Stato, società e politica - Scienze Politiche, Economiche e Sociali

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Stato, società e politica - Scienze Politiche, Economiche e Sociali
Stato, società e politica: legittimazione e partecipazione
Dipartimento di studi sociali e politici
Processi di globalizzazione
Anno Accademico 2011-2012 III Trimestre
Lezione del 7-8 maggio 2012
Prof. Cristiano Codagnone
Politica: spazio e definizione
n  Il termine politica , usato in senso lato, suggerisce il suo senso più profondo: scelta
d obiettivi e d indirizzi. Una scelta:
ü Consapevole e discrezionale
ü a volte contrastata
ü Non oggettivamente determinata e/o tecnica
ü Ma appunto politica tra tanti obiettivi possibili
n  L aggettivo politico assume talvolta connotati negativi, per indicare un intrusione
indebita su processi naturali con le proprie ovvie e scontate scelte e obiettivi
n  In un senso ristretto, per politica si può intendere, in prima approssimazione, quel
particolare campo della società che può essere rappresentato simbolicamente dalle
caserme, le piazze, il parlamento: stato, partiti, movimenti, ecc
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Politica e potere
n  La politica è ricerca del potere?
n  Tipi di potere
ü Economico
ü Ideologico
ü Politico: controllo degli strumenti per l esercizio della forza fisica
n  La definizione weberiana dello stato: la principale istituzione, attorno alla quale ruotano i
processi politici nelle società moderne, che detiene il monopolio sull uso legittimo della
forza
n  Fondamentale è il concetto di legittimità, ovvero di una autorità riconosciuta legittima da
chi ne è soggetto
n  Il monopolio dello stato sull uso legittimo della forza significa soprattutto due cose:
ü Sottrae a qualsiasi altro gruppo l uso della forza
ü Potenzialità del suo uso per ottenere l obbedienza
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Stato e società civile
n  Distinzione concettuale, di origine hegeliana e che poi ha assunto sfumature diverse a
seconda dei diversi studiosi, per delimitare spazi diversi, quello sociale e quello politico
n  La società civile include tutti quei rapporti, relazioni, istituzioni pre-politiche, ovvero ciò
che attiene ai rapporti famigliari, economici, culturali e sociali
n  Si può poi distinguere ulteriormente tra Stato e società politica, dove quest ultimo
concetto include i rapporti e le istituzioni politiche non statuali, ovvero partiti, gruppi
parlamentari, movimenti
n  Poiché lo stato detiene il monopolio dell uso legittimo della forza e quindi può ottenere
l obbedienza alle decisioni di regolamentazione della vita sociale, si può concludere che i
confini della politica sono definiti dalla politica stessa
n  Pericolo della colonizzazione della società civile da parte della politica
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Lo stato
n  Def: Organizzazione politica particolarmente complessa che governa, organizza e
controlla nel suo insieme una società stabilita in un determinato territorio
n  Lo stato moderno o stato nazionale è così familiare oggi che ci sembra l unica
forma di organizzazione politica che una società si possa dare
n  Questa istituzione si è sviluppata in Europa in un lungo arco di tempo, e prima
della sua nascita, si dava una varietà di forme di potere coattivo: imperi, cittàstato, federazioni di città, gruppi di signori fondiari, Chiese, bande di guerrieri, tutti
in competizione per il controllo sul territorio e il predominio reciproco
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I caratteri dello stato moderno (1/3)
n  Differenziazione rispetto alla società civile
ü  Regola in generale e in astratto i comportamenti dei cittadini, ma non determina in
modo specifico cosa devono fare nella loro attività quotidiana, la differenziazione
può essere più o meno accentuata a seconda degli stati
n  Sovranità
ü  Lo stato non deriva da nessun altra istanza superiore la facoltà di governare e
controllare una società stabilita in un determinato territorio, e non spartisce questa
facoltà con altri.
n  Centralizzazione
ü  Questa caratteristica è quella che distingue lo stato moderno da quello feudale (5
monopoli su violenza, prelievo fiscale, esercito, moneta, giustizia) ed è il frutto di
forti conflitti per il superamento di usi, costumi, modi di amministrare la giustizia,
poteri autonomi.
