Luigi Reverberi Biografia
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Luigi Reverberi Biografia
1 Luigi Reverberi In primo piano Reverberi, alla partenza per il fronte russo, in compagnia di don Carlo Gnocchi, cappellano militare Luigi Reverberi (Cavriago, 12 settembre 1892 – Milano, 22 giugno 1954) è stato un generale italiano degli alpini, insignito della medaglia d'oro al valor militare. Biografia Militò per più di trent'anni nelle file del regio esercito e poi dell'esercito italiano (19131946) combattendo nelle due guerre mondiali. Nella prima guerra mondiale si distinse a Ponte Alto, alle Tofane, alla Bainsizza, sul Monte San Gabriele, a Monte Solarolo e a Fiera di Primiero. Nella seconda guerra mondiale combatté in Albania e in Russia dove si distinse nella Battaglia di Nikolaevka. Compì quasi tutta la sua carriera militare nel Corpo degli Alpini. Quando era maggiore i suoi soldati del battaglione Vestone lo soprannominarono affettuosamente Gasosa, perché era sempre molto allegro, attivo, nervoso, insomma effervescente. Questo soprannome venne usato dopo, con una punta di malevola ironia, anche negli ambienti del Ministero della Guerra a Roma. Era noto anche come Generale dieci lire, perché dopo aver passato in rassegna le sue truppe alpine, che peraltro giudicava sempre encomiabili, al momento di andare via, faceva dare dal suo aiutante di campo al capoposto della guardia schierata per salutarlo, un biglietto da dieci lire, affinché tutti bevessero alla sua salute. Questi atteggiamenti affabili, addolcivano la disciplina militare e suscitavano nei suoi sottoposti una grande fedeltà e dedizione al servizio. Frequentò l'Accademia militare di Modena. Iniziò con il grado di sottotenente sino a giungere al grado di generale di corpo d'armata. Nel 1913 da sottotenente fu in Libia. Durante la prima guerra mondiale combatté con il 7º Reggimento Alpini, per il suo valore gli vennero assegnate tre medaglie d'argento, una croce di guerra e l'Ordine Militare di Savoia. Dopo la guerra militò nella 2ª divisione Alpini e nel 1926 divenne tenente colonnello. Nel 1935 ebbe la promozione a colonnello e comandò il 67º reggimento di fanteria. Nel 1939 fu Capo di Stato Maggiore del Corpo d'Armata 2 autotrasportate. Nel luglio 1939 fu promosso generale di brigata. Nel 1941 gli venne assegnato il comando del XXVI corpo d'armata in Albania. Nel 1942, al comando della divisione Tridentina andò sul fronte russo. Dove combatté con molto valore a Nikolaevka, riuscendo a salvare e riportare in patria buona parte dei suoi alpini. Per questo gli venne conferita una medaglia d'oro al valore militare. Dopo il suo rientro in Italia, mentre si trovava a Bressanone, venne arrestato dai tedeschi l'8 settembre e internato in un campo di prigionia a Posen. Dichiarando che voleva aderire alla RSI, ottenne di essere liberato e inviato per addestramento in Francia a Vittel, dove però non tardò a prendere contatti con la Resistenza francese. Quando i tedeschi se ne accorsero, lo mandarono in un campo di punizione a Wietzendorf e poi di nuovo a Posen, dove venne catturato anche dai russi e tenuto prigioniero. Nel mese di settembre 1945 rientrò infine in Italia e nel 1947 fu promosso Generale di corpo d'armata. Nel 1946, iniziata l’epurazione dei militari che avevano combattuto nella guerra fascista, venne denunciato dal senatore comunista d’Onofrio. Dopo la guerra fu, per anni, consigliere delegato di una ditta di saponi e cosmetici. Nel tempo libero, anche se amareggiato per aver dovuto lasciare precocemente l’esercito, si occupò di ricostituire l’Associazione Nazionale Alpini. Fu autore di diverse memorie sulla campagna di Russia. Dopo aver superato indenne tante battaglie, morì cadendo accidentalmente dalle scale di casa sua a Milano il 22 giugno 1954.