Marzo 2015 - Alatel Lazio
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Marzo 2015 - Alatel Lazio
N. 40 - Febbraio 2015 - Periodico di informazione per i soci “SENIORES TELECOM ALATEL LAZIO” - Allegato a “Esperienza” Marzo 2015 ASSOCIAZIONE SENIORES TELECOM - ALATEL INFORMAZIONE PER I SOCI DEL LAZIO CONVEGNO ALATEL LAZIO POMEZIA 17 GENNAIO 2015 SENIORES TELECOM ALATEL sommario 1 inCIPIT 23 Cari Soci Periodico d’informazione per i Soci SENIORES TELECOM - ALATEL/LAZIO 2 Direttore Editoriale Guglielmo Carretti 5 Capo Redattore Luciano Stoppa Comitato di Redazione Francesco Abet, Aldo Baldazzi, Virio Berti, Renato Cardinali, Carlo Carissimi, Guglielmo Carretti, Enrico Casini, Giancarlo Cocco, Umberto Corradini, Domenico Fiorini ,Franco Fontana, Giuseppe Gargano,Francesco Gioffreda, Cesare Lucarelli, Amalia Madonna, Roberto Malasoma, Manuela Mottironi, Pier Paolo Musicarelli, Gian Carlo Pasquini, Franco Pettorini, Luciano Stoppa, Marco Turbati. Sede SENIORES TELECOM ALATEL LAZIO Via Cristoforo Colombo,142 - 00147 Roma Tel. 06.54432940 - fax 06.54432175 (0-24) inCONVEGNO inCOMMUTAZIONE La prima telefonista Galluccio: uno scrittore 9 La Lituania 10 inUNIVERSITÀ inLAVORO 12 inDIRITTO Gocce legislative 13 per versamenti: • conto corrente postale numero 91364000 intestato a: ALATEL - Associazione Lavoratori Seniores Gruppo Telecom Italia s.p.a. oppure • Bonifico bancario sul c/c Unicredit Banca di Roma codice IBAN IT 20 Q 02008 05134 000005485499 • Bonifico sul c/c postale Alatel Lazio IBAN IT 15 C 07601 03200 000091364000 Fotografie: C. Carissimi, G. Carretti, C. Esposito A. Madonna, A. Movizzo, P.P. Musicarelli, L. Passero, F. Pettorini, L. Stoppa, P. Zaccaria Impaginazione e grafica Edizioni Manfredi Stampa Edizioni Manfredi Via Gaetano Mazzoni, 39A - 00166 Roma tel./fax 06.6243159 - [email protected] Finito di stampare nel mese di Febbraio 2015 28 16 inRICORDO inGALLERIA Onorato 18 inFOTOGRAFIA L'angolo del fotografo 29 inNUMISMATICA Monete 2015 dello SCV 30 inAIUTO Il 730 Il 5 per mille 31 inTELECOM Facilitazioni telefoniche 31 inMEMENTO Spigolature inPREVIDENZA Il passaggio del Fronte In Ciociaria "HiWiFi" (dal lunedì al venerdì ore 9-12) inTERRITORIO Palazzo Madama Il lavoro italiano (Olivetti) 14 [email protected] Sito: www.alatel.it 26 Intervista per e.campus 11 inCULTURA Le Esposizioni Universali inEUROPA Gocce previdenziali E-mail: 24 Anziani di servizio Colavito: uno scrittore 7 inVIABILITÀ la nascita del semaforo Il Convegno annuale inPREMIAZIONE n. 40 inSIEME • Catacombe • Rocca Sinibalda • Cave • Monte Soratte • Concerto di Natale 1° DI COPERTINA Foto del Convegno 3° DI COPERTINA Foto attività 4° DI COPERTINA Foto attività incipit Cari Soci, Gian Carlo Pasquini Mentre si andava in stampa veniva eletto alla alta carica dello Stato SERGIO MATTARELLA; le prime parole del neo Presidente della Repubblica Italiana sono state: “Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini” E tutti noi Seniores ALATEL LAZIO inviamo al nuovo Capo dello Stato gli auguri perché quanto da lui detto possa trovare al più presto una solida conclusione. 1 abbiamo da poco terminato il Convegno Annuale incentrato sulla “comunicazione” e quindi vorrei riprendere ancora questo tema a vantaggio soprattutto di coloro che per vari motivi non hanno potuto partecipare all’evento. Forse per molti di Voi alcuni passi di quanto sto per dirvi potranno sembrare ovvii, ma come suol dirsi, sono proprio le cose ovvie che devono essere puntualizzate. La comunicazione fra persone per fornire o ricevere informazioni è un elemento necessario del vivere sociale, ma assume un connotato importante - e direi essenziale - in una Associazione ove l’insieme delle persone devono “fare gruppo” avendo gli stessi obiettivi. Per ottenere tale risultato l’Alatel Lazio ha adottato un ventaglio di iniziative affinché le notizie (le news come modernamente si chiamano) raggiungano tutti nel modo più preciso e veloce possibile avvalendosi di diverse modalità, come il Giornale “New Continuare Insieme” con ben tre edizioni nell’anno che riporta articoli di particolare importanza ed attualità nei vari campi del “vivere sociale”; il “semestrale” “Foglio Notizie per illustrare le attività (soprattutto quelle di tipo “turistico”) che sono il collant per cementare l’Associazionismo; l’invio mensile ai titolari di email (newsletter) di notizie di attualità e il “memento” di quelle in programmazione immediata; il contatto con tutti coloro dei quali possediamo l’e-mail per raggiungerli in occasione di notizie o informazioni “a scadenza”, infine - è recentissima - la modalità di servirci di SMS verso i titolari di cellulari. Un ventaglio, quindi, di comunicazioni per non far restare voi, cari Soci, a digiuno non solo della nostra vita associativa, ma anche di quello che avviene intorno a noi nel mondo del lavoro, della previdenza, della sanità, del fiscale, del condominio, e così via. Termino quindi con una raccomandazione: fateci avere le vostre e-mail, il numero dei vostri cellulari e - poi per tutti - leggete quanto vi inviamo perché la comunicazione arricchisce chi la riceve. Cari saluti dal Vostro Presidente La Redazione inconvegno ALATEL LAZIO Convegno Annuale 17 gennaio 2015 2 Anche quest’anno, presso il Centro Congressi dell’Hotel Selene di Pomezia, si é svolto il Convegno Annuale dell’Alatel Lazio. La sala della riunione era completa; oltre 500 gli intervenuti da tutte le Sezioni del territorio regionale che hanno apprezzato i vari interventi corredati da slides che via via venivano proiettate sul grande schermo. Il Segretario Aldo Baldazzi ha aperto i lavori con gli auguri di “Buon Anno” e ha ringraziato tutti per la nutrita presenza. ricorda anche le attività già programmate e/o le eventuali modifiche apportate. Queste news raggiungono via email tutti coloro che hanno comunicato il loro indirizzo; all’appello mancano circa 1000 Soci. Sulla base di tale rilevazione, il Presidente invita calorosamente coloro che potrebbero essere i più restii a farsi aiutare da amici, figli o nipoti facendo presente che il mondo internet è la nuova comunicazione, ricordando che anche lo Stato colloquierà con i cittadini unicamente tramite tale nuovo sistema, e spronando gli amici ”seniores”, ad affrontare il mondo che cambia. Alatel invita i suoi soci ad accettare il suo aiuto perché la comunicazione è una delle basi sulla quale poggia ogni vita associativa. Al Convegno ha partecipato anche il Vice Presidente Nazionale Alatel Amedeo D’Ormea che ha portato ai convenuti il gradito saluto del Presidente Nazionale Antonio Zappi; D’Ormea nel suo intervento ha richiamato l’attenzione di tutti sulla necessità che l’AssoRivolgendosi, poi, ai Ficiazione sia continuaduciari delle Province stigmente implementata con matizza il fatto che il sito nuovi Soci e resa maggiora loro disposizione e del mente visibile all’esterno quale si augura ne conoda sin: Stoppa - Pasquini - Malasoma - Baldazzi attraverso opportune iniziascano l’esistenza, rimane tive soprattutto di carattere sociale. sempre vuoto (tranne qualche rara eccezione) come se nei Castelli Romani o a Frosinone, Latina, Rieti e Il Presidente Alatel Lazio Gian Carlo Pasquini, Viterbo non accadesse mai nulla di particolare rilenel suo esordio, ha precisato che il tema di questa vanza. Pasquini passa poi a illustrare - con l’aiuto giornata riguarderà “la comunicazione”; ricorda, delle slides - la struttura regionale che sovrintende quindi, che Alatel Lazio sta facendo il possibile per l’insieme delle attività ringraziando tutti coloro, conentrare in contatto con i circa 3400 Soci; oltre al siglieri e volontari, che vi dedicano il loro tempo inGiornale con tre edizioni l’anno ed il Foglio Notizie formando sommariamente i soci ; di questo nostro semestrale, da qualche tempo sta inviando, con caimpegno - si chiede il Presidente - ne siete al corrente? denza mensile una news contenente notizie di partiUna parte dei volontari è dedicato alla gestione delle colare attualità non solo del mondo dei seniores, ma facilitazioni telefoniche che come Seniores abbiamo ottenuto dalla Telecom. Sull’argomento, mentre ha ribadito la completa disponibilità nel trattamento dei fatti gestionali, ha confermato ancora una volta, ove ce ne fosse bisogno, che Alatel non dovrà mai sostituirsi a Telecom nell’espletamento dei suoi compiti squisitamente commerciali. L’Alatel è ben altro; la sua azione è diretta alla formazione e agli indirizzi di solidarietà e mutualità sociale, per cui sarebbe poca cosa se la consistenza numerica dei soci crescesse solo per effetto di tali facilitazioni. È, quindi, intervenuto Francesco Abet che ha illustrato l’importanza della “Newsletter”, inviata mensilmente ai Soci dei quali si conosce l’indirizzo di posta elettronica; da qui la necessità di ottenere da tutti per quanto possibile gli indirizzi mancanti per una migliore completezza dell’informazione e non ultimo per un consistente risparmio di spese postali. La “news” permette ai Soci di tenersi in contatto con il mondo Alatel, apprendere in tempo reale le novità sulle Associazioni mutualistiche Assilt e Assida, di quanto accade di importante o di urgente nel ventaglio legislativo. È ora la volta di Guglielmo Carretti che affronta importanti tematiche: fare parte di una Associazione Ora c’è bisogno di continuare questa missione di ricerca anche in vista di due iniziative dell’ANLA (di cui ricordiamo l’ALATEL è parte integrante), cioè il Concorso letterario, che, oltre alle sezioni Poesia e Racconti, prevede nuovamente la sezione “Racconti aziendali” nella quale ci auguriamo di trovare altre testimonianze sul nostro lavoro. 