Il podvig di un pellegrino

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Il podvig di un pellegrino
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Il podvig di un pellegrino
di padre John Whiteford
dal sito della parrocchia di san Giona
una mappa del viaggio del cristiano, da Il pellegrinaggio del cristiano (The Pilgrim's
Progress)
Uno dei momenti più ironici della mia vita ha avuto luogo il 20 maggio 2007. Ero in piedi di
fronte al Cremlino a Mosca. Ero allora un sacerdote, e pertanto era vestito con la tipica
rjassa nera, la croce pettorale e la skufija di un sacerdote russo. Una famiglia dal Messico si
è avvicinata e mi ha chiesto, in inglese, se potevano farsi fotografare con me – senza dubbio
presupponendo che io facessi parte del paesaggio nativo – e io sono stato d'accordo. Come
ha fatto un ex protestante dal Texas a finire per essere un prete ortodosso russo? È una
lunga storia, quindi lasciatemi iniziare dal principio.
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cattedrale di San Basilio, al di fuori del Cremlino
Radici
Sono cresciuto in una famiglia protestante molto religiosa, un nazareno di quinta
generazione... il che significa che la mia famiglia (da parte di mia madre) è stata in tale
denominazione più o meno da quando è esistita. Nella mia casa, mia madre, quattro fratelli,
e io, con eccezioni molto rare, partecipavamo alla scuola domenicale, al servizio della
domenica mattina, il servizio serale della domenica, agli incontri di preghiera serale del
mercoledì, ed eravamo in chiesa ogni sera della settimana in cui c'era un "risveglio", il che
non capitava di rado.
Anche mio padre veniva da un ambiente molto religioso – la Chiesa di Cristo "campbellita".
È nato in Texas, è cresciuto nel Missouri, e poi si è trasferito con la famiglia in California
durante il periodo della Dust Bowl. Era un veterano della seconda guerra mondiale, che
guadagnava molto bene come montatore di tubature e di coibentazioni con l'amianto.
Conosceva il contenuto delle Scritture meglio di mia madre, ma quando ero bambino
raramente andava in chiesa, e quando lo faceva, veniva con tutti noi alla chiesa del nazareno.
Ho scoperto più tardi che rientrava in uno schema che ho osservato nelle persone associate
a tale denominazione – aveva raggiunto il punto in cui aveva deciso che le chiese erano per
la maggior parte piene di ipocriti, e così non ne sentiva il bisogno, ma manteneva una fede
personale. Di conseguenza, non ha avuto un grande impatto sulla mia educazione religiosa,
al di là dei racconti di alcune delle controversie che imperversavano nella Chiesa di Cristo
(storie molto simili a quelle che ho poi sentito da altri ex membri che avevano lasciato quella
chiesa), e il mio ricordo di alcuni passi della Scrittura che amava citare.
I miei genitori divorziarono quando avevo circa 6 anni, e poi quando avevo 9 anni mia madre
si trasferì con me e i miei fratelli dalla California a Murray, nel Kentucky. Era un bel po' più
giovane di mio padre, e veniva da Chicago, ma aveva deciso di trasferirsi a Murray perché
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sua madre era andata in pensione lì. A parte questo, tuttavia, non era una decisione molto
pratica, perché là non c'era molto lavoro. La più vicina "grande città" era Paducah (che è
proprio tra Possum Trot e Monkeys Eyebrow), ed eravamo circa 50 miglia più oltre, in una
landa desolata. Economicamente, questo è stato per noi un grande passo verso il basso.
Vivevamo letteralmente in Country Club Lane, in una periferia cittadina del sud della
California (Grand Terrace), e ora ci eravamo trasferiti in Tobacco Road. Questa piccola città
nel Kentucky occidentale non era un luogo molto accogliente per gli estranei. Eravamo
considerati "furnurs" (foreigners, stranieri). Nel mio primo anno lì, in quarta elementare, ho
fatto a botte per 52 volte. Me ne ricordo il numero, perché ho segnavo il punteggio sulla mia
scrivania per spaventare gli sfidanti (49 vittorie, 3 sconfitte). Due anni dopo ci siamo
trasferiti a Houston, dove viveva uno dei miei zii, e dove il lavoro era molto più abbondante.
Se mi fossi trasferito direttamente dalla California al Texas, forse mi sarebbe piaciuto così
tanto, ma dopo due anni a Murray, Kentucky, l'ho amato molto presto.
Dalla mia più tenera infanzia, fino alla mia adolescenza, mia madre ci ha sempre letto
qualcosa alla sera. Quando eravamo più giovani, leggeva storie della Bibbia. Quando siamo
cresciuti ha letto altri libri che pensava sarebbero stati edificanti, come storie di missionari
in Africa. In terza media ho cominciato a leggere la Bibbia per conto mio, dalla prima
all'ultima pagina, e l'ho letta diverse volte prima di arrivare a metà del liceo. Tuttavia, ero
curioso riguardo alle altre religioni, e cominciato a leggere su di loro in età precoce. Una
delle cose che facevo quando ero annoiato da bambino era di sfogliare la World Book
Encyclopedia, e leggere qualcosa che aveva attirato la mia attenzione (erano i tempi
precedenti ai videogiochi, ai videoregistratori e a Internet). Ricordo di aver letto l'articolo
sulla "Chiesa ortodossa orientale" prima di trasferirmi dalla California, poco prima di avere
compiuto dieci anni. Quindi sapevo che tale Chiesa esisteva, ma non ci avevo pensato troppo.
Avevo pensato che fosse una forma più esotica del cattolicesimo romano... e nella mia casa,
praticamente ci insegnavano che i cattolici romani erano idolatri, e che quando morivano
finivano in cantina e giù per uno scivolo dritti all'inferno.
All'età di dodici anni mi sono interessato all'islam, a causa di alcuni studenti iraniani che
vivevano in un complesso di appartamenti in cui ci eravamo trasferiti. Poi ho studiato il
giudaismo. In terza media ho fatto un corso per corrispondenza dai cavalieri di Colombo, e
ho studiato il cattolicesimo romano. Nonostante quello che mi era stato insegnato, lo
trovavo interessante su molti livelli, ma non riuscito a farlo quadrare, alla fine, con quello
che ritenevo l'insegnamento delle Scritture.
Al primo anno del liceo, ho conosciuto una ragazza che apparteneva alla Chiesa
Pentecostale Unita; avevo una cotta per lei, e quando mi ha invitato alla sua chiesa, ci sono
andato. Il primo servizio a cui ho partecipato era la prima domenica del nuovo anno, e
quando il pastore si alzò a parlare ha detto "So che molti di noi non pensavano di veder mai
arrivare questo giorno... ma quest'anno, succederà qualcosa... è una profezia!" Alcune
settimane dopo, avevano un "evangelista" in visita a predicare. Sembra che non stesse
ottenendo la reazione emotiva che si aspettava da un sermone di successo, è cominciò a
dichiarare: "Qualcuno morirà stasera! Dio mi ha detto che c'è qualcuno qui stasera che – se
non viene a questo altare [nei circoli evangelici, si tratta della ringhiera a cui ci si
inginocchia] a pentirsi, morirà... stasera! Hai commesso gli stessi peccati, più e più volte, e
Dio ti dà solo quest'ultima possibilità". Ero abituato a sermoni progettati per spaventare i
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fedeli, ma questo era a un livello completamente nuovo. Così per un paio di mesi, ho
frequentato questa chiesa, cantando nel coro, e partecipando praticamente a ogni servizio.
Tuttavia, col passare del tempo, le emozioni hanno cominciato a svanire... e non si è
sviluppato niente con la ragazza che mi aveva fatto andare lì in primo luogo, perciò sono
tornato alla mia vecchia chiesa del nazareno.
Anni dopo, una collega di mia madre, che era anche lei della Chiesa pentecostale unita, mi
ha chiesto di andare in chiesa con lei una domenica sera. A quel tempo ero al college,
studiavo per diventare un ministro nazareno, ma sono andato, per lo più per curiosità e per
un po' di nostalgia. E capitava che fosse la prima domenica di un altro nuovo anno, e – non
me lo sto inventando – il pastore si alzò e disse "So che la maggior parte di noi non pensava
di veder mai arrivare questo giorno..." e prima che la serata finisse udii un'altra volta il
messaggio: "Qualcuno morirà questa notte", notevolmente simile a quello che avevo sentito
al primo anno del liceo.
Nell'abisso spirituale
Più tardi, al liceo, ho trovato un lavoro in una libreria, e perché il mio lavoro era verificare i
nuovi libri in arrivo, ho acquisito un certo numero di nuovi interessi. Per esempio, ho
iniziato a studiare il giapponese, a causa di un libro in cui mi sono imbattuto, che ha
spiegava come leggere e scrivere i kanji (che sono i caratteri presi in prestito dal cinese).
Poiché non vi erano giapponesi tra i miei conoscenti, ma c'era un certo numero di studenti
cinesi, sono passato a studiare il cinese, ed è così che alla fine ho incontrato mia moglie
(anche se non abbiamo iniziare a uscire assieme fino a dopo la fine del liceo). Ho anche
iniziato a interessarmi alle arti marziali, al misticismo orientale (buddismo, taoismo,
induismo), e anche all'occulto. Mi sono molto allontanato da Dio in quel periodo, anche se
continuavo andare in chiesa regolarmente (perché l'idea di non andare in chiesa era
qualcosa che la rigorosa disciplina di mia madre aveva scacciato da me molti anni prima).
Tengo a precisare che non avrei mai potuto arrivare a negare direttamente Cristo. Durante
quel periodo, quando la gente mi chiedeva di che religione ero, dicevo che ero un cristiano
zen (un po' cristiano... un po' buddhista). E anche se avevo ipotizzato che forse Cristo è
un'altra incarnazione di Krishna, o di Buddha, non avrei mai potuto conciliare
adeguatamente ciò che sapevo di Cristo dalla Scrittura con queste idee non cristiane, ma ho
preferito alzare semplicemente le spalle e lasciare la questione irrisolta, perché sapevo che
ci doveva essere qualcosa di più nella vita spirituale di quanto non avevo sperimentato
finora, e forse speravo di trovarlo in altre religioni. Non sapevo molto di studi biblici a quel
tempo, ma avevo sentito abbastanza da parte di chi sollevava dubbi circa l'affidabilità delle
Scritture, da pensare che forse alcune delle cose nella Scrittura che non si adattavano a
queste altre religioni erano semplicemente errori che si erano insinuati nel corso dei secoli.
Nonostante queste incertezze, avevo la sensazione che stavo andando nella direzione giusta,
e una fiducia che non avevo conosciuto prima. Ero il padrone del mio destino (pensavo), ma
ben presto avrei imparato in modo diverso... nel modo più duro.
Dopo essermi diplomato, il mio piano era diventare un agente di polizia (in parte perché
pensavo che legasse con il mio interesse per le arti marziali). Tuttavia, avvenne che il
dipartimento di polizia di Houston decise proprio in quell'anno di aumentare l'età di
ingresso nella scuola di polizia, e quindi non fui in grado di andare avanti con quel progetto,
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per il momento. Così iniziai semplicemente a lavorare a tempo pieno.
Le tre grandi cose nella mia vita a quel tempo erano la mia ragazza (da non confondere con
mia moglie, che a quel tempo conoscevo già, ma che non avevo ancora iniziato a
frequentare), il kung fu, e il mix di idee buddhiste, taoiste, indù e occulte che trovavo così
affascinante. Ero molto appassionato di un libro taoista di divinazione, chiamato "I Ching."
Lo usavo regolarmente, e pensavo che le sue previsioni fossero notevolmente accurate. Una
sera, però, tutte le indicazioni dall'I Ching erano che mi stavano per accadere cose orribili.
Troppo tempo è passato per ricordarmi tutti i dettagli, ma mi ricordo che una delle
previsioni era che il mio rapporto con la mia ragazza sarebbe finito, anche se allora
null'altro mi aveva portato a pensare che questo fosse probabile. Per la prima volta, ho
avuto la sensazione che mi dilettavo di qualcosa di malvagio. Era quasi come se potessi
sentire le risate dei demoni. Penso che sia stata l'ultima volta che ho usato quel libro. Non
molti giorni dopo, qualcosa ha inaspettatamente iniziato nella mia vita una reazione a
catena che sembrava adempiere le previsioni di quella sera.
Mi capitava spesso di andare a piedi al lavoro, a causa del numero limitato di auto in
famiglia, e, talvolta, solo per risparmiare benzina. Un giorno, finito il lavoro intorno alle 5
del pomeriggio, facevo jogging sulla strada di casa, sentendomi veramente bene,
probabilmente nella migliore forma della mia vita. Mi sono imbattuto in una passerella sopra
Greens Bayou, e proprio dall'altra parte c'era un albero. Per un capriccio, ho deciso di fare
un salto con una piroetta sull'albero. Lo avevo fatto prima, e quindi non mi preoccupava.
Non è stato il calcio all'albero il problema, ma l'atterraggio. Sono atterrato sul piede sinistro,
con tutto il mio peso, e la radice dell'albero ha dato una storta alla mia caviglia sinistra, e ho
sentito un forte "pop". La mia caviglia si è gonfiata subito fino alle dimensioni di un melone,
e ho dovuto togliermi la scarpa e saltellare sul piede destro fino al telefono più vicino. In
seguito non sono stato in grado di camminare senza stampelle per un bel po' di tempo.
Ovviamente, il kung fu era fuori questione per il momento. Pochi giorni dopo, la mia ragazza
ha rotto con me, e ho cominciato a sprofondare in una depressione molto profonda che è
andata avanti per circa sei mesi. Non riuscivo a mangiare durante quel periodo. Ho avuto
pensieri di suicidio su base regolare, e non riuscivo a vedere alcuna luce al fondo del tunnel.
Ritorno al punto di partenza
Alla fine, cominciai a realizzare che mi trovavo dov'ero perché mi ero allontanato da Dio, e
così ho cominciato a pentirmi. Alla fine ho cominciato a sentire di nuovo una pace e una
gioia che alla fine hanno vinto la mia depressione, e mi hanno tratto fuori dall'abisso
spirituale da cui pensavo che non mi sarei più liberato. Ho bruciato tutti i miei libri occulti,
la mia collezione piuttosto completa delle opere di Bhagwan Shree Rajneesh, e tutti gli altri
libri che sentivo che non erano graditi a Dio. Avevo raggiunto un punto in cui pensavo di
aver superato i "grandi peccati" nella mia vita, ma poi Dio mi mostrava sempre qualcosa di
più a cui non avevo pensato, e di cui dovevo cominciare a pentirmi allo stesso modo. Ho
avuto un risveglio spirituale, che era molto in linea con la tradizione in cui ero stato allevato.
