l`energia rinnova gli stili di vita
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N.5 - DICEMBRE 2009 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO N°5 - Dicembre 2009 Euro 2,50 L’ENERGIA RINNOVA GLI STILI DI VITA L’ARTE DELLA SOSTENIBILITÀ IDEE Rifiuti tecnologici STILI DI VITA Consumo virtuoso ARTE E CULTURA ARCHITETTURA ENERGIA Casa: efficienza Copenhagen: energetica svolta o stop? I supereroi non esistono e l’ecosostenibilità ambientale non piove dal cielo. Impariamo a sostenerci da soli, insieme. Il pianeta Terra ha bisogno di essere salvato e quel che è certo è che non si salverà da solo. Stare seduti ad aspettare non risolverà niente: bisogna fare, rinnovare, sostenere e sostenersi. Ecco perché Rinenergy informa, divulga e riunisce sotto la sua ala chiunque voglia battersi per la causa. Bisogna pensare a una soluzione, ma insieme. Perché l’unione, a volte, fa la forza di un supereroe. Via Sardegna, 57 - 20146 Milano - Tel. 0236642800 - Fax 0236642803 - [email protected] Stampato su carta ecologica Periodico di cultura, informazione, stili di vita e progetti sui temi dell’ecosostenibilità www.ecoideare.it Pag. 4 SOMMARIO Rubriche Editoriale SostenibilMente > Da Kyoto a Copenhagen - Serenella Sala Idee > Transition Towns - Nicolò Spinicchia > Green Public Procurement e “Acquisti verdi” - Stefano Apuzzo > I Raee: rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche - Gaia Gusso Stili di vita > Più consumo virtuoso più vivo meglio - Federico Bertazzo Architettura > Casa. L’efficienza energetica a portata di mano - Giorgia Giavenni Arte e cultura > M’arte e natura - Marco Masini > L’arte ha un disegno ben preciso - Barbara Masseroni Energia > On Air - La scienza in ascolto, ma la politica? - Gaia Gusso > La foto di Ecoideare > Umano stupidario...ma per fortuna - a cura di Edgar Meyer > Giorgio Nebbia: Occam e l’elogio della semplicità > Rinenergy per i cittadini - a cura della redazione > Comuni virtuosi: Un bosco per combattere la mafia - a cura della redazione > EcoNews - Gaia Gusso > Prospettive sostenibili - Giorgia Giavenni > L’Eco Bandi - Michela Romano e Luisa Belloni Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Brand Evolution srl • Via Sardegna, 57 • 20146 Milano Tel 0236642800 • Fax 0236642803 • E-mail: [email protected] 2 3 4 9 Pag. 10 10 16 18 20 22 26 Pag. 18 30 31 32 34 36 38 40 41 Pag. 22 Periodico realizzato da Brand Evolution srl Direttore editoriale: Nicoletta Cova Direttore responsabile: Edgar Meyer ([email protected]) Progetto grafico e art direction: Franca Lissi Redazione: Giorgia Giavenni, Barbara Masseroni, Gaia Gusso ([email protected]) Pubblicità: Giovanni Cabassi ([email protected]) Si ringraziano per la collaborazione: Giorgio Nebbia, Serenella Sala, Green Planet, Nicolò Spinicchia, Stefano Apuzzo, Andrea Gandiglio (Green News), Marco Masini Segreteria di redazione: Federica Tringali Impaginazione: Giuseppe Grippa Sito internet: www.ecoideare.it - Daniele Sala Rivista realizzata in collaborazione con: Rinenergy – associazione no-profit Stampa: Cromografica Europea S.r.l. - Viale dei Fontanili 69/71 - 20017 Rho (MI) Registro Tribunale di Milano N. 60 del 13 Febbraio 2009 - Registro stampa periodica Pag. 26 1 editoriale Il nostro futuro N ei prossimi decenni la temperatura della Terra aumenterà di 1, di 2, di 4 o di 6 gradi? Potrebbe apparire una discussione accademica. Teorica. E invece stiamo parlando del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Stiamo parlando del destino che potrebbe farci assistere alle inondazioni delle nostre città costiere causate dallo scioglimento dei ghiacciai e dall’innalzamento dei mari. Secondo tutte le previsioni, se l’umanità sarà così brava da azzerare le emissioni di CO2 tanto da contenere l’aumento della temperatura di “solo” due gradi, avremo comunque sconvolgimenti ambientali e sociali non indifferenti. Con questo scenario “ottimistico” potremmo assistere all’inondazione di Venezia, di Miami e Manhattan e a varie altre piccolezze: avremmo 60 milioni di nuovi casi di malaria in Africa, le alluvioni lungo le coste interesserebbero 10 milioni di persone in più e il ghiaccio della Groenlandia si scioglierebbe definitivamente. Con + 4 gradi, invece, scomparirebbero i ghiacciai dell’Himalaya, la malaria arriverebbe in pianta stabile in Europa, trecento milioni di persone in più sarebbero esposte alle alluvioni, ci sarebbero migrazioni bibliche. Eccetera. La risposta della politica pare lenta. Ecco perché siamo molto interessati a cosa sta facendo l’industria per ridurre o azzerare il proprio impatto ambientale e le emissioni di CO2. Ecco perché siamo molto interessati, anche, a cercare di capire cosa può fare ognuno di noi. In queste pagine, allora, si trovano alcuni punti di riferimento concreti del vivere etico. E alcuni esempi di aziende che, in Italia, stanno imboccando la strada della sostenibilità. L’impegno di queste imprese produce benefici rilevanti sia per la collettività sia per le imprese stesse. Le aziende, in tal modo, migliorano la loro capacità di competere e dimostrano di essere in sintonia con i valori delle comunità. Edgar Meyer “Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita” Groucho Marx 2 ecoIDEARE - dicembre 2009 SostenibilMente Rubrica a cura di Serenella Sala, coordinatore del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Ecoideare continua ad ospitare una rubrica dedicata alla sostenibilità vista dalla prospettiva del mondo della ricerca. Una “vetrina” di progetti, casi pilota, riflessioni che mettano in relazione mondo accademico, enti, imprese e cittadini. Da Kyoto a Copenhagen: quali obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti? N el 20° secolo la concentrazione dei gas ad effetto serra nell’atmosfera è cresciuta anche per via delle attività antropiche, principalmente in relazione all’uso dei combustibili fossili (per la produzione di energia, nell’industria, negli usi domestici e nei trasporti), delle attività agricole, delle variazioni di uso del suolo (in prima analisi la deforestazione). La crescita dei principali gas serra è stata particolarmente rapida a partire dal 1950: rispetto ai valori preindustriali (prima dell’anno 1750) l’anidride carbonica (CO2) è cresciuta del 34%, il metano (CH4) del 153% e il biossido di azoto (N2O) del 17%. La concentrazione attuale di CO2 (oltre 375 parti per milione) è probabilmente la massima degli ultimi 20 milioni di anni, quella di CH4 (1.772 parti per miliardo) è la massima degli ultimi 420.000 anni, quella dell’N2O (317 parti per miliardo) è la massima degli ultimi 1.000 anni. Per arginare il cambiamento climatico è stato siglato nel 1997 il Protocollo di Kyoto (in vigore, però, solo dal 2005, quando con la firma della Russia si è raggiunta la quota del 55% di Stati firmatari): strumento giuridico internazionale che fissa obiettivi di riduzione al 2012. Nel gennaio 2007 la Commissione Europea ha presentato una proposta integrata in materia di energia e cambiamenti climatici nella quale affronta i problemi dell’approvvigionamento energetico, dei cambiamenti climatici e dello sviluppo industriale; due mesi più tardi, i capi di Stato e di governo europei hanno approvato il piano d’azione e hanno definito una politica energetica per l’Europa, definendo obiettivi precisi e giuridicamente vincolanti per ciascuno Stato membro. Il piano d’azione proposto dal Consiglio Europeo prevede le seguenti misure: • Realizzare entro il 2020 una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 20%, rispetto al 2005, che aumenterà al 30% a condizione che altri Paesi sviluppati si impegnino ad “analoghe riduzioni delle emissioni e che i Paesi in via di sviluppo economicamente più avanzati si impegnino a contribuire adeguatamente sulla base delle loro responsabilità e capacità rispettive”. • Incrementare l’uso delle energie rinnovabili (eolica, solare, biomassa) giungendo entro il 2020 al 20% del consumo totale dell’UE (livello attuale ± 8,5%). • Diminuire il consumo di energia del 20% rispetto ai livelli previsti per il 2020 grazie ad una migliore efficienza energetica. Ad oggi, dall’ultimo inventario dei gas serra prodotto dall’Agenzia europea per l’ambiente emerge che le emissioni di gas serra nell’Unione europea sono diminuite per il terzo anno consecutivo nel 2007. Le emissioni nazionali di tutti paesi membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito) sono state 9,3% al di sotto dei livelli rilevati nel 1990, che equivale ad un calo di 1,2% (corrispondente a 59 milioni di tonnellate di CO2) rispetto al 2006. Nonostante lo sforzo profuso dall’UE, la sfida delle prossime settimana sarà tutta incentrata però sul ruolo di USA e Cina nel definire obiettivi al 2050, nella fase di post Kyoto. Dal 7 all’11 dicembre Copenhagen ospiterà il vertice mondiale, la COP 15 (Conferenza delle Parti contraenti il Protocollo di Kyoto), che deciderà il futuro del patto internazionale per la difesa del clima. Negli ultimi mesi ci sono stati diversi segnali di apertura da parte di paesi importanti come Cina, India e Messico, disponibili a discutere di un contenimento delle emissioni climalteranti, ma cruciale sarò il ruolo dei paesi sviluppati e le risorse economiche che saranno disponibili a investire. E sarà cruciale anche il ruolo delle azioni svolte su base volontaria da imprese ed Enti. Ad esempio, il Patto dei Sindaci: un’iniziativa, su base volontaria, che impegna le città europee a predisporre un Piano di Azione con l’obiettivo di ridurre di oltre il 20% le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l’efficienza energetica e attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia. Con l’adesione a questo documento, gli oltre 700 comuni firmatari si impegnano ad andare oltre gli obiettivi fissati per l’UE al 2020, riducendo le emissioni di CO2 nelle rispettive città di oltre il 20% attraverso l’attuazione di un Piano di Azione per l’Energia Sostenibile. L’augurio è quello che questi piani coinvolgano la società civile in modo trasversale, realizzando concreti risultati nel rendere più efficiente e razionale il nostro uso dell’energia. 3 TRANSITION TOWNS di Nicolò Spinicchia Un futuro diverso da quello verso il quale siamo incamminati dovrebbe interessare a tutti. Forse siamo ancora in tempo a limitare i danni, ma per farlo è inevitabile ripensare il nostro modello di sviluppo e la nostra organizzazione sociale. Ecco un movimento che conduce verso la transizione partendo dagli agglomerati urbani, luoghi in cui si concentrano sempre più degrado e stili di vita alienanti oltre che “contro natura”. 4 ecoIDEARE - dicembre 2009 MIKE GRENVILLE IDEE Rob Hopkins C ittà della Transizione (Transition Towns): sono loro il simbolo di un movimento fondato in Irlanda a Kinsale e in Inghilterra a Totnes dall’ambientalista Rob Hopkins tra il 2005 e il 2006. L’obiettivo del progetto è preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio. Il movimento è attualmente in rapida crescita e conta comunità affiliate in molte parti del mondo. Esploriamo questo mondo. Il concetto di Transizione scaturisce dal lavoro fatto da Rob Hopkins (esperto di permacoltura) assieme agli studenti del Kinsale Further Education College, culminato in un saggio dal titolo “Energy Descent Action Plan”. Tratta di approcci multi-disciplinari e creativi relativi alla produzione di energia, alla salute, all’educazione, all’economia e all’agricoltura, sotto forma di “road map” verso un futuro sostenibile per la città. Uno degli studenti, Louise Rooney, ha poi ulteriormente sviluppato il concetto di Città di Transizione e lo ha presentato al Kinsale Town Council il quale, con una storica decisione, ha adottato il piano e lavora oggi alla propria indipendenza energetica. L’idea è stata poi riformulata e ampliata nel settembre 2006 per la città nativa di Hopkins, Totnes, dove egli vive. L’iniziativa ha avuto rapida diffusione e nel giro di pochi anni ha contagiato diverse decine di comunità riconosciute ufficialmente come Transition Towns nel Regno Unito, in Irlanda, in Australia e in Nuova Zelanda. L’appellativo “Città” rappresenta comunità di diverse dimensioni, da piccoli villaggi (Kinsale), a distretti (Penwith) fino a vere e proprie città (Brixton). IL PROGETTO Lo scopo principale del progetto è elevare la consapevolezza sul tema dell’insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso. Le comunità sono incoraggiate a ricercare metodi per ridurre l’utilizzo di energia e incrementare la propria autonomia a tutti i livelli. Esempi di iniziative concrete riguardano la creazione TOTNES (Gran Bretagna) Totnes è la prima Transition Town del Regno Unito. L’iniziativa si basa sul lavoro fatto da Rob Hopkins in Irlanda e cerca di contaminare, ove possibile, tutti gli aspetti della vita. Il progetto TTT (Totnes Transition Town) è iniziato alla fine del 2005 con un intenso programma di sensibilizzazione sui temi del Picco del petrolio e del cambiamento climatico. Il progetto è iniziato nel settembre del 2006 con una cerimonia ufficiale nel Municipio cittadino a cui hanno partecipato 350 persone, dopo che la popolazione è stata sufficientemente informata e preparata alla transizione. Da allora, in un crescendo di presentazioni, di corsi di formazione, di incontri, di seminari, di interviste, di documenti, e con un duro lavoro, l’iniziativa ha catturato l’attenzione della cittadinanza. di orti comuni, il riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive o semplicemente la riparazione di vecchi oggetti non più funzionanti in luogo della loro dismissione come rifiuti. I metodi operativi possono essere vari. Un esempio? La cittadina di Totnes ha introdotto una propria moneta locale, il Totnes pound, spendibile nei negozi e presso le attività commerciali locali. Questo aiuta a ridurre le “food miles” (distanza percorsa dal cibo prima di essere consumato, causa di inquinamento e dispendio energetico) e supporta l’economia locale. La stessa idea di moneta locale verrà introdotta a breve in tre Transition Towns gallesi. UNA VITA SENZA PETROLIO Fulcro del movimento delle Transition Towns è l’idea che una vita senza petrolio può in realtà essere più godibile e soddisfacente dell’attuale. “Ragionando fuori dallo schema corrente, possiamo in realtà riconoscere che la fine dell’era di petrolio a basso costo è un’opportunità piuttosto che una minaccia, e possiamo progettare la futura era a bassa emissione di anidride carbonica come epoca fiorente, caratterizzata da flessibilità e abbondanza - un posto molto migliore in cui vivere rispetto all’attuale epoca di consumo alienante basato sull’avidità, sulla guerra e sul mito di crescita infinita”, spiega Hopkins. Il movimento, così, si pone anzitutto il compito di organizzare l’autodifesa economica, energetica e alimentare contro la crisi del sistema petrolio. Il fenomeno è in continua crescita, conta su un’organizzazione di base, con struttura a rete, formata da privati cittadini, e si propone di colmare un vuoto lasciato dalla 5 politica ufficiale (spesso inerme o addomesticata dal potere dei petrolieri) per progettare la civiltà del dopo-petrolio nel segno della “decrescita energetica” (o dell’efficienza energetica totale). I CONCETTI ALLA BASE DELLA TRANSIZIONE Picco del petrolio, cambiamento climatico, economia locale e resilienza. Sono queste le 4 parole chiave da cui trae forza e da cui scaturisce l’idea di Città della Transizione. • Picco del petrolio o “Picco di Hubbert” Il picco di Hubbert è il momento in cui l’estrazione di petrolio raggiunge il suo valore massimo. Successivamente al picco, il ritmo a cui il petrolio viene estratto inizia a decrescere progressivamente, fino ad arrivare a zero. Complessivamente la curva di estrazione ha una forma “a campana”, i cui dettagli dipendono però da numerosi fattori. Il raggiungimento del picco del petrolio annuncia l’era del declino della disponibilità di combustibili fossili. Non riguarda l’esaurimento dell’oro nero (la nostra generazione non vedrà l’esaurirsi delle scorte e dei giacimenti) ma l’inizio della sua fine. Dagli inizi del ‘900, l’abbondanza di petrolio ha permesso alle società industriali, la cui industria era basata sul carbone, di accelerare massicciamente il loro sviluppo. Il picco del petrolio segna la fine del petrolio abbondante e a basso costo. Nello stesso tempo segna anche la fine del nostro modello di vita e di sviluppo completamente dipendente da questa fonte di energia. • Cambiamento climatico Il riscaldamento globale rappresenta -ormai è chiaro- una delle maggiori minacce per il RESILIENZA E FRAGILITÀ: DUE ESEMPI CONCRETI • Il 14 agosto del 2003 New York e Toronto piombano nell’oscurità. Migliaia di persone rimangono bloccate in metropolitane, ascensori, aeroporti. L’emergenza dura un giorno intero. Nove secondi di blocco nelle centrali fanno ripiombare l’America nel terrore. E’ l’incubo di un nuovo attacco terroristico. Bush appare in televisione per rassicurare la popolazione. I tecnici accusano la “fragilità” delle reti ma il mistero sulle cause rimane. • Il 28 settembre del 2003 un black-out ha spento mezza Italia. Da Berna, il fornitore di elettricità svizzero, con uno scarno comunicato ricostruisce così l’antefatto: “Alle 3.01 si è verificata un’ interruzione su una linea di 380 chilovolt che passa attraverso il passo del Lucomagno, causata dal contatto tra un albero e la rete a Brunnen, nel cantone di Svitto”. Solo un albero. Un abete su un colle svizzero tocca una centralina durante un temporale e lascia mezza nazione senza luce per più di dodici ore. Ma davvero basta questo per spiegare il più grave blackout nella storia del nostro Paese? Lo chiamano effetto domino. Una tessera va giù e tutte le altre la seguono fino a spegnere l’intera rete che dà luce a milioni di italiani. I responsabili della nostra rete dicevano che non sarebbe mai potuto succedere. Invece è successo. Fatti di questo genere non potrebbero verificarsi in una città della transizione: la generazione diffusa dell’energia rende autonomi e indipendenti i Comuni, i quartieri e, in molti casi, anche le singole abitazioni. Nelle “città del sole” il sole splende per tutti allo stesso modo e tutti i giorni, senza black out pilotati o meno. 6 ecoIDEARE - dicembre 2009 nostro pianeta. Se non interveniamo rapidamente, per cambiare il nostro modo di produrre e di consumare energia, il danno sarà irreparabile. La lotta contro il cambiamento climatico è indifferibile: è un problema globale, eppure il contributo personale di ognuno di noi può fare la differenza. Anche semplici gesti quotidiani possono aiutare a ridurre le emissioni senza pregiudicare la qualità della nostra vita, anzi, facendoci risparmiare. • Economia locale Promuovere lo sviluppo dell’economia locale, nell’era di internet e dei satelliti che collegano (avvicinandoli) gli angoli più lontani della Terra, sembra paradossale e suona come una chiusura nei confronti del progresso. In realtà diventa sempre più attuale l’esigenza di “pensare globalmente e agire localmente”. E’ noto: l’agire nel livello locale (nella propria casa, nel proprio quartiere o nel proprio Comune) produce sempre una qualche ripercussione nel livello globale. E’ proprio il livello locale il luogo dove le iniziative di transizione svolgono un ruolo significativo. L’idea essenziale da cui parte questo movimento è che le comunità locali hanno una grande potenzialità di cambiamento. E’ possibile razionalizzare le economie locali in modo da creare benessere. Il movimento, allora, non ha nella sua agenda l’organizzazione di proteste di piazza ma “organizza la transizione di piccole comunità” su scala comunale o di quartiere. A Totnes, ad esempio, si è riusciti a coinvolgere buona parte della popolazione su progetti mirati. Uno di questi è lo sviluppo di orti familiari su terreni pubblici e privati: sono stati piantati un gran numero di alberi fruttiferi (noci, castagni) nei parchi pubblici e nei viali, si sono sviluppate fattorie JOHN STUTTLE IDEE collettive nelle campagne intorno alla città, i contadini, gli artigiani e le piccole imprese sono state incoraggiate a produrre tenendo conto dei consumi locali più che dell’esportazione. Oggi circa il 60% del cibo che si consuma in città è ormai prodotto localmente. E contadini, artigiani e imprenditori si sono resi conto di quanto sia vantaggioso sviluppare prodotti che possono essere venduti direttamente sul posto senza dover essere gravati dei costi dei sistemi di distribuzione e trasporto a lungo raggio. Si passa direttamente dal produttore al consumatore saltando gli intermediari e smettendo di bruciare carburanti fossili. Se poi ci si organizza per l’acquisto collettivo di beni e servizi, formando gruppi d’acquisto o associazioni, oltre a supportare l’economia locale si può anche risparmiare. Iniziativa per l’ingresso di Brixton tra le Transition Towns inglesi. • Resilienza Resilienza è un termine poco conosciuto. E’ la capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive. Il contrario di resilienza è fragilità. In ecologia e biologia la resilienza è la capacità di un certo ecosistema, di una certa organizzazione sociale, di adattarsi ai cambiamenti anche traumatici che provengono dall’esterno senza degenerare, una sorta di flessibilità rispetto alle sollecitazioni. La società industrializzata è caratterizzata da un bassissimo livello di resilienza. Nelle nostre città consumiamo gas, cibo, 7 SEAN MURRAY KINSALE (Irlanda) Il primo Piano d’Azione della Decrescita Energetica (PADE) di Kinsale è stato completato nel 2005. Indica il modo in cui Kinsale, una cittadina irlandese in West Cork di circa 7000 persone, potrebbe attuare la transizione da città ad elevato consumo di energia a una con un basso consumo di energia in risposta alla sfida di imminente picco della produzione mondiale di petrolio. Tale relazione, preparata da studenti di permacultura della Kinsale Further Education College sotto la tutela di Rob Hopkins, esamina come Kinsale possa portare avanti questo discorso, stabilendo una chiara visione di un futuro con un livello energetico più basso, quindi l’individuazione di un chiaro calendario per la sua realizzazione. prodotti che percorrono migliaia di chilometri per raggiungerci, con catene di produzione e di distribuzione lunghe, complesse e delicate. Tutto è stato reso possibile dall’abbondanza di petrolio a basso prezzo che ha fornito energia ovunque e spostato enormi quantità di merci da una parte all’altra del pianeta. È facile scorgere l’estrema fragilità di tale assetto: basta chiudere il rubinetto del carburante e la nostra 8 ecoIDEARE - dicembre 2009 intera civiltà si paralizza. Questo tipo di organizzazione sociale possiede quindi bassa resilienza (bassa flessibilità) e alta fragilità. “Dobbiamo decidere se vogliamo vivere in un’organizzazione sociale che assomigli ad un “bicchiere di cristallo”, che al primo urto serio si rompe, oppure ad una “spiga di grano”, capace di sopravvivere anche agli eventi atmosferici più disastrosi”, conclude Hopkins. I progetti di Transizione mirano allora a creare comunità libere dalla dipendenza dal petrolio e fortemente resilienti attraverso la decrescita energetica, l’uso delle energie rinnovabili e la localizzazione delle risorse di base della comunità (produzione del cibo, dei beni e dei servizi fondamentali). Una piccola grande rivoluzione è in atto. Va seguita con attenzione. IDEE GREEN PUBLIC PROCUREMENT E “ACQUISTI VERDI” PERCHÉ NON DECOLLANO di Stefano Apuzzo L e leggi, nazionali e regionali, parlano chiaro. Gli “acquisti verdi” sono imperativi per le pubbliche amministrazioni e variano da percentuali del 30, fino al 40 ed oltre per cento per l’approvvigionamento dei fabbisogni nei diversi settori. Eppure, gli acquisti ecologici e di prodotti riciclati non decollano. Perché? Manca la volontà politica, le leggi sono poco chiare e cogenti oppure la pubblica amministrazione è troppo lenta e vecchia per recepire istanze innovative? Un po’ di tutto questo. In molte pubbliche amministrazioni manca la volontà politica per ignoranza e insensibilità da parte della dirigenza politica. In difetto di indicazioni precise e di volontà politica, gli uffici non si muovono. Non è secondario il fatto che leggi e regolamenti non sono cogenti, non prevedono sanzioni né incentivi. L’Italia è un Paese che fatica ad attuare leggi che prevedono severe sanzioni, figuriamoci quando non esistono sanzioni. Infine, vi sono lacune strutturali nella pubblica amministrazione e nel suo funzionamento tortuoso e lento. Quale è l’ufficio che deve provvedere agli acquisti verdi? In teoria l’Ufficio acquisti ed economato che indice bandi e gare di evidenza pubblica. Ma questo ufficio non effettua acquisti di beni e servizi per tutta la pubblica amministrazione. In un Comune vi sono altri uffici che provvedono in autonomia all’acquisto di beni e servizi: l’Ecologia, il Tecnico, la Comunicazione. Per non parlare di tutte le Società pubbliche o partecipate. Anche a causa di questa frammentazione delle decisioni, in una pubblica amministrazione, in questo caso in un Comune, non si effettuano acquisti verdi. Non trascurabile anche un elemento riconducibile a luoghi comuni, dati per acquisiti e che, qualora veritieri, risalgono a oltre vent’anni fa. Ad esempio: “la carta riciclata si sfalda e danneggia le copiatrici”, oppure “i toner rifabbricati hanno inchiostri tossici per la salute”, “la plastica riciclata non dura a lungo” ecc. A ciò possiamo aggiungere che, fino ad alcuni anni or sono, Consip scriveva nelle gare di appalto destinate ai Comuni che i prodotti dovevano essere “nuovi di fabbrica” e il quadro è completo. A dispetto di tutte queste resistenze e difficoltà, in Italia vi sono molti Comuni e Province che eccellono negli acquisti verdi e nel GPP. Uno di questi è Reggio Emilia, uno dei Comuni vincitori del Premio Award Ecohitech dello scorso anno. Oggi Consip può dare e dà un contributo rilevante nello sviluppo degli acquisti verdi, nel rispetto degli obiettivi del Decreto 203 del 2003 e nel decollo del GPP. Nei prossimi numeri ci addentreremo nel cuore degli appalti pubblici, di come le Regioni hanno recepito la normativa nazionale, delle opportunità che gli acquisti pubblici rappresentano per le imprese tecnologiche, di come stanno agendo diverse pubbliche amministrazioni e di come le aziende che lavorano con Comuni, Regioni e Ministeri hanno modificato in senso “verde” il proprio approccio al mercato. Potremo anche leggere alcuni interessanti dati relativi allo stato di attuazione in Italia delle normative sugli acquisti verdi. Anche in questo caso scopriremo un Paese a due, quando non a tre marce. 9 I RAEE: RIFIUTI DA ELETTRICHE ED 10 ecoIDEARE - dicembre 2009 IDEE APPARECCHIATURE ELETTRONICHE di Gaia Gusso Intervista al dottor Paolo Pipere, Responsabile Servizio Territorio, Ambiente e Cultura della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano G entilissimo dottor Pipere, ormai da un paio d’anni si sente parlare di Raee e di contributo Raee, soprattutto quando si acquista un apparecchio elettrico. Può dirci qual è la normativa di riferimento? Acquistando un apparecchio elettrico ed elettronico o una lampadina siamo spesso chiamati a pagare l’ecocontributo. Si tratta di una delle modalità con le quali i produttori e gli importatori finanziano il sistema di raccolta e recupero di questi prodotti, sollevando le amministrazioni comunali dagli oneri di recupero o smaltimento successivi alla raccolta dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Il sistema è stato introdotto dalla Direttiva 2002/96/CE, che impone ai fabbricanti e agli importatori di sostenere dottor Paolo Pipere 11 “Le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, le Pile e gli Accumulatori” (Hyper Edizioni) è il nuovo libro di Paolo Pipere, un vademecum per comprendere le norme e migliorare la gestione dei rifiuti. E’ una guida aggiornata con le ultime evoluzioni, le indicazioni operative e di gestione in tema di apparecchiature elettriche ed elettroniche, Raee, pile e accumulatori. i costi connessi al trasporto, al riutilizzo, al riciclaggio, al recupero o allo smaltimento sicuro degli apparecchi divenuti rifiuti. Nell’intento del legislatore comunitario, l’imputazione di questi costi ai produttori dovrebbe condurre ad una competizione virtuosa: l’apparecchio che genererà un rifiuto meno pesante o voluminoso, con una limitata presenza di sostanze pericolose, più facile da riutilizzare o riciclare, consentirà di ridurre il costo di gestione dei RAEE rendendo più competitivo l’apparecchio stesso. La disciplina comunitaria è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 25 luglio 2005 n. 151, mentre il concreto avvio del sistema di raccolta e recupero si è avuto solo a seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 25 settembre 2007 n. 187, che ha istituto e definito le modalità di funzionamento del Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Un altro decreto ministeriale, emanato lo stesso giorno, ha costituito il Comitato di vigilanza e controllo, l’organismo del ministero 12 ecoIDEARE - dicembre 2009 dell’ambiente che è incaricato di garantire l’efficacia del sistema. La norma prevede una serie di obblighi per l’insieme dei produttori di una determinata categoria di apparecchi elettrici ed elettronici. Fondamentalmente si tratta di obblighi di reimpiego dei componenti e di recupero dei RAEE. Quali sono i prodotti soggetti a questa normativa? I prodotti sottoposti al nuovo regime di gestione orientato al recupero dei rifiuti sono quelli che rientrano nelle dieci categorie individuate dall’allegato 1 A della norma comunitaria: grandi elettrodomestici; piccoli elettrodomestici; apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni; apparecchiature di consumo; apparecchiature di illuminazione; strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni); giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero; dispositivi medicali (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati e infettati); strumenti di monitoraggio e di controllo e distributori automatici. STILI DI VITA IDEE RAEE: CHE FARE? Come abbiamo visto, le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche vanno smaltite in modo adeguato. Sia perché sono solitamente composte da materie prime riciclabili che possono essere recuperate e riutilizzate, sia perché contengono spesso sostanze, metalli e gas, dannosi per l’ambiente e la salute umana. Il problema del corretto smaltimento di queste apparecchiature è oggi particolarmente sentito data la loro sempre maggiore diffusione nelle case e negli uffici. Poiché non è ancora possibile lasciare al venditore l’usato quando si acquista il nuovo, l’unica opportunità per smaltire nel modo corretto gli apparecchi elettrici ed elettronici è quella di portarli nelle isole ecologiche o nelle riciclerie predisposte dai Comuni e dalle aziende che si occupano della gestione comunale dei rifiuti. Se si ha la necessità di eliminare uno dei prodotti elettrici od elettronici compresi nelle dieci categorie definite dalla legge, è necessario individuare le riciclerei del proprio Comune e conferire lì, gratuitamente, il materiale. Ricordiamo che è assolutamente vietato buttare qualsiasi tipologia di RAEE, anche di piccole dimensioni, nella spazzatura generica, nonché in luoghi che non siano quelli appositamente predisposti (isole ecologiche). Di seguito riportiamo l’elenco dei più comuni apparecchi elettrici ed elettronici presenti nelle nostre case e negli uffici e che devono essere smaltiti adeguatamente. • Grande bianco freddo - grandi elettrodomestici per la refrigerazione: frigoriferi, congelatori, condizionatori; • grande bianco non freddo - grandi elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie; • TV Monitor a tubo catodico; • elettronica di consumo, telecomunicazioni, informatica, piccoli elettrodomestici, elettroutensili, giocattoli, apparecchi di illuminazione, dispositivi medici; • sorgenti luminose a scarica: lampade fluorescenti e sorgenti luminose compatte. Come è stato stabilito l’importo del contributo per ogni tipologia di apparecchio? La Direttiva prevede che i costi che i produttori sono tenuti a sostenere per garantire il recupero dei prodotti giunti a fine vita vengano internalizzati: in altri termini che vengano computati dalle aziende al pari dei costi per le materie prime, l’energia, il lavoro, la distribuzione delle merci. Solo per un periodo transitorio, fino al 2011 per la maggior parte degli apparecchi e fino al 2013 per gli elettrodomestici bianchi (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, ecc.), è eccezionalmente consentita, limitatamente agli apparecchi impiegati in ambito domestico, l’applicazione di una visible-fee, in Italia denominata “Eco-Contributo RAEE”, o ECR. La scelta è stata motivata dalla necessità di far fronte agli ingenti oneri che i produttori oggi presenti sul mercato dovranno affrontare per garantire il recupero dei “rifiuti storici”: i RAEE derivanti da ogni tipo di apparecchio contemplato nella Direttiva, in qualunque epoca immessi al consumo anche da aziende non più esistenti. L’eco-contributo dovrebbe essere determinato dal singolo produttore, considerando unicamente i costi previsti per il trasporto dei RAEE dai centri di raccolta a quelli di trattamento e quelli per il recupero o lo smaltimento sicuro degli apparecchi. In realtà, poiché il sistema deve farsi carico anche dei rifiuti di aziende ormai scomparse, ogni impresa che fabbrica, immette sul mercato italiano o commercializza con il proprio marchio un’apparecchiatura elettrica ed elettronica di impiego domestico ha l’obbligo di aderire ad un “sistema collettivo di finanziamento” e la decisione in merito all’ammontare della visible-fee spesso viene demandata a questi organismi: consorzi o società creati per rendere più economico il conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dalla legge. Subito dopo l’entrata in vigore della legge, moltissimi rivenditori non avevano ancora chiaro, forse anche a causa di lacune della normativa, l’obbligo di ritirare l’usato elettrico/elettronico a fronte di un nuovo acquisto equivalente. Ora com’è la situazione? Il D.Lgs. 151/2005, imponendo la raccolta differenziata dei RAEE per favorire il recupero di questi rifiuti, comporta significativi oneri sia per i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche sia per le amministrazioni pubbliche locali. In particolare, la norma dispone che i Comuni assicurino la raccolta differenziata dei RAEE provenienti dai nuclei domestici, in modo da permettere ai detentori finali ed ai distributori di conferire gratuitamente al centro di raccolta i rifiuti prodotti nel loro territorio, e i distributori garantiscano il ritiro gratuito del rifiuto al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura destinata ad un nucleo domestico. L’ultimo tra gli obblighi citati non è per il momento operativo, a seguito della necessità di introdurre una serie di semplificazioni degli adempimenti ambientali 13 RAEE, IL CONSIGLIO DI STATO DÀ IL VIA LIBERO AL DECRETO “UNO CONTRO UNO”. Ma segnala alcune problematicità ancora irrisolte. Il Consiglio di Stato ha finalmente dato il via libera al Regolamento attuativo sulla raccolta e gestione dei rifiuti domestici elettrici ed elettronici, meglio noto come decreto “uno contro uno”. I cittadini potranno, forse presto, riconsegnare al venditore il vecchio elettrodomestico in cambio dell’acquisto di un nuovo prodotto “equivalente”. L’ostruzionismo che ha messo in campo la distribuzione in questi anni pur di non aderire alle prescrizioni dell’Unione europea, unite a delle evidenti crepe nel testo del Decreto, ha di fatto bloccato fino ad oggi l’emanazione del Regolamento. Operativamente, il decreto prevede che, all’acquisto di un nuovo prodotto, i vecchi apparecchi elettrici ed elettronici possano essere riconsegnati gratuitamente presso il punto vendita o presso un centro raccolta individuato dallo stesso rivenditore. Il consumatore dovrà compilare un modulo di consegna che accompagnerà il vecchio prodotto fino al centro di raccolta finale. Ai rivenditori spetterà l’obbligo del trasporto dei rifiuti ritirati fino ai centri di raccolta dove saranno suddivisi nei 5 raggruppamenti previsti dalla legge. Da qui, i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche saranno presi in consegna dai sistemi collettivi che provvederanno al trasporto presso gli impianti di trattamento e al successivo recupero delle materie prime-seconde. Il parere espresso dal Consiglio di Stato il 23 luglio scorso, pur approvando lo schema di decreto, ha segnalato che su alcuni punti la normativa non risulta sufficientemente chiara. L’art. 6 del decreto n. 151/2005 prevede il ritiro gratuito da parte del venditore-produttore dell’apparecchiatura a fine vita, all’atto dell’acquisto di una nuova, purché questa sia di tipo equivalente e abbia svolto le stesse funzioni di quella acquistata. Il Consiglio di Stato ritiene aleatoria la determinazione dei casi in cui il venditore può rifiutare il ritiro gratuito dei RAEE e farraginoso lo snellimento delle pratiche per il trasporto e il raggruppamento dei rifiuti elettronici. Marco Masini per i commercianti. Si tratta di misure indispensabili per garantire la funzionalità del sistema e finalizzate, in particolare, a superare la difficoltà legata al ritiro di rifiuti da parte di soggetti che, a causa di un insieme di prescrizioni normative sull’ubicazione e le caratteristiche dei luoghi di stoccaggio, attualmente non potrebbero ottenere le prescritte autorizzazioni. La Legge 28 febbraio 2008 n. 31 ha previsto che un decreto ministeriale, predisposto ma di cui si attende da mesi l’emanazione, introduca queste agevolazioni, e che l’obbligo di ritiro dei RAEE decorra trenta giorni dopo l’entrata in vigore della norma. I produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche utilizzate in azienda (RAEE professionali), invece, sono già tenuti per legge a garantire, su richiesta del cliente, il ritiro del RAEE all’atto dell’acquisto di un nuovo prodotto. A questo impegno è possibile adempiere anche per mezzo di un sistema collettivo di finanziamento, giovandosi della razionalizzazione della logistica realizzata da queste organizzazioni. Esiste un consorzio, analogo a quello dei produttori di imballaggio, che garantisce