Samuele Maschio - Teoria degli insiemi e teoria della misura

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Samuele Maschio - Teoria degli insiemi e teoria della misura
Teoria della misura e teoria degli insiemi
Samuele Maschio
1
Teoria della misura: nozioni di base
Definizione 1.1. Sia X un insieme. Una σ-algebra di sottoinsiemi di X é un insieme
H ⊆ P(X) tale che
1. ∅ ∈ H;
2. Per ogni Y , se Y ∈ H allora X \ Y ∈ H;
3. Per ogni famiglia numerabile {Xn }n∈N ⊆ H si ha
S
n∈N
Xn ∈ H.
Proposizione
1.2. Sia X un insieme e sia X ⊆ {H σ-algebre di sottoinsiemi di X}.
T
Allora X é una σ-algebra di sottoinsiemi di X.
Definizione 1.3. Sia X un insieme e sia J ⊆ P(X). Si dice σ-algebra generata da J
la σ-algebra
\
H: =
{I-algebre di sottoinsiemi di X | J ⊆ I} .
Ci concentriamo ora su alcune σ-algebra di sottoinsiemi di R. Richiamiamo la
seguente
Definizione 1.4. Un sottoinsieme X ⊆ R é aperto se per ogni x ∈ X esiste > 0 tale
che (x − , x + ) ⊆ X. Un sottoinsieme X di R é chiuso se R \ X é aperto.
Proposizione 1.5. Ogni sottoinsieme aperto di R é unione al piú numerabile di
intervalli aperti a due a due disgiunti.
Definizione 1.6. La σ-algebra dei boreliani di R, indicata con B(R), é la σ-algebra di
sottoinsiemi di R generata dalla famiglia degli aperti di R.
Definizione 1.7. Sia H una σ-algebra di sottoinsiemi di X. Una misura su H é una
funzione P: H → R+ tale che
1. P(∅) = 0;
S
P
2. P( n∈N Xn ) = n∈N P(Xn ) per ogni famiglia numerabile {Xn }n∈N tale che Xi ∩
Xj = ∅ per ogni i, j ∈ N tali che i 6= j.
Proposizione 1.8. Se P é una misura su una σ-algebra H e X, X 0 ∈ H sono tali che
X ⊆ X 0 , allora P(X) ≤ P(X 0 ).
1
S
Definizione 1.9. Sia X ⊆ R aperto tale che X = n∈H (xn , yn ) dove gli intervalli
(xn , yn ) al variare di n ∈ H ⊆ N sono a due a due disgiunti. Si definisce
X
P0 (X) =
(yn − xn ).
n∈H
Definizione 1.10. Un sottoinsieme X di R é misurabile secondo Lebesgue se per ogni
> 0 esiste un aperto H e un chiuso H 0 di R tali che
1. H 0 ⊆ X ⊆ H;
2. P0 (H \ H 0 ) < .
Definizione 1.11. Si denota con L(R) l’insieme dei sottoinsiemi di R misurabili secono
Lebesgue.
Teorema 1.12. L’insieme L(R) é una σ-algebra di sottoinsiemi di R.
Teorema 1.13. Definita P(X): = inf P0 (H)| X ⊆ H H aperto per ogni X misurabile
secondo Lebesgue, si ha che
1. P é una misura su L(R), ogni aperto di R é misurabile secondo Lebesgue e P ≡ P0
sugli aperti di R;
2. Per ogni X ∈ L(R) e per ogni x̄ ∈ R si ha che X + x = {x + x̄| x ∈ X} ∈ L(R)
e P(X + x̄) = P(X) ( invarianza);
3. Per ogni x ∈ R si ha che P({x}) = 0 ( non banalitá).
Una volta osservato che anche P(R) é banalmente una σ-algebra di sottoinsiemi di
R, si ottiene, dato che tutti gli aperti sono misurabili secondo Lebesgue, il seguente
Teorema 1.14.
B(R) ⊆ L(R) ⊆ P(R).
I paragrafi 3 e 4 saranno dedicati al problema di capire se le due inclusioni possano
e, se sı́, sotto quali condizioni essere strette.
2
Alcuni assiomi della teoria degli insiemi
Assioma 2.1 (DC). Se R é una relazione binaria su un insieme non vuoto X tale che
per ogni x ∈ X esiste x0 tale che x0 Rx allora esiste una successione ξ: ω → X tale che
per ogni n ∈ ω si ha ξ(n + 1)Rξ(n).
Assioma 2.2 (ω-AC). Se X è un S
insieme numerabile tale che per ogni x ∈ X, x 6= ∅,
allora esiste una funzione ψ: X → X tale che ψ(x) ∈ x per ogni x ∈ X.