ü  Lo stato è divenuto unitario con organismi periferici sottraendo potere alle province
e facendo in modo che qualsiasi esercizio di potere politico a livello locale debba
derivare dallo stato centrale.
ü  Il caso degli stati federali e il ritorno del federalismo
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I caratteri dello stato moderno (2/3)
n  Nazionalità e cittadinanza: due dimensioni di appartenenza
ü Cittadinanza: dimensione politica indicante che i membri del popolo sono cittadini di
uno stesso stato e quindi soggetti ad esso come titolari di diritti e doveri il cui insieme
costituisce appunto la cittadinanza. Cittadinanza che si è progressivamente estesa a
tre sfere di diritti:
–  Cittadinanza civile: libertà individuali, di parola, di fede, di associazione, di ottenere
giustizia (XVIII secolo)
–  Cittadinanza politica: diritti attivi e passivi di voto (XIX secolo)
–  Cittadinanza sociale: diritto di accedere a certi standard minimi di consumo, salute,
istruzione (XX secolo)
ü Nazionalità: dimensione culturale che si riferisce alle comuni radici storiche, religiose,
di costume di un popolo, quindi le dimensioni etniche della statualità, nei cosiddetti
stati nazionali
ü Cittadinanza e nazionalità non sono concetti naturalmente in armonia e poiché le
popolazioni degli stati sono sempre più multietniche, tra queste due dimensioni si
creano delle tensioni
ü Nazioni demos e nazioni ethnos: Francia vs Germania
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I caratteri dello stato moderno (3/3)
n  Legittimazione democratica
ü  La sovranità di uno stato deriva da, e si fonda su, la legittimazione proveniente dal
popolo che la esercita sulla base dei diritti politici attivi e passivi che gli sono
riconosciuti dalla costituzione
ü  La costituzione sancisce formalmente il contratto sociale di convivenza tra cittadini
e tra la cittadinanza nel suo complesso e lo stato
ü  Questa è la democrazia, ovvero un regime politico basato sul consenso popolare e
sul controllo esercitato dai governati sui governanti
ü  Partecipazione e controllo definiscono la legittimazione democratica
ü  Criteri per individuare stati realmente democratici:
– 
– 
– 
– 
– 
– 
– 
– 
Libertà di associazione
Libertà di espressione
Diritto di voto
Eleggibilità alle cariche pubbliche
Diritto di competere per il sostegno elettorale
Fonti alternative di informazione
Elezioni libere e corrette
Istituzioni che rendono le scelte dei governi dipendenti dal voto e da altre espressioni di
preferenza
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Identità e interessi (1/3): il problema della legittimazione
n  Perchè si obbedisce? Ovvero il problema del potere e della sua legittimazione
n  Basta il deterrente delle sanzioni per spiegare l obbedienza e il consenso? Per essere
duraturo il potere ha bisogno di giustificarsi e di legittimarsi per divenire autorità
n  La tipologia di Weber sulle tre forme di potere legittimo
ü  Potere tradizionale. Basato sulla credenza del carattere sacro delle tradizioni che
sanciscono il diritto di un signore a governare (cfr. azione tradizionale)
ü  Potere carismatico. Basato sulla credenza del carattere straordinario di un capo
(carisma= dono della grazia) che quindi è legittimato in quanto ispira una fideistica
adesione personale (cfr. azione affettiva)
ü  Potere razionale. Basato sulla credenza che un certo sistema di norme statuite è
valido: si obbedisce dunque ad un ordinamento impersonale e si ritiene che chi
esercita il potere ne abbia il diritto perché correttamente eletto o nominato (cfr.
azione razionale rispetto allo scopo)
n  Naturalmente la tipologia individua dei tipi puri di cui nella realtà si possono immaginare
svariate combinazioni
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Identità e interessi (2/3): il problema della partecipazione
n  Perché si prende parte ad una azione collettiva?
n  Exit vs Voice (Hirschman) come opzioni personali e meccanismi di regolazione di sistemi
di relazioni in quanto funzionano da feed-back rispetto a detti sistemi.
ü Exit. Meccansimo più tipico dell economia, ma applicabile alla politica. Si tratta di una
decisione di ritirarsi e ritirare il consenso dandolo ad altri o semplicemente non
dandolo ad alcuno. Fatto compiuto. L astensionismo è una forma di exit.
