senza attacco e senzʼanima. lʼuruguay rispedisce a casa lʼitalia
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d’Italia SENZA ATTACCO E SENZʼANIMA. LʼURUGUAY RISPEDISCE A CASA LʼITALIA DI PRANDELLI ANNO LXII N.147 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Mario Aldo Stilton I-ta-li-a, I-ta-li-a. Il meglio lʼhanno dato dagli spalti dello stadio di Natal. Quelle piccole macchie dʼazzurro tra tutto quel celeste e quel verde oro, poco dopo lʼassurda espulsione di Marchisio, hanno cominciato a gridare a squarciagola: «Italia, Italia». E per un attimo, giusto un momento, ci siamo sentiti orgogliosi. Frustrati dallʼatteggiamento in campo dei nostri, dalla loro incapacità di inquadrare la porta e tirare, ma orgogliosi. Orgogliosi di quei nostri connazionali, con la bandiera in mano o con la mano sul cuore, con le facce dipinte di tricolore e le parrucche blu elettrico, che non hanno smesso di incitarla questa dannatissima squadra di calcio. Che avrebbe dovuto spaccare il mondo e magari consegnarci il quinto titolo mondiale e che invece se ne torna a casa, senza neppure superare il girone eliminatorio. Un vero capolavoro, quello di Prandelli. Se solo si pensa che in svantaggio dopo il gol di testa di Godin e in inferiorità numerica WWW.SECOLODITALIA.IT abbiamo affidato le nostre speranze di rimonta ad un attacco composto da Cassano e Parolo. Punte zero. Proprio nessuna. Balotelli evanescente e inconcludente, ammonito nel primo tempo e rimasto negli spogliatoi allʼavvio del secondo; Ciro Immobile alle prese coi crampi, sostituito anchʼegli. Il primo dal neo acquisto della Lazio, il secondo da Fantan- tonio. Un centravanti vero che lascia il posto a un finto centravanti. Ecco la genialata. E Cerci e Insigne che pure hanno dimostrato di saper tirare in porta, lasciati a marcire in panchina. Perché tanto lo zero a zero ci avrebbe qualificato. Ora, sarà pure facile prendersela con Prandelli e le sue strampalatezze che ci hanno procurato un travaso di bile, ma davvero non se mercoledì 25/6/2014 ne può più di questʼuomo. Di lui che mangia la banana con lʼamico Matteo Renzi, lui che sa sempre cosa è giusto dire e giusto fare, lui che ha voluto il codice etico e che lʼha fatta a maccheroncini con lʼinflessibile applicazione che poi così inflessibile non è mai stata. Questo mister che merita lʼaggiunta della O, perché è un vero mistero la sua fulminea ascesa nel firmamento dei media e del mondo che conta. Che mai a criticarlo perché era più intoccabile della famosa pubblicità della De Rica. Che pur non avendo mai vinto una cippa fritta, tutti a omaggiarlo e a prostrarsi dinnanzi alla sua suadenza e alle sue pseudo teorie. Adesso è normale che gli andranno tutti contro. Che molti degli esegeti si smarcheranno che neppure Messi saprebbe far meglio. E magari lo costringeranno alle dimissioni dopo avergli rinnovato il contratto principesco, previa buonuscita. Così il povero (si fa per dire) Prandelli avrà tempo per riflettere sulla vacuità della sorte e sulle sue capacità tecniche. Mentre il gran circo del pallone si prenderà unʼaltra immeritata vacanza. È lʼEuropa che deve chiederci scusa. A cominciare dal “golpe bianco” e dai Marò Girolamo Fragalà Per far capire alla Merkel e agli “oscuri potenti” dʼEuropa che con lʼItalia non si scherza più non basta la retorica, non bastano gli annunci e non basta la faccia dʼangelo di Matteo Renzi, con i suoi discorsi pieni di enfasi e buoni propositi. Perché degli annunci e dei buoni propositi sia la Cancelliera sia gli “oscuri potenti” se ne fanno un baffo. Ormai si sono abituati a considerarci sudditi obbedienti, pronti a inginocchiarci davanti ai nuovi sultani dʼoccidente, perché questa è lʼidea che abbiamo dato prima con Monti, poi con Letta e ora con Renzi. Occorre mostrare finalmente orgoglio e battere i pugni sul tavolo pretendendo innanzitutto di capire che cosʼè successo nel 2011, quando ci furono gli attacchi dei banchieri, le fucilate dello spread e soprattutto quel “golpe” di cui si hanno conferme persino dai vertici massimi degli Stati Uniti. Non lo si deve pretendere perché allʼepoca cʼera il governo Berlusconi, non è un braccio di ferro tra chi è a favore e chi è contro il Cavaliere. Lo si deve pretendere perché è un problema sovranità, perché un Paese a cui viene sottratta la sovranità è un Paese suddito. Se fosse successo al governo Letta o a qualsiasi altro governo, avremmo dovuto pretenderlo in egual modo, è infantile sottrarsi perché a Palazzo Chigi cʼera un premier cattivo al posto di uno buono, un premier biondo al posto di uno castano scuro. Compito di Renzi è in primis restituire allʼItalia il prestigio perduto. Compito di tutta la politica è aprire una stagione nuova di zecca. Ma per farlo bisogna eliminare ombre e sospetti. E non solo. Bisogna battere i pugni per costringere lʼEuropa a trovare una solu- zione alla vicenda dei nostri Marò. Perché ci fa perdere credibilità anche questo: lʼessere incapaci di difendere e riportare in patria due nostri militari. È così che si riconquista la dignità. Non con gli annunci e i buoni propositi. Sui matrimoni gay è gara tra i sindaci rossi e arancioni. De Magistris: sono arrivato prima io 2 Antonella Ambrosioni Evviva, sono arrivato prima io. Vittoria. Tutti contenti. Napoli