Rassegna stampa GREEN ECONOMY - UPA

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Rassegna stampa GREEN ECONOMY - UPA
Testata: PUBBLICITAITALIA.IT
Data: 11 NOVEMBRE 2009
news
Fatti e Persone |
Associazioni
11/11/2009
Sassoli de Bianchi: “Nel 2010 ancora budget
last minute”
Continua la ‘visibilità zero’ da parte delle aziende. Anticipando i dati Nielsen, il presidente
Upa ha indicato nel 16% il calo degli investimenti finora. Trend confermato per l’anno
prossimo
Se l’economia sarà verde, i conti restano ancora in
rosso. Per Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto), che
ha parlato con Pubblicità Italia Today a latere del
convegno sulla Green Economy tenuto ieri a Milano,
non c’è alcuna inversione di tendenza in vista per il
2010 e le aziende, che in questi ultimi mesi stanno
esaminando i budget di comunicazione per il prossimo
anno, continuano ad avere una visibilità molto ridotta e
a ragionare in termini di ‘last minute’, così come hanno
fatto per tutto il 2009. Certo, le grandi aziende, a
eccezione del settore auto, hanno continuato a investire,
qualcuna, come L’Oreal, ha persino incrementato gi
investimenti, nota Sassoli, ma mancano gli investimenti
delle Pmi, la spina dorsale del sistema industriale
italiano. Quanto agli insight che il presidente Upa chiede
da tempo al mondo delle agenzie, Sassoli insiste sul
valore della specializzazione e delle competenze di
partner in grado di analizzare temi su cui far leva nella
comunicazione. “Il modello è quello della Prius che fa il 3,5% del fatturato di Toyota ma ne assorbe
l’80% del budget di comunicazione”. Anche per questo Upa ha chiesto a Nielsen di cominciare a
monitorare gli investimenti green, per capire se il processo di riconversione sostenibile è davvero in
marcia, mentre si potrebbe anche ipotizzare una sorta di ‘bollino verde’ per le comunicazioni
sottoposte al parere preventivo dello IAP, evitando così penose operazioni di greenwashing.
Armida Cuzzocrea
Il primo quotidiano
della comunicazione
23° ANNO
mercoledì
11 novembre 2009
pag. 1 di 18
Ministero Trasporti avvia gara
per sicurezza dell’autotrasporto
Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha avviato una gara
relativa alla progettazione e realizzazione della quarta campagna
per la sicurezza stradale dell’autotrasporto. Il bando conta su un
budget di 3 milioni di euro per un appalto che ha durata di due
anni. Il termine per il ricevimento dell’offerte è il 25 novembre.
Le opportunità di business della green economy
© LA RIPRODUZIONE E’ RISERVATA. La divulgazione a terzi deve essere autorizzata
La sostenibilità è business. Lo sostengono Upa e
AssoComunicazione che hanno organizzato ieri un
incontro sul tema, supportato da una ricerca di
Eurisko. La green economy, è stato detto, sarà un
importante volano per le aziende e la comunicazione
nei prossimi anni, a patto che entrambe ne prendano
coscienza adeguando l’offerta.
A pag. 14
A Coo’ee Italia la comunicazione di Banca Cattolica Vr
Coo’ee Italia, attraverso un’assegnazione diretta, è stata scelta dalla nascitura Banca Cattolica
Veronese per la gestione di tutte le attività di
comunicazione, dalla realizzazione dell’evento
di presentazione alla creazione del marchio e dell’immagine coordinata e di tutte le attività di consulenza creativa. L’agenzia ha ideato
il payoff, “Banca Cattolica Veronese, la Banca che vorrei”.
Sassoli (Upa),
2009 anno zero
adv chiude -14%
Investimenti in advertising in calo a fine anno
tra il 13 e il 15%. A formulare la previsione è
Lorenzo Sassoli, presidente Upa. «I grandi
gruppi continuano a
investire - ha detto -, a
mancare sono i mediopiccoli che si scontrano
con problemi di credito e
di gestione. Al momento
non si intravedono
segnali di inversioni di
rotta. Il 2009 sarà una
sorta di anno zero, da
cui ripartire».
IL SINDACO
E’ TESTIMONIAL
NEGLI ANNUNCI
RECOARO DI LPF
a pag. 7
DIGITAL MARKETING
E’ IN DISTRIBUZIONE
PUBBLICO 1225/1226
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Tel. 02.72.09.30.30
Il primo quotidiano
della pubblicità
mercoledì
11 novembre 2009
pag. 14
© LA RIPRODUZIONE E’ RISERVATA. La divulgazione a terzi deve essere autorizzata
Green economy, nuova frontiera di business
(47%); per questo ci si sente un po’
Se fino a dieci anni fa il termine
in colpa (45%). Si coglie la convin‘sostenibilità’ era parte di un vocazione che l’attenzione verso le temabolario di nicchia, con forti connotatiche ambientali sia in crescita e che
zioni politiche, oggi l’attenzione
sia compito dell’educazione e della
verso l’impatto ambientale rappreformazione scolastica (93%) e di una
senta un importante valore per una
corretta informazione (90%) fare si
vasta area della popolazione, tanto
che questa attenzione sia sempre
da far pensare, in questo periodo di
più diffusa. L’energia (93%), il ciclo
vacche magre, che proprio la ‘green Giuseppe Minoia
dei rifiuti (81%), i prodotti alimentari
economy’ possa rappresentare una
via di uscita alla crisi. Tema caro tanto a (78%) sono i settori, secondo il campione, dove
Lorenzo Sassoli, presidente dell’Upa nonché occorre investire di più per aiutare il pianeta.
fondatore di un’azienda ‘attenta’ a questi temi «Ciò che soprattutto latita - conclude Minoia - è,
come Valsoia, tanto al presidente di secondo il pubblico, l’impegno delle istituzioni
che possono determinare con le loro scelte la
AssoComunicazione Diego Masi.
qualità dell’ambiente in cui viviamo. La richieAspettative alte da istituzioni e aziende sta, non tanto implicita, è che si verifichi una
svolta partendo proprio da quelle grandi istituA delineare le potenzialità della ‘green ecozioni che sono dedicate a svolgere servizi davnomy’ è stato Giuseppe Minoia, presidente di
vero pubblici».
GfK-Eurisko, che ha presentato i risultati di una
ricerca commissionata dalle due associazioni.
A fianco di temi come quello disoccupazione e Investimento verde migliora il business
crisi, la tutela dell'ambiente rappresenta la terza A sottolineare l’importanza della green ecopreoccupazione degli italiani con un 90% di nomy in mercati avanzati come gli Stati Uniti è
adesione, in particolare per i cambiamenti cli- stata invitata l’agenzia di comunicazione a sermatici, l'inquinamento dell'aria e lo smaltimento vizio completo americana Green Team, la
dei rifiuti. «Gli italiani - ha spiegato il ricercato- quale ha presentato le sei regole d’oro: racre - stanno vivendo in una fase di pre-ambien- conta la verità, cammina prima di parlare, contalismo: si sentono arretrati rispetto ad altri dividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partPaesi, ma sono convinti che indietro non si nerships, conosci la tua supply chain, tieni la
possa tornare. La popolazione sta convincen- mente aperta. Regole accompagnate da case
dosi che gli stili di vita sostenibili siano fonda- history recenti che hanno avuto per protagonimentali per evitare danni alla salute (81% del sti brand discussi come Bp, General Electric,
campione, rappresentativo della fascia 18-64 Ford e Chiquita e altri come Haagen Dazs e
anni); rispetto al passato stanno diventando più Sun Chips. Per tutti, l’investimento in comuniattenti (77%) e più sensibili alle notizie sull’am- cazione ambientale si è tradotto in un succesbiente (76%), tanto da essere disposti a spen- so di business. «Le agenzie di comunicazione
dere qualcosa in più per i prodotti a basso - ha concluso Masi - devono promuoversi in
impatto ambientale (65%)». La consapevolez- anticipo perchè servirà una specializzazione.
za che si dovrebbe fare di più è diffusa, ma Dopo la new economy è importante che non
mancano le informazioni e anche le risorse perdano anche questa occasione».