ü Voice. È l espressione di un punto di vista politico, orientato alla discussione e al
mutamento di ciò che è ritenuto insoddisfacente in una relazione politica. Discussione
e convincimento. I movimenti sociali sono una forma di voice.
–  Feed-back maggiormente informativo su ciò che funziona e non funziona
–  Azione collettiva coordinata che tiene presente il bene pubblico di lungo periodo e
non solo gli interessi individuali di breve periodo
–  Problema dell efficacia dell azione collettiva
–  Azione razionale e free riding
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Identità e interessi (3/3) : problemi e paradossi dell azione collettiva
n  Attore razionale che sceglie tra exit e voice facendo un analisi utilitaristica di benefici e
costi delle due alternative
n  Ma perché dovrebbe scegliere una strategia di voice, partecipando ad una azione
collettiva (es. serrata) dal momento che, anche non partecipandovi, se tale azione
producesse dei benefici, egli ne goderebbe in ogni caso? (problema del free-riding). Lo
stesso paradosso si pone per il votante.
n  Un attore può fare i suoi calcoli, ma non ha mai una conoscenza perfetta dei suoi
interessi di lungo periodo, e la loro definizione è il frutto di un processo sociale di
interazione che produce anche un altro prodotto: l identità collettiva.
n  La politica sicuramente tutela degli interessi, ma forse prima ancora rappresenta un polo
di formazione di identità collettive e di forme di lealtà che il paradigma utilitaristico
dell attore razionale da solo non riesce a spiegare
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La partecipazione politica (1/4): la scala della partecipazione
n  La partecipazione può variare dal totale disinteresse fino alla titolarità di una carica
pubblica
n  Salendo la scala verso l alto, inevitabilmente si riduce il numero di partecipanti.
Sociologicamente, per ognuno dei gradini, ci si chiede: chi, per quali ragioni, utilizzando
quali risorse partecipa (età, genere, professione, reddito, religione, ecc)
n  Quella mediante il voto è la forma di partecipazione più diffusa
n  Forme associative e organizzazioni politiche oltre ai partiti: gruppi di pressione e gruppi
d interesse
n  Cariche pubbliche
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La partecipazione politica (2/4): il comportamento di voto
n  In base alle caratteristiche formali della relazione che lega votante e votato si può costruire
una tipologia del comportamento elettorale:
ü Voto di opinione. Quando la scelta è realmente orientata alla preferenza data ad un
programma politico rispetto ad altri e ad una valutazione del proprio interesse
all interno di un programma collettivo. Tipicamente incerto ed esposto ai flussi di
comunicazione informativa
ü Voto di appartenenza. Testimonia e ribadisce un identità. Si vota un partito, ad
esempio, perché rappresentante di un gruppo etnico nel suo complesso, senza
considerare in modo attento il suo programma rispetto ai propri interessi individuali.
Tipicamente stabile.
ü Voto di scambio. Si tratta in sostanza di una transazione in cui il voto viene barattato in
cambio di una richiesta personale da soddisfare (es. in cambio di una falsa pensione
per invalidità). Voto biunivocamente personalizzato. Potenzialmente molto instabile
n  Naturalmente si danno varie combinazioni, ma di solito uno di questi è prevalente e
caratterizza il sistema elettorale.
