Programma

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Programma
Torino . Auditorium Rai
Concerti 2011 . 2012
LA CLASSICA
COLPISCE ANCORA
giovedì 26 aprile 2012
19° venerdì
27 aprile 2012
ore 20.30
ore 20.30
James Conlon direttore
Mahler
A causa della preparazione del film-opera Cenerentola, una favola in diretta,
la programmazione del 21° e 22° concerto è stata modificata come segue:
giovedì 26 aprile 2012 ore 20.30
venerdì 27 aprile 2012 ore 20.30
22° giovedì 3 maggio 2012 ore 20.30
venerdì 4 maggio 2012 ore 20.30
James Conlon direttore
John Axelrod direttore
Daniel Hope violino
Gustav Mahler (1860-1911)
Sinfonia n. 7 (1904/06)
Max Bruch
Concerto n. 1 in sol minore op. 26
per violino e orchestra
Robert Schumann
Sinfonia n. 4 in re minore op. 120
21° giovedì 21 giugno 2012 ore 20.30
venerdì 22 giugno 2012 ore 20.30
Adagio – Allegro risoluto, ma non troppo
Nachtmusik I. Allegro moderato
Scherzo (come un’ombra)
Nachtmusik II. Andante amoroso
Rondò finale. Allegro
Durata: 80’
Ultima esecuzione Rai a Torino, 28 aprile 2006, Michael Boder.
Juraj Valčuha direttore
Khatia Buniatishvili pianoforte
Bedřich Smetana
La sposa venduta. Ouverture
Edvard Grieg
Concerto in la minore op. 16
per pianoforte e orchestra
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67
Il concerto di venerdì 27 aprile è trasmesso in collegamento diretto
su Radio3 per il programma «Radio3 Suite» e in streaming audio-video
su www.osn.rai.it.
Gustav Mahler
Sinfonia n. 7
La Settima Sinfonia è un grande organismo, forse non omogeneo, ma unico e
non parzializzabile; non può essere compreso per singole parti, e nemmeno
per sottoinsiemi di parti (come il gruppo dei tre tempi centrali); si tratta di un
corpo unico, complesso nella sua composizione, ma da abbracciare interamente.
L’eterogeneità è dunque da intendersi come ricchezza, differenza e alternanza di
possibilità.
Genesi
Nell’estate del 1904 Mahler, dopo aver terminato l’ultimo movimento della Sesta
Sinfonia, compose di slancio le due musiche notturne che occupano il secondo
e il quarto posto tra i movimenti della Settima Sinfonia. Nell’estate successiva si
pose l’obiettivo di terminare il lavoro, ma il suo temperamento non gli consentiva
di comandare alla sua creatività, e il periodo scelto per comporre si dimostrò
totalmente improduttivo. Nemmeno il ritiro sulle Dolomiti portò l’ispirazione.
La situazione si sbloccò solo quando Mahler intraprese la via del ritorno verso
Maiernigg, sul Wörthersee, dove passava abitualmente le estati: salì sulla barca che
doveva trasportarlo sull’altra riva del lago e il primo colpo di remo gli fece venire
in mente il ritmo e il carattere dell’introduzione al primo movimento. Quattro
settimane più tardi, a fine agosto, la sinfonia era terminata. La strumentazione fu
messa a punto durante i mesi successivi e completata nella primavera del 1906.
La prima esecuzione avvenne solo due anni dopo: il 19 settembre 1908 a Praga,
sotto la direzione dell’autore.
Struttura
Il rapporto tra ciò che è stato composto con slancio creativo nel 1904 e ciò che è
nato l’anno successivo trova una rispondenza nella struttura della sinfonia: le due
musiche notturne (del 1904) hanno la funzione di due “andanti” e sono poste prima
e dopo lo Scherzo (del 1905), che occupa la posizione centrale dell’intera sinfonia:
Nachtmusik I – Scherzo – Nachtmusik II
Questi tre movimenti formano un grande blocco centrale dotato di un suo
equilibrio: gli accenti terrifici dello Scherzo sono controbilanciati dalle due
musiche notturne, che ne contengono e risolvono la portata negativa.
Più problematico è il rapporto tra questo blocco centrale e i due tempi estremi.
Il primo movimento si svolge lungo un cammino tortuoso e scostante, ma
soprattutto inquieto, mentre il finale è forzatamente gioioso.