la corretta raccolta e gestione delle apparecchiature elettriche dismesse? Ne esistono molti. A differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, però, la competizione tra i quindici sistemi collettivi nati per gestire i RAEE provenienti da nuclei domestici, trova un limite nell’esigenza da tutti condivisa di garantire uniformi condizioni di raccolta sull’intero territorio nazionale. Il Centro 14 ecoIDEARE - dicembre 2009 di coordinamento, un consorzio di diritto privato sottoposto a controllo ministeriale, suddivide tra i sistemi collettivi i centri di raccolta comunali, avendo cura di classificarli in ragione della minore o maggiore difficoltà di assicurare la raccolta presso quell’impianto e di assegnarli in modo equo sulla base della somma delle quote di mercato delle imprese aderenti ad ogni sistema collettivo. Qual è il ruolo delle Camere di Commercio? Le Camere di Commercio assicurano l’iscrizione delle imprese al Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali, offrono informazione e assistenza sia su questo specifico tema sia, più in generale, sulla legislazione ambientale comunitaria, nazionale e regionale. Infine, a due anni dall’entrata in vigore della normativa, qual è il bilancio ambientale ed economico che possiamo trarre? Positivo da entrambi i punti di vista, anche se la mancata attivazione della possibilità di consegnare i RAEE domestici ai punti di vendita dove si acquistano i prodotti, dovuta al ritardo nell’emanazione di un decreto ministeriale, non ha consentito di migliorare ulteriormente i risultati di raccolta differenziata e di recupero di questa tipologia di rifiuti. Modulo di richiesta adesione I supereroi non esistono e l’ecosostenibilità ambientale non piove dal cielo. L’adesione è libera e subordinata al versamento della quota associativa annuale da versarsi, contestualmente alla presente richiesta, presso: Barclays Bank IBAN IT69L0305101628000030740013 Socio collaboratore 50 euro (colui che presta la sua collaborazione di lavoro o volontariato) Socio professionista 100 euro (colui che lavora nel settore energetico ed ambientale) Socio artigiano/commerciante 250 euro Socio azienda 1.000 euro (fino a 20 dipendenti) Socio azienda 2.000 euro (oltre 20 dipendenti) Il presente modulo di adesione e la fotocopia del versamento dovranno essere inviati a Rinenergy, via fax, allo 02.36642803. L’accettazione avverrà tramite delibera del Consiglio Direttivo, che provvederà ad avvisare il nuovo socio, inviando la ricevuta del versamento, la carta dei servizi i dati per il login e lo statuto associativo. Nome Cognome Nato/a il Residente in Cap Via n° E-mail Tel. Sostenersi a vicenda per sostenere il pianeta. Cell. Professione P.IVA Indirizzo professionale Breve descrizione dell’attività svolta (solo per i soci professionisti): (Solo per i soci azienda) • Possono essere Soci Rinenergy ® i professionisti operatori nel settore e le aziende di prodotti o servizi ad alta sostenibilità e sensibili alla Responsabilità Sociale d’impresa. Azienda Via Città Associarsi a Rinenergy ® vuol dire credere fermamente che la qualità del vivere debba e possa migliorare. Vuol dire prendere parte a un’azione concreta. I soci avranno la possibilità di entrare in un network di conoscenze e contatti nel settore, potranno coinvolgere Rinenergy ® in iniziative, progetti ed eventi. Potranno inoltre avvalersi della consulenza e del supporto di professionisti della comunicazione e del marketing. Cap Tel. E-mail • Possono essere Partners Rinenergy ® enti pubblici e privati, associazioni, università, scuole e istituti formativi. P.IVA Nominativo di contatto Breve descrizione dell’attività svolta: In base agli art. 6 e 7 del nostro statuto, la sua ammissione sarà deliberata dal Consiglio Direttivo. I dati personali acquisiti saranno utilizzati da parte di Rinenergy, anche con l’ausilio di mezzi elettronici e /o automatizzati esclusivamente per l’evasione della sua richiesta. Ai sensi del D.L. n° 196/2003, è garantito comunque il diritto di accedere ai propri dati chiedendone la correzione, l’integrazione e ricorrendone gli estremi, la cancellazione in blocco. Quanto sopra indirizzando richiesta scritta a Rinenergy, via Sardegna 57, 20146 Milano. MEDIA PARTNER ECORADIO data Firma Via Sardegna, 57 • 20146 Milano Tel. 0236642800 • Fax 0236642803 [email protected] 15 PIÙ CONSUMO VIRTUOSO PIÙ VIVO MEGLIO L’OSSERVATORIO SUI CONSUMI DEGLI ITALIANI di Federico Bertazzo - www.greenplanet.net U na maggior attenzione per una spesa più consapevole. Esce un profilo confortante dall’indagine annuale di Consumers’ Forum, l’associazione che riunisce le maggiori associazioni dei consumatori e grandi aziende italiane, curata da Giampaolo Fabris e Ipsos. Cambiano i tempi e cambiano i consumi. “I consumatori sono diventati più esperti, chiedono alle aziende più qualità e alle associazioni che li rappresentano più presenza”, ha spiegato Sergio Veroli, presidente di Consumers’ Forum, che ha inaugurato il convegno organizzato per celebrare i 10 anni dell’associazione. “Il nuovo consumatore è per necessità più attento a non sprecare, al rapporto prezzo-qualità e più responsabile verso l’ambiente. In altri termini, si può definire un consumatore virtuoso”. Condotta su un campione rappresentativo di 1000 casi, l’indagine Ipsos-Episteme conferma come cominci ad esserci maggior fiducia nel futuro e voglia di tornare a spendere con meno preoccupazione (la preoccupazione scende al 53% degli italiani rispetto al 67% all’indagine 2008). Un no deciso agli ogm viene dal 75,6% degli intervistati e addirittura il 92,4% del campione specifica non vi sia un rapporto “predatorio” con la terra. Aumenta, come già verificato da altre indagini, il consumo di prodotti biologici (+10% rispetto al 2008) e la richiesta di prodotti duraturi. C’è ancora molta attenzione ai prezzi (47%) ma oggi il consumatore comincia a chiedere innovazione e qualità. Anche in Italia, quindi, la spesa comincia a diventare uno strumento per esprimere consenso verso quelle aziende ispirate da un senso etico e sale la preferenza verso i brand eco friendly (63% contro il 58% del 2008). Il nuovo consumatore ritiene che etica e responsabilità sociale siano parte integrante del concetto di qualità e che le aziende dovrebbero comportarsi eticamente lungo tutta la filiera. L’84,8% del campione ritiene che sia un dovere non acquistare un prodotto o una marca non etica e il 90% ritiene che si vivrebbe meglio se tutti fossero informati sulle marche che acquistano. Oggi il consumatore è più consapevole e responsabile, a favore di un consumo 16 ecoIDEARE - dicembre 2009 più consapevole, a favore di una riduzione degli imballaggi (73%), di maggiori informazioni utili nelle etichette (70,4%), di maggior rispetto dei diritti (64,3%) e a favore di una presenza delle associazioni dei consumatori più incisiva (56,5%). “Determinante per la nascita di questa nuova generazione di consumatori è stata la rete internet - spiega Giampaolo Fabris - oggi possiamo, in tempo reale, confrontare prodotti, prezzi, qualità e le opinioni degli altri consumatori nei confronti di un bene o di un servizio sul mercato”. IL CIBO SPAZZATURA FA VENIRE LA DEPRESSIONE La mancanza di antiossidanti nel cibo “spazzatura” favorisce la depressione. Lo dice una nuova ricerca. Le persone che hanno una dieta ricca di cibi grassi e dessert hanno un rischio del 60 % superiore di soffrire di depressione rispetto a chi invece mangia più frutta, pesce e verdure. Lo rivelano i ricercatori dell’University College di Londra, autori di un articolo pubblicato sul British Journal of Psychiatry. “Sono molti i fattori dello stile di vita che contribuiscono all’insorgere della depressione, ma la dieta sembrerebbe avere un ruolo indipendente,” spiega Eric Brunner, ricercatore a capo dello studio, che ha preso in esame le abitudini alimentari e la percezione e soddisfazione personale di un campione di 3.400 persone con un’eta’ media di 55 anni. “Una dieta piu’ salutare corrispondeva a un minor rischio di depressione. Riteniamo che gli alti livelli di antiossidanti contenuti nella frutta e nei vegetali abbiano un effetto protettivo contro la depressione”, è la tesi di Brunner secondo cui, inoltre, “mangiare molto pesce potrebbe fornire alti livelli di acidi grassi polinsaturi, anch’essi efficaci per prevenire la depressione”. La particolarità dello studio, come spiega Brunner, è che “analizza gli effetti dell’alimentazione nel loro insieme, invece che di un singolo nutriente”. Da qui l’intuizione che il rischio di questo effetto non sia dovuto ad alimenti particolari, quanto all’intera alimentazione predominante. STILI DI VITA 17 CASA. L’EFFICIENZA ENERGETICA A PORTATA DI MANO di Giorgia Giavenni A rgomenti come il risparmio e l’efficienza energetica e l’utilizzo di energie rinnovabili sono ultimamente temi di gran moda. Ciò che a molti sfugge è che abbiamo davvero la possibilità, nel nostro contesto quotidiano, di realizzare interventi e intraprendere piccole azioni che possono influire in maniera non indifferente sul consumo di energia e di conseguenza sull’inquinamento che produciamo. Con un inaspettato risparmio sulla bolletta. Nel quadro europeo, l’Italia si presenta come il paese con il maggior consumo energetico per il riscaldamento nelle abitazioni: si consumano in media tra i 140 e i 170 Kwh/m2 in un anno, con edifici che in media si collocano in Classe F. Invertire questa tendenza è possibile, attraverso interventi mirati ed immediati nelle nostre case; interventi che possono portare a risparmiare notevolmente sul consumo di energia, collocando gli edifici mediamente in Classe B. Se si affronta la costruzione di una nuova casa è possibile, proprio in questa fase, progettare tutti gli interventi finalizzati ad una buona efficienza energetica. Per esempio una caldaia a condensazione, rispetto a quelle tradizionali, permette di risparmiare energia fino al 30/40%, recuperando il calore contenuto nei fumi di scarico e aumentando in questo modo il rendimento dell’impianto. Se questa viene poi abbinata a dei pannelli radianti a pavimento, il vantaggio diventa ancora maggiore. Un buon isolamento dell’edificio è indubbiamente fondamentale e ci permette di evitare dispersioni di calore; queste avvengono attraverso le pareti esterne, le finestre, i pavimenti, il tetto. In quest’ottica è utile isolare le pareti con prodotti naturali, come il sughero o la lana o isolare le pareti esterne con la realizzazione di un cappotto, intervento realizzabile anche nel caso di edifici già esistenti, in concomitanza con la ristrutturazione delle facciate. Anche il tetto può essere utilmente isolato: con l’applicazione di pannelli a soffitto, internamente, (intervento adatto nel caso di edifici già esistenti) o con 18 ecoIDEARE - dicembre 2009 la ventilazione del tetto, creando un passaggio d’aria tra le tegole e l’isolante, che permette sia un ottimo isolamento termico, sia una maggiore conservazione dei materiali. Gli interventi più efficaci che possiamo apportare nella nostra abitazione sono senza dubbio quelli legati a finestre e serramenti, garantendo anche sulla bolletta risultati apprezzabili, che ripagano ampiamente dell’investimento iniziale. E’ importante applicare vetri doppi o tripli (che garantiscono isolamento anche dall’inquinamento acustico), inseriti in serramenti di nuova generazione, che impediscono le dispersioni di calore. All’interno delle nostre case, invece, possiamo intervenire con piccoli accorgimenti: sui radiatori, per esempio, al posto delle valvole manuali, è possibile installare delle valvole termostatiche, che permettono di regolare in modo automatico l’afflusso di acqua calda in base alla temperatura nell’ambiente. Ricordiamoci inoltre che coprire i termosifoni con copricaloriferi, tende o mobili ostacola la diffusione del calore. Ricordiamoci di notte, e soprattutto in inverno, di chiudere bene le finestre e abbassare le tapparelle; in estate, di arieggiare i locali durante la notte e tenerli oscurati durante il giorno. Ricordiamoci anche che il verde, sui muri esterni delle nostre case, oltre ad essere esteticamente piacevole, ci aiuta a mantenere le pareti fresche e ombreggiate nei giorni di caldo torrido. CONTATTI UTILI: • LA CASA DELL’ENERGIA Tel. 02/77203442 • www.casadellenergia.it • CENED Tel. 02/66737400 • www.cened.it • ENEA Numero verde 800 985 280 • www.enea.it ARCHITETTURA CASE ITALIANE SPRECANO IL 55% DELL’ENERGIA CHE CONSUMANO Le case italiane sprecano energia pari a quella prodotta da 8 centrali nucleari. E’ quanto è emerso dal convegno annuale Energetica, organizzato da Somedia, sui temi dell’energia sostenibile. Renato Cremonesi, presidente di Cremonesi Consulenze, azienda attiva nel settore dei sistemi energetici ad alta efficienza, ha sottolineato come attualmente in Italia l’efficienza media del sistema edificio-impianto è pari al 45%. Questo significa che ogni giorno nelle nostre case va persa almeno la metà dell’energia che acquistiamo. Secondo i calcoli fatti, la quota di energia sprecata equivale a 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep): la stessa energia che producono 8 centrali nucleari di grandi dimensioni come ad esempio quella di Beznau in Svizzera di 730 MWe. I dati forniti da Cremonesi evidenziano come, in Italia, i consumi di energia primaria (l’energia che serve a mantenere le condizioni di comfort all’interno di un edificio) sono pari a 31.158.240 tep che, a loro volta, si traducono in una bolletta energetica di 32.069.720.871 euro. La fetta maggiore di questa cifra è destinata ai consumi termici (66%) mentre la parte restante viene spesa per i consumi elettrici (34%). Basterebbero pochi interventi per abbassare sia costi sia consumi. Sarebbe sufficiente cambiare combustibile, installare caldaie a condensazione e strumenti di termoregolazione e di contabilizzazione del calore. Le potenzialità di risparmio sono sensibilmente maggiori se si interviene anche sull’involucro edilizio. “Il sistema Italia - ha detto Cremonesi - può e deve puntare sull’efficienza energetica, un mercato potenziale da 36 miliardi di euro all’anno e che potrebbe dare lavoro a circa 430.000 persone. Una scelta strategica che gioverebbe sia al potere d’acquisto delle famiglie, grazie al risparmio energetico, che alla qualità di vita dei cittadini, in termini di riduzione di emissioni di CO2”. L’efficienza e il risparmio energetico rappresentano quindi una reale e concreta alternativa al nucleare su cui sembra puntare molto il governo. 19 M’ARTE E NATURA di Marco Masini > Cristina Donati - Il viaggio “A rte, Natura e Corpi Metropolitani”. Questo il titolo di una recente mostra fotografica tenutasi a Rozzano presso la Galleria d’Arte Rudh, all’interno dello Spazio Espositivo di Cascina Grande. Insieme fotografi professionisti e giovani artiste dell’Accademia di Belle Arti di Brera: Roberto Re, Cristina Donati Meyer, Giulia Janach, Elisa Peruzzi e Patrizia Bergami. L’idea della mostra origina dialogo che pone in relazione l’arte della fotografia con il messaggio rivolto alla Natura, intesa come luogo in cui operano l’uomo, gli animali, le piante con i suoi aspetti di paesaggio, le sue risorse e i suoi equilibri. Si è voluto così porre col messaggio artistico l’attenzione al cuore che pulsa, il quale inevitabilmente rimanda ad un dialogo sull’ambiente dove vi è vita, e non solo quella dell’uomo. Oggi il confine tra natura e civiltà è ormai indefinibile: l’uomo ha infatti modificato e dominato gran parte del pianeta trasformando anche la natura più incontaminata in oggetto commerciale. Gli ecologisti affermano che la natura viene maltrattata, le sue risorse inutilmente sprecate e che occorre quindi pensare ad un sistema economico nuovo. Forse proprio l’Arte in senso stretto può indicare la strada per un rapporto con la Natura che invece di sfruttarla le consente di fiorire. L’uomo non è esso stesso natura? Anche nell’artificiale troviamo spesso l’elemento naturale. Anzi, talvolta l’artificiale diventa naturale, 20 ecoIDEARE - dicembre 2009 come un ponte, una strada, la città stessa, a cui solo il tempo e la storia danno valore. La mostra ha evidenziato ritratti di paesaggi mozzafiato e di natura colta in aspetti surreali, immagini vive ritratte in movimento per esaltarne la vitalità. Gli artisti sono stati occhi sulla Natura, fotografi che propongono, più che fotografie, dipinti con il pennello digitale della macchina fotografica. “Come il cigno” e “il Viaggio” sono due opere di Cristina Donati che ritraggono una un bruco e l’altra una farfalla che sorvola un paese. “La farfalla si trasforma, da bruco diventa creatura alata e multicolore, conquista spazi di libertà negati alla sua precedente vita nel bozzolo e io mi identifico nella farfalla. Ritengo che sia meglio vivere una sola settimana da farfalla a volare alta nel cielo che cent’anni da dannata in terra. La metamorfosi, il divenire, l’evolversi, ma anche la conoscenza e l’esperienza che ne deriva: sono questi i concetti che ho voluto esprimere”, dice l’autrice. Roberto Re, il cantore del Parco Agricolo Sud Milano, ha esposto alcuni dei suoi ritratti migliori di questo meraviglioso panorama agricolo padano, sempre più a rischio nonostante le eccellenze naturali in esso racchiuse. Interessante anche l’opera di Elisa Peruzzi, “Un po’ di Dio”, dove il sole sbuca dalle montagne innevate e dove l’artista voleva mostrare come Dio sia presente in ogni luogo ed in ogni cosa che facciamo. Come nella bellezza della Natura di trovano quotidianamente i suoi volti onnipresenti, la ARTE E CULTURA > Cristina Donati - Come il cigno dimostrazione della sua Bellezza. Mentre “Infanzia”, altra opera degna di nota, è il piacere della scoperta che ci accompagna fino all’età adulta, il piacere di un ramo autunnale che sembra volersi tuffare dentro l’acqua per capire che cosa c’è dentro.La mostra si è svolta grazie al patrocinio del Comune di Rozzano e la collaborazione dell’Associazione M’ARTe, di cui alcuni degli artisti che hanno esposto fanno parte. L’Associazione è costituita da un gruppo di esperti in comunicazione, artisti, giornalisti e imprenditori. Obiettivo del gruppo è creare periodicamente un evento sensazionale, dislocando nelle città installazioni artistiche, reinventando luoghi storici ed urbani, sorprendendo con happening anonimi, creando eventi che, destando sorpresa, inducano la riflessione anche su luoghi e accadimenti della vita generalmente ignorati. Gli interventi artistici dell’Associazione ripropongono, con una ottica differente da quella comunemente intesa, i luoghi della vita quotidiana, ma rappresentano anche esplosioni che richiamano eventi lontani o appartenenti ad altri mondi e linguaggi (televisione, cronaca, cinema...). Gli interventi di rivisitazione dei luoghi e dei monumenti vogliono indurre a riflettere su quegli stessi luoghi e monumenti o, in alternativa, sugli elementi estranei e fuori contesto abbinati. M’ARTe si è resa protagonista di vari eventi artistici. Tra questi, l’Auto Pennello, un’happening che ha visto una vecchia auto percorrere corso Venezia e viale Piave a Milano, rilasciando sull’asfalto strisciate di colori forti e vivaci. I colori dell’arcobaleno. Il ruolo dell’asfalto di Milano, uno dei più grigi in assoluto e diventato invece un’enorme e lunga striscia dipinta, è stato così reinventato dall’Auto Pennello; così come quello dell’auto, veicolo inquinante, camera a gas delle nostre città, trasformata in tavolozza mobile. Un’altro evento organizzato da M’ARTe, questa volta in collaborazione con le associazioni Gaia Animali e Ambiente e Amici della Terra Lombardia, è stato quello della “Primavera 2050”. La performance ha visto l’allestimento di una cerimonia funebre in pieno centro cittadino, con una bara vera, corone di fiori, drappi viola, ceri e fila di parenti in lacrime. All’interno della bara bianca periva la “Primavera”. “Il senso dell’happening era preciso”, sottolinea l’autrice Cristina Donati. “Nel 2050 non esisterà più né la Primavera né le altre stagioni se non fermeremo subito i cambiamenti > Performance artistica Auto Pennello > Performance artistica Auto Pennello climatici e lo stravolgimento ambientale in corso a causa delle attività umane”. Scriveva Hegel nelle sue Lezioni di Estetica: “qualsiasi materia può assumere, all’interno del sistema, dignità d’arte: fiori, alberi, i più comuni utensili domestici presi nell’accidentalità naturale dell’esistenza”. Da sempre la Natura ha ispirato, e continua tutt’ora, artisti di tutte le discipline e da tutte le parti del mondo. Perché? Perché inconsciamente sappiamo che dobbiamo la nostra esistenza a questo tutto naturale che ci circonda. Senza non saremmo nulla e il nulla diventerebbe il tutto: quale incubo peggiore? Allora deliziamoci con ciò che ci circonda, non deturpandolo e stuprandolo con ogni mezzo. Anzi, apprezzando e assecondando i doni che ci vengono offerti. Non appropriamoci di cose che non ci appartengono con l’arroganza tipica dell’uomo, sovrastatore e tiranno indiscusso, bensì apriamo la mente e il cuore ascoltando ciò che ci viene richiesto...il rispetto, ecco cosa dobbiamo alla nostra Terra. 