Mercoledì 11 novembre 2009 – Anno 21 - n. 191
Continua la ‘visibilità zero’ da parte delle aziende
all’interno
Sassoli de Bianchi: “Nel 2010
ancora budget last minute”
Pag. 2
Bitmama (AT), eforpeople
e Altagamma per i bambini
dell’Abruzzo
Pag. 6
General on air con TBWA\Italia
Pag. 9
A gennaio nuovo spot Tena Lady
di DLKW. Il budget 2010
sale a 12 milioni
Pag. 11
DTT, conto alla rovescia
per lo switch off nel Lazio
Pag. 12
Nielsen: pubblicità in calo
del 16% a settembre
ALLEGATO
Brainstorming
In linea con Nielsen, il presidente Upa indica nel 16% il calo
degli investimenti adv. Trend confermato per l’anno prossimo
[di Armida Cuzzocrea] Se l’economia sarà verde, i conti restano ancora in
rosso. Per Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto), che ha parlato con
Pubblicità Italia Today a latere del convegno sulla Green Economy
tenuto ieri a Milano, non c’è alcuna inversione di tendenza in vista
per il 2010 . Le aziende, che in questi ultimi mesi stanno esaminando i budget di comunicazione per il prossimo anno, continuano
ad avere una visibilità molto ridotta e a ragionare in termini di ‘last
minute’, così come hanno fatto per tutto il 2009. Certo, le grandi
aziende, a eccezione del settore auto, hanno continuato a investire,
qualcuna, come L’Oreal, ha persino incrementato gi investimenti,
nota Sassoli, ma mancano gli investimenti delle Pmi, la spina dorsale del sistema industriale italiano. [segue a pag. 10]
Per l’emittente l’ultimo bimestre Audiradio certifica un’audience di 3.766.000 ascoltatori
Alessandro Volanti nuovo responsabile marketing del Gruppo Radio Italia
Alessandro Volanti (nella foto), primogenito del presidente ed editore Mario Volanti, entra nel Gruppo
Radio Italia con la carica di responsabile marketing. Ventitré anni, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, risponderà direttamente a Marco Pontini, direttore generale marketing e commerciale del Gruppo. Volanti coordinerà lo sviluppo dell’ufficio stampa, le
relazioni esterne e la divisione web. “Entro con grande emozione nell’azienda che ho visto e mi ha visto
crescere – dice Alessandro Volanti – orgoglioso di ricoprire un ruolo di responsabilità attraverso il quale
potrò imparare molto e dare il mio contributo”. Secondo la rilevazione Audiradio 4° bimestre, nel periodo 13 giugno-31 luglio, Radio Italia Solo Musica Italiana ha raggiunto i 3.766.000 ascoltatori, in crescita
rispetto ai 3.577.000 del bimestre precedente.
www.mimesi.com - MIMESI Milano, viale G. Richard 1/a - 20143 Milano, Tel 02 81830683 - Fax 02 81830405
10 / convegno green economy
Eco-aziende: italiani favorevoli, ma diffidenti
Più che dei timori e degli atteggiamenti
degli italiani nei confronti della green economy, la ricerca commissionata congiuntamente da Upa e AssoComunicazione a
Eurisko ha detto molto anche delle attese
delle aziende e delle risposte delle agenzie in tema di comunicazione ‘green’. La ricerca, presentata ieri a Milano, ha comunque rivelato che il tema della sostenibilità
ambientale preoccupa tutti gli italiani, più
di tutti le donne tra i 30 e i 50 anni, meno
in assoluto i giovani, perché cominciano a
verificarne le evidenze nella vita di tutti i
giorni, che gli stili di vita sostenibili sono
importanti e fattibili e si può rinunciare a
qualcosa oggi per preservare il futuro (ma
non proprio a tutto: l’auto non si tocca);
latitano le istituzioni. Quanto alle aziende
‘sostenibili’, ricevono la fiducia dei cittadini,
ma si teme sempre che la sensibilità verde
sia solo un’operazione di facciata, anche
se viene riconosciuto a numerosi settori,
primi fra tutti elettrodomestici e gdo di
aver contribuito molto alla crescita della
Upa: “Un ‘bollino IAP’ contro il green washing”
[segue dalla prima] Quanto agli insight che il presidente Upa chiede da tempo al
mondo delle agenzie, Sassoli insiste sul valore della specializzazione e delle competenze di partner in grado di analizzare temi su cui far leva nella comunicazione.
“Il modello è quello della Prius che fa il 3,5% del fatturato di Toyota ma ne assorbe
l’80% del budget di comunicazione”. Anche per questo Upa ha chiesto a Nielsen di
cominciare a monitorare gli investimenti green, per capire se il processo di riconversione sostenibile è davvero in marcia, mentre ipotizza un ‘bollino verde’ per le comunicazioni esaminate dallo IAP, per evitare penose operazioni di greenwashing.
sostenibilità. Ma come ha detto il presidente Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi,
bisogna recuperare il ritardo accumulato
dall’Italia e attrezzarsi, perché l’equazione
è ormai ‘sostenibilità uguale sviluppo’ e
il Bil (Benessere interno lordo) comincia
a contare più del Pil. “Bisogna pensare a
medio-lungo termine - ha insistito - e se
non stiamo attenti rischiamo di chiudere
bottega. Il primo passo tocca alle aziende,
la politica seguirà, anche perché i benefici
sociali superano di gran lunga i costi industriali”, con un pensiero all’appello lanciato
al governo affinché sblocchi i fondi per lo
sviluppo della banda larga. Ma per lavorare meglio sul fronte della green economy,
le aziende hanno anche bisogno di partner nella comunicazione capaci di sviluppare nuove idee e linguaggi. Perché ciò
accada, lo ha riconosciuto lo stesso Diego
Masi, presidente di AssoComunicazione,
serve però un nuovo modello di agenzia:
“abbiamo già perso il treno del digitale,
rischiamo di perdere anche quello verde”,
ha detto lamentando l’assenza in sala di
tanti, troppi Ceo di agenzia. (A.Cu.)
