Il diamante: lo schema 1-2-4-3 - Settore Tecnico
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Il diamante: lo schema 1-2-4-3 - Settore Tecnico
N° 4 - 2002 Luglio/Agosto Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/C legge 665/96 - Filiale di Roma STAGIONE SPORTIVA 2001/2002 gli abilitati del Corso Master gli abilitati del Corso di IIª Categoria 2001-2002 A COVERCIANO IL RITIRO DEI CALCIATORI PROFESSIONISTI PRIVI DI CONTRATTO Una selezione A.I.C. contro la Pistoiese - 08.08.2002 Una selezione A.I.C. contro il Prato - 08.08.2002 SOMMARIO EDITORIALE di Enzo Bearzot 4 5 SCUOLA ALLENATORI LA RAPIDITÀ COLLEGATA A SITUAZIONI DI GIOCO di Maurizio Pasqualini SEZIONE MEDICA IL “PESO ENERGETICO” DI ALCUNE ESERCITAZIONI TECNICO-TATTICHE ATTRAVERSO I PARAMETRI DELLA FREQUENZA CARDIACA E DELLA CONCENTRAZIONE DI LATTATO di Vincenzo Esposito 15 SCUOLA ALLENATORI IL DIAMANTE: LO SCHEMA 1:2:4:3 di Antonio Odasso 23 CENTRO STUDI E RICERCHE I PROGRAMMI DI FIFA E UEFA A SOSTEGNO DEL CALCIO IN TUTTI I CONTINENTI di Jurg Nepfer 29 SCUOLA ALLENATORI FIDUCIA E ANSIA NEL CALCIATORE di Giovanni Messina 31 CENTRO STUDI E RICERCHE LO STATO DI SALUTE NEL CALCIO ITALIANO a cura del Centro Studi del Settore Tecnico FIGC 37 SEZIONE MEDICA LA CAVIGLIA E IL TENDINE DI ACHILLE di Pascal Rippstein 47 SCUOLA ALLENATORI IL RADUNO DEI CALCIATORI CORSISTI di Roberto Clagluna 49 Le opinioni espresse negli articoli firmati non riflettono necessariamente l’opinione ufficiale del Settore Tecnico. Tutto il materiale inviato non sarà restituito. La riproduzione di articoli o immagini è autorizzata a condizione che ne venga citata la fonte. Direttore Direttore Responsabile Fotocomposizione impaginazione e disegni Fino Fini A&S Grafica Comitato di Redazione Fotografia Enzo Bearzot Luigi Natalini (coordinatore) Felice Accame Franco Morabito Antonio Acconcia Paolo Piani Fabrizio Cattaneo M. Grazia Rubenni Roberto Clagluna Gennaro Testa Franco Ferrari Guido Vantaggiato Luca Gatteschi Leonardo Vecchiet Gianni Leali Marco Viani Mario Marella Azeglio Vicini Foto Sabe Italfoto Gieffe Archivio Settore Tecnico Foto Guerin Sportivo Foto Archivio Museo del Calcio Stampa STILGRAFICA s.r.l. Via Ignazio Pettinengo, 31/33 00159 ROMA Tel. 06/43588200 Spedizione in abbonamento postale comma 27 - art.2 - legge 28/12/1995 n.549 Roma Autorizzazione del tribunale di Firenze, del 20 maggio 1968 n.1911 Finito di stampare nel settembre 2002 Per richiedere copie arretrate del Notiziario inviare una richiesta scritta indirizzata a: F.I.G.C. Settore Tecnico Via G. D’Annunzio 138, 50135 Firenze. Non saranno accettate richieste effettuate per telefono. 3 A EDITORIALE EDITORIALE l termine delle ferie estive tutti gli italiani appassionati di calcio hanno sempre atteso con impazienza e rinnovato grande interesse l’inizio dei Campionati. Anche quest’anno le Leghe professionistiche avevano fissato la data di inizio della stagione sportiva e provveduto a formulare i vari calendari ma, contrariamente a quanto è sempre puntualmente accaduto,i Presidenti delle Società hanno deciso di rinviare l’inizio della stagione con motivazioni che niente hanno a che fare con gli aspetti tecnico-sportivi. È noto a tutti che, ultimamente, il calcio professionistico ha perduto molte delle sue peculiarità sportive, in quanto sono stati privilegiati oltre misura gli aspetti commerciali, sino al punto da esserne fortemente condizionato. Molti dirigenti confidavano di poter contare su sempre maggiori introiti per le loro Società per cui si sono impegnati finanziariamente oltre misura. Ora, improvvisamente, poco prima l’inizio dei Campionati, gli stessi dirigenti affermano di aver sbagliato i conti, per cui sono costretti a fermare l’attività per sottolineare lo stato di disagio finanziario e, nello stesso tempo, per cercare di negoziare eventuali maggiori introiti derivanti dalle cessioni dei diritti televisivi, da crediti da esigere per le scommesse sportive, da un aggiornamento delle aliquote fiscali a cui sono assoggettate le Società professionistiche. Se vogliamo evitare in futuro un continuo stato di crisi del sistema, credo che la Federazione, le Leghe, i calciatori , gli allenatori e tutti gli appassionati debbano pretendere che le Società di calcio professionistiche operino contando su risorse certe ed evitando costi di gestione in eccesso rispetto ai ricavi. Sono sicuro che i dirigenti rimuoveranno al più presto gli ostacoli che li hanno portati a rinviare l’inizio dei Campionati ed il calcio tornerà ad appassionarci. Pertanto, colgo l’occasione per inviare a tutti i protagonisti i miei migliori auguri per una soddisfacente nuova stagione sportiva. Enzo Bearzot SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA LA RAPIDITÀ COLLEGATA A SITUAZIONI DI GIOCO di Maurizio Pasqualini* INTRODUZIONE I lo qualitativo che permetta al giocatore di alta prestazione di l gioco del calcio è definito “sport di situazione” essere sempre competitivo. perchè richiede grandi capacità d’adattamento a si- Prima di ipotizzare quali possano essere le metodiche da utiliz- tuazioni che si modificano continuamente, spesso in zare, esaminiamo i sistemi funzionali che collaborano tra loro per tempi brevissimi. Il concetto di movimento che lo l’effettuazione di un movimento sportivo. caratterizza non può quindi essere ristretto ai gesti tecnici che lo contraddistinguono, od allo sviluppo delle capacità condizionali separate dai modelli pre- 1. I SISTEMI FUNZIONALI DEL MOVIMENTO stativi tipici della gara. Nel 1980 la velocità nel calcio è stata co- Un concetto di movimento adeguato al calcio deve considerare sì descritta da Benedek/Palfai: l’atto motorio come una risposta di adattamento agli stimoli che “La velocità nel calciatore è una qualità molto complessa, cui ap- l’atleta riceve dall’ambiente ed in base ai quali elabora un pro- partengono non soltanto la capacità di agire e reagire rapida- gramma. mente, la partenza e la corsa veloce, la reattività nell’approccio alla palla, lo sprint e l’arrestarsi, ma anche il comprendere e ri- Ecco che allora che il movimento si può considerare dipendente solvere con successo una determinata situazione di gioco”. dalla cooperazione di tre sistemi: Nel 1990 Bauer ha esteso la definizione elencando i seguenti elementi: • Velocità percettiva = capacità di comprensione ed intervento in una situazione di gioco • Velocità di anticipazione = intuire in tempi brevissimi lo sviluppo del gioco e i movimenti dei giocatori • Velocità di decisione = scegliere tra più soluzioni di gioco in tempi brevissimi Schema semplificato dei sistemi funzionali da cui dipende il movimento • Velocità di reazione = reagire con rapidità in situazioni impreviste Prima di passare all’analisi dei tre sistemi, è bene ricordare che il • Velocità motoria ciclica ed aciclica concetto di movimento a loro collegato, si fonda sul prin- • Velocità di azione = esecuzione dei fondamentali tecnici sot- cipio che: anche la parte invisibile (sistema percettivo ed to pressione (ansia, avversari) elaborazione tattica) è allenabile. • Velocità di intervento = agire nel minor tempo possibile con il massimo risultato utilizzando le capacità cognitive, tecnicotattiche e fisiche. Si può comprendere quale importanza rivesta nell’allenamento lo sviluppo di queste qualità, per raggiungere o mantenere un livel- *Tesi di fine studio del Corso Preparatori Atletici 2001/2002 5 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA 2 IL SISTEMA PERCETTIVO Nel sistema percettivo si possono distinguere due diversi momenti funzionali: • La ricezione degli stimoli ad opera degli organi di senso e dei recettori sensoriali periferici • L’analisi della ricezione da parte del sistema nervoso centrale in base ai dati della memoria e della motivazione Questi due momenti sono in pratica inscindibili perchè l’analisi segue immediatamente la ricezione. Le informazioni sull’ambiente e sulla situazione interna dell’organismo (circuito di riafferenza) sono assunte dai recettori. Questi hanno il compito di trasformare stimoli di varia natura (meccanica, luminosa, sonora, tattile...) in un linguaggio elettrico e trasmetterli alle strutture in grado di elaborarli. Nel processo di analisi interviene la memoria sia per un confronto con il vissuto, sia per un’eventuale memorizzazione (che potrà influenzare il modo di analizzare stimoli futuri). Il sistema di percezione è formato dagli analizzatori, un insieme di strutture in grado di: ❏ ricevere e codificare = organi di senso e recettori sensoriali periferici 2.1 Sistema di elaborazione tattica ❏ di trasmettere = fibre nervose Sulla base delle informazioni raccolte dagli analizzatori viene ela- ❏ ricodificare = preelaboratori borata dal sistema nervoso centrale la soluzione tattica del pro- ❏ decodificare = sistema nervoso centrale blema motorio. Qualunque movimento volontario è un atto tattico perchè degli stimoli precisi. costituisce una risposta di adattamento, scelta tra le molte possibili, ad una situazione ambientale. Nel movimento gli analizzatori più importanti sono: Questi atti non sono stabili nel tempo ma si modificano continuamente in seguito alle influenze ambientali, all’invecchiamento e per un’autoriprogrammazione. L’atto tattico è un sistema di ricerca che non si accontenta di scegliere il migliore possibile, ma che contemporaneamente cerca di perfezionarsi. 2.2 Sistema effettore neuromuscolare Solitamente il sistema effettore è l’unica parte del moviDi solito questi analizzatori lavorano in comune, costituen- mento presa in considerazione perchè visibile e dipendente do dei sistemi funzionali molto complessi. prevalentemente dalle seguenti qualità strutturali: 6 - Numero e volume fibre del muscolo (sezione) I movimenti di livello superiore sono invece caratterizzati da - Lunghezza e tipo di fibre (I, IIA, IIB) un impegno progressivamente maggiore del - Lunghezza delle leve ossee sistema di elaborazione tattica. - Mobilità articolare Riassumendo si può distinguere nel movimento la parte visibile (terzo sistema) che può essere analizzata da un punto di vista strutturale, fisiologico e biomeccanico, ed una parte invisibile deputata a raccogliere gli stimoli, decodificarli, memorizzarli e a preparare il programma d’azione. Il sistema percettivo, oltre a cogliere i segnali dall’esterno, informa continuamente il S.N.C. anche della situazione interna dell’atleta, permettendogli di perce- Ecco ora una proposta di classificazione esemplificativa degli sport e giochi secondo il grado di impegno dei tre sistemi descritti (adattato da Pittera – Violetta: “Pallavolo, dentro il movimento”) pire il movimento e di correggerlo. 3. SUDDIVISIONE DEI MOVIMENTI Al livello più basso si trovano i movimenti riflessi, dove non esiste l’elaborazione perchè si tratta di un arco nervoso che interessa solo i recettori e le unità motrici senza coinvolgere i centri corticali. 4. APPRENDIMENTO MOTORIO Il progresso in qualunque attività intesa verso l’alta prestazione sportiva è condizionato dall’apprendimento motorio. Quest’ultimo è un processo che si basa sull’interazione tra il patrimonio genetico e gli stimoli ambientali, in rapporto alle influenze dell’ambiente e alle azioni che l’individuo compie, ottenendo come risultato dei comportamenti acquisiti. L’apprendiEsempio: il riflesso tendineo (= movimento riflesso monosinapti- mento può essere facilitato o rallentato da fattori emozionali co- co) è provocato dalla contrazione di un muscolo prodotta non me attenzione, capacità di memorizzazione, motivazione. per una stimolazione dei recettori posti sul tendine, ma per una Il “prestare attenzione” permette di separare lo stimolo che in- rapido stiramento muscolare che stimola i recettori muscolari (fu- teressa da migliaia di altri che contemporaneamente colpiscono i si neuromuscolari). L’esempio più chiarificatore è quello del colpo nostri recettori. Il giovane calciatore o il dilettante (inteso come di un martelletto sul tendine rotuleo. soggetto privo di esperienze nella disciplina) concentreranno tutta la loro attenzione sul pallone, eliminando tutti gli altri segnali che provengono dall’ambiente, dai compagni, dagli avversari. Utilizzando poi la memoria, stimolata dalla motivazione, il vissuto 7 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA viene “analizzato” e consolidato (= trasformazione della me- lativa, non riuscendo quindi ad avere la distanza assoluta della di- moria “a breve termine” in “memoria a lungo termine”). stanza degli oggetti dall’osservatore. Se osserviamo due forme conosciute poste a distanze differenti, l’elaborazione cerebrale compensa le modificazioni prodotte grazie alla ”costanza delle forme e della grandezza”, fattore di enorme importanza nelle valutazione delle traiettorie. Da Schneider, “Einfuhrungin die Physiologie”, 1966 5. RECETTORI ED ANALIZZATORI SENSORIALI Il sistema percettivo pone le basi del suo sistema sui recettori ed analizzatori sensoriali. Si può provare ad esaminare quali sono i più importanti per il calcio, col fine di ipotizzare come allenarli, Campo visivo monoculare destro: il campo visivo è più esteso nella parte laterale rispetto alla parte mediale per la presenza del naso. La linea W delimita il campo visivo in bianco e nero. Il campo per i colori ha un’estensione minore, perchè i recettori dei colori si trovano solo nella parte centrale della retina. La linea b delimita il blu, la linea g il verde. Il rosso ha un’estensione simile al blu. migliorando di conseguenza la prestazione. Il S.N.C. è in contatto con l’ambiente grazie ad una serie di stimoli Da Ruch e Pattom, “Physiology and Biophysics”, 1965 che dai recettori esterni lo raggiungono grazie alle fibre nervose. 5.1 Analizzatore visivo La funzione dell’occhio è ricevere sorgenti di luce dall’ambiente e, grazie ad essi, mettere a fuoco delle immagini sulla retina (recettore esterno). Ogni immagine è miniaturizzata e portata su un piano bidimensionale (come una fotografia). Ognuno dei due occhi offre una parte dell’ambiente e le immagine ottenute, a causa di una parziale sovrapposizione, coprono un’area visiva di circa 120°. Alla visione bioculare è dovuta la percezione della profondità (= visione stereoscopica) che dipende dall’integrazione, a livello del S.N.C., delle immagini che si formano sulle due retine. Anche la visione bioculare fornisce comunque una profondità re8 Campo visivo bioculare: è di forma quasi circolare, con un diametro di circa 120°. Da ogni lato si estendono a forma di semiluna le parti non sovrapposte di ogni occhio. La zona scura è data dalle limitazioni delle sopracciglia e dalle ossa zigomatiche. La zona con le linee incrociate è quella della sovrapposizione dell’immagine, mentre quelle delle linee diagonali sono quelle laterali dei due occhi. 