21 L’ARTE HA UN DISEGNO BEN PRECISO LA SCULTURA AD ENERGIA RINNOVABILE di Barbara Masseroni “Quel che c’è di veramente grande in questo paese è che l’America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. Mentre guardi alla televisione la pubblicità della Coca-Cola, sai che anche il Presidente beve Coca-Cola, Liz Taylor beve Coca-Cola, e anche tu puoi berla.” A ndy Warhol negli anni ‘60 portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo, espressione di un’arte che voleva e doveva essere consumata come un comunissimo prodotto commerciale. Questa arte era lo specchio di una società che marciava verso il boom del consumismo, un boom il cui eco, purtroppo, si sente ancora oggi. L’artista aveva già intuito quella che sarebbe stata la connotazione della cultura occidentale negli anni a venire. Se pur non volendo, aveva contribuito all’unificazione dei linguaggi, dando all’arte un fine sociale. E non si trattava dell’espressione dei valori, ma dell’essenza della società. Allo stesso modo, verso la fine degli anni ’90, un gruppo di artisti ha intuito che la società non poteva più esprimersi attraverso quel linguaggio perché era ormai satura di messaggi e mezzi di diffusione. Nulla più da diffondere, ma da fare: il > Laurie Chetwood - London Oasis - Londra 22 ecoIDEARE - dicembre 2009 linguaggio unificatore doveva (e deve) essere l’azione stessa. Non più espressione artistica, ma vera e propria azione artistica. Oltrepassato, quindi, il ruolo dell’arte di strumento di diffusione del messaggio sociale, nasce la scultura ad energia rinnovabile, ossia che produce energia da fonti rinnovabili (solari, eloliche, geotermali, idroelettriche, ecc). Sia scultura che generatore di energia, quindi: una forma artistica che non si limita ad esprimere determinate problematiche, ma cerca di risolverle, soddisfacendo funzioni ecologiche, estetiche e culturali. Nata da un mix di arte ambientale e Land Art, porta avanti molte delle loro caratteristiche: come l’arte ambientale, la scultura ad energia rinnovabile pone al centro della sua indagine la difesa dell’ecosistema, ma compie un passo in avanti diventando una possibile soluzione fruibile da tutti; come la Land Art, invece, nasce a partire ARTE E CULTURA > Marjetica Potrc - Shotgun House - New Orleans 23 > Marjetica Potrc - Hybrid House - Caracas dalle caratteristiche del territorio, si instaura in esso diventandone parte integrante, evitando però che esso venga danneggiato dalla sua stessa presenza. Pionieri di tale forma artistica sono stati artisti quali Sarah Hall, Julian H. Scaff, Patrick Marold e gli architetti Lauri Chetwood e Nicholas Grimshaw. L’artista canadese Sarah Hall ha lavorato per anni all’integrazione dell’energia solare nell’arte attraverso opere architettoniche in vetro colorato: il risultato è la Lux Nova Tower di Vancouver (anche chiamata True North per il suo allineamento con la stella polare), una torre che utilizza celle fotovoltaiche per convertire la luce solare in energia. Essa è così in grado di illuminare l’intero parco del Regent’s College, in cui la struttura è inserita. Julian H. Scaff, altro artista impegnato nella scultura ad energia rinnovabile, ha cercato un modo di rendere le turbine a vento un’opera d’arte pubblica: nel 2006 ha così trasformato una centrale eolica a Nantucket Sound, in Massachusetts, dipingendo le turbine in modo tale che si mimetizzassero con il territorio. > Nicholas Grimshaw - Eden Project - Regno Unito 24 ecoIDEARE - dicembre 2009 Patrick Marold, invece, ha proposto a Vail, in Colorado, un’opera che vuole essere una mappa del comportamento del vento: ha installato sulle cime delle Montagne Rocciose centinaia di piccoli mulini, ognuno con una luce che risponde all’intensità del vento. Tutto questo per dare corpo, un corpo luminoso, al vento e renderlo visibile agli occhi dell’osservatore. In campo architettonico degna di nota è l’opera di Laurie Chetwood, architetto londinese che nel 2006 ha progettato la London Oasis, una struttura situata a Clerkenwell Green (Londra) la cui forma ricorda un albero alto oltre 10 metri. Un gigantesco albero “ecofriendly”, con una turbina a vento posta in cima e rami che si aprono e chiudono in risposta al sole, generando energia dalle celle solari poste su di essi. La struttura offre così ombra, luce ed energia ai passanti, che possono godere di un attimo di riposo dal caos cittadino. Altro architetto alla guida della versione più fruibile e concreta dell’arte ambientale è Nicholas Grimshaw. Egli è padre dell’Eden Project, la più grande serra al mondo, formata da un complesso di cupole, ognuna ARTE E CULTURA contenente specie di piante da una diversa area geografica e climatica, un diverso habitat ed ecosistema. L’Eden Project si trova in Regno Unito, a due chilometri dalla città di St. Blazey e costituisce una grande attrazione, richiamando a se visitatori da tutto il mondo. La scultura ad energia rinnovabile entra anche nell’ambito dell’edilizia, e lo fa attraverso l’opera di Marjetica Portc, artista di origini slovene che unisce arte, architettura e design. La Potrc si interessa in particolare agli insediamenti flessibili e modificabili, agli oggetti di prima necessità realizzati utilizzando risorse e competenze localmente disponibili: oggetti che nascono dall’utilizzo inventivo di materiali di riciclo, che vengono adattati a nuove esigenze e nuovi usi. Tra gli oggetti delle sue ricerche in particolare quelli relativi alle infrastrutture e all’utilizzo dell’acqua, nuovi sistemi di costruzione e nuove soluzioni abitative. Suoi il prototipo di Shotgun House a New Orleans e quello di Hybrid House a Caracas. La Shotgun House risponde a due grandi trend della città di New Orleans: la rivisitazione del tradizionale stile architettonico locale, ossia le shotgun houses (piccole abitazioni rettangolari con un ingresso anteriore e uno posteriore, composte da stanze in successione e senza atrio), e la tendenza verso la costruzione di punti di raccolta di risorse energetiche. La Shotgun House è infatti dotata di taniche per il recupero dell’acqua piovana, da riutilizzare come fonte di energia all’interno dell’abitazione. La Hybrid House di Caracas, allo stesso modo, prende spunto dall’architettura temporanea del luogo alla ricerca di metodi di comunicazione e condivisione di energia e spazio. Questi i mille ambiti di una forma artistica sempre più in uso. Una forma artistica che si basa sull’uso stesso e sulla fruizione. Una spinta dell’arte verso soluzioni concrete alla tematica ambientale. > Sarah Hall - Lux Nova Tower (True North) - Regent College - Vancouver 25 ON AIR LA SCIENZA IN ASCOLTO, di Gaia Gusso > Devastazione dell’uragano Ike 26 ecoIDEARE - dicembre 2009 ENERGIA MA LA POLITICA? S chizofrenia, verrebbe da dire sentendo le dichiarazioni ufficiali di alcuni capi di stato che si succedono negli ultimi giorni. La domenica Mr. President Obama annuncia che è irrealistico pensare ad un patto condiviso da tutti; il martedì, in un confronto sino-americano, comunica che invece si arriverà ad un impegno politico, anche se non legalmente vincolante. La volontà di rendere il vertice di Copenhagen una simpatica rimpatriata tra vecchi amici sembra sempre più reale. Non sono bastati tutti i summit mondiali, i G8 allargati, i G20, le riunioni dell’Onu, i vertici trans-nazionali dell’ultimo anno: signori capi di stato, il tempo è troppo poco per arrivare ad un accordo accettato da tutti i paesi che sostituisca quello di Kyoto. Il nostro pianeta ha la febbre, ma il mondo ha troppa fretta per fermarsi un momento, interrogarsi sul futuro e cercare una soluzione. Meglio rimandare a tempi migliori, a quando sarà più semplice accordarsi su chi deve rinunciare a cosa, su chi deve aiutare economicamente chi, su quali paesi dovranno caricarsi i tagli maggiori in termini di emissioni e subire i costi più alti. 27 > New Orleans dopo il passaggio dell’uragano Katrina Ma siamo proprio sicuri che quel giorno arriverà mai? Pensiamo realmente che gli stati saranno in grado di autoregolarsi, di decidere per il bene di tutti, accettando limiti e impegni ben precisi? Oppure prevarranno le solite logiche individualistiche, le eccezioni, i distinguo, le giustificazioni e le scuse? Si sperava che in questi ultimi anni l’urgenza ambientale del cambiamento climatico fosse ormai acquisita come priorità e che fosse assolutamente improrogabile la necessità di intervento. Alla luce di quanto sta succedendo ora, le decisioni prese dal Protocollo di Kyoto appaiono incredibilmente lungimiranti, benché di efficacia limitata. Con la drammatica consapevolezza che si ha oggi sull’importanza dei gas serra nel processo di climate change, è incredibile come un appuntamento fondamentale come il Vertice di Copenhagen venga fatto sostanzialmente. Si dirà che ci sono problemi imprevisti, valutazioni generali da considerare, questioni più importanti da risolvere, risorse che la 28 ecoIDEARE - dicembre 2009 crisi ha dimezzato ecc., ma la realtà è che manca la volontà politica per affrontare il dopo Kyoto. Sembra che i politici siano succubi di lobby inquinatrici che vogliono il fallimento del vertice, così da poter continuare indisturbate il proprio “business as usual”. In realtà, mentre il mondo politico fatica a capire l’importanza di un’azione congiunta, incisiva e soprattutto immediata per il clima, alcune aziende, e le multinazionali in testa, hanno capito l’importanza di un serio impegno nella lotta al cambiamento climatico. La responsabilità ambientale è sicuramente un’ottima forma di pubblicità, ma da sola non basta a spiegare come il 52% delle aziende che fanno parte del S&P 500 (paniere azionario formato dalle 500 imprese statunitensi a maggiore capitalizzazione) abbiano già adottato misure concrete per ridurre le proprie emissioni climalteranti (fonte: Carbon Disclosure Project). E’ ovvio che le aziende, orientate sempre al profitto, ENERGIA A prescindere da quello che si decide a Copenhagen o che si proporrà in vertici futuri, noi ci associamo con il WWF e ribadiamo la necessità di un accordo equo, rigoroso e soprattutto vincolante, che soddisfi almeno queste richieste fondamentali. LE10 RICHIESTE DEL WWF 1. Creazione di una struttura legalmente vincolante in cui il protocollo di Kyoto venga legato a un nuovo Protocollo di Copenhagen. 2. Mantenimento dell’aumento delle temperature ben al di sotto della pericolosa soglia dei 2°C, e declino delle emissioni globali a partire dal 2017. 3. Impegno da parte dei Paesi industrializzati a ridurre le emissioni del 40% entro il 2020 rispetto ai livelli dei 1990. 4. Impegno da parte dei paesi in via di sviluppo a una deviazione delle emissioni rispetto alla tendenza attuale (business-as-usual) di almeno il -30% entro il 2020. 5. Riduzione delle emissioni derivate dalla distruzione delle foreste nei paesi tropicali di almeno tre quarti (75%) entro il 2020. 6. Accordo su un piano d’azione immediato per l’adattamento, in particolare per i Paesi e gli ecosistemi più vulnerabili, che includa speciali fondi di assicurazione. 7. Finanza pubblica per 160 miliardi di dollari all’anno erogati ai Paesi in via di sviluppo per adattamento e mitigazione, in particolare a quelli in condizioni di maggiore necessità. 8. Un meccanismo per rafforzare il trasferimento di tecnologie e la cooperazione e fornire incentivi alla ricerca, lo sviluppo e la diffusione di tecnologie a basso consumo di carbonio. 9. Un nuovo assetto istituzionale sotto l’egida della UNFCCC, che disponga il coordinamento, il supporto e l’implementazione dei fondi, in modo trasparente e democratico. 10. In ambiti specifici quali il mercato del carbonio, le foreste e il consumo del territorio devono essere stabilite procedure chiare, basate sul Protocollo di Kyoto. abbiano valutato i costi di tali iniziative, arrivando alla conclusione che aspettare ad intervenire sia molto più rischioso, economicamente svantaggioso e impopolare che attivarsi subito e adottare misure per il contenimento della CO2 e degli altri gas serra. Nel percorso virtuoso di queste aziende è fondamentale l’apporto dell’innovazione tecnologica e dei sistemi per la produzione di energia pulita: quel know how che dovrebbe essere messo a disposizione dei paesi emergenti per far sì che anche loro possano contribuire in modo significativo alla riduzione dei gas inquinanti. Questo è uno dei problemi fondamentali da risolvere. E mentre nella capitale danese si discute, si parla e si decide poco, un gruppo di 31 ricercatori di sette nazioni (Gran Bretagna, Australia, Stati Uniti, Francia, Brasile, Norvegia e Olanda) ha condotto nell’ambito del Global Carbon Project un studio sulla capacità dei sistemi naturali di assorbire l’anidride carbonica. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, dimostra, per la prima volta, come la capacità di assorbimento dei sistemi naturali sia diminuita negli ultimi 50 anni, segno evidente di un cambiamento nella risposta dell’ambiente ai cambiamenti climatici. E’ aumentata la quantità di CO2 presente in atmosfera e non catturata nei processi biologici e geologici. Gli effetti di questi cambiamenti sono, secondo le ultime previsioni, devastanti: si ipotizza un aumento di 5-6 gradi della temperatura per la fine del secolo. Un incremento talmente alto da sconvolgere in modo inimmaginabile il clima di tutto il pianeta. La comunità scientifica, preoccupata, continua a lanciare avvertimenti sempre più allarmanti. La politica non sembra ascoltare, ma gli effetti di questo immobilismo colpiranno tutti noi. 29 La foto di A VOLTE CAPITA C apita di immergere gli occhi fra l’erba e di scoprire che esiste un universo, per quanto piccolo possa essere il punto su cui è focalizzato lo sguardo. Capita che dopo aver osservato il volo ipnotico di un insetto ci si accorga che fra i fili d’erba si apre un sipario e i piccoli abitanti dei prati diventino i protagonisti di un pomeriggio in pianura. Capita di vedere i piccoli e numerosi animali, molto spesso indaffarati, dei quali a volte si dimentica l’esistenza ma che -nascosti all’occhio meno attentolavorano tutto il giorno dalla parte della Natura, da sempre anelli importanti del fragile e provato ecosistema che rende viva la campagna. Ilaria Caramani http://piccoliabitantideiprati.jimdo.com 30 ecoIDEARE - dicembre 2009 umano stupidario...ma per fortuna a cura di Edgar Meyer ACQUA PRIVATIZZATA Il Parlamento italiano ha definitivamente approvato, seppur con scarto minimo, il decreto Ronchi. Il testo del ddl, con cui il governo ha incassato la fiducia, prevede, fra le altre cose, la privatizzazione della gestione e dell’erogazione dell’acqua. Dura la contestazione da parte dell’Idv e delle forze della società civile. Gli esperti concordano: il prezzo dell’acqua aumenterà. RINNOVABILI, QUESTE SCONOSCIUTE Gli italiani sono ben predisposti verso le fonti rinnovabili, ma non le conoscono. Il paradosso emerge da una ricerca condotta da Icim, l’ente di certificazione del mercato. Emerge che l’80% della popolazione è ben disposto nei confronti delle rinnovabili, ma solo un italiano su tre le conosce realmente. L’energia meno conosciuta risulta essere quella fotovoltaica: solo il 24,4% della popolazione dichiara di conoscerla bene. FORESTE DECIMATE DAL 1970 A OGGI Intere foreste sparite, ridotte al lumicino dallo stress climatico. E’ l’allarme lanciato dal servizio geologico statunitense (Usgs) in uno studio in cui vengono presentati 88 casi di intere foreste decimate dal 1970 ad oggi: dalla savana africana alle giungle tropicali del Borneo. Devastazioni legate ai cambiamenti climatici, che inaridiscono i terreni e favoriscono il proliferare di parassiti, ma anche allo sfruttamento eccessivo delle risorse legnose. C’È CHI DICE NO La Regione Puglia ha stabilito l’avvio del processo di ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese. Il presidente Vendola e la Giunta regionale ritengono l’acqua non assoggettabile ai meccanismi di mercato. Il rifiuto della privatizzazione si diffonde: a Palermo, Napoli, Pietra Ligure, Corchiano, Povegliano Veronese, Sommacampagna, Fumane ed altri Comuni piccoli e grandi sono stati inseriti negli Statuti articoli a protezione dell’acqua come bene comune pubblico. RINNOVABILI IN ASCESA L’indagine, condotta su un campione misto di popolazione e aziende del settore, evidenzia che il mercato è in forte sviluppo, anche se risulta ancora carente nel campo della comunicazione. Solo le aziende più intraprendenti hanno la possibilità di conquistare una posizione di leadership tramite oculate campagne di informazione che sfruttino il favore con cui si guarda alle rinnovabili. L’80% della popolazione infatti ritiene che il potenziale impatto delle energie verdi sul risparmio dei costi energetici sia importante. SALVA LA FORESTA ATLANTICA Argentina, Paraguay e Brasile si sono impegnati, al XIII congresso mondiale sulle Foreste tenutosi recentemente in Brasile, a tutelare quello che resta di una delle foreste subtropicali più importanti del mondo. La Mata atlantica, che circonda città come Rio de Janeiro e San Paolo, fornisce acqua a milioni di persone e ospita oltre 20mila specie di piante, di cui 8mila non si trovano in altri luoghi. 