Tariffe locali: un panorama variegato
Transcript
Tariffe locali: un panorama variegato
indicatori indicatori flash 39 Tariffe locali: un panorama variegato Maura Monari Unioncamere Emilia-Romagna ha realizzato, in collaborazione con le singole Camere di commercio e con la società ref. (Ricerche e Consulenze per l’Economia e la Finanza), un progetto per il monitoraggio delle tariffe locali di elettricità, servizio idrico e rifiuti solidi urbani, analizzando il costo di questi servizi per le piccole e medie imprese della regione. I COSTI DELL’ENERGIA ELETTRICA La rilevazione più complessa è risultata quella relativa alle tariffe elettriche. Infatti, il mercato dell’energia elettrica è piuttosto complicato, con diversi tipi di tariffa a seconda dell’intermediario che sceglie l’azienda, del tipo di contratto che stipula e della quantità di energia che necessita. Infatti, per acquistare energia elettrica è possibile rimanere nel mercato tutelato, con tariffe stabilite dall’AEEG (Autorità per l’energia elettrica e il gas), oppure approvvigionarsi nel mercato libero, nel quale si possono contrattare condizioni che fanno risparmiare in media il 6% sul costo del kWh. Per l’indagine si è intervistato un campione di 1.200 imprese della regione Emilia-Romagna rappresentativo dei maggiori settori produttivi e di tutte le dimensioni d’impresa. È emerso che tra le imprese modenesi “non energivore” (cioè che consumano meno di 300 MWh/anno) il 60% si rivolge al mercato libero, mentre tra quelle “energivore” (consumi >300 MWh/anno) tale percentuale sale al 96%. Tra le imprese che si approvvigionano sul mercato libero, vi sono poi diversi contratti a seconda che si scelga una tariffa monoraria, bioraria o multioraria, con prezzi fissi, indicizzati o a sconto. Tenendo conto di questa notevole variabilità rispetto al prezzo che ciascuna azienda riesce a ottenere, risulta che, in media, il prezzo dell’energia per kWh diminuisce all’aumentare della classe di consumo dell’impresa. Così si va da un minimo di 14 centesimi per la classe di imprese più “energivore” (>10.000 MWh/anno) ai 25,5 centesimi per la classe di imprese che consumano di meno (<50 MWh/ anno). Il confronto con la media regionale mostra come il costo per kWh sia inferiore per le imprese modenesi modena 3.indd 39 “ I dati del monitoraggio di Unioncamere ER per tutte le classi di consumo prese in considerazione tranne che per quella maggiore (>10.000 MWh/ anno). Il minor costo rilevato nella provincia è da attribuirsi alla maggiore diffusione del mercato libero presso le imprese modenesi rispetto al totale regionale. Riguardo al servizio erogato, ben il 58% delle imprese modenesi si dichiara soddisfatto; il motivo di maggior scontento risulta la scarsa trasparenza, denunciata dal 19% delle imprese intervistate, mentre a livello regionale il dato negativo più rilevante sono i costi dell’elettricità (16%). A testimonianza del gradimento per il servizio offerto, il 33% delle imprese non cambierebbe intermediario anche a fronte di uno sconto, mentre il 38% delle imprese sarebbe disposta a cambiare fornitore solamente a fronte di uno sconto di almeno il 15%. Questa attenzione ai costi si riflette anche nella scelta del tipo di energia che si desidera utilizzare: alla domanda se le imprese fossero disposte a pagare di più per avere energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili, solamente il 21% ha risposto di sì, il 63% sarebbe d’accordo ma solo allo stesso prezzo dell’energia prodotta con fonti non rinnovabili e il 15% ha risposo decisamente di no. IL SERVIZIO IDRICO L’organizzazione del servizio idrico, compresa la gestione della rete fognaria, è affidata alle AATO (Autorità di ambito territoriale ottimale) che, nel caso della regione Emilia-Romagna, coincidono con i confini provinciali. Nella