Domani è già qui - DiocesidiCremona.it

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Domani è già qui - DiocesidiCremona.it
NOI
Anno Oratoriano
2015 •2016
DOMANI
Beati
Diocesi di Cremona
è già
QUI
Viaggio alla ricerca della felicità per Adolescenti
INTRODUZIONE
Fantasia, desideri e pensiero
Immaginare un itinerario di formazione per gli adolescenti non è agevole. Spesso
l’idea stessa di itinerario – inteso come cammino strutturato e consequenziale –
resta più nella testa degli educatori che non nella effettiva realizzazione pratica,
condizionata da diversi fattori. È comunque importante darsi alcuni obiettivi e
non disperdere il patrimonio di una vera programmazione. Quest’ultima aiuta a
collocare i classici “incontri” dentro un orizzonte più ampio che fa respirare la
vita dell’Oratorio e le sue aperture; cerca di parlare alla globalità della vita dei
ragazzi e si muove per alleanze e non per compartimenti stagni.
Anche la figura dei catechisti degli adolescenti assume una forma spesso impegnativa e ricca che va dalla conduzione degli incontri alla relazione anche in momenti altri. “Domani è già qui” si presenta come un contributo a questo lavoro di
costruzione: una mappa aperta, modulare, concepita nell’ottica della sussidiarietà e non dell’esaustività, destinata ad essere assunta, copiata, stralciata per
quello che serve, con la libertà e l’intelligenza di chi ha la responsabilità di accompagnare i ragazzi.
Filo conduttore è ovviamente l’anno oratoriano “Beati noi, sfide giovani per la
vita”, di cui il sussidio è mediazione. Come per il parallelo giovani, anche questo
è agganciato ai tempi liturgici, per i quali offre una presentazione ed una interazione su alcune beatitudini, lanciando idee e suggerimenti. Il titolo – “Domani è
già qui” – vorrebbe essere da una parte una chiave di lettura delle Beatitudini,
che creano un ponte suggestivo e paradossale tra il presente ed il futuro, tra l’oggi della vita reale e il domani escatologico; dall’altra una provocazione riguardante la percezione che del tempo hanno gli adolescenti: sempre meno inclini
a “ragionare” su progetti e strutture di futuro (si parla in psicologia evolutiva di
presentismo), eppure carichi di energie e desideri.
Ci auguriamo che le pagine del sussidio siano un aiuto innanzitutto a pensare
e proporre e un sostegno alla fantasia e all’affetto degli educatori: tutti siamo
ormai consapevoli della delicatezza delle proposte alla fascia adolescenziale e
della necessità di contenuti di qualità. Questo e altri strumenti (rimandiamo volentieri anche alle pagine di Teen generation) sono a disposizione.
d. Paolo Arienti
Pastorale giovanile diocesana
Elaborazione dei contenuti: Mattia Cabrini & Maria Chiara Pelosi
Progetto grafico: Paolo Mazzini
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STRUTTURA DEL PERCORSO
Un’unica cornice evangelica
Quest’anno abbiamo scelto un solo brano che accompagni tutto il percorso dell’anno pastorale. Il capitolo 5
dell’evangelista Matteo è la versione più lunga delle Beatitudini quella in cui Gesù parla dei beati in terza persona
coinvolgendo quindi ognuno di noi. Abbiamo “sbriciolato” la Parola in modo che possa accompagnare l’anno catechistico dei ragazzi seguendo i tempi liturgici. In questo modo si ha la possibilità di andare a fondo su ciascuna
beatitudine dedicandole anche più di un solo incontro. Il
catechista avrà comunque la possibilità di scegliere altri
brani della Parola che possano ricollegarsi al tema.
Per ogni beatitudine un aspetto della vita
Le beatitudini sono come segni lungo il sentiero della
vita che rappresenta la ricerca della felicità. Ogni beatitudine quindi diventa un’indicazione precisa e importante per la nostra vita. Abbiamo cercato la traduzione
di ogni beatitudine in un tema che possa avvicinarsi alla
vita dei ragazzi. Le beatitudini affrontano vari temi della
vita di un uomo e quindi nella sezione obiettivi trovate
una proposta di traduzione si concretizza in vari temi: dagli affetti, al dolore, alla povertà, alla libertà, alla giustizia
o la pace.
Piste e attività
Negli ultimi anni abbiamo notato bisogni crescenti dal
punto di vista degli strumenti. Per questo abbiamo inserito una o più attività per ogni tema. Essa può essere
ovviamente modificata e adattata alle esigenze e alle caratteristiche del gruppo. In alcuni casi troverete più piste di attività per ogni beatitudine. Questo da una parte
perché ci immaginiamo che il lavoro su una beatitudine a
volte può non esaurirsi in un solo incontro e in secondo
luogo perché lo stesso tema può essere trattato a vari livelli (animativo, riflessivo, esperienziale) e quindi starà al
catechista scegliere la pista più adatta.
Un film e una canzone
Il mondo comunicativo degli adolescenti fa leva sull’immagine e sulla musica. I linguaggi sono importanti anche
per veicolare messaggi e far riflettere quindi proponiamo
per ogni tema un film e un testo musicale che possono
essere utilizzati come stimolo di riflessione con il gruppo. Se non si possiede il tempo necessario per la visione
di un film completo trovate comunque alcuni link che rimandano a spezzoni dei film consigliati.
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giorno dopo giorno
Gli adolescenti e la preghiera
Il presente sussidio è uno strumento che nelle mani del catechista dovrebbe aiutarlo nella progettazione dei singoli incontri. Esso offre da una parte un orizzonte di contenuti e dall’altra un
sostegno nella ricerca e definizione di strumenti metodologici (attività, materiale multimediale). Un elemento non sempre esplicitato all’interno del sussidio, ma che va tenuto presente negli incontri è la dimensione della preghiera. è importante prevedere un momento di preghiera
all’inizio o alla fine del’incontro e fare in modo che il segno della croce sia la cornice nella quale
si svolge l’intero incontro. In questo modo i ragazzi si abituano a pensare l’incontro non solo
come un “momento intra nos” ma come luogo in cui incontrare l’Altro, in questo senso tutto
quello che viene detto, fatto, lavorato è già di per sé preghiera. In secondo luogo si fa cogliere
loro la differenza tra un’ora di IRC scolastica o un altro qualsiasi laboratorio formativo e un percorso di catechesi vero e proprio. Non da ultimo questo ci permette di introdurli alla preghiera.
I ragazzi adolescenti spesso non sono abituati alla preghiera personale: gli risulta “difficile”
coltivare una comunicazione con un Dio che non vedono né possono ascoltare. Accompagnarli
in questa dimensione significa innanzitutto pregare con loro e pregare per loro. Significa organizzare brevi momenti, ma ben curati (senza essere troppo prolissi!). La Parola deve essere al
centro in modo da far cogliere come la preghiera sia essenzialmente esperienza di ascolto. Poi
servirà la fantasia dell’educatore nel creare gesti o simboli che possono aiutare nell’esplicitare
alcuni aspetti. Il simbolo per essere tale parla da sé e non deve essere forzato! Infine si consiglia
di far fare esperienza di varie modalità di preghiera proposte dalla chiesa: dalla liturgia delle
ore, l’uso dei salmi, l’adorazione eucaristica, il rosario, ecc. Ricordate che ai ragazzi queste cose
appariranno “vecchie” e poco “personali” quindi andranno comunque accompagnati e dosate!
Testimoni di oggi e di domani
Un altro elemento che può arricchire gli incontri formativi è la testimonianza. L’incontro con
persone che incarnano qualche aspetto del Vangelo è sicuramente un’esperienza stimolante e
accattivante per i ragazzi. Bisogna però fare attenzione a non abusarne per non creare nei ragazzi un effetto opposto a quello auspicato. Per esempio persone che raccontano scelte di vita
troppo “alte” rischiano di apparire ai loro occhi distanti e impraticabili. La scelta di testimoni o
realtà associative deve prestare attenzione alla loro capacità di non risultare autoreferenziali
o esclusive. Ricordiamoci inoltre che la durata dell’intervento del testimone va calibrati sulla
tenuta di un gruppo. In ogni caso il momento di testimonianza non va delegato alla sola persona che interviene, ma va introdotto, gestito e guidato nella direzione concordata. Un eventuale
dibattito va sollecitato e nel limite del possibile preparato prima perché spesso l’imbarazzo dei
ragazzi la fa da padrone. Facciamo presente alcuni contatti di realtà diocesane che negli ultimi
anni hanno dimostrato di essersi preparate nel gestire incontri con adolescenti. Per info più
dettagliate si faccia riferimento a “Teen generation” su www.focr.it.
Contatti
Caritas diocesana
telefono 0372 35063
[email protected]
CdV
centro diocesano vocazioni
Seminario vescovile 0372 20267
[email protected]
ufficio missionario
suore adoratrici
consultorio ucipem
frati cappuccini
telefono 0372 495011
[email protected]
telefono 0372 20751 / 34402
[email protected]
telefono 0363 3791
[email protected]
fra Giorgio Petacchi 0372 454235
[email protected]
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SCHEMA RAGIONATO
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli
TEMPO
ORDINARIO
Beati i miti,
perché erediteranno la terra
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio
Beati gli operatori di Pace,
perché saranno chiamati figli di Dio
AVVENTO
e NATALE
TEMPO di
QUARESIMA
TEMPO di
PASQUA
Beati gli afflitti
perché saranno consolati
Beati quelli che hanno fame e sete
della giustizia
perché saranno saziati
Beati i perseguitati per la giustizia
perché di essi è il regno dei cieli
Il tempo ordinario è quello della vita,
della quotidianità, quello in cui si vive
la propria vita da discepoli che si mettono a seguire Gesù nel cammino e nelle scelte di ogni giorno. Questa prima
rosa di beatitudini ci da l’occasione di
affrontare alcuni temi “ordinari” della
vita di un giovane come la libertà dalle
cose, la povertà, gli affetti, la pazienza
e la pace.
L’Avvento nella liturgia è il tempo
dell’attesa, della promessa e della
speranza. Il tempo in cui rilanciare il
nostro quotidiano verso un oltre misterioso e affascinante. è il tempo dove
la venuta di Cristo nel mondo è la speranza dell’uomo. Ci accompagneranno
le beatitudini che vedono protagonisti
coloro a cui viene donata la speranza.
La fame di giustizia, la persecuzione e
l’afflizione interpellano il nostro stile di
vita e il nostro sguardo sulla storia.
Beati i misericordiosi
perché troveranno misericordia
La Quaresima è il lungo tempo della
preghiera e della conversione in cui
siamo chiamati a riscoprirci dei peccatori perdonati. Esso è il tempo centrale di quest’anno giubilare in cui siamo
invitati a riconoscere, sperimentare e
annunciare la gioia del perdono. In un
anno dedicato alla misericordia questa beatitudine sarà il filo conduttore
di tutto il tempo quaresimale in modo
da aiutare i ragazzi a sviscerare i temi
della libertà dal peccato, della forza del
perdono, della conversione davanti a
questo amore.
Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni male
contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa nei cieli. Cosi infatti hanno
perseguitato i profeti prima di voi.
Voi siete il sale della terra: ma se il
sale perdesse sapore, a che cosa servirà? A null’altro che essere gettato
via e calpestato! Voi siete la luce del
mondo: non può restare nascosta
una città costruita su un monte! Così
rispende la vostra luce davanti agli
uomini.
è il tempo più “vero” di quelli liturgici:
quello in cui camminiamo insieme a
Gesù risorto. Vivere il tempo di Pasqua
con i ragazzi significa farli accorgere
che qualcuno ha preso a cuore la loro
strada e cammina con loro. è il tempo
delle scelte, in cui più di altri pensare
e ripensare alla propria vocazione. Persecuzione e fatica da un lato allegria e
gioia dall’altro fanno parte caratterizzano la vita di un Cristiano. Il sale non
perde la sua forza e la luce non può essere nascosta così come un uomo che
ha incontrato Cristo risorto nella propria vita.
