DOSSIER - La calvizie - Uno solo o tanti tipi di calvizie?
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DOSSIER - La calvizie - Uno solo o tanti tipi di calvizie?
8 DOSSIER S in alute la calvizie DOSSIER Uno solo o tanti tipi di calvizie? Nella grande maggioranza dei casi tocca agli uomini l’amaro destino di rimanere “in piazza”, dal momento che la causa più frequente di calvizie è da ricondurre all’azione degli ormoni maschili, trasformati da un enzima in diidrotestosterone, che si comporta da killer nei confronti dei follicoli piliferi. Ma la perdita dei capelli può riguardare anche le donne, a volte con un meccanismo ormonale analogo ma, più spesso, per cause diverse che vanno da squilibri alimentari a malattie delle ghiandole endocrine ad alterazioni di origine psicosomatica. segue da pagina 7 moni maschili circolanti, ma deriva da una complessa interazione tra questi e i loro antagonisti, nonché dal grado di attività dell’enzima 5alfa reduttasi e dal livello di suscettibilità genetica a questo enzima da parte di alcune zone dello scalpo. I capelli: vita, morte e... miracoli Anche il capello più sano è in realtà una struttura morta, costituita da cellule cheratinizzate, in cui si distinguono una parte interna (fusto) e una cuticola di rivestimento. Dalle condizioni della cuticola, composta da squame sovrapposte, dipende l’aspetto del capello: a squame compatte e ordinate corrisponde un capello lucido, brillante e docile; viceversa, se le squame sono rovinate il capello si presenta opaco, arido e debole. Ogni anno, i 600 cm. quadrati del nostro cuoio capelluto producono complessivamente qualcosa come 16 chilometri di capelli, ciascuno dei quali può raggiungere la lunghezza massima di un metro. Ogni capello è prodotto da un follicolo pilifero terminale, situato 4 millimetri sotto la superficie della cute. I follicoli “lavorano” con cicli successivi di attività e di riposo. La fase attiva del ciclo, detta anagen, dura da 2 a 6 anni durante i quali il capello cresce mediamente di 1-1,5 cm. al mese. Segue una fase di transizione (catagen), della durata di 3-4 settimane, in cui il capello cessa di crescere e il follicolo risale verso la superficie cutanea. Qui comincerà la fase di riposo, telogen, che dura circa tre mesi, dopo la quale il follicolo si riattiva producendo un nuovo capello che fa cadere quello vecchio. Con il progredire dell’età la durata della fase anagen si riduce e di conseguenza la crescita del capello rallenta. In condizioni normali, il 90% dei follicoli presenti sul cuoio capelluto (circa 140.000 nei biondi, 100.000 nei bruni e 80.000 nei rossi) sono contemporaneamente attivi, quindi i 50-100 capelli che cadono ogni giorno vengono sostituiti da nuovi capelli e non si verifica alcun diradamento della chioma. Invece, nei casi di calvizie incipiente, man mano che il DHT esercita la sua azione nefasta sui follicoli questi ul- timi si rimpiccioliscono sempre più e risalgono verso la superficie cutanea, mentre i capelli diventano progressivamente più sottili e sbiaditi. La fase anagen si accorcia sensibilmente e quindi i follicoli in fase telogen diventano, in proporzione, più numerosi. Nello stadio finale di questo processo il capello diventa molto simile a quello del neonato: corto, sottile, quasi trasparente. Spesso l’organismo reagisce alla presenza dei follicoli danneggiati dal DHT come se si trattasse di corpi estranei, innescando una risposta autoimmunitaria che provoca rossore, infiammazione, prurito, sintomi piuttosto comuni nei casi di alopecia androgenetica. Questa reazione infiammatoria aggrava a sua volta la sofferenza follicolare. La calvizie in rosa di un gran numero di capelli: in questi casi, però, il fenomeno è generalmente temporaneo e dopo alcuni mesi si risolve spontaneamente. Diversa è la situazione se il diradamento consegue alla menopausa, quando la diminuita produzione di ormoni femminili provoca una relativa prevalenza di ormoni maschili nell’organismo della donna. Si assiste allora ad un processo analogo a quello che avviene nel sesso maschile, ma in questo caso il principale imputato non è il DHT, bensì il DHEA (diidroepiandrostendione), prodotto