Sant`Anna 2014 - Grignano Vive

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Sant`Anna 2014 - Grignano Vive
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2014
NUMERO XV
S O M M A R I O
COMUNITÀ
INSIEME
Periodico della comunità di Grignano
SANT’ANNA 2014
Redazione:
Don Roberto Plebani
Albani Silvio
Bonetalli Veronica
Carminati Gennaro
Carminati Lorenzo
Cornelli Emanuela
Gambirasio Petra
Monzani Sara
Morra Marcello
Paganelli Elena
Plati Emily
Editoriale
----------------------------------------------------Grignano Vive
--------------------------Angelo ci scrive dal Brasile
--------------------------Il gruppo “ADO”
--------------------------Il Binge Drinkin’
--------------------------Esperienze alpine “ADUNATA”
--------------------------Esperienze alpine “GITA CON GLI ALPINI” ----------------------------------------------------Sant’Anna
--------------------------I Falconieri del Grifone
--------------------------Recensione opera in copertina
--------------------------Battesimi, Confessioni, Comunioni, Cresime
--------------------------Mostra di pittura
--------------------------CRE 2014
----------------------------------------------------Recensione libro
--------------------------L’angolo della ricetta
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EDITORIALE
RINNOVO CONSIGLIO
PASTORALE
“Non possiamo andare avanti
con
metodi
scontati,
con
improvvisazioni pastorali, con
ritmi di puro contenimento, con
procedure di facile conservazione.
È necessario mettersi in ascolto del
futuro”.
(Tonino Bello, omelie Quaresima 1983)
A settembre, quando riprendono tutte le attività
della Parrocchia, dobbiamo rinnovare e
qualificare il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Fino a qualche anno fa, la maggioranza
delle persone si riconosceva nella comunità
parrocchiale. Oggi la presenza di altre religioni,
la diminuzione della frequenza alle liturgie e alle
iniziative pastorali, ci spinge a ripensare il ruolo
della parrocchia.
Il Concilio di Trento (1545 – 1563) aveva
determinato la fisionomia della Chiesa
centrandola sul prete e l’appartenenza alla
Chiesa era soprattutto il legame con il sacerdote.
Oggi dopo il Concilio Vaticano II (1962 – 1965),
l’attenzione è sul legame e sulla responsabilità
delle persone. Dopo il Concilio, le nostre
comunità parrocchiali hanno subìto e affrontato
profondi cambiamenti per rendersi più adatte alle
esigenze di una nuova evangelizzazione.
I mutamenti che hanno caratterizzato la nostra
società hanno spinto i cristiani a ripensare al
proprio modo di predicare, di celebrare, di
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riunirsi, in base alle esigenze del vangelo e
alla mentalità della gente. Questo cammino,
sicuramente faticoso, non è più solo del prete,
ma è della comunità cristiana. Papa Francesco
ha scritto nell’Evangelii Gaudium: “I laici sono
l’immensa maggioranza del popolo di Dio.
Al loro servizio c’è una minoranza: i ministri
ordinati. È cresciuta la coscienza dell’identità e
della missione del laico nella Chiesa. Disponiamo
di un numeroso laicato, benché non sufficiente,
con un radicato senso comunitario e una grande
fedeltà all’impegno della carità, della catechesi,
della celebrazione della fede”. Anche il nostro
Sinodo diocesano ha ribadito l’urgenza di dar
vita a organismi di comunione vivi ed efficaci.
Ecco che cosa afferma il Sinodo al n. 37: “Il
primato dello stile comunionale trova una sua
significativa espressione negli organismi di
partecipazione, in primo luogo nel consiglio
pastorale parrocchiale. Il consiglio pastorale
parrocchiale va inteso come luogo di riflessione
pastorale e di coordinamento delle attività e delle
varie realtà che danno forma e forza alla vita
parrocchiale”. Il consiglio pastorale è come un
consiglio di famiglia, dove proviamo a parlarci
e a prendere insieme le decisioni di cui la vita
familiare ha bisogno. Il buon esito di un consiglio
pastorale dipende dal clima che s’instaura tra le
persone, da quanto uno si affeziona al cammino
degli altri suoi fratelli, dalla disponibilità dei
gruppi parrocchiali a pensare e a camminare
insieme. Se questo accade è certamente utile al
di là delle attività e delle iniziative che il consiglio
riesce e promuovere.
Don Roberto
Partecipando al Consiglio Comunale aperto sul
tema della Pedemontana, tenutosi a Grignano
presso l’atrio delle scuole elementari alcuni mesi
fa, era evidente lo scopo delle diverse forze
politiche-amministrative presenti in Consiglio:
giustificare la loro impotenza di fronte alla
problematica emergente.
Tutti, a loro dire, avevano fatto e brigato con un
risultato uguale a ZERO: la Pedemontana passerà
con tanti benefici, verde attrezzato, piste ciclabili
ecc, in località in cui questa non transiterà, mentre
a Grignano … rimarranno solo problemi?
Quindi oltre al costatare che tutti questi cercavano
di “giustificarsi” di fronte all’impotenza nel
rapportarsi ad altri Enti, si costatava anche che
queste persone, nostre rappresentanti, una volta
elette venivano poi lasciate sole.
Un po’ perché queste difficilmente si rapportano
con la cittadinanza, molto perché la cittadinanza
parla molto al bar o in piazza, ma difficilmente
poi supporta concretamente chi ha votato.
Sia chiaro che questo modo di fare ed essere
non è assolutamente imputabile solo all’ultimo
quinquennio ma bensì da sempre.
Qualcuno pensa: è ora che Grignano si svegli!
Come? Ricette miracolose non esistono, rimane il
pensiero di unire gente che non solo critichi ma
che possa aiutare e stimolare chi ci rappresenta.
Un COMITATO locale?
Passano i mesi e con l’avvicinarsi delle elezioni
amministrative
comunali
alcune
persone
interpellate per candidarsi nella tornata elettorale
non danno questa disponibilità ma si rendono
consci che è ora di fare qualcosa per la nostra
Frazione.
Prende corpo l’idea di un comitato che possa
essere di pungolo e di sostegno ai nostri
rappresentanti nel Consiglio Comunale e/o
agisca anche in proprio per altre iniziative.