5
TEMPO
ORDINARIO
7
10
12
14
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli
Beati i miti,
perché erediteranno la terra
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio
Beati gli operatori di Pace,
perché saranno chiamati figli di Dio
Tempo ordinario
1
Beati i poveri in spirito
Domani
è già qui
perché di essi è il regno dei cieli
Essere liberi di essere se stessi
I giovani non conoscono la povertà, spesso non l’hanno mai sperimentata
e quindi la rifuggono. Se vuoi essere qualcuno deve avere certi vestiti,
certe tecnologie, altrimenti sei “sfigato”, poco interessante e la tua vita
non è all’altezza degli altri. Gesù, in questo passo come in tutto questo
brano, ci spiazza e dedica una beatitudine alla povertà. Siamo abituati a
dire “beati quelli che hanno i soldi, la villa, la piscina, l’ultimo smart phone, … Egli invece ci dice “beati i poveri”. Ci parla non solo di una povertà
materiale, che già di per sé è un tema molto interessante da poter trattare
con i ragazzi; ci parla di una povertà di spirito; ovvero di coloro che non
riempiono la loro vita di se stessi. Non essere troppo pieni di sè significa
lasciare il posto agli altri e all’Altro. Si tratta di quelli che non pensano
di bastare a se stessi e di essere autosufficienti. Chi è povero di cose e
soprattutto di spirito è costretto ad affidarsi con gioia. Chi ha fede, dice
Gesù, ha in mano il regno dei cieli. A persone così è fatta la promessa del
cielo, della pienezza della vita.
Pista 1 senza niente, ma con tutto
Obiettivi
Far sperimentare ai ragazzi la possibilità di fare a meno di tante cose
nella vita
Far cogliere loro ciò che veramente è necessario
Riflettere su cosa vuol dire essere liberi dalle cose
Attività
Formare due o tre gruppi che si devono sfidare in un gioco a staffetta. Ad
ogni gruppo viene chiesto di scegliere tra alcuni oggetti sul foglio cosa
desiderano portare in valigia per partire in una vacanza con gli amici. Una
volta fatto l’elenco, a ciascun gruppo viene consegnato un grosso zaino
(o sacco) in cui per ogni oggetto scelto viene messo dentro un peso o un
oggetto ingombrante (per esempio un vecchio libro). Chi avrà l’elenco
più lungo, avrà ovviamente anche lo zaino più ingombrante o pesante.
Successivamente viene chiesto loro di realizzare un percorso fatto di varie difficoltà (qui il catechista può sbizzarrirsi) come una staffetta dove il
testimone da passarsi è ovviamente lo zaino. Terminato il gioco, si può
riflettere sul fatto che indipendente da chi ha vinto spesso la nostra vita
è appesantita da tante cose che rallentano il nostro cammino.
Rimanendo quindi nelle squadre, si può dare un nome a questi pesi creando alcuni stimoli per la riflessione:
Quali sono le cose veramente indispensabili secondo te
(vestiti, cellulare, musica, …)?
Quali invece quelle che spesso rovinano le tue relazioni con gli altri?
Pista 2 poveri di sè
Obiettivi
Aiutare i ragazzi a non pensarsi da soli
Far cogliere loro il valore delle relazioni nella propria vita
Far sperimentare il bisogno di affidarsi
7
Beati i poveri in spirito
perché di essi è il regno dei cieli
1
Attività
Chiedere ai ragazzi di arrivare all’incontro con un oggetto della loro stanza che li rappresenti il più possibile e al quale sono affezionati. Una volta
ritrovati in gruppo si chiede loro di metterlo in un posto della stanza e il
catechista darà a ciascun ragazzo alcuni bigliettini di carta e una biro. Seguirà quindi un tempo di silenzio, magari accompagnato da musica, in cui
i ragazzi potranno girare liberamente per la stanza osservando gli oggetti
e quando vogliono possono lasciare un biglietto con scritta una caratteristica vicino all’oggetto (per esempio forchetta: spigolosa, appuntita,
elegante, utile…). Trascorso un tempo stabilito dal conduttore, ciascuno si
siederà vicino a dove è posto il suo oggetto e potrà leggere i vari aggettivi che ci sono vicini. Quindi scegliere due parole che rispecchiano e due
invece che non entrano.
Quanto da 1 a 10 questi aggettivi rispecchiano la persona che sei?
Riflessione: L’attività ci porta a riflettere sul fatto che gli oggetti di cui ci
circondiamo raccontano sempre qualcosa di noi stessi, di chi siamo. Senza demonizzarli invitiamo i ragazzi a saper scegliere tra le cose in base a
quanto le cose possono essere stimolo e quanto muro alla relazione. In ogni
caso si può sempre concludere che nessuna persona si esaurisce negli oggetti di cui si ci circonda, ma è se stesso nelle relazioni vere che crea e in cui
investe con gli altri e con Dio.
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Into the wilde – Nelle terre selvagge
Un film di Sean Penn. Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden,
William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker. Drammatico, durata 148 min. - USA 2007.
Pura celebrazione della libertà e della ricerca della libertà, la
pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un
giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all’interno della natura selvaggia. Il forte trasformismo
del protagonista facilita per lo spettatore un’istantanea immedesimazione in
una figura tormentata che non viene dipinta né come giovane avventuriero né
come idealista ingenuo. Esso non è sicuramente un esempio da idealizzare, ma
ci mette fortemente in discussione tra ciò che abbiamo e ciò che cerchiamo. Il
fascino della selvatichezza dell’ambiente, le difficoltà dei legami di sangue, l’individualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni dell’idealismo nelle
sue spinte critiche ma anche arroganti. Alle volte, si trasforma in un vero e proprio atto di fede il cui credo fugge da tutto ciò che è religioso in senso stretto
per trovare sfogo in una dimensione che è solo e unicamente personale. Tutti le
persone che Chris incontrerà lungo il suo peregrinare oltre a colmare un vuoto
familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano l’idea di un percorso a stadi
funzionale a liberarsi da qualsiasi dipendenza da ogni tipo di comfort e privilegio. L’acquisizione della saggezza avviene quasi per osmosi attaverso la spontaneità e la profondità degli incontri fatti.
Se non si dispone del tempo necessario suggeriamo alcuni spezzoni disponibili su youtube ai seguenti link:
Non voglio cose
https://www.youtube.com/watch?v=FIntwxihRzg
Into the wilde: La felicità
https://www.youtube.com/watch?v=1Epg_O8R358
Libertà e verità
https://www.youtube.com/watch?v=WFCu1jKSGq4
8
1
Venderò di Edoardo Bennato
Beati i poveri in spirito
perché di essi è il regno dei cieli
Al termine dell’ascolto si può chiedere ai ragazzi di scrivere che cosa sarebbero disposti a “vendere”, a mettere in gioco di loro stessi pur di essere
felici. Se il gruppo è maturo questo può essere condiviso nel gruppo come
conclusione.
Venderò le mie scarpe nuove
ad un vecchio manichino
per vedere se si muove
se sta fermo
o se mi segue nel cammino
Venderò il mio diploma
ai maestri del progresso
per costruire un nuovo automa
che dia a loro più ricchezza
e a me il successo
Ai signori mercanti d’arte
venderò la mia pazzia
mi terranno un po’ in disparte
chi è normale
non ha molta fantasia
Raffaele è contento
non si è mai laureato
ma ha studiato e guarisce la gente
e mi dice: stai attento
che ti fanno fuori dal gioco
se non hai niente da offrire al mercato
Venderò la mia rabbia
a tutta quella brava gente
che vorrebbe vedermi in gabbia
e forse allora
mi troverebbe divertente.
Ogni cosa ha un suo prezzo
e nessuno lo sa
quanto costa la mia libertà
Raffaele è contento
non ha fatto il soldato
ma ha girato e conosce la gente
e mi dice: stai attento
che resti fuori dal gioco
se non hai niente da offrire al mercato
Venderò la mia sconfitta
a chi ha bisogno
di sentirsi forte
e come un quadro che sta in soffitta
gli parlerò della mia cattiva sorte
Note
9
Tempo ordinario
2
Beati i miti
Domani
è già qui
perché erediteranno la terra
La pazienza e la prova
La pazienza si attribuisce solitamente ai saggi e agli anziani e sembra una
caratteristica molto lontana dai giovani. In realtà essere pazienti significa
essere provati. Sin da giovanissimi ci accorgiamo che la nostra vita è fatta
da prove, non solo quelle scolastiche, ma quelle umane, fisiche, emotive e
relazionali… Se da bambini il mondo ci sembra bello e perfetto da adolescenti iniziamo a capire che ci sono anche fatiche, dolori, sofferenze, cose
che non vanno secondo i nostri piani. La prova, intesa come difficoltà, è
quindi parte della vita di un adolescente. In generale potremmo dire che
è parte della vita e quindi anche di una vita felice. Dalla gestione di una
serie di prove dipende la maturità di un ragazzo. Accompagnarli a vivere
nella pazienza significa far capire loro che ci vuole tempo per sistemare
le cose, che la vita non è qualcosa di comodo e che il tutto e subito non
esiste. Il mite è colui che ha pazienza, che non pretende di risolvere le
cose da sé ma che sa affidarsi. Colui che sceglie l’equilibrio dell’ascolto e
dell’amore: sono coloro che ridisegnano il potere nella forma dell’amore.
Pista se fossi pietro...
Obiettivi
Farli immedesimare in una situazione concreta per capire cos’è l’atteggiamento della mitezza
Far capire loro la differenza tra buonismo e mitezza
Attività
Facciamo zoom sulla figura di Pietro. Siamo nell’orto del Getsemani, arrivano le guardie per arrestare Gesù ma Pietro reagisce tagliando l’orecchio a un soldato. Pietro ama Gesù e, umanamente, agli occhi di tanti di
noi e dei nostri ragazzi, questo amore porterebbe a giustificare il suo gesto brutale. Ma Gesù interviene: ancora una volta ci insegna che all’odio,
alla rabbia, alla violenza non si risponde secondo la logica del “occhio per
occhio…”.
Chiediamo allora ai nostri ragazzi di fare un gioco di ruolo, facciamoli giocare al “SE FOSSI PIETRO, IO”… e a turno invitiamoli a esprimere quale
sarebbe stata la loro reazione immediata se si fossero trovati nel Getsemani accanto a Gesù, durante il momento dell’arresto. Incoraggiamoli ad
essere sinceri, a far emergere i loro reali sentimenti e reazioni.
Proviamo a fargli fare un ulteriore sforzo di immaginazione. Se invece del
Getsemani si trovassero nella loro città, a scuola, in famiglia, nel gruppo…
e qualcuno vorrebbe fare del male alla persona che più amano, loro come
reagirebbero? “SE QUALCUNO VOLESSE FERIRE CHI AMO, IO”…
Soffermiamoci con loro sulle risposte. Ci sono differenze tra le risposte del
primo e del secondo SE FOSSI…? Se sì, perché?
RIFLESSIONE: Dopo aver immaginato prima di essere Pietro, poi di trovarci
accanto a qualcuno che amiamo e a cui vogliono far del male, invitiamo
infine i ragazzi a cambiare prospettiva, provando a trasformare le loro risposte, soprattutto se prevedono reazioni di rabbia, vendetta, violenza… in
risposte e atteggiamenti d’amore, altruismo, mitezza.
10
2
un film
Invictus
perché erediteranno la terra
Beati i miti
Un film di Clint Eastwood. Con Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern, Julian
Lewis Jones. Rata 134 min. - USA 2009.
Nelson Mandela è il presidente eletto del Sud Africa. Il suo intento primario è quello di avviare un processo di riconciliazione
nazionale. Per far ciò si deve scontrare con forti resistenze sia
dalla parte dei bianchi che da quella dei neri. Ma Madiba, come lo chiamano rispettosamente i suoi più stretti collaboratori, non intende demordere. C’è uno
sport molto diffuso nel Paese: il rugby e c’è una squadra, gli Springboks, che
catalizza l’attenzione di tutti, sia che si interessino di sport sia che non se ne
occupino. Perché gli Springboks, squadra formata da tutti bianchi con un solo
giocatore nero, sono uno dei simboli dell’apartheid. Mandela decide di puntare
proprio su di loro in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare in Sudafrica nel 1995. Il suo punto di riferimento per riuscire nell’operazione di riunire
la Nazione intorno alla squadra è il suo capitano François Pienaar.
Se non si dispone del tempo necessario suggeriamo alcuni spezzoni disponibili su youtube ai seguenti link:
Invictus: il perdono libera l’anima
https://www.youtube.com/watch?v=FtPWkq2VnrI
Potrebbe essere interessante approfondire alcune figure di santi o di protagonisti della storia contemporanea che hanno testimoniato l’atteggiamento della mitezza in situazioni di violenza e di ingiustizia.
Note
11
Tempo ordinario
3
Beati i puri di cuore
Domani
è già qui
perché vedranno Dio
Gli affetti
Il Vangelo proclama felici quanti sanno vivere delle relazioni libere e non
basate sul possesso o sul trattenere. Le relazioni sono un elemento chiave
per gli adolescenti. Proprio da queste dipende spesso la loro felicità. Le
relazioni però sono come le piante: esse vanno curate e coltivate nel tempo per poterle proteggere dal virus dell’egoismo. Le relazioni sono pure
e trasparenti quando sono caste nel senso che non cedono alla volontà
di possesso. Gesù sembra dirci che, quando saremo capaci di anteporre
l’altro ai nostri interessi, saremo sulla strada verso la felicità. Questa è
per Gesù la via per poter guardare in faccia Dio: rendere puri gli affetti,
perché nessuna creatura sia schiava. Questo tema coinvolge quindi tutti
gli aspetti della relazione, in particolare il mondo dell’affettività e della
sessualità.
