colloqui con alcuni protagonisti della catechesi nella nostra diocesi

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colloqui con alcuni protagonisti della catechesi nella nostra diocesi
UFFICIO
CATECHISTICO
DIOCESANO
COLLOQUI
CON
ALCUNI
PROTAGONISTI
DELLA
CATECHESI
NELLA
NOSTRA
DIOCESI
Arcivescovado, 10 e 30 novembre, 19 dicembre 2009
Primo incontro del 10 novembre 2009
Vi partecipano:
Mons. Dante
CAROLLA
Direttore UCD
Don Andrea
BELLANDI
Docente FTIC e parr.S. Giovannino Cavalieri.
Don Marco
CALAMANDREI
Parroco S. Bartolomeo in Tuto
Mons. Giancarlo
CORTI
Proposto della Cattedrale
Don Gianni
D’ALESSANDRO
Parroco Sacra Famiglia
Don Guido
ENGELS
Parroco S. Andrea a Empoli
Diac. Roberto
MASSIMO
Collaboratore UCD
Sr. Carmela
PRENCIPE
Presidente Regionale FIDAE
Mons. Paolo
RISTORI
Arciprete della Cattedrale
Don Silvano
SEGHI
Parroco S. Michele a S. Salvi
Don Marco
VIOLA
Parroco S. Verdiana a Castelfiorentino
invitati, si erano giustificati:
Don Gianluca
BITOSSI
Parroco Maria Ausiliatrice a Novoli
Don Francesco
CARENSI
Docente FTIC e parroco S. Pio X al Sodo
Don Francesco
CHILLERI
Parroco S. Jacopo al Girone
Don Alessandro
CLEMENZIA
Vicario parrocchia S. Remigio
Don Brunetto
FIORAVANTI
Parroco S. Maria a Scandicci
Mons. Benito
MARCONCINI
Docente FTIC e canonico della Cattedrale
Don Vittorio
MENESTRINA
Parroco S. Piero in Palco
Don Simone
PIFIZZI
Parroco S. Silvestro a Barberino di Mugello
P. Giuliano
RICCADONNA
Parroco S. Donato in Polverosa
Don Stefano
TAROCCHI
Docente FTIC e parroco S. Maria alla Romola
Nella sua introduzione Mons. Dante Carolla, in qualità di Direttore dell’Ufficio
Catechistico Diocesano, indica le ragioni e l’obiettivo dell’incontro nel bisogno
di ascoltare le realtà concrete (principalmente,
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ma non esclusivamente le parrocchie) dove la catechesi viene pensata e vissuta, affinché l’Ufficio Catechisti-
co Diocesano (di cui è direttore da appena un anno) possa avere un rapporto
più stretto e proficuo con il territorio. Obiettivo dell’incontro, inoltre, è quello di
valorizzare le esperienze positive già in atto e metterle “in rete”, in modo che si
realizzi una collaborazione feconda fra l’UCD e le parrocchie.
Per procedere a questa analisi è sì importante volare alto, ma restando ben
ancorati alle situazioni concrete.
Nel 40° anniversario del Rinnovamento della Catechesi (Documento di Base),
si deve ammettere che questo documento della Chiesa Italiana, che detta le
basi e le coordinate da cui è nato il Progetto Catechistico Italiano, conserva
intatta tutta la sua validità, anzi -in alcuni casi- costituisce un obiettivo ancora
da raggiungere per quanto riguarda la prassi catechistica.
Da questo documento, pertanto, possiamo trarre alcune affermazioni/linee fondamentali ancora determinanti la catechesi odierna:
1) La catechesi non è solo per i sacramenti, ma per la vita cristiana
(da questa intuizione sono nati i documenti successivi e i testi per tutte
le età, ma si deve constatare che spesso siamo ancora fermi alla sacramentalizzazione ad oltranza).
2) La Parola di Dio, fonte primaria di ogni catechesi, è elemento fondamentale dell’educazione alla fede
(è molto cresciuto il rapporto catechesi-Parola di Dio, ma è forse necessario qualche aggiustamento, in particolare per la catechesi degli
adulti).
