Marzo 2015 - Alatel Lazio

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Marzo 2015 - Alatel Lazio
N. 40 - Febbraio 2015 - Periodico di informazione per i soci “SENIORES TELECOM ALATEL LAZIO” - Allegato a “Esperienza” Marzo 2015
ASSOCIAZIONE SENIORES TELECOM - ALATEL
INFORMAZIONE PER I SOCI DEL LAZIO
CONVEGNO ALATEL
LAZIO
POMEZIA
17 GENNAIO 2015
SENIORES TELECOM ALATEL
sommario
1
inCIPIT
23
Cari Soci
Periodico d’informazione per i Soci
SENIORES TELECOM - ALATEL/LAZIO
2
Direttore Editoriale
Guglielmo Carretti
5
Capo Redattore
Luciano Stoppa
Comitato di Redazione
Francesco Abet, Aldo Baldazzi, Virio Berti,
Renato Cardinali, Carlo Carissimi, Guglielmo
Carretti, Enrico Casini, Giancarlo Cocco,
Umberto Corradini, Domenico Fiorini ,Franco
Fontana, Giuseppe Gargano,Francesco Gioffreda,
Cesare Lucarelli, Amalia Madonna, Roberto
Malasoma, Manuela Mottironi, Pier Paolo
Musicarelli, Gian Carlo Pasquini, Franco Pettorini,
Luciano Stoppa, Marco Turbati.
Sede SENIORES TELECOM
ALATEL LAZIO
Via Cristoforo Colombo,142 - 00147 Roma
Tel. 06.54432940 - fax 06.54432175 (0-24)
inCONVEGNO
inCOMMUTAZIONE
La prima telefonista
Galluccio: uno scrittore
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La Lituania
10
inUNIVERSITÀ
inLAVORO
12
inDIRITTO
Gocce legislative
13
per versamenti:
• conto corrente postale numero 91364000
intestato a: ALATEL - Associazione
Lavoratori Seniores Gruppo Telecom Italia s.p.a.
oppure
• Bonifico bancario sul c/c
Unicredit Banca di Roma codice
IBAN IT 20 Q 02008 05134 000005485499
• Bonifico sul c/c postale Alatel Lazio
IBAN IT 15 C 07601 03200 000091364000
Fotografie: C. Carissimi, G. Carretti, C. Esposito
A. Madonna, A. Movizzo, P.P. Musicarelli, L. Passero,
F. Pettorini, L. Stoppa, P. Zaccaria
Impaginazione e grafica Edizioni Manfredi
Stampa Edizioni Manfredi
Via Gaetano Mazzoni, 39A - 00166 Roma
tel./fax 06.6243159 - [email protected]
Finito di stampare nel mese di Febbraio 2015
28
16
inRICORDO
inGALLERIA
Onorato
18
inFOTOGRAFIA
L'angolo del fotografo
29
inNUMISMATICA
Monete 2015 dello SCV
30
inAIUTO
Il 730
Il 5 per mille
31
inTELECOM
Facilitazioni telefoniche
31
inMEMENTO
Spigolature
inPREVIDENZA
Il passaggio del Fronte
In Ciociaria "HiWiFi"
(dal lunedì al venerdì ore 9-12)
inTERRITORIO
Palazzo Madama
Il lavoro italiano (Olivetti)
14
[email protected]
Sito: www.alatel.it
26
Intervista per e.campus
11
inCULTURA
Le Esposizioni Universali
inEUROPA
Gocce previdenziali
E-mail:
24
Anziani di servizio
Colavito: uno scrittore
7
inVIABILITÀ
la nascita del semaforo
Il Convegno annuale
inPREMIAZIONE
n. 40
inSIEME
• Catacombe
• Rocca Sinibalda
• Cave
• Monte Soratte
• Concerto di Natale
1° DI COPERTINA
Foto del Convegno
3° DI COPERTINA
Foto attività
4° DI COPERTINA
Foto attività
incipit
Cari Soci,
Gian Carlo Pasquini
Mentre si andava in stampa veniva eletto alla alta carica dello Stato
SERGIO MATTARELLA; le prime parole del neo Presidente della
Repubblica Italiana sono state: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto
alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini” E tutti noi Seniores ALATEL LAZIO inviamo al nuovo Capo dello Stato gli auguri perché
quanto da lui detto possa trovare al più presto una solida conclusione.
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abbiamo da poco terminato il Convegno
Annuale incentrato sulla “comunicazione” e quindi vorrei riprendere ancora questo tema a vantaggio soprattutto di coloro che per vari motivi non
hanno potuto partecipare all’evento.
Forse per molti di Voi alcuni passi di quanto
sto per dirvi potranno sembrare ovvii, ma come
suol dirsi, sono proprio le cose ovvie che devono
essere puntualizzate.
La comunicazione fra persone per fornire o ricevere informazioni è un elemento
necessario del vivere sociale, ma assume un connotato importante - e direi essenziale
- in una Associazione ove l’insieme delle persone devono “fare gruppo” avendo gli
stessi obiettivi. Per ottenere tale risultato l’Alatel Lazio ha adottato un ventaglio di iniziative affinché le notizie (le news come modernamente si chiamano) raggiungano
tutti nel modo più preciso e veloce possibile avvalendosi di diverse modalità, come
il Giornale “New Continuare Insieme” con ben tre edizioni nell’anno che riporta articoli di particolare importanza ed attualità nei vari campi del “vivere sociale”; il “semestrale” “Foglio Notizie per illustrare le attività (soprattutto quelle di tipo “turistico”)
che sono il collant per cementare l’Associazionismo; l’invio mensile ai titolari di email
(newsletter) di notizie di attualità e il “memento” di quelle in programmazione immediata; il contatto con tutti coloro dei quali possediamo l’e-mail per raggiungerli in
occasione di notizie o informazioni “a scadenza”, infine - è recentissima - la modalità
di servirci di SMS verso i titolari di cellulari.
Un ventaglio, quindi, di comunicazioni per non far restare voi, cari Soci, a digiuno non solo della nostra vita associativa, ma anche di quello che avviene intorno
a noi nel mondo del lavoro, della previdenza, della sanità, del fiscale, del condominio,
e così via.
Termino quindi con una raccomandazione: fateci avere le vostre e-mail, il numero dei vostri cellulari e - poi per tutti - leggete quanto vi inviamo perché la comunicazione arricchisce chi la riceve.
Cari saluti dal Vostro Presidente
La Redazione
inconvegno
ALATEL LAZIO
Convegno Annuale 17 gennaio 2015
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Anche quest’anno, presso il Centro Congressi dell’Hotel Selene
di Pomezia, si é svolto il Convegno Annuale dell’Alatel Lazio.
La sala della riunione era completa; oltre 500 gli intervenuti da tutte le Sezioni del territorio regionale
che hanno apprezzato i vari interventi corredati da
slides che via via venivano proiettate sul grande
schermo.
Il Segretario Aldo Baldazzi ha aperto i lavori con
gli auguri di “Buon Anno” e ha ringraziato tutti per
la nutrita presenza.
ricorda anche le attività già programmate e/o le
eventuali modifiche apportate. Queste news raggiungono via email tutti coloro che hanno comunicato il
loro indirizzo; all’appello mancano circa 1000 Soci.
Sulla base di tale rilevazione, il Presidente invita calorosamente coloro che potrebbero essere i più restii
a farsi aiutare da amici, figli o nipoti facendo presente
che il mondo internet è la nuova comunicazione, ricordando che anche lo Stato colloquierà con i cittadini
unicamente tramite tale
nuovo sistema, e spronando gli amici ”seniores”, ad affrontare il
mondo che cambia. Alatel
invita i suoi soci ad accettare il suo aiuto perché la
comunicazione è una
delle basi sulla quale poggia ogni vita associativa.
Al Convegno ha partecipato anche il Vice Presidente Nazionale Alatel
Amedeo D’Ormea che
ha portato ai convenuti il
gradito saluto del Presidente Nazionale Antonio Zappi; D’Ormea nel
suo intervento ha richiamato l’attenzione di tutti
sulla necessità che l’AssoRivolgendosi, poi, ai Ficiazione sia continuaduciari delle Province stigmente implementata con
matizza il fatto che il sito
nuovi Soci e resa maggiora loro disposizione e del
mente visibile all’esterno
quale si augura ne conoda sin: Stoppa - Pasquini - Malasoma - Baldazzi
attraverso opportune iniziascano l’esistenza, rimane
tive soprattutto di carattere sociale.
sempre vuoto (tranne qualche rara eccezione) come
se nei Castelli Romani o a Frosinone, Latina, Rieti e
Il Presidente Alatel Lazio Gian Carlo Pasquini,
Viterbo non accadesse mai nulla di particolare rilenel suo esordio, ha precisato che il tema di questa
vanza. Pasquini passa poi a illustrare - con l’aiuto
giornata riguarderà “la comunicazione”; ricorda,
delle slides - la struttura regionale che sovrintende
quindi, che Alatel Lazio sta facendo il possibile per
l’insieme delle attività ringraziando tutti coloro, conentrare in contatto con i circa 3400 Soci; oltre al
siglieri e volontari, che vi dedicano il loro tempo inGiornale con tre edizioni l’anno ed il Foglio Notizie
formando sommariamente i soci ; di questo nostro
semestrale, da qualche tempo sta inviando, con caimpegno - si chiede il Presidente - ne siete al corrente?
denza mensile una news contenente notizie di partiUna parte dei volontari è dedicato alla gestione delle
colare attualità non solo del mondo dei seniores, ma
facilitazioni telefoniche che come Seniores abbiamo
ottenuto dalla Telecom. Sull’argomento, mentre ha ribadito la completa disponibilità nel trattamento dei
fatti gestionali, ha confermato ancora una volta, ove
ce ne fosse bisogno, che Alatel non dovrà mai sostituirsi a Telecom nell’espletamento dei suoi compiti
squisitamente commerciali. L’Alatel è ben altro; la sua
azione è diretta alla formazione e agli indirizzi di
solidarietà e mutualità sociale, per cui sarebbe poca
cosa se la consistenza numerica dei soci crescesse
solo per effetto di tali facilitazioni.
È, quindi, intervenuto Francesco Abet che ha illustrato l’importanza della “Newsletter”, inviata mensilmente ai Soci dei quali si conosce l’indirizzo di
posta elettronica; da qui la necessità di ottenere da
tutti per quanto possibile gli indirizzi mancanti per
una migliore completezza dell’informazione e non
ultimo per un consistente risparmio di spese postali.
