La forza dei titani - Associazione Stampa Estera Milano

Transcript

La forza dei titani - Associazione Stampa Estera Milano
La forza dei titani
F
in dai tempi della loro scoperta, oro e diamanti sono stati usati a scopo ornamentale.
Solo con lo sviluppo tecnologico sono poi stati
impiegati anche a scopo tecnico e scientifico. Per il
titanio si è invece verificato il percorso inverso: dal
suo impiego essenzialmente tecnologico si sta passando a quello estetico.
Per il titanio l'anello di congiunzione tra il settore
tecnologico e il settore artistico è costituito dalle ricerche sulla sua colorazione. Tali ricerche sono state
sviluppate negli anni '70 da Pietro Pedeferri, professore di Corrosione e Protezione dei Materiali al
Politecnico di Milano, che le ha poi brevettate. Da
allora molta strada è stata percorsa, come ha documentato la mostra Titani Preziosi: tra tecnologia
e ornamento, allestita alla Triennale di Milano che
abbiamo seguito per voi.
Carla Riccoboni produce piccole
serie e pezzi unici che commercializza direttamente. Utilizza
prevalentemente le tecniche
della tranciatura, taglio a laser, e
stampaggio di metalli preziosi.
Ha realizzato anche gioielli sperimentali in plexiglass e resine colorate biocompatibili.
24
terzaetà
Design e gioielli
«Da quando il reverendo William Gregor lo scoprì
accidentalmente su una spiaggia della Cornovaglia
nel 1791, il titanio non ha mai riscosso grande successo nel mondo dei gioielli» spiega la curatrice
della mostra Alba Cappellieri, professoressa di design del gioiello al Politecnico di Milano. «In Italia i
primi gioielli in titanio risalgono agli anni Settanta
quando l'incontro tra Pietro Pedeferri, che sperimentava la colorazione elettrochimica del titanio, e
l'orafo James Riviere determinò un nuovo corso per
il gioiello in titanio. Ma, esclusi pochi audaci pionieri, il gioiello di titanio ha poi suscitato scarsa curiosità tra i designer orafi».
Sostenuta dalla convinzione, condivisa da maestri
del design come Ciò Ponti, che sia il progetto a ren-
dere preziosa una materia e non viceversa, la professoressa ha scelto «di far realizzare un gioiello in
titanio a trentuno progettisti orafi italiani costringendoli a confrontarsi con questo materiale e con
le sue tecnologìe». A questi maestri e giovani designer si sono poi aggiunti due studenti del corso di
perfezionamento di design del gioiello del Politecnico.
Tecnologia ed estetica
I gioielli presentati sono 33. «L'eterogeneità delle
esperienze e dei linguaggi dei designer- sottolinea
la professoressa - si è rivelata una miccia potente
per far confluire nuovo ossigeno e alimentare te riflessioni progettuali sul gioiello di titanio, solitamente confinato tra le applicazioni kftsO
mercato asiatico e le riflessioni solipsistìche tf une
sparuto gruppo di artisti orafi». Denominatore o
mune di tutti i progetti è stata la conoscenza dei
materiale e delle sue tecnologie applicative. «Sam
riusciti a mettere a disposizione dei progettisti orafi
un materiale, il titanio, e delle tecnologie di formatura e finltura provenienti da altri ambiti fino ad ora
raramente sfruttate nel settore orafo», ha commentato Barbara Del C urto, ricercatrice della Facoltà del
Design del Politecnico di Milano, che ha seguito gli
aspetti tecnologici del progetto. Ne sono risu :a:e
opere molto originali realizzate secondo le personali
ricerche estetico-formali degli artisti. Accanto a
creazioni che esaltano l'anima aspra e tecnologica
del materiale, vi sono catene colorate, bracciali sinuosi, anelli fioriti, che presentano linee morbide d:
solito poco comuni nei gioielli di titanio.
ANNO 28 - N. 4 - SETTEMBRE 2 C ' C
Titani Preziosi: tra tecnologia, e ornamento, Triennale di Milano, dall'8 giugno al
1. agosto 2010. L'esposizione, curata dal Politecnico di Milano, è stata realizzata
a conclusione del progetto Gioie e colori, finanziato dalla Regione Lombardia allo
scopo di creare una filiera per la produzione di gioielli al titanio.