E ho cominciato a sentire una chiamata al ministero. In particolare, sentivo una chiamata a
essere un missionario, e ho cominciato a fare progetti per frequentare la Southern Nazarene
University, e laurearmi in "religione" (che nel gergo del movimento Holiness era una parola
il cui significato potrebbe variare da "teologia" a "spiritualità"; da qui le frasi "si è dato alla
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religione" e "datemi quell'antica religione"... non era un programma sulle "religioni del
mondo"). Da allora hanno cambiato il nome del programma in "teologia e ministero".
matushka Patricia, da bambina a Guizhou, in Cina. Si è trasferita a Hong Kong all'età di 6
anni, e negli Stati Uniti all'età di 16 anni. Il bottone che indossa è un bottone di Mao.
È stato durante questo risveglio che ho cominciato a uscire con la mia futura moglie, e
prima di andare alla SNU (Southern Nazarene University), ci siamo formalmente fidanzati,
anche se mentre ero a scuola eravamo separati da ben 500 miglia, le chiamate a distanza
erano molto più costose allora, non c'era internet, e così noi parlavamo per circa 30 minuti a
settimana, e altrimenti comunicavamo per lettera.
Gli studi per il ministero
Sono arrivato alla SNU con le convinzioni e lo zelo di un nuovo convertito, perché ero
riconvertito, e l'esperienza è stata così profonda e potente, che esistevano molte cose che
non sapevo, c'erano alcune cose che non dubitavo più. Non dubitavo più la verità della fede
cristiana, la verità della Scrittura, o ciò che Cristo era e che è. Ma, iniziando il mio primo
semestre, ho avuto la sensazione che alcuni dei miei professori fossero molto ansiosi di
versare acqua fredda sui loro giovani studenti ardenti e zelanti. In una classe, un professore
ha iniziato la sua prima conferenza parlando di come gli ebrei avevano atteso da secoli la
venuta di Cristo, ma che quando è venuto, lo hanno perduto, perché avevano costruito muri
attorno la loro fede per proteggerla. E proprio come i farisei, disse: "Anche voi avete
costruito muri intorno alla vostra fede". Poi ha proceduto a spiegare che stava per abbattere
quei muri, in modo da poter costruire la nostra fede su un fondamento più sicuro. Nei
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prossimi mesi, sono giunto a vedere quello che aveva in mente, e non posso dire di essere
stato un partecipante molto collaborativo.
Quando uno di questi professori faceva una dichiarazione che trovavo discutibile, andavo a
fare ricerche sul problema, e poi, quando si menzionava quel tema, menzionavo quello che
avevo trovato. Per la maggior parte, i miei professori alla SNU erano aperti a far mettere le
proprie opinioni in discussione, e il flusso di queste discussioni mi ha stimolato a scavare più
a fondo in molte questioni fondamentali della teologia e della Scrittura – domande che
probabilmente non sarebbero state esaminate se i miei istruttori avessero avuto nazareni
più conservatori.
Molti dei miei compagni di classe mi hanno dato l'impressione di essere molto passivi, e
sembravano accettare ciò che era insegnato solo come un dato di fatto, dal momento che i
professori erano quelli che la sapevano più lunga. Tuttavia, ho avuto alcuni compagni di
classe che erano più propensi a mettere in discussione ciò che ci era insegnato, e ci siamo
subito diventati amici. Due di questi compagni di classe provenivano da ambienti nazareni, e
due provenivano da ambienti carismatici, e frequentavano una chiesa del movimento
Vineyard (che era una sorta di una denominazione non confessionale che aveva servizi molto
informali, e musica di un tipo molto "Top- 40 "(banda rock, "gruppo di culto", ecc). Era una
"non-chiesa". I fedeli si rilassavano stappando una coca cola. Con rare eccezioni, non si
vedeva una giacca e cravatta... ma jeans, t-shirt, bermuda e camicie hawaiane. Si
concentravano su doni spirituali, combattimento spirituale, cacciare i demoni, guarire i
malati e profezie. Trovato molte di queste cose attraenti, ma non sono mai riuscito ad
arrivare a farne parte. C'erano elementi della loro dottrina che non potevo accettare. Per
esempio, credevano nella sicurezza eterna ("una volta salvato, sempre salvato"), e i nazareni
decisamente no. Inoltre, la mia precedente esperienza con il pentecostalismo mi aveva
lasciato un po' più scettico su alcuni degli eccessi che vedevo.
la Southern Nazarene University
Mentre ero alla SNU, i miei studi procedevano su più sentieri contemporaneamente: c'era il
materiale che dovevo leggere per le lezioni; c'era il materiale che leggevo per contrastare il
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materiale che dovevo leggere per le lezioni; c'era il materiale che leggevo perché mi ero
interessato a un particolare argomento; e poi c'era il materiale che leggevo perché ero alla
ricerca di qualcosa di più profondo. Il terzo e quarto sentiero si sono evoluti nel corso del
tempo. Nel corso del primo anno o giù di lì, mi sono particolarmente concentrato a scavare
più a fondo nel movimento Holiness di cui la Chiesa del nazareno era una parte. Ho letto le
opere di Charles Finney, quasi completamente. Ho letto anche molti altri scrittori del
movimento Holiness... John Wesley, naturalmente; William e Catherine Booth, i fondatori
dell'Esercito della Salvezza (che è una denominazione, e non solo un ente di beneficenza);
Hannah Whitall Smith; Samuel Logan Brengle; Phineas Bresee F.; "Uncle" Bud Robinson;
A.M. Hills; H. Orton Wiley; Watchman Nee; e molti altri scrittori meno noti. Ho anche
ampiamente studiato la storia del metodismo e del movimento holiness, così come il
collegamento tra i movimenti e il pentecostalismo. Avevo sperato che scavando nelle radici
della tradizione Holiness, avrei potuto scoprire ciò che ora vi mancava. Ho trovato molte
figure storiche ammirevoli, e ho trovato impressionante la loro devozione a Dio e la serietà
con cui si avvicinavano alla vita spirituale. Le descrizioni dei vecchi risvegli mi hanno fatto
pensare che forse allora avevano qualcosa che era stato perso lungo la strada.
Il movimento pentecostale era originariamente un ramo del movimento Holiness... infatti il
​luogo di nascita del pentecostalismo è generalmente considerato il la missione di Azusa
Street a Los Angeles, che era stata fondata da un pastore nazareno nero che aveva iniziato a
predicare che si doveva parlare in lingue per essere ripieni di Spirito Santo, e che subito
dopo fu escluso dalla sua Chiesa insieme alla sua congregazione. A quel tempo la Chiesa del
nazareno era in realtà conosciuta come la "Chiesa pentecostale del nazareno"... ma il
termine "pentecostale" era stato precedentemente usato come riferimento alla "seconda
benedizione", cioè l'opera di "tutta la santificazione", che come si insegnava, era il risultato
del battesimo dello Spirito Santo... che come generalmente si credeva, avveniva a un certo
punto dopo la giustificazione, cioè, quando qualcuno giungeva a una "fede salvifica" in
Cristo. Ho scoperto che il movimento pentecostale aveva di fatto deviato un certo numero di
termini (come "Full Gospel"), che erano stati comuni nel movimento Holiness, ma poiché il
movimento Holiness maggioritario era così ansioso di prendere le distanze dai
"chiacchieroni in lingue", ben presto abbandonarono la terminologia che li poteva associare
a questo nuovo movimento, e nel processo si allontanarono molto anche dallo spirito
revivalista che li aveva caratterizzati. Il movimento Holiness è in realtà il luogo da cui è
venuto il termine "Holy Roller"... perché c'era chi era abituato a rotolare nelle navate,
saltare i banchi, correre intorno alla chiesa, salire sui pali, gridare, agitare i fazzoletti, ecc.
Ho lavorato per un vecchio il cui padre era stato un tempo un evangelista nazareno, e mi ha
detto che quando era ragazzino, autobus turistici da Oklahoma City portavano la gente alla
Prima chiesa del nazareno di Bethany, in modo che potessero vedere questo tipo di cose in
prima persona. Non lo si sarebbe detto dalla prima chiesa del nazareno di Bethany al tempo
in cui andavo a scuola, o praticamente qualsiasi altra chiesa del nazareno. Così ho
cominciato a chiedermi se forse il fervore del movimento Holiness era stato perso a causa di
una reazione eccessiva al pentecostalismo, e così ho cominciato a vedere se riuscivo a
trovare qualcosa a metà strada tra la Chiesa del nazareno che io avevo conosciuto, e il
movimento pentecostale, che sapevo che aveva un lato stravagante, che volevo evitare.
Il vicolo cieco del non-denominazionalismo
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Nell'estate del 1988 mia moglie e io ci siamo sposati nella chiesa battista cinese che lei
aveva frequentato a Houston. Grazie agli sforzi di mia moglie, che era molto frugale, siamo
stati in grado di avere un bel matrimonio, un ricevimento, una luna di miele, e traslocare le
sue cose in Oklahoma, il tutto per circa mille dollari. Nel successivo anno scolastico,
pensavo di aver trovato quello che cercavo. Era stata avviata nella zona di Bethany una
chiesa non confessionale, che consisteva principalmente di ex nazareni con tendenze
carismatiche, e il pastore era stato un evangelista musicale nazareno (lui e sua moglie
cantavano ai risvegli in giro per il paese). Era anche laureato al Nazarene Theological
Seminary, ma ho scoperto che pur essendo un uomo per bene e sincero, non era molto
propenso agli studi teologici. Infatti, quando ho cominciato a frequentare quella chiesa, mi
ha chiesto di occuparmi della loro classe di scuola domenicale degli adulti, e anche di
scrivere una dichiarazione dottrinale per la loro chiesa. Aveva iniziato lo studio di Ebrei, e
così ho continuato dove aveva lasciato, e mi è piaciuto scavare a fondo in Ebrei e delineare il
suo significato per la classe.
Ho anche accettato la sfida di scrivere una dichiarazione dottrinale: utilizzando come punto
di partenza gli articoli di fede nazareni (che sono stampati in quello che è conosciuto come
"il manuale nazareno", che ha avuto origine dal libro di disciplina metodista, ed era una
sorta di dichiarazione dottrinale della denominazione, in combinazione con le regole che
governano la Chiesa del nazareno sui suoi vari livelli, e forniva anche gli standard di
comportamento cristiano a cui i nazareni avrebbero dovuto aderire), integrandoli con alcune
cose dal manuale di dottrina dell' Esercito della salvezza (che è di simile portata), e
aggiungendo alcune altre cose sui doni dello Spirito Santo, ho preparato un testo e l'ho
presentato al pastore. La sua reazione è stata "Oh, cielo... è così negativo! C'è tutta questa
roba sul peccato! Sembra il manuale nazareno!" Gli ho risposto che in realtà era basato
sugli articoli del manuale nazareno di fede, e poi abbiamo iniziato a discutere la questione
se la dottrina debba essere radicata in qualche cosa del passato. Mi ha detto: "Dio ha una
parola odierna per la Chiesa", e in fondo non avevamo bisogno di preoccuparci di ciò che un
gruppo di persone morte pensava sulla dottrina. Gli ho chiesto se credeva che Dio avesse
parlato per mezzo di uomini come John Wesley. Ha detto che ci credeva. Così ho chiesto, se
Dio ha parlato per mezzo di uomini come John Wesley, un tale messaggio non sarebbe
qualcosa che vorremmo conoscere e capire? Non mi ha dato una risposta soddisfacente. Ma
quel testo non è diventato la dichiarazione dottrinale di quella chiesa... e nemmeno altri
testi. Ho notato nel corso del tempo che questo pastore predicava sulla base di qualunque
cosa stesse leggendo in quel momento. Per un po' predicava sermoni basati su un romanzo
cristiano sulla guerra spirituale dal titolo "This Present Darkness". Poi ha iniziato a
predicare dal libro di Watchman Nee "autorità spirituale". Quindi la dottrina della Chiesa
cominciò a sembrare imperniata su ciò che aveva mangiato la sera prima. Cominciai a
vedere la follia delle Chiese non confessionali che non hanno alcuna responsabilità al di là
del capriccio dei pastori che le dirigono.
I nodi vennero al pettine una domenica quando, insegnando su Ebrei, parlai della questione
se si possa perdere la propria salvezza o no (una questione sollevata da Ebrei 6:4-6 ed Ebrei
10:26- 27). Non avevo motivo di pensare che questo sarebbe stato un tema controverso,
perché i nazareni credono che si possa perdere la salvezza. Tuttavia, un certo numero di
persone che avevano aderito a questa chiesa veniva dalle chiese battiste del sud, dove la
"sicurezza eterna" è la dottrina prevalente. Mentre stavo insegnando in questa classe, c'era
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un ragazzo che non avevo mai visto prima che continuava a discutere i punti che stavo
sollevando, ma ho pensato che stesse difendendo le sue posizioni piuttosto abilmente. Poi,
dopo la classe, mi ha parlato una donna di provenienza battista, che era così sconvolta che
stava tremando. Non aveva mai sentito finora obiezioni sulla sicurezza eterna, e non sapeva
come si possa credere che qualcuno potesse essere salvato, se la sicurezza eterna non era
vera. Ho fatto del mio meglio per calmarla. Poi è iniziata il servizio principale, e ho scoperto
che il predicatore ospite di quella domenica era il ragazzo che mi aveva fatto obiezioni nella
classe. Durante l'omelia, le parti si sono ribaltate, ma a differenza di una classe della scuola
domenicale, non è generalmente considerato un buon comportamento ribattere a un
predicatore durante il servizio. Lui non mi ha identificato per nome in quel sermone, ma
chiunque nella classe sapeva di chi stava parlando. Dopo il servizio, il pastore mi ha
chiamato in disparte, perché aveva sentito che alcune persone erano sconvolte da quello che
avevo detto nella classe della scuola domenicale. Mi ha detto che dovevo "smetterla con
quella roba dottrinale", perché la dottrina "divide". Gli ho fatto notare che era lui che aveva
scelto Ebrei come materia di studio, e gli ho chiesto che cosa avrei dovuto fare quando
arrivavo a passi che insegnano chiaramente che la salvezza non è garantita, solo perché una
volta si è fatta una professione di fede. Ancora una volta, non mi ha dato una buona risposta,
e quella è stata la mia ultima domenica di quella chiesa. Ben presto sono tornato a una delle
nuove chiese nazarene nella zona, e da quel punto in avanti ho avuto un nuovo
apprezzamento per la dottrina, l'autorità della Chiesa e la Tradizione.
Pastore associato e attivista pro-life
La nuova chiesa del nazareno che ho cominciato a frequentare sembrava l'ideale che avevo
sempre cercato. Era stata avviata per iniziativa del sovrintendente di distretto (che
funziona un po' come un vescovo diocesano), con l'intenzione di attirare le persone inclini a
un ambiente più "carismatico". Non aveva nemmeno il termine "nazareno" nel suo nome –
era chiamata semplicemente "The Sonlight Center" – anche se questo termine era stato
precedentemente un requisito per ogni chiesa locale del nazareno. Aveva un gruppo rock,
un culto "Top 40", e un'enfasi sui doni dello Spirito – ma aveva anche una dichiarazione
dottrinale e rispondeva a una chiesa più ampia. Alla fine sono diventato il pastore associato
di questa chiesa.