Ribellandosi all’idea che Grignano è solo un
dormitorio, in vari incontri queste persone
fondano questo comitato con tanto di statuto, che
sicuramente non sarà esaustivo e magari andrà
corretto e integrato, ma è un PUNTO da cui
PARTIRE, quindi ... è stato costituito “GRIGNANO
VIVE”, un comitato civico spontaneo, libero,
apartitico, democratico e di volontariato, che
nasce per affrontare tematiche e problematiche
emergenti sul territorio di Grignano.
GRIGNANO VIVE
Le finalità del Comitato sono quelle di ascoltare,
promuovere e sostenere le istanze, di interesse
comune, dei cittadini verso Enti Pubblici e
Associazioni presenti sul territorio, nell’ottica di
collaborare con gli stessi per migliorare il servizio al
cittadino. In particolare, il Comitato promuove ogni
iniziativa idonea a rendere effettiva la partecipazione
democratica dei cittadini alla vita civile, politica,
sociale, culturale ed amministrativa della comunità
locale, svolgendo attività di informazione,
approfondimento e proposte sulle tematiche che
riguardano gli interessi della comunità.
Il Comitato si propone di essere un “ponte” tra la
comunità grignanese e le istituzioni attraverso tre
azioni fondamentali:
1. INFORMARE: sensibilizzare l’opinione pubblica
su questioni di interesse comune
2. COMUNICARE: è necessaria la comunicazione
tra cittadini e istituzioni per sviluppare idee inerenti
ai temi di interesse comune
3. PROPORRE: elaborare proposte di soluzione
alle problematiche che riguardano il territorio, ma
anche stimolare la partecipazione alla vita sociale,
culturale e amministrativa della nostra comunità.
Crediamo fortemente che la partecipazione civica,
sensibilizzata e stimolata attraverso il confronto
d’opinione tra abitanti che condividono necessità ma
anche idee ed iniziative positive, possa apportare
benefici nella vita di Grignano.
Mentre si scrive questa nota è in corso la registrazione
dei documenti costitutivi e statutari di “GRIGNANO
VIVE”; a seguire, il tutto sarà opportunamente
pubblicizzato, incluse le modalità di adesione allo
stesso Comitato.
Il Comitato, “Grignano Vive”
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ANGELO CI SCRIVE
DAL BRASILE
BRASIL 2014
COPA (16 jun) x ELEIÇÕES
(05 out)
(un contributo per capire
l’attuale congiuntura politica
brasiliana)
Carissimo don Roberto,
Da un paio di giorni mi sto macchinando in testa
l’articolo che mi hai chiesto di scrivere per il
bollettino parrocchiale, in occasione delle ferie...
e della “Coppa del Mondo 2014” in Brasile.
Tanto per incominciare ti dico che sto leggendo
e accompagnando vari punti di vista, perché
all’entusiasmo iniziale di tutto il Brasile per la
Coppa, aggiudicata nel 2007, è subentrata una
feroce critica politica contra il governo Dilma
(successore di Lula), in vista delle elezioni politiche
del 5 di ottobre a livello ‘Nazionale’ (il Brasile è
uno Stato di 27 Stati confederati, con un governo
presidenzialista: 1 Presidente; 81 Senatori; 513
Deputati Federali) e Statali (27 governatori; e
oltre una quarantina de Deputati Statali in ogni
Stato).
L’opposizione politica conservatrice (che ha
la maggioranza nell’élite nazionale: 90%
della stampa; 70% degli impresari; 80% del
Giudiziario; 60% del Legislativo, che “scivola
democraticamente” sempre dalla parte di chi
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sta nel Potere Esecutivo) pensava che avrebbe
facilmente ripreso il potere nel 2006 o nel 2010.
Ma, col passare degli anni, i vecchi partiti - eredi
delle élite economiche delle multinazionali, degli
impresari, industriali, grandi commercianti, etc. e i partiti dell’estrema sinistra ideologica, hanno
visto e vissuto l’angoscia politica della rielezione
di Lula (al quale è subentrata Dilma nel 2010,
indicata dal PT come candidata), appoggiato
dalla maggioranza degli elettori, rieletto in
base al successo della sua politica economica
e sociale in favore dei lavoratori, che continua
tutt’oggi (nonostante le varie crisi economiche
e finanziarie mondiali, tra cui quella del 2008)
e della maggior parte della popolazione,
tradizionalmente esclusa dai benefici della
società del benessere. Con Lula e Dilma la qualità
di vita del Brasile è aumentata considerevolmente
sia a livello familiare sia nazionale.
Il Brasile è oggi la 7ª potenza del mondo,
in produzione economica. É anche modello
mondiale di distribuzione e socializzazione dei
benefici dello sviluppo nazionale, con innovatrici
Politiche Sociali in favore della popolazione:
oltre 30 milioni di persone hanno superato lo
stato d’indigenza, con aiuti dello Stato (Borsa
Famiglia per i più poveri); sono stati aperti oltre
18 milioni di nuovi posti di lavoro; sono stati creati
240 Istituti di Formazione Tecnica; 12 nuove
Università; condizioni di studio per centinaia di
migliaia di figli di lavoratori del campo e della
città (cosa impensabile fino a 10 anni fa).
I progressi sociali ed economici sono molti. Ma
c’è ancora molta strada da fare e molti problemi
sociali da risolvere per una popolazione ormai
vicino ai 200 milioni di abitanti, con un peso
storico di oltre 350 anni di colonialismo e schiavitù;
di 100 anni di politica rurale e industriale, e di
esclusione sociale.
Negli ultimi 4 anni, il gruppo dei “neo-liberali”
(padroni del potere economico: impresari,
banchieri, grandi proprietari di terra) - che
costituiscono il 10% della popolazione e
possiedono il 90% della ricchezza nazionale
(scesa al 75% con Lula e Dilma) - ha cominciato
una campagna di denunce – alcune reali e altre
inventate - contro il governo federale per cercare
di riprendersi il potere, usando la forza dei
mass media con le strategie e tattiche politiche e
giornalistiche di scandali e sensazionalismo.
La campagna contro la “Coppa del Mondo” è
da capire in questa situazione socio-politica. Si
grida che non abbiamo scuole e ospedali, ed è
vero. Ma la COPPA del 2014 e le OLIMPIADI del
2016 sono opportunità per investire in progetti
d’infrastrutture pubbliche: qualità di servizi
sociali, aeroporti, trasporto pubblico, alberghi,
sicurezza pubblica, turismo internazionale, sport
per giovani e meno giovani, etc. che da sempre
non sono mai stati aspetti sociali d’investimenti
pubblici.
