2011.03.30 LIBERO DI LEGGERE

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2011.03.30 LIBERO DI LEGGERE
mercoledì 30 marzo 2011
Libero di leggere
laRegioneTicino
27
a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa
L’incipit ‘Con tua madre possedevamo una Mini Morris. Era una macchina minuscola, come quelle delle giostre, e aveva un tergicristallo
guasto, così per farlo funzionare stavo sempre con un braccio fuori dal finestrino. A quei tempi tua madre impazziva per i campi di senape,
quando c’era il sole voleva sempre che la portassi in macchina a vedere quelli dalle parti di Davis. A quei tempi c’erano più campi e meno gente’
Per i più grandi
Per i più piccoli
Il lago dei sogni di Salvatore Niffoi, Adelphi, 155 p.
– Con questo romanzo Niffoi ripropone le ambientazioni arcaiche, sacrali e un po’ magiche a lui care. Gli abitanti di Melagravida, dopo un terremoto non sognano
più. Un giorno, però, la vedova Itria Panedda Nilis, conservatasi casta a lungo, torna a sognare: un sogno erotico che la induce a recarsi al lago di Locornio e a concedersi al capraio Martine, che pagherà caro il suo ardore. Da quel momento visioni e fatti strani si succedono e nella vicenda entrano altre storie legate agli abitanti del paese. Tra questi il parroco, poco incline alla
fede, e un anziano amante dei libri che insegnerà alla donna, che da
Martine avrà un figlio, come trovare consolazione alle sue pene attraverso la lettura: «Itria Panedda Nilis aveva scelto di costruirsi la biblioteca personale in campagna per tenerla lontano da Melagravida e dai
suoi paesani. Quelli sarebbero stati capaci di bruciargliela solo per farle dispetto e dimostrarle che senza romanzi e sogni si vive meglio».
Il cane che sapeva cantate di Yoram
Kaniuk, Ed. Salani, dai 13 anni – Talia
è una ragazzina innamorata degli animali. Per le strade di Tel Aviv trova un cane
in fin di vita che porta i segni di spaventose torture. Il cane, Was, sopravvive e si affeziona a Talia in maniera quasi morbosa. Was conquista presto l’amore di tante
persone vicine a Talia, ma quando rivela
le sue straordinarie doti canore che lo portano in televisione, rischia
di essere separato dalla sua amatissima padrona. Infatti, attratto dalle prospettive di sfruttare il cane per fare soldi, si presenta un giorno
alla porta di Talia il vecchio padrone... Un buon libro, toccante e poetico, una storia toccante di amicizia tra i bambini e gli animali.
Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini, Mondadori, 189 p. – Qui la Mazzantini
esplora le inquietudini che contraddistinguono la
vita di molte coppie moderne che si trovano confrontate con il disamore, con l’inesorabile fallimento di un progetto sentimentale che si sfalda
lentamente. Una fotografia di una realtà sempre
più presente in cui la separazione è il culmine ultimo dell’incapacità di amare a lunga gittata. Delia e Gaetano si sono separati da poco. Lui si è tristemente trasferito in un anonimo residence, lei è rimasta nella
loro casa con i due figli. I due si danno appuntamento in un ristorante per una cena in cui cercano di capire le motivazioni del loro
destino che si è lentamente sfaldato: «Bastava guardarlo attentamente, Gaetano, per capire che non era adatto a lei, che non erano
adatti. Non erano all’altezza dell’impresa che volevano compiere.
Due velleitari pieni di buchi emotivi (…) Due timidi asfaltati di rivalse che si spalleggiano una sola mitomania, quella della loro
unione. Un micidiale esempio di copia contemporanea».