La “news” permette ai Soci di tenersi in contatto con
il mondo Alatel, apprendere in tempo reale le novità
sulle Associazioni mutualistiche Assilt e Assida, di
quanto accade di importante o di urgente nel ventaglio
legislativo.
È ora la volta di Guglielmo Carretti che affronta
importanti tematiche: fare parte di una Associazione
Ora c’è bisogno di continuare questa missione di ricerca anche in vista di due iniziative dell’ANLA (di
cui ricordiamo l’ALATEL è parte integrante), cioè il
Concorso letterario, che, oltre alle sezioni Poesia e
Racconti, prevede nuovamente la sezione “Racconti
aziendali” nella quale ci auguriamo di trovare altre
testimonianze sul nostro lavoro.
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L’intervento del Presidente termina con una illustrazione sintetica del bilancio del 2014; in tale contesto
invita ad un tempestivo versamento della quota sociale, perché l’Alatel - ricorda - vive esclusivamente
del contributo dei Soci.
vuol dire essere inserito in un gruppo di persone con
gli stessi interessi e con gli stessi obiettivi principali
da noi identificati nell’essere telefonici, pensionati,
cittadini del Lazio e “antichi”. Proprio a questa “antichità” ci siamo più volte riferiti per chiedere contributi
al fine di mettere insieme ricordi e testimonianze della
nostra vita di lavoro. Qualcuno prima di me ha detto
che “ricordare non vuol dire vivere nel passato o rivangare nostalgie ma significa di più ritrovare e riferirsi a fatti, a momenti di vita che diano un senso, un
riferimento a quei valori che ci tengono insieme.”
Possiamo citare anche Gustav Mahler secondo il quale
la tradizione e il ricordo non sono il culto delle ceneri
ma la custodia del fuoco. Riguardo poi questa “antichità” negli ultimi tempi abbiamo fatto particolare
menzione del 50° dalla costituzione della SIP,
l’Azienda che ha visto gran parte della vita lavorativa
per molti di noi nei 30 anni della sua operatività
tenuto conto che noi, attuali Soci di Alatel Lazio,
siamo i più credibili e diretti testimoni di quegli anni
che hanno costruito la storia delle TLC in Italia perché
l’operatività dell’Azienda è sempre stata concepita e
diretta in maggior parte da Roma - con le linee tecniche, del Mercato e della comunicazione.
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Poi l’altra iniziativa, che dovrebbe fornire il materiale
per la realizzazione di un Libro di ANLA, con i ricordi e le testimonianze dirette o riportate di fatti
della Seconda Guerra Mondiale; questi sono
momenti che soltanto i più “antichi” fra noi possono
ricordare.
Ha preso la parola Pierpaolo Musicarelli che
illustra una sua esperienza di vita, cioè l’essere
volontario della CRI e vivere quindi con altri volontari questa pregevole esperienza molto umanitaria e sociale; invita pertanto i colleghi a farsi a
loro volta promotori “attivi” di una delle innumerevoli azioni di solidarietà verso il prossimo (per
la verità molti Soci già sono impegnati in opere
“sociali”).
Viene chiamato al microfono un iscritto all’Alatel Francesco Russano - ancora in servizio in posizione manageriale, il quale promette un suo fattivo
intervento sui lavoratori in attività per un proselitismo
accentuato.
(alcune vedute della sala riunioni e
la premiazione dei due Soci)
Preceduto dalle relative slides ecco l’intervento di Luciano Stoppa che ha illustrato in sintesi le modalità
di gestione innovative dell’ASSILT e dell’ ASSIDA, che
hanno permesso di dare un po’ di respiro ai relativi
bilanci senza intaccare le prestazioni erogate e per
quel che riguarda l’ASSIDA anche ad una sensibile
diminuzione e snellimento nei tempi di rimborso. Poi
vengono illustrati gli interventi di “consulenza” forniti
ai Soci in vari campi, primo fra tutti quello inerente
l’aspetto previdenziale a proposito del quale viene
precisata l’azione di ricorso giudiziale avverso l’applicazione del contributo di solidarietà “telefonici”
avvenuto nella zona di Roma ove la prima udienza è
stata fissata per il 20 febbraio p.v. Infine seppure in
rapida sintesi, Stoppa ha sintetizzato le attività promosse ed effettuate nel 2014 e quelle previste nel 1°
semestre del 2015.
Nel corso del convegno il Presidente Pasquini ha premiato con una pergamena ed una medaglia commemorativa dell’Expo 2015 due Soci per la loro lunga
permanenza associativa.
Mi preparavo una traccia ma non essendo abbastanza disinvolto nello sbirciarla durante il discorso,
ogni volta ho cambiato secondo il pensiero del
momento e in funzione del clima che percepivo nell’uditorio. Devo dire un clima molto teso a causa di
alcune precarietà che influenzano la vita lavorativa
dei presenti: mobilità, contratti di solidarietà, prepensionamenti, dimissioni indesiderate, tutte cose
necessarie per l’Azienda in questo periodo di crisi
ma ovviamente assolutamente negative e gravose
per chi le deve subire.
Clima che certamente non favorisce il gradimento
che “anziano è bello”, che ALATEL-LAZIO attende
con piacere l’adesione di questi cari colleghi che ne
allieterà il tempo libero con varie iniziative ludicoculturali , con viaggi mirati ad un pubblico cultural-
mente maturo (senza nulla togliere ai frequentatori
del CRAL Aziendale che vede prevalentemente partecipanti più giovani).
Inoltre i miei predecessori nell’introduzione alla cerimonia di premiazioni sono importanti professionisti,
ricordo solo due nomi, il dr. Attilio Fiorentino e l’ing.
Francesco Russano che, notando il mio nervosismo
mi incoraggiano: ”forza Pier Paolo incantali con i
tuoi bellissimi 22 anni da quando hai lasciato
l’Azienda e quante stupende attività hai potuto finalmente svolgere...”.
È facile per loro! penso io; essi hanno infatti una
traccia ben preparata in funzione dei bellissimi filmati che presentano i fatti più importanti avvenuti
rispettivamente 25 e 30 anni prima, per ricordare il
momento dell’assunzione dei premiandi, io ho solo...
incoraggiamenti!
Beh, arriva il “mio” momento. Vado sul palcoscenico
con il mio nome ben proiettato sullo schermo retrostante, presentato alla grande dai personaggi sopra
citati: racconto chi sono, prendo anch’io spunto dai
filmati: “avete visto quel chiusino, beh io ci sono
entrato e vi ho lavorato; sono anche salito su quei
pali di legno con quegli aggeggi che si fissano ai
piedi e che chiamavamo “ramponi”... Percepisco
nell’uditorio un’atmosfera più rilassata e interessata
dalle curiosità che racconto.
Prendo il via e racconto l’ALATEL-LAZIO, associazione dove in fraterna atmosfera si possono passare ore
liete, senza “reducismi” ma con lo sguardo al futuro.
Programmi interessanti per il tempo libero dai...
nipotini; aiuto in tanti settori della vita quotidiana:
consulenza legale, fiscale, assicurativa, pensionistica, etc, tutto svolto da volontari della struttura organizzativa capeggiata dal nostro Presidente che
ammiriamo e che ci strega ogni giorno impegnandoci in nuove importanti iniziative.
Insomma le persone si interessano e si divertono alle
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In ben cinque giornate, nella cornice di un autunno
generoso di sole si sono svolte le premiazioni dei
dipendenti che hanno 25 o 30 anni di servizio.Ho
avuto il prestigioso incarico di presentare ad essi la
nostra Associazione e sono molto grato al Presidente
di avermelo affidato. Ero un po’ preoccupato in
quanto non mi era stato dato alcuna traccia del mio
intervento che ho improvvisato ben 5 volte, tante
sono state infatti le giornate di premiazione rivolte
ad altrettanti gruppi di premiati. Ogni volta ero
molto emozionato.
inpremiazione
CON 25 E 30 ANNI DI SERVIZIO
P.Paolo Musicarelli
PREMIAZIONE DEI LAVORATORI
mie colorite osservazioni ”e se ho fatto carriera io,
figuriamoci voi che siete giovani, belli/e e snelli/e e
non vecchi e ciccioni come me! Fine!” APPLAUSI e
partecipazione alla consegna dei premi (v. foto).
Anche i rappresentanti TELECOM ITALIA di cui sopra
mi dicono cose carine sul mio intervento ed io ne
sono conquistato. Forse all’età di 80 anni ci commuoviamo con maggiore facilità?
Sddayay
eeniority
en
niority
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Sono state cinque giornate stupende! Ringrazio il
mio Presidente di avermi dato occasione di viverle.
UN COLLEGA... SCRITTORE
COSMO COLAVITO - Da un ingegnere specializzato in Telecomunicazioni, libero docente in Radiocomunicazioni, che ha ricoperto incarichi
rilevanti nel Gruppo STET, che è stato Direttore di Consultel e si è occupato
di progetti ICT in Italia e all’estero, presiedendo organismi internazionali
che si occupano di ponti radio, di fibre ottiche e di tecniche che guardano
al futuro, forse ci si sarebbe aspettato un argomento più vicino ai nostri
tempi.
Ma scorrendo il volume Telegrafi e telegrafisti del Risorgimento edito dalla
Aracne Editrice (pagg. 424) si può convenire che l’aspetto che viene messo
in luce e che ha anche riflessi sul mondo attuale sia la cooperazione messa
in atto dai Paesi europei, allora spesso con rapporti non amichevoli, per
assicurare una comunicazione globale per la prima volta consentita dal
telegrafo che viene considerato l’Internet del XIX secolo.
Ad esempio sotto la direzione di Luigi Negrelli, più noto come progettista
del Canale di Suez ma allora Direttore delle Strade, Ferrovie e Telegrafi del
Lombardo Veneto, viene realizzata la linea telegrafica, secondo i dettami
dell’Imperatore Francesco Giuseppe, che unirà Milano, Venezia, Bolzano
a Vienna (1849-50). E l’Inghilterra che, per i suoi interessi in Africa e
Oriente, sponsorizzerà le realizzazioni telegrafiche in tutta la nostra
Penisola per facilitarsi il transito interessandosi nello stesso tempo dei
movimenti insurrezionali nel nostro
Paese, vedendo di
buon occhio una
unificazione italiana. E Garibaldi è
rimasto
famoso
anche per le sue
risposte … telegrafiche. (qui sopra il
famoso telegramma
con “OBBEDISCO”)
incommutazione
Cinzia Esposito
LA PRIMA TELEFONISTA
Icona tra le più rappresentative dell’immaginario
collettivo, e non solo telefonico, la centralinista è
davvero una pietra miliare a cavallo di ben tre
secoli del nostro patrimonio nazionale.