[ Assocomunicazione ] Masi: “La rincorsa è cominciata”
Con un occhio alle classifiche di AdAge, che nel giro di 5 anni
hanno cominciato a premiare le strutture più veloci nell’intercettare i cambiamenti, e uno all’esalogo presentato da Hugh
Hough e Hank Stewart dell’agenzia Green Team Usa - racconta la verità, cammina prima di parlare, condividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partnership, conosci la tua supply chain e
Pubblicità Italia Today / convegno green economy
tieni la mente aperta - Masi sostiene che “le agenzie si stanno
attrezzando in vista del cambiamento”. Ma se le strutture si
svuotano di risorse umane e se rimane poco tempo per pensare e studiare, come faranno a fornire quegli insight tanto
richiesti, e non da oggi, dalle aziende? “Stiamo cominciando a
lavorare anche in questa direzione, e non lo faremo da soli”.
Mercoledì 11 novembre 2009
AMBIENTE: GFK-EURISKO; PREOCCUPA ITALIANI QUANTO CRISI
(ANSA) - MILANO, 10 NOV - L'ambiente preoccupa gli italiani quasi quanto la crisi economica,
piu' dei timori per le malattie, della sicurezza nelle citta' e dell'immigrazione. E' quanto sostiene una
ricerca condotta da Gfk-Eurisko per conto di Upa e Assocomunicazione e presentata oggi dal
presidente dell'istituto Giuseppe Minoia nell'ambito del convegno 'Gli Italiani, la green economy &
communication'. In base ai dati raccolti tra il giugno e l'ottobre del 2009, attraverso un campione
che comprende anche 1.000 persone dotate di Pc interattivo 'Dialogatore', la disoccupazione e' un
problema per il 90% (61% molto e 29% abbastanza), la crisi economica per l'87% (53% molto
+34% abbastanza), la tutela dell'ambiente per il 90% (48% molto e 42% abbastanza), l'aumento
delle malattie per l'81% (48% molto, 33% abbastanza), la sicurezza nelle citta' per l'87% (47%
molto, 40% abbastanza) e l'immigrazione per l'80% (36% molto, 34% abbastanza). In particolare
risultano piu' preoccupate le persone tra i 30 e i 50 anni, in particolare le donne (le mamme) e quelle
piu' attrezzate per informazione e cultura. Piu' tiepidi sono i giovani. (ANSA). VE
10/11/2009 20:27
Sassoli (UPA) : 2009 anno zero per l’adv
Le aziende non sono pronte a investire nella green economy e a favore della
sostenibilità.
E’ l’opinione del presidente UPA Sassoli de Bianchi, che, a margine della
presentazione della ricerca condotta da Eurisko, spiega che, data la struttura
dell’economia italiana basata soprattutto sulle PMI, l’economia green sarà un
processo più lento rispetto agli altri Paesi dell’Europa. Le aziende intelligenti e
avanzate stanno investendo in prodotti a salvaguardia dell'ambiente grazie una
visione a medio-lungo termine. L'economia che poggia sulla sostenibilità, infatti,
offre grandi potenzialità e la green technology sarà il settore di maggior crescita.
Ma anche le agenzie devono saper innovare idee e linguaggi per comunicare
'green'.
Sul fronte degli investimenti, il presidente UPA non intravede alcuna ripresa per il
mercato, i primi segnali, forse, dal 2010, quando l’obiettivo sarà mantenere i
livelli del 2009. Intanto a fine settembre il mercato pubblicitario segna -16%. Tra
il -13% e il - 15% le previsioni per quest’anno. Peggio della media europea.
Il largo consumo va bene, i grandi investitori (Tlc, bellezza, alimentari) tengono,
mentre abbigliamento, auto, finanza risentono della crisi e rallentano. Il calo
maggiore riguarda i piccoli investitori, anche frenati dal credit crunch.
Riguardo al blocco dei fondi governativi alla banda larga, Sassoli dimostra
incredulità, affermando che la banda larga rappresenta il minimo sindacale per
competere nel 7° continente, il cyberspazio.
Infine, in merito al tavolo con AssoComunicazione sul tema della
remunerazione in programma domani, Sassoli de Bianchi dichiara che la
posizione di UPA è quella di un’apertura verso le istanze delle agenzie, visti come
importanti collaboratori delle aziende. Il primo step di un confronto che dovrebbe
portare a una vicendevole consapevolezza delle principali esigenze, di aziende e
agenzie.
quotidiano della comunicazione
anno XIX mercoledì 11 novembre 2009 numero
Direttore Responsabile Enrico Robbiati Capo della Redazione Vittorio Parazzoli Redazione
Silvia Antonini - Manuela Falchero - Gabriella Grillo - Alessandra La Rosa - Alessandra Marseglia - Viviana
Musumeci - Cristina Pontiggia - Antonella Rocca - Andrea Salvadori (caposervizio) - Davide Sechi Mauro Scarpellini Grafica - Paolo Bosani - Luna Meloni - Nadia Moroni Direttore Commerciale
Ermilia Mancini Pubblicità Vania Camillozzi - Marco Curtarello - Daniele Monai - Ivano Moro
10 Aziende Tena lady si
rinnova, investe 6 milioni e
prevede un +10% nel 2010
199
Aut. Trib. Mi N.612/90 - Diffusione Per E-mail Ediforum Srl Via Pietrasanta 14, 20141 Milano Tel.
02535981 Fax 0253598247 Publisher Gianni Quarleri
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Abbonamenti: [email protected] Pubblicita’: [email protected]
12 Persone Gruppo Radio
Italia: Alessandro Volanti
è il responsabile marketing
23 Analisi Carat Expert:
MotoGP: nella stagione, le
due ruote in linea con il 2008
Upa: 2009 a -13/-15%; Sassoli:
«Abbiamo toccato il fondo,
speriamo in un 2010 in linea»
Lorenzo Sassoli de Bianchi
Il presidente degli utenti spiega come continui a non esserci alcuna visibilità dei trend
pubblicitari, “apre” ad AssoComunicazione su remunerazioni e “Milano Crea”, e deplora
l’annunciato blocco governativo delle risorse per la banda larga
16
Mediaset: nei 10 mesi raccolta a -10,2%
con trend in miglioramento; novità in
arrivo per l’offerta di Cinema Premium
Risultati superiori alla media di mercato per il gruppo di cui è a.d. Giuliano Adreani, che
conferma il break even per l’offerta pay nel corso del 2010. Dimezzato l’utile di gruppo
9
14-15 Ricerche
UPA e AssoCom.:
dalla green
communication
la spinta per
uscire dalla crisi
Melegatti: a inizio dicembre
torna in tv con Montangero
& Montangero e 4 milioni
Due gli spot pianificati sulle reti Rai: quello con Bud
Spencer per il Pandoro e il nuovo per Panetton D’Oro
DAILYMEDIA E DAILYNET
TUTTI I GIORNI SUL TUO
COMPUTER SENZA
PROBLEMI DOVUTI
AL PESO DEI DOCUMENTI
5
2 Concessionarie
Blei: verso
il -25% nel
2009; nel 2010
operativa su
alcune testate
di RCS ex PRS
Piero Mezzanzanica
Il quotidiano della comunicazione
anno XIX n°199
mercoledì 11 novembre 2009
p.
