DOSSIER - La calvizie - Uno solo o tanti tipi di calvizie?

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DOSSIER - La calvizie - Uno solo o tanti tipi di calvizie?
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DOSSIER
S
in alute
la calvizie
DOSSIER
Uno solo o tanti tipi di calvizie?
Nella grande maggioranza dei casi tocca agli uomini l’amaro destino di rimanere “in piazza”,
dal momento che la causa più frequente di calvizie è da ricondurre all’azione degli ormoni maschili, trasformati da un enzima in diidrotestosterone, che si comporta da killer nei confronti
dei follicoli piliferi. Ma la perdita dei capelli può riguardare anche le donne, a volte con un meccanismo ormonale analogo ma, più spesso, per cause diverse che vanno da squilibri alimentari a
malattie delle ghiandole endocrine ad alterazioni di origine psicosomatica.
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moni maschili circolanti, ma deriva
da una complessa interazione tra
questi e i loro antagonisti, nonché
dal grado di attività dell’enzima 5alfa reduttasi e dal livello di suscettibilità genetica a questo enzima da
parte di alcune zone dello scalpo.
I capelli:
vita, morte e...
miracoli
Anche il capello più sano è in realtà
una struttura morta, costituita da
cellule cheratinizzate, in cui si distinguono una parte interna (fusto) e
una cuticola di rivestimento. Dalle
condizioni della cuticola, composta
da squame sovrapposte, dipende
l’aspetto del capello: a squame compatte e ordinate corrisponde un capello lucido, brillante e docile; viceversa, se le squame sono rovinate il
capello si presenta opaco, arido e
debole. Ogni anno, i 600 cm. quadrati del nostro cuoio capelluto producono complessivamente qualcosa
come 16 chilometri di capelli, ciascuno dei quali può raggiungere la
lunghezza massima di un metro.
Ogni capello è prodotto da un follicolo pilifero terminale, situato 4 millimetri sotto la superficie della cute.
I follicoli “lavorano” con cicli successivi di attività e di riposo.
La fase attiva del ciclo, detta
anagen, dura da 2 a 6 anni durante i
quali il capello cresce mediamente
di 1-1,5 cm. al mese. Segue una fase
di transizione (catagen), della durata di 3-4 settimane, in cui il capello
cessa di crescere e il follicolo risale
verso la superficie cutanea. Qui comincerà la fase di riposo, telogen,
che dura circa tre mesi, dopo la quale il follicolo si riattiva producendo
un nuovo capello che fa cadere quello vecchio. Con il progredire dell’età
la durata della fase anagen si riduce
e di conseguenza la crescita del capello rallenta. In condizioni normali, il 90% dei follicoli presenti sul
cuoio capelluto (circa 140.000 nei
biondi, 100.000 nei bruni e 80.000
nei rossi) sono contemporaneamente
attivi, quindi i 50-100 capelli che cadono ogni giorno vengono sostituiti
da nuovi capelli e non si verifica alcun diradamento della chioma. Invece, nei casi di calvizie incipiente,
man mano che il DHT esercita la sua
azione nefasta sui follicoli questi ul-
timi si rimpiccioliscono sempre più
e risalgono verso la superficie cutanea, mentre i capelli diventano progressivamente più sottili e sbiaditi.
La fase anagen si accorcia sensibilmente e quindi i follicoli in fase telogen diventano, in proporzione, più
numerosi. Nello stadio finale di questo processo il capello diventa molto
simile a quello del neonato: corto,
sottile, quasi trasparente. Spesso
l’organismo reagisce alla presenza
dei follicoli danneggiati dal DHT come se si trattasse di corpi estranei,
innescando una risposta autoimmunitaria che provoca rossore, infiammazione, prurito, sintomi piuttosto
comuni nei casi di alopecia androgenetica. Questa reazione infiammatoria aggrava a sua volta la sofferenza
follicolare.
La
calvizie
in
rosa
di un gran numero di capelli: in
questi casi, però, il fenomeno è generalmente temporaneo e dopo alcuni mesi si risolve spontaneamente. Diversa è la situazione se il diradamento consegue alla menopausa,
quando la diminuita produzione di
ormoni femminili provoca una relativa prevalenza di ormoni maschili
nell’organismo della donna. Si assiste allora ad un processo analogo a
quello che avviene nel sesso maschile, ma in questo caso il principale imputato non è il DHT, bensì il
DHEA (diidroepiandrostendione),
prodotto dalle ghiandole surrenali.
