Rassegna stampa GREEN ECONOMY - UPA
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Rassegna stampa GREEN ECONOMY - UPA
Testata: PUBBLICITAITALIA.IT Data: 11 NOVEMBRE 2009 news Fatti e Persone | Associazioni 11/11/2009 Sassoli de Bianchi: “Nel 2010 ancora budget last minute” Continua la ‘visibilità zero’ da parte delle aziende. Anticipando i dati Nielsen, il presidente Upa ha indicato nel 16% il calo degli investimenti finora. Trend confermato per l’anno prossimo Se l’economia sarà verde, i conti restano ancora in rosso. Per Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto), che ha parlato con Pubblicità Italia Today a latere del convegno sulla Green Economy tenuto ieri a Milano, non c’è alcuna inversione di tendenza in vista per il 2010 e le aziende, che in questi ultimi mesi stanno esaminando i budget di comunicazione per il prossimo anno, continuano ad avere una visibilità molto ridotta e a ragionare in termini di ‘last minute’, così come hanno fatto per tutto il 2009. Certo, le grandi aziende, a eccezione del settore auto, hanno continuato a investire, qualcuna, come L’Oreal, ha persino incrementato gi investimenti, nota Sassoli, ma mancano gli investimenti delle Pmi, la spina dorsale del sistema industriale italiano. Quanto agli insight che il presidente Upa chiede da tempo al mondo delle agenzie, Sassoli insiste sul valore della specializzazione e delle competenze di partner in grado di analizzare temi su cui far leva nella comunicazione. “Il modello è quello della Prius che fa il 3,5% del fatturato di Toyota ma ne assorbe l’80% del budget di comunicazione”. Anche per questo Upa ha chiesto a Nielsen di cominciare a monitorare gli investimenti green, per capire se il processo di riconversione sostenibile è davvero in marcia, mentre si potrebbe anche ipotizzare una sorta di ‘bollino verde’ per le comunicazioni sottoposte al parere preventivo dello IAP, evitando così penose operazioni di greenwashing. Armida Cuzzocrea Il primo quotidiano della comunicazione 23° ANNO mercoledì 11 novembre 2009 pag. 1 di 18 Ministero Trasporti avvia gara per sicurezza dell’autotrasporto Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha avviato una gara relativa alla progettazione e realizzazione della quarta campagna per la sicurezza stradale dell’autotrasporto. Il bando conta su un budget di 3 milioni di euro per un appalto che ha durata di due anni. Il termine per il ricevimento dell’offerte è il 25 novembre. Le opportunità di business della green economy © LA RIPRODUZIONE E’ RISERVATA. La divulgazione a terzi deve essere autorizzata La sostenibilità è business. Lo sostengono Upa e AssoComunicazione che hanno organizzato ieri un incontro sul tema, supportato da una ricerca di Eurisko. La green economy, è stato detto, sarà un importante volano per le aziende e la comunicazione nei prossimi anni, a patto che entrambe ne prendano coscienza adeguando l’offerta. A pag. 14 A Coo’ee Italia la comunicazione di Banca Cattolica Vr Coo’ee Italia, attraverso un’assegnazione diretta, è stata scelta dalla nascitura Banca Cattolica Veronese per la gestione di tutte le attività di comunicazione, dalla realizzazione dell’evento di presentazione alla creazione del marchio e dell’immagine coordinata e di tutte le attività di consulenza creativa. L’agenzia ha ideato il payoff, “Banca Cattolica Veronese, la Banca che vorrei”. Sassoli (Upa), 2009 anno zero adv chiude -14% Investimenti in advertising in calo a fine anno tra il 13 e il 15%. A formulare la previsione è Lorenzo Sassoli, presidente Upa. «I grandi gruppi continuano a investire - ha detto -, a mancare sono i mediopiccoli che si scontrano con problemi di credito e di gestione. Al momento non si intravedono segnali di inversioni di rotta. Il 2009 sarà una sorta di anno zero, da cui ripartire». IL SINDACO E’ TESTIMONIAL NEGLI ANNUNCI RECOARO DI LPF a pag. 7 DIGITAL MARKETING E’ IN DISTRIBUZIONE PUBBLICO 1225/1226 Editrice FLORMEDIA Tel. 02.72.09.30.30 Il primo quotidiano della pubblicità mercoledì 11 novembre 2009 pag. 14 © LA RIPRODUZIONE E’ RISERVATA. La divulgazione a terzi deve essere autorizzata Green economy, nuova frontiera di business (47%); per questo ci si sente un po’ Se fino a dieci anni fa il termine in colpa (45%). Si coglie la convin‘sostenibilità’ era parte di un vocazione che l’attenzione verso le temabolario di nicchia, con forti connotatiche ambientali sia in crescita e che zioni politiche, oggi l’attenzione sia compito dell’educazione e della verso l’impatto ambientale rappreformazione scolastica (93%) e di una senta un importante valore per una corretta informazione (90%) fare si vasta area della popolazione, tanto che questa attenzione sia sempre da far pensare, in questo periodo di più diffusa. L’energia (93%), il ciclo vacche magre, che proprio la ‘green Giuseppe Minoia dei rifiuti (81%), i prodotti alimentari economy’ possa rappresentare una via di uscita alla crisi. Tema caro tanto a (78%) sono i settori, secondo il campione, dove Lorenzo Sassoli, presidente dell’Upa nonché occorre investire di più per aiutare il pianeta. fondatore di un’azienda ‘attenta’ a questi temi «Ciò che soprattutto latita - conclude Minoia - è, come Valsoia, tanto al presidente di secondo il pubblico, l’impegno delle istituzioni che possono determinare con le loro scelte la AssoComunicazione Diego Masi. qualità dell’ambiente in cui viviamo. La richieAspettative alte da istituzioni e aziende sta, non tanto implicita, è che si verifichi una svolta partendo proprio da quelle grandi istituA delineare le potenzialità della ‘green ecozioni che sono dedicate a svolgere servizi davnomy’ è stato Giuseppe Minoia, presidente di vero pubblici». GfK-Eurisko, che ha presentato i risultati di una ricerca commissionata dalle due associazioni. A fianco di temi come quello disoccupazione e Investimento verde migliora il business crisi, la tutela dell'ambiente rappresenta la terza A sottolineare l’importanza della green ecopreoccupazione degli italiani con un 90% di nomy in mercati avanzati come gli Stati Uniti è adesione, in particolare per i cambiamenti cli- stata invitata l’agenzia di comunicazione a sermatici, l'inquinamento dell'aria e lo smaltimento vizio completo americana Green Team, la dei rifiuti. «Gli italiani - ha spiegato il ricercato- quale ha presentato le sei regole d’oro: racre - stanno vivendo in una fase di pre-ambien- conta la verità, cammina prima di parlare, contalismo: si sentono arretrati rispetto ad altri dividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partPaesi, ma sono convinti che indietro non si nerships, conosci la tua supply chain, tieni la possa tornare. La popolazione sta convincen- mente aperta. Regole accompagnate da case dosi che gli stili di vita sostenibili siano fonda- history