16
Mercato Per Upa, investimenti 2009 a -13/-15%;
Sassoli: «Numeri mai visti, speriamo in un 2010 in linea»
Il presidente degli utenti
spiega come continui
a non esserci alcuna
visibilità dei trend
pubblicitari, “apre” ad
AssoComunicazione su
remunerazioni e “Milano
Crea”, e deplora il blocco
governativo delle risorse
per la banda larga
di Vittorio Parazzoli
S
e il futuro, anche della comunicazione, è green, così
come è stato prospettato dal convegno che l’associazione degli utenti ha organizzato ieri con AssoComunicazione,
di un colore ben diverso si tinge
il presente anche per Upa che,
nelle parole usate sempre ieri
dal suo presidente, Lorenzo Sassoli de Bianchi, continua a virare
semmai sul rosso più cupo. Sul
fronte degli investimenti è “buio
pesto”, confermato dai dati Nielsen emessi sempre proprio ieri,
che indicano un -16% nei primi 9
mesi. «Per l’intero anno – ha detto Sassoli – la nostra previsione
è che si arrivi a un -13/-15%, ma
più per rimbalzo tecnico rispetto
all’ultimo, pessimo, bimestre del
2008, che non perchè si stia manifestando un’inversione di tendenza. Da questo punto di vista, non solo continuano a non
esserci segnali incoraggianti, ma
permane anche una visibilità
pressochè nulla. Le aziende investono con spettro massimo di alcune settimane e sono per lo più
sotto budget. Certo che numeri
così negativi non si sono mai visti, peggiori, per l’Italia, della media europea, anche se i consumi
vanno un po’ meglio e, questo,
soprattutto a causa delle piccole
e medie imprese, che non possono investire, anche perchè hanno seri problemi di linee di credito. Sul 2010 si può fare quindi
solo un auspicio, che è già ottimistico e, cioè, che l’andamento degli investimenti si stabilizzi
ai livelli di quest’anno. Sarà meglio pensare ai prossimi 12 mesi
tenendo il 2009 come anno zero,
perchè di sicuro non si torna ai
livelli del 2007-2008, abbiamo
toccato il fondo e per risalire ai
volumi degli scorsi anni ci vorrà molto tempo. Comunque è
la conseguenza di una situazio-
ne più strutturale dell’economia,
che porta le aziende a cercare ottimizzazioni anche negli investimenti pubblicitari».
In tema di “ottimizzazioni” ci
sono anche altri due temi caldi da affrontare, quello della
“moda” delle aste media online, che sta prendendo piede anche da noi nelle gare
che coinvolgono le centrali,
e quello delle remunerazioni
delle agenzie. Qual è la vostra
posizione?
«Le prime, è vero, stanno diffondendosi anche da noi sulla scorta di quanto sta avvenendo negli
Stati Uniti: come Upa dobbiamo
ancora rifletterci, perchè, certamente, hanno dei risvolti interessanti per gli utenti, ma anche
delle contro-indicazioni potenzialmente negative, perchè vanno a impattare sulla professionalità delle centrali. La mia personale
posizione è che la pubblicità non
sia solo puro prezzo e che anche
le pianificazioni necessitino semmai sempre di più di un approccio strategico-qualitativo: credo che, in materia, vada cercato
un giusto equilibrio. Quanto alle
remunerazioni, proprio domani
(oggi per chi legge, ndr) il nostro
comitato di presidenza si incontrerà con i vertici di AssoComunicazione, che ci presenterà i
risultati della ricerca che ha condotto in merito. Noi siamo aperti alle istanze delle agenzie ma, in
ogni caso, è chiaro che Upa potrà poi dare solo delle indicazioni, è il mercato che trova i suoi
assetti. Sempre domani (quindi
sempre oggi per chi legge, ndr),
l’associazione di cui è presidente Diego Masi inizierà a presentarci anche il progetto di “Milano
Crea”: in linea generale è un’idea
che potremmo condividere, ma
bisognerà entrare di più nei dettagli».
Parlando infine di web, Upa
partecipa all’appello congiunto, lanciato da Iab, per lo sblocco delle risorse destinate alla
banda larga. Cosa ne pensa?
«Guardi, si può e si deve parlare
di un problema sociale: il blocco
governativo degli investimenti
è molto preoccupante, il digital
non è soltanto occasione di occupazione ma opportunità irrinunciabile di innovazione per il
Paese. Il mondo della comunicazione si deve e si sta mobilitando, e avrà tutto il nostro appoggio».
11.11.2009
9+20 pm
Il quotidiano della comunicazione
anno XIX n°199
mercoledì 11 novembre 2009
p.
14
watch
the video
Ricerche UPA e AssoComunicazione: dalla green
communication la spinta per uscire dalla crisi
Secondo i risultati della ricerca condotta da GfK-Eurisko gli italiani sono sempre più sensibili ai temi ambientali anche
se risultano ancora arretrati rispetto agli altri Paesi; ma deve cambiare anche l’approccio delle aziende e delle agenzie
U
PA e AssoComunicazione hanno presentato ieri a Milano i risultati della loro prima ricerca su
timori, comportamenti e attese degli italiani nei confronti della green economy, commissionata a GfK-Eurisko. Nella
sua introduzione il presidente
degli utenti, Lorenzo Sassoli de
Bianchi, ha sottolineato il fatto
che l’economia dello sviluppo
è quella che poggia sulla sostenibilità. «Un’economia che offre
enormi opportunità - ha dichiarato - al contrario di un’econo-
Diego
Masi
mia del declino che poggia
sull’indecisione, la green technology è il prossimo settore di
maggior crescita. E’ ormai provato che le aziende più avanzate mettono la sostenibilità a
monte del processo organizzativo, trattano la sostenibilità
come frontiera dell’innovazione, pensano a prodotti asserviti
alla salvaguardia dell’ambiente:
i benefici sociali superano i costi finanziari. Si parlerà sempre
di più di “bil”, benessere interno
lordo, invece che di “pil”, prodotto interno lordo. Gli specialisti della comunicazione devono anche loro proporre nuove
idee e nuovi linguaggi ed essere capaci di innovarsi insieme
ai prodotti. Questa ricerca vuol
essere di supporto e di stimolo al lavoro comune di aziende ed agenzie e il suo sviluppo
nel tempo servirà a monitorare atteggiamenti ed evoluzioni». Giuseppe Minoia, presidente di GfK-Eurisko, ha illustrato
i principali risultati dell’indagine: dopo i due temi drammatici della disoccupazione e
della crisi economica, la tutela
dell’ambiente è la terza preoccupazione nell’animo degli italiani con un 90% di adesione,
in particolare per i cambia-4
Alcos Comunicazione
di Antonella Rocca
Il quotidiano della comunicazione
anno XIX n°199
mercoledì 11 novembre 2009
4menti climatici, l’inquinamento dell’aria e il problema dello
smaltimento dei rifiuti. Gli italiani escono da questa ricerca in
una fase di pre-ambientalismo:
più arretrati rispetto ad altri Paesi, in una specie di apprendistato più lento che altrove, ma
con il convincimento che indietro non si torna. Certamente
il 77% della popolazione (fino
a 65 anni) ritiene che i propri
comportamenti siano oggi più
attenti rispetto al passato, prestano maggior attenzione alle
notizie che si riferiscono all’ambiente e possono essere disposti a spendere qualche cosa di
più per prodotti a basso impatto ambientale. Vogliono essere
più informati dalle grandi istituzioni pubbliche, si aspettano delle proposte sulle città e
sull’energia e si stanno rendendo conto di ciò che è opportuno fare per disturbare meno
p.