Non è vero che lo Stato investe un mucchio di
soldi solo nella costruzione degli stadi, che non
serviranno dopo gli eventi sportivi. Lo Stato
investe molto nella realizzazione di nuove opere
pubbliche indispensabili e attualmente quasi
inesistenti o insufficienti. Gli attuali stadi sportivi
non presentavano condizioni per la realizzazione
di eventi mondiali. Le nuove strutture - oltre il 50%
degli investimenti sono di origine privata - non si
limitano al pallone e all’atletica, ma prevedono
l’uso per attività sportive, culturali e sociali per
la popolazione, tradizionalmente esclusa dagli
impianti sportivi e senza spazi per eventi culturali.
Gli interessi dell’opposizione politica riguardano
la possibilità di vincere le elezioni di ottobre. Infatti,
storicamente questi partiti e i loro rappresentanti
non si sono mai interessati né furono modelli di
etica politica, né innovatori di Politiche Sociali
(Educazione, Salute, Pensione, Lavoro, Strade,
Casa, Luce, Acqua, Sport, Cultura, etc.) per la
popolazione. Anzi, non si sono mai impegnati in
progetti per garantire la qualità di vita (almeno
Salute, Trasporto e Educazione scolastica) della
popolazione delle periferie delle città e dei
comuni dell’hinterland.
Tipico il presidente F.H.Cardoso (1994-2002, del
PSDB), famoso sociologo, riconosciuto in campo
internazionale per la ‘Teoria della Dipendenza”
dei paesi del (ex) 3º Mondo dai Paesi del (ex)
1ºMondo. Il suo governo fu esplicito: Educazione
e Salute sono spese pubbliche. Al contrario di
LULA e DILMA per i quali tutte le politiche sociali
sono INVESTIMENTI, perché la ricchezza del
Brasile è la sua gente, non le sue ricchezze
calcolate in base al valore venale di produzione
e commercio.
Angelo Paganelli
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“ADO” IL GRUPPO
ADOLESCENTI
“Anche l’Io è un Tu per gli
altri”.
Il gruppo Ado si è incontrato anche quest’anno una volta la
settimana in oratorio. Il cammino che abbiamo intrapreso si
è concentrato sul TU: il riconoscimento del prossimo come
persona con gli stessi desideri e bisogni.
Abbiamo iniziato con un’attività manuale: la costruzione
di una maschera di gesso per ciascun componente del
gruppo, sì perché le maschere (i ruoli) che assumiamo
nel rapportarci agli altri hanno una duplice valenza: da
una parte rischiano di non lasciar trasparire chi siamo
veramente, dall’altra ci fanno sentire sufficientemente
tutelati, così da mettere in gioco nella relazione con gli altri
soltanto qualcosa di noi stessi.
Dopo alcuni incontri fatti di gioco, lavoro personale e
confronto abbiamo capito che è importante vincere la
necessità di nasconderci dietro a un’immagine diversa da
sé, e questo passo di maturazione, che arriva col tempo,
per divenire possibile, ha bisogno di sapere che trasformare
le maschere in “possibilità di relazione”, permette di fare
il primo passo avviandosi a lasciarle cadere: senza fretta
ma con decisione. Nei nostri incontri abbiamo ascoltato gli
altri raccontare di noi, e scoperto che da fuori è possibile
vedere molte cose su noi stessi e ci siamo raccontati a volto
scoperto.
Per comunicare sinceramente noi stessi però abbiamo
bisogno di avere la sensazione che non verremo traditi, la
fiducia cresce attraverso il coraggio di rischiare e attraverso
la conoscenza dell’altro con il quale s’instaura un legame.
Nel periodo d’Avvento e di Quaresima abbiamo fatto
un incontro con un Tu speciale: Gesù, un Figlio che ha
intrapreso un lungo cammino sulle strade della Palestina
per incontrare ogni uomo, per incontrare a distanza di
2000 anni anche noi. In Avvento inoltre abbiamo deciso
di preparare uno spettacolo teatrale per i ragazzi del
catechismo, abbiamo indossato le maschere delle stelle del
firmamento e della stella cometa per annunciare la nascita
di Gesù. Anche questa seppur nuova e con le sue difficoltà è
stata una bella esperienza ed è stata anche l’occasione per
dedicarci agli altri. Abbiamo poi parlato di volontariato,
siamo partiti da quello che pensavamo per poi incontrare
alcune realtà presenti nella nostra comunità: gli Alpini, la
Caritas, L’Avis e l’Aido, Il Mato Grosso, il Sermig e il gruppo
Afa, e abbiamo conosciuto molte persone che spendono il
loro tempo per gli altri.
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Oggi la gratuità sembra una questione fuori moda e fuori
dalla possibilità di ciascuno ma queste persone si prendono
cura degli altri e sono tutte felici di farlo, quasi che fare del
bene prima di tutto faccia bene anche a loro. Abbiamo
anche scoperto che quello che pensavamo facessero come
volontariato è solo una piccola cosa di quello che fanno
in realtà, per esempio gli Alpini oltre ad occuparsi delle
salamelle e del far festa o spalare la neve e aiutare a
Grignano, fanno parte della protezione civile e qualcuno
di loro a volte parte per andare in zone terremotate o
alluvionate a dare una mano; ci sono ragazzi come nel
Mato Grosso o nel Sermig che trascorrono il sabato e la
domenica ad aiutare gli altri facendo fatica, mentre noi
passiamo il tempo a giocare a calcio o a divertirci; ci sono
famiglie che aiutano i ragazzi in comunità o in affido, e altre
famiglie anche a Grignano che vengono aiutate da quei
viveri che ogni tanto raccogliamo suonando il campanello
durante le raccolte Caritas.