Uno dei ministeri che questa chiesa aveva cominciato a intraprendere era l'attivismo pro-life.
In realtà, questa chiesa aveva dato iniziato al capitolo locale di "Operation Rescue", che
conduceva proteste presso le cliniche abortiste, e la cui tattica preferita era quella di
bloccare l'ingresso, utilizzando i metodi di resistenza passiva che erano stati utilizzati dal
movimento per i diritti civili, e cercare di ostruire la clinica giù a lungo possibile. Al primo
incontro che abbiamo tenuto, padre Anthony Nelson della chiesa ortodossa di san Benedetto
è arrivato con la sua rjassa e croce pettorale, e io mi sono rivolto a mia moglie e le ho detto
scherzosamente, "Riesci a immaginarti me vestito così?" Dopo la riunione, una delle signore
della chiesa mi ha informato che avevano lo scopo di inviare un invito a tutte le chiese della
zona di Oklahoma City, ma che non aveva sufficiente affrancatura, e così aveva pregato Dio
di guidarla nella scelta delle chiese a cui inviare gli inviti. Quindi il fatto che padre Anthony
avesse anche solo ottenuto l'invito, per non parlare della sua venuta, è stato un evento
improbabile, ma che si è rivelato fondamentale nel mio viaggio verso la Chiesa ortodossa.
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Alla scoperta della Tradizione
C'erano molte cose che ho studiato in profondità e che hanno cominciato ad aprirmi gli
occhi sui difetti fondamentali nel protestantesimo, e anche sull'importanza della tradizione:
la critica testuale, l'empirismo e il suo ruolo nelle scienze bibliche protestanti, la questione
dell'ispirazione della Scrittura, le opere di Thomas Oden, i libri sull'Ortodossia, e poi gli
scritti dei Padri stessi.
Ho cominciato a studiare la questione della critica testuale dopo essermi messo a studiare il
greco del Nuovo Testamento, e dopo essere venuto a conoscenza di variazioni testuali. Ho
letto diversi libri di John Burgon, che era uno studioso anglicano del XIX secolo, nato a
Smirne, e così cresciuto in un ambiente di lingua greca. Era un'autorità sulla patristica, e ha
scritto ampiamente contro il lavoro di Wescott e Hort – due studiosi anglicani che avevano
reso popolare l'approccio alla critica testuale, che si riflette nel testo greco usato dalla
maggior parte delle traduzioni protestanti moderne, con l'eccezione della New King James
Version, e poche altre versioni meno conosciute (e, naturalmente, nel caso della versione di
Re Giacomo, questa era basata sul Textus Receptus che essenzialmente è lo stesso testo
della maggior parte dei manoscritti greci, e ha preceduto Wescott e Hort di alcuni secoli).
Ho letto anche altri autori più contemporanei sul tema, come Zane C. Hodges e Wilbur
Pickering, e ho letto dibattiti in cui Hodges e Pickering, sostenitori di quello che oggi è
conosciuto come "Il testo maggioritario" o "il testo bizantino", hanno dibattuto i sostenitori
dell'approccio Wescott-Hort. Questo è un argomento complicato, ed è troppo grande per
entrarvi in profondità qui, ma basti dire che ho trovato più convincenti gli argomenti a
favore del testo greco tradizionale, e tali argomenti dipendono in gran parte da una
convinzione che Dio ha preservato la tradizione testuale della Chiesa... e se si accetta questa,
si solleva la questione più ampia dell'affidabilità della Tradizione.
In un corso di livello di laurea sulla Scrittura (che era insegnato dai due professori più
liberali che ho avuto), ho scelto di fare un documento sul ruolo del positivismo nella dottrina
biblica. Anche questo è un problema complesso (ne offro qualche dettaglio nel mio saggio
Sola Scriptura), ma ho cominciato a vedere il razionalismo che è al centro del
protestantesimo e che lo è stato sin dai tempi di Martin Lutero e Giovanni Calvino.
In quello stesso corso, il nostro lavoro finale, che dovevamo presentare a turno alla classe
negli ultimi giorni del semestre, era un'esposizione della nostra teologia personale
sull'ispirazione della Scrittura. Avevo notato fin dall'inizio del semestre che sembrava come
se l'intero scopo di quella classe fosse di convincere lo studente che la Bibbia era piena di
errori, ma di affermare anche, in qualche modo, che era comunque ispirata. Ho deciso di
mettere in pratica il "quadrilatero wesleyano", e quindi ho analizzato la questione chiedendo
prima ciò che la Scrittura dice di se stessa, poi ciò che la tradizione dice sulla natura della
Scrittura, e poi guardando la questione dal punto di vista della ragione e dell'esperienza.
Non lo si direbbe frequentando la maggior parte delle chiese del nazareno, ma poiché i
nazareni fanno risalire storicamente le loro radici attraverso il movimento metodista a John
Wesley, hanno una connessione remota con la tradizione anglicana. Io ne ho avuto qualche
idea crescendo al suo interno, e leggendo le pubblicazioni dei nazareno... di fatto, da
adolescente, ho digiunato il mercoledì e il venerdì per circa un anno, perché avevo letto che
John Wesley digiunava in questi giorni, in base alla prassi della "Chiesa primitiva". Ma se
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non le hai notate da laico, certamente sei introdotto a queste radici anglicane quando studi
per essere un ministro nazareno. Nella teologia anglicana, hanno il concetto dello sgabello a
tre gambe dell'anglicanesimo: loro teologia si basa sulla Sacra Scrittura, la tradizione e la
ragione. John Wesley ha aggiunto ancora una gamba allo sgabello (l'esperienza), e quindi
nasce il "quadrilatero wesleyano". L'idea di base è che la teologia wesleyana dovrebbe
essere basata principalmente sulla Scrittura, ma la Scrittura interpretata dalla tradizione,
dalla ragione, e dall'esperienza - in questo ordine di importanza. In pratica, tuttavia,
raramente si sente parlare di qualsiasi tradizione al di fuori delle discussioni della dottrina
della Trinità, o della cristologia.
La maggior parte della mia ricerca sulla questione dell'ispirazione della Scrittura era
incentrata sulla questione di ciò che la tradizione ha da dire in proposito, e poiché a quel
punto avevo più o meno un'idea da "teoria dei rami" di ciò che costituiva la Chiesa, l'ho
analizzata in termini di ciò che la "Chiesa antica" insegnava sul tema, quindi ciò che la
Chiesa cattolica romana, la Chiesa ortodossa e poi i vari rami principali del protestantesimo
avevano storicamente insegnato... con un'enfasi particolare sul ramo in cui mi trovavo io in
quel tempo. Quello che ho trovato era che tutti i cristiani affermavano l'idea che le Scritture
sono completamente ispirate, e che sono in realtà infallibili. Avevo buone fonti per la
maggior parte di queste sezioni, ma non per gli ortodossi. Ma io sapevo abbastanza sulla
Chiesa ortodossa per sapere che avevo bisogno di coprire adeguatamente il suo punto di
vista. Dal momento che avevo incontrato padre Anthony Nelson e avevo lavorato con lui in
diverse manifestazioni, ho deciso di chiamarlo e discuterne con lui. Quando ha spiegato la
comprensione ortodossa dell'infallibilità della Scrittura, la cosa aveva così tanto senso che è
diventata essenzialmente la conclusione finale del mio saggio. In breve, la sua spiegazione
era simile a quella che ho poi trovato negli scritti di sant'Agostino (Lettera a san Girolamo,
1:3). Noi crediamo che le Scritture sono inerranti perché Dio, che le ha ispirate, è a un certo
livello il loro autore. Se, tuttavia, troviamo nella Scrittura qualcosa che sembra in contrasto
con la ragione, possiamo concludere o che abbiamo difetti di ragionamento, o che abbiamo
frainteso il senso delle Scritture, o forse abbiamo una cattiva traduzione o un cattivo
manoscritto... ma sappiamo che le Scritture sono vere... e se non sappiamo con certezza
quale dei fattori di cui sopra è la causa del conflitto apparente con la ragione, non passiamo
troppo tempo a preoccuparci, perché la nostra comprensione delle Scritture come individui
non è infallibile, e non dovremmo aspettarci che lo sia. La comprensione della Chiesa delle
Scritture nel suo insieme è infallibile, e se restiamo sotto la guida della Chiesa, non
andremo troppo lontano negli sbagli.
Come ha scritto san Gregorio il Teologo:
"Noi però, che estendiamo la precisione dello Spirito al minimo dettaglio e iota, non
ammetteremo mai l'affermazione empia che anche le cose minime sono state trattate in
modo casuale da parte di coloro che le hanno registrate, e che sono state quindi tenute
a mente fino a oggi: al contrario, il loro scopo è stato quello di fornire memoriali e
istruzioni per la nostra considerazione in circostanze analoghe, se queste ci capitassero,
e affinché gli esempi del passato ci possano servire da regole e modelli, per nostro
avvertimento e imitazione "(NPNF2-07, san Gregorio Nazianzeno, Orazione II:. In
difesa della fuga nel Ponto, e del suo ritorno, dopo la sua ordinazione sacerdotale, con
un'esposizione del carattere della funzione sacerdotale, cap. 105, NPNF2, p. 225).
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Quando è venuto il giorno in cui ho presentato il mio saggio alla classe, ho presentato la
visione che la Chiesa aveva sempre avuto per quanto riguarda le Scritture, e ho sostenuto
che se la Chiesa ha sempre insegnato qualcosa, ciò deve essere vero, perché non era
possibile che tutta la Chiesa affermi qualcosa in realtà errato. Lo stesso professore che
aveva tenuto conferenze sull'abbattere i muri intorno alla nostra fede (all'inizio dei miei
studi presso la SNU) è stato quello che ha sfidato con più veemenza la mia tesi. A un certo
punto dichiarato che, se intendevo sostenere quella posizione, avrei dovuto "diventare
cattolico, accettare gli apocrifi, il papa e il purgatorio". Ho risposto che se avessi potuto
essere convinto che la Chiesa aveva sempre insegnato queste cose, io le avrei accettate...
ma non pensavo che fosse il caso [gli ortodossi accettano i libri deuterocanonici, ma non le
nozioni del papato o del purgatorio].
A questo punto non avevo idea che avrei fatto eventuali cambiamenti radicali nella mia
affiliazione ecclesiale, ma io credevo di aver scoperto un nuovo metodo teologico, che
poteva risolvere praticamente qualsiasi controversia teologica. Non importa la domanda,
c'era solo bisogno di chiedere "cosa ha sempre insegnato la Chiesa a riguardo?" Una volta
trovata la risposta, il problema era risolto; c'era solo bisogno di conformarsi agli
insegnamenti della Chiesa. E per essere chiari, a quel tempo la mia idea della Chiesa era
basata sulla teoria dei rami, ma anche se si vede la Chiesa come un albero con rami, si
finisce ancora con lo stesso tronco.
sant'Ignazio di Antiochia
Tuttavia, quando ho iniziato a studiare seriamente gli scritti del teologo metodista Thomas
Oden, mi sono reso conto che il mio nuovo metodo teologico non era affatto un nuovo
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metodo – era solo nuovo per me. Gran parte del materiale che mi era assegnato da leggere
mentre ero alla SNU era un lavoro gravoso, niente di ispirazione o edificante – ma c'erano
alcune eccezioni, e in primo piano tra queste eccezioni vi erano i libri di Thomas Oden. Oden
era stato un allievo del biblista tedesco estremamente liberale, Rudolph Bultmann, e così
faceva molto parte dell'ambiente intellettuale scettico che trovavo così poco attraente.
Tuttavia, a un certo punto negli anni '70 ha cominciato ad applicare i criteri scettici degli
studi liberali proprio sugli studi liberali, e ha finito per affermare l'idea che il "consenso
ecumenico" del primo millennio della storia cristiana era "normativo". Sono stato introdotto
alle sue opere nel mio corso di teologia sistematica. Egli aveva in quel momento scritto i
primi due volumi di una teologia sistematica che seguiva le linee generali del Credo niceno,
e che erano per molti versi un'introduzione ai Padri, e un indice per indicare dove nei loro
scritti si può trovare ciò che aveva da dire sulle questioni contemplate dai testi. In quella
classe, abbiamo usato il volume 2, "La Parola di Vita", che si concentrava su quelle parti del
Credo che hanno a che fare con Cristo. Quel libro era così rinfrescante che ho ottenuto una
copia del volume 1, "Il Dio vivente", e ho letto pure quella. Ho anche scoperto che la nostra
biblioteca aveva il suo libro "Agenda per la Teologia", che allora penso fosse fuori stampa,
ma era il suo manifesto teologico, e ha spiegato come era passato da bultmanniano a
difensore dell'autorità della tradizione della Chiesa. Quel libro è stato successivamente
ristampato in una forma significativamente riveduta, con il titolo "Dopo la modernità...
Cosa?" In una delle mie classi di teologia pastorale, era usata anche la sua "Teologia
pastorale" come libro di testo, che cercava nella Tradizione della Chiesa una guida su come
affrontare le questioni pratiche di teologia pastorale.
C'era un capitolo de "La Parola di Vita" (il capitolo 7, che si occupava della questione della
"ricerca del Gesù storico"), che era una critica tanto approfondita del liberalismo
protestante che vi ho messo a margine effetti sonori dai fumetti di Batman: "Boom!", "Pow!",
"Smack!", etc.
"Noi violiamo un requisito etico primario degli studi storici se imponiamo su una serie
di documenti dei presupposti a noi congeniali e poi prendiamo in prestito il prestigio
canonico dei documenti sostenendo che corrisponde alla nostra predisposizione
favorita. Questo manca di onestà. Il tentativo moderno di studiare Cristo si è
comportato così ripetutamente. Il testo è diventato spesso uno specchio di interessi
ideologici: il Cristo di Kant diventa un'esposizione stiracchiata dell'imperativo
categorico; il Cristo di Hegel si presenta come un ombra-immagine della dialettica
hegeliana. Il Cristo di Schleiermacher è un riflesso dell'accoppiamento scomodo del
pietismo e del romanticismo; il Cristo di Strauss è ben ripulito dalle erbacce di tutti i
riferimenti soprannaturali. Il ritratto di Cristo di Harnack appare esattamente come
quello di un idealista liberale tedesco tardo-ottocentesco; e il Cristo di Tillich è un'idea
esistenziale antistorica dell'essere che partecipa allo straniamento senza essere
estraniato... Il critico biblico storico "non era tanto interessato a essere cambiato dalla
sua lettura della Bibbia, quanto a cambiare il modo in cui la Bibbia è stata letta al fine
di conformarla allo spirito moderno" "(La Parola di Vita: Teologia sistematica, Volume
II, New York: Harper & Row, 1989, 224n.
