senza attacco e senzʼanima. lʼuruguay rispedisce a casa lʼitalia

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senza attacco e senzʼanima. lʼuruguay rispedisce a casa lʼitalia
d’Italia
SENZA ATTACCO E SENZʼANIMA. LʼURUGUAY RISPEDISCE
A CASA LʼITALIA DI PRANDELLI
ANNO LXII N.147
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Mario Aldo Stilton
I-ta-li-a, I-ta-li-a. Il meglio
lʼhanno dato dagli spalti dello
stadio di Natal. Quelle piccole
macchie dʼazzurro tra tutto quel
celeste e quel verde oro, poco
dopo lʼassurda espulsione di
Marchisio, hanno cominciato a
gridare a squarciagola: «Italia,
Italia». E per un attimo, giusto
un momento, ci siamo sentiti orgogliosi. Frustrati dallʼatteggiamento in campo dei nostri, dalla
loro incapacità di inquadrare la
porta e tirare, ma orgogliosi. Orgogliosi di quei nostri connazionali, con la bandiera in mano o
con la mano sul cuore, con le
facce dipinte di tricolore e le
parrucche blu elettrico, che non
hanno smesso di incitarla questa dannatissima squadra di
calcio. Che avrebbe dovuto
spaccare il mondo e magari
consegnarci il quinto titolo mondiale e che invece se ne torna a
casa, senza neppure superare
il girone eliminatorio. Un vero
capolavoro, quello di Prandelli.
Se solo si pensa che in svantaggio dopo il gol di testa di
Godin e in inferiorità numerica
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abbiamo affidato le nostre speranze di rimonta ad un attacco
composto da Cassano e Parolo.
Punte zero. Proprio nessuna. Balotelli evanescente e inconcludente, ammonito nel primo tempo
e rimasto negli spogliatoi allʼavvio
del secondo; Ciro Immobile alle
prese coi crampi, sostituito anchʼegli. Il primo dal neo acquisto
della Lazio, il secondo da Fantan-
tonio. Un centravanti vero che lascia il posto a un finto centravanti.
Ecco la genialata. E Cerci e Insigne che pure hanno dimostrato di
saper tirare in porta, lasciati a marcire in panchina. Perché tanto lo
zero a zero ci avrebbe qualificato.
Ora, sarà pure facile prendersela
con Prandelli e le sue strampalatezze che ci hanno procurato un
travaso di bile, ma davvero non se
mercoledì 25/6/2014
ne può più di questʼuomo. Di lui
che mangia la banana con lʼamico
Matteo Renzi, lui che sa sempre
cosa è giusto dire e giusto fare, lui
che ha voluto il codice etico e che
lʼha fatta a maccheroncini con lʼinflessibile applicazione che poi così
inflessibile non è mai stata. Questo mister che merita lʼaggiunta
della O, perché è un vero mistero
la sua fulminea ascesa nel firmamento dei media e del mondo che
conta. Che mai a criticarlo perché
era più intoccabile della famosa
pubblicità della De Rica. Che pur
non avendo mai vinto una cippa
fritta, tutti a omaggiarlo e a prostrarsi dinnanzi alla sua suadenza
e alle sue pseudo teorie. Adesso
è normale che gli andranno tutti
contro. Che molti degli esegeti si
smarcheranno che neppure Messi
saprebbe far meglio. E magari lo
costringeranno alle dimissioni
dopo avergli rinnovato il contratto
principesco, previa buonuscita.
Così il povero (si fa per dire) Prandelli avrà tempo per riflettere sulla
vacuità della sorte e sulle sue capacità tecniche. Mentre il gran
circo del pallone si prenderà unʼaltra immeritata vacanza.
È lʼEuropa che deve chiederci scusa. A cominciare
dal “golpe bianco” e dai Marò
Girolamo Fragalà
Per far capire alla Merkel e agli
“oscuri potenti” dʼEuropa che con
lʼItalia non si scherza più non
basta la retorica, non bastano gli
annunci e non basta la faccia
dʼangelo di Matteo Renzi, con i
suoi discorsi pieni di enfasi e
buoni propositi. Perché degli annunci e dei buoni propositi sia la
Cancelliera sia gli “oscuri potenti”
se ne fanno un baffo. Ormai si
sono abituati a considerarci sudditi obbedienti, pronti a inginocchiarci davanti ai nuovi sultani
dʼoccidente, perché questa è
lʼidea che abbiamo dato prima con
Monti, poi con Letta e ora con
Renzi. Occorre mostrare finalmente orgoglio e battere i pugni
sul tavolo pretendendo innanzitutto di capire che cosʼè successo
nel 2011, quando ci furono gli attacchi dei banchieri, le fucilate
dello spread e soprattutto quel
“golpe” di cui si hanno conferme
persino dai vertici massimi degli
Stati Uniti. Non lo si deve pretendere perché allʼepoca cʼera il governo Berlusconi, non è un
braccio di ferro tra chi è a favore e
chi è contro il Cavaliere. Lo si
deve pretendere perché è un problema sovranità, perché un Paese
a cui viene sottratta la sovranità è
un Paese suddito. Se fosse successo al governo Letta o a qualsiasi altro governo, avremmo
dovuto pretenderlo in egual modo,
è infantile sottrarsi perché a Palazzo Chigi cʼera un premier cattivo al posto di uno buono, un
premier biondo al posto di uno castano scuro. Compito di Renzi è in
primis restituire allʼItalia il prestigio
perduto. Compito di tutta la politica
è aprire una stagione nuova di
zecca. Ma per farlo bisogna eliminare ombre e sospetti. E non solo.
Bisogna battere i pugni per costringere lʼEuropa a trovare una solu-
zione alla vicenda dei nostri Marò.
Perché ci fa perdere credibilità
anche questo: lʼessere incapaci di
difendere e riportare in patria due
nostri militari. È così che si riconquista la dignità. Non con gli annunci e i buoni propositi.