dalle ghiandole surrenali. Ma nelle donne la perdita di capelli è spesso dovuta a cause diverse. Tra le più frequenti figurano le diete squilibrate, che privano i follicoli delle sostanze necessarie al loro corretto nutrimento. Spesso è da chiamare in causa la dieta vegetariana, che determina una condizione di anemia da carenza di fer- ro (anemia ipocromica). Uno squilibrio nel metabolismo del ferro, elemento essenziale per una grande quantità di funzioni biologiche, incide negativamente sul trasporto dell’ossigeno attraverso il sangue e aumenta indirettamente la produzione di radicali liberi. I capelli sono fra i primi a risentirne: diventano opachi e fragili e cadono in grande quantità, fino ad un diradamento visibile. Altre cause di calvizie femminile sono le disfunzioni della tiroide, sia in eccesso che in difetto, e alcune malattie ginecologiche. In alcune donne giovani si verifica una forma particolare di alopecia, detta Area Celsi o Alopecia areata, caratterizzata dalla improvvisa perdita di capelli in chiazze tondeggianti del cuoio capelluto. Anche se in un certo numero di casi la causa è una malattia autoimmune, molto più spesso il problema ha un’origine psicosomatica e un decorso benigno, nel senso che si risolve spontaneamente entro 6 mesi-1 anno. 9 S in alute la calvizie La caduta improvvisa dei capelli: allarme rosso? Chi un bel giorno, al risveglio, trova il cuscino cosparso di capelli o ne vede cadere a profusione quando li pettina, probabilmente si limita a pensare “Povero me, sto diventando calvo!” e non si chiede di che tipo di caduta si tratti. Se lo chiedono invece, eccome, gli Specialisti: perché senza esaminare questo aspetto sarebbe impossibile impostare qualunque terapia. Prima di metter mano ai rimedi è quindi necessario affidarsi ad un esperto per la diagnosi, evitando un “fai-da-te” tanto costoso quanto inutile e, a volte, controproducente. Benché sia una prerogativa essenzialmente maschile, l’alopecia androgenetica può verificarsi anche nelle donne, sotto forma di diradamento più diffuso e omogeneo, in genere come conseguenza di cambiamenti ormonali. All’inizio o al termine dell’assunzione di pillole contraccettive, oppure dopo il parto, può verificarsi un diradamento della chioma dovuto alla perdita DEFINIRE IL GRADO DI ALOPECIA Per classificare i diversi tipi e stadi di diradamento sono state elaborate scale descrittive, tuttora usate dagli Specialisti e presso le Cliniche dermatologiche. La Scala Hamilton comprende otto gruppi, dall’assenza di calvizie al suo stadio più avanzato, e si applica sia all’uomo che alla donna. La Scala Norwood è una rielabora- zione della precedente e riguarda i diversi stadi di calvizie maschile, descritti in base alle aree di cuoio capelluto interessate dall’alopecia. La Scala Ludwig si applica alla calvizie femminile e comprende tre stadi, dal più lieve al più accentuato: la semplicità di questa classificazione dipende dal fatto che nella donna il diradamento può essere più o meno intenso ma si manifesta in modo omogeneo su tutta la zona superiore del cuoio capelluto. CAPELLI NEL MONDO Così come influisce sul colore della pelle e su altri tratti somatici, la razza determina anche le caratteristiche dei capelli. Nella razza africana il capello presenta delle zone schiacciate e, in questi punti, tende ad arricciarsi: ecco perché assume un aspetto crespo. Per lo stesso motivo è anche più fragile e soggetto a spezzarsi. Nella razza caucasica (a cui appartengono le popolazioni europee) il capello ha una sezione ovale che gli conferisce diverse possibilità di ondulazione e lo rende abbastanza resistente. Nella razza asiatica il capello ha una sezione perfettamente circolare, quindi rimane molto liscio e resistente, ma piuttosto difficile da pettinare. P uò capitare che in alcuni periodi della vita si verifichi una caduta massiccia di capelli: in presenza di questo fenomeno, che si definisce Effluvium, occorre innanzitutto ricercarne la causa scatenante. Tra le cause più comuni figurano: Carenze alimentari I follicoli sono strutture ad elevata attività metabolica. Ciò significa che hanno bisogno di un notevole apporto energetico, in mancanza del