3) La catechesi deve introdurre nella vita concreta della Chiesa
(non appiattimento sulle nozioni, ma esperienza viva di Cristo. Siamo
ancora troppo legati alla catechesi di tipo scolastico).
4) La catechesi è unitaria e totalizzante
(è un processo che unifica la persona di fede e abbraccia tutti i fattori
dell’esperienza umana).
5) La catechesi come educazione di tutto l’uomo e di tutti gli uomini
(la dimensione culturale, pedagogica e missionaria della catechesi)
Gli interventi:
Diac. Roberto Massimo indica negli obiettivi dell’incontro il dare uno sguardo
insieme e d’insieme per non continuare a percorrere, Ufficio Catechistico e
parrocchie o luoghi di catechesi, strade parallele che non s’incontrano, tenendo
presente che il servizio dell’UCD è quello di aiutare e promuovere la catechesi.
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Altra ragione sta nell’ascoltare e raccogliere
esperienze, necessità, suggerimenti.
Parlando della sua esperienza ormai alle spalle di parroco, Mons. Giancarlo
Corti, afferma che per la sua impostazione la parrocchia è portata ad accogliere tutti e che la catechesi si scontra talvolta con grossi numeri e con le numerose attività e impegni, che –pur dopo tanti tentativi- costringono ad una
impostazione scolastica e a seguire le indicazioni del Magistero per soddisfare
la richiesta dei sacramenti.
Per i ragazzi e i giovani c’è probabilmente da sviluppare proposte aggiuntive o
integrative della catechesi, come p.e. l’oratorio o iniziative culturali. Per gli adulti la Scuola biblica e la Dottrina sociale della Chiesa.
Per quanto attiene ancora alla catechesi degli adulti, c’è da notare che risultano assenti i giovani-adulti i quali non accettano la sistematicità e la complessità
dei temi, oppure perché non si sono sentiti accolti, ma utilizzati per alcuni servizi.
Don Silvano Seghi. Intende la catechesi come accompagnamento nelle crescita della fede all’interno della Chiesa e afferma che puntare troppo su schemi
e metodi, fa dimenticare la finalità della catechesi.
Poiché –per fortuna- c’è ancora richiesta di sacramenti, si punta a dare conoscenza e coscienza dell’avvenimento “Cristo” con un certa continuità.
Si deve ammettere che avendo i catechismi e i sussidi fatto il loro tempo, si
deve mettere i bambini di fronte a fatti e non a idee morali e spirituali.
C’è il problema dell’adolescenza, dove incomincia una base nuova della vita e
si deve essere all’altezza degli interessi che i ragazzi hanno o che nascono a
quell’età. Età in cui gli educatori devono avere rispetto per la loro libertà. E qui
si deve ammettere che “si fa acqua”.
Don Gianni D’Alessandro.E’ d’accordo nel ritenere la catechesi tradizionale di
tipo scolastico ( di cui si sente il peso e la fatica) del tutto superata.
L’esperienza dei Salesiani come lui, spinge verso altre forme di catechesi o di
formazione di tipo esperienziale che vadano incontro alla sensibilità (o anche la
sensitività) dei giovani che cercano e abbracciano solo quello che li gratifica
(vedi le esperienze portate degli oratori salesiani nella regione)
Tutto deve essere indirizzato a far innamorare di una comunità, poi ci saranno i
contenuti.
Don Marco Viola. Ordinariamente si incontrano più problemi che risultati, ma
nel nostro caso è stato fruttuoso riempire il vuoto che intercorre fra la celebrazione del battesimo e la catechesi (che completa l’iniziazione cristiana) e che
dovrebbe sfociare nella mistagogia.
