annuario 2013

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annuario 2013
Annuario 2012/13
Istituto di Istruzione ‘Lorenzo Guetti’
TIONE DI TRENTO
Via Durone, 53
Tel. 0465 321735 - Fax 0465 322811
[email protected]
www.guetti.tn.it
Si ringraziano tutti i docenti, studenti, personale amministrativo
per la collaborazione.
Editing: Claudio Pucci, Tiberio Salvaterra
Fotografie classi: Biagio Caruso
Impaginazione e stampa: Antolini Tipografia - Tione di Trento
Liceo con indirizzi:
Indirizzi Tecnici:
Corsi serali:
Scientifico
Scientifico opzione Scienze Applicate
Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna
Linguistico
Socio Psico Pedagogico - cl. IV e V
Scienze Umane - cl. III
Biennio Economico
Indirizzo Giuridico Economico Aziendale (I.G.E.A.)
- cl. IV e V
Amministrazione, Finanza e Marketing - cl. III
Turismo - cl. III
Biennio Tecnologico
Geometri - cl. IV e V
Costruzioni, Ambiente e Territorio - cl. III
Geometri
Ragioneria
Sommario
Sommario
Saluto della Dirigente scolastica _ ____________ 3
Saluto della Presidente C.d.I. _ ________________ 4
Esperienze
Incontri
Testimoni e Personaggi
Non dimentichiamo mai _________________________ 6
A scuola si fa turismo! ____________________________ 8
Un tuffo nella legalità _____________________________ 10
Contatto riuscito ____________________________________ 12
La Giornata degasperiana ______________________ 13
Fede e politica in Degasperi _ __________________ 15
Il giorno del ricordo _______________________________ 17
Perdita, nostalgia, speranza ____________________ 19
Protagonisti della 25ª edizione dei giochi
sportivi giovanili di dama ________________________ 21
Una vittoria che dà speranza _ ________________ 23
Alcune note _ __________________________________________ 25
Un premio per la pace ___________________________ 27
Mondiale ragazzi ____________________________________ 29
Persone
Consiglio dell’Istituzione__________________________ 32
Staff_________________________________________________________ 33
Docenti___________________________________________________ 34
Personale A.T.A._____________________________________ 35
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1a Scientifico A _______________________________________ 36
1a Scientifico B _______________________________________ 36
2a Scientifico A _______________________________________ 37
2a Scientifico B _______________________________________ 37
3a Scientifico A _______________________________________ 38
3a Scientifico B _______________________________________ 38
4a Scientifico A _______________________________________ 39
4a Scientifico B _______________________________________ 39
5a Scientifico A _______________________________________ 40
5a Scientifico B _______________________________________ 40
1a Scienze Applicate _______________________________ 41
2a Scienze Applicate _______________________________ 41
1a Scientifico Montagna __________________________ 42
2a Scientifico Montagna __________________________ 42
3a Scientifico Montagna __________________________ 43
4a Scientifico Montagna __________________________ 43
5a Scientifico Montagna __________________________ 44
1a Linguistico __________________________________________ 44
2a Linguistico __________________________________________ 45
3a Linguistico __________________________________________ 45
4a Linguistico __________________________________________ 46
5a Linguistico __________________________________________ 46
1a Scienze Umane A ______________________________ 47
1a Scienze Umane B _______________________________ 47
2a Scienze Umane __________________________________ 48
3a Scienze Umane __________________________________ 48
4a Socio Psico Pedagogico ______________________ 49
5a Socio Psico Pedagogico ______________________ 49
1a Economico A _____________________________________ 50
1a Economico B ______________________________________ 50
2a Economico A _____________________________________ 51
2a Economico B ______________________________________ 51
3a Amministrazione ________________________________ 52
3a Turismo ______________________________________________ 52
4a IGEA __________________________________________________ 53
5a IGEA __________________________________________________ 53
1a Tecnologico A ____________________________________ 54
1a Tecnologico B _____________________________________ 54
1a Tecnologico C _ ___________________________________ 55
2a Tecnologico A ____________________________________ 55
2a Tecnologico B _____________________________________ 56
3a Costruzioni A _ ___________________________________ 56
3a Costruzioni B _____________________________________ 57
4a Geometri A _ ______________________________________ 57
4a Geometri B ________________________________________ 58
5a Geometri ___________________________________________ 58
Serale _____________________________________________________ 59
Saluto
scolastica
Saluto delladella
DirigenteDirigente
scolastica
Tiziana Gulli
L’annuario del “Guetti”!
Che bella iniziativa, ho pensato, leggendo i
numeri degli anni precedenti.
Quante cose avvengono in una scuola nel
tempo di un anno scolastico! E quante di
queste rimangono sommerse, ricordo di
singoli o di pochi e non memoria comune
da valorizzare e far conoscere che proprio
l’annuario recupera e conserva!
L’annuario scolastico di quest’anno 2012-2013
costituisce la naturale prosecuzione di un’iniziativa che è ormai patrimonio e tradizione
del nostro Istituto.
Scrivendo questo breve articolo mi tornano
alla mente alcuni dei momenti significativi
dell’anno scolastico, ciascuno singolarmente
importante e tutti insieme indispensabili per
sviluppare il senso di appartenenza all’Istituto
e al suo territorio: il primo giorno di scuola, i
successi in ambito sportivo, il concorso nazionale vinto da BIG, la banda di Istituto, e tutte
le iniziative culturali e progettuali che hanno
arricchito e sostanziato l’offerta formativa
del nostro Istituto nell’anno scolastico appena trascorso tra le quali non va dimenticato
l’avvio dell’indirizzo Turistico e l’approvazione
del nuovo percorso Tecnologia del legno nelle
costruzioni.
Attività e progetti a cui i nostri ragazzi hanno
partecipato con costanza e tenacia, prima
col cuore e poi con la mente, sotto la guida
attenta dei docenti.
Il Collegio Docenti e il Consiglio dell’Isti-
tuzione scolastica hanno lavorato sempre
con responsabilità e attenzione al bene
dell’Istituto.
Tornano anche alla mente momenti difficili
che gli studenti “Guettiani”, accompagnati
dai loro docenti, e sostenuti dalle loro famiglie
hanno saputo affrontare con coraggio senza
perdere la fiducia nella positività della vita.
Non va dimenticato tuttavia che la quotidianità della scuola non è meno importante e
pregnante, per lo spirito dell’Istituto, delle
attività speciali e delle partecipazioni degli
studenti ad eventi sul territorio. Il fare scuola
giorno dopo giorno consente di sviluppare il
valore di far parte di una comunità, con la
condivisione sia delle gioie sia dei momenti
meno sereni.
è quel “senso di scuola” che nasce e cresce
in ogni studente con la consapevolezza del
grande lavoro che viene svolto nel quotidiano
ritrovarsi insieme, condividere le esperienze
e conservarne il ricordo.
Il primo anno al “Guetti” è stato per me
intenso e ricco di emozioni.
Un grazie va al mio predecessore prof. Severino Papaleoni e al suo collaboratore vicario
prof. Erminio Rizzonelli, che si sono sempre
resi disponibili nella delicata fase di passaggio; un altro grazie al collaboratore vicario,
prof. Claudio Pucci, figura di riferimento per
tutta la comunità scolastica sempre attento
e disponibile.
Un pensiero particolare lo rivolgo ai docenti e
a tutto il personale della scuola che nei diversi
ambiti e responsabilità, con il loro quotidiano
lavoro aiutano a rendere il “Guetti” un luogo accogliente per tutti coloro che vivono
qui parte della loro giornata, dove i ragazzi
possono trovare un ambiente stimolante e
favorevole al loro percorso di crescita.
Un augurio a tutti per un futuro portatore di
successo, di gioia e di soddisfazione.
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Saluto
Presidente
Saluto delladella
Presidente
del C.d.I.
Antonella Collini
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Da quando i miei figli hanno cominciato a
frequentare la scuola (dalla materna alle superiori) mi sono sempre resa disponibile, come
molti di voi e insieme a voi, a collaborare con
il “sistema scuola” e a portare il punto di vista
della famiglia e degli studenti.
Ora che i miei figli frequentano l’Istituto
Guetti, voi genitori avete richiesto la mia presenza nel Consiglio dell’Istituzione votandomi
all’inizio di questo anno scolastico.
Spero quindi di potervi rappresentare al
meglio e sono sicura che con il vostro aiuto
e i vostri consigli saprò affrontare l’impegno
di cui volentieri mi sono fatta carico.
Penso che la famiglia debba essere sempre
presente anche nel percorso scolastico dei figli
per confrontarsi con la scuola e per “allearsi”
nel compito educativo.
Il momento dell’adolescenza che i nostri
figli stanno vivendo è forse il periodo più
impegnativo anche per noi genitori; fare rete,
scambiarsi informazioni, confrontarsi e condividere esperienze potrebbe essere un valido
aiuto per affrontare nel modo migliore questa
loro delicata ed importante fase della vita.
La L.P. 5 del 7.8.2006 prevede la partecipazione dei genitori nella scuola e ne stabilisce
le modalità. Soprattutto però ha voluto riconoscere il ruolo della famiglia, l’importanza
di un dialogo permanente e approfondito tra
le varie componenti del sistema educativo, la
rappresentanza appunto per il fine comune
dell’educare e del formare i nostri figli che
sono il nostro futuro.
Le finalità della L.P. 5 si richiamano alla
Costituzione riferendosi ai diritti inviolabili
dell’uomo e all’uguaglianza, ai diritti e doveri
dei genitori, all’obbligo di istruzione, alla libertà di insegnamento, alla piena realizzazione
della persona, all’esercizio consapevole della
cittadinanza e all’attenzione all’integrazione
dei soggetti con bisogni educativi speciali.
Ecco perché è importante la partecipazione
di tutti, per quello che ognuno può, in modo
che si formi una “comunità educante” che
sia in grado di colloquiare e di interagire per
trasmettere il sapere ma anche i valori della
solidarietà e della cooperazione, dell’accoglienza e della tolleranza, dell’onestà e della
trasparenza, della vivacità intellettuale.
Il nostro Istituto, oltre a vari indirizzi di istruzione liceale e tecnica, offre anche molti validi
progetti educativi a cui gli studenti possono
accedere e che permettono di affrontare
argomenti non curriculari ma oltremodo
importanti quali la salute, la salvaguardia
dell’ambiente, la conoscenza del territorio
e della nostra storia, l’apertura verso realtà
lontane, la peer-education, la promozione
dell’attività sportiva, l’approfondimento della
musica attraverso la Banda d’Istituto, l’orientamento, le certificazioni e tutte le attività
rivolte all’apprendimento, al potenziamento
e arricchimento didattico.
Viene offerto veramente molto e anche per
gli studenti è prevista dalla Legge la parteci-
pazione agli organi collegiali riconoscendo
in loro il “soggetto primario del sistema
educativo”.
Sollecito quindi gli studenti alla partecipazione
attiva e diretta al sistema scuola e auguro a
loro di trarre il più possibile dal percorso
educativo e di fare proprio il sapere per essere
da subito cittadini consapevoli.
La nostra partecipazione è attenzione, interesse e tempo che investiamo per i nostri
figli. Occuparsi del loro mondo e della scuola
sottolinea ai loro occhi l’importanza di quello
che stanno vivendo.
Il nostro “tornaconto” è la loro educazione
e crescita, le esperienze e il sapere che investiranno nel loro futuro.
Cari genitori è per questo che credo sia necessario il massimo impegno e la partecipazione
di tutti noi!
Saluto tutti gli studenti e le loro famiglie augurando di cuore un futuro proficuo e sereno.
Esperienze
Incontri
Testimoni e Personaggi
Non
dimentichiamo
mai
Non dimentichiamo
mai
Lucia Mazzocchi
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Dal 19 al 25 gennaio insieme ad altri 700
ragazzi ho avuto la fortuna di partecipare al
progetto “Treno della Memoria” promosso
dall’associazione torinese “Terra del Fuoco”
che ogni anno si impegna a sensibilizzare migliaia di giovani italiani riguardo lo sterminio
avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale nei campi di concentramento nazisti. In
particolare un team di giovani organizza un
viaggio in treno in Polonia durante il quale i
ragazzi coinvolti vanno a visitare i campi di
Auschwitz e Birkenau e il Ghetto ebraico.
Lo scopo del viaggio è quello di non dimenticare ciò che è accaduto affinché tutto ciò
non si ripeta. Noi partecipanti abbiamo un
importante compito di testimonianza infatti
il viaggio non termina con il ritorno in Italia,
esso è solo l’inizio di un cammino nel quale
dobbiamo essere testimoni attivi di quello
che abbiamo visto ed essere persone che
hanno compreso che esiste solo una razza:
quella umana. Prima della partenza alla volta
di Cracovia abbiamo partecipato a quattro
incontri formativi nei quali abbiamo potuto
approfondire meglio la storia relativa a quegli
anni. Durante un incontro ho potuto ascoltare una testimonianza di alcuni deportati nei
campi che si sono salvati. Mi hanno colpito
molto le loro parole dure e aspre, la loro sofferenza nel tentare di far emergere i ricordi.
Soprattutto mi hanno sconvolto le parole di
un deportato che ci ha detto di vergognarsi a
raccontare quello che sono arrivati a fare per
non morire di fame. A fronte di questa dichiarazione mi sorge spontanea una domanda:
perché degli uomini innocenti con la semplice
colpa di essere uomini non appartenenti alla
razza ariana non possono cibarsi, sono privati
della loro libertà e della loro identità? Prima
di partire eravamo tutti carichi di paure e
di ansie, ora che siamo tornati nel nostro
cuore è presente un gomitolo di emozioni
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incomprensibili e contrastanti. Sentiamo il
desiderio di raccontare quello che abbiamo
vissuto eppure ci risulta difficile parlare con
gli altri di cos’è stata quest’esperienza con
“Terra del Fuoco”. Se mi venisse chiesto qual
è la cosa più importante di tutto il viaggio non
saprei rispondere. Ho un miscuglio d’emozioni che cercano d’evadere, che s’attorcigliano
tra cervello e stomaco: mi sento capovolta,
sconvolta, felice e triste, ignorante, inutile
eppure così preziosa. Sento la mancanza del
ghiaccio sulle nostre giacche mentre percorriamo le strade del Ghetto accompagnati da
sessantottomila voci che confluiscono nelle
testimonianze di tre vite. Gelo: avevo freddo,
ma non ci pensavo, non più di tanto. Abbiamo
anche riso, ci siamo ritagliati pure dei momenti di divertimento e abbiamo vissuto situazioni
veramente fraterne e memorabili. Credo che
il concetto fondamentale di questo percorso
fosse l’umanità (che puoi trovare oppure no).
Ho conosciuto persone bellissime, che mi
mancano, ragazzi con cui ho condiviso pensieri tristi e belle sensazioni. Entrare nei recinti
di Auschwitz non mi ha creato l’emozione
che credevo. Non so spiegare quello che ho
provato all’interno. So solo che ho fatto una
gran fatica a capire e ad immedesimarmi. Ho
sentito un gran senso di solitudine, eppure il
campo era pieno di gente. Mi sono sentita
impotente, incapace di fare qualsiasi cosa.
Poi ad un tratto ho sentito un gran dolore
e tanta tristezza. Tristezza che poi però si è
trasformata in indifferenza, penso una difesa
naturale di fronte al male assoluto. Mi ha
colpito la disumanizzazione mostrata dalla
quantità di oggetti personali, suddivisi e classificati: c’erano beni personali di uomini, donne
e persino di bambini. Mi sentivo derubata
pure io: nuda e vuota. Lì venivano raccolti i
“diversi” e resi uguali tra loro. Inizialmente
era solo una toppa sulla manica, poi un tatuaggio finché non diventarono omologati
persino nella morte. Erano resi tutti uguali e
credo che sia questa la cosa che mi ha toccato
maggiormente. Anche nel campo di Birkenau
ho sentito la solitudine. Era talmente grande
e dispersiva che mi sentivo una nullità. Ho
ancora ora, impresso nel cuore il freddo e il
vento che ti aggrediscono all’ingresso di Birkenau. Mentre percorrevo la strada per uscire
dai campi ho pensato ai milioni di persone che
hanno potuto solo entrare e non uscire da
quelle prigioni, ho sentito un gran sollievo nel
potermi allontanare e ho sentito nel cuore il
desiderio di rispondere a questo male seminando amore e solidarietà. Questo percorso
è stato organizzato con arte e realtà, tra recite
e nozioni. Un equilibrio perfetto tra storie di
giusto e di sbagliato. Credevo che sarebbe
stata un’ottima lezione di storia e invece è
stato un insegnamento di vita.
AA scuola
scuola
si fa Turismo!
si fa Turismo!
