Identificativo: SS20051229014MRP Data: 29-12

Transcript

Identificativo: SS20051229014MRP Data: 29-12
Identificativo: SS20051229014MRP
Data:
29-12-2005
Testata:
IL SOLE 24 ORE
DOMENICA
Riferimenti:
SPECIALE
CAPODANNO
Pag. 14
TAROCCATO O AUTENTICO
Non piratate la musica africana
Giorgio Barba Navaretti
diGiorgio
Barba Navaretti
La fissazione di standard internazionali sui diritti di proprietà intellettuale protegge i ricchi a
scapito dei poveri? Questa è una delle velenose domande che serpeggia nel dibattito sul ruolo e i
benefici della World trade organisation (Wto). A volte è vero. Chi ha paura di essere piratato o
taroccato possiede beni dell'intelletto (design, musica, formule scientifiche) di grande valore
economico e vive nei Paesi ricchi. Ma non è sempre così, anche i Paesi poveri possono avere
beni intellettuali che valgono molto. E questi beni non hanno accesso sul mercato proprio perché
non sono protetti e vengono immediatamente piratati.
Un esempio? La musica africana. Ci ricorda Amartya Sen che se gli africani sorridono
nonostante le avversità in cui vivono è anche grazie alla loro musica. E la musica africana fa
anche sorridere chi vive nei Paesi ricchi. Musicisti come Youssou N'Dour hanno venduto oltre
un milione di copie dei loro album, altri diverse centinaia di migliaia.
Ma gli artisti africani che arrivano alla scena internazionale sono pochissimi. Perché? La Banca
mondiale si è posta questa domanda e ha lanciato l'Africa music project. Ha trovato che uno dei
nodi chiavi del mancato sviluppo della musica africana è proprio un meccanismo inadeguato di
tutela dei diritti di proprietà intellettuale. In nessun Paese africano la percentuale di dischi piratati
è più bassa del 25% e in molti supera l'85 per cento.
Così, iniziando a lavorare sul Senegal, ha riorganizzato l'associazione dei musicisti che ora
negozia e raccoglie royalties e ha finanziato l'applicazione di ologrammi non taroccabili da
applicare sui dischi. E ora sta cercando di mettere a punto un sistema per cui i musicisti possono
trasformare la loro musica in file e venderla direttamente via internet. Ogni volta che un pezzo
viene scaricato il conto in banca dell'artista è automaticamente accreditato. Chissà se alla fine
anche l'Africa riuscirà ad avere la sua Nashville?
Comunque ecco, per una volta, un progetto che permette di ridurre la povertà e rende felici. Ci
ricorda ancora Sen che Giulio Cesare diceva di Cassio: «Non ascolta musica e sorride
raramente».