Leggere il vento di Dinaw Mengestu, Piemme, 343 p. – È una doppia storia d’integrazione e sofferenze, una storia che va alla ricerca
delle radici, da cui l’autore e il protagonista provengono, e di un’identità che fatica ad imporsi complice la difficoltà della società americana ad acquisire una reale tolleranza verso gli immigrati. Da una parte il racconto della vita di Jonas, giovane insegnante di origine etiope
nato negli Usa che stenta ad accettare le sue origini e che vede il matrimonio naufragare tra mille incomprensioni. Dall’altra il racconto
della vita dei suoi genitori, del travagliato viaggio dall’Etiopia all’America alla ricerca di una vita migliore, e dell’incapacità del genitore
di ritrovare la serenità: incapacità che peserà gravemente sui rapporti con la moglie. Un confronto tra vite che può dare a Jonas lo spunto
per ritrovare se stesso.
Tigre, tigre di Margaux Fragoso, Mondadori,
364 p. – Margaux Fragoso propone una coraggiosa autobiografia in cui racconta, da vittima, l’incubo della pedofilia. Nata in una famiglia portoricana, Margaux ha un padre destabilizzato dall’alcol, capace di grandi tenerezze ma anche di gesti
violenti, e una madre mentalmente fragile. Una
situazione famigliare decisamente delicata. Un
giorno, a sette anni, madre e figlia incontrano in
piscina il cinquantenne Peter che con il suo fascino e le buone
maniere riesce a far breccia nei loro cuori. Ne nasce una frequentazione che con il tempo degenera trascinando in un incubo lungo quindici anni la vita della piccola Margaux. Una storia drammatica che mette in luce i meccanismi perversi utilizzati dai pedofili per rubare la vita delle loro giovani vittime.
La vita finanziaria dei poeti di Jess Walter,
Guanda, 305 p. – Jess Walter utilizza humour e
ironia per affrontare la complessa tematica proposta nel suo divertente romanzo. Il problema, nella
fattispecie, riguarda la crisi economica che ha colpito molti americani. Per affrontarlo racconta la
vicenda di Matt Prior, un giornalista economico,
padre di famiglia, che un giorno decide di licenziarsi per aprire un
sito web di consigli finanziari in versi: poetfolio.com. La bizzarra attività si dimostra subito fallimentare e Matt si trova a dover far fronte ai suoi impegni (mutuo, famiglia, ecc.) senza un lavoro e la relativa entrata economica. A ciò si aggiunge il fallimento del padre, vittima di una spogliarellista, e il problema di riconquistare l’interesse della moglie che passa gran parte del tempo su Facebook con l’ex
fidanzato del liceo ora proprietario di un avviato fai-da-te. Che la soluzione passi dallo spaccio di marijuana con la complicità di giovani scapestrati? Sicuramente no, e i guai per Matt sono in agguato.
La fuga del signor Monde di George Simenon, Adelphi, 154 p. – Simenon attraverso la
sua provata maestria e la sua grande conoscenza dell’animo umano indaga il desiderio di evasione dalla quotidianità che a volte passa nei
pensieri delle persone. Il protagonista del romanzo è Norbert Monde, titolare di un’avviata
ditta d’intermediazione ed esportazione. Nel giorno del suo 48° compleanno decide di abbandonare tutto, sparire, cambiare vita, allontanarsi dalle proprie responsabilità. Si taglia i baffi, ritira un po’ di
quattrini, indossa vestiti dimessi sentendosi come uno dei tanti clochard che dormono sotto i ponti di Parigi: libero. Norbert affronta
una vita totalmente diversa da quella sinora conosciuta. Conosce Julie e con lei, a Nizza, lavorerà in un locale notturno; lui come impiegato, lei come entraineuse. Quando, in seguito, riprenderà le sue vesti lo
farà con una nuova consapevolezza: «Bouchard (…) era impressionato
da quell’uomo che non aveva più né fantasmi né ombre, e che guardava
la gente negli occhi con fredda serenità».
Viaggio
infernale
L’isola di Sukkwann (Bompiani) è un bestseller internazionale che
ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stato tradotto in quattordici lingue. L’autore, David Vann, dopo essere stato un costruttore di
barche e aver navigato a lungo, si è dedicato alla scrittura di romanzi.