Proposizione 2.3. In ZF si ha [DC] → [ω − AC].
Assioma 2.4 (AC). S
Se X è un insieme tale che per ogni x ∈ X, x 6= ∅, allora esiste
una funzione ψ: X → X tale che ψ(x) ∈ x per ogni x ∈ X.
2
Assioma 2.5 (ZL). Se (X, ≤) é un ordine parziale tale che ogni catena Y ⊆ X ha un
maggiorante y ∈ X, allora X ha un elemento massimale.
Assioma 2.6 (WO). Ogni insieme puó essere ben ordinato.
Proposizione 2.7. In ZF si ha [AC]→[ω-AC]
Proposizione 2.8. In ZF sono equivalenti [AC]≡[ZL]≡[WO]
Supponiamo ora di lavorare in ZF C = ZF + [AC]. Dato che [AC]≡[WO] si ha che
possiamo definire la cardinalitá di ogni insieme e formulare il seguente
Assioma 2.9 (CH).
∀X((X ⊆ R ∧ X infinito) → (|X| = |N| ∨ |X| = |R|)).
Infine terremo in considerazione il seguente
Assioma 2.10 (WIC). Esiste un cardinale debolmente inacessibile
RIcordiamo la seguente
Definizione 2.11. Un cardinale debolmente inacessibile é un cardinale limite e regolare.
3
Insiemi non misurabili
3.1
La costruzione di Vitali
Teorema 3.1 (Vitali). Se vale ZF C allora esiste un sottoinsieme di R non misurabile
(cioé in ZF [AC]→ (L(R) 6= P(R))).
Dimostrazione. Sia X = [0, 1] e sia ∼ la relazione definita su X da
x ∼ x0 se e solo se x − x0 ∈ Q.
Questa relazione é una relazione di equivalenza infatti
1. per ogni x ∈ R si ha x − x ∈ Q;
2. se x − y ∈ Q allora y − x = −(x − y) ∈ Q;
3. se x − y ∈ Q e y − z ∈ Q allora x − z = (x − y) + (y − z) ∈ Q.
Sia X 0 : = X/ ∼ l’insieme delle classi di equivalenza rispetto alla relazione ∼ ovvero
degli insiemi della forma [x]∼ : = {x0 ∈ X|x0 ∼ x}.
Per [AC] esiste H ⊆ R tale che |H ∩ Y | = 1 per ogni Y ∈ X 0 , ovvero H contiene
uno e un solo elemento per ogni classe di equivalenza.
Siano ora q, q 0 ∈ Q tali che q 6= q 0 . Abbiamo H + q ∩ H + q 0 = ∅ dato che se
y ∈ H + q ∩ H + q 0 si ha che esistono h, h0 ∈ H tali che
y = h + q = h0 + q 0
3
da cui
h = h0 + q 0 − q
e quindi
h ∼ h0
da cui h = h0 e q =Sq 0 .
Inoltre [0, 1] ⊆ q∈Q∩[−1,1] (H + q) ⊆ [−1, 2] .
Supponiamo ora che H sia misurabile; dato che Q ∩ [−1, 1] é numerabile, per la
monotonia della misura e per il fatto che P é invariante per traslazione si ha che H + q
é misurabile secondo Lebesgue e P(H + q) = P(H) per ogni q ∈ Q ∩ [−1, 1]si ha che
X
X
P(H + q) =
P(H) ≤ P([−1, 2])
P([0, 1]) ≤
q∈Q∩[−1,1]
q∈Q∩[−1,1]
da cui
X
1≤
P(H) ≤ 3
n∈N∩[−1,1]
Dato che abbiamo supposto che H sia misurabile allora P(H) = 0 o P(H) > 0. Nel
primo caso peró si ottiene che 1 ≤ 0, mentre nel secondo +∞ ≤ 3. Dunque H é un
sottoinsieme di R non misurabile.
3.2
Altre costruzioni di insiemi non misurabili
Innanzitutto vediamo la costruzione di Bernstein che fa uso dell’assioma [WO]. Iniziamo con la seguente
Definizione 3.2. Un insieme X ⊆ R si dice perfetto se é un insieme chiuso non vuoto
senza punti isolati.
Si possono facilmente dimostrare i seguenti fatti in ZF
Proposizione 3.3 (regolaritá). Se X ∈ L(R) e P(X) > 0 allora esiste un chiuso
H ⊆ X tale che P(H) > 0.
Proposizione 3.4. Ogni sottoinsieme chiuso X di R infinito non numerabile contiene
un insieme perfetto.