"L'ermeneutica del sospetta è stata applicata in modo sicuro alla storia di Gesù, ma non
alla storia degli storici. È giunto il momento di cambiare le carte in tavola.
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L'ermeneutica del sospetto deve essere equamente e prudentemente applicata al
movimento critico in sé. Questa è la più certa prossima fase degli studi biblici – la
critica della critica" (Ibid., p. 226).
"Un'evidente arena trascurata è la posizione sociale dei critici quasi-marxisti che
criticano la posizione sociale del cristianesimo classico, a partire da comode sedie in
solchi ben tracciati. Questi scrittori si sono concentrati sull'analisi della posizione
sociale degli autori e degli interpreti della Scrittura. Tuttavia tale principio attende ora
di essere applicato ai pregiudizi sociali della "elite erudita" – una gilda di studiosi che
affermano il loro interesse per la posizione privilegiata dell'università moderna... La
motivazione per scoprire reperti critici senza precedenti aumenta quando
l'avanzamento professionale è offerto come ricompensa per una ricerca originale.
Questa abitudine perenne della tradizione accademica tedesca ha portato la critica
biblica a nuove estasi di mode passeggere, dove la storia reale di Gesù svanisce in un
mucchio di teorie e speculazioni sulla trasmissione redazionale della tradizione della
testimonianza su di lui... È poco probabile che la Sacra Scrittura sia stata ispirata,
fornita, tramandata a costi elevati, e difesa da venti secoli per nessun migliore scopo
che mantenere gli storici occupati oppure far avanzare carriere accademiche... Gesù ha
avuto parole dure per tali ostruzionisti: "Guai a voi dottori della legge, perché avete
sottratto la chiave della conoscenza. Voi stessi non siete entrati, e avete impedito
l'ingresso a quelli che entravano" (Lc 11:52)" (Ibid., pp. 226-228).
Il terzo volume della sua "teologia sistematica" non è stato pubblicato fino al 1992, e a quel
momento ero già ortodosso da un po', e così ero meno desideroso di acquistare una copia,
anche se ho sempre avuto l'intenzione di farlo un giorno, al fine di completare la serie.
Ventidue anni dopo, l'ho finalmente ottenuto, e la lettura è stata una passeggiata lungo il
viale dei ricordi. Leggere la prefazione mi ha ricordato che spirito radicalmente diverso
avevo trovato nei suoi scritti in confronto con la maggior parte del materiale che avevo
studiato alla SNU.
Nel secondo paragrafo della sua prefazione, ha scritto:
"Alla fine di questo viaggio ribadisco gli impegni solenni assunti al suo inizio:
• Non offrire nessun nuovo contributo alla teologia
• Resistere alla tentazione di citare scrittori moderni meno istruiti in tutta la parola di
Dio rispetto ai migliori antichi esegeti classici
• Cercare molto semplicemente di esprimere quello spirito della Chiesa credente che è
stato sempre attento all'insegnamento apostolico in cui il consenso è stato dato dai
credenti cristiani in tutto il mondo, sempre, e da tutti - questo quello che intendo con
metodo vincenziano (Vincenzo di Lerins, Commonitorium, LCC [Library of Christian
Classics] VII, pp 37-39,65-74; per un resoconto di questo metodo si veda Il Dio vivente
(volume 1 della sua teologia sistematica), pp 322 -25.341-51.
Mi sono dedicato alla mancanza di originalità. Mi impegno all'irrilevanza, se rilevanza
significa indebitamento alla modernità corrotta. Quanto è ritenuto utile in teologia è
15
probabile che ammuffisca in pochi giorni. Prendo a cuore il monito di Paolo: "Ma anche
se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo
annunziato, che sia condannato in eterno! Come abbiamo già detto [dal primo kerygma
apostolico], così ora ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che
avete ricevuto [par o parelabete, diverso da quello che avete ricevuto dagli apostoli],
che sia condannato [anathema esto] per sempre"! (Gal. 1:8,9, NR, il corsivo è mio) (La
vita nello Spirito: teologia sistematica Volume III, New York: Harper & Row, 1992 p
vii).
Non riesco a ricordare in quale dei suoi libri ha detto questo, ma mi ricordo che faceva eco
ai sentimenti di cui sopra, e che disse che voleva che l'epitaffio sulla sua tomba dicesse:
"Non ha aggiunto nulla di nuovo alla teologia"
Thomas Oden è ancora un protestante, e quindi non si deve dare per scontato che io sia
d'accordo con lui del tutto, ma la sua devastante critica del liberalismo protestante e della
modernità in generale, in combinazione con la sua affermazione della tradizione della
Chiesa era un'oasi in un deserto spirituale e intellettuale.
Intorno al periodo in cui ho cominciato ad approfondire la "teologia sistematica" di Oden, ho
ricevuto 2 libri che padre Anthony Nelson mi aveva suggerito di leggere se volevo capire di
più sulla Chiesa ortodossa: "Orthodox Dogmatic Theology", di padre Michael Pomazansky, e
"Becoming Orthodox", di padre Peter Gillquist. Sono rimasto colpito da molti dei
parallelismi tra "Orthodox Dogmatic Theology" e quello che leggevo nei libri di Oden, ma
sono stato anche colpito da alcune delle differenze. Ho spesso scritto note a margine, e in
quel libro ho scritto a lato commenti come "Ma certo che no!", ma dopo essere diventato
ortodosso ho dovuto tornare indietro e cancellare tali osservazioni. "Ma certo che sì!"
Anche "Becoming Orthodox" è un libro che mi ha aperto gli occhi. Avevo sentito parlare
degli "ortodossi evangelici" e del loro viaggio dalla Campus Crusade for Christ alla Chiesa
ortodossa. Un docente ospite ne ha parlato... e non mi ricordo perché ne ha parlato, ma mi
ricordo lo sguardo perplesso sui volti di coloro che udivano... questo senza dubbio
rispecchiava la mia stessa espressione. Credo che ci siano state anche alcune risposte
udibili, come "Eh?" o "Cosa?" La mia reazione è stata di chiedermi cosa potevano mai aver
avuto in mente. Leggere il libro ha risposto alla mia domanda. Non mi ha convertito, ma
penso che la cosa principale compiuta con la lettura di quel libro è stata che ho visto che la
conversione all'Ortodossia era una vera opzione, anche se in quel momento non la
consideravo ancora un'opzione molto seria.
'Ho anche cominciato a leggere i Padri stessi, e non solo a leggere su di loro, con le citazioni
occasionali che si potevano incontrare. Venendo da presupposti protestanti, quanto più
antico era il Padre, tanto più affidabile era probabile che fosse. Uno dei primi Padri che si
possono trovare dopo i tempi del Nuovo Testamento è Sant'Ignazio di Antiochia. Era stato
un discepolo dell'apostolo Giovanni, fu consacrato vescovo di Antiochia da san Giovanni
stesso, e fu martirizzato nell'arena di Roma nel 112 d.C. Così ho letto le suoi sette epistole
con grande interesse, e sono stato più e più volte colpito dal fatto che non era un
protestante:
"Allo stesso modo, che tutti rispettino i diaconi come Gesù Cristo, proprio come
16
dovrebbero rispettare il vescovo, che è un modello del Padre, e i presbiteri come il
consiglio di Dio e come la schiera degli Apostoli. Senza questi nessun gruppo può
essere definito una chiesa "(Tralliani 3,13).
"Non commettete errori, fratelli, nessuno che si segua un altro in uno scisma erediterà
il regno di Dio, nessuno che segue dottrine eretiche è dalla parte dellla passione"
(Filadelfi 3: 3).
"Siate zelanti, poi, nell'osservanza dell'unica eucaristia. Infatti c'è una sola carne del
nostro Signore Gesù Cristo, e un solo calice che porta all'unione nel Suo sangue. C'è un
solo altare, in quanto vi è un solo vescovo, con il presbitero e i diaconi, che sono miei
compagni di lavoro "(Filadelfi 4: 1).
"Ma considerate coloro che sono di parere diverso rispetto alla grazia di Cristo che è
venuta a noi, come si oppongono alla volontà di Dio... Si astengono dall'eucaristia e
dalla preghiera, perché non confessano l'eucaristia come la carne del nostro Salvatore
Gesù Cristo, che ha sofferto per i nostri peccati, e che il Padre, della sua bontà ha
risuscitato di nuovo. Quelli, dunque, che parlano contro il dono di Dio, incontrano la
morte in mezzo alle loro controversie. Ma sarebbe meglio che trattino tale dono con
rispetto, affinché anch'essi possano risorgere" (Smirnesi 6:2-7:1).
"Fuggite dalle divisioni, come dall'inizio dei mali. Tutti voi dovete seguire il vescovo,
come Gesù Cristo ha seguito il Padre, e seguire i presbiteri come fareste con gli
apostoli; e rispettare i diaconi come il comandamento di Dio. Nessuno faccia qualcosa
nella Chiesa senza il vescovo. Solo l'eucaristia che è sotto l'autorità del vescovo (o di
chiunque egli stesso designa) è da considerarsi valida. Ovunque appare il vescovo, là
sia la congregazione; come ovunque è Gesù Cristo, là è la Chiesa cattolica. Non è
consentito né battezzare né tenere una festa di agape senza il vescovo. Ma qualunque
cosa egli approva è gradito a Dio, in modo che tutto ciò che potete fare sia affidabile e
valido" (Smirnesi 8:1-2).
"Radunatevi insieme in comune, ognuno di voi individualmente, uomo accanto a uomo,
in grazia, in una sola fede e in un solo Gesù Cristo, che secondo la carne era della
discendenza di Davide, che è Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, affinché possiate obbedire
al vescovo e al presbiterio senza distrazione della mente; spezzando un solo pane, che è
farmaco d'immortalità e antidoto per non morire, ma per vivere per sempre in Gesù
Cristo. (Efesini 20:2).
Qui avevamo un discepolo dell'apostolo Giovanni, che insegna che l'eucaristia è veramente il
corpo e il sangue di Cristo, che è il farmaco dell'immortalità, che potrebbe essere valida o
non valida in base all'autorità del vescovo, che nessun gruppo che non ha vescovi, sacerdoti
e diaconi può essere chiamato una chiesa, e che nessuno che vada in scisma o eresia
erediterà il Regno di Dio. Quando ho letto queste lettere per la prima volta, non ero sicuro
di dove sarei finito, ma sapevo che non potevo più rimanere un protestante. Per circa 10
secondi, mi è venuto in mente il pensiero dell'anglicanesimo, e se fossi nato cento anni
prima, avrei potuto optare per questo, ma il decadimento dottrinale della Chiesa anglicana
aveva raggiunto in quel momento un punto tale che non potevo considerarlo un'opzione
seria.
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Non la basilica di Santa Sofia ... ma comunque, il cielo sulla terra
In uno dei miei corsi pratici di teologia (credo che fosse intitolato "Teologia del culto
cristiano"), uno dei nostri compiti era quello di visitare un certo numero di servizi di culto
che non erano i tipici servizi evangelici protestanti a cui eravamo abituati. Ho usato
quest'opportunità per andare a un servizio alla parrocchia di padre Anthony Nelson. Era un
Vespro del sabato sera, e anche se san Benedetto ha oggi un bellissimo edificio ecclesiale,
non lo aveva nel gennaio del 1990. Si riunivano in un piccolo negozio. Le lastre del soffitto
avevano macchie di ruggine visibili da perdite precedenti. Il tappeto sembrava aver visto
giorni migliori. La congregazione non era grande. Tuttavia, il canto era ben fatto, e ho avuto
la sensazione che questa fosse la cosa autentica quando si trattava di culto. In realtà, ho
notato elementi che mi hanno ricordato di cose che avevo letto sul culto della sinagoga, e
così ho potuto vedere che questo tipo di culto doveva avere radici molto antiche. E il
prochimeno del sabato sera, cantato in canto Znamennyj, "Il Signore regna, si è rivestito di
maestà" (Salmo 92:1 LXX) mi ha colpito particolarmente. Ho poi letto su come gli inviati di
San Vladimiro hanno raccontato di un servizio a cui avevano partecipato nella basilica di
Santa Sofia a Costantinopoli, "Non sapevamo se eravamo in cielo o in terra." Io non ero nella
basilica di Santa Sofia sotto alcun punto di vista, ma ho avuto un'esperienza simile.
Il mio interesse per l'Ortodossia era iniziato come una curiosità accademica, ma a poco a
poco si è sviluppato in qualcosa d'altro. In un primo momento ho pensato che sarebbe stato
utile saperne di più. Poi ho pensato che ci sono in essa molte cose interessanti, ma ancora
non riuscivo a vedermi ad accettarle. Poi, col passare del tempo, ho cominciato a pensare
che avrei potuto diventare ortodosso, se solo avessi potuto rispondere a cinque domande (la
venerazione delle icone, la verginità perpetua della Vergine Maria, la venerazione dei santi,
le preghiere ai santi e le preghiere per i morti), ma non lo ritenevo probabile. Poi ho
cominciato a studiare ciascuna di questi cinque domande, e poco a poco hanno avuto
risposta, una per una. Ricercavo la domanda del momento, guardavo attraverso i primi
scritti dei Padri su questo argomento, e in ogni caso è stato infine accertato che ciascuna di
queste credenze ortodosse era coerente con le tradizioni più antiche della Chiesa. E si
spegnevano luci in modi inaspettati. Per esempio, un giorno ho parlato con un vicino di casa
a proposito della moglie di un professore in pensione della SNU. Mi ha detto che questa
donna era una donna di preghiera, che se mai avessi avuto bisogno di una risposta a una
preghiera, avrei dovuto andare da lei, perché "aveva una linea diretta con Dio". Dopo aver
conosciuto alcuni nazareni molto pii nel corso degli anni, non ho trovato questo difficile da
credere. Ma poi mi sono reso conto, se una donna ha mai avuto una linea diretta con Dio,
non sarebbe prima di tutti la Vergine Maria? E non fu Cristo a dire che Dio era il Dio dei vivi
e non dei morti (Matteo 22:23-33), e così se potevo chiedere a questa pia anziana donna
nazarena da Bethany, Oklahoma di pregare per me, non potevo chiedere anche alla vergine
Maria da Nazaret, Galilea, di pregare per me?
Inoltre, quando arrivi a capire cosa sia la Chiesa, raggiungi un punto in cui ti fidi della
Chiesa senza bisogno di ulteriori prove. Dalla lettura degli scritti di san Cipriano di
Cartagine (defunto nel 258 d.C.), ho imparato che non era possibile che tutta la Chiesa
potesse insegnare come vero ciò che è erroneo (si veda in particolare il suo Trattato
sull'unità della Chiesa).
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Così, dopo tutte le mie ricerche e studi, ero abbastanza certo che volevo diventare ortodosso,
e così ho deciso che era il momento di farne partecipe mia moglie – secondo un diario che
stavo tenendo a quel tempo, ho raggiunto questo punto attorno al 28 aprile 1990 (che era
appena circa un mese prima che mi laureassi alla SNU). Questo è stato uno shock per lei.