31 di Giorgio Nebbia Prosegue la collaborazione con Giorgio Nebbia e l’associazione Gaia Italia, che prevede la pubblicazione di alcuni pezzi del “patriarca” dell’ecologismo italiano tra i tanti che appaiaono sul sito www.gaiaitalia.it. In questi articoli si ritrovano tutta la verve ma anche la profondità del pensiero di Nebbia, la densità delle riflessioni eppure la leggerezza di lettura, il rigore scientifico eppure la capacità di raccontare e appassionare. Giorgio Nebbia è uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale. E’ stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico, dell’economista e del merceologo. OCCAM E L’ELOGIO DELLA SEMPLICITÀ Guglielmo di Occam U n bravo studente di liceo (ce ne sono di bravi, anche molto bravi, e ci sono dei bravi insegnanti) mi ha scritto chiedendo che cosa c’entra con l’ambiente il frate francescano inglese Guglielmo Occam. Secondo me c’entra e molto, perché molti problemi ambientali possono essere risolti proprio adottando scelte o azioni o processi “semplici” e della virtù della semplicità si è fatto propugnatore proprio questo Occam. Guglielmo di Occam era nato a Ockham, nel Surrey, in Inghilterra, alla fine del tredicesimo secolo. Aveva studiato al Merton College di Oxford, che a quel tempo era un importante centro intellettuale, è poi diventato francescano e ha studiato e insegnato a Parigi e Oxford fino al 1323. La sua vita 32 ecoIDEARE - dicembre 2009 successiva è stata in gran parte occupata dalla controversia col papa Giovanni XXII e i suoi successori su temi come il concetto di povertà evangelica e il quesito se l’imperatore potesse deporre il papa. Nel 1324 Guglielmo fu convocato come imputato ad Avignone, dove il papa era esiliato; riuscì a scappare e a rifugiarsi presso Ludovico IV il Bavaro a Pisa e Roma e finalmente a Monaco. E’ morto circa nel 1349, probabilmente come eretico scomunicato; è stato sepolto nella Chiesa francescana di Monaco, distrutta all’inizio dell’Ottocento. Guglielmo di Occam è noto per il suo principio di parsimonia, o di semplicità, spesso chiamato “rasoio di Occam”, che afferma che è inutile fare con più quello che si può fare con meno; in latino: “quia frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora”. Risparmio al lettore la ricostruzione di dove e quando è stato scritto questo passaggio, ma sta di fatto che il principio di Occam ha influenzato Lutero e molti filosofi successivi da Locke a Bertrand Russell. E ancora oggi, in un periodo di scetticismo verso la saggezza francescana, su Internet si trova addirittura un sito dedicato ai seguaci del pensiero di parsimonia e semplicità: www.ilrasoiodioccam.it. Nella ricerca scientifica il rasoio di Occam invita a tagliare via, con un rasoio, appunto, le teorie e gli esperimenti eccessivi e inutili nella ricerca della verità. In ecologia invita a ricercare i fenomeni che influenzano la natura e l’ambiente semplificando le teorie, le operazioni e le analisi. Prendiamo il caso della raccolta dei rifiuti solidi: una buona soluzione consisterebbe nel cercare di rendere minima la richiesta di discariche e di inceneritori e di ricuperare tutto quello che è possibile dai rifiuti stessi. Non sono ubbie, anzi questo principio è imposto dalla legge italiana ed europea; per raggiungere questo obiettivo occorre convincere le persone a riconoscere che una parte delle componenti dei rifiuti può essere trasformata in nuove merci a condizione che le varie frazioni siano separate correttamente: tutto il vetro a parte, tutta la plastica a parte, tutta la carta e i cartoni a parte. L’operazione è un po’ scomoda e fastidiosa e richiede un po’ di impegno personale. Più comodo è fare una finta raccolta differenziata come purtroppo spesso avviene. Prendiamo il caso degli imballaggi: si trovano in molte città dei contenitori che invitano a mettere insieme bottiglie di vetro e plastica. Il principio di semplicità chiederebbe ai cittadini di mettere da una parte le bottiglie di vetro e dall’altra le bottiglie di plastica, GIORGIO NEBBIA Avignone, dove Occam fu convocato come imputato in modo da consentire il riciclo di ciascuna delle due materie separate con processi semplici ed efficienti e ben noti. Quando vetro e plastica sono miscelati occorre un complicato processo di separazione e la frazione del vetro così ricuperato è contaminata da parti di plastica che rendono meno efficiente il ricupero e generano altre scorie inquinanti. Lo stesso vale per la plastica che è più difficile da recuperare e trasformare in nuovi manufatti di plastica riciclata se è contaminata da tracce di vetro o metalli. Lo stesso vale per il recupero della carta e dei cartoni: guardate le bocche spalancate dei cassonetti destinati a raccogliere la carta: anche le persone volonterose mettono in tali cassonetti i contenitori di tetrapak, che non in tutti i Comuni sono riciclabili insieme alla carta perché contengono plastica e cere, quando non mettono addirittura i sacchetti delle immondizie tali e quali. Potrei citare altri casi: il principio di semplicità suggerirebbe di costruire strade e edifici nelle zone non franose, per evitare i costi delle frane e alluvioni, di predisporre processi che usano meno acqua, meno energia, eccetera; in un mondo dominato dal dogma che “di più è meglio” si capisce che non abbia molto ascolto la parola di frate Guglielmo, che suggerisce che “di meno è meglio” nel nome del minore consumo di risorse naturali, del minore inquinamento dell’aria e delle acque. 33 PER I CITTADINI a cura della redazione Rinenergy, con il contributo dei Consigli di Zona, ha ideato e predisposto per le Amministrazioni Comunali e i CdZ di Milano, cicli di incontri sostenibili dedicati ai cittadini, adulti e bambini, sui temi del consumo consapevole, del risparmio e dell’efficienza energetica in casa, del ciclo e riciclo dei rifiuti. L ’Associazione Rinenergy, da anni impegnata nella diffusione dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili, ha come obiettivo l’integrazione dei concetti di sostenibilità nelle azioni quotidiane attraverso la creazione di una rete di soggetti (professionisti, ricercatori, Enti pubblici e privati) che con la propria esperienza possa dare un apporto significativo alla conoscenza delle dinamiche dello sviluppo durevole e alla sua realizzazione. Uno dei problemi maggiori, quando si parla di sostenibilità, è la mancanza di conoscenza: oggi l’accesso alle informazioni è facile e immediato, ma spesso mancano gli strumenti per valutare l’attendibilità di quello che si legge e l’eccesso di notizie non rende i cittadini più consapevoli, bensi talvolta solo più confusi. Anche su argomenti che sovente diamo per 34 ecoIDEARE - dicembre 2009 scontati si riscontrano dubbi e perplessità che un’informazione semplice e diretta potrebbe fugare. E’ dunque importante che ogni cittadino faccia proprie le più comuni tematiche ambientali e metta in atto comportamenti virtuosi. In questo senso, una seria educazione ambientale rivolta ad adulti e ragazzi può contribuire ad accrescere la consapevolezza degli impatti sull’ambiente più o meno importanti che ogni nostra attività ha. Conoscere il perché di alcuni obblighi di legge o regolamenti serve per capirne l’utilità e l’importanza su larga scala. Uno degli slogan dello sviluppo sostenibile è “pensare globale, agire locale”: se si applica questo motto in modo consapevole è più facile avere dei riscontri positivi. Vanno proprio in tal senso sia l’ultima indicazione della Commissione europea con gli impegni previsti dal “pacchetto energia-clima, obiettivo 20-2020” (+ 20% di efficienza energetica, + 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili, - 20% di emissioni di CO2) diventato ormai vincolante anche per l’Italia, sia la Nuova Strategia Italiana sullo Sviluppo Sostenibile, indicata all’interno del DPEF 2008-2011, che riconosce una grande importanza alla tematica di Produzione e Consumo Sostenibile (Strategia Italiana su Sustainable Consuption and Production). E’ proprio per colmare il vuoto informativo tra cittadini e amministrazione che Rinenergy ha ideato e predisposto il progetto “Incontri sostenibili”, coinvolgendo alcuni Consigli sostenibili” di Zona di Milano partendo dal principio di sussidiarietà, che prevede che sia l’amministrazione più vicina al cittadino che si impegna a soddisfare determinate richieste. La proposta di Rinenergy prevede la realizzazione di un ciclo di incontri dedicati ai cittadini (adulti e bambini), incentrati su RINENERGY tematiche ambientali ed economiche di attualità. Tra novembre e l’inizio di dicembre l’iniziativa è stata attivata nei Consigli di Zona 5 e Zona 9. Gli incontri sono 3, di circa due ore ciascuno, e trattano le tematiche del consumo consapevole, del risparmio e dell’efficienza energetica in casa e del ciclo/riciclo dei rifiuti per bambini e ragazzi. Nello specifico, si dividono in: • Consumo consapevole (dedicato agli adulti), in cui sono illustrati i marchi e le certificazioni ambientali di prodotto (Ecolabel) e processo (Emas, Iso 14001) presenti in Italia e in Europa, il loro significato e l’importanza che rivestono per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo di un’economia più eco-compatibile. Nel contempo sono spiegati alcuni dei simboli che comunemente si trovano sugli imballaggi, in modo che una corretta comprensione possa facilitarne lo smaltimento tramite raccolta differenziata. Infine, si accennano i principi della raccolta differenziata: da cosa nasce, cosa si può riciclare, dove e perché. • La normativa del risparmio energetico (adulti): l’incontro ha lo scopo di informare i cittadini sulle leggi che regolano le detrazioni del 55% sulla ristrutturazione energeticamente efficiente degli edifici; sulla nuova normativa riguardante l’Attestato di Qualificazione Energetica; sul Contoenergia legato all’installazione di impianti fotovoltaici; sulla normativa europea del 20-20-20 e le sue declinazioni a livello locale; il Piano Casa. • Piccole azioni sostenibili (bambini/ragazzi/adulti): attraverso dei semplici esempi (dalla bottiglia di plastica al maglione di pile, dal mais alla bioplastica, dalla buccia di banana al compost, ecc.) e dei giochi divertenti (le parole crociate, “dove lo butto?”) viene spiegata ai ragazzi l’importanza delle risorse naturali e del loro consumo sostenibile. Acqua, energia, rifiuti, aria: come consumare meno e meglio per la salvaguardia dell’ambiente. Queste due iniziative con i cittadini non sono che le prime di una lunga serie, che vedranno l’associazione impegnata in tutte le Zone del Comune di Milano e in altre Amministrazioni comunali a partire dal 2010. Per informazioni, adesioni e proposte, scriveteci. Associazione Rinenergy Via Sardegna 57, 20146 Milano Tel. 02 36642800 • 3347382187 [email protected] • www.rinenergy.it GLI INCONTRI SONO STATI REALIZZATI CON IL CONTRIBUTO DEL CONSIGLIO DI ZONA 5 E DEL CONSIGLIO DI ZONA 9. Si ringraziano, pertanto, il presidente del Consiglio di Zona 5 Giovanni Ferrari e il presidente della “Commissione verde arredo urbano promozione zonale e ambiente Zona 5” Enzo Scuglia; la presidente del Consiglio di Zona 9 Beatrice Uguccione, la presidente della “Commissione Per la città sostenibile Zona 9” Anna Maria Melone e la presidente della “Commissione Per la città dei Giovani e dei Bambini Zona 9” Giovanna Mizzau. Si ringraziano inoltre per la collaborazione il Cial – Consorzio imballaggi alluminio – che fornisce del materiale informativo sulla propria attività di recupero e degli omaggi a tutti i partecipanti e la Fondazione AEM -Casa dell’energia – Gruppo A2A, che partecipa con i propri tecnici, e che ha fornito ad ogni partecipante del materiale informativo e il kit per il risparmio energetico composto da 3 lampadine a basso consumo e i riduttori di flusso. Un grazie a: AMSA, Esselunga, Pam. 35 UN BOSCO PER COMBATTERE LA MAFIA a cura della Redazione T ra i Comuni del sud Milano, inseriti nel contesto naturalistico del Parco Agricolo, Gaggiano si distingue per la sua connotazione di paese caratteristico, per la qualità di vita e per la posizione strategica, lungo le sponde del Naviglio Grande, inserita nel cuore delle coltivazioni di riso e mais, al confine con il Parco del Ticino. Gaggiano recentemente si è distinta per un’importante iniziativa, che ha dato vita alla realizzazione di un parco del quale vogliamo sottolineare l’importanza, non soltanto ambientale, ma anche ideologica. Nell’aprile 2009 è stato infatti inaugurato, nella frazione di S. Vito, il Bosco dei Cento Passi: un’area boschiva sorta su un terreno appartenente al clan camorristico dei Ciulla, confiscata dal Tribunale di 36 ecoIDEARE - dicembre 2009 Milano nel 2005 e affidata al Comune. L’area è scampata così alla speculazione edilizia a cui era destinata, diventando finalmente, grazie all’azione del Comune, patrimonio di tutti i cittadini. Il bosco ricopre un’area di più di 16 ettari che si estende dal territorio della frazione di San Vito fino alla strada provinciale di Cisliano, circondata da proprietà agricole. Il terreno, attraversato dalle rogge Gamberina, Bestazzo e Naviglietto, presentava delle zone boscate e delle zone incolte, oltre ad una marcita di quasi 3 ettari tutt’ora esistente, grazie anche alla conservazione del sistema irriguo che continuerà a svolgere la propria funzione. L’intervento di riqualificazione, realizzato dall’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle COMUNI VIRTUOSI Foreste) con la partecipazione della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, ha visto la piantumazione di specie autoctone come aceri, tigli, pioppi, frassini ed altre essenze, oltre alla realizzazione di più zone umide dove ricreare un ecosistema simil-palustre pensato per il reinserimento di uccelli acquatici e anfibi. Un percorso ciclo-pedonale completa l’area, che presto verrà destinata a visite guidate, birdwatching, percorsi didattici per le scuole. E naturalmente sarà un luogo a disposizione dei cittadini, che potranno goderselo nel tempo libero o per fare sport. Ma il Bosco dei Cento Passi non è soltanto un lodevole intervento di ripristino e valorizzazione di un bellissimo angolo naturalistico. Rappresenta anche l’espressione più bella della lotta alla criminalità organizzata, a cui troppo spesso pensiamo come ad un problema del sud Italia, lontano da noi anni luce. All’inaugurazione del Parco, nell’aprile scorso (che ha visto anche la presenza di Salvo Vitale, amico di Peppino Impastato, e del GIP Paolo Ielo) alcuni alberi sono stati dedicati alle vittime della mafia, non ricordando soltanto le più conosciute, ma anche molte vittime comuni che silenziosamente hanno perso la vita. In questo contesto, aldilà dei colori e delle appartenenze politiche, un’intera cittadinanza si è stretta intorno a quelle piantine, ognuna con il proprio nome, oggi ancora piccole, ma che presto cresceranno e daranno vita ad un bosco nuovo. Alcune immagini del Bosco dei Cento Passi, così chiamato in onore di Peppino Impastato, eroe antimafia che abitava a cento passi dal mafioso Tano Badalamenti. 37 EcoNews NOVITÀ PER L’ECO-ETICHETTA DEGLI ELETTRODOMESTICI Il Parlamento Europeo e le Presidenza del Consiglio UE hanno raggiunto l’intesa sulle eco-etichette degli elettrodomestici. In futuro, ogni campagna di promozione sul prezzo o sull’efficienza energetica di lavatrici, forni o frigoriferi dovrà necessariamente indicare la classe energetica del prodotto. Inoltre, la nuova etichetta introduce una classe addizionale A+++ per i prodotti con la migliore efficienza energetica, limitando però il totale delle classi a sette. I produttori saranno obbligati ad indicare sempre l’effettivo consumo energetico dei propri prodotti, indipendentemente dal fatto le prestazioni siano buone o scadenti. www.ansa.it ENERGIA PULITA DEL MOTO ONDOSO Il tuffatore finlandese Rauno Koivusaari ha ideato un sistema innovativo per produrre energia pulita sfruttando il moto ondoso. L’impianto è formato da una serie di porte girevoli, posizionate in mare ad una profondità compresa tra i 6 e i 23 metri, che, azionate dal moto ondoso, si muovono basculando e azionano così un sistema idraulico che trasforma l’energia cinetica in energia elettrica. L’innovazione di questo sistema permette alle porte basculanti di sfruttare il movimento ellittico di andata e ritorno delle particelle d’acqua, tipico dell’onda in avvicinamento alla costa. Il primo impianto pilota è stato installato al largo del Portogallo e produce quasi un magawatt di potenza. www.corriere.it GAON STREET LIGHT: DALLA SPAZZATURA... LA LUCE La fantasia degli eco-designer non ha confini. Pare che il designer Haneum Lee abbia inventato un lampione alimentato dai rifiuti organici. Il funzionamento è semplice: alla base di un normale lampione è posizionato un cestino per i rifiuti organici che, attraverso la biodegradazione, si trasformano in compost e metano, che serve ad alimentare tutto l’impianto. Per far funzionare il Gaon Street Light è sufficiente che i passanti gettino i propri rifiuti organici nel cestino e che lo stesso, ogni tanto, venga svuotato dal compost ottenuto. Ad oggi non si sa se il lampione mangia rifiuti sia solo un’idea o un prototipo già realizzato, dobbiamo solo aspettare e vedere cosa succederà nelle nostre strade. www.greenme.it 38 ecoIDEARE - dicembre 2009 KLIMAHOUSE 2010 Si terrà a Bolzano, dal 21 al 24 gennaio 2010, la 5° Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. Un appuntamento ormai irrinunciabile per chi si occupa di edilizia sostenibile, passivhouse e metodologia CasaClima. Oltre al ricco spazio espositivo, “Klimahouse 2010” propone un articolato programma collaterale: il Convegno internazionale ‘Costruire il futuro’ organizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, le visite guidate a edifici certificati CasaClima e il “Klimahouse forum” per una presentazione sul palco delle ultime novità. www.fierabolzano.it/klimahouse2010 IL PROTOCOLLO DI KYOTO DI TUTTI NOI Uno studio pubblicato sulla rivista statunitense “Proceedings of the National Academy of Science” da un gruppo di sociologi, economisti e ambientalisti americani dimostra che le sole azioni quotidiane in ambito domestico, se attuate con costanza e impegno, potrebbero diminuire consistentemente, in dieci anni, la quantità di CO2 in atmosfera. La percentuale di abbattimento dell’anidride carbonica sarebbe paragonabile a quella prevista dall’accordo del Protocollo di Kyoto. Ovviamente, la messa in pratica di questi comportamenti virtuosi dovrebbe riguardare tutti i cittadini dei paesi industrializzati e non solo gli americani. Seguendo le indicazioni e i suggerimenti proposti dai ricercatori è stato calcolato che solo negli Stati Uniti si potrebbe diminuire del 7,4% la concentrazione di CO2 in atmosfera. www.corriere.it ECO-EDIFICI DAL 2021 Dal primo gennaio 2021 sarà possibile costruire solo edifici con elevato standard di efficienza energetica e che sfruttano energia proveniente prevalentemente da fonti rinnovabili. L’accordo, raggiunto a livello europeo, riguarderà inizialmente le pubbliche amministrazioni, che dovranno applicare i nuovi standard in anticipo di due anni rispetto ai privati. Per questi ultimi gli Stati prepareranno dei