Sui matrimoni gay è gara tra i sindaci rossi
e arancioni. De Magistris: sono arrivato prima io
2
Antonella Ambrosioni
Evviva, sono arrivato prima io. Vittoria. Tutti contenti. Napoli ha battuto la concorrenza sui matrimoni
gay e De Magistris si sta ammantando di gloria come il gladiatore
dei diritti civili: Napoli ha vinto. Con
la stelletta appuntata sul petto il
primo cittadino ha affermato che
«Napoli fa da apripista per la tutela del diritti», a proposito della
firma della direttiva con la quale si
ordina allʼAnagrafe di trascrivere i
matrimoni tra persone dello stesso
sesso contratte allʼestero e residenti a Napoli. La “gara” tra sindaci è iniziata da un poʼ e di questi
tempi la posta in gioco non è più
la buona amministrazione, altrimenti gli amministrati dovrebbero
recitare il dies irae. Il fine a cui tendere è un altro, il primato di poter
celebrare un matrimonio omosessuale, dando una lezione di civiltà
a tutti. «Con orgoglio – ha affermato infatti De Magistris – credo
che Napoli abbia scritto una pagina di diritto costituzionale, laicità,
affermazione del fatto che tutti i
cittadini sono diversi, ma uguali».
Secolo
d’Italia
Dʼaltro canto, quellʼatto è, a suo avviso, «anche uno stimolo a un legislatore ancora troppo lento
nellʼaffermazione dei diritti costituzionali». Meno male che De Magistris cʼè, si starà sussurrando nelle
vie e nei vicoli della città.
Del resto ben sappiamo che anche
Marino ha la stessa aspirazione,
tanto che il suo vicesindaco di Sel,
Nieri, dopo qualche giorno dallʼinsediamento disse proprio che non
vedeva lʼora di celebrarne uno. La
“missione civilizzatrice” sul fronte
dei diritti del sindaco di Napoli si
spinge fino a giudicare il suo provvedimento «non solo di grande valore simbolico, ma anche
giuridico»: «Questa trascrizione –
dice – ha un valore anche giuridico mette a pari livello un matrimonio etero e uno omosessuale,
per esempio per partecipare alle
politiche sociali della città oppure
allʼassegnazione delle case». Non
manca chi gli fa osservare che il
suo entusiasmo infantile andrebbe
placato, perché la trascrizione nel
registro di stato civile della volontà
di coabitare di due omosessuali
non ha alcun effetto giuridico,
«come stabilì un atto ricognitivo
della disciplina vigente prodotto
dai ministri dellʼinterno Maroni,
della Salute Fazio e dal sottoscritto e mai successivamente
contraddetto», chiarisce Maurizio
Sacconi del Ncd. «Si tratta quindi
di una sceneggiata del tutto propagandistica». Gettare fumo negli
occhi è tipico delle cattive amministrazioni che cercano di coprire
lʼinefficienza con qualche fuoco
dʼartificio per strizzare lʼocchio a
qualche radical-chic.
settimana scorsa – nel sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dallʼIstituto Piepoli.
Grazie al 2% di Sel (invariato) e
allʼ1,5% delle altre forze (che
segnano +0,5% di variazione) il
dato complessivo delle forze di
sinistra si conferma al 45% contro il 31%, anchʼesso confermato, del centrodestra che alla
leggera flessione di Fi risponde
con il +0,5% di Fratelli dʼItaliadiAn. Ecco la tabella complessiva:
Il Pd è al 42,0%, registrando,
appunto, un -0.5 per cento a ua
settimana fa. Sel avrebbe oggi
il 2,0%, risultato stabile da una
settimana. Altre formazioni di
centrosinistra sono raggruppate
allʼ 1,5%, un +0.5. Il centrosinistra avrebbe il 45,0%. Venendo
in casa centrodestra, Forza Italia ha oggi il 15,5%, -0.5. Nuovo
Centrodestra-Udc sono al 4,5%,
Fratelli dʼItalia-An guadagna
mezzo punto ed oggi è al 4,0%.
La Lega rimane invariata al
6,0% , mentre altri formazioni di
centrodestra arrivano allʼ 1,0%.
In totale abbiamo il 31,0%, ancora lontani dal Pd. Quindi arriviamo al M5S che si attesta al
21,5%. Il sondaggio è stato
eseguito il 23 giugno con metodologia C.A.T.I. (Computer
Aided Telephone Interviews), su
un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione
italiana maschile e femminile
dai 18 anni in su, segmentato
per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza
Centri proporzionalmente allʼuniverso della popolazione italiana. Il documento della ricerca
è
pubblicato
sul
sito
www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it.
Sondaggi, cʼè ancoramoltolavoroperil centrodestra
(31%)cheinsegueil centrosinistraal45%
Gabriele Alberti
Cʼè da rimboccarsi ancora le
maniche nel centrodestra. Nonostante si faccia sempre più
palpabile il bluff rappresentato
da Renzi e il suo governo fatto
ancora di parole e promesse,
tuttavia nei sondaggi il Pd
marca ancora una distanza
netta, sia pure in leggera flessione di mezzo punto. Tanto
quanto perde Forza Italia. Ma
centrosinistra e centrodestra
confermano i loro valori assoluti
– rispetto alla rilevazione della
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
Niente comicità, insulti
sessisti alla Boschi
sul blog di Grillo
Redazione
Il testo Boschi è «un porcata»,
firmato M5S. «Il recente testo
del Ministro Boschi costruisce
un Senato di nominati» a cui
«solo come contentino al popolo, si toglie lʼimmunità per
rendere più passabile la porcata. Noi abbiamo rigettato in
toto la sconcia proposta, con
il semplice emendamento 6.5:
“sopprimere lʼarticolo”». Lʼ affondo al ministro Maria Elena
Boschi - e al governo – da
parte dei pentastellati arriva
alla vigilia di un incontro particolarmente atteso: quello che
domani vedrà protagonisti Pd
e M5S. Ma se, sulla carta, il
vertice è dedicato alla riforma
della legge elettorale, la polemica che si protrae da giorni e
che non accenna a placarsi
verte invece sulla riforma del
Senato. Ma sulla bacheca Facebook di Beppe Grillo arriva
il peggio e il ministro viene offesa nel modo peggiore: «Meglio se faceva la pornostar».