Pista la dolcezza di un dono
Obiettivi
Aiutare i ragazzi a riflettere sulle proprie relazioni di amicizia e di affetto
Aiutarli a smascherare atteggiamenti egoistici nelle loro relazioni
Mettere a tema e verificare la propria relazione con Dio
Attività
Il tema delle relazioni e della sessualità è strettamente collegato a quello
del piacere. Si potrebbe quindi lavorare su un’attività culinaria capace
di stimolare i sensi e in particolare il gusto. La dolcezza di un dolce può
diventare quindi metafora del piacere. Si divide il gruppo dei ragazzi in
gruppetti di 4/5 persone e gli si forniscono gli ingredienti per realizzare
l’impasto di alcuni biscotti (la ricetta di biscotti al burro si può trovare
facilmente su internet). Ogni ragazzo quindi prenderà un poco dell’impasto e dovrà realizzare un biscotto con la forma e le decorazioni personalizzate. Quindi tutti i biscotti vengono raccolti nelle teglie e messi in
forno. Mentre si aspetta la cottura si può far vedere ai ragazzi lo spezzone
di video che viene indicato sotto oppure sfruttare il tempo per chiedere loro quali sono gli ingredienti di una relazione di amore nella vita e
confrontarsi con le loro riposte. Quando arrivano i biscotti, ormai cotti,
ogni ragazzo dovrà recuperare il proprio e confezionarlo con cellophane,
carta da regalo, fiocchi, ecc. come un dono. Quindi saranno poi chiamati
a scegliere a chi regalarlo: le assegnazioni delle coppie possono essere
libere o ad estrazione, la cosa importante è che ogni ragazzo potrà avere
solo un biscotto. A questo punto gli animatori faranno un regalo a ciascun
ragazzo consegnando un biscotto confezionato. è arrivato il momento
dell’assaggio di entrambi i doni, al termine del quale i ragazzi dovranno
compilare un breve questionario di gradimento.
Quale era il più buono tra il dono degli animatori e quello del tuo compagno?
Quale era quello confezionato meglio?
Qual è stato dei due quello che ti ha fatto più piacere ricevere?
RIFLESSIONE: Al termine di questa lunga attività si potrebbe concludere con
una riflessione su quello che si è fatto. Ovviamente il biscotto confezionato
è più buono e all’apparenza anche il più attraente, ma quello personale
seppur rotto, sbriciolato, bruciacchiato o confezionato male è sicuramente
12
3
perché vedranno Dio
Beati i puri di cuore
più originale e sincero. Quello confezionato non richiede impegno e tempo mentre quello preparato a mano racchiude il tempo e la fatica di chi ci
ha lavorato. In questo senso possono essere lette anche le nostre relazioni:
possiamo scegliere una relazione comoda che replichiamo con lo stampino
e che si basa sull’immagine e ci sono relazioni invece su cui vale la pena investire tempo ed energie per renderle più originali e autentiche. Essere puri
di cuore vuol dire non cedere alla tentazione di una vita comoda e inflazionata per continuare a camminare verso un orizzonte più alto e originale.
Questo richiede impegno, fatica, saper aspettare: ingredienti scomodi, ma
che sanno dare gusto alla propria vita.
un film per riflettere
La tigre e la neve
Un film di Roberto Benigni. Con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno, Gianfranco Varetto, Tom Waits,
Emilia Fox. Commedia, durata 118 min.
Attilio è un poeta che ogni notte sogna di sposare la donna della
sua vita, Vittoria, che nella realtà lo sfugge di continuo. Quando lei, partita per un’intervista al più importante poeta iracheno
rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita Attilio la
raggiungerà e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali al posto
di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista. È una storia di amore quella che Benigni ci propone questa volta. Quell’amore che, partendo dai singoli, può portare
la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film
“comico” (anche se le sue usuali gag non mancano) ma una riflessione poetica (di
grande qualità la “lezione” sul fare poesia) sul bisogno di speranza che il mondo
moderno nutre, anche quando sembra che il cinismo domini. Una speranza che
non pretende di abbracciare teoricamente l’umanità, ma che parte dal darsi da
fare per la concreta salvezza di un essere umano. Magari pregando Allah con un
Padre Nostro e nel frattempo cercando di far spostare una mosca dal capezzale
di chi sta soffrendo. C’è chi ha braccia così grandi da credere di poter abbracciare
il mondo ma troppo corte per accogliere un amico. L’Attilio di Benigni e Cerami è
esattamente l’opposto.
Se non si ha la possibilità di vedere tutto il film suggeriamo questo video
del regista:
Amati e farsi amare di Roberto Benigni
https://www.youtube.com/watch?v=u9x2aXyBVDI
ZOOM
“That’s Amore”
è disponibile presso
gli uffici della FOCr
That’s Amore
Questa pubblicazione è frutto di una condivisione di obiettivi, competenze ed esperienze
diverse che hanno portato a sperimentare nella nostra Diocesi una modalità nuova di
pensare e realizzare l’educazione affettiva di preadolescenti e adolescenti, che coinvolga in modo più globale la comunità cristiana e veda nell’educazione affettiva uno degli
aspetti primari e trasversali della educazione delle nuove generazioni. Chi sta con i ragazzi sa infatti che educare alla affettività è educare a relazioni positive che tengano conto
del valore della persona, e quindi di ciascuno, e che aprano ad una attenzione all’altro,
come risposta ad una comune vocazione ad amare.
In quest’ottica le dimensioni della corporeità, emotività, razionalità e spiritualità devono essere valorizzate e fatte crescere in modo unitario ed armonico, processo che richiede pazienza e passione quotidiana: non sono dunque sufficienti pochi incontri specifici
per educare alla affettività ed il tema non è competenza solo di operatori esperti che
spiegano nozioni fisiologiche e norme morali, ma è una sfida che coinvolge ciascuno di
noi come genitore, sacerdote, catechista, educatore.
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Tempo ordinario
4
Beati gli operatori di pace
Domani
è già qui
perché saranno chiamati figli di Dio
La pace
La pace è un valore che a parole tutti condividono, ma che assume oggi
sempre di più i tratti di un’utopia. Tutti desiderano la pace, ma le tragiche notizie che ci arrivano ogni ci giorno, ci portano a considerarla un
sogno o qualcosa di infantile. Quando eravamo bambini infatti, i grandi
ci obbligavano a “fare pace” scambiando una stretta di mano. Un adolescente inizia a capire che più si diventa grandi e più è difficile andare
verso l’altro con la mano tesa perché scattano meccanismi psicologici che
fanno da blocco: rancori, passati irrisolti, sgarbi insormontabili, un orgoglio troppo ingombrante. Il Vangelo proclama felici quanti costruiscono
percorsi di pace e rifiutano la violenza come logica di risoluzione dei conflitti. Secondo Gesù chi opera la pace, possiede una parentela stretta con
Dio, ne diventa addirittura figlio. La pace è all’origine un forte desiderio
che anima ciascun uomo. C’è una pace che desideriamo ardentemente
dentro e c’è una pace che abbiamo occasione di costruire fuori. Le due
cose non sono poi così scollegate. Un adolescente vive interiormente tutto tranne che la pace interiore in quanto emozioni e pensieri sono spesso
in conflitto tra di loro in questa fascia d’età. Con i ragazzi però è importante comprendere come la pace sia innanzitutto un dono che dobbiamo
abituarci a chiedere al Signore: “dirigi i nostri passi sulla via della pace”,
perché possa continuare a camminare sulle nostre gambe mediante azioni concrete. Se da Dio sapremo accogliere la pace allora, seguendo l’esempio di Gesù, sapremo anche metterla in pratica e quindi diventarne
costruttori. Il Padre ha bisogno di persone che collaborino al suo progetto
di amore e di pace.
Pista 1 il pranzo dei popoli
Obiettivi
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo
Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo
Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
Attività
Come primo passaggio potrebbe essere interessante raccogliere alcuni
dati aggiornati sul numero di conflitti e dei livelli di povertà e di fame nel
mondo. Si potrebbero presentare ai ragazzi mediante un video, una slide,
un cartina geografica in modo da far prendere loro consapevolezza del
grande bisogno di pace che ha il mondo di oggi. Successivamente proponiamo un’attività marchiata “Sermig” di Torino dal titolo “Il pranzo dei
popoli”. Esso può diventare tranquillamente anche una “cena”, ma in ogni
caso va realizzato all’ora di un pasto.
PREPARAZIONE: Prima che arrivino i ragazzi bisogna preparare diverse
zone della sala come se fossero diverse tavole del mondo. Preparare la tavola imbandita per il 10% dei presenti comunque un max di 5-6 persone,
di fronte ma a distanza, stuoie e ciotole sul pavimento, taniche con acqua
a lato. L’ideale sarebbe stampare i nomi delle nazioni su cartelli e disporli
in cerchio al centro. In modo che la tavola imbandita possa rappresentare
l’Europa o l’America del Nord, la zona dove si mangia per terra l’Asia e invece all’esterno o nella zona più povera l’Africa.
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4
perché saranno chiamati figli di Dio
Beati gli operatori di pace
SVOLGIMENTO: Il mondo, tutto il mondo, viene messo a tavola, contemporaneamente, e ad ognuno dei ragazzi che partecipano, viene chiesto
di mettersi in gioco, accettando di rinascere casualmente in un qualsiasi
Paese pescando un biglietto da un sacchettino. Una breve riflessione, dati
alla mano, sulla sua nuova situazione aiuta a vivere questa nuova identità: quanti soldi avrebbe in tasca quel giorno, quanta acqua per bere,
cucinare, lavarsi, quanti anni di vita davanti, quante possibilità di essere
ancora a scuola (lavoro di ricerca lasciato agli animatori, serve anche a
loro). Ogni ragazzo si posiziona “nel” suo Paese.
Ci sono gli Stati Uniti seduti comodamente ad un tavolo e con a disposizione tutto quello che vogliono, insieme a Italia, Giappone, Australia,
Francia ed altri pochi fortunati, con tanto di camerieri che li servono e li
riveriscono (animatori). Rappresentano all’incirca il dieci per cento dei
partecipanti a questo pranzo; i piatti di portata come quelli dei commensali devono essere stracolmi di cibo, quello che avanza dalle cucine e dai
piatti di portata finisce direttamente nei bidoni spazzatura appositamente preparati in un angolo della sala o piazza (si consiglia di camuffare
delle pentole dentro ai bidoni per evitare il reale spreco del cibo). Tutto succede davanti agli occhi della Sierra Leone, seduto per terra dopo
aver ricevuto una manciata di chicchi di riso che dovrebbero bastargli per
tutta la giornata, in compagnia di Romania, Venezuela, Pakistan, e di un
sacco di altri Paesi. Con una fascia rossa legata al braccio, ci sono poi i
Paesi in guerra, e in un angolo della sala ci sono anche i morti di fame con
la fascia nera. Quando viene annunciato il “buon appetito”, i partecipanti al Pranzo dei Popoli possono muoversi liberamente all’interno della
sala che ospita la loro assemblea, riproponendo tante volte senza accorgersene le dinamiche che generano i grandi fenomeni sociali del nostro
tempo, dalle emigrazioni ai conflitti. Dopo, hanno il tempo di pensare e
di discutere insieme su quello che hanno osservato, e soprattutto quello
che gli è successo, su quello che hanno provato, per fare un passo avanti
verso la conoscenza e la consapevolezza della realtà del mondo. Nessun
intervento degli animatori dovrà interrompere l’attività; ma un animatore
potrà riprendere la scena per rivedere e riflettere sulle varie dinamiche.
L’organizzare questa attività per l’ora di pranzo permette di far leva sulla
reale fame dei partecipanti e quindi di rendere l’attività più veritiera e
significativa.
è fondamentale una fase di rielaborazione finale per raccogliere quanto è
accaduto e far esprimere come ci si è sentiti per dare senso ai veri vissuti
(rabbia, tristezza, pietà, invidia, ecc.). Si potrebbe infine concludere con un
vero pranzo insieme.
Pista 2 desideri e paure
Obiettivi
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo
Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo
Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
Attività
La pace è un desiderio che ci anima e che ci spinge a cercare la felicità.
Di fronte ad una piccola o grande scelta per la propria vita ci sentiamo
tormentati e speriamo che una volta fatta sia quella giusta e ci lasci finalmente la pace. In ogni scelta paura e desiderio confliggono tra di loro.
