Gandy: la maturità nella selezione

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Gandy: la maturità nella selezione
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE
Gandy: la maturità
nella selezione
di M.V.
L’allevamento della famiglia Gandolfi a San Biagio di Bagnolo San
Vito, in provincia di Mantova.
S
in dagli anni ottanta leader nella
produzione di latte della provincia di Mantova e d’Italia, con una
produzione attestata stabilmente, da
vent’anni, intorno ai 107-120 quintali, e grasso e proteine sempre al
di sopra della media, l’allevamento
Gandy, a San Biagio di Bagnolo San
Vito, si è anche ripetutamente distinto per la correttezza e superiorità in
mostra dei propri animali, a Gonzaga, Cremona e Piacenza. La selezione
genetica di diverse linee di sangue
femminili ha inoltre contribuito significativamente a dare delle madri
di toro e vacche di fondazione. Nel
2010 il nome Gandy rappresenta
una mandria di 158 vacche indicizzate con un livello di PFT 1112 , Rank
99, Tipo medio 1.17 Indice Composto Mammella 1.23, Indice Arti e
Piedi 1.32, dati che si concretizzano
in 12 vacche Eccellente in stalla, 66
Molto Buono e una decina di Gold
Medal. Anche la gestione delle Frisone ha seguito la selezione, con cura
particolare alla qualità degli alimenti
e a tutti gli aspetti importanti per la
durata, la resa ed il benessere degli
animali presenti in stalla, che hanno
concorso nel creare una mandria
dove le pluripare non sono un’eccezione, ma la regola. Dice Luciano
Gandolfi, contitolare con il fratello
Claudio, il padre Giancarlo e lo zio
Domenico dell’allevamento: “Quando si arriva ai cinquant’anni, come
noi fratelli, si è inclini a fare qualche
bilancio e a dare uno sguardo al passato con maggiore attenzione. E il
nostro passato sembra delineare una
costante: possiamo dire che, senza
ansia, abbiamo sempre cercato di
ottenere produzioni di “eccellenza”,
per usare una parola abusata, cioè
abbiamo sempre cercato di ottimizzare tutto quello che veniva fatto in
azienda, dalla medica alle vacche.” La
campagna è costituita di 120 ettari
coltivati a mais per pastone e insilato, a medica ed erbaio per fieno che
viene essiccato in azienda.
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BIANCONERO . NOVEMBRE 2010
Da sinistra Claudio e Luciano Gandolfi gestiscono l’allevamento Gandy con il padre Giancarlo e lo zio Domenico a San Biagio di Bagnolo San Vito, poco distante da Mantova
Nel 1988, l’azienda Gandy produceva di media 10.732 kg di latte con 3,45% di grasso e
3,06% di proteine. Per vent’anni non è mai scesa al di sotto di questa produzione, aumentando considerevolmente grasso e proteine. Nel 2010 ha prodotto 11.279 kg di latte al
3,72% di grasso e 3,35% di proteine
■ Raccontiamo un po’ la storia
dell’allevamento…
La nostra famiglia ha condotto questa azienda, con dimensioni diverse,
sempre con vacche da latte, prima
con le bianche padane, per arrivare
alla frisona, passando per la “olandese”. Il passo decisivo verso la selezione è stato l’acquisto di una trentina
di manze di origine nordamericana
nel cremonese, alla fine degli anni
sessanta. Introducendo la mungitura
meccanica, ci si era posto l’obiettivo
di avere vacche che si mungessero
facilmente e rimassero in stalla, per
mantenere redditizia un’azienda a
dimensione familiare. Questo si cercò di ottenere con la fecondazione
artificiale e l’uso di tori come Elevation, Bootmaker e successivamente
Starbuck, che ci dessero vacche di
5-7 parti. Era l’idea di vacche che
volevamo nella nostra stalla, che si
traduceva in un vantaggio facilmente monetizzabile nella resa al caseificio, ma anche nella soddisfazione di
avere animali longevi, che è sempre
stato nelle nostre corde. Nei primi
viaggi in America, ci spiegavano che
un buon allevamento si compone
Le vacche, dopo sette giorni dal parto, vengono introdotte nel gruppo delle fresche, nella
stalla a forma semicircolare, dove rimangono per 20 giorni
Il capannone seccatoio del fieno, costruito oltre vent’anni fa allo scopo di ottenere una
migliore qualità del fieno di erba medica. “La nostra è una zona vocata per l’erba medica,
-sottolinea Luciano Gandolfi – una terra forte di buona resa, ideale per fare latte per il
Grana Padano, per cui produciamo da tempo immemorabile. L’impianto di essiccazione
funziona molto bene, anche se oggigiorno, probabilmente, lo costruiremmo diversamente.
