Il futuro deve affondare le radici nella storia

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Il futuro deve affondare le radici nella storia
Fa fede la versione orale
Discorso del Presidente del 3 settembre 2013 per la Giornata de banchieri
Il futuro deve affondare le radici nella storia individuale
Patrick Odier, Presidente, Associazione svizzera dei banchieri
Gentili signore, egregi signori,
l’accordo stipulato tra USA e Svizzera la scorsa settimana rappresenta una svolta per la
nostra piazza finanziaria.
Il programma comporta gravi conseguenze per le banche in Svizzera. In particolare, le
sanzioni sfiorano il limite accettabile sul piano giuridico e sostenibile sotto il profilo
economico. Il programma rappresenta tuttavia l’unica soluzione rimasta alle banche per
regolare in via definitiva i problemi giuridici con gli USA e garantire la certezza del diritto.
Come sapete, ogni banca è ora tenuta ad analizzare la propria situazione senza alcuna
riserva entro il breve termine disponibile e a decidere di conseguenza. Ove possibile,
l’ASB affiancherà le banche in questo compito e svolgerà importanti mansioni di
coordinamento.
Questa tappa è uno dei tanti avvenimenti – crisi finanziaria, crisi del debito in Europa,
Libor, attività transfrontaliere – da considerare separatamente, perché ognuno ha la
propria storia. Vi è però un denominatore comune, rappresentato dal ruolo centrale delle
banche, costantemente costrette ad adeguare la loro strategia e i loro modelli operativi.
Una breve analisi della situazione mette in luce tuttavia la straordinaria robustezza ed
efficienza della piazza finanziaria svizzera. Il confronto oggettivo con l’estero dimostra che:
•
la piazza finanziaria svizzera continua a essere leader del mercato mondiale della
gestione patrimoniale a livello internazionale, con una quota di mercato superiore al
25%;
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•
dall’inizio della crisi finanziaria, i crediti alle imprese sono cresciuti del 13% a fronte di
una contrazione di quasi l’8% in Germania, Francia e Gran Bretagna;
•
gli aiuti statali in Svizzera sono stati rimborsati integralmente e con il conseguimento di
un utile, mentre nell’UE si moltiplica il ricorso al sostegno finanziario pubblico;
•
le banche svizzere vengono annoverate fra gli istituti con la migliore capitalizzazione a
livello mondiale;
•
con una quota inferiore all’1,8% della somma di bilancio, le banche svizzere
presentano un’esposizione ai debiti dei Paesi UE in difficoltà pari a meno della metà
rispetto all’esposizione delle banche di Gran Bretagna e Francia;
•
il tasso di disoccupazione si mantiene stabile, al di sotto del 3%.
Possiamo certamente andare fieri di questi dati. Essi costituiscono una base solida su cui
continuare a costruire. Dovrebbero infonderci coraggio e fiducia. Sono le fondamenta su
cui possiamo sviluppare ulteriormente la nostra attività e la nostra specializzazione in un
mestiere ricco di tradizione, in Svizzera così come a livello internazionale. Nel retail
banking, nell’attività creditizia o nelle operazioni di private banking. Rappresentano anche
un’ottima base per l’espansione in nuovi ambiti di attività, come l’asset management in
settori alternativi, il trade finance nonché il finanziamento del commercio di materie prime
oppure la negoziazione di divise su scala mondiale.
Quest’anno l’ASB ha adeguato la strategia per la piazza finanziaria alle nuove condizioni
quadro sviluppando un processo globale. Questa strategia può essere riassunta nei
concetti di conformità fiscale, standard internazionali, crescita attraverso i mercati aperti e
concorrenza leale. Ve lo garantisco: la piazza bancaria si schiera compatta a favore di
questa strategia. La traiettoria per centrare l’obiettivo strategico non sarà sempre lineare.
Sul piano tattico potrebbero essere necessarie procedure diverse. Ma non dobbiamo
sopravvalutare questi aspetti. Gli adeguamenti necessitano di tempo. I modelli operativi, le
leggi e le regolamentazioni, come pure le capacità di implementazione dei banchieri
devono essere coordinati in modo ottimale. In tutto questo, il successo economico
sostenibile costituisce l’obiettivo principe.