Non ne avevo parlato con lei, o con chiunque altro, tranne padre Anthony Nelson e Anna
Voellmecke (la sua direttrice del coro). La ragione era semplice. Immaginavo che se
qualcuno pensava che io stessi contemplando un cambiamento così radicale, avrebbe messo
in dubbio la mia stabilità (forse anche la mia sanità mentale)... e se mi ero convinto che
questa fosse la strada giusta da percorrere, ero pronto a subire qualsiasi conseguenza che
tale decisione poteva portare. Tuttavia, fino a quando fossi stato sicuro di volerlo fare, non
ho nemmeno detto a mia moglie e ai miei amici più cari quanto il mio interesse per
l'Ortodossia fosse veramente serio. Purtroppo, questo ha avuto l'effetto di lasciar pensare a
molti dei miei compagni di classe e conoscenti che un giorno ero un nazareno conservatore,
e che il giorno dopo per un capriccio sono diventato ortodosso, ma in realtà è stata la
conclusione di un processo molto lungo e di una grande quantità di intenso studio.
mia moglie e io, nel giorno del nostro matrimonio (28 maggio 1988)
Transizione
Mentre i miei dubbi sul protestantesimo aumentavano, mi trovavo in una situazione molto
sgradevole. In qualità di pastore associato, avevo alcune responsabilità, che comprendevano
la conduzione di un piccolo gruppo la domenica sera, e anche occasionalmente la predica
alla domenica mattina. Continuavo a svolgere questi compiti, ma ero sempre meno convinto
delle cose che ci si aspettava che insegnassi e predicassi. Avevo anche iniziato a frequentare
il Vespro del sabato sera a san Benedetto su base regolare, e poi la domenica mattina ero di
nuovo nella chiesa semi-carismatica del nazareno di cui ero il pastore associato. Il contrasto
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tra questi due stili molto diversi di culto su base settimanale ha avuto l'effetto di
convincermi ulteriormente della superficialità del culto protestante in generale, ma
soprattutto dello stile "contemporaneo" di culto che la mia chiesa del nazareno stava usando.
C'erano due "canti di culto" che si distinguevano come particolarmente poco profondi. Uno
era "Come fece Davide agli occhi di Geova, voglio danzare con tutte le mie forze" – che non
aveva alcun significato diverso dal volersi dimenare sulle note della rock band che suonava
la musica. Un altro era "Suonate la tromba in Sion", basato su parole di Gioele, capitolo 2.
Tuttavia, questa canzone distorceva il significato delle parole di quella profezia pretendendo
di parlando di che esercito potente era il popolo di Dio, quando in realtà la profezia è una
profezia di giudizio sul popolo di Dio che ha peccato. L'esercito di cui si parlava in quel
passo, che sta per "correre per la città" e "correre sulle mura" è un esercito che sta venendo
a distruggere Sion (Gerusalemme) su comando di Dio. La tromba è suonata in Sion per dare
l'allarme, perché Gerusalemme è sotto attacco. Dio sta chiamando il suo popolo a pentirsi,
se vogliono evitare questo giudizio... ma questo canto di "culto contemporaneo" è tutt'altro
che un canto penitenziale. Una domenica, quando mi è stato chiesto di predicare, ho
predicato su Gioele 2, e ho spiegato il motivo per cui questo canto distorceva il significato
del passo, e che cosa significasse realmente. La domenica successiva, il "gruppo di culto" lo
cantava di nuovo, come al solito.
Il Sonlight Center aveva incontrato un discreto successo nella costruzione di una comunità,
ma era stato inizialmente avviato dal distretto (che è simile a una diocesi), e aveva un
contratto di locazione molto costoso in un locale di negozio molto bello e ampio. Il distretto
aveva promesso di fornire sostegno finanziario solo per un periodo di circa un anno, e alla
fine il sostegno si è concluso. Non ero molto coinvolto nel lato organizzativo di quella chiesa,
ma è stata presa una decisione che avevamo bisogno di cercare una sede nuova e più
conveniente. Mentre eravamo in fase di transizione, i nostri servizi sono stati ospitati per un
certo periodo presso una chiesa messianica ebraica, che ovviamente non aveva servizi la
domenica, in quanto li teneva al sabato. Ma dal momento che ci stavano ospitando, ho
partecipato ad alcuni dei loro servizi, che non avevano quasi nessuna somiglianza con una
tradizionale funzione di sinagoga ebraica. In sostanza, il loro culto era un tipico culto
carismatico, con l'aggiunta di alcuni elementi ebraici dozzinali, e molta musica nello stile del
film Fiddler on the roof. Ho trovato che i fedeli della hiesa erano quasi tutti battisti del sud
provenienti dall'Oklahoma che erano alla ricerca di qualcosa che avesse una tradizione. Ho
pensato che fosse un peccato che invece di guardare alla tradizione cristiana, si fossero
affrettati a giudaizzare il cristianesimo. Questa era un'ulteriore prova del crollo
dell'evangelicalismo, che non ha fatto che accelerare negli anni successivi.
La rottura definitiva
Le cose finalmente avevano raggiunto il punto in cui ero più che pronto per la conversione,
e a mia moglie andava anche abbastanza bene con l'idea di frequentare la parrocchia di san
Benedetto, ed ero pronto alla rottura definitiva con la chiesa in cui ero cresciuto. Il 29
giugno 1990, ho informato il pastore capo della mia chiesa che avrei lasciato la Chiesa del
nazareno. Non gli ho detto dove stavo per andare, perché sapevo che la sua chiesa era in
uno stato finanziario traballante, e ho pensato che se il fedele medio in quella chiesa sapeva
perché me ne andavo, questo avrebbe potuto causargli problemi, e io non volevo essere la
causa del collasso di quella chiesa. Non sono sicuro, in retrospettiva, se questo sia stato il
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piano migliore, ma sapevo che la maggior parte dei fedeli in quella Chiesa non sarebbe stata
in grado di capire la mia decisione, e non vedevo la ragione di scandalizzare qualcuno. Ho
pensato che lo avrei detto più tardi a quelli a cui ero più vicino, incluso il pastore capo... e
l'ho fatto alcuni mesi dopo, ma purtroppo, poche delle amicizie che avevo in quella chiesa
sono sopravvissute alla mia conversione.
Anche la mia famiglia ha avuto una forte reazione. Per esempio, quando ho informato mia
madre della mia conversione, è sembrato che la prendesse abbastanza bene, ma poi mi ha
richiamato circa un'ora più tardi, e mi ha detto che stavo andando all'inferno. In seguito si è
scusata, ma ha criticato fermamente la mia decisione ancora per molti anni.
Tengo a precisare che non ho lasciato la Chiesa del nazareno con rabbia. Ero grato per tutto
ciò che era buono e vero che avevo imparato, e per le molte persone sincere e affettuose che
avevo incontrato. Al momento in cui la lasciavo, pensavo alla Chiesa del nazareno come a
una denominazione conservatrice con molte buone qualità, ma dopo aver scoperto la visione
patristica di ciò che costituiva la Chiesa, mi sono semplicemente convinto che, per
benintenzionata che fosse, semplicemente non era la Chiesa dei Padri.
Se non avessi mai frequentato la SNU, o se i miei professori alla SNU fossero stati più
addentro nella tradizione del movimento Holiness, probabilmente non avrei fatto loro
pressioni con il tipo di domande che mi hanno portato a divenire ortodosso. Ho avuto molti
degli stessi professori che ha avuto mio fratello maggiore quando ha frequentato la SNU in
precedenza negli anni '80, ma i professori liberali che ha avuto mio fratello erano gli stessi
professori conservatori che ho avuto io, e non erano diventati più conservatori nel processo.
I conservatori più anziani erano per lo più in pensione, sostituiti da professori che erano
ancor più liberali di quanto erano stati i liberali precedenti. Tutto questo ovviamente è
relativo alla Chiesa del nazareno, che era una denominazione evangelica abbastanza
conservatrice a quei tempi (James Dobson è uno degli esempi più importanti di un nazareno
in America). Più tardi, dopo la laurea alla SNU (e la conversione all'Ortodossia), ho avuto la
possibilità di partecipare al Phillips Theological Seminary con una borsa di studio. Tuttavia,
poiché si trovava a Enid, Oklahoma (lontano dalle grandi città, dove sarebbe stato più
difficile trovare un'occupazione), ho deciso di limitarmi a seguire un corso satellite che
tenevano a Oklahoma City . Questo corso era tenuto da un professore che faceva apparire
anche il professore più liberale che avevo alla SNU come un fondamentalista a confronto...
Onestamente non so neppure se credesse in Dio, ma in quella classe di certo non ha dato
alcuna prova di fede. La seconda metà del mio saggio Sola Scriptura ("L'approccio
ortodosso alla verità") è stato in realtà originariamente scritto come 10 pagine di prefazione
a un documento scritto per questo professore, che ho scritto per spiegare perché non avevo
intenzione di avvicinarmi alle Scritture nel modo da lui richiesto. A differenza dei miei
professori alla SNU, era chiaro che un disaccordo con il suo punto di vista non era il
benvenuto, e così ho preso la decisione che non sarebbe valsa la pena di passare altri
quattro anni del mio tempo a trattare gli stessi argomenti, ma in un ambiente meno aperto
alle idee che non facevano parte della prospettiva liberale dominante della scuola. Quindi, in
retrospettiva, sono giunto a vedere i professori liberali che avevo alla SNU in una luce più
caritatevole. Ho il sospetto che, confrontandosi con questo tipo di arido liberalismo a un
certo punto della loro formazione, si siano convinti che gran parte degli studi erano accurati,
ma non siano comunque riusciti a conciliarli con la propria fede, che e volessero
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sinceramente aiutare i loro studenti a prepararsi nel modo migliore alle scosse che
dovevano affrontare lungo il percorso dei loro studi accademici. Così, mentre non sono mai
riuscito a vedere le cose alla maniera dei i miei professori, sono arrivato ad apprezzare
meglio molte delle cose buone che avevo imparato da loro, e apprezzo sinceramente il fatto
che mi hanno fatto porre domande che hanno portato alla mia scoperta dei Padri della
Chiesa.
Il cammino da catecumeno
Padre Anthony Nelson ha invitato me e mia moglie a visitare con lui il monastero della santa
Trinità (il centro spirituale della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, o ROCOR), a
Jordanville, New York, e la sede del Sinodo a New York City, e così abbiamo fatto. Mentre
ero a Jordanville, il 24 luglio (giorno di santa Olga), mi hanno fatto catecumeno. Padre
Anthony e io ne avevamo parlato, e mia moglie era giunta al punto di essere d'accordo. Così
Padre Anthony ha chiesto e ha ricevuto il permesso di fare il servizio nella cattedrale del
monastero. Essere fatto un catecumeno ha molte similitudini con il servizio del
fidanzamento, e questo è intenzionale, perché il catecumeno è una sorta di fidanzato della
Chiesa. L'impegno è preso; tuttavia, il rapporto non è ancora consumato – ma come un
fidanzamento, si tratta di un grande passo.
Vedere l'entroterra dello stato di New York è stata per me una sorpresa. Mi aspettavo che
tutto a New York fosse una giungla urbana arrugginita, ma lo stato di New York era molto
bello... niente di simile agli stereotipi che avevo in mente. Da Jordanville, ci siamo diretti a
New York City, e nei giorni prima di Giuliani, c'erano ovunque graffiti sui muri, e ho visto da
dove erano venuti tutti quegli stereotipi su New York. Ma quando siamo arrivati ​al Sinodo,
sembrava una parte molto bella della città. Siamo entrati, e lì ho avuto modo di incontrare
per la prima volta il molto gentile e amorevole metropolita Hilarion, che era allora vescovo
di Manhattan. Dopo circa un'ora, siamo tornati fuori, e abbiamo scoperto che, in pieno
giorno, il nostro furgone aveva una finestra fracassata, e la gran parte del nostro bagaglio
era stata rubata. Tra le cose che ho perso c'era la Bibbia che avevo acquistato da matricola,
e che avevo segnato, e con la quale mi ero così familiarizzato che sapevo quale parte di
quale pagina guardare per trovare un testo particolare. In un certo senso, questa è stata
un'altra rottura di un collegamento con il mio passato protestante. Alla nostra uscita di New
York, un tipo in una stazione di servizio ci ha detto di aver visto il vetro rotto e che gli
avevano parlato del nostro bagaglio rubato, "Questo è quello che si ottiene al parcheggiare
in città con targhe di altri stati".
...fino alle sponde di Tripoli
Avendo finora studiato l'Ortodossia per conto mio ne avevo prima discusso con mia moglie,
che aveva un certo lavoro di recupero da fare. Non era di mentalità chiusa in materia di
Ortodossia, ma non era neppure intenzionata a convertirsi solo per farmi felice. Nel corso
degli anni ho conosciuto persone che presumono che le donne asiatiche siano tutte
obbedienti e sottomesse come le mogli giapponesi che hanno visto nei film. Non ho avuto
modo di conoscere molte donne giapponesi, ma ne ho conosciute molte cinesi, e non sono
così. Una volta ho lavorato come cameriere in un ristorante cinese, e la moglie del
proprietario, che era alta circa un metro e mezzo, e relativamente sottile, si è seriamente
offerta di proteggermi quando avevo a che fare con clienti rissosi (e io ero al tempo ero alto
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un metro e 90, pesavo 85 chili e avevo studiato arti marziali per 2 anni). Quindi non mi
facevo illusioni che mia moglie si convertisse per motivi diversi dai suoi. Avevo sperato di
essere in grado di convincerla col tempo con gli argomenti che avevano convinto me, ma
all'inizio dell’autunno del 1990 ho cominciato a pensare che avrebbe potuto non convertirsi
mai. Mia moglie ha detto che il giorno del giudizio sarebbe stata lei a dover rispondere per
la sua decisione, e non io... e su questo non potevo discutere.
La decisione di mia moglie di convertirsi o di non convertirsi era una domanda che avrebbe
deciso alla fine la mia possibilità di proseguire a diventare un prete ortodosso, perché un
prete ortodosso non può essere sposato con una donna non ortodossa. La moglie di un prete
ortodosso è una carne sola con il marito, e così ha un grado di partecipazione nel sacerdozio.
I requisiti canonici per essere la moglie di un prete sono praticamente gli stessi che la il
marito per essere sacerdote, a parte la questione del proprio sesso. La moglie del prete ha
anche un titolo simile. Nella tradizione greca, la moglie del sacerdote è chiamata
"presbitera", che è la forma femminile di "presbitero" (la parola greca per "prete"). Gli arabi
chiamano un prete "khouri" ( che significa "prete" ), e sua moglie "khouria" (ancora una
volta, la forma femminile per prete). I russi chiamano un prete "batjushka" (letteralmente
"piccolo padre"), e sua moglie è chiamata "matushka" ("piccola madre"). La matushka di una
parrocchia non ha alcun ruolo liturgico nella parrocchia, ma ha un ruolo materno, e questo è
il motivo per cui un sacerdote non può essere sposato con una non ortodossa. Quindi, di
fronte alla probabilità che la decisione di mia moglie di non convertirsi eliminasse la
possibilità di diventare sacerdote, ho dovuto considerare che altro avrei potuto fare con la
mia vita.