Anche nella nostra piccola comunità ci sono tante persone
bisognose di aiuto, ma anche tante che s’impegnano a
renderla migliore. L’ultimo incontro si è tenuto in compagnia
dei nostri genitori e di alcune persone che hanno voluto
partecipare, abbiamo incontrato il gruppo Acat di
Terno d’Isola. In questo incontro ci hanno parlato delle
dipendenze soprattutto dall’alcol; interrogandoci a vicenda
volontari, genitori e figli, abbiamo capito che le dipendenze
nascono spesso dalla mancanza di comunicazione,
proprio a partire dalle nostre case e abbiamo concluso
l’incontro promettendoci un po’ più di ascolto reciproco!
Per quest’anno il nostro cammino è finito, o meglio la teoria
è finita perché già ora stiamo preparando il Cre e finita
la scuola partiremo per Torino, all’Arsenale della Pace per
mettere in pratica quello che abbiamo imparato in questi
incontri!
Con queste righe cogliamo l’occasione per ringraziare
prima di tutto i ragazzi che hanno partecipato con impegno
senza mai mancare agli incontri, i genitori che sono sempre
stati disponibili a incontrarci e ad accettare le proposte
effettuate e i gruppi di volontariato che ci hanno dato una
mano a parlare di loro con impegno e passione ai ragazzi.
Speriamo che anche a Ottobre possiamo continuare
quest’avventura con i ragazzi che hanno partecipato e i
nuovi che vorranno partecipare.
Grazie ancora per la strada trascorsa insieme e buona
avventura per l’estate che vi aspetta!
Francesca e Lara
Il binge drinking consiste nel bere smodato di drink con alto
contenuto alcolico ripetutamente ed in un tempo breve.
È una pratica che si sta diffondendo tra i giovanissimi:
avviene soprattutto al sabato sera e viene fatta per
raggiungere “lo sballo” attraverso i meccanismi disinibitori
dell’alcool. Inoltre, se fatto in concomitanza con l’assunzione
di sostanze psicoattive (droghe ed altro), ha il risultato
di potenziarne il loro effetto, provocando danni talvolta
irreversibili sulla salute.
Il 28 Aprile scorso l’associazione di volontari ACAT
(Associazione Club Alcologici Territoriali) dell’Isola
bergamasca, ha tenuto un incontro presso l’oratorio con
ragazzi e genitori sul tema dei problemi legati all’abuso di
bevande alcoliche. L’incontro ha posto in evidenza il modo
in cui molte “credenze” diffuse nella nostra società ed alcuni
“comportamenti” verso il bere rappresentano un rischio che
sarebbe opportuno conoscere per evitare. Il presupposto
dal quale è partita la discussione è quello secondo cui,
grazie alla conoscenza delle cose, una persona fa le scelte
giuste per sè, per la sua salute e per le persone che lo
circondano.
IL BINGE
DRINKING
L’incontro del 28 Aprile
presso l’Oratorio
Il consumo di bevande alcoliche tra i giovani è un fenomeno
in forte aumento in Italia ed in tutti i paesi occidentali,
generando forti preoccupazioni negli educatori, genitori e
scuola, nel mondo del lavoro e tra gli addetti alla sanità.
I giovani di età compresa tra i 13 ed i 29 anni rappresentano
la fascia di popolazione particolarmente esposta ai
rischi legati al consumo eccessivo di bevande alcoliche.
Questi rischi sono assunti inconsapevolmente. Infatti, a
differenza di altre sostanze, generalmente l’alcool gode
dell’accettazione sociale e familiare. La sua popolarità
deriva dalla cultura del bere, soprattutto quella italiana,
che considera il vino come componente imprescindibile
della buona tavola mediterranea, sottacendo i rischi che
derivano dagli eccessi, se si fa eccezione per una blanda
raccomandazione al bere moderato.
Al contrario, verso i giovani il bere è influenzato da
“pressioni ambientali”, siano esse mediatiche, pubblicitarie
o, addirittura, familiari. I giovani usano la bevanda alcolica
(non la consumano) perché è trendy, ovvero alla moda:
la usano per essere più loquaci ed apparire brillanti, per
sentirsi sicuri e facilitare le relazioni interpersonali (via la
timidezza!!!). Bevono per sentirsi emancipati, accettati ed
integrati nel gruppo con gli amici. Usano bere per acquisire
un ruolo di leadership tra i compagni, mentre è vero proprio
il contrario!
L’incontro del 28 Aprile, condotto in modo conversazionale,
è risultato piacevole, oltre che interessante, a tutti i
partecipanti. La discussione ha evidenziato una volta in più
come la conoscenza dell’alcool, dei suoi effetti e del modo
di consumare bevande alcoliche permetta di acquisire
la consapevolezza del proprio comportamento verso
questa sostanza, favorendo la correzione di atteggiamenti
sbagliati o inopportuni e portando le persona a fare scelte
responsabili.
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ESPERIENZE
ALPINE
GITA CON GLI ALPINI
Cima del Grappa
ADUNATA
Pordenone “La Prima”
STATUA IN BRONZO DI SUA SANTITÀ PAPA
GIOVANNI PAOLO II°
Perché, “La Prima”? Perché, Pordenone, ospita per la
prima volta la 87^ Adunata Nazionale Alpini.
*
Come di consueto, l’Adunata inizia il giorno in cui il
Consiglio Nazionale decide la destinazione quando
iniziano i primi sopraluoghi per definire in ogni dettaglio lo
svolgimento del Programma, ma entra nel cuore e nel vivo
della festa l’anno successivo, nel mese di Maggio.
Il Gruppo di Grignano ha seguito un iter quasi simile: una
volta conosciuta la città, ci siamo messi in contatto con
persone del luogo che fanno il possibile per trovarci una
destinazione ove poter piazzare il nostro attendamento
e poi ci si reca sul posto per prendere visione dell’area
destinata.
Come sempre, noi, formati da 22 Soci, siamo fortunati:
l’area si trova presso una Comunità Missionaria,
“Villaregia”, alle porte della città.
Dopo aver piazzato il nostro campo, di venerdì, ci rechiamo
verso il centro per poter visitare la cittadina di Pordenone.
Tricolore e balconi imbandierati ovunque, al primo impatto
dà subito un’impressione di buona accoglienza, anche la
gente è contenta nel vedere una simile moltitudine di Alpini.
Si visita il Duomo, il Comune del sec. XII° e le zone
circostanti.