Esse sono due facce della stesa medaglia, pertanto si potrebbero far preparare ai ragazzi delle grandi sagome facendogli disegnare il contorno
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perché saranno chiamati figli di Dio
Beati gli operatori di pace
4
del proprio corpo su cartone. Il lavoro può essere fatto in piccoli gruppi
o anche individualmente anche se richiede più tempo. Una volta realizzate le sagome, si chiede loro di pensare al proprio futuro e scrivere quali
sono i desideri. E sull’altro lato della sagoma invece le paure. Al termine
ciascuno se vuole presenta la propria sagoma. I desideri sono ovviamente
ciò che spingono e trainano i ragazzi a migliorare e ad andare avanti, le
paure sono ciò che frenano, ma allo stesso tempo ciò che permettono di
chiedersi se quella è veramente la scelta giusta.
Questo lavoro potrebbe chiudersi con un momento di preghiera in cui offrire
al Signore i nostri conflitti interiori e chiedere a Lui il dono della pace affinché illumini le nostre scelte verso la strada del domani.
Pista 3 a servizio della pace
Obiettivi
Far conoscere e riflettere sul bisogno di pace che c’è nel mondo
Far cogliere come la pace sia anche un dono e non solo un costrutto
artificiale dell’uomo
Sperimentare azioni concrete in cui sentirsi costruttori di pace
Attività
Per questo tema può essere interessante anche l’incontro con alcune persone che sono sopravvissute e scappate da zone di Guerra. In modo da
poter ascoltare la loro testimonianza oppure prendere contatti con alcune
realtà che svolgono un particolare lavoro a servizio della pace. Per incontri, testimonianze ed esperienze di servizio si può fare riferimento alla
Caritas diocesana o all’ufficio missionario.
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Alla luce del sole
Un film di Roberto Faenza. Con Luca Zingaretti, Alessia
Goria, Corrado Fortuna, Giovanna Bozzolo, Francesco Foti.
Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - Italia
2005. uscita venerdì 21 gennaio 2005.
La storia di padre Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio
di Palermo, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Un uomo
che «sparava» dritto, dovere inflessibile nella denuncia e alieno da ogni compromesso. Con gesti concreti, dedicandosi al recupero dei bambini del quartiere per
sottrarli alla mafia, padre Puglisi diventa una presenza scomoda, un simbolo, un
freno alla corruzione. è la storia di un vero costruttore di pace.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consigliano gli spezzoni ai seguenti link:
Alla luce del sole
https://www.youtube.com/watch?v=J_vuKEbUlh4
Parla il Killer di Padre Pino Puglisi al TGR
https://www.youtube.com/watch?v=n-TMuugINBE
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4
La terra degli uomini di Lorenzo Jovanotti
Si suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
perché saranno chiamati figli di Dio
Beati gli operatori di pace
E a volte i forzuti si accasciano
dimenticano ogni lezione
Lo sai cosa intendo se dico
che a tutto c’è una soluzione
e tutte le luci si accendono
miliardi di pixel si infiammano
si muovono a ritmo di un battito
di un battito
di un battito
E sotto ai miei piedi c’è un pozzo
sulla mia testa c’è il cielo
e io vivo proprio nel mezzo
nella terra degli uomini
dove suona la musica
e governa la tecnica
e mi piace la plastica
si sperimenta la pratica e
e si forma la lacrima
dove suona la musica
e il futuro si srotola
e l’amore si fa...
e l’amore si fa
Son sempre i migliori che partono
ci lasciano senza istruzioni
a riprogrammare i semafori
in cerca di sante ragioni
e c’è sempre un gran sole a sorprenderci
nell’indifferenza degli arbitri
che stanno lì a leggere i monitor
con le facce impassibili
E sotto ai miei piedi c’è un baratro
e sulla mia testa c’ho gli angeli
e qui siamo proprio nel mezzo
nella terra degli uomini
dove suona la musica
l’amicizia si genera
dove tutto è possibile
dove un sogno si popola
la chitarra si elettrica
e risuonan gli armonici
dove ridono i salici
dove piangono i comici
e la forza si amplifica
ed il sangue si mescola
e l’amore è una trappola
mica sempre però
qualche volta ti libera
e ti senti una favola
e ti sembra che tutta la vita non è
solamente retorica
ma sostanza purissima
che ti nutre le cellule
e ti fa venir voglia di vivere... fino
all’ultimo attimo oh
Dove suona la musica
nella terra degli uomini
dove trovi anche un posto per chi
ti sorride da un angolo
Fino all’ultimo attimo
fino all’ultimo attimo
fino all’ultimo attimo
Note
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AVVENTO
e NATALE
Prenota in FOCr i
SUSSIDI di
AVVENTO
per il cammino di preghiera
in preparazione
al Natale
19
25
28
Beati gli afflitti
perché saranno consolati
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia
perché saranno saziati
Beati i perseguitati per la giustizia
perché di essi è il regno dei cieli
AVVento e natale
5
Beati gli afflitti
Domani
è già qui
perché saranno consolati
Il dolore
Il tema del dolore entra prepotentemente nella riflessione esistenziale di
un adolescente lasciandolo spesso ammutolito, sconsolato, arrabbiato. Di
fronte ad un mondo adulto che cerca di esorcizzare la sofferenza, il mondo giovanile ne resta sgomento. Il dolore è parte della nostra vita tanto
quanto le relazioni, gli affetti, i sogni e per questo Gesù ne parla nel suo
discorso sulla felicità. Cosa c’entra il dolore con la felicità? sembrano due
cose in antitesi tra di loro. Il Vangelo proclama felici coloro che vivono la
contrarietà del dolore, il grande mistero antagonista. Viene promessa la
consolazione: viene offerto di credere nel futuro.
Pista destini incrociati
Obiettivi
Aiutarli a fare memoria di alcuni momenti dolorosi della propria vita
Sviluppare all’interno del gruppo sentimenti di empatia
Far emergere domande di senso legate al dolore
Attività
L’attività è una sorta di grande gioco - simulata in cui i ragazzi sono chiamati ad immedesimarsi, attraverso carte che consegnerete ad ognuno di
loro, nella vita di persone che hanno una storia di fatica, dolore, prova
(es. ragazza madre, genitore di un figlio disabile, atleta che rimane paralizzato, ragazzo che di ritorno da una festa fa un incidente in cui muore la
persona sull’altro auto...). Vengono inventate o prese dalla realtà alcune
storie e divise in tre pezzi quindi stampate su tre carte. Le carte danno
proprio l’immagine della casualità del destino. All’inizio dell’attività a
ciascun ragazzo viene assegnato un personaggio e quindi consegnata la
prima carta. Probabilmente più ragazzi avranno lo stesso personaggio e
potranno girare insieme per le varie tappe anche se la vita rimane individuale. Ad ogni carta corrisponde un momento/fase della vita, al quale
corrisponde un’attività (gioco o momento di riflessione legati a ciò che
gli è accaduto). Nei momenti più duri e dolorosi verrà loro sottoposto un
questionario dal titolo “Ma che razza di Dio c’è nel cielo?” Tutte le storie
procedono contemporaneamente.
Struttura: 5 personaggi e 3 eventi vita per ognuno:
Ragazza madre
Ragazzo/a cui muore morosa/o
Padre
Atleta
“Assassino”
Di seguito vi proponiamo come esempio due vite tipo e il questionario.
19
Hai 23 anni. Manca proprio poco alla fine dei tuoi studi
universitari e hai già parecchie proposte di lavoro, insomma: hai una futura stabilità economica quasi assicurata.
Sei cresciuta con un gruppo di amici intorno che
non ti è mai mancato: da quando eravate alle
superiori vi siete sempre accompagnati, divertendovi da matti e standovi anche vicini nei
momenti più importanti. Hai avuto anche qualche storia con ragazzi con cui bene o male sei
rimasta in buoni rapporti. Se ci pensi, la tua vita
non è proprio niente male. Non chiedi niente di
più. Non hai mai pensato di metter su famiglia,
non rientra nei tuoi progetti.
Quando però incontri lui, ti succede qualcosa
di strano: il vostro modo di stare insieme,
così diverso da tutto quello che avevi provato finora, stravolge tutti i tuoi schemi, il
tuo modo di pensare; vi capite, condividete
anche ideali importanti, vi sostenete, vi desiderate, e stranamente non vi stancate uno
dell’altro…e così ti entra in testa un pensiero
completamente nuovo: sei assolutamente
convinta che non desideri (e nemmeno
potresti) voler bene a nessun altro come
vuoi bene a lui… Con lui l’idea di passare
insieme tutta la vita non ti spaventa o annoia più: ti fa sentire stranamente felice.
Dopo un paio d’anni che state insieme vi
sposate, desiderate creare una famiglia. I primi due anni di matrimonio sono ricchi di gioie
condivise e di una serenità che fino a pochi
anni prima non avresti mai pensato di trovare
in una vita “da sposati”.
1
Ragazza madre
Ragazza madre
Sono ormai più di due anni che provate ad
avere un bambino. Non avete fretta,
ma lo desiderate sempre di più. Hai
quasi 27 anni quando rimani incinta: siete felicissimi ed emozionati,
quasi euforici! Vi perdete spesso a
pensare se sarà maschio o femmina, a che nome dargli, che persona
diventerà il vostro bambino, che
cosa farà da grande, se troverà successo o amore…
Ma al quarto mese di gravidanza
una notizia inaspettata vi cade
sulle spalle come un macigno,ogni vostro sogno si sbriciola sotto
il peso delle parole che escono
dalla bocca del tuo ginecologo:
dagli esami risulta che il vostro
bambino è affetto dalla sindrome di Down.
Siete devastati, non sapete
come... perché... non riuscite a
mettere in fila un pensiero.
Ma vi rifiutate di abortirlo: lo crescerete.
2
2
1
Ragazza madre
Vostro figlio ha ormai 13 anni. È intelligente,
educato e molto simpatico, sei fiera di lui, ma
rimane una verità che a volte fa così male da
aver paura di non riuscire ad andare avanti: non sarà mai, comunque, un bambino
“come gli altri”.
Eppure ci sono volte che lui, proprio lui,
ti fa scoprire il gusto di una felicità ancora nuova, così piena e completa…che
pensi che i genitori di bambini “normali” non la potranno mai conoscere e
quasi ti dispiace per loro. Così la tua vita
va avanti fra picchi di felicità inaspettata e abissi di dolore pazzesco.
Almeno ti puoi attaccare al pensiero che più di così la tua vita non può
complicarsi, non è possibile, deve
esistere un limite alle fatiche di una
persona.
Ti devi ricredere quando tuo suocero ha un ictus: tutta la parte sinistra
del suo corpo rimane paralizzata,
fa fatica perfino a parlare. Non
può più rimanere in casa da solo,
ha bisogno di cure costanti. Siete
i parenti più vicini che gli sono rimasti,ma non avete abbastanza soldi
per garantirgli un posto in un ospizio:
non potete far altro che accoglierlo in
casa vostra e prestargli voi le cure di
cui ha bisogno.
3
perché saranno consolati
Beati gli afflitti
3
5
20
Tuo padre era un allenatore di atletica quindi
tu praticamente sei cresciuto/a negli stadi insieme a lui. Ti sei appassionato/a allo sport e pian
piano ti sei specializzato/a
nella corsa: sei diventato/a
presto un ottimo velocista. A
dieci anni hai ottenuto i
tuoi primi successi a livello provinciale. Alle
medie sono arrivate
le prime medaglie in
gare regionali.
1
atleta
atleta
Lo sport ti diverte e ti motiva, riempie la tua
vita insieme alla passione per
le moto e all’uscire coi tuoi
compagni di squadra appena
puoi.
A 18 anni vinci la tua prima
medaglia d’oro ai Campionati Italiani di Atletica.
Inevitabilmente anche i
media s’interessano di te,
non solo i giornali locali. Nel
frattempo hai trovato una ragazza.Sembra una cosa abbastanza
seria (insomma… più del solito!):
tanto più che condivide con te la
passione per l’atletica.
Nei due anni successivi,
sempre a livello nazionale arrivano un argento e
un altro oro. Hai 20 anni
quando ti qualifichi per
gli Europei: sei entusiasta, euforico e
carichissimo, ti sembra di poter dare ancora tantissimo e magari chissà… un giorno
la qualificazione alle Olimpiadi potrebbe
non essere più tanto impossibile… La
tua vita sta prendendo una piega
così inaspettatamente bella…Perché smettere di sognare?
2
2
1
atleta
Manca poco più di un mese agli Europei.
