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La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA e - 29 LE RAGAZZE RAPITE IN NIGERIA, L’ASSASSINIO DI GHEDDAFI, BIN LADEN E I BARCONI DEI MIGRANTI Q ualcuno forse si chie de rà cosa le ga tra loro gli argom e nti appare nte m e nte disparati citati ne l titolo. Da parte nostra ci riprom e ttiam o di m ostrare com e la distruzione de llo stato libico guidato pe r 42 anni da Ghe ddafi, program m ata da te m po dall’O ccide nte e dalle m onarchie arabe re azionarie , abbia cre ato un’are a di instabilità che coinvolge tutta l’Africa occide ntale e sub-sahariana: una situazione che fornisce agli stati im pe rialisti e d e x -coloniali (com e USA e Francia) continue occasioni di inte rve nto e inge re nza in Africa. La rivoluzione de l 1969, condotta da un gruppo di giovani ufficiali nazionalisti e laici guidato da Ghe ddafi sul m ode llo de l nazionalism o arabo di Nasse r, ave va pe rm e sso alla Libia un lungo pe riodo di cre scita e conom ica e stabilità. Tutti gli accordi con le m ultinazionali de l pe trolio e rano stati ricontrattati pe rm e tte ndo allo stato libico di incassare inge nti som m e e d e ffe ttuare pre ziosi inve stim e nti. Erano state valorizzate le grandi risorse d’acqua sotte rrane e pre se nti sotto il de se rto de l Sahara, pe rm e tte ndo alla Libia di raggiunge re l’autonom ia alim e ntare . Il re ddito pro-capite de lla popolazione e ra dive ntato il più alto de ll’Africa. Era stata anzi varata una Banca A fricana che avre bbe pe rm e sso a m olti stati africani di sfuggire ai ricatti de l FMI e de lle grandi banche occide ntali. Ne lla sua visione di libe razione panafricana Ghe ddafi ave va finanziato m olti m ovim e nti di libe razione , e d in particolare l’ANC di Nelson Mandela, protagonista de lla lotta contro l’Aparthe id in Sud-Africa. L’ostilità occide ntale contro le politiche di Ghe ddafi si e ra e splicata già in pre ce de nti bom bardam e nti ae re i statunite nsi (in uno di que sti fu uccisa una figlia di Ghe ddafi) e sanzioni im poste al pae se accusato (se nza prove e vide nti) di ave r causato la caduta di un ae re o di line a a Lockerbie. Molti ignorano che anche Bin Laden (già age nte statunite nse e de ll’Arabia Saudita ne lla lotta contro i C om unisti e i Sovie tici in Afghanistan) e ra stato inviato anche in Libia pe r organizzare un com plotto contro il gove rno laico-nazionalista di Ghe ddafi. La congiura, appoggiata dall’e ste rno dai se rvizi se gre ti britannici, e ra basata su clan tribali e gruppi confe ssionali di fanatici islam ici, forti soprattutto in Cirenaica, dove la se tta de i Se nussi ave va soste nuto il ve cchio re Idriss, fantoccio de i colonialisti ingle si de fe ne strato dalla rivoluzione . C ostre tto alla fuga Bin Lade n dopo che il suo proge tto e ra stato sm asche rato, il piano di de stabilizzazione è andato com unque avanti e si è finalm e nte attuato ne l 2011 grazie anche all’inte rve nto m ilitare dire tto de lla NA TO e de l Qatar, prote ttore e finanziatore di gruppi e stre m isti islam ici in Libia, così com e in Siria e in altri pae si. O ggi notoriam e nte la Libia è ne l caos più com ple to. Non e siste un gove rno de gno di que sto nom e . Le bande arm ate di fanatici controllano singole città o quartie ri, o singole installazioni pe trolife re , te ntando pe rsino di ve nde re pe trolio pe r proprio conto. Be n nota è la vice nda de lla pe trolie ra batte nte una falsa bandie ra nordcore ana, che , dopo ave r acquistato pe trolio in C ire naica, è stata poi abbordata in alto m are dalla m arina statunite nse . Bande di assassini razzisti, com e i fam ige rati m iliziani di Misurata, già noti pe r la pulizia e tnica e ffe ttuata ai danni de i cittadini di pe lle troppo scura di Tawerga, fanno continuam e nte irruzione a Tripoli, e ne llo ste sso Parlam e nto libico, com ple tam e nte e sautorato. Le conse gue nza sui pae si lim itrofi sono state de vastanti pe rché la Libia, che e ra una volta un pae se organizzato e laico che bloccava il passaggio de lle m ilizie islam iche e d il traffico de lle arm i, oggi, al contrario, si è trasform ata in un croce via da cui transitano le bande arm ate e d i rifornim e nti pe r i vari m ovim e nti te rroristi. La prim a vittim a è stata il Mali, pae se sahariano e sub-sahariano posto a sud de ll’Alge ria, dove l’attacco de lle bande arm ate di fanatici, sovrapposte si alle antiche rive ndicazioni autonom iste de i nom adi Tuare g, hanno portato il caos e pe rm e sso alla Francia di inte rve nire m ilitarm e nte rim e tte ndo pie de ne lla e x -colonia ricca di m ine rali. Ma situazioni sim ili si stanno ve rificando in altri pae si com e la Repubblica Centro-africana. Anche qui i conflitti tribali e confe ssionali tra islam ici e cristiani hanno dato m odo alla Francia di inte rve nire (pe r non parlare de lla Costa d’A vorio dove un colpo di stato soste nuto dalla truppe france si ha posto al pote re un fantoccio de lla Francia). Il clam oroso caso de lle ragazze rapite ne lla Nigeria settentrionale, e sse nzialm e nte