Quindi è tutto perfetto? No, purtroppo non ancora. Il caso USA lo ha dimostrato
chiaramente: la strada verso il futuro ci metterà alla prova. Nei prossimi anni dobbiamo
dedicare particolare attenzione alla nostra relazione con l’UE: a causa delle continue
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modifiche e dell’inasprimento delle disposizioni di legge sarà sempre più difficile trattare
con l’eurozona, il nostro principale partner commerciale al quale abbiamo finora sempre
avuto facile accesso.
Per quanto impegnativo, questo periodo non deve tuttavia impedirci di fare riflessioni di
autocritica: la reputazione delle banche continua a non essere buona e all’intero settore
continua a mancare un’accettazione a livello politico nazionale. Agli occhi di molti le
banche sono istituti arroganti, egoisti e privi di qualunque senso della realtà. Solo noi, tutti
insieme, possiamo cambiare questa immagine. Il compito che ci troviamo a dover
assolvere ha un’importanza nevralgica, si iscrive in una prospettiva di lungo termine e non
è per nulla semplice: per ciò che facciamo e per ciò che decidiamo di non fare dobbiamo
rendere conto alla società.
Il futuro deve affondare le radici nella propria storia
In futuro, le analisi retrospettive dovranno servire sempre da lezione per i passi successivi.
La sola accettazione di capitali non dichiarati al fisco in Svizzera era infatti altrettanto poco
illegale quanto, ad esempio, la scelta di una strategia operativa sbagliata. Tuttavia, anche
in questo caso avere ragione non equivale sempre a ottenere ragione.
Molto più importante è riconoscere quali errori ha commesso il nostro settore. Che si sia
trattato della valutazione errata dei rischi, di sistemi di compliance interni ed esterni carenti
oppure persino dell’inosservanza delle leggi locali nei mercati esteri. Seguire l’assunto
secondo cui tutto ciò che non è vietato è consentito si è rivelato un’interpretazione
sbagliata delle condizioni quadro.
Naturalmente, non parliamo solo di un approccio sul piano giuridico-penale. Si tratta
piuttosto di prendere coscienza del fatto che non tutto è stato positivo e che solo noi
possiamo, nei prossimi anni, adottare un modus operandi che ci eviti di ricadere in una
situazione simile.
In fondo, non ci siamo ritrovati in circostanze ed evenienze incresciose per mancanza di
competenze e conoscenze. Ci siamo arrivati perché abbiamo agito in modo sbagliato e
abbiamo tenuto comportamenti scorretti. Il mio rammarico per quanto successo è
accentuato dalla consapevolezza che, con questo stato di cose, abbiamo arrecato danno
alla reputazione dell’intera piazza finanziaria svizzera. Sta a noi trarre da questo i giusti
insegnamenti.
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Una piazza finanziaria fiscalmente conforme
Negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato intensamente per allinearci alle nuove norme
internazionali. L’incombenza principale è stata la definizione di piani per la conformità
fiscale, un processo che ha richiesto un notevole impegno da parte nostra. I cambiamenti
non hanno riguardato soltanto il nostro contesto di lavoro, ma soprattutto noi stessi:
abbiamo dovuto riesaminare, e in parte modificare, i nostri approcci e la nostra condotta.
In meno di cinque anni ci siamo lasciati alle spalle il «tabù», invalso fino ad allora, che
imponeva di respingere qualunque modifica al segreto bancario vigente e ci siamo
orientati verso un dibattito aperto sulle condizioni per l’accettazione e l’implementazione
dello scambio di informazioni automatico come standard internazionale. Oggi le banche
svizzere hanno ben chiaro che alcune pratiche finora tollerate – e ritenute legali in base
alla nostra concezione del diritto – non vengono più accettate e non sono più accettabili.