La qualità dei foraggi è sempre stata una delle nostre priorità”
di tre ingredienti fondamentali: gestione, genetica e alimentazione. Alla
lista io aggiungerei anche “strutture
aziendali”, perché sono quelle che
consentono e facilitano le funzioni
delle altre componenti. Le strutture
devono seguire l’evoluzione degli
animali. Oggi abbiamo individuato in
un indice anche i caratteri cosiddetti
“secondari”, fertilità, longevità, cellule, che secondari non sono per niente, perché determinano quello che, a
spanne, abbiamo sempre cercato di
ottenere negli anni. Fortunatamente
la selezione ci viene in aiuto, in questa direzione.
■ Qual è il tipo di vacca che avete
selezionato?
Vacche equilibrate ed eleganti, mature che possono dare soddisfazioni
in mostra. Anche le mostre si inseriscono in questo discorso, vi abbiamo
partecipato sempre con costanza e
entusiasmo, sia a quelle provinciali
che nazionali e con risultati soddisfacenti. La nostra vacca Campionessa
a Gonzaga nel 2004, Gandy Fiction
Alice E90, – che poi ottenne un terzo posto in categoria alla Nazionale
– adesso ha sei parti e più di 1.000
quintali di produzione nella carriera.
Si è dimostrata esattamente quello
che prometteva ed è un merito del
giudice che ha individuato un animale che ha dato soddisfazione ai
suoi allevatori negli anni. L’obiettivo
della mostra di individuare la migliore espressione della razza è stato
centrato. Riteniamo che Alice sia una
vacca che simboleggia molto bene la
nostra selezione. La sottoporremo a
ET, benché non abbia grandi numeri
genetici, è però un tipo di vacca che
vogliamo in stalla.
■ Tuttavia, vacche con grandi numeri ne avete diverse…
La capostipite più famosa è la Gandy
Mara, nata nel 1986, una Ned Boy
di 89 punti, con mamma Valiant Eccellente, la Pupilla a sua volta figlia
di Demant Paula, 13 parti, una di
quelle manze con la quale facemmo
il passaggio alla genetica nordamericana. Mara era una tipica Ned Boy, di
struttura, forti attacchi in mammella
e forti arti, con 180 quintali di latte
e grasso e proteine alti, per due anni
è stata ai vertici per ILQ. Suo figlio
con Leadman, Gandy Leadman Stunning, ha dato animali lunghi e alti,
con un’ottima qualità dell’ossatura e
mammelle correttamente impostate.
Una sorella piena di Stunning, Gandy
Linda, ha avuto tre figlie con Lindy,
una delle tre, Gandy Lussy MB88, ha
avuto una Fatal, Gandy Fanny E90.
A sua volta, Fanny ha dato, con Aaron, Gandy Irene E90, con Manfred,
Gandy Manfred Mandy MB89, con
Eminenz, Gandy Francisca E90, e,
con Hershel, Gandy Marika MB88.
Queste quattro vacche hanno mandato diversi torelli ai centri genetici.