Nei primi decenni del Ventesimo Secolo, il lavoro
delle centraliniste non era affatto semplice:
costrette a vivere in un continuo squillare di telefoni, svolgevano, in un primo tempo in piedi, un
lavoro ripetitivo, monotono e snervante, utilizzando apparati tecnologici del tutto inadeguati, a
causa di continui disservizi. Negli anni Venti i
medici riscontrarono addirittura una certa frequenza di lesioni nervose e otopatie fra le addette
alla commutazione.
La centralinista, poi, doveva dovere entrare “in contatto” con persone sconosciute, per la maggior parte di
sesso maschile, entrando così in conflitto con uno dei tabù più resistenti delle “ragazze per bene”, tanto che
agli albori dell’esercizio telefonico le telefoniste addirittura venivano aprioristicamente giudicate in maniera
negativa e, a volte, anche ingiuriate. Quindi, si rese necessario riconquistare una vernice di “dignità “ e
“rispettabilità”, sia da parte delle “signorine” che delle stesse aziende telefoniche: furono così avviati corsi di
formazione, per insegnare alle operatrici come usare un tono “cortese” ma, al tempo stesso, tenere le distanze
dagli utenti troppo intraprendenti, in osservanza di un rigido regolamento disciplinare, a cui erano preposte
le austere “capoturno”.
LA PRIMA TELEFONISTA
Se andiamo a consultare le nostre emeroteche aziendali, riusciamo a scovare anche il nome della prima “signorina” addetta al centralino telefonico. Nel 1927, la rivista aziendale Sip Sincronizzando pubblicò un articolo
comparso sul Corriere della Sera, citando il nome di Edvige Calvi (ved. foto), centralinista fin dal 1881, anno
in cui a Milano furono installati i primi apparecchi telefonici.
Il ritratto della signorina Edvige tracciato dalla rivista non è troppo tenero: descritta come una vecchietta “svelta,
chiacchierina e zelante”, era così zelante che “nemmeno durante lo sciopero del 1901 volle mancare” al lavoro,
7
Un ruolo di tutto rispetto e di enorme responsabilità, quello ricoperto dalle “operatrici di commutazione” nonché inedito. Infatti, non potevano essere assimilabili alle operaie di fabbrica perché non producevano beni materiali, ma nemmeno alle impiegate, come le dattilografe o le stenografe; inoltre le centrali, loro luogo di lavoro, non
potevano essere considerati veri e propri uffici.
Sempre sottoposte al ferreo controllo delle capoturno, sempre in divisa, originariamente non possedevano alcuna qualifica professionale, anche se
proprio con loro si inaugurò un nuovo tipo di attività nel settore dei servizi: il contatto diretto con i
clienti finali.
a differenza delle colleghe che invece “tumultuarono”.
8
Nell’articolo la “messa a riposo” dell’anziana
dipendente diventa un pretesto per ripercorrere le
tappe del servizio telefonico, concentrandosi sulla
figura della centralinista “tanto bistrattata dall’impazienza e dal nervosismo degli abbonati” e così
“spesso vittima oscura se pure non silenziosa di
un’aspra e snervante fatica”.
Nel 1926, , in occasione del suo quarantacinquesimo anno di attività, la sua “fedeltà” al servizio
telefonico fu elogiata dal direttore generale della
Stipel, Giangiacomo Ponti, in una cerimonia alla
presenza di tutto il personale L’obiettivo di “valorizzazione” delle centraliniste da parte delle
nuove concessionarie, che dal luglio 1925 gestirono il servizio telefonico in Italia, fu anche perseguito attraverso l’organizzazione di cerimonie,
encomi e premi, come appunto la festa di pensionamento per la signorina Calvi.
Alla metà degli anni Venti, le centrali automatiche
iniziarono a sostituire quelle a commutazione
manuale, così la figura della centralinista tradizionale, anche se con una certa nostalgia, iniziò a
sbiadire. Nella realtà, però, il ruolo dell’operatrice telefonica continuò a sopravvivere nei decenni
successivi, pur nel mutare dell’offerta dei servizi, in particolare per tutti i servizi speciali e per i collegamenti
interurbani e internazionali.
UN SOCIO... SCRITTORE
FABIO GALLUCCIO - La freschezza di un giovane di 24
anni fa mantenere vividi per tutta una vita i ricordi di un anno
che è rimasto come pochi altri nella storia più recente. Moro e
la sua scorta, i due Papi, un Presidente della Repubblica, Leone,
che si dimette ed un altro
che resterà tra i più amati,
Pertini; e gli assassinii e ferimenti delle Brigate rosse, la
P2, fatti che sono rimasti
come nitide fotografie nella
mente e che hanno anche
contribuito a formare il pensiero politico di quel giovane. Che oggi è Dirigente in
Telecom Italia nel settore
chiamato “People Caring” e
ha riportato il suo ricordo
nel volume “Settantotto“
(Oltre Edizioni pagg 150)
Invece, nel giugno del 2013, il consenso si era attestato al solo 41% ; poi in un anno e mezzo è salito
di oltre venti punti. Tale rafforzamento è stato attribuito all’attrito tra Russia ed Europa per la questione
Ucraina; tale dissidio, infatti, ha accentuato nelle
popolazioni baltiche il timore per un ritorno del
revanscismo russo.
L’introduzione dell’Euro ed il fatto di dotarsene come
nuova moneta al posto delle Litas, è stato visto dai
lituani come l’ancora di sicurezza e di salvezza
verso l’occidente e per la protezione della Nato.
È da ricordare che nel 1991 dopo l’implosione
dell’URSS, le repubbliche baltiche sono tornate alla
loro piena sovranità. La Russia ha cercato in questi
anni di difendere le minoranze russe presenti in
maniera consistente in tutti i paesi baltici accusando
i governi locali di discriminare i russi.
C’è però l’altra faccia dell’adozione dell’euro che
preoccupa gli oltre tre milioni di cittadini lituani: l’aumento selvaggio dei prezzi ed in particolare il rapporto di forza tra euro e rublo; infatti l’export lituano
verso Mosca supera il 20 per cento del totale e si
temono contrazioni negative nel commercio, nelle
esportazioni energetiche e nel potere di acquisto
delle famiglie.
La bandiera lituana ha tre colori posti orizzontalmente.
Dall’alto sono il giallo, il verde e
il rosso; il loro simbolismo è questo:
il giallo rappresenta la luce e il sole
il verde rappresenta l'erba
il rosso rappresenta il sangue versato per la patria
9
E questo è avvenuto perché il 65% dei cittadini
(secondo Eurostat) ha espresso, di recente, il gradimento alla nuova moneta.
ineuropa
Dal primo gennaio di quest’anno anche dalla Lituania (Paese Baltico) adotta l’Euro; è il diciannovesimo
che adotta la moneta unica ed il sesto dopo Cipro,
Slovenia, Slovacchia, Estonia e Lettonia, entrati in
Europa nel 2004.
Giancarlo Cocco
LA LITUANIA ADOTTA L’EURO
Guglielmo Carretti
inuniversità
10
AVVICINIAMOCI
ALLA CULTURA
UNIVERSITARIA
CON ECAMPUS
Molti di noi hanno avuto occasione di conoscere, direttamente o indirettamente, molte iniziative che miravano
a portare fuori dai luoghi a esse deputati alcune attività
che hanno riflessi sul sociale; sono tutte quelle forme di
comunicazione che, precedute dal prefisso tele
dovrebbero riuscire adallargare anche fisicamente la
propria sfera di competenza e di influenza. Il nostro
lavoro ci ha portati anche a essere protagonisti a volte
di teleconferenza, di telelavoro, di teleassistenza,
abbiamo conosciuto alcuni di quei telecontrolli che integrano la domotica, poi la teleeducazione, il teleinsegnamento. Quest’ultima forma di telecomunicazione è
stata spesso auspicata da chi aveva difficoltà anche fisica, dovuta alla distanza e al tempo a disposizione, di
frequentare ed usufruire dei luoghi ove accrescere il
proprio bagaglio culturale con un certo ordine e con
risultati concreti, come succede con gli studi universitari.
Tale difficoltà è stata oggi annullata o diminuita di molto
mediante il tele insegnamento realizzato dalle Università online con le quali l’aula di lezione è la propria
stanza, il proprio studio e verso le quali si può indirizzare chi volesse dare seguito concreto ad ambizioni ed
aspirazionialle quali per varie vicissitudini negli anni
andati si è dovuto rinunciare. O chi volesse dare ordine
ad interessi comunque seguiti con i mezzi di informazione di tutti i tipi, informandosi con giornali e televisioni, a volte coscienti di perdere tempo o ammassare il
cervello in meandri senza costrutto ma anche chi volesse avere la soddisfazione di arrivare ad avere un titolo
di studio di livello migliore.
Tutto questo è ora più a portata di mano con una Università che abbiamo avvicinato per conoscerla meglio e
per renderci conto delle effettive possibilità offerte anche
a chi, essendo in età anche avanzata, volesse trovare il
coraggio di ricominciare a competere con se stesso:
ECAMPUS è un ateneo istituito dal Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca nel
2006, con 8 sedi in Italia, cinque Facoltà (Giurisprudenza, Psicologia, Ingegneria, Economia, Lettere) con 22
corsi di laurea con corsi personalizzati, stabiliti con pre-
valutazione gratuita, che tengono conto non soltanto di
eventuali esami già dati in altre facoltà anche anni prima
ma pure delle competenze professionali acquisite nella
propria vita di lavoro; le lezioni si possono seguire a
casa propria nelle ore in cui si ha migliore disponibilità,
si viene seguiti da un tutor con il quale ci si può collegare
anche in skipe oltre che direttamente presso la sede
dell’Ateneo (a Roma è in via Matera 18). L’ANLA ha
stretto una convenzione per la quale viene riconosciuto uno sconto del 20% sulle quote di iscrizione, in
Italia l’Ateneo conta 22000 matricole, le iscrizioni sono
possibili in tutti i momenti, gli esami si possono dare tutti
i mesi, tutte situazioni queste che rendono possibili condizioni come abiti su misura per tutte le esigenze e possibilità.
Una docente segue ora il
Alatel”,
“progetto
nell’ambito della convenzione ANLA, è cortese e
decisa, è avvocato, la
dr.ssa Stefania Coco
(reperibile ai nn. 06
69940111 e 3392718837
e con il seguente mail:
[email protected] - per informazioni
più dettagliate e per prevalutazioni gratuite) si è fatta le
ossa come assistente a Giurisprudenza alla Sapienza di
Roma - dove ha conseguito anche un Master in Criminologia ed Intelligence, tanto per non perdere tempo - è
tutor per la Facoltà di Giurisprudenza e ci fermiamo per
ragioni di spazio.