In termini concreti, dal marzo 2009 la Svizzera ha adottato integralmente la norma OCSE
relativa all’assistenza amministrativa in materia fiscale. Nell’autunno dello stesso anno,
nella mia veste di nuovo Presidente dell’ASB mi sono espresso pubblicamente per la
prima volta a favore di una piazza finanziaria fiscalmente conforme. Coscienti dell’enorme
responsabilità che un totale di 200 000 posti di lavoro comporta (di cui oltre 20 000 nella
gestione patrimoniale transfrontaliera con l’Europa), oggi attuiamo questa strategia in
modo sistematico.
Nel frattempo possiamo osservare che la piazza finanziaria è già cambiata. E questo
cambiamento verrà gradualmente percepito dal pubblico. Permettetemi, a questo
proposito, di fare una precisazione: un chiaro consenso al rispetto degli standard
internazionali implica parimenti un chiaro rifiuto di soluzioni puramente nazionali. Le
formule ad hoc non raggiungono in nessun caso la necessaria credibilità, non potranno
mai diventare uno standard riconosciuto a livello internazionale e, cosa ancora più
importante, compromettono la nostra competitività. Quindi, nessuno swiss finish nella
questione dei patrimoni esteri fiscalmente conformi in Svizzera. Per questo motivo
abbiamo richiesto una sospensione della cosiddetta strategia del denaro pulito del
Consiglio federale, che non può più fungere da linea direttrice per il futuro ma, al contrario,
appare già superata. Dobbiamo invece fare ciò che, a livello internazionale, risulta usuale
e comprensibile. Nulla di meno, ma nemmeno nulla di più. Il Consiglio federale e la politica
non devono perseguire alcun interesse di parte a spese della piazza finanziaria. La posta
in gioco è troppo alta: in totale quasi 200 000 posti di lavoro, circa l’11% di creazione di
valore e fino al 15% del gettito fiscale svizzero complessivo.
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La nostra responsabilità si realizza su diversi fronti
Nel mio primissimo discorso in veste di Presidente dell’ASB, avevo affermato che ci
vorrebbero meno «banker» e più banchieri. Un banchiere è una persona che non solo
nutre pretese e aspettative verso se stesso, ma soprattutto adempie a compiti e doveri nei
confronti dei clienti e dei collaboratori e si sente impegnato nei confronti dell’economia,
della politica e della società svizzera.
Ovviamente, la nostra principale responsabilità è verso i nostri clienti e verso i nostri
collaboratori. I nostri clienti, con cui spesso intratteniamo rapporti ultradecennali,
ripongono in noi la loro fiducia e contano su di noi. Queste relazioni di lunga data
rappresentano un impegno importante da parte nostra: affianchiamo i clienti che ci hanno
dato fiducia, e dobbiamo fornire loro una soluzione accettabile e definitiva per quanto
concerne i «problemi di legacy».
Come detto, le banche sono investite di una grande responsabilità verso i loro
collaboratori. A questo riguardo, è indispensabile che noi, in quanto datori di lavoro,
creiamo e intratteniamo un rapporto di fiducia con i nostri collaboratori. Questo perché i
rapporti basati sulla fiducia sono essenziali, all’interno di un’azienda, per il conseguimento
del successo comune. Nel caso dello spinoso dossier USA, l’ASB ha lavorato in stretta
cooperazione con l’Associazione svizzera degli impiegati di banca e con le autorità
relativamente alla comunicazione dei dati dei collaboratori. Insieme stiamo cercando di
garantire che, nell’ambito della trasmissione di tali dati, gli impiegati coinvolti possano
usufruire della migliore protezione possibile. Inoltre, congiuntamente ai partner sociali,
abbiamo istituito un fondo per i casi di rigore. Riteniamo importante garantire, per i nostri
collaboratori come pure per i nostri clienti, la certezza del diritto e la certezza della
pianificazione.