Stai tornando da una gita in moto in montagna coi
tuoi amici, pensi che è così bella, la
tua moto, da guidare, che se non
fossi diventato un velocista nella corsa di sicuro avresti tentato nel motociclismo! Ti perdi
un po’ nei tuoi pensieri tra la
bellezza della giornata appena trascorsa coi tuoi amici di
sempre e l’emozione e l’adrenalina tutte nuove che ti aspettano fra un mese… Imbocchi una
curva ma… sbandi, perdi il controllo
della moto, fai solo in tempo a scorgere un’auto che arriva nel senso opposto… poi più niente.
Ti risvegli in ospedale spaesato, indolenzito,dolorante…
Ma il dolore fisico lascia
spazio a quello più lancinante di quando provi a
tirarti su nel letto e ti sembra che le gambe non rispondano... non si
muovano. Non capisci più niente. Non ti accorgi nemmeno che è entrato un dottore e che
ha iniziato a parlarti… non cogli bene tutte le
parole del suo discorso, ma il senso lo capisci alla svelta. Vedi i tuoi genitori che
non osano alzare gli occhi ma senti
che piangono. Sei rimasto paralizzato dalla vita in giù.
3
perché saranno consolati
Beati gli afflitti
3
5
21
perché saranno consolati
Beati gli afflitti
5
Questionario
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
1
Qual è stato il sentimento più incontrollabile che hai provato nel momento in cui la “tua” vita è stata sconvolta?
2
Se in quel momento avessi avuto di fronte a te Dio, cosa gli avresti fatto/
detto?
3
Riesci a trovare una consolazione? Se sì, quale/in cosa?
Se no, pensi che sarà sempre così, che non la potrai mai trovare?
4
In questo momento cosa hai voglia di fare? (max 1 risposta)
Scappare
Avere qualcosa
da prendere a pugni
Andare a bere qualcosa
per svagarmi
Solo piangere
Uscire con gli amici
e non pensarci
Dimenticare tutto
il prima possibile
Pregare
Chiudermi in casa
e non vedere nessuno
Altro
5
Il dolore legato alla vicenda del personaggio ti fa ricordare qualche persona della tua vita reale?
6
Se ti accadesse qualcosa di simile, credi che esista qualcuno nella tua vita
reale che potrebbe capirti? Chi?
7
Se ti accadesse qualcosa di simile, credi che esista qualcuno nella tua vita
reale capace di placare il tuo dolore? Se sì, perché? Se no, perché?
8
Credi che avresti voglia di parlare di quello che ti è capitato?
Se sì, perché? Se no, perché?
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perché saranno consolati
Beati gli afflitti
5
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Quasi amici
Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano. Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Clotilde Mollet, Audrey Fleurot.
Titolo originale Intouchables. Commedia, durata 112 min.
- Francia 2011.
I due registi descrivono il complicato rapporto tra due “personaggi” entrambi scottati dalla vita: uno segnato da un terribile
incidente a seguito del quale è rimasto paralizzato e ha perso la moglie,l’altro
Yabdel, dal triste passato di immigrato senegalese. Il rapporto tra i due non segue una precisa logica ma alterna momenti di duro scontro ad altri di pacata
riconciliazione: il miliardario scorbutico,solo e conformista, trova attraverso
“l’elemento di disturbo” la forza di reagire e lottare nonostante le sue tragiche
condizioni. Acquista coraggio e fiducia nelle sue capacità tanto da spingersi oltre il semplice rapporto epistolare con una giovane ragazza di cui è innamorato,
da farsi rispettare dall’insolente figlia, di aiutare ed essere aiutati nel periglioso
cammino della vita.
L’ossimoro che permea Quasi amici , basato su una storia vera, contribuisce a
evidenziare le debolezze dei due protagonisti: Philippe è inabile ma intellettualmente attivo pur se socialmente incapace in quanto “intrappolato” nel suo
mondo ovattato, Yabdel, al contrario, è una bomba di “mobilità”,apparentemente
forte e sicuro di sé ma fragile interiormente senza una precisa collocazione e
direzione entro cui collocare la sua vita; non ha ambizioni se non accedere al
sussidio di disoccupazione, suo unico mezzo di sostentamento. L’incontro/scontro/rappacificazione è una bella lezione di vita, un’esplosione di sincerità e di
speranza sul significato della ricchezza che è nulla senza la condivisione e le
emozioni di cui è portatrice.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consigliano dello spezzone al seguente link:
Quasi amici earth wind and fire “Senti questa che figata”
https://www.youtube.com/watch?v=jq98g_duYk4
Ma che razza di Dio c’è nel cielo di Roberto Vecchioni
Si suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
L’infinito silenzio sopra un campo di battaglia
quando il vento ha la pietà di accarezzare;
l’inspiegabile curva della moto di un figlio che a vent’anni te lo devi scordare...
Sentire d’essere noi le sole stelle sbagliate
in questa immensa perfezione serale;
e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare.
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore,
lo potrà mai consolare?
Aprire gli occhi e morire in un fruscio di farfalla
neanche il tempo di una ninna nanna;
l’idiozia della luna, la follia di sognare,
la sterminata noia che prova il mare;
e a questa assurda preghiera di parole, musica, colori,
che Gli continuiamo a mandare,
non c’è nessuna risposta,
salvo che è colpa nostra e che ci dovevamo pensare.
23
5
perché saranno consolati
Beati gli afflitti
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore,
può tagliare la notte e il dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo
respirare, più di tutto lo strisciare?
più di questo insensato dolore?
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di buio c’è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore
più di questo insensato dolore?
Ma che razza di Dio c’è nel cielo?
Ma che razza di buio c’è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore più
di questo non capire, non sapere sbagliare e lasciarsi perdonare?
Ma chi è l’altro Dio che ho nel cuore?
Ma che razza d’altro Dio c’è nel mio cuore,
che lo sento quando viene,
che lo aspetto non so come
che non mi lascia mai,
non mi perde mai e non lo perdo mai.
Note
24
6
Beati quelli che hanno fame
e sete della giustizia
Domani
AVVento e natale
perché saranno saziati
è già qui
Il bene
Il Vangelo proclama felici quanti desiderano la giustizia o perché ne sono
privati o perché la servono. Gesù chiede di perseguire il bene, averne
fame e sete, guardando al suo compimento e non solo alle sue limitazioni. Quando intervistano i parenti di qualche vittima di omicidio o incidente i parenti ai microfoni chiedono che “sia fatta giustizia”. Oppure
di fronte ad un fatto di cronaca in cui un giovanissimo muore di droga i
ragazzi sono i primi che iniziano a discuterne tra loro su ciò che “è giusto
e ciò che è sbagliato”. L’adolescenza infatti è un età in cui matura nel ragazzo una coscienza come luogo delle decisioni e di giudizio. Attenzione
però perché il rischio è quello di fraintendere le parole di Gesù. Spesso i parenti arrabbiati delle vittime non chiedono giustizia, ma vendetta.
Spesso i nostri giudizi su fatti di cronaca sono stereotipi perché frutto di
una conoscenza superficiale dell’evento. Gesù parla di “affamati e assetati” della giustizia. Ovvero di tutte quelle persone che hanno bisogno
del pane tanto quanto della giustizia perché l’ingiustizia gli sta portando
via la vita: si riferisce a persone vittime di violenza, di sopruso, di logiche
disumane di sfruttamento e di corruzione. A loro viene fatta la promessa
di essere un giorno saziati e della felicità, perché l’hanno desiderata così
ardentemente che sapranno coglierne il vero valore. In avvento questa
beatitudine apre le porte anche al tema della speranza in un Dio che si è
fatto uomo per stare dalla parte di chi cerca un mondo più giusto.
Pista 1 storie da beati
Obiettivi
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e assetati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di
spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella
che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Attività
Come attività qui potrebbe essere interessante proporre
ai ragazzi la conoscenza di qualche testimone. Si potrebbero presentare loro storie di alcune vittime della mafia, che
hanno dato la vita per il nostro Stato come i magistrati Falcone e Borsellino, oppure del prete di Brancaccio Padre Puglisi. Si
potrebbe raccontare loro l’esperienza di qualche missionario
che ha dato la vita per il popolo in cui era stato chiamato
a lavorare come le tre suore saveriane uccise in Burundi
nel 2014. Oppure si potrebbe presentare loro la figura di
qualche santo, si pensi a San Massimiliano Kolbe morto
ad Aushwitz per salvare una famiglia ebrea.
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perché saranno saziati
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia
6
Pista 2 la legge è uguale per tutti
Obiettivi
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e assetati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di
spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella
che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Attività
Se invece si pensa di gestire l’incontro in una maniera più ludica si potrebbe mettere in scena un processo. L’animatore propone ai ragazzi un
caso, che può essere inventato oppure preso da un reale fatto di cronaca.
Si chiede loro di dividersi in due gruppi: l’accusa e la difesa. Ciascun gruppo dovrà approfondire il caso, cercando su internet oppure intervistando
dei testimoni (che potrebbero essere interpretati da altri animatori). Poi
ciascun gruppo dovrà scrivere almeno dieci motivazioni che accusano o
difendono l’imputato. Il giudice – animatore gestirà il dibattito e al termine del quale prenderà la decisione.
Al termine del gioco è importante lasciare un tempo per decostruire
quanto è stato fatto.
La riflessione conclusiva dovrebbe incentrarsi sulle dinamiche che sono
emerse e che sono state osservate facendo cogliere loro come la giustizia
sia un concetto complesso che non dovrebbe mai schiacciare l’uomo, ma
anzi liberarlo.
Pista 3 a tu per tu con la giustizia
Obiettivi
Presentare ai ragazzi figure concrete e storie vere di “affamamti e assetati della giustizia”
Lavorare con loro il concetto di giustizia per renderlo complesso e di
spessore
Far cogliere loro il valore di una promessa che genera speranza: quella
che Gesù fa a coloro che vivono nell’ingiustizia.
Attività
Un’altra possibilità per trattare questo tema potrebbe essere quello della
testimonianza. Nella nostra società siamo abituati a pensare alle carceri
come dei “luoghi di giustizia” in cui persone colpevoli scontano una loro
pena. Potrebbe essere interessante organizzare una visita o un incontro
con il cappellano del carcere o con qualche realtà associativa di volontariato che vi presta servizio.
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un film per riflettere
The help
Un film di Tate Taylor. Con Emma Stone, Viola Davis, Bryce
Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 137 min. - USA 2012. Walt Disney uscita venerdì 20 gennaio 2012.
perché saranno saziati
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia
6
Jackson, Mississippi. Inizio degli Anni Sessanta. Skeeter si è appena laureata e il primo impiego che ottiene è presso un giornale locale in cui deve rispondere alla posta delle casalinghe. Le viene però un’idea migliore. Circondata com’è da un razzismo tanto ipocrita quanto esibito e
consapevole del fatto che l’educazione dei piccoli, come lo è stata la sua, è nelle
mani delle domestiche di colore, decide di raccontare la vita dei bianchi osservata dal punto di vista delle collaboratrici familiari ‘negre’ (come allora venivano
dispregiativamente chiamate). Inizialmente trova delle ovvie resistenze ma, in
concomitanza con la campagna che una delle ‘ladies’ lancia affinché nelle abitazioni dei bianchi ci sia un gabinetto riservato alle cameriere, qualche bocca inizia
ad aprirsi. La prima a parlare è Aibileen seguita poi da Minny. Il libro di Skeeter
comincia a prendere forma e, al contempo, a non essere più ‘suo’ ma delle donne
che le confidano le umiliazioni patite.
Note
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7
Beati i perseguitati
per la giustizia
Domani
AVVento e natale
perché di essi è il regno dei cieli
è già qui
La fede. Ne vale la pena?
Gesù in questa beatitudine si riferisce a tutti coloro che verranno perseguitati per aver seguito i suoi insegnamenti, nonostante siano nel giusto.
Si tratta di tutti coloro che soffrono fino ad dare la vita per proclamare la
giustizia del Vangelo. Quanti uomini e donne in tutto il mondo, ancora
oggi, versano il loro sangue per la fede. Che cosa può dire questa beatitudine ai nostri ragazzi? Innanzitutto potrebbe essere molto interessante
far conoscere loro questa realtà, ovvero che ci sono persone che per la
fede sono disposte a dare la vita, mentre magari per noi è un orpello.
Fargli sorgere la domanda: perché per alcuni è così importante? Che cosa
mi vogliono testimoniare? Il secondo aspetto potrebbe essere quello di
far notare loro perché chi è credente e vive il Vangelo dovrebbe essere
perseguitato. Cosa c’è nello stile evangelico che va contro le logiche del
mondo? I cristiani vengono perseguitati perché danno fastidio dunque la
loro vita è significativa. Questo vuol dire che se nessuno mi dice nulla deduco che la mia testimonianza è invisibile. Diventa importante far capire
ai ragazzi che un giovane felice è tale perché la propria vita dice qualcosa,
ha il sapore del Vangelo per me e per chi incontro e per chi servo. In questo dobbiamo aiutarci a camminare. A loro è dato il regno, il compimento
di una vita piena. Gesù benedice quanti esprimono con storie personali
drammatiche il valore della giustizia e lo gridano al mondo.