ha battuto la concorrenza sui matrimoni gay e De Magistris si sta ammantando di gloria come il gladiatore dei diritti civili: Napoli ha vinto. Con la stelletta appuntata sul petto il primo cittadino ha affermato che «Napoli fa da apripista per la tutela del diritti», a proposito della firma della direttiva con la quale si ordina allʼAnagrafe di trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratte allʼestero e residenti a Napoli. La “gara” tra sindaci è iniziata da un poʼ e di questi tempi la posta in gioco non è più la buona amministrazione, altrimenti gli amministrati dovrebbero recitare il dies irae. Il fine a cui tendere è un altro, il primato di poter celebrare un matrimonio omosessuale, dando una lezione di civiltà a tutti. «Con orgoglio – ha affermato infatti De Magistris – credo che Napoli abbia scritto una pagina di diritto costituzionale, laicità, affermazione del fatto che tutti i cittadini sono diversi, ma uguali». Secolo d’Italia Dʼaltro canto, quellʼatto è, a suo avviso, «anche uno stimolo a un legislatore ancora troppo lento nellʼaffermazione dei diritti costituzionali». Meno male che De Magistris cʼè, si starà sussurrando nelle vie e nei vicoli della città. Del resto ben sappiamo che anche Marino ha la stessa aspirazione, tanto che il suo vicesindaco di Sel, Nieri, dopo qualche giorno dallʼinsediamento disse proprio che non vedeva lʼora di celebrarne uno. La “missione civilizzatrice” sul fronte dei diritti del sindaco di Napoli si spinge fino a giudicare il suo provvedimento «non solo di grande valore simbolico, ma anche giuridico»: «Questa trascrizione – dice – ha un valore anche giuridico mette a pari livello un matrimonio etero e uno omosessuale, per esempio per partecipare alle politiche sociali della città oppure allʼassegnazione delle case». Non manca chi gli fa osservare che il suo entusiasmo infantile andrebbe placato, perché la trascrizione nel registro di stato civile della volontà di coabitare di due omosessuali non ha alcun effetto giuridico, «come stabilì un atto ricognitivo della disciplina vigente prodotto dai ministri dellʼinterno Maroni, della Salute Fazio e dal sottoscritto e mai successivamente contraddetto», chiarisce Maurizio Sacconi del Ncd. «Si tratta quindi di una sceneggiata del tutto propagandistica». Gettare fumo negli occhi è tipico delle cattive amministrazioni che cercano di coprire lʼinefficienza con qualche fuoco dʼartificio per strizzare lʼocchio a qualche radical-chic. settimana scorsa – nel sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dallʼIstituto Piepoli. Grazie al 2% di Sel (invariato) e allʼ1,5% delle altre forze (che segnano +0,5% di variazione) il dato complessivo delle forze di sinistra si conferma al 45% contro il 31%, anchʼesso confermato, del centrodestra che alla leggera flessione di Fi risponde con il +0,5% di Fratelli dʼItaliadiAn. Ecco la tabella complessiva: Il Pd è al 42,0%, registrando, appunto, un -0.5 per cento a ua settimana fa. Sel avrebbe oggi il 2,0%, risultato stabile da una settimana. Altre formazioni di centrosinistra sono raggruppate allʼ 1,5%, un +0.5. Il centrosinistra avrebbe il 45,0%. Venendo in casa centrodestra, Forza Italia ha oggi il 15,5%, -0.5. Nuovo Centrodestra-Udc sono al 4,5%, Fratelli dʼItalia-An guadagna mezzo punto ed oggi è al 4,0%. La Lega rimane invariata al 6,0% , mentre altri formazioni di centrodestra arrivano allʼ 1,0%. In totale abbiamo il 31,0%, ancora lontani dal Pd. Quindi arriviamo al M5S che si attesta al 21,5%. Il sondaggio è stato eseguito il 23 giugno con metodologia C.A.T.I. (Computer Aided Telephone Interviews), su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana maschile e femminile dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente allʼuniverso della popolazione italiana. Il documento della ricerca è pubblicato sul sito www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it. Sondaggi, cʼè ancoramoltolavoroperil centrodestra (31%)cheinsegueil centrosinistraal45% Gabriele Alberti Cʼè da rimboccarsi ancora le maniche nel centrodestra. Nonostante si faccia sempre più palpabile il bluff rappresentato da Renzi e il suo governo fatto ancora di parole e promesse, tuttavia nei sondaggi il Pd marca ancora una distanza netta, sia pure in leggera flessione di mezzo punto. Tanto quanto perde Forza Italia. Ma centrosinistra e centrodestra confermano i loro valori assoluti – rispetto alla rilevazione della MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 Niente comicità, insulti sessisti alla Boschi sul blog di Grillo Redazione Il testo Boschi è «un porcata», firmato M5S. «Il recente testo del Ministro Boschi costruisce un Senato di nominati» a cui «solo come contentino al popolo, si toglie lʼimmunità per rendere più passabile la porcata. Noi abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta, con il semplice emendamento 6.5: “sopprimere lʼarticolo”». Lʼ affondo al ministro Maria Elena Boschi - e al governo – da parte dei pentastellati arriva alla vigilia di un incontro particolarmente atteso: quello che domani vedrà protagonisti Pd e M5S. Ma se, sulla carta, il vertice è dedicato alla riforma della legge elettorale, la polemica che si protrae da giorni e che non accenna a placarsi verte invece sulla riforma del Senato. Ma sulla