Non stiamo descrivendo una convenzione per beni o
servizi più o meno favorevoli, stiamo parlando di un
impegno che può cambiare la vita, non per trovare un
lavoro che alla maggior parte di noi ormai non serve
ma per un impegno sfidante, per provare l’elasticità del
proprio cervello.
Sul numero 12 del 2013 di Esperienza un articolo
ha richiamato la figura di un grande italiano,
Adriano Olivetti e della sua particolare visione
Eccezionale è stata
anche l’attenzione, con
buona ragione, che
l’Italia filatelica ha
riservato a questa
azienda inserendola
per due volte nelle serie
dedicate al Lavoro italiano nel mondo.
La prima volta nel 1986 dedicando un francobollo
da 650 lire al calcolatore prodotto da Olivetti: non
è un fatto conosciuto da tutti, forse soltanto dagli
addetti ai lavori, che il primo computer al
mondo è stato ideato in casa Olivetti, che
riuscì ad arrivare prima della Hewlett Packard a
realizzare il prodotto - il Programma 101 - e a
Comunque le attività principali della Società sono
sempre state quelle delle macchine da calcolo e delle
macchine da scrivere (chi non ricorda la Lettera 22 e
la foto che immortalò Indro Montanelli con la sua
“Lettera” sulle ginocchia?) ed a queste è dedicato il
secondo francobollo emesso nel 2008 dall’Italia (¤
0,60) per la medesima serie, in occasione del centenario della costruzione della prima
fabbrica a Ivrea.
Ci piace ricordare - è già stato fatto da
Antonello Sacchi nell’articolo su citato
- che i lavoratori anziani della
Olivetti, che attualmente è una
Società del Gruppo Telecom Italia,
hanno la loro Associazione, la Spille
d’oro, che è inserita nei Seniores
Telecom Alatel (Consiglio Regionale
del Lazio) e quindi fa parte anche
dell’ANLA.
11
del mondo del lavoro,
specialmente
della
creatura fondata da
suo padre Camillo e da
lui portata a vette eccezionali, la Soc. OLIVETTI.
diventare anche fornitore delle aziende statunitensi
per queste apparecchiature; nel 1965 l’apparecchio, soprannominato Perottina dal nome dell’ing.
Perotto, il vero padre del computer, venne presentato all’Esposizione mondiale di New York.
Si è anche parlato in quei tempi di atmosfere da film
con possibili spionaggi industriali e pesanti rivalse
giudiziarie contro la Hewlett Packard che aveva
immesso sul mercato un tipo di computer con sistemi
simili a quelli realizzati dalla Olivetti.
inlavoro
Guglielmo Carretti
Il LAVORO ITALIANO
ALTO SUL MONDO
Luciano Stoppa
indiritto
GOCCE… LEGISLATIVE
Continuiamo la rubrica che “apre le finestre” sulle più recenti e principali leggi, sentenze, decreti
o quant’altro possa interessare i nostri Soci ed il loro ambiente familiare, condominiale, lavorativo,
economico, ecc. Non possiamo qui pubblicare per intero le normative, per cui ci limitiamo a darne
il “succo” con alcuni riferimenti (es.: n° della G.U.- estremi della Sentenza, del Decreto, della Circolare, ecc.) utili per chi voglia ricercare ed approfondire maggiormente l’argomento.
STANCHEZZA DELL’AUTISTA
Se si è alla guida di un veicolo in autostrada e
“stanchezza” come possibile rischio di incidente nel
sopraggiunge un momento di forte stanchezza, è
concetto di "malessere" che rende “lecita” la sosta
lecito fermarsi sulla corsia d'emergenza. Lo ha sta-
sulla corsia di emergenza ai sensi dell'art. 157
bilito la Corte di Cassazione inquadrando la
C.d.S., comma 1.
CONTABILIZZATORI DI CALORE
Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal
scun termosifone del proprio appartamento le valvole
decreto
direttiva
termostatiche con i contabilizzatori di calore, che per-
2012/27/Ue sull’efficienza energetica, scatterà
metteranno di risparmiare, ma che avranno anche costi
l’obbligo, per tutti gli italiani che risiedono in condomi-
d'installazione non sempre leggeri. Sarà bene comin-
ni con riscaldamento centralizzato, di installare su cia-
ciare a pensarci.
di
recepimento
della
CACCIAVITE IN MANO - È REATO ?
I giudici della seconda sezione penale della Cassa-
serrature ed altri analoghi congegni dotati di attitudi-
zione (sent. n. 53653 del 23/12/2014) hanno
ne potenziale ad operare sulle medesime", precisan-
affermato che “in tema di possesso ingiustificato di
do che “anche il cacciavite è da considerarsi un
chiavi alterate o grimaldelli, l'espressione "strumenti
arnese atto allo scasso”. Peraltro, hanno sottolineato,
atti ad aprire o forzare le serrature", contenuta nel-
la disposizione di cui all’art. 707 c.p. pone a carico
l'art. 707 cod. pen. deve essere intesa nella sua
del detentore “l'onere di dare la prova che gli ogget-
accezione più ampia ed incondizionata, sì da farvi
ti rinvenuti in suo possesso sono destinati ad un uso
rientrare tutti gli arnesi idonei di per sé ad aprire le
legittimo".
CERTIFICATI MEDICI
Il decreto legge “ Fare” del 24.4. 2013 ha can-
per svolgere attività ludico-motoria amatoriale
cellato l'obbligo di presentare il cer tificato
(come ad esempio andare in palestra o svolgere
medico, e le spese economiche ad esse annesse,
nuoto libero).
REVERSIBILITA’
E
inprevidenza
Apriamo la finestra su alcuni quesiti che di
tanto in tanto ci vengono proposti dai
nostri Soci in merito a dubbi sulla normativa
previdenziale.
Luciano Stoppa
GOCCE… PREVIDENZIALI
EREDITA’
eredita, ma si trasmette “iure proprio” e quindi viene
non accetta l’eredità e quindi perde la qualifica di
erogata al superstite indipendentemente sia dalle even-
“erede”, questa situazione agisce anche sulla pensione
tuali volontà espresse dal de cuius con il testamento e
di reversibilità ? NO, la pensione di reversibilità non si
sia dalla rinuncia all’eredità espressa dal superstite.
OPZIONE DONNA
Nella precedente edizione di questo giornale (a
rati, è meno conveniente del retributivo. Ma atten-
pag. 5) venne comunicato che la normativa che
zione ! Dal 1° gennaio 2016 per effetto anche del
consente alle donne di andare in pensione con 35
nuovo dato sulla “speranza di vita” l’età per andare
anni di contributi e 57 anni+3 mesi di età è stata
in pensione per le donne sale a 65 anni +7 mesi.
prorogata
al 31/12/2015; si ricorda però che
Chi è interessata valuti bene la convenienza di
l'importo viene determinato per intero con il metodo
avvalersi o meno dell’opzione donna. Leggasi la
di calcolo contributivo, che, a parità di anni lavo-
nota sottoriportata.
OPZIONE DONNA... OPPURE?
Il tema “opzione donna” tornato all’attenzione di tutti nel 2015 per l’insieme delle novità descritte nella nota
precedente potrebbe far sorgere dubbi o problematiche connessi alla convenienza o meno di attendere. Tentiamo allora con esempio di esemplificare il tutto dal quale si possono trarre considerazioni e riflessioni personali.
Ecco l’esempio: Lavoratrice di 61 anni al 31.12.2014 e che alla stessa data può contare su una
contribuzione INPS di 39 anni.
Possibilità per andare in pensione:
1) avvalersi nel 2015 dell’”opzione donna” avendo già superato i 57 anni di età e 35 anni di contribuzione.
Tutta la pensione sarà però calcolata con il metodo contributivo e quindi sarà inferiore dell’ordine del
15-20%.
2) avvalersi della “pensione anticipata” e quindi continuare a lavorare sino al raggiungimento degli attuali
(ma con il fattore “speranza di vita” potrebbero aumentare) anni 41+10 mesi di contribuzione; la pensione
sarà calcolata con il metodo misto (retributivo sino al 2011 e poi dal 2012 contributivo) e sarà corrisposta
dal 1° novembre 2017
3) optare per la “ pensione di vecchiaia” al raggiungimento dell’età anagrafica di anni 65+7 mesi e cioè
dall’agosto 2018.
Merita richiamare l’attenzione che la “pentola previdenza” è sempre in ebollizione e quindi è sempre probabile
che si apportino delle modifiche (mentre scriviamo infatti ci sono già delle proposte – ancora da definire- per
rivedere la legge Fornero).
13
Se il pensionato muore e la moglie - per vari motivi -
inricordo
IL PASSAGGIO DEL FRONTE
di Piero Cambi
14
FATTI E TESTIMONIANZE DI VITA TELEFONICA (GIUGNO 1944)
Siamo al giugno 1944. Nella nostra centrale allora
TETI i militari tedeschi si alternavano ogni quattro o
cinque mesi ed io, data l’ovvia inesperienza, li
distinguevo solo nel rapporto umano e non nei
gradi, che non conoscevo. Anche se è retorico parlare di buoni e di cattivi, non trovo altra forma per
dire in sintesi come si comportassero quei soldati.
Comunque sia ho avuto la soddisfazione di sapere
che uno di quelli che giudicavo “buono” ha scelto la
mia cittadina ORVIETO per venire a trascorrere la
sua vecchiaia. Tanti nomi si ripetevano sempre:
Albert, Joseph, Hans . . . . in particolare ricordo uno
che era come un incubo per me: Seep. Gli ultimi
giorni prima del passaggio del fronte tutti i dipendenti adulti della nostra
azienda si erano allontanati da Orvieto per non
essere catturati e trasportati in Germania, tra questi c’era mio padre. Eravamo quasi alla fine della
guerra, avevo compiuto
da poco 16 anni, un giorno mentre stavo al ricovero (si fa per dire perché
eravamo sotto le fondamenta del Duomo), arrivò
Seep obbligandomi, con
modi bruschi, ad andare in centrale per prestare servizio al centralino sotto la minaccia di scovare mio
padre per portarlo in Germania. Malgrado le grida
di mia madre fui costretto ad accettare e, con un
gran pianto e tutto impaurito, mi recai a prestare
servizio al centralino fino a quando Seep, mosso a
compassione, mi fece ritornare al ricovero dopo
avere prestato servizio tutta la notte. Devo far notare
che il mio ricovero erano le fondamenta della torre
del Moro (mt. 2,20). Dopo qualche giorno (14 Giugno) arrivarono gli Americani e tutti quanti (compreso mio padre) uscirono dai più impensabili nascondigli quali cantine, soffitte e rifugi. I tedeschi avevano portato via la chiave della centrale e toccò a me,
che ero piccolo e mingherlino, di entrare attraverso
una piccola finestra che sfasciammo a martellate.