3 L’intervento del Presidente termina con una illustrazione sintetica del bilancio del 2014; in tale contesto invita ad un tempestivo versamento della quota sociale, perché l’Alatel - ricorda - vive esclusivamente del contributo dei Soci. vuol dire essere inserito in un gruppo di persone con gli stessi interessi e con gli stessi obiettivi principali da noi identificati nell’essere telefonici, pensionati, cittadini del Lazio e “antichi”. Proprio a questa “antichità” ci siamo più volte riferiti per chiedere contributi al fine di mettere insieme ricordi e testimonianze della nostra vita di lavoro. Qualcuno prima di me ha detto che “ricordare non vuol dire vivere nel passato o rivangare nostalgie ma significa di più ritrovare e riferirsi a fatti, a momenti di vita che diano un senso, un riferimento a quei valori che ci tengono insieme.” Possiamo citare anche Gustav Mahler secondo il quale la tradizione e il ricordo non sono il culto delle ceneri ma la custodia del fuoco. Riguardo poi questa “antichità” negli ultimi tempi abbiamo fatto particolare menzione del 50° dalla costituzione della SIP, l’Azienda che ha visto gran parte della vita lavorativa per molti di noi nei 30 anni della sua operatività tenuto conto che noi, attuali Soci di Alatel Lazio, siamo i più credibili e diretti testimoni di quegli anni che hanno costruito la storia delle TLC in Italia perché l’operatività dell’Azienda è sempre stata concepita e diretta in maggior parte da Roma - con le linee tecniche, del Mercato e della comunicazione. 4 Poi l’altra iniziativa, che dovrebbe fornire il materiale per la realizzazione di un Libro di ANLA, con i ricordi e le testimonianze dirette o riportate di fatti della Seconda Guerra Mondiale; questi sono momenti che soltanto i più “antichi” fra noi possono ricordare. Ha preso la parola Pierpaolo Musicarelli che illustra una sua esperienza di vita, cioè l’essere volontario della CRI e vivere quindi con altri volontari questa pregevole esperienza molto umanitaria e sociale; invita pertanto i colleghi a farsi a loro volta promotori “attivi” di una delle innumerevoli azioni di solidarietà verso il prossimo (per la verità molti Soci già sono impegnati in opere “sociali”). Viene chiamato al microfono un iscritto all’Alatel Francesco Russano - ancora in servizio in posizione manageriale, il quale promette un suo fattivo intervento sui lavoratori in attività per un proselitismo accentuato. (alcune vedute della sala riunioni e la premiazione dei due Soci) Preceduto dalle relative slides ecco l’intervento di Luciano Stoppa che ha illustrato in sintesi le modalità di gestione innovative dell’ASSILT e dell’ ASSIDA, che hanno permesso di dare un po’ di respiro ai relativi bilanci senza intaccare le prestazioni erogate e per quel che riguarda l’ASSIDA anche ad una sensibile diminuzione e snellimento nei tempi di rimborso. Poi vengono illustrati gli interventi di “consulenza” forniti ai Soci in vari campi, primo fra tutti quello inerente l’aspetto previdenziale a proposito del quale viene precisata l’azione di ricorso giudiziale avverso l’applicazione del contributo di solidarietà “telefonici” avvenuto nella zona di Roma ove la prima udienza è stata fissata per il 20 febbraio p.v. Infine seppure in rapida sintesi, Stoppa ha sintetizzato le attività promosse ed effettuate nel 2014 e quelle previste nel 1° semestre del 2015. Nel corso del convegno il Presidente Pasquini ha premiato con una pergamena ed una medaglia commemorativa dell’Expo 2015 due Soci per la loro lunga permanenza associativa. Mi preparavo una traccia ma non essendo abbastanza disinvolto nello sbirciarla durante il discorso, ogni volta ho cambiato secondo il pensiero del momento e in funzione del clima che percepivo nell’uditorio. Devo dire un clima molto teso a causa di alcune precarietà che influenzano la vita lavorativa dei presenti: mobilità, contratti di solidarietà, prepensionamenti, dimissioni indesiderate, tutte cose necessarie per l’Azienda in questo periodo di crisi ma ovviamente assolutamente negative e gravose per chi le deve subire. Clima che certamente non favorisce il gradimento che “anziano è bello”, che ALATEL-LAZIO attende con piacere l’adesione di questi cari colleghi che ne allieterà il tempo libero con varie iniziative ludicoculturali , con viaggi mirati ad un pubblico cultural- mente maturo (senza nulla togliere ai frequentatori del CRAL Aziendale che vede prevalentemente partecipanti più giovani). Inoltre i miei predecessori nell’introduzione alla cerimonia di premiazioni sono importanti professionisti, ricordo solo due nomi, il dr. Attilio Fiorentino e l’ing. Francesco Russano che, notando il mio nervosismo mi incoraggiano: ”forza Pier Paolo incantali con i tuoi bellissimi 22 anni da quando hai lasciato l’Azienda e quante stupende attività hai potuto finalmente svolgere...”. È facile per loro! penso io; essi hanno infatti una traccia ben preparata in funzione dei bellissimi filmati che presentano i fatti più importanti avvenuti rispettivamente 25 e 30 anni prima, per ricordare il momento dell’assunzione dei premiandi, io ho solo... incoraggiamenti! Beh, arriva il “mio” momento. Vado sul palcoscenico con il mio nome ben proiettato sullo schermo retrostante, presentato alla grande dai personaggi sopra citati: racconto chi sono, prendo anch’io spunto dai filmati: “avete visto quel chiusino, beh io ci sono entrato e vi ho lavorato; sono anche salito su quei pali di legno con quegli aggeggi che si fissano ai piedi e che chiamavamo “ramponi”... Percepisco nell’uditorio un’atmosfera più rilassata e interessata dalle curiosità che racconto. Prendo il via e racconto l’ALATEL-LAZIO, associazione dove in fraterna atmosfera si possono passare ore liete, senza “reducismi” ma con lo sguardo al futuro. Programmi interessanti per il tempo libero dai... nipotini; aiuto in tanti settori della vita quotidiana: consulenza legale, fiscale, assicurativa, pensionistica, etc, tutto svolto da volontari della struttura organizzativa capeggiata dal nostro Presidente che ammiriamo e che ci strega ogni giorno impegnandoci in nuove importanti iniziative. Insomma le persone si interessano e si divertono alle 5 In ben cinque giornate, nella cornice di un autunno generoso di sole si sono svolte le premiazioni dei dipendenti che hanno 25 o 30 anni di servizio.Ho avuto il prestigioso incarico di presentare ad essi la nostra Associazione e sono molto grato al Presidente di avermelo affidato. Ero un po’ preoccupato in quanto non mi era stato dato alcuna traccia del mio intervento che ho improvvisato ben 5 volte, tante sono state infatti le giornate di premiazione rivolte ad altrettanti gruppi di premiati. Ogni volta ero molto emozionato. inpremiazione CON 25 E 30 ANNI DI SERVIZIO P.Paolo Musicarelli PREMIAZIONE DEI LAVORATORI mie colorite osservazioni ”e se ho fatto carriera io, figuriamoci voi che siete giovani, belli/e e snelli/e e non vecchi e ciccioni come me! Fine!” APPLAUSI e partecipazione alla consegna dei premi (v. foto). Anche i rappresentanti TELECOM ITALIA di cui sopra mi dicono cose carine sul mio intervento ed io ne sono conquistato. Forse all’età di 80 anni ci commuoviamo con maggiore facilità? Sddayay eeniority en niority 6 Sono state cinque giornate stupende! Ringrazio il mio Presidente di avermi dato occasione di viverle. UN COLLEGA... SCRITTORE COSMO COLAVITO - Da un ingegnere specializzato in Telecomunicazioni, libero docente in Radiocomunicazioni, che ha ricoperto incarichi rilevanti nel Gruppo STET, che è stato Direttore di Consultel e si è occupato di progetti ICT in Italia e all’estero, presiedendo organismi internazionali che si occupano di ponti radio, di fibre ottiche e di tecniche che guardano al futuro, forse ci si sarebbe aspettato un argomento più vicino ai nostri tempi. Ma scorrendo il volume Telegrafi e telegrafisti del Risorgimento edito dalla Aracne Editrice (pagg. 424) si può convenire che l’aspetto che viene messo in luce e che ha anche riflessi sul mondo attuale sia la cooperazione messa in atto dai Paesi europei, allora spesso con rapporti non amichevoli, per assicurare una comunicazione globale per la prima volta consentita dal telegrafo che viene considerato l’Internet del XIX secolo. Ad esempio sotto la direzione di Luigi Negrelli, più noto come progettista del Canale di Suez ma allora Direttore delle Strade, Ferrovie e Telegrafi del Lombardo Veneto, viene realizzata la linea telegrafica, secondo i dettami dell’Imperatore Francesco Giuseppe, che unirà Milano, Venezia, Bolzano a Vienna (1849-50). E l’Inghilterra che, per i suoi interessi in Africa e Oriente, sponsorizzerà le realizzazioni telegrafiche in tutta la nostra Penisola per facilitarsi il transito interessandosi nello stesso tempo dei movimenti insurrezionali nel nostro Paese, vedendo di buon occhio una unificazione italiana. E Garibaldi è rimasto famoso anche per le sue risposte … telegrafiche. (qui sopra il famoso telegramma con “OBBEDISCO”) incommutazione Cinzia Esposito LA PRIMA TELEFONISTA Icona tra le più rappresentative dell’immaginario collettivo, e non solo telefonico, la centralinista è davvero una pietra miliare a cavallo di ben tre secoli del nostro patrimonio nazionale. Nei primi decenni del Ventesimo Secolo, il lavoro delle centraliniste non era affatto semplice: costrette a vivere in un continuo squillare di telefoni, svolgevano, in un primo tempo in piedi, un lavoro ripetitivo, monotono e snervante, utilizzando apparati tecnologici del tutto inadeguati, a causa di continui disservizi. Negli anni Venti i medici riscontrarono addirittura una certa frequenza di lesioni nervose e otopatie fra le addette alla