A quel tempo, la prima guerra del Golfo era all'orizzonte, e così ho deciso di fare il militare,
per due motivi: 1) perché, come figlio di un veterano della seconda guerra mondiale, mi
sentivo come se fosse giunto il mio turno, e 2) perché se non potevo essere un sacerdote, ho
pensato che la cosa migliore sarebbe stata quella di servire nei marines degli Stati Uniti.
Nessuno sapeva in anticipo che la guerra sarebbe stata tanto breve e unilaterale come si è
rivelata essere. I media hanno esagerato la forza e le dimensioni dell'esercito iracheno, e
molti predicevano che saremmo finiti in un pantano che poteva proseguire per molti anni.
Ho prestato giuramento (nello stesso edificio che Timothy McVeigh avrebbe poi fatto saltare
in aria) ai primi di novembre del 1990.
Mi ero mosso lentamente fino a questo punto, con la speranza di essere battezzato assieme
a mia moglie, ma a lei andava bene che fossi battezzato dopo essermi arruolato, perché
sapeva che sarei andato presto al campo di addestramento, e probabilmente poco dopo in
guerra. E così il 10 novembre 1990 sono stato alla fine battezzato. È stata una grande gioia
essere in grado di partecipare pienamente ai servizi, e di ricevere la comunione per la prima
volta il giorno successivo. Ho pregato che mia moglie mi seguisse, ma ho deciso che mi sarei
limitato a rispondere alle domande che mi faceva, e non dire nulla che potesse sembrare che
la stavo spingendo ulteriormente sull'argomento.
Avevo trascorso molto tempo a pregare per la mia decisione di arruolarmi, e avevo trascorso
un bel po' di tempo a chiedere consigli e a pensarci. Ma, al momento, mi sembrava la cosa
giusta da fare, e speravo che questa fosse la volontà di Dio, ma una delle cose che avevo
imparato dagli scritti di Charles Finney era che era una buona idea pregare Dio di
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contrastare quello che stiamo facendo, se questa non è la sua volontà. Così pregavo
regolarmente che se non era volontà di Dio che io diventassi un marine, egli non lo
permettesse. Mentre ero in attesa di partire per il campo di addestramento, ogni mese
dovevo partecipare a un "incontro dei coscritti". Nel gennaio del 1991, la fase aerea della
guerra era ben avviata, e un fervore patriottico stava spazzando la nazione. Tutti i coscritti
si sono riuniti presso la stazione di reclutamento dei marines, e siamo corsi in formazione
verso un parco vicino. Mentre correvamo con le bandiere, la gente si fermava per
applaudire, e dalle auto suonavano il clacson con approvazione. Una volta al parco ci siamo
esercitati, abbiamo ottenuto un assaggio dei metodi che i nostri istruttori ci avrebbero
riservato al campo di addestramento, e poi abbiamo giocato a flag football. Avevo appena
finito il college, e quindi ero un po' più grande rispetto alla maggior parte degli altri ragazzi,
che erano appena usciti dalla scuola superiore. Molti di loro sembravano intenti a
impressionare i loro reclutatori, e così stavano giocando a flag football usando piuttosto i
placcaggi del calcio normale, ma senza il casco e le protezioni. A un certo punto, qualcuno
mi ha colpito da dietro e ho sentito un leggero colpo alla base della schiena. Al momento,
non ci ho pensato molto, ma quando siamo corsi di nuovo alla stazione di reclutamento, ho
provato molto dolore. Non lo sapevo in quel momento, ma Dio aveva risposto alla mia
preghiera.
Il giorno dopo non potevo sedermi, camminare o stare in piedi senza dolore intenso, e non
stavo molto meglio quando ero sdraiato. Non avevo l'assicurazione sanitaria, al college avrei
dovuto averla, ma avevo semplicemente messo nel modulo che la mia assicurazione era
coperta dalla "YHWH, Inc", e il mio numero di polizza era " MT0817 " (che era un
riferimento a Matteo 8:17 "affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia:"
Egli stesso ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie") . E anche se
avevo giurato, non ero un militare in servizio attivo (perché non ero ancora andato al campo
di addestramento) e così non avevo copertura sanitaria neanche dall'esercito. Quindi, tutto
quello che potevo fare era andare da un medico generico e pagare di tasca mia, e, purtroppo
questi non aveva alcuna idea di quale fosse il problema. Ha pensato che fosse uno
stiramento, e mi ha prescritto alcuni farmaci anti-infiammatori e alcuni antidolorifici ... dosi
da 500 milligrammi di ibuprofene. Un giorno mi venne in mente che normalmente ne
prendevo ben oltre per un mal di testa, e quindi non c'era da meravigliarsi che fosse di
scarsa utilità. I giorni diventavano settimane e mesi, e avevo avuto solo un lieve
miglioramento. La mia data di partenza per il campo d'addestramento continuava a slittare,
e nel frattempo, la guerra è finita.
A un certo punto mia moglie ha provato un rimedio cinese che includeva un cerotto a base
di erbe sulla mia schiena, e poi ha messo un pezzo di pelle di cane bollita sul cerotto, per
tenerlo a posto. Quando è arrivato il momento di rimuoverlo, ho scoperto che questo rimedio
non era stato progettato per i caucasici con molti peli sul corpo. Ho finito per doverlo radere
via, ululando come il cane di cui avevo attaccato un pezzo di pelle alla mia schiena.
Curiosamente, una cosa che mi ha portato un po' di sollievo è stata fare molte
prosternazioni. Ho scoperto che se facevo almeno 50 prosternazioni al giorno, avevo meno
dolore, ma se non riuscivo a farlo, il mio dolore aumentava.
Dopo un po', è sembrato che il dolore si facesse gestibile, e ho cominciato a lavorare per
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ritornare in forma. Ma mentre lavoravo all'aperto, un giorno, ho sentito un altro colpo alla
schiena, e sono ritornato al punto di partenza. Poco dopo, sono giunto alla conclusione di
non essere in grado di andare al campo di addestramento, e quindi, dopo aver chiesto al mio
deputato di sostenere il mio caso, sono stato finalmente in grado di ottenere il congedo che
mi liberava dal mio arruolamento. C'è voluto circa un altro anno perché il mio problema alla
schiena se ne andasse (anche se ancora mi dà qualche dolore oggi) . Quando finalmente ho
avuto dopo anni un'assicurazione sanitaria, mi è stato detto che si era sovraestesa una
giuntura semi mobile nella zona lombare della schiena.
Ma tutto questo si è rivelato provvidenziale. Il cambiamento nella direzione dei miei piani ha
pressato mia moglie a prendere una decisione. Inoltre, mia madre si era trasferita da me in
quell'estate, e i suoi continui sforzi per convincermi ad abbandonare l'Ortodossia hanno
aiutato mia moglie a entrarvi. E nel frattempo continuava a frequentare le funzioni con me,
e dopo la funzione delle Lamentazioni del Sabato Santo del 1991, è stata così
profondamente commossa, che mi ha informato che voleva essere battezzata. È stata
battezzata il sabato luminoso, la settimana successiva, un'altra risposta inattesa alla
preghiera.
Lo sviluppo di una mente ortodossa
Fortunatamente per noi, padre Anthony Nelson ci aveva preparati al fatto che la
conversione alla fede ortodossa non è stata la fine della strada, ma piuttosto la fase finale
dell'inizio di un lungo cammino spirituale. Non si raggiunge mai la fine di quel viaggio in
questa vita, ma ci ha sottolineato in particolare che ci volevano almeno un paio d'anni prima
che uno inizi realmente a pensare in modo ortodosso. E così, anche se ero stato abituato a
insegnare e predicare, non ho neppure insegnato a una classe di scuola domenicale per
bambini fino a 3 anni dopo che sono diventato ortodosso. Si potrebbe descrivere questo
processo in termini di spostamento di visione del mondo, o di un cambiamento di paradigma.
Una visione del mondo è un insieme di paradigmi mentali con cui valutiamo le nostre
esperienze. La nostra visione del mondo è il modo in cui pensiamo. È il modo in cui
guardiamo le cose, e processiamo le informazioni; sono i paradigmi con cui risolviamo le
cose. La nostra visione del mondo determina le nostre aspettative della realtà, e le nostre
aspettative determinano in gran parte la nostra percezione della realtà. Se siamo di fronte a
qualcosa che non rientra nel nostro paradigma, allora è probabile che rimarremo ciechi
davanti a questa cosa, o cercheremo di farla entrare artificialmente nella nostra visione del
mondo. Per esempio, in alcune culture si distinguono solo tra due o tre colori, come chiari e
scuri – così in tale contesto, blu e nero sono entrambi scuri, senza distinzione. Oppure, un
esempio più vicino a noi: ciò che la visione del mondo predominante della nostra cultura
chiamerebbe una persona emotivamente disturbata, un altro (come quella della Bibbia)
potrebbe chiamarla indemoniata (cosa che naturalmente non vuol dire che tutti i casi simili
lo siano). Le aspettative di queste visioni del mondo o aprono o chiudono una persona a
certe possibilità. Un animista non capirebbe il ruolo che svolgono i germi nella malattia, o il
ruolo che una ferita alla testa o danni cerebrali potrebbero avere in una malattia mentale –
un animista vedrebbe tutto in termini di forze spirituali. Un empirista moderno, d'altra parte,
ignorerebbe completamente la possibilità stessa che forze spirituali possano anche solo
giocare un ruolo in cose come le infermità o le malattie mentali.
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Quando la gente viene al cristianesimo ortodosso dal paganesimo (una persona irreligiosa, o
con un background religioso che non è cristiano né ebreo né musulmano), per molti versi
trova più facile accettare la nostra fede e praticarla senza snaturarla, perché quello che
stanno abbracciando è così radicalmente diverso da ciò che sapevano in precedenza. Hanno
molto di meno da disimparare prima di poter imparare correttamente la Tradizione
ortodossa, e non pensano di comprendere già parole o concetti che in realtà non
comprendono, nel senso proprio cristiano ortodosso.
Quando studiavo arti marziali al liceo, lo stile che studiavo era una forma di Kung Fu cinese.
Ora, nella mia scuola di arti marziali abbiamo avuto una serie di "convertiti" dal Tae Kwon
Do, che per qualche motivo avevano deciso di voler imparare il Kung Fu. La cosa
interessante, però, è che un neofita appena arrivato dalla strada avrebbe trovato più facile
imparare a compiere correttamente le forme e le posizioni. Il problema era che molte delle
posizioni e delle forme, così come i pugni e i calci, erano molto simili – ma abbastanza
diverse per rendere molto difficile imparare a farle nel modo del Kung Fu. Ma quando
arrivava il momento di mettere in pratica queste tecniche – quando ci affrontavamo – questo
problema diventava ancora più evidente. Con il tempo, molti di questi "convertiti" hanno
imparato a fare le posizioni e le forme correttamente (anche se a volte si poteva ancora
vedere l'influenza del Tae Kwon Do), ma quando ci affrontavamo – molti di loro duellavano
come se non avessero mai studiato il Kung Fu. L'istruttore bloccava spesso l'azione, e diceva
a queste persone, "Guardate, il Tae Kwon Do va bene, se volete imparare il Tae Kwon Do,
ma voi siete qui per imparare il Kung Fu. Se volete imparare il Kung Fu, dovete mettere da
parte quello che sapete del Tae Kwon Do e utilizzare le tecniche che avete imparato qui". Il
motivo per cui queste persone ritornavano al Tae Kwon Do mentre si affrontavano è
semplice – quando stai duellando, devi pensare e agire in fretta, e il Tae Kwon Do era quello
che veniva loro naturale – di fatto impediva loro di arrivare al punto in cui il Kung Fu
sarebbe diventato naturale, e così fino a che non arrivavano ad accantonare le loro tecniche
di Tae Kwon Do, potevano fare pochi progressi nel Kung Fu.
Allo stesso modo, nella Chiesa ortodossa oggi ci sono molti convertiti dal protestantesimo,
che hanno visto nell'Ortodossia quello che mancava nella loro precedente esperienza
protestante, ma molto spesso parlano e agiscono ancora in modo molto protestante. Questo
non significa che un convertito dal protestantesimo non potrà mai diventare autenticamente
ortodosso, ma significa che ha alcuni ulteriori ostacoli da superare. Vorrei anche
sottolineare, tuttavia, che molti ortodossi "dalla culla", cresciuti nella cultura protestante
americana, spesso pensano in modi protestanti, e così molti di loro passano anche
attraverso una sorta di processo di conversione, se devono acquisire una mentalità
autenticamente ortodossa... e qui, possono essere ancora più svantaggiati di un ex
protestante, perché almeno un ex protestante sa che una volta era un protestante. Troppi
tra quelli nati in famiglie ortodosse sono completamente ignari dell'influenza che ha avuto
su di loro il pensiero protestante.
Gli ex protestanti hanno il vantaggio di essere più familiari con le Scritture, e di sapere
molto della terminologia ortodossa, ma spesso non si muovono oltre la loro comprensione
protestante di queste cose per raggiungerne una ortodossa, oppure ritornano a una
comprensione protestante, a volte all'improvviso. Un ex pagano convertito non pensa di
avere già capito qualcosa che non sa – e così è più facile da istruire. Quello che dovevo a
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capire è che, se anche ero stato un protestante da cintura nera, ero una cintura bianca nella
Chiesa ortodossa, e quindi dovevo imparare la fede fin dall'inizio, e non dare per scontato
che capivo già le cose.
Questa non è stata una transizione confortevole. Quando le persone che conoscevo mi
chiedevano ciò che la Chiesa insegna, se sapevo per certo ciò che la Chiesa insegna, lo
dicevo loro. Tuttavia, se mi chiedevano di qualcosa su cui non ero sicuro della risposta
ortodossa, ho dovuto imparare a dare risposte provvisorie: "Penso che la risposta sia così e
così, ma non sono sicuro. Dovrò fare qualche ricerca a proposito". La domanda costante che
dovevo farmi era se quello a cui pensavo era veramente ortodosso, o se questo era
semplicemente il mio precedente apprendimento protestante che colmava le lacune. E
dovrei dire che, dopo quasi 23 anni nella Chiesa ortodossa, mi trovo ancora a volte a farmi
quella domanda, e a dovere ancora dare la stessa risposta provvisoria, in attesa di ulteriori
studi.