Sul tardo pomeriggio, si attende con impazienza la
“BANDIERA DI GUERRA” del 7° Alpini che, seguendo
un percorso definito, raggiunge la piazza comunale,
preceduta dalla Fanfara Alpina Tridentina ed a seguire i
Confaloni Comunali della Provincia e il Labaro Nazionale
dell’A.N.A. con i Gagliardetti Alpini.
Dopo gli Onori, la Bandiera viene deposta nella Sala
Comunale sino al termine dell’Adunata di Domenica Sera.
Sabato, libera uscita per tutti, ognuno va dove meglio
crede, nel pomeriggio la rituale Santa Messa che si tiene nel
Palazzetto dello Sport, assiepato come non mai. Presiede
la Celebrazione l’Ordinario Militare d’Italia, il Vescovo di
Pordenone, alla presenza delle Autorità Civili e Militari.
Domenica mattina, libera, mentre nel primo pomeriggio,
ci spostiamo verso l’area di ammassamento destinata a
10
SFILATA
Bergamo. L’Adunata ha avuto inizio alle ore 08,30 del
mattino, ma il turno degli Alpini di Bergamo arriva verso le
ore 16,30, il gruppo sfila compatto all’ormai indimenticabile
grido del: “BERGHEM… BERGHEM”
*
Mi preme ricordare e ringraziare tutti i Soci Alpini del
Gruppo, che hanno dimostrato serietà, compattezza
nei tre giorni trascorsi insieme. Non dimentico anche i
Soci Aggregati che hanno dato il meglio delle capacità
nell’impegno congiunto e per ultimo il nostro infaticabile
Cuoco Cristiano Agazzi, coadiuvato da Claudio Cornelli
che ad ogni pranzo e cena ci preparavano dei piatti gustosi
e … leggeri … vedi: brasato con polenta ecc…
Prima tappa della giornata: Romano d’Ezzelino, dove
ad attenderci c’era la nostra guida, il sottotenente
Giovanni Idrio (responsabile Centro Studi della
Sezione di Bassano), che ci ha guidati sino a Cima del
Grappa (m. 1770) ove, in questo luogo e nei dintorni,
si svolsero i tragici eventi della Grande Guerra del
15/18.
Arrivati sulla Cima, ci trovammo davanti ad un muro
di 3 m di neve che copriva ampiamente il Sacrario:
si vedeva spuntare la cupola e due bandiere quella
Italiana e Austriaca. La prima indicava il Cimitero
Italiano con i suoi 12.000 Caduti; la seconda il
Cimitero Austriaco con i suoi 10.000 Caduti.
Dopo una pausa al Rifugio, ci recammo presso
un’altra struttura, gestita dai Militari in Armi, dove le
due scolaresche si sono divise: mentre l’una entrava
al Museo, l’altra in un’apposita sala seguiva un breve
filmato sugli eventi bellici di quel periodo.
Visitata la galleria con le sue bocche di fuoco, linea
difensiva italiana, abbiamo consumato il nostro
pranzo al sacco, nella Sede della Protezione Civile,
ex caserma.
Anche questa Adunata è stata presa di mira da un temporale
verso sera; chi ancora doveva sfilare, e per ultimi gli Alpini
della città di Pordenone, sono stati inzuppati, ma contenti
di aver visto realizzare il proprio sogno, di avere la loro
prima Adunata.
Il mattino del lunedì si smonta il campo per far ritorno
ciascuno al proprio paese, alla propria casa, augurandosi
di poter realizzare la prossima Adunata 2015 nella città
Alpina dell’Aquila terremotata.
Il Gruppo Alpini ha organizzato Mercoledì 2 Aprile
una Giornata Culturale per le scolaresche del Plesso
Scolastico di Grignano 4^ e 5^ in località Bassano
del Grappa.
Prima di lasciare il posto, ringraziando per l’ospitalità,
il Capogruppo Romolo Pagnoncelli ha consegnato il
Gagliardetto del Gruppo.
**
Raggiunto, poi, Bassano del Grappa, siamo entrati
sul Ponte Vecchio detto anche “Ponte degli Alpini”
e abbiamo visitato la Sezione Alpini di Bassano e il
Museo.
Qui, ad aspettarci c’era il Vice Presidente A.N.A.
Sezionale Giuseppe Rugolo, che ha tenuto con un
gruppo una lezione di Storia Alpina ed Associativa e
del Ponte degli Alpini.
Al termine, dopo i dovuti ringraziamenti per l’ospitalità
ricevuta, di nuovo il Capogrupppo Romolo, attorniato
dai ragazzi, insegnanti e Alpini, sul Ponte, con una
foto ricordo, ha consegnato al Vice Presidente il
proprio Gagliardetto.
Infine, ringrazio i Soci che, non potendo partecipare
all’Adunata, si sono adoperati alla vendita di fiori, in paese:
il ricavato, sarà devoluto ai nostri missionari grignanesi.
Gruppo Alpini Grignano
**
*CIMA DEL GRAPPA
** PONTE DEGLI ALPINI
11
S O L E N N I TA’ D I
SANT’ANNA
PROGRAMMA SAGRA DI S. ANNA
P A R R O C C H I A
D I G R I G N A N O
Venerdì 18 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Giovedì 17 luglio: spettacolo del c.r.e.
Sabato 19 luglio: ore 18.00 messa in parrocchia
Venerdì 18 luglio: orchestra Le voci del cuore.
Domenica 20 luglio: ore 08.00 messa in parrocchia
Sabato 19 luglio: orchestra Barry Band
ore 10.30 messa in parrocchia:
Domenica 20 luglio: band 32esimo tributo ai nomadi e
anniversari di matrimonio
premiazione concorso fotografico
Lunedì 21 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Lunedì 21 luglio: complesso Angelo e Valeria
Martedì 22 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Martedì 22 luglio: complesso Luca e Anna
Mercoledì 23 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Mercoledì 23 luglio: complesso Non solo liscio
Giovedì 24 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Giovedì 24 luglio: complesso Acustic Dream
Venerdì 25 luglio: ore 20.30 messa al santuario
Venerdì 25 luglio: orchestra Bruno e la Blue Band
Sabato 26 luglio: spettacolo pirotecnico
S A B AT O 2 6 L U G L I O
F E S TA D I S . A N N A
Messe al Santuario
Domenica 27 luglio: La Band dei preti
T u t t e l e s e r e b a r, r i s t o r a n t e , p i z z e r i a , t o m bolate, musica e allegra compagnia.