Manfred Mandy ha avuto Gandy
Flora MB86 con Iron, ed ha una
figlia con Titanic, Gandy Milca E90,
ora di quarto parto, che è l’ultima
generazione in stalla e che ha avuto
un figlio, acquistato dalla Select Sires
americana, chiamato Gandy Laurin
Lord. Empiricamente diciamo che
Milca trasmette bene, poi, con la valutazione genomica, potremo esserne certi. Mandy ha avuto anche due
Jocko, di cui una, Gandy Jocko Flora
E90, ha avuto, con Titanic, Gandy
Galattica. Irene ha avuto con Magna,
Gandy Natacha E90 che ora partorirà per la quinta volta. La famiglia di
Mara è stata molto prolifica dal punto di vista femminile.
■ Un’altra famiglia?
Una con una storia completamente
diversa, sempre originaria della nostra stalla, quella della Gandy Mtoto
Diva E92, di quinto parto, con ascendenti Juror, Pine Star, Secret, Bell,
Starbuck. Diva è stata per un anno ai
vertici, ma non ha mai risposto alla
superovulazione, per cui abbiamo
solo suoi figli naturali. Un figlio con
Champion, Gandy Champion Eber,
è uscito bene a Tipo. Una figlia con
Darling, Gandy Dea MB87 è ora di
terzo parto e in stalla abbiamo un’altra sua figlia con Tresor, Gandy Eva
E90. Con Murphy ha avuto Gandy
Fiorella la cui figlia con Jardin, Gandy Ermione MB85, di primo parto,
sta lavorando bene ed essendo genomicamente una Jardin molto alta,
interessa anche agli Stati Uniti per
vendita di embrioni.
■ Che tipo di vacca è Diva?
È una Mtoto con molta struttura e
dimensioni fuori standard, con gropBIANCONERO . NOVEMBRE 2010
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Gandy Mara
Gandy Funny BL TV
Gandy Flora ET
Gandy Galattica ET
Gandy Diva TL TV
Gandy Giorgia ET
pa lunga e tronco impressionante.
Ermione ha una taglia media, una
mammella che si inserisce molto bene, non abbondante, ma produttiva,
solidi arti ereditati dalla Diva e dalla
Fiorella e capacità di conversione
alta: trasformano ciò che mangiano
in produzione, hanno raggiunto il
terzo parto facilmente, producendo
molto e rimanendo gravide molto
facilmente.
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BIANCONERO . NOVEMBRE 2010
■ Su che cosa punta la vostra selezione?
Abbiamo adottato la politica di non
aprirci troppo a famiglie provenienti
dall’estero, ma di cercare di lavorare
su quello che conoscevamo. Probabilmente, questa scelta ci ha ristretto
il mercato, ma, da un altro punto di
vista, abbiamo cercato di valorizzare
gli animali in cui crediamo e trascurando linee di sangue che invece
non ci davano fiducia, pur parlando
di nomi altisonanti nelle classifiche.
Noi non rincorriamo troppo le classifiche. Attualmente, oltre a Gandy
Mtoto Fiction, Gandy Champion
Eber e Gandy Joko Lucien, sono una
decina di tori in attesa usciti dalla
nostra azienda.
■ Che tipo di tori utilizzate?
Siamo aperti: il mercato del seme è
da tempo globale e valutiamo tutte
le possibilità, ma se dobbiamo fare una scelta, siamo convinti della
selezione italiana. La base è molto
solida, per la morfologia e per il sistema affidabile di raccolta dati, che
danno garanzie. Inoltre, è più facile
avere indicazioni attendibili perché
parliamo di animali che vivono nel
nostro stesso ambiente e nelle stesse
condizioni. Usiamo i tori in prova di
progenie, nella misura dal 15 al 25%;
non lo riteniamo un sacrificio, ma
una scelta consapevole. Siamo convinti che le prove di progenie siano
imprescindibili, nonostante l’avvento della genomica, non crediamo
nell’uso di tori alla cieca, senza averne visto le figlie che han dimostrato,
sul campo, di essere positive. Siamo
entusiasti dell’uso del seme sessato
nelle prove di progenie, perché in
questo modo aumenta il numero delle figlie, riducendo i tempi per avere
un dato più certo.