Per quanto riguarda i testi, sono stati abbandonati quelli della CEI e attualmente vengono utilizzati quelli di Torino (Fontana)
Altri problemi sono costituiti dalla presenza degli immigrati e, soprattutto, dalla
formazione dei catechisti che p. e. trovano difficoltà a rapportarsi con le famiglie e ad abbandonare il taglio scolastico degli incontri. Si tratta di mettere in
moto una macchina, che poi va gestita e le forze sono sempre meno e non si
incontrano molti aiuti.
Cosa apprezzabile e che funziona è la 4proposta della catechesi biblica ai giovani dai 20 ai 30 anni. Anche per quanto riguarda gli adulti viene seguito l’itine-
rario biblico senza però rinchiudersi in un libro.
Don Marco Calamandrei. Plaude all’intenzionalità di questa iniziativa per collegare l’UCD e le parrocchie.
Esponendo quelle che sono le caratteristiche del cammino Neocatecumenale,
pone la domanda di dove finiscano tutti quei battezzati che passano attraverso
anche la catechesi ordinaria delle nostre parrocchie.
Poi, particolarmente per la catechesi degli adulti (esperienza che in diocesi
perdura da oltre un decennio), chiede che si adotti l’istituto della verifica, anche
tramite assemblee, poiché sbandierando solo la teoria non si incontra sempre
la realtà.
Inoltre l’UCD deve valorizzare le realtà positive che pur ci sono, come p.e. il
coinvolgimento dei genitori negli itinerari tradizionali dell’iniziazione cristiana, e
particolari del post-cresima.
Don Guido Engels. Apprezza il tentativo di chiarirsi e condividere idee ed esperienze ed invita a privilegiare la catechesi dei giovani, degli adulti e delle
famiglie, senza però trascurare le esperienze catechistiche delle associazioni e
movimenti che possono costituire una spinta alla catechesi più strettamente
parrocchiale.
Usa parole di apprezzamento anche per la preparazione degli animatori da
parte dell’UCD, così come alcuni sussidi.
I testi CEI vanno bene, ma non sono molto sfruttati. Mentre i sussidi e la Bibbia vengono utilizzati di più.
Insiste sulla catechesi a 4 tempi e sul coinvolgimento dei genitori e lamenta la
mancanza di sintesi fra la Parola di Dio e la liturgia nell’ambito della formazione
di una comunità cristiana.
Valuta positivamente le iniziative del suo vicariato per la valorizzazione e gli
scambi fra presbiteri, ma si rammarica per i problemi che nascono dalla presenza dei preti stranieri che non sempre sono attenti ai bisogni pastorali e fanno vita abbastanza distaccata da quella della parrocchia.
Mons. Paolo Ristori. Racconta dell’esperienza catechistica della Cattedrale
limitata ai giovani-adulti in preparazione alla Cresima, non sempre conosciuta o
apprezzata dal momento che in 20 anni sono stati preparati circa 2.200 giovani. Semmai la difficoltà era e resta l’individuazione di un testo di riferimento per
destinatari che –abitualmente- richiedono il sacramento in vista del matrimonio.
Esprime apprezzamento per un cammino non solo teorico, ma anche esperienziale con agganci e radicamento nella parrocchia di residenza. Questo tuttavia
non può essere solo sensazione, sentimento o percezione religiosa, ma approccio alla Parola di Dio con una certa sistematicità, Caratteristica questa tipica della catechesi, che –per gli adulti- può essere soddisfatta dal Catechismo
degli Adulti o, meglio ancora, dal Catechismo della Chiesa Cattolica e dal suo
Compendio.
Insiste poi sul uno stile di accompagnamento dell’esperienza catechistica, che
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abbia una certa continuità. Compito questo
che prima veniva assolto dall’associazionismo.
Sr. Carmela Prencipe. Partendo dal sua esperienza della scuola (è presidente regionale della FIDAE), auspica che si crei collaborazione fra scuola e parrocchia, ricercando anche itinerari se non comuni, almeno collegati. Così come
la ricerca di sinergie fra Chiesa e scuola. Presenta anche esperienze di attività
e di formazione con il coinvolgimento dei genitori e ragazzi.