bacheca Facebook di Beppe Grillo arriva il peggio e il ministro viene offesa nel modo peggiore: «Meglio se faceva la pornostar». «Bot..na». «Bella fuori ma putrefatta dentro». Sono questi alcuni degli insulti sessisti pubblicati da alcuni utenti contro Maria Elena Boschi come commenti al post, pubblicato anche sul blog del leader 5 Stelle, in cui si evidenzia come il ministro delle Riforme abbia «accusato pesantemente il Movimento». Tra i centinaia di commenti, diverse le offese al ministro, anche se numerosi utenti si affrettano a prendere le distanze. Subito arriva la solidarietà della vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani e dalla parlamentare di Forza Italia Elena Centemero: «Purtroppo constatiamo ancora una volta che, quando una donna ricopre ruoli importanti, il dissenso non si esprime sui contenuti ma sottoforma di attacco personale di tipo sessista. È la dimostrazione che in Italia cʼè ancora molto da lavorare, a livello culturale» La Croce Rossa lancia lʼallarme: in un anno raddoppiati gli indigenti Secolo MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 d’Italia Redazione Non solo servizi di ambulanza e raccolta sangue. La Croce Rossa Italiana - 150 mila volontari e 660 comitati sul territorio nazionale continua nel suo rinnovamento, potenzia ed amplia le sue attività: assistenza ai migranti, alle famiglie in difficoltà, accoglienza alle vittime di violenza. Nel 2013, ha assistito - dando loro cibo, vestiti, sostegno scolastico ed economico - circa 800 mila indigenti, un numero doppio rispetto al 2012. Lo scorso anno, la Cri (che quest'anno compie 150 anni) ha soccorso 12.399 migranti a Lampedusa ed assistito oltre 200 di vittime di violenza in quattro centri specialistic. Lo rende noto il rapporto annuale sugli interventi svolti dell'associazione di volontariato, la più grande in Italia, presentato a Solferino (Mantova) dove ha tenuto la sua assemblea nazionale, nei luoghi dove 155 anni fa è nato il Movimento di Croce Rossa. La Cri ha sottolineato il presidente Francesco Rocca, che è anche vicepresidente della Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa - «è nel pieno di un processo storico di ri- forma che è anche e soprattutto un cambiamento culturale e di mentalità per poter rispondere sempre più concretamente e attivamente alle nuove sfide umanitarie del Terzo millennio». Altra risorsa sono i dipendenti (4 mila), risorsa - precisa Rocca - che deve essere ancora più valorizzata nella Croce Rossa che sta tornando pienamente nelle mani dei volontari. Tra le emergenze affrontate a livello nazionale dalla Cri nel 2013, l'alluvione in Sardegna dello scorso novembre quando in totale sono stati distribuiti circa 1.900 pasti al giorno e raccolto, smistato e distribuito materiale di necessità con l'im- piego di 879 tra volontari e operatori. Presso il Cara di Mineo la Cri ha continuato il lavoro di direzione dell'ambulatorio, effettuando 146.601 prestazioni mensili sanitarie. Sostenute poi riferisce ancora il rapporto annuale - migliaia di persone senza fissa dimora attraverso le Unità di strada; a queste i volontari della Cri hanno dato pasti caldo, coperte e vestiti. Oltre al servizio ambulanze, la Cri garantisce una serie di attività che riguardano la protezione e la promozione della salute e della vita, come la diffusione delle manovre di primo soccorso e salvavita pediatriche, le campagne di educazione alla sicurezza stradale, per la donazione del sangue e per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Nel 2013 ha lanciato la campagna no slot contro il gioco d'azzardo. Sul piano internazionale, sono 61 i progetti di cooperazione attivi in 39 paesi. A Solferino, l'assemblea nazionale dei volontari ha approvato una mozione in cui si chiede al governo italiano di far pressione perché sia rispettato in Siria il diritto umanitario come anche l'emblema del Movimento. Redazione «La bontà dell'operazione che stiamo facendo è segnalata dal fatto che finalmente il mercato si muove. Ci sono altre compagnie di bandiera internazionali che si stanno agitando perché questo accordo è una grande iniziativa sul mercato». Così il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, sulla trattativa tra Alitalia ed Etihad, a margine di Eire. Quanto ad Air France, «non so se si sia rivolta all'Unione europea» per chiedere il rispetto delle regole comunitarie, risponde Lupi. Il ministro avverte poi di non usare «l'Europa per impedire le liberalizzazioni e la competitività del sistema aeroportuale. Stiamo rispettando le regole europee come hanno fatto gli altri. La trat- tativa sta andando bene - ha spiegato il ministro - ora abbiamo il lavoro conclusivo con i sindacati. All'approfondimento che stanno facendo l'azienda e i sindacati interverremo anche io e il ministro del lavoro Giuliano Poletti. Ci siamo dati una scadenza, che è quella di metà luglio, e sono convinto che i sindacati dimostreranno grande responsabilità, come hanno fatto finora», ha aggiunto Lupi, concludendo: «Approfondiremo il piano industriale, che noi riteniamo molto positivo, e affronteremo il tema degli esuberi». Le regole Ue le conosciamo – ha detto a sua volta il presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, «vanno rispettate e noi ab- biamo intenzione di