Proposizione 3.5. Per ogni insieme perfetto P , |P | = |R|.
da cui segue il
Corollario 3.6. Ogni sottoinsieme chiuso di R é finito, numerabile o continuo.
Possiamo ora passare alla seguente
Definizione 3.7. Un insieme di Bernstein é un sottoinsieme X di R tale che per ogni
insieme perfetto P , P ∩ X 6= ∅ e P ∩ (R \ X) 6= ∅.
Osservazione 3.8. Si noti che se X é un insieme di Bernstein, anche R lo é.
4
Teorema 3.9. Se X é un insieme di Bernstein, allora non é misurabile secondo
Lebesgue.
Dimostrazione. Supponiamo che X sia misurabile secondo Lebesgue, allora possiamo
supporre che P(X) > 0 (altrimenti possiamo consideriamo R \ X). Dato che X ha
misura positiva esiste un chiuso H di misura positiva tale che H ⊆ X; inoltre essendo
H di misura positiva é infinito non numerabile, da cui si ottiene che deve contenere un
insieme perfetto P , da cui si ottiene che P ⊆ X e dunque (R \ X) ∩ P = ∅ e quindi che
X non é di Bernstein.
Prima di passare al prossimo teorema si ha questo risultato
Proposizione 3.10. Se P é l’insieme degli insiemi perfetti si ha che |P| = |R|.
Teorema 3.11. In ZF si ha [WO]→ [Esiste un insieme di Bernstein].
Dimostrazione. Per [WO] esiste un buon ordinamento di P e quindi possiamo costruire
una successione transfinita di insiemi perfetti
{Pξ }ξ<π
dove π = min {ξ ∈ ON| |π| = |R|} tale che
{Pξ |ξ < π, ξ pari} = {Pξ |ξ < π, ξ dispari} = P.
Definiamo quindi una successione {xξ }ξ<π tale che
1. per ogni ξ < π, xξ ∈ Pξ ;
2. per ogni ξ < π, xξ 6= xξ0 per ogni ξ 0 < ξ.
Tale successione si pu’øcostruire perché [WO] implica [AC] e inoltre per ogni ξ < π
e per ogni insieme perfetto P si ha che |ξ| < |R| = |P |. A questo punto si considera
X: = {xξ |ξ < π, ξ dispari} che é perfetto per costruzione.
Vediamo ora un’altra costruzione che fa uso del lemma di Zorn
Proposizione 3.12. I numeri reali R formano uno spazio vettoriale sul campo Q.
Definizione 3.13. Una base di Hamel é una base di R su Q.
Prima di passare al teorema principale enunciamo questo
Lemma 3.14 (Bernstein). Se X ∈ L(R) ha misura positiva allora esiste > 0 tale
che per ogni 0 < r < si ha (X + r) ∩ X 6= ∅.
Possiamo quindi passare al seguente
Teorema 3.15. Se {pj }j∈J é un base di Hamel e j̄ ∈ J, allora X = span({pj }j∈J\{j̄} )
é un insieme non misurabile secondo Lebesgue.
5
S
Dimostrazione. Ovviamente si ha che q∈Q X + qpj̄ = R e inoltre (X + qpj̄ ) ∩ X = ∅
perché altrimenti pj̄ sarebbe esprimibile come combinazione lineare finita di elementi
di {pj }j∈J\{j̄} . Supponiamo che X sia misurabile, dalla prima delle due espressioni si
ottiene grazie all’invarianza che P(X) > 0. In particolare per il lemma di Bernstein
esiste tale che per ogni 0 < r < si ha X ∩ (X + r) 6= ∅. In particolare esiste q̄ ∈ Q
tale che 0 < pj̄ q̄ < r, da cui X ∩ (X + q̄pj̄ ) 6= ∅. Abbiamo dunque una contraddizione
con la seconda espressione.
Il seguente risultato é noto
Proposizione 3.16. In ZF si ha che [ZL]→[Ogni spazio vettoriale ha una base].
3.3
La necessitá dell’assioma di scelta
Abbiamo visto nelle sottosezioni precedenti come si possa costruire un nonmisurabile
disponendo dell’assioma della scelta o di un suo equivalente. Ma é veramente indispensabile utilizzarlo? Se non fosse indispensabile si dovrebbe riuscire a costruire in ZF o
almeno in ZF +[ω −AC] un insieme non misurabile. Viceversa per provare la necessitá
dell’assioma di scelta, basterebbe costruire un modello di ZF o meglio ZF + [ω − AC]
(dato che per sviluppare buona parte dell’analisi matematica é sufficiente disporre della
scelta numerabile) in cui L()(R) = P(R) . In tal senso Solovay riuscı́ ad ottenere il
seguente risultato
Teorema 3.17 (Solovay). Se é consistente ZF +[WIC] allora si puó costruire un
modello di ZF +[DC]+[L(R) = P(R)].