A questo punto l’eterogeneità della Settima Sinfonia è piuttosto evidente: ma le
molte e diverse impressioni che può procurare all’ascoltatore non vanno prese una
a una, e neppure rapportate tra loro secondo relazioni parziali.
La posizione della Settima tra le sinfonie di Mahler
La Quinta, la Sesta e la Settima Sinfonia rappresentano una svolta nel linguaggio
sinfonico di Mahler: l’ambito letterario nel quale si muovono le tre sinfonie
precedenti, cioè quello della raccolta di Lieder di origine esotica Des Knaben
Wunderhorn curata da Achim von Arnim e Clemens Brentano, è abbandonato;
il compositore decide di cercare una maggiore autenticità nelle opere del poeta
Friedrich Rückert (1788-1866). Mahler compose, tra il 1901 e il 1904, dieci Lieder
su suoi testi, che lasciarono un segno nelle sinfonie coeve. La Quarta è dunque
l’ultima sinfonia che prevede l’intervento vocale; le tre successive, affidate alla
sola orchestra, sono definite “Rückert-Symphonien” e rappresentano una sorta di
“terra di mezzo”, antecedente la traumatica svolta del 1907: l’anno in cui morì la
figlia primogenita del compositore e che segnò l’ingresso nel “tardo stile” di Das
Lied von der Erde, della Nona Sinfonia e del frammento della Decima. Un caso a sé è
l’Ottava, composta tra il giugno e l’agosto del 1906: è una sinfonia che oltrepassa
la vita e la materia, ed è rivolta verso le sfere celesti.
La Settima Sinfonia è dunque il capitolo conclusivo del periodo “rückertiano”, ed è
posizionata tra la drammaticità apocalittica della Sesta e l’aspirazione ultraterrena
dell’Ottava. In essa si assiste a una rappresentazione della vita: le visioni e le fiabe
del Wunderhorn sono ormai lontane, e ciò che viene celebrato qui è il mondo,
nella sua realtà terrena.
Primo movimento
Langsam (Adagio): l’introduzione lenta si apre con un ritmo di marcia ostinato, dal
carattere scuro, quasi lugubre. Subito si mette in evidenza il flicorno tenore, che
solitamente non fa parte dell’orchestra: introduce un tema dal profilo ampio, che
risuona come un grido, secondo le indicazioni dello stesso Mahler («Qui la natura
bramisce»). La frase passa poi agli oboi e ai clarinetti e prende un andamento
instabile e tremolante, dovuto ai molti trilli e tremoli. Il movimento di marcia si
fa più mosso: compare un nuovo tema dei tromboni, base del tema principale
che arriverà poco più avanti, nell’Allegro risoluto. Torna la marcia iniziale, grave,
funebre, e attraverso un’accelerazione si arriva all’Allegro risoluto, ma non
troppo che scatena l’energia fin qui trattenuta. L’elaborazione di questo tema è
costruita come una serie di sussulti, che poi si placano gradualmente per effetto
dell’approssimarsi di una seconda idea cantabile e intensamente lirica dei violini.
Quindi fa la sua comparsa un terzo tema marziale rapido, già anticipato
parzialmente nell’introduzione.
Nello sviluppo tutto il materiale di base viene rielaborato in un tessuto
contrappuntistico molto complesso; poi ricompaiono isolati il ritmo iniziale di
marcia funebre e il motto del corno tenore, seguiti dal secondo tema; ma subito
riprende l’elaborazione tematica con la sovrapposizione di tutti questi elementi,
che però a un certo punto si interrompe: si apre una zona di sospensione magica,
in cui si odono squilli di trombe lontane e suoni di natura. Gli elementi musicali
sono sempre gli stessi, ma appaiono trasformati, perdono tutto il loro impeto
marziale e si sciolgono in un’atmosfera notturna. Ricompare il secondo tema ed è
come “allungato”, disteso, portato in alto in un crescendo di tensione che poi crolla
e conduce a una ripresa della marcia funebre iniziale. Ma non è la vera “ripresa”,
che arriverà rendendo ogni elemento tematico più grandioso e porterà il primo
movimento verso il trionfo finale.