provincia di Modena, tale organismo ha dato in gestione il servizio idrico a tre gestori che servono cinque bacini di utenza: AIMAG, Sorgea, Hera SAT, Hera 1 e Hera 2. Nell’indagine sono stati presi in considerazione solamente i comuni con più di 5.000 abitanti (28 comuni in provincia di Modena) che coprono però il 92% della popolazione provinciale. Data la complessità delle tariffe, si sono ipotizzate cinque tipologie di imprese e calcolato la spesa annua per ciascuna di esse. La media provinciale per ogni profilo d’impresa prescelto ha dato i seguenti risultati: un’impresa agricola (consumo d’acqua pari a 3.000 mc/anno) 6/15/2011 5:21:41 PM 40 paga 4.706 euro in un anno, un parrucchiere (400 mc/anno) paga 809 euro, un bar (900 mc/anno) ne paga 1.914, un ristorante (1.800 mc/anno) 3.903 e un albergo (10.000 mc/anno) 22.023 euro. Esaminando il confronto con la media italiana, il comune di Modena si colloca sempre al di sotto di tale valore. Tuttavia, all’interno di ciascun profilo di consumo, esiste una notevole variabilità a seconda del gestore dal quale ci si rifornisce all’interno della provincia. Come si può notare, l’albergo (che ha i consumi maggiori) mostra le differenze più elevate, con un costo minimo di 18.375 euro l’anno e un costo massimo di 25.457 euro l’anno. Mentre il parrucchiere (che come tipo di impresa consuma meno acqua) varia da un minimo di 697 euro l’anno a un massimo di 905, con una differenza di 208 euro. Pertanto, si può notare come la variabilità cresca all’aumentare dei profili di consumo; infatti, anche la differenza fra il prezzo al metro cubo massimo e quello minimo va da 0,5198 centesimi al mc per il profilo del parrucchiere (che ha i consumi più bassi), a un massimo di 0,7082 centesimi al mc per l’albergo (che ha i consumi maggiori). Discorso a parte merita il profilo dell’azienda agricola, che con una tariffa particolare mostra in assoluto la variabilità minore (0,2129 centesimi il mc) anche con consumi piuttosto elevati. Costo medio dell’energia elettrica (centesimi di €/kWh) per classi di consumo: media provincia di Modena ed Emilia-Romagna 30 Modena Cent. di €/kWh 25 Emilia-Romagna 20 15 10 5 0 0-50 50-100 100-300 30 30000 1.200 1.200- >10 > >10.000 0 000 10.000 Mwh/anno Fonte: ref. Spesa al mc per profili tipo per il servizio idrico, utenze non domestiche, media provincia di Modena Hotel, albergo Ristorante, trattoria Bar, pub Parrucchiere Impresa agricola 0 0,50 1,00 1,50 2,00 Fonte: ref. Spesa annua al mq per profili tipo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: media provincia di Modena Ortofrutta Bar Ristorante Supermercato Albergo 0 1.000 2.000 3.000 2,50 RIFIUTI SOLIDI URBANI Anche in questo settore la materia è piuttosto complessa e, tra i 28 comuni con più di 5.000 abitanti presi in considerazione, molti sono già passati alla TIA (Tariffa di igiene ambientale), ma alcuni applicano ancora la TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Per individuare i costi dello smaltimento dei rifiuti, si sono scelti profili di imprese tipo, a seconda della superficie ricoperta e del tipo di rifiuto prodotto. Così è emerso che un albergo di 1.000 mq spende in un anno 3.151 euro per lo smaltimento dei rifiuti, un ristorante di 180 mq 2.249 euro, un supermercato di 200 mq 1.436 euro, un bar di 80 mq 871 euro e un negozio di ortofrutta di 60 mq 815 euro. Anche per i rifiuti è presente la variabilità di tariffe tra i comuni della provincia, passando ad esempio da un minimo di 3,7 euro/mq a un massimo di 30,1 euro/mq per un negozio di ortofrutta, oppure da un minimo di 2,3 euro/mq a un massimo di 5,1 euro/ mq per un albergo. In generale si può notare come il passaggio da TARSU a TIA abbia influito in modo sensibile sul costo dello smaltimento dei rifiuti. Fonte: ref. modena 3.indd 40 6/15/2011 5:21:42 PM