Ovviamente la lettura della dottrina e della tradizione ortodossa è una parte importante del
processo, anche se quando mi sono convertito io c'era molto meno materiale disponibile in
inglese di quanto c'è oggi. Ora, se si sa su quali siti andare, è possibile trovare una serie di
informazioni con pochi clic del mouse, ma allora c'erano solo i libri che erano in stampa (che
non potevi trovare in genere presso la tua biblioteca, e così si dovevano acquistare), e c'era
un certo numero di periodici ortodossi a cui ero abbonato. Una cosa che ho trovato
particolarmente utile è la lettura dei romanzi di Fjodor Dostoevskij. I suoi romanzi portano
lo spirito dell'Ortodossia in un modo che un testo asciutto sull'Ortodossia in genere non può
fare. Ma un corpo di letteratura ortodossa su spesso si affaccia chi è in cammino verso
l'Ortodossia e i nuovi convertiti è la lettura delle vite dei santi, e questa è una delle cose più
importanti a cui dovremmo dedicare il nostro tempo e la nostra attenzione. Il vescovo Pietro
(Lukianov) dice che san Giovanni di Shanghai ha notevolmente sottolineato l'importanza
delle vite dei santi, e spesso quando gli ponevano una domanda su alcune questioni di fede o
la pratica, avrebbe risposto citando qualcosa da queste vite, di cui aveva una vasta
conoscenza. E tutte le letture sull'Ortodossia nel mondo saranno di poco aiuto se non si
frequentano regolarmente i servizi, non si digiuna, non si prega e non si vive la tradizione
ortodossa nella propria vita quotidiana. San Massimo il Confessore ha dichiarato: "La
teologia senza la pratica è la teologia dei demoni" [Per ulteriori informazioni su questo si
veda il testo di una conferenza che ho tenuto su questo argomento nel 1995].
Un coniglio con tre tane
Mia moglie e io siamo rimasti in Oklahoma fino al gennaio del 1992, quando sono andato a
Jordanville con lintenzione di trovare un lavoro e un alloggio adatto, e quindi far venire mia
moglie, e poi studiare al Holy Trinity Seminary. Tuttavia, c'è un proverbio cinese che dice un
coniglio saggio ha tre tane, e in quello stesso momento mia moglie è tornata a Houston per
ottenere un lavoro, e abbiamo lasciato la maggior parte delle nostre cose in Oklahoma. Il
piano "B" era che se le cose non funzionavano a Jordanville, sarei tornato da mia moglie a
Houston. Avevamo anche la possibilità di tornare in Oklahoma.
A Jordanville ho avuto modo di vedere la vita monastica e vivere i suoi ritmi, ho imparato
molto sui servizi, e ho anche sperimentato per la prima volta un vero shock culturale – ed è
stato un doppio smacco. Nel monastero, ero circondato da russo e slavonico. C'era molto
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che dovevo imparare di cultura russa e galateo ortodosso. E poi, quando mi recavo in città,
ero circondato da yankees. Non ero un gran fan della musica country, ma ho dovuto
comprarne alcune riproduzioni mentre ero lassù.
Tuttavia, dopo pochi mesi è diventato chiaro che avevo scelto il momento sbagliato dell'anno
per andare in cerca di lavoro nello stato di New York, e la situazione economica era tale da
lasciarmi dubbi che la primavera o l'estate sarebbe andata molto meglio. Il seminario della
santa Trinità era molto conveniente per uno studente single – potevi fondamentalmente
lavorare per permetterti insegnamento, vitto e alloggio. Ma non c'erano molti alloggi per
studenti sposati, e niente che fosse disponibile o probabilmente disponibile in qualunque
momento a breve termine. Così verso la fine della Quaresima, ho deciso che dovevamo
tornare al piano "B". Ho continuato a seguire corsi per corrispondenza da Jordanville, ma
sono rimasto deluso di non poter rimanere lì.
Ritorno a casa
Mia moglie aveva trovato un buon lavoro a Houston, e aveva cominciato a frequentare la
parrocchia russa di san Vladimiro a Houston. A differenza di san Benedetto in Oklahoma,
questa parrocchia non era una parrocchia di convertiti. La maggior parte dei servizi era in
lingua slavonica (che per un russo è simile alla lingua della Bibbia di re Giacomo), e la
maggior parte dei fedeli o veniva dalla Russia, o aveva genitori dalla Russia o dall'Ucraina.
Mia moglie cinese spiccava tra la congregazione, e non si è subito sentita ben accolta – con
le eccezioni del sacerdote, padre George Lardas, la sua famiglia, e anche l'anziana direttrice
del coro, Anastasia Titov – che le disse che era una sua connazionale, perché era una "cinese
bianca", cioè una russa da Harbin, in Cina. Più tardi abbiamo appreso che aveva lavorato
come assistente di segreteria a san Giovanni di Shanghai.
Quando l'ho raggiunta, abbiamo iniziato a frequentare la Veglia del sabato sera, e c'era un
piccolo gruppo di russi anziani (compresa Anastasia) che avevano "custodito il forte" al
kliros, ma quando hanno visto che mia moglie e io stavamo frequentando regolarmente, era
come se dicessero: "Signore, ora lascia che il tuo servo vada in pace", e da allora siamo stati
normalmente nel coro... il che significa che dovevo memorizzare i toni e imparare le
rubriche. Avevamo aiutato nel coro di san Benedetto, ma stare nel coro e seguire gli altri è
molto diverso dal fare da soli. Ho anche dovuto imparare a leggere il russo nel calendario
liturgico di Jordanville, perché non c'erano ancora guide alle rubriche in inglese, e abbiamo
dovuto imparare a cantare in slavonico (anche se non sono mai diventato molto bravo a
cantare inni che non erano fatti regolarmente).
Padre George Lardas ha accettato di farmi da mentore, e ci incontrava al sabato pomeriggio
insegnandomi lo slavonico e il Tipico. Padre George è letteralmente uno scienziato (a quel
tempo lavorava a contratto per la NASA), oltre a essere un genio linguistico e liturgico, e
quindi la maggior parte di quello che so sul Tipico l'ho imparata da lui, e dal lavoro di
formazione del kliros.
Ci sono molti aspetti sottili della pietà ortodossa che sono, che non ci si aspetta di leggere in
un libro sull'Ortodossia, e sono queste sottigliezze che un convertito può raccogliere stando
intorno a quelli che sono più profondamente radicati nella fede. Un esempio di questo è
stato alla Veglia della festa della Dormizione. Cantavamo lo stichiro della festa, che è
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cantato dopo il Salmo 50, e lo cantavamo in slavonico. Il mio slavonico di allora era molto
più limitato, e non sottolineavo le parole giuste, e quindi poiché vi è una lunga preghiera
subito dopo questo inno, Anastasia Titov ha colto l'occasione della pausa nel canto per
spiegarmi il significato dell'inno, al fine di spiegare quali parole devono essere sottolineate.
Ha poi fatto una traduzione al volo dallo slavonico in inglese, notevolmente accurata (lo
sapevo perché avevo il Mineo Festivo in inglese aperto a questo testo, e gli stavo dando
un'occhiata mentre lei spiegava. Mentre leggeva le parole dell'inno, giunta alla parte in cui
si dice "E Pietro gridò ad alta voce a te, piangendo: "O Vergine, io ti vedo chiaramente
distesa, tu vita di tutti, e ne sono stupito, perché nel tuo corpo la delizia della vita futura ha
preso la sua dimora! O tutta pura, supplica sinceramente tuo Figlio e Dio, che il tuo gregge
possa essere salvato illeso"," lo lesse con tanto calore e pietà da commuovermi quasi fino
alle lacrime. Il suo punto era che il timore di san Pietro dovrebbe riflettersi nel modo in cui
si canta l'inno, ma nello spiegarlo ha espresso un amore e rispetto per Dio, i santi, e i servizi
in un modo che un libro non può fare. La mia capacità di cantare quell'inno in lingua
slavonica non era migliorata, ma la mia capacità di apprezzare gli inni a livello spirituale lo
era. Sono stato fortunato ad aver avuto tali istruttori.
Sono stato tonsurato lettore nel 1994, che è stato anche l'anno in cui è nata la mia prima
figlia (Elizabeth), così come l'anno in cui ho avuto accesso a Internet, e l'anno in cui siamo
stati in grado di partecipare alla glorificazione di san Giovanni di Shanghai a San Francisco.
Sono stato ordinato diacono il 4 marzo 1995 dal vescovo Hilarion (ora metropolita), e ho
servito a san Vladimir fino al 1998. È stato difficile essere in una situazione in cui i servizi
erano per lo più in slavonico (anche se le veglie erano per lo più in inglese, tranne che nelle
grandi feste), ma l'esperienza di essere in una parrocchia molto russa mi ha insegnato molto
sulla pietà ortodossa. Ho imparato soprattutto da parte delle persone più anziane, come
Anastasia che aveva una così profonda pietà personale, e che aveva tanta saggezza ed
esperienza.
Catherine, Matushka ed Elizabeth
Alcuni convertiti in realtà cercano di adottare l'identità etnica di qualsiasi giurisdizione
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ortodossa a cui si convertono, a volte con risultati comici. Non ho mai avuto alcuna illusione
che avrei potuto diventare un russo, né ho alcun grande desiderio di farlo. Una volta ho
avuto una conversazione con padre Damian (di beata memoria) che era l'abate del
monastero della gloriosa Ascensione a Resaca, in Georgia. Parlavamo di un convertito che
veniva da un certo stato, che aveva detto che i convertiti nella Chiesa russa dovrebbero
cercare di diventare russi. Il giorno dopo, mi ha ricordato quella conversazione, e ha detto
(con il suo aristocratico accento del North Carolina che chi l'ha conosciuto ricorda bene):
"Sono grato ai russi per averci portato la Fede, ma io sono un bianco del sud, e sono felice di
esserlo. Tuttavia, se venissi da [lo stato da cui proveniva questo convertito], penso che
vorrei essere anch'io un russo". D'altra parte, l'Ortodossia non esiste in forme astratte prive
di contenuti culturali. Quando abbracciate l'Ortodossia, in qualche modo dovete abbracciare
la confezione culturale della particolare espressione della Chiesa Ortodossa in cui vi trovate.
Quando la fede ortodossa è stata portata agli slavi, questi hanno abbracciato molti aspetti
della cultura bizantina ortodossa che ha portato loro la fede. Ma con il tempo, a loro volta
crearono i propri, e una nuova cultura ortodossa si è sviluppata. Si potrebbe andare indietro
di un passo e parlare della cultura ebraica degli apostoli, e dell'interazione che i convertiti
greci avevano con essa, che alla fine si è sviluppata nella cultura greca bizantina. Così,
mentre io non sono un russo, né potrei mai diventare un russo, la mia esperienza
dell'Ortodossia è russa, e quindi io sono un ortodosso russo, e amo e apprezzo gli aspetti
migliori della cultura russa. Un giorno, a Dio piacendo, vedremo una cultura ortodossa
americana, ma i tentativi di forzarne l'esistenza prematuramente hanno prodotto cattivi
risultati, e credo che questo non permetta di comprendere come l'Ortodossia cambia una
cultura. I russi non hanno deciso che un giorno avrebbero buttato fuori la cultura greca,
inventandone una versione russa. Questo è avvenuto naturalmente, mentre la loro Chiesa
nazionale è maturata. La Chiesa americana ha una strada molto lunga da percorrere.
Tuttavia, essere ortodossi russi non significa che non si può avere i servizi in una lingua
comprensibile. Ci sono decine di diverse lingue in uso nella Chiesa ortodossa russa nella
sola Russia, per non parlare della diaspora russa. Soprattutto l'inglese è utilizzato
ampiamente, e a questo punto tutti i servizi sono stati tradotti in inglese, e tante parrocchie
utilizzano esclusivamente l'inglese. E vedendo che molti dei giovani che erano cresciuti a
san Vladimir hanno smesso di venire quando hanno raggiunto la loro adolescenza, non ho
potuto fare a meno di concludere che la mancanza dell'inglese, specialmente nella Liturgia,
è stato un grande fattore. Il mio slavonico aveva raggiunto un punto in cui potevo seguire i
servizi in slavonico senza grosse difficoltà, ma ero preoccupato per le mie figlie. La mia
seconda figlia (Catherine) è nata nel 1996, e mentre le mie figlie erano molto giovani,
sapevo che i servizi in slavonico non sarebbero stati un grande problema, ma che sarebbero
diventati un problema in seguito. Così ho deciso di farle crescere in una parrocchia di lingua
inglese molto prima di raggiungere il punto di non voler più andare in chiesa, perché non
capivano i servizi. Nel 1998, il vescovo Gabriel (oggi arcivescovo del Canada) ci ha dato una
benedizione per iniziare una missione di lingua inglese. Il vescovo Gabriel aveva detto che
avrebbe preferito che noi chiamassimo la parrocchia con il nome di un santo poco glorificato,
e così abbiamo scelto tre nomi, e abbiamo chiesto a padre Anthony di metterli sotto
l'antimensio prima di una liturgia. Dopo la liturgia, il nome estratto era quello di San Giona
della Manciuria – che era stato glorificato nel 1996, e di cui padre Luca (Murjanka) ci aveva
da poco inviato una fotografia di punto in bianco (da quando avevo lasciato Jordanville nel
1992 avevo comunicato con lui solo poche volte).
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Iniziando da zero
Avere una missione di lingua inglese, senza avere un sacerdote permanente, è stato difficile,
ma abbiamo fatto regolari servizi da lettori, e siamo stati in grado di avere sacerdoti ospiti
per servire la Liturgia in maniera piuttosto regolare. È stato quando abbiamo iniziato la
missione di san Giona che ho cominciato la pubblicazione di rubriche liturgiche online, così
come i testi dei servizi dei lettori.
Quando si tratta di missioni iniziate nella ROCOR, uno dei vantaggi è che i nostri vescovi
sono disposti a iniziare a missioni anche quando queste hanno mezzi finanziari scarsi. Lo
svantaggio è che non c'è molto in termini di aiuto esterno per tali missioni, e quindi coloro
che iniziano una missione devono essere pronti a lottare, e devono essere abbastanza
pazienti da permettere che la missione raggiunga una massa critica che consenta loro di
superare il prossimo ostacolo. Per noi, il primo ostacolo è stato di non poter fare la Liturgia
regolarmente in una zona in cui vi erano altre chiese ortodosse che avevano la Liturgia.
Abbiamo finalmente superato questo ostacolo, quando il 14 gennaio 2001 (nuovo calendario)
sono stato ordinato sacerdote dal vescovo Gabriele.
nel santuario della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, 17 maggio 2007
Il prossimo ostacolo è stato quello di trovare un locale più adatto. Abbiamo fatto la nostra
prima Liturgia nella mia casa. Poi abbiamo avuto una famiglia che ha ospitato i nostri servizi
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per qualche tempo, ma poi quella famiglia ha preso la decisione di tornare a san Vladimir, e
così siamo tornati a casa mia, a tenere servizi in una stanza di 12 metri quadrati, adatta per
servizi accoglienti. Quando la gente chiamava e chiedeva informazioni sui nostri servizi,
spesso sembravano molto interessati, fino a quando davo loro indicazioni, e spiegato
avevamo i servizi in una casa... di solito queste persone non si presentavano nemmeno.