Il problema di questo risultato é la presenza dell’ipotesi di esistenza di un cardinale
debolmente inaccessibile. Il fatto spiacevole é che questo fatto non puó essere eliminato
a causa del seguente risultato
Teorema 3.18 (Shelah). Se é consistente ZF +[DC]+[L(R) = P(R)] allora si puó
costruire un modello di ZF +[WIC] .
Infatti se avessimo che Cons(ZF ) → Cons(ZF + [DC] + (L(R) = P(R))), dato che
come é noto
ZF + [WIC] ` Cons(ZF )
si avrebbe
ZF + [WIC] ` Cons(ZF + [DC] + (L(R) = P(R)))
da cui
ZF + [WIC] ` Cons(ZF + [WIC])
il che contraddice il secondo teorema di Godel.
4
Insiemi misurabili non boreliani
Innanzitutto si ha il seguente fatto
Proposizione 4.1.
|L(R)| = |P(R)| .
6
Dimostrazione. Tutti i sottoinsiemi di ogni sottoinsieme di misura nulla sono misurabili; in particolare lo sono tutti quelli dell’insieme di Cantor che ha cardinalitá
continua.
Definizione 4.2. Si definiscono gli insiemi Σξ e Πξ per ξ < ω1 tramite le seguenti
Σ0 = {aperti di R} Π0 = {chiusi di R}


[

[
Σξ =
Xn | Xn ∈
Πξ 0 , n ∈ N .


0
n∈N
ξ <ξ
Πξ = {R \ X| X ∈ Σξ } =

\
Xn | Xn ∈

[
ξ 0 <ξ
n∈N
Σξ 0 , n ∈ N


..

Proposizione 4.3. Valgono le seguenti
1. ξ < ξ 0 → Σξ ⊆ Σξ0 ;
2. ξ < ξ 0 → Σξ ⊆ Πξ0 ;
3. ξ < ξ 0 → Πξ ⊆ Πξ0 ;
4. ξ < ξ 0 → Πξ ⊆ Σξ0 ;
S
S
5. ξ<ω1 Σξ = ξ<ω1 Πξ ;
S
6. ξ<ω1 Σξ ⊆ B(R).
Definizione 4.4.
[
B(R): =
Σξ .
ξ<ω1
Proposizione 4.5.
|Bcostr (R)| = |R| .
Proposizione 4.6. In ZF +ω −AC la famiglia dei boreliani costruibili é una σ-algebra
e dunque B(R) = Bcostr (R).
Corollario 4.7. In ZF + ω − AC si puó dimostrare l’esistenza di misurabili secondo
Lebesgue non boreliani.
Utilizzando AC riusciamo a produrre un esempio esplicito di insieme misurabile
non boreliano.
Esempio 4.8 (AC). Si consideri la funzione singolare di Vitali ψ: [0, 1] → R. Si
definisca una funzione ψ 0 tramite
ψ 0 (x) = ψ(x)+x se x ∈ [0, 1],
ψ 0 (x) = x se x ∈ (−∞, 0),
ψ 0 (x) = x+2 se x ∈ (1, +∞).
Si vede facilmente che ψ 0 é continua, strettamente crescente e ha come immagine R.
In particolare esiste ψ 0−1 l’inversa che é essa stessa continua e strettamente crescente.
7
Dato l’insieme di Cantor H, si vede facilmente che ψ 0 (H) = 1. In particolare, generalizzando la costruzione di Vitali, si puó construire un sottoinsieme non misurabile di
H (questo perché H ha misura positiva). Si chiami questo insieme X. In particolare
X non é boreliano. Consideriamo ora X 0 : = ψ 0−1 (X). Innanzitutto X 0 ⊆ H e dunque,
essendo sottoinsieme di un insieme di misura nulla, X 0 é misurabile. Tuttavia X 0 non
puó essere boreliano. Infatti dato che ogni funzione continua é anche misurabile rispetto ai boreliani, si dovrebbe avere che X é boreliano. Dunque X 0 é l’insieme misurabile
non boreliano.