Don Andrea Bellandi. Nel presentare l’esperienza con gli universitari di Comunione e Liberazione, di cui si interessa da tempo, illustra il loro cammino che
comprende momenti di formazione, di preghiera e attività di carità.
Con i giovani occorre dare precedenza al fattore affettivo, al valore della libertà, per fare esperienza di una bellezza, di un gusto tipicamente cristiano, che
porti a vivere l’amicizia e l’appartenenza ad una comunità.
Nell’approccio con i giovani all’università manca ordinariamente la dimensione
culturale, così come nella parrocchia non vengono affrontati i giudizi che la società esprime sulla Chiesa e sul cristianesimo.
Non sarebbe male che l’UCD segnalasse periodicamente testi, sussidi catechistici ed anche vite di santi..
Diac. Roberto Massimo. Si sono ascoltate cose apprezzabili e positive, e queste pur nella complessità e nella varietà delle situazioni, costituiscono una ricchezza da condividere. Tuttavia, anche se molte cose appaiono positive, abbiamo bisogno di operare una sinergia sempre maggiore fra le proposte dell’UCD e le parrocchie, fra ciò che la Chiesa italiana (e il suo progetto catechistico) propongono e le realtà concrete a cui si deve prestare un ascolto attento.
Magistero.
Mons. Dante CArolla. In sintesi è emersa la necessità di integrare la catechesi
con un’esigenza concreta di vita cristiana, di comunità viva che abbracci le varie dimensioni della persona: affettiva, culturale, sociale, ludica ecc.. Viene inoltre ritenuto opportuno introdurre l’istituto della verifica e di educare al senso
critico nei confronti della realtà circostante.
L’UCD accoglie con favore la richiesta di suggerire alle parrocchie sussidi, testi
e anche vite di santi.
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Secondo incontro del 30 novembre 2009
In data 30 novembre 2009 è avvenuto il secondo degli incontri con la costituenda èquipe teologico-pastorale nell’UCD cone alcuni protagonisti della catechesi
nella nostra diocesi.
L’ascolto e il dialogo hanno coinvolto in questa occasione:
Mons. Dante
CAROLLA
Direttore UCD
Diac. Roberto
P. Filippo
MASSIMO
BELLI
Collaboratore UCD
Pastoralista
Don Alessandro
CLEMENZIA
Dogmatico (Vicario parrocchia S.Remigio)
P. Mario
SCALICI
Catecheta (Parroco N.S. Sacro Cuore)
Nella sua introduzione alla riunione, Mons. Carolla ha richiamato la premessa
fatta nella prima riunione del 10/11/09 quando è avvenuto l’incontro con un
primo gruppo di interlocutori. Altrettanto fa il Diac. Roberto Massimo (vedere
pag. 2 e 3 del presente fascicolo).
Ciò che differenzia questo dall’incontro precedente, sta nell’intenzione di costituire, con i presenti, un’èquipe teologico-pastorale, che avrà il compito di tradurre in atto gli orientamenti e le indicazioni del Vescovo e rielaborare contenuti, metodi, esperienze, critiche e suggerimenti che vengono dalle parrocchie e
dai vari ambiti della pastorale, per individuare le priorità e giungere alla formulazione di un progetto che si inserisca armoniosamente nella vita della diocesi .
Mons. Carolla aggiunge che i contatti avuti fino ad oggi (andando anche in giro
nelle parrocchie), sono stati positivi, interessanti, ed hanno fatto emergere questa necessità.
In questo senso, oltre al cosiddetto “laboratorio”, c’è il proposito di strutturare la
catechesi diocesana in settori o ambiti definiti, con referenti propri, in modo da
costituire una sorta di “consiglio” che supporterà il Direttore dell’Ufficio.
P. Mario Scalici, si dice d’accordo circa la necessità e l’urgenza di una ristrutturazione dell’UCD e della catechesi, perché l’UCD dovrebbe perseguire l’obiettivo del coordinamento e della verifica di quanto avviene nella diocesi nel
realizzare la linea catechistica individuata, con una autorevolezza e credibilità
che faccia accogliere quanto propone. Tutto questo –come già detto- comporta
interventi previ che spieghino il ruolo e le proposte dell’UCD.