colpe voli di e sse re troppo istruite , oltre che cristiane , si iscrive in que sto quadro. L’azione de i te rroristi islam ici di Boko Haram ha pe rm e sso a squadre m ilitari di “e spe rti” statunite nsi e d ingle si di inge rirsi ne gli affari inte rni nige riani, m e ntre l’agitazione si e ste nde in tutta l’Africa sub-sahariana. Un altro e le m e nto de stabilizzante è stato indubbiam e nte anche il progre ssivo collasso, in gran parte ope rato dall’e ste rno, di un altro grande pae se conside rato “stato-canaglia”com e il Sudan. La parte m e ridionale di que sto stato, re sasi indipe nde nte con l’aiuto occide ntale , è pre da di conflitti tribali sanguinosi, m e ntre altre agitazioni coinvolgono il Darfur, vasta zona occide ntale ai confini con il Ciad, pae se anch’e sso coinvolto, così com e il Niger. Anche la fuga dalla Libia di oltre un m ilione di lavoratori e giziani ha contribuito ai disordini e d alla crisi e conom ica che pe rdura in Egitto. Le conseguenze di queste destabilizzazioni programmate si avvertono anche attraverso un fenomeno che ci riguarda molto da vicino, quello di masse di esuli che tentano di raggiungere le nostre coste partendo da paesi devastati e dilaniati da crisi e conflitti. I barconi che affondano nel Mediterraneo coinvolgendo nel disastro profughi africani, o anche provenienti dalla Siria (altro paese destabilizzato da ingerenze esterne statunitensi, europee, turche, e dell’A rabia Saudita e del Qatar), sono fatti che testimoniano anche del nostro diretto coinvolgimento in queste tragedie. E’ evidente che solo un (per ora improbabile) cambio di politica da parte dell’Europa (non più ingerenze militari finto-“umanitarie”, m a una re ale politica di rispe tto e buon vicinato) può com inciare ad inve rtire que ste te nde nze disastrose pe r l’Africa, pe r i pae si de l Vicino O rie nte , m a dom ani anche pe r l’Europa ste ssa. Vince nzo Brandi La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA f - 30 PROGRESSI SCIENTIFICI, TECNICI E DELLA LOGICA FORMALE NEL TARDO MEDIOEVO Si è già scritto nei numeri precedenti che dopo l’anno 1000 si ebbe in Europa una lenta ma generale ripresa sia economica che culturale. Ciò ebbe un certo effetto anche sugli aspetti più propriamente scientifici, anche se ci vorranno molti secoli per raggiungere i livelli dell’antica scienza ellenistica. Già prima del 1000 si afferma la scuola medica salernitana che si basa essenzialmente su fonti arabe e si caratterizza per un indirizzo essenzialmente pratico-empirico. Dopo il 1000 un’altra importante scuola medica sorse a Montpellier nella Francia Meridionale. Nel campo della produzione va segnalato l’uso sempre più frequente del mulino idraulico mentre vengono migliorati i telai tessili, le tecniche di tintura e di lavorazione del vetro. Dopo il 1200 viene introdotta la bussola magnetica di derivazione araba (quella secondo cui sarebbe stata inventata dall’amalfitano Flavio Gioia è solo una legenda) e le navi diventano sempre più grandi ed affidabili grazie all’attività delle repubbliche marinare. Nel campo matematico un posto di grande rilievo merita all’inizio del 1200 Leonardo Fibonacci (detto anche “Pisano” in quanto nato in una famiglia di commercianti di Pisa). Fu un’attento studioso di matematica araba, introducendo anche la numerazione decimale di derivazione indiana in Europa, ed esperto di geometria euclidea, elaborando anche soluzioni originali (si ricorda la serie matematica detta di Fibonacci usata in astronomia) e sistemi di calcolo pratico di uso commerciale. Anche in Francia si svilupparono interessanti studi di matematica, mentre un altro francese, Pietro Peregrino effettuò esperimenti su fenomeni magnetici. Il polacco Vitellione, che agì in Italia, è noto per i suoi studi di ottica derivati dagli arabi. Allo spagnolo Raimondo Lullo sono attribuiti esperimenti di chimica. Tuttavia Lullo è noto soprattutto per essere stato uno dei più interessanti autori del secolo XIII° nel campo della logica formale insieme al portoghese Pietro Ispano che sviluppò i suoi studi a Parigi. Il fatto più notevole della logica medioevale, la cui importanza è stata in passato sottovalutata, è che si tratta di una logica relativa alla struttura intrinseca del ragionamento e del discorso, priva di elementi metafisici e persino (in Lullo) con tentativi di “meccanizzazione” con uso di simbologie astratte che precedono analoghi tentativi di Leibnitz nel ‘700 e della logica moderna. Nel secolo successivo, anche sulla spinta della diffusione delle teorie di Occam e sulla strada indicata dalla scuola di Chartres (cui si è accennato nei numeri precedenti), si affermò a Parigi una scuola di fisica che ebbe il suo massimo esponente in Giovanni Buridano e che influenzò tutta l’Europa. Buridano, autore anche di pregevoli studi di logica che svilupparono quelli del secolo precedente, intuì almeno in parte - attraverso la teoria dell’impetus (un corpo che riceve una spinta tende a mantenere la direzione e la velocità iniziale) - il fondamentale principio della meccanica (“principio d’inerzia”) poi messo a punto