Anche se sono trascorsi tanti anni ricordo ancora
perfettamente lo spettacolo che si presentò davanti ai
miei occhi: decine di bombe a mano sopra il tavolo
e centinaia di proiettili inesplosi per terra. Le cappe
che coprivano i meccanismi telefonici tutte all’aria, i
cavi spezzati e tutta la centrale in uno stato di distruzione tale da sembrare impossibile che un solo
uomo, Seep,
abbia potuto causare. Eppure solo lui è rimasto fino
all’ultimo istante. Devo riconoscere che solo l’abnegazione e la capacità dell’allora Capo Centrale,
NATALI, seppe in pochi
giorni e con modestissimi
mezzi, ripristinare la Centrale stessa. Grazie anche
al prodigarsi del personale esterno e con mezzi di
fortuna si è riusciti a ripristinare le comunicazioni
con tutta la parte dell’Italia liberata. L’ultimo ricordo che mi sovviene è legato al servizio svolto dai
vecchi combattenti (e mutilati) della prima guerra
mondiale, che in servizio alla DIGAT(la contraerea),
erano addetti a suonare le campane di allarme dietro nostra segnalazione (Le sirene invece furono
installate successivamente). Noi ricevevamo via cavo
(da AMELIA) le informazioni di attacchi aerei e subito le trasmettevamo a loro (con una minima perdita
di tempo di pochi minuti) i quali davano l’allarme
alla città. Un episodio che mi è rimasto sempre
impresso risale alla notte che sganciarono una
bomba su ORVIETO. Gli addetti della DIGAT che
stazionavano sopra la torre del MORO, non avendo
forse percepito correttamente l’esatto punto dove era
caduta la bomba, ci avvertirono che era stato bombardato il Teatro (e non era vero), mentre a mia
madre che era al ricovero del Duomo gli fu riferito
che la bomba era caduta sulla Torre del Moro. Nessuno può immaginare quanto ha pianto. Con l’aiuto
di un militare della DIGAT volli recarmi nel posto
dove era rifugiata la mia mamma. Quando ci siamo
incontrati ci siamo abbracciati come due sopravvissuti. Strada facendo, per raggiungere il ricovero
(vicino all’attuale ufficio postale) trovammo i due
cadaveri di Raffaello e Carlo: rimasi sconvolto. Ciò
che convalida questo mio ricordo, è un foro (ancora
visibile) provocato da uno spezzone, in una grata di
ferro, nell’immediate vicinanze dove giacevano questi due poveri cadaveri. Rimasi sconvolto
anche assistendo alla fatica dei Vigili del fuoco, per
salvare la vita di un Orvietano ( Apolloni Remo) il
quale rimase infortunato per tutta la vita. L’unica
bomba caduta in Orvieto, aveva distrutto il suo fabbricato. Come ho detto avevo poco più di 16 anni.
Oggi ne ho 87 e sono l’unico superstite dell’allora
TETI poi SIP e attualmente TELECOM.
Estratto Dal Giornale Nuovo Mondo Di Frosinone del 9.1.2015
Non capita tutti i giorni di essere premiati in uno
degli eventi più seguiti al mondo. Se poi questo è
l’International Consumer Electronics Show (Ces) di
Las Vegas, la più grande fiera di elettronica al
mondo, che ogni anno attira gli appassionati di tutto
il globo, allora il premio assume un sapore ancora
più speciale. No, non è una favola da raccontare,
ma solamente la storia di due ragazzi: Mauro Pelosi,
figlio del nostro socio Pasqualino, 32 anni
da Picinisco in Valcomino e Francescantonio Della
Rosa di San Giorgio a Liri.
I due ciociari si sono imposti con
la loro invenzione: il software
“Hi WiFi”, la prima soluzione
del settore a utilizzare reti wi-fi
esistenti per Smart Home Security, in poche parole per la sicurezza della casa.
“Hi WiFi” è stata sviluppata da
Ekin Labs, startup fondata in
Finlandia da Mauro Pelosi nel
2013. Un successo incredibile
per il giovane ingegnere che al
tempo dell’Università, durante
esperimenti con le apparecchiature wi-fi, ha notato che quando
passavano delle persone, le
onde emanate cambiavano, così gli è venuta in
mente l’idea di utilizzare le onde emesse dal wi-fi
per la sicurezza delle persone.
Il software, che tra poco sarà sul mercato, è molto
semplice da usare. Basta installare l’applicazione sul
proprio telefono, su un computer o anche sul televisore abilitato al wi-fi e il gioco è fatto. A quel punto
il dispositivo, grazie alla connessione, rileva i movimenti all’interno dell’ambiente chiuso, rilevando possibili intrusi.
15
“Hi WiFi” il software del futuro made in
Ciociaria
G. Carretti
ingalleria
GALLERIA DI SOCI
GIORGIO ONORATO (intervista raccolta da Guglielmo Carretti)
16
I Soci Alatel Lazio lo conoscono soprattutto per la sua presenza ai Convegni annuali quando lui non manca di
farsi una ripassata di canzoni per allietare i presenti. I più antichi dei colleghi tecnici lo hanno avuto compagno
protagonista in tante riunioni per festeggiamenti di promozioni o messa in quiescenza, nelle quali la sua disponibilità non era messa mai in dubbio. E così va a finire che ci si dimentica che, se è un nostro collega, lo è
perché prestava la sua opera di tecnico di centrale e di trasmissioni dai tempi della TETI. Allora questo suo diverso aspetto, che non ha soltanto due facce, come vedremo, merita un approfondimento che ci siamo fatti spiegare
da lui medesimo.
Giorgio, ci racconti come è nata la vocazione per il canto romanesco?
E’ dovuta soprattutto alla situazione familiare che si è venuta a creare quando mio padre, che era un tecnico
aeronautico, venne trasferito –con tutta la famiglia – da Roma a Torino per lavorare dal dicembre 1939 negli
stabilimenti dell’Aeronautica d’Italia, industria del Gruppo FIAT. Io ero un ragazzo di 12 anni, stavo sempre a
casa con mia madre che, romana da sette generazioni, non poteva fare a meno, nelle brume del nord, di mettersi a cantare durante il giorno, un po’ per passare il tempo, un po’ per vera nostalgia, tutto il repertorio romanesco. E lì convinse anche me ad imparare quelle canzoni e, come voce, me la cavavo abbastanza bene tanto
che cominciai ad essere chiamato nelle riunioni di amici e conoscenti per esibirmi.
E come sei arrivato alla TETI?
Scoppiata la guerra mio padre da Torino era stato mandato in Africa per la manutenzione degli aerei cui la
sabbia del deserto provocava non pochi problemi. E la nostra casa venne bombardata per cui dovemmo tornare
in fretta a Roma, ospitati da mio zio, non avendo altre possibilità e con mio padre sempre in Africa. Fu quella
l’occasione per la quale ebbi modo di essere assunto in TETI come straordinario, in sostituzione di un dipendente
richiamato, come disegnatore di planimetrie, avendo frequentato la scuola di avviamento industriale. Poi però
fui passato presto in centrale, dovetti interrompere gli studi per geometra che avevo nel frattempo intrapreso e,
dopo l’arrivo degli americani, dopo varie sostituzioni, arrivai nel 1947 nella centrale Nomentana, dove il capo
era Savini.
Ma eri giovanissimo!
Si, diciotto anni, tanto che dopo poco si presentò la necessità di fare il servizio militare, dovetti andare a
Macerata dove mi iscrissero subito nei registri del Ministero dell’Aeronautica come tecnico di impianti Siemens ed avevo la manutenzione degli amplificatori in caserma. Poi capitò lo sciopero della TETI del 1949 e
mi precettarono, così mi toccò fare il crumiro per forza. Al termine del servizio militare rientrai in TETI, sempre in centrale.
Qui hai potuto far valere un’altra tua specifica.
Si, perché mio zio - che è poi diventato anche mio suocero, avendo io sposato la figlia, mia cugina di primo
grado (con i dovuti permessi anche ecclesiastici) - era un valente orologiaio, di alta precisione, e mi insegnò
anche quel mestiere. Questo servì per poter riparare i cronoscopi della centrale S. Maria in Via, con pezzi di
ricambio anche creati da noi, che mi valsero peraltro la gratitudine del capocentrale Spiti.
E alla RAI, dove avevi cominciato a cantare, come ci sei arrivato?
Nel frattempo lavoravo alla Centrale Prati dalla quale avevo occasione di frequentare la RAI di via Asiago per
manutenzione e riparazioni varie. Lì potei avvicinare il maestro Bruno Canfora e Sergio D’Alba che curavano
Radio Campidoglio (con Giovanni Gigliozzi, Fiorenzo Fiorentini, Isa Di Marzio (l’indimenticabile ragazzino terribile tifoso della Roma e l’interprete della sigla della serie “Pippi Calzelunghe” della quale divenni l’interprete
delle canzoni romanesche). Poi, quando Giovanni Gigliozzi decise di presentarsi alle elezioni comunali, il titolo
della trasmissione fu cambiato per opportunità in Campo de’Fiori.
Nel frattempo eravamo diventati SIP
Certo, e io lavoravo sempre in centrale, a Belsito dove mi occupavo di riduttori di giunzione (o concentratori di
traffico) fino al 1983, quando sono andato in pensione.
Però hai continuato a cantare, anzi, ti sei impegnato a fare ricerche sulle canzoni romane antiche, hai
anche pubblicato vari album, hai preso una montagna di premi, il Comune di Roma ha terminato le medaglie
e gli attestati per premiarti, dovrà farne di nuovi. Però, alla tua tenera età, continui a riparare orologi, quelli di
orologeria fine, e a riparare apparecchiature elettriche e di micromeccanica, anche a Torvajanica ti chiamano
per qualche riparazione.
Nota: Qualche mese fa Giorgio si è fatto rimettere in sesto un’anca,
poi, per la riabilitazione, è stato per un po’ di tempo ospite a Casal
del Marmo dove si è trovato anche quando Papa Francesco scelse
quell’ospedale per una delle sue prime visite da Vescovo di Roma. E
Giorgio non ha perduto l’occasione di far sentire la sua voce anche al
Papa che lo ha abbracciato sorridente.
Dimenticavo, Giorgio è classe 1927.