«Bot..na». «Bella fuori ma putrefatta dentro». Sono questi
alcuni degli insulti sessisti
pubblicati da alcuni utenti contro Maria Elena Boschi come
commenti al post, pubblicato
anche sul blog del leader 5
Stelle, in cui si evidenzia
come il ministro delle Riforme
abbia «accusato pesantemente il Movimento». Tra i
centinaia di commenti, diverse le offese al ministro,
anche se numerosi utenti si
affrettano a prendere le distanze. Subito arriva la solidarietà della vicesegretaria
del Pd, Debora Serracchiani e
dalla parlamentare di Forza
Italia Elena Centemero: «Purtroppo constatiamo ancora
una volta che, quando una
donna ricopre ruoli importanti,
il dissenso non si esprime sui
contenuti ma sottoforma di attacco personale di tipo sessista. È la dimostrazione che in
Italia cʼè ancora molto da lavorare, a livello culturale»
La Croce Rossa lancia lʼallarme:
in un anno raddoppiati gli indigenti
Secolo
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
d’Italia
Redazione
Non solo servizi di ambulanza e
raccolta sangue. La Croce Rossa
Italiana - 150 mila volontari e 660
comitati sul territorio nazionale continua nel suo rinnovamento,
potenzia ed amplia le sue attività:
assistenza ai migranti, alle famiglie in difficoltà, accoglienza alle
vittime di violenza. Nel 2013, ha
assistito - dando loro cibo, vestiti,
sostegno scolastico ed economico - circa 800 mila indigenti, un
numero doppio rispetto al 2012.
Lo scorso anno, la Cri (che quest'anno compie 150 anni) ha soccorso 12.399 migranti a
Lampedusa ed assistito oltre 200
di vittime di violenza in quattro
centri specialistic. Lo rende noto
il rapporto annuale sugli interventi svolti dell'associazione di
volontariato, la più grande in Italia, presentato a Solferino (Mantova) dove ha tenuto la sua
assemblea nazionale, nei luoghi
dove 155 anni fa è nato il Movimento di Croce Rossa. La Cri ha sottolineato il presidente Francesco Rocca, che è anche vicepresidente della Federazione
internazionale della Croce Rossa
e della Mezzaluna Rossa - «è nel
pieno di un processo storico di ri-
forma che è anche e soprattutto
un cambiamento culturale e di
mentalità per poter rispondere
sempre più concretamente e attivamente alle nuove sfide umanitarie del Terzo millennio». Altra
risorsa sono i dipendenti (4 mila),
risorsa - precisa Rocca - che
deve essere ancora più valorizzata nella Croce Rossa che sta
tornando pienamente nelle mani
dei volontari. Tra le emergenze
affrontate a livello nazionale dalla
Cri nel 2013, l'alluvione in Sardegna dello scorso novembre
quando in totale sono stati distribuiti circa 1.900 pasti al giorno e
raccolto, smistato e distribuito
materiale di necessità con l'im-
piego di 879 tra volontari e operatori. Presso il Cara di Mineo la
Cri ha continuato il lavoro di direzione dell'ambulatorio, effettuando 146.601 prestazioni
mensili sanitarie. Sostenute poi riferisce ancora il rapporto annuale - migliaia di persone senza
fissa dimora attraverso le Unità di
strada; a queste i volontari della
Cri hanno dato pasti caldo, coperte e vestiti. Oltre al servizio
ambulanze, la Cri garantisce una
serie di attività che riguardano la
protezione e la promozione della
salute e della vita, come la diffusione delle manovre di primo
soccorso e salvavita pediatriche,
le campagne di educazione alla
sicurezza stradale, per la donazione del sangue e per la prevenzione
delle
malattie
sessualmente trasmissibili. Nel
2013 ha lanciato la campagna no
slot contro il gioco d'azzardo. Sul
piano internazionale, sono 61 i
progetti di cooperazione attivi in
39 paesi. A Solferino, l'assemblea nazionale dei volontari ha
approvato una mozione in cui si
chiede al governo italiano di far
pressione perché sia rispettato in
Siria il diritto umanitario come
anche l'emblema del Movimento.
Redazione
«La bontà dell'operazione che
stiamo facendo è segnalata dal
fatto che finalmente il mercato si
muove. Ci sono altre compagnie
di bandiera internazionali che si
stanno agitando perché questo
accordo è una grande iniziativa
sul mercato». Così il ministro dei
Trasporti, Maurizio Lupi, sulla trattativa tra Alitalia ed Etihad, a margine di Eire. Quanto ad Air France,
«non so se si sia rivolta all'Unione
europea» per chiedere il rispetto
delle regole comunitarie, risponde
Lupi. Il ministro avverte poi di non
usare «l'Europa per impedire le liberalizzazioni e la competitività
del sistema aeroportuale. Stiamo
rispettando le regole europee
come hanno fatto gli altri. La trat-
tativa sta andando bene - ha spiegato il ministro - ora abbiamo il lavoro conclusivo con i sindacati.