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La partecipazione politica (3/4): fratture sociali e partiti politici
n  Due sono le principali attività dei partiti attinenti al rapporto società-politica:
ü  Formazione e aggregazione della domanda politica attraverso la definizione dei
problemi della società, la rappresentazione dei valori, la difesa di interessi e bisogni
ü  L organizzazione della delega politica, ovvero il processo attraverso il quale i cittadini
si identificano con determinati partiti e da essi sono rappresentati sulla scena politica
n  Aggregando e trasmettendo attivamente la domanda politica, i partiti svolgono una
funzione di integrazione in società attraversate da molteplici linee di frattura che, se non
mediate, portano a conflitti potenzialmente violenti:
ü  centro-periferia. Fratture semplicemente territoriali o anche etno-territoriali (le divisioni
verticali tra cattolici, protestanti, e laici in Olanda)
ü  stato-chiesa. Importante a partire dalla Rivoluzione francese su questioni quali
l istruzione (es. la Democrazia Cristiana in Italia)
ü  città-campagna. Ovvero il contrasto tra interessi agricoli e industriali (es. partiti
agricoli in Scandinavia)
ü  capitale-lavoro. Ovvero il conflitto socioeconomico con l affermarsi del capitalismo
industriale (es. partito socialista in Italia)
n  Fratture la cui presenza/rilevanza varia in funzione del tempo e dello spazio e che hanno
quindi avuto impatti diversi nello stimolare la formazione dei partiti
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La partecipazione politica (4/4): tipi di partito
n  In generale i partiti fanno riferimento a più fratture combinandole tra loro a seconda della
loro base di sostegno
n  I partiti emergono in Inghilterra nel XIX e poi si sviluppano dando vita a tipi diversi:
ü Partito di notabili. Forma iniziale costituita su base locale, senza una organizzazione
stabile, più o meno assimilabile ad un comitato per l elezione di un notabile che
svolgeva attività politica senza vivere di politica
ü Partito di massa. Nasce sotto la spinta del crescente movimento operaio e infatti i primi
partiti di massa sono quelli socialisti. Mobilita grandi masse lungo nette linee di frattura
macro-sociali che generano forti identità, adesione associativa allargata, militanza,
ideologia, e un apparato burocratico di coordinamento
ü Partito elettorale. La crisi e il ridimensionarsi dei partiti di massa, sta dando vita a forme
nuove, di cui un esempio è quello del partito elettorale. Si mobilita solo per le elezioni e
fa appello ad un voto di opinione
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Movimenti sociali (1/3): definizione
n  I sistemi democratici hanno istituzionalizzato il conflitto sociale, rendendo possibile
l espressione di domande nuove e crescenti dirette dalla società alla politica
n  I movimenti sociali sono forme di azione collettiva non istituzionalizzata che perseguono
mutamenti:
ü  delle regole
ü  dei valori
ü  dei ruoli
ü  degli obiettivi sociali
ü  dell allocazione delle risorse
n  La definizione pone l enfasi sui movimenti come attivatori di mutamento (es. approccio di
Touraine), ma non è sempre e necessariamente così.
n  Da comportamento collettivo ad organizzazione
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Movimenti sociali (2/3): tipi
n  Si possono distinguere movimenti orientati al cambiamento, ovvero alla conservazione/
restaurazione
n  Tra i movimenti orientati al mutamento, si possono distinguere quelli riformatori da quelli
rivoluzionari:
ü I movimenti riformatori possono ad esempio perseguire un mutamento
nell allocazione delle risorse o delle regole all interno di un sistema di valori che non
viene posto in discussione
ü I movimenti rivoluzionari invece mettono in discussione radicalmente un sistema di
valori
n  I nuovi movimenti sociali:
ü Femminismo
ü Pacifismo
ü Ecologismo
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Movimenti sociali (3/3): attegiamenti individuali e azione collettiva
n  Alla base di un movimento sta uno stato di insoddisfazione in merito a questioni
specifiche. Perché un movimento prende vita proprio in un certo periodo e non in un
altro?
n  Spiegazioni semplicistiche: evento catalizzatore, emersione di leader carismatico: aspetti
irrazionali e coinvolgimento emotivo
n  In realtà la ricerca ha messo in evidenza che nella nascita di un movimento entrano
anche considerazioni strategiche e razionali sugli interessi, le risorse, la struttura delle
opportunità
n  La legge di Tocqueville: accade il più delle volte che un popolo che aveva sopportato
senza lamentarsi le leggi più oppressive, le rifiuti violentemente non appena se ne
allegerisca il peso (I comunisti cinesi hanno letto Tocqueville al contrario di Gorbaciov?)