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Si, finchè posso non starò mai fermo
A.A.V.V.
insieme
GIRARE GIRARE
LE CATACOMBE DI S. SEBASTIANO (F. Pettorini)
Roma, città dalla grandi vestigia storiche, riserva
sorprese non solo in superficie, ma anche nei suoi
sotterranei. Le stratificazioni che si sono succedute
nei secoli hanno conservato e tramandato fino a noi
le testimonianze di un antico vivere, di architetture,
di manifestazioni artistiche.
Inoltrandosi per i cunicoli illuminati a reminiscenza
del passato da lumi ad olio, e gli spiazzi negli ipogei disposti su più piani, si possono vedere le testimonianze della nuova fede impresse nei sarcofaghi
che come viatico dovevano accompagnare fedeli
verso la nuova vita, con iscrizioni votive invocanti i
Santi Pietro e Paolo, raffigurazioni di simboli cristiani come il pesce (il cui nome in greco é Ἰχθύς acronimo delle parole « 'Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ
Υιός Σωτήρ cioè “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”) ed il Buon Pastore, bassorilievi di personaggi e scene di vita romana e affreschi di un banchetto romano. Notevoli le cappelle di facoltosi
romani con stucchi, mosaici e scritte celebrative.
Sopra la catacomba è stata visitata la grande Basilica di S. Sebastiano restaurata nel 600 dalla famiglia Borghese, dalle ampie navate, i soffitti decorati.
Notevole la cappella di S. Sebastiano e la scultura
di un busto del Cristo del Bernini.
L’Alatel nei suoi programmi culturali ha portato i
Soci (nel novembre 2014) a esplorare anche questo
aspetto con la visita alle Catacombe di S. Sebastiano sulla Appia Antica. Le Catacombe ritenute luogo
di culto dei primi cristiani per sfuggire alle persecuzioni dei pagani, in realtà erano luoghi di sepoltura, aperti non solo ai seguaci della nuova fede, ma
anche ad altri.
CAVE (M.L. Sparaci)
Sabato 8 novembre: era una bella giornata di sole allorché siamo arrivati a CAVE, una città antica situata
alle falde meridionali dei Monti Prenestini.
Al centro si erge maestoso il “borgo” che é annoverato tra i più interessanti d’Italia. Una volta la città
era attraversata dalla ferrovia Roma-Fiuggi: ora al
posto della zona delle vecchia stazione sorge il mer-
cato e la palazzina della Polizia Municipale.
Certo con il “trenino” - lo ha detto chi ricordava questa sistemazione - la zona offriva un panorama diverso, ma tant’è, la modernità presenta anche queste novità.
Dopo una foto con lo sfondo di una antica fontana,
ci siamo tuffati nelle viuzze per visitare monumenti importanti ed ammirare dall’alto un panorama stupendo da
cui si intravedeva snodarsi la sinuosa forma della via Francigena.
Il centro del nostro interesse è stato ovviamente l’ex convento “agostiniano” oggi in parte occupato dal municipio,
con alla base la cripta che custodisce un’opera di straordinaria bellezza: è il presepe monumentale con le statue
più alte d’Italia; infatti superano i 4 metri; sono imponenti nella loro struttura in gesso ricoperte da uno strato di
bronzo. Sono opera di una scultore - Lorenzo Ferri - che le plasmò intorno al 1946.
Il Gruppo di Roma (altre foto in 3° di copertina)
19
ROCCA SINIBALDA (G. Carretti)
Arrivati a Rocca Sinibalda, in una Sabina diversa da
quella tradizionale, solitamente affollata da uliveti,
ma infittita di boschi habitat di cacciagione, si riparte
subito con la fantasia, sospinti dall’entusiasmo di colta
guida, per seguire il percorso - sovrumano per allora
(ma, forse, proprio in quell’occasione venne dato il
primo colpo di vanga per la famigerata Salerno-Reggio Calabria) - che al seguito di Ruggero II compì il
Sinibaldo, lasciando la Rocca da poco ottenuta, fino
a Palermo dove si insediò e fece dono ai palermitani
per i secoli successivi di sua figlia Rosalia diventata
santa e patrona.
La Rocca divenne peraltro palestra per ingegneri e architetti che, su indicazione del Cardinale diventatone
nel frattempo proprietario, provarono a farla assomigliare ad un aquila, come quella dello stemma del
predetto, posta strategicamente a guardia della valle
del Turano che questa finta estate non è riuscita a far
E all’altro capo del lago c’è Colle di Tora dove nobili
artigiani della cucina locale offrono un equilibrato
menù con campioni rappresentativi di suini collinari
accompagnati da prorompenti fettuccine lavorate con
giusta imperfezione debitamente a mano e da delicato piatto di pesce del lago sottostante che potrà essere descritto con riconoscenza nei futuri “Ricordi quel
pranzo al Turano?...”
20
Poste italiane emise la serie filatelica Castelli d’Italia
e nel14 febbraio 1984, incluse nella serie anche il Castello di Rocca Sinibalda.
ingiallire ed ora, dopo che la diga sul fiume ha fatto
formare un lago gemello a quello del Salto, sorveglia
anche il capo nord del lago stesso.
E i successivi proprietari hanno fatto a gara a far
respirare nel sito un’aria di cultura sempre d’avanguardia come quella degli artisti contemporanei
che affidano a mascheroni d’ogni foggia e provenienza l’espressione del multiforme aspetto dell’animo umano.
IL MONTE SORATTE (G.Carretti)
La particolare posizione del monte (alt.691 m) e la
vicinanza a Roma fecero venire in mente al Cav. Mussolini negli anni 30 l’idea di costruirvici un bunker
per sé ed il suo Governo; cominciò a fare i lavori grandiosi nel 1937 spendendovi una montagna di soldi,
tanto non erano suoi, abbandonando poi il tutto quando fu preso dagli impegni bellici ed economici dal
1939 in poi. Un’idea simile venne poi, dopo la guerra,
al Governo italiano che, sotto le direttive NATO, intraprese i lavori per la realizzazione di un grande rifugio
atomico per il Governo stesso e per le alte cariche del
Paese. Non sono a conoscenza di come e su chi il
Governo stesso pensava di poter governare nel caso
di un effettivo conflitto atomico e come pensava di
ricostituire il genere umano sul territorio. Il progetto,
comunque, venne abbandonato come l’altro non
prima, però, di averci speso un sacco di soldi.
Molto più concreto fu il Feldmaresciallo Kesserling che
pose in quelle caverne già predisposte nel ventre del
monte il suo comando per contrastare l’avanzata
alleata dal sud Italia; ma quel rifugio dovette lo stesso
abbandonarlo i primi di giugno 1944 quando gli
americani riuscirono ad arrivare a Roma (pare avessero potuto farlo molto prima se anche loro non si fossero perduti in errori determinanti); il generale tedesco riuscì a compiere almeno una azione intelligente
nel ritirarsi verso nord evitando di portare disastri a
Roma che Hitler
voleva invece
fosse
difesa
casa per casa,
tenendo fede
all’impegno di
considerarla
“città aperta”.
21
A vederlo così piantato in mezzo alla Valle Tiberina
a guardare dall’alto anche Roma - in linea d’aria
poco più di 20 km - il SORATTE si potrebbe credere
imparentato con quell’altra grande mammella spaiata che è l’Ayers Rock, celeberrimo massiccio australiano. Entrambi soffusi da aere misteriose tanto da
essere tutti e due dedicati a culti annosi, l’australiano
immerso in quelle che Chadwin chiamò Le vie dei
canti lungo le quali gli aborigeni vivono, ascoltano e
parlano con gli spiriti della natura, il Soratte, per noi
più di casa, vede risalire, essendo di formazione giurassica (non chiedete come abbia fatto, io non c’ero
), la propria frequentazione con gli indigeni fin dalla
preistoria, ospitando poi un tempio a una delle prime
figure del dio Apollo, i cui seguaci pare che riuscissero anche a camminare sulle braci ardenti; ma qualcuno dice che fossero gli antenati dei santorestani, che allora si chiamavano capenati - dai quali poi
la città di Capena - e falisci, che s’erano inventati la
cosa per non fare il servizio militare con i Romani che
già dal 396 a. C li avevano soggiogati.
Tutte queste cose oggi le
raccontano con entusiasmo
e competenza i volontari
dell’Associazione Culturale Bunker Soratte,
convenzionata con il Comune di S. Oreste che è attualmente in possesso dell’area
dello stesso bunker.
22
Il “borgo” di Sant’Oreste
ha sempre la caratteristica, abbastanza comune a
molti paesi del Lazio, di far
gustare una cucina genuina
e casareccia; il ristorante
(Alessandro al Campanile)
dove abbiamo potuto rifocillarci noi - dopo la camminata di un’ora e mezza
nel bunker - oltre alla
buona cucina -ha esibito
una non comune dose di
fantasia e buon gusto nell’accoglienza e nella gestione della tavola.
P.S. - Il dramma delle scarpe - Può anche capitare, come è successo a chi scrive, che, avendo calzato degli ottimi, o ritenuti tali, scarponcini da trekking, tenuti per molto tempo nella scarpiera, si ritrovi
improvvisamente con le suole a carrarmato di gomma separate fino a
metà scarpa dalla tomaia. Dovendo ancora effettuare la visita al bunker la prospettiva era piuttosto negativa e l’unica soluzione sembrava
quella di andarsi a rifugiare sul pullman. E capita invece che ti arriva
in soccorso una persona che ha l’abitudine - penso siano pochissimi i
casi al mondo - di tenere in borsa dei grossi elastici, ricavati dalle gomme di bicicletta o di moto, ottenuti
autarchicamente su insegnamento del padre. Così ha permesso al sottoscritto di partecipare alla visita
senza altri problemi.
Si può mai ringraziare abbastanza lui e la fortuna che l’ha fatto capitare lì proprio mentre uno si rimirava sconsolato le scarpe aperte come due bocche sdentate e affamate?
CONCERTO DI NATALE (G.Vittucci)
Dicembre: è il mese con le festività
di Natale e quindi per gli auguri.
E come ormai consuetudine l’Alatel
Lazio ha riunito i Soci ed amici nella
magnifica cornice della Chiesa di
Sant’Alessio all’Aventino per l’abituale Concerto di Natale.
In questa occasione si è esibita l’orchestra “L’Armonica Temperanza”
diretta dal Maestro Lorenzo Porzio
con la partecipazione, come solista,
della pianista Mirta Herrera.
Il programma è iniziato con l’esecuzione del noto “concerto in fa mi-
nore” di Bach per orchestra e pianoforte. Poi nell’ampio e variegato
programma non è mancato il Concerto Grosso per la Notte di Natale
di Arcangelo Corelli che è stato interpretato dalla sola orchestra.
