23/03/2002 - ENC5 - trascrizione
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23/03/2002 - ENC5 - trascrizione
Nome file 020323SC_GBC3.pdf data 23/03/2002 Contesto ENC Relatore GB Contri Liv. revisione Pubblicazione Lemmi Animalità umana Aristotele Dualismo Freud, Sigmund Heidegger, Martin Impotenza Kant, Immanuel Moralismo Morpurgo-Tagliabue Nichilismo Nietzsche, F.W. Pensiero, pietra scartata Psicopatologia Tommaso d’Aquino Volontà di potenza CORSO DI STUDIUM ENCICLOPEDIA 2001-2002 UNA IDEA SEMPLICE. LA PIETRA SCARTATA. IL PENSIERO «COMMEDIE» DEL PENSIERO 23 MARZO 2002 5° LEZIONE PERSONAGGI S-PENSIERATI O LA DECAPITAZIONE DELLA CIVILTÀ L’ANTICRISTO E LA MALEDIZIONE DEL CRISTIANESIMO SECONDO NIETZSCHE Giacomo B. Contri 1. Potere e volere e Impotenza Serve sapere, senza fare gli intelligentini - non conviene mai - che nella formula della pietra scartata dalla spensieratezza esisteva già nel 1996 -1997, e abbastanza esplicitamente, un importante riferimento a Nietzsche. In quegli anni avevo letto il Nietzsche di Heidegger ed ero stato aiutato nel perfezionamento della nostra “formula della clessidra” da quelle pagine in cui Heidegger chiarisce che la volontà di potenza di Nietzsche è la condensazione, la coincidenza, l’unione in un medesimo individuo di volere e potere. Ossia, fuori da ogni rapporto. Ricordo di aver scritto nella nostra formula “potere” sulla freccia g e “volere” sulla freccia d. Nella volontà di potenza non ci sono volere e potere buona cosa il poter potere, buona cosa il poter volere - non ci sono poter pote- 100 Personaggi s-pensierati o la decapitazione della civiltà re, né poter volere, né poter potere. Il poter potere e il poter volere sono l’ennesimo caso di divisione del lavoro. Nel suo atto il soggetto mette un altro in condizione di potere e un altro mette il primo in condizione di volere. Dicendo questo avevamo già utilizzato Nietzsche e Heidegger e con una certa sollecitudine eravamo passati un po’oltre. Basta questa premessa per scoprire sia clinicamente sia osservativamente sia inferenzialmente che cosa è l’impotenza: l’impotenza intellettuale di non riuscire neanche a leggere un libro, l’impotenza sessuale… Unite potere e volere in un medesimo individuo e avrete i fenomeni clinici dell’impotenza. 2. Padre Nostro Anche un miscredente abbastanza sano, ossia con quella specie di razionalità, acquisita o riconquistata, reciterebbe il Padre nostro come preghiera del mattino. Nel Padre nostro troviamo: “Venga il tuo regno” seguito da “sia fatta la tua volontà”. Come è stato letto questo nel corso dei tempi? “Venga il tuo regno”: potere di Dio; “sia fatta la tua volontà”: volere di Dio. Risiamo alla condensazione di volere e potere in una stessa persona e Dio stesso sarebbe il primo degli impotenti. Per di più è stata data un’articolazione ulteriore: “Venga il tuo regno”, disegno generale; “sia fatta la tua volontà”, la volontà individuale di Dio su me come individuo. Mani e piedi legati, non solo in Dio ma anche in me. Impotenza universale. Il pensiero di Cristo è stato reinterpretato in chiave diciamo nichilista. Proviamo invece, a mo’ di esercitazione, a scrivere sulla freccia γ “Venga il tuo regno” e sulla freccia δ “Sia fatta la tua volontà”: le conseguenze sono notevoli e decisamente rallegranti. Che altro è il Padre nostro, se non il pensiero di Cristo? E il pensiero di Cristo è “venga il tuo regno” nella freccia γ, “Sia fatta la tua volontà” nella freccia δ. Detto non solo a Dio, ma a qualsiasi individuo con cui si abbia o si desideri statuire rapporto. 3. Bruto Pensiero significa che non c’è bruto né mai c’è stato. “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. “Bruto” è la più filosofica delle parole. Non è una constatazione empirica. L’animale nell’uomo non è mai esistito e in questo un poco Aristotele si era avvicinato e il buon S. Tommaso aveva lievemente perfezionato… benché senza nessuna conseguenza. Giacomo B. Contri 101 Chi ha perfezionato il presupposto dell’animale - come usiamo l’espressione “amore presupposto” possiamo dire “animale presupposto”: di presupposto si tratta - ha solo voluto dare copertura a un altro dualismo, il massimo dei dualismi, quello che ci infama da tutta la storia del Nichilismo: il dualismo psicologia-filosofia. Il pensiero di natura, grazie a Freud per primo, è la fine di questo dualismo, l’abbattimento di questo divide et impera. C’è un solo pensiero capace di discutere di Nietzsche, Kant, Heidegger e Gesù Cristo e al tempo stesso di curare e conoscere cosa è un sintomo. “Allattandomi mia madre …” non presuppone neppure per un istante di bruto. “Allattandomi…” significa che l’immediata conseguenza è l’inizio del pensiero di natura, senza passaggio per un momento animale. Non esiste il bisogno allo stato puro. Per scoprire queste cose avevamo bisogno dell’anoressia o dell’autismo infantile precocissimo, a tre o quattro mesi. Basta guardare un bambino autistico per sapere che non esiste bruto, ma un aldilà, un aldilà disastroso. Il bambino sano potrebbe ancora ancora far pensare a un momento di bruto, ma il bambino autistico no: è una catastrofe, ma integralmente umana. 4. La pietra scartata Un’ultima osservazione sulla duplicità della pietra scartata. Pietra scartata è il pensiero di natura, in quanto quel pensiero che la fa finita con la divisione, anche disciplinare, fra filosofia e psicologia, la massima operazione compiuta e perfezionata da Kant, fino a quella che io chiamo “la fanatica” e che egli, con termine più pulito, chiama “ascetica”. Ricordo l’articolo di Morpurgo-Tagliabue che diceva come Kant possa cercare di demarcarsi da Swedenborg, ma come alla fin fine stia dalla stessa parte. Questa la duplicità di pietra scartata: scartato è sempre il pensiero di natura, ma idem è la psicopatologia, ossia quel pensiero che si nega per affermarsi come teoria, quella conoscenza senza la quale non c’è neanche conoscenza. La psicopatologia è, e sempre più diventa, la pietra scartata dallo stato attuale della conoscenza e della teoria della conoscenza. È stato uno dei nostri contributi di tutti questi anni. Esiste una sola morale - proprio quelle morali che dicono cosa si fa e cosa non si fa - che non sia assertrice dei due classici istinti inesistenti: l’istinto di conservazione individuale e l’istinto di conservazione della specie, o istinto sessuale, o sessualità che dir si voglia? Tutte le morali, anche le più sante, devono partire da una bugia sulla costituzione umana. © Studium Cartello – 2007 Vietata la riproduzione anche parziale del presente testo con qualsiasi mezzo e per qualsiasi fine senza previa autorizzazione del proprietario del Copyright