commutazione. La centralinista, poi, doveva dovere entrare “in contatto” con persone sconosciute, per la maggior parte di sesso maschile, entrando così in conflitto con uno dei tabù più resistenti delle “ragazze per bene”, tanto che agli albori dell’esercizio telefonico le telefoniste addirittura venivano aprioristicamente giudicate in maniera negativa e, a volte, anche ingiuriate. Quindi, si rese necessario riconquistare una vernice di “dignità “ e “rispettabilità”, sia da parte delle “signorine” che delle stesse aziende telefoniche: furono così avviati corsi di formazione, per insegnare alle operatrici come usare un tono “cortese” ma, al tempo stesso, tenere le distanze dagli utenti troppo intraprendenti, in osservanza di un rigido regolamento disciplinare, a cui erano preposte le austere “capoturno”. LA PRIMA TELEFONISTA Se andiamo a consultare le nostre emeroteche aziendali, riusciamo a scovare anche il nome della prima “signorina” addetta al centralino telefonico. Nel 1927, la rivista aziendale Sip Sincronizzando pubblicò un articolo comparso sul Corriere della Sera, citando il nome di Edvige Calvi (ved. foto), centralinista fin dal 1881, anno in cui a Milano furono installati i primi apparecchi telefonici. Il ritratto della signorina Edvige tracciato dalla rivista non è troppo tenero: descritta come una vecchietta “svelta, chiacchierina e zelante”, era così zelante che “nemmeno durante lo sciopero del 1901 volle mancare” al lavoro, 7 Un ruolo di tutto rispetto e di enorme responsabilità, quello ricoperto dalle “operatrici di commutazione” nonché inedito. Infatti, non potevano essere assimilabili alle operaie di fabbrica perché non producevano beni materiali, ma nemmeno alle impiegate, come le dattilografe o le stenografe; inoltre le centrali, loro luogo di lavoro, non potevano essere considerati veri e propri uffici. Sempre sottoposte al ferreo controllo delle capoturno, sempre in divisa, originariamente non possedevano alcuna qualifica professionale, anche se proprio con loro si inaugurò un nuovo tipo di attività nel settore dei servizi: il contatto diretto con i clienti finali. a differenza delle colleghe che invece “tumultuarono”. 8 Nell’articolo la “messa a riposo” dell’anziana dipendente diventa un pretesto per ripercorrere le tappe del servizio telefonico, concentrandosi sulla figura della centralinista “tanto bistrattata dall’impazienza e dal nervosismo degli abbonati” e così “spesso vittima oscura se pure non silenziosa di un’aspra e snervante fatica”. Nel 1926, , in occasione del suo quarantacinquesimo anno di attività, la sua “fedeltà” al servizio telefonico fu elogiata dal direttore generale della Stipel, Giangiacomo Ponti, in una cerimonia alla presenza di tutto il personale L’obiettivo di “valorizzazione” delle centraliniste da parte delle nuove concessionarie, che dal luglio 1925 gestirono il servizio telefonico in Italia, fu anche perseguito attraverso l’organizzazione di cerimonie, encomi e premi, come appunto la festa di pensionamento per la signorina Calvi. Alla metà degli anni Venti, le centrali automatiche iniziarono a sostituire quelle a commutazione manuale, così la figura della centralinista tradizionale, anche se con una certa nostalgia, iniziò a sbiadire. Nella realtà, però, il ruolo dell’operatrice telefonica continuò a sopravvivere nei decenni successivi, pur nel mutare dell’offerta dei servizi, in particolare per tutti i servizi speciali e per i collegamenti interurbani e internazionali. UN SOCIO... SCRITTORE FABIO GALLUCCIO - La freschezza di un giovane di 24 anni fa mantenere vividi per tutta una vita i ricordi di un anno che è rimasto come pochi altri nella storia più recente. Moro e la sua scorta, i due Papi, un Presidente della Repubblica, Leone, che si dimette ed un altro che resterà tra i più amati, Pertini; e gli assassinii e ferimenti delle Brigate rosse, la P2, fatti che sono rimasti come nitide fotografie nella mente e che hanno anche contribuito a formare il pensiero politico di quel giovane. Che oggi è Dirigente in Telecom Italia nel settore chiamato “People Caring” e ha riportato il suo ricordo nel volume “Settantotto“ (Oltre Edizioni pagg 150) Invece, nel giugno del 2013, il consenso si era attestato al solo 41% ; poi in un anno e mezzo è salito di oltre venti punti. Tale rafforzamento è stato attribuito all’attrito tra Russia ed Europa per la questione Ucraina; tale dissidio, infatti, ha accentuato nelle popolazioni baltiche il timore per un ritorno del revanscismo russo. L’introduzione dell’Euro ed il fatto di dotarsene come nuova moneta al posto delle Litas, è stato visto dai lituani come l’ancora di sicurezza e di salvezza verso l’occidente e per la protezione della Nato. È da ricordare che nel 1991 dopo l’implosione dell’URSS, le repubbliche baltiche sono tornate alla loro piena sovranità. La Russia ha cercato in questi anni di difendere le minoranze russe presenti in maniera consistente in tutti i paesi baltici accusando i governi locali di discriminare i russi. C’è però l’altra faccia dell’adozione dell’euro che preoccupa gli oltre tre milioni di cittadini lituani: l’aumento selvaggio dei prezzi ed in particolare il rapporto di forza tra euro e rublo; infatti l’export lituano verso Mosca supera il 20 per cento del totale e si temono contrazioni negative nel commercio, nelle esportazioni energetiche e nel potere di acquisto delle famiglie. La bandiera lituana ha tre colori posti orizzontalmente. Dall’alto sono il giallo, il verde e il rosso; il loro simbolismo è questo: il giallo rappresenta la luce e il sole il verde rappresenta l'erba il rosso rappresenta il sangue versato per la patria 9 E questo è avvenuto perché il 65% dei cittadini (secondo Eurostat) ha espresso, di recente, il gradimento alla nuova moneta. ineuropa Dal primo gennaio di quest’anno anche dalla Lituania (Paese Baltico) adotta l’Euro; è il diciannovesimo che adotta la moneta unica ed il sesto dopo Cipro, Slovenia, Slovacchia, Estonia e Lettonia, entrati in Europa nel 2004. Giancarlo Cocco LA LITUANIA ADOTTA L’EURO Guglielmo Carretti inuniversità 10 AVVICINIAMOCI ALLA CULTURA UNIVERSITARIA CON ECAMPUS Molti di noi hanno avuto occasione di conoscere, direttamente o indirettamente, molte iniziative che miravano a portare fuori dai luoghi a esse deputati alcune attività che hanno riflessi sul sociale; sono tutte quelle forme di comunicazione che, precedute dal prefisso tele dovrebbero riuscire adallargare anche fisicamente la propria sfera di competenza e di influenza. Il nostro lavoro ci ha portati anche a essere protagonisti a volte di teleconferenza, di telelavoro, di teleassistenza, abbiamo conosciuto alcuni di quei telecontrolli che integrano la domotica, poi la teleeducazione, il teleinsegnamento. Quest’ultima forma di telecomunicazione è stata spesso auspicata da chi aveva difficoltà anche fisica, dovuta alla distanza e al tempo a disposizione, di frequentare ed usufruire dei luoghi ove accrescere il proprio bagaglio culturale con un certo ordine e con risultati concreti, come succede con gli studi universitari. Tale difficoltà è stata oggi annullata o diminuita di molto mediante il tele insegnamento realizzato dalle Università online con le quali l’aula di lezione è la propria stanza, il proprio studio e verso le quali si può indirizzare chi volesse dare seguito concreto ad ambizioni ed aspirazionialle quali per varie vicissitudini negli anni andati si è dovuto rinunciare. O chi volesse dare ordine ad interessi comunque seguiti con i mezzi di informazione di tutti i tipi, informandosi con giornali e televisioni, a volte coscienti di perdere tempo o ammassare il cervello in meandri senza costrutto ma anche chi volesse avere la soddisfazione di arrivare ad avere un titolo di studio di livello migliore. Tutto questo è ora più a portata di mano con una Università che abbiamo avvicinato per conoscerla meglio e per renderci conto delle effettive possibilità offerte anche a chi, essendo in età anche avanzata, volesse trovare il coraggio di ricominciare a competere con se stesso: ECAMPUS è un ateneo istituito dal Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca nel 2006, con 8 sedi in Italia, cinque Facoltà (Giurisprudenza, Psicologia, Ingegneria, Economia, Lettere) con 22 corsi di laurea con corsi personalizzati, stabiliti con pre- valutazione gratuita, che tengono conto non soltanto di eventuali esami già dati in altre facoltà anche anni prima ma pure delle competenze professionali acquisite nella propria vita di lavoro; le lezioni si possono seguire a casa propria nelle ore in cui si ha migliore disponibilità, si viene seguiti da un tutor con il quale ci si può collegare anche in skipe oltre che direttamente presso la sede dell’Ateneo (a Roma è in via Matera 18). L’ANLA ha stretto una convenzione per la quale viene riconosciuto uno sconto del 20% sulle quote di iscrizione, in Italia l’Ateneo conta 22000 matricole, le iscrizioni sono possibili in tutti i momenti, gli esami si possono dare tutti i mesi, tutte situazioni queste che rendono possibili condizioni come abiti su misura per tutte le esigenze e possibilità. Una docente segue ora il Alatel”, “progetto nell’ambito della convenzione ANLA, è cortese e decisa, è avvocato, la dr.ssa Stefania Coco (reperibile ai nn. 06 69940111 e 3392718837 e con il seguente mail: [email protected] - per informazioni più dettagliate e per prevalutazioni gratuite) si è fatta le ossa come assistente a Giurisprudenza alla Sapienza di Roma - dove ha conseguito anche un Master in Criminologia ed Intelligence, tanto per non perdere tempo - è tutor per la Facoltà di Giurisprudenza e ci fermiamo per