Tr e s e r a t e p a r t i c o l a r i :
Venerdì 18 luglio: serata valtellinese
Mercoledì 23 luglio: fagiolata
Ore 08.30 Celebrata dalla parrocchia di Marne e Brembate
Venerdì 25 luglio: serata di pesce (prenotazione obbliga-
Ore 10.30 Celebrata dalla parrocchia di Grignano
toria)
Messe nella chiesa parrocchiale
Ore 15:30: S. Messa in parrocchia per gli ammalati
Ore 18.00: S. Messa solenne presieduta dal vescovo di
di Grignano. Al termine, processione per le vie del paese
con la statua della Santa. Accompagna il corpo Bandistico
di Brembate.
Layout -> Petra
Bergamo Beschi mons. Francesco, accompagana il coro
I FALCONIERI DEL
GRIFONE
l’utilizzo dei rapaci diurni per l’allontanamento di
specie aviarie infestanti e dannose come piccioni,
gabbiani e gazze.
La falconeria alternativa viene applicata nelle
scuole ed istituti con didattica e con l’esposizione
al pubblico di alcune specie e trova applicazione
nel socio culturale presso centri di accoglienza di
persone diversamente abili (pet terapy).
Ognuno di noi ha ben riposto nel cassetto un
sogno, un ideale, un desiderio che aspetta di
essere realizzato.
Ogni epoca è caratterizzata da una serie di eventi
storici o si arricchisce di innovazioni tecnologiche
e scientifiche destinate a lasciare un’impronta di
rilevante importanza nei secoli a seguire.
L’uomo da sempre ha ricercato nel regno animale
una forma di collaborazione o di amichevole
complicità.
Rapporti che hanno generato nei secoli sport,
dove l’uomo e l’animale si uniscono in un perfetto
sincronismo.
La falconeria è sicuramente un evento storico, una
scienza, un’arte, un’espressione di vita rimasta
inalterata e in grado di resistere a secoli di storia
o mutamenti ideologici, accorciando i confini
fra la leggenda e la realtà, ma per esporre su
ampia scala la storia di questa nobile arte, non
basterebbe un articolo, ma bensì una stesura
indefinita di testi.
Da sempre la nobile arte della falconeria è
rimasta legata alla caccia e considerata un sport
esclusivo per nobili e potenti famiglie.
Oggi la falconeria pur mantenendo le sue origini
e le sue tradizioni, ha allargato i suoi orizzonti
prendendo il nome di falconeria alternativa e trova
applicazione negli interventi di bonifica negli
aeroporti, nelle aziende o nei centri urbani con
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Io e Lucia da sempre amanti di animali abbiamo
iniziato il nostro percorso dedicando le nostre
attenzioni a diverse specie di pappagalli con
diverse caratteristiche e dimensioni, anche se la
falconeria rappresentava quel sogno nel cassetto
che attendeva di essere realizzato, ma bloccato
dalla nostra ignoranza in materia e perché
convinti che queste specie animali non fossero di
facile reperibilità o gestione.
emozioni e nuove esperienze.
Quel sogno ormai realizzato si è tramutato in
una realtà quotidiana che, ci vede impegnati
non solo nelle manifestazioni storiche, ma che
ci ha regalato la possibilità di interagire con i
nostri animali, su set cinematografici, negli
studi fotografici, su palcoscenici teatrali quali
il Donizzetti di Bergamo, facendo conoscere la
nostra immagine oltre oceano.
Siamo presenti negli interventi di bonifica nelle
aziende, con didattica nelle scuole e nei musei
e operiamo spesso nel socio culturale mettendo
la nostra conoscenza e i nostri rapaci in aiuto
di persone diversamente abili con problematiche
psichiche e motorie.
Ricordate però che questo sogno prevede anche
una convivenza e una collaborazione con animali
che dipendono dalle vostre scelte e dalle vostre
decisioni.
Prima di affrontare questa avventura dovrete
acquisire quelle nozioni e le basi necessarie per
garantire ai vostri amici un’esistenza piacevole e
priva di inutili sofferenze.
Dopo qualche anno abbiamo appreso che i rapaci
si potevano acquistare e detenere, ovviamente
se accompagnati da regolare documento di
provenienza.
I rapaci sono animali affascinanti, misteriosi, nobili
che si prestano alla convivenza con l’uomo, ma come
tutti gli animali non devono essere un capriccio.
Valutando i pro e i contro e raggiunta una
decisione, abbiamo aperto quel cassetto per
realizzare il nostro sogno.
Toppetti Giovanni - I Falconieri del Grifone
Prima di avventurarci in questo magnifico e
fantastico mondo a noi completamente sconosciuto,
ci siamo iscritti presso un’Associazione di
cacciatori, che proponeva corsi di falconeria.
Su richiesta di un’insegnate di lettere, abbiamo
esposto nozioni di falconeria legata al medioevo
a ragazzi immuno depressi e terminali, presso la
nuova struttura ospedaliera di Bergamo.
Con il traguardo del primo attestato e le prime
nozioni per la gestione e l’addestramento dei
rapaci, sono giunti i primi due esemplari di
Poiana di Harris (Trilly e Hook) e uno stupendo
esemplare di Poiana Coda Rossa (Vlady ).
Un passo per noi importante, ma sicuramente
devastante a livello emotivo.
Il sapere a mio avviso non è mai sufficiente e
in comune accordo io e Lucia, ci siamo iscritti
ad un secondo corso. Un percorso molto più
professionale ed approfondito che ci ha dato le
basi necessarie per affrontare un ripido percorso.
Con sacrificio e costanza giunsero le prime
manifestazioni e i primi successi a premio
dell’impegno con cui affrontavamo ogni singolo
evento.
I nuovi arrivi (barbagianni, gufi, civette e un
numero di rapaci diurni), ci hanno aiutato a
crescere professionalmente regalandoci nuove
la consapevolezza che questa nobile arte è fatta di
sacrifici, di ostacoli, di delusioni, ma più alto sarà il
sacrificio, maggiore saranno i risultati del successo.
Il nostro sogno ha preso sempre più consistenza.
Oggi siamo una famiglia, un gruppo di amici,
un nucleo di persone semplici legate da un’unica
passione e dall’amore verso i rapaci diurni e
notturni.