5.2 Analizzatore propriocettivo ricettori visivi permette di raccogliere informazioni a 360°. Durante una gara di calcio sono miliardi i segnali sonori che colpi- La regolazione del tono posturale e di tutti i movimenti è legata scono gli organi dell’udito, ed è grazie alla capacità di attenzio- alle informazioni che pervengono a questo analizzatore dai re- ne, alla memoria che i giocatori selezionano solo quelli che sono cettori muscolari, tendinei e vestibolari. Secondo la maggior par- utili alle situazioni di gara. te dei ricercatori i recettori muscolo-tendinei sono alle origini della regolazione riflessa (inconscia). Esaminiamo allora Condotto uditivo e recettore vestibolare: in una sezione frontale del cranio. Modificata da Brodel: “Three UnpublishedDrawnings of the Human Hear”. gli analizzatori cinestetici (posti nelle articolazioni) e quello vestibolare. 5.3 Analizzatore cinestetico L’uomo è in grado di riconoscere i movimenti e le posizioni delle articolazioni grazie ai recettori che informano il S.N.C. sulla posizione di un segmento osseo rispetto all’adiacente. Si trovano dentro ed intorno alle articolazioni. Comunicano informazioni anche sulla cinestesia, cioè il senso della velocità e la direzione del movimento. Nella figura precedente possiamo riconoscere: 5.4 Analizzatore vestibolare 1. Orecchio, o parte esterna visibile, che ha il compito di ricevere ed indirizzare le onde sonore verso l’interno E’ rappresentato dalla parte non uditiva dell’orecchio interno. 2. Condotto, che concentra le onde sonore verso il timpano Segnala i movimenti della testa nello spazio ed in particolare: 3. Timpano, che trasforma le onde sonore in vibrazioni • Le accelerazioni e decelerazioni lineari ed angolari del capo 4. Ossa della cavità del timpano (martello, incudine, staffa) • L’orientamento statico del capo rispetto alla forza di gravità Da studi scientifici americani si può definire nel 45% la per- Il recettore vestibolare è quindi il principale organo dell’equili- centuale dei processi comunicativi che si instaurano attraverso brio; i suoi segnali al sistema di controllo posturale determinano il linguaggio, di cui il 25% è dato dal tono che si utilizza e il un continuo adattamento dell’attività muscolare e della posizio- 20% dalle parole vere e proprie. Nel Calcio i messaggi sonori ne del corpo, evitando la caduta. Ha inoltre un importante com- tra i giocatori, tra giocatori ed allenatore devono essere chiari, pito nella sensazione soggettiva del movimento e dell’orienta- concisi, espressi rapidamente e con tono di voce tale da richia- mento nello spazio. Attraverso i riflessi vestibolo-oculari tende a mare nel minor tempo possibile un “vissuto” nel giocatore, in stabilizzare i movimenti della testa per ridurre lo spostamento modo da preparare un pensiero tattico prima che ci sia un se- dell’immagine degli oggetti sulle retine. gnale visivo (es. Avviso al compagno che un avversario gli sta per “portare pressione” dal suo lato cieco, cioè da 5.5 Analizzatore acustico dietro) Tra i recettori che rivestono una notevole importanza sia per la vita di relazione che per la comunicazione non dobbiamo trascura- 6. ALLENAMENTO DEGLI ANALIZZATORI re il senso dell’udito. Spesso sottovalutato, negli sport di squadra Solitamente anche il Calciatore di alta prestazione è in grado di permette di ricevere segnali riguardo alla situazione. Rispetto ai esaminare soltanto una parte del campo, che ricordiamo essere il 9 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA più vasto tra quelli dei giochi sportivi (solitamente 110m. in lun- Per questo motivo gli esercizi proposti non richiedono ai ghezza e 65-70 in larghezza), cioè quella che viene coperta dalla giocatori di concentrarsi sull’esecuzione di fondamentali zona centrale del campo visivo. Il terreno può presentare diffe- tecnici, ma di attivare la loro capacità di attenzione per ri- renze notevoli per il variare della situazione climatica (es.: campo durre il tempo che intercorre tra lo stimolo esterno e l’e- asciutto e compatto, bagnato con fondo in erba o in terra, fondo secuzione dell’azione richiesta. ghiacciato etc.) comportando aggiustamenti continui per il mantenimento dell’equilibrio. 7. QUANDO PROPORLI Mentre l’adattamento cinestetico si allena con l’esperienza quotidiana tramite il continuo allenarsi su terreni di vario genere, Nella seduta: vanno posti subito dopo il riscaldamento, che de- raramente si propongono attività mirate per l’allenamento del- ve essere svolto in modo da preparare sia l’apparato muscolare, l’analizzatore visivo durante l’allenamento e, ad esso, si colle- che quello articolare all’effettuazione di sprint alla massima in- gano risposte motorie tipiche dell’attività calcistica, se non du- tensità. Non deve essere troppo lungo o affaticante ma tale da rante le fasi di gioco. Come appena descritto anche la comuni- portare alla giusta eccitabilità il S.N.C.. Si consiglia quindi un pe- cazione verbale può essere allenata, abituando i giocatori ad riodo di 20’, nei quali avvenga: utilizzare la voce per segnalare situazioni. Questo viene in par- • l’innalzamento della temperatura corporea te svolto soprattutto durante la parte di allenamento tecnico- • l’allungamento muscolare (stretching) dei principali gruppi mu- tattica. Ritengo comunque che anche il preparatore debba utilizzare la voce per gli ordinativi, gli sprint, le reazioni a segnali, abbandonando l’uso del fischietto, da utilizzarsi solo al termine scolari della corsa veloce • mobilizzazione articolare (con particolare attenzione a: rachide, art. coxo-femorale art.tibio-tarsica) di una fase di lavoro, o per interruzioni durante le quali si ritie- Durante il microciclo: nei due giorni precedenti la gara (es.: ga- ne necessario richiamare l’attenzione degli atleti, così come du- ra di domenica –> proporli il venerdì ed il sabato) rante la gara l’arbitro ne fa uso soprattutto per arrestare il gio- Sempre durante tutta la stagione da quando si inizia a pro- co più che per avviarlo. porre esercitazioni per lo sviluppo della velocità. Modalità di esecuzione. Il preparatore ha il compito di aiutare l’allenatore proponen- Gli esercizi devono rispettare le stesse modalità dell’allenamen- do esercitazioni che, senza invadere l’area prettamente tecni- to allo sprint senza palla: ca, migliorino le risposte motorie tipiche del gioco del calcio. • serie da 8 –10 con recuperi di 30” – 40” tra uno sprint e l’altro • 3 – 4 serie con macro recuperi di 3’ circa tra una serie e l’altra Scopo delle esercitazioni che verranno proposte è quello di alle- (sia di tipo attivo come corsa lenta o esecuzione di fondamenta- nare: li della tecnica individuale a bassa intensità, oppure stretching) Velocità percettiva: capacità di comprensione ed intervento di Le esercitazioni proposte sono 16, programmandone 2 ogni se- una situazione in tempi brevissimi duta di allenamento si può tranquillamente coprire tutto l’ar- Velocità di anticipazione:intuire in tempi brevissimi lo sviluppo co della stagione, in modo che con 4 esercizi per microciclo si del gioco e movimenti dei giocatori copre un mesociclo. Con l’inizio del nuovo mesociclo si posso- Velocità di decisione: scegliere tra più soluzioni di gioco in tem- no ricombinare tra loro in modo da evitare la monotonia. pi brevissimi Legenda esercizi: Velocità di reazione: reagire con rapidità in situazioni simili a Traiettoria palla rasoterra quelle di gara Traiettoria palla aerea Velocità motoria ciclica ed aciclica: sprint di 5-10m in linea e Movimento del giocatore senza palla con cambi di direzione, singoli atti motori Guida della palla 10 Esercizio 1 Obiettivo di gara: Occupazione dello spazio di 3 giocatori secondo il movimento del primo Segnale per lo sprint: visivo Caduta di un pallone a terra Modalità d’esecuzione: il preparatore ha un pallone in ogni mano; ne lascia cadere uno. Il primo giocatore effettua uno sprint sul cono esterno dalla parte della palla caduta (es.: pallone della mano sinistra > sprint verso destra), il secondo sceglie uno dei due coni rimasti, il terzo si porta verso quello rimasto libero cercando la massima reattività nervosa e muscolare. Terminato l’esercizio i 3 giocatori si rimettono in fila dietro agli altri compagni. Esercizio 3 Obiettivo di gara: Passaggio da un lato e sprint per effettuare uno smarcamento sul lato opposto Segnale per lo sprint: sonoro Variante: segnale visivo: alzare un braccio Il preparatore chiama il lato verso cui il giocatore deve inviarla, per poi effettuare lo sprint verso l’altro. Modalità d’esecuzione: Il preparatore aspetta 4”-5” prima di indicare uno dei due lati. Dopo aver eseguito l’esercizio il giocatore si riporta sul pallone e si rimette in fila. Esercizio 2 Esercizio 4 Obiettivo di gara: attaccante: smarcamento e ricezione della palla sul posto fintare a destra e sinistra finchè il preparatore non invia al palla in una delle due direzioni, poi effettuare lo sprint per andare a colpire la palla; difensore: marcamento e chiusura di uno spazio - fronte al compagno, deve comprendere la direzione di corsa del compagno che effettua lo sprint verso la palla e cercare di impedirgli di inviarla verso la porticina. Segnale per lo sprint: visivo palla inviata dal preparatore verso uno dei due lati Modalità d’esecuzione: Il preparatore aspetta 4”-5” prima di inviare la palla verso uno dei due lati. Dopo aver eseguito l’esercizio si riporta il pallone al preparatore e ci si rimette in fila invertendo i ruoli. Obiettivo di gara: Intercettamento della palla Segnale per lo sprint: visivo riconoscimento del lato prescelto dal portatore di palla per l’invio della palla verso un obiettivo tra due possibili scelte Modalità d’esecuzione: Il giocatore in possesso di palla avanza conducendola per alcuni metri fino a quando si trova a 5m. dalle porticine; a questo punto invia la palla verso una delle due. Il giocatore in attesa tra le due porticine (a 3 m. una dall’altra) deve riconoscere attraverso l’analisi dell’atteggiamento del corpo, del piede d’appoggio, da quale parte andrà la palla e cercare di intercettarla. 11 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA Esercizio 5 Obiettivo di gara: Smarcamento e sprint per la ricezione di un passaggio Segnale per lo sprint: visivo Osservando il preparatore i due giocatori devono eseguire uno dei due compiti secondo il lato verso cui viene inviata la palla: 1) sprintare verso la porticina dalla parte della palla e, ad un tocco, inviarla oltre il conetto 2) sprintare verso il conetto per andare a ricevere il passaggio Variante: si può concludere con un tiro in porta Modalità d’esecuzione: I giocatori eseguono degli skip sul posto fronte al preparatore che, dopo 4”-5”, invia il pallone vicino a una delle due porticine. Terminato l’esercizio si recupera la palla, e ci si rimette in fila. Esercizio 7 Obiettivo di gara: Giocatore A - deviazione con colpo di testa in fase aerea di una palla Giocatore B - lettura del colpo di testa e sprint a ricevere la palla Segnale per lo sprint: sonoro Secondo il colore chiamato dal preparatore i due giocatori devono eseguire uno dei due compiti. Modalità d’esecuzione: I giocatori eseguono degli skip sul posto fronte al preparatore posto a 15m. con la palla. Dopo 4”-5”, invia il pallone alto davanti ai due giocatori mentre grida un colore. Il giocatore di quel colore andrà a colpire di testa mentre l’altro cerca di capire dove finirà la palla ed effettuerà uno sprint per andare a controllare. Terminato l’esercizio si recupera la palla e ci si rimette in fila. Esercizio 8 Esercizio 6 Obiettivo di gara: Attaccante: sprint per la ricezione di un passaggio con invio della palla verso un’obiettivo Difensore: intercettamento della palla, chiusura di uno spazio Segnale per lo sprint: visivo Osservando il preparatore i due giocatori devono eseguire uno dei due compiti secondo il lato verso cui viene inviata la palla: A) sprintare verso la palla e inviarla, ad un tocco, verso la porticina B) sprintare verso la porticina per intercettare la palla o chiudere lo spazio davanti alla porticina Modalità d’esecuzione: I giocatori eseguono degli skip sul posto ai lati del preparatore che, dopo 4”-5”, invia il pallone a sua scelta davanti ad uno dei due giocatori. Terminato l’esercizio si recupera la palla, e ci si rimette in fila. 12 Obiettivo di gara: Attaccante: finte e sprint verso la palla, controllo. Difensore: lettura delle intenzioni dell’avversario, chiusura di uno spazio di gioco. Segnale per lo sprint: visivo Osservazione dei movimenti dell’avversario Modalità d’esecuzione: Osservandosi reciprocamente i due giocatori devono: A) Effettuare una serie di finte cercando di mandare “fuori tempo il difensore (B), sprintare verso una delle palle e condurla, oltre la porticina B) Osservare ed imitare gli spostamenti di (A), sprintare verso la porticina per chiudere lo spazio davanti alla porticina, terminato l’esercizio si recupera la palla e si invertono i ruoli. Esercizio 9 Obiettivo di gara: Finte e sprint verso la palla, controllo su rimessa laterale. Segnale per lo sprint: visivo Osservazione dei movimenti del compagno Modalità d’esecuzione: Osservandosi reciprocamente i due giocatori devono eseguire i due compiti: 1) Compiere due passi ed effettuare una rimessa laterale verso il cono in prossimità di B 2) Osservare quando A inizia l’azione di “rimessa laterale”, sprintare verso il cono girare attorno e ricevere la palla controllandola, terminato l’esercizio si invertono i ruoli. Esercizio 11 Obiettivo di gara: A) Sprint e smarcamento per “dettare” il passaggio. B) Indirizzare il passaggio con il “tempo giusto” verso A Segnale per il passaggio verso A: visivo - Movimenti del compagno Modalità d’esecuzione: I due giocatori devono eseguire i compiti: A) Compiere uno sprint ed effettuare un cambio di direzione alla max. intensità verso una delle due aree delimitate dai conetti. B) Osservare quando A inizia l’azione di “cambio di direzione”, indirizzare la palla verso l’area dove andrà A, che dovrà controllarla; terminato l’esercizio A si riporterà in fila con la palla, B effettuerà lo sprint con il cambio di direzione. Esercizio 12 Esercizio 10 Obiettivo di gara: A) Analisi di una traiettoria frontale aerea e sprint verso la zona di caduta della palla. B) Indirizzare la rimessa laterale con precisione in un’area a scelta Segnale per lo sprint di A: visivo Osservazione del movimento della rimessa laterale Modalità d’esecuzione: Osservandosi reciprocamente i due giocatori devono: B) Compiere due passi ed effettuare una rimessa laterale verso una delle 4 aree delimitate dai conetti A) Osservare quando B inizia l’azione di “rimessa laterale”, sprintare verso l’area dove cadrà la palla e riceverla controllandola, terminato l’esercizio si invertono i ruoli. Obiettivo di gara: A) colpo di testa su palla proveniente frontalmente cercando di inviarla in avanti-diagonale B) Lettura di un colpo di testa avversario, recupero del possesso di palla Segnale per lo sprint di B: visivo - Traiettoria della palla Modalità d’esecuzione: A e B effettuano skip sul posto; dopo 4”-5” il preparatore invia la palla verso A che colpisce di testa in fase aerea indirizzandola verso una delle due zone delimitate dai conetti poste ai due lati poco avanti a lui. B deve “leggere” da che parte andrà la palla e con uno sprint andare a controllarla possibilmente all’interno della zona verso cui è stata indirizzata. Dopo aver eseguito l’esercizio si riporta il pallone al preparatore e ci si rimette in fila invertendo i ruoli. 