15
l’equilibrio ambientale. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono
sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma vogliono più
informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che
si sta preparando per rendere
la vita più sostenibile. Per Diego Masi, presidente di AssoComunicazione, la “rivoluzione
verde” è agli inizi ma la velocità della sua avanzata cresce in
modo esponenziale, accompagnata da fattori quali lo sviluppo del digitale e la recessione
economica che ne accelerano la corsa. «Presto – ha detto - coinvolgerà tutti gli aspetti
della nostra vita, fino a diventare la nuova normalità. La comunicazione non sarà immune al
cambiamento, tanto più che la
industry vive da tempo una cri-
si strutturale che la “strana coppia” digitale-recessione ha contribuito a rendere più evidente,
sottolineando l’urgenza di un
ripensamento riguardante sia
il modello di agenzia sia il contenuto dei messaggi». La green communication diventerà
il nuovo standard della comunicazione, svolgendo un ruolo di primo piano nell’aiutare
le agenzie creative a uscire dalla crisi, ridando ruolo e centralità alla loro funzione. L’agenzia
del futuro sarà più consulenziale e progettuale e soprattutto
sarà digitale. Perché i valori della green communication sono
da sempre nel dna del web: trasparenza, chiarezza e dialogo
con il consumatore, che sarà il
focus di ogni strategia di marketing, prendendo il posto del
prodotto. Infine, Hugh Hough
e Hank Stewart, rispettivamente presidente e vice presidente
brand strategy di Green Team
Usa, hanno raccontato il mondo della green communication
e il processo di cambiamento che ha innescato negli Stati Uniti. Green Team Usa è infatti un’agenzia di comunicazione
newyorkese a servizio completo, nata nel 1993 e focalizzata
sugli “awakening consumers”,
un gruppo in rapida crescita
di opinion leader le cui scelte
d’acquisto, effettuate su base
valoriale, guidano la sempre
più diffusa richiesta di responsabilità da parte delle aziende.
Il loro intervento si è incentrato
sulla spiegazione di quelle che
sono, secondo la loro esperienza, le “six golden rules of green
communication”: racconta la
verità; cammina prima di parlare; condividi il tuo vantaggio;
tieni a mente le partnership;
conosci la tua supply chain; tieni la mente aperta.
Apc-Ambiente/ Cresce sensibilità,attenzione per prodotti eco-friendly
Preoccupazione pari a quella per crisi e disoccupazione
Milano, 10 nov. (Apcom) - La sensibilità verso i temi ambientali
è sempre più diffusa fra gli italiani che si rivelano attenti nei
confronti dei prodotti eco-friendly e di un nuovo modo di
comunicare che ne evidenzi le qualità e i vantaggi. E' quanto
emerge da una ricerca voluta da Upa e AssoComunicazione e
condotta da Gfk-Eurisko.
In base alla ricerca, il tema ambientale preoccupa gli italiani
in maniera significativa, quasi allo stesso livello della paure
per la disoccupazione e per la crisi economica (90%). Le più
preoccupate sono le persone fra i 30 e i 50 anni, in particolare
le donne, mentre i giovani sono più tiepidi. Le attese più forti
riguardano la riduzione dei consumi inutili, l'impegno a
soddisfare i bisogni delle nostre generazione senza compromettere
quelli delle future e l'impiego di più tecnologia che consenta di
sprecare meno energia. Manca, secondo gli italiani, un aiuto per
perseguire comportamenti virtuosi di sostenibilità (74%), ma ci
si sta comunque convincendo che gli stili di vita sostenibili
siano fondamentali per evitare danni alla salute delle persone
(81%). Rispetto al passato, inoltre, gli italiani stanno
diventando più attenti (77%) e più sensibili alle notizie
ambientalistiche (76%), tanto da essere disposti a spendere
qualcosa in più per i prodotti a basso impatto ambientale (65%).
E in quest'ottica c'è fiducia, ma non piena (47%) verso le
aziende che esprimono sostenibilità ambientale, mentre suscitano
comunque un interesse elevato (70%) le iniziative delle imprese
in campo ambientale.
L'energia (93%), il ciclo dei rifiuti (81%), i prodotti
alimentari (78%) sono i settori dove occorrerebbe investire di
più per aiutare il pianeta. A livello individuale, invece, i
comportamenti da mettere in atto sono spegnere le luci (90%),
abbassare il riscaldamento e l'aria condizionata (90%),
rispettare la raccolta differenziata (85%), usare lampadine a
basso consumo energetico (90%) e consumare prodotti di stagione
(92%). Grande attenzione, infine, è rivolta alle energie pulite
come quella solare (94%) ed eolica (84%).
Lzp
101705 nov 09
Apc-Pubblicità/ Sassoli de Bianchi: Raccolta 2009 in calo del 13-15%
"Per tornare sui livelli 2008 ci vorrà qualche anno"
Milano, 10 nov. (Apcom) - Il 2009 sarà ricordato come l'anno nero
della raccolta pubblicitaria con previsioni di una flessione del
13%-15% rispetto allo scorso anno, in lieve miglioramento dal
-16% registrato nei primi nove mesi dell'anno. E' quanto
affermato dal presidente di Upa, Utenti Pubblicità Associati,
Lorenzo Sassoli de Bianchi a margine del convegno "Gli Italiani e
la Green Economy".
"Il 2009 può essere considerato l'anno zero della raccolta
pubblicitaria. Numeri così negativi non si erano mai visti nella
storia della pubblicità e ad oggi non mi pare di percepire da
parte delle aziende una inversione di tendenza. Per tornare sui
livelli 2008 ci vorrà qualche anno", ha affermato Sassoli de
Bianchi.
Fra i diversi media, i più penalizzati sono i periodici a causa
soprattutto della drastica riduzione degli investimenti da parte
degli interlocutori più importanti, la moda e l'industria
dell'auto. Male anche la Tv, mentre per la radio nelle ultime
settimane c'è stato "qualche segnale un pò meno negativo". In
controtendenza Internet che continua a crescere di un 5% rispetto
al 2008. Quanto alla tipologia di investitori, le grandi aziende
"stanno tenendo, mancano invece le Pmi per problemi di accesso al
credito e gestione del business più che di andamento dei
consumi", ha concluso Sassoli de Bianchi.
Lzp
101724 nov 09
Apc-Tlc/ Sassoli de Bianchi: Stop banda larga è una frenata per Paese
"Dovrebbe essere una priorità"
Milano, 10 nov. (Apcom) - Il taglio di 800 milioni di
investimenti per la banda larga, è "una frenata per tutto il
paese". E' quanto affermato da Lorenzo Sassoli de Bianchi,
presidente di Upa a margine del convegno "Gli Italiani e la Green
Economy".
Secondo Sassoli de Bianchi i mancati investimenti rischiano di
creare "un problema sociale" perchè la banda larga "dovrebbe
essere una priorità".
Lzp
101724 nov 09
Testata: GREENCITY.IT
Data: 12 NOVEMBRE 2009
Ambiente
Gli italiani e l'ambiente
Gli italiani bocciano le istituzioni pubbliche in materia di
ambiente, si fidano poco delle aziende e chiedono ai mezzi
di comunicazione e alla scienza un'informazione migliore
e meno di parte.