ragioni di spazio. Non stiamo descrivendo una convenzione per beni o servizi più o meno favorevoli, stiamo parlando di un impegno che può cambiare la vita, non per trovare un lavoro che alla maggior parte di noi ormai non serve ma per un impegno sfidante, per provare l’elasticità del proprio cervello. Sul numero 12 del 2013 di Esperienza un articolo ha richiamato la figura di un grande italiano, Adriano Olivetti e della sua particolare visione Eccezionale è stata anche l’attenzione, con buona ragione, che l’Italia filatelica ha riservato a questa azienda inserendola per due volte nelle serie dedicate al Lavoro italiano nel mondo. La prima volta nel 1986 dedicando un francobollo da 650 lire al calcolatore prodotto da Olivetti: non è un fatto conosciuto da tutti, forse soltanto dagli addetti ai lavori, che il primo computer al mondo è stato ideato in casa Olivetti, che riuscì ad arrivare prima della Hewlett Packard a realizzare il prodotto - il Programma 101 - e a Comunque le attività principali della Società sono sempre state quelle delle macchine da calcolo e delle macchine da scrivere (chi non ricorda la Lettera 22 e la foto che immortalò Indro Montanelli con la sua “Lettera” sulle ginocchia?) ed a queste è dedicato il secondo francobollo emesso nel 2008 dall’Italia (¤ 0,60) per la medesima serie, in occasione del centenario della costruzione della prima fabbrica a Ivrea. Ci piace ricordare - è già stato fatto da Antonello Sacchi nell’articolo su citato - che i lavoratori anziani della Olivetti, che attualmente è una Società del Gruppo Telecom Italia, hanno la loro Associazione, la Spille d’oro, che è inserita nei Seniores Telecom Alatel (Consiglio Regionale del Lazio) e quindi fa parte anche dell’ANLA. 11 del mondo del lavoro, specialmente della creatura fondata da suo padre Camillo e da lui portata a vette eccezionali, la Soc. OLIVETTI. diventare anche fornitore delle aziende statunitensi per queste apparecchiature; nel 1965 l’apparecchio, soprannominato Perottina dal nome dell’ing. Perotto, il vero padre del computer, venne presentato all’Esposizione mondiale di New York. Si è anche parlato in quei tempi di atmosfere da film con possibili spionaggi industriali e pesanti rivalse giudiziarie contro la Hewlett Packard che aveva immesso sul mercato un tipo di computer con sistemi simili a quelli realizzati dalla Olivetti. inlavoro Guglielmo Carretti Il LAVORO ITALIANO ALTO SUL MONDO Luciano Stoppa indiritto GOCCE… LEGISLATIVE Continuiamo la rubrica che “apre le finestre” sulle più recenti e principali leggi, sentenze, decreti o quant’altro possa interessare i nostri Soci ed il loro ambiente familiare, condominiale, lavorativo, economico, ecc. Non possiamo qui pubblicare per intero le normative, per cui ci limitiamo a darne il “succo” con alcuni riferimenti (es.: n° della G.U.- estremi della Sentenza, del Decreto, della Circolare, ecc.) utili per chi voglia ricercare ed approfondire maggiormente l’argomento. STANCHEZZA DELL’AUTISTA Se si è alla guida di un veicolo in autostrada e “stanchezza” come possibile rischio di incidente nel sopraggiunge un momento di forte stanchezza, è concetto di "malessere" che rende “lecita” la sosta lecito fermarsi sulla corsia d'emergenza. Lo ha sta- sulla corsia di emergenza ai sensi dell'art. 157 bilito la Corte di Cassazione inquadrando la C.d.S., comma 1. CONTABILIZZATORI DI CALORE Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal scun termosifone del proprio appartamento le valvole decreto direttiva termostatiche con i contabilizzatori di calore, che per- 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, scatterà metteranno di risparmiare, ma che avranno anche costi l’obbligo, per tutti gli italiani che risiedono in condomi- d'installazione non sempre leggeri. Sarà bene comin- ni con riscaldamento centralizzato, di installare su cia- ciare a pensarci. di recepimento della CACCIAVITE IN MANO - È REATO ? I giudici della seconda sezione penale della Cassa- serrature ed altri analoghi congegni dotati di attitudi- zione (sent. n. 53653 del 23/12/2014) hanno ne potenziale ad operare sulle medesime", precisan- affermato che “in tema di possesso ingiustificato di do che “anche il cacciavite è da considerarsi un chiavi alterate o grimaldelli, l'espressione "strumenti arnese atto allo scasso”. Peraltro, hanno sottolineato, atti ad aprire o forzare le serrature", contenuta nel- la disposizione di cui all’art. 707 c.p. pone a carico l'art. 707 cod. pen. deve essere intesa nella sua del detentore “l'onere di dare la prova che gli ogget- accezione più ampia ed incondizionata, sì da farvi ti rinvenuti in suo possesso sono destinati ad un uso rientrare tutti gli arnesi idonei di per sé ad aprire le legittimo". CERTIFICATI MEDICI Il decreto legge “ Fare” del 24.4. 2013 ha can- per svolgere attività ludico-motoria amatoriale cellato l'obbligo di presentare il cer tificato (come ad esempio andare in palestra o svolgere medico, e le spese economiche ad esse annesse, nuoto libero). REVERSIBILITA’ E inprevidenza Apriamo la finestra su alcuni quesiti che di tanto in tanto ci vengono proposti dai nostri Soci in merito a dubbi sulla normativa previdenziale. Luciano Stoppa GOCCE… PREVIDENZIALI EREDITA’ eredita, ma si trasmette “iure proprio” e quindi viene non accetta l’eredità e quindi perde la qualifica di erogata al superstite indipendentemente sia dalle even- “erede”, questa situazione agisce anche sulla pensione tuali volontà espresse dal de cuius con il testamento e di reversibilità ? NO, la pensione di reversibilità non si sia dalla rinuncia all’eredità espressa dal superstite. OPZIONE DONNA Nella precedente edizione di questo giornale (a rati, è meno conveniente del retributivo. Ma atten- pag. 5) venne comunicato che la normativa che zione ! Dal 1° gennaio 2016 per effetto anche del consente alle donne di andare in pensione con 35 nuovo dato sulla “speranza di vita” l’età per andare anni di contributi e 57 anni+3 mesi di età è stata in pensione per le donne sale a 65 anni +7 mesi. prorogata al 31/12/2015; si ricorda però che Chi è interessata valuti bene la convenienza di l'importo viene determinato per intero con il metodo avvalersi o meno dell’opzione donna. Leggasi la di calcolo contributivo, che, a parità di anni lavo- nota sottoriportata. OPZIONE DONNA... OPPURE? Il tema “opzione donna” tornato all’attenzione di tutti nel 2015 per l’insieme delle novità descritte nella nota precedente potrebbe far sorgere dubbi o problematiche connessi alla convenienza o meno di attendere. Tentiamo allora con esempio di esemplificare il tutto dal quale si possono trarre considerazioni e riflessioni personali. Ecco l’esempio: Lavoratrice di 61 anni al 31.12.2014 e che alla stessa data può contare su una contribuzione INPS di 39 anni. Possibilità per andare in pensione: 1) avvalersi nel 2015 dell’”opzione donna” avendo già superato i 57 anni di età e 35 anni di contribuzione. Tutta la pensione sarà però calcolata con il metodo contributivo e quindi sarà inferiore dell’ordine del 15-20%. 2) avvalersi della “pensione anticipata” e quindi continuare a lavorare sino al raggiungimento degli attuali (ma con il fattore “speranza di vita” potrebbero aumentare) anni 41+10 mesi di contribuzione; la pensione sarà calcolata con il metodo misto (retributivo sino al 2011 e poi dal 2012 contributivo) e sarà corrisposta dal 1° novembre 2017 3) optare per la “ pensione di vecchiaia” al raggiungimento dell’età anagrafica di anni 65+7 mesi e cioè dall’agosto 2018. Merita richiamare l’attenzione che la “pentola previdenza” è sempre in ebollizione e quindi è sempre probabile che si apportino delle modifiche (mentre scriviamo infatti ci sono già delle proposte – ancora da definire- per rivedere la legge Fornero). 13 Se il pensionato muore e la moglie - per vari motivi - inricordo IL PASSAGGIO DEL FRONTE di Piero Cambi 14 FATTI E TESTIMONIANZE DI VITA TELEFONICA (GIUGNO 1944) Siamo al giugno 1944. Nella nostra centrale allora TETI i militari tedeschi si alternavano ogni quattro o cinque mesi ed io, data l’ovvia inesperienza, li distinguevo solo nel rapporto umano e non nei gradi, che non conoscevo. Anche se è retorico parlare di buoni e di cattivi, non trovo altra forma per dire in sintesi come si comportassero quei soldati. Comunque sia ho avuto la soddisfazione di sapere che uno di quelli che giudicavo “buono” ha scelto la mia cittadina ORVIETO per venire a trascorrere la sua vecchiaia. Tanti nomi si ripetevano sempre: Albert, Joseph, Hans . . . . in particolare ricordo uno che era come un incubo per me: Seep. Gli ultimi giorni prima del passaggio del fronte tutti i dipendenti adulti della nostra azienda si erano allontanati da Orvieto per non essere catturati e trasportati in Germania, tra questi c’era mio padre. Eravamo quasi alla fine della guerra, avevo compiuto da poco 16 anni, un giorno mentre stavo al ricovero (si fa per dire perché eravamo sotto le fondamenta del Duomo), arrivò Seep obbligandomi, con modi bruschi, ad andare in centrale per prestare servizio al centralino sotto la minaccia di scovare mio padre per portarlo in Germania. Malgrado le grida di mia madre fui costretto ad accettare e, con un gran pianto e tutto impaurito, mi recai a prestare servizio al centralino fino a quando Seep, mosso a compassione, mi fece ritornare al ricovero dopo avere prestato servizio tutta la notte. Devo far notare che il mio ricovero erano le fondamenta della torre del Moro (mt. 2,20). Dopo qualche giorno (14 Giugno) arrivarono gli Americani e tutti quanti (compreso mio padre) uscirono dai più impensabili nascondigli quali cantine, soffitte e rifugi. I tedeschi avevano