piani nazionali che dovranno anche incoraggiare l’aumento del numero di edifici a impatto zero e i sistemi alternativi rispetto ai condizionatori (dalle pompe di calore ai sistemi basati sulle rinnovabili). Il medesimo accordo ha sancito l’obbligo di redigere la certificazione energetica degli immobili sia in caso di affitto che per le eccezioni (case inferiori ai 50 mq., per quelle delle vacanze, per gli edifici temporanei, storici, religiosi, e per i siti industriali). www.greenme.it 39 Prospettive sostenibili di Giorgia Giavenni POLITICHE AGRICOLE E IL PROGRAMMA DI L ’Europa cominciò ad occuparsi di politiche agricole comunitarie negli anni ’60, quando vide nell’agricoltura la possibilità di risollevare l’economia degli Stati usciti e danneggiati dalla guerra. Oggi come allora l’agricoltura potrebbe essere la risorsa su cui puntare. Per risollevare le sorti della nostra economia, per dare alle popolazioni povere del mondo un’immediata fonte di sostentamento e per dare un impulso positivo alla lotta ai cambiamenti climatici. L’ultima e significativa riforma approvata dal Consiglio europeo è la riforma Fischler del 2003, che trovò applicazione nei regolamenti 1782/2003 e 1783/2003: una riforma di lungo periodo (2005/2013), che segna un passo decisivo nel concepire un’agricoltura proiettata alla conservazione e valorizzazione dell’ambiente e nell’assegnare un ruolo preponderante agli interessi dei beneficiari. La riforma Fischler introdusse delle innovazioni significative, destinate a diventare punti chiave della politica agricola comunitaria: l’introduzione del disaccoppiamento, la costituzione di una Riserva Nazionale di titoli, la modulazione degli aiuti diretti e l’assegnazione del contributo della condizionalità. Inoltre la riforma Fischler prevedeva l’introduzione di misure di finanziamento ai fini di un miglioramento della competitività delle aziende agricole, in un’ottica di tutela del territorio: si tratta delle misure contenute nei Programmi di Sviluppo Rurali. Questi hanno l’obiettivo di accrescere la competitività aziendale attraverso sostegni finalizzati allo sviluppo, alla ristrutturazione e all’innovazione, al miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali, permettendo al tempo stesso la valorizzazione e la protezione dell’ambiente, del paesaggio naturale e la promozione della diversificazione delle attività agricole. Il Programma di Sviluppo Rurale attualmente in vigore è quello emanato dalla CE nel 2005 con il Regolamento 1698/2005, che pianifica lo sviluppo rurale dal 2007 al 2013. Gli obiettivi che si prefigge di raggiungere sono: • fornire misure di sostegno alle aziende agricole, per impedire l’abbandono delle zone rurali svantaggiate da parte della popolazione; • favorire l’innovazione nei sistemi produttivi, che possa garantire un minor impatto ambientale, promuovendo l’agricoltura biologica, l’agricoltura integrata, l’avvicendamento colturale e il mantenimento dei prati storicamente esistenti; • sostenere il cambio generazionale all’interno delle aziende; • promuovere sistemi di allevamento compatibili con il benessere animale; • tutelare il paesaggio e il territorio; • tutelare il consumatore, garantendo la qualità dei prodotti attraverso certificazioni di prodotto e di filiera; • promuovere e sostenere la diversificazione dell’attività aziendale, attraverso la multifunzionalità come strumento per diversificare l’offerta, con la realizzazione di agriturismi, fattorie didattiche, spacci per la vendita diretta dei prodotti. Crescita delle capacità imprenditoriali, sviluppo dell’innovazione e dell’ammodernamento, aumento della competitività: le politiche agricole comunitarie sono dunque, sicuramente, uno strumento di sostegno e riscatto per le aziende agricole europee, puntando su questi aspetti e proponendo una visione nuova IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE È SUDDIVISO IN 4 ASSI: Asse 1: finalizzato all’aumento delle capacità imprenditoriali e valorizzazione delle risorse umane, che si realizza tramite le attività di formazione, consulenza, ammodernamento delle aziende, sostegno alla creazione e allo sviluppo delle imprese, promozione della diversificazione dell’attività agricola; Asse 2: promozione di uno sviluppo agricolo e forestale sostenibile, in armonia con la tutela della biodiversità, la valorizzazione del paesaggio e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili; Asse 3: garantire la permanenza delle popolazioni rurali nelle aree svantaggiate attraverso il potenziamento del contributo dell’agricoltura al miglioramento della qualità della vita e la diversificazione dell’economia rurale per creare nuova occupazione; Asse 4: sostenere gli aspetti agricoli nelle attività di sviluppo locale, per accrescere l’efficacia e l’efficienza della governance del luogo e costruire in loco capacità di occupazione e diversificazione. 40 ecoIDEARE - dicembre 2009 COMUNITARIE SVILUPPO RURALE dell’agricoltura. L’attività agricola non viene più concepita come fine a sé stessa, ma inserita all’interno di una diversificazione dell’attività, in un contesto di nuove forme di commercializzazione del prodotto e di valorizzazione del territorio. L’esigenza di salvaguardare il suolo agricolo e il territorio su cui insiste l’attività, la possibilità di ricorrere a fonti di energia alternative, così come la possibilità di utilizzare le energie rinnovabili, non possono più non essere considerate. L’agricoltura ha in questo modo la possibilità di assumere un ruolo da protagonista nel raggiungimento dei risultati fissati per la protezione dell’ambiente, sia a livello locale che a livello globale. 41 Il Professionista: l’Eco Bandi Consulenza specifica per imprese e professionisti a cura di Luisa Belloni e Michela Romano REGIONE LOMBARDIA CONCLUDE L’ANNO CON UN BANDO DESTINATO AD ASPIRANTI IMPRENDITORI E NUOVE IMPRESE OPERANTI NEL SETTORE DEI SERVIZI INNOVATIVI. Il bando, già attivo dal 10 novembre, è previsto chiudersi il 21 gennaio 2010. Consta di tre misure, differenziate per: • creazione nuove imprese di servizi innovativi alle imprese; • innovazione dei processi e dell’organizzazione e della produzione di servizi innovativi per migliorare la competitività delle imprese con l’utilizzo di tecnologie innovative e i servizi avanzati; • apertura mercati internazionali: apertura nuove sedi permanenti all’estero, adesione a network internazionali, joint venture con società estere. I beneficiari non sono solo persone guridiche, ma persone fisiche, professionisti. Per quanto concerne le imprese, sono ammesse anche le artigiane. Un bando di grande apertura, l’unica cosa cui occorre prestare attenzione sono le attività ammesse, qui di seguito elencate per comodità del lettore. • informatica e attività connesse; • ricerca e sviluppo; • attività di servizi alle imprese; • produzione software, consulenza informatica e attività connesse ; • servizi d’informazione e altri servizi informatici; • direzione aziendale e consulenza gestionale; • studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche; • ricerca scientifica e sviluppo; • pubblicità e ricerche di mercato; • altre attività professionali, scientifiche e tecniche; • attività di ricerca, selezione, fornitura di personale. 42 ecoIDEARE - dicembre 2009 L’agevolazione è appetibile, in quanto pari al 50% delle spese ammissibili, di cui il 25% a fondo perso e il 25% a rimborso in rate semestrali costanti, tasso 0,5%. Gli investimenti ammessi sono di tipo materiale e immateriale, l’acquisizione di servizi, la formazione specifica, il personale tecnico e i conferimenti in denaro o in natura a titolo di capitale sociale per la costituzione di j.v. www.servizialleimprese.regione.lombardia.it. Questo non è l’unico strumento disponibile per supportare lo sviluppo aziendale, ma soprattutto l’innovazione di prodotto e di processo delle aziende e in particolare di quelle artigiane. A tal proposito si rimanda a nostri precedenti interventi in merito e ricordiamo il fondo rotazione per imprese artigiane che eroga un finanziamento agevolato a tasso contenuto, una quota del finanziamento a tasso 0,5% su investimenti in attrezzature e personale. Per ulteriori informazioni: Via Sardegna, 57 - 20146 Milano Tel. 0236642800 - Fax 0236642803 [email protected] - www.rinenergy.it Le schede di ECOIDEARE - STILI DI VITA STILI DI VITA NATALE SOSTENIBILE • Decorazioni di casa: perchè spendere soldi per acquistare decorazioni artificiali quando possiamo sfruttare ciò che la natura della nostra zona ha da offrirci? Organizziamo un pomeriggio con i figli o gli amici e partiamo all’esplorazione del nostro quartiere. Rametti di alberi, pigne ma anche bacche, arance e foglie possono diventare decorazioni perfette. Rallegrate e abbellite con qualche fiocchetto possono diventare composizioni per segnaposto, per centrotavola e altro. Il tutto a costo zero e totalmente ecocompatibile. • Alberi 1: gli alberi veri rappresentano la scelta più sostenibile. A condizioni ben precise: devono essere acquistati con le radici, in modo che, finite le feste, possano essere piantati in terra. Bosso, alloro o arbusti sempreverdi sono essenze locali e facili da curare. Se invece vogliamo proprio un abete, accertiamoci che porti il marchio Fsc o Pefc: in questo modo potremo essere sicuri che provenga da foreste gestite in modo sostenibile. Molti Comuni ne organizzano il ritiro per sistemarli in luoghi appositi. È il modo più sicuro per essere certi che il nostro abete non morirà. Anche un’importante impresa privata, Ikea, vende gli alberi di Natale che potranno poi essere riconsegnati presso i punti vendita a gennaio. In questo modo, Ikea donerà 3 euro al FAI per il recupero paesaggistico del Bosco di San Francesco ad Assisi. Gli alberi raccolti verranno utilizzati per realizzare fertilizzante naturale o per produrre pannelli truciolati. CAPOVOLGI LA RIVISTA, acquista sostenibilità! • Alberi 2: invece gli alberi artificiali, benché abbiano il vantaggio della resistenza negli anni hanno la pecca di essere prodotti da derivati del PVC, con necessità di grandi quantità di energia per la produzione. Sono inoltre spesso prodotti in Cina o Taiwan, quindi sono gravati di costi ambientali addizionali dovuti al trasporto. • Illuminare in modo responsabile: accendiamo le luci natalizie solo quando siamo in casa: faremo bene all’ambiente evitando immissioni inutili di CO2 e alla nostra bolletta. • Servire un menù verde: preferiamo prodotti regionali o locali senza Ogm dei farmer’s market presenti in città o provenienti dai mercati equosolidali. Riscopriamo le cascine che vendono prodotti tipici e stagionali. • Turismo sostenibile: se, per brindare al nuovo anno, scegliamo un’altra città, consideriamo l’idea di raggiungerla in treno, oppure facciamo car-pooling. Giunti a destinazione, poi, spostiamoci solo con i mezzi pubblici o utilizziamo il bike-sharing. Scegliamo alberghi, bed&breakfast, rifugi certificati Ecolabel, il marchio europeo di compatibilità ambientale. Q • No a botti e petardi: a Capodanno evitiamo botti e petardi: migliaia di animali selvatici si spaventano a morte, colti dal frastuono mentre tentano di dormire. Meglio, molto meglio le classiche -e inoffensive- stelle filanti. Fanno allegria e non disturbano nessuno 43 Le schede di ECOIDEARE - STILI DI VITA ecoIDEARE - dicembre 2009 • ALBERI www.fsc-italia.it www.pefc.it www.ikea.it • ILLUMINARE IN MODO RESPONSABILE www.energie-rinnovabili.net • NO A BOTTI E PETARDI www.gaiaitalia.it CAPOVOLGI LA RIVISTA, Cambia il tuo stile di vita! • SERVIRE UN MENÙ VERDE www.coldiretti.it www.campagnamica.it www.altromercato.it www.mercatidelcontadino.it www.medicinalive.it Q • TURISMO SOSTENIBILE www.apat.gov.it www.ecolabel.it www.bikemi.com www.centroinbici.it www.atac-bikesharing.it 44 I SITI PER INFORMARSI SU UN NATALE SOSTENIBILE Cost Milano: SOGNO DI UNA NOTTE SOSTENIBILE Accademia del riciclo Alce Nero e il bio Belli senza dolore Nino Sanremo Energia e luce N.5 - DICEMBRE 2009 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO N°5 - Dicembre 2009 Da dieci anni al servizio dei cittadini, Sasom offre la propria esperienza nel campo della raccolta dei rifiuti. Specializzata nell’elevata differenzazione, si fa garante del massimo recupero dei rifiuti e del corretto smaltimento di quelli non riciclabili. Sono undici i Comuni a godere della qualità del servizio di Sasom che, con semplici ma costanti attenzioni, assicura un risultato sempre eccellente. S.a.s.o.m. S.r.l. Via Roma, 36 20083 Gaggiano (MI) Tel. 02 90899285/296 www.sasom.it Periodico di cultura, informazione, stili di vita e progetti sui temi dell’ecosostenibilità Pag. 4 Giriamo pagina C on Ecoideare lo si fa simbolicamente ma anche fisicamente. Per trovare alcune soluzioni ai temi sollevati dalla rivista nella prima parte, è necessario capovolgerla. Così come è necessario capovolgere la visione del mondo che da 50 anni ci accompagna. Una visione del mondo esclusivamente sviluppista e incurante dell’ambiente che ci accoglie. La nostra convinzione è che tutela ambientale e sviluppo industriale possano e debbano marciare nella stessa direzione. Ecco allora, in queste pagine, alcune aziende verdi che rappresentano l’eccellenza italiana nello sviluppo sostenibile. Imprese attente alle tematiche ambientali, che hanno attuato un cambiamento dei propri modelli di sviluppo e dei rapporti economico-sociali: un rinnovamento che mira alla qualità della vita garantendo i bisogni del presente senza compromettere le opportunità delle generazioni future. Sono esempi di aziende che confermano l’attenzione crescente da parte del sistema imprenditoriale rispetto alle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile, che va diffondendosi da Nord a Sud dello Stivale e che riconosce l’esigenza di una costante relazione tra attività economiche e ambiente naturale. Pag. 6 Pag. 10 SOMMARIO > L’accademia del riciclo - Andrea Gandiglio > Alce Nero - Prodotti biologici - A cura della redazione > Belli senza dolore - Edgar Meyer > Per non ridurci al lumicino - Gaia Gusso > Cost: Eleganza sostenibile senza tempo > Ecologia in vetrina - Gaia Gusso > Biblioteca della sostenibilità - Gaia Gusso 2 4 6 10 14 17 18 Pag. 14 Pag. 17 1 L’ACCADEMIA DEL RICICLO: L’INNOVAZIONE FA SCUOLA di Andrea Gandiglio - direttore editoriale di www.greenews.info Intervista con Marco Torchio, designer e Presidente di Re-Academy. M ake money saving the planet. E’ questo il motto e il filo conduttore che lega, dal 2004, le attività di un gruppo di lungimiranti imprenditori franco-italiani facenti capo alla Compagnia di Finanza Etica presieduta da Michelangelo Bergia, una “finanziaria partecipativa” di Racconigi, in provincia di Cuneo, che ha scelto di fare quello che le banche tradizionali non stanno facendo, ovvero supportare sul territorio progetti di sostenibilità capaci di far quadrare la tutela dell’ambiente con le esigenze dell’industria e del mercato. L’approccio genericamente buonista e “terzomondista” non fa parte infatti della filosofia di questa realtà, che unisce architetti, ingegneri, designers e ricercatori accomunati dalla passione per un modo nuovo e alternativo di fare impresa, quanto dalla convinzione che per farlo si debba guadagnare e cioè essere “sostenibili” anche dal punto di vista economico e commerciale. E’da questa fucina di creatività e spirito imprenditoriale che sono nati, negli ultimi tre anni, progetti come Mr.Pet, il rivoluzionario deposito interattivo che consente agli utenti di restituire bottiglie usate in PET ottenendo in cambio – attraverso la Mr.Pet Card – punti fedeltà spendibili presso i supermercati convenzionati, o la linea di carrelli e cestini per la grande distribuzione Eko Logic Shop to Shop, realizzata in KEOREX, la plastica delle bottiglie recuperate dalla raccolta differenziata (anche attraverso Mr.Pet) ben nota ai clienti di Eataly, o ancora le Sedie del Torchio, una linea di elementi di arredo realizzati con le doghe delle barriques, le botti di rovere destinate al macero. Modi differenti di trasformare i rifiuti in risorsa – un concetto ormai noto ma tuttora urgente. Oggi la sfida più importante (e appassionante) per questi pionieri del riciclo si chiama Re-Academy, il progetto di una vera e propria “Accademia 2 ecoIDEARE - dicembre 2009 del Riciclo” che dovrà sorgere nel sito dismesso dell’ottocentesca conceria La Bassa di Bra – un complesso di 12.700 mq. simbolo di un’importante fonte di ricchezza nel passato della città, ma anche di malattie e inquinamento – in cui sarà ospitato un Business & Support Centre per fare da ponte tra università e aziende e diffondere informazione, cultura e tecnologia del riciclo, supportando anche lo start up di nuove aziende. Per capire meglio la visione alla base di questa ambiziosa iniziativa abbiamo intervistato l’architetto albese Marco Torchio, designer delle omonime sedie e presidente dell’Associazione Re-Academy. In apparente controtendenza con nomi come “Compagnia di Finanza Etica” e “Unione e Fratellanza” (la Srl che racchiude la finanziaria e partecipa alle differenti realtà imprenditoriali), che potrebbero far pensare ad un approccio fortemente ideologico alle questioni ambientali, voi utilizzate spesso, in maniera chiara e trasparente, termini come “convenienza”, “mercato”, “guadagno”, banditi da un certo ambientalismo radicalista. Come si configura questo approccio molto pragmatico? Noi siamo prima di tutto degli imprenditori e riconosciamo che non ci può essere convenienza alla sostenibilità, da parte di un’azienda, se non a fronte di una convenienza economica. L’economia sostenibile è l’economia che adotta la giusta tecnologia. Se da una parte c’è un problema ambientale e dall’altra un mercato, ciò che deve stare in mezzo è un progetto che trasformi il problema ambientale in una risorsa di mercato. Si tratta dunque di capire cosa vuol dire “il rifiuto”, cosa vuol dire “l’energia”, cosa vuol dire “il processo produttivo” e andarli ad analizzare nella forma giusta, compatibile con il rispetto ambientale ma anche con l’appetibilità sul mercato. Si è parlato, nel caso della vostra gestione del rifiuto, di “rifiuto a km.0”. In che senso? Ingegnerizzare il rifiuto vuol dire pensare al rifiuto collocato in un contesto geografico, ovvero alla tecnologia per trasformarlo disponibile in quel luogo. Una bottiglia di PET in Italia va pensata in un modo differente da quanto può essere in Centro Africa. Questo non significa che non ci debba essere contaminazione di esperienze. A Nairobi c’è un distretto di battilastra fatto da centinaia di artigiani che tagliano bidoni per il petrolio e ne fanno qualsiasi cosa. In questo senso i paesi del Terzo Mondo, che recuperano per necessità, possono insegnare molto. E’per questo che vediamo Re-Academy come un luogo di scambio e assimilazione di esperienze e buone pratiche dal mondo, che ciascuno metterà poi a frutto a casa propria, secondo le esigenze di mercato e le condizioni locali. L’idea del recupero come forma di sostenibilità è qualcosa che è sempre esistito anche da noi, ma che si è perso. Portare questo processo ad una dimensione industriale vuol dire semplicemente partire da un processo artigianale noto e farlo progredire. Se pensiamo alla differenza tra sedie di cartone riciclato e sedie di cartone recuperato si capisce quanto pesano le differenze geografiche e le tecnologie: laddove ci sia l’industria per farlo si può pensare di utilizzare un processo di riciclaggio dei materiali, dove questa tecnologia non sia disponibile interverrà invece un processo di recupero e trasformazione artigianale. L’impatto ambientale maggiore è dato dal trasporto del bene. In un modello ottimale l’oggetto dovrebbe essere prodotto con materiale raccolto in loco e consumato su quel mercato. Se faccio fare 1.000 km. a una poltrona di cartone riciclato ho già annullato gran parte dei benefici. A nostro parere ha senso lo scambio di progetti, ma non ha senso far produrre in Africa e vendere a Milano ciò che potrebbe essere prodotto a Milano. Bisogna far viaggiare i progetti, non i rifiuti! Quanto influiscono, a suo avviso, il prezzo e l’aspetto estetico sulla scelta del prodotto? Moltissimo. Noi lo notiamo, oltre che sugli oggetti di design, anche sui nostri carrelli per la spesa in plastica riciclata. Anche qui è un discorso di innovazione e di tecnologie: l’affinamento del processo di industrializzazione ci ha portato a produrre oggetti che non solo sono belli quanto (e forse più di) quelli della concorrenza, ma che costano uguale o meno. Questa è la formula giusta secondo noi. Ma non bisogna nemmeno dimenticare il discorso di distribuzione della ricchezza lungo il processo produttivo. Noi siamo a favore della ricchezza e contro la povertà, ma perché questa non sia una formula sterile bisogna capire che l’economia che si genera da un progetto deve avere come base la filosofia del creare ricchezza diffusa, ovvero per tutti quelli che partecipano a quella catena economica. A maggior ragione nell’industria del rifiuto che, se si vuole, approfitta della cosa più comoda e più economica che si possa trovare in giro. Siete soddisfatti dalla risposta degli utenti nei confronti dei vostri progetti? La strada della sostenibilità è complessa e non sempre facile da comunicare e condividere, ma le posso fornire un dato significativo: da giugno 2006 a gennaio 2009 Mr. Pet ha recuperato 8.887.013 bottiglie in PET, evitando di consumare 1.273.963 Kg di petrolio e di produrre 3.425.575 Kg di CO2. Il modello dunque funziona. Sopra: Ekoquick, cestino realizzato in Keorex (plastica delle bottiglie recuperate dalla raccolta differenziata). A lato: Tavolo Puzzle. In alto a sinistra: Coste, Sedie del Torchio, sedia realizzata con le doghe delle barriques. 