13 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE ATLETICA Esercizio 13 Obiettivo di gara: 1) Corsa verso la palla proveniente frontalmente cercando di inviarla lateralmente verso il compagno = passaggio al volo 2) Smarcamento laterale e sprint verso la palla per ricevere il passaggio Segnale per lo sprint: visivo - 1: lancio della palla 2: tocco della palla da parte del compagno Modalità d’esecuzione: A e B effettuano skip sul posto; dopo 4”-5” il preparatore invia la palla verso uno dei due giocatori. Chi tra i due “vede” che la palla è diretta verso la propria direzione, effettua lo sprint per intercettare la palla prima possibile (anticipazione motoria). La colpisce di prima intenzione indirizzandola sulla corsa del compagno che, nel frattempo ha effettuato uno sprint lateralmente aggirando un cono posto a 2 m., per poi andare a riceverla a sua volta controllandola. Dopo aver eseguito l’esercizio si riporta il pallone al preparatore e ci si rimette in fila. Esercizio 15 Obiettivo di gara: tempo e spazio nel “passaggio di interno piede”, copertura del “cono di luce” del possessore di palla (= pressione) Segnale per lo sprint: visivo 1) Per il gruppo in possesso di palla: fase di calcio del compagno di fronte 2) Per il gruppo che effettua la pressione: fase di ricezione del passaggio Modalità d’esecuzione: Gruppo con palla: il giocatore A effettua un movimento di finta sul lato opposto a quello dove riceverà la palla (anticipazione motoria) per poi riceverla (A1). Dopo la ricezione la colpisce indirizzandola al compagno posto a 10m. di fronte. Dopo effettua uno sprint per andare in A2. Il ricevente continua con le stesse modalità. Gruppo senza palla: il giocatore B effettua uno sprint verso A mentre è in fase di ricezione, si arresta a 1m. da lui per fintare una “pressione”, permette ad A1 di passare la palla e ritorna in fila nella posizione di partenza. Esercizio 16 Esercizio 14 Obiettivo di gara: Corsa verso la palla Segnale per lo sprint: visivo - Lancio della palla Modalità d’esecuzione: Il giocatore effettua skip sul posto 2-3m. dal preparatore; dopo 4”-5” il preparatore invia la palla oltre il giocatore di almeno 5 m. con parabola sufficientemente alta. Il giocatore effettua un cambio di direzione e lo sprint per intercettare la palla prima possibile ( anticipazione motoria). La controlla e dopo aver eseguito l’esercizio riporta il pallone al preparatore e si rimette in fila. 14 Obiettivo di gara: tempo e spazio nel “passaggio di interno piede”, copertura del “cono di luce” del possessore di palla (= pressione) Segnale per lo sprint: visivo 1) Per il gruppo in possesso di palla: fase di calcio del compagno di fronte 2) Per il gruppo che effettua la pressione: fase di ricezione del passaggio Modalità d’esecuzione: Gruppo con palla: il giocatore Blu effettua un passaggio verso uno dei compagni posti ai suoi lati posti a 10m.. Colui che la riceve la colpisce optando a sua volta tra due scelte. Chi non passa e non riceve deve sempre eseguire uno sprint parallelamente alla palla per far si che il ricevente abbia 2 possibilità di passaggio. Gruppo senza palla: il giocatore Rosso effettua uno sprint verso chi è in fase di ricezione, si arresta a 1m. da lui per fintare una “pressione”, gli permette il passaggio e ritorna dentro il quadrato interno di 2m. per lato. Al passaggio successivo partirà un altro dei compagni dentro. SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA IL “PESO ENERGETICO” DI ALCUNE ESERCITAZIONI TECNICO-TATTICHE ATTRAVERSO I PARAMETRI DELLA FREQUENZA CARDIACA E DELLA CONCENTRAZIONE DI LATTATO di Vincenzo Esposito* PREMESSA FREQUENZA CARDIACA o scelto come tema per la tesi di fine corso del Ma- Il cuore a riposo batte circa 60 volte al minuto, in atleti pratican- ster 2001-2002”, il “peso energetico” delle eserci- ti sport di resistenza molto allenati, il battito può anche scende- tazioni tecnico-tattiche, perché sentivo la necessità re, in casi estremi, sotto le 30 pulsazioni al minuto nelle ore di di avere un quadro sempre più preciso di quanto un sonno. calciatore spenda sul piano fisico quando effettua Durante lo sforzo la FC si eleva, il primo limite è dato dalla FC delle esercitazioni tecnico-tattiche. Questo per non max utile corrispondente all’incirca alla soglia anaerobica (ri- commettere l’errore di sommare i carichi di lavoro e levabile con vari test, io ho usato il “Leger” perché si utilizza rendere così l’allenamento più equilibrato possibile nel rapporto un tipo di corsa simile alla gara), il secondo dalla FC max as- tra carichi a “secco” e quelli derivanti dalle esercitazioni tecniche. soluta (rilevabile con test da laboratorio e test massimali da Ero inoltre curioso di conoscere quale rapporto esistesse tra la campo). percezione visiva dell’esercitazione e il dato scientifico. La FC max utile ci serve da riferimento esempio: Ho scelto come esercitazioni alcune di quelle svolte dalla mia una FC di 170 battiti/min registrata durante un allenamento può squadra durante l’anno, che prevedessero anche una sequenza costituire un’intensità assai elevata di lavoro per un giocatore logica, l’esercitazione ”A” prevalentemente tattica, la ”B” preva- con una FC max utile di 180 batt/min (il quale si esercita al 94% lentemente fisica, la “C” e la ” D” simili alla gara. della FC max utile) ma non per un suo compagno, che avendo Per valutare il dispendio energetico a livello fisico ho usato due una FC max utile di 210 batt/min si starà esercitando al 80% di parametri: la frequenza cardiaca e la concentrazione di lattato nel essa ,con un dispendio energetico più basso. H sangue. Le esercitazioni sono state Nella pratica dello sport, il rilevamento della FC rappresenta uno svolte nelle seguenti condizioni: dei mezzi più utili e pratici per la programmazione dell’allena- - di mattina mento(cfr. Lehnertz 1989). - tempo molto nuvoloso, tempera- L’importanza delle misurazioni della FC si basa sul fatto che tura intorno ai 16° - settimana successiva alla conclusione del campionato esse permettono di valutare l’impegno energetico e con ciò il grado di sollecitazione nell’allenamento e nella gara (cfr. Agnevik 1970). - la partecipazione degli atleti e’ Alcuni fattori come lo stress psicologico, le condizioni ambientali stata molto buona, aiutata dal possono influenzare l’andamento della FC (cfr. Vogelaere/Bala- fatto che per molti di loro era guè/Martinez 1985). una novità. Hanno partecipato 20 giocatori, quelli testati sono stati 10, differenziati per ruolo. *Tesi di fine studio del Corso Master 2000/2001 per l’abilitazione ad allenatore professionista di 1ª Categoria. 15 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA FREQUENZA CARDIACA Quando l’intensità dello sforzo aumenta le fibre di tipo anaerobico iniziano a contribuire al lavoro da svolgere. Entro certi limiti il % di FC max Allenamento di recupero Media 65% Limiti 40-80% Allenamento bassa intensità Media 80% Limiti 65-90% lattato da loro prodotto può essere rimosso e quindi non si accumula nel sangue. La massima intensità dell’esercizio che può essere mantenuta senza accumulo di lattato nel tempo si chiama soglia anaerobica; sino a questa intensità l’energia globale del- Allenamento alta intensità Media 90% Limiti 80-100% l’organismo dipende dal meccanismo aerobico. Quando la soglia anaerobica viene superata, il lattato inizia ad accumularsi nel sangue ed il meccanismo lattacido contribuisce alla fornitura di energia. Statisticamente, si considera la soglia anaerobica corrispondente Tabella tratta dal libro “La preparazione fisica nel calcio” di al valore di 4 mmol/l di lattacidemia. Non tutti gli atleti hanno la Jens Bansbo soglia a 4 mmol/l e quindi questo valore non deve essere preso alla lettera. I valori massimi di lattacidemia possono raggiungere IL LATTATO e superare le 20 mmol/l. (E. Arcelli “L’allenamento lattacido nel gioco del calcio”) Nella partita di calcio succede che il giocatore faccia due sforzi l’uno molto vicino all’altro, con pochi secondi di pausa. Se nel corso del primo sforzo da parte dei muscoli è stato utilizzato soltanto il meccanismo anaerobico alattacido, ma l’intervallo che lo ha seguito è stato molto breve, non c’è stato tempo a sufficienza per far si che avvenga il “pagamento del debito alattacido”, ossia la ricostruzione della fosfocreatina che era stata utilizzata nel primo impegno. Ecco allora, che i muscoli, per compiere il secondo sforzo, hanno a disposizione una minore quantità di fosfageno; a questo punto il ricorso al meccanismo anaerobico lattacido diventa assai più probabile. La partita di calcio può comportare innumerevoli momenti nei quali si verificano situazioni di questo tipo. La concentrazione del lattato nel sangue si chiama lattacidemia. Essa si misura normalmente in millimoli di lattato per litro di sangue. La lattacidemia presa al termine dell’esercizio non esprime il lattato prodotto dai muscoli, ma solo quello accumulato nel sangue. La lattacidemia infatti non dipende solamente da quanto lattato è stato prodotto, ma anche da quanto ne viene rimosso dal sangue durante il lavoro stesso. Ad intensità molto basse le fibre aerobiche sono in grado di assicurare il lavoro necessario. In questo caso la produzione di lattato da parte dell’organismo è molto bassa, la lattacidemia non cambia di molto rispetto al valore basale. 16 Esercitazione A1 - 4:4+2 - metà campo Esercitazione per lo scivolamento a dx e a sx della linea di quattro difensori disposti a zona. La squadra b fa scorrere la palla da dx a sx con il supporto dei due appoggi (n8 e il mister) costringendo la difesa ad assumere sempre una posizione corretta. - Tempo 3’ - Recupero 1’ Esercitazione A2 - 4:4+2 - metà campo Esercitazione A3 - 4:4+2 - metà campo Esercitazione per abituare i difensori a muoversi in maniera univoca ad un preciso segnale; in questo caso: palla coperta o palla scoperta. La squadra b fa scorrere la palla da dx a sx coprendola o scoprendola, costringendo la difesa ad assumere sempre una posizione corretta - Tempo 3’ - Recupero 1’ Esercitazione per allenare i quattro difensori a concentrarsi verso la porta dopo un inserimento avversario laterale. La squadra b fa scorrere la palla fino al segnale del mister : il 7 o il 10 entrano in possesso della palla ed effettuano una percussione laterale (il 2 o il 3 della squadra a difendono passivamente), andando al cross e costringendo la difesa a concentrare. - Tempo 3’ Età del giocatore 20 anni - Altezza cm 183 - Peso Kg 72 Età del giocatore 22 anni - Altezza cm 185 - Peso Kg 73 Commento: esercizio di buona intensità ( circa l’80% della fc max) - ottima capacità di recupero - in fatica nell’ultimo blocco - bassa la produzione di lattato. Commento: fatica per questo centrale difensivo - intensità all’ 84% circa della fc max - poca capacità di recupero - non avendo recuperato ha dovuto abbassare l’intensità nell’ultimo blocco - bassa la produzione di lattato Età del giocatore 33 anni - Altezza cm 179 - Peso Kg 76 Età del giocatore 21 anni - Altezza cm 186 - Peso Kg 78 Commento: lavoro di buona intensità (circa 82% della fc max) - molto buona la capacità di recupero - il soggetto più “vecchio” rende l’esercizio più omogeneo nei tre blocchi - alta la produzione di lattato ( il giocatore aveva dormito poco) Commento: molta fatica percentuale del 95% della fc max - fatica a recuperare alta la produzione di lattato 17 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA Esercitazione B - 3:3 + sponde offensive in zona franca con due tocchi campo 35x25 Tocco libero Goal meta Fuorigioco Esercitazione per i centrocampisti i quali devono curare l’avanzamento che puo’ essere laterale o verticale (usando le sponde offensive). Tempo 2’ rec 1’ per 3 volte Età del giocatore 23 anni - Altezza cm 182 - Peso Kg 73 Commento: alta l’intensità ma il tipo di esercitazione lo richiedeva - 95% della fc max - omogenei i tre blocchi - recupero non buono - alta la produzione di lattato Età del giocatore 23 anni - Altezza cm 179 - Peso Kg 76 Età del giocatore 20 anni - Altezza cm 179 - Peso Kg 72 Commento: lavoro intenso circa 90% della fc max - molto buono il recupero bassa la produzione di lattato Commento: giocatore giovane - lavoro molto intermittente buona l’intensità 87% della fc max - alta la produzione di lattato 18 Esercitazione C - 8:8+portieri meta campo divisa in due Tre tocchi Fuorigioco Esercitazione per organizzare il più velocemente possibile in maniera razionale le due fasi (possesso,non possesso). Squadra a e squadra b si affrontano regolarmente,non ci sono palle inattive, tutte le volte che c’e’una palla inattiva rimette velocemente il portiere della meta’ campo dove e’ avvenuta. Tempo 12’ Età del giocatore 20 anni - Altezza cm 179 - Peso Kg 72 Commento: buona