Un impegno costante che ci vede impegnati
nella continua ricerca scientifica, nell’apprendere
nuove tecniche o ad abbracciare nuove tesi
che ci aiutino ad accrescere il nostro sapere,
a migliorare la nostra immagine, ma cosa
importantissima a garantire ai nostri amici alati
un crescente miglioramento di vita in stato di
cattività.
A chi come noi volesse realizzare questo sogno,
gli consigliamo di affrontare questa avventura con
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RECENSIONE
OPERA IN
COPERTINA
L’ASNIÈRES
L’opera raffigura dei bambini e degli uomini della classe operaia, che si godono una giornata di riposo
ad Asnières-sur-Seine, sobborgo periferico nell’Île-de-France.
Sullo sfondo le fabbriche del padre di Seurat; esse sono inattive, con le ciminiere spente, essendo
domenica, mentre il fumo che si vede proviene dallo sbuffo di un treno che sta attraversando il ponte sul
fiume.
GEORGES SEURAT
Le baignade o L’Asniéres
Fondamentale è capire la diversità tra un
movimento e una corrente, in molti libri i due
termini vengono usati indistintamente.
Nato a Parigi nel 1859 da un’importante famiglia
di industriali.
Si appassionò e studiò l’arte sin da ragazzo in
particolare gli impressionisti.
La svolta fu nel 1886 quando all’ultima mostra
impressionista tutta l’attenzione venne rivolta
verso di lui ed un suo quadro, “Un dimanche
aprés-midi à l’ile de la grande jatte”.
Un movimento è un gruppo come quello
degli impressionisti, tutti vivono a Parigi, tutti
conducono la stessa vita, tutti si conoscono e si
incontrano spesso, tutti ragionano sul concetto
base dell’impressione momentanea della realtà
sulle persone.
Molti risero davanti a quella gente ricoperta
d’insetti.
Una corrente, come un fiume, va in una direzione
ben precisa, non si ferma, ognuno va per la sua
strada, in comune c’è solo un sentimento iniziale
che per i postimpressionisti e Seurat è quello di
andare oltre l’impressionismo, oltre quello che
esiste già.
Il giovane critico Felix Fenon coniò in riferimento
al quadro il termine di neoimpressionismo poi
diventato postimpressionismo.
Seurat ormai non si accontentava più di cogliere
la natura en plain air (all’aria aperta) ma voleva
dare un fondamento scientifico alla sua arte.
L’unico che capì e diede spazio a Seurat e ai suoi
sconosciuti colleghi fu Père Tanguy gallerista di
fama; la cosa fece arrabbiare non poco il gruppo
impressionista che ahimè aveva ormai dato tutto.
Il termine più diffuso per descrivere la sua pittura
fu quello di pointillism, che descrive il metodo a
puntini attraverso il quale l’artista componeva la
tela, coperta da piccolissime macchie di colore,
destinate a descrivere la scomposizione fisica e
reale della luce e la sua ricomposizione percettiva
nella retina oculare dell’osservatore; ne è un
esempio il celebre quadro L’Asnières.
Insomma Seurat aveva acceso la miccia che
avrebbe fatto esplodere: Cézanne, Gauguin, Van
Gogh e molti altri.
Nessun personaggio interagisce. Al centro un ragazzo si è tolto la camicia e il cappello, sparsi dietro
di lui, e immerge le gambe nell’acqua da seduto.
Davanti a lui un ragazzino si è immerso e soffia nelle mani; poco più in là un altro bagnante sta immerso
stringendosi nelle spalle per il freddo dell’acqua. Non vi è segno di conversazione o divertimento tra i
personaggi e ciò simboleggia l’alienazione della classe operaia costretta a farsi un bagno e a riposare
in una zona inquinata, al contrario della ricca e festosa borghesia parigina.
Petra
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17
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CRESIM
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Lilliput, Brobdingnag, Laputa, il mondo degli
Huyhnhnms...tranquilli, non sono parolacce!
Sono solo i nomi delle città che visiterà Gulliver, il
personaggio protagonista del Cre di quest’anno.
Durante il suo viaggio incontrerà personaggi
stranissimi, vedrà mondi incredibili e il suo
compito sarà adattarsi alle strane abitudini di
queste città e abitare insieme ai personaggi che
incontrerà man mano nella storia.
FEMMINILITÀ
GEOMETRICA
L’ABITARE dunque è il tema scelto per il Cre
2014, dal titolo “Piano Terra”. Questo tema invita
le persone, i bambini, gli animatori ad aprire
la porta per andare incontro all’altro, in modo
che nessuno si senta straniero ma destinatario di
attenzioni e cure amorevoli.
MOSTRA DI PITTURA
Monica DAMINELLI
PIANO TERRA
CRE 2014
Quattro saranno le parole chiave di “Piano Terra”:
Durante la Sagra di
Sant’Anna, nei giorni di
venerdì, sabato, e domenica
dalle ore 08,30 alle 23,00
- Entrare: inizia il Cre, per alcuni è la prima volta,
per altri è un appuntamento estivo già conosciuto,
in ogni caso ogni anno viene proposto qualcosa
di nuovo e di speciale, che suscita nei bambini
quel pizzico di mistero e di fascino. Ogni entrata,
ogni ingresso, si gioca tra il timore e l’entusiasmo
per ciò che è sconosciuto.
Monica nasce a Bergamo il 6 gennaio 1968
e frequenta l’istituto d’Arte Andrea Fantoni di
Bergamo.
- Custodire: una volta entrati, abitiamo l’esperienza
del Cre! Il “custodire” nasce dallo stupore per ciò
che si è ricevuto: siamo riconoscenti e per questo
ci prendiamo cura delle nostre case, del nostro
Cre e dei nostri ragazzi.
Nel corso degli anni si appassiona alla
realizzazione di quadri dando valore alla figura
umana accentuando sempre più l’espressività del
volto soprattutto degli occhi e della bocca.
Inizia la sua attività di pittrice partecipando al
primo concorso di pittura all’età di 14 anni ed
ottiene il primo premio.
Per diversi anni espone in numerose rassegne
ottenendo molte medaglie di merito.