quale tendono ad entrare in fase di riposo. Le diete drastiche o squilibrate sono quindi spesso responsabili della perdita importante di capelli, così come le patologie che comportano un alterato assorbimento di alcune sostanze nutritive. In particolare, può trattarsi di: Carenze proteiche (dieta vegetariana, Kwashiorkor). I capelli risultano assottigliati, secchi e si spezzano facilmente; spesso assumono un colore rossastro. Carenza di vitamina B. Provoca la caduta non solo dei capelli, ma anche degli altri peli presenti sul corpo; spesso si associa ad eczemi della cute, riduzione della capacità visiva e alterazioni del sistema nervoso. Carenza di vitamina C. Causa la produzione da parte del follicolo di un tappo di cheratina che impedisce la fuoruscita del capello dal canale follicolare. Carenza o eccesso di vitamina A. In entrambi i casi viene alterata l’attività del follicolo pilifero. Carenza di ferro, zinco, magnesio, rame, selenio. Tutti questi elementi sono implicati nel trofismo del follicolo pilifero. Alterazioni ormonali Abbiamo già detto che gli ormoni maschili e femminili sono direttamente correlati all’attività del follicolo. Ma anche gli ormoni tiroidei influiscono sulla caduta dei capelli, che solitamente è maggiore nel caso dell’ipotiroidismo (di cui addirittura, a volte, è il primo sintomo). Anche un deficit di ormoni ipofisari provoca una caduta dei capelli simile a quella che si osserva nell’ipotiroidismo. Interventi chirurgici L’organismo reagisce allo stress operatorio “dirottando” energie verso gli organi vitali: in tal modo vengono sottratte le sostanze nutrienti agli organi accessori, come i follicoli piliferi. Analogamente, il flusso sanguigno viene destinato agli organi più importanti a spese di quelli meno es- senziali. Anche l’anestesia può provocare caduta dei capelli in quanto rallenta l’attività dei follicoli, sui quali il suo effetto può protrarsi anche a lungo. Febbre elevata L’innalzamento della temperatura corporea mette sotto sforzo il follicolo, che reagisce riducendo la propria attività. Stress Eventi che comportano una forte scossa emotiva (perdita di una persona cara, licenziamento, nascita di un figlio, incidente, ecc.), oppure depressione o attacchi d’ansia acuta possono causare anche a distanza di qualche mese una caduta imponente, fino alla perdita del 50% dei capelli. Terapie oncologiche I farmaci chemioterapici e le radiazioni ionizzanti inibiscono, oltre alla moltiplicazione delle cellule cancerose, quella di molte altre cellule sane, soprattutto di quelle caratterizzate da rapida divisione, come i follicoli piliferi. Agenti tossici La caduta massiccia dei capelli si osserva spesso in caso di intossicazioni da arsenico, piombo, bismuto, ecc. Il fenomeno dell’effluvium può riguardare capelli che cadono quando il follicolo è in fase attiva (Anagen effluvium) o capelli provenienti da follicoli in fase di riposo (Telogen effluvium). L’Anagen effluvium, proprio perché consiste nella caduta dei capelli che si trovano in fase di crescita, può interessare fino al 90% della capigliatura: in molti casi la caduta interessa parecchie migliaia di capelli al giorno. Il fenomeno si manifesta pochi giorni dopo la causa che lo ha scatenato, è solitamente benigno e regredisce spontaneamente o con l’allontanamento della causa. Il Telogen effluvium determina un diradamento diffuso della capigliatura, ma solo in casi molto rari si verifica una perdita completa dei capelli. Il fenomeno si sviluppa nell’arco di alcuni mesi e deriva dal fatto che un numero di follicoli più elevato del normale va contemporaneamente incontro alla fase di riposo. La causa scatenante è piuttosto difficile da individuare, perché può aver esercitato la sua azione anche alcuni mesi prima che si verifichi la caduta dei capelli. Quest’ultima comunque è reversibile nella maggior parte dei casi. Nelle donne, il telogen effluvium può assumere un andamento molto prolungato, anche se non permanente: può infatti protrarsi addirittura per 5-6 anni. Sempre nel sesso femminile è stata riscontrata una forma di telogen effluvium dovuta a dermatite da contatto del cuoio capelluto, causata da tinture per capelli.