L’ultimo brano in programma è stato
il concerto di Haydn che ha travolto
il pubblico con il suo Rondò all’ungherese.
Direttore e solista hanno ripetuto
questo movimento per soddisfare il
numerosissimo ed entusiasta pubblico presente che non ha lesinato calorosi applausi ai bravi interpreti.
inviabilità
Luciano Stoppa
IL SEMAFORO... È... CENTENARIO!
1914 - 2014
23
Il semaforo ha superato i 100 anni. Prima di fargli
gli auguri vediamo di capire il perché di questa
parola, cioè cosa significa etimologicamente. Ebbene la parola deriva dal greco sema, cioè significato
e phòros, cioè portatore; quindi “portatore di significato” perché in effetti il semaforo porta, ci indica
un significato che in sintesi possiamo dire: “col rosso
non si passa, col verde si passa, col giallo attenzione, sta per diventare rosso.” Semaforo oggi può
essere ogni indicatore, ogni segnale, che ha in sé la
connotazione importantissima della trasmissione di
un significato.
Ma vogliamo qui ripercorrere la storia del primo
semaforo nella accezione che comunemente conosciamo: indicatore stradale.
Il semaforo nacque come una “lanterna” il 5 agosto
del 1914 a Cleveland, in Ohio. La cicogna portò il
neonato “semaforo” all’incrocio tra la East 105th
Street e Euclid Avenue. Un paio di anni prima, per
la verità, un vigile, stressato dal suo lavoro in un
incrocio trafficatissimo, aveva ideato un supporto
artigianale, quasi di emergenza per essere aiutato
nel suo impegno per regolare il traffico: trattavasi di
una scatola di legno con delle lampade che venne
soprannominata "casetta degli uccelli illuminata" e
fu accolta con indifferenza, ma ben presto però, la
città riconobbe l’utilità del sistema.
Ecco una simpatica filastrocca che
viene insegnata ai bambini nell’ambito della “educazione civica”.
Per noi adulti invece una filastrocca
per comportamento illecito che può
costare caro.
Ed eccoci allora il primo semaforo moderno che,
mutuato dai segnali ferroviari, aveva solo due luci: il
rosso e il verde. Nel 1920 il semaforo divenne a tre
luci, ma era comandato manualmente: solo nel 1922
divenne automatico e nello stesso anno fu esportato
in Europa; la prima installazione fu a Parigi, e poi,
via via, nelle più grandi città come Amburgo, Berlino, Milano, Roma, Londra e Torino effettuate entro il
1926.
In Italia il primo semaforo venne installato nell'aprile
del 1925 a Milano, all'incrocio tra Piazza Duomo,
Via Orefici e Via Torino.
Altolà! Bambino mio,
perché rosso sono io.
Quando giallo mi vedrai
aspettare tu dovrai.
Verde poi diventerò
e passar ti lascerò.
A norma del Codice della Strada (art.
146) chi passa con il rosso dovrà pagare una multa che va da 162 a 216 euro
e in più vengono tolti 6 punti sulla
patente .
Amalia Madonna
incultura
24
LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI
Come noto, quest’anno si terrà a Milano, dal 1
maggio al 31.10.2015, un’Esposizione Universale su una tematica decisamente importante e
innovativa: Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita, che vedrà coinvolti n.144 Paesi e che toccherà
i molteplici aspetti connessi all’alimentazione e al
cibo. Nell’attesa di poter partecipare con l’Alatel
Lazio a questo grande evento (già programmato
per metà ottobre p.v.), desidero ripercorrere,
insieme a Voi, anche se in maniera sintetica, la storia
delle Esposizioni Universali che hanno caratterizzato
l’800 e i periodi successivi, evidenziando però solo
alcune di esse, anche se tutte hanno avuta una loro
particolare valenza storica, sociale e culturale.
La prima Esposizione Universale si tenne a Londra
nel 1851 e fu promossa dal Principe Alberto consorte della Regina Vittoria con la finalità di celebrare
le moderne tecniche industriali. Per l’occasione
venne costruito il celebre Crystal Palace (Palazzo di
Cristallo) un’enorme edificio
in ferro e vetro. I paesi partecipanti furono 25 con 6
milioni di visitatori.
La seconda fu quella di
Parigi del 1889 (vedi
biglietto di ingresso), fu
organizzata in occasione
del centenario della Rivoluzione francese. L’evento
viene ricordato in particolare per la costruzione della
Torre Eiffel in ferro pudellato (acciaio), alta 300 metri
che porta il nome dell’ingegnere suo costruttore. Fu
posizionata all’entrata della
zona espositiva. Fu dato
inoltre molto spazio alle
arti, alla musica e ai costumi di Paesi lontani. Signifi-
cativa fu la parte riguardante i macchinari quali i
generatori di energia che andavano a sostituire
quelli a vapore.
Nel 1893 si tenne l’Esposizione Colombiana di
Chicago, in relazione ai 400 anni della scoperta
da parte di Cristoforo Colombo del Nuovo Mondo.
Venne presentata la prima Ruota Panoramica del
mondo costituita da due grandi ruote parallele, in
acciaio, che trasportavano carrozze con 60 visitatori
ciascuna. Fu scelta detta città perché in quel momento rappresentava la città del miracolo americano,
dopo l’incendio del 1890 che l’aveva completamente distrutta. L’evento venne affidato all’architetto Burnham il quale insieme ad altri professionisti (tutti progettisti appartenenti alla “Scuola di Chicago”) diedero vita ai vari edifici in stile neoclassico, dipinti di
bianco per cui l’esposizione venne chiamata “White
City” (Città Bianca). I materiali utilizzati furono stucco su armature di stecche di legno, si trattò di realizzazioni a basso costo e
non durevoli. La finalità
dell’evento fu quello di
diversificarsi dal provincialismo delle manifestazioni Europe. L’Esposizione nonostante le costruzioni monumentali e le
innovazioni tecnologiche
in campo di elettrodomestici, comunicazione e trasporto, fu anche la fiera
del kitsch (del cattivo
gusto).
L’Esposizione di Parigi
del 14.4.1900 fu significativa per la quantità e
qualità del patrimonio
espositivo. Per l’occasione
furono inaugurate le stazioni ferroviarie della
In Italia non ci furono mai Esposizioni di livello Universale, ricordiamo quella internazionale del 1906
a Milano che celebrò l’apertura del Traforo transalpino del Sempione, completato in quel periodo,
che consentì la prima linea ferroviaria tra Milano e
Parigi. Nel 1911, in occasione del 50mo anniversario dell’Unità d’Italia, Torino e Roma ospitarono
rispettivamente un’Esposizione di carattere scientifico e industriale e una Mostra artistica e regionale.
Esposizione Universale che ad una
Internazionale.
Secondo le ultime
direttive del BEI le
esposizioni registrate sono comunemente dette Universali
mentre
quelle riconosciute
sono dette Internazionali.
L’Esposizione Universale di Montreal del 1967 è
considerata a tutt’oggi la manifestazione di maggior
successo del XX secolo. Il tema della manifestazione fu
“Man and his world” (l’uomo e il suo mondo).
Fu effettuata in concomitanza con la celebrazione
per il centenario della Federazione del Canada. Per
l’occasione venne costruito il Concorde Bridge
(ancora in uso) sul quale transitarono i treni della
Montreal Expo Express diretti all’area espositiva.
Costruzione simbolo dell’Expo fu la Cupola Geodetica di R.Buckminster Fuller (vedi foto). Semplificando
al massimo, in base ai principi matematici, fisici e
geometrici si può definire geodetica una curva che
unisce la traiettoria più breve tra punti di un particolare spazio. Le strutture così concepite, con materiali
ad hoc, sono leggere e stabili e sono anche parte
delle moderne stazioni radar e di edifici civili.
Con la prima guerra mondiale venne a cadere il
principio della convivenza pacifica e della fiducia
nel progresso. Le Esposizioni ripresero dopo le due
guerre mondiali ma con presupposti decisamente
diversi di quelli che avevano animato le precedenti.
In proposito va ricordato che il quartiere Eur di
Roma fu edificato in previsione dell’Esposizione Universale del 1942 che non si svolse a causa della
seconda guerra mondiale.
L’Expo di Vancouver del 1986 ebbe quale tema
“Mondo in Movimento - Mondo in contatto”, inteso
come movimento delle persone e delle idee. Il logo
dell’evento riportò semplicemente la dicitura Expo
86, nel quale però le due cifre erano formate da 3
cerchi rappresentanti i tre elementi in cui è possibile
viaggiare e muoversi: terra, aria ed acqua, mentre
la linea dritta stava a significare la ricerca continua
dell’Eccellenza da parte dell’Uomo. Partecipanti: 54
Paesi, Visitatori: 26 milioni.
È il BEI (Bureau International des Exposition) l’organismo internazionale, con sede a Parigi, preposto a
definire i criteri e le regole che caratterizzano una
Esposizione Universale o Internazionale. Con il termine moderno EXPO ci si può riferire sia ad una
In ciascuna delle Esposizioni del passato e del futuro
rimane l’obiettivo non solo di presentare le innovazioni e le opere frutto dell’ingegno e della creatività
dell’uomo ma anche la condivisione e l’arricchimento reciproco di idee ed esperienze.
25
Gare de Lyon,
della Gare d’Orsay (oggi Museo)
e i padiglioni
espositivi
le
Grand Palais e le
Petit Palace (grande palazzo e piccolo palazzo oggi
museo).
Importante
le
Cinematographe
(il cinematografo)
dei fratelli Lumière. Fu inaugurata
la prima linea
della Metropolitana. I visitatori furono oltre 50 milioni, (solo Osaka nel 1970, il cui tema fu “Progresso e
Armonia per l’Umanità” raggiunse lo stesso numero), vista la portata delle tecnologie epocali presentate quali il motore a diesel, utilizzato poi nell’industria automobilistica. Parigi come sempre dimostrò le
sue capacità innovative non solo in campo tecnologico ma anche artistico culturale.
C. Carissimi
interritorio
ROMA - PALAZZO MADAMA
Da antico circolo mediceo a sede del Senato della Repubblica
La storia di PALAZZO MADAMA, oggi sede del
Senato della Repubblica, sito in Roma in Corso Rinascimento, vicino a Piazza Navona, è ricchissima di
importanti avvenimenti ,che vale la pena di riassumere brevemente.
to del papa Leone X. Vi abitarono in seguito Alessandro de’Medici duca di Urbino, il cardinale Ippolito nipote del pontefice e a sei mesi, vi giunse addirittura Caterina de’Medici, poi moglie di Enrico II di
Francia.