farlo. Air France fa parte dell'azionariato, quindi è uno dei componenti che consentiranno di mantenere la maggioranza del capitale di Alitalia in mani europee». Etihad «è una compagnia di successo che non ha tempo da perdere». Il limite massimo del 31 luglio per un accordo «è una data fissata soprattutto dai gestori di Etihad. Sono convinto che sia possibile trovare un accordo» per la ristrutturazione del debito di Alitalia «nell'interesse di tutti». Alitalia, lʼottimismo di Lupi: «I concorrenti si agitano perché stiamo facendo bene» 3 L'aumento del bollo auto preoccupa: le cose si mettono sempre peggio Redazione Stangata dopo stangata, polemica dopo polemica (anche se regge il silenziatore posto dai grandi giornali vicini alla sinistra e inginocchiati davanti a Renzi). Dopo la benzina, il bollo auto, per chi guida è l'ennesimo salasso. Non si tiene nemmeno conto che la stragrande maggioranza di persone sono costrette a usare il proprio veicolo per andare al lavoro e non certo per divertirsi. Federauto, l'organizzazione che rappresenta i concessionari d'auto, autobus, veicoli commerciali e veicoli industriali, è preoccupata sulle voci di un futuro riassetto delle tasse automobilistiche, in particolare l'aumento del bollo auto. «Dalle notizie che circolano e che ci sono state confermate ha detto il presidente Filippo Pavan, a margine di una audizione in commissione Finanze della Camera - si sta lavorando a un aumento del bollo auto contestuale all'eliminazione del superbollo sulle auto di lusso. Si eliminerebbe l'imposta sull'usato (Ipt) mentre verrebbe aumentata del trenta per cento l'imposta sul nuovo che cambierebbe anche nome diventando Iri». Federauto si è detta favorevole all'eliminazione del superbollo sulle auto di lusso «a patto che non si aumenti quello sulle altre auto». Critici anche sull'eliminazione dell'imposta sull'usato: «Togliendo le tasse sull'usato si sostiene un settore che è stabile e che non ha problemi», ha detto Pavan che preferisce invece un alleggerimento fiscale sul nuovo. Iraq, per Kerry possibile un “governo di coalizione”, ma i droni Usa già bombardano Secolo 4 d’Italia Antonio Pannullo Oltre mille persone sono state uccise in Iraq tra il 5 e il 22 giugno in varie regioni del Paese, la maggior parte civili. Lo ha reso noto l'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani. A maggio oltre 900 persone avevano trovato la morte, sempre secondo fonti delle Nazioni Unite. «Almeno 757 civili sono stati uccisi e 599 feriti nelle province di Ninive, Diyala e Salaheddine tra il 5 e il 22 giugno, mentre almeno altre 318 hanno trovato la morte e 590 sono state ferite, sempre nello stesso periodo a Baghdad e nelle regioni del sud», ha precisato Rupert Colville, portavoce dell'Alto Commissariato. «Continuano anche i rapimenti nelle province del nord del Paese e a Baghdad», ha aggiunto la stessa fonte. Gli Stati Uniti a parole sono ancora ottimisti, ma con i fatti non troppo: droni Usa avrebbero infatti bombardato alcuni obiettivi dei ribelli jihadisti al confine tra Iraq e Siria. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando la tv irachena al Iraqiya. I leader iracheni invece indicano che la formazione di un governo di unità nazionale in Iraq è possibile, ha detto alla Cnn il segretario di Stato Usa John Kerry, che dopo essere stato a Baghdad è andato ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, per incontrare il presidente della regione autonoma curda, Massoud Barzani. Quest'ultimo ha un'idea diversa: «L'Iraq sta ovviamente cadendo a pezzi ed è ovvio che il governo federale o centrale ha perso il controllo su ogni cosa. Tutto è al collasso, l'esercito, le truppe, la polizia», ha detto il presidente della repubblica autonoma del Kurdistan iracheno, Barzani, affermando ancora che «non siamo stati noi che abbiamo causato il collasso. Sono stati altri. E noi non possiamo rimanere in ostaggio dell'ignoto. È giunto il momento per il popolo del Kurdistan di determinare il proprio futuro, e noi applicheremo la decisione del popolo», ha detto. «Stiamo ora vivendo in un nuovo Iraq, che è completamente diverso dall'Iraq che abbiamo sempre visto, l'Iraq in cui vivevamo dieci giorni fa, o due settimane fa», ha detto ancora Barzani, aggiungendo che «dopo quanto accaduto di recente, è provato che il popolo curdo dovrebbe ora cogliere l'opportunità, il popolo del Kurdistan dovrebbe ora determinare il proprio futuro». Barzani ha quindi aggiunto che una riconciliazione sarebbe possibile, «se ci fosse comprensione tra sciiti e sunniti e se ci fosse una garanzia di una vera partnership nella gestione del potere». «Ma la situazione è molto complicata. E chi è responsabile di quanto è successo se ne deve andare». Alla domanda se si riferisca al premier sciita Nuri al Maliki, Barzani ha quindi risposto: «Ma certo. È lui il comandante in capo dell'esercito. Lui costruisce le forze armate sulla base della lealtà personale a se stesso, non sulla base della lealtà all'intero Paese. E monopolizza l'autorità e il potere. Lui ha guidato i militari, e questo è il risultato». Siria, è allarme: oltre 12mila i mercenari andati ad arruolarsi coi terroristi da ben 81 Paesi Redazione Sono oltre 12mila, da 81 Paesi, i combattenti stranieri andati in Siria a