n  Per un movimento sociale, non basta la deprivazione sociale, ma ci vogliono delle risorse
da poter mobilitare
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La struttura del potere : elitismo e pluralismo
n  Due paradigmi concorrenti per l interpretazione della struttura del potere nella società: la
teoria elitista e la teoria pluralista
n  Le teorie elitista
ü Solo le élite prendono le decisioni fondamentali
ü Gaetano Mosca: la minoranza al potere può organizzarsi, mentre ciò è molto più
difficoltoso per la maggioranza governata
ü La legge di ferro dell oligarchia di Michels: anche quando la maggioranza si
organizza politicamente, date le complessità organizzative, alla fine non fa che
concedere nuovamente il potere ad una minoranza
ü Wright Mills: incestuosità dei circoli elitari: gerarchie economiche, militari e politiche
che vengono dalle stesse università e frequentano i stessi club
ü Le teorie pluraliste: breve accenno
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La crisi contemporanea dello stato
n  La Carenza di stato
ü Delegitimazione morale
ü Non appolicazione dei suoi principi
ü Residualità rispetto ai cosiddetti poteri forti dell economia
ü Indebolimento del monopolio sull uso legittimo della forza
n  L eccesso di stato
ü La crisi fiscale dello stato
ü Sovraccarico di funzioni e compiti
ü Eccesso di regolamentazione
n  Altri aspetti di crisi
ü  Frammentazione e disarticolazione dovuta al passaggio dalla fase della
razionalizzazione unitaria a quella della espansione differenziata
ü La crisi della territorialità
ü La crisi della sovranità
ü Le sfide della globalizzazione
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Uno stato troppo piccolo per le grandi cose e troppo grande per le piccole
cose?
n  Verso l alto
ü L UE
–  Superstruttura che impone regole e vincoli
–  La moneta unica e il ruolo preminente della Bundesbank prima e oggi della Bce
–  La crescente preminenza delle leggi comunitarie e internazionali sulla legislazione nazionale
–  Schengen
ü Oltre l Ue
–  Nato e Onu coordinano gli sforzi bellici comuni (sotto la grande influenza degli USA)
–  Globalizzazione economica limita autonomia nell ambito delle politiche economiche e sociali
n  Verso il Basso
ü L ambito regionale si visto attribuire nuove capacità a detrimento dello stato
–  La Germania è una Federazione Simmetrica, la Spagna Asimmetrica
–  In Italia le regioni, storicamente diverse, dagli anni novanta hanno visto aumentare quei poteri che erano già
previsti dalla carta costituzionale
–  La Francia super centrale dal 1982 ha cominciato a concedere più poteri alle amministrazioni territoriali
ü Un nuovo ruolo attivo in tutti paesi è stato assunto dalle grandi città
n  Una nuova triade in cui Bruxelles e le regioni hanno interessi convergenti che portano in
parte a limitare i poteri degli stati nazionali
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Le diversità costitutive degli stati europei
n  Gli stati europei si sono formati in modi diversi che hanno improntato le loro
caratteristiche
ü In Francia lo stato si è formato attorno alla monarchia e ha forgiato la nazione
ü In Inghilterra invece esso è nato dopo la rivoluzione del 1640, contro la
monarchia e in alleanza con il parlamento
ü In Germania lo stato si è costituito a partire dal XIX attorno alla grande
burocrazia prussiana che poi è rimasta l ossatura dei vari regimi politici che si
sono susseguiti
ü In Italia lo stato si è consolidato solo nel XX secolo, prima grazie al partito
fascista, e successivamente attorno alle clientele politiche
ü In Spagna uno stato moderno ha preso forma compiuta solo dopo la fine del
Franchismo, ma potendo comunque contare su di una lunga tradizione di
amministrazione statale
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Il rapporto tra democrazia e burocrazia
n  USA e UK svilupparono le istituzioni democratiche prima che un apparato
burocratico statale si consolidasse, mentre in Francia e Germania avvenne
l esatto opposto
n  Ne deriva che soprattutto negli USA la burocrazia è debole (vige inoltre lo spoils
system), mentre è più forte in Francia e Germania
n  Una burocrazia forte ed efficiente garantisce un buon funzionamento della
democrazia a patto che istituzioni ed elite politiche siano saldamente in controllo
delle loro prerogative e funzioni
n  Oggi la professione di servitore dello stato è in crisi, perde prestigio in virtù della