portato via la chiave della centrale e toccò a me, che ero piccolo e mingherlino, di entrare attraverso una piccola finestra che sfasciammo a martellate. Anche se sono trascorsi tanti anni ricordo ancora perfettamente lo spettacolo che si presentò davanti ai miei occhi: decine di bombe a mano sopra il tavolo e centinaia di proiettili inesplosi per terra. Le cappe che coprivano i meccanismi telefonici tutte all’aria, i cavi spezzati e tutta la centrale in uno stato di distruzione tale da sembrare impossibile che un solo uomo, Seep, abbia potuto causare. Eppure solo lui è rimasto fino all’ultimo istante. Devo riconoscere che solo l’abnegazione e la capacità dell’allora Capo Centrale, NATALI, seppe in pochi giorni e con modestissimi mezzi, ripristinare la Centrale stessa. Grazie anche al prodigarsi del personale esterno e con mezzi di fortuna si è riusciti a ripristinare le comunicazioni con tutta la parte dell’Italia liberata. L’ultimo ricordo che mi sovviene è legato al servizio svolto dai vecchi combattenti (e mutilati) della prima guerra mondiale, che in servizio alla DIGAT(la contraerea), erano addetti a suonare le campane di allarme dietro nostra segnalazione (Le sirene invece furono installate successivamente). Noi ricevevamo via cavo (da AMELIA) le informazioni di attacchi aerei e subito le trasmettevamo a loro (con una minima perdita di tempo di pochi minuti) i quali davano l’allarme alla città. Un episodio che mi è rimasto sempre impresso risale alla notte che sganciarono una bomba su ORVIETO. Gli addetti della DIGAT che stazionavano sopra la torre del MORO, non avendo forse percepito correttamente l’esatto punto dove era caduta la bomba, ci avvertirono che era stato bombardato il Teatro (e non era vero), mentre a mia madre che era al ricovero del Duomo gli fu riferito che la bomba era caduta sulla Torre del Moro. Nessuno può immaginare quanto ha pianto. Con l’aiuto di un militare della DIGAT volli recarmi nel posto dove era rifugiata la mia mamma. Quando ci siamo incontrati ci siamo abbracciati come due sopravvissuti. Strada facendo, per raggiungere il ricovero (vicino all’attuale ufficio postale) trovammo i due cadaveri di Raffaello e Carlo: rimasi sconvolto. Ciò che convalida questo mio ricordo, è un foro (ancora visibile) provocato da uno spezzone, in una grata di ferro, nell’immediate vicinanze dove giacevano questi due poveri cadaveri. Rimasi sconvolto anche assistendo alla fatica dei Vigili del fuoco, per salvare la vita di un Orvietano ( Apolloni Remo) il quale rimase infortunato per tutta la vita. L’unica bomba caduta in Orvieto, aveva distrutto il suo fabbricato. Come ho detto avevo poco più di 16 anni. Oggi ne ho 87 e sono l’unico superstite dell’allora TETI poi SIP e attualmente TELECOM. Estratto Dal Giornale Nuovo Mondo Di Frosinone del 9.1.2015 Non capita tutti i giorni di essere premiati in uno degli eventi più seguiti al mondo. Se poi questo è l’International Consumer Electronics Show (Ces) di Las Vegas, la più grande fiera di elettronica al mondo, che ogni anno attira gli appassionati di tutto il globo, allora il premio assume un sapore ancora più speciale. No, non è una favola da raccontare, ma solamente la storia di due ragazzi: Mauro Pelosi, figlio del nostro socio Pasqualino, 32 anni da Picinisco in Valcomino e Francescantonio Della Rosa di San Giorgio a Liri. I due ciociari si sono imposti con la loro invenzione: il software “Hi WiFi”, la prima soluzione del settore a utilizzare reti wi-fi esistenti per Smart Home Security, in poche parole per la sicurezza della casa. “Hi WiFi” è stata sviluppata da Ekin Labs, startup fondata in Finlandia da Mauro Pelosi nel 2013. Un successo incredibile per il giovane ingegnere che al tempo dell’Università, durante esperimenti con le apparecchiature wi-fi, ha notato che quando passavano delle persone, le onde emanate cambiavano, così gli è venuta in mente l’idea di utilizzare le onde emesse dal wi-fi per la sicurezza delle persone. Il software, che tra poco sarà sul mercato, è molto semplice da usare. Basta installare l’applicazione sul proprio telefono, su un computer o anche sul televisore abilitato al wi-fi e il gioco è fatto. A quel punto il dispositivo, grazie alla connessione, rileva i movimenti all’interno dell’ambiente chiuso, rilevando possibili intrusi. 15 “Hi WiFi” il software del futuro made in Ciociaria G. Carretti ingalleria GALLERIA DI SOCI GIORGIO ONORATO (intervista raccolta da Guglielmo Carretti) 16 I Soci Alatel Lazio lo conoscono soprattutto per la sua presenza ai Convegni annuali quando lui non manca di farsi una ripassata di canzoni per allietare i presenti. I più antichi dei colleghi tecnici lo hanno avuto compagno protagonista in tante riunioni per festeggiamenti di promozioni o messa in quiescenza, nelle quali la sua disponibilità non era messa mai in dubbio. E così va a finire che ci si dimentica che, se è un nostro collega, lo è perché prestava la sua opera di tecnico di centrale e di trasmissioni dai tempi della TETI. Allora questo suo diverso aspetto, che non ha soltanto due facce, come vedremo, merita un approfondimento che ci siamo fatti spiegare da lui medesimo. Giorgio, ci racconti come è nata la vocazione per il canto romanesco? E’ dovuta soprattutto alla situazione familiare che si è venuta a creare quando mio padre, che era un tecnico aeronautico, venne trasferito –con tutta la famiglia – da Roma a Torino per lavorare dal dicembre 1939 negli stabilimenti dell’Aeronautica d’Italia, industria del Gruppo FIAT. Io ero un ragazzo di 12 anni, stavo sempre a casa con mia madre che, romana da sette generazioni, non poteva fare a meno, nelle brume del nord, di mettersi a cantare durante il giorno, un po’ per passare il tempo, un po’ per vera nostalgia, tutto il repertorio romanesco. E lì convinse anche me ad imparare quelle canzoni e, come voce, me la cavavo abbastanza bene tanto che cominciai ad essere chiamato nelle riunioni di amici e conoscenti per esibirmi. E come sei arrivato alla TETI? Scoppiata la guerra mio padre da Torino era stato mandato in Africa per la manutenzione degli aerei cui la sabbia del deserto provocava non pochi problemi. E la nostra casa venne bombardata per cui dovemmo tornare in fretta a Roma, ospitati da mio zio, non avendo altre possibilità e con mio padre sempre in Africa. Fu quella l’occasione per la quale ebbi modo di essere assunto in TETI come straordinario, in sostituzione di un dipendente richiamato, come disegnatore di planimetrie, avendo frequentato la scuola di avviamento industriale. Poi però fui passato presto in centrale, dovetti interrompere gli studi per geometra che avevo nel frattempo intrapreso e, dopo l’arrivo degli americani, dopo varie sostituzioni, arrivai nel 1947 nella centrale Nomentana, dove il capo era Savini. Ma eri giovanissimo! Si, diciotto anni, tanto che dopo poco si presentò la necessità di fare il servizio militare, dovetti andare a Macerata dove mi iscrissero subito nei registri del Ministero dell’Aeronautica come tecnico di impianti Siemens ed avevo la manutenzione degli amplificatori in caserma. Poi capitò lo sciopero della TETI del 1949 e mi precettarono, così mi toccò fare il crumiro per forza. Al termine del servizio militare rientrai in TETI, sempre in centrale. Qui hai potuto far valere un’altra tua specifica. Si, perché mio zio - che è poi diventato anche mio suocero, avendo io sposato la figlia, mia cugina di primo grado (con i dovuti permessi anche ecclesiastici) - era un valente orologiaio, di alta precisione, e mi insegnò anche quel mestiere. Questo servì per poter riparare i cronoscopi della centrale S. Maria in Via, con pezzi di ricambio anche creati da noi, che mi valsero peraltro la gratitudine del capocentrale Spiti. E alla RAI, dove avevi cominciato a cantare, come ci sei arrivato? Nel frattempo lavoravo alla Centrale Prati dalla quale avevo occasione di frequentare la RAI di via Asiago per manutenzione e riparazioni varie. Lì potei avvicinare il maestro Bruno Canfora e Sergio D’Alba che curavano Radio Campidoglio (con Giovanni Gigliozzi, Fiorenzo Fiorentini, Isa Di Marzio (l’indimenticabile ragazzino terribile tifoso della Roma e l’interprete della sigla della serie “Pippi Calzelunghe” della quale divenni l’interprete delle canzoni romanesche). Poi, quando Giovanni Gigliozzi decise di presentarsi alle elezioni comunali, il titolo della trasmissione fu cambiato per opportunità in Campo de’Fiori. Nel frattempo eravamo diventati SIP Certo, e io lavoravo sempre in centrale, a Belsito dove mi occupavo di riduttori di giunzione (o concentratori di traffico) fino al 1983, quando sono andato in pensione. Però hai continuato a cantare, anzi, ti sei impegnato a fare ricerche sulle canzoni romane antiche, hai anche pubblicato vari album, hai preso una montagna di premi, il Comune di Roma ha terminato le medaglie e gli attestati per premiarti, dovrà farne di nuovi. Però, alla tua tenera età, continui a riparare orologi, quelli di orologeria fine, e a riparare apparecchiature elettriche e di micromeccanica, anche a Torvajanica ti chiamano per qualche riparazione. Nota: Qualche mese fa Giorgio si è fatto rimettere in sesto un’anca, poi, per la riabilitazione, è stato per un po’ di tempo ospite a Casal del Marmo dove si è trovato anche quando Papa Francesco scelse quell’ospedale per una delle sue prime visite da Vescovo di Roma. E Giorgio non ha perduto l’occasione di far sentire la sua voce anche al Papa che lo ha abbracciato sorridente. Dimenticavo, Giorgio è classe 1927. 