combattere contro il governo legittimo di del presidente Assad nei tre anni dall'inizio del conflitto, già 2000 in più rispetto a quelli arrivati in Afghanistan in 10 anni di guerra. Circa 3000 provengono da Paesi occidentali, i numeri più alti in Ue riguardano Francia, oltre 700; Gran Bretagna, almeno 400; Germania, 270; e Belgio, 250. Ma le partenze sono soprattutto dal mondo arabo, in particolare da Tunisia, 3000; e Marocco, 1500. Lo scrive l'ex capo anti- terrorismo dell'MI6 Richard Barrett, in uno studio. «I tre gruppi che attraggono il maggior numero di cambattenti stranieri sono Arar al-Sham, Jabhat al-Nusra e l'Isis, tutti fondati da ex membri di al-Qaeda. Questi sono capaci di coinvolgere un maggior numero di persone, sono meglio organizzati, e meglio finanziati delle loro controparti più moderate», lo scrive ancora l'ex capo dell'antiterrorismo dell'MI6. Secondo Barrett, «è probabile che la guerra siriana diventi un incubatore per una nuova generazione di terroristi». E non lo pensa solo lui: i recenti successi del jihad in Iraq potrebbero avere un "effetto incentivo" per i foreign fighters (i combattenti da Paesi Terzi, almeno 2000 solo quelli Ue) verso il progetto del Califfato: una prospettiva che accresce le preoccupazioni in Ue, dove nove Stati, Italia compresa, hanno da tempo creato un gruppo di lavoro per affrontare il fenomeno dei fighters, ed il rischio terrorismo rappresentato dal loro ritorno nel Paese di origine. Il coordinatore anti-terrorismo Ue Gilles De Kerchove, che all'inizio di luglio sarà all'informale Giustizia e Affari interni a Milano per parlarne con gli esperti, ha spiegato la situazione in un'intervista all'Ansa: «L'evoluzione della situazione in Iraq è davvero molto preoccupante di per sè, al di là dei fighters - spiega De Kerchove -. Qui una vasta organizzazione terroristica si è impossessata di una larga parte del territorio. Rapinano banche, hanno accesso alle raffinerie di petrolio, sono finanziariamente autosufficienti ed hanno consolidato un'area che è diventata un porto sicuro dove i terroristi possono raggrupparsi. In aggiunta, c'è l'impatto dei recenti successi in Iraq, su coloro che credono nel progetto del Califfato». Per De Kerchove occorre essere vigili: circa un terzo dei combattenti sono tornati in Europa. Ma i Paesi Ue non hanno abbastanza risorse per il loro monitoraggio e nove Stati membri stanno lavorando per massimizzare gli strumenti esistenti. Il 16% dei combattenti Ue presenti in Siria si stima siano donne. «Non significa che tutte imbraccino un kalashnikov - evidenzia De Kerchove -. Alcune curano la logistica, altre hanno più semplicemente seguito il marito». MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 Giornalisti condannati in Egitto, la Ue invia al Cairo un diplomatico per gestire la crisi Redazione Il responsabile del dipartimento ''Risposta alle crisi' del Servizio diplomatico europeo (Eeas), Agostino Miozzo, è in queste ore al Cairo per una visita durante la quale incontrerà responsabili egiziani per discutere, fra l'altro, della recente "crisi" con Gran Bretagna e Olanda creata dalle condanne di giornalisti nel processo Al Jazira. Intanto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha respinto le critiche internazionali alla sentenza contro i giornalisti di Al Jazira esortando a rispettare l'indipendenza della magistratura egiziana. «Non si compiono ingerenze negli affari della magistratura, che è indipendente», ha detto Sisi al Cairo a una cerimonia per promozioni presso l'accademia militare. Pur senza citare le condanne di tre giornalisti della tv qatariota, il presidente ha detto che «nessuno deve criticare le istituzioni dello Stato» egiziano, aggiungendo che «si deve rispettare la magistratura e non commentare i suoi verdetti anche se gli altri non comprendono la natura di tali sentenze». Lunedì un tribunale del Cairo aveva inflitto condanne tra i sette ed i 10 anni di carcere a 18 giornalisti e operatori della tv satellitare qatariota per sostegno ai Fratelli musulmani, movimento considerato terrorista in Egitto. Tre giornalisti (l'australiano Peter Greste, l'egitto-canadese Mohamed Fahmi e l'egiziano Baher Mohamed) sono in carcere come quattro fotografi e operatori egiziani mentre altri 11 imputati (tra cui due reporter britannici e una olandese) sono stati condannati a 10 in contumacia. Lo sconto energetico del governo? Sarà ininfluente per le piccole imprese... MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 Secolo 5 d’Italia Redazione Cattive notizie per le imprese, soprattutto per quelle piccole: lo "sconto" annunciato del governo sull'energia elettrica per le aziende sarà quasi ininfluente per le micro aziende, vanificando così il possibile effetto ripresa. Lo sostiene la Confederazione artigiani e piccole imprese (Cgia) di Mestre che, nello studio sugli effetti del cosiddetto sconto energetico, ha visto che esso non produrrà nessun beneficio per l'85 per cento delle imprese e dei lavoratori autonomi. Questo perché - ricordano nel loro studio gli artigiani mestrini - il beneficio riguarda le utenze con una potenza impiegata superiore a 16,5 Kw; quindi, secondo la Cgia, almeno 4 milioni di attività economiche sotto questa soglia non potranno beneficiare degli effetti del "taglia-bollette" che, secondo gli obbiettivi del Governo, avrebbe dovuto ridurre i costi energetici delle piccole e medie imprese (Pmi) almeno del 10%. La Cgia sottolinea ancora che le piccole imprese italiane pagano l'energia elettrica oltre il 68% in più della media europea. Quindi il costo praticato nel Paese è pari a circa 200 euro ogni 1.000 Kwh consumati; inoltre le piccole imprese italiane pagano il 61% in più delle grandi imprese. Secondo le stime del ministero dello Sviluppo economico, le imprese interessate da questo provvedimento (in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) sono 710.000. Peccato - rileva la Cgia - che al di sotto della soglia dei 16,5 Kw operino almeno 4 milioni di imprese e di lavoratori autonomi che, pertanto, non godranno di nessun beneficio. «Sia chiaro - dice il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - qualsiasi misura che abbassi le tasse o, come in questo caso, riduce i costi di produ- zione delle attività economiche va salutata con soddisfazione. Detto ciò, ricordo che il 95% delle imprese presenti in Italia ha meno di 10 addetti e ben oltre il 70% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo. Appare evidente che buona parte di queste imprese e la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi operano con soglie di potenza impegnata ben inferiori ai 16,5 Kw». Redazione Torna il segno più sul turismo italiano: quest'estate oltre un milione e mezzo di nostri connazionali torneranno a fare vacanze, segnando un incremento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2013, con un totale di vacanzieri che dovrebbe superare i 27,2 milioni. Lo rende noto un'indagine Confesercenti-Swg, secondo la quale, quindi, resterà a casa un italiano su tre. In controtendenza la spesa media per persona, che dovrebbe attestarsi a 788 euro, archiviando un calo del 18% rispetto all'anno scorso. Altro dato negativo riguarda la spesa complessiva: quasi 21,5 miliardi di euro, in calo di circa 3,2 miliardi (-13%). Quest'anno gli italiani in vacanza, racconta ancora l'indagine, trascorreranno un giorno in meno fuori casa: 11 contro i 12 dell'anno scorso e i 14 del 2008, ante crisi. Agosto rimane il mese preferito, viene scelto infatti dalla maggioranza degli italiani (54%, contro il 52 del 2013); a seguire luglio (34%) e settembre (18%). Tra le mete prescelte, la Spagna (28%) comanda sempre la classifica; ma quest'anno potrebbe esserci il boom della Croazia, che sale di ben 8 punti nelle preferenze degli italiani, arrivando a un considerevole 18%. Bene anche la Grecia (dal 16 al 19%), mentre la Francia scende dal 24 al 19%. Tra chi rimane in Italia la regione più scelta è la Puglia, che sale di tre punti toccando il 16%. Seguono Sicilia ed Emilia Roma- gna, in lieve ribasso, e la Toscana che le tallona. Il mare che nel 2006 raccoglieva il favore di più di due terzi degli italiani (73%) - continua a rimanere in testa alla preferenze dei vacanzieri, ma con il 48%. Seguono ben distanziate la montagna e le città d'arte, attorno al 14%. Per individuare la propria vacanza, il 62% degli intervistati dichiara apertamente di verificare le opinioni degli altri su internet, mentre un 9% si affida alle guide specializzate. Il mezzo preferito per raggiungere i luoghi di vacanza resta decisamente l'automobile, che verrà utilizzata dal 63%; in rimonta il treno (dall'8% all'11%) e calo quasi simmetrico per l'aereo (dal 25 al 21%). I controlli sulla salute degli immigrati ora si fanno a bordo delle navi di soccorso Gli italiani tornano a godersi le vacanze (alla faccia della crisi e dei menagramo) Redazione I controlli sanitari sui migranti che arrivano sulle coste italiane non sono più fatti a terra, sotto i tendoni o in luoghi spesso precari, ma direttamente a bordo delle navi impegnate nell'attività di pattugliamento per il recupero dei barconi. Venti medici del ministero della Salute, infatti, collaboreranno con l'operazione “Mare Nostrum” e saranno presenti, organizzati in turni, uno per ogni imbarcazione della Marina. Una novità importante che arriva proprio nel giorno in cui una nave della Marina, impegnata nell'operazione militare e umanitaria, è approdata per la prima volta in Calabria dopo aver soccorso ieri 618 migranti nel Canale di Sicilia. Intanto, di immigrazione è tornato a parlare il presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale ha spiegato che Mare nostrum «ha il grande merito di salvare le vite, ma da sola non basterà mai» Un concetto propagandistico che urta con la realtà dell'arrivo in massa di immigrati, senza ormai più un limite. Per quanto riguarda i controlli sanitari a bordo delle navi, i venti medici del Ministero insieme a medici militari e della Croce Rossa, potranno identificare, in appositi spazi allestiti sulle navi, eventuali sintomi delle 13 sindromi che richiedono un intervento di sanità pubblica, come previsto dalla circolare ministeriale dell'allora ministro Ferruccio Fazio. Ad esempio, potranno individuare sindromi respiratorie che potrebbero rivelarsi casi di tubercolosi, sindromi esantematiche che potrebbero far pensare a morbillo, sindromi neurologiche che possono essere sintomo di una meningite in corso. I medici che hanno visitato gli immigrati che erano a bordo della nave Etna, giunta