Attualmente è docente all’Università di San Francisco e collabora
con numerose riviste tra cui il Sunday Times e l’Observer. Il suo romanzo, il primo tradotto in italiano, appare straordinario e inquietante. Il climax imposto dalla narrazione è di quelli coinvolgenti che
prendono allo stomaco, che spingono a desiderare una veloce risoluzione, una fuga dall’incubo narrativo in cui ci si trova. La fuga però
non è possibile; il desiderio di andare a fondo della vicenda è alto e ad
esso non si può sfuggire. Vann ha dato vita a un vero e proprio thriller dell’anima, in cui la tensione e il senso di oppressione cresce con
lo scorrere delle pagine; un libro che sa toccare le corde delle emozioni e che ha un impatto quasi fisico con il lettore. La trama, che a prima vista potrebbe apparire poco verosimile, è legittimata da un fatto
drammatico realmente accaduto all’autore. All’età di tredici anni suo
padre gli chiede di accompagnarlo in un viaggio in Alaska. David decide di non seguirlo in questa strana avventura; il genitore parte da
solo e durante il tragitto si toglie la vita. Su questa vicenda Vann ha
dichiarato: Per quindici anni, dopo la sua morte, soffrii di insonnie continue (…). Per tre anni dissi a tutti che mio padre era morto di cancro,
per la vergogna. Ero terrorizzato dal perdere il controllo. Avevo la sensazione che il suicidio mi stesse semplicemente aspettando. Che a un certo punto, se avessi fallito, la mia mente mi avrebbe spinto lì.
Questo fatto altamente sconvolgente ha profondamente marcato la
vita del giovane David che per cercare sollievo al dolore si getta nelle
braccia della scrittura. Il romanzo appare dunque come una sorta di
terapia liberatrice; un espediente per elaborare la sofferenza e i sensi
di colpa. Con L’isola di Sukkwann lo scrittore cerca d’immaginare
cosa sarebbe successo se avesse accettato la proposta del genitore.
La narrazione dunque si capovolge rispetto alla realtà che l’ha ispirata. Il giovane Roy (tredici anni) accetta di accompagnare il padre a
Sukkwann, un’isola selvaggia e disabitata sulla quale ha acquistato
una vecchia capanna. Jim, il papà di Roy, è un ex dentista fallito con
alle spalle due matrimoni finiti male per la sua propensione all’egocentrismo e al tradimento. Il figlio è nato dal suo primo matrimonio e
le vicende della vita hanno fatto sì che i due non avessero mai avuto
modo di conoscersi a fondo. L’intento di Jim è quello di passare un
anno sull’isola con una duplice speranza; quella di recuperare un rapporto mai veramente decollato con il ragazzo, stabilendo con lui un legame più saldo e duraturo, e quella di fuggire alla sua miseranda vita
e ai suoi fallimenti: un estremo tentativo di rinascita a contatto con la
natura, lontano da ciò che l’opprime.
Vann conduce così il lettore in due viaggi paralleli. Il primo, di carattere avventuroso, passa attraverso montagne, boschi e una natura
incontaminata; il secondo, di carattere introspettivo, attraverso i
meandri più oscuri della psiche umana. Sull’isola non manca il lavoro fatto di pesca, caccia e riordino del capanno per affrontare l’imminente inverno; lavoro che si presenta più difficoltoso del previsto considerata la scarsa capacità manuale e organizzativa di Jim che si dimostra da subito uno sprovveduto. Un uomo sicuramente lontano
dall’essere un genitore maturo, forte e disinteressato. L’inesperienza,
la faciloneria e la mancanza di buon senso con cui affronta la vita sull’isola rende ancor più precaria la loro situazione. Tanto che sin dai
primi giorni un orso riesce a penetrare nella capanna e a distruggere
i viveri e le poche cose che si erano portati appresso. Roy scoprirà a
poco a poco che la debolezza del padre non è solo materiale ma anche
mentale. Di notte lo sente spesso piangere, preda dei suoi fantasmi,
dei rimorsi e dello stato di solitudine di cui si sente prigioniero: E si
era anche reso conto, a proposito del padre, che spesso si perdeva nei
suoi pensieri come in una terra in cui era impossibile raggiungerlo, e
che restare solo con i suoi pensieri lo faceva sprofondare sempre più
in basso. La preoccupazione aumenta quando il padre si lascia cadere volontariamente da un dirupo camuffando l’accaduto da incidente.