All'approfondimento che stanno
facendo l'azienda e i sindacati interverremo anche io e il ministro
del lavoro Giuliano Poletti. Ci
siamo dati una scadenza, che è
quella di metà luglio, e sono convinto che i sindacati dimostreranno grande responsabilità,
come hanno fatto finora», ha aggiunto Lupi, concludendo: «Approfondiremo il piano industriale,
che noi riteniamo molto positivo, e
affronteremo il tema degli esuberi». Le regole Ue le conosciamo
– ha detto a sua volta il presidente
del Consiglio di gestione di Intesa
Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, «vanno rispettate e noi ab-
biamo intenzione di farlo. Air
France fa parte dell'azionariato,
quindi è uno dei componenti che
consentiranno di mantenere la
maggioranza del capitale di Alitalia
in mani europee». Etihad «è una
compagnia di successo che non
ha tempo da perdere». Il limite
massimo del 31 luglio per un accordo «è una data fissata soprattutto dai gestori di Etihad. Sono
convinto che sia possibile trovare
un accordo» per la ristrutturazione
del debito di Alitalia «nell'interesse
di tutti».
Alitalia, lʼottimismo di Lupi:
«I concorrenti si agitano
perché stiamo facendo bene»
3
L'aumento del bollo auto
preoccupa: le cose
si mettono sempre peggio
Redazione
Stangata dopo stangata, polemica dopo polemica (anche se
regge il silenziatore posto dai
grandi giornali vicini alla sinistra
e inginocchiati davanti a Renzi).
Dopo la benzina, il bollo auto,
per chi guida è l'ennesimo salasso. Non si tiene nemmeno
conto che la stragrande maggioranza di persone sono costrette a usare il proprio veicolo
per andare al lavoro e non certo
per divertirsi. Federauto, l'organizzazione che rappresenta i
concessionari d'auto, autobus,
veicoli commerciali e veicoli industriali, è preoccupata sulle
voci di un futuro riassetto delle
tasse automobilistiche, in particolare l'aumento del bollo auto.
«Dalle notizie che circolano e
che ci sono state confermate ha detto il presidente Filippo
Pavan, a margine di una audizione in commissione Finanze
della Camera - si sta lavorando
a un aumento del bollo auto
contestuale all'eliminazione del
superbollo sulle auto di lusso.
Si eliminerebbe l'imposta sull'usato (Ipt) mentre verrebbe
aumentata del trenta per cento
l'imposta sul nuovo che cambierebbe anche nome diventando Iri». Federauto si è detta
favorevole all'eliminazione del
superbollo sulle auto di lusso
«a patto che non si aumenti
quello sulle altre auto». Critici
anche sull'eliminazione dell'imposta sull'usato: «Togliendo le
tasse sull'usato si sostiene un
settore che è stabile e che non
ha problemi», ha detto Pavan
che preferisce invece un alleggerimento fiscale sul nuovo.
Iraq, per Kerry possibile un “governo
di coalizione”, ma i droni Usa già bombardano
Secolo
4
d’Italia
Antonio Pannullo
Oltre mille persone sono state uccise in Iraq tra il 5 e il
22 giugno in varie regioni del Paese, la maggior parte civili. Lo ha reso noto l'Alto Commissariato dell'Onu per i
diritti umani. A maggio oltre 900 persone avevano trovato la morte, sempre secondo fonti delle Nazioni Unite.
«Almeno 757 civili sono stati uccisi e 599 feriti nelle province di Ninive, Diyala e Salaheddine tra il 5 e il 22 giugno, mentre almeno altre 318 hanno trovato la morte e
590 sono state ferite, sempre nello stesso periodo a Baghdad e nelle regioni del sud», ha precisato Rupert Colville, portavoce dell'Alto Commissariato. «Continuano
anche i rapimenti nelle province del nord del Paese e a
Baghdad», ha aggiunto la stessa fonte. Gli Stati Uniti a
parole sono ancora ottimisti, ma con i fatti non troppo:
droni Usa avrebbero infatti bombardato alcuni obiettivi
dei ribelli jihadisti al confine tra Iraq e Siria. Lo riporta
l'agenzia Bloomberg citando la tv irachena al Iraqiya. I
leader iracheni invece indicano che la formazione di un
governo di unità nazionale in Iraq è possibile, ha detto
alla Cnn il segretario di Stato Usa John Kerry, che dopo
essere stato a Baghdad è andato ad Erbil, nel Kurdistan
iracheno, per incontrare il presidente della regione autonoma curda, Massoud Barzani. Quest'ultimo ha
un'idea diversa: «L'Iraq sta ovviamente cadendo a pezzi
ed è ovvio che il governo federale o centrale ha perso il
controllo su ogni cosa. Tutto è al collasso, l'esercito, le
truppe, la polizia», ha detto il presidente della repubblica
autonoma del Kurdistan iracheno, Barzani, affermando
ancora che «non siamo stati noi che abbiamo causato il
collasso. Sono stati altri. E noi non possiamo rimanere in
ostaggio dell'ignoto. È giunto il momento per il popolo
del Kurdistan di determinare il proprio futuro, e noi applicheremo la decisione del popolo», ha detto. «Stiamo
ora vivendo in un nuovo Iraq, che è completamente diverso dall'Iraq che abbiamo sempre visto, l'Iraq in cui vivevamo dieci giorni fa, o due settimane fa», ha detto
ancora Barzani, aggiungendo che «dopo quanto accaduto di recente, è provato che il popolo curdo dovrebbe
ora cogliere l'opportunità, il popolo del Kurdistan dovrebbe ora determinare il proprio futuro». Barzani ha
quindi aggiunto che una riconciliazione sarebbe possibile, «se ci fosse comprensione tra sciiti e sunniti e se ci
fosse una garanzia di una vera partnership nella gestione del potere». «Ma la situazione è molto complicata.
E chi è responsabile di quanto è successo se ne deve
andare». Alla domanda se si riferisca al premier sciita
Nuri al Maliki, Barzani ha quindi risposto: «Ma certo. È lui
il comandante in capo dell'esercito. Lui costruisce le
forze armate sulla base della lealtà personale a se
stesso, non sulla base della lealtà all'intero Paese. E monopolizza l'autorità e il potere. Lui ha guidato i militari, e
questo è il risultato».