l’intensità media circa l’85% della fc max - Il giocatore ha fatto alcune pause dettate dalla posizione occupata in campo (laterale destro difensivo) Età del giocatore 21 anni - Altezza cm 176 - Peso Kg 66 Età del giocatore 21 anni - Altezza cm 170 - Peso Kg 64 Commento: l’intensita media è stata di circa l’84% della fc max per questo centrocampista centrale sempre nel vivo dell’azione - Bassa la produzione di lattato - Mai grande intensità Commento: partenza lenta poi qualche accelerazione per questo attaccante che ha lavorato a circa il 90% della fc max - Dimostrando di fare fatica in questa esercitazione 19 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA Esercitazione D - 11:11 - campo 70x67 Età del giocatore 33 anni - Altezza cm 181 - Peso Kg 75 Tocco libero - Fuorigioco Esercitazione tattica per lo sviluppo del sistema di gioco 4-3-1-2. Squadra a e squadra b si affrontano in maniera speculare sviluppando il sistema di gioco disposto con il 4-3-2-1. Tempo 12’ Commento: lavoro molto controllato per questo difensore esterno - Intensità pari all’75% della fc max - Bassa la produzione di lattato Età del giocatore 23 anni - Altezza cm 182 - Peso Kg 79 Età del giocatore 21 anni - Altezza cm 170 - Peso Kg 64 Commento: lavoro di grande volume e fatica per questo centrocampista che non si è risparmiato in questa esercitazione fatta a circa il 93% della fc max Commento: lavoro molto intermittente fatto di accelerazioni e recuperi per questo attaccante - Intensità pari a circa l’80% della fc max 20 VALUTAZIONE DATI minciavano a manifestare segni di affaticamento. Rispetto all’ 8:8 i DIFENSORI hanno aumentato la produzione di Esercitazione A lattato (4,4 mmol/l , la FC media è rimasta l’ 80% della FC max L’intensità prodotta in questa esercitazione è stata mediamente utile) i CENTROCAMPISTI hanno prodotto quasi lo stesso lattato dell’80% della FC max (fatta eccezione per il giocatore n.6 in evi- (3,2 mmol/l diminuendo la media della FC all’ 80% della media dente affanno). La produzione di lattato è stata mediamente di max utile), gli ATTACCANTI hanno calato, sia la produzione di lat- 3.175 mmol/l. tato (2.4 mmol/l), che la media della FC ( 75%) rispetto alla FC Questi dati, secondo la tabella di Jens Bangsbo riguardante il rap- max utile. porto tra frequenza cardiaca e carichi di lavoro, collocano l’esercitazione A in una fascia denominata “allenamento a bassa in- L’allenamento aerobico a bassa intensità tensità”. Serve a migliorare la capacità di effettuare lavoro per prolungati Il lattato prodotto è intorno alla soglia aerobica. periodi di tempo. Serve ad aumentare la velocità di recupero dopo un periodo di at- Esercitazione B tività svolta ad alta intensità. L’intensità prodotta in questa esercitazione è stata mediamente intorno al 92% della FC max. La produzione di lattato è stata me- L’allenamento aerobico ad alta intensità diamente di 4.233 mmol/l. Serve a migliorare la capacità di lavorare ad alta intensità per lun- Questi dati collocano l’esercitazione B nella fascia denominata ghi periodi di tempo. “allenamento ad alta intensità”. Serve ad aumentare la velocità di recupero dopo aver effettuato Il lattato prodotto è intorno alla soglia anaerobica. del lavoro ad alta intensità. (cfr. Jens Bangsbo - “La preparazione fisica nel calcio”) Esercitazione C Nelle esercitazioni che prevedono un utilizzo di molti giocatori (in questo caso 8:8 metà campo Il rilevamento della FC rappresenta uno dei mezzi più utili e pratici per la programmazione dell’allenamento più i portieri), viene evidenziata la specificità del ruolo. Nell’esercitazione C si evidenzia un sostanziale equilibrio nella produzione media di lattato tra DIFENSORI (3,2 mmol/l, con una FC media di circa l’80% della FC media max utile), CENTROCAMPISTI (3.3 mmol/l con una FC media di circa l’85% della FC media max utile) e ATTACCANTI (2.7 mmol/l con una FC media di circa 80% della FC media max utile) con un tipo di corsa molto diversa per tipologia e quantità in relazione al ruolo svolto. Esercitazione D L’esercitazione D è quella che più riproduce le condizioni di gara (11:11 campo 70x66), è stata svolta in fondo alla seduta; alcuni atleti co21 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA CONCLUSIONI il carico globale dell’allenamento, in modo tale che possa essere più equilibrato possibile, curando di più la specificità del ruo- Questo lavoro non ha la pretesa di rappresentare qualcosa di par- lo, pur sapendo che tutto ciò da solo non basterà a farmi vince- ticolarmente importante in materia, persone sicuramente più re le partite. qualificate di me , sviluppano testi molto più dettagliati. Concludo ringraziando il Centro Tecnico di Coverciano per avermi Quando mi è stato proposto dal prof. Ferrari lo sviluppo di que- messo a disposizione gli strumenti per la rilevazione, in particola- sta tematica, ho capito che poteva essere l’occasione per appro- re i dottori Maria Grazia Rubenni Luca Gatteschi e la prof. Moni- fondire conoscenze sulla metodologia dell’allenamento, troppe ca Risaliti. volte sviluppata solo dai preparatori atletici e spesso trascurata dai tecnici. BIBLIOGRAFIA E’ indubbio che i dati scientifici siano di grande supporto nella valutazione di quanto in realtà spende a livello fisico un atleta, ma J.Weineck: La preparazione fisica ottimale del calciatore è altresì chiaro che occorre avvalersi sempre di una conoscenza Ed. Calzetti-Mariucci 1998 profonda del soggetto, delle sue componenti psicologiche e usaAtti Del 5° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Prepa- re quindi sempre il buon senso. Nel mio caso ho rilevato dati scientifici in linea, con quella che era ratori di Calcio della F.I.G.C.: L’allenamento lattacido nel gioco del stata una valutazione globale usando soprattutto l’ occhio. calcio Ho notato che tendenzialmente esiste una differenza tra il sog- Ed.Teknosport Libri-Ancona-1999 getto giovane e quello anziano, il primo esprime grande esuberanza nella propria prestazione, il secondo tende a distribuire in Jens Bangsbo: La preparazione fisica nel calcio maniera più razionale le proprie energie. Ci sono inoltre sogget- Ed.Kells-Ancona-1996 ti, che per esprimersi a livelli massimali, hanno bisogno della carica che solo la gara domenicale ti può dare. Inoltre bisogna stare molto attenti a parametri come : le condizioni atmosferiche, le condizioni del campo, le dimensioni che noi diamo per effettuare l’esercitazione, le regole di gioco, i tempi di recupero, il numero dei giocatori utilizzati, tutti parametri che possono cambiare il carico di lavoro. Come tipologia di lavoro svolto, difensori e attaccanti sono simili, con sforzi molto intermittenti fatti di sprint e recuperi, i centrocampisti mediamente lavorano su grandi volumi. Sicuramente , in futuro, dopo questa esperienza cercherò di valutare meglio 22 Ad intensità molto basse le fibre aerobiche sono in grado di assicurare il lavoro necessario SCUOLA ALLENATORI TATTICA IL DIAMANTE: LO SCHEMA 1:2:4:3 di Antonio Odasso* seguire negli sganciamenti il proprio mar- sti bisogna contrapporre un atteggiamen- catore. La situazione sfavorevole può es- to più aggressivo dei due marcatori che sere ribaltata immediatamente rubando il devono giocare in pressing o quantomeno pallone e verticalizzando il gioco. Si cree- affiancare le punte avversarie, per inter- rà cosi una situazione di 3 contro 3 con cettare i passaggi filtranti di chi imposta il ampi spazi a disposizione per i tre attac- gioco. Per questo motivo il libero deve canti che possono far valere le loro accen- mantenere una posizione più arretrata co- tuate caratteristiche di rapidità, velocità, si da poter coprire i compagni in caso di inventiva, dribbling e realizzazione. Per fa- un lancio a scavalcare. Il difensore supe- re in modo che si verifichino queste circo- rato, raddoppia la marcatura o taglia cen- stanze bisogna chiedere ai propri giocato- tralmente per riproporsi a sua volta come ri di leggere attentamente la partita e di libero. In particolari momenti della partita rientrare in copertura nella metà campo il libero può salire per cercare il fuorigio- difensiva non appena intuiscono che l’a- co. Ad esempio, quando si é compressi al zione offensiva sta per sfumare. Infatti è limite dell’area e i centrocampisti avver- più vantaggioso difendersi in spazi stretti, sari stanno facendo girare la palla, perché convulsi, dove gli avversari non possano non trovano sbocchi a causa del tempo- trovare facili sbocchi per dialogare e per reggiamento della linea mediana. Natu- concludere a rete. Pertanto, mentre i tre ralmente, in questa circostanza, anche il ell’articolo “Corse in diago- attaccanti effettuano solo una blanda portiere deve salire per partecipare attiva- nale per tre attaccanti”, azione di disturbo, i quattro mediani rien- mente all’azione, cercando di chiudere lo pubblicato sul Notiziario del trano tempestivamente, adottando la spazio che si e aperto alle spalle della di- Settore Tecnico del settem- marcatura ad uomo con flottaggio, tem- fesa. Partendo proprio dai ruolo dell’estre- bre 1998, è stato proposto poreggiano, preparandosi anche a scalare mo difensore scenderemo nei dettagli per un gioco d’attacco molto of- l’uomo nell’eventualità di dover affronta- chiarire quanto è stato fin qui esposto fensivo. Questo accentuato re il portatore di palla avversario che si e sommariamente. sbilanciamento in avanti può comportare sganciato dalle retrovie. Pur considerando degli scompensi a centrocampo e in dife- il pressing ed il fuorigioco armi molto va- sa, soprattutto quando si sgancia un gio- lide, devono essere applicate solo in par- catore di fascia o il libero avversario. La ticolari momenti della partita, mai siste- Giocando con il libero dietro, spesso si superiorità numerica che si viene a creare maticamente, in quanto risultano alta- creano situazioni convulse sotto porta. In- é determinata dal fatto che le tre punte, mente dispendiose e finiscono progressi- fatti i centrocampisti avversari, non tro- per sviluppare lo schema d’attacco, devo- vamente per far allungare la squadra. Al- no mantenere le posizioni di base e non l’azione di contenimento dei centrocampi- N IL PORTIERE *Allenatore di 2ª Categoria. 23 SCUOLA ALLENATORI TATTICA vando sbocchi per passaggi filtranti, effet- taccante che, arrivando in corsa, ha una tuano, dalla trequarti campo o dalle zone maggiore elevazione e può cosi servire un laterali, dei lanci in area dove sono già compagno che si sta infiltrando nelle ma- appostati i loro compagni d’attacco. In glie della difesa. 5 5 questi casi il pallone, che “viaggia” con La squadra, giocando con tre punte, una parabola arcuata per una ventina di spesso subisce l’inserimento da dietro di metri, deve essere obbligatoriamente pre- un avversario. La chiusura deve essere ef- da del portiere. Risolvere in uscita molte fettuata dai centrocampisti che scalano, situazioni di mischia, oltre ad essere un ma se ciò non avviene è il libero ad inter- aiuto determinante per i propri compagni, venire. Quest’ultimo deve abbozzare l’u- permette all’estremo difensore di rilancia- scita verso il giocatore che avanza palla re immediatamente la palla verso le tre al piede, ma prontamente rientrare, pre- punte. Nell’impostare il gioco egli deve cedendolo nella corsa, in modo da non ragionare come un centrocampista. Se gli farsi superare. Il portiere guida con la vo- avversari marcano a uomo (fig.1), deve ce il compagno per fare in modo che non cercare un rilancio negli spazi liberi, sulle gli copra mai la vista del pallone, ma si corse in diagonale delle punte. Se invece limiti solo a fare contenimento chiudendo la marcatura avversaria é a zona (fig.2), parzialmente l’angolo di tiro ed evitando deve rilanciare direttamente su un difen- interventi che potrebbero causare devia- con maggiori possibilità di successo, do- sore. Quest’ultimo, saltando praticamente zioni imprendibili. L’estremo difensore si vendo difendere una porta di dimensioni da fermo, può essere anticipato dall’at- può così piazzare su una nuova bisettrice ridotte.(fig.3) Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 IL LIBERO Adottando la soluzione con il libero arretrato si favorisce l’avanzamento delle punte e quindi di tutta la squadra avversaria così da avere l’opportunità di difendere in spazi stretti e attaccare in zone più ampie. Durante la fase offensiva il libero sale a centrocampo per tenere corta la squadra ma, come intuisce che la situazione può essere ribaltata, si stacca e prende vantaggio appostandosi dietro ai compagni di reparto. Mentre gli avversari impostano l’azione, arretra progressivamente quasi sino al limite dell’area di rigore, per coprire le spalle ai difensori che marcano aggressivamente. Da questa posizione vantaggiosa può intervenire con facilità sui lanci che 24 I MARCATORI Le definizioni, marcatura “pressing” e “anticipo”, sono prese in prestito dal basket Con 5 la prima si intende un marcamento molto ag- 5 gressivo con il difensore davanti all’attaccan- 2 2 3 te, che si frappone tra questi e la palla; con la seconda un marcamento meno aggressivo 3 4 10 10 6 che prevede l’anticipo dell’avversario partendo dalla posizione affiancata. L’obiettivo che 8 si intende raggiungere é quello di intercettare il pallone. Questi atteggiamenti difensivi devono essere alternati a seconda dell’evolversi dell’azione. Se il pallone é in posizione laterale, il difensore più prossimo al portatore di palla avversario marca a pressing, l’altro, d’anticipo. In seguito ad un cambio di gioco, si invertono i compiti e cioè il primo Fig. 4 Fig. 5 scavalcano la difesa, soprattutto in consi- dietro e nel contempo far sganciare il l’anticipo al pressing. Il libero, come già ac- derazione del fatto che il pallone gli viene proprio compagno, invitandolo con la vo- cennato, di volta in volta offre una copertura incontro. (fig.4) ce ad affrontare l’uomo che penetra. maggiore al compagno che marca con più In particolari momenti della partita può (fig.5) aggressività la punta avversaria (fig. 7). Fig. 6 Fig. 7 essere vantaggioso far scattare il fuorigioco. Ad esempio, quando la squadra e com- passa dal pressing all’anticipo, il secondo dal- pressa al limite dell’area, il libero, che sta sostenendo il compagno in pressing, deve portarsi in marcatura dietro la punta avversaria e, da questa posizione vantaggio- 