Nel 1992 partecipa alla Mostra Internazionale
presso la Galleria la Sfinge di Novara
(classificandosi 3a tra i MAGNIFICI DIECI); nel
1993 conquista la targa di Riconoscimento di
Merito e nello stesso anno viene premiata tra
le prime tre nel Concorso Primavera a Milano
presso la Galleria Eustachi.
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Dopo diversi anni di inattività artistica ritorna
con una nuova tecnica personale di pittura nella
quale l’intensità dei volti è messa in luce da colori
accesi e figure geometriche.
Nella primavera del 2011 espone a Osio Sotto
presso il “Bar Vecchio Tram” e in luglio dello
stesso anno a Sarnico nella “Torretta Civica” con
il Patrocinio della Pro Loco della stessa località
lacustre, esperienza che viene ripetuta nel 2012.
Dal 2013 partecipa a vari concorsi - mostre
nella bergamasca fra cui alla nostra sagra di
Sant’Anna.
Esperienza significativa è la partecipazione al
TROFEO BA-ROCCO di Milano.
Opere dell’artista si possono ammirare a Verdello
presso la Banca Popolare di Bergamo-UBI e al
Centro Sportivo di via Oratorio a Brembate.
- Costruire: ciò che riceviamo non è intoccabile
e stabile, anzi, possiamo e dobbiamo renderlo
migliore, con il nostro lavoro. Lo scopo del Cre
e degli animatori non è “far passare il tempo”
ai ragazzi, ma “costruire il loro tempo” e
trasformarlo in qualcosa di educativo e divertente
per ogni bambino, sperando che lasci un ricordo
positivo in ognuno.
- Uscire: Le esperienze che abbiamo fatto non
sono uno scrigno dei ricordi da chiudere e
mettere via, ma sono un bagaglio che ci consente
di intraprendere nuovi viaggi, nuove avventure,
nuove amicizie e di progettare un futuro ricco di
valori e di insegnamenti.
Non ci resta che augurare a tutti i bambini di
passare un mese pieno di divertimento e di
belle esperienze insieme a Don Roberto e a tutti
gli animatori! Inoltre aspettiamo tutti i genitori,
nonni, zii, amici (e chi più ne ha più ne metta)
alla festa finale del Cre che si terrà Giovedì 17
Luglio davanti al tendone della festa di S. Anna.
Sara
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Mississipi Mud Pie (chiamata anche “torta di fango del Mississipi”),
una torta statunitense al cioccolato, molto golosa e facilissima da
fare.
RECENSIONE
LIBRO
Tempo preparazione: 40 min. + 7 ore circa.
L’ANGOLO DELLA RICETTA
Ingredienti per la base:
• 400 gr di frollini al cacao (devono essere semplici biscotti al cacao al massimo possono contenere
scaglie di cioccolato).
MARKUS ZUSAK
• 150 gr di burro
• 1 cucchiaio di zucchero
Ingredienti per la crema:
Storia di una ladra di libri
• 120 gr di zucchero
• 40 gr di amido di mais (maizena)
• 30 gr di cacao meglio se amaro
• sale
“Trascorse un notevole lasso di tempo tra il primo
libro che rubò e il secondo. Un altro elemento
degno di nota è il fatto che il primo venne
sottratto alla neve, il secondo al fuoco. Senza
trascurare che ricevette anche altri libri. In tutto
ne possedeva forse quindici o sedici, ma riteneva
che la sua storia si basasse prevalentemente su
una decina. Di quei dieci, sei erano rubati, uno
lo trovò sul tavolo della cucina, due furono scritti
per lei da un ebreo nascosto e uno lo portò un
pomeriggio morbido, vestito di giallo. Quando si
dedicò a scrivere la propria storia, si domandò
quando esattamente i libri e le parole avessero
incominciato a significare non solamente
qualcosa, ma tutto”.
Ambientata nella Germania nazista, la storia
di Liesel inizia su un treno diretto a Molching,
vicino a Monaco, dove ad attendere lei e il
fratellino ci sono gli Hubermann, la loro futura
famiglia adottiva. Purtroppo, però, il fratellino
della bambina muore durante il viaggio e viene
sepolto in un cimitero pieno di neve. È in questo
luogo che la ragazzina ruba il suo primo libro,
caduto dalle tasche di un giovane becchino.
Ma per Liesel, che non sa leggere bene, quelle
parole sono un mistero, che gli viene svelato dal
suo padre adottivo. È proprio nello scantinato
di casa Hubermann che la ragazzina impara a
leggere; quello che prima era un mistero, ora è
evasione dalla dura realtà del regime nazista, è
ribellione del pensiero all’ideologia hitleriana, è
salvezza del pensiero dalla manipolazione della
propaganda.
La storia di una ladra di libri è uno di quei
libri, che, nonostante la commercializzazione
mediatica che ha subìto per esser venduto, si
merita tutta la pubblicità. Una bella storia, una di
quelle che davvero – per usare una frase cara ai
critici – ti cambia la vita.
Elena
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• 4 tuorli
• 700 ml di latte
• 30 gr di burro 1
• 70 gr di cioccolato fondente (extra-fondente per i più temerari)
Procedimento:
Tritare i biscotti al mixer, unire il burro fuso e un cucchiaio di zucchero e frullare ancora per
amalgamare il tutto.
Armatevi di un po’ di pazienza e riempite una tortiera ad anello con questo composto fino a formare
un guscio compatto di spessore costante sia per la base che per le pareti.
Preriscaldate il forno a 180° e fate cuocere per 8 minuti.
Estrarre la base e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente (se appena estratta vi sembra soffice
nessun problema una volta raffreddata avrà la consistenza del biscotto).
Per la crema unire in un pentolino fuori dal fuoco lo zucchero, amido di mais, cacao, sale, i 4 tuorli,
il latte e mischiare bene bene bene. Mettete tutto sul fuoco e fate addensare continuando a mescolare
con una frusta a mano (dovrà avere l’aspetto un budino molto denso).
Fuori fuoco unite alla crema i 30 gr di burro ed i 170 gr di cioccolato che avrete prima fatto sciogliere
nel microonde, amalgamate bene il tutto e lasciate raffreddare per un paio d’ore. Riempire il guscio
di biscotto con la crema (non curate più di tanto l’aspetto che comunque deve sembrare una torta di
fango…) e poi riporre la torta in frigo per minimo 5 ore (meglio se per tutta la notte).
A piacere aggiungere panna montata
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