Per il ragazzo è una scoperta inquietante che lo induce a farsi molte
domande sul comportamento del genitore, a rivestire per certi versi
una funzione di protettore, a trasformarsi in adulto responsabile; un
ruolo che dovrebbe nella realtà essere capovolto.
La vita dei due prosegue a fasi alterne con attimi di assoluta spensieratezza contrapposti a momenti di tensione, dovuti alla precaria
organizzazione e a strane confidenze che Jim fa al figlio. Confidenze
intime che scardinano ancor più le sicurezze del ragazzo che vorrebbe in cuor suo tornare dalla madre all’arrivo dell’idrovolante che porterà loro i primi rifornimenti dopo qualche mese di vita sull’isola. Un
intento che non porterà a fine perché vittima di una pressione psicologica esercitata dal padre che, con questo, dimostra ancora una volta la sua immaturità, il suo totale egoismo e la sua tendenza alla depressione e all’autocommiserazione.
Il libro è diviso in due parti. Nella prima assistiamo alla costruzione/distruzione dei rapporti tra figlio e genitore, raccontata dal giovane Roy, e a una successione di eventi che gradualmente aumentano la
tensione del romanzo fino a culminare in un vero e proprio colpo di
scena che sovvertirà l’ordine delle cose cambiando il punto di vista
narrativo. Dalla seconda parte in poi è, infatti, il padre che prende il
sopravvento nel racconto. Su di lui si abbatte un vortice infernale che
scombussola ancora di più la sua già precaria stabilità emotiva, portando in superficie tutta la sua fragilità e inadeguatezza di uomo. Jim
precipita in una voragine di malessere e insicurezza sempre più estesa, e arranca sul filo della pazzia prigioniero com’è della sua mente
fragile e inadeguata agli eventi, ritrovandosi in una specie di apnea
dell’intelletto che toglie il fiato anche al lettore.
Per l’autore il libro è un tentativo riuscito, come afferma lui stesso,
di far pace con il genitore e rimettere a posto i fili della sua esistenza,
per il lettore un’occasione per approfondire le ombre malefiche che
ORAZIO DOTTA
possono insinuarsi nella nostra vita.
La famiglia Caccapuzza in
vacanza dai cugini Perfettini di Sara Agostini/Marta
Tonin, Ed. Gribaudo, dai 3
anni – Una vacanza in rima
quella della famiglia Caccapuzza. La storia speciale di
una famiglia che puzza molto,
ma ogni personaggio ha un
cuore speciale. Un fine settimana dai cugini Perfettini, una giornata che comincia con un violento acquazzone che rischia di lavare l’automobile, e magari anche tutta la famiglia, è quanto di peggio possa capitare. Per fortuna smette di piovere e si può finalmente rotolare nelle pozzanghere; i cugini guardano disgustati ma in fondo invidiano l’allegra
brigata, smettono quindi di giocare con i videogiochi e cominciano ad andare d’accordo. Tra le tante avventure puzzolenti una un
po’... paurosa! E alla fine si gioca con una versione della dama inventata dai Caccapuzza, con 7 regole puzzolenti da rispettare.
