Diapositiva 1

Transcript

Diapositiva 1
Agricoltura e mercati finanziari:
Un mercato complesso
Andrea Panziera
Conegliano, 14 gennaio 2014
Agricoltura e Mercati Finanziari: un rapporto complesso
1
L’agricoltura vista dai protagonisti della finanza
2
L’agricoltura in Italia e la finanza creativa dei primi anni ’80 e di metà anni ‘90
3
La Borsa e le imprese agricole. Significato e requisiti della quotazione
4
Il caso Bonifiche Ferraresi e le esperienze delle Borse estere
5
Gli strumenti del Mercato mobiliare: azioni e obbligazioni
6
Le cartolarizzazioni
7
Gli Organismi di Investimento Collettivi: Fondi Comuni e SICAV ed il loro sguardo al
settore agricolo
8
Il Passion Investment NOBLES CRUS di ELITE’S EXCLUSIVE COLLECTION
9
Gli ETF
10
Il mondo dei derivati e le nozioni di aspettative, leva finanziaria e volatilità
11
Futures, options, swap e loro utilizzo nel settore agricolo
L’agricoltura vista dai protagonisti della finanza
Jim Rogers
fra i maggiori esperti di materie prime, sostiene che nei prossimi 10-20 anni
l’agricoltura sarà fra i settori trainanti dell’economia globale
Bill Gates
nell’ultimo quinquennio ha acquisito importanti partecipazioni in aziende agricole,
investendo all’incirca 2 miliardi di dollari, e ritiene che gli squilibri fra i sistemi
economici e fra le regioni e le aree geografiche possano essere mitigati solo con
massicci interventi a favore dell’agricoltura
Jim Cramer
uno dei più affermati gestori di hedge fund, con performance medie annue pari a
circa il 20%, prevede che il trend dei prezzi dei generi alimentari sia destinato ad
aumentare in modo significativo nei prossimi decenni.
L’agricoltura vista dai protagonisti della finanza
Anche le previsioni fatte dai maggiori Organismi Internazionali
suffragano tali analisi:
10
0,5
9
0,45
9
Superficie
8 Coltivata
(ha/Pro capite)
7
0,45
Popolazione
0,4
Mondiale
0,35
(mld persone)
7
6
0,3
5
0,25
0,2
4
3
0,2
0,15
3
0,15
2
0,1
1
0,05
0
0
1960
2010
2050
L’agricoltura in Italia e la finanza creativa degli anni ‘80 e ‘90
Le grosse istituzioni finanziarie hanno sempre manifestato un discreto, o notevole,
interesse per il settore agricolo:
Genagricola
IFIL
controlla oggi poco meno di 10.000 ha
ex propietaria dell’Az. Agricola Val di Chiana
All’inizio degli anni ’80, alcune società attive nella gestione del risparmio e
specializzate negli investimenti immobiliari, decisero di diversificare la loro offerta
ai risparmiatori proponendo operazioni aventi per oggetto beni o società agricole.
Finanziaria Eurogest (partecipata da BNL) lanciò i Certificati Agricoli
La prima e più importante di queste operazioni riguardò un’azienda di 1600 ha a
nord di Roma:
Costo complessivo
operazione: 25
miliardi di lire
10% finanziato da Eurogest
90% rastrellato sul mercato con l’emissione di titoli di credito,
denominati Certificati Agricoli (trasferibili mediante girata)
Il singolo risparmiatore acquirente aveva diritto al
90% dei proventi parziali
L’agricoltura in Italia e la finanza creativa degli anni ‘80 e ‘90
La prima azienda ad emettere c.d. futures sul vino è stata la Castello Banfi nel 1996 sulla
produzione di Brunello del 1995. L’obiettivo di questa e di altre esperienze successive era
quello di sviluppare canali di finanziamento alternativi al credito bancario.
1
Poi imitata da altre piccole realtà della stessa zona e da aziende produttrici di Barolo.
Questi c.d. futures erano invero di una tipologia molto semplificata rispetto ai contratti
standard comunemente usati, in primis per non averecun mercato secondario ufficiale,
anche se erano nei fatti trasferibili a terzi.
2
Altri produttori altrettanto noti, quali Antinori e Frescobaldi, nello stesso periodo hanno
scelto un percorso differente:
• Obbligazioni che oltre ad una cedola offrono un titolo accessorio: il WARRANT
• Il Warrant a certe scadenze conferisce la possibilità di acquistare un certo quantitativo
di Brunello ad un prezzo predeterminato;
• Il warrant può circolare in modo autonomo rispetto all’obbligazione di riferimento.
3
Altre case vitivinicole, specialmente francesi, hanno scelto la strada della “securitization”
o cartolizzazione. I loro crediti sono trasformati in titoli e collocati nei mercati, quini resi
liquidi. Gli acquirenti sono garantiti dal prodotto stoccato nelle cantine.
L’agricoltura vista dai protagonisti della finanza
Dopo un iniziale successo, queste esperienze (soprattutto la prima e la seconda) non
hanno avuto seguito. Il motivo principale va ricercato nella
A. scarsa qualità di molte delle proposte successive,
B. meccanismi poco attendibili di formazione del prezzo,
C. mancanza di un mercato secondario dei titoli, che significa obbligo alla loro
scadenza di ritiro del prodotto.
In un’ottica futura, la riproposta di questi titoli può avere qualche chance di successo
solo se:
1) si è in presenza di vino di qualità superiore e di un marchio di consolidato
prestigio sul mercato interno ed internazionale
2) l’annata viene considerata di particolare valore
3) la domanda del vino ha un trend costante
4) la produzione è limitata nella quantità
5) esiste un traino turistico garantito dal territorio
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Salvo una importante eccezione, si può dire che il rapporto fra
mondo agricolo e Borsa non è mai nato.
Cremonini
Cirio
Parmalat
Chiesto Delisting
Crack finanziari
Un primo sommario giudizio porta a dire che esiste una forte discrasia fra i
tempi, le valutazioni ed il sentiment della Borsa, tutti incentrati sul breve
termine, e le dinamiche del mondo agricolo, che rispecchiano una logica di
lungo o lunghissimo termine.
Cosa significa quotare un’azienda in Borsa?
L’iter della quotazione dà il via ad un processo che incide profondamente sul sistema
proprietario e manageriale, sui rapporti con i clienti, con i fornitori, con i dipendenti e con
la comunità finanziaria.
La società quotata assume un interesse pubblico, in quanto deve creare valore per tutti i
soci e deve garantire trasparenza nella gestione aziendale e nella comunicazione.
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Vantaggi derivanti dalla quotazione:
1. Rafforzamento della struttura finanziaria in conseguenza dell’apertura di un nuovo e
stabile canale di finanziamento;
2. Possibilità di promuovere progetti di crescita;
3. Miglioramento dell’immagine aziendale, a motivo della maggior trasparenza del
bilanci, di nuove regole di corporate governance, della presenza di organismi esterni
di controllo. Il tutto si traduce in una accresciuta fiducia del Mercato;
4. Presenza di un management più qualificato;
5. Possibilità di vantaggi fiscali (dual income tax = aliquota IRPEG agevolata per alcuni
esercizi);
6. Ritorno di liquidità per i soci fondatori, che spesso hanno reinvestito in azienda gli
utili percepiti.
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Implicazioni e possibili svantaggi:
1. Rischio di perdita del controllo dell’azienda;
2. Necessità di profondi cambiamenti nella struttura organizzativa, operativa,
manageriale;
3. Modifica dello Statuto, adeguato al Codice di Autodisciplina delle Società quotate,
con l’introduzione di nuove regole di Corporate Governance;
4. Totale rinnovamento dei sistemi informativi;
5. Superamento dell’azienda a carattere familiare, dove prevale la commistione fra
patrimonio del proprietario e quello dell’impresa.
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Requisiti FORMALI per l’accesso al Mercato
1. Minimo 3 anni di storia operativa;
2. Capitalizzazione pari ad almeno 5 milioni di €;
3. Presenza di un flottante (capitale ceduto al Mercato) non inferiore al 25% del totale;
4. 3 bilanci pubblicati, di cui 1 certificato;
5. Nr. Minimo di azioni esistenti uguale a 100.000;
6. Obbligo della presenza di uno Sponsor (SIM/Banca che assiste la Società lungo l’iter
della quotazione e ne cura il collocamento);
7. Per il segmento della Borsa denominato STAR, dove vengono quotate le Società
medio piccole, sono previsti ulteriori adempimenti;
8. Il flottante è elevato al 35%;
9. È prevista la clausola del Lock-In, cioè il vincolo per i proprietari di non vendere le
loro azioni per un certo periodo di tempo;
10. Vengono introdotte due nuove figure: lo Specialist (una Banca/SIM che garantisce la
liquidità sul titolo); l’Investor Relator, al quale fanno capo particolari obblighi di
comunicazione (bilanci trimestrali anche in inglese, due incontri annuali con gli
analisti finanziari, etc.)
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Requisiti SOSTANZIALI per l’accesso al Mercato
1.
Track record/trend in crescita e concrete prospettive di sviluppo;
2.
Capacità di generare cash flow;
3.
Credibilità, intesa come coerenza degli obiettivi e loro raggiungibilità;
4.
Comunicazione trasparente ed efficiente;
5.
Competenza manageriale a tutti i livelli;
6.
Presenza di un leader che funga da punto di riferimento per il Mercato.
La Borsa e le Imprese Agricole. Significato e requisiti della quotazione
Quanto costa quotarsi in Borsa?
1. Al Consorzio di Banche/SIM che si occupa del collocamento al pubblico va
fra il 2% ed il 4% dell’importo collocato, a seconda della sua grandezza;
2. Le spese di assistenza legale possono stimarsi comprese fra i 200.000 ed i
500.000 €;
3. Gli oneri connessi alla comunicazione, alla presentazione dell’azienda, alla
stampa della documentazione e dei prospetti informativi si possono
valutare sui 200.000 €;
4. Il compenso per la Società di Revisione è non inferiore ai 100.000 annui per
un minimo di 3 anni;
5. Alla Borsa italiana spettano 5 € ogni 500.000 di capitalizzazione della Società
quotanda, con un minimo di 10.000 €;
6. Alla CONSOB va il 2 per mille del valore dell’IPO.
Il caso Bonifiche Ferraresi e le esperienze delle Borse Estere
Sui Mercati finanziari mondiali esistono pochissime aziende agricole quotate che
offrano redditi regolari e frazionati fra una molteplicità di colture.
Black Earth
Farming
Presente sul listino della Borsa di Stoccolma, controlla 550 Km
quadrati di terreno agricolo in Russia. I fondamentali sono discreti,
ma gli scambi sono irrisori quindi l’azione è del tutto illiquida.
Allied
Farmer
Azienda Neozelandese, specializzata nell’allevamento di pecore e
nella produzione di cereali. Il valore del titolo è prossimo a zero,
quindi l’azienda è in stato di crisi quasi irreversibile.
Nella Borsa indiana ed in quella indonesiana vengono trattate società a prevalente o
esclusiva monocoltura, rispettivamente thé e palma, la cui negoziabilità è assai scarsa.
Negli Stati Uniti esiste qualche azienda quotata nei Mercati locali, ma si tratta di realtà che
spesso limitano per Statuto il numero dei soci, quindi difficilmente acquistabili.
Bonifiche ferraresi è l’unica azienda agricola facilmente negoziabile nelle Borse
occidentali, senza grossi rischi di liquidità o di valutazioni poco attendibili.
Il caso Bonifiche Ferraresi e le esperienze delle Borse Estere
Bonifiche Ferraresi:
a. 5.500 ha di superficie, principalmente in provincia di Ferrara ed il resto in quella
di Arezzo;
b. produce e commercializza grano, mais, riso, soia, mele, pesche e pere.
c. Il I° semestre 2013 in termini di redditività è stato leggermente inferiore a quello
del 2012 a causa delle cattive condizioni atmosferiche, ma è probabile un parziale
recupero nella seconda parte dell’anno.
d. La quotazione attuale è pari a poco più di 35 € ad azione; a questi prezzi, la
valutazione implicita del patrimonio fondiario, immobili esclusi, ammonta a circa
32.000 € ad ettaro.
e. Bankitalia possiede il 62,4% del capitale di Bonifiche Ferraresi;
f. Il Governatore Visco ha manifestato l’intenzione di cedere la partecipazione e a
tale proposito verrà nominato un advisor per mettere all’asta la quota.
L’acquirente dovrà effettuare un’OPA obbligatoria allo stesso prezzo.
Gli strumenti del Mercato mobiliare: azioni e obbligazioni
Le azioni:
Rientrano nella amplissima categoria dei titoli di credito e conferiscono al
possessore lo status di socio di una società; esse incorporano una quota
parte del capitale.
Le azioni sono sempre nominative, con l’eccezione di quelle di risparmio, e sono
trasferibili mediante girata.
Il loro valore nominale è uguale per tutte e si ottiene suddividendo il capitale
sociale per il numero delle azioni emesse.
Ogni azione deve indicare:
• Denominazione, sede e durata della società;
• Data dell’atto costitutivo e della sua iscrizione e luogo del registro delle
imprese dove essa è iscritta;
• Il valore nominale di ognuna di esse e l’ammontare del capitale sociale;
• La somma dei versamenti parziali su quelle non ancora liberate;
• I diritti e gli obblighi ad esse connessi.
Gli strumenti del Mercato mobiliare: azioni e obbligazioni
Azioni:
Allo status di socio si legano una serie di diritti. I principali sono:
• partecipazione pro quota agli utili netti distribuiti ed al patrimonio netto in caso di
liquidazione della società;
• diritto di opzione in caso di sottoscrizione di nuove azioni e/o di obbligazioni
convertibili;
• diritto di recesso nei casi previsti dalla Legge;
• diritto di partecipare all’Assemblea dei soci e di esercitare il diritto di voto;
• possibilità di chiedere la convocazione dell’Assemblea se la domanda è presentata
da tanti soci in rappresentanza di almeno 1/5 del capitale sociale;
• diritto di impugnazione delle delibere assembleari, attribuito ad ogni azionista
anche se assente, entro 3 mesi dalla data delle stesse;
• diritto di chiedere agli amministratori e ai direttori generali il risarcimento dei danni
provocati al singolo azionista per comportamenti dolosi degli stessi.
Gli obblighi del socio sono sostanzialmente due:
• obbligo di conferimento. Nel caso si tratti di beni in natura o crediti, è necessaria una
perizia giurata ai sensi del Codice Civile;
• divieto di esercitare il diritto di voto nel caso in cui l’azionista abbia una situazione di
interesse in conflitto con la società.
Gli strumenti del Mercato mobiliare: azioni e obbligazioni
Obbligazioni:
L’obbligazione rappresenta un prestito contratto da una persona giuridica (lo Stato, una
banca, un ente pubblico, un’impresa quotata) nei confronti del pubblico.
L’obbligazione incorpora quindi un diritto di credito del sottoscrittore nei confronti
dell’emittente, che si sostanzia nel pagamento di una somma nominale riportata dal
titolo ad una determinata scadenza nonché del pagamento di una quota di interessi
sull’importo prestato.
Rispetto alle azioni, le obbligazioni non consentono al titolare di partecipare alla vita
sociale ma gli attribuiscono un credito che deve essere soddisfatto alla scadenza
pattuita, a prescindere dai risultati aziendali.
Le cartolarizzazioni:
Un’impresa finanziaria, commerciale o di qualsiasi altra tipologia si avvale dello
strumento della cartolarizzazione (securitization) quando vuole smobilizzare il
suo portafoglio di crediti a medio e lungo termine ottenendo con questa
operazione liquidità immediata.
Le tipologie di attivo che si prestano ad essere cartolarizzate sono quelle che
rispondono a determinati requisiti, quali un piano di rimborso dettagliato, una
vita residua abbastanza lunga ed un rischio di insolvenza di agevole
determinazione.
I titoli rivenienti dalla cartolarizzazione (ABS ossia asset backed securities) hanno lo
stesso status delle normali obbligazioni, cioè una scadenza ed un tasso di
interesse sul nominale.
Nell’operazione di cartolarizzazione vengono coinvolti tre soggetti:
• il detentore cedente del portafoglio crediti (originator)
• il cessionario, una società veicolo denominata SPV (Special Purpose Vehicle), la
quale è stata costituita appositamente per effettuare una o più cartolarizzazioni
• il sottoscrittore finale dei titoli
Le cartolarizzazioni:
La ratio delle cartolarizzazioni è quella di trasferire il rischio relativo agli asset oggetto
dell’operazione.
Affinché ciò avvenga è necessario che:
1. la cessione avvenga pro soluto
2. non vi sia garanzia sugli ABS da parte del cedente e di sue collegate
3. siano inesistenti rapporti societari fra cedente e ceduto
4. non sussista alcun obbligo di acquisto degli ABS da parte del cedente e di sue
collegate
In Italia molte aziende medio piccole, soprattutto centro – meridionali, hanno
conosciuto loro malgrado da protagonisti passivi le modalità operative e gli
effetti della securitization.
Gli organismi di Investimento Collettivi
Gli Organismi di Investimento Collettivi: Fondi Comuni e SICAV ed il loro sguardo al
settore agricolo.
I Fondi Comuni di Investimento sono una sorta di grosso contenitore finanziario dove
vengono depositate somme di danaro in un’unica soluzione ovvero con versamenti
rateali.
Nella sostanza rappresentano un grande Patrimonio collettivo gestito in monte,
suddiviso in quote, di proprietà di una pluralità di soggetti partecipanti, i quali hanno
diritto, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, di chiedere il rimborso delle quote
di loro pertinenza secondo le modalità e con i tempi previsti dal Regolamento del
Fondo.
APERTI, ovvero a capitale variabile; quando il
patrimonio sotto gestione può variare di continuo.
Possono essere
CHIUSI, quando l’ammontare del capitale da
sottoscrivere e il numero delle quote parti emesse
vengono determinati all’Atto della costituzione, ed il
diritto al rimborso delle quote viene riconosciuto
agli aderenti solo a scadenze predeterminate.
Gli organismi di Investimento Collettivi:
I Fondi Comuni di Investimento
Non rientrano in questo schema contrattuale semplificato i c.d. Fondi Speculativi
o Hedge Fund.
Si contraddistinguono per la quasi totale mancanza di vincoli operativi, avendo come
unico obiettivo l’ottenimento del massimo rendimento per i sottoscrittori delle quote.
I soggetti che entrano in gioco nella struttura organizzativa di un Fondo sono tre:
• la società di gestione del Patrimonio conferito;
• la Banca depositaria;
• l’insieme degli investitori partecipanti.
Sull’insieme delle attività che compiono questi tre soggetti è prevista la Vigilanza
contemporanea di Banca d’Italia e CONSOB.
La modalità di partecipazione ad un Fondo Comune è disciplinata dal suo
Regolamento. In particolare, tra gli altri devono emergere con estrema chiarezza i punti
seguenti:
• la denominazione del Fondo;
• la sua durata;
• il suo scopo;
• i costi a carico del Fondo, quelli a carico della SGR e quelli addebitati ai partecipanti,
nonché i criteri di determinazione dei compensi per i gestori
Gli organismi di Investimento Collettivi:
Le SICAV (Società di investimento a capitale variabile)
Sono società per azioni a capitale variabile, aventi per oggetto esclusivo
l’investimento collettivo delle somme raccolte mediante l’offerta pubblica delle
proprie azioni.
Differenza fra Fondi Comuni e SICAV: nei primi i sottoscrittori conferiscono i propri
risparmi alla SGR che provvede ad amministrarli direttamente in totale
autonomia; nelle SICAV il risparmiatore è allo stesso tempo socio – conferente e
come tale, tramite l’esercizio del diritto di voto, può contribuire alle decisioni
riguardanti la politica di investimento della società.
Nelle SICAV la fonte di riferimento è lo Statuto sociale. Questo, sottoposto, alla
approvazione della Banca d’Italia, deve obbligatoriamente prevedere:
• l’indicazione dei criteri di determinazione del valore delle azioni, del prezzo di
emissione e di quello di rimborso;
• la periodicità con la quale le azioni sono emesse e rimborsate.
Nella prassi, quasi tutti gli Statuti delle SICAV prevedono:
• limiti all’emissione di azioni nominative;
• vincoli particolari alla loro trasferibilità;
• l’esistenza di più comparti di investimento.
Il Passion Investment Nobles Cru di Elite’s Exclusive Collection
La disponibilità a livello internazionale di prodotti finanziari è elevatissima, una
delle ultime frontiere degli Strategist delle Società di Gestione dei Risparmi è
quella di diversificare l’offerta mediante Soluzioni decorrelate dall’andamento dei
principali Mercati Finanziari.
Si punta quindi su proposte di Investimento la cui rivalutazione non dipenda
dall’andamento delle Borse ovvero dalle scelte della Politica in materia di tassi di
interesse o da altre decisioni di politica economica.
Nasce da questi presupposti il concetto di “Passion Investment”.
Gli investimenti alternativi di tipo Passion sono ad esempio in Fondi che investono
in orologi antichi o di grosso pregio, in auto d’epoca, in diamanti o altri beni in cui
il prezzo è dato dall’effetto rarità.
Il Passion Investment Nobles Cru di Elite’s Exclusive Collection
In questo particolare segmento di prodotti finanziari l’iniziativa più significativa per il
successo ottenuto e più innovativa per i contenuti e le caratteristiche della gestione degli
asset è quella promossa nel 2009 da due Tamisier e Mascherin. La loro proposta si
proponeva tre obiettivi:
• attuare una diversificazione vera degli asset,
• strutturare un prodotto completamente decorrelato dall’andamento dei Mercati,
• ottenere buone performance anche in caso di rendimenti negativi di tutte le altre
forme di investimento.