Guido Giacomuzzi
e Cristina Maturi
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Nell’anno scolastico 2012/2013 la proposta
formativa del nostro Istituto si è arricchita
di un nuovo indirizzo di studio: la specializzazione Turismo nell’ambito del triennio
del settore tecnico-economico. Il nuovo
indirizzo si affianca ad Amministrazione
Finanza e Marketing, con il quale ha in
comune il biennio, durante il quale gli studenti consolidano la preparazione di base e
acquisiscono le competenze necessarie per
poter affrontare il triennio, posticipando in
tal modo a 16 anni la scelta ed essere così
accompagnati in un percorso di orientamento più consapevole.
L’avvio di un nuovo indirizzo, come già
sperimentato nel nostro Istituto in altri
casi, ha richiesto un particolare impegno
a tutti i docenti coinvolti, che hanno però
intrapreso questa nuova “avventura” con
entusiasmo e desiderio di realizzare idee e
progetti innovativi. Ciò ha consentito già in
parte, e consentirà ancora di più in futuro,
di costruire, insieme agli studenti, un indirizzo con un’identità propria, aperto a nuovi
stimoli, ma partendo dal bagaglio sicuro
di esperienze e preparazione dei docenti
coinvolti. Come sempre (nella scuola e nella
vita!) le difficoltà non mancheranno, ma si
supereranno con l’impegno e la volontà di
offrire alle famiglie e al territorio nuove
opportunità per i nostri giovani.
L’indirizzo Turismo consente una buona
preparazione culturale in campo umanistico, che spazia anche nell’ambito artistico
e geografico, e sviluppa capacità legate sia
all’aspetto comunicativo delle lingue straniere (inglese e tedesco, cui si affianca lo
spagnolo), sia a quello tecnico-professionale
inerente la gestione delle aziende del turismo, non solo nell’amministrazione ma
anche nella promozione.
Per imparare a conoscere le bellezze di
un luogo, imparare a farle apprezzare agli
altri, imparare a considerarle risorse da
proteggere, valorizzare e gestire, anche
economicamente, nell’ottica di uno sviluppo
sostenibile, è necessario prima di tutto fare
esercizio sui luoghi che ci sono più vicini.
Per questo è stata realizzata un’interessante attività di simulazione di guida turistica
nei paesi delle nostre Giudicarie, che ha
permesso ai ragazzi della “prima” classe
terza di conoscere ed apprezzare angoli
più o meno noti dei paesi in cui vivono.
Ogni ragazzo della classe ha dovuto docu-
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mentarsi a fondo su un itinerario turistico
a scelta, si è cimentato nella produzione di
una brochure e, infine, ha dovuto mettersi
alla prova come “guida turistica”, illustrando
ai compagni, nel corso di una visita guidata
sul territorio, il percorso scelto. A molti studenti questa attività ha permesso di scoprire
che attorno a noi, nelle nostre Giudicarie, ci
sono meraviglie nascoste: castelli dalle stupende architetture, chiese ricche di preziose
opere d’arte, luoghi di incantevole bellezza
naturalistica e … strutture ricettive di ottima
qualità, gestite con passione ed intelligenza.
Lo sviluppo del settore turistico richiede un
tempo di formazione intenso e ricco di giusti
stimoli, che tenga conto delle istanze del
mondo reale e del territorio, ma che offra
la possibilità di rendere concreti i sogni per
un futuro sereno dei nostri ragazzi.
Nella scuola, in tutti gli indirizzi consolidati
o nuovi, siamo tutti impegnati per questo
avvincente obiettivo.
Un
tuffo
nella legalità
Un tuffo
nella legalità
Nicola Spada
e gli studenti della classe 3ª AFM
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Durante l’anno scolastico 2012/2013 gli
studenti della classe 3° dell’indirizzo Tecnico, Amministrazione Finanza e Marketing
dell’Istituto “L. Guetti“ di Tione, hanno avuto
la possibilità di partecipare ad un concorso
promosso dal Consiglio Provinciale di Trento
sul tema della legalità. Questo progetto ha
suscitato in tutti noi una forte curiosità riguardo al tema e agli aspetti storico/giuridici
del nostro territorio. Ha inoltre impegnato
(dietro anche la perseveranza dei proff. Zanelli e Spada) l’intera classe per buona parte
dell’anno scolastico richiedendo impegno e
costanza, ampiamente ripagate dal risultato
ottenuto.
Il lavoro è stato diviso in due diversi momenti:
il primo ha permesso di capire e studiare la
storia trentina e principalmente l’autonomia
del nostro territorio; ciò seguito da una fase
più “pratica” con cui, attraverso alcuni questionari sottoposti a nostri compaesani, si è
potuta realizzare una sorta di indagine il cui
obiettivo consisteva nell’individuare l’idea
della gente comune sul tema della legalità. Da
questa è risultato che i cittadini sono consapevoli dell’importanza che ricoprono sul nostro
territorio il rispetto delle persone, la solidarietà
e la particolare attenzione a non discriminare
le numerose minoranze che caratterizzano il
nostro territorio.
Questo progetto si è concluso con l’incontro
che ha avuto luogo nell’Aula storica Depero
lo scorso 23 maggio 2013, in cui si è celebrata
la “Giornata della Legalità” con l’intervento
del Presidente del Consiglio Provinciale Bruno
Dorigatti, del Dott. Pasquale Profiti (Magistrato nella giurisdizione di Trento e Presidente
dell’Associazione Nazionale Magistrati sez.
Trento), del Dott. Camillo Lutteri (Dirigente
del Servizio legislativo) e della rappresentante
del Consiglio dei Giovani Cecilia Bighelli.
Attraverso l’intervento di queste importanti
figure della nostra provincia abbiamo avuto
modo di assegnare un preciso significato alla
parola “legalità”. Legalità è rispettare le leggi
con la consapevolezza che non sono state create
per limitare la nostra libertà, bensì per consentire
la formazione di una convivenza civile e pacifica
all’interno della società.
Questo concorso è stato vissuto da tutti noi
della 3° AFM come una vera e propria sfida
che si è conclusa nel migliore dei modi: abbiamo vinto! Il premio aggiudicato al migliore lavoro consiste in un prezioso contributo (euro
2.000) per un viaggio in visita alle istituzioni
del Parlamento Nazionale o Europeo.
Il progetto è stato vissuto con grande interesse, entusiasmo e impegno, con la consapevolezza che la legalità non è un concetto
astratto, ma bensì una realtà che tutti noi
incontriamo ogni giorno nella nostra vita.
L’elaborato proposto: Tutela delle
minoranze come presidio della
legalità
Studiando gli eventi storici che hanno portato
all’accordo De Gasperi – Gruber abbiamo
compreso l’importanza profonda del rispetto
che quell’accordo ha garantito alle persone
e alla loro storia.
Questo rispetto il popolo trentino lo ha nel
tempo interiorizzato, non solo per quel che
riguarda l’aspetto specificamente linguistico,
ma verso qualunque forma di minoranza. Nei
questionari proposti, alla domanda: “se le cito
la parola legalità, mi dice in breve cosa pensa?”
molti rispondono “il rispetto delle persone”.
Affrontando l’argomento della legalità, ci
siamo resi conto che questo riguarda innanzi
tutto il rapporto individuale tra il cittadino e la
legge, tra il cittadino e ciò che egli considera
Stato (il ministro, il Comune, il vigile urbano,
ecc). Il rispetto delle persone invece riguarda
la giustizia, la dignità, la libertà, cioè il rapporto tra cittadino e cittadino, e non quello tra
cittadino e Stato.
La Speciale autonomia trentina ha favorito
la cultura del cittadino, del cittadino nella comunità, del rispetto relazionale anche in un
contesto istituzionale apparentemente poco
decentrato.
Indicazione di quanto individuato sono le
risposte combinate alle domande del questionario: la percezione degli intervistati è
che il livello di illegalità nelle nostre zone è
nella media delle regioni a noi limitrofe, ma
pochissime di queste persone associano i casi
di illegalità alla generalizzazione della presenza dello “straniero o extracomunitario”.
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Questo dato, in dissonanza con ciò che si
propaganda in Veneto o in Lombardia, testimonia nella nostre comunità l’attenzione non
discriminatoria alla persona più che al vestito
che indossa o al colore della pelle.
Quando il cittadino constata la benevolenza
dei suoi simili, di persone che frequenta giornalmente, difficilmente oltrepassa il confine
della legalità: la solidarietà, la dignità sono
valori che producono comportamenti molto
solidi sul piano del bene comune.
Quando noi ragazzi proponevamo il questionario, abbiamo individuato in molti una
iniziale diffidenza preconcetta riguardo
all’argomento proposto, ma, quando ai nostri
interlocutori spiegavamo che volevamo approfondire l’argomento dell’Autonomia trentina
e della legalità, la disponibilità diveniva totale.
Molti nostri concittadini non conoscono i fatti
storici e giuridici che hanno prodotto la nostra
autonomia, ma sono comunque convinti che
in qualche modo abbia limitato il dilagare dei
fenomeni di illegalità.
È un peccato constatare questa ignoranza!
Certo, come osserva il nostro professore,
pochissimi italiani hanno letto la Costituzione,
ciò non vuol dire che gli italiani siano cattivi
cittadini; questo perché le leggi hanno proprio
la funzione di regolare i rapporti tra cittadini,
ma nel medio-lungo periodo producono anche cambiamenti culturali.
Dalle interviste rileviamo però anche fenomeni degenerativi, soprattutto quelli che
coinvolgono noi ragazzi come la droga, il
bullismo e l’alcolismo.
La domanda è: perché l’impianto autonomistico ha saputo preservare, come dicevamo
prima, le generazioni precedenti e non produce effetti positivi nei contesti attuali?
L’interrogativo è molto insidioso, le risposte
però devono essere dello stesso tenore
delle tesi finora proposte: c’è bisogno di una
revisione dello Statuto? In quale direzione e
per ottenere che cosa? E noi ragazzi saremo
interpellati?
Intanto avanziamo una proposta: perché non
elaborare un percorso scolastico che ci faccia
conoscere la nostra specificità istituzionale,
accompagnata da esperienze concrete come
quelle realizzate con questo nostro progetto.
Forse diventeremo cittadini più responsabili,
capaci di capire meglio quello che voleva dire
nostro nonno: Alcide De Gasperi.
Il testo dell’encomio
“... per l’originalità della presentazione, per
il rilievo e la somministrazione dei questionari
sulla legalità e l’elaborazione sintetica dei risultati nell’ambito di un percorso articolato che ha
visto coinvolti studenti, professori e cittadini della
comunità...”.
Il Presidente della Commissione dott. Camillo
Lutteri.
Ludovina Valerio, Omar Chafouk, Loris Iori, Claudia Gioffrè, Federico Brena, Daniela Quarta, Alberto
Vender, Jessica Cimarolli, Nicola Bertini, Eleonora Esposito, Elena Fantoma, Daniel Iori, Alessia Nicolussi,
Guido Franchi, Giada Bazzani, Chiara Maestri, Sonia Ballardini, Lara Antolini, Alessia Dado, Simona Isoppi.
Da sinistra dietro ai nostri studenti: il dott. Camillo Lutteri, Dirigente del Servizio legislativo del Consiglio
provinciale, Cecilia Bighelli rappresentante del Consiglio dei giovani, dott. Pasquale Prof iti, Pubblico
Ministero e presidente dell’Associazione nazionale magistrati sezione di Trento, Bruno Dorigatti presidente
del Consiglio Provinciale di Trento, prof.ssa Giuseppina Zanelli, dott.ssa Tiziana Gulli, Dirigente dell’Istituto
di Istruzione L. Guetti di Tione e prof. Nicola Spada.
Nell’annuario dello scorso anno 2011/2012 a pag. 12 si riportava l’articolo “A volte basta credere in
noi stessi…”. Per un refuso di stampa l’articolo è stato attribuito ad Eleonora Cominotti anziché a
Jasmine Cozzio, entrambe studentesse ora della IV Ragioneria sez. A: ci scusiamo con entrambe.
Contatto
riuscito
Contatto riuscito
Operatori e Volontari
del Servizio Civile della Cooperativa Sociale
“Il Bucaneve”
12
Al mercato settimanale di Ponte Caffaro, la
Cooperativa sociale “Il Bucaneve” è presente
con una bancarella di prodotti del suo artigianato. Si avvicina una signora e dice: “Mio figlio
frequenta le superiori a Tione. è un ragazzo
con la testa per aria: però l’altro giorno è
tornato da scuola raccontando di essere stato
particolarmente colpito dall’esperienza che
un ospite della Bucaneve ha voluto presentare
alla sua classe”.
Al termine della presentazione alla classe dei
due centri che la Bucaneve gestisce in Val del
Chiese una professoressa, che l’aveva seguita
con attenzione, ringrazia perché per la prima
volta è venuta a conoscere il mondo della
disabilità psichica e chiede l’indirizzo del sito
della Bucaneve per saperne di più.
Stiamo raccontando di due piccoli episodi,
avvenuti nel corso della settimana, che ha
visto la Cooperativa Sociale “Il Bucaneve”
presentare a 14 classi dell’Istituto di Istruzione
“Lorenzo Guetti” il suo lavoro nel mondo
dell’Handicap fisico e psichico.
Mesi prima la proposta era stata presentata
alla Direzione dell’Istituto che l’aveva accolta
bene e si era resa disponibile ad attuarla.
Questa proposta è nata da un progetto di
Bucaneve che ha coinvolto quattro ragazzi
e ragazze del Servizio Civile della P.A.T.
intitolato “CONTATTO“. Il “contatto“ che
si voleva realizzare era quello tra il mondo
della disabilità, così stigmatizzato, e gli studenti delle superiori, con l’obiettivo di farlo
conoscere e mostrarne contenuti e valori. E
perché no? Magari far nascere nei giovani la
voglia di spendersi per queste realtà anche
tramite l’esperienza del Servizio Civile.
La proposta presentata ha raccolto l’adesione di 14 classi, tra le seconde e le quarte
dell’Istituto, che hanno messo a disposizione
le proprie ore di assemblea di classe.
Due equipe della Bucaneve, composte da
operatori dei Centri e volontari del Servizio
Civile, hanno presentato alle Classi la loro
esperienza ed il lavoro che stanno realizzando. In alcune delle classi un utente del Centro
di Storo ha voluto portare personalmente la
sua esperienza.
Che dire? Abbiamo trovato molta attenzione
da parte delle classi che, in alcuni casi, hanno
anche interagito con domande e osservazioni
davvero significative. È parso subito evidente
che il racconto veniva accolto con curiosità e
che produceva negli uditori alcune riflessioni.
Per noi operatori e giovani del Servizio Civile
è stato particolarmente impegnativo, perché
ci siamo trovati alle prese con un’esperienza
tutta nuova e magari anche con qualche timore nei confronti di un mondo, come quello
della scuola, da noi alquanto distante. Ma
certamente ci ha colpito l’accoglienza degli
studenti che hanno smentito qualche pregiudizio corrente: i giovani sanno ancora accogliere
con interesse proposte ed esperienze anche
del tutto nuove per loro.
Contatto riuscito? Obiettivo raggiunto? Cer-
tamente abbiamo mosso i primi passi che
ci confortano nel proseguire. I questionari
raccolti tra le varie classi hanno mostrato
riscontri positivi. Alla luce di questo La
Cooperativa Sociale “Il Bucaneve” ha intenzione di riproporre anche per quest’anno
l’esperienza ad altre classi dell’Istituto ed
estenderla anche agli altri istituti superiori di
Tione: ENAIP e U.P.T.
Non ci rimane che ringraziare la Direzione
dell’Istituto, i docenti che ci hanno sostenuto
in questo percorso, i tecnici, i ragazzi e le
ragazze delle 14 classi che ci hanno permesso
di raccontarci.
Contatto riuscito? SÌ!
13
La
Giornata
degasperiana
La Giornata
degasperiana
Giovanna Binelli
“Qualcuno ha detto che la federazione europea
è un mito… È vero… E se volete che un mito ci
sia, ditemi un po’ quale mito dobbiamo dare alla
nostra gioventù per quanto riguarda i rapporti
tra Stato e Stato, l’avvenire della nostra Europa,
l’avvenire del mondo, la sicurezza, la pace, se
non questo sforzo verso l’unione?”
Alcide De Gasperi, 15 novembre 1950
è stata giudicariese la “Giornata degasperiana” di quest’anno. Un onore per questo territorio avere in casa questa bella manifestazione
dal sapore trentino e italiano al tempo stesso.
La giornata, non a caso, si è tenuta il 12 del
mese di aprile: De Gasperi nacque a Pieve
Tesino il 3 aprile del lontano 1881.
Il legame tra De Gasperi e le Giudicarie è
forte da sempre: dai tempi della sua militanza politica sotto l’Austria, convinto che la
politica non potesse mai perdere il suo tratto
popolare e con questo il rapporto diretto con
chi abita in valle, in più occasioni si occupò
proprio della comunità giudicariese: ad esempio quando c’era da radicare sul territorio il
neonato partito popolare trentino, oppure,
argomento quanto mai attuale pensando al
progetto di Metroland, ci si doveva misurare
con la possibile costruzione di una tramvia
che unisse Trento con Tione.
