lingua croata - Comunità Montana del Gemonese

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lingua croata - Comunità Montana del Gemonese
Da sportello a sportello! La tutela delle lingue minoritarie
nelle altre regioni italiane:
lo sportello linguistico della Comunità Montana “incontra”
la minoranza croata del Molise.
La Legge 482/99 tutela le minoranze linguistiche della nostra penisola. In molte altre regioni
d’Italia sono presenti comunità linguistiche che formano il ricco e variegato patrimonio linguistico
nazionale. Con questa rubrica, “Da sportello a sportello! La tutela delle lingue minoritarie nelle
altre regioni italiane” è nostra intenzione entrare in contatto con queste realtà per avviare un
proficuo scambio di idee e magari di collaborazione. In questo numero del notiziario dell’Ente
abbiamo deciso di conoscere la realtà dei Croati presenti nei tre Comuni molisani di Acquaviva
Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise (CB).
LA MINORANZA LINGUISTICA CROATA IN ITALIA
La minoranza linguistica croata presente in Italia è composta da circa 2600 persone. Essa si è
costituita insediandosi nel Molise, più precisamente in provincia di Campobasso, nel territorio
compreso tra i fiumi Biferno e Trigno, nei tre Comuni di San Felice del Molise, Montemitro e
Acquaviva Collecroce. Queste piccole colonie risalgono con ogni probabilità ai secoli XV-XVI,
quando numerosi abitanti di fede cattolica della costa dalmata, per sfuggire all’invasione turca, si
trasferirono al di qua dell’Adriatico fondando diverse comunità sparse lungo la costa e
nell’entroterra fra le Marche e la Puglia. Essi sostarono in questa zona perché scoprirono condizioni
molto simili a quelle della loro terra d’origine e particolarmente favorevoli: caratteristiche
ambientali, disponibilità delle autorità civili e religiose locali, territori completamente disabitati a
causa della peste e dei terremoti. Il fattore slavo fu quasi del tutto assimilato entro la fine del
Settecento-inizio dell’Ottocento. Così l’unico residuo slavo insediato nella penisola italiana, se si
esclude l’importante area slovena della nostra regione, è questa piccola colonia croata presente nei
tre villaggi menzionati, i quali conservano, ancora oggi, la lingua, gli usi ed i costumi della stirpe
d’origine.
IL DIALETTO CROATO MOLISANO
L’idioma parlato dalla minoranza è sostanzialmente l’antica lingua croata del tipo štòkavo-ìkavo,
chiamata localmente manaš, in uso nella Dalmazia centrale fra i fiumi Cettina e Narenta, nel
retroterra croato ed in Erzegovina.
Si tratta della varietà che è alla base sia dello standard croato che di quello serbo: la definizione di
“croato” riflette quindi, in primo luogo, la consapevolezza della provenienza dalla costa dalmata e
l’appartenenza alla religione cattolica romana della popolazione.
All'epoca vi erano altri due importanti dialetti Croati, cioè il Kaikavo che tuttora si parla nella
Croazia settentrionale, interna, ed il Ćakavo che si parlava in tutta la Dalmazia ed oggi si parla
lungo il litorale orientale dell'Istria e lungo il litorale da Rijeka (Fiume) a Split (Spalato).
Gli abitanti delle colonie croate del Molise sono sempre stati cattolici di rito latino, a differenza
delle vicine colonie albanesi che erano abitate da cattolici di rito greco; la messa, quindi, è stata
celebrata sempre in lingua latina sino al Concilio Ecumenico Vaticano II quando fu permessa la
celebrazione delle funzioni religiose nelle lingue locali. Purtroppo, per mancanza di sacerdoti del
posto e per la difficoltà di tradurre in un linguaggio semplice e concreto la complessa terminologia
liturgica, si è passati direttamente alle celebrazioni religiose in italiano, anche se sopravvivono nella
comunità minoritaria dei canti e delle tradizioni in croato.
Una crescita della coscienza linguistica locale fu favorita, verso gli anni ’60-’70, dall’interesse per
le comunità slavofone del Molise da parte di intellettuali croati esuli in Italia. Più recentemente sono
stati allacciati contatti con la Croazia e con le minoranze croate all’estero, e presso le tre comunità
del Molise sono stati ospitati profughi provenienti dalle regioni in guerra della ex Jugoslavia.
