscente che si manteneva per miracolo grazie ai grandi tronchi degli alberi secolari presenti al centro della fitta boscaglia. Presi dall’euforia decisero di rimanere nascosti per scoprire chi fosse la misteriosa persona che si girava nel bosco e stettero lì ad aspettare… Finalmente si trovarono davanti ad un ragazzino alto, magro e trasandato. Indossava degli abiti di fortuna e continuava a guardare i due ragazzi perplesso e impaurito. Dopo che però furono fatte le dovute presentazioni, iniziarono a frequentare di continuo quel posto affascinante e quel ragazzino misterioso così tanto da stringere un forte legame d’amicizia. Iniziarono ad incontrarsi ogni giorno in modo da poter condividere il loro momento del gioco con i misteri e le innumerevoli sorprese della foresta. Antonella Tizzani Sara Santucci Seguendo le definizioni, completa il puzzle con i nomi dei professori ... 1) Una canzone di Dalla... 2) Anagramma: “Desio” + c n 3) “La vispa Teresa...” 4) 5) “Devi stare zitto quando parli con me!” 6) Fisica… mente magra 7 “O”) Non religio est 7 “V”) Non facciamo arrabbiare il Preside ... 8) Per iniziare … First of all ... 9) La sua rabbia può scatenare “terremoti” 10) In … The rape of the “Lock” 11) “No, non fumo… grazie…” 12) Per lui il gossip è un’arte 13) “Non scantonate…” altrimenti cellulare in giardino 14) Erano i capei d’oro a l’aura sparsi 15) L’antagonista di Borromini … lo trovate per i pub 16) Tre tigri contro tre tigri 17) La puntualità è il suo forte 18) Matematica… mente E adesso cerca nel Crucipuzzle i nomi dei professori … ed una volta fatto evidenzia le rimanenti lettere prendendole una sì ed una no … otterrai una famosa citazione latina! __ _____ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _!