Inviati Con Fiducia - Azione Cattolica Verona
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Inviati Con Fiducia - Azione Cattolica Verona
descritto minuziosamente le sorprendenti corrispondenze che esistono tra l’anatomia di un cervello umano e la rappresentazione Michelangiolesca. Azione Cattolica Italiana Diocesi di Verona Settori Adulti e Giovani Appunti e riflessioni PER - DONO … anche noi invitati alla festa!!! Percorso formativo per giovani/adulti e adulti Anno associativo 2013/2014 16 Il dipinto… descrizione e stile (Il banchetto nuziale, Pieter Bruegel il Vecchio, 1568, olio su tavola 114 x 164 cm, Kunsthhistoriches Museum di Vienna) Dentro un grande edificio, forse un granaio o un pagliaio, si sta svolgendo il pranzo nuziale di una coppia di contadini. La sposa è ben visibile davanti al telo verde appeso alle sue spalle (un elemento che si trova anche in molte Madonne fiamminghe) e indossa la corona con aria vagamente sognante, accanto ai genitori (il padre indossa il mantello foderato di pelliccia ed ha una sedia preminente rispetto alle altre panche); lo sposo, secondo la tradizione, deve servire ai tavoli ed è forse da identificarsi con l’uomo che sta versando del vino in una brocca all’estrema sinistra, o con quello dal berretto rosso che si volta al centro per prendere le scodelle col cibo (forse polenta) e passarle ai convitati, portate da due inservienti su un rudimentale vassoio fatto d’assi. In primo piano si vede un bambino che sta leccando un piatto, indossante un berrettone con piuma di pavone che gli copre gli occhi. Lo sguardo dello spettatore è guidato in profondità dalla posizione obliqua della tavola, lungo la quale si allineano i vari ospiti, ciascuno ritratto nella sua singolarità. Un cane spunta da sotto la tavola, vicino a un prelato che sta discutendo con un uomo dalla barba rossa di profilo: qualcuno lo ha indicato come un possibile autoritratto di Bruegel. In quest’opera non è forse un caso che l’autore sembri sciogliere, infine, quel distacco verso i suoi personaggi che l’aveva caratterizzato, partecipando in qualche misura alla gioia dell’evento. Due suonatori di zampogna stanno in piedi nel medio piano; in lontananza altri personaggi si accalcano alla porta e un bambino, seduto all’estremità del tavolo, si sta succhiando il pollice. chio “a immagine e somiglianza” di Dio. La bellezza del corpo umano era vista come una diretta emanazione delle facoltà spirituali e come il punto più alto della creazione divina. Michelangelo raffigura Adamo disteso su un pendio erboso, mentre il Signore, scortato dalla corte angelica, si avvicina alla terra e protende la mano verso Adamo. Come in quasi tutte le opere pittoriche di Michelangelo, lo sfondo riveste un ruolo talmente marginale che, nella Creazione di Adamo, si compone solamente di una fascia di terra e del cielo, nel quale il Signore e gli angeli si stanno spo- stando. Il centro narrativo della scena è senza dubbio l’avvicinamento delle mani del Signore e di Adamo; ancora una volta, il fulcro dell’arte michelangiolesca rimane l’Uomo in tutte le sue forme e dunque il vero protagonista della scena, più che Adamo in sé, è il contatto tra l’Uomo e il divino. Curiosità: l’inserviente in primo piano con la giacca rossa, se contate bene ha tre piedi! Non si sa il motivo, probabilmente essendo un quadro a più mani, ese- Curiosità: nella “Creazione di Adamo”, con enorme sorpresa, è stato infatti constatato che il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma incredibilmente simile all’immagine di una sezione sagittale del cervello. Il primo a rivelare tale somiglianza è stato il neurologo Frank Lynn Meshberger, del St. John’s Medical Center in Anderson, Indiana (USA), pubblicando un suo articolo sulla prestigiosa rivista “Journal of American Medical Association” in cui ha 2 15 La descrizione è quindi arricchita da molti dettagli quotidiani, che fanno dell’opera un prototipo per la pittura di genere. Curiosità Il film termina con un video dei veri protagonisti della vicenda, da cui è stato tratto il film. Alcune didascalie nei titoli di coda raccontano la vita di Abdel Yasmin Sellou e di Philippe Pozzo di Borgo, rispettivamente il “badante” e il malato. Dopo il loro addio, Philippe vive in Marocco, si è risposato ed è padre di due bambini, mentre Abdel ha fondato una propria impresa ed è padre di tre bambini. Tra i contenuti speciali dell’edizione home video è incluso un lungo documentario che racconta la loro vita dal titolo Quasi Amici: ritratto dei veri protagonisti. Nel film il badante è senegalese e si chiama Driss, mentre nella storia vera è magrebino e si chiama Yasmin Abdel Sellou. A sole nove settimane dalla sua uscita in Francia (2 novembre 2011), “Quasi amici” è diventato il secondo film francese di maggior successo di tutti i tempi (dopo il film del 2008 “Giù al nord”). Dipinto LA CREAZIONE DI ADAMO Michelangelo Buonarrotti (1511, Cappella Sistina, Città del Vaticano) Commento La Creazione di Adamo è un affresco (280x570 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1511 circa e facente parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma, commissionata da Giulio II. Si tratta dell’episodio più celebre della Sistina e una delle icone più note e celebrate dell’arte universale. Per l’affresco furono necessarie sedici “giornate” d’affresco, a partire dal gruppo dell’Eterno e degli angeli, per i quali il disegno del cartone venne trasferito con lo spolvero, tranne la tunica, oggetto di incisioni dirette. Adamo, la cui figura venne studiata con cura, venne invece riportato sull’intonaco con la sola incisione diretta. guito dal maestro con i suoi ragazzi “a bottega”, qualcuno deve aver sbadatamente dipinto un’altra gamba e il maestro divertito del fatto l’ha lasciata, perché anche noi probabilmente potessimo partecipare alla burla. L’autore: il grande pittore Pieter Bruegel, detto “il vecchio” per distinguerlo dal figlio omonimo, è il capostipite di una celebre famiglia di artisti. Il suo anno di nascita è incerto, forse il 1525, e nemmeno è sicuro il luogo, forse la cittadina di Breda nei Paesi Bassi. Della sua vita d’uomo non sappiamo quasi nulla; della sua vita d’artista invece sappiamo molto anche perché, cosa assai rara in quel tempo, Bruegel usava firmare e datare le sue opere. La sua biografia è ricostruibile essenzialmente sui suoi quadri e sulla loro cronologia. Peter Bruegel visse poco più di quarant’anni, infatti nel 1569, e ne siamo certi, venne seppellito nella chiesa di Notre Dame de la Chapelle a Bruxelles. Bruegel fu un artista operante in pieno Rinascimento, un contemporaneo o quasi di Tiziano, di Tintoretto e della grande scuola rinascimentale italiana, quella che ha dato al mondo tanti straordinari capolavori e che Bruegel doveva conoscere forse anche dal vero, certamente attraverso le tanto diffuse (a quel tempo) stampe calcografiche. Bruegel sapeva di quegli straordinari maestri, ma doveva anche avere chiara coscienza della sua tanto evidente diversità perché la sua pittura era agli antipodi. E tale dicotomia non può che farci oggi meditare perché in questo nostro mondo tutto uguale stiamo proprio perdendo la capacità di riconoscere e accettare le diversità, le specifiche qualità culturali: così, davanti all’opera di Bruegel, adattiamo la nostra radio ricevente, sintonizziamoci su quanto lui voleva trasmetterci, in umiltà e senza frapporre il filtro del nostro gusto, dei nostri desideri. Il nostro percorso… descrizione e stile L’idea di fondo del nostro percorso associativo parte dal presupposto che “tutti siamo invitati alla festa, al banchetto, nessuno è escluso” come ci ricorda l’evangelista Matteo nella parabola “dell’invito alle nozze” (Mt 22,1-14). La scena ricevette unanimi apprezzamenti fin dall’epoca della scopritura. I contemporanei dell’artista, in particolare, vi leggevano la materializzazione di uno dei più alti ideali della cultura rinascimentale, quello della dignità umana, spec- In modo più specifico ognuno di noi è invitato a dedicare questo tempo nel riflettere come oggi possiamo ancora parlare di SOLIDARIETA’, suscitata da un 14 3 atteggiamento di FIDUCIA nell’uomo che il Signore ci fa incontrare nella nostra storia a partire dalla quotidianità. Entrambe questi atteggiamenti sono il frutto di un’educazione a una visione che va oltre il confine delle nostre “proprietà”, per spingersi in modo autentico e partecipato alla costruzione di un bene comune. Parlare di bene comune, soprattutto per noi di Azione Cattolica ha lo scopo di far crescere quella capacità di tradurre il Vangelo nella vita quotidiana e ad essere testimoni di SPERANZA, che ci spinge a trovare uno stile nuovo di abitare il nostro tempo. A questo punto la domanda nasce spontanea: “che stile deve avere un testimone del Vangelo, un discepolo?” Ecco che quest’anno si cercherà di riflettere proprio su queste caratteristiche, quanto dobbiamo personalmente lavorarci per farle nostre o per testimoniarle. Il percorso quindi, si articolerà in cinque tappe: I^ tappa: II^ tappa: III^ tappa: IV^ tappa: V^ tappa: inviati… con FIDUCIA; inviati… con PERSEVERANZA; inviati… con FORTEZZA; inviati… con GIUSTIZIA; inviati… con MISERICORDIA. li, Driss si prende doverosamente cura del suo assistito, aiutandolo a non cadere nell’autocommiserazione e a non essere oggetto di pietà. Driss scopre poi che Philippe intrattiene una relazione epistolare con una donna, Éléonore, che non è a conoscenza della disabilità di Philippe. Driss lo incoraggia a incontrarla, a inviarle una foto, ma il milionario tentenna, temendone un rifiuto. Quando Philippe scopre che un giovane fratellastro di Driss è coinvolto in giri malavitosi, consiglia all’amico di tornare in famiglia per prendersi cura del ragazzo. Driss torna nei sobborghi cittadini e trova lavoro in un’azienda di trasporti. Nel frattempo Philippe assume nuovi badanti per sostituire Driss, ma non è felice con nessuno di loro e si lascia andare. Yvonne, assistente personale di Philippe, è molto preoccupata e contatta Driss, che decide di portare Philippe a fare un giro in auto: l’azione torna così alla prima scena del film. Dopo essersi presi gioco della polizia, i due raggiungono la costa atlantica e Driss, dopo averlo sistemato, lascia Philippe accomodato al tavolo di un ristorante affacciato sul mare, dove avverrà l’incontro con Éléonore. Per la visione di alcuni spezzoni del film visita i seguenti link: http://www.youtube.com/watch?v=Ijc3N8y6vmI http://www.youtube.com/watch?v=zz5XSIouirQ Ogni tappa si svilupperà in cinque passaggi: 1) In ascolto della Parola: lettura del Vangelo di Matteo e del brano del Profeta Isaia. 2) Provocati dalla Parola: questo momento può essere fatto con l’aiuto dell’assistente o del parroco, o di una persona che riesca a dare una chiave esegetica alla Parola con qualche spunto riflessivo, oppure seguendo la traccia indicata che segue il Vangelo e liberamente aggiungere le proprie riflessioni. 3) Interroghiamoci: spunti di riflessione e approfondimento, dove il Vangelo viene riletto alla luce dei giorni nostri, per darci l’opportunità di riflettere su come tradurre il Vangelo nella vita quotidiana ed esserne testimoni. Commento E’ un film del 2011 diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano, ispirato alla vera storia del tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo (autore di Le Second Souffle) e del suo aiutante domestico Yasmin Abdel Sellou, è classificato come il 61º miglior film. 4) Incontriamoci: dopo un momento di riflessione personale su quanto detto, letto e sentito, il gruppo può ritrovarsi per condividere ciò che è stato medita- Due vite diverse, ma ugualmente ai margini della società, che riescono a trovare congiuntamente la forza di tornare a sperare. Un racconto brioso ed edificante, che non scivola nel prevedibile pietismo sulla malattia, bensì scardina con ironia e delicata comicità lo sguardo sulla condizione del malato, del diverso, regalando fiducia e speranza. 4 13 to, per accrescere nel confronto la ricchezza umana di ciascuno. Film QUASI AMICI (Intouchables) Commedia, drammatico - Francia 2011 - Durata 112’ Trama Una notte a Parigi, il giovane immigrato senegalese Driss è alla guida della Maserati quattroporte di Philippe, milionario tetraplegico, a cui presta assistenza. A causa della guida spericolata, i due vengono inseguiti e bloccati dalla Gendarmerie: d’accordo con Philippe, Driss finge davanti agli agenti che Philippe abbia urgenza di recarsi in ospedale a causa della sua malattia e riesce a ingannare la polizia, ottenendone anche di essere scortati fino all’ospedale, da dove poi se ne vanno. 5) La parola all’arte: frammenti di film, dipinti e canzoni ci trasportano in una riflessione più ludica e sensoriale, che completa, per il piacere della vista, dell’udito e della cultura personale, il nostro percorso. Questo è un modo di strutturare gli incontri e le tappe, ma ognuno a seconda del proprio contesto, può gestire il tutto in piena libertà, strutturando il gruppo e i momenti come meglio ritiene opportuno. Ci permettiamo di suggerire che il ritrovarsi attorno ad un tavolo condividendo prima un momento di “festa” (sia esso una cena, una merenda o un aperitivo, ...), è sempre il modo migliore per entrare in clima, semplicemente vivendolo!!! La storia dei due uomini viene poi raccontata con un lungo flashback, che occupa la maggior parte del film. Il flashback riporta all’inizio della storia, quando Philippe è alla ricerca di un badante personale. Driss si presenta come candidato, ma non ha alcuna ambizione a farsi assumere: come è suo solito, vuole ottenere un formale rifiuto dal potenziale datore di lavoro al fine di mantenere il diritto al sussidio di disoccupazione. Driss ritorna al piccolo appartamento che condivide con la sua famiglia allargata in uno squallido sobborgo delle banlieue parigine. Sua zia, esasperata dalla mancanza di sue notizie per sei mesi, gli ordina di lasciare l’appartamento. Il giorno dopo, Driss torna alla villa di Philippe per ritirare i suoi documenti e, con sua grande sorpresa, gli viene comunicato che è stato assunto per un periodo di prova. Dato il grado di disabilità di Philippe, Driss è costretto ad accompagnarlo in ogni momento della sua vita, scoprendone, con stupore, aspetti completamente diversi da quello che si aspettava. Nonostante alcune difficoltà inizia12 5 I^ tappa INVIATI … CON FIDUCIA In questa prima tappa del percorso, si vuole dedicare il tempo alla ricerca e alla pratica di uno stile missionario, dentro la quotidianità, da “invitati” desiderosi di condividere la fede. L’invito del Signore, ci fa comprendere il suo stile: Egli non fa festa da solo, chiama altri, senza riserve, come il seminatore che getta il seme su qualsiasi terreno e attende FIDUCIOSO. 1° momento - IN ASCOLTO DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Matteo (22,1-3a) Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: “Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze”. Dal Libro del profeta Isaia (25,6-8) Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. 6 Lupi in agguato il peggio è passato Mi fido di te {x3} Cosa sei disposto a perdere Eh mi fido di te Mi fido di te {x3} Cosa sei disposto a perdere? Per la visione del video visita il seguente link: www.youtube.com/watch?v=LvG12qnnY_g Commento “Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere?” Nell’eco di note ripetute e nella melodia di una canzone, queste erano le parole che Jovanotti faceva risuonare. Probabilmente nel comporre il testo del suo singolo era ispirato da un qualcosa, da un qualcuno che era stato in grado di provocare in lui emozioni intense, profonde; con il quale aveva trascorso momenti che restano così impressi nella mente. E da quel qualcuno in cui aveva riposto la sua fiducia. Quella che può essere definita come “il più sottile dei nutrimenti della vita”, quella che rende liberi, liberi di volare, quella difficile da costruire e facile da distruggere. Non bastano certamente queste righe per descrivere quale significato assume, a parer mio, la parola fiducia. Posso dire con fermezza che, insieme alla speranza, formano le ali della vita. Fondamentale è credere in sé stessi, quindi prendere coscienza di quello che veramente si è, e lottare per rimanere tale. Siccome l’uomo è un animale sociale, ricerca continuamente la compagnia dei suoi simili ed è quindi inevitabile che riponga la sua fiducia in persone che all’apparenza ispirano affidabilità. Il più delle volte, però, sono i primi a voltarci le spalle. 11 Pioggia che cade, vita che scorre Cani randagi, cammelli e re magi 2° momento - PROVOCATI DALLA PAROLA Protagonista della scena è un re che indice una festa di nozze per il figlio. Quella delle nozze è una delle immagini più intense della Sacra Scrittura per narrare l’alleanza, ossia l’impegno d’amore di Dio per il suo popolo, la sua proposta di stringere una relazione i cui i partner si affidano l’uno all’altro. Forse fa male eppure mi va Di stare collegato Di vivere di un fiato Di stendermi sopra al burrone Di guardare giù La vertigine non è Paura di cadere Ma voglia di volare Mi fido di te {x4} Io mi fido di te Ehi mi fido di te Cosa sei disposto a perdere La festa si vive in un clima di profonda gioia, che non può consumarsi dentro a recintati e sterili rapporti parentali, ma si espande a dismisura e genera nuove relazioni. Senza gli altri non c’è festa! Perciò il re manda i suoi servi a chiamare gli invitati. Il testo non dice di chi si tratti, poiché Dio sceglie in base a criteri che non ci è dato conoscere. Dio rischia e si compromette. Lampi di luce, al collo una croce La dea dell’amore si muove nei jeans Culi e catene, assassini per bene La radio si accende su un pezzo funky Teste fasciate, ferite curate L’affitto del sole si paga in anticipo prego Arcobaleno, più per meno meno Mi fido di te {x3} Cosa sei disposto a perdere Mi fido di te {x2} Io mi fido di te Cosa sei disposto a perdere E’ una festa, che però non cancella perplessità, scoraggiamenti, sofferenze, ma ne svela il misterioso e profondo significato. Questa festa è il “settimo giorno”, quando la creazione si riposa tra le braccia del Padre e nell’abbraccio rintraccia il senso della propria esistenza. E’ in quell’abbraccio che consiste la fede, la cui immagine è quella del bambino che si AF-FIDA senza riserve al seno della madre, e stretto a quel seno, non conosce la paura. Questo banchetto è preparato per tutti i popoli, un banchetto stracolmo di cibi: grasse vivande, cibi succulenti, vini raffinati. E’ il simbolo della sovrabbondanza della grazia. Dono di quel Dio il cui amore stupisce e confonde, poiché oltrepassa ogni aspettativa dell’uomo. PER APPROFONDIRE Dei Verbum, 2 ...nel suo grande amore Dio parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Rabbia stupore la parte l’attore Dottore che sintomi ha la felicità Evoluzione il cielo in prigione Questa non è un’esercitazione Forza e coraggio La sete il miraggio La luna nell’altra metà 3° momento - INTERROGHIAMOCI Di-sperati o in festa? All’inizio di questo percorso formativo, siamo subito sollecitati da un’immagine che dovrebbe immediatamente rassicurarci e infonderci molta gioia e serenità: 10 7 c’è un banchetto di nozze che è stato preparato. Una festa, dunque, per la quale vengono diramati inviti e che si presuppone che si partecipi tutti insieme. Eppure, più di una persona che avesse un minimo di capacità di osservazione potrebbe obiettare che, oggi come oggi, nel vissuto dei singoli, come dell’intera comunità umana, c’è poco da festeggiare. Persino il privilegiato mondo sviluppato mostra incrinature e crepe su tutti i lati. senza aspettative, ad accogliere l’altro e senza andare in cerca di tante differenze etniche, culturali anche chi abita lo stesso nostro pianerottolo o si insinua il tarlo della diffidenza? PER IL BENE COMUNE… “Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, noi rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale; potrebbe anche apparire a un certo momento una sovrastruttura superflua e forse anche oppressiva” Forse c’è da interrogarsi un po’ di più sul significato e le condizioni della festa, su cosa intendiamo per “fare festa”. E’ per noi una festa fondata sul fare, sul volere o sull’essere? Partendo dal nostro quotidiano e dalla storia che abitiamo, raccontiamo gli “ingredienti” che consideriamo distintivi di una festa... La giostra vorticosa delle relazioni Alcide De Gasperi, dicembre 1951 Già i filosofi antichi sostenevano che l’uomo è un essere sociale. Tale affermazione è stata confermata, nel corso della storia, da varie discipline che studiano il comportamento animale e dunque anche quello umano. Oggi, tuttavia, i legami che uniscono l’uomo ai suoi simili possono trovare dei surrogati nelle macchine, nell’universo virtuale. Il problema, come fa notare lo psicanalista Luigi Zoja, è che queste forme sostitutive di relazione vengono a mancare una reale presenza umana e dei modelli naturali cui far riferimento per apprendere stili di comportamento. Rischiamo di diventare sempre più estranei gli uni agli altri e in noi si insinua la diffidenza: “silenziosamente, col tempo, la diffidenza trabocca dagli impegni di lavoro e infiltra anche spazi privati […]: è stato avvelenato un filo portante del tessuto sociale: il vicinato. Nel vicinato, i bambini si facevano visita per pomeriggi interi, anche senza chiedere permesso. Oggi, però, se un bambino rompe involontariamente le ceramiche a casa del vicino questo può incaricare un avvocato di mandare l’elenco dei danni ai genitori. Andare a trovare quello che abita accanto diventa più difficile. Per la prima volta nella storia del prossimo, ci si chiede se non è rischioso.” Alla luce di questo scritto del dott. Zoja, come viviamo il prossimo e il nostro essere prossimo nel quotidiano? Riusciamo, a cuore aperto carichi di fiducia e 8 4° momento - INCONTRIAMOCI Dopo il tempo che ci siamo concessi per riflettere da soli, cerchiamo in gruppo di condividere ciò che abbiamo pensato. 5° momento - LA PAROLA ALL’ARTE Canzone MI FIDO DI TE Lorenzo Cherubini (Jovanotti) Album “Buon sangue”, Universal Music, 2005 Case di pane, riunioni di rane Vecchie che ballano nelle cadillac Muscoli d’oro, corone d’alloro Canzoni d’amore per bimbi col frack Musica seria, luce che varia 9