Ma nelle donne la perdita di capelli
è spesso dovuta a cause diverse. Tra
le più frequenti figurano le diete
squilibrate, che privano i follicoli
delle sostanze necessarie al loro corretto nutrimento. Spesso è da chiamare in causa la dieta vegetariana, che determina una condizione
di anemia da
carenza
di fer-
ro (anemia ipocromica). Uno squilibrio nel metabolismo del ferro, elemento essenziale per una grande
quantità di funzioni biologiche, incide negativamente sul trasporto
dell’ossigeno attraverso il sangue e
aumenta indirettamente la produzione di radicali liberi. I capelli sono fra i primi a risentirne: diventano
opachi e fragili e cadono in grande
quantità, fino ad un diradamento visibile.
Altre cause di calvizie femminile sono le disfunzioni della tiroide, sia in
eccesso che in difetto, e alcune malattie ginecologiche.
In alcune donne giovani si verifica
una forma particolare di alopecia,
detta Area Celsi o Alopecia areata,
caratterizzata dalla improvvisa perdita di capelli in chiazze tondeggianti del cuoio capelluto. Anche se
in un certo numero di casi la causa è
una malattia autoimmune, molto
più spesso il problema ha
un’origine psicosomatica
e un decorso benigno, nel
senso che si risolve spontaneamente entro 6 mesi-1
anno.
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la calvizie
La caduta improvvisa dei capelli:
allarme rosso?
Chi un bel giorno, al risveglio, trova il cuscino cosparso di capelli o ne vede cadere a profusione quando li pettina, probabilmente si limita a pensare “Povero me, sto diventando calvo!” e
non si chiede di che tipo di caduta si tratti.
Se lo chiedono invece, eccome, gli Specialisti: perché senza
esaminare questo aspetto sarebbe impossibile impostare
qualunque terapia.
Prima di metter mano ai rimedi è quindi necessario affidarsi
ad un esperto per la diagnosi, evitando un “fai-da-te” tanto
costoso quanto inutile e, a volte, controproducente.
Benché sia
una prerogativa essenzialmente maschile,
l’alopecia androgenetica può
verificarsi anche
nelle donne, sotto forma di diradamento più
diffuso e omogeneo, in
genere come conseguenza di cambiamenti ormonali.
All’inizio o al termine dell’assunzione di pillole contraccettive, oppure dopo il parto,
può verificarsi un diradamento
della chioma dovuto alla perdita
DEFINIRE
IL GRADO DI ALOPECIA
Per classificare i diversi tipi e stadi
di diradamento sono state elaborate
scale descrittive, tuttora usate dagli
Specialisti e presso le Cliniche dermatologiche.
La Scala Hamilton comprende otto
gruppi, dall’assenza di calvizie al suo
stadio più avanzato, e si applica sia
all’uomo che alla donna.
La Scala Norwood è una rielabora-
zione della precedente e riguarda i
diversi stadi di calvizie maschile, descritti in base alle aree di cuoio capelluto interessate dall’alopecia.
La Scala Ludwig si applica alla calvizie femminile e comprende tre stadi, dal più lieve al più accentuato: la
semplicità di questa classificazione
dipende dal fatto che nella donna il
diradamento può essere più o meno
intenso ma si manifesta in modo
omogeneo su tutta la zona superiore
del cuoio capelluto.
CAPELLI NEL MONDO
Così come influisce sul colore della
pelle e su altri tratti somatici, la razza determina anche le caratteristiche dei capelli.
Nella razza africana il capello presenta delle zone schiacciate e, in
questi punti, tende ad arricciarsi:
ecco perché assume un aspetto
crespo.
Per lo stesso motivo è anche più
fragile e soggetto a spezzarsi.
Nella razza caucasica (a cui appartengono le popolazioni europee) il
capello ha una sezione ovale che gli
conferisce diverse possibilità di ondulazione e lo rende abbastanza resistente.
Nella razza asiatica il capello ha
una sezione perfettamente circolare, quindi rimane molto liscio e resistente, ma piuttosto difficile da pettinare.
P
uò capitare che in alcuni
periodi della vita si verifichi una caduta massiccia
di capelli: in presenza di
questo fenomeno, che si
definisce Effluvium, occorre innanzitutto ricercarne la causa scatenante.