Quest’anno il Direttore della Fondazione
“Alcide De Gasperi” Beppe Zorzi ha scelto
le Giudicarie per riflettere sul rapporto tra
l’impegno politico dell’ultimo De Gasperi a
livello locale, nazionale e europeo e le nuove
modalità di politica e cittadinanza che stanno
emergendo, “senza scorciatoie e strumentalizzazioni ideologiche o partitiche, convinti
che De Gasperi possa dire molto ancora oggi,
specie alle nuove generazioni”.
L’evento all’insegna della partecipazione civile
si è aperto all’Istituto di Istruzione “Lorenzo
Guetti”. Davanti ad un nutrito e orgoglioso
parterre - più di 200 gli studenti presenti - si è
tenuto un incontro dal titolo “Il Diritto ad avere
diritti”. Le storie e le forme della cittadinanza”
al quale sono intervenuti il presidente della
Fondazione Trentina “Alcide De Gasperi”,
Giuseppe Tognon e Gracy Pelacani, dottoranda all’Università degli Studi di Trento.
Dopo una brillante e vivace presentazione
da parte della dott.ssa Pelacani sul “senso di
avere dei diritti”, sull’”importanza di godere
di diritti”, il presidente Tognon ha ripercorso,
in una lezione dal grande spessore intellettuale, la storia dei diritti dell’uomo, dal mondo
greco fino all’Unione a 28 Paesi Membri, per
poi passare a delineare alcuni tratti specifici
dell’uomo e politico De Gasperi. Uomo di
tanta ambizione e poco orgoglio, riteneva la
politica “arte del reale, del raggiungibile” e per
questo si rivolse prima di tutto al “popolo dalla
scarpa grossa”, ha esordito il Presidente Tognon. La storia politica di Alcide De Gasperi è
stata quella di un leader europeo, di partito e di
popolo; ma anche quella di un politico per molti
versi “solo”, come lo ha definito la figlia Maria
Romana. Convinto che la politica dovesse sfociare
in qualcosa di concreto, supportato però dalle
idee, riteneva che colui che desiderava dedicarsi
all’amministrazione del bene comune dovesse
possedere tre caratteristiche, ha infine chiosato
il Presidente Tognon: competenza (attenzione
che non divenga tecnicismo); senso della strategia
(attenzione a non scivolare nella tattica); onestà.
Ad uno studente che dal palco gli chiedeva
Giornata
degasperiana
2013
venerdì 12 aprile
In Giudicarie l’appuntamento annuale organizzato dalla Fondazione
Trentina Alcide De Gasperi, per approfondire un tema caro allo statista
trentino: tre momenti di confronto aperto per discutere di cittadinanza e
di Europa
PROGRAMMA
10.50
Istituto di istruzione Lorenzo Guetti, Tione
“Il diritto ad avere diritti”. La storia e le forme della cittadinanza
Incontro con gli studenti
Intervengono
Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
Gracy Pelacani, dottoranda presso l'Università degli Studi di Trento
14.00
Sala Consiglio del Comune di Carisolo
La politica di De Gasperi, la politica oggi
Incontro rivolto ai giovani
Per iscrizioni: Giovanna Binelli ([email protected]) e Arturo Povinelli ([email protected])
Modera
don Ivan Maffeis
20.30
Casa della Comunità delle Giudicarie, Sala Sette Pievi, Tione
Uscire dall’euro? Uscire dall’Europa?
I pro e i contro: possibili scenari futuri e conseguenze nella vita di ognuno di noi
Incontro pubblico
Apertura lavori
Patrizia Ballardini, presidente Comunità delle Giudicarie
Intervengono
Gianni Bonvicini, vicepresidente Vicario Istituto Affari Internazionali, Roma
Marco Brunazzo, direttore Centro Jean Monnet, Università di Trento
Modera
Beppe Zorzi, direttore Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
Istituto di Istruzione
Lorenzo Guetti
“Non basta avere delle idee,
bisogna anche agitarle!”
Alcide De Gasperi, 10 novembre 1902
Per informazioni:
Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
T + 39 0461 314247 | C + 39 366 6341678
[email protected]
www.degasperitn.it
La Giornata degasperiana
quale fosse stato il legame di De Gasperi con
l’Europa, il prof. Tognon rispondeva che De
Gasperi era convinto che il processo verso
l’integrazione economica e l’unificazione
politica dell’Europa fosse da considerarsi “non
un lusso, ma una necessità urgente” per guadagnarsi due condizioni preziose: la pace e la
democrazia. De Gasperi definì la pace come
il nuovo “mito” da consegnare alle future
generazioni insieme all’amor di patria, quale
mito ideale e morale dell’unità collettiva, al di
sopra dei partiti. Per quanto riguarda poi la
democrazia, essa non vale solo come forma
di governo, ma sottintende anche un’idea
della persona umana nella società, nonché
un insieme di costumi e comportamenti
responsabili e solidali.
La giornata è poi proseguita alle 14 nella Sala
Consiliare del municipio di Carisolo dove
i giovani del paese e della Rendena hanno
incontrato i relatori della mattina sul tema
“La politica di De Gasperi, la politica oggi”:
a moderare l’incontro il direttore della Fondazione, prof. Beppe Zorzi.
“Anche nel campo della formazione civica
fare memoria è fondamentale per trovare
un senso e dare una prospettiva al nostro
essere cittadini trentini, italiani e europei”,
spiega Zorzi. “Per non cadere però nella
semplice commemorazione, bisogna chiedersi
continuamente cosa possa dire De Gasperi ad
un giovane di 16-17 anni oggi. Potrebbe ad
esempio anche dire di amare la propria terra,
14
sentendosi responsabili del suo destino e di
tenere sempre insieme tre cose che oggi molti
adulti impegnati in politica sembrano quasi
vivere separatamente: la competenza, che
non può prescindere dalla capacità di analisi e
dalla concretezza del risultato; la visione strategica del futuro, che significa non guardare
semplicemente alle prossime elezioni ma a chi
verrà dopo di noi; infine l’onestà, che della
buona politica è prerequisito fondamentale
ma che non basta per fare un buon politico,
così come non è sufficiente essere onesti per
essere buoni ingegneri”.
Nella Casa della Comunità di Valle a Tione
Gianni Bonvicini, vicepresidente Vicario
dell’Istituto Affari Internazionali di Roma e
Marco Brunazzo, direttore del Centro “Jean
Monnet”, dell’Università di Trento, assieme
alla Presidente della Comunità Patrizia Ballardini, hanno concluso questa “Giornata
degasperiana” con una conferenza dal titolo
“Uscire dall’euro? Uscire dall’Europa? I pro e i
contro: possibili scenari futuri e conseguenze nella
vita di ognuno di noi”.
Il prof. Zorzi ha tratteggiato in maniera
assai efficace ed incisivo la personalità di De
Gasperi e del suo tempo: dopo aver frequentato l’università a Vienna, nella città capitale
dell’Impero, De Gasperi sedette sui banchi
del Parlamento in rappresentanza del Trentino
per poi trasferirsi a Roma, dove svolse l’attività di parlamentare dopo la I Guerra mondiale;
la sua opposizione ferma al totalitarismo fasci-
sta gli costò il carcere e l’isolamento, che lo
tennero lontano per un periodo dalla scena
politica ma non gli impedirono di contribuire
ad organizzare, prima clandestinamente,
poi pubblicamente, la rinascita democratica
del nostro paese nel secondo dopoguerra,
quando svolse i suoi incarichi di governo nel
periodo della ricostruzione e promosse i
primi e lungimiranti progetti di integrazione
europea, di “un’Europa unita nella pace”,
“allo scopo di salvaguardare e promuovere gli
ideali ed i principi che sono loro patrimonio
comune e di favorirne il progresso economico
e sociale”.
Quindi grazie al prof. Gianni Bonvicini, vicepresidente vicario dell’Istituto Affari Internazionali di Roma, al prof. Marco Brunazzo
dell’Università di Trento e direttore del Centro Jean Monnet è nato un intenso dialogo,
in un alternato colloquio sull’Europa e sul
suo essere al centro della vita di tutti gli Stati
che la costituiscono come unità economica,
ma ancora priva della sua più che necessaria
unità politica. Una visione di oltre mezzo
secolo che ha spaziato dettagliatamente in
quegli elementi che dovrebbero costituire
l’assetto portante dei comuni intenti di intere
popolazioni e di intere nazioni, ma minati da
incertezze e titubanze - sia al centro che in
ogni singolo Stato - che stanno impedendo di
raggiungere le alte finalità sociali che sono e
restano alla base dell’unificazione percepita
ed attuata da personalità come De Gasperi,
Adenauer e Shumann.
I relatori, per rispondere alla domanda
insita nel titolo della conferenza, si sono
detti convinti che uscire dall’euro sarebbe un
dramma internazionale, non solo europeo,
si andrebbe infatti incontro ad una crisi del
mondo occidentale. Il trattato di Lisbona
non prevede che uno stato membro possa
uscire dall’euro, ma prevede che possa uscire
dall’Unione europea. L’uscita di uno stato
creerebbe dei contenziosi tra chi esce e chi
rimane, significherebbe grandi perdite di operatori economici che hanno investito in titoli
di quel paese. La moneta verrebbe svalutata
fortemente creando seri problemi a chi deve
pagare in euro e renderebbe molto oneroso
l’approvvigionamento di materie prime...
Insomma, un incubo da evitare.
Una “lezione” approfondita, esposta con
rara franchezza e duttile comunicativa che ha
arricchito il pubblico presente in sala e aiutato
a capire la non facile situazione della crisi economica e politica che stiamo attraversando.
Si è chiusa così la Giornata degasperiana 2013
in Giudicarie. File rouge dei tre significativi e intensi incontri quell’Alcide De Gasperi da molti
ricordato come il più grande statista italiano
del Novecento, da altri anzitutto come un
cristiano incredibile, dalla figlia Maria Romana
le due cose insieme, riunite nella personalità unica
di “un europeo venuto dal futuro”.
Fede
e politica
in De Gasperi
Fede e politica
in De Gasperi
Beppe Zorzi
Cosa significa per De Gasperi affermare che
la fede deve essere all’origine del politico?
Certo non si tratta di risolvere il politico
nello spirituale. Ma nemmeno il contrario. La
fede deve piuttosto in-formare la dimensione
politica, ovvero darle un orizzonte di senso
stabilendo delle priorità, la prima delle quali è
che la politica serve l’uomo, anzitutto quello
più debole.
La fede non detta l’agenda della politica
fornendole i contenuti e le strategie, che
andranno piuttosto, di volta in volta, individuati e costruiti nel rispetto della relativa
autonomia della stessa politica. D’altra parte,
proprio perché la fede dà comunque un senso
all’azione politica, è altrettanto evidente che
non tutti i contenuti e le azioni della politica
potranno essere giustificati.
È anzitutto l’incoerenza tra il dire e il fare di
molti uomini di fede impegnati in politica ad
“uccidere” la politica. Soprattutto se alla fine
si pensa anche di essere insostituibili.
Non può però essere un’alternativa un certo
giovanilismo di maniera che fa coincidere le
capacità politiche con i dati anagrafici.
Ma allora, per un cristiano che fa politica,
dove è il confine tra un giusto impegno per
le proprie idee, vissuto fatalmente attraverso
vittorie e sconfitte, e l’atteggiamento tutto
proiettato su di sé di chi, comunque, la “sedia”, spontaneamente, non la mollerà mai?
Rispondere a questa domanda significa interrogarsi sul senso stesso della politica. Una cer-
ta mentalità corrente la concepisce come un
campo di guerra in cui bisogna rimanere il più
lungo possibile in piedi. In questa prospettiva
la dimensione spirituale della fede verrebbe,
per così dire, ad “aggiungersi” più tardi, dal
di fuori, anzitutto con finalità consolatorie,
dopo che ogni cosa,“quaggiù”, nei limiti
del possibile, è stata messa sotto controllo.
Questo obbliga ovviamente il politico a districarsi nelle cose del mondo con una chiave di
lettura, per così dire, dalla doppia verità: il
mondo è fondamentalmente un “mondaccio”
che chiede alla politica di imporsi con la forza
e l’astuzia, ma in alcuni momenti o passaggi
della nostra vita, anche in prospettiva finale,
è bene lasciar entrare il buon Dio, senza il
quale la storia stessa diverrebbe un inferno.
C’è però un’altra modalità di intendere la
politica. Essa non è appannaggio dei cristiani, perché già prima di Cristo ci sono stati
filosofi e intellettuali che hanno pensato che
la concezione appena descritta facesse torto
alle possibilità positive e creative dell’uomo.
La possiamo riassumere in due lezioni: la
prima – a completamento di quanto detto
poc’anzi – ci insegna che la dimensione spirituale, rispetto alla politica, non si aggiunge ad
essa ma la permea tutta sin dalla radice nella
misura in cui alla buona politica appartengono
insieme, strutturalmente, almeno tre cose:
competenza, senso strategico e rispetto per
la persona, anzitutto per coloro che, per
vari motivi, si trovano nell’impossibilità di
condurre una vita dignitosa.
Cosa significa rispetto per la persona, fuori da
ogni retorica? Significa volontà e capacità di
mettersi gratuitamente al servizio dell’uomo
“intero” e della comunità concreta in cui si
vive. In questo senso, è proprio la gratuità la
cifra più profonda del servizio, anche in politica.
La seconda lezione ci ricorda che è irragionevole quanto alla lunga pericoloso per sé e per
gli altri ritenersi “eterni”, come se al politico
non dovessero mai toccare in sorte malattia,
vecchiaia e morte o, più semplicemente, non
dovesse mai arrivare il tempo di un ricambio
generazionale.
Perché dunque un politico dovrebbe privilegiare la categoria del “servizio”? Perché operando con competenza in relativa autonomia
(poiché non basta un contadino buono a formare un buon contadino!), promuovendo una
certa visione di futuro, anche a medio-lungo
periodo, infine lavorando per un mondo che
sia sempre più a misura d’uomo, sia pure nella
precarietà del tempo storico, si procurano
benefici per l’intera comunità, non solo per
sé e pochi eletti.
è evidente che in una simile prospettiva il
moralismo non ha vita facile. Si deve essere
onesti, anche in politica, semplicemente per
il rispetto che si deve avere verso se stessi e
una certa idea qualificata di uomo. Proprio
la storia umana ci dice che altre priorità,
altri criteri, soprattutto in talune circostanze
drammatiche, alla lunga “tengono” poco.
15
Cortesia Fondazione Trentina Alcide De Gasperi ©
Fede e politica in De Gasperi
Che poi tutto questo non valga come assicurazione personale contro i soprusi e le ingiustizie non è affatto una smentita della validità
della via, a mio avviso, da privilegiare, ma
semplicemente la conferma che, se la storia
è sempre “lotta, mai fatale andare”, come
direbbe il nostro Alcide, a maggior ragione
l’onestà in politica non è un auspicio ma una
fondamentale forma di responsabilità verso
se stessi e gli altri per costruire un mondo
migliore.
Dove sta allora la specificità del cristiano
16
impegnato in politica? Certo non nel fatto
che questi possa rinunciare a servire l’uomo,
quanto piuttosto nel fatto che per lui il modello di uomo, dunque il baricentro della sua
vita, è anzitutto Cristo. Una Speranza, questa,
alla quale affidarsi totalmente, “riformando”
anzitutto se stessi, nonostante tutto, sia pure
all’interno di un campo di tensioni dove convivono e interagiscono passaggi misteriosi e
l’incessante sforzo critico della nostra piccola
mente. In ogni caso, Cristo non potrà mai
essere Realtà che possa fungere da tappabuchi
per giustificare quanto non fatto nell’esercizio
delle nostre umane responsabilità, anche in
politica, e nemmeno per allontanare sofferenze, delle quali, semmai, andrà reinterpretato
quotidianamente il senso.
Può essere a questo punto illuminante l’esperienza interiore che traspare da un passo della
lettera che Alcide De Gasperi, dalla cella di
Regina Coeli, scriveva alla moglie Francesca,
il 18 giugno 1928, quando aveva già compiuto
47 anni: “godetti di una solitudine così completa e di un silenzio così profondo che mi potei
dedicare tutto alla vita interiore e ad un lavoro
d’introspezione. Come le nostre bambine tutte
accucciate ed intente stanno a vedere per la
prima volta la trottola che gira, così me ne stavo
io ad osservare l’anima mia, come si divincolava,
barcollava, si struggeva e poi si rimetteva, fino
a trovare il nuovo equilibrio”. Insomma, come
spiegava lui stesso, : “… dapprima il centro ero
io e tutto il resto si trovava sulla circonferenza:
Dio, la famiglia, gli amici … Poi, lentamente,
faticosamente, gemendo e sospirando sotto la
pressura dell’esperienza, il centro si spostò: al
centro stava ora Dio ed io mi trovavo sulla periferia, col resto del mondo, un pulviscolo in un
vortice inesplorabile. Mi provai allora a spiegare
gli avvenimenti dal Suo punto di vista”.