5 5 2 4 3 sa, se lo ritiene opportuno, salire e chia- 2 3 4 mare l’offside. (fig. 6) 8 6 E’ già stato esemplificato in fig.3 il temporeggiamento del libero puntato da un 10 10 avversario e il comportamento che deve tenere per favorire il portiere. Un’altra alternativa che, se adottata con tempestività può risultare più vantaggiosa, si ha quando il portatore di palla riesce ad incunearsi nella nostra linea mediana. Il libero può avvicinarsi all’attaccante pressato dal difensore per marcarlo da 25 SCUOLA ALLENATORI TATTICA Se invece il pallone é nella zona centrale Intercettare il pallone, interrompendo l’a- re, sovrapporre, inserire e partecipare alle del campo, entrambi i difensori marcano zione avversaria per poi dialogare con i fasi conclusive dell’azione. I tempi e le mo- affiancando internamente le punte avver- compagni e impostare il gioco, rende me- dalità per gli sganciamenti sono dettati sarie, per cercare l’anticipo su un passag- no gravoso il costante impegno necessario dall’evolversi dell’azione. Ad esempio, gio diretto all’attaccante, o per accompa- per tenere d’occhio la palla e l’attaccante. quando l’interdizione avviene nella zona gnarne la corsa se la giocata é larga, lun- Non si può però giocare cosi aggressivi per difensiva di destra, dopo una breve fase di golinea. In questo caso il difensore tempo- tutta la durata della partita, quindi il mar- disimpegno, il giocatore in possesso di reggia cercando di non farsi superare nel- camento ritorna tradizionale, dentro l’area palla verticalizza per le punte che corrono l’uno contro uno, per consentire al libero di rigore, sulle palle inattive e tutte le vol- in diagonale. Il mediano, che in quel mo- di prendere posizione o di venire in suo te che, in accordo con il libero, si decida di mento risulta più vicino all’azione, si fa ve- aiuto a raddoppiare la marcatura (fig. 8). giocare in linea attuando un 3:4:3. Variare dere dall’attaccante per offrirgli l’opportu- Questo comportamento difensivo viene all’occorrenza atteggiamento tattico può nità del gioco a muro; successivamente utilizzato per sfruttare pienamente il pun- essere producente, perché non si da il tem- avanza sino alla trequarti avversaria per tiglioso lavoro di copertura e temporeg- po agli avversari di adottare efficaci con- dare sostegno o sovrapporsi. Mentre que- giamento svolto dalla linea mediana che, tromisure. sta azione si sviluppa nella parte destra del campo il mediano esterno di sinistra limitando le possibilità di lancio a chi imposta il gioco, favorisce l’intervento dei marcatori. I CENTROCAMPISTI sale progressivamente sino a centrocampo, si prepara per i’inserimento e, se gli “Giocare con l’attaccante” per stargli da- Nello schema con tre attaccanti più che di sviluppi del gioco lo suggeriscono, taglia vanti o affiancarlo, richiede molta concen- fantasisti c’è necessita di cursori che siano dentro l’area avversaria sul secondo palo trazione, visione periferica, agilità, senso senza dubbio dotati di buoni piedi, ma per partecipare attivamente alla fase con- del piazzamento, ma è molto gratificante. principalmente votati al contenimento. Dal clusiva. Dunque si attacca in cinque e si di- momento che le punte fanno solo una fende in otto, portiere compreso. Acquisite blanda azione di disturbo sull’iniziativa le posizioni fondamentali i quattro media- avversaria, diventa imperativo per la linea ni fanno azione di contenimento giocando mediana “rientrare” tempestivamente, in a uomo con flottaggio. Questa forma di modo da stabilire un buon equilibrio di- temporeggiamento prevede che il giocato- fensivo. I centrocampisti non devono cer- re in possesso di palla venga marcato care interventi precipitosi nella trequarti stretto da un mediano, mentre gli altri campo d’attacco, perché essere superati in compagni di reparto “flottano”, cioè si av- questa zona apre solo ulteriori varchi al- vicinano o si allontanano dagli avversari a l’azione offensiva. Lo schieramento che si seconda della loro pericolosità (vicinanza delinea é formato da due mediani centrali o meno alla palla). Quando cambia la po- e da due cursori di fascia. I primi devono sizione del pallone cambia il rapporto di essere dei buoni incontristi, avere prestan- distanza con l’avversario. La fase di avvici- za fisica, capacità di lancio e tempismo ne- namento deve essere tempestiva, in simul- gli inserimenti. Le proiezioni offensive pe- taneità con il passaggio, per sfruttare rò sono principalmente affidate ai due eventuali errori di controllo, ma non deve esterni che, oltre ad avere una notevole mai essere precipitosa. Fintare l’entrata e capacità di corsa, devono sapersi smarca- subito ritrarsi impedisce di farsi cogliere Fig. 8 5 2 3 4 8 26 6 4 4 6 4 6 8 6 8 8 10 10 10 5 Fig. 9 Fig. 10 Fig. 11 sbilanciati e quindi di essere superati in rio che si è fermato, bisogna sganciarsi e di un triangolo isoscele per essere equidi- dribbling. Chi riesce a non farsi scavalcare seguire l’uomo in penetrazione (fig. 10). stanti dagli estremi di base. A seconda di e frappone sempre il proprio corpo tra pal- Se il centrocampista non resta in copertu- come si sviluppa l’azione il giocatore più la e porta, innervosisce l’avversario, lo af- ra, ma accompagna l’azione offensiva, é prossimo alla palla affronta temporeg- fatica, lo induce all’errore e ne riduce la necessario attuare soluzioni diverse. La giando l’uomo che avanza, mentre gli altri sfera d’azione (fig. 9). prima, che é anche la più semplice, consi- mantengono la posizione e, solo successi- Descrivendo il comportamento dei portie- ste nello scalare le marcature lasciando li- vamente con scivolamenti all’indietro, re e del libero (fig.3 - 5) sono state propo- bero l’avversario più lontano dalla palla e convergono verso la lunetta dell’area di ri- ste delle soluzioni per tamponare l’inseri- quindi meno pericoloso (fig. 11). gore (fig. 12). ra, palla al piede, la linea mediana. Gene- Per contenere questa proiezione offensiva Abbandonare la marcatura del proprio uo- ralmente lo sganciamento di un giocatore si può adottare anche un’altra soluzione, mo, prima che tutti i compagni di reparto dalle retrovie é bilanciato dalla copertura all’apparenza più complessa, ma che per- abbiano variato la loro posizione, non fa di un compagno che resta in posizione a mette alla linea mediana di mantenere che aggravare la situazione già di per sé centrocampo. In effetti si attua una alter- sotto controllo tutti gli avversari. È suffi- critica. Il giocatore che in una simile circo- nanza nelle proiezioni offensive allo scopo ciente che i centrocampisti arretrando as- stanza istintivamente va ad affrontare il di creare scompiglio. A questa iniziativa sumano una posizione ambigua, a metà portatore di palla, lasciandosi alle spalle avversaria si può rispondere facilmente strada tra due avversari, che consente di un avversario, viene sistematicamente ta- cambiando marcatura e cioè, invece di tenerli entrambi sotto controllo. Pratica- gliato fuori dall’uno-due di questi giocato- continuare a controllare il diretto avversa- mente i mediani si devono porre al vertice ri. Temporeggiare indietreggiando invece mento da dietro dell’avversario che supe- 27 SCUOLA ALLENATORI TATTICA sono portate in velocità con rapidi scambi. Diversamente, si finisce per andare a cozzare contro il muro eretto dagli avversari. Le conclusioni a rete poi, in quella zona del 5 4 campo, non devono essere esclusivamente 6 2 improntate sulla potenza del tiro, ma sulla 8 10 4 3 precisione. È più facile battere un portiere scavalcandolo con delle palle morbide a gi- 5 rare che cercare di “bucarlo” con delle staffilate, quasi sempre imprecise. I tiri di potenza risultano efficaci solo se eseguiti dalla lunga distanza perché possono cogliere impreparato l’estremo difensore che, non riuscendo a valutare l’angolazione impressa al pallone, ha difficoltà a intercettare la traiettoria. La blanda azione di disturbo richiesta agli attaccanti sull’iniziativa avverFig. 12 Fig. 13 saria é paragonabile a quella effettuata dai centrocampisti quando, temporeggiando, assumono una posizione intermedia a me- consente ai compagni di rientrare, al libe- tiere che risulta impotente sulle deviazioni tà strada tra due avversari. Il principio é ro di prendere un’adeguata posizione, alla ravvicinate degli attaccanti o degli stessi sempre lo stesso, bisogna porsi al vertice di difesa di chiudersi e arginare nel migliore compagni. Solo in alcuni casi si cerca di un triangolo isoscele per limitare l’imposta- dei modi l’offensiva avversaria. sfondare frontalmente, ma queste azioni zione del gioco offensivo (fig. 13). GLI ATTACCANTI Nel precedente articolo è stato proposto un gioco d’attacco basato sulla ripetizione sistematica di movimenti preordinati in allenamento, ritenendo che solo migliorando l’intesa si possa aumentare la percentuale delle azioni offensive e quindi delle realizzazioni. Questo gioco prevede principalmente l’aggiramento della difesa avversaria dalle fasce laterali. I palloni che tagliano l’area ed i cross da fondocampo oltre a mettere in difficoltà i difensori, che si vengono a trovare con la fronte rivolta verso la propria porta, mette a disagio anche il por28 CENTRO STUDI E RICERCHE CALCIO NEL MONDO I PROGRAMMI DI FIFA E UEFA A SOSTEGNO DEL CALCIO IN TUTTI I CONTINENTI di Jurg Nepfer* L a necessità di programmi di sviluppo è di attualità non unicamente in Africa, Asia e in America Centrale. Quasi la metà delle 51 federazioni nazionali europee affiliate alla FIFA ha bisogno di soste- gno. In paesi come l’Azerbaigian, la Macedonia o l’Armenia il calcio ha una popolarità comparabile a quella che si può registrare in Francia, Germania e Spagna, ma non può essere praticato nelle stesse condizioni. Dalla disgregazione dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia nel 1991 sono sorte diverse repubbliche che hanno dovuto rimettere in piedi il paese, sia a livello economico e politico, sia a livello sportivo. Tuttavia, nella maggior parte di queste repubbliche, mancano le infrastrutture necessarie. E’ in particolare la qualità dei ha portato ulteriore danno al calcio, come anche quelle dei Balcani, possono fare af- campi di gioco a lasciare a desiderare, ma i permanenti conflitti alle frontiere tra di- fidamento soltanto sui programmi di sov- anche sul piano della quantità si eviden- verse repubbliche. venzione della FIFA e dell’UEFA. ziano insufficienze. Non si può provvedere Resta difficile la ricerca di sponsor. Per su- L’assenza di strutture tecniche complica al mantenimento degli stadi per mancan- scitare l’interesse di potenziali partner fi- ancor più il compito. I programmi di for- za di mezzi e questa situazione nuoce in nanziari occorre che la squadra nazionale mazione degli allenatori non rispondono primo luogo alla cura dei giovani talenti o un club abbia un ruolo primario. Inoltre i che hanno fame di calcio. grandi contratti televisivi possono essere Negli anni seguenti l’indipendenza, i vari conclusi solo se la squadra nazionale in- ministeri dello sport hanno impiegato dei contra quella di una grande nazione calci- funzionari, i quali, però, si sono rivelati ca- stica in occasione di una Coppa del Mon- renti di specifiche conoscenze. Da rilevare do o di un Campionato d’Europa. In caso anche una corruzione quasi ordinaria che contrario, queste federazioni nazionali, ma *Direttore aggiunto dell’equipe dei responsabili del Programma Goal e incaricato dei Progetti Goal in Europa. In FIFA dal 1979, lavora nel campo dello sviluppo del calcio dal 1986. Questo suo articolo è apparso in “FIFA Magazine” di dicembre 2001. Traduzione dal francese di Marco Viani. 29 CENTRO STUDI E RICERCHE CALCIO NEL MONDO ancora alle attese. Non manca la volontà, gramma di Assistenza Finanziaria copre in no fatto considerevoli progressi sia in cam- ma l’ostacolo principale riguarda il passa- primo luogo le spese quotidiane o a breve po strettamente sportivo, sia in quello am- to quando molte cose erano organizzate termine (come gli stipendi degli impiegati, ministrativo e delle infrastrutture. Tuttavia in maniera centralizzata. Così, oggi, le per- gli affitti dei locali, l’acquisto del materia- diverse federazioni nazionali hanno ancora sone che hanno competenze tecniche de- le d’ufficio o le spese di viaggio in occa- bisogno dell’aiuto e del sostegno della FI- vono di nuovo essere formate per formare sione delle competizioni internazionali), FA e dell’UEFA. La realizzazione di progetti a loro volta i futuri allenatori. Identici pro- Goal è un programma mirato sui bisogni è una cosa, il controllo e lo sviluppo che blemi riguardano l’amministrazione spor- di ogni federazione nazionale, il cui obiet- devono seguire ne sono un’altra, e non la tiva, il marketing, le relazioni con i media, tivo è quello di assicurare una continuità minore. A questo fine sono stati aperti de- i sistemi di arbitraggio e la medicina spor- nell’evoluzione del calcio. La costruzione gli uffici per lo sviluppo (“Developpement tiva. A ciò si aggiungono le difficoltà di co- dei campi di gioco e degli edifici deve as- Offices”) in più continenti nel quadro del municazione con le altre federazioni na- sicurare la base del lavoro di sviluppo a li- Programma Goal. L’ufficio per lo sviluppo zionali, dovute essenzialmente a problemi vello amministrativo e tecnico. Le federa- di Mosca, per esempio, è incaricato del co- di lingua. zioni nazionali in questione devono inoltre ordinamento dei Programmi di Sviluppo La FIFA e l’UEFA agiscono in maniera com- ricevere consigli e aiuti per impostare una della FIFA nei paesi dell’ex Unione Sovieti- plementare nelle regioni menzionate, nel pianificazione a lungo termine. ca. Le altre federazioni nazionali europee quadro di differenti programmi di svilup- Grazie a questi aiuti allo sviluppo, numero- sono seguite dall’ufficio situato nel quar- po. L’UEFA ha indicato la via introducendo se federazioni nazionali ancora incapaci tiere generale di Zurigo. il “Bureau d’Assistence” per l’Europa del- qualche anno fa di mantenere un sistema I primi obiettivi sono stati raggiunti. Si trat- l’Est nei paesi dell’ex Unione Sovietica, in organizzato e funzionale per il calcio, han- ta ormai di affrontare le prossime sfide. Bosnia-Erzegovina, in Macedonia e in Albania. Le federazioni ricevono consigli e sovvenzioni finanziarie e materiali