Nachtmusik I
Il secondo movimento è aperto da un appello del primo corno, a cui risponde un
altro corno in sordina. Tra i due si instaura un dialogo che evoca una distanza:
la dimensione di uno spazio aperto e sconfinato; il successivo intreccio di linee
melodiche dei legni contribuisce ulteriormente a definire l’ambientazione
naturalistica. Un grande crollo interrompe improvvisamente questo quadro
introduttivo: prende avvio il movimento vero e proprio, con un tema dei corni
derivato dall’appello iniziale. L’andamento è nuovamente quello di una marcia,
a cui si sommano le linee melodiche indipendenti dei legni. Si succederanno
elementi nuovi, come l’episodio melodico dei violoncelli o il canto elegiaco degli
oboi, alternandosi alla ripresa del materiale principale. Torna anche il dialogo dei
due corni dell’introduzione, in una dimensione di sospensione accentuata dal
risuonare “in grande lontananza” di campanacci da gregge: è un suono di natura
vero e proprio, ma talmente lontano che pare irreale, appena evocato.
Scherzo
La pagina centrale della sinfonia è una fantastica scena di danza allucinata e
spettrale, condotta con una perenne e spasmodica tensione. È considerata una
delle più straordinarie propagazioni del demoniaco in Mahler. Dopo un inizio
definito a poco a poco dai tocchi di timpano e archi scuri, si alternano, in un
urgente avvicendamento, sezioni di moto perpetuo, di canto lamentoso e di valzer
stravolto. Il trio centrale è apparentemente più luminoso, con il suo semplice
andamento da Ländler, anche se tutt’altro che privo di ombre; si tratta comunque
di un breve intermezzo, che lascia presto spazio al livore della sezione principale.
Nachtmusik II
Nel quarto movimento sia il riferimento notturno del titolo, sia l’indicazione Andante
amoroso, alludono evidentemente a una serenata. La strumentazione, dalle
dimensioni prevalentemente cameristiche, comprende la chitarra e il mandolino,
che suggeriscono lo stereotipo tipico dell’ambientazione mediterranea. L’idillio è
privo di ombre, e vede alternarsi accenti più lirici a momenti di incanto estatico.
Si tratta tuttavia di sentimenti sottili e discreti, mai eccessivamente eloquenti,
neppure quando Mahler pone indicazioni come Mit Aufschwung (Con slancio) o
melanconisch (malinconico).
Rondò finale
L’esplosione di luce conclusiva ha generato da sempre considerazioni diverse
nella critica. Dopo aver espresso caratteri tanto diversi è sicuramente difficile
trovare un finale adeguato. Qui di fatto si può pensare che il raggiungimento
della serenità della seconda Nachtmusik diventi una causa che produce l’effetto
della dichiarazione affermativa finale: ma questo rapporto causale è troppo
semplicistico. Non si può dimenticare che la sinfonia si è aperta con un primo
movimento pieno di ombre e che tutta la costruzione ruota attorno a uno Scherzo
che rappresenta il demoniaco come mai era avvenuto prima nella musica di
Mahler. E anche la prima Nachtmusik è giocata sull’alternanza di toni chiari e scuri.
Per questo il “lieto fine” non è così facile da accettare e da spiegare. Un eccesso di
pomposità, di gestualità affermativa e di luminosa maestosità fanno pensare a
una ricercata forzatura verso il positivo, che non lesina stereotipi musicali.
Anche il continuo mutare e ripresentarsi degli elementi in gioco, senza quasi darsi
una meta o un percorso, serve a Mahler per perorare la causa del lieto fine. Non può
non venire il dubbio che qui si stia ironizzando sul principio del finale affermativo.
Quest’esplosione festosa dimostra di fatto che proprio la gioia non è più possibile:
dopo la tragedia della Sesta Sinfonia Mahler può soltanto imporsi di giocare con il
vuoto concetto di gaiezza.
Paolo Cairoli
(dagli archivi Rai)
Partecipano al concerto
VIOLINI PRIMI
James Conlon
*Roberto Ranfaldi (di spalla), °Marco Lamberti, °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Irene Cardo,
Claudio Cavalli, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Elfrida Kani, Kazimierz Kwiecien,
Alfonso Mastrapasqua, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Rossella Rossi, Ilie Stefan,
Lynn Westerberg.
VIOLINI SECONDI
È stato Direttore principale dell’Orchestre National de Paris, Direttore musicale
generale della Città di Colonia (dove ha ricoperto anche il ruolo di Direttore
musicale dell’Orchestra e dell’Opera Gürzenich), nonché Direttore musicale della
Filarmonica di Rotterdam. Attualmente è Direttore musicale della Los Angeles
Opera, del Ravinia Festival (residenza estiva della Chicago Symphony Orchestra) e
del Cincinnati May Festival, il più antico festival di musica corale americano.