stamattina a Reggio Calabria, hanno riscontrato casi di scabbia e di pediculosi, sintomi della varicella e varie forme di dermatite. Modena, il neosindaco Muzzarelli promette dialogo: lʼopposizione lo attende alla prova 6 Secolo d’Italia Redazione «Ammetto che il discorso del primo cittadino di sabato mattina in Consiglio comunale non mi è dispiaciuto. Ha ribadito la volontà di aprire un dialogo costruttivo con le opposizioni, unʼimpostazione che condivido e che spero si realizzi». È quanto afferma Giuseppe Pellacani, capogruppo di Udc in Consiglio comunale di Modena, che così prosegue: «Qualcuno mi dice di non fidarmi troppo perché anche lʼex sindaco Pighi era maestro nelle aperture, alle quali poi seguivano comportamenti di segno opposto. Saremo vigili e attenti, ma senza pregiudizi, consapevoli che ogni persona poi risponda per se. Ed è tanto vero che alcune grosse, almeno tre, differenze dalla Giunta precedente si notano subito. Primo. Pighi aveva in generale fatto quadrare più o meno le competenze con assessorati e deleghe. Però poi le cose non sono andate molto bene. Ma pazienza. Oggi Gian Carlo Muzzarelli (alla guida della nuova Giunta di centrosinistra) prova a confonderci sparigliando le carte. Cambia i nomi degli assessorati, introducendo qualche pretenziosità (smart city=città intelligente) e mescolando (a caso?) le tradizionali deleghe. Ad esempio, unisce il Lavoro a Centro storico e Quartieri, lo Sport allAmbiente (che porta alla mente lʼinceneritore), il Bilancio alla Smart city, che a naso hanno scarso nesso tra loro. Stupiti lo siamo; convinti: mah... Secondo. Poi ci sconvolge con le nomine: chi per tutta la vita si è occupato (con competenza e buone idee) di Welfare alla Scuola e Cultura, un avvocato allʼUrbanistica, un'esperta di controllo di gestione a Welfare, Sanità e Coesione sociale, uno stimato penalista tributario (speriamo faccia pagare meno tasse a cittadini e commercianti) alle Attività economiche e Promozione, un progettista edile ai Lavori pubblici e infrastrutture, una professoressa di Lettere già presidente per cinque anni della circoscrizione Centro storico (poi persa dal Pd nel 2009) al Centro storico, quartieri e lavoro, e via di seguito. Terzo. Dulcis in fundo, ribadisce più volte il concetto «dellʼuomo forte». Vuole sottintendere e bilanciare quello di Giunta debole? Perché non sarà facile con questi nominati mettere la politica modenese al riparo dalle pressioni e dallʼabbraccio potenzialmente costrittivo degli affari, sempre attenti e in prima fila alla presentazione della nuova Giunta. Aspetto Muzzarelli al banco di prova – conclude Pellacani – I problemi che incombono, le cose in sospeso da realizzare, i pasticci da rimediare sono innumerevoli. Alcuni sono già». Redazione Appello del vicepresidente vicario del gruppo Pdl/Fi Erio Congedo al centrosinistra salentino affinché si renda protagonista di azioni utili a tutelare il territorio salentino dalla mannaia della spending review del governo che “taglia” le sedi periferiche di importantissimi enti e istituzioni: dalle Province al Tar, dalle prefetture alle Camere di Commercio, fino a caserme e postazioni delle forze dellʼordine. «Lettere e inviti al governo da parte dei rappresentanti del centrosinistra salentino - puntualizza - vanno bene, ma non possono bastare. La mobilitazione contro i tagli indiscriminati della spending re- view sulle sedi di enti particolarmente vicini alle esigenze e agli interessi dei cittadini deve essere più concreta. Anche perché il centrosinistra è forza di governo e il pressing andrebbe fatto nelle sedi opportune, in maniera pronta e diretta, piuttosto che con iniziative mediatiche che lasciano il tempo che trovano. Purtroppo, temo che proprio questo profilo dellʼazione di spending review del governo sia esattamente lʼaltra faccia, quella brutta, degli ormai celeberrimi 80 euro. Una manovra che ha pagato certamente in termini di consenso, ma che oggi rivela tutti i suoi limiti e i suoi “costi”. Per questo sento di rivolgere un appello agli esponenti del centrosinistra del Salento che in questi giorni sono prodighi di lettere e preghiere al governo di Matteo Renzi, affinché la loro azione si faccia sentire in termini reali di tutela del territorio e non sia solo un modo per timbrare il cartellino della rappresentanza politica e istituzionale. Non solo conclude Congedo - perché ci stanno sfilando da sotto gli occhi tutto il possibile in termini di sedi e luoghi di grande importanza per i cittadini, ma anche per evitare ulteriori mortificazioni ai bisogni dei salentini, alle loro aspirazioni, ai loro interessi». Forza Italia sprona il centrosinistra salentino contro i tagli della spending review MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 “Sant'Eugenio” al collasso: anche la sinistra lo ammette Redazione «Da settimane chiediamo risposte in merito alle problematiche della sanità laziale, sollevate da amministratori e cittadini delle nostre province. Oggi, a conferma di quanto abbiamo affermato in questi giorni sulle continue grida di allarme lanciate dai territori laziali, anche un esponente della maggioranza di centrosinistra (Tortosa) conferma le nostre posizioni». Lo dichiara il consigliere di Forza Italia della Regione Lazio, Antonello