Pista 1 pazzi ma credibili
Obiettivi
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del
martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente
Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri
Farli riflettere sul valore della loro fede.
Attività
Essere nel giusto e non essere creduti. Il gioco si presenta come una sfida tra singoli ragazzi che si improvviseranno profeti. Si selezionano un
gruppo di volontari che avranno il compito di convincere la folla (il resto
del gruppo) con una teoria assurda. Le teorie possono essere inventate:
un tempo gli esseri umani volavano, l’acqua con il caldo si congela, ecc. In
un tempo stabilito (all’incirca un minuto e mezzo) dovranno compiere la
loro arringa e convincere il popolo della loro teoria. Si tratta di un modo
simpatico per dimostrare ai ragazzi come spesso i profeti venivano considerati dei pazzi o comunque dei personaggi molto strani.
Al termine del gioco però sarà evidente come il ragazzo che avrà convinto
meglio il pubblico sarà quello che ha creduto di più nella sua teoria, quasi
come a dire che un vero credente è anche credibile agli occhi degli altri.
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perché di essi è il regno dei cieli
Beati i perseguitati per la giustizia
7
Pista 2 un messaggio controcorrente
Obiettivi
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del
martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente
Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri
Farli riflettere sul valore della loro fede.
Attività
Siccome vivere il vangelo vuol dire andare controcorrente e saper dire
qualcosa con la propria vita agli altri il gioco che andiamo a presentare descrive bene questa situazione in maniera ludica. Si scelgono almeno cinque ragazzi dal gruppo e gli si fa pescare una parola che poi loro
dovranno mimare al resto della squadra. Attenzione però perché non si
tratta del solito gioco del mimo. Quattro ragazzi su cinque infatti pescheranno la stessa parola, mentre uno solo pescherà una parola diversa. Questi dovranno mettersi in riga e al via contemporaneamente realizzare un
mimo della propria parola. Il gruppo guardando i mimi dovrà individuare chi ha la parola diversa e indovinarla. Per rendere la cosa ancora più
difficile si potrebbe cercare delle parole diverse ma che come mimo si
assomigliano (per esempio quattro persone pescano la parola pipistrello
e una la parola cicogna).
Pista 3 incontri
Obiettivi
Far conoscere ai ragazzi il valore della fede nella testimonianza del
martirio
Giocare sul fatto che essere nel giusto significa essere controcorrente
Aiutarli a capire come essere credenti credibili agli occhi degli altri
Farli riflettere sul valore della loro fede.
Attività
Se invece si vuole affrontare questo tema in maniera più riflessiva, potrebbe essere interessante far preparare ad alcuni animatori delle biografie di martiri e poi farli incontrare ai ragazzi. In questo senso il gruppo
adolescenti potrebbe compiere una sorta di itinerario nella storia e passare da un incontro all’altro dove queste figure si presentano, raccontano
la loro storia di fede, e magari lasciano un piccolo compito ai ragazzi.
La peccatrice del vangelo potrebbe chiedere loro di scrivere su uno dei
sassi che la circonda qualcosa che vorrebbero cambiare di sé
S. Stefano potrebbe regalare un pezzo della sua tunica ai ragazzi su cui
scrivere una cosa “vera” o “giusta” che gli ha comunicato la fede.
Ecc… fino ad alcune figure di martiri contemporanei che potrebbero aiutare i ragazzi a riflettere su quanto vale per loro la fede.
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perché di essi è il regno dei cieli
Beati i perseguitati per la giustizia
7
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Il miglio verde
Un film di Frank Darabont. Con Tom Hanks, David Morse,
Michael Clarke Duncan, Michael Jeter, James Cromwell. Titolo originale The Green Mile. Fantastico, durata 188 min.
- USA 1999.
Film un po’ lungo ma che si sposa bene con il tema. Non è una
storia vera perché è tratta da un romanzo di Stephen King ma è
immagine di tanta realtà. Il miglio verde è, in slang, il percorso dei condannati a
morte. Soggetto che ha sempre un forte appeal cinematografico. A percorrerlo
dovrà essere un gigantesco nero accusato dell’assassinio di due bambine (ma
è innocente). L’uomo ha poteri quasi divini. Guarisce malati gravissimi e, in un
caso, riporta alla vita un morto. La storia vive nella memoria del capo dei secondini (Hanks), che era stato a sua volta “miracolato” dal condannato.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consigliano dello spezzone al seguente link:
Il miglio verde – Paul parla a John Coffe
https://www.youtube.com/watch?v=c0cXORtrpXY
Il pescatore di Fabrizio De Andrè
Canzone enigmatica, come enigmatico ne è l’autore. Non si può sapere con
precisione cosa essa vuole dire, ma può essere interessante vedere come la
interpretano i ragazzi.
Perché il pescatore aiuta un assassino?
Cosa prova l’assassino quando scappa?
Chi è per voi questo pescatore?
All’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto d’un aprile
giocato all’ombra di un cortile.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un’avventura.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino, spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore d’un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
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TEMPO di
QUARESIMA
Prenota in FOCr i
SUSSIDI di
QUARESIMA
per il cammino di preghiera
in preparazione
alla Pasqua
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Beati i misericordiosi
perché troveranno misericordia
Tempo di quaresima
8
Beati i misericordiosi
Domani
è già qui
perché troveranno misericordia
La misericordia
è il tema della prossima GMG a Cracovia ed è il tema su cui papa Francesco ha voluto concentrare l’anno giubilare. Il tema della misericordia
diventa fulcro del percorso di catechesi e viene collocato proprio in Quaresima perché ci dà occasione si sviscerare bene tutti i temi che sgorgano da questa beatitudine. La Quaresima è un tempo forte in cui poter
incrementare i momenti di preghiera e l’ascolto della Parola. Potrebbe
essere un tempo in cui chiedere ai ragazzi di partecipare ad un momento di preghiera quotidiano o settimanale, alla chiusura dell’oratorio o al
mattino presto prima di andare a scuola. Potrebbe essere un gesto missionario quello di regalare loro un sussidio per la preghiera personale.
è buona cosa proporre loro un momento in cui accostarsi al sacramento
della riconciliazione magari guidato e non troppo pesante (in allegato
a questo sussidio trovate una traccia di celebrazione penitenziale e una
per l’esame di coscienza, entrambe sul tema delle beatitudini). Infine si
consiglia di organizzare anche piccole occasioni di servizio in parrocchia
o coinvolgendo altre realtà diocesane. Qualcuno propone anche un ritiro,
magari residenziale, che possa essere occasione per fermarsi maggiormente sulla parola e sul mistero della Pasqua. è il tempo buono anche
per organizzare qualche incontro con testimoni che lavorano nel mondo
della carità.
Accanto a tutte queste possibili iniziative continua però il cammino catechistico ordinario fatto di incontri settimanali o occasionali. Pertanto
vi proponiamo alcuni temi che si potrebbero affrontare con i ragazzi a
partire dal “Beati i misericordiosi”:
1 Riconoscersi peccatori: la conversione come occasione per ripensare
alla propria strada
2 Il perdono: un amore non banale ma fortemente radicato nell’atteggiamento del dono
3 Essere perdonati: La gioia e la forza di un perdono gratuito; riconoscersi
destinatari dell’amore di Dio e degli altri.
4 Digiuni e penitenze: fuori dal tempo o occasione per rimettere al centro
ciò che ha un valore profondo? Il senso della rinuncia.
Pista 1 riconoscersi peccatori: convertirsi per ripensare alla propria strada
Obiettivi
Provocare negli adolescenti una riflessione sugli aspetti della Quaresima tra cui le tentazioni
Dare tempo e strumenti ai ragazzi per rileggere la propria esperienza
di fede.
Attività 1
Il labirinto della fiducia
La vita a volte è come un labirinto in cui bisogna continuamente scegliere che strada prendere. La coscienza è il luogo della scelta in cui tutte le
voci interiori ed esterne trovano sintesi. In questo gioco si ha la possibilità di giocare sulle voci che vale la pena seguire e quelle che è meglio
lasciar perdere. I ragazzi si stendono sul tappeto formando i corridoi di
un labirinto (se sono pochi si possono usare sedie o panchine). Si sceglie
un ragazzo che viene bendato con una sciarpa. A questo punto i ragazzi
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perché troveranno misericordia
Beati i misericordiosi
8
stesi a terra si spostano per cambiare forma ai corridoi del labirinto, in
modo da confondere il ragazzo bendato, che non può più fidarsi della sua
memoria. Gli educatori si dividono in due squadre: la PRIMA degli ingannatori e la SECONDA dei consiglieri giusti. Si fa fare qualche giro su di sé
al ragazzo bendato e poi una guida lo introduce nel labirinto. Il ragazzo
deve arrivare alla fine del percorso, ascoltando le voci degli educatori
e decidendo da quale gruppo lasciarsi guidare. Il gioco si può ripetere,
dando la possibilità ad ogni ragazzo di sperimentarlo. Alla fine si potrà
riflettere su cosa il gioco insegna alla nostra vita.
Attività 2
un’icona della mia fede
Un’altra attività più introspettiva e meno ludica consiste nel chiedere a
ciascun ragazzo di realizzare una icona che raffiguri Dio. Si potrebbe iniziare l’incontro presentando brevemente che cos’è un’icona sacra e come
viene realizzata. Poi si può lasciare un tempo abbastanza lungo nel quale ogni ragazzo potrà disegnare la sua icona. è necessario preparare dei
piccoli pannelli di legno e metter a loro disposizione dei materiali: colori,
tempere, pennarelli, tessuti, stoffe, sabbie, ecc. L’immagine potrà essere
astratta o naturalistica. Durante il lavoro è buona cosa che ci sia silenzio
e che ciascun ragazzo lavori da solo. Un sottofondo musicale potrebbe
aiutare i ragazzi ad entrare nel clima giusto. Al termine del proprio lavoro
ogni ragazzo singolarmente potrà scegliere un luogo della stanza dove
fermarsi e, guardando la propria icona, scrivere una preghiera che abbia
come tema la sua relazione con Dio. La preghiera verrà lasciata a lato
dell’icona fermata da una candela accesa. Ogni ragazzo potrà abbandonare l’aula una volta accesa la sua candela. I catechisti quanto tutti avranno
finito raccoglieranno i materiali, conservandoli per l’incontro successivo.
Pista 2 il perdono: un amore non banale radicato nell’atteggiamento del dono
Obiettivo
Attività
Far comprendere ai ragazzi
il senso e il valore del perdono.
Per questa attività occorre preparare un cartellone, un piatto con del colore a tempera, dei pennarelli, un secchio pieno d’acqua ed un bicchiere.
Si potrebbe partire dall’ascolto del Vangelo di Giovanni (4,5-42) il racconto della samaritana al pozzo. Successivamente l’educatore prepara un
cartellone con scritti degli ambiti, dove quotidianamente fa delle esperienze di vita. Ne proponiamo alcuni: amici, famiglia, scuola, sport, affetti,
gruppi parrocchiali e/o associazioni ecc. Si chiede ai ragazzi di riflettere
sulle loro esperienze di fragilità e sui loro errori (es.: ho tradito, ho abbandonato, ho giudicato, ho sparlato, ho deriso, ho mentito etc.) e a riferirle ai diversi ambiti evidenziati sul cartellone. Dopodiché ogni ragazzo si
sporcherà il palmo della mano con del colore a tempera e andrà a mettere
la propria impronta in corrispondenza dell’ambiente dove ha fatto esperienza di essere venuto meno, con un certo comportamento; scriverà poi
una parola accanto alla sua orma seguendo gli spunti precedentemente
proposti. A questo punto, il gruppo discuterà per trovare una soluzione
alle fragilità emerse. Infine, avvicinandosi al secchio preparato ad inizio
incontro, un educatore laverà la mano al ragazzo prendendo con un bicchiere dell’acqua dal secchio. Questo gesto sta a testimoniare il fatto che
il Signore dà a noi la possibilità di ricominciare con il suo amore gratuito.
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perché troveranno misericordia
Beati i misericordiosi
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Pista 3 essere perdonati: la gioia e la forza di un perdono gratuito
Obiettivo
Attività
Far capire ai ragazzi
il valore di un Dio misericordioso.