17 Si, finchè posso non starò mai fermo A.A.V.V. insieme GIRARE GIRARE LE CATACOMBE DI S. SEBASTIANO (F. Pettorini) Roma, città dalla grandi vestigia storiche, riserva sorprese non solo in superficie, ma anche nei suoi sotterranei. Le stratificazioni che si sono succedute nei secoli hanno conservato e tramandato fino a noi le testimonianze di un antico vivere, di architetture, di manifestazioni artistiche. Inoltrandosi per i cunicoli illuminati a reminiscenza del passato da lumi ad olio, e gli spiazzi negli ipogei disposti su più piani, si possono vedere le testimonianze della nuova fede impresse nei sarcofaghi che come viatico dovevano accompagnare fedeli verso la nuova vita, con iscrizioni votive invocanti i Santi Pietro e Paolo, raffigurazioni di simboli cristiani come il pesce (il cui nome in greco é Ἰχθύς acronimo delle parole « 'Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ cioè “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”) ed il Buon Pastore, bassorilievi di personaggi e scene di vita romana e affreschi di un banchetto romano. Notevoli le cappelle di facoltosi romani con stucchi, mosaici e scritte celebrative. Sopra la catacomba è stata visitata la grande Basilica di S. Sebastiano restaurata nel 600 dalla famiglia Borghese, dalle ampie navate, i soffitti decorati. Notevole la cappella di S. Sebastiano e la scultura di un busto del Cristo del Bernini. L’Alatel nei suoi programmi culturali ha portato i Soci (nel novembre 2014) a esplorare anche questo aspetto con la visita alle Catacombe di S. Sebastiano sulla Appia Antica. Le Catacombe ritenute luogo di culto dei primi cristiani per sfuggire alle persecuzioni dei pagani, in realtà erano luoghi di sepoltura, aperti non solo ai seguaci della nuova fede, ma anche ad altri. CAVE (M.L. Sparaci) Sabato 8 novembre: era una bella giornata di sole allorché siamo arrivati a CAVE, una città antica situata alle falde meridionali dei Monti Prenestini. Al centro si erge maestoso il “borgo” che é annoverato tra i più interessanti d’Italia. Una volta la città era attraversata dalla ferrovia Roma-Fiuggi: ora al posto della zona delle vecchia stazione sorge il mer- cato e la palazzina della Polizia Municipale. Certo con il “trenino” - lo ha detto chi ricordava questa sistemazione - la zona offriva un panorama diverso, ma tant’è, la modernità presenta anche queste novità. Dopo una foto con lo sfondo di una antica fontana, ci siamo tuffati nelle viuzze per visitare monumenti importanti ed ammirare dall’alto un panorama stupendo da cui si intravedeva snodarsi la sinuosa forma della via Francigena. Il centro del nostro interesse è stato ovviamente l’ex convento “agostiniano” oggi in parte occupato dal municipio, con alla base la cripta che custodisce un’opera di straordinaria bellezza: è il presepe monumentale con le statue più alte d’Italia; infatti superano i 4 metri; sono imponenti nella loro struttura in gesso ricoperte da uno strato di bronzo. Sono opera di una scultore - Lorenzo Ferri - che le plasmò intorno al 1946. Il Gruppo di Roma (altre foto in 3° di copertina) 19 ROCCA SINIBALDA (G. Carretti) Arrivati a Rocca Sinibalda, in una Sabina diversa da quella tradizionale, solitamente affollata da uliveti, ma infittita di boschi habitat di cacciagione, si riparte subito con la fantasia, sospinti dall’entusiasmo di colta guida, per seguire il percorso - sovrumano per allora (ma, forse, proprio in quell’occasione venne dato il primo colpo di vanga per la famigerata Salerno-Reggio Calabria) - che al seguito di Ruggero II compì il Sinibaldo, lasciando la Rocca da poco ottenuta, fino a Palermo dove si insediò e fece dono ai palermitani per i secoli successivi di sua figlia Rosalia diventata santa e patrona. La Rocca divenne peraltro palestra per ingegneri e architetti che, su indicazione del Cardinale diventatone nel frattempo proprietario, provarono a farla assomigliare ad un aquila, come quella dello stemma del predetto, posta strategicamente a guardia della valle del Turano che questa finta estate non è riuscita a far E all’altro capo del lago c’è Colle di Tora dove nobili artigiani della cucina locale offrono un equilibrato menù con campioni rappresentativi di suini collinari accompagnati da prorompenti fettuccine lavorate con giusta imperfezione debitamente a mano e da delicato piatto di pesce del lago sottostante che potrà essere descritto con riconoscenza nei futuri “Ricordi quel pranzo al Turano?...” 20 Poste italiane emise la serie filatelica Castelli d’Italia e nel14 febbraio 1984, incluse nella serie anche il Castello di Rocca Sinibalda. ingiallire ed ora, dopo che la diga sul fiume ha fatto formare un lago gemello a quello del Salto, sorveglia anche il capo nord del lago stesso. E i successivi proprietari hanno fatto a gara a far respirare nel sito un’aria di cultura sempre d’avanguardia come quella degli artisti contemporanei che affidano a mascheroni d’ogni foggia e provenienza l’espressione del multiforme aspetto dell’animo umano. IL MONTE SORATTE (G.Carretti) La particolare posizione del monte (alt.691 m) e la vicinanza a Roma fecero venire in mente al Cav. Mussolini negli anni 30 l’idea di costruirvici un bunker per sé ed il suo Governo; cominciò a fare i lavori grandiosi nel 1937 spendendovi una montagna di soldi, tanto non erano suoi, abbandonando poi il tutto quando fu preso dagli impegni bellici ed economici dal 1939 in poi. Un’idea simile venne poi, dopo la guerra, al Governo italiano che, sotto le direttive NATO, intraprese i lavori per la realizzazione di un grande rifugio atomico per il Governo stesso e per le alte cariche del Paese. Non sono a conoscenza di come e su chi il Governo stesso pensava di poter governare nel caso di un effettivo conflitto atomico e come pensava di ricostituire il genere umano sul territorio. Il progetto, comunque, venne abbandonato come l’altro non prima, però, di averci speso un sacco di soldi. Molto più concreto fu il Feldmaresciallo Kesserling che pose in quelle caverne già predisposte nel ventre del monte il suo comando per contrastare l’avanzata alleata dal sud Italia; ma quel rifugio dovette lo stesso abbandonarlo i primi di giugno 1944 quando gli americani riuscirono ad arrivare a Roma (pare avessero potuto farlo molto prima se anche loro non si fossero perduti in errori determinanti); il generale tedesco riuscì a compiere almeno una azione intelligente nel ritirarsi verso nord evitando di portare disastri a Roma che Hitler voleva invece fosse difesa casa per casa, tenendo fede all’impegno di considerarla “città aperta”. 21 A vederlo così piantato in mezzo alla Valle Tiberina a guardare dall’alto anche Roma - in linea d’aria poco più di 20 km - il SORATTE si potrebbe credere imparentato con quell’altra grande mammella spaiata che è l’Ayers Rock, celeberrimo massiccio australiano. Entrambi soffusi da aere misteriose tanto da essere tutti e due dedicati a culti annosi, l’australiano immerso in quelle che Chadwin chiamò Le vie dei canti lungo le quali gli aborigeni vivono, ascoltano e parlano con gli spiriti della natura, il Soratte, per noi più di casa, vede risalire, essendo di formazione giurassica (non chiedete come abbia fatto, io non c’ero ), la propria frequentazione con gli indigeni fin dalla preistoria, ospitando poi un tempio a una delle prime figure del dio Apollo, i cui seguaci pare che riuscissero anche a camminare sulle braci ardenti; ma qualcuno dice che fossero gli antenati dei santorestani, che allora si chiamavano capenati - dai quali poi la città di Capena - e falisci, che s’erano inventati la cosa per non fare il servizio militare con i Romani che già dal 396 a. C li avevano soggiogati. Tutte queste cose oggi le raccontano con entusiasmo e competenza i volontari dell’Associazione Culturale Bunker Soratte, convenzionata con il Comune di S. Oreste che è attualmente in possesso dell’area dello stesso bunker. 22 Il “borgo” di Sant’Oreste ha sempre la caratteristica, abbastanza comune a molti paesi del Lazio, di far gustare una cucina genuina e casareccia; il ristorante (Alessandro al Campanile) dove abbiamo potuto rifocillarci noi - dopo la camminata di un’ora e mezza nel bunker - oltre alla buona cucina -ha esibito una non comune dose di fantasia e buon gusto nell’accoglienza e nella gestione della tavola. P.S. - Il dramma delle scarpe - Può anche capitare, come è successo a chi scrive, che, avendo calzato degli ottimi, o ritenuti tali, scarponcini da trekking, tenuti per molto tempo nella scarpiera, si ritrovi improvvisamente con le suole a carrarmato di gomma separate fino a metà scarpa dalla tomaia. Dovendo ancora effettuare la visita al bunker la prospettiva era piuttosto negativa e l’unica soluzione sembrava quella di andarsi a rifugiare sul pullman. E capita invece che ti arriva in soccorso una persona che ha l’abitudine - penso siano pochissimi i casi al mondo - di tenere in borsa dei grossi elastici, ricavati dalle gomme di bicicletta o di moto, ottenuti autarchicamente su insegnamento del padre. Così ha permesso al sottoscritto di partecipare alla visita senza altri problemi. Si può mai ringraziare abbastanza lui e la fortuna che l’ha fatto capitare lì proprio mentre uno si rimirava sconsolato le scarpe aperte come due bocche sdentate e affamate? CONCERTO DI NATALE (G.Vittucci) Dicembre: è il mese con le festività di Natale e quindi per gli auguri. E come ormai consuetudine l’Alatel Lazio ha riunito i Soci ed amici nella magnifica cornice della Chiesa di Sant’Alessio all’Aventino per l’abituale Concerto di Natale. In questa occasione si è esibita l’orchestra “L’Armonica Temperanza” diretta dal Maestro Lorenzo Porzio con la partecipazione, come solista, della pianista Mirta Herrera. Il programma è iniziato con l’esecuzione del noto “concerto in fa mi- nore” di Bach per orchestra e pianoforte. Poi nell’ampio e variegato programma non è mancato il Concerto Grosso per la Notte di Natale di Arcangelo Corelli che è stato interpretato dalla sola orchestra. L’ultimo brano in programma è stato il concerto di Haydn che ha travolto il pubblico con il suo Rondò all’ungherese. Direttore e solista hanno ripetuto questo movimento per soddisfare il numerosissimo ed entusiasta pubblico presente che non ha lesinato calorosi applausi ai bravi interpreti. inviabilità Luciano Stoppa IL SEMAFORO... È... CENTENARIO! 