Siria, è allarme: oltre 12mila i mercenari andati
ad arruolarsi coi terroristi da ben 81 Paesi
Redazione
Sono oltre 12mila, da 81 Paesi, i
combattenti stranieri andati in Siria
a combattere contro il governo legittimo di del presidente Assad nei
tre anni dall'inizio del conflitto, già
2000 in più rispetto a quelli arrivati
in Afghanistan in 10 anni di guerra.
Circa 3000 provengono da Paesi
occidentali, i numeri più alti in Ue
riguardano Francia, oltre 700;
Gran Bretagna, almeno 400; Germania, 270; e Belgio, 250. Ma le
partenze sono soprattutto dal
mondo arabo, in particolare da Tunisia, 3000; e Marocco, 1500. Lo
scrive l'ex capo anti- terrorismo
dell'MI6 Richard Barrett, in uno studio. «I tre gruppi che attraggono il
maggior numero di cambattenti
stranieri sono Arar al-Sham, Jabhat al-Nusra e l'Isis, tutti fondati
da ex membri di al-Qaeda. Questi
sono capaci di coinvolgere un
maggior numero di persone, sono
meglio organizzati, e meglio finanziati delle loro controparti più moderate», lo scrive ancora l'ex capo
dell'antiterrorismo dell'MI6. Secondo Barrett, «è probabile che la
guerra siriana diventi un incubatore
per una nuova generazione di terroristi». E non lo pensa solo lui: i
recenti successi del jihad in Iraq
potrebbero avere un "effetto incentivo" per i foreign fighters (i combattenti da Paesi Terzi, almeno
2000 solo quelli Ue) verso il progetto del Califfato: una prospettiva
che accresce le preoccupazioni in
Ue, dove nove Stati, Italia compresa, hanno da tempo creato un
gruppo di lavoro per affrontare il fenomeno dei fighters, ed il rischio
terrorismo rappresentato dal loro
ritorno nel Paese di origine. Il coordinatore anti-terrorismo Ue Gilles
De Kerchove, che all'inizio di luglio
sarà all'informale Giustizia e Affari
interni a Milano per parlarne con gli
esperti, ha spiegato la situazione in
un'intervista all'Ansa: «L'evoluzione della situazione in Iraq è davvero molto preoccupante di per sè,
al di là dei fighters - spiega De Kerchove -. Qui una vasta organizzazione terroristica si è impossessata
di una larga parte del territorio. Rapinano banche, hanno accesso
alle raffinerie di petrolio, sono finanziariamente autosufficienti ed
hanno consolidato un'area che è
diventata un porto sicuro dove i terroristi possono raggrupparsi. In aggiunta, c'è l'impatto dei recenti
successi in Iraq, su coloro che credono nel progetto del Califfato».
Per De Kerchove occorre essere
vigili: circa un terzo dei combattenti
sono tornati in Europa. Ma i Paesi
Ue non hanno abbastanza risorse
per il loro monitoraggio e nove
Stati membri stanno lavorando per
massimizzare gli strumenti esistenti. Il 16% dei combattenti Ue
presenti in Siria si stima siano
donne. «Non significa che tutte imbraccino un kalashnikov - evidenzia De Kerchove -. Alcune curano
la logistica, altre hanno più semplicemente seguito il marito».
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
Giornalisti condannati
in Egitto, la Ue invia
al Cairo un diplomatico
per gestire la crisi
Redazione
Il responsabile del dipartimento ''Risposta alle crisi' del
Servizio diplomatico europeo
(Eeas), Agostino Miozzo, è in
queste ore al Cairo per una
visita durante la quale incontrerà responsabili egiziani per
discutere, fra l'altro, della recente "crisi" con Gran Bretagna e Olanda creata dalle
condanne di giornalisti nel
processo Al Jazira. Intanto il
presidente egiziano Abdel
Fattah al-Sisi ha respinto le
critiche internazionali alla
sentenza contro i giornalisti
di Al Jazira esortando a rispettare l'indipendenza della
magistratura egiziana. «Non
si compiono ingerenze negli
affari della magistratura, che
è indipendente», ha detto
Sisi al Cairo a una cerimonia
per promozioni presso l'accademia militare. Pur senza citare le condanne di tre
giornalisti della tv qatariota, il
presidente ha detto che
«nessuno deve criticare le
istituzioni dello Stato» egiziano, aggiungendo che «si
deve rispettare la magistratura e non commentare i suoi
verdetti anche se gli altri non
comprendono la natura di tali
sentenze». Lunedì un tribunale del Cairo aveva inflitto
condanne tra i sette ed i 10
anni di carcere a 18 giornalisti e operatori della tv satellitare qatariota per sostegno ai
Fratelli musulmani, movimento considerato terrorista
in Egitto. Tre giornalisti (l'australiano
Peter
Greste,
l'egitto-canadese Mohamed
Fahmi e l'egiziano Baher Mohamed) sono in carcere
come quattro fotografi e operatori egiziani mentre altri 11
imputati (tra cui due reporter
britannici e una olandese)
sono stati condannati a 10 in
contumacia.
Lo sconto energetico del governo?
Sarà ininfluente per le piccole imprese...