Lo sai che i papaveri... Il giardino fiorito a scuola e nel tempo libero di Nadia Nicoletti, Ed. Salani, dai 9 anni – Un libro semplice e facile, che dovrebbe aiutare i bambini a diventare dei piccoli giardinieri. Tante riflessioni per non ostacolare l’inclinazione dei bambini per la natura che nel frattempo si
è molto arricchita. Recinti come spazio a protezione
di tutto quanto possa soddisfare i sensi dell’uomo: la
gola certo, ma anche la vista, il profumo, l’udito, il
tatto, l’olfatto. E quindi: fiori, tanti fiori colorati e
profumati, tanti uccellini e tante piantine aromatiche. Un libro che insegna ai bambini insegnando
loro, con pazienza, tutto quanto è necessario sapere
perché tutto questo trafficare tra le piante ci rallegri con la soddisfazione di vedere sbocciare quanto abbiamo sognato di vedere in fiore.
Il bambino che guarda l’isola di Guido Quarzo, Ed. Salani,
dagli 11 anni – Emilio è un pittore che ha perso la memoria. Un
giorno su un’isola incontra Milo, un bambino curioso di capire i
suoi disegni. Per lui Emilio inventa una storia, quella di un uomo
che andava per mare a cercare un’isola, ma non un’isola qualsiasi,
cercava l’isola che aveva perduto. Si può perdere un’isola? Certo, basta avere tempo sufficiente e si può perdere qualunque cosa, anche
un’isola. Su quell’isola però qualcuno, tanto
tempo prima, aveva forse nascosto qualcosa di
prezioso. Forse il ritratto di un bambino. Ma
come fare per seguire le rotte giuste senza possedere una mappa? Mentre immaginava di
raccontare così la storia al piccolo Milo, Emilio sentì che l’isola che aveva di fronte era davvero l’isola della storia che stava pensando...
Batti il muro di Antonio Ferrara, Ed. Rizzoli, dai 12 anni – Oggi
Caterina è una bravissima libraia, di quelle capaci di consigliare il libro giusto a ognuno. Tanti anni fa invece è stata una grande sognatrice, una sognatrice a grande velocità, diversa dai suoi compagni che
arrancavano su un libro per mesi, con fatica, senza nessuna voglia.
Lei i libri li divorava in poche ore, li consumava, e aveva tutto il tempo per farlo. La madre, affetta da una grave fragilità mentale, quasi
ogni giorno la chiudeva in un armadio; la invitava a entrare, e dopo
un giro di chiave il tempo si fermava, il sole scompariva, restavano i
rumori a scandire i minuti e le ore. La luce di una torcia puntata sulle pagine, su storie che finivano sempre troppo presto, sempre prima
che l’anta si riaprisse... Dentro i libri Caterina vedeva solo cose belle,
anche quando le storie erano tristi, quasi come se, vedere cose belle
può aiutare a farle venire. Una storia vera quella di Caterina, e un
armadio ancora presente. Sempre
quello, da vedere ogni giorno, in
salotto, quasi per fargli vedere che
quella bambina è sfuggita!
Io come te di Paola Capriolo, Ed. Elle, dai 14 anni – In un momento di sconforto e di rabbia per essere stato lasciato dalla sua ragazza,
Luca va in discoteca e si unisce a un gruppo di bulli. Un paio di lattine di birra bastano a stordirlo e andare a ‘finire in bellezza la serata’.
Una prospettiva attraente. È una notte gelida e in quel parco sembra
tutto irreale, anche quella figura rannicchiata che dorme sulla panchina, quasi un fagotto informe. Il viso nascosto nell’incavo del gomito e il corpo sotto strati di cartone e sacchetti di plastica. E ai piedi della panchina, un cesto che sembra contenere qualcosa di verde e rosso.
Fiori si direbbe. Poi il gesto rapido, prima che Luca possa capire: una
piccola bottiglia e una scatola di fiammiferi. Incredulo, resta paralizzato e l’allarme scatta troppo tardi. Scappa. Ma quel grido che continua a sentire gli ripete che qualcosa avrebbe potuto fare, anche se uno
contro tutti. Rajiva, la vittima cingalese, è ricoverato in pessime condizioni, e siccome ci sono momenti in cui comportarsi da eroe e da
uomo sono la stessa cosa, Luca ha bisogno di parole e di perdono. E di
un amico vero.