da Galilei e Cartesio. Un altro fisico di valore, Nicola di Oresme, studiò la rotazione terrestre ed introdusse le coordinate geometriche anticipando alcuni fondamentali risultati raggiunti in seguito rispettivamente da Copernico e Cartesio. In Inghilterra straordinari risultati – anche qui sotto la spinta della filosofia di Occam - furono raggiunti da un gruppo di matematici del Merton College dell’università di Oxford (noti come “Calculatores del Merton College”) che definirono con precisione le grandezze fondamentali della meccanica (velocità, accelerazione, moti uniformi e uniformemente accelerati, ecc.). Purtroppo ci vorranno tre secoli prima che questa materia, di cui all’epoca non si comprese la reale importanza, sia messa definitivamente a punto da Galilei. In Italia nel 1300 acquistarono grande importanza due università che avrebbero in seguito dato luogo ad importantissimi e gloriosi sviluppi. L’attività dell’università di Padova, dominata inizialmente dall’aristotelismo di tipo averroista, dette poi luogo – attraverso un’interpretazione estensiva della teoria averroista della “doppia verità” (ovvero, il distacco del sapere dotto dalla religiosità popolare) – ad interessanti studi empirici di medicina. Questo filone apertamente sperimentalista favorirà due e tre secoli dopo gli studi di due celebri frequentatori di questa università: Copernico e Galilei. Contemporaneamente anche l’università di Bologna, che in precedenza si era specializzata in studi giuridici (i dotti bolognesi erano anche autorevolmente intervenuti nella disputa tra Papi ed imperatori) si specializzò anche in studi medici reintroducendo dopo quasi 1500 anni l’esame anatomico dei corpi già praticato dai medici ellenistici, che sarà di eccezionale importanza per l’ulteriore sviluppo della medicina. La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA g - 31 GUERRA FREDDA E SCIENZE SOCIALI di Maurizio Brotini 3 Aprile 2014 (da Lavoro e Politica / fonte: Marx21.it) La sconfitta attualmente riportata dal movimento comunista internazionale è stata anche la sconfitta della sua ideologia: si può anzi correttamente sostenere che, almeno in Occidente, l’egemonia del pensiero liberale su quello marxista abbia preceduto la sconfitta politica dei soggetti che ad esso facevano riferimento. Pensiero liberale che ha dispiegato le sue potenzialità anche grazie alla lungimirante attività della Cia a partire dall’immediato dopoguerra. Ci riferiamo in modo particolare al programma di guerra psicologica così come descritto nel saggio di Frances Stonor Saunders, La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere e delle arti, Fazi, 2004 (integrabile utilmente con Massimo Teodori, Benedetti americani. Dall’Alleanza Atlantica alla Guerra contro il terrorismo, Mondadori, 2003 e Federico Rampini, Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana, Carocci, 2004). Uno degli ispiratori del progetto era stato Frank Lindsay, veterano dell’Oss (il servizio di informazione Usa durante il secondo conflitto mondiale) che tra il 1949 e il 1951 aveva organizzato in Europa la rete di stay behind Gladio. La punta di lancia del programma segreto era costituito dal Congresso per la libertà della cultura, un’internazionale di cervelli nata a Berlino nel 1950 come reazione alle marce dei Partigiani della pace ispirate da Mosca. Attivo in molti Paesi almeno fino al 1967 attraverso una serie di rinomate riviste letterarie il Congresso raccoglieva uomini di cultura in gran parte di estrazione liberaldemocratica o radicale, di sinistra non marxista o ex comunisti (per lo più di orientamento trockista). Dietro il Congresso si muoveva una rete occulta costituita da privati che agivano sotto la copertura di fondazioni filantropiche: uomini d’affari, avvocati, diplomatici, politici, dirigenti d’imprese di pubblicità, magnati della stampa e sindacalisti, molti dei quali, durante il secondo conflitto mondiale, avevano servito il governo americano nell’Oss, uffici della propaganda e guerra psicologica. Era, in gran parte, la crema liberal e progressista della classe dirigente americana, selezionata dalla Cia nelle famiglie aristocratiche della costa orientale e nelle università più prestigiose. L’obiettivo americano, nel dar vita all’iniziativa ricordata, si servì di un complessivo progetto politico e di un piano di guerra psicologica, il cui fine doveva essere “vincere la terza guerra mondiale, senza doverla combattere”. Usando le parole di Eisenhower: “Nella guerra fredda, il nostro scopo non è conquistare o sottomettere con la forza un territorio. Il nostro scopo è più sottile, più pervasivo, più completo. Stiamo tentando, con mezzi pacifici, di fare in modo che il mondo creda alla verità. La verità è che gli americani vogliono un mondo di pace, un mondo in cui tutti abbiano l’opportunità della massima crescita individuale. I mezzi che impiegheremo per diffondere questa verità sono chiamati, di frequente, psicologici”. Il piano dottrinale, ideologico, prevedeva l’uniformità al posto della diversità, postulava un sistema che prevedesse un tipo particolare di