1914 - 2014 23 Il semaforo ha superato i 100 anni. Prima di fargli gli auguri vediamo di capire il perché di questa parola, cioè cosa significa etimologicamente. Ebbene la parola deriva dal greco sema, cioè significato e phòros, cioè portatore; quindi “portatore di significato” perché in effetti il semaforo porta, ci indica un significato che in sintesi possiamo dire: “col rosso non si passa, col verde si passa, col giallo attenzione, sta per diventare rosso.” Semaforo oggi può essere ogni indicatore, ogni segnale, che ha in sé la connotazione importantissima della trasmissione di un significato. Ma vogliamo qui ripercorrere la storia del primo semaforo nella accezione che comunemente conosciamo: indicatore stradale. Il semaforo nacque come una “lanterna” il 5 agosto del 1914 a Cleveland, in Ohio. La cicogna portò il neonato “semaforo” all’incrocio tra la East 105th Street e Euclid Avenue. Un paio di anni prima, per la verità, un vigile, stressato dal suo lavoro in un incrocio trafficatissimo, aveva ideato un supporto artigianale, quasi di emergenza per essere aiutato nel suo impegno per regolare il traffico: trattavasi di una scatola di legno con delle lampade che venne soprannominata "casetta degli uccelli illuminata" e fu accolta con indifferenza, ma ben presto però, la città riconobbe l’utilità del sistema. Ecco una simpatica filastrocca che viene insegnata ai bambini nell’ambito della “educazione civica”. Per noi adulti invece una filastrocca per comportamento illecito che può costare caro. Ed eccoci allora il primo semaforo moderno che, mutuato dai segnali ferroviari, aveva solo due luci: il rosso e il verde. Nel 1920 il semaforo divenne a tre luci, ma era comandato manualmente: solo nel 1922 divenne automatico e nello stesso anno fu esportato in Europa; la prima installazione fu a Parigi, e poi, via via, nelle più grandi città come Amburgo, Berlino, Milano, Roma, Londra e Torino effettuate entro il 1926. In Italia il primo semaforo venne installato nell'aprile del 1925 a Milano, all'incrocio tra Piazza Duomo, Via Orefici e Via Torino. Altolà! Bambino mio, perché rosso sono io. Quando giallo mi vedrai aspettare tu dovrai. Verde poi diventerò e passar ti lascerò. A norma del Codice della Strada (art. 146) chi passa con il rosso dovrà pagare una multa che va da 162 a 216 euro e in più vengono tolti 6 punti sulla patente . Amalia Madonna incultura 24 LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI Come noto, quest’anno si terrà a Milano, dal 1 maggio al 31.10.2015, un’Esposizione Universale su una tematica decisamente importante e innovativa: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, che vedrà coinvolti n.144 Paesi e che toccherà i molteplici aspetti connessi all’alimentazione e al cibo. Nell’attesa di poter partecipare con l’Alatel Lazio a questo grande evento (già programmato per metà ottobre p.v.), desidero ripercorrere, insieme a Voi, anche se in maniera sintetica, la storia delle Esposizioni Universali che hanno caratterizzato l’800 e i periodi successivi, evidenziando però solo alcune di esse, anche se tutte hanno avuta una loro particolare valenza storica, sociale e culturale. La prima Esposizione Universale si tenne a Londra nel 1851 e fu promossa dal Principe Alberto consorte della Regina Vittoria con la finalità di celebrare le moderne tecniche industriali. Per l’occasione venne costruito il celebre Crystal Palace (Palazzo di Cristallo) un’enorme edificio in ferro e vetro. I paesi partecipanti furono 25 con 6 milioni di visitatori. La seconda fu quella di Parigi del 1889 (vedi biglietto di ingresso), fu organizzata in occasione del centenario della Rivoluzione francese. L’evento viene ricordato in particolare per la costruzione della Torre Eiffel in ferro pudellato (acciaio), alta 300 metri che porta il nome dell’ingegnere suo costruttore. Fu posizionata all’entrata della zona espositiva. Fu dato inoltre molto spazio alle arti, alla musica e ai costumi di Paesi lontani. Signifi- cativa fu la parte riguardante i macchinari quali i generatori di energia che andavano a sostituire quelli a vapore. Nel 1893 si tenne l’Esposizione Colombiana di Chicago, in relazione ai 400 anni della scoperta da parte di Cristoforo Colombo del Nuovo Mondo. Venne presentata la prima Ruota Panoramica del mondo costituita da due grandi ruote parallele, in acciaio, che trasportavano carrozze con 60 visitatori ciascuna. Fu scelta detta città perché in quel momento rappresentava la città del miracolo americano, dopo l’incendio del 1890 che l’aveva completamente distrutta. L’evento venne affidato all’architetto Burnham il quale insieme ad altri professionisti (tutti progettisti appartenenti alla “Scuola di Chicago”) diedero vita ai vari edifici in stile neoclassico, dipinti di bianco per cui l’esposizione venne chiamata “White City” (Città Bianca). I materiali utilizzati furono stucco su armature di stecche di legno, si trattò di realizzazioni a basso costo e non durevoli. La finalità dell’evento fu quello di diversificarsi dal provincialismo delle manifestazioni Europe. L’Esposizione nonostante le costruzioni monumentali e le innovazioni tecnologiche in campo di elettrodomestici, comunicazione e trasporto, fu anche la fiera del kitsch (del cattivo gusto). L’Esposizione di Parigi del 14.4.1900 fu significativa per la quantità e qualità del patrimonio espositivo. Per l’occasione furono inaugurate le stazioni ferroviarie della In Italia non ci furono mai Esposizioni di livello Universale, ricordiamo quella internazionale del 1906 a Milano che celebrò l’apertura del Traforo transalpino del Sempione, completato in quel periodo, che consentì la prima linea ferroviaria tra Milano e Parigi. Nel 1911, in occasione del 50mo anniversario dell’Unità d’Italia, Torino e Roma ospitarono rispettivamente un’Esposizione di carattere scientifico e industriale e una Mostra artistica e regionale. Esposizione Universale che ad una Internazionale. Secondo le ultime direttive del BEI le esposizioni registrate sono comunemente dette Universali mentre quelle riconosciute sono dette Internazionali. L’Esposizione Universale di Montreal del 1967 è considerata a tutt’oggi la manifestazione di maggior successo del XX secolo. Il tema della manifestazione fu “Man and his world” (l’uomo e il suo mondo). Fu effettuata in concomitanza con la celebrazione per il centenario della Federazione del Canada. Per l’occasione venne costruito il Concorde Bridge (ancora in uso) sul quale transitarono i treni della Montreal Expo Express diretti all’area espositiva. Costruzione simbolo dell’Expo fu la Cupola Geodetica di R.Buckminster Fuller (vedi foto). Semplificando al massimo, in base ai principi matematici, fisici e geometrici si può definire geodetica una curva che unisce la traiettoria più breve tra punti di un particolare spazio. Le strutture così concepite, con materiali ad hoc, sono leggere e stabili e sono anche parte delle moderne stazioni radar e di edifici civili. Con la prima guerra mondiale venne a cadere il principio della convivenza pacifica e della fiducia nel progresso. Le Esposizioni ripresero dopo le due guerre mondiali ma con presupposti decisamente diversi di quelli che avevano animato le precedenti. In proposito va ricordato che il quartiere Eur di Roma fu edificato in previsione dell’Esposizione Universale del 1942 che non si svolse a causa della seconda guerra mondiale. L’Expo di Vancouver del 1986 ebbe quale tema “Mondo in Movimento - Mondo in contatto”, inteso come movimento delle persone e delle idee. Il logo dell’evento riportò semplicemente la dicitura Expo 86, nel quale però le due cifre erano formate da 3 cerchi rappresentanti i tre elementi in cui è possibile viaggiare e muoversi: terra, aria ed acqua, mentre la linea dritta stava a significare la ricerca continua dell’Eccellenza da parte dell’Uomo. Partecipanti: 54 Paesi, Visitatori: 26 milioni. È il BEI (Bureau International des Exposition) l’organismo internazionale, con sede a Parigi, preposto a definire i criteri e le regole che caratterizzano una Esposizione Universale o Internazionale. Con il termine moderno EXPO ci si può riferire sia ad una In ciascuna delle Esposizioni del passato e del futuro rimane l’obiettivo non solo di presentare le innovazioni e le opere frutto dell’ingegno e della creatività dell’uomo ma anche la condivisione e l’arricchimento reciproco di idee ed esperienze. 25 Gare de Lyon, della Gare d’Orsay (oggi Museo) e i padiglioni espositivi le Grand Palais e le Petit Palace (grande palazzo e piccolo palazzo oggi museo). Importante le Cinematographe (il cinematografo) dei fratelli Lumière. Fu inaugurata la prima linea della Metropolitana. I visitatori furono oltre 50 milioni, (solo Osaka nel 1970, il cui tema fu “Progresso e Armonia per l’Umanità” raggiunse lo stesso numero), vista la portata delle tecnologie epocali presentate quali il motore a diesel, utilizzato poi nell’industria automobilistica. Parigi come sempre dimostrò le sue capacità innovative non solo in campo tecnologico ma anche artistico culturale. C. Carissimi interritorio ROMA - PALAZZO MADAMA Da antico circolo mediceo a sede del Senato della Repubblica La storia di PALAZZO MADAMA, oggi sede del Senato della Repubblica, sito in Roma in Corso Rinascimento, vicino a Piazza Navona, è ricchissima di importanti avvenimenti ,che vale la pena di riassumere brevemente. to del papa Leone X. Vi abitarono in seguito Alessandro de’Medici duca di Urbino, il cardinale Ippolito nipote del pontefice e a sei mesi, vi giunse addirittura Caterina de’Medici, poi moglie di Enrico II di Francia. 