La tavolozza del titanio
Solo due metalli sono di per sé colorati: l'oro ed il
rame. Tutti gli altri, una sessantina, si presentano
con tonalità più o meno chiare, ma tutte comprese
tra il grigio ed il bianco. Tuttavia spesso le loro superfici appaiono colorate poiché sono ricoperte da
ossidi o da patine di prodotti di corrosione. Pietro
Pedeferri ha ideato una tecnica di colorazione (ossidazione per via elettrochimica) che consente di far
assumere al titanio una straordinaria gamma di colori (giallo, porpora, blu, azzurro, argento, rosa, violetto, cobalto, verde, verdegiallo, marrone, grigio,
nero). Il professore ha utilizzato questa tecnica
anche con finalità artistiche e decorative. Per la sua
produzione creativa, al confine tra arte e ricerca
scientifica, ha ricevuto numerosi e lusinghieri riconoscimenti, anche a livello internazionale.
La tecnologia della colorazione del titanio è trasferibile ed utilizzabile nei più diversi settori tecnologici. Viene per esempio impiegata per migliorare le
proprietà di osteointegrazione dei biomateriali impiegati per impianti dentali e in ortopedia. Inoltre
consente di sviluppare sulle superfici di titanio proprietà fotocatalitiche capaci di abbattere l'inquinamento ambientale.
Dalla luna alla terra
Con una capsula di titanio, circa quarant'anni fa,
l'uomo è arrivato sulla luna. Fino a pochi anni fa il
titanio era considerato un materiale strategico per
applicazioni militari e spaziali. Nell'ultimo decennio
questo metallo, leggero, biocompatibile, indeformabile, resistente alla corrosione, ha suscitato un
ASSOCIAZIONE TICINESE TERZA ETÀ'
enorme interesse nei settori tecnologici più avanzati. Per la sua resistenza, praticamente infinita alla
corrosione atmosferica, questo materiale è stato
utilizzato da molti grandi architetti per alcune famosissime realizzazioni, come il Museo Guggenheim di Bilbao e il Grande Teatro Nazionale di
Pechino, realizzato per le Olimpiadi 2008.
Con la produzione industriale di pannelli compositi,
con la superficie esterna in titanio, destinati alle
"facciate ventilate" (che permettono un significativo risparmio energetico), l'impiego di questo materiale in architettura, è ormai alla portata di tutti.
Sotto forma di biossido, il titanio agisce sugli inquinanti atmosferici (fotocatalisi ), favorendone l'abbattimento. Aggiunto ai materiali o depositato in
superficie, quando è esposto al ciclo sole/pioggia
permette un dilavamento degli inquinanti, diminuendo la necessità della pulizia periodica delle facciate degli edifici. Negli ambienti domestici favorisce
la depurazione dell'aria dagli odori di cucina e dal
fumo di sigaretta.
Il titanio ha una resistenza meccanica paragonabile
ai migliori acciai, con un peso di circa la metà rispetto a questi. Inoltre è in grado di resistere a sollecitazioni e ad urti senza rompersi, né deformarsi.
Per queste caratteristiche viene sempre più utilizzato
nei settori motoristico e sportivo dove il rapporto resistenza/peso è estremamente importante.
Il titanio ha una resistenza praticamente "infinita" alla corrosione atmosferica; per questo
molti grandi architetti sono ricorsi al titanio per alcune famosissime realizzazioni. Nella foto
sulla pagina di sinistra, il Grande
Teatro Nazionale di Pechino realizzato in occasione delle Olimpiadi 2008 e, nella foto sopra, il
Museo Guggenheim di Bilbao.
Flessibilità e tenacità: I bastoni
da golf più performanti sono
realizzati con il componente che
colpisce la pallina, in titanio, leggero, flessibile, ma anche tenace
e asta in fibra di carbonio.
A sinistra: uno splendido bracciale di Giancarlo Montebello,
editore di gioielli d'artista quali
Sonia Delaunay, Lucio Fontana,
Man Ray e Niki de Saint Phalle.
Nel 1978 inizia l'attività di designer e partecipa alla costituzione
del dipartimento di oreficeria
dello IED di Milano.
terzaetà