concezione e di struttura sociale, comprendeva un complesso di principi per le aspirazioni umane abbracciando tutti i campi del pensiero umano, tutti i campi d’interesse intellettuale, dall’antropologia alle creazioni artistiche alla sociologia, alla metodologia scientifica. Tutto questo presupponeva un apparato per la produzione di idee che presentassero l’American way of life su basi scientifiche e sistematiche e un movimento intellettuale di lunga durata allo scopo non solo di contrastare il comunismo, ma anche di “spezzare in tutto il mondo gli schemi dottrinali di pensiero” che fornivano una base intellettuale a “dottrine ostili agli obbiettivi americani”. Elemento centrale il ruolo assunto dalle élites, secondo una teorizzazione che era stata propria di Pareto e di Sorel, riproposta da James Burnham nel suo libro The Machiavellians. I singoli individui erano relegati in una posizione marginale, l’élite emergeva come l’unico gruppo a contare davvero. L’élite fu definita come quel gruppo numericamente limitato, con interessi e capacità tali da manipolare le questioni dottrinali, gli ideologi che muovono fili intellettuali per formare, o quanto meno predisporre, gli atteggiamenti e le opinioni di coloro che, di volta in volta, sono destinati a fungere da leader dell’opinione pubblica. Il lavoro sull’élite presupponeva la predisposizione dei suoi membri ad accogliere con favore la filosofia della Cia: l’uso di élite locali avrebbe aiutato a occultare l’origine statunitense dell’operazione, in modo che sembrasse lo sviluppo di una autonoma iniziativa locale. L’appoggio alla sinistra non comunista svolse un ruolo strategico in questa operazione. A partire dal 1948 l’Agenzia ritenne infatti che nessuno come un ex comunista avrebbe potuto combattere meglio contro i comunisti. La distruzione dei miti del comunismo poteva essere raggiunta soltanto con la partecipazione, in una campagna di persuasione, di personalità della sinistra che non fossero comuniste. La strategia di promuovere la sinistra non comunista divenne il fondamento teorico delle operazioni politiche della Cia contro il comunismo. La base ideologica di questa strategia, in cui la Cia stabiliva una convergenza, quasi un’identità, con gli intellettuali di sinistra, fu presentata da Schlessinger in The Vital Center, uno dei tre libri fondamentali che videro la luce nel 1949 (gli altri due furono Il Dio che è fallito e 1984 di Orwell). Schlessinger registrava il declino della sinistra e, infine, la sua paralisi morale sulla scia della rivoluzione (per lui corrotta) del 1917, e tracciava l’evoluzione della “sinistra non comunista” come modello di mobilitazione per i gruppi che lottano per costruire un’area per la libertà. La tesi era che il cosiddetto socialismo democratico costituiva il baluardo più efficace contro la presa dell’esperienza comunista. Questo divenne il tema sotteso – o addirittura occulto – della politica estera americana del periodo”. La sigla che designava la sinistra non comunista, Ncl, diventò presto d’uso comune nel linguaggio della burocrazia di Washington, indicando quasi un gruppo di tesserati. Gruppo che ebbe il suo battesimo nella stesura del libro Il Dio che è fallito, una raccolta di saggi che dovevano testimoniare il fallimento dell’idea comunista. A livello internazionale dunque, e in maniera particolare in Italia, oltre all’anticomunismo sullo stile della P2 e di Gladio, esisteva ed esiste anche un anticomunismo altrettanto duro ma illuminato, progressista e persino di sinistra. Come suggerisce il prefatore dell’edizione italiana dell’opera di Frances Stonor Saunders, Giovanni Fasanella, l’esistenza di un partito americano di sinistra costituirebbe una chiave importante per decifrare molti aspetti del nostro recente passato ed anche del nostro presente. L’anticomunismo del Congresso, dal quale il Pci si difese in maniera efficace negli anni ’50 e ‘60, negli anni successivi è stato invece in varia misura assimilato dal partito comunista, al punto da trarre da quell’esperienza gli elementi per costruire l’identità di una sinistra post-comunista. La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA h - 32 NO-M346 ad Israele, VELIVOLI PRONTI PER CONSEGNA; RIPETIAMO IL NOSTRO NO! La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA e - 33 PER NON DIMENTICARE IL MASSACRO DI SABRA E CHATILA A SETTEMBRE IN LIBANO PER IL DIRITTO AL RITORNO DEL POPOLO PALESTINESE Comitato Per non dimenticare Sabra e Chatila - Settembre 2014 C ari am ici de lla Pale stina, Se ppur con un ce rto ritardo siam o pronti pe r raccoglie re le ade sioni e form are anche que st’anno la de le gazione de l C om itato Pe r non dim e nticare Sabra e C hatila che si re che rà in Libano in occasione de ll’annive rsario de l m assacro di Sabra e C hatila. Sarà un appuntam e nto im portante pe rché , oltre a ricordare con varie iniziative i tre ntadue anni dall’e ccidio, sarà l’occasione pe r conosce re e solidarizzare con i tanti pale stine si costre tti a uscire dalla Siria, quindi profughi fra i profughi. Una situazione dram m atica e d e splosiva