Il Diac. Roberto Massimo precisa a questo proposito l’intenzione di fare appositi incontri di formazione circa le finalità, il ruolo e i compiti dell’UCD rispetto
alle parrocchie e del rapporto che queste dovrebbero avere con l’Ufficio diocesano, mediante il coinvolgimento anche del Direttore dell’Ufficio Catechistico
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Nazionale.
P. Filippo Belli, pur sentendosi estraneo alle dinamiche della catechesi proprie
dell’UCD e delle parrocchie, riconosce l’importanza della diffusione della linea
catechistica diocesana promossa dal Vescovo, purché questa sia divulgata e
conosciuta. Auspica inoltre che sia lo stesso Arcivescovo a fare catechesi alla
sua diocesi, almeno in alcune occasioni.
Avendo poi collaborato alla presentazione delle cosiddette “schede” della catechesi degli adulti (quest’anno sugli Atti degli Apostoli), ha percepito la pesantezza delle schede, e l’apprezzamento per una catechesi più propriamente biblica. In altre parole queste schede hanno un impianto ben costruito, ma di
scarsa efficacia evidentemente nel tipo di destinatari che costituiscono i vari
gruppi.
Mons. Carolla, aggiunge che il numero dei gruppi resta piuttosto elevato nonostante che l’esperienza sia in atto da molti anni; che le schede hanno un livello
alto e una loro serietà che ci viene apprezzata da molte altre diocesi, Ma che il
livello dell’età dei partecipanti sia medio alto. E’ stato inoltre notata una certa
diffidenza verso la scelta di affrontare di volta in volta un diverso libro della
Scrittura perché manca la sistematicità del catechesi.
P. Mario Scalici ribadisce questa difficoltà degli adulti che vi partecipano, a cui
manca la conoscenza degli elementi fondamentali della fede, anche dal punto
di vista liturgico, addirittura anche in coloro che guidano i gruppi.
Don Alessandro Clemenzia: anche se l’Arcivescovo non potrà fare catechesi
diretta, potrà senz’altro sì, perché il livello biblico è accettabile, ma non sul piano dogmatico della catechesi. Occorrerà probabilmente proporre testi base
anche a livello vicariale.
Infine P. Mario Scalici sottolinea l’esigenza non solo della formazione, ma anche quella di una metodologia.
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Terzo incontro del 10 dicembre 2009
Vi partecipano:
Mons. Dante
CAROLLA
Direttore UCD
Diac. Roberto
MASSIMO
Collaboratore UCD
P. Filippo
BELLI
Pastoralista
Don Francesco
CHILLERI
Parroco S. Jacopo al Girone
Don Vittorio
MENESTRINA
Parroco S. Piero in Palco
Don Aldo
MENICHETTI
Parroco S. Maria a Coverciano
P. Mario
SCALICI
Parroco N.S. del Sacro Cuore
Don Stefano
TAROCCHI
Docente FTIC e parroco S. Maria alla Romola
Anche in questa circostanza, nella sua introduzione, Mons. Dante Carolla (e
così successivamente il Diac. Roberto Massimo) richiamano e ripropongono
ai presenti gli scopi e le ragioni della convocazione (vedere la presentazione al
primo incontro alle pagine 2 e 3),
La rilettura della catechesi nella diocesi implica la riscoperta del primato della
catechesi degli adulti, perché non si può raggiungere efficacemente i ragazzi
senza il coinvolgimento degli adulti. Si tratta quindi di ascoltare la situazione
per capire quali scelte attuare, e quale coinvolgimento degli operatori promuovere. Le ragioni di questo ascolto stanno nell’intenzione di eliminare lo scarto
fra ciò che l’Ufficio propone e quanto le comunità vivono nella prassi catechistica e operare cosi una collegamento più stretto fra le due realtà, cercando di
puntare all’essenziale della catechesi
Don Aldo Menichetti, inizia chiedendosi quanto i cosiddetti “sussidi” della catechesi degli adulti (le schede bibliche della diocesi) mantengano la loro validità
oggi, dal momento che i gruppi sono in diminuzione e accusano segni di stanchezza).