In fondo, non era che l’anticipazione di quanto avrebbe detto poche ore prima di morire il
19 agosto 1954 alla figlia Maria Romana: “Ho
fatto tutto ciò che potevo, la mia coscienza è in
pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di
fare progetti, ti dà energia e vita, poi quando credi
di essere necessario, indispensabile al tuo lavoro,
ti toglie tutto improvvisamente. Ti fa capire che
sei soltanto utile, ti dice ora basta puoi andare.
E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là col tuo
compito ben finito e preciso. La nostra piccola
mente umana ha bisogno delle cose finite e non si
rassegna a lasciare a altri l’oggetto della propria
passione incompiuta”.
17
IlIl Giorno
Giorno
del ricordo
del ricordo
Giovanna Binelli
“Che cos’è, dov’è l’Istria? Fino a poco tempo fa
bastava uscire dai conf ini di Trieste perché nessuno lo sapesse, o quasi. Al più, l’Istria, piuttosto
che a una dimensione fisica, geografica e storica,
a una terra, come tutte le terre del mondo, fatta
di case e di cose, di uomini e donne, di contadini e
marinai, di campanili (a punta) e cimiteri, di Storia e storie, di poesie e leggende, di miti e riti, di
tradizione e magari anche superstizioni, di odori
e sapori, era stata ridotta alla miseria di un’unica
dimensione: quella politica. Era un po’ come se
tutti si fossero trovati sdraiati sul lettino di uno
psicanalista: “Se dico Istria, lei a cosa pensa?” e
il paziente, se era di sinistra, era subito pronto a
rispondere “fascismo, fascisti”, se invece era di
destra “persecuzioni e stragi comuniste, foibe,
esodo forzato di italiani innocenti”. Da Nata in
Istria, di Anna Maria Mori, BUR, 2007, p. 9
Oggi la Repubblica riconosce quanto avvenne
agli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia tra il
1943 e il 1947. Ma per quasi cinquant’anni la
morte nelle foibe di 10-12.000, ma anche il
dramma di 350.000 italiani che furono costretti ad abbandonare quelle terre, è rimasto
un tabù. Dal 2004 una legge dello Stato ha
istituto il 10 febbraio come data per ricordare
quella vicenda spaventosa.
Una cascata di emozioni. Questo è stato l’incontro di Anna Maria Crasti Fragiacomo con
gli studenti del Guetti mercoledì 20 febbraio.
Una testimonianza intensa e commovente
che ha lasciato attoniti. Tutti.
Il documentario “Volti di un esodo: racconti
e testimonianze degli esuli istriani, giuliani e
dalmati in Trentino-Alto Adige nel secondo
dopoguerra” ha introdotto la mattinata, a
seguire le parole della signora. Ci accoglie
con un sorriso sulla bocca ma tanta tensione
dentro il cuore. Il marito Claudio le è vicino,
quasi a voler supportare e sostenere l’ansia
che Anna Maria ha dentro di sé.
“Mi chiamo Annamaria Crasti. Sono nata ad
Orsera, in Istria, il 20 aprile del 1941. Sono
fuggita una prima volta dalla mia città natale
nel marzo del 1947 con la mia mamma per poi
tornare lì nell’estate del 1947 e rimanervi f ino al
1948 quando siamo partiti def initivamente per
l’Italia. A Trieste mi sono sposata con Claudio e
per motivi di lavoro ci siamo trasferiti a Milano
con i nostri due f igli. Oggi sono una nonna in
pensione, ma anche un pezzo di Storia vivente”.
Parole semplici. Una biografia stringata, quasi
a voler ridimensionare l’incubo che nasconde
tra le pieghe della mente.
Una lacrima le riga il volto e l’aula magna
piomba in un silenzio ancestrale. Anna Maria
continua.
“Le esperienze terribili dei campi profughi a me
e alla mia famiglia sono state risparmiate perché
il mio papà è riuscito a scappare, a comperare
un appartamento a Trieste e ad evitare a me e
alla mia famiglia tante atrocità.
Il mio papà era un Crasti, famiglia profondamente italiana, mai fascista, benestante; mamma in-
vece era una Quarantotto, nota ed antica casata
istriana, fascisti; mentre ai famigliari di mamma
non venne mai torto un capello, papà e i suoi
soffrirono molto. Papà era un commerciante,
possedevamo un negozio di alimentari sotto
la nostra abitazione. Nel 1947 venne portato
via dagli slavi assieme allo zio e vennero messi
i sigilli al negozio; fortunatamente, dopo 40
giorni di torture, sputi, percosse e malvagità,
papà e zio fecero ritorno a casa. Vennero poi
avvisati da una persona – papà non volle mai
rivelare il nome – di scappare. E così fecero. La
famiglia aveva una ditta di autotrasporti; preso
un camion, papà e zio arrivarono al conf ine con
Trieste, qui corruppero le guardie dando una
borsa di soldi e riuscirono ad entrare a Trieste.
Ad Orsera rimanemmo io, la mamma incinta,
mia sorella, le mie nonne… Un giorno la mamma
mi disse: “Domani, Anna Maria, scappiamo te
ed io”. Lo ricordo lucidamente: era notte, avevo
6 anni, siamo salite su una barca a remi con altri
disgraziati e siamo partite verso Trieste. Ricordo
il mare – che amo tantissimo – e la paura che
mi incuteva durante la traversata (onde alte,
buio, scossoni..). Siamo arrivate a Trieste, mio
papà era felice di vederci ma non sapeva dove
metterci; alla f ine riuscimmo ad acquistare un
appartamento. Dopo una serie di rocamboleschi accadimenti la famiglia nel 1949 riuscì a
ricongiungersi.
Perché si scappava? Sostanzialmente per raggiungere l’Italia, in quanto non potevamo più
sopportare le situazioni politiche che si erano
Il Giorno del ricordo
venute a creare nel nostro territorio: gli slavi
terrorizzavano gli italiani. In tanti hanno vissuto
il serio dilemma se rimanere lì e cancellare completamente la propria italianità, oppure arrivare
in Italia e cercare di ricostruire una vita fondata
su quelli che erano i diritti fondamentali, in modo
particolare quelli della libertà. E quando dico
libertà intendo la libertà di espressione, di pensiero, fondata soprattutto sul rispetto dell’altro.
Questo non perché appartenevamo ad una certa
corrente politica, ma soltanto per il desiderio di
poter godere dei diritti fondamentali. Ed in modo
particolare di essere rispettati per l’essere italiani (molti simboli italiani erano stati tolti, come
le bandiere, e volevano pure che parlassimo
un’altra lingua…). È in questi giorni successivi
all’Armistizio del 1943 che vennero infoibate
centinaia di persone, il numero vero non si saprà
mai. Venivano portati via benestanti italiani – i
cui nomi venivano segnalati dagli stessi italiani
dei paesi in cui si viveva -, persone del CLN che
combattevano i fascisti e poi tantissime persone
semplicemente per invidia o per rancore, di
norma erano persone economicamente abbienti.
In famiglia uno zio di papà venne portato via e
poi ucciso: era il fattore di una facoltosa famiglia
di Parenzo. Andava a lavorare nelle “stanzie”
(= fattorie), nell’aprile del ’45 venne trovato
con delle pallottole in testa (aveva tentato di
scappare ma non ce l’ha fatta!).
I profughi Dalmato-Istriani furono accolti
malissimo in tutta l’Italia, non capivano che
scappavamo per rivendicare il nostro sentirci
18
italiani. Venivamo additati come fascisti: quando
gli esuli arrivarono, vennero accolti da f ischi e
bandiere rosse; per non parlare di Bologna dove
le crocerossine che volevano sfamare i bambini
furono bloccate e pane e latte vennero buttati
sui binari del treno piuttosto che dare loro da
mangiare. Io stessa fui per un lungo periodo di
tempo considerata diversa. Non italiana. E ancora oggi i miei amici mi danno della “fascista”.
Dopo 65 anni sono tornata a Orsera. Sul Comune sventolavano la bandiera croata e quella di
Orsera, la bandiera dell’U.E. e… quella italiana.
Orsera però è “un’isola felice”: i comuni istriani
hanno libertà di scelta, in base all’italianità
possono esporre o meno la bandiera italiana”.
Anna Maria riserva poi un pensiero a colei
che ritiene “il simbolo” del Giorno del Ricordo: Norma Corsetto.
“Era nata a Santa Domenica di Visinada, il 17
maggio 1920. Aveva 23 anni e stava per laurearsi in Lettere e f ilosof ia a Padova. Le piaceva
andare in bicicletta e amava la sua terra rossa.
Il 25 settembre del 1943 un gruppo di partigiani
irruppe in casa sua, e la portarono via. Urlava,
terrorizzata e impotente, “mamma” e “acqua”.
I suoi predatori, dopo averla violentata, la gettarono ad Antignana, nella foiba di Villa Surani,
insieme ad altri innocenti, una maestra, un
farmacista, gente della vicina Parenzo. Il giorno
dopo il padre, andato a cercarla con un parente,
cadde in un’imboscata e venne fatto precipitare
a sua volta in una foiba, a Castellier.
Oggi il sorriso di Norma viene ricordato a Trie-
ste in una via che le è stata dedicata; a Pisino
dove un centro culturale porta il suo nome ma
soprattutto nel cuore di quanti, memori della sua
storia, ricordano una donna alla quale è stata
tolta nel f iore degli anni la libertà e l’integrità
del suo corpo di donna”.
In Anna Maria il ricordo di quei lunghi giorni
è più che mai vivido e lucido. Chiude il suo
incontro con la lettura di una poesia di Bepi
Nider, No dimentichemo, mentre gli occhi,
di un azzurro cristallino, si bagnano ancora
nel rammentare quel dolore che è stato sì
di un popolo, ma anche e soprattutto di una
bambina violata nell’infanzia. Nonostante
l’età non si sottrae però al compito di portare
ogni anno la sua personale testimonianza agli
studenti delle Scuole del Milanese. Ma anche
un messaggio, che è di “pace e libertà”.
No dimentichemo
Va per el ciel, de qua e de là girando,
un tochetin de luna
e, tra le frasche,
f is’ceta un rusignol ‘na serenada.
S’colto in silenzio e guardo,
posà sula f inestra,
le stele lusigar nel scuro
mar de la note
e col pensier ghe mando
al tochetin de luna
‘na preghiera:
“Quando doman, in viagio,
ti rivarà sul mio paese,
carezime, te prego,
la cesa, el campanil,
la mia caseta.
Fermite un momentin,
solo un momento,
sora le tombe
del vecio cimitero e
basa una per una
le lapide e le crose
e dighe ai Morti, dighe
luna, te prego,
che no dimentichemo”.
Perdita,
nostalgia,
Perdita, nostalgia,
speranza speranza
Anna Maria Crasti
Fragiacomo
Talvolta, andando indietro negli anni, tanti
anni, e, ricordando, mi chiedo: ma sarà vero
o non sarà vero?
Ma le ciliegie di Orsera erano davvero così
dolci, coloratissime le rosse, le bianche della
Villetta di un giallo pallido, quasi trasparente,
meravigliosamente croccanti?
Ma i fichi di quell’enorme albero del nostro
orto che, da bambina, mi era precluso dalla
cattiveria di chi abitava con noi, nella nostra
casa, nostri ospiti, quei fichi erano così zuccherini, quasi mielosi?
Ma l’uva spina - ua graspina - , il ribes - ua de
San Giovani - erano sì un po’ aciduli e così morbidamente dolci, da non poter dire quanto?
Ma il tappeto di nosele – nocciole - messe a
seccare, tante da diventare quasi un marciapiede su entrambi i lati dei Pianisei, profumava
così intensamente?
Ma le violette della collina di Brustolade erano
così viola o così bianche, profumate e tante,
tante, tante?
Ma l’uva, la Malvasia di Boveda, della Finida,
della Villa era così trasparente ed il nero
Refosco blu?
Ma l’albero di giuggiole - sisole -, sopra la cisterna di casa nostra, era tanto grande, i suoi
frutti più dolci del rosolio?
Ma il pesce, dai colori dell’arcobaleno: i blu
degli sgombri e dei sardoni, i rosa-azzurro dei
riboni, gli argenti sfumanti quasi nell’oro dei
branzini e delle orate, quei pesci che, a casa
mia, se pescati al mattino non si mangiavano
alla sera perchè non freschi; ma erano davvero
così sapidi e così buoni?
È forse la perdita della Patria, del paese, dei
morti, di tutto quello che più amavamo che
rende il ricordo vibrante di emozione? Rende
ogni luogo, persona, oggetto e persino la frutta, cioè tutto ciò che abbiamo abbandonato, li
rende così incantevoli ed ineguagliabili?
Siamo forse noi, sono forse io che, presi
dall’angoscia del tutto perduto, diventiamo
tanto vulnerabili?
Ma quegli orecchini, color rubino, stupendi,
due ciliegie, erano i più belli?
Questo è uno dei ricordi, pochi, che ho di
Orsera; pochi ricordi di una bambina piccola,
di sei sette anni, che tengo stretti, chiusi nella
mente, nell’anima, quasi con affanno, per
paura di dimenticare. Perchè hanno rubato a
me, a Mario, a Marinella, a Sergio i ricordi di
bambini diventati più grandi, di adolescenti, di
giovani, dei primi amori, degli sguardi furtivi,
dell’essere donne, uomini, vecchi.
Dell’Orsera del “dopo” il mio primo ritorno
è con Claudio; di nascosto da mamma. Volevo
mostrargli la mia casa: “Ecco, questa è casa
mia!”, il mio mare verde, blu, cristallino, il
mio paese, i miei scoi, la nostra Chiesa, le
nostre Chiese.
La seconda volta, dopo tanti anni, volevo far
conoscere Orsera ai miei figli: siamo scappati
via, subito; spaventata, inorridita com’ero da
quel paese agostano, strapieno di sconosciuti,
venuti da tutta Europa, rumoroso, caotico.
Il mare, quello cristallino, in quel momento
non c’era più, volgarmente sporcato da tanta
gente, gommoni, barche, quasi violato.
A quasi settant’anni sono ritornata di nuovo,
in una fredda, bellissima giornata di gennaio
ed ecco: il nostro Cimitero, come la prua di
una nave adagiata nel mare, poi il paese, la
chiesa, il panorama.
Quell’incantevole sguardo da sopra Montracher, sotto quell’albero là da sempre,
da quando c’eravamo tutti quanti, andati e
rimasti, quasi un faro a sorvegliare il mare, ad
illuminare il nostro ritorno.
Ogni volta che sono là, sotto quell’albero, lo
amo sempre di più e lo invidio.
È nato là, è sempre là, le sue radici diventano
sempre più profonde, sempre allo stesso
posto: “Vorrei essere un albero che sa dove
nasce e dove morirà”. Questi i versi, commoventi, di Sergio Endrigo in “1947”, che
esprimono in maniera maledattamente vera
il mio sentire.
C’è, poi, la nuova vita. “Com’è stata, signora,
la sua vita da esule?”.
È questa la bella, intelligente domanda che
mi ha fatto un gruppo di ragazzi dell’Istituto
Guetti di Tione, quando sono andata a portare
la mia testimonianza di Istriana in occasione
del Giorno del Ricordo.
Com’è stata la mia vita, la vita di tutti noi
profughi, esuli in Italia, nel nostro Paese?
La mia risposta è stata: di bambina felice; di figlia capita, coccolata, molto responsabilizzata;
19
Perdita, nostalgia, speranza
di giovane donna cercata e corteggiata; di moglie innamorata, realizzata, tanto gratificata; di
madre molto sollecita (mia suocera mi definiva
“troppo affettuosa”). Una vita piena di amici,
con cui ho condiviso tante allegrissime cene,
ma anche gioie e, purtroppo, dolori. Una vita
di sorella partecipe, amata. Ho, insomma,
avuto una normale vita felice.
Ma c’è stata, anche, una vita parallela, come
avvolta in una leggera nebbia: ovattata, mai rifiutata, anzi sempre tenacemente vissuta. Con
un’espressione non pensata da me, ho sempre
avuto “l’anima altrove”. La mente sempre,
anche inconsapevolmente, presa dal ricordo
delle nostre strade, le nostre case, la nostra
gente. Sempre cercando, con chiunque, parenti, amici, sconosciuti, di parlare dell’Istria,
del nostro dramma, appena si presentava,
si presenta, un appiglio. “Annamaria parla
sempre dell’Istria, dell’Esodo” commentano
sorridendo gli amici.
La vita di esule istriana: “È nata in Istria? L’Istria
in Serbia, in Yugoslavia, in Kossovo, persino
in Libia!”.