che si aggiunge alle già difficilissim e condizioni in cui ve rsano i pale stine si in Libano. Tutto que sto avvie ne in un Pae se se m pre in bilico, che soffre dram m aticam e nte de lla pre se nza di oltre un m ilioni di siriani che lì hanno trovato rifugio, circa un quarto de lla popolazione libane se . Il Libano è un pae se che ve de parte de l suo te rritorio occupato da Israe le e che ha ne lla “re siste nza” un baluardo contro le m ire e ge m oniche de l sionism o e i proge tti im pe rialisti statunite nsi. I nostri am ici di Be it Aftal Assom ud - im pe gnati ne lla program m azione de ll’e ve nto al quale noi dare m o il nostro contributo di solidarie tà, insie m e ad altre de le gazioni di pae si e urope i e non - ci aspe ttano e contano m olto sulla nostra pre se nza e sulla nostra solidarie tà. Una solidarie tà pe r noi principalm e nte politica, m a che non e sclude il de side rio di portare anche un aiuto concre to. A que sto proposito ne i prossim i giorni ve rrà lanciata una sottoscrizione pe r riuscire a portare un aiuto alle condizioni de i rifugiati siriani costre tti a vive re fra ste nti inde scrivibili (a que sto proposito alle ghiam o l’ultim o re port di Be it Aftal Assom oud) Il te m a de l diritto al ritorno pe r il popolo di Pale stina, ignorato da troppi, de ntro e fuori il m ondo arabo-m e diorie ntale , sarà al ce ntro de lle iniziative con cui i Pale stine si che vivono ne i cam pi profughi de l Libano – oltre 400 m ila pe rsone – ricorde ranno le vittim e de lla strage e le cause de lla loro lunga diaspora, chie de ndo al Libano e al m ondo inte ro di non conside rarli uom ini e donne da dim e nticare . Sono que ste le ragioni che le gano con un filo rosso que sto viaggio a que llo che abbiam o fatto lo scorso ge nnaio con tante com pagne e tanti com pagni a Gaza dove abbiam o voluto riaffe rm are che il diritto al ritorno riguarda tutti, dalla Giordania alla C isgiordania, da Gaza alla Siria, se nza dim e nticare naturalm e nte il Pae se de i C e dri. Un im pe gno che ne lle se ttim ane scorse ha pe rm e sso il fiorire in oltre ve nti città italiane di iniziative pe r ricordare la Nak ba. L’e braicizzazione di Israe le – punta più alta de l program m a ne ocoloniale de l sionism o – e sclude il diritto al ritorno de i non e bre i, de i pale stine si nati in que lle te rre . La nostra pre se nza in Libano è finalizzata anche a de nunciare que sto trattam e nto intolle rabile e razzista. E soprattutto vogliam o de nunciare i nostri sile nzi, que lli de ll’O ccide nte , de ll’Europa, de l nostro Gove rno. Pe r que ste ragioni vi chie diam o di farci pe rve nire ne l te m po più bre ve possibile le vostre inte nzioni di parte cipare , pe r conse ntirci di organizzare al m e glio la visita. Come partecipare Il viaggio avrà luogo dal 13 al 21 se tte m bre 2014. Pe r parte cipare è ne ce ssario: 1)contattare l’associazione “Per non dimenticare Sabra e Chatila ONLUS” (i recapiti sono indicati in fondo) per chiedere di partecipare, fornendo queste indicazioni: nome, cognome, città – associazione di appartenenza (nel caso si partecipi per conto di un’associazione) recapito mail e contatto telefonico; 2)attendere la nostra conferma alla vostra richiesta di iscrizione (i posti sono limitati); 3)A vuta la conferma, versare entro il 18 giugno la quota di partecipazione al viaggio di 150,00 euro con bonifico sul conto corre nte bancario n° 400741868, inte stato all’associazione "Pe r non dim e nticare . O nlus" pre sso Unicre dit - filiale V.le De l C aravaggio, 47 - 00195 R om a (IBAN IT84Q0200805276000400741868, causale “Libano 2014”), e inviare copia con num e ro di C .R .O . a ste fanialim iti@alice .it; 4)→ IMPORTA NTE: ne l più bre ve te m po possibile far pe rve nire a que sto indirizzo: ale ssiale o@hotm ail.com - copia de l passaporto (con almeno sei mesi di validità al momento del rientro in Italia e senza alcun visto di Israele). Voli L’associazione “Pe r non dim e nticare Sabra e C hatila O NLUS” fornirà all’age nzia di viaggi l’e le nco de i parte cipanti al viaggio, m a non si occupe rà de ll’acquisto de i biglie tti; ognuno provve de rà a contattare l’age nzia di viaggio pe r la pre notazione e il pagam e nto de l proprio biglie tto. Si viaggia con la com pagnia libane se MEA che offre i pre zzi più com pe titivi; l’age nzia alla quale ci siam o rivolti que st’anno è PO LVANI TO UR S, VIA DEL C O R SO 300, 00187 R O MA. TEL 06 48 46 63. re fe re nte Sig France sco Be rnardini, e m ail :[email protected]. Pe r le pre notazioni: R O SAR IA TER ESI, 06 5003450 -328 7129 960. Il num e ro e gli orari de i voli di andata e ritorno sono i se gue nti: In parte nza da R om a Fium icino voli dire tti: ME 232 - 13se p /FC O BEY part. 1220 arr. 1630 --- ME 231 - 21se p /BEY FC O part. 0835 arr. 1110 Il costo totale a pe rsona è di e uro 404 (190 più tasse , che sono ad oggi di 214 e uro, atte nzione : le tasse possono variare di qualche e uro in più o in m e no, a causa de ll’oscillazione de l pre zzo de l pe trolio fino al m om e nto de ll’e m issione de l biglie tto) e inclusi i