26
Nel 1537, una serie di complicate questioni ereditarie, mise di fronte a contendersi la proprietà due
donne entrambe energiche e risolute Margherita
d’Austria e Caterina de’ Medici. Dopo numerose
vicende, la nuda proprietà venne assegnata a
quest’ultima e l’usufrutto a Margherita.
Il terreno su cui sorge palazzo Madama era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini
dell’abbazia di Farfa. Questi nel 1478 lo cedettero al monarca francese che, a sua volta donò al
suo tesoriere, Sinulfo di Castel’Ottieri, parte del terreno compreso fra la torre dei Crescenzi e le Terme
di Nerone ( complesso termale di Roma antica,
costruite nel Campo Marzio, nei pressi dell’attuale
Pz.. della Rotonda ) sul quale venne fondato il nucleo
originario del palazzo che avrebbe dovuto ospitare
i pellegrini francesi in visita a Roma.
Alla morte di Sinulfo, nel 1503, l’edificio venne completato dal cardinale Giovanni de’ Medici, figlio di
Lorenzo il Magnifico e futuro papa Leone X, che ne
fece la sede romana dell’influente famiglia ed uno
dei grandi centri della cultura umanistica.
Nel 1509, il palazzo venne venduto dai Medici ad
Alfonsina Orsini,vedova di Piero de Medici, che tre
anni dopo lo ingrandì a seguito dell’acquisto di alcune case attigue; il cardinale continuò però, ad abitare l’edificio sino al 1512. L’anno seguente, una parte
della dimora, venne affittata al cardinale Antonio
Ciocchi del Monte, poi a Franceschetto Cybo cogna-
La storia di Margherita d’Austria è strettamente legata con quella del palazzo: rimasta vedova del primo
marito Alessandro de’ Medici sposò Ottavio Farnese
da cui ebbe due gemelli Carlo ed il famoso Alessandro e soggiornò a lungo nel palazzo che da allora
iniziò a chiamarsi appunto
PALAZZO MADAMA
Con l’estinzione della casata, il palazzo passò ai
Lorena e successivamente nel 1755 Papa Benedetto
XIV lo acquistò per 60.000 scudi, destinandolo a
sede del Governatore con uffici, corpo di guardia e
perfino un carcere criminale.
Durante l’occupazione francese del 1789, uno dei
due cortili del palazzo, fu sede dell’ Ufficio centrale
della Repubblica Franco-Romana del “Burò centrale”.
L’Ottocento segna invece per Palazzo Madama il
periodo delle grandi trasformazioni a cominciare da
quella voluta da Pio IX, che comprendeva la sistemazione di tutti gli edifici dipendenti dal Ministero delle
Finanze all’interno dell’edificio, ampliato per una
ennesima volta, con l’esproprio di due case in V. dei
Staderai, attuando profonde modifiche alla pianta del
palazzo, con la costruzione di due nuovi piani ed al
piano terreno, eliminate le vecchie scuderie, vennero
creati una serie di uffici, tra cui la direzione del Lotto.
inaiuto
La Redazione
27
Nel febbraio del 1853 ci fu l’inaugurazione descritta
fin nei minimi particolari dalle cronache del tempo,
e, come sempre succede non mancarono le critiche
per gli ingenti costi dei lavori ( trecentomila scudi ),
tanto che Pasquino non seppe tacere. Nell’autunno
del 1870, una commissione di senatori del Regno
venne a Roma per decidere in quale edificio collocare il Senato; tra i vari palazzi esaminati venne prescelto il Palazzo Madama e un anno dopo nel luglio,
ci fu la cerimonia ufficiale dell’insediamento. La
prima seduta fu tenuta il 28 novembre 1871, sotto la
presidenza del senatore Torre Arsa, ad inaugurare
una attività che ha luogo ancora oggi.
Al suo interno, il palazzo, ospita diversi gruppi parlamentari e molti uffici direttamente connessi con le
attività parlamentari distribuiti nelle grandi sale, dai
tratti eleganti e contraddistinte dalle influenze artistiche che hanno intersecato la lunga storia del Palazzo. Si va dai fregi seicenteschi della grande Sala Italia, le decorazioni in oro del XVII secolo della Sala
Della Firma, i busti della Sala del Risorgimento con
le rappresentazioni della grandi personalità del
periodo, fino al soffitto in legno dorato e alle opere
di Falcieri del seicento che adornano l’Anticamera
della Balaustra.
Nonostante i ripetuti rimaneggiamenti ed amplia-
menti, l’edificio conserva ancora parte della sua
struttura originaria, tra cui l’elegante cortile d’onore,
da cui si accede dall’ingesso su piazza Madama,
attraverso un vestibolo.
Nel centro del cortile, una bella fontana tonda, con
una statua di Emilio Greco (1972) che raffigura una
donna nuda accovacciata.
La Redazione
infotografia
L’ANGOLO DEI FOTOGRAFI
Luigi PASSERO
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Questa volta ospitiamo il Socio Luigi PASSERO dell’Alatel di Latina che per la fotografia vanta addirittura
una medaglia d’oro: infatti ha vinto il campionato del mondo del concorso indetto nel 2014 dalla “Federazione
Internazionale dell’Art Photografique” ed è stato anche Campione mondiale con la squadra italiana. Pubblichiamo quattro sue belle foto da “artista” compresa quella che lo ha reso “CAMPIONE DEL MONDO” .
Due gio
g ovani anziani
(med
daglia orro)
d
o
L'arrro
otino
Il F
Fornaio
o
La Sorra Maria
innumismatica
(gennaio 2015)
Francesco Gioffreda
NOTIZIARIO della NUMISMATICA
L’ufficio Filatelico-Numismatico del Governatorato della Città del Vaticano ha recentemente reso noto il programma delle emissioni numismatiche per il 2015
Si può supporre che, nello stesso periodo, potrebbe essere distribuita anche la bimetallica commemorativa da
Euro 2 dedicata a “EXPO 2015, “Esposizione Universale di Milano”, che si inaugurerà il 1° maggio c.a., in versione FDC e che sarà affiancata eccezionalmente anche dalla versione in FS.
A seguire è prevista l’abituale emissione delle due monete celebrative in Ag da 5 e da 10 Euro dedicate rispettivamente alla “48° Giornata Mondiale della Pace” ed al “10° Anniversario della morte di S.Giovanni Paolo II°.
Oltre alle predette due monete sarà emessa una ulteriore moneta in argento (Ag) da Euro 5 straordinaria per
“Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”.
In autunno è prevista l’emissione delle monete in oro (Au):
➢
Euro 10 dedicata al “Battesimo”
➢
Euro 20 ed Euro 50 dedicate al “Santuario della B. Vergine Maria di Pompei.
Infine, presumibilmente tra novembre e dicembre, sarà la volta delle due monete in oro di maggior taglio:
➢
Euro 100 per la tematica “Gli Evangelisti” dedicata a Matteo
➢
Euro 200 per la tematica “Le Virtù Cardinali” dedicata alla Prudenza.
Info al Gruppo Filatelico - Numismatico: nella sede Alatel Lazio presso Telecom Italia in Via Cristoforo Colombo,
142 il giovedì dalle ore 9 alle ore 12 oppure telefonare al numero 06 - 54432936.
29
Si inizierà, come consuetudine, in primavera con le seguenti monete:
➢
Monetazione Divisionale in FDC (8 monete)
➢
Monetazione Divisionale in FS (8 monete) in due versioni: la prima con moneta in argento (Ag)
da Euro 20 “Papa Francesco MMXV” e la seconda con moneta in oro (Au) da Euro 50 “Papa Francesco
MMXV”.
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Luciano Stoppa
inaiuto
intelecom
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La Redazione
inmemento
Associazione per l’assistenza sanitaria integrativa ai lavoratori
delle Aziende del Gruppo Telecom Italia
Sito internet: www.assilt.it
I Soci ASSILT del Lazio fanno riferimento al L'Unità Operativa di Roma che ha
sede in Via del Pellegrino 155 - 00186 - Servizio fax: 06.6846.6168
La corrispondenza va inviata a “HRS/Welfare - Servizi Amministrativi per
Assilt/Centro.” Comunque nella sede Telecom di V.le Colombo,142
(nell’atrio di ingresso) rimane attiva la cassetta postale per la raccolta della
corrispondenza.
Sportello amministrativo - Via del Pellegrino 155 - Roma
Riceve il lunedì ed il martedì dalle ore 09.30 alle ore 12.30.
32
Associazione per l’Assistenza Sanitaria Integrativa
Dirigenti Aziende del Gruppo Telecom Italia
IDA
S
S
A
Via Tripoli, 94 - 10137 Torino
Sono state modificati i criteri per la gestione
ed il recapito delle domande di rimborsi
Digitare: www.assida.it e seguire le istruzioni
oppure digitare: www.alatel.it e poi Lazio.
A
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ASSOCIAZIONE SPILLE D’ORO OLIVETTI
Delegazione di Roma e del Lazio
Fiduciaria Manuela MOTTIRONI - Tel/Fax 06.687346
Sede: (presso Fondazione Adriano Olivetti) - Via Zanardelli, 34 00186 Roma
Orario presenza in sede: Martedì e Giovedì ore 10,00 - 12,30
Siamo
io
all’iniz 5
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del 20
Devo ricordarmi di rinnovare la
QUOTA SOCIALE 2015
(invariata a Euro 25,00/anno)
Per il versamento si può provvedere tramite
- il c/c postale n° 91364000 intestato a
Alatel - Associazione Lavoratori Seniores Gruppo Telecom
- tramite bonifico postale o bancario (vedere IBAN nel retro di copertina)
- presso la sede di Roma - Via C. Colombo, 142 (da Lu a Ve ore 9-12)
- oppure, se si risiede fuori Roma, versare la quota ai nostri Fiduciari locali.
Mi raccomando, non indugiare, perché il tuo contributo è molto importante.
(per informazioni è attivo il numero verde 800299225 (da Lu a Ve ore 9-12)
Caro Socio, ti ricordiamo che se usufruisci delle
FACILITAZIONI TELEFONICHE concesse
ai pensionati Soci Alatel Lazio,
il MANCATO RINNOVO DELLA QUOTA ASSOCIATIVA
ENTRO E NON OLTRE IL 31 GENNAIO
provoca la revoca automatica delle
“facilitazioni” concesse
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CASTAGNATA
Gli altri due gruppi
a Cave
LÊinterno di
Rocca Sinibalda
Il gruppo
Rocca Sinibalda
Soci di Viterbo
Soci di Rieti
CONVEGNO
ANNUALE
17 gennaio 2015
Soci di Latina
Soci di Frosinone