recenti che hanno avuto per protagonimentali per evitare danni alla salute (81% del sti brand discussi come Bp, General Electric, campione, rappresentativo della fascia 18-64 Ford e Chiquita e altri come Haagen Dazs e anni); rispetto al passato stanno diventando più Sun Chips. Per tutti, l’investimento in comuniattenti (77%) e più sensibili alle notizie sull’am- cazione ambientale si è tradotto in un succesbiente (76%), tanto da essere disposti a spen- so di business. «Le agenzie di comunicazione dere qualcosa in più per i prodotti a basso - ha concluso Masi - devono promuoversi in impatto ambientale (65%)». La consapevolez- anticipo perchè servirà una specializzazione. za che si dovrebbe fare di più è diffusa, ma Dopo la new economy è importante che non mancano le informazioni e anche le risorse perdano anche questa occasione». Mercoledì 11 novembre 2009 – Anno 21 - n. 191 Continua la ‘visibilità zero’ da parte delle aziende all’interno Sassoli de Bianchi: “Nel 2010 ancora budget last minute” Pag. 2 Bitmama (AT), eforpeople e Altagamma per i bambini dell’Abruzzo Pag. 6 General on air con TBWA\Italia Pag. 9 A gennaio nuovo spot Tena Lady di DLKW. Il budget 2010 sale a 12 milioni Pag. 11 DTT, conto alla rovescia per lo switch off nel Lazio Pag. 12 Nielsen: pubblicità in calo del 16% a settembre ALLEGATO Brainstorming In linea con Nielsen, il presidente Upa indica nel 16% il calo degli investimenti adv. Trend confermato per l’anno prossimo [di Armida Cuzzocrea] Se l’economia sarà verde, i conti restano ancora in rosso. Per Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto), che ha parlato con Pubblicità Italia Today a latere del convegno sulla Green Economy tenuto ieri a Milano, non c’è alcuna inversione di tendenza in vista per il 2010 . Le aziende, che in questi ultimi mesi stanno esaminando i budget di comunicazione per il prossimo anno, continuano ad avere una visibilità molto ridotta e a ragionare in termini di ‘last minute’, così come hanno fatto per tutto il 2009. Certo, le grandi aziende, a eccezione del settore auto, hanno continuato a investire, qualcuna, come L’Oreal, ha persino incrementato gi investimenti, nota Sassoli, ma mancano gli investimenti delle Pmi, la spina dorsale del sistema industriale italiano. [segue a pag. 10] Per l’emittente l’ultimo bimestre Audiradio certifica un’audience di 3.766.000 ascoltatori Alessandro Volanti nuovo responsabile marketing del Gruppo Radio Italia Alessandro Volanti (nella foto), primogenito del presidente ed editore Mario Volanti, entra nel Gruppo Radio Italia con la carica di responsabile marketing. Ventitré anni, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, risponderà direttamente a Marco Pontini, direttore generale marketing e commerciale del Gruppo. Volanti coordinerà lo sviluppo dell’ufficio stampa, le relazioni esterne e la divisione web. “Entro con grande emozione nell’azienda che ho visto e mi ha visto crescere – dice Alessandro Volanti – orgoglioso di ricoprire un ruolo di responsabilità attraverso il quale potrò imparare molto e dare il mio contributo”. Secondo la rilevazione Audiradio 4° bimestre, nel periodo 13 giugno-31 luglio, Radio Italia Solo Musica Italiana ha raggiunto i 3.766.000 ascoltatori, in crescita rispetto ai 3.577.000 del bimestre precedente. www.mimesi.com - MIMESI Milano, viale G. Richard 1/a - 20143 Milano, Tel 02 81830683 - Fax 02 81830405 10 / convegno green economy Eco-aziende: italiani favorevoli, ma diffidenti Più che dei timori e degli atteggiamenti degli italiani nei confronti della green economy, la ricerca commissionata congiuntamente da Upa e AssoComunicazione a Eurisko ha detto molto anche delle attese delle aziende e delle risposte delle agenzie in tema di comunicazione ‘green’. La ricerca, presentata ieri a Milano, ha comunque rivelato che il tema della sostenibilità ambientale preoccupa tutti gli italiani, più di tutti le donne tra i 30 e i 50 anni, meno in assoluto i giovani, perché cominciano a verificarne le evidenze nella vita di tutti i giorni, che gli stili di vita sostenibili sono importanti e fattibili e si può rinunciare a qualcosa oggi per preservare il futuro (ma non proprio a tutto: l’auto non si tocca); latitano le istituzioni. Quanto alle aziende ‘sostenibili’, ricevono la fiducia dei cittadini, ma si teme sempre che la sensibilità verde sia solo un’operazione di facciata, anche se viene riconosciuto a numerosi settori, primi fra tutti elettrodomestici e gdo di aver contribuito molto alla crescita della Upa: “Un ‘bollino IAP’ contro il green washing” [segue dalla prima] Quanto agli insight che il presidente Upa chiede da tempo al mondo delle agenzie, Sassoli insiste sul valore della specializzazione e delle competenze di partner in grado di analizzare temi su cui far leva nella comunicazione. “Il modello è quello della Prius che fa il 3,5% del fatturato di Toyota ma ne assorbe l’80% del budget di comunicazione”. Anche per questo Upa ha chiesto a Nielsen di cominciare a monitorare gli investimenti green, per capire se il processo di riconversione sostenibile è davvero in marcia, mentre ipotizza un ‘bollino verde’ per le comunicazioni esaminate dallo IAP, per evitare penose operazioni di greenwashing. sostenibilità. Ma come ha detto il presidente Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi, bisogna recuperare il ritardo accumulato dall’Italia e attrezzarsi, perché l’equazione è ormai ‘sostenibilità uguale sviluppo’ e il Bil (Benessere interno lordo) comincia a contare più del Pil. “Bisogna pensare a medio-lungo termine - ha insistito - e se non stiamo attenti rischiamo di chiudere bottega. Il primo passo tocca alle aziende, la politica seguirà, anche perché i benefici sociali superano di gran lunga i costi industriali”, con un pensiero all’appello lanciato al governo affinché sblocchi i fondi per lo sviluppo della banda larga. Ma per lavorare meglio sul fronte della green economy, le aziende hanno anche bisogno di partner nella comunicazione capaci di sviluppare nuove idee e linguaggi. Perché ciò accada, lo ha riconosciuto lo stesso Diego Masi, presidente di AssoComunicazione, serve però un nuovo modello di agenzia: “abbiamo già perso il treno del digitale, rischiamo di perdere anche quello verde”, ha detto lamentando l’assenza in sala di tanti, troppi Ceo di agenzia. (A.Cu.) [ Assocomunicazione ] Masi: “La rincorsa è cominciata” Con un occhio alle classifiche di AdAge, che nel giro di 5 anni hanno cominciato a premiare le strutture più veloci nell’intercettare i cambiamenti, e uno all’esalogo presentato da Hugh Hough e Hank Stewart dell’agenzia Green Team Usa - racconta la verità, cammina prima di parlare, condividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partnership, conosci la tua supply