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
Secolo
5
d’Italia
Redazione
Cattive notizie per le imprese, soprattutto per quelle piccole: lo
"sconto" annunciato del governo sull'energia elettrica per le aziende sarà
quasi ininfluente per le micro
aziende, vanificando così il possibile
effetto ripresa. Lo sostiene la Confederazione artigiani e piccole imprese
(Cgia) di Mestre che, nello studio
sugli effetti del cosiddetto sconto
energetico, ha visto che esso non
produrrà nessun beneficio per l'85
per cento delle imprese e dei lavoratori autonomi. Questo perché - ricordano nel loro studio gli artigiani
mestrini - il beneficio riguarda le
utenze con una potenza impiegata
superiore a 16,5 Kw; quindi, secondo
la Cgia, almeno 4 milioni di attività
economiche sotto questa soglia non
potranno beneficiare degli effetti del
"taglia-bollette" che, secondo gli obbiettivi del Governo, avrebbe dovuto
ridurre i costi energetici delle piccole
e medie imprese (Pmi) almeno del
10%. La Cgia sottolinea ancora che
le piccole imprese italiane pagano
l'energia elettrica oltre il 68% in più
della media europea. Quindi il costo
praticato nel Paese è pari a circa 200
euro ogni 1.000 Kwh consumati; inoltre le piccole imprese italiane pagano
il 61% in più delle grandi imprese.
Secondo le stime del ministero dello
Sviluppo economico, le imprese interessate da questo provvedimento
(in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) sono 710.000. Peccato - rileva la Cgia - che al di sotto
della soglia dei 16,5 Kw operino almeno 4 milioni di imprese e di lavoratori autonomi che, pertanto, non
godranno di nessun beneficio. «Sia
chiaro - dice il segretario della Cgia,
Giuseppe Bortolussi - qualsiasi misura che abbassi le tasse o, come in
questo caso, riduce i costi di produ-
zione delle attività economiche va
salutata con soddisfazione. Detto
ciò, ricordo che il 95% delle imprese
presenti in Italia ha meno di 10 addetti e ben oltre il 70% degli artigiani
e dei commercianti lavora da solo.
Appare evidente che buona parte di
queste imprese e la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi
operano con soglie di potenza impegnata ben inferiori ai 16,5 Kw».
Redazione
Torna il segno più sul turismo italiano: quest'estate oltre un milione e mezzo di nostri
connazionali torneranno a fare
vacanze, segnando un incremento del 6% rispetto allo stesso
periodo del 2013, con un totale di
vacanzieri che dovrebbe superare i 27,2 milioni. Lo rende noto
un'indagine Confesercenti-Swg,
secondo la quale, quindi, resterà
a casa un italiano su tre. In controtendenza la spesa media per
persona, che dovrebbe attestarsi
a 788 euro, archiviando un calo
del 18% rispetto all'anno scorso.
Altro dato negativo riguarda la
spesa complessiva: quasi 21,5
miliardi di euro, in calo di circa
3,2 miliardi (-13%). Quest'anno
gli italiani in vacanza, racconta
ancora l'indagine, trascorreranno
un giorno in meno fuori casa: 11
contro i 12 dell'anno scorso e i
14 del 2008, ante crisi. Agosto rimane il mese preferito, viene
scelto infatti dalla maggioranza
degli italiani (54%, contro il 52
del 2013); a seguire luglio (34%)
e settembre (18%). Tra le mete
prescelte, la Spagna (28%) comanda sempre la classifica; ma
quest'anno potrebbe esserci il
boom della Croazia, che sale di
ben 8 punti nelle preferenze degli
italiani, arrivando a un considerevole 18%. Bene anche la Grecia (dal 16 al 19%), mentre la
Francia scende dal 24 al 19%.
Tra chi rimane in Italia la regione
più scelta è la Puglia, che sale di
tre punti toccando il 16%. Seguono Sicilia ed Emilia Roma-
gna, in lieve ribasso, e la Toscana che le tallona. Il mare che nel 2006 raccoglieva il favore di più di due terzi degli italiani (73%) - continua a rimanere
in testa alla preferenze dei vacanzieri, ma con il 48%. Seguono ben distanziate la
montagna e le città d'arte, attorno al 14%. Per individuare la
propria vacanza, il 62% degli intervistati dichiara apertamente di
verificare le opinioni degli altri su
internet, mentre un 9% si affida
alle guide specializzate. Il mezzo
preferito per raggiungere i luoghi
di vacanza resta decisamente
l'automobile, che verrà utilizzata
dal 63%; in rimonta il treno
(dall'8% all'11%) e calo quasi
simmetrico per l'aereo (dal 25 al
21%).
I controlli sulla salute
degli immigrati
ora si fanno a bordo
delle navi di soccorso
Gli italiani tornano a godersi le vacanze
(alla faccia della crisi e dei menagramo)
Redazione
I controlli sanitari sui migranti
che arrivano sulle coste italiane
non sono più fatti a terra, sotto i
tendoni o in luoghi spesso precari, ma direttamente a bordo
delle navi impegnate nell'attività
di pattugliamento per il recupero
dei barconi. Venti medici del ministero della Salute, infatti, collaboreranno con l'operazione
“Mare Nostrum” e saranno presenti, organizzati in turni, uno per
ogni imbarcazione della Marina.
Una novità importante che arriva
proprio nel giorno in cui una
nave della Marina, impegnata
nell'operazione militare e umanitaria, è approdata per la prima
volta in Calabria dopo aver soccorso ieri 618 migranti nel Canale di Sicilia. Intanto, di
immigrazione è tornato a parlare
il presidente della Camera,
Laura Boldrini, la quale ha spiegato che Mare nostrum «ha il
grande merito di salvare le vite,
ma da sola non basterà mai» Un
concetto propagandistico che
urta con la realtà dell'arrivo in
massa di immigrati, senza ormai
più un limite. Per quanto riguarda i controlli sanitari a bordo
delle navi, i venti medici del Ministero insieme a medici militari
e della Croce Rossa, potranno
identificare, in appositi spazi allestiti sulle navi, eventuali sintomi
delle 13 sindromi che richiedono
un intervento di sanità pubblica,
come previsto dalla circolare ministeriale dell'allora ministro Ferruccio Fazio. Ad esempio,
potranno individuare sindromi
respiratorie che potrebbero rivelarsi casi di tubercolosi, sindromi
esantematiche che potrebbero
far pensare a morbillo, sindromi
neurologiche che possono essere sintomo di una meningite in
corso. I medici che hanno visitato gli immigrati che erano a
bordo della nave Etna, giunta
stamattina a Reggio Calabria,
hanno riscontrato casi di scabbia
e di pediculosi, sintomi della varicella e varie forme di dermatite.