in funzione dei loro bisogni. Questi programmi sono completati da impegni formativi nel campo dell’amministrazione, dell’allenamento, dell’arbitraggio e di recente anche della medicina sportiva. Dal 1999 anche la FIFA è ampiamente impegnata nell’opera di sviluppo in tutta Europa. Il Programma di Assistenza Finanziaria della FIFA, che prevede per il periodo 1999-2002 un budget di un milione di dollari per tutte le federazioni nazionali affiliate alla FIFA, ripartito in versamenti annuali di 250.000 dollari, e il Programma Goal per sostenere i paesi che si trovano in situazione di bisogno hanno permesso a certe federazioni nazionali di guardare il futuro con più serenità. Mentre il Pro30 SCUOLA ALLENATORI PSICOLOGIA FIDUCIA E ANSIA NEL CALCIATORE di Giovanni Messina* INTRODUZIONE I Il modello è stato poi esteso ad altre emozioni piacevoli e spiace- n un mio precedente articolo (1998) descrivevo una voli in grado di esercitare effetti vantaggiosi o svantaggiosi sulla modalità di indagine delle emozioni in giocatori di prestazione (Hanin, 1993, 1997). calcio appartenenti alla squadra “Primavera” di una Nell’articolo citato, concludevo che le emozioni non sono stan- società professionista italiana di serie A. Lo strumen- dardizzate: è il giocatore che individua le emozioni soggettiva- to usato era il Modello IZOF di Hanin. La teoria del- mente rilevanti, indicandone anche intensità e gamma. I risultati le Zone Individuali di Funzionamento Ottimale (Indi- confermavano che le emozioni riferite ad una prestazione sporti- vidual Zones of Optimal Functioning: I.Z.O.F.) è un va ottimale o scadente sono strettamente soggettive, potendo va- approccio idiografico, orientato cioè sul singolo, nello studio del- riare come qualità, intensità e gamma. le emozioni proposto da Hanin (1995, 1997, 2000; per una discusteoriche che applicative e in cui è postulata l’esistenza di un com- APPROCCIO NOMOTETICO INTEGRATO ALL’APPROCCIO IDIOGRAFICO plesso strettamente individuale di emozioni piacevoli e spiacevoli L’approccio idiografico è stato integrato da un approccio nomo- che facilitano o inibiscono la prestazione. Quando l’emozione pre- tetico, (orientato, cioè, sul gruppo) le cui variabili normative so- competitiva è al di fuori della zona individuale ottimale (è troppo no la fiducia, l’ansia somatica (tensione) e l’ansia cognitiva alta o troppo bassa) le prestazioni dell’atleta tendono a peggiora- (preoccupazione), scelte per la loro rilevante influenza sulla pre- re (Hanin, 1989,1993; Hanin e Syrjä, 1995). Il modello I.Z.O.F. è sta- stazione, ampiamente documentata in letteratura. Secondo Anzil to inizialmente sviluppato in alternativa all’inverted-U theory (1994, pag.136) “gli aspetti frenanti la prestazione sportiva so- (fig.1) per spiegare gli effetti dell’ansia sulla prestazione. no legati alle situazioni da campo […]; in questo contesto l’an- sione, vedi Robazza, Bortoli e Gramaccioni, 1996) per finalità sia sia rappresenta la sintesi di tutta una vasta problematica”. Approcci misti di ricerca sono incoraggiati da diversi autori (per esempio, Robazza et Al, 1998) per confrontare i soggetti in base a variabili normative e, al contempo, ottenere informazioni rilevanti sull’individuo. Campione: 19 giocatori di una squadra “Primavera” di società professionista, di età compresa tra i 18 ed i 21 anni (M= 18.74, DS= 0.81). L’esperienza di questi calciatori in una società professionista va dai 2 ai 6 anni di permanenza (M= 4.37, DS= 1.54). Procedura: Variabili psicologiche comuni (approccio nomotetiFig.1 – L’inverted-U theory ha le sue origini nel lavoro classico di Yerkes e Dodson (1908). Questa teoria ipotizza che all’aumentare dell’ arousal (intendendo, con questo termine, un aumento dello stato di attivazione psico-fisica)aumenti anche la prestazione, però sino ad un punto ottimale oltre il quale ulteriori incrementi nell’arousal determinerebbero decrementi nella prestazione. Nella curva ad U inversa, che raffigura la teoria, la prestazione migliore corrisponde ad un arousal intermedio; prestazioni non ottimali, invece, sono collegate a livelli di arousal bassi o elevati. *Giovanni Messina: diplomato in Educazione Fisica, laureato in Pedagogia e in Scienze Motorie, è Allenatore di Base e Preparatore Atletico presso il Settore Giovanile dell’Udinese Calcio; è Docente Incaricato presso il Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università di Padova e Docente della Scuola dello Sport del CONI Regionale Friuli V.G. 31 SCUOLA ALLENATORI PSICOLOGIA co). All’atleta, considerato individualmente o in gruppo ridotto (4 ducia prima di una gara ottimale e prima di una gara scadente, o 5 persone), è stato spiegato che le emozioni e gli atteggia- facendo riferimento ad una personale e reale gara del passato o menti con cui si affrontano le gare incidono profondamente sul- facendo riferimento ad una ipotetica prestazione eccellente e la prestazione e che il rilevamento psicologico delle emozioni co- scarsa, ma sempre riferita a se stessi. “Ad esempio, per le emo- stituisce il primo passo per un controllo volontario delle condi- zioni in prestazioni ottimali vanno indicati sulla scala di Borg l’in- zioni che conducono ad una performance ottimale. È stato chia- tensità con cui si esprime l’emozione e con altri due segni, sulla rito che gli atleti vivono la competizione con livelli soggettiva- stessa scala, i livelli minimo e massimo che indicano il possibile mente e contestualmente variabili negli stati emozionali. Con- ambito di variazione emozionale entro il quale la prestazione cetti di tensione, preoccupazione e fiducia sono stati discussi continua ad essere ottimale” (Robazza, Bortoli, Gramaccioni, esaminandone il loro significato. La tensione (o ansia somatica) 1996, pag.78) è la percezione individuale delle manifestazioni dell’arousal, i cui sintomi frequenti sono la tachicardia, tensione muscolare, Attribuzione di tonalità edonica: per ciascuna delle tre emozioni tremori, problemi allo stomaco. La preoccupazione (o ansia co- nomotetiche (tensione, preoccupazione, fiducia) è stato richiesto gnitiva) è generalmente suscitata da sentimenti di apprensione di specificare se vissute come piacevoli o spiacevoli. inerenti la prestazione personale e si manifesta con dubbi e timori sulla performance, disturbi attentivi, incapacità a mantene- Risultati re la concentrazione, sentimenti di inadeguatezza. La fiducia è la PIACEVOLE SPIACEVOLE convinzione di poter affrontare con successo il compito facendo Tensione 6 13 affidamento sulle proprie capacità. Preoccupazione 1 18 Gli atleti erano invitati ad attribuire a questi tre item un punteg- Fiducia 19 0 gio da 1 a 10 di intensità (sulla scala CR-10 di Borg; fig.2) in re- Tab. 1: analisi della caratteristica edonica delle tre emozioni nomotetiche. lazione a condizioni pre-competitive ottimali e non ottimali. In pratica, è stato loro chiesto di indicare con quale intensità ritene- Per quanto riguarda le tre emozioni nomotetiche, la caratteristica vano si potesse valutare la propria tensione, preoccupazione e fi- facilitante/inibente verrà individuata successivamente, in base alle loro intensità; ora mi preme sottolineare il loro risvolto edoni- 5 6 7 8 Massimo possibile 4 Estremamente elevato Moderatamente Moltissimo Poco 3 Molto Molto poco Molto, molto poco 2 Per niente 0 0,5 1 co (Tab.1): la fiducia e la preoccupazione sono risultate rispetti- 9 10 # vamente piacevole e spiacevole per tutto il campione (anche se la preoccupazione per 1 soggetto è piacevole), mentre meno netto è il caso della tensione. Ricordo che la tensione, aspetto somatico dell’ansia, è stata definita normativamente come la percezione individuale dell’arousal dove la tachicardia, i tremori, la tensione muscolare e i problemi allo stomaco sono i sintomi più caratteristici. Ebbene, per 6 atleti queste caratteristiche sono vissu- Tensione te come piacevoli. È, questo, un dato particolarmente interessan- Preoccupazione te: l’ansia somatica è sempre stata studiata in funzione della sua Fiducia caratteristica facilitante o inibente ma senza interessarsi se fosse vissuta piacevolmente o meno. In questo caso, la tonalità edo- Fig. 2 – Scala CR-10 di Borg. Ai soggetti è stata presentata la scala di Borg completa delle 3 emozioni nomotetiche: tensione (ansia somatica), preoccupazione (ansia cognitiva) e fiducia. Ai giocatori è stato chiesto di valutarne l’intensità prima di una ipotetica gara ottimale e prima di una ipotetica gara scadente. 32 nica può essere un mezzo in più per intervenire durante le fasi di preparazione mentale: recuperare, ad esempio, le sensazioni della tensione della peak-performance, sarà differente e richiederà un training diverso se questa sarà vissuta piacevolmente o spiacevolmente dall’atleta. Per sottolineare maggiormente il carattere strettamente personale delle variabili emotive, è interessante analizzarne le intensità e le gamme nelle emozioni. Di seguito, quindi, proporrò i grafici relativi ai valori della tensione, preoccupazione e fiducia (emozioni nomotetiche), prima riferiti alla gara ottimale poi alla gara scadente Fig.5 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della fiducia, circa ila prestazione ottimale: la fiducia è la convinzione di poter affrontare con successo il compito facendo affidamento sulle proprie capacità (Scala CR-10). I grafici mostrati (Fig.3,4,5), indicano le intensità e le gamme ideali dell’ansia (nelle sue componenti somatica e cognitiva, quindi tensione e preoccupazione) e della fiducia per conseguire una prestazione ottimale, in base ai profili di prestazione di ciascun atleta. Circa l’intensità funzionale, i grafici 3 e 4 danno subito un idea di Fig. 3 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della tensione, circa la prestazione ottimale: la tensione è la percezione individuale delle manifestazioni dell’arousal, i cui sintomi frequenti sono la tachicardia, tensione muscolare, tremori, problemi allo stomaco (Scala CR-10) proporzione circa la distribuzione delle intensità e delle gamme relative alla tensione e alla preoccupazione. Quasi tutti i giocatori ritengono che per ottenere una gara ottimale le condizioni di ansia devono essere percepite da valori per niente e moderatamente (secondo gli ancoraggi verbali della scala CR-10 di Borg). Non mancano, tuttavia, coloro per i quali i valori di tensione e preoccupazione devono essere più alti, prossimi o corrispondenti al valore molto (5). È probabile che questi sentano la necessità di sentirsi sempre “all’erta” e che l’ansia, soprattutto cognitiva, sia uno stimolo per mantenere viva la concentrazione e l’energia necessaria per eseguire il compito. Gli effetti funzionali o disfunzionali dipenderebbero, secondo Hanin, dalla quantità di energia originata e dal suo impiego. Il termine energia, come sottolinea lo stesso autore, è utilizzato in senso generale negli aspetti sia psicologici che fisici, quali vigore, vitalità, intensità nel funzionamento mentale, persistenza nello sforzo, determinazione nel conseguire gli obiettivi personali (Hanin, 1997). Fig. 4 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della preoccupazione, circa la prestazione ottimale: la preoccupazione è generalmente suscitata da sentimenti di apprensione inerenti la prestazione personale e si manifesta con dubbi e timori sulla performance, disturbi attentivi, incapacità a mantenere la concentrazione, sentimenti di inadeguatezza (Scala CR-10). Inoltre è interessante come la fiducia, intesa quale convinzione di poter affrontare con successo il compito facendo affidamento sulle proprie capacità, abbia avuto punteggi molto differenti in relazione alla gara ottimale. Guardando il grafico relativo (fig.5), balza subi33 SCUOLA ALLENATORI PSICOLOGIA to all’occhio la varia distribuzione delle intensità (X) ottimali per ot- Nelle figure 6,7 e 8 sono riportati i grafici relativi alle tre emozio- tenere una prestazione particolarmente buona. Per alcuni giocato- ni nomotetiche (tensione, preoccupazione e fiducia) con le relati- ri la fiducia deve essere percepita come estremamente elevata o ve intensità e gamma, riferite a tutti i 19 soggetti del campione, massima possibile; per contro altri giocatori ritengono che possa in- circa la gara scadente: per i calciatori campione, quindi, valori in- dividualmente bastare se compresa fra i valori 5 e 7 della scala CR- dividuali di tensione, preoccupazione e fiducia come di seguito ri- 10 di Borg ( fra molto e moltissimo). Per alcuni soggetti la gamma portati, caratterizzano una prestazione negativa. è molto ampia, tanto che per uno di questi raggiungere la peak per- formance era possibile con valori estremamente elevati di fiducia ma anche con basse intensità. Può essere una ipotesi, comunque da verificare, quella secondo cui i giocatori che identificano con punteggi inferiori l’intensità della fiducia siano quelli con funzioni da gregario: in una squadra di venti elementi, ci saranno quelli con più talento, quelli più abili, quelli cioè che sono in grado di fare la differenza in una partita, e d’altro canto ci saranno i corridori, i polmoni della squadra, quelli cioè che hanno il compito di rifornire il pallone ai primi ed eventualmente di rimediare ai loro errori, cioè i gregari. Non è escluso che questi gregari siano dipendenti anche emotivamente dai compagni più abili, cosicchè una gara sarà ottimale in funzione anche delle capacità dei compagni e non solo delle proprie. Seno e Bourrel, nel loro libro Allenare i dilettanti (1989), (pag.38), sostengono che l’allenatore deve cercare di rivalutare Fig. 7 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della preoccupazione, circa la prestazione scadente (Scala CR-10). questo giocatore che non dimostra sufficiente fiducia in se stesso, invitandolo ad assumere una funzione più completa, responsabilizzandolo a tal punto da essere “più esigente con se stesso e a non accontentarsi delle soluzioni più semplici”. Fig.8 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della fiducia, circa la prestazione scadente (Scala CR-10). Per quanto riguarda la prestazione scadente, l’assenza di fiducia Fig. 6 - Il grafico mostra le intensità (X) e le gamme (linea) relative all’item nomotetico della tensione, circa la prestazione scadente (Scala CR-10). 