chain e Pubblicità Italia Today / convegno green economy tieni la mente aperta - Masi sostiene che “le agenzie si stanno attrezzando in vista del cambiamento”. Ma se le strutture si svuotano di risorse umane e se rimane poco tempo per pensare e studiare, come faranno a fornire quegli insight tanto richiesti, e non da oggi, dalle aziende? “Stiamo cominciando a lavorare anche in questa direzione, e non lo faremo da soli”. Mercoledì 11 novembre 2009 AMBIENTE: GFK-EURISKO; PREOCCUPA ITALIANI QUANTO CRISI (ANSA) - MILANO, 10 NOV - L'ambiente preoccupa gli italiani quasi quanto la crisi economica, piu' dei timori per le malattie, della sicurezza nelle citta' e dell'immigrazione. E' quanto sostiene una ricerca condotta da Gfk-Eurisko per conto di Upa e Assocomunicazione e presentata oggi dal presidente dell'istituto Giuseppe Minoia nell'ambito del convegno 'Gli Italiani, la green economy & communication'. In base ai dati raccolti tra il giugno e l'ottobre del 2009, attraverso un campione che comprende anche 1.000 persone dotate di Pc interattivo 'Dialogatore', la disoccupazione e' un problema per il 90% (61% molto e 29% abbastanza), la crisi economica per l'87% (53% molto +34% abbastanza), la tutela dell'ambiente per il 90% (48% molto e 42% abbastanza), l'aumento delle malattie per l'81% (48% molto, 33% abbastanza), la sicurezza nelle citta' per l'87% (47% molto, 40% abbastanza) e l'immigrazione per l'80% (36% molto, 34% abbastanza). In particolare risultano piu' preoccupate le persone tra i 30 e i 50 anni, in particolare le donne (le mamme) e quelle piu' attrezzate per informazione e cultura. Piu' tiepidi sono i giovani. (ANSA). VE 10/11/2009 20:27 Sassoli (UPA) : 2009 anno zero per l’adv Le aziende non sono pronte a investire nella green economy e a favore della sostenibilità. E’ l’opinione del presidente UPA Sassoli de Bianchi, che, a margine della presentazione della ricerca condotta da Eurisko, spiega che, data la struttura dell’economia italiana basata soprattutto sulle PMI, l’economia green sarà un processo più lento rispetto agli altri Paesi dell’Europa. Le aziende intelligenti e avanzate stanno investendo in prodotti a salvaguardia dell'ambiente grazie una visione a medio-lungo termine. L'economia che poggia sulla sostenibilità, infatti, offre grandi potenzialità e la green technology sarà il settore di maggior crescita. Ma anche le agenzie devono saper innovare idee e linguaggi per comunicare 'green'. Sul fronte degli investimenti, il presidente UPA non intravede alcuna ripresa per il mercato, i primi segnali, forse, dal 2010, quando l’obiettivo sarà mantenere i livelli del 2009. Intanto a fine settembre il mercato pubblicitario segna -16%. Tra il -13% e il - 15% le previsioni per quest’anno. Peggio della media europea. Il largo consumo va bene, i grandi investitori (Tlc, bellezza, alimentari) tengono, mentre abbigliamento, auto, finanza risentono della crisi e rallentano. Il calo maggiore riguarda i piccoli investitori, anche frenati dal credit crunch. Riguardo al blocco dei fondi governativi alla banda larga, Sassoli dimostra incredulità, affermando che la banda larga rappresenta il minimo sindacale per competere nel 7° continente, il cyberspazio. Infine, in merito al tavolo con AssoComunicazione sul tema della remunerazione in programma domani, Sassoli de Bianchi dichiara che la posizione di UPA è quella di un’apertura verso le istanze delle agenzie, visti come importanti collaboratori delle aziende. Il primo step di un confronto che dovrebbe portare a una vicendevole consapevolezza delle principali esigenze, di aziende e agenzie. quotidiano della comunicazione anno XIX mercoledì 11 novembre 2009 numero Direttore Responsabile Enrico Robbiati Capo della Redazione Vittorio Parazzoli Redazione Silvia Antonini - Manuela Falchero - Gabriella Grillo - Alessandra La Rosa - Alessandra Marseglia - Viviana Musumeci - Cristina Pontiggia - Antonella Rocca - Andrea Salvadori (caposervizio) - Davide Sechi Mauro Scarpellini Grafica - Paolo Bosani - Luna Meloni - Nadia Moroni Direttore Commerciale Ermilia Mancini Pubblicità Vania Camillozzi - Marco Curtarello - Daniele Monai - Ivano Moro 10 Aziende Tena lady si rinnova, investe 6 milioni e prevede un +10% nel 2010 199 Aut. Trib. Mi N.612/90 - Diffusione Per E-mail Ediforum Srl Via Pietrasanta 14, 20141 Milano Tel. 02535981 Fax 0253598247 Publisher Gianni Quarleri E-mail Redazione: [email protected] Amministrazione E Abbonamenti: [email protected] Abbonamenti: [email protected] Pubblicita’: [email protected] 12 Persone Gruppo Radio Italia: Alessandro Volanti è il responsabile marketing 23 Analisi Carat Expert: MotoGP: nella stagione, le due ruote in linea con il 2008 Upa: 2009 a -13/-15%; Sassoli: «Abbiamo toccato il fondo, speriamo in un 2010 in linea» Lorenzo Sassoli de Bianchi Il presidente degli utenti spiega come continui a non esserci alcuna visibilità dei trend pubblicitari, “apre” ad AssoComunicazione su remunerazioni e “Milano Crea”, e deplora l’annunciato blocco governativo delle risorse per la banda larga 16 Mediaset: nei 10 mesi raccolta a -10,2% con trend in miglioramento; novità in arrivo per l’offerta di Cinema Premium Risultati superiori alla media di mercato per il gruppo di cui è a.d. Giuliano Adreani, che conferma il break even per l’offerta pay nel corso del 2010. Dimezzato l’utile di gruppo 9 14-15 Ricerche UPA e AssoCom.: dalla green communication la spinta per uscire dalla crisi Melegatti: a inizio dicembre torna in tv con Montangero & Montangero e 4 milioni Due gli spot pianificati sulle reti Rai: quello con Bud Spencer per il Pandoro e il nuovo per Panetton D’Oro DAILYMEDIA E DAILYNET TUTTI I GIORNI SUL TUO COMPUTER SENZA PROBLEMI DOVUTI AL PESO DEI DOCUMENTI 5 2 Concessionarie Blei: verso il -25% nel 2009; nel 2010 operativa su alcune testate di RCS ex PRS Piero Mezzanzanica Il quotidiano della comunicazione anno XIX n°199 mercoledì 11 novembre 2009 p. 16 Mercato Per Upa, investimenti 2009 a -13/-15%; Sassoli: «Numeri mai visti, speriamo in un 2010 in linea» Il presidente degli utenti spiega come continui a non esserci alcuna visibilità dei trend pubblicitari, “apre” ad AssoComunicazione su remunerazioni e “Milano Crea”, e deplora il blocco governativo delle risorse per la banda larga di Vittorio Parazzoli S e il futuro, anche della comunicazione, è green, così come è stato prospettato dal convegno che l’associazione degli utenti ha organizzato ieri con AssoComunicazione, di un colore ben diverso si tinge il presente anche per Upa che, nelle parole usate sempre ieri dal suo presidente, Lorenzo Sassoli de Bianchi, continua a virare semmai sul rosso più cupo. Sul fronte degli investimenti è “buio pesto”, confermato dai dati Nielsen emessi sempre proprio ieri, che indicano un -16% nei primi 9 mesi. «Per l’intero anno – ha detto Sassoli – la nostra previsione è che si arrivi a un -13/-15%, ma più per rimbalzo tecnico rispetto all’ultimo, pessimo, bimestre del 2008, che non perchè si stia manifestando un’inversione di tendenza. Da questo punto di vista, non solo continuano a non esserci segnali incoraggianti, ma permane anche una visibilità pressochè nulla. Le aziende investono con spettro massimo di alcune settimane e sono per lo più sotto budget. Certo che numeri così negativi non si sono mai visti, peggiori, per l’Italia, della media europea, anche se i consumi vanno un po’ meglio e, questo, soprattutto a causa delle piccole e medie imprese, che non possono investire, anche perchè hanno seri problemi di linee di credito. Sul 2010 si può fare quindi solo un auspicio, che è già ottimistico e, cioè, che l’andamento degli investimenti si stabilizzi ai livelli di quest’anno. Sarà meglio pensare ai prossimi 12 mesi tenendo il 2009 come anno zero, perchè di sicuro non si torna ai livelli del 2007-2008, abbiamo toccato il fondo e per risalire ai volumi degli scorsi anni ci vorrà molto tempo. Comunque è la conseguenza di una situazio- ne più strutturale dell’economia, che porta le aziende a cercare ottimizzazioni anche negli investimenti pubblicitari». In tema di “ottimizzazioni” ci sono anche altri due temi caldi da affrontare, quello della “moda” delle aste media online, che sta prendendo piede anche da noi nelle gare che coinvolgono le centrali, e quello delle remunerazioni delle agenzie. Qual è la vostra posizione? «Le prime, è vero, stanno diffondendosi anche da noi sulla scorta di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti: come Upa dobbiamo ancora rifletterci, perchè, certamente, hanno dei risvolti interessanti per gli utenti, ma anche delle contro-indicazioni potenzialmente negative, perchè vanno a impattare sulla professionalità delle centrali. La mia personale posizione è che la pubblicità non sia solo puro prezzo e che anche le pianificazioni necessitino semmai sempre di più di un approccio strategico-qualitativo: credo che, in materia, vada cercato un giusto equilibrio. Quanto alle remunerazioni, proprio domani (oggi per chi legge, ndr) il nostro comitato di presidenza si incontrerà con i vertici di AssoComunicazione, che ci presenterà i risultati della ricerca che ha condotto in merito. Noi siamo aperti alle istanze delle agenzie ma, in ogni caso, è chiaro che Upa potrà poi dare solo delle indicazioni, è il mercato che trova i suoi assetti. Sempre domani (quindi sempre oggi per chi legge, ndr), l’associazione di cui è presidente Diego Masi inizierà a presentarci anche il progetto di “Milano Crea”: in linea generale è un’idea che potremmo condividere, ma bisognerà entrare di più nei dettagli». Parlando infine di web, Upa partecipa all’appello congiunto, lanciato da Iab, per lo sblocco delle risorse destinate alla banda larga. Cosa ne pensa? «Guardi, si può e si deve parlare di un problema sociale: il blocco governativo degli investimenti è molto preoccupante, il digital non è soltanto occasione di occupazione ma opportunità irrinunciabile di innovazione per il Paese. Il mondo della comunicazione si deve e si sta mobilitando, e avrà tutto il nostro appoggio». 11.11.2009 9+20 pm Il quotidiano della comunicazione anno XIX n°199 mercoledì 11 novembre 2009 p. 14 watch the video Ricerche UPA e AssoComunicazione: dalla green communication la spinta per uscire dalla crisi Secondo i risultati della ricerca condotta da GfK-Eurisko gli italiani sono sempre più sensibili ai temi ambientali anche se risultano ancora arretrati rispetto agli altri Paesi; ma deve cambiare anche l’approccio delle aziende e delle agenzie U PA e AssoComunicazione hanno presentato ieri a Milano i risultati della loro prima ricerca su timori, comportamenti e attese degli italiani nei confronti della green economy, commissionata a GfK-Eurisko. Nella sua introduzione il presidente degli utenti, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha sottolineato il fatto che l’economia dello sviluppo è quella che poggia sulla sostenibilità. «Un’economia che offre enormi opportunità - ha dichiarato - al contrario di un’econo- Diego Masi mia del declino che poggia sull’indecisione, la green technology è il prossimo settore di maggior crescita. E’ ormai provato che le aziende più avanzate mettono la sostenibilità a monte del processo organizzativo, trattano la sostenibilità come frontiera dell’innovazione, pensano a prodotti asserviti alla salvaguardia dell’ambiente: i benefici sociali superano i costi finanziari. Si parlerà sempre di più di “bil”, benessere interno lordo, invece che di “pil”, prodotto interno lordo. Gli specialisti della comunicazione devono anche loro proporre nuove idee e nuovi linguaggi ed essere capaci di innovarsi insieme ai prodotti. Questa ricerca vuol essere di supporto e di stimolo al lavoro comune di aziende ed agenzie e il suo sviluppo nel tempo servirà a monitorare atteggiamenti ed evoluzioni». Giuseppe Minoia, presidente di GfK-Eurisko, ha illustrato i principali risultati dell’indagine: dopo i due temi drammatici della disoccupazione e della crisi economica, la tutela dell’ambiente è la terza preoccupazione nell’animo degli italiani con un 90% di adesione, in particolare per i cambia-4 Alcos Comunicazione di Antonella Rocca Il quotidiano della comunicazione anno XIX n°199 mercoledì 11 novembre 2009 4menti climatici, l’inquinamento dell’aria e il problema dello smaltimento dei rifiuti. Gli italiani escono da questa ricerca in una fase di pre-ambientalismo: più arretrati rispetto ad altri Paesi, in una specie di apprendistato più lento che altrove, ma con il convincimento che indietro non si torna. Certamente il 77% della popolazione (fino a 65 anni) ritiene che i propri comportamenti siano oggi più attenti rispetto al passato, prestano maggior attenzione alle notizie che si riferiscono all’ambiente e possono essere disposti a spendere qualche cosa di più per prodotti a basso impatto ambientale. Vogliono essere più informati dalle grandi istituzioni pubbliche, si aspettano delle proposte sulle città e sull’energia e si stanno rendendo conto di ciò che è opportuno fare per disturbare meno p. 15 l’equilibrio ambientale. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta preparando per rendere la vita più sostenibile. Per Diego Masi, presidente di AssoComunicazione, la “rivoluzione verde” è agli inizi ma la velocità della sua avanzata cresce in modo esponenziale, accompagnata da fattori quali lo sviluppo del digitale e la recessione economica che ne accelerano la corsa. «Presto – ha detto - coinvolgerà tutti gli aspetti della nostra vita, fino a diventare la nuova normalità. La comunicazione non sarà immune al cambiamento, tanto più che la industry vive da tempo una cri- si strutturale che la “strana coppia” digitale-recessione ha contribuito a rendere più evidente, sottolineando l’urgenza di un ripensamento riguardante sia il modello di agenzia sia il contenuto dei messaggi». La green communication diventerà il nuovo standard della comunicazione, svolgendo un ruolo di primo piano nell’aiutare le agenzie creative a uscire dalla crisi, ridando ruolo e centralità alla loro funzione. L’agenzia del futuro sarà più consulenziale e progettuale e soprattutto sarà digitale. Perché i valori della green communication sono da sempre nel dna del web: trasparenza, chiarezza e dialogo con il consumatore, che sarà il focus di ogni strategia di marketing, prendendo il posto del prodotto. Infine, Hugh Hough e Hank Stewart, rispettivamente presidente e vice presidente brand strategy di Green Team Usa, hanno raccontato il mondo della green communication e il processo di cambiamento che ha innescato negli Stati Uniti. Green Team Usa è infatti un’agenzia di comunicazione newyorkese a servizio completo, nata nel 1993 e focalizzata sugli “awakening consumers”, un gruppo in rapida crescita di opinion leader le cui scelte d’acquisto, effettuate su base valoriale, guidano la sempre più diffusa richiesta di responsabilità da parte delle aziende. Il loro intervento si è incentrato sulla spiegazione di quelle che sono, secondo la loro esperienza, le “six golden rules of green communication”: racconta la verità; cammina prima di parlare; condividi il tuo vantaggio; tieni a mente le partnership; conosci la tua supply chain; tieni la mente aperta. Apc-Ambiente/ Cresce sensibilità,attenzione per prodotti eco-friendly Preoccupazione pari a quella per crisi e disoccupazione Milano, 10 nov. (Apcom) - La sensibilità verso i temi ambientali è sempre più diffusa fra gli italiani che si rivelano attenti nei confronti dei prodotti eco-friendly e di un nuovo modo di comunicare che ne evidenzi le qualità e i vantaggi. E' quanto emerge da una ricerca voluta da Upa e AssoComunicazione e condotta da Gfk-Eurisko. In base alla ricerca, il tema ambientale preoccupa gli italiani in maniera significativa, quasi allo stesso livello della paure per la disoccupazione e per la crisi economica (90%). Le più preoccupate sono le persone fra i 30 e i 50 anni, in particolare le donne, mentre i giovani sono più tiepidi. Le attese più forti riguardano la riduzione dei consumi inutili, l'impegno a soddisfare i bisogni delle nostre generazione senza compromettere quelli delle future e l'impiego di più tecnologia che consenta di sprecare meno energia. Manca, secondo gli italiani, un aiuto per perseguire comportamenti virtuosi di sostenibilità (74%), ma ci si sta comunque convincendo che gli stili di vita sostenibili siano fondamentali per evitare danni alla salute delle persone (81%). Rispetto al passato, inoltre, gli italiani stanno diventando più attenti (77%) e più sensibili alle notizie ambientalistiche (76%), tanto da essere disposti a spendere qualcosa in più per i prodotti a basso impatto ambientale (65%). E in quest'ottica c'è fiducia, ma non piena (47%) verso le aziende che esprimono sostenibilità ambientale, mentre suscitano comunque un interesse elevato (70%) le iniziative delle imprese in campo ambientale. L'energia (93%), il ciclo dei rifiuti (81%), i prodotti alimentari (78%) sono i settori dove occorrerebbe investire di più per aiutare il pianeta. A livello individuale, invece, i comportamenti da mettere in atto sono spegnere le luci (90%), abbassare il riscaldamento e l'aria condizionata (90%), rispettare la raccolta differenziata (85%), usare lampadine a basso consumo energetico (90%) e consumare prodotti di stagione (92%). Grande attenzione, infine, è rivolta alle energie pulite come quella solare (94%) ed eolica (84%). Lzp 101705 nov 09 Apc-Pubblicità/ Sassoli de Bianchi: Raccolta 2009 in calo del 13-15% "Per tornare sui livelli 2008 ci vorrà qualche anno" Milano, 10 nov. (Apcom) - Il 2009 sarà ricordato come l'anno nero della raccolta pubblicitaria con previsioni di una flessione del 13%-15% rispetto allo scorso anno, in lieve miglioramento dal -16% registrato nei primi nove mesi dell'anno. E' quanto affermato dal presidente di Upa, Utenti Pubblicità Associati, Lorenzo Sassoli de Bianchi a margine del convegno "Gli Italiani e la Green Economy". "Il 2009 può essere considerato l'anno zero della raccolta pubblicitaria. Numeri così negativi non si erano mai visti nella storia della pubblicità e ad oggi non mi pare di percepire da parte delle aziende una inversione di tendenza. Per tornare sui livelli 2008 ci vorrà qualche anno", ha affermato Sassoli de Bianchi. Fra i diversi media, i più penalizzati sono i periodici a causa soprattutto della drastica riduzione degli investimenti da parte degli interlocutori più importanti, la moda e l'industria dell'auto. Male anche la Tv, mentre per la radio nelle ultime settimane c'è stato "qualche segnale un pò meno negativo". In controtendenza Internet che continua a crescere di un 5% rispetto al 2008. Quanto alla tipologia di investitori, le grandi aziende "stanno tenendo, mancano invece le Pmi per problemi di accesso al credito e gestione del business più che di andamento dei consumi", ha concluso Sassoli de Bianchi. Lzp 101724 nov 09 Apc-Tlc/ Sassoli de Bianchi: Stop banda larga è una frenata per Paese "Dovrebbe essere una priorità" Milano, 10 nov. (Apcom) - Il taglio di 800 milioni di investimenti per la banda larga, è "una frenata per tutto il paese". E' quanto affermato da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa a margine del convegno "Gli Italiani e la Green Economy". Secondo Sassoli de Bianchi i mancati investimenti rischiano di creare "un problema sociale" perchè la banda larga "dovrebbe essere una priorità". Lzp 101724 nov 09 Testata: GREENCITY.IT Data: 12 NOVEMBRE 2009 Ambiente Gli italiani e l'ambiente Gli italiani bocciano le istituzioni pubbliche in materia di ambiente, si fidano poco delle aziende e chiedono ai mezzi di comunicazione e alla scienza un'informazione migliore e meno di parte. Redazione GreenCity Pubblicato il: 12/11/2009 nella categoria Ambiente. L'Italia è un paese ambientalista? A questa domanda, Giuseppe Minoia, Presidente di GFKEurisko e autore della prima ricerca sugli italiani e la green economy condotta congiuntamente da UPA e AssoComunicazione, risponde con un secco "NO". Non lo sono, gli italiani, per mancanza di una vera cultura ambientalista, ma anche e soprattutto perché "chi dovrebbe dargliela, non gliela dà". Sul banco degli imputati salgono, infatti, le istituzioni pubbliche – dallo Stato alle amministrazioni locali, indifferentemente – e i mezzi di comunicazione. "Troppo spesso l'ambiente