nuova ondata di ideologia neo-liberista
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Le diverse strutture di delega territoriale del potere
n  Tre sono in genere i livelli di amministrazione territoriale:
ü Comuni
–  8000 in Italia; 8414 in Germania; 36.000 in Francia
ü Province
–  95 in Italia, 50 in Spagna, 12 in Olanda, 100 (dipartimenti) in
Francia,
ü Regioni
–  4 paesi federali (Germania, Austria, Belgio, Spagna)
–  20 regioni in Italia, 5 ad autonomia speciale
–  Dal 1982 la Francia ha dato nuova legittimità alle sue 22 regioni
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Il nuovo ruolo di città e regioni
n  Mentre lo stato-nazione si è formato togliendo potere alle città, oggi quest ultime
si stanno riprendendo parte di questo potere
n  Di fronte alla globalizzazione economica le città cominciano a difendere e
promuovere i propri interessi territoriali (riflesso: marketing territoriale)
n  La frammentazione dei molteplici servizi erogati dallo stato si riflette a livello delle
città e delle regioni che in questi ambiti negoziano tra il centro nazionale e
Bruxelles
n  A livello comunale vengono coordinate le diverse politiche settoriali, funzione che
lo stato centrale non è più in grado di svolgere
n  Inoltre, la difficoltà e delicatezza di alcuni problemi a livello centrale, porta lo stato
a scaricare sulle collettività locali problemi quali ad esempio:
ü L immigrazione
ü L assistenza sociale e la sanità (caso emblematico in Italia dal 1992 e sempre
più evidente oggi: si pensi ai ticket)
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La crescente specializzazione e frammentazione degli ambiti di azione e
policy
n  In tutti i paesi europei, a prescindere dai trend recenti, la crescita dello stato si è
anche accompagnata con una sua crescente frammentazione e specializzazione:
ü Ogni ministero ha i suoi obiettivi, le sue pratiche e la sua ideologia, le sue
clientele particolari
ü Le diverse burocrazie sono spesso tra loro in competizione
ü A livello governativo il coordinamento delle politiche è operazione complessa e
delicata, sulla quale si innesta anche il problema di coordinare e negoziare la
declinazione regionale delle politiche settoriali
n  Su questo contesto si è innestato il processo di europeizzazione che complica
ulteriormente il quadro con effetti a priori incerti
n  Non necessariamente ciò che si decide a Bruxelles sarà effettivamente ottenuto a
Roma, Parigi o Berlino, dal momento che la Commissione Ue (il governo europeo)
è di fatto un organismo inter-governativo che non può decidere senza il consenso
dei governi nazionali
n  Ciò che si sta verificando è una graduale compenetrazione tra i diversi ambiti
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La nascita di policy networks e la perdita di controllo democratico
n  L integrazione europea ha contribuito ad aumentare la frammentazione delle burocrazie
nazionali:
ü Ogni agenzia specializzata nazionale costituisce con la sua equivalente a livello europeo una
rete che acquista una sua autonomia, valori e competenze tecniche condivise e obiettivi
comuni legati alle tematiche di policy di cui si occupa
ü Questa rete tende ad assumere connotati di funzionamento simili a quelli di una istituzione,
contribuendo così a rafforzare l autonomia della struttura burocratica nazionale coinvolta nella
rete rispetto al suo governo
n  Questa crescente complicità tra burocrati nazionali e burocrati di Bruxelles contribuisce alla
depoliticizzazione delle politiche pubbliche europee, in altre parole si annacqua e diventa sempre
più opaca la responsabilità politica delle decisioni che impattano sulle nostre vite
n  Peraltro il Parlamento Europeo non riesce ad esercitare sulla Commissione un controllo
paragonabile a quello che i parlamenti nazionali esercitano sui governi
n  A loro volta tuttavia i governi nazionali si scaricano di responsabilità prendendo come scusa le
decisioni degli invisibili tecnocrati di Bruxelles
n  L unica speranza di non perdere il controllo democratico sulle decisioni rilevanti per la nostra vita
sta nel rafforzamento politico dell Ue e sul coordinamento che si sta creando tra i parlamenti
nazionali e Strasburgo
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La difesa nazionale
n  Il ricorso legittimo all uso della forza è stato il fondamento sui cui si è costituito lo
stato moderno