Si potrebbe lasciare ai ragazzi un tempo per riflettere sull’ultimo periodo
per individuare una cosa che ha rovinato il loro rapporto con Gesù e il suo
stile di vita. La richiesta deve essere chiara: “cosa nell’ultimo periodo ti
ha allontanato da Gesù?”. Una volta che un ragazzo avrà dato il nome a
questo “peccato”, lo potrà segnare su un foglietto ed inchiodarlo con il
martello all’icona preparata nell’incontro precedente. A questo punto si
potrebbe riflettere con loro su come il peccato come un chiodo rovini il
legno su cui tutti i giorni facciamo il nostro disegno con Dio. Dopo aver
ascoltato un brano sul perdono o al termine della confessione, si può procedere a rimuovere il chiodo, segno del peccato. Solo Dio è in grado di
rimuoverlo, anche se il buco da esso causato resta. Solo l’amore che vi è
in una relazione forte sarà capace di riempirlo.
Pista 4 digiuni e penitenze: fuori dal tempo o occasione per dire ciò che vale?
Obiettivo
Attività
Far cogliere ai ragazzi
il senso di alcune scelte che hanno il sapore della rinuncia.
l’esperienza del deserto
Si consegna ad ogni ragazzo un foglio A4, chiedendo loro di piegarlo in
due parti. Si chiede poi loro di pensare alla propria giornata a di scrivere
in ogni parte un evento quotidiano per loro abbastanza importante (per
esempio andare a scuola, fare allenamento, uscire con gli amici...).
Una volta fatto si chiede loro di scegliere uno delle due parti, quella a cui
non rinuncerebbero e di strappare via (rinunciare) all’altra.
A questo punto si chiede di piegare ulteriormente in due il foglio e di scrivere nelle due metà due ricordi di esperienze importanti o significative.
Ancora si chiede loro di scegliere una delle due parti, quella col ricordo a
cui si sentono più legati e di strappare l’altro.
Di nuovo si piega il foglio chiedendo loro di scrivere due valori/qualità che sentono come proprie e che per loro hanno massima priorità su
altri valori/qualità (per esempio sincerità, onestà, accoglienza, simpatia,
disponibilità, intelligenza...). Ancora una volta si chiede loro di scegliere
quello che è “più vero” per loro stessi.
Infine si piega un’ultima volta e si chiede di scrivere su ogni metà una
loro debolezza o fragilità sulle quali sanno di poter cadere maggiormente
in tentazione (irascibilità, indifferenza, pigrizia, malizia, disonestà...) e si
chiede loro di scegliere quella che per loro è più difficile da affrontare
perché più radicata nel loro cuore.
Fatto questo si legge il brano delle tentazioni di Gesù nel deserto:
Mt 4, 1-11.
Si riflette insieme ai ragazzi sul senso della tentazione e della rinuncia che
riguarda anche la vita di Gesù. In Quaresima siamo chiamati ad un tempo
di deserto, perché il nostro cuore venga messo alla prova, per poter comprendere che una rinuncia non è mai fine a se stessa e non è nemmeno una
via breve per vivere secondo giustizia. La rinuncia, il deserto, la quaresima
con i suoi “fioretti”, ci aiutano a fare la verità nel nostro cuore, a lasciare
emergere l’importanza della presenza di Gesù nella nostra vita, per provare
a vivere con maggiore consapevolezza il nostro essere cristiani.
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perché troveranno misericordia
Beati i misericordiosi
8
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Le chiavi di casa
Un film di Gianni Amelio. Con Kim Rossi Stuart, Charlotte
Rampling, Alla Faerovich, Pierfrancesco Favino, Manuel Katzy.
Gianni è un giovane padre che ha abbandonato il figlio Paolo
subito dopo la nascita. Il bambino è nato affetto da handicap,
mentre la giovane compagna di Gianni è morta di parto. Quindici
anni dopo l’uomo decide di fare la conoscenza del figlio: l’occasione è data da un
viaggio per portare il ragazzo in una clinica di Berlino per seguire alcune terapie.
Durante il soggiorno nella città tedesca, Gianni farà la conoscenza di Nicole una
donna matura con una figlia affetta da handicap, che gli farà capire la grandezza
dell’impegno che lo attende. Anche grazie a Nicole, Gianni e Paolo impareranno
a conoscersi a fondo e a confrontarsi, ma la parte più commovente è alla fine
quando Paolo conforta il padre.
L’essenziale di Tiromancino
Si suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
Nella vita comunque paghi per le scelte sbagliate
per quelle occasioni mancate
che non ti fanno dormire
ma ti sanno ferire
con ostinazione
attraverso i ricordi
di fatti e persone.
Ogni giorno ci porta notizie del tempo passato
e accende le luci su un volto che hai amato.
è l’eterna ripresa di una scena sospesa.
L’essenziale è riuscire ad avere qualche cosa di buono da fare
o almeno da dire
per non restare a guardare.
L’essenziale è provare a dare il meglio
perchè a dare il peggio c’è sempre tempo.
E infatti come vedi è tornato l’inverno...
Cosa stava per succedere, cosa stavo per prendere
ma ormai non accadrà
no, non succederà
e non saprò mai come sarebbe stato se quel giorno d’estate
io non mi fossi fermato,
se quell’amore negato non si fosse perduto.
Ogni giorno mi porta notizie di quanto ho sbagliato
e accende le luci su un volto che ho odiato.
è l’eterna ripresa di una scena sospesa.
L’essenziale è provare a fare in modo di avere sempre qualcosa in cui credi
da inseguire
per non restare a piedi.
L’essenziale è riuscire a dare forma anche a quello che ti sembra assurdo
e se pensi al futuro
non tutto è perduto.
35
TEMPO di
PASQUA
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Beati voi
quando vi insulteranno,
vi perseguiteranno e mentendo
diranno ogni male contro di voi
per causa mia.
39
Voi siete la luce del mondo
non può restare nascosta
una città costruita su di un monte!
Domani
Tempo di pasqua
9
è già qui
Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo
diranno ogni male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa
nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti
prima di voi. Voi siete il sale della terra:
ma se il sale perdesse sapore, a che cosa servirà?
A null’altro che ad essere gettato via e calpestato!
La fatica e la gioia del seguire la propria vocazione
Il Vangelo proclama l’ultima beatitudine guardando alla verità delle cose,
senza però restarne imprigionato: chiede addirittura di esultare perché la
profezia non perde il suo valore e il suo senso, perché la luce ed il sapore restino carichi di efficacia. Queste affermazioni ci aiutano a riflettere
sul senso della vita cristiana nel mondo, in mezzo e a servizio di tutti
gli uomini della terra, senza però conformarsi alla mentalità del mondo,
come ci ricorda Giovanni (17, 11-16). Siamo chiamati alla coerenza e ad una
saldezza senza paragoni, non per presunzione di superiorità o perfezione
e nemmeno per lanciare giudizi sugli altri uomini. Siamo chiamati alla
saldezza in cristo per diffondere tra gli uomini il Suo amore, la sua parola, uno stile di vita più umano perché compiuto ad imitazione di Cristo.
Siamo però anche consapevoli degli ostacoli che sicuramente troveremo
lungo la strada, siamo consapevoli della libertà che gli uomini hanno di
accettare o rigettare la presenza di Cristo e con essa la voce dei suoi testimoni.
Siamo consapevoli che scegliendo Cristo incontreremo anche fatiche, delusioni, tradimenti e fallimenti; le parole dell’ultima beatitudine ci aiutano a risollevare la testa e ci invitano a credere al Regno dei cieli.
Pista storie di buio
Obiettivi
Riflettere sulla consolazione che deriva dalle parole del vangelo
Capire che vale la pena affrontare le difficoltà e i fallimenti per costruire qualcosa di importante attraverso la propria vita.
Attività
Si dividono i ragazzi in due gruppi. Si crea della penombra nella stanza.
Ogni componente del gruppo 1 e viene invitato a pensare a un momento
di buio (tristezza, dolore, sofferenza...) nella propria esistenza e a esprimerlo con un gesto, una parola, un segno... Al termine, ogni componente
del gruppo 2, sceglie un componente del gruppo 1 ed è invitato a trovare
una modalità per portargli consolazione.
Si distribuiscono dei foglietti a ogni ragazzo.
Ai componenti del gruppo 1 si domanda:
Che cosa hai trovato mentre pensavi e cercavi un modo
per manifestare la tua “storia di buio”?
Trova una parola che riesca a descrivere come ti sei sentito
quando sei stato consolato e scrivila sul foglietto.
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Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni male contro di voi per causa mia
9
Ai componenti del gruppo 2 si domanda:
Che cosa hai provato quando osservavi le “manifestazioni di buio”?
Trova una parola che riesca a descrivere che cosa hai provato
quando hai dato consolazione e scrivila sul foglietto.
Si raccolgono i foglietti in un cesto e si mescolano. Ogni ragazzo di entrambi i gruppi viene invitato a condividere la prima domanda e se riesce a raccontare quando ha sperimentato questi sentimenti nella propria
vita. Si conclude l’incontro con la preghiera del Salmo 107(106) e invitando ogni ragazzo a pescare un biglietto delle parole di consolazione da
portare a casa.
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
La ricerca della felicità
Un film di Gabriele Muccino. Con Will Smith, Thandie
Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller.
Titolo originale The Pursuit of Happyness. Drammatico,
Ratings: Kids+13, durata 117 min. - USA 2006. - Medusa
uscita venerdì 12 gennaio 2007.
Chris Gardner è un brillante venditore senza fortuna nella San
Francisco degli anni ‘80. Padre affettuoso di Christopher, un vivace bambino di
cinque anni, e marito di una scontrosa compagna, Chris fatica a sbarcare il lunario. La moglie, incapace di reggere la crisi, abbandona marito e figlio per cercare
fortuna a New York. Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene un posto da
stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipendio, sfrattato dall’appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il
suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto
o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore
e l’orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità.
Se non si dispone del tempo necessario per vedere tutto il film si consiglia lo spezzone al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=7IHsMS3EgiE
Offeso di Niccolò Fabi
Si suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
Dillo pure che sei offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l’inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell’assenso
del “tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro”
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando la mattina davanti al sole
non sei più sorpreso
Offeso
Dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono
dagli uomini che non piangono
dai bambini che non giocano
dai vecchi che non insegnano
se hai qualcosa da dire dillo adesso
non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare
Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso
dillo pure che sei
offeso
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Tempo di pasqua
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Domani
è già qui
Voi siete la luce del mondo
non può restare nascosta
una città costruita su di un monte!
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini!
Una vocazione che è testimonianza per gli altri
Una luce non può esistere per essere nascosta ma essa illumina suo malgrado la vita degli altri. In questo senso siamo chiamati a vivere la nostra
vocazione e testimoniare questa felicità a chi ci circonda.
Pista 1 luci e ombre
Obiettivi
Riflettere coi ragazzi sul fatto che anche loro sono chiamati a dare testimonianza del proprio essere cristiani
Non c’è bisogno di grandi discorsi o parole urlate, ma si tratta di uno
stile di vita luminoso, aiutandosi vicendevolmente nel cammino della
fede.
Attività
Un attività ludica che può aiutare i ragazzi a scoprire la bellezza di illuminarsi il cammino a vicenda è quella del “Percorso al buio”. I catechisti dovranno preparare in una stanza abbastanza grande un percorso ad
ostacoli. Nella stanza poi verranno chiuse le finestre e spente le luci in
modo da creare il buio. Il gruppo di ragazzi dovrà dividersi in squadre
che contemporaneamente si sfideranno al percorso. Ogni squadra avrà a
disposizione una torcia e il percorso verrà affrontato a coppie, uno che lo
affronta e l’altro che gli illumina la via. La torcia rappresenta il testimone
della staffetta che dovrà essere impugnata almeno una volta da tutti i
partecipanti della squadra.
Pista 2 sentieri luminosi
Obiettivi
Riflettere coi ragazzi sul fatto che anche loro sono chiamati a dare testimonianza del proprio essere cristiani
Non c’è bisogno di grandi discorsi o parole urlate, ma si tratta di uno
stile di vita luminoso, aiutandosi vicendevolmente nel cammino della
fede.
Attività
Proponiamo due giochi che affrontano il tema del vedere. La luce è ciò
che permette ai nostri occhi di vedere. Spesso però i nostri occhi sono
stanche e distratti e incapaci di vedere i scegli che il signore ha lasciato
lungo il nostro cammino e che servono a dare una direzione alla nostra
vita.
In primo luogo si mostrano una serie di immagini con effetti ottici e si
chiede di descrivere ciò che vedono. Le immagini si prestano a una duplice lettura. Con questo gioco vogliamo mostrare come il vedere è legato
alla prospettiva... angolatura da cui si guardano le cose (le immagini si
possono trovare in internet facendo una ricerca: effetti ottici). In secondo luogo si invitano i ragazzi a guardare velocemente la stanza e poi a
chiudere gli occhi. Si pongono delle domande sugli oggetti presenti nella
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Voi siete la luce del mondo
non può restare nascosta una città costruita su di un monte! Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini!