Una vita, questa, avvolta nell’indifferenza quasi
generale, accompagnata dall’ignoranza di chi
non sapeva, ma faceva ben poco per sapere;
talvolta mal vissuta “Sporchi de esuli”, ci chiamavano a Trieste, anche se avevi la tua casa e
non avevi mai chiesto nulla ad alcuno, anche
se ne avevi diritto.
Una vita sempre condizionata da un se: “E se
fossimo rimasti?”. Nonostante tutto: terrore,
20
persecuzioni, prigione, maltrattamenti, l’OZNA... “Papà, forse, sarebbe ancora vivo?”.
Una vita dubbiosa: quanti parenti, amici a
me sconosciuti, ho? Dove sono? Chi saranno?
Ed ecco, la sorpresa: Davide Rossi, il prof.Davide Rossi, il bravissimo docente universitario,
storico e ricercatore, prezioso per quanto fa
per ricordare la nostra storia, è mio parente.
Sapendo che è di origine orserese e che da
parte materna è un Boico, ho fatto le mie
ricerche: mia nonna (nonna Checca) e sua
bisnonna erano sorelle, mia mamma e sua
nonna Ulma erano prime cugine
L’ho incontrato ad una conferenza ed era
un estraneo, dopo un po’ ho scoperto che
siamo parenti.
Quanti casi simili a questo ci saranno riguardanti me e tantissimi esuli?
Una vita piena di nostalgia, nel significato più
vero di questa parola: il dolore del non ritorno. Perchè, anche se torni ad Orsera, vai a
casa tua, o, meglio, quella che era la tua casa
ma che senti ancora tua, sai che sei nel tuo
paese, dove sei nata, dove sono le tue radici
che, poi, sono i tuoi morti, capisci, purtroppo,
che sei un’estranea, anche se spesso accolta
affettuosamente, ma un’estranea che non conosce chi incontra, che non sa il vecchio nome
delle strade - l’attuale Via Casanova, prima Via
Tito, prima ancora (quando c’eravamo tutti)
Via Roma -. Un’estranea che non ha saputo
riconoscere la Salita de San Martin, che da
piccola, sei anni, mi sembrava ripidissima,
tanto che i muli di zio Piero la facevano lenti,
a fatica. Un’estranea che, quando l’ho rivista,
ho dovuto chiedere: “Ma dov’è la Salita de San
Martin?”. “Quella che è davanti a lei, signora!”
mi hanno risposto.
Ed ecco, allora, nel cuore ti “scoppia” il rimpianto. Non abbiamo più la nostra identità:
siamo triestini, toscani, lombardi, friulani, laziali, campani, americani, australiani. Non siamo
quasi più capaci di parlare nel nostro dialetto
orserese, i nostri dialetti istriani: quando lo
parliamo è un ibrido, mescoliamo la nostra
parlata con i vocaboli dei luoghi dove viviamo.
Se lo parliamo, il nostro dialetto ha inflessioni
romane, napoletane, piemontesi, americane.
Ci siamo dimenticati il nostro lessico. Tutti
ricordano il significato di “strafanici”? Abbiamo dimenticato il nostro modo di coniugare
i verbi “el xe vegnù” o “el xe vegnudo”? Chi
usa ancora il “duto” (tutto)? “Te ga i oci de
bilfo”, cosa significa?
Stiamo dimenticando i visi, i sorrisi, gli sguardi
delle persone che ci erano care, vicine; stiamo
perdendo la memoria di una vita dolce, piena
di affetti, piena “de comari e de compari”;
stiamo perdendo la memoria di quella che
allora ci sembrava la noiosa normalità, la monotona quotidianità, ma che erano così belle
e, purtroppo, irripetibili.
Ed allora, sempre ed oggi, in occasione del
Giorno del Ricordo, con la memoria, che
non voglio sia piena di rancore, cerco di
tenere a mente la meraviglia dei nostri paesi,
lo splendore dei paesaggi, la pace dei nostri
cimiteri, tutti i volti amati, i piccoli compagni
di giochi che ancora ricordo. Tento di pensare
che la maggior parte di quelli che oggi vivono
nei nostri paesi, nelle nostre case, non hanno
nessuna colpa. Voglio pensare e ricordare
che, nel giorno della Commemorazione dei
defunti, c’è un “qualcuno”, di cui, purtroppo,
non conosco il nome, che porta, sempre, sulla
nostra tomba un bellissimo vaso di crisantemi
gialli e tantissimi lumini, tante piccole luci che
illuminano il nostro indimenticato passato.
Tutto questo, però, non riesce a farmi scrollare
dal cuore, dall’anima, la pesantezza del dolore,
del tanto dolore che non passa mai.
Protagonisti
edizione
Protagonisti della 25ªdella
edizione25ª
dei giochi
sportivi
giovanili di dama
Gabriele Salvaterra,
Michele Salvaterra,
Giorgio Spada
L’avventura nasce una domenica, esattamente
il 21 aprile 2013, quando alcuni volenterosi
genitori ci accompagnano a San Zenone
degli Ezzelini in provincia di Treviso per
partecipare al Torneo di Dama a squadre del
Triveneto, utile alle qualificazioni nazionali
dei giochi sportivi giovanili di dama italiana e
internazionale. La mattina è piovosa, ma noi
studenti del Guetti siamo animati da spirito di
avventura e, quindi, il tempo non ci fa paura!
Una mattina piena di tanti incontri, ragazzi
che avevamo già conosciuto lo scorso anno,
tanti saluti e cordialità. Ma quando arriva il
momento della gara siamo tutti concentrati,
il leale agonismo è più forte dell’amicizia, non
ci ferma nessuno!
Dopo un pomeriggio passato alle damiere, le
tre squadre partecipanti del nostro Istituto si
qualificano alla finale romana. Tutti entusiasti
e commossi i genitori, si fa quindi ritorno
alle case con la vittoria in tasca. Il 16 maggio
partenza alle sei da Tione per Trento, da qui
tutti in treno alla conquista della Capitale! Si è
svolta a Roma, presso le strutture della Fraterna Domus, la venticinquesima edizione della
Finale Nazionale dei Giochi Sportivi Giovanili
di dama, che dal 16 al 19 maggio ha visto circa
duecento studenti, provenienti da tutt’Italia,
darsi battaglia a “colpi di pedine”, alla conquista degli otto titoli italiani in palio nelle
due differenti specialità (dama italiana e dama
internazionale) e nelle diverse categorie della
scuola primaria e di I e II grado (Elementari,
Medie, Superiori-Allievi e Superiori-Juniores,
cioè biennio e triennio).
Immersi nell’infinito verde del Parco di Veio,
al confine nord della Capitale, ben 57 squadre, provenienti dalle sette semifinali nazionali
che avevano visto coinvolto oltre quattrocento compagini e migliaia di studenti (degli
oltre cinquantamila che ogni anno praticano
lo “Sport della mente” su banchi di scuola),
si sono date appuntamento per misurarsi
e incontrarsi, tra vecchi e nuovi sguardi, e
l’ennesima avventura all’insegna del gioco
della dama. Ad arricchire le celebrazioni del
“primo giubileo dei Giochi Giovanili”, nel ventesimo anno dal riconoscimento della Federazione Italiana Dama da parte del CONI, si è
aggiunto il Ministero dell’Istruzione Università
e Ricerca, che ha voluto sancire – dopo due
anni di stand-by – la piena appartenenza della
dama e di tutti gli sport della mente all’interno
dei Giochi Sportivi Studenteschi del CONI,
all’interno dei quali, con ben due decreti
ministeriali, cosa mai avvenuta prima, è stata
inclusa la finale nazionale stessa organizzata
dalla FID ed a cui oltre al MIUR ed al CONI,
si è aggiunto il patrocinio della Regione Lazio
e della Città di Roma Capitale.
La sera dell’arrivo, giovedì 16 maggio, è caratterizzata dalla cerimonia di saluto a tutti
i gruppi, giunti numerosi ed in particolare
alle comitive giunte dalla Valle d’Aosta, dalla
Calabria, dal Lazio, dalla Basilicata, dalla
Lombardia, dalla Sardegna, dal Veneto dal
Friuli-Venezia Giulia, dalla Sicilia, dalla Liguria
e dal Trentino, in un tripudio di cori festosi da
parte dei ragazzi.
Venerdì 17 maggio è il primo giorno di gioco,
l’ambiente e caratterizzato da grande attesa
mista a tensione, ci sono i consigli dell’ultima
ora e gli accompagnatori emozionati a fare
la spola su e giù in attesa del risultato. Gli
istruttori avanti e indietro per il corridoio
21
Protagonisti della 25ª edizione
predisposto per permettere loro di seguire
da vicino i loro allievi, sotto gli occhi vigili
dello staff arbitrale, diretto e composto in
gran parte da giovanissimi.
Sabato 18 inizia tra fremiti e sussulti per la
posta in palio; giornata segnata da grande
equilibrio tecnico da parte delle squadre in
vetta alla classifica, con risultati e classifiche
che turno dopo turno prendono forma, con
qualche immancabile arrivo al fotofinish ed il
gradino più alto del podio affidato all’ultima
partita ed all’ultimo quoziente. Nel pomeriggio tutti o quasi, in giro per la Capitale, coccolati dal sole e affascinati dalla storia di una
città sempre tutta da scoprire, con qualche
perspicace accompagnatore che con il suo
gruppo ha deciso di godersi anche qualche
sprazzo della primavera romana.
Domenica 19 è la giornata finale, quella delle
premiazioni e degli addii, della tradizionale
messa per i damisti e le loro famiglie.
Vorremo ringraziare per questo risultato i
genitori e gli insegnanti che ci hanno sempre
sostenuto, la Dirigente scolastica dott.ssa
Tiziana Gulli (che sappiamo ha prontamente
sostenuto i nostri sforzi ed ha voluto complimentarsi con ciascuno di noi), ma il più
grosso grazie va alla prof.ssa Laura Giordani
che in maniera sempre discreta, serena e
dolce, ci ha accompagnati in questa nostra
bella esperienza romana.
(Parte del presente articolo e le foto sono state
estratte dal sito della F.I.D.)
22
Classifiche: Dama Italiana
Classifiche: Dama Internazionale
Juniores
1° Guetti-Tione (Gabriele Salvaterra,
Giorgio Spada, Michele Salvaterra) p.
6.16; 2° Satta-Nuoro (Nicola Gallo, Simone
Cancellu, Andrea Careddu) p. 6.15; 3° L.S.
Campanella -Reggio Calabria 11 (Emily Cammera, Claudia Cutrupi, Daniele Romeo) p. 5; 4° IISS E.Medi p. 3,12; 5° L.S. Campanella
-Reggio Calabria 10 - Reggio Calabria 10 p. 0.
Allievi
1° Leonardo Da Vinci-Reggio Calabria
(Natale Laganà, Giuseppe Matalone,
Joussef Kamel) p. 9; 2° Guetti-Tione
(Alessandro Masè, Damiano Leonardi,
Martino Bomprezzi) p. 7; 3° VallauriVelletri (Filippo Catesi, Francesco Pro, Enrico
Romano) p. 5; 4° IC 16 agosto 1860 Corleto
Perticara (PZ) p. 2.
Juniores
1° Guetti-Tione (Stefano Valentini,
Simone Maffei, Luca Riccadonna) p.
9.23; 2° Liceo Majorana-Latina (Hu Youy,
Zheng Haohao, Federico Casciero) p. 7.23;
3° IT Ferraris-Reggio Calabria (Gabriele
Morabito, Antonio Izzo, Antonio Caracciolo)
p. 3.
Miglior Giocatore: Stefano Valentini
(Guetti-Tione TN) 11/12 in prima
damiera.
Una
vittoria
che dà speranza
Una vittoria
che dà speranza
Mariachiara Rizzonelli
Sabato 1 dicembre a Roma i Campionati
Studenteschi di calcio a cinque, organizzati
da CONI e MIUR (Ministero dell’Istruzione,
Università e Ricerca) in collaborazione con il
Settore Giovanile e Scolastico e la Divisione
calcio a cinque della Federcalcio, si sono
conclusi con la vittoria per 6-0 da parte delle
ragazze dell’Istituto “Lorenzo Guetti” sulla
squadra femminile dell’Istituto Itcg “Enrico
Fermi” di Pontedera (PI)
Dopo aver infatti vinto le selezioni provinciali
e quelle regionali (con un risultato secco di
11-0 sulla formazione dell’Alto Adige), le studentesse del Guetti sono riuscite ad imporsi
sulle squadre del proprio girone con una serie
di risultati bulgari: 8-0 con il Molise, 9-2 con
il Lazio, 10-0 con la Liguria, 5-3 con l’Emilia
e 7-2 con la pur ostica Lombardia.
Per la cronaca tra le ragazze figurano Martina
Brunello, Greta Brunello, Giorgia Zanetti,
Arianna Bonenti, Beatrice Todesco, Annalisa
Zulberti, Cecilia Greggio, Jiullieth Quintero
Villa, Silvia Ferrari e Alessia Periotto.
Afferma l’allenatore e professore di Educazione Fisica dell’Istituto Guetti Raffaele Berretti
a proposito della vittoria raggiunta: “Sono
progetti partiti oramai quattro anni fa e che
hanno visto nel tempo le squadre allenate nel
nostro istituto passare le selezioni provinciali
e spesso anche quelle regionali; l’anno scorso
per esempio la squadra maschile è arrivata
seconda perdendo solo ai rigori”.
Berretti parla con la passione caratteristica di
chi proviene da quella regione di lavoratori
che è l’Emilia Romagna, ma anche con tanta
umiltà, visto il suo passato da calciatore professionista, riserva della prima squadra di quel
Cesena che negli anni Ottanta giocava in serie
A: “Quell’anno lì il Cesena fece un grande
risultato arrivando addirittura in Coppa Uefa”
– ricorda soddisfatto.
Berretti però è anche persona capace di
cominciare dal basso. L’ha dimostrato quando una decina di anni fa è stato chiamato in
Rendena per fondare assieme ad altri come
direttore sportivo da più squadre giovanili
locali, come il Javrè, lo Spiazzo, il Pinzolo,
il Madonna di Campiglio e altre ancora, la
‘Società Sportiva Val Rendena’, un obiettivo
centrato di cui va ancora fiero.
Come lui al calcio giovanile tiene anche il
primo “Pallone d’oro” italiano nel ‘69 Gianni
Rivera, che come presidente del Settore Giovanile e Scolastico FIGC, assieme a Fabrizio
Tonelli, Presidente della Divisione calcio a
cinque, e Roberto Menichelli, CT Nazionale
calcio a cinque reduce dal 3° posto nell’ultimo
Mondiale di Thailandia 2012, ha partecipato
alle premiazioni di Roma sabato scorso.
Rivera deve aver saputo parlare loro in maniera coinvolgente se è vero che “i ragazzi
l’hanno applaudito molto e più volte”, come
riporta l’allenatore del Guetti.
“Cosa insegna questa bella esperienza sportiva
a livello educativo alle ragazze e agli studenti
del Guetti?”, chiediamo all’insegnante Berretti.
23
Una vittoria che dà speranza
Risponde quasi di getto: ”Il calcio come tutto
lo sport è educativo. È quasi inutile parlare ai
giovani dei rischi dell’alcol, del fumo e della
droga se non si indicano loro strade alternative e lo sport è una di queste. E occorre
insegnare loro sì a vincere, ma vincere con i
propri mezzi, con l’impegno, il sacrificio, non
con l’inganno, la violenza e la sopraffazione”.
Nello sport, continua, si può infatti migliorare se stessi attraverso la conoscenza di se
stessi, e, nel caso di uno sport di squadra
come il calcio che, anche attraverso la conoscenza degli altri mi stanno attorno: si deve
imparare a dare loro rinforzo e fiducia, a non
dire certe cose, o a saperle dire al momento
giusto. Così si arriva ad avere rapporti reciproci buoni e belli. Si gioca tutto lì”.
È ciò che cerca di fare quest’insegnante con
le sue ragazze ei suoi ragazzi.
I ragazzi trentini, fa notare Berretti, sono
24
sempre impauriti quando devono uscire
dalla loro provincia per giocare con altri a
calcio perché il Trentino non ha tradizioni
di un certo livello: “Quando i ragazzi vanno
fuori con lo sci o con l’arrampicata sono gli
altri a temerli; il calcio è invece una cosa di
ultima generazione rispetto alle grandi città
come Milano, Torino, Roma o Napoli. Ma io
ho cercato di dimostrare loro che se sono
uniti, se sono forti, se hanno davvero un
sogno da realizzare, nessuno a priori può
loro toglierlo; solo il campo e le loro scelte
di impegno qui e nella vita. E dico loro di fare
una vita sana, di qualità, con dei valori, degli
obiettivi e degna di essere vissuta”.
Sembra che la ricetta funzioni, se i risultati
sono la vittoria a livello nazionale. E la
prospettiva di poter accedere ai campionati
studenteschi mondiali che si terranno prossimamente.