26 Nel 1537, una serie di complicate questioni ereditarie, mise di fronte a contendersi la proprietà due donne entrambe energiche e risolute Margherita d’Austria e Caterina de’ Medici. Dopo numerose vicende, la nuda proprietà venne assegnata a quest’ultima e l’usufrutto a Margherita. Il terreno su cui sorge palazzo Madama era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini dell’abbazia di Farfa. Questi nel 1478 lo cedettero al monarca francese che, a sua volta donò al suo tesoriere, Sinulfo di Castel’Ottieri, parte del terreno compreso fra la torre dei Crescenzi e le Terme di Nerone ( complesso termale di Roma antica, costruite nel Campo Marzio, nei pressi dell’attuale Pz.. della Rotonda ) sul quale venne fondato il nucleo originario del palazzo che avrebbe dovuto ospitare i pellegrini francesi in visita a Roma. Alla morte di Sinulfo, nel 1503, l’edificio venne completato dal cardinale Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro papa Leone X, che ne fece la sede romana dell’influente famiglia ed uno dei grandi centri della cultura umanistica. Nel 1509, il palazzo venne venduto dai Medici ad Alfonsina Orsini,vedova di Piero de Medici, che tre anni dopo lo ingrandì a seguito dell’acquisto di alcune case attigue; il cardinale continuò però, ad abitare l’edificio sino al 1512. L’anno seguente, una parte della dimora, venne affittata al cardinale Antonio Ciocchi del Monte, poi a Franceschetto Cybo cogna- La storia di Margherita d’Austria è strettamente legata con quella del palazzo: rimasta vedova del primo marito Alessandro de’ Medici sposò Ottavio Farnese da cui ebbe due gemelli Carlo ed il famoso Alessandro e soggiornò a lungo nel palazzo che da allora iniziò a chiamarsi appunto PALAZZO MADAMA Con l’estinzione della casata, il palazzo passò ai Lorena e successivamente nel 1755 Papa Benedetto XIV lo acquistò per 60.000 scudi, destinandolo a sede del Governatore con uffici, corpo di guardia e perfino un carcere criminale. Durante l’occupazione francese del 1789, uno dei due cortili del palazzo, fu sede dell’ Ufficio centrale della Repubblica Franco-Romana del “Burò centrale”. L’Ottocento segna invece per Palazzo Madama il periodo delle grandi trasformazioni a cominciare da quella voluta da Pio IX, che comprendeva la sistemazione di tutti gli edifici dipendenti dal Ministero delle Finanze all’interno dell’edificio, ampliato per una ennesima volta, con l’esproprio di due case in V. dei Staderai, attuando profonde modifiche alla pianta del palazzo, con la costruzione di due nuovi piani ed al piano terreno, eliminate le vecchie scuderie, vennero creati una serie di uffici, tra cui la direzione del Lotto. inaiuto La Redazione 27 Nel febbraio del 1853 ci fu l’inaugurazione descritta fin nei minimi particolari dalle cronache del tempo, e, come sempre succede non mancarono le critiche per gli ingenti costi dei lavori ( trecentomila scudi ), tanto che Pasquino non seppe tacere. Nell’autunno del 1870, una commissione di senatori del Regno venne a Roma per decidere in quale edificio collocare il Senato; tra i vari palazzi esaminati venne prescelto il Palazzo Madama e un anno dopo nel luglio, ci fu la cerimonia ufficiale dell’insediamento. La prima seduta fu tenuta il 28 novembre 1871, sotto la presidenza del senatore Torre Arsa, ad inaugurare una attività che ha luogo ancora oggi. Al suo interno, il palazzo, ospita diversi gruppi parlamentari e molti uffici direttamente connessi con le attività parlamentari distribuiti nelle grandi sale, dai tratti eleganti e contraddistinte dalle influenze artistiche che hanno intersecato la lunga storia del Palazzo. Si va dai fregi seicenteschi della grande Sala Italia, le decorazioni in oro del XVII secolo della Sala Della Firma, i busti della Sala del Risorgimento con le rappresentazioni della grandi personalità del periodo, fino al soffitto in legno dorato e alle opere di Falcieri del seicento che adornano l’Anticamera della Balaustra. Nonostante i ripetuti rimaneggiamenti ed amplia- menti, l’edificio conserva ancora parte della sua struttura originaria, tra cui l’elegante cortile d’onore, da cui si accede dall’ingesso su piazza Madama, attraverso un vestibolo. Nel centro del cortile, una bella fontana tonda, con una statua di Emilio Greco (1972) che raffigura una donna nuda accovacciata. La Redazione infotografia L’ANGOLO DEI FOTOGRAFI Luigi PASSERO 28 Questa volta ospitiamo il Socio Luigi PASSERO dell’Alatel di Latina che per la fotografia vanta addirittura una medaglia d’oro: infatti ha vinto il campionato del mondo del concorso indetto nel 2014 dalla “Federazione Internazionale dell’Art Photografique” ed è stato anche Campione mondiale con la squadra italiana. Pubblichiamo quattro sue belle foto da “artista” compresa quella che lo ha reso “CAMPIONE DEL MONDO” . Due gio g ovani anziani (med daglia orro) d o L'arrro otino Il F Fornaio o La Sorra Maria innumismatica (gennaio 2015) Francesco Gioffreda NOTIZIARIO della NUMISMATICA L’ufficio Filatelico-Numismatico del Governatorato della Città del Vaticano ha recentemente reso noto il programma delle emissioni numismatiche per il 2015 Si può supporre che, nello stesso periodo, potrebbe essere distribuita anche la bimetallica commemorativa da Euro 2 dedicata a “EXPO 2015, “Esposizione Universale di Milano”, che si inaugurerà il 1° maggio c.a., in versione FDC e che sarà affiancata eccezionalmente anche dalla versione in FS. A seguire è prevista l’abituale emissione delle due monete celebrative in Ag da 5 e da 10 Euro dedicate rispettivamente alla “48° Giornata Mondiale della Pace” ed al “10° Anniversario della morte di S.Giovanni Paolo II°. Oltre alle predette due monete sarà emessa una ulteriore moneta in argento (Ag) da Euro 5 straordinaria per “Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”. In autunno è prevista l’emissione delle monete in oro (Au): ➢ Euro 10 dedicata al “Battesimo” ➢ Euro 20 ed Euro 50 dedicate al “Santuario della B. Vergine Maria di Pompei. Infine, presumibilmente tra novembre e dicembre, sarà la volta delle due monete in oro di maggior taglio: ➢ Euro 100 per la tematica “Gli Evangelisti” dedicata a Matteo ➢ Euro 200 per la tematica “Le Virtù Cardinali” dedicata alla Prudenza. Info al Gruppo Filatelico - Numismatico: nella sede Alatel Lazio presso Telecom Italia in Via Cristoforo Colombo, 142 il giovedì dalle ore 9 alle ore 12 oppure telefonare al numero 06 - 54432936. 29 Si inizierà, come consuetudine, in primavera con le seguenti monete: ➢ Monetazione Divisionale in FDC (8 monete) ➢ Monetazione Divisionale in FS (8 monete) in due versioni: la prima con moneta in argento (Ag) da Euro 20 “Papa Francesco MMXV” e la seconda con moneta in oro (Au) da Euro 50 “Papa Francesco MMXV”. 30 Luciano Stoppa inaiuto intelecom 31 La Redazione inmemento Associazione per l’assistenza sanitaria integrativa ai lavoratori delle Aziende del Gruppo Telecom Italia Sito internet: www.assilt.it I Soci ASSILT del Lazio fanno riferimento al L'Unità Operativa di Roma che ha sede in Via del Pellegrino 155 - 00186 - Servizio fax: 06.6846.6168 La corrispondenza va inviata a “HRS/Welfare - Servizi Amministrativi per Assilt/Centro.” Comunque nella sede Telecom di V.le Colombo,142 (nell’atrio di ingresso) rimane attiva la cassetta postale per la raccolta della corrispondenza. Sportello amministrativo - Via del Pellegrino 155 - Roma Riceve il lunedì ed il martedì dalle ore 09.30 alle ore 12.30. 32 Associazione per l’Assistenza Sanitaria Integrativa Dirigenti Aziende del Gruppo Telecom Italia IDA S S A Via Tripoli, 94 - 10137 Torino Sono state modificati i criteri per la gestione ed il recapito delle domande di rimborsi Digitare: www.assida.it e seguire le istruzioni oppure digitare: www.alatel.it e poi Lazio. A S S I S T E N Z A ASSOCIAZIONE SPILLE D’ORO OLIVETTI Delegazione di Roma e del Lazio Fiduciaria Manuela MOTTIRONI - Tel/Fax 06.687346 Sede: (presso Fondazione Adriano Olivetti) - Via Zanardelli, 34 00186 Roma Orario presenza in sede: Martedì e Giovedì ore 10,00 - 12,30 Siamo io all’iniz 5 1 del 20 Devo ricordarmi di rinnovare la QUOTA SOCIALE 2015 (invariata a Euro 25,00/anno) Per il versamento si può provvedere tramite - il c/c postale n° 91364000 intestato a Alatel - Associazione Lavoratori Seniores Gruppo Telecom - tramite bonifico postale o bancario (vedere IBAN nel retro di copertina) - presso la sede di Roma - Via C. Colombo, 142 (da Lu a Ve ore 9-12) - oppure, se si risiede fuori Roma, versare la quota ai nostri Fiduciari locali. Mi raccomando, non indugiare, perché il tuo contributo è molto importante. (per informazioni è attivo il numero verde 800299225 (da Lu a Ve ore 9-12) Caro Socio, ti ricordiamo che se usufruisci delle FACILITAZIONI TELEFONICHE concesse ai pensionati Soci Alatel Lazio, il MANCATO RINNOVO DELLA QUOTA ASSOCIATIVA ENTRO E NON OLTRE IL 31 GENNAIO provoca la revoca automatica delle “facilitazioni” concesse Q Q u u o o tt a a a a ss ss o o cc ii a a tt ii vv a a CASTAGNATA Gli altri due gruppi a Cave LÊinterno di Rocca Sinibalda Il gruppo Rocca Sinibalda Soci di Viterbo Soci di Rieti CONVEGNO ANNUALE 17 gennaio 2015 Soci di Latina Soci di Frosinone