diritti di age nzia e l’assicurazione . → IMPO R TANTE: Pe r la confe rm a de lla pre notazione de l volo ae re o è richie sto un anticipo NO N rim borsabile di EUR O 110 A PER SO NA ENTR O 20 GIUGNO 2014. Si può pagare anche in age nzia o tram ite bonifico – indicando nom e de l passe gge ro com e da passaporto; causale “BEYR UT” - a Polvani Tours, coordinate bancarie : IBAN: IT25 A 05584 03200 000000062345 --- BIC /SW IFT BPMIITMMXXX --- Banca Popolare di Milano - age nzia 251 Piazzale Flam inio, 1 00196 R om a Avvisare l’age nzia de l ve rsam e nto fatto La scade nza ultim a pe r il saldo de l biglie tto è il 25 LUGLIO 2014. Prim a de l saldo è ne ce ssario contattare R osaria de l’age nzia (R O SAR IA TER ESI, 06 5003450 -328 7129 960) pe r ve rificare a quanto am m onta la quota de finitiva (tolti ovviam e nte i 110 e uro de ll’anticipo); e ntro tale data va e ffe ttuato il se condo bonifico, inse re ndo gli ste ssi dati (causale e nom i com e da passaporto). Anche in que sto caso si dovrà far pe rve nire conte stualm e nte all’age nzia la rice vuta de l bonifico, se m pre via posta e le ttronica, con il num e ro di C .R .O . In caso di cance llazione de lla parte cipazione dopo l’e m issione de l biglie tto, si pe rde ranno i 100 e uro di anticipo; ste ssa pe nale pe r cam bio di date . La franchigia pe r il bagaglio è di 23 k g. in stiva e 8 k g. a m ano. A lbergo L’associazione “Per non dimenticare Sabra e Chatila ONLUS” farà le prenotazioni delle stanze per ottenere il massimo sconto possibile: ognuno provvederà individualmente al pagamento del proprio conto in loco. C om e se m pre abbiam o sce lto pe r un buon rapporto qualità – pre zzo - ubicazione l’hote l Myflower. Il costo di una cam e ra singola è US$ (dollari) 88.00; pe r la doppia US$ (dollari) 71.5 B/B. Ne l pre zzo è com pre sa una prim a colazione . Tutte le cam e re hanno aria condizionata e pre se pe r il colle gam e nto inte rne t. Vi pre ghiam o di m e tte rvi in contatto con noi pe r te m po: la disponibilità albe rghie ra è lim itata. Dunque è urge nte fare le pre notazione : e ntro la m e tà di giugno dove te iscrive rvi. Vi chie diam o di facilitarci il com pito rispe ttando le scade nze indicate ; anzi, se pote te , non aspe ttate proprio l’ultim o giorno! Vi riassum iam o le “date im portanti” pe r com odità: Una volta ricevuta la nostra conferma di iscrizione: entro il 18 giugno 2014 versamento della quota di partecipazione all’associazione “Per non dimenticare ONLUS”, pagamento quota di 150,00 € e invio copia con C.R.O e copia passaporto; entro il 20 giugno 2014 versamento del deposito per il biglietto aereo di 110,00 € e invio copia con C.R.O. entro il 25 luglio 2014 saldo del biglietto aereo e invio copia con C.R.O all’agenzia. Grazie e cari saluti. L’A ssociazione Per non dimenticare Sabra e Chatila Recapiti: Ale ssia Le one llo (347.7799884 - ale ssiale o@hotm ail.com ); Ste fania Lim iti (339.2423219 - ste fanialim iti@alice .it); Maurizio Musolino (335.5300861 - m usolino.m au@gm ail.com ); Marta Turilli (3409254858 - m [email protected]); Bassam Sale h (3471654654 – bassam .sale [email protected]). Stefania Limiti, Maurizio Musolino, Bassam Saleh La VOCE ANNO XVI N°10 giugno 2014 PAGINA f - 34 LEGGI ECONOMICHE UNIVERSALI E COMUNISMO Autori Roberto Sidoli, Daniele Burgio, Massimo Leoni - Ed. Aurora Postfazione di Bruno Casati IL marxismo come dottrina dello sviluppo della Società, del movimento operaio e della rivoluzione, non è da considerarsi come un qualcosa di finito e intangibile, una teoria fissa – citando Goethe, Lenin usava ripetere che la teoria è grigia – ma, al contrario, solo come una pietra angolare della scienza che l’uomo deve costantemente sviluppare. “La teoria è grigia ma l’albero eterno della vita è verde”, così concludeva Lenin che considerava il Marxismo come la dottrina viva dell’evoluzione continua del sapere. Ma, questa evoluzione si compie nelle contraddizioni e nel vasto campo dei contrasti, perché così procede il capitalismo, che è progressivo: sa distruggere, e l’ha fatto, antichi modi di produzione e, insieme espandere nuove forme produttive, e l’ha fatto, così come, nel contempo, è portato a impedire che l’emergere impetuoso dei soggetti che sono i protagonisti delle nuove forme produttive, prevalga e, quindi li comprime. Da qui il Marxismo, che è dottrina sempre in movimento, motore intellettuale della lotta rivoluzionaria del proletariato che, in crescita “dicotomica” con il Capitalismo, non si vuol far schiacciare. Ed è il Leninismo “il Marxismo dell’epoca imperialista e della rivoluzione proletaria” (così Stalin). È su concetti come questi e altri che si innesta la nuova pregevole opera che Roberto Sidoli, Massimo Leoni e Daniele Burgio, dedicano al “MORO”, e lo fanno con l’approccio che dovrebbero sempre avere i Marxisti che è quello, appunto, di considerare il Marxismo come dottrina in verifica continua, in movimento. Carlo Marx oggi lo ripenserebbe, non ho dubbi, alla luce delle formidabili trasformazioni capitalistiche esplose negli ultimi decenni del “secolo breve” alle nostre