25
Alcune
Alcune note note
Silvano Bonomi
L’anno scolastico 2012-13 è stato il ventunesimo anno di attività della BIG (Banda
Istituto Guetti). L’obiettivo è stato quello di
rinsaldare ed amalgamare il nuovo gruppo
costituito da quasi trentaquattro musicisti, di
cui 2 provenienti dalla scuola professionale
attraverso il consolidamento del linguaggio
musicale bandistico.
Le prove hanno avuto cadenza settimanale
con uno o due incontri, a seconda delle
esigenze, cercando di ottenere importanti
sviluppi dal punto di vista sia musicale che
sociale.
Tra le varie attività effettuate dalla Banda
dell’Istituto di Istruzione “L. Guetti” vogliamo
ricordare l’organizzazione della “Giornata
della Gioventù Musicale Giudicariese” realizzata a Tione il 27 aprile 2013. L’evento ha
coinvolto più di cento giovani musicisti provenienti da tutte le bande del comprensorio,
che hanno avuto l’occasione di incontrasi e
confrontarsi in un momento di socializzazione
musicale.
Ma l’evento più significativo dell’anno è stato
sicuramente la partecipazione al Concorso
Nazionale “Indicibili Incanti” avvenuta in
giugno nel cortile della Minerva presso il Palazzo del Ministero dell’Istruzione a Roma. La
nostra banda si è esibita in tre brani (Inno al
Guetti di Franco Puliafito, Montanas del fuego
di Markus Gotz e Joyance di Bruce Pearson)
che le hanno fatto ottenere il riconoscimento
del prestigioso primo premio in un concorso
che ha visto competere ben settanta gruppi
musicali provenienti da altrettante scuole di
tutta Italia.
Il premio è stato consegnato dal Presidente
del Comitato Nazionale per l’apprendimento
pratico della Musica Luigi Berlinguer e dal Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza
che si sono complimentati con i nostri ragazzi
e con il loro Maestro Sara Maganzini per
l’ottimo livello musicale raggiunto.
La Settimana nazionale della musica a scuola
Ogni anno scolastico migliaia di scuole realizzano attività musicali che trovano nella
“Settimana Nazionale della musica”, ai
primi di maggio, un momento importante
di interazione con il territorio. Il Concerto
nel Cortile della Minerva del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
diventato ormai un appuntamento consolidato a conclusione dell’anno scolastico, porta
Alcune note
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quella stessa interazione a diretto contatto
– a contatto “fisico”, si può ben dire – con il
centro dell’Amministrazione. Esso costituisce
il segno tangibile dell’azione con la quale il
MIUR, attraverso la collaborazione e il supporto scientifico del Comitato Nazionale per
l’apprendimento pratico della Musica, intende
introdurre gradualmente l’educazione e la
pratica musicale nei curricoli di tutti i cicli e
di tutti gli indirizzi in vista di una stabile collocazione ordinamentale. In tale contesto il
Concerto è la festa di quelle punte di qualità
che emergono in particolare nella pratica
26
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d’insieme
che, dallo
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attraverso
il concorso
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no modo
di rivelarsi pienamente, a seguito
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di una
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dinarie
esperienze
musicali
studenti.
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sioni delle attività musicali delle scuole, sia
occasioni importanti di bilancio e di stimolo
ulteriore. È vero, infatti, che il DM 8/2011 è
in fase di attuazione grazie all’impegno e alla
professionalità di migliaia di protagonisti, tra
dirigenti e insegnanti, della scuola primaria,

per cui è possibile guardare con sempre mag giore realismo a nuove e concrete modalità
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d’introduzione
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musicale in questo grado di scuola. Il MIUR ha
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avviato ormai un percorso, né breve né facile,
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il raggiungimento dell’obiettivo da tempo
         
proposto dal Comitato con lo slogan “Fare
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musica tutti”: l’obiettivo, cioè, di rendere la
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pratica musicale, così radicata nella storia
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italiana,
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modo si potrà garantire la crescita equilibrata
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della persona attraverso la valorizzazione
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delle 
diverse 
capacità della
mente umana.
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Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato Nazio nale per l’apprendimento pratico della Musica.
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http://archivio.pubblica.istruzione.it/comitato_musica_new/
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27
Un
premio
per la pace
Un premio
per la pace
Ilaria Pedrini
Un concorso letterario promosso dal Rotary
Club di Madonna di Campiglio, ha messo in
gara gli studenti dell’Istituto Lorenzo Guetti.
Alessia Pelanda, giovane studentessa di Brione
al 3° anno del corso Costruzioni Ambiente e
Territorio, ha convinto appieno la giuria dopo
la lettura delle 27 composizioni arrivate dagli
studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti” che
hanno accettato la sfida del concorso letterario promosso dal Rotary Club di Madonna
di Campiglio a cimentarsi con il pensiero del
Dalai Lama: “La pace nel mondo può passare
soltanto attraverso la Pace dello spirito e la Pace
dello spirito solo attraverso la presa di coscienza
che tutti gli esseri umani sono come membri della
stessa famiglia, nonostante la differenza di fedi, di
ideologie, di sistemi politici ed economici”.
Ad Alessia infatti è andato il primo premio e
l’applauso dei rotariani e dei familiari presenti
alla serata conclusiva, tenutasi presso Villa Lutti,
a Campo Lomaso, lo scorso 24 maggio.
Nel suo incipit dimostra da subito carattere e
conoscenze, quando afferma:
Riflettendo sulla frase proposta nel titolo mi è
venuto alla mente un altro pensiero pronunciato
da Papa Pio XI durante il discorso del 24 dicembre
1930: “Non può esserci vera pace esterna tra gli
uomini e tra i popoli ove non è pace interna, ove
cioè lo spirito di pace non possiede le intelligenze
e i cuori…”.
Due citazioni fatte da persone vissute in periodi diversi, in ambienti socio-culturali diversi, con religioni
diverse ma con le stesse idee, gli stessi principi: la
pace, il rispetto, l’amore… Un tema, per certi versi
vecchio come il mondo ma sempre attualissimo in
ogni dove. Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai
Lama, premio Nobel per la Pace 1989, è un leader
buddista che trasmette di sé, un’immagine positiva, di persona solidale, saggia, riconosciuta come
guida spirituale. Proprio in questi giorni si trova
qui in Trentino Alto Adige per parlare di felicità e
speranza in tempo di crisi.
La felicità nasce dal prenderci cura gli uni degli
altri, è una questione che dobbiamo coltivare
innanzitutto in noi stessi per poi farne partecipi
gli altri. Nasce da un cuore nuovo. È l’uomo che
uccide e non la sua spada per cui la volontà e il
cuore umano sono alla base della pace. Certamente non bisogna dimenticare le passioni che
sviano il cuore umano e lo spingono alla guerra, le
frustrazioni degli individui e dei popoli, l’ingiustizia,
che è una grave mancanza alimentatrice delle varie
divergenze, i sistemi socio-politici ed ideologici che
sono pur essi opera dello spirito umano; infine la
sregolatezza della coscienza umana che chiama
bene o male ciò che intende scegliere in base ai
suoi interessi materiali.
Per la formazione di un cuore nuovo c’è bisogno di
aprire questo nostro cuore e saper comprendere
Un premio per la pace
e riconciliarci con tutti gli uomini. Ci deve essere
quindi una nuova conversione del cuore che comporta anche un rinnovamento sociale in rapporti
di ogni dimensione ispirati a giustizia e ad amore
fraterno. “Le questioni tra popoli non si risolvono
con i missili - ha detto la guida spirituale dei tibetani
- vanno invece risolti con il perdono, la compassione
e l’amore”. È nella capacità di relazionarci con gli
altri che possiamo raggiungere la felicità perché
“la mia felicità è anche la tua felicità”.
Quindi prosegue argomentando la sua tesi,
destreggiandosi con convinzione non comune
fra l’evoluzione delle società multiculturali e
le caratteristiche di un ascolto autentico, per
concludere con un racconto che propone ai
28
lettori della composizione come chiave del
suo pensiero:
Una bambola di sale viaggiò sulla Terra per migliaia di miglia,
finché giunse finalmente al mare.
Rimase affascinata da quella strana massa in
movimento,
completamente diversa da tutto ciò che aveva
visto in vita sua.
“Chi sei?” chiese la bambola di sale al mare.
Il mare, sorridendo, rispose “Entra e vedrai”.
Così la bambola s’inoltrò nel mare.
E più camminava nel mare, più si scioglieva,
finché rimase ben poco di lei.
Prima che quell’ultimo pezzetto si sciogliesse,
la bambola esclamò stupita: “Ora so chi sono!”
non trascurando di commentare lucidamente:
“... ancora una volta il riconoscimento di Chi siamo scaturisce dall’incontro con un Altro che non
conosciamo”.
Applausi e premi anche per Monica Tonezzer
di Tione e per Jasmine Cozzio di Spiazzo. A
Oscar Frizzi di Montagne è andato invece un
premio speciale, per la originalità del testo
poetico proposto: “Tu, nuvola”.
Alla cerimonia di premiazione il presidente
del Rotary Club Madonna di Campiglio, Mario Beltrami, ha affermato: “Questi giovani,
hanno interpretato in maniera fantastica il
motivo della nostra annata “la Pace attraverso
il servizio”. Commentando e interpretando il
contenuto del tema proposto, loro ci hanno
dimostrato che anche nelle nostre valli il valore
della cultura e del rispetto reciproco sono
fortemente radicati”.
Nel salutare i premiati e i loro professori Mario
Beltrami ha poi concluso: “Questa serata è
dedicata ai ragazzi, ai loro meriti e al messaggio
di Pace contenuto nei loro componimenti”.
Accanto ai membri della giuria, erano presenti alla premiazione i familiari dei ragazzi,
la signora Tiziana Gulli – Dirigente Scolastico
dell’Istituto Guetti – e gli insegnanti Giuseppina
Zanelli, Cristina Carraro ed Ezio Salvaterra.
Tiziana Gulli, ha plaudito all’iniziativa ed ha ringraziato il Rotary di Madonna di Campiglio per
l’opportunità offerta agli studenti, auspicando
la continuazione del Concorso.
Del resto un simile concorso letterario è
apparso quanto mai azzeccato e coerente
con lo spirito formativo della scuola, che da
anni porta avanti al suo interno un “Progetto
Pace e solidarietà” come palestra di apertura
verso le questioni più attuali poste dall’incontro
fra i popoli e le culture. Il progetto prevede
una finalità generale di educazione ai valori
attraverso la pratica di attività di servizio in
contesti locali e internazionali. Ogni anno un
viaggio umanitario li porta a conoscere realtà
toccate dalle guerre o da particolari contesti
di crisi: Bosnia, Kosovo, Moldavia, per citare i
più recenti.
Nell’anno scolastico 2011-12, proprio grazie al
“progetto Pace” e ad uno straordinario impegno di fund raising, è stato possibile far sì che
una intera classe partisse per il Cameroun e
riuscisse a realizzare un sogno a lungo accarezzato: visitare l’orfanotrofio che tre anni prima
era stato “adottato a distanza”, per stringere
con i piccoli ospiti della struttura un legame
ancora più forte e continuativo.
Per questo motivo il contatto fra il Rotary Club
di Madonna di Campiglio e la scuola ha rivestito
significati che vanno al di là dell’evento di Villa
Lutti: ad essere premiati sono stati sì – e meritatamente – i 4 primi classificati al concorso,
ma anche tutti i partecipanti e, in un senso
ampio, tutti gli 850 studenti del Guetti per la
speranza che sprigiona dalle loro esperienze
di solidarietà internazionale e in definitiva per
l’idealità condivisa di un mondo più fraterno.
Mondiale
Mondiale ragazzi!ragazzi!
Antonella Moratelli
Serata in ricordo di Mauro Giovanazzi,
organizzata dagli studenti del Liceo Scientifico
per le Professioni del Turismo di Montagna
Quando una tragedia ti colpisce, è quasi
naturale reagire con un impeto di vita. La
nostra mente e il nostro cuore non potrebbero reggere di fronte al dolore che assale,
all’incapacità di trovare una ragione per ciò
che è successo, alla sensazione, anche fisica,
dell’assenza di qualcuno a cui abbiamo voluto
bene. E allora mente e cuore reagiscono:
trovano, in non so quale “magazzino”, forza,
coraggio e soprattutto speranza per far sì che
la tragedia che ha colpito con tale durezza si
trasformi in vita, in spirito propositivo.
La tragedia è entrata nelle nostre vite in modo
subdolo, da traditrice; chi poteva pensare
che una giornata di sole, di neve, di lavoro,
ma anche di divertimento celasse invece la
morte. Quando si parte per un’uscita sulla
neve valuti i rischi, stai attento, ma non pensi
mai che la natura possa riservarti un’insidia,
perché il mondo è lì per te, per vivere e
gioire, per scendere dal versante ripido della
montagna facendoti accarezzare dal vento e
dal sole e affondando gli sci nella neve farinosa. Paesaggio idilliaco, direbbero i poeti.
Paesaggio di morte, invece, quel 1° aprile
2013; all’improvviso il mondo si è rovesciato,
il vento non accarezzava più i visi, ma si era
trasformato in tempesta, la neve non era più
una coltre candida, ma era dappertutto e
correva via veloce, travolgendo tutto, natura
e vita: quella di Mauro.
Ho visto la morte, la paura e il dolore negli
occhi dei miei studenti e non si poteva pensare
di aspettare che il tempo curasse le ferite.
Bisognava fare qualcosa: Mondiale ragazzi è
nato così, il giorno dopo la morte di Mauro,
quando ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che bisognava far vincere la vita
e la speranza e bisognava ributtare la morte
lontano da noi.
La scrittura è un’ottima benda curativa;
scrivere fa pensare, fa capire, tenta di dare
una spiegazione a ciò che è successo. Da qui
è partito il desiderio di parlare di Mauro, di
scrivere di lui, di raccontarlo ripercorrendo
i momenti trascorsi insieme, in montagna e
sulla neve, tenendo presenti i suoi insegnamenti, ricordando le sue passioni e ripetendo
le sue frasi piene di entusiasmo: MONDIALE
RAGAZZI! era un modo, tutto suo, di trasmettere passione, gioia, vita, insomma!
E di vita lo spettacolo si è riempito. E di vita
sono stati pieni i giorni trascorsi nell’allestimento del video che ha coinvolto molti
studenti del Liceo della Montagna che hanno
contribuito, in maniera fattiva, con foto,
filmati, ricordi, musica a far sì che uscisse da
quelle immagini, legate insieme dalle note e
dalle parole, un ritratto di Mauro che trasmettesse speranza.
A te, Mauro, il nostro ricordo, allora: cammina tranquillo, i tuoi ragazzi hanno imparato
molto da te, soprattutto ad amare la vita!
29
Persone
Consiglio
dell’Istituzione
Consiglio dell’Istituzione
Consiglio dell’Istituzione
Dirigente scolastico
32
Tiziana Gulli
Genitori
Antonella Collini - Presidente
Sara Appoloni
Sergio Salizzoni
Flavio Zanetti
Docenti
Iole Armani
Luciano Bugna
Michele Calce
Maria Leonello
Susanna Mittempergher
Claudio Pucci
Nicola Spada
Giuseppina Zanelli
Personale A.T.A.