Per raggiungere questi obiettivi essi ritenevano essenziale:
 costruire prodotti semplici e facilmente comprensibili
 ideare soluzioni di standing molto elevato, facendo leva su un sentimento come la
Passione individuale
Da questi concetti e con questi presupposti è nata la SICAV multi comparto denominata
Elite’s Exclusive Collection. Giuridicamente è una SICAV di diritto lussemburghese.
Noble’s Crus è un comparto della SICAV che non può essere proposto direttamente al
risparmiatore retail interessato alla sottoscrizione, ma può essere commercializzato in
“Private Placement” ovvero all’interno di una Polizza assicurativa Vita ramo III di diritto
estero autorizzata ad operare in Italia.
Il Passion Investment Nobles Cru di Elite’s Exclusive Collection
Noble’s Crus si caratterizza per una gestione attiva degli asset in portafoglio. La ratio di
investimento si basa su un disciplinare molto rigido:
• max il 70% in vini millesimati pregiati. E’ il classico investimento di tipo “value”: si
cerca di acquistare il bene presso le case d’asta, i mercanti, le migliori enoteche, etc.
cercando di ottenere un differenziale positivo rispetto ai prezzi correnti di Mercato
• max il 20% in Primeurs, soprattutto Bordeaux. E ‘ un investimento di tipo “growth”; ci
si affida ad esperti, che sostanzialmente fungono da advisor, i quali analizzano le
ultime produzioni delle case vinicole più affidabili e con marchi commerciali
consolidati e ne leggono la qualità in botte, suggerendone o meno l’acquisto
• min 10% liquidità
Risk management
• ogni rischio legato alla particolare fragilità del bene sottostante e in conseguenza alla
alterazione della sua qualità è assicurato (furto, rottura di bottiglie, incendio, eventi
sismici),
• ogni evento negativo collegato alla conservazione del vino è assicurato da un service
provider con una pluriennale esperienza nel settore.
Il Passion Investment Nobles Cru di Elite’s Exclusive Collection
Valorizzazione degli asset
Il processo di valutazione dei vini in portafoglio è negoziato, con il Comitato dei revisori,
con la Banca depositaria e con le Autorità di Controllo lussemburghesi. L’obiettivo è
quello di arrivare ad una valutazione media ricavata dai prezzi pubblicati dai più
importanti esperti nel settore del vino.
Liquidità
In ogni momento il portafoglio attività di Noble’s Crus deve detenere almeno il 10% di
liquidità, che serve per far fronte ad eventuali riscatti. I sottoscrittori possono entrare
ed uscire dal comparto in qualsiasi momento, non essendo prevista alcuna clausola di
lock up.
I Controlli
Proprio per la particolare tipologia dell’attività sono uno degli elementi più importanti a
garanzia degli investitori e del Mercato nel suo complesso. Essi riguardano:
• le transazioni
• la valorizzazione degli asset e rispetto dei ratio di investimento.
• attività di stoccaggio.
Gli ETF
La sigla ETF rappresenta l’acronimo di Exchange Traded Fund.
• La Borsa Italiana assimila questo strumento finanziario ai Fondi di investimento e alle
SICAV.
• Da un punto di vista della negoziazione, essi sono simili alle azioni, venendo trattati
sui Mercati in tempo reale, quindi il loro valore cambia continuamente nel corso di
ogni seduta di Borsa.
• Sono strumenti a gestione passiva. Questo significa che il loro unico obiettivo è
quello di replicare un indice, un paniere, un benchmark.
• A motivo delle sue caratteristiche e della sua estrema duttilità l’ETF è uno strumento
che si presta molto bene all’utilizzo a vario titolo in tutte le attività finanziarie che
vogliono puntare sull’agricoltura o sulle materie prime di origine agricola come
elemento di efficace diversificazione del portafoglio.
Gli ETF
Vantaggi e opportunità di un ETF.
Il loro utilizzo consente di:
• Prendere posizione sul mercato target in tempo reale con una sola operazione
di acquisto
• Ottenere l’identica performance di un indice a volte molto grande
• Ridurre il costo dell’investimento desiderato. Le commissioni a carico degli ETF
sono particolarmente contenute; quelle che incidono di più sono gli oneri di
negoziazione applicati dagli intermediari
• Beneficiare di eventuali proventi periodici, nel caso gli ETF lo prevedano
(possono essere sia del tipo ad accumulazione, che a distribuzione)
• Eliminare il rischio emittente; essi hanno il patrimonio separato dall’ Istituto
finanziario che li promuove e quindi non rientrano fra gli attivi in caso di
insolvenza di quest’ultimo
• Prendere posizione in caso di “vision ribassista” su un indice, un mercato, un
paniere.