spalle, inimmaginabili ai suoi tempi. Si pensi alla possente rivoluzione dell’automazione flessibile e alla cancellazione della meccanica da parte dell’elettronica. Perché oggi viviamo uno stravolgente ma anche meraviglioso passaggio d’epoca in cui, mi limito ad un solo esempio, è possibile affermare che tra il “Torchio di Gutemberg” e la stampa delle righe a piombo corre una differenza minima se raccordata al gran balzo invece intervenuto con la parola digitale che, con uno spettacolare cambio di dimensione, ha azzerato non solo le righe a piombo ma i cinquecento anni precedenti. E poi Internet. Carlo Marx, credo, si getterebbe a capofitto nell’immane impresa della rivisitazione di sé stesso e nell’analisi di questo nuovo “macchinismo” spesso senza l’uomo e, del resto, ripensare il Marxismo non è forse il messaggio chiave che Marx stesso ci consegna? Ricercare, scavare, indagare, verificare sul campo e poi correggere e riscrivere, sempre senza alcuna rigidità dogmatica, sempre inseguendo le Leggi (oggettive?) che sovraintendono il processo storico sociale, le famose leggi economiche universali, sulle quali gli autori riflettono, anche con ricche provocazioni. Marx ,forse, si proporrebbe nell’ennesima riscrittura del Capitale (che magari non porterebbe a conclusione) perché in lui si componevano e scomponevano due piani di pensiero: il piano dell’astrazione e quello della politica. Sul piano dell’astrazione, che è quello che ci interessa, Marx cerca di individuare, dare forma logica a queste leggi che Hegel, invece, collocava nel sito della politica – sistematizzandole nella dimensione dell’economia, individuando il loro sbocco nell’assoluta libertà sociale, in cui il “libero stato organicistico tutore della società” (quello che, sempre Hegel, vedeva nello stato prussiano cristiano) diventa il comunismo. Comunismo in concreta prospettiva e non speranza, che diventa l’alibi comodo degli attendisti, ma in una prospettiva appunto da conquistarsi da parte degli essere umani, da parte delle classi progressive, come il proletariato industriale, le sole portatrici dei più elevati modi di produzione. L’impianto del ragionamento, e del suo sbocco, risponde così ad una logica stringente. Ma Marx spende nello studio più di un decennio in quaderni fitti di appunti, semilavorati cancellati e riscritti e poi ancora riscritti. Con molta superficialità si potrebbe dire che il metodo logico-dialettico che Marx adotta crea difficoltà allo stesso Marx ,e lui ne è ben consapevole. Come infatti è noto, sono quattro i suoi tentativi consecutivi di scrivere il Capitale. L’ultimo resterà incompiuto ed il secondo e il terzo volume saranno completati da Engels sulla base degli appunti di Marx dopo la sua morte. Del resto, se seguiamo Marx nel reiterato tentativo di trasformazione, ad esempio, del valore delle merci nei loro prezzi di produzione, ci troviamo assorbiti in complicatissime scissioni dialettiche, assolutamente affascinanti per gli studiosi, trasportati in escursioni intellettuali raffinate, ma che però, in quanto astratte, diventano di difficile, se non impossibile, trasposizione in politiche economiche concrete, da collocarsi sul terreno della transizione socialista. Marx non si poneva, è vero, questo obbiettivo, se lo posero invece i sovietici dopo l’Ottobre, provandosi a utilizzare Marx come base teorica della pianificazione socialista, ma dovettero arrendersi (e pure disponevano delle più belle intelligenze Marxiste del tempo) e ripiegare sull’econometria. Restano di Marx aperture e analisi storico –sociali di enorme rilevanza. Si prenda ad esempio, ma mille potrebbero essere gli esempi, lo straordinario ventiquattresimo capitolo del primo Libro del Capitale, sulle origini stesse del modo di produzione capitalistico, che ci racconta con rara efficacia come, senza la scoperta delle Americhe da parte degli Europei, senza il saccheggio di quelle terre e la tratta degli schiavi dall’Africa per moltiplicare le ricchezze degli Europei (e dei loro figli) che vi si erano insediati, con la formazione conseguente del mercato mondiale, senza tutto questo nessuno sviluppo delle contraddizioni della Società tardo feudale avrebbe portato al capitalismo. Mi preme ora, per non uscire dal percorso sulle leggi economiche universali che gli autori hanno imboccato, cogliere qualche aspetto della famosa teoria del valore perché è da qui che Marx parte per valutare se un sistema è pronto o meno per la trasformazione rivoluzionaria. È il Marx della maturità che scrive: “i valori d’uso costituiscono il contenuto materiale della ricchezza, qualunque sia poi la sua forma sociale. Nella forma di società che noi dobbiamo considerare essi si fanno peraltro innanzi, nello stesso tempo, come portatori materiali del valore di scambio”. E prosegue identificando appunto il valore di scambio: “ il valore di scambio appare innanzitutto quale rapporto quantitativo, la La VOCE ANNO XVI N°10/h4> giugno 2014 PAGINA g - 35 Segue da Pag.34: LEGGI ECONOMICHE UNIVERSALI E COMUNISMO proporzione, in cui il valore d’uso di una certa specie si scambia con valori d’uso