Studenti
Studenti Consulta provinciale
Achille Pasi
Jacopo Bomprezzi
Francesca Bonazza
Camilla Perotti
Luca Riccadonna
Damiano Bugna
Paolo Prem
33
Dirigente scolastico
Docente collaboratore vicario
Docenti collaboratori
Docenti collaboratori sicurezza
Staff
Staff
Staff
Tiziana Gulli
Claudio Pucci
Innocentino Antoniolli
Luciano Bugna
Lorena Giacobazzi
Cristina Maturi
Tiberio Salvaterra
Roberto Strangis
Silvano Bonomi
Alberto Tomasi
Coordinatori di Indirizzo
Liceo Scientifico
Liceo Scientifico Montagna
Liceo Scientifico opz. Scienze Applicate
Liceo Linguistico
Liceo Scienze Umane
Tecnico Settore Economico
Tecnico Settore Tecnologico
Corsi serali
Coordinatori di Dipartimento
Area Umanistica
Area Linguistica
Area Scientifica
Area Tecnica
Area Giuridico-Economica-Aziendale
Funzioni strumentali
Processi di valutazione e autovalutazione
BES, attenzione al biennio
Innovazione Tecnologica
Scuola e Territorio
Tiberio Salvaterra
Luciano Bugna
Roberto Strangis
Maria Carla Girardini
Laura Rossi
Giuliana Salvaterra
Alberto Tomasi
Anna Litta
Susanna Mittempergher,
Antonella Moratelli
Iole Armani, Lorena Nabacino
Alessandra Boroni, Tiberio Salvaterra
Carlo Carè
Cristina Maturi
Caterina Buganza, Alessandra Macinati
Liliana Gallazzini
Lorenzo Cazzolli
Giovanna Binelli
Docenti
Docenti
Docenti
34
Anna Alamia
Cristina Alberti
Addolorata Liana Algeri
Giulia Andina
Armida Antolini
Paola Antolini
Innocentino Antoniolli
Iole Armani
Mariapina Attardi
Silvia Barbuto
Stefano Bazzanella
Sergio Berardini
Raffaele Berretti
Mirella Bertolini
Giovanna Binelli
Paola Binelli
Jeanette Bizzotto
Francesco Bondioli
Silvano Bonomi
Antonio Bonvecchio
Alessandra Boroni
Marco Bosetti
Massimo Bosetti
Caterina Buganza
Luciano Bugna
Franco Buratti
Geronima Caffarena
Michele Calce
Attilio Caldera
Maria Caola
Carlo Carè
Paolo Caresia
Nicola Caridi
Cristina Carraro
Biagio Caruso
Marzia Cassa
Lorenzo Cazzolli
Armida Ceranelli
Lucia Ceschinelli
Alessandro Ceso
Primo Cimarolli
Luciana Coffano
Romeo Collini
Ennio Colò
Marzia Comini
Enrico Cucca
Laura Da Rugna
Elena Di Francesco
Paolo Dolzan
Marco Donatoni
Andrea Faioni
Carmelo Faraci
Tiziana Fedrizzi
Paola Ferrari
Liliana Gallazzini
Elisabetta Gasperi
Roberto Gentile
Lorena Giacobazzi
Guido Giacomuzzi
Laura Giordani
Mauro Girardi
Maria Carla Girardini
Alberto Gosetti
Concetta Iacuzzo
Francesco Innelli
Alessia Leone
Maria Leonello
Anna Litta
Veronica Luzzi
Luca Maccabelli
Alessandra Macinati
Michele Marini
Francesca Chiara Massimano
Guido Mattina
Cristina Maturi
Luisa Meroni
Paola Mezzi
Susanna Mittempergher
Francesco Monteleone
Antonella Moratelli
Ilaria Morini
Maria Mustaccioli
Matilde Mustaccioli
Lorena Nabacino
Simona Nardi
Edda Nella
Ilaria Nobile
Sabrina Pano
Renato Paoli
Iris Parisi
Marta Pavellich
Ilaria Pedrini
Paolo Piccoli
Shamanta Pirrera
Helma Fonti-Pirringher
Vanessa Poli
Sylviane Polin
Claudia Polla
Ausilia Puleo
Laura Rossi
Stefania Rossi
Andrea Rossini
Barbara Russo
Ezio Salvaterra
Giuliana Salvaterra
Tiberio Salvaterra
Andrea Santini
Paola Scarpari
Alessandro Sonnati
Nicola Spada
Tamara Spadaccino
Mariella Speranza
Roberto Strangis
Maria Tinè
Annalisa Titta
Alberto Tomasi
Georgia Tsagris
Michele Zambotti
Giuseppina Zanelli
Fabiola Zini
Tiziana Zoanetti
Personale
Personale A.T.A. A.T.A.
Funzionario Amministrativo Scolastico
Pierluigi Salvaterra
Amministrativi
Marta Bagozzi
Elena Cominelli
Iris Cosi
Amedea Degiuliani
Silvia Franchini
Erica Gottardi
Mafalda Maestri
Luigi Pagliaro
Germana Pellizzari
Maurizia Rigotti
Mara Stanchina
Vanda Viviani
Assistenti di laboratorio scolastico
Denis Bonetti
Gabriele Carnevale
Virginia D’Auria
Ugo Longhi
Giuseppe Mussi
Gionny Preti
Collaboratori scolastici
Elena Armani
Luisa Bertini
Mariassunta Bertini
Maura Bertini
Maria Grazia Bonapace
Raffaella Bugna
Pierangela Bugna
Manuel Cosi
Nicola De Feo
Laura Longhi
Caterina Mezzi
Achille Pasi
Adriano Passardi
Carla Salvadori
Vittorio Salvaterra
Fabio Valentini
Personale A.T.A.
35
1
Classi e foto
1
36
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
a
Scientifico B
ALBERTINI DANIELE
BOLDRINI GLORIA
BUSELLI CAMILLA
MAFFEI ENRICO
MASÈ ALEARDO
MASÈ ENDALE
MAZZOCCHI MICHELA
MEDICINA CHIARA
MONTO IAN MICHEL
PANELATTI LORENZO
PARASCAN BOGDAN
NICOLAE
ROSA ALESSANDRA
13
14
15
16
SALVI ELISA
STRANGIS SILVIA
ZANETTI CRISTIANA
ZOANETTI LORENZO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Scientifico A
BASSETTI GIAN MARCO
BRUGNONI GIULIA
BULLA DORELDA
BULLO MARTINA
DUCOLI VALENTINA
FERCHICHI IMEN
GIACOMETTI VALENTINA
MANZONI STEFANO
MARIOTTI FRANCESCO
10
11
12
13
14
15
16
MAZZOCCHI MARTA
MOSCA GIULIA
MUSSI MATTIA
PARISI GIORGIA
RICCADONNA SARA
SCHÖNSBERG CHRISTIAN
ZANETTI KATIA
2
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
a
Scientifico B
ALLEGRA CHANTAL
BOSETTI LETIZIA
BUGNA MATTIA
CHIODEGA VANESSA
FOSTINI DANIELE
GASPERI STEFANO
GRAZZI ENRICO
MARCHESI LORENZO
PAOLI CARLOTTA
PIZZINI LISA
QUINTERO VILLA JOAN
JULLIETH
12
13
14
15
16
SALVATERRA FRANCO
SECCAMANI ANGELO
VALENTI ALESSIA
VETTORI FABIANO
ZULBERTI ANNALISA
1
2
3
4
5
6
7
8
Scientifico A
BAZZOLI BENEDETTA
BAZZOLI LAURA
CAMPIDELLI LUCA
FRIZZI LORENZO
GELPI TOBIA
GOTTARDI ELISA
LEONARDI MASSIMILIANO
MAESTRI ILARIA
9
10
11
12
13
14
15
MARINI ILARIA
SALVADORI INGRID
SCALFI SAMUELE
TISI INES
VAGLIA NICOLÒ
VANZO EMILIA CHIARA
VISCONTI MINTHA
37
Classi e foto
2
a
3
Classi e foto
3
38
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Scientifico B
ANTOLINI MONICA
CANETTI CHIARA
CAOLA CATERINA
COZZINI VALERIA
DEI CAS ELISA
DEMADONNA GIULIA
DONINI GLORIA
DONINI LUISA
FERRARI LAURA
LEFROUNI IBTISSAM
11
12
13
14
15
PEDERZOLLI GIOVANAZZI
GIULIA
POULI DILETTA
RIGOTTI LORENZO
SALVATERRA ANNA
VIDI CHIARA
1
2
3
4
5
6
7
8
a
Scientifico A
ABATTI SIMONE
ALBERTI ELISA
ARICOCCHI TERESA
ASSON FRANCESCA
BELLA ANDREA
BONAPACE MICHELE
BONTEMPI JESSICA
CASULA MARCO
9
10
11
12
13
14
CRESCINI CAROLINA
DEI CAS NICOLA
GASHI SARA
GIACOMINI NICOLE
GIRARDINI STEFANO
RIDOLFI NICOLÒ
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
4
1
2
3
4
5
6
7
8
a
AZZOLINI LORENZO
BONAZZA ANGELO
BONENTI ARIANNA
BRUNORI GRETA
DONATI FEDERICO
DUCOLI SAMUELE
ECCLI MIRELLA
FEDRIZZI UMBERTO
Scientifico B
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
FERRETTI PATRICH
FRANCHINI CATERINA
GALANTE ANDREA
GNUTTI ALESSANDRO
GREGGIO CECILIA
LORENZI ILARIA
MUSSI ALAIN
PALETTI ISABELLA
PAOLI FEDERICA
PARIS ELIA
PIZZINI THOMAS
POLLA ALESSANDRO
TOMASINI MICHELE
Scientifico A
BACHENBERG JEFFREY
BAGOZZI ALBERTO
BELTRAMI VIRGINIA
BONOMI SARA
CALCE ROBERTA PIA
CANDIOLI MASSIMO
CUNACCIA FEDERICO
DEI CAS MATTIA
GIOVANELLI ALBERTO
MATURI ALESSANDRO
MATURI ANDREA
PESENTI ALESSANDRO
13
14
15
16
17
QUINTERO VILLA CRISTIAN
CAMILO
ROMANI LORENZO
SAGHIR FATIMA ZAHRA
SALIZZONI ANNALISA
SALVATERRA GABRIELE
39
Classi e foto
4
a
5
Classi e foto
5
40
1
2
3
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6
7
8
9
10
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14
15
16
a
Scientifico B
ALBERTINI CHIARA
BERASI VIRGINIA
BOMPREZZI JACOPO
BONAZZA FRANCESCA
BUGNA DAMIANO
BUGNA GIULIA
DALBON ELEONORA
FRANCHINI PAOLO
GASPERI ILARIA
LEONARDI MICHELE
LONGHI ALESSANDRA
LUCHESA GIULIA
MASÈ YLENIA
MAZZOCCHI LUCIA
PANELATTI ELENA
PREM PAOLO
17
18
19
20
21
22
RICCADONNA LUCA
ROCCA JACOPO
ROSA LEONARDO
ROSA MIRIANA
SALVINI ARIANNA
SANSONI ELISA
1
2
3
4
5
6
a
Scientifico A
ANTOLINI BRUNO
ARTINI CARLA
BELTRAMI TOMMASO
BOSETTI LILIANA
COZZIO OLIVER
CRESPI FILIPPO
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
FERRARI ANNA
LAVAGNINO GRETA
LEVORATO VANIA
MARINI ELEONORA
MUSSI DAVIDE
OLIANA ARIANNA
PEROTTI CAMILLA
ZAMBALDI NICOLA
ZAMBONI LEONARDO
ZAMBOTTI LETIZIA FABIANA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
2
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
a
Scienze Applicate
BATTAIA MATTEO
BELTRAMOLLI KEVIN
BERASI SIMONE
BERTINI FABIO
BOMPREZZI MARTINO
CIMAROLLI MARIO
DUCHI VALERIO
DUCOLI TOBIA
FACCINI DAVIDE
FALANGA MARCO
FRIZZI OSCAR
GHEZZI DANIELE
GIACOMETTI GIULIO
14
15
16
17
18
19
20
21
22
OLIVIERI ANDREA
PEDRETTI SILVIO
ROSSI ALESSANDRO
SIMONI THOMAS
SUCCETTI VALERIO
TISI MARIA SOFIA
UBALDI SIMONE
ZOANETTI DAMIANO
ZOANETTI MARTINO
Scienze Applicate
ABDEL KADER OMAR
AMISTADI ENRICO
BERTAGNOLLI ARIANNA
BERTELLI GIOVANNI
COCCHINI FEDERICO
DALL’ERA AARON
DI FUSCO PATRICK
DONATI SOFIA
DONINI GAIA
DONINI LEILA
FRIZZI GIANLUCA
IORI MICHELLE
LEONARDI DAMIANO
14
15
16
17
18
19
20
21
MAESTRANZI CINZIA
MAFFEI ALESSIO
PAOLI GIANPIERO
PEDERZOLLI GIOVANAZZI
DAVIDE
SAMAC SARA
SCALFI STEFANO
TOSI VALENTINA
VATISH SAMPDA
41
Classi e foto
1
a
1
Classi e foto
2
42
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
a
Scientifico Montagna
ALBERTI MICHELE
ALOISI IACOPO
ARTINI FRANCESCA
BONAPACE MATTEO
BRUNELLO GRETA
BRUNELLO MARTINA
CORNELLA TOMASO
DALBON MARTA
FERRARI OMAR
FLAIM COSTANZA
FRANCHI FRANCESCA
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
GRAZIOLA ALESSANDRO
IAGHER LORENZO
LEONARDI GABRIELE
NELLA FRANCESCA
NEMEC LUKAS
PEDERZOLLI SARA
PIZZINI LORENZO
ROSITANI ALESSANDRO
SCALET MARCO
SCURI GIANLUCA
TODESCO BEATRICE
ZASA ANDREA
ZENI ALICE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Scientifico Montagna
BERTOLINI MICHELE
BISESTI LUCA
CAOLA GIOVANNI
CAVALLAR DEBORAH
CHIOCCHETTI EMMA
CUNACCIA MARCO
CUSINI CLARISSA
DELPERO FILIPPO
DONATI LUCA
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
FUSARI CHIARA
GIOVANNINI SARA
LUCARELLI BENEDETTA
MASÈ FRANCESCO
OLIVETTI CESARE
PARISI CHIARA
ROAT GIORGIO
SIMONI FILIPPO
STENICO DAVIDE
VILLA VALERIO
VIVIANI MATTIA
4
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Scientifico Montagna
BERNARDI ELIA
BOSETTI ZENO
BUCELLA ADRIANO
CAOLA MATTEO
CAOLA VALENTINA
CASTAGNA NICOLA
FEDRIZZI MATTIA
FORESTI MICHELA
GOTTARDI FEDERICO
LONGO MARCO
11
12
13
14
15
16
17
18
LORENZETTI AMANDA
MORANDI DANIEL
PARISI ELISA
PELLEGRINI STEFANO
PRESTINI ANSELMO
PRESTINI TOMMASO
VILLOTTI CHIARA
ZANROSSO FEDERICA PIA
1
2
3
4
5
6
7
8
Scientifico Montagna
ADAMI NICOLA
BATTOCCHI RICCARDO
BERTI ALESSANDRO
BOMBARDA WILLIAM PIETRO
BORONI ROBERTO
BRANDI ALESSANDRO
COLLINI ENRICO
FILOSI MICHELE
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
FLORIANI FULVIO
HAAS AXEL
JEZEK FILIPPO
MARCHI ANDREA
MORESI ENRICO
MUSSI ESTER
NELLA DANIEL JAMES
OLIVIERI RICCARDO
PEDRETTI GUIDO
RIGHI MANUEL
SCOPEL ROBERTO
VALERIO ALESSIA
ZANETTI GIORGIA
43
Classi e foto
3
a
5
Classi e foto
1
44
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
AMORTH DESIREÈ
BAJRAKTARI PATRICIA
CHISTÈ SAMANTHA
COMINOTTI ISABELLA
COZZATTI ILENIA
DONINI ARIANNA
GATTI CHIARA
LADINI ANTONELLA
MALACARNE DANIELA
OLIVIERI ELENOIRE
Linguistico
11
12
13
14
15
PIZZINI MARTINA
PRANDINI ALESSANDRA
ROMITI MARTA
SEBASTIANI MARTINA
ZANROSSO ILARIA PAOLA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Scientifico Montagna
ALBASINI IACOPO
BERTOLINI VANIA
BONAPACE DANIELA
BOSISIO MADDALENA
BRUNELLI MATTEO
CARÈ MICHELE
CINCELLI SAMUEL
COMPOSTELLA ARIANNA
D’ACQUISTO LUCA
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
DALLA SANTA ELISA
DUCHI LORENZO
FRANCESCHETTI GIORGIO
FUSTINI SILVIA
GROSSI LINDA
MONSORNO MATTIA
MORELLI ENRICO
ONGARI SARA
PATERNOSTER DENISE
PELLIZZARI ELEONORA
TOSI NICOLÒ
3
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