34 sembra avere effetti negativi per tutto il soggetto campione (fig.8). Diverso il discorso per la tensione e la preoccupazione: so- no debilitanti, per alcuni se presenti con intensità elevate, per al- livelli corrispondenti o prossimi a molto (5) di ansia (cognitiva e tri se assenti o se presenti con intensità molto basse. somatica) e livelli molto bassi di fiducia (Fig.10). I dati esaminati, portano a credere che basse tensioni fisiche e cognitive siano oggettivamente importanti nei calciatore per raggiungere una gara positiva, così come una bassa fiducia sarebbe CONCLUSIONI condizione di scarse prestazioni. In accordo con i presupposti del modello I.Z.O.F., ogni atleta pos- Decisamente più fluttuante, dal punto di vista oggettivo, è l’inci- siede un livello di intensità emozionale ottimale (alto, intermedio, denza dei valori dell’ansia nella gara scadente e della fiducia nel- basso) e una zona o gamma emozionale ottimale all’interno del- la gara ottimale, come si rileva dalla lunghezza delle linee (raffi- le quali le emozioni mantengono il loro significato facilitante o guranti la gamma) nei seguenti grafici. debilitante (Messina, 1998). Parimenti, anche le emozioni nomotetiche esaminate (tensione, preoccupazione, fiducia) presentano dei valori soggettivamente variabili in relazione alla gara ottimale e scadente rievocata. I dati e i grafici fino qui riportati, costituiscono l’indagine descrittiva che si propone il modello I.Z.O.F. . In particolare, si voleva indagare in calciatori di società professionistica italiana i concetti di base del modello I.Z.O.F. circa il carattere personale del significato funzionale (facilitante/debilitante), edonico e valutativo delle emozioni associate alla prestazione. Questa indagine è stata svolta attraverso l’elaborazione del profilo Fig. 9 - Il grafico mostra i valori medi delle emozioni nomotetiche, rilevati dal profilo di prestazione dei 19 calciatori, circa l’intensità e la gamma relativi alla gara ottimale. di prestazione di ogni calciatore, utilizzando i concetti espressi da Hanin (Hanin, Syrjä,1995a, 1995b; Hanin, 1997, 2000) e integrandoli con le indicazioni di Robazza e Bortoli per la tonalità edonica (Robazza et al., 1996; Robazza et al. 1998; Bortoli et al., 1997) e per l’approccio nomotetico (Robazza, Bortoli, Zadro, Nougier, 1998). Quella presentata, quindi, è una indagine applicata al calcio utilizzando l’approccio idiografico di Hanin assieme all’approccio multidimensionale dell’ansia e della fiducia, e una ricerca sul rovesciamento edonico applicato al calcio. Circa il primo aspetto, una applicazione mista idiografico/nomotetico basata sul modello I.Z.O.F. è risultata vantaggiosa nello studio delle relazioni emozioni/prestazione già in due lavori recenti nel tiro con l’arco (Ro- Fig. 10 - Il grafico mostra i valori medi delle emozioni nomotetiche, rilevati dal profilo di prestazione dei 19 calciatori, circa l’intensità e la gamma relativi alla gara scadente. bazza, Bortoli e Nougier, 1999) e nell’atletica leggera (Robazza, Bortoli, Zadro, Nougier, 1998), quindi in sport individuali e caratterizzati da abilità chiuse. Per il secondo aspetto, i precedenti lavori riguardavano sport caratterizzati dall’enfasi del contatto fisi- L’approccio nomotetico e l’analisi qualitativa effettuata ci per- co con l’avversario, come il rugby e l’hockey a rotelle (Bortoli, Ro- mettono di sostenere che per i soggetti esaminati valori alti, sep- bazza, Nougier,1997), e da sport individuali senza contatto fisico pur non massimi possibili, di fiducia e valori molto bassi o bassi come l’atletica leggera (Robazza, Bortoli, Zadro, Nougier, 1998). Il di tensione e preoccupazione, caratterizzano la prestazione otti- calcio, invece, è uno sport di squadra, caratterizzato da abilità male (Fig.9), mentre prestazioni scadenti si accompagnerebbero a aperte, dove il contatto per regolamento non è enfatizzato. 35 SCUOLA ALLENATORI PSICOLOGIA Ansia Cognitiva: Ansia Somatica: Fiducia e Ottimismo: componente mentale dell’ansia deter- componente fisiologica dell’ansia che atteggiamento positivo riguardo l’esito minata da attese negative e/o da scar- origina direttamente dall’arousal del- della prestazione e controllo in situa- sa stima di sé e delle proprie capacità. l’organismo. zione potenzialmente ansiogene. (Robazza, Bortoli, Gramaccioni, 1994) (Robazza, Bortoli, Gramaccioni, 1994) (Robazza et al. 1994) BIBLIOGRAFIA: dividualized scales. Journal of Sport and Exercise Psychology, 18, 325-335; - ANZIL F., CASTAGNAVIZ C. 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CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA LO STATO DI SALUTE NEL CALCIO ITALIANO a cura del Centro Studi del Settore Tecnico FIGC L ’obiettivo di questo scritto è cercare di analizzare to con il comportamento dei club e delle nazionali di Inghilterra, lo stato di salute del calcio italiano nel contesto Germania, Francia e Spagna, ovvero delle Nazioni guida del cal- europeo. cio europeo. E’ stato quindi preso in considerazione il comporta- Pensiamo che le risultanze del comportamento dei club in Europa mento dei club italiani nelle Coppe Europee, i risul- siano un buon indicatore della forza del sistema, mentre i risulta- tati della Nazionale A nelle due manifestazioni in- ti delle nazionali indicano la ricchezza del calcio nazionale. ternazionali (Mondiale ed Europeo) e quello dell’un- Incominciamo ad analizzare il tutto partendo dalle coppe europee der ’21 (Europeo ed Olimpiade). Il tutto è stato messo a confron- (vedi in proposito le Tavole a seguire). Tavola 1 - Campionato e Coppa Campioni/Champions League anno campionato coppa campioni/champions league 1980-81 Juve Inter 1/2 1981-82 Juve Juve 1/8 1982-83 Roma Juve F 1983-84 Juve Roma F 1984-85 Verona Juve V 1985-86 Juve Verona 1/8 1986-87 Napoli Juve 1/8 1987-88 Milan Napoli 1° 1988-89 Inter Milan V 1989-90 Napoli Inter 1° Milan V 1990-91 Sampdoria Napoli 1/8 Milan 1/4 1991-92 Milan Sampdoria F 1992-93 Milan Milan F 1993-94 Milan Milan V 1994-95 Juve Milan F 1995-96 Milan Juve V 1996-97 Juve Milan 1° Juve 1997-98 Juve Juve F Parma 1° 1998-99 Milan Juve 1/2 Inter 1999-00 Lazio Milan 1° Parma prel. Fiorentina 2° Lazio 1/4 2000-01 Roma Lazio 2° Milan 2° Juve 1° Inter prel. 2001-02 Juve Roma 2° Parma prel. Lazio 1° Juve 2° Juve 1/4 F 1/4 V= vincente; F= finalista; 1/2= semifinalista; 1/4= eliminata ai quarti; 1/8= eliminata agli ottavi; 1°= eliminata al primo turno; 2°= eliminata al secondo turno; 3°= eliminata al terzo turno; prel.= elim. ai preliminari 37 CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA Tavola 2 - Coppa delle Coppe anno coppa delle coppe anno coppa delle coppe 1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 Roma Roma Inter Juve Roma Sampdoria Roma Atalanta Sampdoria Sampdoria 1990-91 1991-92 1992-93 1993-94 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 Sampdoria Roma Parma Parma Sampdoria Parma Fiorentina Vicenza Lazio 1° 1/8 1/4 V 1/4 1/8 1° 1/2 F V 1/4 1/4 V F 1/2 1/4 1/2 1/2 V Juve 1/2 Torino 1/4 Tavola 3 - Coppa UEFA anno coppa UEFA 1980-81 Juve 2° Torino 1/8 1981-82 Napoli 1° Inter 2° 1982-83 Fiorentina 1° Napoli 2° 1983-84 Verona 2° Inter 1/8 1984-85 Fiorentina 2° Inter 1/2 1985-86 Torino Milan 1986-87 Fiorentina 1° 1987-88 Juve 1988-89 Roma 1/4 1/8 Inter 1/2 Napoli 1° Inter 1/4 Torino 1/4 2° Milan 2° Inter 1/8 Verona 1/4 Napoli V Inter 1/8 Roma 1/8 Juve 1/4 1989-90 Juve V Atalanta 1° Napoli 1/8 Fiorentina F 1990-91 Inter V Roma F Atalanta 1/4 Bologna 1/4 1991-92 Torino F Genoa 1/2 Inter 1° Parma 1° 1992-93 Juve V Roma 1/4 Napoli 2° Torino 2° 1993-94 Inter V Cagliari 1/2 Juve 1/4 Lazio 2° 1994-95 Parma V Lazio 1/4 Napoli 1/8 Inter 1° 1995-96 Milan 1/4 Roma 1/4 Inter 1° Lazio 2° 1996-97 Inter F Lazio 2° Roma 2° Parma 1° 1997-98 Inter V Lazio F Sampdoria 1° Udinese 2° 1998-99 Parma V Bologna 1/2 Roma 1/4 Fiorentina 2° Udinese 1° 1999-00 Juve 1/8 Parma 1/8 Roma 1/8 Udinese 1/8 Bologna 3° 2000-01 Inter 1/8 Parma 1/8 Roma 1/8 Udinese 2° Fiorentina 1° 2001-02 Inter 1/2 Milan 1/2 Parma 1/8 Fiorentina 3° 38 2° Juventus F Tavola 4 - Nazionale A anno nazionale anno 1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 V CM 1991-92 1992-93 1993-94 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 qual. CE 1/8 CM 1/2 CE 3a CM qual. CE nazionale F CM 1° t CE 1/8 CM F CE 1/8 CM CM= fase finale Campionato del Mondo; CE= fase finale Campionato d’Europa; O= fase finale Olimpiadi; qual.= eliminazione ai gironi di qualificazione per la fase finale; t= turno; 3a= terzo posto Nella tabella relativa alle nazionali sono riportate anno per anno vittorie, pareggi e sconfitte Tavola 5 - Nazionale Under 21 anno under ‘21 anno 1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 1/4 CE 1991-92 1992-93 1993-94 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 1/2 CE F CE 1/4 CE 1/2 CE V CE + 1/4 O under ‘21 V CE V CE + 1° t O qual. CE V CE + 1/4 O 1/2 CE La nostra ricerca parte dagli Anni ’80, ma non può trascurare i pe- a frontiere aperte, i nostri ricchi club potevano permettersi stra- riodi precedenti. Dopo l’abbuffata degli Anni ’60 in cui i nostri nieri di prestigio che elevarono il tasso tecnico-tattico delle nostre club primeggiavano in Europa (3 Coppe Intercontinentali, 4 Cop- squadre (Suarez, Jair, Peirò, Altafini, Sivori – questi ultimi due poi pe dei Campioni, 2 Coppa delle Coppe e 1 Coppa delle Fiere) gli naturalizzati – Combin, etc.), mentre dopo la debacle nordcorea- anni ’70 sono stati anni assai magri appena 1 Coppa delle Coppe na (corsi e ricorsi storici…) l’allora presidente Pasquale chiuse le e 1 Coppa Uefa. frontiere per cercare di salvare una situazione florida a livello di Il tutto è facilmente spiegabile considerando come negli anni ’60, squadre di club, ma fallimentare a livello di nazionale con le ma39 CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA gre dei Mondiali ’58 (mancata qualificazione, l’unica nella storia glese a livello di nazionale. degli “azzurri”), ’62 (eliminazione al 1° turno) e ’66 (a casa per Alla vigilia della riapertura, fortemente voluta dai maggiori club, mano dei “Ridolini” della Corea del Nord). il nostro calcio vive un periodo di profonda crisi dovuto anche al Il 9 maggio 1980 il Consiglio federale decide la riapertura delle primo tragico calcioscommesse appena scoppiato. La riapertura frontiere a partire dalla stagione 1980-81, con l’autorizzazione a agli stranieri significò per il nostro calcio uscire da un periodo di tesserare un giocatore proveniente da federazione estera, senza isolamento permettendo ai nostri club – in capo a pochi anni – di distinzione fra stranieri ed “oriundi”. Due anni dopo ecco l’aper- tornare competitivi a livello di coppe europee. tura al secondo straniero decisa dal Consiglio Federale del 12 Siamo arrivati quindi agli anni ’80 (nella figure 1, 2 e 3 riportia- marzo 1982. mo il comportamento dei club italiani nelle coppe europee) che si Quindici anni di autarchia che avevano visto il nostro calcio ot- aprono con la splendida vittoria della nazionale di Enzo Bearzot tenere buoni risultati a livello di nazionale (vicecampioni del ai mondiali spagnoli del 1982. Decennio d’oro per il calcio italia- Mondo nel 1970, quarti nel mondiale argentino del 1978 e nel- no di club con 1 Coppa Intercontinentale, 3 Coppe dei Campioni, l’Europeo casalingo del 1980), ma scarsi a livello di competizio- 2 Coppe delle Coppe e 2 Coppe Uefa. Ancora migliori i risultati ni per club dove primeggiano le squadre tedesche, ma soprattut- negli anni Novanta dove le squadre italiane spadroneggiano: 2 to quelle inglesi (4 Coppe dei Campioni e 4 Coppe delle Coppe) Coppe intercontinentali, 2 Coppe dei Campioni/Champions Lea- ricche di stranieri o meglio di giocatori scozzesi, gallesi ed irlan- gue, 2 Coppe delle Coppe e ben 6 Coppe Uefa. Un calcio italiano desi che potevano essere liberamente schierati non essendo con- ricco che riesce a far incetta dei migliori giocatori del mondo che, siderati stranieri. Inesistenti, invece, i risultati della nazionale in- accanto ai giocatori indigeni, costituiscono un cocktail vincente. Figura 1 - I club italiani in Coppa Campioni/Champions League N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 40 Figura 2 - I club italiani in Coppa delle Coppe N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A Figura 3 - I club italiani in Coppa UEFA N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 41 CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA Nel frattempo la nostra nazionale – vedi figura 4 - alterna me- mi livelli, invece, il comportamento della nazionale under ’21 (ve- diocri risultati (mondiali ’86, ’98 e ‘02, europei ’92 e ’96) a buone di figura 5), autentica dominatrice in Europa negli ultimi 15 anni, performance (mondiali ’90 e ’94, europei ’00). Sempre ad altissi- a dimostrare il buon vivaio nazionale. Figura 4 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A Figura 5 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 42 Strano, ma vero, da tre anni a questa parte il black out ha con- vie ripercussioni a livello tecnico. Se una volta l’eldorado per i trassegnato le nostre performance a livello di club in Europa: maggiori campionati era l’Italia oggi Spagna ed Inghilterra so- nessuna vittoria, ma addirittura nessuna semifinalista. Il maggior no le mete più ambite. Naturale che i loro club impongono an- risultato degli ultimi anni è l’eliminazione ai quarti di finale del- che sul campo la legge del più forte. Considerazioni forse in la Champion’s League 1999-00 della Lazio da parte degli spa- parte semplicistiche ma è indubbio che la forza economica dei gnoli del Valencia. club ha una certa attinenza con i risultati sul campo. Al di là del livello tecnico tattico del nostro calcio è indubbio Ai grandi risultati a livello di club di Inghilterra e Spagna non che negli ultimi anni Spagna (vedi figura 6) ed Inghilterra (fi- fanno riscontro analoghi risultati a livello di nazionali. Cam- gura 7) hanno ottenuto risultati molto superiori, a livello di pionati questi due speculari nell’elevato numero di importa- club, nelle competizioni europee. Il calcio di questi Paesi negli zioni (anche se in Spagna le cose negli ultimi anni stanno cam- ultimi anni s è molto arricchito grazie agli enormi introiti – spe- biando con una decisa inversione di tendenza in fatto di im- cie in Inghilterra – televisivi e questo ha permesso ai maggiori portazioni: si privilegia