Modena, il neosindaco Muzzarelli promette
dialogo: lʼopposizione lo attende alla prova
6
Secolo
d’Italia
Redazione
«Ammetto che il discorso del
primo cittadino di sabato mattina
in Consiglio comunale non mi è
dispiaciuto. Ha ribadito la volontà
di aprire un dialogo costruttivo
con le opposizioni, unʼimpostazione che condivido e che spero
si realizzi». È quanto afferma
Giuseppe Pellacani, capogruppo
di Udc in Consiglio comunale di
Modena, che così prosegue:
«Qualcuno mi dice di non fidarmi
troppo perché anche lʼex sindaco
Pighi era maestro nelle aperture,
alle quali poi seguivano comportamenti di segno opposto. Saremo vigili e attenti, ma senza
pregiudizi, consapevoli che ogni
persona poi risponda per se. Ed
è tanto vero che alcune grosse,
almeno tre, differenze dalla
Giunta precedente si notano subito. Primo. Pighi aveva in generale fatto quadrare più o meno le
competenze con assessorati e
deleghe. Però poi le cose non
sono andate molto bene. Ma pazienza. Oggi Gian Carlo Muzzarelli (alla guida della nuova
Giunta di centrosinistra) prova a
confonderci sparigliando le carte.
Cambia i nomi degli assessorati,
introducendo qualche pretenziosità (smart city=città intelligente)
e mescolando (a caso?) le tradizionali deleghe. Ad esempio, unisce il Lavoro a Centro storico e
Quartieri, lo Sport allAmbiente
(che porta alla mente lʼinceneritore), il Bilancio alla Smart city,
che a naso hanno scarso nesso
tra loro. Stupiti lo siamo; convinti:
mah... Secondo. Poi ci sconvolge
con le nomine: chi per tutta la vita
si è occupato (con competenza e
buone idee) di Welfare alla
Scuola e Cultura, un avvocato allʼUrbanistica, un'esperta di controllo di gestione a Welfare,
Sanità e Coesione sociale, uno
stimato penalista tributario (speriamo faccia pagare meno tasse
a cittadini e commercianti) alle Attività economiche e Promozione,
un progettista edile ai Lavori pubblici e infrastrutture, una professoressa di Lettere già presidente
per cinque anni della circoscrizione Centro storico (poi persa
dal Pd nel 2009) al Centro storico, quartieri e lavoro, e via di seguito. Terzo. Dulcis in fundo,
ribadisce più volte il concetto
«dellʼuomo forte». Vuole sottintendere e bilanciare quello di
Giunta debole? Perché non sarà
facile con questi nominati mettere
la politica modenese al riparo
dalle pressioni e dallʼabbraccio
potenzialmente costrittivo degli
affari, sempre attenti e in prima
fila alla presentazione della
nuova Giunta. Aspetto Muzzarelli
al banco di prova – conclude Pellacani – I problemi che incombono, le cose in sospeso da
realizzare, i pasticci da rimediare
sono innumerevoli. Alcuni sono
già».
Redazione
Appello del vicepresidente vicario del gruppo Pdl/Fi Erio Congedo al centrosinistra salentino
affinché si renda protagonista di
azioni utili a tutelare il territorio
salentino dalla mannaia della
spending review del governo
che “taglia” le sedi periferiche di
importantissimi enti e istituzioni:
dalle Province al Tar, dalle prefetture alle Camere di Commercio, fino a caserme e postazioni
delle forze dellʼordine. «Lettere e
inviti al governo da parte dei rappresentanti del centrosinistra salentino - puntualizza - vanno
bene, ma non possono bastare.
La mobilitazione contro i tagli indiscriminati della spending re-
view sulle sedi di enti particolarmente vicini alle esigenze e agli
interessi dei cittadini deve essere più concreta. Anche perché
il centrosinistra è forza di governo e il pressing andrebbe
fatto nelle sedi opportune, in maniera pronta e diretta, piuttosto
che con iniziative mediatiche che
lasciano il tempo che trovano.
Purtroppo, temo che proprio
questo profilo dellʼazione di
spending review del governo sia
esattamente lʼaltra faccia, quella
brutta, degli ormai celeberrimi 80
euro. Una manovra che ha pagato certamente in termini di
consenso, ma che oggi rivela
tutti i suoi limiti e i suoi “costi”.
Per questo sento di rivolgere un
appello agli esponenti del centrosinistra del Salento che in
questi giorni sono prodighi di lettere e preghiere al governo di
Matteo Renzi, affinché la loro
azione si faccia sentire in termini
reali di tutela del territorio e non
sia solo un modo per timbrare il
cartellino della rappresentanza
politica e istituzionale. Non solo conclude Congedo - perché ci
stanno sfilando da sotto gli occhi
tutto il possibile in termini di sedi
e luoghi di grande importanza
per i cittadini, ma anche per evitare ulteriori mortificazioni ai bisogni dei salentini, alle loro
aspirazioni, ai loro interessi».