Redazione GreenCity
Pubblicato il: 12/11/2009 nella categoria Ambiente.
L'Italia è un paese ambientalista? A questa domanda, Giuseppe Minoia, Presidente di GFKEurisko e autore della prima ricerca sugli italiani e la green economy condotta congiuntamente da
UPA e AssoComunicazione, risponde con un secco "NO".
Non lo sono, gli italiani, per mancanza di una vera cultura ambientalista, ma anche e
soprattutto perché "chi dovrebbe dargliela, non gliela dà". Sul banco degli imputati salgono,
infatti, le istituzioni pubbliche – dallo Stato alle amministrazioni locali, indifferentemente – e i
mezzi di comunicazione. "Troppo spesso l'ambiente viene visto, dai politici e dagli amministratori,
semplicemente come un campo per le loro battaglie politiche: questa è la ragione per cui un giorno
dicono una cosa e il giorno dopo l'esatto contrario", afferma sempre Minoia. E i mezzi di
comunicazione seguono lo stesso modello di comportamento, con campagne e servizi che, alla fine,
non fanno altro che confondere i cittadini e lasciarli con le loro domande senza risposte.
"Non per niente, il gruppo d'età che risulta essere più distante dai problemi ambientali, ma solo in
apparenza, è quello dei giovani: sono i primi a risentire delle grandi lacune nelle informazioni che
arrivano da parte della scuola, dei giornali, delle televisioni". La sensibilità ambientale non è più un
fenomeno di nicchia, nemmeno nel nostro paese comunque così indietro, rispetto a quelli
scandinavi, per esempio. Ci sono differenze a livello geografico, con il Nord più consapevole del
problema, e anche tra i sessi: le donne tra i 30 ed i 50 anni sono le più attente al tema della
protezione dell'ambiente. "Un fatto facilmente spiegabile – dice Minoia – se pensiamo che questa
categoria rappresenta il gruppo di donne nell'età fertile, quelle che pià di tutte pensano alla famiglia,
ai figli. In definitiva, al futuro".
Ad ostacolare la crescita di un sistema veramente attento all'ambiente è il mondo della
politica. "Le maggiori aspettative degli italiani sono per l'urbanistica, l'edilizia e i trasporti: tutti
comparti dove il ruolo delle amministrazioni pubbliche, ad ogni livello, è fondamentale". Insomma,
gli italiani vogliono vivere meglio, in città dove il traffico scorra più fluido, l'aria sia
respirabile, l'acqua potabile e sicura, i rifiuti non occupino marciapiedi e strade, gli edifici
rispondano a caratteristiche di risparmio energetico ed i trasporti pubblici siano puliti e
funzionanti, ma il mondo della politica sembra essere sordo a tutte queste richieste.
UPA e AssoComunicazione, la prima ricerca sulla
sostenibilità
Martedì 10 Novembre 2009 17:55 Assocomunicazione
UPA e AssoComunicazione hanno presentato oggi i risultati della loro prima ricerca su "timori,
comportamenti e attese degli Italiani nei confronti della Green Economy" commissionata a
GfK- Eurisko.
Oggi il tema della sostenibilità è un tema che coinvolge tutti: indietro non si torna. Ma quale
importanza ha per ciascuno di noi, come debbono affrontarlo le aziende nella logica dei
loro prodotti, come devono comunicarlo?
Questa ricerca vuole essere l'inizio di un percorso di monitoraggio che pone al centro della
rilevazione quale sia il grado di consapevolezza degli italiani verso i temi della
sostenibilità e quali priorità vengano date per perseguire obiettivi di sostenibilità. In
particolare, UPA e AssoComunicazione cercano di cogliere il ruolo che la comunicazione deve
avere in questo processo di sensibilizzazione e quali strumenti sia necessario mettere in
campo a favore delle aziende che hanno iniziato un processo di riconversione verso la tutela
dell'ambiente.
Nella sua introduzione al tema il presidente di UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi ha
sottolineato il fatto che la sostenibilità non è più un'ipotesi corsara ma la frontiera di un
modello: cresce rapidamente negli italiani la sensibilità al fatto che se l'ambiente è in
difficoltà tutti saremo in difficoltà. L'economia dello sviluppo è quella che poggia sulla
sostenibilità, è un'economia che offre enormi opportunità, al contrario di un'economia del
declino che poggia sull'indecisione, la green technology è il prossimo settore di maggiore
crescita. E' ormai provato che le aziende più avanzate mettono la sostenibilità a monte del
processo organizzativo, trattano la sostenibilità come frontiera dell'innovazione, pensano a
prodotti asserviti alla salvaguarda dell'ambiente: i benefici sociali superano i costi finanziari.
Gli specialisti della comunicazione devono anche loro avanzare con nuove idee e nuovi
linguaggi ed essere capaci di innovarsi insieme ai prodotti. Questa ricerca vuole essere di
supporto e di stimolo al lavoro comune di aziende ed agenzie e il suo sviluppo nel tempo
servirà a monitorare atteggiamenti ed evoluzioni.
Nel suo intervento Diego Masi si è concentrato sul cambiamento che la Green
Communication porterà nel mondo della comunicazione. Per il presidente di
AssoComunicazione la "rivoluzione verde" è solo agli inizi ma la velocità della sua avanzata
cresce in modo esponenziale, accompagnata da fattori quali lo sviluppo del digitale e la
recessione economica che ne accelerano la corsa. E presto coinvolgerà tutti gli aspetti
della nostra vita, fino a diventare la nuova normalità. La comunicazione non sarà
immune al cambiamento, tanto più che la industry vive da tempo una crisi strutturale che la
"strana coppia" digitale e recessione ha contribuito a rendere più evidente, sottolineando
l'urgenza di un ripensamento riguardante sia il modello di agenzia e sia il contenuto dei
messaggi. E come il green diventerà a poco a poco la norma, così la Green Communication
diventerà il nuovo standard della comunicazione, svolgendo un ruolo di primo piano nell'aiutare
le agenzie creative a uscire dalla crisi, ridando ruolo e centralità alla loro funzione. L'agenzia
del futuro sarà più consulenziale e progettuale e soprattutto sarà digitale. Perché i valori della
Green Communication sono da sempre nel DNA del web: trasparenza, chiarezza e dialogo con
il consumatore, che sarà il focus di ogni strategia di marketing, prendendo il posto del
prodotto. I risultati della ricerca sottolineano che anche in Italia i tempi della rivoluzione verde
si avvicinano e le agenzie si stanno attrezzando in vista del cambiamento, trovando in questo
modo un nuovo slancio in grado di aiutarle ad affrontare quei problemi strutturali rimasti
irrisolti per troppo tempo.
Sono stati quindi illustrati da Giuseppe Minoia, presidente di GfK-Eurisko, i principali risultati
della ricerca: dopo i due temi drammatici della disoccupazione e della crisi economica la tutela
dell'ambiente è la terza preoccupazione nell'animo degli italiani con un 90% di adesione, in
particolare per i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e il problema dello smaltimento
rifiuti. Gli italiani escono da questa ricerca in una fase di pre-ambientalismo: più arretrati
rispetto ad altri paesi, in una specie di apprendistato più lento che altrove ma con il
convincimento che indietro non si torna.