viene visto, dai politici e dagli amministratori, semplicemente come un campo per le loro battaglie politiche: questa è la ragione per cui un giorno dicono una cosa e il giorno dopo l'esatto contrario", afferma sempre Minoia. E i mezzi di comunicazione seguono lo stesso modello di comportamento, con campagne e servizi che, alla fine, non fanno altro che confondere i cittadini e lasciarli con le loro domande senza risposte. "Non per niente, il gruppo d'età che risulta essere più distante dai problemi ambientali, ma solo in apparenza, è quello dei giovani: sono i primi a risentire delle grandi lacune nelle informazioni che arrivano da parte della scuola, dei giornali, delle televisioni". La sensibilità ambientale non è più un fenomeno di nicchia, nemmeno nel nostro paese comunque così indietro, rispetto a quelli scandinavi, per esempio. Ci sono differenze a livello geografico, con il Nord più consapevole del problema, e anche tra i sessi: le donne tra i 30 ed i 50 anni sono le più attente al tema della protezione dell'ambiente. "Un fatto facilmente spiegabile – dice Minoia – se pensiamo che questa categoria rappresenta il gruppo di donne nell'età fertile, quelle che pià di tutte pensano alla famiglia, ai figli. In definitiva, al futuro". Ad ostacolare la crescita di un sistema veramente attento all'ambiente è il mondo della politica. "Le maggiori aspettative degli italiani sono per l'urbanistica, l'edilizia e i trasporti: tutti comparti dove il ruolo delle amministrazioni pubbliche, ad ogni livello, è fondamentale". Insomma, gli italiani vogliono vivere meglio, in città dove il traffico scorra più fluido, l'aria sia respirabile, l'acqua potabile e sicura, i rifiuti non occupino marciapiedi e strade, gli edifici rispondano a caratteristiche di risparmio energetico ed i trasporti pubblici siano puliti e funzionanti, ma il mondo della politica sembra essere sordo a tutte queste richieste. UPA e AssoComunicazione, la prima ricerca sulla sostenibilità Martedì 10 Novembre 2009 17:55 Assocomunicazione UPA e AssoComunicazione hanno presentato oggi i risultati della loro prima ricerca su "timori, comportamenti e attese degli Italiani nei confronti della Green Economy" commissionata a GfK- Eurisko. Oggi il tema della sostenibilità è un tema che coinvolge tutti: indietro non si torna. Ma quale importanza ha per ciascuno di noi, come debbono affrontarlo le aziende nella logica dei loro prodotti, come devono comunicarlo? Questa ricerca vuole essere l'inizio di un percorso di monitoraggio che pone al centro della rilevazione quale sia il grado di consapevolezza degli italiani verso i temi della sostenibilità e quali priorità vengano date per perseguire obiettivi di sostenibilità. In particolare, UPA e AssoComunicazione cercano di cogliere il ruolo che la comunicazione deve avere in questo processo di sensibilizzazione e quali strumenti sia necessario mettere in campo a favore delle aziende che hanno iniziato un processo di riconversione verso la tutela dell'ambiente. Nella sua introduzione al tema il presidente di UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi ha sottolineato il fatto che la sostenibilità non è più un'ipotesi corsara ma la frontiera di un modello: cresce rapidamente negli italiani la sensibilità al fatto che se l'ambiente è in difficoltà tutti saremo in difficoltà. L'economia dello sviluppo è quella che poggia sulla sostenibilità, è un'economia che offre enormi opportunità, al contrario di un'economia del declino che poggia sull'indecisione, la green technology è il prossimo settore di maggiore crescita. E' ormai provato che le aziende più avanzate mettono la sostenibilità a monte del processo organizzativo, trattano la sostenibilità come frontiera dell'innovazione, pensano a prodotti asserviti alla salvaguarda dell'ambiente: i benefici sociali superano i costi finanziari. Gli specialisti della comunicazione devono anche loro avanzare con nuove idee e nuovi linguaggi ed essere capaci di innovarsi insieme ai prodotti. Questa ricerca vuole essere di supporto e di stimolo al lavoro comune di aziende ed agenzie e il suo sviluppo nel tempo servirà a monitorare atteggiamenti ed evoluzioni. Nel suo intervento Diego Masi si è concentrato sul cambiamento che la Green Communication porterà nel mondo della comunicazione. Per il presidente di AssoComunicazione la "rivoluzione verde" è solo agli inizi ma la velocità della sua avanzata cresce in modo esponenziale, accompagnata da fattori quali lo sviluppo del digitale e la recessione economica che ne accelerano la corsa. E presto coinvolgerà tutti gli aspetti della nostra vita, fino a diventare la nuova normalità. La comunicazione non sarà immune al cambiamento, tanto più che la industry vive da tempo una crisi strutturale che la "strana coppia" digitale e recessione ha contribuito a rendere più evidente, sottolineando l'urgenza di un ripensamento riguardante sia il modello di agenzia e sia il contenuto dei messaggi. E come il green diventerà a poco a poco la norma, così la Green Communication diventerà il nuovo standard della comunicazione, svolgendo un ruolo di primo piano nell'aiutare le agenzie creative a uscire dalla crisi, ridando ruolo e centralità alla loro funzione. L'agenzia del futuro sarà più consulenziale e progettuale e soprattutto sarà digitale. Perché i valori della Green Communication sono da sempre nel DNA del web: trasparenza, chiarezza e dialogo con il consumatore, che sarà il focus di ogni strategia di marketing, prendendo il posto del prodotto. I risultati della ricerca sottolineano che anche in Italia i tempi della rivoluzione verde si avvicinano e le agenzie si stanno attrezzando in vista del cambiamento, trovando in questo modo un nuovo slancio in grado di aiutarle ad affrontare quei problemi strutturali rimasti irrisolti per troppo tempo. Sono stati quindi illustrati da Giuseppe Minoia, presidente di GfK-Eurisko, i principali risultati della ricerca: dopo i due temi drammatici della disoccupazione e della crisi economica la tutela dell'ambiente è la terza preoccupazione nell'animo degli italiani con un 90% di adesione, in particolare per i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e il problema dello smaltimento rifiuti. Gli italiani escono da questa ricerca in una fase di pre-ambientalismo: più arretrati rispetto ad altri paesi, in una specie di apprendistato più lento che altrove ma con il convincimento che indietro non si torna. Certamente il 77% degli italiani ritiene che i propri comportamenti siano oggi più attenti rispetto al passato, prestano maggior attenzione alle notizie che si riferiscono all'ambiente possono essere disposti a spendere qualche cosa di più per prodotti a basso impatto ambientale. Vogliono essere più informati dalle grandi istituzioni pubbliche, si aspettano delle proposte sulle città, sull'energia e si stanno rendendo conto di ciò che è opportuno fare per disturbare meno l'equilibrio ambientale. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta preparando per rendere la vita più sostenibile. Hugh Hough e Hank Stewart, rispettivamente presidente e vice presidente Brand Strategy di Green Team Usa, hanno raccontato "dall'interno" il mondo della Green Communication e il processo di cambiamento che essa ha innescato negli Stati Uniti. Green Team Usa è infatti un'agenzia di comunicazione newyorkese a servizio completo, nata nel 1993 e focalizzata sugli Awakening Consumers, un gruppo in rapida crescita di opinion leader le cui scelte d'acquisto, effettuate su base valoriale, guidano la sempre più diffusa richiesta di responsabilità da parte delle aziende. Il loro intervento si è incentrato sulla spiegazione di quelle che sono, secondo la loro esperienza, le "Six Golden Rules of Green Communication": 1. 2. 3. 4. 5. 6. Racconta la verità Cammina prima di parlare Condividi il tuo vantaggio Tieni a mente le partnerships Conosci la tua supply chain Tieni la mente aperta Sei regole d'oro che ci fanno capire che la Green Communication è qualcosa di veramente nuovo, destinato a influenzare profondamente tutto il mondo della comunicazione. Testata: VITA.IT Data: 11 NOVEMBRE 2009 di Pietro Vernizzi ECOLOGIA. L'economia? Gli italiani sono più preoccupati dalla crisi ambientale 11 novembre 2009 Lo rivela un rapporto di GfK Eurisko Gli italiani? Un popolo di ambientalisti. Le tematiche ecologiche preoccupano il 90% dei cittadini, a pari merito con la disoccupazione e superando tutti i più drammatici problemi a livello globale. È quanto emerge dalla ricerca «Gli italiani e la Green Economy», voluta da Upa e AssoComunicazione e realizzata da GfK Eurisko. Nel 48% dei casi gli intervistati si dicono «molto preoccupati» per la tutela dell’ambiente. Sommati a quanti si ritengono «abbastanza preoccupati» (il 42%) risultano più numerosi di quanti provano timore per la crisi economica e la mancanza di sicurezza nelle città (entrambi all’87%) e per l’aumento delle malattie (all’81%), distanziando l’immigrazione (70%). E dall’indagine emerge che il 70% degli italiani si ritiene interessato alle iniziative ecosostenibili delle aziende, di cui il 27% lo è molto e il 43% abbastanza. Secondo i cittadini però le istituzioni non sono altrettanto attente ai problemi ambientali. Per il 74% non fanno abbastanza e per il 29% fanno poco o nulla. E le critiche aumentano intervistando le persone con un livello di cultura più elevato: per l’81% l’Italia non fa abbastanza e per il 36% fa poco o nulla. Diverse infine le sensibilità a seconda del sesso, dell’età e del reddito: le donne sono in generale più attente all’ambiente rispetto agli uomini, i giovani sono la fascia più disinteressata rispetto al problema, mentre le elite sono quelle più disponibili a spendere per acquistare prodotti ecosostenibili e a cui capita più spesso di sentirsi in colpa per l’impatto dei loro consumi. ‘Green reputation’, nuova frontiera del dialogo aziendaconsumatore 10/11/2009 La responsabilità ambientale non è una nicchia, ma una logica globale. La green economy necessita di una nuova comunicazione, perché la brand reputation può davvero cambiare. Il consumatore è oggi attore della sostenibilità e chiede alle marche più verità e meno ‘green washing’. La nuova ‘era del fare green’ nella ricerca condotta da Gfk Eurisko per Upa e AssoComunicazione. “La ‘scomoda verità’ è diventata una frontiera. È necessario cominciare a ragionare a mediolungo termine affinché al Pil, ovvero alla logica del profitto, si sostituisca il Bil, il Benessere Interno Lordo. La green economy può aiutare il sistema a uscire da questa recessione e la green technology ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo settore di maggior crescita”. Con queste parole Lorenzo Sassoli de Bianchi presidente Upa, ha aperto l’incontro ‘Vivere e comunicare green’, all’interno del quale è stata presentata la ricerca commissionata da Upa e AssoComunicazione a Gfk Eurisko ‘Gli italiani, la Green Economy & Communication’. Obiettivo: monitorare i comportamenti virtuosi e il grado di consapevolezza nei confronti della sostenibilità. L’urgenza, la concretezza e il valore universale del tema sono, in sintesi, gli highlight della ricerca, condotta su gruppi rappresentativi di persone tra i 18 e i 64 anni tra giugno e ottobre 2009. ‘Urgenza’ perché la preoccupazione per l’ambiente viene al terzo posto (90%) dopo quella per la disoccupazione e la crisi economica. ‘Concretezza’ perché, relativamente alla sfera ambientale, gli issues percepiti come più preoccupanti sono quelli per i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria e lo smaltimento dei rifiuti. Infine, il tema non è più sentito come una ‘nicchia’ (al pari, ad esempio, dell’interesse per uno sport), ma, al contrario, ha un valore universale e imprescindibile: gli italiani si stanno convincendo che gli stili di vita quotidiani possono impattare positivamente sull’ambiente, si dichiarano più attenti (77%), più sensibili alle informazioni e, soprattutto, non ritengono che le notizie che circolano siano esagerate. Di pari passo, il consumatore è un soggetto sempre più orientato a eliminare i consumi inutili (ma NON in una logica anticonsumistica), e a vedere nell’innovazione, e quindi nell’acquisto di prodotti a basso consumo, un segno di responsabilità ambientale. Avendo piena coscienza di essere inserito nel ciclo del ‘fast moving consumer’ (produzione - distribuzione - consumo rifiuto), percepito come un ‘sporco’ e non intelligente, è disposto a spendere di più per ‘prodotti responsabili’ (34%) e dimostra più fiducia (50%) nelle marche che esprimono sensibilità ambientale. Oltre che dalle aziende, però, si aspetta informazioni puntuali e trasparenti dalle istituzioni pubbliche e azioni concrete a livello urbanistico. “Il fenomeno green - ha concluso Giuseppe Minoia presidente dell’istituto di ricerca - è estremamente concreto, legato alle preoccupazioni più tangibili. I temi più urgenti, che sono i cambiamenti climatici, l’inquinamento e i rifiuti, esistono in quanto verificabili. Gli italiani sono consapevoli del fatto che l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi in termini di politiche e sensibilità ambientale. Il pubblico, però, ha oggi ‘fame di informazione’ e si sta attrezzando con comportamenti più oculati”. Spazio, dunque, alla green communication, ma, avverte Minoia, attenzione al ‘green washing’, ovvero all’ambientalismo di facciata, che il consumatore riconosce e non premia. “Un fenomeno per nulla ideologico e che viene dal basso - ha commentato Diego Masi presidente