3 ALCE NERO PRODOTTI BIOLOGICI a cura della redazione Da questo numero inauguriamo un nuovo spazio dedicato alle aziende che si sono distinte per capacità imprenditoriale abbinata a grande attenzione per l’ecocompatibilità. Che dimostrano che è possibile fare impresa, con profitto, abbinata a grande attenzione per la sostenibilità ambientale. Case histories positivi, che ci piace raccontare. A ll’inizio degli Anni Settanta Gino Girolomoni, giovane sindaco di Isola del Piano, inizia a promuovere iniziative volte a valorizzare l’antica civiltà contadina del comune marchigiano. Vengono organizzati corsi di agricoltura biologica, convegni che richiamano da tutta Italia tecnici, intellettuali e giornalisti. E’ da queste premesse sociali e culturali che nasce, nel 1977, la Alce Nero Cooperativa, una delle prime esperienze agrobiologiche italiane. “La Alce Nero Cooperativa voleva essere la risposta alle domande che la migrazione dalle campagne aveva suscitato”, spiega il suo fondatore Girolomoni. Viene pian piano recuperato un territorio abbandonato da decenni, viene ristrutturato un antico monastero, costruita una stalla, un mulino, un pastificio e per ultimo un magazzino in legno con le tecniche della bioedilizia. LE CERTIFICAZIONI Le certificazioni che Alce Nero ha ottenuto nel corso degli anni sono la prova tangibile di quanta energia l’azienda dedichi alle qualità delle sue attività e dei suoi prodotti: • Novembre 2001: certificazione del sistema qualità in accordo con le norme UNI EN ISO 9001; • Gennaio 2003: certificazione NOP (National Organic Program) per il mercato USA; • Dicembre 2006: certificazione IFS (International Food Standard). L’Unione Federale delle Associazioni del Commercio tedesche (BDH), ha emesso lo standard IFS in risposta alle esigenze della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) tedesca, di verificare i fornitori di prodotti alimentari a marchio. In seguito lo standard IFS è stato adottato anche dall’associazione francese FDC ( Fèdèracion du Commerce et de la Distribution); • Gennaio 2007: certificazione JAS (Japanese Agricolture Standards) per il mercato giapponese; • Dicembre 2007: certificazione Kasher. 4 ecoIDEARE - dicembre 2009 I risultati sono straordinari. La fuga dalla campagna emarginata e povera viene arginata, altri agricoltori hanno voglia di riprendere la loro attività e nuove opportunità lavorative vengono offerte anche ai giovani del luogo. Ad oggi una buona parte della superficie agricola del comune di Isola del Piano viene coltivata col metodo dell’agricoltura biologica. Dopo anni di lavoro e di successi, nell’aprile del 2004 inizia per la cooperativa una nuova avventura, con lo sviluppo e la nascita del nuovo marchio: Montebello®. La vasta gamma di pasta biologica viene affiancata da farine, legumi e cereali, riso, cous cous, passata di pomodoro, sughi di pomodoro, creme di frutta, olio extravergine di oliva. Tutti prodotti rigorosamente biologici. Questa gamma viene lanciata sul mercato nei primi mesi del 2005, aprendosi a sviluppi successivi che vedranno il lancio di nuovi prodotti bio accuratamente selezionati. Non basta. I produttori italiani di Alce Nero hanno condiviso i propri valori con un gruppo di produttori equo-solidali che lavorano con stesso impegno e passione in paesi lontani come il Costa Rica, il Brasile, il Nicaragua, il Perù e l’India; nasce così la linea di prodotti bio ed equo-solidali Alce Nero che racchiude i prodotti tipici di questi paesi: il caffè, lo zucchero di canna, il cacao, il riso, i succhi di frutta, l’ampia gamma di tavolette di cioccolato. La Cooperativa Alce Nero segue la normativa del regolamento CEE 2092/91 e l’organismo di controllo è IMC (Istituto Mediterraneo di Certificazione), autorizzato dal Ministero dell’agricoltura ai sensi, sempre, del Reg. CEE 2092/91. Secondo quanto previsto dal Reg. CEE 178/2002, al fine di garantire una totale rintracciabilità del prodotto finito, i processi di lavorazione sono seguiti da controlli e registrazioni delle varie attività, dalla materia prima al prodotto. La Cooperativa destina il quattro per mille del suo fatturato per l’effettuazione di analisi esterne al fine di garantire, al consumatore finale, un prodotto finito sicuro e di alta qualità. Oggi Alce Nero, insieme ai suoi 30 soci, 35 dipendenti e 5 milioni circa di fatturato derivante dalla vendita di soli prodotti biologici, è tra i più apprezzati produttori di alimenti bio non solo in Italia, ma anche nel mondo: circa l’85% delle vendite è destinato all’estero. All’attività produttiva si affianca una continua politica di qualità e ricerca che ha creato, negli anni, quella immagine di alta e consolidata serietà che caratterizza ovunque le produzioni della cooperativa, oggi messe in vendita con il nuovo marchio Montebello®. Anche se oggi i prodotti della cooperativa hanno una nuova veste, i valori ed i principi che diedero vita a questa straordinaria realtà sono e rimarranno immutati. È il monastero di Montebello visto dall’alto ciò che rappresenta il nuovo marchio della Alce Nero Cooperativa. “Fu nelle rovine dello stesso -oggi quasi totalmente ristrutturato- che trenta anni fa nasceva l’idea del biologico, di fare un’agricoltura sana e pulita, di ricostruire quel mondo rurale dove i nostri avi avevano vissuto per secoli”, conclude Girolomoni. “È stata facile, quindi, la scelta sia del nome e sia del simbolo con il quale verranno firmate tutte le future battaglie ed esperienze”. 5 BELLI SENZA DOLORE di Edgar Meyer S aponi, shampoo, creme, rossetti, dopobarba. Ogni giorno ci imbattiamo in prodotti dall’aspetto inoffensivo e dal profumo gradevole. Sono davvero tanti quelli che, con distrazione e talvolta senza la necessaria conoscenza, finiscono sulla pelle nostra e dei nostri bimbi. Di cosa sono composti? Non sempre lo sappiamo. Salvo scoprire, grazie a inchieste e analisi indipendenti, che si tratta di sostanze non sempre raccomandabili. “Chi l’avrebbe mai detto che, dopo aver cosparso abbondantemente per decenni i lattanti col borotalco, si sarebbe scoperto che l’acido borico era pericoloso, tanto da vietarne l’uso su bambini inferiori ai tre anni?”, si chiede Nadia Tadioli, autrice del libro “Senza trucco”, uscito recentemente per i tipi di Stampa Alternativa nella collana “I libri di Gaia”. Ecco allora che sempre più ci si rivolge al mercato dei prodotti naturali. Che spesso coincide con quello dei prodotti liberi da crudeltà, cioè non testati su animali. Un settore in ascesa. “Negli ultimi anni sono stati molti gli sforzi economici, politici e scientifici per lo sviluppo di test sostitutivi all’uso di animali, i quali, oltre al vantaggio etico, sono anche migliori sotto il profilo scientifico e quindi di sicurezza per i consumatori”, conferma Gianluca Felicetti, presidente della Lega Antivivisezione. Sono, infatti, già disponibili sul mercato più di 20.000 ingredienti cruelty-free, liberi da dolore. Frutto dello sforzo di aziende cosmetiche che producono e commerciano solo prodotti non testati su animali. Le storie di quelle “pionieristiche” meritano di essere raccontate. Capostipite è The Body Shop, fondato dall’imprenditrice illuminata Anita Roddick nel 1976 e rapidamente evolutosi dal piccolo negozietto di prodotti naturali a Brighton in Inghilterra in network che opera in 49 paesi, Italia compresa. Oggi The Body Shop, la cui filosofia è rimasta quella di “business etico”, è un impero con 1700 negozi, circa 5000 dipendenti e una Fondazione che si occupa di protezione dell’ambiente, di diritti umani e di tutela animale. La leggenda narra che The Body Shop venda un prodotto ogni 0,4 secondi. Sul modello di The Body Shop è Aveda, casa produttrice di cosmetici per pelle, corpo, trucco e capelli privi di sostanze chimiche aggressive. Gli ingredienti dei prodotti Aveda derivano da coltivazioni biologiche non trattate con fertilizzanti sintetici e petrolchimici o pesticidi: i prodotti sono estratti da essenze pure di fiori e piante. Entrambe le aziende desiderano rispettare tutte le forme di vita: per questo nessun ingrediente di origine animale è presente nei loro prodotti e non conducono test su animali. La storia di Rechelbacher, fondatore e presidente di Aveda, merita di essere accennata: imprenditore di successo nel campo della bellezza, negli anni ‘70 ebbe una crisi mistica. Trascorsi due anni in India con un guru, tornò in Usa dove trasformò la sua azienda. Era il 1978 e nasceva Aveda, per un nuovo stile di vita per un benessere in armonia con l’ambiente. Rispetto a The Body Shop e Aveda, Weleda è ancora più anziana: opera da oltre ottanta anni e ha mantenuto il sapore dell’antico e del genuino. Produce infatti una cosmesi prevalentemente artigianale. Weleda ha compiuto e compie studi decennali sulle qualità dei suoi estratti vegetali e coltiva da sé le piante officinali che le occorrono. Accanto al luogo di produzione sorge un orto botanico vastissimo e, più in là ancora, campi di calendula, di lavanda, e di altri fiori “Weleda”. La terra dei campi è trattata e nutrita secondo i dettami del metodo biodinamico. Se Weleda esiste da 80 anni, molto più giovane è Lush, nata nel ’95 in Inghilterra e sbarcata in Italia poco più tardi. A fondarla è un team di cinque esperti UE: STOP AI TEST DEGLI INGREDIENTI SU ANIMALI L’11 marzo 2009 è entrato in vigore il 2° stop europeo in materia di test cosmetici su animali, che porterà alla quasi totale esclusione dell’uso degli animali vivi per fini sperimentali sulla cosmesi. Rimangono in vigore, ancora per pochi anni, tre test fortemente invasivi, quali: tossicità per uso ripetuto, tossicità riproduttiva e tossicocinetica (assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione della sostanza in esame). In attesa che nel 2013 entri in vigore il bando totale di test su animali in campo cosmetico, per evitare di contribuire alla sperimentazione animale con l’acquisto di prodotti che contengono ingredienti di nuova formulazione, la LAV consiglia di attenersi alle aziende che hanno sottoscritto lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali”, l’unico disciplinare riconosciuto a livello internazionale in grado di indicare ai consumatori le aziende produttrici di cosmetici che hanno deciso di non contribuire alla sperimentazione animale, impegnandosi ad utilizzare solo materie prime già presenti sul mercato prima della data sottoscritta nello Standard. Lo standard prevede controlli presso le imprese aderenti da parte di una società indipendente di auditing: in Italia ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale). Ad oggi sono più di 20 le aziende italiane che hanno sottoscritto lo Standard, e altre sono in corso di certificazione. La lista delle ditte aderenti viene costantemente aggiornata sul sito www.lav.it, all’interno della campagna cosmetici. 6 ecoIDEARE - dicembre 2009 di cosmesi naturale, uniti dalla comune fede vegetariana e dal più rigoroso rifiuto di qualsiasi forma di sperimentazione sugli animali. Lush produce saponi, oli da massaggio e soprattutto cosmetici freschi, come le maschere facciali, tutti realizzati a base di frutta e verdura fresca e biologica. “I nostri prodotti sono ecologici e li realizziamo nel massimo rispetto dell’ambiente, degli animali e quindi della nostra pelle”, spiegano con entusiasmo Elena Strano e Denise Cumella. E c’è una particolarità. “Per noi”, continuano, “molte cose tradizionalmente liquide sono diventate solide. Questo consente di eliminare molto packaging. E avere minore impatto ambientale. Facciamo il nostro shampoo in grandi forme da sei chili che sembrano formaggi e che tagliamo poi a mano a seconda delle esigenze del cliente. Lo stesso facciamo con i saponi. Abbiamo reso solido anche l’olio da massaggio: lo facciamo somigliare a cioccolatini o dolci d’ogni sorta”. Di grande successo è anche l’esperienza de L’Erbolario che, partito da Lodi, è andato alla conquista di tutta l’Italia. Insomma: la bellezza senza crudeltà sta conquistando spazi. Lo confermano i titolari di erboristeria come Paola Sangalli. “Oggi i clienti sono molto più attenti rispetto ad alcuni anni fa. Chiedono prodotti non testati sugli animali. Controllano le etichette. Sia le persone di una certa età, che acquistano prodotti naturali a scopi curativi, sia soprattutto i giovani, che frequentano il negozio più per ragioni di benessere ed estetica. Ma anche perché sanno che i prodotti sono tutti realizzati senza... fare la pelle agli animali”. SALVAGUARDIA AMBIENTALE Salvaguardia ambientale vuol dire anche salvaguardia della biodiversità e rispetto di tutte le culture: le coltivazioni Aveda sparse in tutto il mondo sono il risultato di collaborazioni con tribù indigene locali, cui è garantita indipendenza economica e preservazione del proprio patrimonio culturale. Un esempio? Dal 1993 Aveda lavora con gli Yawanawa, una tribù indigena che vive nel profondo della foresta brasiliana. Questa tribù coltiva sul posto l’albero dell’uruku, i cui pigmenti puri sono contenuti nei prodotti Aveda per il make up. Una collaborazione che consente l’indipendenza economica della tribù. 7 Ceriani Luce è un’azienda moderna che ha come obiettivo quello di creare, con la luce artificiale, atmosfere positive e stimolanti. La luce influenza i nostri stati d’animo ed è per questo che ne facciamo oggetto di progettazione e studio. I nostri show-room si trovano a Settimo Milanese e a Rescaldina. Siamo rivenditori delle migliori marche di design nel settore dell’illuminazione e dei complementi d’arredo per ufficio (siamo rivenditori autorizzati Flos, Artemide, Fontana Arte, Ingo Maurer, Foscarini, Kreon, etc...). Uno staff di architetti offre, oltre alla vendita, un servizio di progettazione e consulenza illuminotecnica. I nostri lavori solitamente vengono pubblicati su riviste come AD, RiAbita, Brava Casa. Alcuni progetti realizzati: Ottica Barello (via Torino, MI) • Ottica Pastorelli (Novi Ligure) • Uffici Luxottica (MI) • Uffici Vision Service (MI e Ge) • Marylinch Bank (Principato di Monaco) • Galleria d’arte (Portofino) • Galleria d’arte/ Fondazione Gianelline (Camogli) • Sede immobiliare Marrè (Portofino) • Sede immobiliare Della Spiga (S.M.Ligure) e numerosi appartamenti • Farmacia S. Caterina (MI) • Farmacia S. Lorenzo (Parabiago) • Farmacia Internazionale (Chiasso) • Farmacia Falqui (Recco) • Farmacia Malpensa • Complesso ex Colonia Burgo e annessa piazza (Moneglia) • Uffici comunali (Garbagnate, Settimo Milanese, Cornaredo, Mi) • Parrocchia SS. Secondo e Matteo (Montegrosso d’Asti) • Parrocchia S.Leonardo Murialdo (Milano) • Nuova Fiera di Milano (Rho- Milano) • Hotel Albatros (Varigotti) • Albergo ristorante Sciaonmartin (Castano Primo) • Hotel Holiday Inn (Pesaro) e numerosi altri. Ceriani Luce 8 Settimo Milanese (Mi) - Via Antonio Gramsci, 86 - Tel. 02 3281229 Rescaldina (Mi) - Via Provinciale Saronnese, 6/8 - Tel. 0331 576307 www.cerianiluce.com - [email protected] ecoIDEARE - dicembre 2009 9 PER NON RIDURCI AL LUMICINO di Gaia Gusso S ono passati dieci anni dal decreto Bersani che ha liberalizzato il mercato dell’energia, ponendo fine al monopolio della compagnia di Stato. In realtà, la liberalizzazione ha riguardato inizialmente le imprese e solo dal luglio 2007 anche i privati. Questo provvedimento, come è noto, permette la libertà di scegliere il venditore di energia elettrica, selezionando dal mercato l’offerta ritenuta più conveniente o interessante. La concorrenza tra i diversi operatori dovrebbe portare ad una pluralità di offerte tra le quali scegliere, con benefici sia in termini economici che di servizi. La liberalizzazione del mercato italiano ha fatto sì che anche gli operatori stranieri potessero offrire i propri servizi: l’apertura ad un mercato europeo è il completamento di un lungo programma voluto dalla Commissione europea finalizzato ad una maggiore concorrenza, all’aumento della competitività, a maggiori investimenti e a più sicurezza energetica. Inoltre, un mercato aperto permette di ridurre i costi sia per le imprese che per i consumatori domestici, favorendo la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. In realtà, i presupposti da cui si è partiti non sono stati completamente rispettati: secondo uno studio condotto dall’Università Bocconi appena presentato, nel periodo dal 1998 al 2008 non si rilevano sostanziali variazioni del prezzo per i clienti industriali (dati al netto del costo del petrolio). Per i privati, la cosiddetta utenza domestica, la riduzione c’è stata, ma non è stata in realtà dovuta alla liberalizzazione e alla concorrenza, bensì alla diminuzione dei prezzi regolati: ovvero si sono ridotti i costi di trasporto