Dal suo debutto nel 1974 con la la New York Philharmonic, ha diretto le maggiori
orchestre americane ed europee, ed è salito sul podio di prestigiosi teatri, tra cui:
Metropolitan Opera, Teatro alla Scala, Royal Opera al Covent Garden di Londra,
Lyric Opera of Chicago, Maggio Musicale Fiorentino e Teatro dell’Opera di Roma.
Negli ultimi anni ha diretto la Chicago Symphony Orchestra nel ciclo completo
delle sinfonie di Mahler, il Ring di Wagner a Los Angeles, e attualmente sta
realizzando un progetto triennale per celebrare il centenario dalla nascita di
Benjamin Britten.
Ha rivolto parte della sua attività alla rivalutazione di alcuni compositori
contrastati dal regime nazista, fra cui Zemlinsky, ricevendo diversi riconoscimenti.
Il suo impegno in questo ambito ha portato alla creazione della OREL Foundation. Ha un’intensa attività didattica, fra gli altri, alla Juilliard School, al Tanglewood
Music Center e all’UCLA.
Le sue incisioni sono distribuite da EMI, Erato, Capriccio, Decca e Sony Classical; ha
vinto due Grammy Awards. Ha ricevuto diversi titoli onorari di dottore e numerosi
premi, fra cui l’Opera News Award, la Medaglia dell’American Liszt Society, il
Premio alla carriera dell’Istituto Italiano di Cultura, e il Premio Galileo 2000.
È stato nominato “Library Lion” dalla New York Public Library, Commandeur de
L’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese, e nel 2002 ha
ricevuto dal Presidente francese Jacques Chirac la Légion d’Honneur.
*Roberto Righetti, °Valentina Busso, °Enrichetta Martellono, Maria Dolores Cattaneo,
Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Enxhi Nini,
Vincenzo Prota, Matteo Ruffo, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Laura Vignato.
VIOLE
*Luca Ranieri, °Geri Brown, °Matilde Scarponi, Antonina Antonova, Massimo De Franceschi,
Rossana Dindo, Alberto Giolo, Maurizio Ravasio, Margherita Sarchini, Svetlana Fomina,
Rosanna Romagnoli, Eugenio Silvestri.
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, °Wolfango Frezzato, °Giuseppe Ghisalberti, °Ermanno Franco, Giacomo Berutti,
Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino.
CONTRABBASSI
*Augusto Salentini, °Silvio Albesiano, °Gabriele Carpani, Giorgio Curtoni, Luigi Defonte,
Maurizio Pasculli, Virgilio Sarro, Luca Bandini.
FLAUTI
*Giampaolo Pretto, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli, Paolo Fratini, Carlo Bosticco.
OTTAVINI
Carlo Bosticco, Fiorella Andriani.
OBOI
*Francesco Pomarico, Sandro Mastrangeli, Marco Vittorio Rossero.
CORNO INGESE
Teresa Vicentini
CLARINETTI
*Cesare Coggi, Graziano Mancini, Davide Argentiero.
CLARINETTO PICCOLO
Franco Da Ronco
CLARINETTO BASSO
Roberto Bocchio
FAGOTTI
*Elvio Di Martino, Cristian Crevena, Mauro Monguzzi.
CONTROFAGOTTO
Bruno Giudice
CORNI
*Corrado Saglietti, *Ettore Bongiovanni, Valerio Maini, Emilio Mencoboni, Marco Tosello.
TROMBE
*Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.
TROMBONI
*Enzo Turriziani, Antonello Mazzucco.
TROMBONE BASSO
Gianfranco Marchesi
FLICORNO TENORE
Devid Ceste
TUBA
Daryl Smith
TIMPANI
*Claudio Romano
PERCUSSIONI
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Fabrizio Bartolini, Fabio Giovannoli.
ARPE
*Margherita Bassani, Francesca Tirale.
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
MANDOLINO
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per
la Stagione Sinfonica OSN Rai 2011/12 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI
PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium
Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.
Amelia Saracco
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
CHITARRA
Gilbert Impérial
* prime parti ° concertini
Redazione a cura di Michele Razzetti
3 maggio 2012
22° giovedì
venerdì 4 maggio 2012
ore 20.30
ore 20.30
John Axelrod direttore
Daniel Hope violino
Max Bruch
Concerto n. 1 in sol minore op. 26
per violino e orchestra
Robert Schumann
Sinfonia n. 4 in re minore op. 120
Singolo concerto
poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
Ingresso
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA:
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/888300
[email protected] – www.osn.rai.it