di un’altra specie: rapporto accidentale che muta continuamente secondo il tempo e il luogo”. In sintesi, la merce ha in sé due proprietà : il valore d’uso e quello di scambio e quest’ultimo non è il valore della merce, ma diventa tangibile solo quando essa è scambiata. Questa legge del valore ha un’entità che è data dal tempo di lavoro, che però non è quello impiegato direttamente dal produttore, ma quello necessario per la produzione delle merci. A ben vedere è poi questo l’elemento fondante che caratterizza la produzione capitalista, perché l’uomo non produce beni per il proprio bisogno ma produce beni destinati ad altri senza preoccuparsi dell’uso che altri ne fanno. In sintesi, produce merci per il mercato. È così rappresentata la duplice natura del processo produttivo. È da questa rappresentazione che Marx elabora una teoria anche del valore del lavoro che sarà la base dell’analisi fondamentale del plusvalore, l’asse portante del capitale, come natura (e come libro). In questa straordinaria analisi, che parte dallo scambio e arriva al denaro, Marx sostiene che la forma di valore contenuta nella moneta è racchiusa nella relazione tra una merce e l’altra. È così introdotto il concetto stesso dell’equivalenza che, nella storia dell’umanità, è stato universalmente risolto dall’oro e da altri metalli pregiati. Ne deriva che le merci vengono scambiate sul mercato secondo il valore espresso nel denaro, l’equivalente dell’oro, che così diventa il prezzo di quelle merci. Dalla natura stessa del prezzo discende la sua oscillazione attorno al valore, in relazione al rapporto instabile che si configura tra la domanda di una tale merce e la sua offerta. Ed è a questo punto che Marx introduce la tesi secondo cui, essendo il denaro l’ultimo elemento della circolazione delle merci, esso diviene al tempo stesso la prima forma di capitale. È nel contesto di tale tesi che viene affacciato il concetto di plusvalore, che appare nella relazione stretta tra transazione, compravendita, circolazione del denaro. Con la compravendita lo scopo è acquistare (o vendere) la merce, con la circolazione si crea una eccedenza sul valore d’origine, questa eccedenza costituisce il plusvalore e chi possiede questo denaro trasferito in capitale è il capitalista. E il proletario produttore di beni per altri? La risposta di Marx è che non solo le merci sono vendute e comperate, anche la forza lavoro viene venduta e comperata e, quindi, quella legge sul valore sovraintende anche il lavoro. Secondo questa legge l’operaio, in una parte della sua giornata, produce un lavoro pari a quello della sua forza lavoro ma, in un’altra parte e sotto pressione del capitalista, produce un valore aggiunto maggiore. Il plusvalore per il capitalista è quindi estratto dal plusvalore non retribuito fornito dall’operaio. I mezzi di produzione (il capitale costante) non danno perciò il capitale ma lo diventano quando si appropriano del lavoro operaio non retribuito. Detto diversamente, la fonte del plusvalore, il denaro che il capitalista intasca, è solo il plusvalore dell’operaio. Ne discende che questo operaio, con milioni di altri, non deve limitarsi a richiedere condizioni materiali migliori (lo deve pur fare in una dimensione sindacale, parziale),ma deve essere colui, con milioni di altri, che deve esigere il possesso totale dei mezzi che il capitalista gli ha sottratto: esigere insomma quel valore della sua giornata di lavoro che non entra nelle sue tasche ma in quelle del capitalista. È questo contesto che chiede per l’operaio il passaggio dalla coscienza sindacale del proprio interesse alla coscienza collettiva di classe, che si determina la rottura rivoluzionaria, ossia con il passaggio dalla società capitalista alla nuova (comunista o socialista). V’è però da dire, per concludere, che questa rottura è finora intervenuta laddove la produzione delle merci non aveva ancora imbevuto l’intero tessuto sociale. Il che però vuol dire che la teoria del valore, che è teoria giovane, aspetta ancora di essere pienamente sviluppata. Marx richiede a tutti noi un aggiornamento Marxista e una prassi conseguente, che non si può ricercare pedissequamente in un’opera del 1848, anche se il famoso “frammento sulle macchine” dischiude nuovi orizzonti per i Marxisti del terzo millennio. Questa è la sfida che ci lancia il “MORO”. Edizione curata dall’Associazione Centro Culturale Antonio Gramsci Viale Piemonte, 10 - 20013 - Magenta (MI) www.gramscioggi.org Sabato 7 Giugno 2014 dalle ore 14,00 alle ore 18,30 - presso la “Cooperativa Aurora” - Via Spallanzani n. 6 Milano - (MM1 P.ta Venezia) L’Associazione Primo Ottobre di amicizia Italia-Cina www.lacinarossa.net Promuove L’assemblea Pubblica LA CINA E LA QUESTIONE DEL SOCIALISMO NEL 21° SECOLO Presiede BRUNO CASATI - Presidente Centro Culturale Concetto Marchesi Intervengono Un Rappresentante della Repubblica Popolare di CINA FAUSTO SORINI - Responsabile Esteri P.d.C.I. BRUNO STERI - Direttore della rivista Essere Comunisti LUIGI VINCI - Condirettore della rivista Progetto Lavoro La VOCE ANNO XV N°6 maggio 2013 PAGINA h - 32