e distribuzione, settori non soggetti alla liberalizzazione. Qualcosa ora sembra cambiare e a vedere le offerte pubblicitarie appare chiaro come l’opportunità di risparmiare sia una realtà. Quello che forse manca ancora nel consumatore privato è il coraggio di cambiare. Spesso per pigrizia o per la paura di possibili disservizi iniziali, non sono molti coloro che decidono di rinunciare alla propria storica società elettrica per passare alla concorrenza, magari più vantaggiosa. Probabilmente se il mercato fosse meno timoroso e più “mobile”, anche le offerte sarebbero più favorevoli. Di sicuro la liberalizzazione ha introdotto un’importante novità: la possibilità di scegliere l’energia prodotta da 10 ecoIDEARE - dicembre 2009 fonti rinnovabili. Tutte le principali aziende produttrici, infatti, propongono che almeno una parte dell’energia provenga da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico o biomasse), con un notevole risparmio in termini di anidride carbonica e inquinamento prodotti. La componente ambientale è diventata una priorità per le aziende elettriche, sempre più attente non solo alle nuove fonti energetiche ma anche all’efficienza degli impianti, che raggiungono rendimenti sempre più elevati. Pertanto, è giusto che noi cittadini non vanifichiamo queste azioni, ma anzi cerchiamo di rafforzarle. Il tema del risparmio energetico e dell’efficienza energetica è sempre di grande attualità ma ci sono alcuni comportamenti, legati principalmente all’illuminazione, che sono spesso sottovalutati e che possono incidere molto sulla bolletta. I fattori principali che influenzano i consumi per l’illuminazione sono infatti la tecnologia con cui viene prodotta la luce (tipo di lampadina/led), il modo con cui questa viene diffusa nell’ambiente e le caratteristiche dei sistemi di accensione e spegnimento. Con la nuova legge che promuove la diffusione sempre maggiore delle lampadine a risparmio energetico (fluorescenti compatte) e dei led, si ha un notevole risparmio rispetto alle vecchie lampade a incandescenza. Al contrario, si presta spesso poca attenzione alla diffusione della luce: una luce posizionata vicino a una parete o al soffitto può ricevere, inutilmente, fino al 50% della luce prodotta. Vanno quindi studiate soluzioni che riflettano al meglio la luminosità senza indebolirla. Inoltre, poche volte ci soffermiamo a pensare a quanto si può ridurre l’efficienza dell’illuminazione a causa di un vetro opaco o sporco. E’ il caso delle plafoniere: se il loro vetro è opaco o anche solo sporco, si riduce l’illuminazione del 20/30%. Infine, per ridurre o eliminare i consumi non necessari negli spazi comuni dei condomini è utile pensare a soluzioni che permettano l’accensione della luce solo in presenza di una persona e che si spengano dopo un determinato periodo. Esistono infatti sensori di presenza e temporizzatori che attivano l’illuminazione solo al passaggio di una persona e per un periodo preimpostato. Insomma: risparmiare CO2 si può. Scegliendo i contratti giusti e adoperando piccoli accorgimenti in casa e condominio. Un modo semplice per risparmiare energia è quello di utilizzare la luce solare per illuminare l’interno degli edifici. Sembra assurdo, ma non sempre l’illuminazione che giunge dalle finestre è l’ideale per le nostre attività. Per questo negli edifici di grandi dimensioni, quali ad esempio magazzini, centri commerciali, scuole, uffici, fabbriche è molto utile ricevere la luce direttamente da aperture poste sul soffitto o sul tetto. Nasce con questo scopo “Lux solare” della Lux Service, un prodotto di nuova generazione che utilizza le tecnologie più avanzate nel settore dell’illuminazione zenitale, in grado di “trasportare” la luce senza disperderla e senza diminuirne l’efficacia, anche con lunghi percorsi, permettendo di illuminare ambienti difficilmente rischiarabili. Attraverso il Lux Tracker, un dispositivo attivo di captazione solare, si garantisce l’illuminazione costante nell’arco delle ore diurne grazie ad un particolare specchio interno rotante, collegato ad un sistema satellitare GPS. Il sistema satellitare GPS a bordo del lucernario si auto-posiziona sulle coordinate terrestri del luogo d’istallazione. Il sistema continua a ruotare anche nelle ore notturni, alimentato da una pila ricaricabile al litio, riposizionandosi al mattino seguente per accogliere i raggi solari. 11 Daniele Cassano. Scopri la differenza. Daniele Cassano. Arte in posa. Quando si parla di legno nessuno ne sa quanto lui: Daniele Cassano mette la propria esperienza e capacità artigianale al servizio di coloro che vogliono arricchire la propria casa con le naturali essenze del legno. Specializzato nella consulenza, nella vendita e nella posa di parquet, aiuta non solo a trovare il pavimento perfetto, ma anche a studiare particolari come rifiniture ed elementi di design in legno per una casa 12 ecoIDEARE - dicembre 2009 all’insegna della naturalezza. Non a caso è l’unico distributore in Lombardia dei prodotti Franco Ceccotti, azienda specializzata nei complementi d’arredo per il bagno in legno. Un’attività dalle mille sfaccettature, che non solo offre pavimenti in legno tradizionale, prefiniti, a disegno a mano, con la tecnologia laser o inchiodati, finiture con vernice all’acqua o ad olio eco-compatibili, ma anche la sicurezza di un lavoro personalizzato, in grado di rispondere alle esigenze dell’ambiente e di chi lo vive. Cassano, inoltre, è sempre attento a utilizzare legno certificato (FSC e PEFC) proveniente da foreste a gestione sostenibile e non da foreste primarie. Abilità artigianale, attenzione all’ambiente, ma soprattutto al cliente: qualità che rendono Daniele Cassano unico nel suo genere. Cassano Parquet è presente a: PADIGLIONE 5 - STAND B33 www.ilmioparquet.it Cassano Parquet [email protected] tel. 348 2244891/393 0712220rs 13 ELEGANZA SOSTENIBILE SENZA TEMPO NASCE A MILANO IL COST LOUNGE BAR & RESTAURANT, PER UNA SERATA CHE NON FINISCE MAI. B envenuti da Cost, dove la sostenibilità ambientale si unisce con un’atmosfera calda ed elegante, fatta di luci soffuse, lampadari e preziose tappezzerie damascate, specchi fumé e tendaggi di voile e velluto. Per un tranquillo aperitivo nel Lounge Bar, una cena dal gusto classico o un drink su note “Italian Style”: Cost riempie la serata di calore e qualità, con la sua vasta scelta di vini tipici altamente controllata e le eccellenti ricette nostrane, offre la dolcezza di un happy hour domenicale che fino a tarda notte propone una selezione di squisiti dolci. Una cura meticolosa della cucina per soddisfare tutti i palati, unendo la semplicità alla ricercatezza. Uno spazio polifunzionale che organizza la serata dalla A alla Z: dalla sobria sala privée allo scatenato spazio dedicato a chi ama ballare, fino ad arrivare alla possibilità di organizzare eventi privati, cene di lavoro e feste di compleanno. Cost vede i nuovi trend e rilancia un gusto tutto italiano, fatto di accoglienza e benessere, di novità che sapientemente si fonde con la tradizione. Accogliente, quindi, ma anche sostenibile grazie al lavoro di Andrea Oppici, titolare della Arredi Contact Design S.r.l., che ha ristrutturato e riportato alla luce - rispettando rigorosamente tutte le normative regionali - un locale nato da una ex fabbrica in disuso, rendendolo primo nel suo genere e grande modello di sensibilità ambientale. Per il locale ha scelto solo materiali compatibili con la salute dell’uomo e dell’ambiente: i rivestimenti delle pareti non rilasciano sostanze nocive e coniugano la capacità igrotermica tipica della 14 ecoIDEARE - dicembre 2009 struttura del gesso con l’elevata resistenza termica e l’umidità del polistirene; per i soffitti sono stati utilizzati elementi afoni che garantiscono la massima attenzione all’abbattimento acustico; i serramenti sono a taglio termico con vetro camera e le vernici utilizzate sono all’acqua. L’attenzione al risparmio energetico, al confort acustico e alla salubrità è stata estesa anche all’arredamento: legno compensato multistrato al posto di quello truciolare, divani in ecopelle capitoné, tendaggi antifiamma di produzione tedesca in velluto ciniglia a doppia faccia, che assorbono le onde sonore, e un esercito di led e lampadine a basso consumo. Cost si prende cura del cliente e dell’ambiente e si fa emblema del sogno di una notte sostenibile. Cost Lounge Bar & Restaurant Via Tito Speri, ang. Via Maroncelli 8 Milano Aperto dal martedì alla domenica Dalle 19 alle 3 Venerdì e sabato: Royal Buffet dalle 19 alle 22.30 Domenica: Happy Hour dalle 19 a mezzanotte Per informazioni: ristorante 02-62690631 [email protected] eventi 02-62690631 [email protected] www.ristorantecost.it 15 16 ecoIDEARE - dicembre 2009 ECOLOGIA IN VETRINA Proponiamo, in questa rubrica, alcuni oggetti innovativi e dal design accattivante realizzati con materiali ecocompatibili e dedicati al consumatore attento all’ambiente ma che non rinuncia al glamour di un prodotto speciale. IL BANCO DELL’EBANISTA DI ECO.IS IDEE SOSTENIBILI Il vecchio banco di lavoro degli artigiani si rinnova in chiave sostenibile e diventa un elemento d’arredo da inserire in un contesto contemporaneo. Il piano del banco è ideato e realizzato da ECO.is, in collaborazione con architetti e abili artigiani. Ogni pezzo è unico perché viene realizzato in base alle scelte del cliente tra specie di legno diverse, stagionate naturalmente e lavorate con l’impiego di macchine tradizionali e l’intervento significativo di tecniche manuali, come la finitura ad olio steso a pennello e tirato a mano con straccio. Tutti i legni che ECO.is propone per la selezione sono di provenienza certificata, cioè hanno origine in foreste gestite in modo sostenibile. www.ecois.eu L’ECO-PARRUCCHIERE Non abbiamo più scuse! Ora anche asciugare e lisciare i capelli può essere eco-compatibile. Sono nati infatti phon e piastre con scocca completamente riciclabile, bassi consumi, decorazioni antigraffio ottenute con trattamenti ecologici e resistenti alle sostanze aggressive. Inoltre sono venduti con un imballo prodotto con risorse rinnovabili e riciclabili al 100%. www.gammapiu.it TELEFONATE RICICLATE Sarà presto disponibile con Vodafone il telefono Samsung Blue Earth, il primo telefono eco-friendly con alimentazione solare e eco walk. Il telefono è realizzato con plastica riciclata ricavata dalle bottiglie dell’acqua, alimentato ad energia solare ed è privo di sostanze nocive. Tra le funzionalità più innovative anche l’Ecowalk, un software che permette di contare i passi con un contapassi integrato. Si sa, camminare è il modo più ecologico per spostarsi... www.shop.vodafone.it GROWING JEWELRY Per tutte le ragazze dal cuore ecologista, l’islandese Hafsteinn Juliusson ha creato i gioielli-giardino: una serie di anelli da....coltivare. Sì, perché la loro particolarità è quella di avere una micro zolla di terra seminata che va annaffiata e curata, proprio come un giardino, ma in miniatura. Come diceva De Andrè: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. http://hafsteinnjuliusson.com/index.php?/projects/growing-jewelry/ 17 Biblioteca della sostenibilità LA CITTÀ DEL SOLE - COME SCEGLIERE E FARSI “IN CASA” L’ENERGIA PULITA di Stefano Apuzzo e Nicolò Spinicchia - Stampa Alternativa I libri di Gaia, 2009 - pagine 170 La Città del Sole” non è un’utopia e neanche un luogo immaginario, ma è abitata da persone, energie e tecnologie vere: scelte non solo possibili, ma anche già in atto, di successo e ampiamente testate. “La Città del Sole” è una guida per scegliere l’energia pulita, “costruirsela da sé” e orientarsi nel labirinto del mercato energetico liberalizzato. Utile anche per usare l’unica, vera, fonte di energia pulita: il risparmio, per la bolletta e per l’ambiente. “La Città del Sole” illumina non solo le famiglie, le imprese e le amministrazioni pubbliche, ma anche le scuole e gli studenti: è una realtà, basta volerla costruire. Citiamo la dedica, che esprime al meglio lo scopo del libro: “A tutti coloro che non ritengono il sole un semplice corpo di gas che brilla a molti milioni di chilometri da noi, ma fonte di vita ed energia”. “ ECOEUROPA - LE NUOVE POLITICHE PER L’ENERGIA E IL CLIMA di Carlo Corazza - Egea, 2009 - pagine 256 n meno di un decennio l’ambiente e l’energia sono diventati temi cruciali per perseguire gli obiettivi di primo piano dell’agenda europea, quali lo sviluppo sostenibile, il commercio internazionale, il rilancio della competitività, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico. Questo libro si propone di ripercorrere le principali tappe attraverso le quali sono state gettate le premesse per una “politica comune” per l’energia e per la lotta ai cambiamenti climatici. In vista anche del vertice di Copenaghen di dicembre 2009, la nuova politica è presentata come il superamento della tradizionale contrapposizione tra crescita e ambiente e indicata come via, non solo per lo sviluppo sostenibile, ma anche per far uscire dalla crisi un’Europa più forte e recuperare parte della sovranità energetica. I SPRECHI - IL CIBO CHE BUTTIAMO, CHE DISTRUGGIAMO, CHE POTREMMO UTILIZZARE di Stuart Tristram - Bruno Mondadori Editore, 2009 – pagine 358 T ristram Stuart con lo spreco di cibo si è voluto sporcare le mani, affrontando il tema da un punto di vista globale, per individuare l’origine di questo fenomeno planetario. “In un mondo ideale non vi sarebbero freeganisti perché non ci sarebbe spreco di cibo. Tutti i sistemi generano sprechi, ma nel caso del cibo, “spreco” dovrebbe diventare un termine improprio. Se considerassimo il ciclo alimentare in maniera olistica, come un tempo era essenziale fare e come ora sta di novo diventando necessario, capiremmo immediatamente che tanti dei nostri sprechi sono inevitabili.” LA CUCINA ETICA - IL PIÙ COMPLETO RICETTARIO DI CUCINA VEGAN di E. Barbero, A. Cattelan, A. Sagramora - Edizioni Sonda, 2009 – pagine 391 a Cucina Etica è il più importante e completo ricettario vegan pubblicato in Europa con circa 800 ricette etiche cruelty-free, senza alcun prodotto di origine animale, per sperimentare i tantissimi gustosi piatti della cucina italiana ed etnica. Si tratta di piatti per la maggior parte di facile realizzazione ma non mancano ricette sfiziose e maggiormente impegnative per i cuochi più intraprendenti ed esperti. Oltre alla sezione pratica dedicata alle ricette ed alla cucina, vi è anche un’ampia introduzione con diversi articoli di approfondimento riguardo le motivazioni della scelta di vita vegan: etiche, salutiste, ecologiche, spirituali, legate allo sviluppo sostenibile. Questa nuova edizione si arricchisce di una importante novità: la migliori ricette del ristorante Muscolo di Grano di Milano. L SCUOLA NATURA - GIOCHI E ATTIVITÀ PER AVVICINARE I BAMBINI ALL’AMBIENTE di Italo Bertolaso, Ginevra Sanguigno, Patricia Meyer - Red Edizioni - pagine 94 uesto è un libro da leggere, ma soprattutto da vivere: invita a giocare all’aperto per ritrovare un contatto autentico con la natura e mettere in condizione i bambini di vivere in prima persona profumi e suoni che fanno parte del patrimonio innato di tutti gli uomini ma che la nostra società ci ha fatto dimenticare. Riscopriamo con i bambini le sensazioni che la natura ci offre: il fango e l’argilla, la corteccia degli alberi, il vento con cui danzare, i suoni degli strumenti costruiti con materiali semplici... La natura come amica, la natura come casa, la natura come parte di noi. E la natura come scuola, per imparare ad ascoltare, ad aprirsi e dialogare con altri mondi. Q 18 ecoIDEARE - dicembre 2009 La coccinella che sussurrava alle rose. Da anni impegnata nella ricerca di metodi sostenibili di coltura della rosa,Nino Sanremo offre oltre 300 rose in catalogo, cresciute in vaso nella loro terra d’origine per proteggere l’apparato radicale delle piante ed evitare l’uso nel terreno di prodotti dannosi per l’ambiente. Un amore per la natura e una dedizione tali da spingere l’azienda alla continua innovazione: dai vasi biodegradabili Fertilpot® alla lotta integrata, che permette di mantenere sane le piante attraverso l’uso di coccinelle e insetti utili,fino ad arrivare all’uso di rimedi omeopatici nella cura delle rose, ultima frontiera della sperimentazione dell’azienda in ambito ecologico. La passione unita alla volontà di offrire un prodotto e un servizio di alta qualità, nel totale rispetto dell’ambiente, mettono Nino Sanremo in prima linea nella lotta per la salvaguardia ecologica. Nino Sanremo fa dell’ecosostenibilità e dell’etica i suoi credo e si fa garante di una rosa che attecchisce tutto l’anno. www.ninosanremo.com n° Nome me Cogno Città Via CAP : o (IM) viare a ogo, in 038 Sanrem l a t a c te il , 81 - 18 ti io tamen nca da gratui ia D’Annunz 502267 ti ella ba e r e v e eriti n tela dei da a 4 V c s i 8 r in 1 r o o 0 e P anrem 2266 - Fax terzi e sarann/2003 sulla tu azioni, barr C S o in ic E N 84 50 nno diffusi a . Lgs. n.196 riori comun Tel. 01 ulte del D n sara E-mail o cevere spetto dati n I tuoi nda nel ri desideri ri ie z n o ’a e n dell ali. S person a a fianco ll e s a c la 19 INDICE DELLE AZIENDE E DEGLI ENTI CITATI COLLABORA CON ECOIDEARE Per collaborare con Ecoideare è sufficiente acquistare almeno 20 copie della rivista a 2,5 Euro ciascuna, e il vostro nome verrà segnalato in questa sezione e sul sito www.rinenergy.it Parteciperete così al nostro importante progetto di diffusione dei temi dell’ecosostenibilità e della protezione ambientale. Progettare ecocompatibile deve diventare un’abitudine di tutti. Per maggiori informazioni, per i numeri arretrati e per la pubblicità su Ecoideare: Tel. 02.36642800 Distribuzione: 7.000 copie Stampato su carta 20 ecoIDEARE - dicembre 2009 MILANO • Rinenergy Via Sardegna, 57 • Università degli Studi di Milano Bicocca Piazza della Scienza 1 • Associazione Gaia Italia Corso Garibaldi, 11 • Ge.Fi. Spa Viale Achille Papa, 30 • Weleda Italia Via del Ticino, 6 • Aveda Via Fatebenefratelli, 16 • Lush Italia Via Maroncelli,11 Via Dante, 15 Via Fiori Chiari, 6 • Fondazione AEM Casa dell’energia Piazza Po, 3 • Camera di Commercio Via Meravigli, 9/b • Cost Restaurant & Lounge Bar Via Tito Speri, ang. Via Maroncelli 8 COLOGNO MONZESE • Associazione Amici della Terra Lombardia Via Einaudi, 1 GAGGIANO • Comune di Gaggiano Via Roma, 36 • Sasom srl Via Roma, 36 CORNATE D’ADDA • Lux Service Via Primo Stucchi,78 RESCALDINA • Ceriani Luce Via Provinciale Saronnese, 6/8 SESTO SAN GIOVANNI • Lush Italia Centro Sarca - Via Milanese SETTIMO MILANESE • Ceriani Luce Via Gramsci, 86 MONZA • Europrogettare Via Felice Cavallotti, 21B • Cassano Parquet LODI • L’Erbolario Viale Milano, 74 BERGAMO • Arredi Contract Design srl Rotonda dei Mille, 4 BOLZANO • Klimahouse – Fiera Bolzano Spa Piazza Fiera, 1 SANREMO • Nino Sanremo Via G. D’Annunzio, 81 BOLOGNA • Greenplanet.net Via della Zecca, 2 RACCONIGI • Compagnia di Finanza Etica Via Stefano Tempia, 14 SAVIGLIANO • Accademia del riciclo Piazza Sperino, 1 ROMA • Ecoradio Via XX Settembre, 4 • Consip Via Isonzo, 19/E • Enel Lungotevere Thaon di Revel, 76 PESARO URBINO • Alce Nero Cooperativa Via Strada delle Valli, 21 SAN GIOVANNI AL NATISONE (UD) • Eco.Is Via Casali, 56