Osserva anche che tutti gli Uffici pastorali della Curia dovrebbero rispondere
alle esigenze reali delle parrocchie.
Auspica inoltre che si affronti l’ambito dei genitori che rappresenta un campo
tutto da dissodare, ma con poche ed efficaci iniziave.
Don Stefano Tarocchi, ricorda che le intenzioni iniziali erano diverse dalla
situazione attuale e che le schede –così come sono fatte e utilizzate- non servono. Infatti l’aspetto biblico deve essere prioritario e distinto da quello catechi9
stico. La conoscenza biblica è molto parcellizzata
e da specialisti. Manca inoltre la pluralità delle voci. Occorre portare la Scrittura alle nuove generazioni
perché l’attuale platea di destinatari è ben oltre i cinquanta anni.
Diac. Roberto Massimo sottolinea quest’ultima affermazione indicandola come una vera e propria sfida da accogliere per operare una verifica mai messa
in atto dall’inizio di questa esperienza post-sinodale.
Don Vittorio Menestrina afferma che le schede degli adulti erano più richieste
e utilizzate fino a qualche anno fa. Ora invece le prendono solo gli animatori
dei gruppi i quali le utilizzano solo in parte, privilegiando la sezione delle domande. Mentre le caselle di commento risultano pressoché incomprensibili.
Conferma che c’è un calo di partecipazione dovuta anche all’invecchiamento
dei partecipanti ai gruppi.
Oltre al Catecumenato (da riconsiderare), alla pastorale degli anziani e dei malati (con una opportuna catechesi sull’Unzione degli infermi), occorre rivolgersi
anche alla catechesi per il Matrimonio carente di linee guida da parte della diocesi. Appunto per non trovarsi di fronte al vuoto prolungato fra il Matrimonio e
la prima comunione dei figli, è opportuno orientarsi verso un percorso di catechesi che abbia una continuità di vita. Sarebbe opportuna una verifica sui sussidi per capire quanti e chi li usano.
Don Francesco Chilleri lamenta la mancanza di coordinamento fra le troppe
iniziative dei vari Uffici diocesani. E’ opportuna una verifica per evitare l’eccedenza delle proposte e la conseguente dispersione,
Secondo la sua esperienza, nella catechesi dei bambini è importante la qualità
delle relazioni che si riesce a instaurare con loro e con le loro famiglie, ed auspica che ci siano meno testi da usare e più vicinanza alle persone. I sussidi e i
progetti infatti fanno trascurare i soggetti primari della catechesi: le persone.
Pone anche la questione di una ricollocazione della Cresima. Su questo argomento tutti i presenti concordano sul fatto che –qualunque essa sia - la decisione in tal senso sia seguita da tutti.
L’ultima considerazione di Don Chilleri riguarda i catechisti, dei quali è bene
verificare qualità, qualità e disponibilità.
P. Mario Scalici, nota la sussistenza di un frazionamento che non favorisce
l’unitarietà e l’efficacia delle iniziative e che –a livello teologico- è opportuno
avviare una riflessione sul sacramento della Confermazione e delle sue implicazioni pastorali.
Anche in questo caso il consenso è unanime sull’utilità di adottare un numero
ridotto di iniziative per favorire la partecipazione e la condivisione come, per
esempio, le esperienze di catechesi post-battesimale che sarebbe conveniente
mettere in rete.
Alla conclusione della riunione, Mons. Carolla ripete l’idea già avanzata nelle
precedenti occasioni relativa ad una prossima occasione di incontro in cui affrontare i ruoli, le finalità e un progetto di massima dell’Ufficio Catechistico e
della catechesi diocesana strutturata negli
10 ambiti di intervento.
(Resoconti
a cura del diac. Roberto Massimo)
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