Certamente il 77% degli italiani ritiene che i propri comportamenti siano oggi più attenti
rispetto al passato, prestano maggior attenzione alle notizie che si riferiscono all'ambiente
possono essere disposti a spendere qualche cosa di più per prodotti a basso impatto
ambientale. Vogliono essere più informati dalle grandi istituzioni pubbliche, si aspettano delle
proposte sulle città, sull'energia e si stanno rendendo conto di ciò che è opportuno fare per
disturbare meno l'equilibrio ambientale.
Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che
esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma
vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta preparando per
rendere la vita più sostenibile.
Hugh Hough e Hank Stewart, rispettivamente presidente e vice presidente Brand Strategy
di Green Team Usa, hanno raccontato "dall'interno" il mondo della Green Communication e il
processo di cambiamento che essa ha innescato negli Stati Uniti. Green Team Usa è infatti
un'agenzia di comunicazione newyorkese a servizio completo, nata nel 1993 e focalizzata sugli
Awakening Consumers, un gruppo in rapida crescita di opinion leader le cui scelte d'acquisto,
effettuate su base valoriale, guidano la sempre più diffusa richiesta di responsabilità da parte
delle aziende. Il loro intervento si è incentrato sulla spiegazione di quelle che sono, secondo la
loro esperienza, le "Six Golden Rules of Green Communication":
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Racconta la verità
Cammina prima di parlare
Condividi il tuo vantaggio
Tieni a mente le partnerships
Conosci la tua supply chain
Tieni la mente aperta
Sei regole d'oro che ci fanno capire che la Green Communication è qualcosa di veramente
nuovo, destinato a influenzare profondamente tutto il mondo della comunicazione.
Testata: VITA.IT
Data: 11 NOVEMBRE 2009
di Pietro Vernizzi
ECOLOGIA. L'economia? Gli italiani sono più preoccupati dalla crisi
ambientale
11 novembre 2009
Lo rivela un rapporto di GfK Eurisko
Gli italiani? Un popolo di ambientalisti. Le tematiche ecologiche preoccupano il 90% dei cittadini, a
pari merito con la disoccupazione e superando tutti i più drammatici problemi a livello globale. È
quanto emerge dalla ricerca «Gli italiani e la Green Economy», voluta da Upa e
AssoComunicazione e realizzata da GfK Eurisko. Nel 48% dei casi gli intervistati si dicono «molto
preoccupati» per la tutela dell’ambiente. Sommati a quanti si ritengono «abbastanza preoccupati» (il
42%) risultano più numerosi di quanti provano timore per la crisi economica e la mancanza di
sicurezza nelle città (entrambi all’87%) e per l’aumento delle malattie (all’81%), distanziando
l’immigrazione (70%). E dall’indagine emerge che il 70% degli italiani si ritiene interessato alle
iniziative ecosostenibili delle aziende, di cui il 27% lo è molto e il 43% abbastanza.
Secondo i cittadini però le istituzioni non sono altrettanto attente ai problemi ambientali. Per il 74%
non fanno abbastanza e per il 29% fanno poco o nulla. E le critiche aumentano intervistando le
persone con un livello di cultura più elevato: per l’81% l’Italia non fa abbastanza e per il 36% fa
poco o nulla. Diverse infine le sensibilità a seconda del sesso, dell’età e del reddito: le donne sono
in generale più attente all’ambiente rispetto agli uomini, i giovani sono la fascia più disinteressata
rispetto al problema, mentre le elite sono quelle più disponibili a spendere per acquistare prodotti
ecosostenibili e a cui capita più spesso di sentirsi in colpa per l’impatto dei loro consumi.
‘Green reputation’, nuova frontiera del dialogo aziendaconsumatore
10/11/2009
La responsabilità ambientale non è una nicchia, ma una logica globale. La green economy
necessita di una nuova comunicazione, perché la brand reputation può davvero cambiare. Il
consumatore è oggi attore della sostenibilità e chiede alle marche più verità e meno ‘green
washing’. La nuova ‘era del fare green’ nella ricerca condotta da Gfk Eurisko per Upa e
AssoComunicazione.
“La ‘scomoda verità’ è diventata una frontiera. È necessario cominciare a ragionare a mediolungo termine affinché al Pil, ovvero alla logica del profitto, si sostituisca il Bil, il Benessere
Interno Lordo. La green economy può aiutare il sistema a uscire da questa recessione e la
green technology ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo settore di maggior
crescita”.
Con queste parole Lorenzo Sassoli de Bianchi presidente Upa, ha aperto l’incontro ‘Vivere e
comunicare green’, all’interno del quale è stata presentata la ricerca commissionata da Upa e
AssoComunicazione a Gfk Eurisko ‘Gli italiani, la Green Economy & Communication’.
Obiettivo: monitorare i comportamenti virtuosi e il grado di consapevolezza nei confronti della
sostenibilità.
L’urgenza, la concretezza e il valore universale del tema sono, in sintesi, gli highlight della
ricerca, condotta su gruppi rappresentativi di persone tra i 18 e i 64 anni tra giugno e ottobre
2009. ‘Urgenza’ perché la preoccupazione per l’ambiente viene al terzo posto (90%) dopo
quella per la disoccupazione e la crisi economica.
‘Concretezza’ perché, relativamente alla sfera ambientale, gli issues percepiti come più
preoccupanti sono quelli per i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria e lo smaltimento
dei rifiuti. Infine, il tema non è più sentito come una ‘nicchia’ (al pari, ad esempio,
dell’interesse per uno sport), ma, al contrario, ha un valore universale e imprescindibile: gli
italiani si stanno convincendo che gli stili di vita quotidiani possono impattare positivamente
sull’ambiente, si dichiarano più attenti (77%), più sensibili alle informazioni e, soprattutto,
non ritengono che le notizie che circolano siano esagerate.
Di pari passo, il consumatore è un soggetto sempre più orientato a eliminare i consumi inutili
(ma NON in una logica anticonsumistica), e a vedere nell’innovazione, e quindi nell’acquisto di
prodotti a basso consumo, un segno di responsabilità ambientale. Avendo piena coscienza di
essere inserito nel ciclo del ‘fast moving consumer’ (produzione - distribuzione - consumo rifiuto), percepito come un ‘sporco’ e non intelligente, è disposto a spendere di più per ‘prodotti
responsabili’ (34%) e dimostra più fiducia (50%) nelle marche che esprimono sensibilità
ambientale. Oltre che dalle aziende, però, si aspetta informazioni puntuali e trasparenti dalle
istituzioni pubbliche e azioni concrete a livello urbanistico.
“Il fenomeno green - ha concluso Giuseppe Minoia presidente dell’istituto di ricerca - è
estremamente concreto, legato alle preoccupazioni più tangibili. I temi più urgenti, che sono i
cambiamenti climatici, l’inquinamento e i rifiuti, esistono in quanto verificabili. Gli italiani sono
consapevoli del fatto che l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi in termini di politiche e
sensibilità ambientale. Il pubblico, però, ha oggi ‘fame di informazione’ e si sta attrezzando con
comportamenti più oculati”. Spazio, dunque, alla green communication, ma, avverte Minoia,
attenzione al ‘green washing’, ovvero all’ambientalismo di facciata, che il consumatore
riconosce e non premia.