a
BAZZOLI MICHELLE
BELTRAMI GIANLUCA
BINELLI MADDALENA
BONAPACE ELISA
BONETTI CARMEN
CHIODEGA CAROLINA
DIDOUH NESAYBA
DORNA LUCIA
GOSETTI VALENTINA
LEONARDI GIULIA
MAFFEI DAVIDE
Linguistico
12
13
14
15
16
17
18
MALFER CHIARA
MARGONARI YLENIA
MATURI FILIPPO
NARDELLI GIULIA
OLIVIERI VALENTINA
PATERNOSTER MARTINA
PORCELLI PIETRO
1
2
3
4
5
Linguistico
ABDEL KADER SARA
BOTTI GRETA
BUGNA ANNARITA
DUSINA LISA NAYA LIA
FILOSI AURORA
6
7
8
9
10
11
12
13
14
GARGIULO ALESSANDRO
GEORGIEVA VIKTORIYA ANRI
MARINI SOPHIA
MOLINARI ELENA
PANELATTI SILVIA
PIROVANO LAURA
QUARTA ALLISON ANDREINA
RADOANI MADDALENA
ZANETTI JLENIA
45
Classi e foto
2
a
4
Classi e foto
5
46
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
a
Linguistico
BELLIBONI SARA
BONAPACE ERIKA
BONUCCELLI DENISE
BRUNELLI PATRIZIA
CAMPAGNOLI ILARIA
FRANCHI MARTINA
GHEZZI DEBORA
GIACOMETTI MICHELE
GIONGO PETRA
LORENZI MARIAVITTORIA
MONEGHINI SILVIA
NICOLINI DANIELA
13
14
15
16
17
18
19
20
21
ODORIZZI SILVIA
PELLIZZARI SAMANTHA
ROTA MADDALENA
SANSONI ZAIRA
SEBASTIANI GIULIA
TERZI CAMILLA
TROGGIO CLAUDIA
TUDA VESILDA
ZENI ALESSANDRA
1
2
3
4
5
6
7
8
a
Linguistico
BAZZOLI NICOLE
BELTRAMI JESSICA
BRUNELLO ALESSIA
CATTONI CHIARA
CIMAROLLI ILARIA
CROSINA ALESSIA
FOSTINI LUCREZIA
HECHENBLAIKNER ELISA
9
10
11
12
13
14
15
16
17
LAVEZZARI NADIA
OSS SARA
PLATZER ALESSIA
SANSONI GAIA
SERAFINI DEBORA
TURRI ISABEL
VALENTI GAIA
VIVIANI ALESSIA
ZULBERTI VERONICA
1
2
3
4
5
6
7
8
1
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Scienze Umane B
ANDREOLLI NICOLE
BROCHETTI ELISA
COLLINI ANNA
FERRARI SARA
FURLINI ELISA
FUSI ELISA
FUSI ROBERTA
GIOVANELLI VALENTINA
MYLONAS ELENI THEODORA
NEGRU DIANA OTILIA
11
12
13
14
15
16
POLETTI MARCO
RICCADONNA ALESSIA
SAI VALENTINA
SCALMAZZI SARA
SEBASTIANI ELISA
SOTTOVIA ARIANNA
Scienze Umane A
ANDREATTA CHIARA
BINELLI FEDERICA
BUGNA VIRGINIA
COCCO NICOLA
ERCULIANI BUSI YATZIL
MARIOLINA
FERRARI MARTINA
FILOSI EMI
GHEZZI ALESSIA
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
GIACOMINI DEBORAH
MAFFEI GIORGIA
MARCHETTI FRANCESCA
PAOLI MARIAELENA
PEDRETTI ELISA
POULI LUCIA
SUSINI ANNA
TISI VITTORIA
ZENI AGATA
ZENI BEATRICE
47
Classi e foto
1
a
2
Classi e foto
3
48
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Scienze Umane
ARMANINI SARA
BAZZOLI ERIKA
BELLOTTI GIULIA
BONAZZA MANUELA
BONAZZA SERENA
FESTI VANESSA
MAFFEI BEATRICE
MERLI SARA
PELLIZZARI NICOLE
PUCCI ANNA
11
12
13
14
SALIZZONI ALESSANDRA
SEMBINELLI YLENIA
SOTTOVIA TERESA
TUTOLO DEBORAH
1
2
3
4
5
6
7
a
Scienze Umane
BERTELLI CATERINA
BINELLI CHIARA
BORZAGHINI CHIARA
CHIAPPANI ALESSIA
FERREMI ALESSIA
GROSSI SILVIA
LAVEZZARI ANNA
8
9
10
11
12
13
14
LEVORATO ANTONELLA
MARCHIORI LORENZA
PAROLARI SILVIA
RODINI KARIN
SIMONI MARTINA
SIMONI ORIANA
TRENTI LUISA
5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
a
Socio Psico Pedagogico
ANTOLINI AMANDA
BAZZOLI JASMINE
BAZZOLI MARIA
BONAZZA MARA
BOSETTI LAURA
BULLA MEGI
BURATTI FEDERICA
CARÈ TANIA
CAZZOLLI NICOLE
DALPRÀ VALENTINA
FACCHINI ALESSIA
FRUNER KATIA
GIOVANELLI ELENA
GRAZZI MICHELA
LATTARUOLO CAROLINA
LORENZI FABIOLA
17
18
19
20
21
22
23
24
MARASCALCHI ANNA
MARGONARI ANNA
MUSSI SILVIA
PAROLARI SARA
SALVATERRA ALESSANDRA
SCALFI MARIA
VALENTINI ALESSANDRO
ZONTINI ILARIA
1
2
3
4
5
6
Socio Psico Pedagogico
ARTINI KATIA
BAZZANELLA ANDREA
BUTCHIEWIETZ VALENTINA
CARLI MARTA
CASTELLANI ELENA
CROSINA GIADA
7
8
9
10
11
12
13
14
IORI ELENA
LADINI ARIANNA
LUZZI FRANCESCA
ROSSARO BARBARA
SCORTA ASAHAR
SERAFINI LIA
TONEZZER MONICA
TONINI VALENTINA
49
Classi e foto
4
a
1
1
2
3
4
5
6
7
8
Classi e foto
1
50
1
2
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5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
a
Economico B
ALBERTINI FEDERICA
ARSLANI EMSEL
BENINI DANIELE
BONOMINI BEATRICE
BUSELLI ANDREA
COLLINI DEBORA
DALLA TORRE ERIKA
DOSI LORETA
FERRERO LAURA
FERRETTI DAPHNE
GRAZZI DAMIANA
MAFFEI MARIA
MALACARNE MONICA
MASSERDONI CLAUDIA
PASI ANGELICA
16
17
18
19
20
21
22
23
24
PATERLINI GIULIA
PERI FEDERICA
PLEBANI SARA
REVERSI DAMIANO
ROSSATO ELISA
RUBINELLI LUCA
SALIZZONI LUCA
SALVATERRA CAMILLA
SIMONI JESSICA
a
Economico A
BINELLI GINEVRA
BUGNA ANDREA
COSI ILENIA
DELAIDOTTI SOROKIN
VLADYSLAV
DIDOUH IDRIS
GARA NICOLA
GJONI MARINA
LEVER STELLA
9 LUZZI GIOVANNI
10 MANGO PASQUALE
11 MANNI MATTEO
12 MAZARA ROSALBA
13 NICOLLI LIA
14 OLIVIERI FEDERICO
15 PELANDA ROBERTA
16 PERIOTTO ALESSIA
17 REINA PENAFIEL ASHLY
JULIANA
18 RIZZONELLI LORENA
19 SALVADORI KARIN
20 ZAMBOTTI SAMUEL
GIACOMO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
2
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Economico B
ALDRIGHETTI GIULIA
ASANI URMETKA
BAGATTINI ENRICO
BALLARDINI ELENA
CHIAPPANI LORENZO
DUKIC ALMA
FILOSI GLORIA
MAFFEI ISABELLA
MURACE ILARIA
PASI ANDREA
11
12
13
14
15
16
17
18
PELLIZZARI SARA
RICCADONNA GAIA
RIZZI ELENA
SIMONI ELISA
SPERANDIO MICHELA
TERZI RAMONA
VALENTI SERENA
ZANAGLIO NICOLA
Economico A
BAZZOLI AMBRA
BELTRAMI RAMON DANIEL
BONAZZA MATTEO
BOSETTI ALESSIO
CALABRÒ ALESSANDRO
EJUPI EDINA
ESPOSITO DOMIZIANA
FERRARI SILVIA
GOTTARDI VANESSA
GRAD ANCUTA CATALINA
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
IORI MICHELE
MAESTRANZI EMILY
MARGONARI CHIARA
MATURI ALESSANDRA
MAZARA ELISA
MORELLI DANIELA
ORLANDO ELISA
PANELLI ILARIA
PIZZINI NICOLETTA
ROCCA ANNA
SOTTOVIA DENISE
TISI ARIANNA
ZANELLA BRYAN
ZANONI DANIEL
51
Classi e foto
2
a
3
Classi e foto
3
52
1
2
3
4
5
6
7
8
9
ARMANINI GLORIA
BAZZOLI MICHELA
BELTRAMI LARA
BONENTI ERICA
BONETTI ANGELA
DOSI ANISA
FESTA ANDREA
GROTTI DAVIDE
MARNICCO VALENTINA
a
Turismo
10
11
12
13
OBEROSLER LISA
RIZZONELLI MARTINA
SALETTI SIMONE
SCAIA DEBORA
1
2
3
4
5
6
a
Amministrazione
ANTOLINI LARA
BALLARDINI SONIA
BAZZANI GIADA
BERTINI NICOLA
BRENA FEDERICO
CHAFOUK OMAR
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
CIMAROLLI JESSICA
DADO ALESSIA
ESPOSITO ELEONORA
FANTOMA ELENA
FRANCHI GUIDO
GIOFRÈ CLAUDIA
IORI DANIEL
IORI LORIS
ISOPPI SIMONA
MAESTRI CHIARA
NICOLUSSI ALESSIA
QUARTA DANIELA
VALERIO LUDOVINA
VENDER ALBERTO
5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
BAGATTINI ANNA
BONENTI ILARIA
BULLA SUELA
DUKIC SELMA
FERRARI NICOLE
GIOVANNINI ALICE
LEONARDI BIANCA
MALACARNE KARIN
MOSCA ARIANNA
PAVLOSKA NATASHA
PIZZINI DENISE
a
IGEA
12
13
14
15
16
RIZZONELLI LAURA
SARTORI PAMELA
SIMONI FRANCESCA
TOMASINI VERONICA
ZANETTI JESSICA
1
2
3
4
5
6
7
8
IGEA
ARSLANI ADEL
BELLAGAMBA LEONARDO
BONAZZA GIULIA
BORDIN VALENTINA
BOSETTI MARIKA
COMINOTTI ELEONORA
COZZIO JASMINE
DIGIOVANNI JESSICA
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
FERRARI EVELYN
GELMINI DANIEL
GRIGORENCO ANGELA
ISOPPI SERENA
KLIMENT OSCAR
LOMBARDI SILVIA
LORENZI EDOARDO
LUCCHINI DANIELE
MOJSOSKI GOCE
MOSCA ALESSANDRO
NICOLUSSI SIMONE
OLIANA MONICA
ONORATI MONICA
QUINTERO VILLA MICHEL
RICCA MICHELA
SANTORUM CHIARA
SPADA GIORGIO
TOMASINA MATTEO
53
Classi e foto
4
a
1
Classi e foto
1
54
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Tecnologico B
ANDREOLI DAVIDE
BAZZOLI THOMAS
BUGNA MARTINO
CAMERA MANUEL
CANTONATI MICHAEL
CIMAROLLI PATRICK
MAZZOCCHI ANDREA
MAZZOCCHI NICOLA
NICOLUSSI FEDERICO
PARIS DAVIDE
11
12
13
14
15
PERIOTTO RICCARDO
POVINELLI ALEXANDRO
SCARAZZINI FRANCESCO
SERAFINI ANDREA
VIVIANI NICOLÒ
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Tecnologico A
BELLA FEDERICO
BRISAGHELLA GIADA
BRUNELLI DAMIANO
BUGNA GIOVANNI
CERANA GIULIA
COLLINI LEONARDO
COLLINI NICOLÒ
DELL’EVA FABIOLA
ESPOSITO CARLOTTA
10
11
12
13
14
15
16
17
18
FLORI GIACOMO
MAESTRANZI ROSA
MASÈ MICHAEL
PAOLI ALBERTO
PIZZINI EMANUELE
POLLA FEDERICO
RICCIONI ANDREA
SAGHIR AYOUB
SAIDI IHAB
2
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
a
Tecnologico A
AMADELLI GABRIELE
BALDRACCHI SILVIA
BATTOCCHI FRANCESCO
BONAZZA STEFANO
BRENA MARTINO
BRUGNONI ALESSANDRA
BUISIC LUKA
CAOLA OMAR
COMAI NICOLÒ
CVETANOSKI BOBAN
DAPREDA WILLIAM
FAILONI DAVIDE
FAUSTINI GIANNI
FERRETTI GIANLUCA
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
FRUNER THOMAS
GASPERI LORENZO
MOSCA MATTIA
NICOLINI MATTIA
PANELATTI VANESSA
PELANDA FABIA
PELLIZZARI VERONICA
SCALVINI MIRCO
VALERIO PATRICK
ZANETTI ANDREA
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Tecnologico C
BERTOLINI MARCO
BONAZZA MATTIA
BONAZZA SIMONE
CAOLA AARON
CERANA FEDERICO
CHIARANI NICOLE
CIMAROLLI JASMINE
ESSABRI MOHAMMED
FERRARI MATTEO
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
GIOVI ENRICO
GUALDI CRISTIAN
HMAIDOUCH ABDELLAH
LORENZI VIGILIO
MAFFEI SIMONE
MARCHIORI LUCA
MATURI SAMUELE
MONFREDINI AURORA
TERZI FILIPPO
VACCARI MIRKO
ZUCCHETTI ERIKA
55
Classi e foto
1
a
2
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Classi e foto
3
56
1
2
3
4
5
6
7
8
9
a
Costruzioni A
BAZZOLI LUCA
BOMÈ PIETRO
BUGNA ALAN
BUGNA VITTORIO
BUTTERINI MICHELE
CAOLA FRANCESCO
DONNA CHIARA
FESTA DAVIDE
FRANCESCHETTI MATTIA
10
11
12
13
14
15
16
17
LORENZETTI STEFANO
MARINI FRANCESCA
MATURI IACOPO
PAROLARI CHRISTIAN
PAVLOSKI CVETE
PELANDA ALESSIA
TISI IESSE
VALENTINI DAMIANO
a
Tecnologico B
ALDRIGHETTI DAMIANO
BAZZOLI LUCA
BODIO ALBERTO
BONAZZA ALDO
CALIARI MARCO
CHAFOUK YOUNES
CIMAROLLI SAMUELE
COCCHINI FRANCESCO
COLLINI SIMONE
COZZINI MATTIA
FAILONI MIRKO
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
GALVAGNI ERIK
GIOFRÈ PIER
GIOVANELLI DAVIDE
GRAD ADRIAN
LITTERINI MICHELE
MAFFEI MARCO
MUSSI MICHELE
PAISOLI LUCA
SALVATERRA MICHELE
SALVATERRA NICOLÒ
SANTORO LUCA
TROGGIO DAVIDE
VANZO RICCARDO
VIVIANI NICOLA
4
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
a
Geometri A
BERTOLINI FILIPPO
CAOLA JESSICA
CLINAZ LUANA
FERRARI ALESSANDRO
FILOSI MARCO
MATURI ANNA
PIZZINI THOMAS
RICCADONNA SAMUELE
ROSA FRANCESCO
ROUHAIM OUALIDE
11
12
13
14
SCURI NICOLA
VALCANOVER SIMONE
VALENTI PAOLO
VULTAGGIO ALBERTO
1
2
3
4
5
6
7
8
Costruzioni B
AMISTADI ANDREA
BONAFINI TOMMASO
DALBON MICHAEL
GIOVANELLI MANUEL
GIOVI GIOVANNI
HOXHA RUBIN
LITTERINI SIMONE
MARCHIORI NICOLA
9
10
11
12
13
14
MAZZOCCHI AMEDEO
MOLINARI STEFANO
NICOLUSSI VALENTINO
POLANA SABRINA
SALVATERRA SARA
ZOCCHI IRENE
57
Classi e foto
3
a
4
Classi e foto
5
58
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
ALDRIGHETTI FABIO
ANTONIOLLI CLAUDIO
COCCO SIMONE
COZZINI DAVIDE
FILOSI MARIO
MAFFEI CHIARA
MASCHERI GLENDA
MORELLI MARTINO
PASSARDI DANIELE
TAMBURINI MANUELA
TOMASINI EMILIO
a
Geometri
1
2
3
4
5
6
7
8
a
Geometri B
ALICANTI DANIELA
AMISTADI FEDERICA
BOSETTI PATRICK
BOTTERI DAVIDE
BOYCHUK VIKTOR
BUSELLI ALBERTO
BUSELLI ALESSANDRO
FEDRIZZI STEFANO
9
10
11
12
13
14
ISEPPI ATTILIO
LEONARDI JACOPO
LEONARDI MICHELE
MELZANI MIRKO
MERLI GABRIELE
OLIVIERI MARTINO
Classi e foto
Serale
59
4
a
Geometri
1 ASZTALOS PETER
2 BAZZOLI NORMAN
3 BONAZZA GIACOMO
4 FERRETTI NICOLA
5 POLETTI DARIS
6 RODIGARI MICHEL
7serafini jessica
8valentini stefano
5
a
Geometri
9
10
11
12
13
14
15
16
17
ANTOLINI FLAVIO
APPOLONI VALENTINA
CANTONI MARCO
CAPPELLO OMAR
DAINESE ANDREA
PEDRETTI RICCARDO
POLANA ROBERTO
RAVMANI EDI
TIRADO CARRASCO
GABRIELA ALEXANDRA
4
a
Ragioneria
18berti valentina
19faccini matilde
20franceschetti ilaria
21gentili melissa
22maestranzi giuliano
23maffei michele
24munoz morocho samara
michelle
25rodigari samuel
26sommario alessandro
5
a
Ragioneria
27bomè fabio
28gritti sabrina
29levoni isabella
30 maestri carla
31valenti marzia