• Detenere uno strumento finanziario particolarmente liquido. E’ previsto dalle
Autorità garanti del Mercato che per ogni ETF quotato sia presente un
operatore specialista che ha l’obbligo di immettere in via continuativa ordini in
denaro ed in lettera per una quantità e per uno spread massimi stabiliti da
Borsa Italiana
Gli ETF
ETFS S-NET ITG GLOBAL AGRI BUSINESS replica l’andamento di un paniere di 30 titoli,
metà dei quali americani, il resto canadesi, svizzeri e israeliani.
Il 55% delle società sono attive nella produzione di sementi, prodotti chimici per
l’agricoltura, fertilizzanti. La parte restante include imprese attive nell’industria
dell’irrigazione, nella produzione di derrate alimentari, nell’allevamento di bestiame.
L’ETFS AGRICULTURE DJ-UBS COMMODITY INDEX replica invece l’andamento delle
materie prime incluse sotto indice di riferimento, che compongono il paniere con pesi
differenti, rispettivamente: soia (24%), mais (22%), grano (16%), zucchero (12%), olio di
soia (11%), cotone (8%), caffé (/%).
Con lo stesso principio ma un po’ meno diversificato è l’ETFS GRAINS DJ-UBS
COMMODITY INDEX, il cui sottostante è costituito da soli cereali con un peso
preponderante della soia (41%), seguita dal mais (32%) e grano (27%).
Esistono infine una numerosa serie di ETC (EXCHANGE TRADED COMMODITY)
monoprodotto, sul caffé, grano, cotone, semi di soia, etc. , che replicano l’andamento
dei contratti future di quelle materie prime al CBOT (Chicago Board of Trade).
Il mondo dei derivati e le nozioni di aspettative, leva, volatilità
La Banca Mondiale ha calcolato che ogni anno dal 2010 circa 50 milioni di persone
sono state ridotte in miseria a causa dell’aumento dei prezzi degli alimenti.
In realtà, fino ai primi anni 2000 i prezzi degli alimenti presentavano un trend
decrescente, da quel momento in poi la tendenza si inverte e soprattutto si verificano
oscillazioni dei prezzi molto violente in un arco temporale ristretto.
Le cause individuate dagli analisti sono:
1. aumento dei prodotti utilizzati come biocarburanti e sottratti al consumo
2. crescita della domanda di alimenti da parte dei BRICS
3. incremento della popolazione globale
4. mutamenti climatici e catastrofi naturali
5. speculazione sui Mercati finanziari
Nel 2002 sono state effettuate 1 milione di operazioni per l’ emissione di contratti
futures sul mais; nel 2010 erano 9 milioni.
Nel 2000 l’attività complessiva in strumenti derivati collegati all’agricoltura
rappresentava il 20% del valore dei beni sottostanti, oggi il valore complessivo delle
materie prime agricole ammonta al 30% scarso dell’importo dei derivati relativi.
Il mondo dei derivati e le nozioni di aspettative, leva, volatilità
L’utilizzo originario dello strumento “derivati” significa garantire all’atto della stipula del
contratto la certezza del prezzo futuro della merce. In pratica si trattava di un
acquisto/vendita a termine, che aveva un vantaggio simmetrico per le due controparti:
• per l’agricoltore, consentiva di valutare in anticipo il ricavato dalla vendita dei suoi
prodotti perché il prezzo veniva fissato subito
• per il trasformatore (ad es. un produttore di mangimi) l’acquisto a termine ad un prezzo
certo significava sicurezza sui costi di approvvigionamento futuri e quindi percezione
immediata dei margini aziendali.
Per entrambi, il rischio implicito era che alla scadenza del contratto il prezzo di mercato
fosse più favorevole a quello stabilito nel contratto.
Sia l’agricoltore che il titolare dell’industria di trasformazione si trovavano, e tuttora si
trovano, di fronte ad una scelta aziendale, anche questa simmetrica:
vendere/acquistare adesso, con le condizioni di offerta/domanda attuali e quindi ai
prezzi correnti di Mercato, oppure attendere condizioni più favorevoli?
Nelle due decisioni gioca un ruolo decisivo il fattore ASPETTATIVE
Il mondo dei derivati e le nozioni di aspettative, leva, volatilità
Nella attività corrente ogni agricoltore, alla pari di ogni altro imprenditore, deve
affrontare continuamente problemi che comportano decisioni, alcune delle quali di
carattere strategico per la vita futura dell’azienda.