Tra le cause più comuni figurano:
Carenze alimentari
I follicoli sono strutture ad elevata
attività metabolica. Ciò significa
che hanno bisogno di un notevole
apporto energetico, in mancanza
del quale tendono ad entrare in fase di riposo. Le diete drastiche o
squilibrate sono quindi spesso responsabili della perdita importante
di capelli, così come le patologie
che comportano un alterato assorbimento di alcune sostanze nutritive. In particolare, può trattarsi di:
Carenze proteiche (dieta vegetariana, Kwashiorkor). I capelli risultano assottigliati, secchi e si spezzano facilmente; spesso assumono un
colore rossastro.
Carenza di vitamina B. Provoca la
caduta non solo dei capelli, ma anche degli altri peli presenti sul corpo; spesso si associa ad eczemi
della cute, riduzione della capacità
visiva e alterazioni del sistema nervoso.
Carenza di vitamina C. Causa la produzione da parte
del follicolo di un tappo
di cheratina che impedisce la fuoruscita del capello dal canale follicolare.
Carenza o eccesso di vitamina A. In entrambi i casi viene alterata l’attività del follicolo pilifero.
Carenza di ferro,
zinco, magnesio,
rame, selenio.
Tutti questi elementi sono implicati nel
trofismo
del follicolo pilifero.
Alterazioni ormonali
Abbiamo già detto
che gli ormoni maschili e femminili sono direttamente correlati all’attività del follicolo.
Ma anche gli ormoni tiroidei influiscono sulla caduta dei capelli,
che solitamente è maggiore nel caso dell’ipotiroidismo (di cui addirittura, a volte, è il primo sintomo).
Anche un deficit di ormoni ipofisari provoca una caduta dei capelli
simile a quella che si osserva
nell’ipotiroidismo.
Interventi chirurgici
L’organismo reagisce allo stress
operatorio “dirottando” energie
verso gli organi vitali: in tal modo
vengono sottratte le sostanze nutrienti agli organi accessori, come i
follicoli piliferi.
Analogamente, il flusso sanguigno
viene destinato agli organi più importanti a spese di quelli meno es-
senziali. Anche l’anestesia può
provocare caduta dei capelli in
quanto rallenta l’attività dei follicoli, sui quali il suo effetto può
protrarsi anche a lungo.
Febbre elevata
L’innalzamento della temperatura
corporea mette sotto sforzo il follicolo, che reagisce riducendo la
propria attività.
Stress
Eventi che comportano una forte
scossa emotiva (perdita di una persona cara, licenziamento, nascita
di un figlio, incidente, ecc.), oppure depressione o attacchi d’ansia
acuta possono causare anche a distanza di qualche mese una caduta
imponente, fino alla perdita del
50% dei capelli.
Terapie oncologiche
I farmaci chemioterapici e le radiazioni ionizzanti inibiscono, oltre
alla moltiplicazione delle cellule
cancerose, quella di molte altre
cellule sane, soprattutto di quelle
caratterizzate da rapida divisione,
come i follicoli piliferi.
Agenti tossici
La caduta massiccia dei capelli si
osserva spesso in caso di intossicazioni da arsenico, piombo, bismuto, ecc.
Il fenomeno dell’effluvium può riguardare capelli che cadono quando il follicolo è in fase attiva (Anagen effluvium) o capelli provenienti da follicoli in fase di riposo (Telogen effluvium).
L’Anagen effluvium, proprio perché consiste nella caduta dei capelli che si trovano in fase di crescita, può interessare fino al 90%
della capigliatura: in molti casi la
caduta interessa parecchie migliaia
di capelli al giorno. Il fenomeno si
manifesta pochi giorni dopo la
causa che lo ha scatenato, è solitamente benigno e regredisce spontaneamente o con l’allontanamento
della causa.
Il Telogen effluvium determina un
diradamento diffuso della capigliatura, ma solo in casi molto rari si
verifica una perdita completa dei
capelli.
Il fenomeno si sviluppa nell’arco
di alcuni mesi e deriva dal fatto
che un numero di follicoli più elevato del normale va contemporaneamente incontro alla fase di riposo.
La causa scatenante è piuttosto difficile da individuare, perché può
aver esercitato la sua azione anche
alcuni mesi prima che si verifichi
la caduta dei capelli. Quest’ultima
comunque è reversibile nella maggior parte dei casi.
Nelle donne, il telogen effluvium
può assumere un andamento molto
prolungato, anche se non permanente: può infatti protrarsi addirittura per 5-6 anni. Sempre nel sesso
femminile è stata riscontrata una
forma di telogen effluvium dovuta
a dermatite da contatto del cuoio
capelluto, causata da tinture per
capelli.