Cartello bilingue ad Acquaviva Collecroce (CB)
LO STATUS DELLA LINGUA CROATA
In base alle normative di legge, il croato è riconosciuto come lingua minoritaria dallo Stato Italiano,
che ha anche sottoscritto accordi di reciprocità con la Croazia per la tutela delle minoranze sui
rispettivi territori; inoltre, la valorizzazione della lingua e della cultura croata è prevista dalle
normative di legge della Regione Molise. Ricordiamo a questo proposito la L.R. 15/1997 “Tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche nel Molise”, che prevede in
particolare l’avvio di iniziative di ricerca e di promozione della specificità locale con esplicito
riferimento all’attività didattica. Tali forme di riconoscimento non si sono ancora concretizzate in
forme di effettiva tutela direttamente promosse dalle autorità centrali e regionali.
Al momento attuale il croato non viene utilizzato nella pubblica amministrazione; la lingua
minoritaria trova un parziale impiego nella toponomastica locale. Percorsi di tutela della lingua
minoritaria hanno interessato soprattutto l'istruzione. Da diversi anni, infatti, il croato molisano è
entrato nella scuola elementare e media inferiore dei tre comuni.
In passato si sono avute esperienze editoriali in croato molisano, che sono state interrotte per
mancanza di fondi; attualmente una sezione riguardante la comunità croata del Molise è presente
nella rivista "Kamastre" che presenta una più ampia sezione dedicata alla comunità arbèreshe del
Molise; la rivista è però in italiano. Non risultano trasmissioni radiotelevisive in lingua croata.
I COMUNI CROATI DEL MOLISE
ACQUAVIVA COLLECROCE - KRUČ (CB)
Acquaviva Collecroce, insieme a Montemitro e San Felice, è uno tra gli ultimi tre paesi del Molise
dove ancora oggi si continua a parlare un' antichissima lingua di ceppo slavo. Il paese ha subito una
forte emigrazione, sia verso paesi stranieri sia anche verso città italiane più grandi e con maggiori
opportunità di lavoro. In seguito a emigrazioni temporanee o definitive il numero degli abitanti dei
paesi molisani di ceppo slavo è variato e soprattutto diminuito drasticamente a partire dal XX sec.
Nell’immagine sopra una veduta panoramica di Acquaviva Collecroce.
SAN FELICE DEL MOLISE - FILIČ (CB)
San Felice del Molise, in croato Štifilić o Filič, è un comune di 813 abitanti della provincia di
Campobasso. Esso sorge su di un colle isolato e domina le colline più basse, da dove si possono
ammirare i panorami del circondario. Insieme ai comuni di Acquaviva Collecroce e Montemitro
costituiscono la minoranza etnico-linguistica di origine croata nel Molise. Nel 1963 questo paese
era denominato San Felice Slavo, cambiò nome in San Felice del Littorio durante il fascismo, ed è
diventato San Felice del Molise al momento della Liberazione da parte degli Alleati. Il paese ha
conservato la lingua degli antenati e alcuni usi e costumi.
Nella foto la Chiesa di Santa Maria Costantinopoli a San Felice del Molise.
Questa chiesa risale al 1200 e fu costruita da architetti della scuola dei Benedettini del Canneto.
Nel 1500 fu ampliata anche in relazione all’arrivo degli slavi e all’aumento della popolazione.
Nel 1700 fu trasformata sia internamente che esternamente, allo stesso periodo risalgono i
quattro altari in legno e l’organo in stile barocco ricoperti di oro zecchino che oggi si possono
ammirare in tutto il loro splendore dopo il restauro. Tutta l’architettura della chiesa è stata
restaurata e riportata alla sua bellezza architettonica originale. Nella chiesa sono presenti
sculture in pietra risalenti al periodo pre-romanica come la scultura dell’agnello posto sulla
fonte battesimale.
MONTEMITRO – MUNDIMITAR (CB)
Montemitro (in croato Mundimitar) è un comune di circa 500 abitanti della provincia di
Campobasso, dove è storicamente presente una minoranza linguistica del ceppo croato. Lo stato
italiano riconosce per questa e le altre comunità slavofone del Molise lo status di minoranza
linguistica, pur riconoscendo come lingua di appartenenza il Croato e non l'idioma locale.
Ancora oggi in questo paese si parla l’antico dialetto dalmata, detto na-naso. In base agli studi
storici e linguistici, si ritiene che l’area di provenienza degli antichi coloni sia quella della zona
costiera o dell’immediato entroterra tra i fiumi Cetina e Neretva. Probabilmente il loro primo
insediamento nel territorio di Montemitro fu quello in località Selo, che in croato significa paese,
villaggio.
Un’immagine del paesaggio di Montemitro (CB).
Cartello bilingue a Montemitro
Notizie e foto tratte dai siti:
www.comune sanfelicedelmolise.cb.it/.
http://www.mundimitar.it/storia.it.htm
http://tavenna.blogspot.com/2006/08/la-minoranza-linguistica-croata-nel.html
www.kruc.it