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Ponza, dalla storia alla movida passando per
il gusto: i segreti dell'isola romana d'adozione
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Da diversi anni è diventata una meta irrinunciabile per moltissimi romani. C'è chi ci affitta casa per passarci
le vacanze, chi casa se la compra per raggiungerla in qualsiasi periodo dell'anno, appena ha un weekend
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libero. C'è chi ci va per godersi i panorami incantati, chi per lasciarsi trasportare dalla movida, chi per
sposarsi. Eppure Ponza, isola di origine vulcanica incastonata nel Tirreno, di romano non ha proprio nulla.
E nemmeno di laziale, anche se a livello territoriale fa capo alla provincia di Latina. I suoi abitanti non hanno
dubbi nel definirsi napoletani in tutto e per tutto. E hanno ragione. Non solo per il loro dialetto o per il loro
cibo, ma anche per ragioni storiche.
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A colonizzare questa porzione di terra tufacea, che emerge dal mare blu intenso con una conformazione
straordinariamente frastagliata e colorata, furono gli ischitani, ai tempi dei Borboni, nel 1768. Sono loro che
hanno piantato a Ponza l'uva che dà poi origine al Biancolella, probabilmente il vino bianco più famoso di
queste zone, che accompagna piatti di pesce prelibati facilmente reperibili nei tanti ristoranti dell'isola. E
quando, con la fondazione di Littoria (l'attuale Latina) da parte del regime fascista, sono stati annessi alla
provincia del capoluogo laziale, è stato come strapparli alle loro vere radici. Radici che, se oggi affondano
saldamente su quest'isola, sono in realtà molto varie. Si va dagli antichi greci, che diedero all'isola il nome
di Eea, ai romani, fino agli spagnoli. Ma quegli scogli tanto pittoreschi, che si tuffano in discese verticali fin
dentro le acque cristalline come se dovessero franare da un momento all'altro, nascondono un lato oscuro,
buio come la miriade di grotte e tunnel che attraversano l'isola in ogni direzione. Perché quegli anfratti erano
il rifugio ideale per i pirati, che assaltavano senza pietà le navi che transitavano in queste zone, tanto da dar
loro la fama di terre pericolose e ostili.
Gli abitanti di Ponza ancora oggi dicono di sentirsi un po' pirati, insofferenti come sono alle regole e
all'ordine costituito. Una delle caratteristiche che più li divide dagli abitanti di Ventotene con i quali da secoli
esiste una profonda rivalità. Ma sarà anche per questo che Ponza è diventata, negli anni, una delle mete
turistiche marine più amate in Italia. Dalla pesca, che storicamente è stata sempre la prima vocazione degli
abitanti dell'isola (pirateria a parte, ovviamente), Ponza ha trasformato così la sua economia, che oggi è
indissolubilmente legata al turismo. Tanto da renderla addirittura una meta “modaiola”, che nei weekend si
riempie di giovani e dove la notte si tira fino a tardi.
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Dalla spiaggia di Frontone a Chiaia di Luna, passando dalle bellissime cala Feola e cala Fonte (dove “la
traghettatrice”, com'è chiamata da queste parti, come un moderno Caronte trasporta i turisti con una
barchetta sugli scogli), fino ai commoventi faraglioni di Lucia Rosa, Ponza è un susseguirsi di scorci e
panorami che difficilmente ci si stanca di guardare. Pochi chilometri dividono la zona del porto, quella più
“commerciale”, dalla più caratteristica Le Forna. Una distanza che può essere percorsa con uno dei tanti
taxi presenti sull'isola, oppure affittando un motorino o un'auto a prezzi abbordabili. Consigliatissimo è
anche un breve tour in barca delle grotte, fra le quali spicca quella di Pilato. Una cosa è certa: fare un giro
panoramico, sia via terra che via mare, è d'obbligo in un luogo in cui lo spettacolo della natura ha
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Per dare un'idea di quanto l'isola sia frequentata, il sindaco Pietro Vigorelli, intervenendo a Roma alla
presentazione della rassegna Ponza Estate, ha spiegato che «Già il primo maggio sono venute 5 mila
persone, il 2 giugno 12 mila, il 20 per San Silverio 16 mila e nel weekend di San Pietro e Paolo ben 20
mila». Turisti che avranno di che passare il proprio tempo, fra concerti ed eventi. Quest'anno il fulcro degli
appuntamenti sarà Ponza D'Autore, rassegna culturale ideata da Gianluigi Nuzzi con David Parenzo, che si
terrà dal 18 luglio al 2 agosto.