n  Per quanto riguarda la politica militare, l equilibrio della Guerra Fredda prima, e
oggi la nuova necessità di coordinamento degli interventi sotto dettature USA,
hanno indubbiamente limitato il ruolo e l autonomia dei governi nazionali europei,
sebbene con qualche differenza degna di nota
n  Certo l esercito rimane uno dei simboli nazionali cui gli europei sembrano ancora
essere legati, almeno al livello dei riti ufficiali, ma nessun paese europeo ha più i
mezzi per una politica militare indipendente
n  ….e forse questo è un bene visto che storicamente le guerre più disastrose sono
nate a causa delle rivalità e delle azioni indipendenti degli stati europei
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L ordine pubblico
n  Le tre funzioni della polizia
ü Assicurare la sicurezza collettiva
ü Assicurare la sicurezza individuale
ü Presidiare il territorio in collaborazione con altri attori
n  Crimine organizzato, traffico di persone, la droga, sono fenomeni globali che
richiederebbero una soluzione comune in Europa
ü Europol e Trevi
ü Schengen
n  Tuttavia quello della polizia è un ambito di sovranità nazionale che non è stato
ancora sensibilmente intaccato dall integrazione europea
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Economia e politiche sociali
n  Gli stati europei non battono più moneta…
n  L autonomia delle politiche economiche, fiscali e sociali dei governi nazionali è
messa in discussione
n  Ma si può avere una moneta unica senza una comune politica fiscale ed
economica?
n  Da cui nasce l insofferenza che talvolta i governi nazionali manifestano verso i
parametri di Maastricht… anche perché l arbitro decisivo è l elettore per ottenere
il cui voto si presentano dei programmi che poi devono fare i conti con Bruxxelles
n  L attacco e la crisi dello stato sociale che è caratteristica comune di tutti gli stati
europei in modo molto più marcato rispetto a USA e Giappone (in media 50% di
redistribuzione del PIL rispetto al 30%)…
n  …che naturalmente presenta peculiarità nazionali: il caso italiano
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Le difficoltà simboliche e oggettive dello stato sociale europeo (1/2)
n  Da dieci anni lo stato sociale è il principale bersaglio della ideologia liberista
dominante e di stampo anglosassone:
ü Proteggere gli individui li indebolisce, quindi bisogna liberare il mercato per far
si che gli individui ritornino ad essere i padroni del loro destino
ü Inoltre gli oneri sociali e i vincoli dello stato sociale rallentano la crescita
economica e aumentano la disoccupazione che è la causa principale della
formazione del nuovo sotto-proletariato
ü Naturalmente ci sono anche i suoi difensori che sostengono l imperativo
democratico di favorire l uguaglianza attraverso il controbilanciamento delle
forze di mercato e di intervenire quando queste forze sono disfunzionali
n  Oggettivamente una serie di fattori portano ad una progressiva lievitazione dei
costi dello stato sociale che rendono sempre più arduo mantenere:
ü L invecchiamento della popolazione
ü La crescita strutturale della spesa sanitaria
ü L aumento della disoccupazione
ü Il prolungamento degli studi con il raddoppio degli studenti (che non generano
gettito fiscale) e la cresscita del corpo docente (che assorbe risorse pubbliche)
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Le difficoltà simboliche e oggettive dello stato sociale europeo (2/2)
n  Se i governi nazionali, sotto le diverse pressioni sociali e alla luce delle diverse
tradizioni storiche, procedessero autonomamente a rivedere le politiche sociali e la
struttura dello stato sociale si potrebbe arrivare a divergenze che produrrebbero
squilibri devastanti
n  Le grandi multinazionali trasferirebbero risorse e capitali verso i paesi con il più
basso peso degli oneri sociali, proprio come hanno fatto spostando certe
lavorazioni in paesi a bassa protezione e costo del lavoro (si pensi alla Nike)
n  Quindi il cosiddetto dumping sociale non sarebbe più un fenomeno riferibile solo ai
paesi in via di sviluppo, ma verrebbe ad interessare la stessa Unione Europea..
n  … i sostenitori del liberismo anglosassone sostengono che in ogni caso lo
sviluppo economico renderà inevitabile uno smantellamento dello stato sociale in
tutti i paesi europei..
n  ..questa visione tuttavia non tiene conto delle differenze, degli interessi della
gente, della politica
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