PERCHE` E` IMPORTANTE ANDARE A VOTARE I REFERENDUM

Transcript

PERCHE` E` IMPORTANTE ANDARE A VOTARE I REFERENDUM
PERCHE’ E’ IMPORTANTE ANDARE A VOTARE I REFERENDUM?
Liberta’ e’ partecipazione
I referendum in Italia, da alcuni anni, non godono di buona fama. La tendenza è cercare di
boicottarli in tutti i modi: con il silenzio, facendoli passare per inutili, non entrando in
contraddittorio sulle tematiche sollevate, ricordando alla gente che non è un obbligo
andare a votare e, conseguentemente, invitandola più o meno esplicitamente appunto a
non andare a votare.
Eppure il referendum è forse il principale strumento di democrazia diretta, attraverso cui il
corpo elettorale esprime direttamente la propria volontà su un tema specifico. E la
decisione presa dal popolo sovrano vincola il legislatore al rispetto della stessa.
Il votare ai referendum come alle altre competizioni elettorali certo non è un obbligo ma è
un diritto-dovere civico, sociale e istituzionale, garantito dalla Costituzione e che la scuola
attraverso l’educazione alla cittadinanza concorre a formare. Per questo siamo d’accordo
con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha appena ricordato che lui è
un elettore che ha sempre fatto il proprio dovere e che quindi si recherà a votare per
esprimere la propria opinione.
E allora, per senso delle istituzioni e per l’alto valore educativo della partecipazione, è
importante che si vada a votare per i referendum e si esprima così il proprio parere che
non può essere espresso con il non voto. Il non voto è un voto non dato e nulla dice sulle
idee dell’astenuto, il quale così facendo non è utile né a se stesso né al paese.
Sbaglierebbe poi chi pensasse che l’esito positivo dei referendum è il modo per dare la
spallata finale a un governo dannoso per l’Italia. I referendum sono oltre questo proposito;
si occupano, se così si può dire, di cose più serie, che non sono di destra o di sinistra e
che coinvolgono la qualità della vita, la sicurezza, l’uguaglianza dei cittadini e la tutela
dell’ambiente che consegniamo ai nostri figli.
Dei quattro quesiti referendari vorremmo dedicare un minimo di attenzione a quelli
sull’acqua e sul nucleare che hanno un diretto rapporto con la formazione culturale ed
educativa dello studente, evitando così polemiche e strumentalizzazioni su quello del
legittimo impedimento anche se pure su questo i valori di uguaglianza dei cittadini di fronte
alla legge e del bene comune da anteporre sempre a quello personale sono valori
altamente educativi che non dovrebbero mancare nel curriculum formativo di un giovane
studente.
Ma veniamo ai quesiti sull’acqua.
Siamo fatti per la gran parte proprio di acqua, il nostro corpo sopravvive più facilmente
senza cibo che senz’acqua: non foss’altro che per questo dovremmo essere fortemente e
responsabilmente impegnati a difenderci dal rischio che l’acqua venga privatizzata e
diventi un prodotto che darà profitto a pochi e sofferenza a molti. Votando SI al quesito
referendario n. 1 si fermerà la privatizzazione dell’acqua e si impedirà che sia il mercato a
gestire i servizi idrici e gli altri servizi pubblici. Votando SI al quesito referendario n. 2 si
impedisce ai privati di guadagnare denaro sulla gestione delle risorse idriche. L’acqua è un
bene primario e deve essere garantita a tutti indipendentemente dal censo. Solo una
gestione pubblica efficiente ed efficace può essere garanzia di equità ed uguaglianza
(ovviamente anche una gestione pubblica va sottoposta a rigidi controlli per evitare
storture e devianze). Insomma non tutto può essere mercato ed essere valutato con le
leggi dell’economia.
Il quesito sul nucleare
Lo stesso impegno e la stessa responsabilità devono guidarci nella valutazione del quesito
referendario n. 3, ricordando per iniziare che già nel 1987 gli italiani si erano espressi
contro il nucleare e le sue troppe incognite e i suoi grandi rischi per la salute delle
popolazioni dell’intero pianeta. Il riferimento alla presenza di centrali nucleari in zone
limitrofe ai nostri confini e la necessità di pagare meno l’energia sono argomenti fuorvianti
perché la sicurezza, la tutela della salute e la qualità della vita dei nostri figli non hanno
prezzo comparabile. Votando SI si ribadisce che il nucleare in generale, e quello proposto
dal governo italiano in particolare, è contro il futuro (un futuro che invece si rende possibile
attraverso lo sviluppo dell’economia verde, dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili
come il solare, l’eolico, le biomasse, i biocarburanti e la geotermia).
Partecipare ai referendum, dibattere sui quesiti presentati significa anche cambiare i
paradigmi di riferimento per garantirci un futuro migliore di quello che ci stanno
prospettando e quindi il mondo della scuola e della formazione in generale deve dedicare
uno studio attento e un confronto aperto senza pregiudizi per puntare a quella cittadinanza
attiva di cui tutti parlano ma che pochi finora hanno interiorizzato fino in fondo.