sempre più la qualità alla quantità) e club una forza economica a livello di mercato notevole con ov- nello scarso numero di esportazioni. Tipico di due campionati Figura 6 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 43 CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA ricchi che si possono permettere costi elevatissimi sia per in- priva i club indigeni dei migliori elementi. Club che, anche per gaggiare stelle straniere sia per riuscire a mantenere i miglio- il minor peso a livello economico rispetto a Spagna, Inghilterra ri giocatori indigeni all’interno del proprio campionato. Come e Italia, non possono neanche permettersi di importare stranie- del resto l’Italia stessa che si differenzia, però, per la maggior ri di grido. Discorso a parte merita la Germania che fra gli ine- qualità e competitività della propria nazionale, mondiali nip- vitabili alti e bassi è comunque sempre in grado di presentare po-coreani a parte. sia club che nazionali altamente competitive. Germania che, Diverso il discorso per Francia (vedi figura 8) e Germania (figu- come dimostrano i dati seguenti, è un paese che ha un’alta per- ra 9). I transalpini hanno dominato negli ultimi anni a livello di centuale di stranieri di medio livello (i club tedeschi a livello nazionale ma sono sempre stati scarsamenti competitivi a li- economico preferisco investire in strutture e campioni locali vello di club. Questo ha una certa rispondenza nell’elevato nu- piuttosto che nelle stelle di prima grandezza a livello mondia- mero di esportazioni, in particolare in campionati molto com- le) che giocano in Bundesliga accanto ai nazionali. Un cocktail petitivi come quelli italiano, spagnolo, tedesco e inglese che che permette di ottenere a tutti i livelli ottimi risultati. Figura 7 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 44 Figura 8 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A Figura 9 N.B. I risultati delle Nazionali sono considerati biennali e si riferiscono agli Europei per quanto riguarda l’under ‘21 ed alternativamente a Mondiali ed Europei per la Nazionale A 45 CENTRO STUDI E RICERCHE RICERCA Concludiamo con una tavola contenente la percentuale di stranieri presenti nei diversi campionati. Figura 10 - Percentuale di stranieri nei diversi campionati FONTE: elaborazione Centro Studi – Settore Tecnico su dati European Football Yearbook, La Gazzetta dello Sport, Guerin Sportivo Don Balon, Kicker e France Football. N.B. I dati relativi alla stagione 2001-02 si riferiscono alle rose relative all’inizio dei campionati e non tengono conto degli eventuali arrivi e partenze a stagione iniziata. Per quanto riguarda le altre stagioni il dato è a consuntivo, ovvero sulla percentuale di giocatori stranieri impiegati in campionato rispetto al totale di giocatori utilizzati. Ai primi due posti nella classifica dei campionati più esterofili ab- pionato abbastanza competitivo pur privato dei migliori giocato- biamo Inghilterra (l’unica dove, da un paio di anni, un giocatore ri che giocano all’estero e senza far ricorso a un numero elevato su 2 è straniero) e Germania, due nazioni tradizionalmente im- di giocatori stranieri. Coincidenza o meno le nazioni con campio- portatrici di giocatori. Seguono Italia, Spagna e Francia, quest’ul- nati meno esterofili sono anche quelle la cui nazionale negli ulti- tima sempre più Paese esportatore, ma capace di avere un cam- mi anni ha raggiunto i migliori traguardi. 46 SEZIONE MEDICA INFORTUNI LA CAVIGLIA E IL TENDINE DI ACHILLE di Pascal Rippstein* N ella regione del piede, è la caviglia ad essere più di tura può essere fissata e stabilizzata anatomicamente con viti, al frequente oggetto di infortuni e sono i legamenti ad fine di ridurre al minimo la perdita funzionale durante il processo essere prima di tutto toccati, sebbene in varia misu- di guarigione, grazie ad uno specifico programma di mobilizza- ra, venendo a costituire per i calciatori l’infortunio zione e di rafforzamento. Queste fratture, in certi casi e non- principale (20% circa). Uno studio svedese fatto su ostante un trattamento ottimale, rimangono degli infortuni gravi. oltre 600 giocatori di 41 squadre ha dimostrato che Non è raro, sfortunatamente, che pongano fine in maniera repen- questo tipo di infortunio si registra in media due vol- tina alla carriera di un giocatore. te in tutte le mille ore di gioco, qualunque sia il livello del giocatore e della squadra. Nella maggioranza dei casi queste lesioni dei legamenti si verifi- ARTROSI cano all’esterno dell’articolazione e sono direttamente causati dal Le caviglie dei calciatori vengono spesso molto sollecitate in po- contatto con un altro giocatore. Gli atleti che hanno già sofferto sizioni estreme. Uno studio portoghese fatto su 88 giocatori pro- di questo tipo di lesione dei legamenti sono doppiamente esposti fessionisti ha dimostrato che in più del 50% dei giocatori studia- ad un nuovo infortunio, che può sopraggiungere anche senza ti erano presenti segni radiologici di insorgenza di usura dell’arti- contatto esterno. Le lesioni dei legamenti mediali della caviglia colazione, particolarmente a livello anteriore e posteriore della sono più rare, ma in generale anche più gravi. caviglia. Tuttavia, meno del 70% di questi giocatori lamentavano Le lesioni dei legamenti non necessitano generalmente di opera- dolori o limitazioni funzionali. Se queste modificazioni dell’artico- zione. La terapia abituale consiste nella buona stabilizzazione dei lazione comportano un considerevole disturbo, una operazione di legamenti danneggiati per mezzo di un tutore o di un bendaggio “pulizia dell’articolazione” per endoscopia o attraverso piccole funzionale da due a sei settimane, in funzione della gravità e del- entrate può alleviare notevolmente la sintomatologia, almeno per la precisa localizzazione dell’infortunio. Parallelamente si stimola un certo tempo. A lungo termine, cioè dopo la carriera sportiva, in maniera mirata l’elasticità della caviglia e la resistenza della sua l’artrosi generalmente riappare poco a poco. E’ comunque inte- muscolatura. Una volta curato l’infortunio, è importante continua- ressante notare che i calciatori non soffrono di artrosi a livello re a proteggere la caviglia per mezzo di un bendaggio funzionale dell’articolazione del ginocchio – a meno che non ci sia stata una o di un tutore per due-tre mesi ed eseguire regolarmente esercizi lesione del menisco – e dell’anca. di stabilizzazione. Questi esercizi, se eseguiti correttamente, insieme ad un sufficiente riscaldamento e al ricorso a protezioni possono contribuire a prevenire efficacemente gli infortuni di quei giocatori che hanno già sofferto di una lesione del legamenti. ALTRI INFORTUNI Altre articolazioni, ossa o tendini del piede possono naturalmente essere oggetto di infortuni. Le relative lesioni sono co- FRATTURE Le fratture della caviglia sono in generale più gravi delle lesioni dei legamenti, anche se, fortunatamente, più rare. Una frattura della caviglia deve praticamente essere sempre operata. La frat- munque meno frequenti ed anche meno gravi. E’ in particolare *Direttore del Centro di chirurgia podologica nella clinica Schulthess di Zurigo. Articolo ripreso da “FIFA Magazine” del dicembre 2001. (Traduzione dal francese di Marco Viani) 47 SEZIONE MEDICA INFORTUNI il caso delle distorsioni del metatarso e delle metatarsofalange, paccio legata al tendine può strapparsi. Questo infortunio è estre- delle fratture del mignolo e del metatarso o delle infiammazio- mamente doloroso. Esso è curato senza operazione ed esige di- ni dei tendini delle dita. Tutti questi infortuni sono trattati con o verse settimane di riposo. senza operazione, ma comportano solo raramente una lunga I rischi di una rottura completa del tendine di Achille e dalla sua immobilizzazione. muscolatura possono essere ridotti grazie in particolare a regolari esercizi di elasticità (flessione) e ad un adeguato riscaldamento ROTTURA DEL TENDINE D’ACHILLE Questo infortunio avviene sia dopo uno sforzo violento, sia dopo uno scontro brutale con un altro giocatore, in generale a seguito prima dell’attività. TENDINITI di un colpo violento con il bordo della scarpa. Il giocatore sente Le tendiniti (infiammazione del tendine) risultano generalmente lo strappo, che a volte è udibile, ma il dolore non è forzatamente da un iperutilizzo senza una sufficiente preparazione, dal calzare estremo e il piede non gonfia. E’ quando vuole riprendere la cor- scarpe inadatte e dalla mancanza di riscaldamento. Non vengono sa che il giocatore avverte una mancanza di forza al momento quasi mai operate. E’ molto raro che una infiammazione cronica della flessione plantare. Tuttavia può sentire una specie di rigon- sia dovuta a un focolaio degenerativo nel tendine stesso. Tali fo- fiamento a livello del tendine di Achille. colai non reagiscono ad una terapia abituale e devono dunque La rottura del tendine di Achille può essere curata anche senza in- essere risolti chirurgicamente. tervento chirurgico, ma richiede spesso un’operazione. In questo caso, le possibilità di recupero dell’atleta sono nettamente più grandi. Nel trattamento della rottura del tendine di Achille si è dimostrata valida da cinque anni una tecnica di intervento applicata allo sportivo. Lo strappo è curato con una piccola incisione di 1,5-2 centimetri. La stabilità è assicurata con fili che partono da una via percutanea, lontano dal punto di rottura e lungo il tendine di Achille. La rieducazione intensiva inizia fin dalle prime settimane seguenti l’operazione e permette così al giocatore di ridurre i tempi di recupero e di ritrovare rapidamente il suo livello. Il rischio di una nuova rottura esiste ma resta minimo (circa 1%) e in generale, dopo questo intervento, l’infortunio curato non comporta alcun genere di perdita funzionale. Il tendine di Achille non è il solo che può rompersi. Anche la muscolatura del pol48 Nella regione del piede, è la caviglia ad essere più di frequente oggetto di infortuni SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA IL RADUNO DEI CALCIATORI CORSISTI di Roberto Clagluna* er il quinto anno consecutivo il Centro Tecnico di Co- Il Corso allenatori è stato coordinato da Luigi Natalini che è l’or- verciano ha ospitato il raduno dei calciatori senza ganizzatore dei Corsi del Settore Tecnico. contratto, gestito dall’Associazione Italiana Calcia- Quest’anno, per la prima volta, il numero dei partecipanti ha su- tori, che si è svolto dal 22 luglio al 9 agosto. perato la quota delle sessanta unità. Un segno dei tempi e di un Il Settore Tecnico della FIGC, come accaduto negli sistema sempre più in crisi che non è più in grado di supportare anni precedenti,oltre a mettere a disposizione le molti dei suoi protagonisti. A differenza dei precedenti raduni, fre- strutture per lo svolgimento della preparazione, ha quentati prevalentemente da giocatori provenienti dalla Lega consentito ai calciatori, in regola con l’età stabilita dall’apposito Professionisti di Serie C, quest’anno sono stati molti quelli prove- bando, di partecipare ad un corso per Allenatore di Base per l’a- nienti da club sia di serie B ed anche di A. Tutti, indistintamente, bilitazione alla conduzione di squadre dilettantistiche e del Setto- hanno comunque vissuto il periodo di ritiro con lo spirito giusto, re Giovanile. dimostrando grandissima professionalità e animati, tutti, dalla Anche per quest’anno, mi è stata affidata la responsabilità la re- speranza di trovare un nuovo ingaggio. sponsabilità della preparazione precampionato e del Corso alle- Il programma di lavoro è stato intenso e fitto di impegni e si è natori e, per lo svolgimento di questo compito, mi sono avvalso di svolto sotto la guida di sei allenatori (Biagio bavarese, Antonio uno staff tecnico composto quasi esclusivamente da istruttori e Acconcia, Attilio Maldera, Gianni Di Guida, Vittorio Russiano, Da- personale specializzato della FIGC. rio Pilotti) coadiuvati da tre preparatori atletici (Monica Risaliti, P 49 SCUOLA ALLENATORI PREPARAZIONE FISICA Fabio Cannavacciuolo,Alessandro Renai). La parte sanitaria è sta- 28 luglio ta curata da tre medici (Luca Matteschi, Maria Grazia Rubenni, Castel del Piano: Avellino – Selezione AIC (1); 2-1 (reti di Vinello, Guido Lotrtio) e tre massaggiatori (Alessandro Raffaelli, Massimo Matiddi e Pisciotta) Fanfani, Leonardo Raveggi).La parte logistica è stata curata da Coverciano: triangolare Selezione AIC (2) – Selezione AIC (3) – due magazzinieri (Stafano Bianchini, Carlo Pucci). L’AIC era pre- Brindisi sente con due coordinatori, Fidenzio Nardello e Nicola Bosio. Selezione AIC (2) – Brindisi; 1-1 (reti di Esposito e D’Amblè) Dato il numero dei presenti, i calciatori sono stati divisi in tre Selezione AIC (3) – Brindis; 0-1 (rete di Montemurro) gruppi. Il programma di lavoro giornaliero è stato il seguente: Selezione AIC (2) – Selezione AIC (3); 3-1 (reti di Nappi, Cstiglione, Nappi, Venturi) ore 07.00 sveglia 30 luglio ore 08.00 – 10.00 allenamento Forte dei Marmi: Selezione (AIC) – Carrarese; 0 - 0 ore 10.30 – 12.30 lezioni in aula 31 luglio ore 16.00 – 17.30 lezioni in aula Montevarchi: Selezione AIC – Montevarchi; 3-3 (reti di Benfari, ore 18.00 – 20.00 allenamento Tarpani, Benfari, Maspero, Nappi, Piricano) ore 21.00 – 23.00 lezioni in aula. Coverciano: Selezione AIC – Poggiponsi; 0-0 4 agosto Come si può notare un programma decisamente intenso. San Giovanni Valdarno: Selezione AIC – Sangiovannese; 0 –0 Durante i 21 giorni di ritiro, i tre gruppi hanno disputato diverse Poppi: Selezione AIC – Arezzo; 1-3 (reti di Testini,Lucidi,Babatun- amichevoli che avevano per fine di integrare la preparazione e, de,Sorbino) nel contempo, quello di porsi all’attenzione dei numerosi osser- Massa Marittima: Selezione AIC – Livorno; 0-0 vatori che hanno seguito le varie gare. 8 agosto Questi, nel dettaglio, i risultati ottenuti, in verità davvero soddi- Coverciano: Selezione AIC – Pistoiese 2-0; (reti di Nappi, Marino) sfacenti: Selezione AIC – Prato; 2-1 (reti di Ventura, Badoin, Forieri) 50 UN SITO PER OGNI VOSTRA DOMANDA www.settoretecnico.figc.it Tutti coloro che vogliono approfondire tematiche di tecnica, preparazione fisica e medicina sportiva attraverso libri e videocassette possono rivolgersi al museo del calcio. www.museodelcalcio.it - e-mail: [email protected] FORZA AZZURRI!