Forza Italia sprona il centrosinistra salentino
contro i tagli della spending review
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
“Sant'Eugenio” al collasso:
anche la sinistra
lo ammette
Redazione
«Da settimane chiediamo risposte in merito alle problematiche
della sanità laziale, sollevate da
amministratori e cittadini delle
nostre province. Oggi, a conferma di quanto abbiamo affermato in questi giorni sulle
continue grida di allarme lanciate dai territori laziali, anche un
esponente della maggioranza di
centrosinistra (Tortosa) conferma le nostre posizioni». Lo dichiara il consigliere di Forza
Italia della Regione Lazio, Antonello Aurigemma. «Infatti il capogruppo del Psi ha evidenziato
la situazione al collasso del
Pronto soccorso dell'ospedale
“Sant'Eugenio" di Roma. Tutto
ciò dimostra la consistenza delle
nostre tesi che, ripetiamo,
hanno come unico obiettivo
quello di stimolare la Giunta affinchè affronti con determinazione queste criticità. Questo –
continua Aurigemma – dovrebbe far ravvedere il capogruppo del Pd Vincenzi, che nei
giorni scorsi ha bollato le mie
comprensibile preoccupazioni,
che tra lʼaltro sono le stesse di
numerosi sindaci anche di centrosinistra, come “ricostruzioni
artificiose e demagogiche”. Beh,
oggi dalla sua stessa maggioranza arriva un campanello dʼallarme sulla situazione dei nostri
ospedali. Adesso auspichiamo
che il capogruppo Pd eviti di nascondere la polvere sotto il tappeto oppure di buttare la palla in
tribuna, ma si renda conto della
situazione, che è seria e merita
risposte concrete».
La prima volta degli Arcade Fire a Roma:
tripudio di rock e non solo a Capannelle
Secolo
MERCOLEDì 25 GIUGNO 2014
7
d’Italia
Redazione
Paillettes argentate, lustrini, effetti di luce
e colori: l'incontro fra Roma e gli Arcade
Fire è stato una festa da ballo, un caleidoscopio di ritmi e colori. Per la prima
volta nella capitale, ospite del PostePay
Rock in Roma, rassegna da sempre attenta alle nuove tendenze musicali, la
band canadese fenomeno del momento
ha portato sul palco dell'Ippodromo di
Capannelle uno spettacolo sospeso fra
atmosfere caraibiche, rock'n'roll e le sonorità della dance music fine anni '70 inizio anni '80. Forti del successo riscosso dalla loro ultima fatica, il doppio
disco "Reflektor", gli Arcade Fire hanno
proposto uno show completo che, a una
scaletta ben equilibrata fra pezzi vecchi e
nuovi, ha alternato veri e propri momenti
di spettacolo puro. Una finta band con
enormi teste di cartapesta ha introdotto il
vero gruppo a inizio concerto sul ritmo di
"Rebellion (Lies)" per dare vita a uno
spettacolo che ha saputo tenere costantemente vivo il pubblico attraverso un
continuo cambio di scena, in un'escalation che ha dato il meglio di sé su "Here
comes the night time", quando un'esplosione di coriandoli ha trasportato tutti nel
Carnevale di Haiti che tanto ha influenzato l'immaginario dei sei di Montreal. Alcuni momenti dello show hanno
entusiasmato in modo particolare i fan:
durante il concerto, la polistrumentista
Regine Chassagne, moglie del frontman
Win Butler, braccata da un ballerino tra-
vestito da morte, ha indossato i panni di
Euridice cantando "It's never over (Oh
Orpheus)" per il suo Win-Orfeo; da un
palchetto montato in mezzo al pubblico,
sulle note di "Afterlife", si è esibito un
uomo-stroboscopico simile a quello presente nel video di "Reflektor" girato da
Irene Grandi ed Emilie Simon
incanteranno i romani a piazza Farnese
Redazione
Sarà un concerto evento tutto al femminile
quello che si svolgerà a Roma il 27 giugno e
che avrà come protagoniste due grandi voci,
una italiana e una francese. Regina della serata
sarà Irene Grandi, che per l'occasione ha preparato uno spettacolo in versione acustica.
Prima di lei salirà sul palco Emilie Simon, artista
pop eclettica, nativa di Montpellier, con all'attivo
sei album in studio. Ad aprire le danze saranno
i Betta Blues Society, band vincitrice del
concorso Edison-Change the Music. L'evento
sarà gratuito e si svolgerà a piazza Farnese,
che verrà trasformata in un vero e proprio salotto, con 1.000 cuscini che permetteranno al
pubblico di assistere al concerto stando comodamente seduti per terra. Sarà inoltre una serata di musica a emissioni zero: il palco verrà
completamente alimentato da energia rinnovabile. L'iniziativa è promossa dall'ambasciata di
Francia in Italia e dall'Institut français Italia in
collaborazione con Edison. La data è inserita
nel programma del festival Suona Francese. Il
concerto fa inoltre parte dello scambio culturale
Tandem Parigi-Roma, che porterà per tutto il
2014 nelle due capitali europee eventi teatrali,
musicali, artistici, letterari, rafforzando il legame
tra le due città già suggellato da un gemellaggio
esclusivo che risale al 1957.
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Anton Corbijn; infine, Butler è salito sul
palco nelle vesti di Papa Francesco: una
sorridente maschera di cartapesta che
ben si inseriva nel
ritmo gioioso della band. Ma sono state
soprattutto le canzoni a farla da padrone:
se è vero che sui pezzi dell'ultimo disco
era impossibile non ballare, i brani dei
loro precedenti lavori hanno dato al pubblico brividi e pelle d'oca. La trascinante
"No Cars Go" e la springsteeniana "Keep
the car running" da Neon Bible, "Sprawl
II (Mountains beyond mountains)" e "The
Suburbs" dall'omonimo disco vincitore di
un Grammy Award nel 2010, "Neighborhood #3 (Power Out)" e la conclusiva
"Wake up" dal loro primo album Funeral
hanno incantato i settemila accorsi all'Ippodromo di Capannelle per uno degli
eventi musicali più attesi dell'anno. Un
evento impreziosito da un bel gesto di
solidarietà: per ogni biglietto venduto la
band devolverà un euro a Partners in health, un'associazione che raccoglie fondi
per garantire cure mediche alle popolazioni bisognose in Paesi in via di sviluppo.
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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7 agosto 1990 n. 250