AssoComunicazione -. Ma non solo: il green non è etico, ma economico: in esso ci sono i nuovi mercati e tra dieci anni questo sarà IL Mercato. Tutte le tipologie di aziende hanno oggi bisogno di una NUOVA comunicazione. Non vi sarà più la csr intesa in senso classico, ma la social opportunity; il sociale non sarà più un ambito di impegno dal quale si può tornare a un ‘prima’, perché il nuovo scenario non consente di fare passi indietro, bensì di abbracciare la nuova filosofia come fondante. La green communication dovrà essere portata avanti da nuove agenzie, sempre più dotate di marketing insight e conoscenza del digitale. (In allegato il pdf con tutta l'indagine). Insomma, innescare un circolo virtuoso si può e le case history non mancano. Alcune di esse sono state illustrate da Hugh Hough e Hank Steward, rispettivamente presidente e vice presidente Brand Strategy di Green Team Usa (www.greenteamusa.com), agenzia di comunicazione di New York, a partire dalle ‘six golden rules of green communication’ (racconta la verità, cammina prima di parlare, condividi il tuo vantaggio, tieni a mente le partnership, conosci la tua supply chain, tieni la mente aperta). Da Häagen Dazs, che produce gelato a base di miele e che ha portato avanti una campagna a tutela delle api attraverso una pagina pubblicitaria che, piantata nella terra, dava vita a un fiore (+5,2% di vendita) a GE, passata da una pessima reputazione a un +17% di brand value grazie alla campagna ‘ecomagination’ riposizionando i prodotti in modo intelligente, fino a Sun Chips, che ha fatto dell’utilizzo dell’energia solare il proprio cavallo di battaglia grazie a un pannello in cui il nome del brand era generato dall’ombra delle lettere posizionate su di esso (+17% vendite), Hough e Steward hanno dimostrato che la green communication è efficace laddove supportata da un impegno reale, veritiero, concreto, ed esteso a tutta la filiera del prodotto. Non a caso, la settima regola è ‘never rest’: la reputazione di una marca può davvero cambiare. Chiara Pozzoli Masi: tra dieci anni il mercato sarà ‘green’ Il mercato della green economy sembra un mercato di nicchia, ma tra dieci anni sarà Il Mercato. Esordisce così, Diego Masi, presidente AssoComunicazione, a margine della presentazione della ricerca su Green Economy e Green Communication. La rivoluzione green, secondo Masi, è iniziata, accelerata dal digitale e dalla recessione economica e attraverserà tutti i mercati e li cambierà. Anche le agenzie dovranno adattarsi e modificare modelli e contenuti spinti dall'onda verde, dalla crescita esponenziale internet e dal calo di investimenti pubblicitari. Le agenzie green saranno le agenzie del futuro, caratterizzate da un profondo marketing insight, specializzate in materie ambientali, sul digitale e il social networking, e con una forte creatività progettuale. Ma anche costruite su trasparenza, chiarezza e dialogo con il consumatore, focus di ogni strategia di marketing. La Green Communication, secondo Masi, svolgerà un ruolo importante nel fare uscire le agenzie dalla crisi, ridando ruolo e forza alla loro attività. E' tuttavia ancora poco diffusa, tra le agenzie italiane, la filosofia green e le strutture dovranno presto aggiornarsi. Domani il tavolo di confronto tra AssoComunicazione e il comitato di Presidenza UPA sul tema della remunerazione. All’ordine del giorno la ricerca sulla corretta remunerazione e Milano Crea, il Festival della Comunicazione in programma nel 2010 a Milano al quale, dichiara Masi, è gradita l’adesione di UPA. AMBIENTE: EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA CALDO (AGI) - Milano, 10 nov. - Dopo la crisi e la disoccupazione, la tutela dell'ambiente è la terza preoccupazione nell'animo degli italiani, con un 90% di adesione. Il risultato emerge da una ricerca su "timori, comportamenti e attese degli Italiani nei confronti della Green Economy" condotta da Gfk-Eurisko per conto dell'Upa (Unione pubblicità associati) e di AssoComunicazione. In particolare, gli italiani sarebbero preoccupati per i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e il problema dello smaltimento rifiuti e il 77% di loro riterrebbe di avere oggi comportamenti più attenti rispetto al passato. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta preparando per rendere la vita più sostenibile.(AGI) CLI/pag 10/11/2009 14.58 AGI ECO 73 AMBIENTE:EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA CALDO ZCZC AGI0073 3 ECO 0 R01 / AMBIENTE:EURISKO, DOPO CRISI E DISOCCUPAZIONE ECOLOGIA TEMA CALDO = (AGI) - Milano, 10 nov. - Dopo la crisi e la disoccupazione, la tutela dell'ambiente è la terza preoccupazione nell'animo degli italiani, con un 90% di adesione. Il risultato emerge da una ricerca su "timori, comportamenti e attese degli Italiani nei confronti della Green Economy" condotta da Gfk-Eurisko per conto dell'Upa (Unione pubblicità associati) e di AssoComunicazione. In particolare, gli italiani sarebbero preoccupati per i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e il problema dello smaltimento rifiuti e il 77% di loro riterrebbe di avere oggi comportamenti più attenti rispetto al passato. Gli italiani dimostrano di avere più fiducia (quasi il 50%) nelle aziende/marche che esprimono sensibilità ambientale, sono disposti a pagare di più i loro prodotti (34%) ma vogliono più informazioni credibili dal mondo della produzione su ciò che si sta preparando per rendere la vita più sostenibile.(AGI) CLI/pag 101459 NOV 09 NNNN ZCZC0323/SXA XEF20214 R ECO S42 R64 S0A INT S04 QBXC AMBIENTE: GFK-EURISKO; PREOCCUPA ITALIANI QUANTO CRISI (ANSA) - MILANO, 10 NOV - L'ambiente preoccupa gli italiani quasi quanto la crisi economica, piu' dei timori per le malattie, della sicurezza nelle citta' e dell'immigrazione. E' quanto sostiene una ricerca condotta da Gfk-Eurisko per conto di Upa e Assocomunicazione e presentata oggi dal presidente dell'istituto Giuseppe Minoia nell'ambito del convegno 'Gli Italiani, la green economy & communication'. In base ai dati raccolti tra il giugno e l'ottobre del 2009, attraverso un campione che comprende anche 1.000 persone dotate di Pc interattivo 'Dialogatore', la disoccupazione e' un problema per il 90% (61% molto e 29% abbastanza), la crisi economica per l'87% (53% molto +34% abbastanza), la tutela dell'ambiente per il 90% (48% molto e 42% abbastanza), l'aumento delle malattie per l'81% (48% molto, 33% abbastanza), la sicurezza nelle citta' per l'87% (47% molto, 40% abbastanza) e l'immigrazione per l'80% (36% molto, 34% abbastanza). In particolare risultano piu' preoccupate le persone tra i 30 e i 50 anni, in particolare le donne (le mamme) e quelle piu' attrezzate per informazione e cultura. Piu' tiepidi sono i giovani. (ANSA). VE 10-NOV-09 20:27 NNN