Una di queste è l’eventuale ricorso al debito per finanziare un investimento o, più in
generale, le spese che non si è in grado o non si vuole finanziare con mezzi propri.
In termini di Finanza d’Impresa il termine utilizzo della Leva Finanziaria significa
prendere a prestito capitali di terzi (banche o altre Istituzioni creditizie) con l’obiettivo
di effettuare investimenti il cui rendimento sia superiore al costo dei capitali presi a
prestito. Questo concetto si può tradurre nella seguente:
ROE =[ ROI + (ROI – cd) x Leva] x (1 – T)
Dove:
cd è il costo del debito
T è l’aliquota di imposizione fiscale
Il mondo dei derivati e le nozioni di aspettative, leva, volatilità
Volatilità: con questo termine si definisce il grado di variazione di prezzo nel tempo
di un certo bene.
Più ampie sono le oscillazioni dei valori nel periodo di osservazione preso a
riferimento, maggiore sarà la volatilità.
I coefficienti Alfa e Beta: costituiscono uno strumento utilizzato nella valutazione della
volatilità di un’attività finanziaria.
β > 1 la nostra attività finanziaria oscillerà, sia all’insù che all’ingiù, in modo più che
proporzionale rispetto all’indice di riferimento
0< β <1 la nostra attività finanziaria varierà meno che proporzionalmente rispetto
all’indice in entrambe le direzioni
β <0 significa che il prezzo della nostra attività finanziaria si muoverà in direzione
opposta rispetto all’indice
α >0 la nostra attività finanziaria è in grado di muoversi al rialzo anche se il mercato di
riferimento è negativo
α <0 la nostra attività finanziaria ha la tendenza a subire perdite a prescindere
dall’andamento del mercato
Futures, options, swap e loro utilizzo nel settore agricolo
Abbiamo visto che gli strumenti finanziari derivati sono contratti il cui valore dipende
dall’andamento di un bene (o di una attività finanziaria) sottostante.
I derivati possono essere simmetrici o asimmetrici. Per i primi, entrambi i contraenti si
obbligano ad effettuare una prestazione a scadenza; nei secondi il compratore, pagando
un prezzo, ha la facoltà di decidere se procedere o meno al ritiro del sottostante.
I derivati si distinguono anche per la modalità di negoziazione:
1. sui Mercati regolamentati
2. su Piazze finanziarie “over the counter” OTC. In questo caso le parti stabiliscono tutte
le caratteristiche del contratto
A cosa serve un derivato?
1. Copertura di posizioni (hedging)
2. Speculazione
3. Arbitraggio
Futures, options, swap e loro utilizzo nel settore agricolo
I derivati legati alle produzioni agricole
Essi sono classificabili in 4 categorie:
• Forward: è un accordo di acquisto/vendita ad una data futura di una merce ad un
prezzo prestabilito,
• Futures: rispetto ai forward sono negoziati solo sui mercati ufficiali, hanno
scadenze fisse, l’importo nominale è determinato dalle autorità di controllo del
mercato, i guadagni e le perdite possono liquidarsi in going; impongono un
margine iniziale di garanzia,
• Opzioni: il compratore ha la facoltà di acquistare un bene (un’attività) oppure di
venderla alla controparte ad una certa scadenza ad un prezzo stabilito,
• Swap: hanno la funzione di consentire ai produttori ed agli utilizzatori di materie
prime di coprirli dal rischio prezzo.
Futures, options, swap e loro utilizzo nel settore agricolo
Gli strumenti finanziari e la gestione degli eventi climatici
L’ultima frontiera dell’utilizzo degli strumenti finanziari è quella relativa alle gestione
degli eventi climatici estremi con ripercussioni straordinarie sulle produzioni agricole.
Rientrano in questa categoria:
•
•
i derivati meteorologici/climatici. Sono contratti che prevedono una determinata
remunerazione (payout) al verificarsi di condizioni climatiche predefinite. Ciò
significa che l’acquirente del derivato avrà diritto al payout se il fattore climatico
previsto dal contratto supererà un valore prestabilito denominato strike. Il
payout può essere fisso o variabile (in questo caso indicizzato all’entità del
divario rispetto allo strike). I fattori considerati nei derivati meteorologici sono: a)
la temperatura espressa in gradi b) il livello di pioggia o neve espressi in
millimetri c) la velocità del vento, espressa in metri/secondo
i Meteo Bond emessi dalle Compagnie di Assicurazione per finanziare il rischio di
eventi straordinari. Rientrano in questa categoria i Cat (Catastrophe) Bond.
Grazie per l’attenzione