Tuttavia, nel corso del tempo abbiamo costruito un piccolo ma relativamente impegnato
gruppo di persone. Il nostro reddito era piuttosto scarso, a quel tempo, e quindi era difficile
trovare un negozio un affitto nei limiti del nostro bilancio... e anche se ci siamo guardati e
abbiamo fatto molte richieste, niente si è realizzato. Poi, un giorno, la Provvidenza ha dato
una mano. Sono tornato a casa dal lavoro, e gran parte della mia casa era allagata, perché
un tubo si era incrinato, e questo ha colpito particolarmente la camera che usavamo come
cappella. Non abbiamo avuto altra scelta che trovare un altro luogo, oppure non tenere
servizi fino a quando fosse possibile completare le riparazioni, e queste sarebbero durate
almeno per diverse settimane. Tuttavia, pochi giorni dopo, Matushka ha guardato per caso il
Greensheet (un giornale di annunci e inserzioni di vendita), e ha trovato un negozio su una
strada che dava sulla I-45, e volevano solo circa 300 dollari al mese. Questo spazio era di
soli 55 metri quadrati, ma rispetto a quello che avevamo, era incredibilmente spazioso. Il
rovescio della medaglia è che condividevamo un muro con una chiesa pentecostale nera che
aveva una band musicale e un predicatore rumorosi – quindi abbiamo dovuto calibrare i
tempi dei nostri servizi per coincidere con le parti meno rumorose dei loro. Anche rumore
dell'autostrada era abbastanza forte, anche con la porta chiusa. Ma è stato un grande passo
nella giusta direzione, e la nostra parrocchia ha cominciato a crescere più rapidamente. E
mentre è stato un balzo di fede muoversi in questo negozio, e dover pagare un canone
mensile, una bolletta della luce e l'assicurazione, non abbiamo mai avuto difficoltà a pagare
le bollette. Dio ha provveduto.
L'ostacolo successivo è stato trovare un negozio più grande, e ancora una volta abbiamo
dovuto raggiungere una massa critica. Infine, abbiamo trovato un locale di circa 220 metri
quadrati, che ci sarebbe costato più di 1.000 dollari al mese – e ancora una volta
condividevamo un muro con un'altra chiesa pentecostale nera, ma meno rumorosa, perché
lungo quel muro avevano delle aule. Anche in questo caso, è stato un atto di fede fare un
tale contratto di locazione, ma ancora una volta siamo cresciuti, e non abbiamo mai avuto
alcuna difficoltà a pagare le bollette. Questo locale aveva lo spazio per permetterci di fare il
nostro primo grande evento, che è stato una mostra di icone. Avevamo un parrocchiano con
una grande collezione di icone russe del XVIII e del XIX secolo, e quindi in primo luogo
abbiamo tenuto una mostra che ha avuto molto successo, e ha avuto l'effetto di far sapere
che eravamo lì, e ha portato nuova gente nella parrocchia, sia ortodossi sia persone in
ricerca.
Anche un negozio considerevole, non importa quanto bello possa essere, non piace a molte
persone che sono abituate ad andare in una bella chiesa indipendente, e così il prossimo
ostacolo era per noi comprare la nostra proprietà. Abbiamo avuto diversi parrocchiani
generosi che hanno donato 20.000 dollari ciascuno, mettendoci in condizione di cercare una
proprietà. Abbiamo trovato diverse località potenziali, ma c'era sempre un certo numero di
famiglie a cui non piaceva la posizione perché era troppo lontana per loro. Non pensavamo
che ci fosse qualcosa a prezzi accessibili vicino a dove eravamo, ma alla fine abbiamo
interpellato un agente immobiliare locale, e gli abbiamo chiesto di cercare di trovare
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qualcosa di più vicino possibile alla nostra posizione attuale, e preferibilmente con un
edificio già su presente che fosse adatto per o servizi, almeno inizialmente. In un breve
periodo di tempo, ha scoperto quello che si è rivelato essere molto meglio di qualsiasi delle
altre proprietà che avevamo guardato. Era a pochi passi dalla nostra struttura attuale, aveva
una grande casa e un fienile, ed era abbastanza grande per consentire un'ulteriore
espansione. Così abbiamo chiuso l'affare nel marzo del 2008, e ci siamo trasferiti nella
proprietà a maggio, dopo aver abbattuto le pareti e rimodellato la casa per renderla adatta
per i servizi. Questo è stato solo poco prima del decimo anniversario della fondazione della
nostra parrocchia.
Nel 2009 abbiamo ricevuto una donazione molto considerevole da un generoso parrocchiano
che ci ha messo nella posizione di iniziare i piani per la nostra Chiesa nella "fase II". Mentre
il progetto si è sviluppato, sono arrivate altre donazioni da fuori e dentro la parrocchia, e
quando abbiamo finito la costruzione della nuova chiesa, era costata circa un quarto di
milione di dollari, ma siamo stati in grado di pagare tutto in contanti.
la nostra chiesa nella "fase II", poco dopo la costruzione
La nostra parrocchia è iniziata come una parrocchia per lo più di convertiti. Si è sviluppata
in una parrocchia mista, con circa la metà degli adulti convertiti, e l'altra metà di famiglia
ortodossa, di provenienza russa, polacca, araba, serba e greca. Questo è stato un sano mix,
perché è bene avere lo zelo dei convertiti, ma è anche bene che quello zelo sia temperato
dalla praticità di coloro che sono cresciuti nella Chiesa.
Epilogo
Uno dei momenti più importanti della mia vita è stato nel 2007, quando sono stato scelto
come uno dei delegati della diocesi di Chicago e degli Stati Uniti centrali per andare in
Russia alla firma dell'Atto di comunione canonica, quando la Chiesa ortodossa russa fuori
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della Russia si è finalmente riconciliata con la Chiesa in Russia, dalla quale era stata
amministrativamente separata dalla fine degli anni '20, a causa delle interferenze sovietiche
negli affari della Chiesa. Questo atto è stato firmato il 17 maggio 2007, nella cattedrale di
Cristo Salvatore – una chiesa che era stata distrutta da Stalin, ma è stata ricostruita dopo il
crollo dell'Unione Sovietica.
la chiesa dei Nuovi Martiri a Butovo
Uno degli aspetti più commoventi di quel viaggio è stata la partecipazione alla
consacrazione di una chiesa a Butovo, che era un campo di sterminio sovietico, dove decine
di migliaia di cristiani ortodossi furono martirizzati. Prima del servizio, il clero che avrebbe
servito è entrato nella chiesa inferiore per mettere i paramenti. Ho notato che le pareti
avevano icone molto belle tutto intorno alla chiesa, ma non ho prestato attenzione a ciò che
rappresentavano, immaginando che sarebbe stato il solito mix di icone che si vede in una
chiesa – ma poi padre Vladimir Bojkov (un gioviale sacerdote cinese-mongolo-russo che
avevo conosciuto molti anni prima in Australia) ha sottolineato che queste icone erano tutte
le icone dei vari martiri noti di Butovo, uccisi in questo posto dai comunisti. Quando la
chiesa era in costruzione, i familiari dei martiri di Butovo avevano commissionato queste
icone. Questa realizzazione ci ha dato il pieno impatto di dove eravamo e quello che stavamo
per fare. Queste non erano solo icone, questa non era una qualsiasi chiesa, e questo non
sarebbe stato un qualsiasi servizio.
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i martiri di Butovo
Siamo andati alla chiesa principale, che ha tre altari, ognuno dei quali sarebbe stato
consacrato in questo giorno, e siamo rimasti lì, in attesa dell'arrivo del patriarca. Dopo il
saluto del patriarca, abbiamo iniziato il servizio della Grande Consacrazione di una chiesa.
Gli altari erano solo cornici di legno, con il piano del tavolo messo da parte. All'inizio del
servizio, come prima cosa i vescovi hanno indossato grembiuli bianchi da falegnami, e si è
montata la santa mensa. La mia unica parte in questo servizio era di aiutare a sollevare la
parte superiore della santa mensa, e tenerla in modo che il patriarca potesse benedire la sua
parte superiore e inferiore con l'acqua benedetta, e quindi posizionarla sul telaio. Mentre il
patriarca stava facendo questo con l'altare maggiore, altri vescovi, tra cui il metropolita
Lavr, stavano facendo le stesse cose con i due altari laterali. Il piano d'appoggio è stato
inchiodato al telaio, e sui chiodi è stata versata cera per sigillarli. La parte superiore del
tavolo è stata lavata con acqua calda, poi con vino, e quindi unta con il santo crisma. Poi la
santa mensa è stata rivestita con i paramenti. Poi un vescovo ha fatto il giro della chiesa a
ungere le quattro mura con il crisma.
C'era un prete del patriarcato di Mosca lì vicino, che era uno di quelli il cui compito era
quello di fare in modo che nei servizi tutto filasse liscio. A un certo punto mi ha detto di fare
qualcosa, ma ora non riesco a ricordare cosa fosse. Padre Vladimir gli ha spiegato che io
non parlavo russo, e che venivo dal Texas – sembrava che gli facesse un piacere particolare
farlo notare a tutti. Questo prete ha commentato a padre Vladimir che doveva essere
difficile per me essere in un servizio che era tutto in lingua slavonica. Padre Vladimir ha
spiegato che sapevo quello che stava succedendo, ed ero felice di essere lì. In ogni caso, ho
pensato che fosse bello che avesse espresso tale preoccupazione.
Verso la fine del servizio di consacrazione, siamo andati in processione intorno alla chiesa,
preceduti dalle reliquie che sarebbero state finalmente messe negli altari. Una volta tornati
all'interno della Chiesa, il servizio della Grande Consacrazione si è concluso, e la Liturgia è
iniziata.
In generale, ho cercato di stare fuori dai piedi. Ero abituato a stare in servizi che erano in
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tutto o in gran parte in lingua slavonica, però, di nuovo, negli Stati Uniti, la maggior parte
della gente parla inglese e le indicazioni fornite al clero nell'altare di solito sono in inglese,
o se no, quando è chiaro che non hai capito la prima volta in russo, lo ripetono la seconda
volta in inglese. Ma qui era tutto in russo, e quindi ho cercato di stare vicino a padre
Vladimir.
Mi sono ricordato che ero un convertito relativamente nuovo quando il comunismo in Russia
alla fine è crollato in occasione della festa della Trasfigurazione del 1991, ed ero rimasto
colpito dal fatto che questa era la risposta a tutte le nostre preghiere per la salvezza della
Russia, e che sarebbe stata liberata dal giogo sovietico. Certo, non tutto è stato fatto proprio
in un giorno, ma da quel momento in poi, abbiamo visto come Dio ha restaurato la Chiesa
russa in salute e in forza, e in questo giorno il contrasto tra il passato sovietico e il presente
erano innegabili.
Dopo la comunione del clero, padre Vladimir si è rivolto a me e ha detto con il suo accento
australiano, "allora, non hai ancora incontrato il patriarca?" Ho risposto che avevo ricevuto
la comunione da lui due volte, ma che non potevo dire di essergli stato presentato come si
deve. Così mi ha afferrato per la manica e ha detto: "andiamo, amico." Aveva minacciato in
precedenza che mi avrebbe presentato al patriarca sollevando nel contempo il mio sticario
per mostrargli i miei stivali da cowboy. Ero abbastanza certo che stava per mettere in
pratica questa minaccia, ma non lo ha fatto. Dopo che entrambi abbiamo ricevuto la sua
benedizione, padre Vladimir gli ha detto chi ero, che venivo dal Texas, e che anche se non
sapevo parlare russo ero stato un fautore vocale per la riconciliazione della Chiesa russa. Il
patriarca mi ha ringraziato e disse che sperava che avrei continuato a essere un avvocato
per l'unità della Chiesa. È stato un breve scambio, ma aveva un'espressione molto calda sul
suo volto. Ero già impressionato da lui, ma mi sono allontanato ancor più impressionato.
Dopo il servizio, ci siamo diretti tutti in una grande tenda in cui c'è stato un altro banchetto.
Padre Vladimir e io ci siamo seduti di fronte alcuni dignitari russi. Uno di loro era Sergej
Baburin, un membro della Duma russa – non lo avrei ricordato, se non ci fossimo scambiati i
biglietti da visita. Accanto a lui c'era un uomo il cui nome non ricordo, ma lui indossava una
medaglia che indicava che era un eroe dell'Unione Sovietica, qualcosa di simile alla
medaglia d'onore del Congresso. Padre Vladimir mi ha presentato, e ancora una volta ha
spiegato la mia incapacità di parlare in russo, e che ero stato un fautore della riconciliazione
della Chiesa russa. L'uomo con la medaglia ha commentato che avevo passato così tanto
tempo a difendere l'unità della Chiesa russa, che avevo acquisito il volto di un russo.
È stato interessante riflettere che c'è stato un tempo in cui l'unica cosa che sapevo della
Russia era che erano i nemici, e pensavo che l'unico modo in cui avrei mai visitato la Russia
era nel modo di Slim Pickens ne Il dottor Stranamore... in sella a una bomba all'idrogeno.
È stato in questo viaggio che mi è capitato di trovarmi di fronte al Cremlino e di imbattermi
in quella famiglia dal Messico.
Quando mio sono convertito alla fede ortodossa, mia madre ha predetto che non sarebbe
passato molto tempo prima che mi trasferissi a qualcos'altro. Data la natura tortuosa del
mio viaggio spirituale fino a quel momento, non posso biasimarla, ma con il passare degli
anni, si è resa conto che questa volta era facevo sul serio. Alla fine è anche arrivata a
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rispettare la mia decisione, anche se non è mai riuscita a comprenderlo appieno lei stessa.
mia madre nel giorno del suo compleanno, non molto tempo prima del suo riposo
Essere nella Chiesa ortodossa non è stato un viaggio dello spirito attraverso un'Isola che
non c'è – ci sono state anche molte prove dolorose e tribolazioni. Non pretendo neppure di
aver raggiunto tutto quello che avrei dovuto o sperato spiritualmente, ma non ho mai
rimpianto la decisione, e ho un profondo senso di avere "visto la vera luce" e "trovato la vera
fede". C'è sempre qualcosa in più da scoprire, ma finalmente so dove si trova il tesoro.
Quando ero ragazzo, mi ricordo che stavo nel letto del camion di mio padre, e notavo che,
seduto lì, con la schiena alla cabina del camion, guardando indietro, potevo vedere dove
eravamo stati, ma potevo solo immaginare dove stavamo andando... ma, naturalmente, un
ragazzo non si preoccupa troppo di questo, quando suo padre è al volante. Quando ripenso
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alla mia vita fino a questo punto, posso vedere come Dio mi ha guidato – a volte dolcemente,
e talvolta con una botta in testa – ma di solito ne sono stato consapevole solo quando ho
guardato indietro in retrospettiva. Non si può essere sicuri di quello che verrà dopo, ma il
Padre è alla guida.
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