“Un fenomeno per nulla ideologico e che viene dal basso - ha commentato Diego Masi
presidente AssoComunicazione -. Ma non solo: il green non è etico, ma economico: in esso ci
sono i nuovi mercati e tra dieci anni questo sarà IL Mercato. Tutte le tipologie di aziende hanno
oggi bisogno di una NUOVA comunicazione. Non vi sarà più la csr intesa in senso classico, ma
la social opportunity; il sociale non sarà più un ambito di impegno dal quale si può tornare a un
‘prima’, perché il nuovo scenario non consente di fare passi indietro, bensì di abbracciare la
nuova filosofia come fondante. La green communication dovrà essere portata avanti da nuove
agenzie, sempre più dotate di marketing insight e conoscenza del digitale. (In allegato il pdf
con tutta l'indagine).
Insomma, innescare un circolo virtuoso si può e le case history non mancano. Alcune di esse
sono state illustrate da Hugh Hough e Hank Steward, rispettivamente presidente e vice
presidente Brand Strategy di Green Team Usa (www.greenteamusa.com), agenzia di
comunicazione di New York, a partire dalle ‘six golden rules of green communication’ (racconta
la verità, cammina prima di parlare, condividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partnership,
conosci la tua supply chain, tieni la mente aperta).
Da Häagen Dazs, che produce gelato a base di miele e che ha portato avanti una campagna a
tutela delle api attraverso una pagina pubblicitaria che, piantata nella terra, dava vita a un
fiore (+5,2% di vendita) a GE, passata da una pessima reputazione a un +17% di brand
value grazie alla campagna ‘ecomagination’ riposizionando i prodotti in modo intelligente, fino
a Sun Chips, che ha fatto dell’utilizzo dell’energia solare il proprio cavallo di battaglia grazie a
un pannello in cui il nome del brand era generato dall’ombra delle lettere posizionate su di esso
(+17% vendite), Hough e Steward hanno dimostrato che la green communication è efficace
laddove supportata da un impegno reale, veritiero, concreto, ed esteso a tutta la filiera del
prodotto. Non a caso, la settima regola è ‘never rest’: la reputazione di una marca può davvero
cambiare.
Chiara Pozzoli
Masi: tra dieci anni il mercato sarà ‘green’
Il mercato della green economy sembra un mercato di nicchia, ma tra dieci anni sarà Il
Mercato.
Esordisce così, Diego Masi, presidente AssoComunicazione, a margine della
presentazione della ricerca su Green Economy e Green Communication.
La rivoluzione green, secondo Masi, è iniziata, accelerata dal digitale e dalla recessione
economica e attraverserà tutti i mercati e li cambierà. Anche le agenzie dovranno
adattarsi e modificare modelli e contenuti spinti dall'onda verde, dalla crescita
esponenziale internet e dal calo di investimenti pubblicitari. Le agenzie green saranno le
agenzie del futuro, caratterizzate da un profondo marketing insight, specializzate in
materie ambientali, sul digitale e il social networking, e con una forte creatività
progettuale. Ma anche costruite su trasparenza, chiarezza e dialogo con il consumatore,
focus di ogni strategia di marketing. La Green Communication, secondo Masi, svolgerà un
ruolo importante nel fare uscire le agenzie dalla crisi, ridando ruolo e forza alla loro
attività.
E' tuttavia ancora poco diffusa, tra le agenzie italiane, la filosofia green e le strutture
dovranno presto aggiornarsi. Domani il tavolo di confronto tra AssoComunicazione e il
comitato di Presidenza UPA sul tema della remunerazione. All’ordine del giorno la ricerca
sulla corretta remunerazione e Milano Crea, il Festival della Comunicazione in
programma nel 2010 a Milano al quale, dichiara Masi, è gradita l’adesione di UPA.
AMBIENTE: EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA
CALDO
(AGI) - Milano, 10 nov. - Dopo la crisi e la disoccupazione, la tutela dell'ambiente è la terza
preoccupazione nell'animo degli italiani, con un 90% di adesione. Il risultato emerge da una ricerca
su "timori, comportamenti e attese degli Italiani nei confronti della Green Economy" condotta da
Gfk-Eurisko per conto dell'Upa (Unione pubblicità associati) e di AssoComunicazione. In
particolare, gli italiani sarebbero preoccupati per i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e
il problema dello smaltimento rifiuti e il 77% di loro riterrebbe di avere oggi comportamenti più
attenti rispetto al passato. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle
aziende/marche che esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti
(34%) ma vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta
preparando per rendere la vita più sostenibile.(AGI) CLI/pag
10/11/2009
14.58
AGI
ECO
73
AMBIENTE:EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA CALDO
ZCZC
AGI0073 3 ECO 0 R01 /
AMBIENTE:EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA CALDO =
(AGI) - Milano, 10 nov. - Dopo la crisi e la disoccupazione, la
tutela dell'ambiente è la terza preoccupazione nell'animo
degli italiani, con un 90% di adesione. Il risultato emerge da
una ricerca su "timori, comportamenti e attese degli Italiani
nei confronti della Green Economy" condotta da Gfk-Eurisko per
conto dell'Upa (Unione pubblicità associati) e di
AssoComunicazione. In particolare, gli italiani sarebbero
preoccupati per i cambiamenti climatici, l'inquinamento
dell'aria e il problema dello smaltimento rifiuti e il 77% di
loro riterrebbe di avere oggi comportamenti più attenti
rispetto al passato. Gli italiani dimostrano di avere più
fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono
sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro
prodotti (34%) ma vogliono più informazioni credibili dal
mondo della produzione su ciò che si sta preparando per
rendere la vita più sostenibile.(AGI)
CLI/pag
101459 NOV 09
NNNN
ZCZC0323/SXA
XEF20214
R ECO S42 R64 S0A INT S04 QBXC
AMBIENTE: GFK-EURISKO; PREOCCUPA ITALIANI QUANTO CRISI
(ANSA) - MILANO, 10 NOV - L'ambiente preoccupa gli italiani
quasi quanto la crisi economica, piu' dei timori per le
malattie, della sicurezza nelle citta' e dell'immigrazione. E'
quanto sostiene una ricerca condotta da Gfk-Eurisko per conto di
Upa e Assocomunicazione e presentata oggi dal presidente
dell'istituto Giuseppe Minoia nell'ambito del convegno 'Gli
Italiani, la green economy & communication'.
In base ai dati raccolti tra il giugno e l'ottobre del 2009,
attraverso un campione che comprende anche 1.000 persone dotate
di Pc interattivo 'Dialogatore', la disoccupazione e' un
problema per il 90% (61% molto e 29% abbastanza), la crisi
economica per l'87% (53% molto +34% abbastanza), la tutela
dell'ambiente per il 90% (48% molto e 42% abbastanza), l'aumento
delle malattie per l'81% (48% molto, 33% abbastanza), la
sicurezza nelle citta' per l'87% (47% molto, 40% abbastanza) e
l'immigrazione per l'80% (36% molto, 34% abbastanza).
In particolare risultano piu' preoccupate le persone tra i 30
e i 50 anni, in particolare le donne (le mamme) e quelle piu'
attrezzate per informazione e cultura. Piu' tiepidi sono i
giovani. (ANSA).
VE
10-NOV-09 20:27 NNN