Su di noi ricade inoltre la piena responsabilità nei confronti di tutta l’economia svizzera. La
piazza finanziaria svizzera e le banche rivestono, nella nostra economia, un ruolo primario
come datori di lavoro o come motore di crescita. Era ed è quindi particolarmente
significativo che, durante tutta la crisi finanziaria, nel nostro Paese non ci sia stata
nessuna stretta creditizia – a differenza di quanto avvenuto nei Paesi nostri vicini. In
Svizzera, l’interazione tra finanza ed economia reale funziona perfettamente anche
durante i periodi di crisi.
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Dobbiamo fungere da esempio per il nostro Paese e la nostra società. Di conseguenza, il
nostro settore deve ottemperare a un dovere di diligenza e garantire che il nostro operato
ricada sempre entro i limiti definiti dalla società. A questo riguardo siamo in obbligo anche
nei confronti degli esponenti politici svizzeri, che ci accompagnano e ci supportano e,
senza i quali, il nostro successo non sarebbe possibile.
Ad essi, come pure ai numerosi rappresentanti delle autorità e del corpo diplomatico, va
un sentito ringraziamento. Senza la loro volontà e le loro decisioni lungimiranti, non
potremmo né regolamentare in via definitiva i «problemi di legacy» inizialmente
menzionati, né generare nuova crescita in futuro.
Infine, siamo responsabili anche nei confronti della futura generazione di banchieri. In
questa responsabilità è compresa la nostra chiara determinazione a risolvere in via
definitiva i «problemi di legacy». A coloro che seguiranno vogliamo lasciare una piazza
finanziaria solida, prosperosa e apprezzata a livello internazionale. Dovrà essere una
piazza finanziaria che rappresenti i nostri valori, come pure i valori svizzeri. Pertanto,
dobbiamo dimostrare eccellenza anche nella formazione dei giovani che prenderanno il
nostro posto. La qualità dei futuri banchieri e la nostra capacità di innovazione
rappresentano fattori chiave.
Tutte queste responsabilità – e ci tengo a sottolinearlo perché mi sta particolarmente a
cuore – costituiscono in ultima analisi pretese e aspettative che dobbiamo rivolgere a noi
stessi. Solo su una solida base come questa potremo progredire e riposizionare con
successo il nostro settore.
La libertà si fonda sempre sulla responsabilità
Solo se assumeremo un ruolo esemplare nei confronti di tutti i soggetti menzionati e
dell’intera società, potremo ristabilire completamente la nostra reputazione. Solo allora
potremo sperare, successivamente, in una percezione più realistica e più equa del nostro
settore. Tutto questo costituisce, nel complesso, la base per uno sviluppo più armonioso
per il benessere di tutti. Anche questo mi sta molto a cuore.
Dobbiamo guardare al nostro operato con autocritica e oggettività, prendere atto della
realtà e trarre dal passato gli opportuni insegnamenti. In questo modo potremo tracciare le
linee d’azione che intendiamo seguire. Agire in base a principi di credibilità e
responsabilità ci garantisce la libertà imprenditoriale di cui abbiamo bisogno.
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La libertà si fonda sempre sulla responsabilità. Solo se faremo nostra questa
responsabilità e la metteremo sempre al primo posto potremo sperare di non essere più
oggetto di restrizioni fondate sul sospetto e non finiremo soffocati da un eccesso di
regolamentazioni.
Con questa condotta ci mettiamo nelle condizioni di poter mostrare in modo credibile e
sostenibile, anche nell’ambito dei prossimi processi politici, la validità del nostro operato e
della nostra realtà.
Un posto di primo piano richiede impegno
Alcuni anni fa, la piazza finanziaria svizzera si è espressa a favore di quattro valori
intrinseci: stabilità, eccellenza, universalità e responsabilità. Essi sono connaturati nel
nostro DNA e valgono sia per le banche orientate al mercato nazionale, sia per gli istituti
maggiormente attivi nelle operazioni transfrontaliere. Solo se vivremo questi principi e
questi valori in prima persona e con costanza, e solo se il nostro impegno sarà duraturo, la
piazza finanziaria svizzera potrà occupare stabilmente un posto di primo piano.
Nell’ambito del mio nuovo mandato di Presidente sarà per me un onore impegnarmi a
conseguire questi obiettivi insieme a voi.
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