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stanza e li si invita a descriverli (colore e scritta di un cartellone, di un
attaccapanni, di un quadro, ecc.) alcuni se li ricorderanno, altri non riusciranno a descriverli, questo ad indicare come il guardare può alle volte essere superficiale, distratto, non attento a cogliere i particolari: vede...ma
non vede. Si commenta insieme l’esperienza che hanno fatto di “vedere...
non vedere”. Infine si invitano gli adolescenti a scrivere la loro pagina di
Vangelo, ossia a raccontare una situazione che hanno vissuto in modo
negativo e come, grazie all’aiuto di qualcuno, sono riusciti a rileggerla in
modo diverso, positivo... scoprendovi qualcosa di bello. Oppure, raccontare una situazione in cui, con l’aiuto di qualcuno, hanno potuto vedere
qualcosa che da soli non riuscivano a vedere, qualcosa di bello che li ha
meravigliati. Ciascuno è invitato a raccontare e condividere questa “pagina di vangelo”, per divenire testimoni delle meraviglie che Dio opera
nella nostra vita.
un film per riflettere e una canzone da ascoltare
Scoprendo Forrester
Con Sean Connery, Rob Brown, F. Murray Abraham, Anna
Paquin, Busta Rhymes.
Jamal Wallace è uno studente del Bronx con una grande passione
per la letteratura e un altrettanto grande amore per il basket. Casualmente entra in contatto con William Forrester, uno scrittore
che vinse il Premio Pulitzer con l’unico libro pubblicato. Era poi
scomparso e nessuno ne aveva saputo più nulla. A lui, che diviene il suo maestro,
Jamal sottopone un racconto che viene giudicato positivamente. Il ragazzo ha
ricevuto un’offerta di borsa di studio da una prestigiosa istituzione privata. Ma
c’è un ostacolo: il docente di letteratura trova il suo testo troppo pregevole e
non crede che un ragazzo del Bronx possa arrivare a tanto. Pertanto é meglio che
resti al suo posto e pensi al basket. Nel frattempo anche Forrester trova un aiuto
in Jamal. Riesce a uscire di nuovo dall’appartamento in cui si era autorecluso. Il
ragazzo però non riesce a risollevare le sorti della propria squadra e tutto sembra
risolversi negativamente quando...
Voglio coraggio di The Sun
Si suggerisce l’ascolto e la riflessione sulla canzone.
Notte fonda, buio pesto
Fisso il vuoto che detesto
Il mondo piange in un inferno
Voglio uscire dal silenzio
I dubbi sono inesistenti
Le risposte spesso assenti
Ma chiudo qui col mio passato
Il futuro non va aspettato
è adesso il momento di dare il meglio
a viso aperto
Questo è coraggio: buttarsi anche se
c’è il vuoto
Svegliati orgoglio!
Difendi chi è più nel bisogno
Voglio coraggio!
Chi cambia sé cambia il mondo
Senza spazio il tempo è morto
Non ci sto, gli tengo un posto
Il Bel Paese è in affanno
deriso e vinto, un urlo spento
Ma tutto inizia dall’interno
Un uomo nuovo è un nuovo inizio
Se tutti gli sforzi, le attese, le lotte
non bastano a dire
quello che sei
Stringi un po’ i denti
Il domani ci chiama
è un appello, è il momento atteso, lo sai
Tutto parte da noi.
Voglio coraggio!
Io credo in Te e cambio il mondo
Scarpe nuove appese al chiodo
C’è esclusione, non c’è gioco
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INSERTI
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Celebrazione penitenziale
sul tema delle Beatitudini
Esame di coscienza
sul tema delle Beatitudini
Beati
NOI
INSERTO 1
CELEBRAZIONE PENITENZIALE
sul tema delle Beatitudini
Di seguito si allega un traccia per il sacramento della confessione dedicata agli
adolescenti. Essa può essere usata integralmente oppure integrata o estrapolando dei pezzi a piacimento del catechista.
CANTO: COME TU MI VUOI
Eccomi Signor vengo a te mio re
e si compia in me la Tua volontà
Eccomi Signor vengo a Te mio Dio
plasma il cuore mio e di Te vivrò
Se Tu lo vuoi Signore manda me
e il Tuo nome annuncerò
Come Tu mi vuoi io sarò
dove Tu mi vuoi io andrò
Questa vita io voglio donarla a Te
per dare gloria al Tuo nome mio re
Come Tu mi vuoi io sarò
dove Tu mi vuoi io andrò
Se mi guida il Tuo amore paura non ho
per sempre io sarò come Tu vuoi
Eccomi Signor vengo a Te mio Re
e si compia in me la Tua volontà
Eccomi Signor vengo a te mio Dio
plasma il cuore mio e di Te vivrò
Tra le Tue mani mai più vacillerò
e strumento Tuo sarò
Come Tu mi vuoi io sarò
dove Tu mi vuoi io andrò
Questa vita io voglio donarla a Te
per dar gloria al Tuo nome mio re
Come Tu mi vuoi io sarò
dove Tu mi vuoi io andrò
Se mi guida il Tuo amore paura non ho
per sempre io sarò come Tu vuoi
INVOCAZIONI
O Dio, per tutte le volte che abbiamo cercato la via più comoda alla felicità, accomodandoci e rinunciando a camminare verso le mete alte che tu ci proponi.
Signore Pietà
O Dio, Signore dei nostri giorni, spesso abbiamo messo noi stessi al di sopra di
tutto, sacrificando la nostra vita interiore, la nostra famiglia e gli affetti.
Cristo Pietà
O Dio, Padre della pace, l’umanità ha vissuto lunghe guerre e continua ad uccidere i tuoi figli in nome del potere e dell’odio.
Signore Pietà
O Dio, spesso ti abbiamo sostituito con mille idoli e non sei stato il nostro unico
punto di riferimento.
Cristo Pietà
O Dio, datore di vita per tutte le volte che ci siamo allontanati da te e da quel
sentiero che il discorso della montagna ci propone.
Signore Pietà
prima lettura
Dal libro del profeta Isaia
In quei giorni il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal
profondo degli inferi, oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò,
non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non
siete contenti di stancare la pazienza degli uomini, perché ore vogliate stancare
anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la
Vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuele: Dio-con-Noi».
Parola di Dio.
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salmo 23
R. Ecco viene il Signore re della gloria
Del Signore è la terra e quanto contiene l’universo ed i suoi abitanti.
è lui che l’ha fondata sui mari e sui fiumi l’ha stabilita. R.
Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronuncia menzogna. R.
Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio, sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.
vangelo
Alleluja
Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Alleluja
Dal Vangelo secondo Matteo
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli
uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un
monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra
luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria
al vostro Padre che è nei cieli.
Parola del Signore.
invocazioni
S:Le Beatitudini evangeliche rappresentano il profilo ideale del seguace di Cristo: esse sono come segni lungo un sentiero di montagna che migliaia di uomini nel corso della storia hanno seguito spesso dando la vita. è il sentiero, ci dice
Gesù, della felicità:
S:Beati i poveri in spirito, Beati i miti e i misericordiosi, Beato chi costruisce la
pace
L:perché la loro fatica costituisca i mattoni più solidi per costruire il proprio futuro.
T:Perdona Signore il nostro attaccamento al denaro e alle cose della terra; perdonaci per la ricerca di primeggiare e per la mancanza di generosità.
S:Beati i puri di cuore, Beato chi è nel pianto e nel dolore
L:perché ad essi è fatta la promessa di vedere Dio e di esserne figli
T:Perdonaci Signore se abbiamo cercato consolazioni che ci portano lontano da
Te, se abbiamo rifiutato di consolare coloro che sono nella pena, nella tristezza, nello sconforto.
S:Beato chi cerca la giustizia con il cuore e alla verità dona la voce
L: perché ci insegna a sporcarci le mani anziché tenerle in tasca ignorando la croce.
T:Perdona Signore le nostre rabbie, i nostri rancori, le nostre vendette, il nostro
rifiuto di perdonare.
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lettura
DAL LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE
Renderò santo il mio nome disonorato tra le genti
e profanato da voi in mezzo a loro per vostra iniquità.
E allora le genti sapranno che sono il Signore;
quando la mia santità mostrerò ai loro occhi per mezzo di voi,
vi prenderò tra le genti e sul vostro suolo vi ricondurrò:
così dice il signore Iddio.
Non agisco in riguardo a voi o casa di Israele,
ma per amore del mio nome.
Aspergerò su di voi acqua pura e sarete purificati,
vi laverò da ogni vostra sozzura e adgli idoli che adorate,
vi infonderò un cuore nuovo e uno spirito nuovo
e toglierò il vostro cuore di pietra e di carne ve lo darò.
Il mio Spirito dentro di voi porrò e farò sì
che camminiate nei miei statuti.
Non agisco in riguardo a voi o casa di Israele,
ma per amore del mio nome.
confessioni individuali
S:Nella fiducia di essere esauditi, rivolgiamo a Dio, per l’intercessione di Maria la
preghiera che Gesù, suo Figlio, ci ha insegnato:
Padre Nostro...
orazione
O Dio che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa che sperimentiamo la sua intercessione perchè per mezzo di lei
abbiamo ricevuto l’autore della vita, Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli
dei secoli.
Amen.
benedizione
Magnificat
La mia anima canta la grandezza del Signore
il mio spirito esulta nel mio Salvatore
Nella mia povertà l’Infinito mi ha guardata
in eterno ogni creatura mi chiamerà beata.
Strofe:
1 La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me.
La mia lode al Dio fedele che ha soccorso il suo popolo
e non ha dimenticato le sue promesse d’amore.
2 Ha disperso i superbi nei pensieri inconfessabili,
ha deposto i potenti, ha risollevato gli umili,
ha saziato gli affamati e aperto ai ricchi le mani.
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Beati
NOI
INSERTO 2
ESAME DI COSCIENZA
sul tema delle Beatitudini
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”
Gesù chiama “beati” i poveri in spirito, cioè quelli distaccati dalle cose. Lo dobbiamo dire anche noi.
In un modo come il nostro, dove il consumismo penetra dappertutto, dove il materialismo congela i cuori nell’esasperato desiderio di un benessere solo terreno, tu
riesci ad andare controcorrente e mantenere il cuore distaccato da tutto?
“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”
Gesù dice “beato” colui che è afflitto, che piange, perché egli pensa che il dolore
dell’uomo, se ben unito al suo, è fonte di gioia ancor già da questa terra e senz’altro garanzia della gioia futura.
Gesù pensa così. Il mondo che ci circonda non ragiona affatto così.
E tu cosa ne pensi? In un mondo che spesso cerca la felicità a tutti i costi nell’edonismo, tu riesci a testimoniare che si può essere felici anche nelle lacrime?
Credi che tutto ciò ce gli altri chiamano disgrazie può diventare, nell’ottica di Cristo, motivo di gioia profonda, pura e feconda di bene?
“Beati i miti, perché erediteranno la terra”
Sei violento fisicamente? Sei violento a parole? Sai rispondere al male con il bene?
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”
Sei onesto? Lotti contro le ingiustizie che vedi? Lotti contro le ingiustizie che fai tu?
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”
Sai perdonare?
Perdoni veramente, dimenticando, o prima o poi “lo rinfacci”?
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”
Gesù è convinto che sono beati i puri di cuore. La purezza! Ma chi parla oggi di
purezza? Non si vuol più parlarne, si dimentica questa parola, perché scotta.
Tu vuoi vivere la purezza profondamente e pienamente?
Lo sai che non si concilia la vita di Gesù in noi, che l’Eucarestia ci porta, con la facilità con cui si segue qualsiasi programma televisivo, con la lettura di certi giornali,
con la visione di certi film, con lo sfoggio di certi abbigliamenti… ?
Credi che, come chi vuol raggiungere un traguardo non misura gli sforzi, così il cristiano non deve misurare la fatica che la purezza può costargli?
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”
Oggi, con tutte queste tensioni, diffidenze, divisioni, guerre, terrorismo… noi dobbiamo essere quelli che portano la pace, perché dobbiamo incominciare da noi stessi.
Lo sai che quando avvertiamo qualche cosa che ci turba dobbiamo fare subito pace,
perché non si sanno le conseguenze, perché siamo già un focolaio di tensione se
lasciamo esplodere quel qualcosa che è dentro di noi, perché, come quando si butta
un sasso nell’acqua, chissà che cosa poteva succedere se noi non avessimo operato
veramente come portatori di pace?
Sei operatore di pace nella tua famiglia, nel luogo di lavoro o di studio, nella chiesa,
negli ambienti che frequenti…?
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