■ Vendete molti embrioni e animali
da vita?
Dipende da quanto sono bravi gli
animali a produrre embrioni! In media siamo a sei interventi di ET per
anno, un numero che può variare in
base alle richieste del mercato e al
nostro interesse aziendale. Il nostro
allevamento non vaccina per IBR
e BVD, quindi i nostri animali sono
appetibili agli allevatori indenni e
alle zone indenni, come il Trentino.
Tutti gli anni, in media, vendiamo 1520 tori da vita ad allevatori e circa
20-30 manze o primipare sgravate. In
realtà non rincorriamo i compratori,
perché se agli animali non viene
riconosciuto il giusto prezzo preferiamo tenerli in stalla che svenderli.
■ In quale area dell’allevamento investirete nel futuro?
Investiremo nelle strutture: abbiamo
cercato di porre rimedio al caldo
estivo con un impianto di condizionamento e rinfrescamento, ma
vogliamo ottenere un maggiore benessere per gli animali in stalla che
poi si traduce anche in maggiore
benessere per l’allevatore, perché se
gli animali stanno bene hanno meno
problemi e rendono di più. Per il
nostro futuro come azienda, il nostro
investimento è Andrea, il figlio di
Claudio, che studia all’università e
sarà la quarta generazione di Gandolfi in quest’azienda.
■ I vostri dati gestionali dicono
parto concepimento 119 giorni, con
l’87% delle vacche gravide a 140
giorni: qual è il segreto?
Cerchiamo di vedere la mandria
nel suo insieme, ma anche di dare
attenzione al singolo animale e alle
sue esigenze, per poterlo fecondare.
La chiave di volta crediamo sia avere
una persona che abbia la stalla sotto controllo. Personalmente credo
molto alla specializzazione in un
settore, nell’ambito di un allevamento, ossia non credo sia positivo che
tutti facciano tutto. È importante
approfondire le tematiche, ma non è
detto che non si possa cambiare. Nel
nostro caso specifico, Claudio, che
per una ventina di anni ha fatto parte dello staff del Progetto Ipofertilità
dell’Aral per la provincia di Mantova,
è stato l’uomo che ha portato le
maggiori innovazioni nell’azienda e
nella stalla: ha passato il testimone
e adesso si occupa maggiormente
di amministrazione, gestione della
campagna e ruoli di rappresentanza.
Io ho fatto per quasi vent’anni il
bancario, per poi decidere di fermarmi in azienda a tempo pieno ed
occuparmi della stalla. Così abbiamo
fatto, per cercare di mantenere la
mente aperta e dinamica. Siamo molto fortunati di avere a disposizione
nella nostra Apa dei tecnici competenti con i quali collaboriamo efficacemente, considerando anche il
supporto, ormai irrinunciabile, degli
strumenti elettronici, dai podometri
alla misurazione dei parametri del
latte, che sono a disposizione di ogni
azienda.
■ L’azienda Gandy ha un sogno nel
cassetto?
Ci piacerebbe riuscire in futuro a tenere una sorta di stage continuativo
in azienda e avere sempre studenti
che provengano da diverse realtà sociali e di allevamento: altrimenti si rischia di fossilizzarsi e chiudersi, ed è
sempre stimolante conoscere e confrontarsi con il mondo al di fuori del
nostro allevamento. L’Istituto Agrario
di San Michele all’Adige ci manda
sempre degli studenti per uno periodo di addestramento in azienda e
abbiamo avuto anche degli studenti
da una Scuola Superiore Agraria post
diploma di Bernussou nella regione
del Midi Pirenei, Francia, per circa
quattro settimane. Sono state occasioni di fare una bella esperienza di
lavoro e di vita per loro, e per noi.
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