Esempio 4.9 (ω−AC). Gli insiemi analitici sono le immagini tramite funzioni continue
di boreliani in spazi polacchi. Gli insiemi coanalitici sono i complementari di insiemi
analitici. Si ha che gli insiemi boreliani sono esattamente tutti gli insiemi allo stesso
tempo analitici e coanalitici. Inoltre ogni insieme analitico (e quindi anche coanalitico)
é misurabile secondo Lebesgue. Un esempio di misurabile non boreliano si puó quindi
ottenere costruendo un insieme coanalitico che non sia analitico. Un esempio di insieme
coanalitico non analitico é W O, l’insieme delle codifiche dei buoni ordinamenti su N.
La codifica di una relazione R sui numeri naturali é il numero reale [R] ottenuto in
questo modo:
X
n m
10−2 3 .
[R]: =
n,m∈N| nRm
L’insieme W O é definito da
W O: = {x ∈ R| esiste R buon ordine in N(x = [R])} .
Nei prossimi paragrafi assumiamo sempre di trovarci in ZF C.
5
Estensioni invarianti della misura di Lebesgue
La prossima domanda é la seguente: ’La misura di Lebesgue ammette estensioni invarianti su σ-algebre che estendono L(R)?’. Ovvero esiste una σ-algebra H di sottoinsiemi
di R e una misura P su H tale che:
1. L(R) ⊂ H;
2. P|H ≡ P;
3. X ∈ H ∧ x ∈ R → (X + x) ∈ H;
4. X ∈ H ∧ x ∈ R → P(X + x) = P(X).
Inoltre esiste un’estensione massimale?
Ovvero esiste (H, P) estensione invariante che non ammette estensioni invarianti?
I seguenti teoremi di Kharazishvili e Ciesielski danno una risposta al problema
Teorema 5.1. La misura di Lebesgue ammette estensioni invarianti, ma non esiste
alcuna estensione massimale.
Il teorema é una conseguenza immediata del seguente
Lemma 5.2. Esiste una famiglia numerabile {Xn }n∈N di sottoinsiemi di R tali che
8
1.
S
n∈N
Xn = R;
2. Xi ∩ Xj = ∅ per ogni i, j ∈ N tali che i 6= j;
3. Per ogni n ∈ N, se Xn appartiene alla σ-algebra su cui é definita un’estensione
invariante della misura di Lebesgue P allora P(Xn ) = 0;
4. Per ogni n ∈ N, se Xn ∈
/ L(R) allora esiste un’estensione invariante (H, P) tale
che Xn ∈ H.
6
Estensioni universali della misura di Lebesgue
Una volta appurato che non esiste una estensione invariante privilegiata per la misura
di Lebesgue, passiamo al problema dell’esistenza di un’estensione universale della misura
di Lebesgue (che non sia necessariamente invariante), ovvero ci chiediamo se esista una
misura P su P(R) tale che
P(X) = P(X)
per ogni X ∈ L(R). Questo problema viene risolto dal
Teorema 6.1 (ULAM). Se c’é una misura non banale su P(X) allora si verifica uno
dei seguenti fatti:
1. c’é una misura a due valori su P(X) e |X| é maggiore del piú piccolo cardinale
debolmente inaccessibile;
2. c’é una misura senza atomi in P(R) e |R| é maggiore del piú piccolo cardinale
debolmente inacessibile.
Per chiarire il significato del teorema, si ricorda che una misura é a due valori
se assume solo i valori 0 e 1; inoltre una misura é senza atomi se ogni insieme di
misura positiva puó essere ripartito in due insiemi di misura positiva. Abbiamo dunque
il seguente:
Corollario 6.2. Se esiste una estensione universale della misura di Lebesgue sui reali allora esiste un cardinale debolemente inacessibile e la cardinalitá del continuo é
maggiore del piú piccolo cardinale debolmente inacessibile.
Dunque
[Esiste un’estensione universale della misura di Lebesgue] → [W IC]
Inoltre dato che in tal caso la cardinalitá del continuo é maggiore del piú piccolo cardinale inaccessibile e dato che ogni cardinale debolmente inaccessibile é per definizione
un cardinale limite non numerabile, si ha che
[Esiste un’estensione universale della misura di Lebesgue] → ¬[CH]
In particolare in ZF C + [CH] la misura di Lebesgue sui reali non ammette estensioni
universali.
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Riferimenti bibliografici
[1] K. Ciesielski. How good is Lebesgue measure?
[2] K. Ciesielski. Isometrically invariant extensions of Lebesgue measure.
[3] K. Ciesielski. Set theoretical real analysis.
[4] Doob. Measure theory.
[5] T.J. Jech. Set Theory. The 3rd millennium edition.
[6] A.B.Kharazishvili. Nonmeasurable sets and functions.
[7] K.Kunen. Set Theory.
[8] R.M.Solovay.
measurable.
A model of set theory in which every set of reals is Lebesgue
[9] Villani. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue.
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