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un'importanza fondamentale. Ancora più dei locali notturni.
Come arrivare
Raggiungere Ponza è piuttosto semplice, almeno se si parte da Roma o dal centro Italia. Arrivarci dalle
città del nord è invece decisamente meno rilassante. L'isola è servita da diversi collegamenti da Terracina,
Anzio e Formia. L'aliscafo ci mette circa un'ora, mentre se si vuole prendere il traghetto (in grado di
trasportare anche automobili), per arrivare sull'isola ci vogliono tre ore di navigazione.
Altrimenti c'è una via alternativa, più costosa ma anche decisamente più comoda e pittoresca. Dal porto di
Gaeta parte infatti la M/B Adriatic Princess 4, una mini-crociera che arriva a Ponza passando da Terracina,
e che prevede anche il pranzo a bordo, rigorosamente con pescato del giorno.
Dove dormire
Gli alberghi a Ponza non sono moltissimi. Fra questi spicca senz'altro il Chiaia di Luna, che domina
l'omonima baia e che offre un panorama mozzafiato.
Una soluzione molto utilizzata da chi ama soggiornare sull'isola è però anche l'affitto di appartamenti e
monolocali. Ci sono diverse agenzie immobiliari, fra cui Turistcasa, che offre un nutrito catalogo di
sistemazioni, per tutte le tasche e praticamente in ogni zona dell'isola.
Dove mangiare
Se il mare occupa decisamente il primo posto fra le attrazioni dell'isola, a breve distanza viene senza
dubbio la cucina. Restare delusi a tavola è piuttosto difficile, vista la grande scelta di ristoranti di ottima
qualità presenti, a seconda delle voglie e delle esigenze.
Per una cena in grande stile c'è Acqua Pazza, gestito da Gino Pesce, unico ristorante della provincia di
Latina che può vantare una stella Michelin (dove si può gustare un sublime carpaccio di gamberi rossi,
avocado, semi di papavero e mango).
Oppure Eéa, che oltre al panorama offre un menù eccellente (da provare la Pescatrice cotta confit
all'insalata e gli involtini di pesce spada con scamorza e caponata).
Altrimenti c'è A Casa di Assunta, una sorta di istituzione sull'isola, dove la chef Assunta dirige una cucina
di sole donne dove si preparano piatti con la passione e le tecniche di una volta. Cosa che Assunta, volto
popolare anche in tv, ci tiene a sottolineare: «Altro che Masterchef e reality show, la vera cucina si fa
davanti ai fornelli, non davanti ai riflettori». Assolutamente da assaggiare la ricetta segreta di Assunta, i
celeberrimi Fusilli al ferretto con il pesto di Palmarola.
Da segnalare anche il ristorante dell'Hotel Chiaia di luna, dove si può mangiare a lume di candela intorno
alla piscina a picco sulla baia e Pazzaria, adattissimo per un pranzo di ritorno dal mare, e Orestorante,
con una posizione privilegiata vicino al porto.
Se invece cercate un angolo arroccato sugli scogli in uno dei posti più suggestivi dell'isola, allora non
dovete perdere La Marina, ristorantino genuino a Cala Feola. Lì è d'obbligo assaggiare la trippa di rana
pescatrice, piatto nato quasi per caso e oggi diventato uno dei “must” del locale e le squisite pale di fico
d'India.
Infine, per un aperitivo in riva al mare, dove potersi godere il tramonto sorseggiando un cocktail, c'è Au bord
de l'eau, situato proprio nel cuore della movida ponzese.
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Ponza, isola romana d'adozione (Foto di Andrea Andrei)