Aurigemma. «Infatti il capogruppo del Psi ha evidenziato la situazione al collasso del Pronto soccorso dell'ospedale “Sant'Eugenio" di Roma. Tutto ciò dimostra la consistenza delle nostre tesi che, ripetiamo, hanno come unico obiettivo quello di stimolare la Giunta affinchè affronti con determinazione queste criticità. Questo – continua Aurigemma – dovrebbe far ravvedere il capogruppo del Pd Vincenzi, che nei giorni scorsi ha bollato le mie comprensibile preoccupazioni, che tra lʼaltro sono le stesse di numerosi sindaci anche di centrosinistra, come “ricostruzioni artificiose e demagogiche”. Beh, oggi dalla sua stessa maggioranza arriva un campanello dʼallarme sulla situazione dei nostri ospedali. Adesso auspichiamo che il capogruppo Pd eviti di nascondere la polvere sotto il tappeto oppure di buttare la palla in tribuna, ma si renda conto della situazione, che è seria e merita risposte concrete». La prima volta degli Arcade Fire a Roma: tripudio di rock e non solo a Capannelle Secolo MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014 7 d’Italia Redazione Paillettes argentate, lustrini, effetti di luce e colori: l'incontro fra Roma e gli Arcade Fire è stato una festa da ballo, un caleidoscopio di ritmi e colori. Per la prima volta nella capitale, ospite del PostePay Rock in Roma, rassegna da sempre attenta alle nuove tendenze musicali, la band canadese fenomeno del momento ha portato sul palco dell'Ippodromo di Capannelle uno spettacolo sospeso fra atmosfere caraibiche, rock'n'roll e le sonorità della dance music fine anni '70 inizio anni '80. Forti del successo riscosso dalla loro ultima fatica, il doppio disco "Reflektor", gli Arcade Fire hanno proposto uno show completo che, a una scaletta ben equilibrata fra pezzi vecchi e nuovi, ha alternato veri e propri momenti di spettacolo puro. Una finta band con enormi teste di cartapesta ha introdotto il vero gruppo a inizio concerto sul ritmo di "Rebellion (Lies)" per dare vita a uno spettacolo che ha saputo tenere costantemente vivo il pubblico attraverso un continuo cambio di scena, in un'escalation che ha dato il meglio di sé su "Here comes the night time", quando un'esplosione di coriandoli ha trasportato tutti nel Carnevale di Haiti che tanto ha influenzato l'immaginario dei sei di Montreal. Alcuni momenti dello show hanno entusiasmato in modo particolare i fan: durante il concerto, la polistrumentista Regine Chassagne, moglie del frontman Win Butler, braccata da un ballerino tra- vestito da morte, ha indossato i panni di Euridice cantando "It's never over (Oh Orpheus)" per il suo Win-Orfeo; da un palchetto montato in mezzo al pubblico, sulle note di "Afterlife", si è esibito un uomo-stroboscopico simile a quello presente nel video di "Reflektor" girato da Irene Grandi ed Emilie Simon incanteranno i romani a piazza Farnese Redazione Sarà un concerto evento tutto al femminile quello che si svolgerà a Roma il 27 giugno e che avrà come protagoniste due grandi voci, una italiana e una francese. Regina della serata sarà Irene Grandi, che per l'occasione ha preparato uno spettacolo in versione acustica. Prima di lei salirà sul palco Emilie Simon, artista pop eclettica, nativa di Montpellier, con all'attivo sei album in studio. Ad aprire le danze saranno i Betta Blues Society, band vincitrice del concorso Edison-Change the Music. L'evento sarà gratuito e si svolgerà a piazza Farnese, che verrà trasformata in un vero e proprio salotto, con 1.000 cuscini che permetteranno al pubblico di assistere al concerto stando comodamente seduti per terra. Sarà inoltre una serata di musica a emissioni zero: il palco verrà completamente alimentato da energia rinnovabile. L'iniziativa è promossa dall'ambasciata di Francia in Italia e dall'Institut français Italia in collaborazione con Edison. La data è inserita nel programma del festival Suona Francese. Il concerto fa inoltre parte dello scambio culturale Tandem Parigi-Roma, che porterà per tutto il 2014 nelle due capitali europee eventi teatrali, musicali, artistici, letterari, rafforzando il legame tra le due città già suggellato da un gemellaggio esclusivo che risale al 1957. Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Anton Corbijn; infine, Butler è salito sul palco nelle vesti di Papa Francesco: una sorridente maschera di cartapesta che ben si inseriva nel ritmo gioioso della band. Ma sono state soprattutto le canzoni a farla da padrone: se è vero che sui pezzi dell'ultimo disco era impossibile non ballare, i brani dei loro precedenti lavori hanno dato al pubblico brividi e pelle d'oca. La trascinante "No Cars Go" e la springsteeniana "Keep the car running" da Neon Bible, "Sprawl II (Mountains beyond mountains)" e "The Suburbs" dall'omonimo disco vincitore di un Grammy Award nel 2010, "Neighborhood #3 (Power Out)" e la conclusiva "Wake up" dal loro primo album Funeral hanno incantato i settemila accorsi all'Ippodromo di Capannelle per uno degli eventi musicali più attesi dell'anno. Un evento impreziosito da un bel gesto di solidarietà: per ogni biglietto venduto la band devolverà un euro a Partners in health, un'associazione che raccoglie fondi per garantire cure mediche alle popolazioni bisognose in Paesi in via di sviluppo. Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250